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Feuerbach

Filosofia (Università degli Studi di Milano)

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LUDWIG FEUERBACH (1804-1872)

Il pensiero di Feuerbach si inserisce nell’ampio dibattito che nasce fra gli intellettuali post-
hegeliani (di destra e di sinistra) alla morte di Hegel, sugli esiti della filosofia hegeliana.

Feuerbach è un hegeliano di sinistra. Opera (in Germania) intorno agli anni ’40 dell’Ottocento.

SINTESI DEL SUO PENSIERO:


 critica all’idealismo hegeliano
 religione come proiezione delle caratteristiche e dei desideri dell’uomo in un essere
superiore (alienazione)
 passaggio dalla teologia all’antropologia
 filantropismo e amore

SUE OPERE PRINCIPALI:


 “L’essenza del cristianesimo” (1841)
 “L’essenza della religione” (1845)

CRITICA ALL’IDEALISMO HEGELIANO: la filosofia di Feuerbach parte dall’esigenza di


cogliere l’uomo e la realtà nella loro concretezza, criticando la visione idealistica che, secondo il
filosofo, riducono l’uomo e la realtà a puro pensiero.

Contesta a Hegel di non aver riconosciuto la dimensione sensibile, materiale dell’uomo.

L’idealismo fa del “concreto” la manifestazione dell’”astratto”: cioè, trasforma la realtà concreta,


finita (ad es.: l’uomo, la famiglia, la società civile, lo stato), in manifestazione razionale e
necessaria dello Spirito (astratto, Infinito), che si realizza in essa.

LA REALTÀ HA VALORE SOLO IN QUANTO È LA MANIFESTAZIONE NELLA


STORIA DI QUESTO SPIRITO IMMANENTE CHE LA DETERMINA.

L’idealismo, cioè, offre una visione rovesciata delle cose, in cui ciò che viene realmente prima (il
concreto, il reale) figura come ciò che viene dopo, e viceversa: per Hegel viene prima il pensiero
(che chiama “Ragione”, o “Spirito”, o “Assoluto”) e poi la realtà concreta (l’essere, il reale,
l’uomo): IL PENSIERO (l’Infinito) CREA LA REALTÀ (il finito).

Per questo, secondo Feuerbach la RAGIONE di Hegel è una trasposizione del DIO
TRASCENDENTE CRISTIANO: nella filosofia di Hegel la materia e il sensibile (quello che per
Hegel è il “finito”) risultano “creati” dall’attività immateriale, SPIRITUALE della Ragione (che per
Hegel è l’”Infinito”), così come nella religione cristiana Dio (che è SPIRITO INFINITO) “crea”
l’uomo e la natura (ciò che è CONCRETO, FINITO).

La filosofia di Hegel è, quindi, una “TEOLOGIA MASCHERATA”, perché ha divinizzato la


Ragione. E’ una teologia razionalizzata e modernizzata.

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ROVESCIAMENTO DELL’HEGELISMO: per Feuerbach, invece, è necessario compiere il


cammino inverso: riconoscere che è il “finito” (cioè la realtà concreta, empirica, come
effettivamente “è”; l’uomo come portatore di bisogni concreti, non solo spirituali) a dover essere il
momento iniziale della riflessione filosofica (e non l’astratto, l’Infinito, come nell’idealismo). E’ del
“finito” (dell’uomo concreto) che la filosofia deve occuparsi.

LA FILOSOFIA DEVE PORRE AL CENTRO DELLA PROPRIA RIFLESSIONE L’UOMO

Mentre per Hegel l’uomo era solo PURO PENSIERO, per Feuerbach l’uomo va riconsiderato
nella sua completezza, fatto di pensiero ma anche di esigenze pratiche; come centro di bisogni, non
solo spirituali ma anche materiali: Feuerbach recupera la dimensione sensibile dell’uomo.

La sua è, quindi, una FILOSOFIA MATERIALISTA.

UMANISMO: Per questa rivendicazione della centralità dell’uomo, la sua filosofia è definita
UMANISMO = rifiuto di considerare l’individuo come astratta spiritualità o razionalità. L’uomo è
visto come essere che vive concretamente e ha “bisogni” da cui si sente dipendente, che risulta
condizionato dal corpo e dalla sensibilità (“L’uomo è ciò che mangia”).

Particolarmente importante è – a questo proposito - la critica di Feuerbach alla religione (in cui
consiste l’aspetto più originale e centrale della sua filosofia).

