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3/7/2023

La lingua è come un guardaroba. La scelta di cosa “indossare” dipendono dalle situazioni. A seconda di:
Dove siamo, con chi parliamo, se scriviamo o parliamo, di cosa parliamo. Parlare è un modo di agire,
compiere delle azioni (salutare, ringraziare…). La lingua è uno strumento che viene utilizzato per
molteplici scopi. Vi sono diversi livelli stilistici per comunicare lo stesso messaggio.

- Volevo informarti : imperfetto utilizzato meno formalmente al posto del condizionale: vorrei
- A che ora è la lezione? – Scusi, saprebbe dirmi a che ora inizia la lezione?

Appropriato o inappropriato, non giusto o sbagliato.

Giusto o sbagliato viene utilizzato solo quando le regole dell’ordine delle parole della lingua vengono
violate.

Scritto digitale, presenta tratti tipici del parlahto es. immediatezza.

Polylanguaging utilizzo di lingue diverse nella stessa comunicazione.

Lingua come carta di identità, che fa trapelare informazioni sul parlante. Ad esempio, l’accento fa
intendere la provenienza.

Libri primo modulo: Verruto: Prima lezione di sociolinguistica; Slide

Prova in itinere: alla fine del primo modulo, due o tre domande aperte sugli argomenti trattati. Sul
Syllabus sono presenti gli esempi di domande.

Terzo modulo: Alfonzetti, Parlare italiano e dialetto in Sicilia da trattare all’esame orale.

Che cos’è la sociolinguistica?

- scienza che ha come oggetto la lingua, nella prospettiva del suo rapporto con la società e quindi
le persone che la utilizzano.
- settore delle scienze del linguaggio che privilegia l’uso e le funzioni della lingua rispetto la
STRUTTURA. Come utilizzano i parlanti una lingua e a quale scopo lo fanno. Cassetta degli
attrezzi.
- studio della variabilità sociale della lingua che varia costantemente nel tempo. Variabilità non
solo temporale ma anche in base alle caratteristiche e competenze del singolo parlante.

La lingua non può essere studiata indipendentemente dalle situazioni e a fattori esterni che
determinano fortemente la stessa lingua. La disciplina nasce in USA negli anni ’50 del 900, proprio in
America per due ragioni: mescolanza etnica e culturale (melting pot) e dimensione antropologica della
ricerca linguistica dato che è fondamentale studiare la lingua per comprendere le caratteristiche di un
popolo.

Dimensione critica verso lo strutturalismo e il generativismo che hanno in comune l’idea che la lingua è
un oggetto di indagine autonomo indifferentemente dalle variabilità sociali, quindi contrariamente
quindi agli studi sociolinguistici.
Strutturalismo di Saussure: distinzione tra langue e parole e linguistica interna ed esterna porta
paradossalmente a trascurare lo studio dei fenomeni sociali. Questa distinzione ha portato gli studiosi di
questa corrente di linguisti a concentrarsi sulla struttura del linguaggio e quindi sulle variabili presenti in
tutte le lingue del mondo.

Generativismo di Chomsky: lingua capacità innata con avente struttura universale, analizzare ciò che di
comune c’è in tutte le lingue del mondo.

- Lingua strumento che riflette il pensiero; privilegia la componente innata del linguaggio.
- Lingua sistema autonomo, insieme omogeneo e indifferenziato; competenza ideale del parlante
nativo
- La struttura indipendente interamente dalla funzione sociocomunicativa, perché governata da
principi cognitivi e mentali.

Lingua meccanismo innato che si attiva solo vivendo in società. La capacità deve attivarsi entro i primi
dieci anni di vita.

13/3/2023

Diverse posizioni sui rapporti tra SL e LG

- Sociolinguistica è parallela e complementare alla linguistica interna, non in alternativa o in


contrapposizione;
- Quindi focalizza aspetti diversi partendo da punti di vista diversi

La prospettiva con la quale guardiamo qualcosa cambia la percezione di ciò che si vede.

