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1) DESTRA E SINISTRA HEGELIANA

[Riferimento sul libro: pagg. 315-316]


1. Nel 1831 a Berlino muore Hegel.

2. Si verifica una divisione tra giovani hegeliani (i discepoli di Hegel nati dopo il 1800) e vecchi
hegeliani (la generazione pi anziana tra cui gli editori delle opere di Hegel).

3. Nel 1837 David Strauss distingue queste due correnti in destra hegeliana (i vecchi hegeliani) e
sinistra hegeliana (i giovani hegeliani).

La divisione riguarda alcune ambiguit nella filosofia di Hegel che concernono la sua
concezione religiosa e politica. Hegel, in questi due distinti ambiti, pu essere interpretato sia
in maniera conservatrice (come fa la destra hegeliana), sia in modo rivoluzionario (come fa la
sinistra hegeliana).

4. Analizziamo questi due ambiti:

I. RELIGIONE

a. Hegel sostiene che religione e filosofia (si tenga presente lo Spirito assoluto)
esprimano lo stesso contenuto (lo spirito) in forme diverse (la rappresentazione nel
caso della religione, il concetto nel caso della filosofia).

b. Questo genera due concezioni opposte (destra e sinistra hegeliana)

- La destra hegeliana insiste sullidentit di contenuti espressi da religione e filosofia


(una stessa verit espressa) e, quindi, intendono la filosofia come tesa a
conservare la religione (la filosofia giustifica razionalmente le credenze religiose).
Ovviamente, cos facendo, la destra costretta ad amputare dalla filosofia
hegeliana gli aspetti immanentistici e panteistici adattando il pi possibile
lhegelismo alle tesi madri del cristianesimo (Dio trascendente, anima immortale
ecc.)

- La sinistra hegeliana, invece, insiste maggiormente sulla diversit tra le forme


attraverso cui religione e filosofia esprimono il loro contenuto. Di conseguenza, la
religione sminuita e la filosofia la sola ad esprimere nel modo pi adeguato la
verit: la filosofia si pone come critica della religione. La filosofia contesta
razionalmente la religione.

II. POLITICA

a. La destra, partendo dalla tesi hegeliana reale = razionale, in relazione alla realt
politica esistente conservatrice e giustificazionista.

b. La sinistra, invece, interpreta la tesi hegeliana reale = razionale meno letteralmente


e pi dinamicamente e in modo rivoluzionario. La storia del mondo un processo
continuo in cui vi sempre una maggiore razionalit; non tutto ci che esiste, per,
gi compiutamente razionale e la filosofia, criticando lesistente, predica una
trasformazione rivoluzionaria delle istituzioni politiche del presente (cerca di
favorire lavvento di istituzioni politiche veramente razionali). Si pensi alle tesi di
Marx.
5. La Destra hegeliana, che accoglie tra le sue file pensatori come K. F. Gschel, K. Conradi e G. A.
Gabler, ha tutto sommato unincidenza storico-filosofica limitata.

6. Ben pi importanza ha invece la Sinistra hegeliana. In particolare la Sinistra:

- Sottolinea il valore delluomo concreto (criticando di fatto Hegel)

- Avvia una critica razionale dei testi biblici (come detto sopra)

- Interpreta in chiave rivoluzionaria lambito politico (come detto sopra)

7. Gli esponenti pi importanti della Sinistra hegeliana sono:

- D. F. Strauss

- B. Bauer

- M. Stirner

- L. Feuerbach

2) LUDWIG FEUERBACH (1804-1872)


[Riferimento sul libro: da pag. 317 a pag. 322]
1. E scolaro di Hegel a Berlino.

