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DESTRA E SINISTRA HEGELIANA

1831 morte di Hegel a Berlino, in seguito alla sua morte vi saranno delle diatribe nella sua
scuola su problematiche religiose e politiche, della durata di 10 anni.
In relazione al parlamento della rivoluzione francese vi saranno due schieramenti:
- Destra Hegeliana (1)
- Sinistra Hegeliana (2)
1. Destra Hegeliana (conservatori, erano fedeli al pensiero Hegeliano): ne fanno parte
i vecchi professori universitari, i teologi ed i vecchi Hegeliani. Cercavano di
riproporre il pensiero Hegeliano così com’era, non ebbero successo. Sostenevano
che la religione e la filosofia concordassero e andassero di pari passo, e anche che
l’anima fosse immortale (come l’umanesimo rinascimentale).
2. Sinistra Hegeliana (progressisti): ne fanno parte i giovani Hegeliani, sostenevano
che la regione fosse stata superata dalla filosofia. Sono più materialisti e non
credono all’immortalità dell’anima. Ammettono la dialettica storica (evoluzione
storica) e la comparano al progresso storico. La dialettica culminava in una forma di
Stato di governo democratico.
Fra questi 2 schieramenti vi sono quindi discordanze sia dal punto di vista
politico che religioso. Il punto di incontro tra essi è il pensiero Hegeliano.
1. Destra: vedeva la dialettica storica raggiungere il suo apice nello Stato prussiano,
esso deve prevalere sugli altri Stati, è etnocentrico, la cultura prussiana è al di sopra
delle altre. Il governo prussiano è il governo dei governi. (la dialettica è un processo
triadico: tesi, antitesi, sintesi)
2. Sinistra: stato democratico; ebbe un successo grandioso, fra i maggiori esponenti
troviamo: Strauss, Feuerbach, Marx e Nietzsche. Hanno una visione più
progressista e la religione era inferiore alla filosofia.

L. FEUERBACH
Nasce a Baviera nel 1804 e muore a Norimberga nel 1872.

IL PENSIERO
Per lui l’unica e vera realtà è la natura sensibile, da cui deriva il pensiero.
Il suo pensiero può essere sintetizzato in quattro punti fondamentali:
 Religione e Dio;
 Concezione del sistema hegeliano;
 Concetto di uomo;
 Morale.
1.1 LA RELIGIONE
La Religione è un fenomeno di alienazione (inconsapevole), in quanto tramite questa,
l'uomo attribuisce ad un altro inconsapevolmente, delle proprietà che sono umane
(espressione dell’uomo). Essa è una sorta di autocoscienza dell’uomo in cui egli rivela la
propria natura.
Per Feuerbach l’alienazione ha una valenza negativa: È l'uomo che crea Dio, ma l’uomo
dimentica di essere lui stesso il vero oggetto della religione; la Religione è un fatto umano e
viene definita come proiezione e oggettivazione. È un fenomeno di proiezione perchè
l'uomo, in essa, attribuisce a Dio le proprie caratteristiche umane. Inoltre, l'uomo oggettiva
le sue qualità umane (oggettivazione).
A Dio viene attribuito il meglio, e all'uomo il peggio. Si viene a creare un rapporto di
conflitto e schiavitù (si alimentano il servilismo e il fanatismo).

1.2 DIO
Dio non esiste , ma è creazione fantastica degli uomini i quali, sentendosi limitati nelle loro
capacità, e delusi nelle loro speranze , immaginano ciò che vorrebbero essere. Ci siamo
creati la religione per difenderci dalla natura di cui abbiamo paura. L'uomo (individuo) è
finito, ma la sua specie è infinita e continua, quindi l'uomo proietta questa caratteristica di
infinito su di un individuo, Dio.
Il compito principale dell’età moderna consiste nell’umanizzare Dio ovvero
superando l’alienazione religiosa e trasformando la religione in antropologia. Bisogna
trasformare la Teologia in Antropologia; ciò che abbiamo sempre detto di Dio, va detto
dell'uomo. Secondo Feuerbach, è l'uomo che ha i predicati di Dio.
Secondo F. l’umanità raggiungerà la sua piena umanizzazione solo quando si riapproprierà
di tutta quella ricchezza che ha proiettato in Dio. L’uomo per affermarsi deve
necessariamente distruggere Dio (umanesimo/antropologia Ateo).
Feuerbach non è Ateo, perchè dice che, chi è ateo, nega le perfezioni che vengono attribuite
a Dio. Lui non le nega, ma le attribuisce all'uomo.
"Homo homini Deus"= L'uomo è Dio.