Studiare sociolinguistica, senza nozioni linguistiche diventa difficile (nomi, pronomi, articoli, verbi,
preposizioni). Es. La nozione di frase relativa è indipendente dal contesto sociale, ma ciascuno dei modi
in cui la FR si può attualizzare in una certa lingua può avere significato sociale.

Es. CHE RELATIVO INVARIABILE IN ITALIANO

Il negozio nel quale ho comprato i mobili ha chiuso.

//// in cui, dove, che ci ho comprato (in ordine di formalità, quindi valore sociolinguistico differente)

Le nozioni sulle frasi relative sono concetti teorici, astratti e individuali. Il sociolinguista è interessato al
fatto che la frase relativa si può realizzare in modi diversi e contestualizzati a seconda del parlante.
Interesse ala variabilità, modi alternativi di dire la stessa cosa.

Obiettivi sociolinguistica:

CHI parla QUALE lingua A CHI e QUANDO

COME, PERCHE’ E DOVE


Lingua intesa come un insieme di elementi mutabili, composto da molteplici varietà. Questa proprietà
inerente a ciascuna lingua è la VARIABILITA’/ VARIAZIONE della lingua. La lingua varia in rapporto a
qualcos’altro, fattori esterni della lingua:

- Al tempo: variabilità DIACRONICHE


- Allo spazio: varietà geografiche o DIATOPICHE
- Alla situazione: varietà situazionali o funzionali – contestuali o DIAFASICHE (suddivise in
REGISTRI e LINGUE SPECIALI o sottocodici)
- Alla stratificazione sociale (livello di istruzione, background sociale): varietà sociali o
DIASTRATICHE
- Al mezzo o canale: varietà DIAMESICHE attraverso il mezzo (scritto/parlato) esiste anche una
variabilità intermedia (es. parlato digitale).

VARIETA’ di lingua:

La varietà rappresenta una serie di entità definite dalla relazione fra fenomeni/tratti linguistici e
fenomeni sociali e contestuali. Per stabilire la presenza di varietà bisogna: individuare i tratti linguistici,
correlandoli con altri fenomeni (variabilità diatopiche, compresenza diversità linguistiche associate
all’area geografica: siciliano: cadenza, a e o assenti di apertura o chiusura, raddoppiare le consonanti
libbro, colleggio, cilieggie, ottobbre (b e g intervocaliche). Individuare quindi tratti tipici dei parlanti di
una stessa area, stabilendo una correlazione linguistica, fonologica, sintattico e lessicale. A questo punto
è possibile stabilire che si tratta di una varietà diatopica.

Esempi:

Io sono andata al cinema vs Io ho andato al cinema

Io sono andata al cinema vs Io mi sono recata al cinema

Mario mi ha insultato e io gli ho dato un pugno

Mario mi ha insultato e io ci ho dato un pugno

Tesi e postulati della SL che spiegano la stessa disciplina:

1) SL è una disciplina empirica, parte dall’osservazione dei comportamenti linguistici (metodo


