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Destra e Sinistra Hegeliane:

I discepoli di Hegel, berlinesi si dividono in due fazioni contrapposte. Strauss ha escogitato destra e
sinistra (inconciliabili), prendendo come modello il parlamento francese:

➢ Alla destra i conservatori;


➢ Alla sinistra i progressisti.

Il problema centrale che divide le due fazioni è il rapporto tra filosofia e religione. Questo rapporto
nella filosofia di Hegel era piuttosto ambiguo, perché:

➢ In Hegel filosofia e religione sono le due forme dello spirito assoluto;


➢ Inoltre Hegel dice anche che il cristianesimo è la religione assoluta.

Dal punto di vista politico; anche qui Hegel è piuttosto ambiguo:

➢ Da un lato con il giustificazionismo aveva giustificato l’esistente in tutti i suoi aspetti, e


quindi la situazione politica, i governi esistenti;
➢ Dall’altro abbiamo la dialettica che è continuo superamento dello spirito.

DESTRA SINISTRA
Si tratta per lo più di teologi che utilizzano Composta dai giovani hegeliani, nati dopo il
Hegel per realizzare una scolastica 1830. Tra questi Feuerbach e Strauss, filone più
dell’hegelismo. importante dal punto di vista storico
Ha posizioni conservatrici sia in ambito religioso Ha posizioni di contestazione del sistema
sia in ambito politico. politico, quindi potenzialmente rivoluzionarie
Insiste sull’identità di contenuto: il contenuto Insiste sulla diversa forma, dice che a un certo
della religione e il contenuto della filosofia è lo momento la filosofia soppianterà la religione:
stesso: dicono entrambe la verità. sottolinea il fatto che, come a un certo punto, ci
sarà una morte della religione che trapassa
nella filosofia.
È conservatrice: insiste sul giustificazionismo È progressista fondandosi sulla dialettica
per motivare posizioni conservatrici sia in Hegeliana. Insiste sul concetto di dialettica, di
ambito politico, sia in ambito religioso. auto-superamento dello spirito per approdare a
posizioni progressiste e rivoluzionarie in
politica, e per approdare all’ateismo
anticristiano nell’ambito religioso.

Feuerbach e Strauss hanno criticato dal punto di vista filosofico il cristianesimo e la religione:

➢ Feuerbach arrivando al pieno ateismo;


➢ Strauss limitandosi a relegare nella sfera del mito tutto quello che non può essere provato
storicamente del cristianesimo sulla base di una lettura filologica delle scritture.

Strauss

Studia le sacre scritture dal punto di vista storico filologico, relegando nell’ambito o mitico o
dottrinale tutto quello che non è dimostrabile storicamente. In ogni religione distingue 3 aspetti: la
storia, il mito e la dottrina.

Questo distinguere storia, dottrina e mito già faceva scandalo perché tutti i miracoli di Cristo
venivano relegati nell’ambito mitico, non venivano considerati fatti storici.
Il mito si differenzia dalla leggenda, perché la leggenda è la semplice amplificazione di un fatto
storico. Si distingue dal mito in quanto non ha un significato profondo, universale. Il mito invece ha
un significato profondo e universale e quello cristiano per Strauss si fonda su due premesse:

➢ L'attesa del messia da parte del popolo ebraico;


➢ La forte impressione che fece la personalità storica di Gesù di Nazareth sulla mentalità
ebraica e sull’attesa del messia.

L’idea di fondo è di carattere hegeliano: L’unità di finito e infinito; che viene espressa nella figura di
Cristo come compresenza della natura umana, quindi finita, e della natura divina. Il mito, dunque, si
appropria della figura storica di Cristo e la amplifica facendone le premesse di una vera e propria
religione, il cristianesimo, che si distingue dal vecchio ebraismo.

Feuerbach:

È stato un discepolo fedele, fino a un certo momento, di Hegel, poi divenne avversario perché si rese
conto che il suo pensiero doveva essere rifondato per una contraddizione fondamentale: ha invertito
soggetto e predicato, causa ed effetto, l’ordine temporale del prima e del poi.

