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SIGMUND FREUD e la psicanalisi: filosofia del martello

Freud si colloca nella tradizione di filosofie irrazionalistiche della seconda metà dell’Ottocento,
mette in discussione le certezze psicologiche e assolute, menzogne millenarie. Medico, nasce nel
1896 a Friberg in Germania, all’epoca facente parte dell’impero austroungarico. Il padre si
trasferisce con la famiglia a Vienna per motivi commerciali, il giovane Sigmund è un bambino
geniale, si iscrive alla facoltà di Medicina ed entra come ricercatore nella facoltà di Vienna, decide
di specializzarsi nel ramo dei disturbi mentali. Vince una borsa di studio per Parigi, per studiare un
nuovo metodo di cura per la malattia mentale delle turbe nevrotiche, come ad esempio l’isteria,
una malattia che è andata scomparendo; dava come sintomi le crisi epilettiche soprattutto alle
donne. Il medico Sciarcò stava sperimentando il metodo dell’ipnosi ed era riuscito ad indebolirne i
sintomi, questi torna a Vienna e diviene collaboratore di Browell, si era accorto che i fenomeni
isterici diminuivano quando le donne portavano fuori e ricordavano memorie spiacevoli della
propria vita: metodo catartico. Anna O. era la paziente dei due e ad un certo punto racconta
durante l’ipnosi che durante l’infanzia aveva avuto paura dell’acqua poiché il cane aveva bevuto nel
bicchiere della bambina. Fino alla metà dell’800 la mente era una cosa esclusivamente fisica, si
riteneva che i danni cerebrali fossero danni strutturali, Freud teorizzò che le malattie mentali non
erano causate solamente da ciò ma dal contrasto di forze a provocare la malattia. Inizierà a parlare
di psicanalisi precisamente dal 1896 quando Freud parlerà per la prima volta di inconscio in un
articolo scolastico. Venne subito ostacolato dai colleghi e nel 1910 ebbe successo e fondò la prima
società psicanalitica con a capo uno dei suoi allievi più brillanti, Gustave Iunk. Successivamente
scrisse numerose opere e durante il periodo nazista venne perseguitato, dopo la notte dei cristalli
scappò a Londra. Anna la sua figlia prediletta fu catturata dai suoi nazisti e liberata solo grazie al
padre che corruppe un ufficiale. Freud morì l’anno dopo in seguito ad un tumore del cavo orale,
era un grande fumatore di sigaro, il vizio gli aveva provocato il cancro, subì un primo intervento
chirurgico e poi a Vienna, tuttavia la malattia si diffuse e morì a Londra nel 1936.
LA SCOPERTA DELL’INCONSCIO
Studiando l’isteria Freud si rende conto che c’è qualcosa che va oltre, e che da Platone e Aristotele
fino ad arrivare a lui stesso, non si era mai preso in considerazione. Questo era la coscienza, ovvero
l’inconscio. Freud dice che la mente è solo quello che tutti i filosofi hanno chiamato io, intelletto,
ragione e questo non è nient’altro che solo la punta dell’iceberg. Quando scrive nel 1900
“L’interpretazione dei sogni” teorizza la prima topica, dal greco topos (luogo), per spiegare i tre
luoghi della mente, che hanno funzioni diverse:
Il conscio è la parte cosciente e che tutti vediamo e usiamo.
Il preconscio, situato sotto il conscio e che racchiude tutte le informazioni apprese ma che
sono nascoste, per tirarle fuori c’è bisogno di uno sforzo mentale.
L’inconscio, dove ci sono le cose che non si ricorderanno mai, tranne se non vengono messe in
pratica delle tecniche teorizzate da Freud stesso.
Tra il preconscio e l’inconscio c’è la rimozione, un coperchio tenuto schiacciato in cui sono presenti
i ricordi che ci fanno soffrire. Siccome la coscienza mira a far star bene, questa schiaccia
nell’inconscio tutti i ricordi negativi. Secondo Freud è qui che vengono originati i disturbi mentali,
mediante lo scontro di due forze che si oppongono: la rimozione e i ricordi negativi i quali
premono per venire fuori.
