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LEZIONE 8 ->LA DIMENSIONE DIAMESICA

La variazione diafasica si manifesta attraverso le diverse situazioni comunicative->cioè i diversi modi in cui
si realizzano i messaggi linguistici che a loro volta vengono adeguati al contesto comunicativo-> detta anche
variazione situazionale

Elementi di questa varietà->contesto, interlocutori (contesto linguistico->argomento di cui si parla),


conoscenze condivise tra i due parlanti (che può determinate l’uso di alcune forme linguistiche piuttosto
che altre), finalità della comunicazione (es. per ottenere qualcosa ->possibilità di utilizzare un registro più
elevato o trasmissione di informazione -> minore necessità di utilizzare un registro più elevato)

Nello schema la variazione diafasica corrisponde all’asse trasversale che taglia in obliquo l’asse diatopico e
l’asse diastratico ->va dalla massima formalità

Più è alto lo strato sociale del parlato più abbiamo le forme di italiano standard, burocratico e meno
connotate sull’asse diatopico; mentre più si scende si trovano varietà di italiano utilizzate in contesti amicali
come l’italiano regionale, l’italiano colloquiale e l’italiano gergale-> dalla massima formalità (registro aulico-
alto) fino alla massima informalità.

Nelle lingue occidentali i rapporti -> asimmetria tra i due parlanti (livello gerarchico non lo stesso) mentre
quando i due parlanti sono sullo stesso livello abbiamo un rapporto di simmetria

Lingue come il giapponese e il coreano -> rapporto di gerarchia determinano automaticamente uso di
parole -> sistemi onorifici, forme di umiltà. ->es. giapponese (chan/san)

Es. il tuo onorato gatto -> particella onorifica che appartengono all’ascoltatore e il parlante dirà una cosa
simile -> il mio umile gatto

In alcune lingue la dimensione diafasica è molto più evidente-> assioma del relativismo sociolinguistico -
>ogni comunità linguistica ha le sue specificità dal punto di vista sociolinguistico-> quindi non si può
generalizzare-> nel contesto italiano la dimensione più visibile e marcata è quella diatopica mentre in altre
situazioni sono determinate altre dimensioni sociolinguistiche -> es. nel mondo anglosassone la dimensione
diastratica è quella più evidente.

Un linguistica britannico Halliday ha individuato tre fattori che determinano la situazione comunicativa

• Campod
• Tenore
• modo

• Campo ->Argomento del discorso, ciò di cui si parla o scrive-> che comprende l’insieme delle
esperienze, delle circostanze, delle azioni e dei contenuti semantici implicati dalla natura
dell’attività svolta

es. chiacchierata al bar(si presuppone che le persone che si impegnano in questa situazione abbiamo
insieme delle conoscenze condivise, riferimento ad alcuni argomenti es calcio è più sicuro e non ci sono
problemi comunicativi)

tutte queste attività richiedono l’effettuazione di scelte differenti tra le varie possibilità offerte dalla lingua

sull’argomento Halliday fa due distinzioni:

Safe topics-> insieme di argomenti che non urtano sensibilità dell’ascoltatore -> es. chiacchere da bar (dove
c’è il degrado assoluto)
Sensitive topics->argomenti particolarmente sensibili ->implicano scelte più ragionate -> es. discorsi sulla
religione, scuola, denaro

• Tenore -> rapporto tra gli interlocutori all’interazione comunicativa e dai ruoli sociali e comunicativi
che hanno nella comunicazione ->ruolo non assoluto ma legato alla circostanza (es. se devo
rivolgermi a una persona allo sportello mi rivolgerò diversamente se incontrassi la stessa persona in
treno e parliamo di ciò che avviene intorno a noi)

aspetto principale del tenore-> grado di distanza sociale e comunicativa tra i partecipanti->determina
scelta dell’interlocutore della parte “più debole” di manifestazione linguistica (es. quella che chiede un
favore) -> prendono il nome di cortesia

Cortesia-> dimensione visibile a livello sociolinguistico -> tutte quelle strategie messe in atto tutte le volte
in cui compiamo un atto linguistico potenzialmente “minaccioso” nei confronti dell’interlocutore

Face-threaning acts -> “atti minacciosi” per la faccia (dell’interlocutore)-> richieste, ordini -> cioè quegli atti
direttivi che possono creare attrito ->interlocutore può sentirsi fortemente condizionato -> scegliere mezzi
migliori per non urtare sensibilità dell’interlocutore

• Modo -> mezzo attraverso il quale passa la comunicazione -> per iscritto, faccia a faccia, per
telefono -> variazione diamesica -> diverse situazioni comunicative impongono un determinato
mezzo di comunicazione

L’interazione di questi tre elementi dà origine alle diverse opzioni, tra le quali noi scegliamo in una
determinata situazione comunicativa

• Opzione di campo ->es. discussione della tesi, es. conversazione tra amici
• Opzione di tenore->es. dare del tu o lei; es. usare titoli onorifici (signore, signora, dottore…)
• Opzione di modo->es. scrivere una lettera, su un social, parlare in pubblico…

Due sfere di variazione diafasica-> variazione di registro e variazione di sottocodice->ogni varietà di una
lingua ha dei registri diversi e sottocodici diversi.

Variazione registro-> connessa al tenore -> cioè che riguarda il rapporto tra interlocutore e parlante

Formalità è carattere esterno alla situazione comunicativa-> aspetti culturali da tenere presente-> non
tutte le situazioni analoghe sono vissute con lo stesso grado di formalità nelle lingue.