Per Feuerbach è l’essere (soggetto) che genera il pensiero (predicato): il soggetto è l’essere l’umano,
che pensando crea il pensiero

Causa ed effetto:

➢ Hegel: L’essere dell’uomo (causa), produce il pensiero (effetto);


➢ Feuerbach: il vero soggetto è l’essere, e l’attributo è il pensiero, perché è l’uomo che lo
produce

Successione temporale:

➢ Hegel: pone prima il pensiero, che produce tutte le cose, tra cui anche l’essere umano
➢ Feuerbach: Viene prima l’essere e poi il pensiero di questo essere

Quando Feuerbach parla di essere umano, parla di essere umano in carne ed ossa. Un altro errore di
Hegel secondo Feuerbach è infatti l’aver considerato soltanto la razionalità; mentre l’essere umano è
in primo luogo passione. Feuerbach dichiara “l’uomo è ciò che mangia”, cioè l’uomo non è spirito,
ma è un corpo ed esiste perché c’è la funzione dell’alimentazione. Per cui Feuerbach dice che nella
filosofia dell’avvenire, tutto è basato su una corretta alimentazione Feuerbach dice cioè che la base
di tutto è l’alimentazione.

Infine dice di Hegel che è l’ultimo rifugio della teologia, perché dire che l’idea ha prodotto la natura
hegelianamente, alienandosi da sé, equivale a dire che un principio infinito, Dio, ha creato il mondo,
e cioè il finito.

“I pensieri sulla morte e sull’immortalità”:

In questo saggio dice che l’individuo è mortale, e nulla sopravvive dell’individuo alla morte.
Immortale è soltanto la specie. L’estinzione per Feuerbach non esiste. L’individuo è mortale, la
specie sopravvive all’individuo, perché si tramanda di generazione in generazione; la specie è
immortale perché è la cosa che unicamente sopravvive.

L’uomo ha proiettato le proprie qualità migliori nell’alto dei cieli e le ha divinizzate, ha ritrovato le
sue qualità in un Dio che lui stesso ha creato. Da questo punto di vista la teologia si risolve ad
antropologia; l’insieme delle qualità e caratteristiche di Dio, è l’insieme delle qualità migliori
dell’uomo, quindi è un’antropologia. La descrizione di Dio in realtà è una descrizione delle qualità
migliori dell’uomo

È stata un’alienazione; come un atteggiamento umano, inconsapevole con cui l’uomo proietta in Dio
se stesso, e poi si assoggetta a questo Dio fittizio che lui stesso ha creato. Dio è l’alienazione religiosa

Le ragioni dell’uomo:

➢ L’uomo è finito e mortale, mentre la specie è immortale: Dio è eterno, volontà di


immortalità;
➢ L’uomo ha infiniti desideri che non può soddisfare: in Dio si proietta il soddisfacimento dei
desideri;
➢ L’uomo per vivere ha bisogno di determinate sostanze naturali: allora l’uomo divinizza quello
di cui ha maggiormente bisogno, cioè le parti della natura che gli sono indispensabili alla vita

Questo atto di proiezioni, dall’uomo a Dio, è l’atto più originario che si possa immaginare; infatti la
religione anticipa sempre la filosofia e la scienza

Gli aspetti della religione:

➢ L’aspetto negativo è l’alienazione;


➢ L’aspetto positivo è che essendo originaria la religione è la prima forma di autocoscienza
dell’uomo, soltanto che è inconsapevole. Cioè l’uomo prima di indagare se stesso indaga da
se ciò che ha proiettato nell’alto dei cieli nella forma di Dio

La storia delle religioni tra loro:

Ci sono religioni che nascono, muoiono, alcune sono morte, altre sono sopravvissute fino ad oggi.

Quando una religione nasce questa accusa le precedenti di essere puro antropomorfismo, di essere
un fatto solo umano, e quindi che gli dei precedenti non sono mai esistiti. Ma la stessa religione che
nasce si dimentica di applicare la stessa procedura a se stessa; ma è chiaro che non può non farlo
perché sennò cesserebbe di esistere come religione.