2. E il maggior esponente della Sinistra hegeliana e fondatore dellateismo ottocentesco.

3. Feuerbach pone al centro della sua riflessione filosofica luomo concreto e la realt
concreta (contro le tesi dellidealismo e di Hegel in particolare). Hegel, secondo Feuerbach,
ha stravolto i rapporti reali che intercorrono tra soggetto e predicato, concreto e astratto. Il
soggetto lessere concreto, il predicato il pensiero (che attributo ed effetto
dellessere). Hegel ha sbagliato in quanto ha reso il concreto (la natura, luomo, il finito)
un predicato/attributo di ci che astratto (il pensiero, lo spirito, Dio, linfinito);
lastratto, invece, che deve essere predicato del concreto. E necessaria, quindi,
uninversione di rapporti tra soggetto e predicato. Linizio della filosofia, al contrario di ci
che afferma Hegel, non lassoluto (linfinito, il pensiero ecc.) ma il finito, il concreto,
luomo.

4. LA CRITICA ALLA RELIGIONE

a. Lopera di riferimento lEssenza del cristianesimo (1841)

b. Feuerbach sviluppa una concezione materialistica e parte dal concreto, dal finito,
dalluomo:

- Non Dio ad aver creato luomo ma, viceversa, luomo ad aver creato Dio. Dio
una proiezione illusoria o unoggettivazione fantastica di qualit umane, di quelle
perfezioni tipiche delle specie umana che sono ragione (sapienza), volont e
cuore (amare). Il divino lumano proiettato in un Aldil e poi adorato (possiede le
migliori qualit umane).
- La teologia, di conseguenza, per Feuerbach unantropologia capovolta. La
religione la prima forma di autocoscienza delluomo (luomo sposta il proprio
essere fuori da s prima di ritrovarlo con la filosofia, che sempre preceduta dalla
religione).

- Come nasce, concretamente lidea di Dio? Come si originano le religioni?

Feuerbach avanza tre ipotesi:

I. Luomo, diversamente dagli altri animali, ha coscienza di s come individuo


ma anche come specie. Luomo come individuo si sente debole e limitato
ma, come specie, si sente infinito e onnipotente. Dio, allora, una
personificazione immaginaria delle qualit della specie umana.

II. Dio si origina dallopposizione umana tra volere e potere. Nel


desiderare/volere luomo libero e onnipotente; nel potere, tuttavia,
luomo condizionato, dipendente, limitato. Dio toglie il contrasto tra il
volere e il potere umani in quanto un essere onnipotente.

III. Dio si origina dal sentimento di dipendenza che luomo prova verso la
natura (luce, aria, acqua, terra).

- La religione una forma di alienazione. Lateismo.

Il termine alienazione desunto dalla filosofia hegeliana e Marx lo recuperer.


Luomo religioso scinde (divide) il proprio essere e proietta fuori da s
(alienazione) una potenza superiore (Dio) alla quale si sottomette (anche in modi
umilianti e crudeli). LATEISMO, di conseguenza, non solo un atto di onest
filosofica ma anche un vero e proprio dovere morale.

E tempo, afferma Feuerbach, che luomo recuperi i predicati positivi che ha


proiettato fuori di s in quello specchio illusorio che Dio. Ci che nella religione
soggetto (Dio, linfinito) deve tornare ad essere predicato: non bisogna affermare
che Dio sapienza, volont e amore ma che sapienza, volont e amore sono
divini. La filosofia non deve pi porre il finito nellinfinito (come fa Hegel) ma
linfinito nel finito. Bisogna risolvere Dio nelluomo. Luomo diventa una nuova
divinit.

5. LA CRITICA A HEGEL

a. Se la religione un'antropologia capovolta (come abbiamo visto), lhegelismo una


teologia mascherata. Per Hegel la natura (realt) posta dallIdea (Spirito): tutto ci
una traduzione in termini razionali della teologia secondo cui la natura creata da Dio
e il materiale dallimmateriale. La filosofia di Hegel lultimo sostegno razionale alla
teologia.

b. LIdea/Spirito di Hegel (che corrisponde al Dio della religione) il fantasma di noi stessi
e il frutto di unastrazione alienante. Come la teologia-religione pone lessere
delluomo fuori da s e crea il Dio trascendente, cos la filosofia hegeliana pone il
pensiero delluomo fuori da s e crea lo Spirito/Idea. Serve una nuova filosofia
incentrata sulluomo.
6. UMANISMO E FILANTROPISMO

a. La nuova filosofia o filosofia dellavvenire proclamata da Feuerbach un umanismo


naturalistico:

- Umanismo: luomo loggetto unico e supremo e lo scopo del discorso filosofico.