2.1 SISTEMA HEGELIANO


«Hegel pone l’uomo sulla testa, io lo pongo sui propri piedi»
Feuerbach con questa affermazione esprime la necessità di capovolgere la filosofia
hegeliana (pur prendendola come punto di partenza per la riflessione) in quanto era una
teologia mascherata razionale, che ha tradotto la realtà in astratta speculazione privando
l’uomo della sua soggettività concreta e empirica. Per gli esponenti della sinistra hegeliana
bisognava porre come principio necessario tutto ciò che è reale (natura, materia, uomo) e
non ciò che è ideale.
Per Feuerbach, la teologia (che si divide in una parte vera, poiché esistono i sentimenti nel
cuore dell’uomo che cercano un’entità superiore, e una falsa, poiché non c’è un Dio) non
può essere spiegata se non attraverso l’antropologia e bisognava costruire una filosofia
dell’uomo e per l’uomo.

2.2 SISTEMA HEGELIANO


Primo serio critico dell'hegelismo

Egli sostiene che la realtà non è l'Idea, bensì la natura. Hegel aveva svalutato la natura,
considerata come un momento (negazione e alienazione) della realizzazione dell'Idea,
mentre Feuerbach sostiene che la natura è la vera realtà e che l'Idea è solo una pallida
immagine di essa.
Perciò la filosofia non deve partire dall'Idea, bensì dall'uomo e dalla realtà
concreta.
Hegel ha stravolto i rapporti tra soggetto (l'uomo) e predicato (il pensiero), tra concreto e
astratto.
Per Feuerbach, così come c’è un’inversione nella religione (l’uomo che crea Dio e non
viceversa), ci deve essere un’inversione del pensiero hegeliano, cioè si deve invertire il
soggetto con il predicato ->
PER HEGEL: ciò che è reale è l’idea, quindi soggetto, e la natura è predicato in quanto
deriva da essa. Hegel ha fatto del concreto un predicato dell'astratto; inoltre la filosofia di
Hegel consiste in un percorso che dall'astratto procede verso il concreto.
PER FEUERBACH: la realtà è costituita dalla natura, soggetto, e il predicato è il
pensiero che non è altro che una rappresentazione della natura.
Per Feuerbach il pensiero di Hegel è teologia mistificata.

3. CONCETTO DI UOMO
L’uomo-umanesimo integrale
“l’uomo è quello che mangia”: Con Feuerbach comincia la fuoriuscita dalla prigionia della
coscienza, bisogna riportare l’uomo alla sua natura sensibile, alla sua unità mente-corpo,
alla concretezza dei suoi bisogni e desideri
Per Feuerbach, la base di ogni indagine filosofica deve essere l'individuo concreto, l'uomo
sensibile con i suoi bisogni materiali, e non l'astratto assoluto su cui Hegel fonda il proprio
sistema, postulando una priorità del pensiero sull'essere.
Non si tratta di astratta spiritualità: egli vive, gioisce e soffre, (fatto di carne e sangue). Egli
è condizionato dal corpo e dalla sensibilità: l'uomo è un corpo cosciente (è un'unità
psicofisica). Quando il corpo sta male, tutto l'uomo sta male. L'uomo che soddisfa i bisogni
materiali può pensare, agire e migliorare le condizioni dell'umanità .
Se si vogliono migliorare la condizioni spirituali di un popolo, bisogna
innanzitutto migliorarne le condizioni materiali, a cominciare
dall’alimentazione. Feuerbach inoltre trattando le necessità primarie di ogni essere
umano inizia a sollevare la questione del lavoro, fonte prioritaria di guadagno e quindi di
sostentamento

4. MORALE
L'uomo è un io che non può stare senza un tu
l'essenza dell'uomo non si riduce alla sua corporeità: egli è un essere sociale, che è spinto
dall'amore ad aprirsi verso gli altri: l'uomo è un IO che non può stare senza un TU.

L’amore è la passione che permette di aprirci verso il mondo. Ciò significava ammettere
che l’ “io” non può stare senza il “tu”, e quindi la dottrina dell’essenza sociale dell’uomo, “il
comunismo” filosofico.

L'uomo si eleva alla ragione non mediante la religione, ma nel rapporto con gli altri.
L'amore per Dio deve trasformarsi nell'amore per gli uomini: la religione deve
cedere il posto alla filantropia (amore per il prossimo).

Se all'amore di Dio si sostituisce quello dell'umanità e lo si attua, cessa l'alienazione e


l'uomo realizza la sua felicità non più in cielo, ma in terra.

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