induttivo)
2) La lingua è sia una proprietà individuale che collettiva: comprenderla a pieno richiede anche una
PROSPETTIVA SOCIALE
3) VARIABILITà LINGUISTICA, non tutti i parlanti parlano nella stessa maniera e nessun parlante
utilizza sempre una sola varietà linguistica.
4) La SL rifiuta uno dei postulati del generativismo di Chomsky del parlante ideale ( che conosce
perfettamente la propria lingua in una comunità omogenea: le competenze individuali sono
eterogenee e differenziate (il generativista è interessato cosa accumuna le lingue, al
sociolinguista cosa le differenzia).
5) Ogni varietà ha un prestigio, un valore sociolinguistico diverso (l’abito giusto (varietà) per il
contesto giusto). Lingua STANDARD (norma accettata e di prestigio) e SUBSTANDARD (con
connotazioni sociali negative): CONNOTAZIONI SOCIALI non dipendono da fatti linguistici in sé
ma dalla ASSOCIAZIONE CON PARLANTI O SITUAZIONI CHE SI VALUTANO POSITIVAMENTE O
NEGATIVAMENTE
6) Plurifunzionalità della lingua: esprimere il pensiero, comunicare, stabilire relazioni sociali, agire
sull’ambiente circostante.
7) Diverso grado di variabilità: non è uguale per tutti i livelli linguistici (fonologico, morfologico,
(variazione rapporto delle parole di categoria grammaticale diversa) sintassi, (ordine delle parole
nella frase) lessicale (livello più esterno, le diverse parole con il loro significato, quello che
risente maggiormente del rapporto con la realtà (nuove parole es: eschimesi e neve)). La
fonologia e il lessico sono gli indicatori più espliciti che permettono di individuare una varietà
linguistica. In Italia si va dalla fonetica e fonologia; lessico; morfologia derivazionale; sintassi;
morfologia flessionale; ortografia (più codificata, verso cui la tolleranza per le devianze è
minima).
8) Parlare = atto di identità attraverso il comportamento linguistico ogni individuo fornisce
informazioni sulla propria identità sociale
9) Plurilinguismo: in una data comunità è normale la coesistenza di più lingue e all’interno di
ciascuno lingua di più varietà (In Italia, minoranze storie: tedesco, francese; Comunità di
minoranze di immigrati)

CONCETTI SPECIFICI DELLA SOCIOLINGUISTICA

1) Comunità LINGUISTICA: insieme di parlanti unificati da una lingua comune (piccolo centro, città,
metropoli, regione, intera nazione).
Diversa prospettiva rispetto alla linguistica teorica:
oggetto di analisi LINGUA+PARLANTI (uso e funzioni che i parlanti fanno di una lingua)
2) REPERTORIO LINGUISTICO o verbale:
Insieme delle risorse linguistiche a disposizione dei membri di una comunità linguistica, cioè
l’insieme delle varietà di una lingua o di più lingue impiegate dalla comunità (si possono avere
repertori monolingui, bilingui, multilingui).

Repertorio della comunità italiana:


ITALIANO + tutte le sue varietà
DIALETTI + tutte le loro varietà
LINGUE DI MINORANZA: minoranze storiche: tedesco (Alto Adige), francese (Val d’Aosta);
sloveno (Trieste e Gorizia); albanese (Abruzzo merid e Sicilia)
+ lingue delle nuove minoranze (cinese, albanese, rumeno ecc.)

Repertorio linguistico individuale = sottoinsieme di quello comunitario.

Influenza ITALIANO e DIALETTI bidirezionale. (puma, meli; prezzemulu, puddisinu)

Competenza comunicativa (uno dei concetti chiave della SL) possibile domanda
Risposta della SL, alla domanda: che cosa vuol dire sapere una lingua=

Fondamentale:

- Conoscere la struttura di una lingua: saper produrre delle frasi che siano grammaticalmente
corrette
- Ma anche fondamentale saper usare le frasi in maniera appropriata alla situazione (ciò richiede
diverse abilità)

Hymes: competenza riguardo a quando parlare e quando tacere, e riguardo a che cosa dire, a chi,
quando, dove, in quale modo (la forma del messaggio).

La competenza comunicativa è la somma integrata di un insieme di competenze:

Oltre a quelle delle strutture linguistiche vi sono quelle:

- Paralinguistiche o prosodica = riguarda gli elementi fonici che accompagnano la produzione


verbale: accento, intonazione, volume della voce, velocità, esitazioni, pause di silenzio; tutto ciò
ha valore funzionale nella comunicazione: per es. correlazione tra volume, inflessione e velocità
con certi stati d’animo (rabbia, ansia, concitazione) (sillabare ai bambini, irrita gli adulti);
- Cinesica: riferita ai gesti e alle espressioni del volto che accompagnano o sostituiscono la
produzione verbale.
- Prossemica: la distanza che separa gli interlocutori, dipesa dal rapporto, delle culture, o delle
situazioni (es. avvicinarsi e parlare sottovoce).