CRITICA ALLA RELIGIONE: l’effettiva emancipazione dell’uomo presuppone, secondo


Feuerbach, che si facciano i conti con la RELIGIONE.

La critica del cristianesimo e di OGNI altra FORMA DI RELIGIONE si basa sull’analisi della
nascita delle religioni, che secondo Feuerbach hanno origine dalla coscienza umana.

Feuerbach vuole capire: come mai è nata la religione? Qual è la sua funzione?

Secondo lui, la religione ha una funzione consolatoria, quindi ha un’origine pratica: nasce
affinchè l’uomo possa consolarsi.

LE RELIGIONI SONO L’OGGETTIVAZIONE, LA PROIEZIONE DELLA COSCIENZA


UMANA IN UN ESSERE SUPERIORE E SEPARATO, INDIPENDENTE DA ESSA.

L’uomo proietta in Dio le sue qualità migliori, separate da sé, innalzate, divinizzate e a cui egli si
sottomette:

IL DIVINO NON E’ ALTRO CHE L’ESSERE UMANO, PROIETTATO IN UN MITICO


ALDILA’ E ADORATO COME TALE.

Quindi, per Feuerbach:


NON È DIO (l’astratto) CHE HA CREATO L’UOMO (il concreto),
MA È L’UOMO CHE HA CREATO DIO, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA.

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L’ALIENAZIONE: nella sua opera più famosa, “L’essenza del cristianesimo”, Feuerbach
interpreta la coscienza religiosa in termini di ALIENAZIONE.

La religione è una forma di alienazione: il credente è un alienato (cioè ha CEDUTO una parte di
sé a un essere superiore. Il termine “ALIENARE” è un termine giuridico che significa
“CEDERE”, “vendere” qualcosa).

Per Feuerbach, quindi, il termine alienazione ha un significato puramente negativo: è la condizione


dell’uomo religioso che si scinde da se stesso e si proietta fuori di sé in una potenza superiore (Dio),
alla quale si sottomette.

Nella religione l’uomo non ha consapevolezza che Dio non sia altro da sé, indipendente da lui.
Questa mancanza di consapevolezza rende l’uomo alienato.

Nella religione l’uomo annulla la propria coscienza.

COMPITO DELLA FILOSOFIA È CONSENTIRE ALL’UOMO DI RIAPPROPRIARSI DI


SE STESSO, DELLA PROPRIA COSCIENZA; di restituire all’uomo il suo essere perduto,
alienato in Dio.

DALLA TEOLOGIA ALL’ANTROPOLOGIA: attraverso l’analisi delle origini della religione si


arriva a comprendere che la RELIGIONE non è altro che ANTROPOLOGIA (capovolta):

il compito della filosofia è proprio quello di consentire alla teologia di riconoscersi come
ANTROPOLOGIA, cioè come disciplina che, studiando l’uomo, ne individua come componenti
essenziali la corporeità, la materialità, la sensibilità.

Ma la filosofia feuerbachiana non si riduce a puro materialismo: l’uomo è sintesi di esigenze


materiali e di attività spirituali, non può essere concepito solo come puro spirito, né solo come
pura materia (UMANISMO).

La sensibilità che appartiene all’uomo si concretizza attraverso le passioni, in particolare


l’AMORE, che consente di scoprire se stessi relazionandosi agli altri, maturando una propria
coscienza. L’amore, quindi, è inteso da Feuerbach come il riconoscimento dell’esistenza e dei
bisogni concreti dell’uomo: è questo l’aspetto del pensiero di Feuerbach che viene definito
FILANTROPISMO (= amore per l’uomo ).

Il senso della vita non può essere costituito dall’annullamento della propria coscienza nella
religione, ma dal riconoscimento della necessità della vita sociale per realizzare la propria essenza
comunicativa.

ESSENZA SOCIALE DELL’UOMO: l’essenza dell’uomo si sviluppa a pieno SOLO con gli
altri uomini. Dice Feuerbach: L’”io” non può stare senza un “tu”: l’uomo si eleva non da solo,
ma insieme all’altro.

Dall’amore per Dio si arriva all’amore per l’uomo, dalla fede in Dio alla fede nell’uomo: ecco
l’esito dell’ateismo di Feuerbach.

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Liberarsi da Dio vuol dire liberare l’uomo: la liberazione dell’uomo consiste nel rivalutare l’uomo
come unità psico-fisica.

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