Lantropologia scienza universale.

- Naturalistico: la natura la realt primaria da cui tutto dipende, uomo compreso.

b. Lindividuo non ridotto ad astratta spiritualit o razionalit (come sosteneva Hegel).


Luomo :

I. Un essere che vive, soffre, gioisce, ha bisogni, di carne e di sangue

II. Un essere che sente (sensibilit)

III. Un essere che ama: lamore la passione fondamentale (se non ami, non
sei). Lamore ci apre al mondo e ci dimostra che esistono altri esseri oltre a
noi.

c. Gli altri uomini sono necessari: io non posso stare senza un tu. Comunismo filosofico:
dottrina dellessere sociale delluomo.

d. Teoria degli alimenti: luomo condizionato dalla natura; luomo ci che mangia:
non si tratta di un materialismo volgare e di una banale riduzione dello spirito alla
materia ma di una concezione che:

I. Sottolinea lunit psicofisica delluomo

II. Evidenzia il fatto che se si vogliono migliorare le condizioni spirituali


delluomo, serve prima migliorare quelle materiali (il cibo diventa sangue, il
sangue potenzia cuore e cervello, cuore e cervello potenziano pensiero e
sentimenti)

e. Filantropismo: amore per luomo, oggetto supremo della filosofia.

[Va letta in questo contesto laffermazione di L. Feuerbach a pag. 322, tratta dalle
Lezioni sullessenza della religione]

3) KARL MARX (1818-1883)


1) VITA E OPERE (Si vedano il libro di testo e/o gli appunti)

2) CARATTERISTICHE DEL MARXISMO

a. Il marxismo non riducibile ad una dimensione puramente filosofica, sociologica,


economica. Il marxismo si pone come unanalisi globale della societ e della storia che
investe lintero mondo borghese-capitalistico.

b. Il marxismo sottolinea il forte legame tra teoria e prassi e ha la tendenza a fornire


uninterpretazione delluomo e del mondo che , allo stesso tempo, impegno per una
trasformazione rivoluzionaria. La filosofia post-hegeliana, come quella post-aristotelica,
si impegna a riportare la filosofia della realt (si pensi a Feuerbach). Marx cerca di
attuare il principio reale = razionale di Hegel (ecco il ruolo della prassi rivoluzionaria che
deve dare origine ad una nuova societ).

3) CONTRO IL MISTICISMO LOGICO HEGELIANO

a. Molti discussi hanno discusso il rapporto tra Marx ed Hegel. Di sicuro Hegel esercita un
forte influsso su Marx (scrive Marx in uno scritto politico giovanile: a lungo ricercai e
mi affaticai sul mare agitato del pensiero ed ecco trovai il Verbo (Hegel) cui mi tengo
aggrappato saldamente). Qualcosa di Hegel rester sempre in Marx. Scrive K. Axelos
(filosofo francese di origine greca, 1924-2010): il pensiero di Marx pu essere
compreso solo a partire dal pensiero di Hegel, 1963.

b. Scritto di riferimento (Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico, 1843)

c. Questa opera ha due componenti:

- Una parte filosofica e metodologica (ce ne occupiamo ora)

- Una parte storica e politica (ce ne occupiamo nel prossimo paragrafo)

d. Parte filosofica e metodologica

I. CONTRO IL METODO FILOSOFICO HEGELIANO:

- Hegel rende le realt empiriche delle manifestazioni necessarie dello Spirito:


invece di affermare che, per esempio, a volte c la monarchia, dice che lo stato
presuppone per forza una sovranit che si incarna per forza di cose nel monarca.
Dal principio reale = razionale, Hegel deduce poi lassoluta logicit e necessit della
monarchia.