Freud si accorge che per far guarire le pazienti dall’isteria c’era bisogno di un metodo alternativo
all’ipnosi, che servisse a tirar fuori i ricordi negativi per permettere la guarigione dalla malattia
mentale. Questo nuovo metodo di analisi, fu il metodo delle associazioni libere (da cui venne fuori
il famoso lettino dello psicanalista). Questo metodo comportava a far rilassare il paziente su un
lettino e instaurare un colloquio tra l’analista e il paziente, quindi non era una pratica forzata come
l’ipnosi. Lo psicanalista poneva le domande al paziente in modo che questo potesse mettere in
moto dei collegamenti fino a quando egli riuscirà a tirar fuori i ricordi negativi che ha rimosso per
sempre.
Freud scopre nelle sue sedute il concetto di transfert, ovvero quando si crea il rapporto tra
paziente e psicanalista. Infatti per una buona riuscita della seduta il paziente dovrebbe riuscire a
vedere nello psicanalista una persona molto importante della sua vita, come un genitore. Per
questo motivo Freud veniva etichettato come “il padre”. Per Freud questo tranfert può giocare un
ruolo fondamentale nella terapia, perché il paziente renderà il suo io più debole e rilassandosi e
avendo fiducia nello psicanalista farà venire a galla i ricordi negativi che aveva rimosso. Questo
metodo può anche rivelarsi negativo, perché se il paziente ha un ricordo negativo del padre e
manifesta repulsioni nei confronti dell’analista, risulterà più difficile far emergere il materiale
inconscio dalla mente del paziente. Quando si crea un transfert negativo, a volte è meglio cambiare
analista.
Freud dopo una ventina d’anni cambierà la sua teoria della mente e teorizzerà la seconda topica,
che è ritenuta più precisa e completa.
La mente viene divisa sempre in tre parti, ma si parlerà di tre forze differenti:
1. l’es: è una parola tedesca che significa “lui” neutro. È la parte più abissale della nostra
mente e non è altro che un luogo in cui si trovano tutti gli istinti primordiali “un calderone
di tutti i sentimenti peggiori dell’uomo”. È presente un chiaro riferimento alla volontà di
vivere di Schopenhauer. Nell’es ci sono tutte le pulsioni più orribili e profonde, ad esempio
il desiderio di morte e perversioni sessuali. Qui non esiste il principio di non contraddizione
e nemmeno i concetti di spazio e tempo teorizzati da Kant, possono tranquillamente
convivere eventi contrastanti, secondo il principio del piacere. È un qualcosa che va al di là
di qualsiasi concetto logico che noi comunemente abbiamo.
2. l’io
3. il superio
La seconda topica non esclude la prima, spiega meglio il rapporto tra forze. L’es è il polo dove
vivono tutti gli impulsi più nascosti della psiche. Il super-io rappresenta l’educazione e le regole
morali che ci vengono insegnate dall’infanzia, vi è già un conflitto tra l’es e le regole del super-io.
L’ultima struttura, la parte razionale che funge da equilibratore, l’io, deve mantenere l’equilibrio tra
pulsioni dell’es, le istanze morali e i limiti del mondo esterno. La persona sana mentalmente è colui
che ha un io che sa mediare tra le pulsioni e farle manifestare in modo da non entrare troppo in
conflitto con le regole del super-io. Una delle due parti può prendere il sopravvento con disturbi
nevrotici consequenziali: quando le istanze del super-io sono troppo grandi e non permettono
neanche una minima soddisfazione dell’es l’uomo diviene represso: subentra la nevrosi. D’altro
canto può succedere la cosa opposta con il sopravvento dell’es: subentrano personalità stravaganti
ed eccessive sinonimo di pulsioni dell’es troppo forti che influenzano l’io (es. criminale o perversa).
Freud scopre che per indagare l’es una via semplice per potervi accedere è quella
dell’interpretazione del sogno “la via regia”: il sogno è l’appagamento mascherato di un desiderio
rimosso, è divisibile in una parte manifestante che “maschera” la parte latente, incompatibile con
la coscienza, il desiderio inappagato che provoca il disturbo mentale.