Situazione comunicativa (possibile domanda definizione) – I partecipanti ruolo fondamentale –


Influenza dell’interlocutore

20/03/23

Classificazione della situazione

FORMALE E INFORMALE (dimensione DIAFASICA)

- Formale: focalizzata sul rispetto delle norme sociali; Maggiore autocontrollo nella scelta del
lessico, nella elaborazione sintattica, nella pronuncia.
- Informale: basata sulla relazione interpersonale

DOMINIO

Formato da tutte le situazioni che rientrano in un contesto canonico di un determinato campo di


esperienza (lezione, esame, famiglia, vita militare, amici ecc.) fondamentale per la ricerca
sociolinguistica ad esempio: capire quando si parla in dialetto

RETE SOCIALE.

Ognuno di noi è il centro di una ragnatela di una serie di rapporti. La rete sociale è costituita dall’insieme
di legami/relazioni tra un individuo (ego di riferimento) e tutte le persone con cui questo i trova ad avere
rapporti frequenti o occasionali. Formata da diversi strati.

Variabili socio-demografiche
A) Variabili sociali
Implica una stratificazione/gerarchia sociale, quindi disuguaglianze nel possesso di beni,
prestigio, potere, influenza

Definizione: insieme di persone che occupano la stessa posizione nella gerarchia sociale
Criteri oggettivi: livello di istruzione, professione, reddito
Criteri soggettivi: valori, modelli e stili di vita, atteggiamenti

Livello di istruzione: fattore più rilevante nel determinare differenze linguistiche (bassa, media,
alta).

A2) Gruppo sociale

Non implica gerarchie e disuguaglianze: si basa su un sentimento di appartenenza; Persone legate da


comunanza di interessi ed esperienza: lavoro, credenze religiose, convinzioni politiche; lingua:
simbolo di identità di gruppo.

Gruppi stabili (legati alla professione= o transitori (vita militare, classe scolastica) o transitori (vita
militare, classe scolastica).

Diversa estensione: famiglia, parenti, gruppo di amici, associazioni politiche, comunità di immigrati,
ecc.

B) Variabili demografiche

B1) Età

Classe generazionale dei parlanti. Occorre stabilire classi di età più o meno ampie, a seconda dei fini
della ricerca:

- Bambini= minori di 12 anni


- Adolescenti = 12 – 18
- Giovani = 18 – 30
- Adulti = 30 – 60
- Anziani = maggiori di 60

Distinzione tra:

- Età biologica (anagrafica)


- Età sociale: corrisponde alle modalità di partecipazione alla vita sociale, alla interpretazione
delle esperienze, comportamenti e atteggiamenti

Tendenze generali:

- Giovani= maggiore tendenza alle innovazioni (avanguardia del mutamento linguistico), maggiore
uso di elementi substandard e di scarso prestigio
- Adulti= più conservatori, maggiore rispetto delle norme standard e di prestigio
- Anziani= regressione a varietà di minore prestigio
Cambiamenti che non si verificano solo nel linguaggio ma anche nelle ideologie e nei costumi.
Gruppo di pari (peer group) = gruppo di coetanei che condividono abitudini e atteggiamenti e opinioni,
partecipano ad attività comuni, nozione importante dal punto di vista sociolinguistico specie per
adolescenti e giovani.