- Questa operazione hegeliana definita da Hegel misticismo logico: con esso le


istituzioni, invece di apparire per ci che sono davvero, diventano allegorie o
personalizzazioni della realt spirituale occultata dietro (questo sempre un
esempio). Alla base di questa critica che Marx muove a Hegel c ovviamente la
critica che Feuerbach ha mosso a Hegel sul capovolgimento del corretto rapporto
tra soggetto e predicato che abbiamo analizzato sopra.

Importante brano tratto dalla Sacra Famiglia (1845): Mentre luomo comune ed il
filosofo realista pensano che prima esistano le mele, le pere, le fragole, le mandorle reali e poi il
concetto di frutto, il pensatore idealista ritiene che prima esista il frutto e poi, in seguito, a titolo di
manifestazioni necessarie e derivate, la mela, la pera ecc. Ovviamente, in tal modo, lidealista
stravolge lordine delle cose, poich egli, anzich considerare come predicato, o manifestazione
derivata, ci che nella realt predicato (la nozione astratta frutto), trasforma il predicato in
soggetto e viceversa, affermando appunto che prima esiste il frutto, che poi si specifica nella frutta
(mele, pere ecc."). Pag. 344.

- Marx d allora importanza al metodo trasformativo che deve ricapovolgere il


rapporto soggetto-predicato: il soggetto deve essere il concreto, il finito ecc., il
predicato deve essere lastratto, luniversale ecc.

II. HEGEL POLITICAMENTE CONSERVATORE

Hegel canonizza e santifica la realt esistente, razionalizza il presente facendolo


manifestazione necessaria dello Spirito (reale = razionale). Il giustificazionismo
speculativo hegeliano (reale = razionale) causa il suo giustificazionismo politico
(che tende a conservare le istituzioni politiche presenti in quanto necessarie).
III. LA DIALETTICA

Merito di Hegel: la dialettica. La realt intesa anche da Marx come una


totalit storico-processuale concatenata e mossa da opposizioni. Marx nega
per la possibilit di una sintesi: i due opposti sono come due armate nemiche.