Altre manifestazioni “atti mancati” (es. lapsus) hanno un motivo ben determinato, Freud è un
determinista psichico, lapsus di lingua sono sinonimi di motivi psichici più profondi. Freud cerca di
comprendere dai suoi studi da dove provenga questa energia che l’uomo ha bisogno di soddisfare,
la chiama libido, ossia energia sessuale che l’uomo ha bisogno di appagare. Da qui Freud
comincerà a studiare la nuova concezione di sessualità, prima considerata qualcosa di prettamente
fisico che riguardasse la zona genitale. Per Freud la perversione non è un atto negativo col fine di
procreare ma solo al fine del piacere stesso. La sublimazione, l’investimento dell’energia sessuale
in altro e infine la sessualità infantile: il bambino è in realtà un essere perverso e polimorfo, che
mira al piacere e che investe diverse parti del corpo. Da qui divide in.
-fase orale: il bambino inizialmente prova piacere nell’usare la bocca
-fase anale: il bambino scopre l’uso dell’organo di secrezione, il bambino prova piacere nell’uso
dello spintere, quando abbracciamo un bambino questo fa la cacca.
-fase genitale: i bambini cominciano a sperimentare il sentimento di angoscia, il bambino
sperimenta la paura di evirazione, la bambina di invidia per la mancanza del pene, da qui emerge il
complesso di Edipo, ripreso dal mito greco secondo cui doveva uccidere il padre per sposare la
madre, così come la bambina attratta dal padre e spinta dalla mancanza della protuberanza.
ULTIMO FREUD
Nell’ultimo periodo della sua vita Freud si esprime in modo originale sui temi della religione e della
civiltà, in particolare nei saggi Totem e Tabù, l’Avvenire di un’illusione, il disagio della civiltà. Per
quanto riguarda le rappresentazioni religiose Freud ritiene che esse non siano precipitati
dell'esperienza o risultati finali del pensiero ma illusioni a pagamenti dei desideri più antichi più
forti più pressanti dell'umanità l'avvenire di un'illusione tagli i desideri sarebbero quelli
tipicamente infantili di sentirsi protetti contro i pericoli della vita a sua volta l'amato è tenuto padre
Celeste non sarebbe altro che la proiezione psichica dei rapporti ambivalenti con il padre terreno
per quanto riguarda la civiltà Freud afferma che essa implica un costo in termini di bici in quanto
devi alla ricerca del piacere in prestazioni sociali e lavorative Inoltre proseguendo l'opera paterna
dà origine a un super io collettivo che si incarna in una serie di norme e divieti questo non significa
si noti che Freud sia contro la civiltà o che vagheggi un'umanità buona e felice da recuperarsi Al di
là delle imposizioni sociali Non a caso l'antropologia dell'ultimo Freud che presenta alcuni punti di
contatto con quella di Schopenhauer vuol essere decisamente realistica e pessimistica. Freud
ribatte che la sofferenza è componente strutturale della vita e contro coloro che ritengono che
l'uomo sia una creatura gentile che vuole essere amata al contrario osserva che è una creatura tra
le cui doti istintive ed annoverare un forte quoziente di aggressività Di conseguenza lo stato civile è
un male minore rispetto a un'umanità senza società che possa dare sfogo a tutti i suoi desideri
Infatti in una situazione del genere non solo l'uomo non sarebbe felice ma diventerebbe ancora più
pericoloso per il prossimo Dovendo scegliere tra i modelli estremi di una società repressiva è di una
società senza regole destinata d'auto annullarsi in quanto società e gli è favorevole uno stato che
cerchi nel limite del possibile di ridurre gli spazi di repressione è di sofferenza in modo che
l'inevitabile prezzo da pagare allo stato civile risulti meno oneroso Nei suoi ultimi scritti il padre
della psicoanalisi si divide le pulsioni in due specie quelle che tendono a conservare e unire, e sono
quelle genericamente sessuali, nel senso dell'Eros del Simposio platonico e quelle che tendono a
distruggere e uccidere e quindi sono aggressive o distruttive nella lotta tra Eros il dio della
mitologia greca che personificava l'amore e Thanatos il Dio che personificava la morte Freud vede
condensata l'intera storia del genere umano.

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