E dunque bisogna aspettare sempre la religione successiva affinché smascheri l’antropomorfismo


della religione attuale. Ma non cambia la sostanza delle religioni, la religione fondamentalmente è
una creazione umana; tutto ciò che l’uomo ha da sempre detto di Dio, in realtà va immaginato come
detto dall’uomo stesso. La teologia si risolve in antropomorfismo.

La filosofia dell’avvenire:

È una filosofia atea; secondo Feuerbach l’uomo si deve sbarazzare di Dio: il fare a meno della
religione diventa un atto morale, perché l’uomo deve sostituire all’amore di Dio l’amore dei suoi
simili, cioè la filantropia.

L’essenza del cristianesimo è il fatto che l’uomo al tempo di Cristo aveva desideri infiniti e quindi li
proiettava, creando un unico Dio onnipotente, onnisciente, infinito ed eterno. Mentre al tempo dei
greci l’uomo aveva dei desideri finiti e quindi li proiettava in divinità politeiste che avevano qualità
limitate.

La religione di positivo ha che ci permette di conoscere l’uomo e il suo spirito fin dalla sua età
arcaica. È utile per vedere come i popoli hanno rappresentato se stessi.

Il riduzionismo:
La forma filosofica di Feuerbach è una forma di riduzionismo, ridurre alla dimensione umana, cioè
inferiore, quello che appartiene a un rango superiore; cioè il divino viene ridotto all’umano.

Abbiamo visto come alcuni filosofi si sono chiesti se esiste veramente il mondo al di fuori di se stessi,
e cioè se il mondo della percezione sensoriale sia un mondo reale o illusione.

➢ Per Schopenhauer è illusione;


➢ Feuerbach dice che attraverso l’amore, si realizza l’unica prova ontologica dell’esistenza del
mondo, perché quello che posso credere io è illusione, ma se ci sono altri che percepiscono
lo stesso mondo allora questo è la verità.

Critica Marxista
Hegel interpreta il mondo in modo rovesciato, vede le realtà empiriche come manifestazioni dello
spirito; legittima l’ordine esistente; cade nel misticismo logico, capovolgendo il rapporto tra soggetto
e predicato, tra essere e pensiero (secondo Hegel l’essere deriva dal pensiero e non viceversa). Il
merito di Hegel è la concezione della realtà come totalità storico-processuale che procede
dialetticamente; Hegel, tuttavia, media tramite la sintesi le opposizioni, mentre per Marx questa
conciliazione non è possibile. Stato che quasi assume una posizione metafisica e può vivere anche
senza cittadini. Per Marx, invece, non c’è nessuna sintesi nella dialettica, gli opposti si combattono e
ci sarà sempre un vincitore e un vinto. Lo Stato è lo strumento degli interessi particolari delle classi
forti (critica al liberismo). Critica all’economica borghese: la borghesia era una classe dinamica
opposta alla nobiltà, ma ora è una classe conservatrice, non è più nel processo dialettico ed ha
eternizzato il sistema capitalistico, convinti che sia l’unico sistema di produzione che possa portare
benessere e ricchezza; quindi, la borghesia nega la conflittualità della sua epoca. La proprietà è un
valore assoluto per i borghesi, quando in realtà non è altro che la causa dell’alienazione del lavoro
umano. La proprietà privata, che nasce dalla divisione del lavoro, ha reso questo lavoro costrittivo e
alienante. La borghesia, quindi, eternizza ed assolutizza il capitalismo. Viene criticata anche la
proclamazione dell’uguaglianza di fronte alla legge è criticata, perché presuppone che ci sia
sostanziale disuguaglianza. La legittimazione della proprietà privata e della libertà individuale sono la
proiezione politica di una società asociale, in cui trionfano egoismo e individualismo. Per superare
questa società occorre introdurre la vera uguaglianza con l’abolizione della proprietà privata.

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