B2) Sesso/genere

Distinzione tra:

- Sesso biologico
- Genere (gender) = concetto socioculturale che si riferisce all’insieme di ruoli e aspettative di
comportamento connesso con il sesso, frutto di costruzione socioculturale basata su stereotipi

Rapporto tra lingua e genere = molto studiato per le implicazioni politiche e socioculturali

Sessismo linguistico:

varie forme di discriminazione nel modo di rappresentare la donna rispetto all’uomo attraverso l’uso
della lingua; pregiudizi negativi nei confronti delle donne

- I diritti dell’uomo (includendo ma non nominando le donne)


- Perché dire Anna, Giulia e Andrea non sono ancora arrivati e non arrivate?
- L’uso della forma maschile degli aggettivi che indicano cariche o titoli professionali prestigiosi
riferiti a donne, co in il ministro Tina Anselmi, Il sindaco Raggi.
- Perché infermiera sì e ingegnera no? Monaca sì ma sindaca no? Maestra sì e ministra no?

Le differenze del comportamento linguistico sono spesso mediate più dallo status, dallo strato sociale.

PRESTIGIO

È un fattore che influenza il comportamento linguistico. Una determinata valutazione sociale positiva,
attribuita a qualcuno o qualcosa ed è anche una varietà di lingua, ritenuta degna di imitazione. Si
contrappone a questo concetto il concetto di STIGMA che corrisponde a una valutazione negativa,
marchio sociale di qualcosa non accettata socialmente e quindi sottoposto a sanzione negativa.

Prestigio = concetto PLURIFATTORIALE in SL

Di una varietà:

a) Atteggiamenti linguistici favorevoli (valutazione positiva di quella varietà linguistica)


b) Attribuzione di un valore simbolico che diventa rappresentativo della comunità
c) Veicolo di tradizione letteraria (fiorentino, diffusione e promozione della lingua, prestigio dovuto
alle tre corone letterarie Dante, Boccaccio e Petrarca)
d) Parlata da gruppi dominanti
e) Città vs provincia (più valore il linguaggio utilizzato in città piuttosto che in un contesto più
piccolo)

Proprietà di solito attribuita alle lingue standard. Il prestigio è un concetto relativo. Cambio della s
che diventa sonora (come al nord) per rendere più altolocato il parlato. Assimilazione di una cadenza
dialettale dovuta inconsciamente a una considerazione di prestigio elevato o minore del parlato
dialettale.

27/03/2023

GIORNO 17 Prova in Itinere alle 10 modulo A – alle 11 lezione con Scivoletto

Definizione Variabile sociolinguistica:

Concetto elaborato da Labov, possiamo definirlo come un elemento del sistema linguistico che varia
in correlazione con contesti extralinguistici. Le diverse forme assunte dalle variabili si chiamano
varianti. Contrassegni. Variabili th, r, forme standard di prestigio, forma substandard di prestigio.

Possibili variabili in Italia: dg variazione geografica, rr.

Lebov ha elaborato questo concetto in rapporto alla pronuncia. È possibile applicarlo ad altri livelli
linguistici, per esempio alla morfosintassi? Altri sociolinguisti lo hanno studiato.

Variabile sociolinguistica a livello morfologico

(pronome clitico obliquo di terza persona)

Varianti: - gli/le variabile morfosintattica con mantenimento della opposizione di genere: It. Standard

- gli generalizzato: it. Neo standard


- ci generalizzato: it. Popolare variabile diastratica

Variabile sociolinguistica a livello sintattico

Frase relative: pronome relativo variabile sintattica

nel quale/al quale

in cui/ a cui

che ci/ che gli

Il che polivalente caratteristica del parlante poco istruito ma non solo.

Quali elementi possono diventare variabili sociolinguistiche, assumere cioè valore socio-simbolico?

Casualità e arbitrarietà:

- la marcatezza sociale non è una proprietà inerente al sistema linguistico, ma mediata dal gruppo
sociale
- Un certo elemento è mercato socialmente solo perché usato da determinati gruppi sociali, cioè
per le connotazioni sociali ad esso associate, non perché intrinsecamente peggiore.