4) LA CRITICA ALLECONOMIA BORGHESE E IL PROBLEMA DELLALIENAZIONE


a. Le opere di riferimento sono la Critica alla filosofia hegeliana del diritto pubblico
(1843) e i Manoscritti economico-filosofici (Parigi, 1844).
Duplice atteggiamento di Marx verso leconomia borghese:
- espressione teorica della societ capitalistica e quindi serve a capire come
funziona questa societ
- Fornisce unimmagine mistificata/falsa del mondo borghese. Perch?
I. Questo perch non pensa in modo dialettico: invece di usare una
prospettiva storico-processuale, eternizza il sistema capitalistico
considerandolo non come un sistema economico tra i tanti ma come il
modo naturale, immutabile e razionale di produrre e distribuire
ricchezza. La propriet privata una sorta di dato metastorico da cui
muovere.
II. Non scorge la struttura contraddittoria del proprio oggetto cio la
conflittualit che caratterizza il sistema capitalistico e che si incarna,
soprattutto, nellopposizione tra capitale e lavoro salariato, tra
borghesia e proletariato. Questa contraddizione indicata da Marx con
il concetto di alienazione.
b. LALIENAZIONE:
I. Per Hegel il movimento dellIdea che si fa altro da s nella natura per poi tornare
a s arricchita e consapevole. Ha per Hegel, quindi, un significato negativo e
positivo al tempo stesso.
II. Per Feuerbach solo qualcosa di negativo e indica la situazione delluomo religioso
che si scinde e si sottomette ad una potenza estranea che lui stesso ha posto (Dio).
III. Marx si rif soprattutto a Feuerbach.
- Lalienazione una condizione patologica di scissione, dipendenza e auto
estraniazione.
- Tuttavia, mentre per Feuerbach, lalienazione un fatto coscienziale legato a
una errata interpretazione di s, per Marx essa un fatto reale, di natura
socio-economica e si identifica con la condizione del salariato/proletario nella
societ capitalistica. Eunalienazione di 4 tipi:
I. Il lavoratore alienato rispetto al prodotto della sua attivit (perch
egli, forza-. produce un oggetto, il capitale, che non gli appartiene e
che si costituisce come una potenza dominatrice nei suoi confronti).
II. Il lavoratore alienato rispetto alla sua stessa attivit (che ha la
forma di un lavoro forzato-costrittivo e in cui egli uno strumento
di fini estranei, il profitto del capitalista, e in cui si sente bestia
quando dovrebbe sentirsi uomo, nel lavoro sociale, e uomo quando
fa la bestia, cio quando mangia, beve, procrea).
III. Il lavoratore alienato rispetto al suo Wesen, cio alla sua stessa
essenza (la prerogativa delluomo sullanimale il lavoro libero e
creativo; nella societ capitalistica invece costretto a un lavoro
forzato, ripetitivo e unilaterale).
IV. Il lavoratore alienato rispetto al suo prossimo (laltro per lui
soprattutto il capitalista, cio un individuo che o tratta come mezzo
e lo espropria del prodotto della sua fatica. Conflittualit verso il
prossimo e lumanit in genere).
c. LA CAUSA DELLALIENAZIONE
La causa dellalienazione, per cui loperaio uno strumento che produce una ricchezza che non
gli appartiene e che per lui una potenza estranea, la PROPRIET PRIVATA DEI MEZZI DEI
PRODUZIONE, per cui il possessore della fabbrica (capitalista) pu utilizzare il lavoro di certi
individui (salariati) per accrescere la propria ricchezza secondo una dinamica, descritta nel
Capitale, di sfruttamento e logica del profitto.
