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Il pensiero di Hegel, alla sua morte, viene interpretato su due fronti: destra conservatrice (riprende

Hegel dal punto di vista del giustificazionismo) e sinistra progressista (vede nella dialettica lo
strumento per interpretare la storia e la realtà).
La destra è da configurarsi come una sorta di scolastica hegeliana e finì per utilizzare la filosofia
come strumento per giustificare le credenze religiose.
La sinistra utilizzò invece la filosofia per contestarla. Considera la religione come uno strumento
nelle mani dei potenti per controllare il popolo. Viene quindi fatta una critica attraverso la
dialettica.

Feuerbach è il primo e il più importante materialista dell’800. Riprende il materialismo classico di


Democrito: le uniche cose eterne sono la materia e il movimento.
Teoria dei cibi: “l’uomo è quello che mangia”, per sottolineare la sua posizione materialistica.
Questo significa che è l’aspetto corporeo che caratterizza l’individuo, più che quello spirituale.
Eudemonismo: ricerca della felicità e del piacere.
Democrito: primo materialista della storia. Tutto era dovuto a fenomeni causalistici: nulla era
immanente e trascendente. Altri materialisti importanti furono gli epicurei: l’epicureismo è una
forma di eudemonismo, perché anche loro pensavano che la ricerca del piacere fosse l’eliminazione
del dolore attraverso la rinuncia.
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Critica la religione facendo leva sulla dialettica hegeliana. Ribalta quindi i rapporti di predicazione
tra uomo e Dio. Se la religione dice che è Dio a creare l’uomo, Feuerbach dice che è l’uomo a creare
Dio. Questo perché non si può far derivare il concreto dall’astratto, ma è dal concreto che si genera
l’astratto.
Processo di alienazione: Dio è lo specchio dell’uomo, ma ribaltato. L’uomo ha infatti preso le
caratteristiche positive (ragione, volontà e cuore) della specie umana mettendole in Dio,
alienandole da sé (è così che ha creato Dio). L’uomo quindi, creando Dio, ha impoverito se stesso.
L’uomo deve disalienarsi: solo così può migliorare se stesso. Questa disalienazione avviene
attraverso l’ateismo.
Quindi dice che la teologia è un’antropologia inversa (la prima ma indiretta conoscenza dell’uomo).
L’uomo è inteso però come essere naturale, formato da anima e corpo (per questo si parla di
antropologia): non lo vede storicamente determinato, ma parla dell’essere umano in generale.

- Dio è potente, eterno, non muore. Pure l’uomo come singolo individuo muore, ma la specie
umana vive dopo di lui. Sono quindi le qualità della specie che vengono personificate e
messe nella divinità.

- Dio è la realizzazione del desiderio di infinito dell’uomo.


Per Marx l’uomo è socialmente e storicamente determinato. L’uomo non deve essere considerato
come un essere generale, ma deve essere collocato nella storia.
Feuerbach anticipa quindi il concetto di alienazione, che verrà ripreso da Marx: operaio nella
società socialistico-borghese. A caratterizzare questa società è la merce: prodotto realizzato allo
scopo di essere venduto per avere un profitto (a differenza del prodotto in generale).
Cosa determina il valore di una merce? (non il prezzo di valore, ma il valore d’uso e il valore di
scambio): deriva dal lavoro sociale che è stato necessario per produrla. Non deriva quindi dalla
qualità della merce stessa, ma dalle ore di lavoro impiegate.
Feticismo delle merci: secondo Marx nella società tutto diventa merce. Ogni cosa si può comperare
e può essere venduta. Tutto ha un valore come la merce. Tutto è quindi mercificabile: non soltanto
le cose, ma anche le persone e il lavoro.

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