Culture egualitarie-> cioè quelle del Nordeuropa in cui grado di formalità che nelle situazioni che per noi
sono formali è più ridotto

Culture esempio mediterranee, Asia medio-orientale-> in cui situazioni che per noi non sono formali (Es.
quando ci rivolge a una persona che è al nostro stesso livello ma che non conosciamo) implicano formalità
più elevata

Anche nel caso di formalità della situazione discorsiva-> non ci sono confini netti fra situazioni->il parlante
deve controllare grado di accuratezza (legato alla formalità) dei suoi enunciati.

Es. Se racconto evento che è capito a un amico in un modo a un giudice devo seguire una procedura.

Aulico riservato alle comunicazioni iperformali e richiede per la comprensione un interlocutore di pari
livello. ->aulico - colto (utilizzato anche in natura scientifica o alla conoscenza) formale (scritto di tutti gli
atti formali) -medio (quando comunichiamo con persone lontano da noi)colloquiale,informale,popolare e
familiare
Più scendiamo ci stiamo muovendo anche su altri assi oltre a quello diafasico ci stiamo muovendo anche su
quello diatopico->nelle parti più basse dei registri ci saranno espressioni regionali e dialettali

Man mano che saliamo sull'asse diafasico-> incide sulla padronanza che si hanno di alcuni registri->ci
saranno sempre meno persone

Il lessico è il livello di analisi linguistica che incide maggiormente sulla varietà diafasica

lessico

>coppie di sinonimi differenziate per registro

Registro medio-> es. mangiare, morire, andare, soldato, rompiscatole

Registro formale->es. cibarsi, deceduto, recarsi, milite, seccatore

>Sinonimi in continuum-> auto e macchina colloquiale; automobile (medio), automobile e vettura (più
formale)

>Uso di arcaismi->nei registri più alti cioè che non corrispondono all'uso quotidiano della lingua->ma
presenti nei registri più elevati -> considerati forme di prestigio

Es. altresì (al posto di anche); es. quantunque (al posto di benché); es. redarguire (al posto di rimproverare)

A volte uso di un registro Aulico ha funzioni identitarie/rituali-> nessuna ragione per cui un medico deve
usare espressione come->accusare un sintomo-> non corrispondere all'uso reale perché si usa “avere “nel
colloquiale. -> uso dell’espressione “accusare un sintomo” ->Marcata distanza automaticamente rispetto al
suo interlocutore

Tullio de Mauro-> principale studioso dell'italiano ha scritto un manuale per la comunicazione della
pubblica amministrazione-> suggerimenti alla PA in modo tale che siano comprensibili a fascia più ampia di
parlanti.

Sul piano fonetico-> velocità di esecuzione -> in quelle più informali parliamo più velocemente e comporta
sul piano fonetica riduzione delle sillabe e ipoarticolazione->mentre l’iperarticolazione tipica del registro
formale

• Ipoarticolazione-> riduzione di alcuni suoni, alcuni suoni poco percepibili per la velocità di
esecuzione di essi
• Iperarticolazione-> esecuzione pienamente articolata di tutti i suoni che compongono le parole e le
frasi

L’interferenza del dialetto è più alta nel registro informale e più bassa nel registro formale

Nelle variazioni di registro->ruolo->dimensione espressività ed emotività-> nei registri più formali si evitano
espressioni che sono connesse con emotività del parlante ->es.turpiloquio, iperbole (es. Aggettivi con stra-,
iper-)-> l’uso del turpiloquio è legato alla situazione socio-culturale

Variazione di sottocodice-> connessa con ambito di attività (argomento che scegliamo) e quindi campo
della terminologia ->legata al dominio del campo

In base all’argomento si sceglie certo lessico->tecnicismi-> codificano delle entità tipiche di quella sfera
reale tipiche di quell’attività->monoreferenziale-> hanno un solo significato.

Lessemi marcati in diafasia->possono marcare entità esistenti solo in quel determinato settore (es. neutrino
per la fisica; semitono per la musica); oppure si possono usare dei pseudotecnicismi per elevare il tono
della conversazione (es. precipitazione/pioggia; alienazione/vendita…) ->Neutrino non esiste termine
equivalente nel linguaggio comune

Molto essenziale per evitare fraintendimenti-> nel caso dei lessici standardizzati che sono fatti
dall'organizzazione della sanità dei termini che designano malattie per rendere efficace la comunicazione
tra persone che parlano lingue diverse su temi delicate

In alcuni casi l’uso del sottocodice non è legato non sempre a una reale volontà comunicativa-> ma
all’intento di tipo criptico->chi adotta un certo sottocodice può farlo per marcare una distanza sociale->per
non farsi capire e renderla complicata

• Variazione di registro->opzione sempre possibile -> quando parliamo scegliamo sempre un registro
e non possiamo sottrarci
• Variazione di sottocodice-> non obbligatoria->possiamo scegliere di non farlo-> esprimendoci in
termini più semplici

Oppure le due variazioni possono sommarsi->da luogo a serie sinonimica->rappresentano una variazione su
entrambe le variazioni -> es. paura (termine non marcato né per registro né per sottocodice);
fifa(informale); fobia (registro formale)

Esiste diafasia anche nei dialetti-> molti hanno oltre al registro colloquiale anche un registro più elevato-
>utilizzato con parlanti dialettofoni che non si conoscono.

Alcuni dialetti hanno anche un’espressione letteraria->registro letterario oppure in alcune sfere hanno
determinate terminologie (Es. attività agricole, utensili)

Variazione diafasica-> ha come responsabile solo il singolo parlante-> cioè è una scelta più consapevole
delle altre dimensioni-> ognuno parla una varietà di italiano (diatopia) marcata sull’asse diastratico in base
al nostro gruppo di appartenenza (es. giovani, vecchi, colti o non)-> mentre la varietà diafasica è più
gestibile da parte dei parlanti

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