d. LA FINE DELLALIENAZIONE (dis-alienazione) avverr solo con il SUPERAMENTO DEL
REGIME DELLA PROPRIET PRIVATA e con lAVVENTO DEL COMUNISMO.
La storia quindi, per Marx, il luogo della perdita e della riconquista da parte delluomo della
propria essenza e il comunismo risolve tutto: luomo non pi smarrito nella societ civile e
trova se stesso nella societ assoluta comunista.
e. CONTRO LA VISIONE DELLA STORIA E CONTRO LA DIALETTICA DI HEGEL
a. Hegel non ha fotografato la storia vera e il suo processo concreto di alienazione e
disalienazione perch si limitato a descrivere una storia ideale e astratta che si
svolge solo nel cerchio del puro pensiero e che non presuppone interventi pratici sul
mondo.
b. Per Hegel togliere il negativo, nel processo dialettico, significa negare la lotta di due
momenti opposti accogliendoli in una realt pi ampia. Per Marx togliere il negativo
significa togliere le condizioni che lo rendono vivo (togliere le cause che creano una
contraddizione/abbattere il sistema capitalistico).

5) IL RAPPORTO CON FEUERBACH: LUOMO-SOCIET/STORIA E LA RELIGIONE


1. Importante influenza di Feuerbach su Marx, ma nelle Tesi su Feuerbach del 1845 e
nellIdeologia tedesca del 1846, sono numerose le critiche (Feuerbach resta per il il
vero superatore della vecchia filosofia).
2. FEUERBACH:
a. Bene perch ha messo al centro la naturalit e concretezza degli individui umani viventi
rifiutando Hegel. Istituisce il corretto rapporto soggetto/predicato.
Male perch ha perso di vista la storicit delluomo: luomo pi che natura societ e
quindi storia; lindividuo non il singolo individuo ma linsieme dei rapporti sociali.
Luomo non unessenza atemporale con propriet immutabili ma tale a seconda della
societ in cui vive; non esiste luomo in astratto ma solo luomo figlio di una certa societ
e di un certo mondo storico.
Unisce Feuerbach (concretezza umana) a Hegel (storicit umana): ogni discorso sulluomo
concreto un discorso su societ e storia.
b. Bene perch scopre il meccanismo dellalienazione religiosa ( luomo a creare Dio)
Male perch, con la sua concezione prevalentemente naturalistica delluomo, non capisce
le cause reali del fenomeno religioso e non fornisce mezzi giusti a superarlo.
- Chi produce la religione non un soggetto astratto, avulso dalla storia e
sempre uguale a se stesso ma un prodotto sociale.
- Le radici della religione non vanno cercate nelluomo in quanto tale ma in un
tipo storico di societ.
- La religione il respiro della creatura oppressa, il prodotto dellumanit
alienata e sofferente a causa delle ingiustizie sociali che cerca illusoriamente
nellAldil che di fatto le negato nellaldiqu (libert, felicit, salvezza ecc.).
La religione una sorta di narcotico delle masse, oppio dei popoli.
- Lunico modo per eliminare la religione (frutto malato di una societ malata)
sradicarla distruggendo le strutture sociali che la producono (sfruttatori-
sfruttati). La disalienazione religiosa necessita della disalienazione economica
e labbattimento della societ di classe.
c. Male perch ha ignorato laspetto pratico e attivo delluomo e ha cercato le soluzioni ai
problemi attraverso la teoria e non la pratica rivoluzionaria. Basta materialismo (il concreto
al centro) speculativo e contemplante e valore, invece, ad un nuovo materialismo
(materialismo storico) che vede luomo concreto come prassi e la soluzione dei problemi
nella pratica rivoluzionaria.

6) LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA


1. Il testo di riferimento lIdeologia tedesca (1846): dallantropologia speculativa al
materialismo storico.
2. Tentativo di cogliere il movimento reale della storia al di l delle rappresentazioni
ideologiche che ne hanno nascosto da sempre la struttura effettiva e le concrete forze
motrici.
3. Vi , infatti, una netta contrapposizione tra scienza reale e positiva della storia e ideologia:
a. Ideologia.
E una falsa rappresentazione della realt: ad una comprensione oggettiva dei rapporti reali
tra gli uomini si sostituisce unimmagine deformata di essi; rappresentazione ideologica del
mondo rappresentazione mistificante di esso.
b. Scienza della storia.
Marx vuole svelare, invece, la verit della storia al di l delle ideologie e raggiungere un
punto di vista obbiettivo sulla societ che descriva non ci che gli uomini possano apparire
nella rappresentazione propria o altrui ma quali sono davvero.
Inaugurazione, allora, di una nuova scienza della storia (la filosofia sarebbe per essa uno
strumento per sintetizzare i suoi risultati generali).
4. Cosa lumanit intesa scientificamente e non ideologicamente?
E una specie evoluta composta da individui associati che lottano per sopravvivere. La storia
allora non un evento spirituale (Hegel) ma un processo materiale fondato sulla dialettica
bisogno/soddisfacimento del bisogno. Ci che davvero distingue luomo dallanimale il fatto
che, per necessit, inizia a produrre i suoi mezzi di sussistenza. Alla base della storia vi dunque
il lavoro (creatore di civilt e cultura).
5. Nella produzione sociale dellesistenza vanno distinti due elementi:
a. Forze produttive: tutti gli elementi necessari al processo di produzione:
I. Gli uomini che producono (forza-lavoro)
II. I mezzi (terra, macchina ecc.)
III. Le conoscenze tecniche e scientifiche per organizzare e migliorare la produzione
b. Rapporti di produzione:
sono i rapporti che si instaurano tra gli uomini nel corso della produzione e che regolano il
processo produttivo (possesso e impiego dei mezzi di produzione e ripartizione dei
prodotti); i rapporti di produzione hanno la loro espressione giuridica nei rapporti di
propriet.
6. Forze produttive e rapporti di produzione costituiscono il modo di produzione di un certo
periodo storico.
7. Il modo di produzione (nella sua dialettica forze produttive/rapporti di produzione)
costituisce la base economica ed essa la struttura cio lo scheletro economico della
societ nel complesso.
8. Rispetto alla totalit sociale, la struttura il piedistallo concreto su cui si eleva una
sovrastruttura giuridico-politica-culturale: la sovrastruttura sono i rapporti giuridici, le forze
politiche, le dottrine etiche, artistiche, religiose e filosofiche; essi non devono essere intesi
come realt a s (Hegel) ma espressioni che derivano dalla particolare struttura economica.
Non sono le leggi, lo Stato, le forze politiche, le religioni e le filosofie a determinare la
struttura economica (idealismo storico) ma la struttura economica a determinare quelli
(materialismo storico).
9. Materialismo:
- Non allude alla dottrina filosofica secondo cui la materia la causa e sostanza
delle cose
- Significa che le vere forze motrici della storia (materialismo storico) non
sono di natura spirituale (Hegel) ma socio-economica.
10. Il rapporto struttura/sovrastruttura , secondo Marx, di determinazione e condizionamento
(il primo pi forte: oscillazione in Marx che vuole sottolineare la dipendenza ma non
renderla meccanica e immediata). Non nega che le idee possono influire sugli avvenimenti
storici (struttura); questo per succede perch le idee sono gi manifestazioni di mutamenti
di struttura.
11. Il modo di produzione (forze produttive e rapporti di produzione) non sono solo la chiave
di lettura della statica della societ ma anche della sua dinamica: sono la molla propulsiva
del suo divenire e la legge della storia (a determinate forze produttive corrispondono
determinati rapporti di produzione e propriet: rapporti di produzione di tipo feudale =
forze produttive di tipo agricolo).
12. I rapporti di produzione vivono solo fino a quando favoriscono le forze produttive e
vengono distrutti quando incatenano queste.
13. Poich le forze produttive (connesse al progresso tecnico) si sviluppano pi velocemente dei
rapporti di produzione (che esprimono rapporti di propriet e tendono a rimanere statici)
periodicamente abbiamo una contraddizione dialettica tra i due elementi che genera
unepoca di rivoluzione sociale. Le forze produttive sono sempre incarnate in una classe in
ascesa e i vecchi rapporti di produzione (propriet) da una classe dominante al tramonto.
Risulta inevitabile lo scontro di classe e la rivoluzione, sociale ma anche politica e culturale
(battaglia di idee). Alla fine vince quasi sempre la classe che esprime le nuove forze
produttive che impone quindi il suo modo di produrre ricchezza e sua visione del mondo
(nuova struttura con nuovi rapporti di produzione); la potenza materiale anche quella
spirituale. Esempi:
I. Nella Francia del 700 vi fu uno scontro tra la borghesia (espressione delle
nuove forze produttive di tipo capitalistico) e laristocrazia (espressione dei
vecchi di propriet agrario-feudali). Vinse la borghesia che espresse i suoi
rapporti di propriet e le sue idee.
II. Nel capitalismo moderno si ha una contraddizione sempre pi netta tra
forze produttive sociali e rapporti di produzione privatistici: la fabbrica
moderna, pur essendo di un capitalista, produce solo grazie al lavoro collettivo
di operai, tecnici ecc. Ma se sociale la produzione della ricchezza, sociale
deve essere anche la sua distribuzione. Il capitalismo porta in s come esigenza
dialettica il socialismo (pone le basi del socialismo).
14. La legge della storia vista permette di scandire il cammino dellumanit secondo grandi
formazioni economico-sociali determinate da alcuni precisi modi di produzione, rapporti
di propriet, istituzioni giuridico-politiche e idee. 5 epoche (Prefazione a Per la critica
delleconomia politica):
a. Comunit primitiva di stampo comunista
b. Asiatica (forme comunitarie di propriet)
c. Antica (tipo schiavistico)
d. Feudale
e. Borghese-capitalistica
Non sono tappe necessarie (spesso le societ ne saltano qualcuna); ma sono gradini
dallinferiore al superiore. La storia procede sicuramente cos: dal comunismo primitivo al
comunismo futuro attraverso il momento intermedio della societ di classe (divisione del
lavoro e propriet privata). Il socialismo lo sbocco inevitabile della dialettica storica.
15. Materialismo storico e anche dialettico:
a. La storia totalit processuale che, dominata da contraddizioni, mette capo ad un risultato
finale (=Hegel)
b. Dialettica che per cammina sui piedi e non sulla testa:
I. Il soggetto della dialettica storica non pi lo Spirito ma la struttura economica e le
classi.
II. La dialetticit della storia empiricamente osservabile nei fatti
III. Le opposizioni non sono astratte e generiche ma concrete.

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