Es. (r) preconsonantica e finale

Realizzazione zero = variante standard di prestigio in Inghilterra ma substandard e stigmatizzata


nell’inglese americano.
Nell’inglese standard la r non si pronunciava, poi un cambiamento nella comunità, i parlandi giovani
istruiti all’avanguardia del cambiamento che ribalta il valore di prestigio della r non pronunciata
soggetta a stigmi nell’inglese americano.
Definizione di lingua standard e dialetto
Lingua Standard requisiti:
a) Essere sovraregionale (parlata in tutta la nazione)
b) Essere parlata da ceti medio-colti
c) Essere unificata e avere funzione unificatrice (popolazione di identifica)
d) Essere lingua scritta (utilizzata nelle istituzioni)
e) Essere codificata (che esiste un codice, una grammatica quindi, che identifica la forma corretta)
f) Elaborazione (può essere utilizzata per diversi scopi divulgativi)
g) Avere prestigio (valutazione positiva da parte della comunità)
Dialetto caratteristiche:
a) Dimensione geografica
b) Subordinazione ad una lingua standard (lingua tetto)
c) Parentela genetica e affinità strutturale
(POSSIBILE DOMANDA)
1) Dialetti primari = varietà geografiche sorelle, coetanee del dialetto da cui si è sviluppata la
lingua standard (dialetti italo-romanzi) (toscano, siciliano, tutti figli del latino)
2) Dialetti secondari varietà regionali = varietà geografiche formatesi per differenziazione locale
della lingua comune: italiani regionali (toscano fiorentino, dialetto, promosso a lingua)
Nel 500 il toscano-fiorentino (quello scritto, delle tre corone) viene promosso a lingua nazionale
Da ciò derivano due principi
A) NON ESISTE NESSUNA DIFFERENZA LINGUISTICA INTRINSECA TRA LINGUA E DIALETTO
B) LA DISTINZIONE TRA LINGUA E DIALETTO SI BASA SU CRITERI SOCIOLINGUISTICI
Sono entrambi due criteri linguistici utilizzati in contesti differenti.
Non vi è differenza di natura ma di tipo funzionale, sociale e comunicativo:
UNA LINGUA È UN DIALETTO CHE HA FATTO CARRIERA. – Berruto (utilizzato dai grandi poeti dell’epoca)
Da condizioni storico-culturali specifiche dipendono caratteri del dialetto non pertinenti per la loro
definizione:
USO PREVALENTEMENTE ORALE
DOMINI INFORMALI
FUNZIONE ESPRESSIVA
LESSICO LIMITATO
Tipologia dei repertori linguistici

Concetto di repertorio, possibile domanda.

1) Bilinguismo (plurilinguismo) = compresenza in un repertorio di più lingue diverse non


differenziate dal punto di vista e funzionale

220 stati: 2300/5300 lingue = PLURILINGUISMO

a) Di diritto (Canada, Svizzera, India, pesi africani) RICONOSCIUTO DALLA LEGGE


b) Di fatto = Italia

Bilinguismo monoculturale: Alsazia, francese e tedesco

Bilinguismo bicomunitario: Belgio: francese e fiammingo; Alto Adige: italiano e tedesco.

2 gruppi fondamentalmente monolingui che convivono)

Endocomunitario…

2) DIGLOSSIA concetto elaborato dal sociolinguista Ferguson negli anni 60

Compresenza di più lingue o varietà ben differenziate per SPECIALIZZAZINE FUNZIONALE e diverso
PRESTIGIO

Caratteristiche:

a) Varietà bassa: vari dialetti apprese come lingua materna


b) Varietà alta: sovrapposta ai dialetti che fa da tetto alle varietà basse
c) Stabilità della coesistenza tra A e B
d) Le due varietà sono imparentate geneticamente ma strutturalmente diverse
e) Varietà alta prestigiosa, tradizione letteraria
f) Varietà alta codificata e standardizzata
g) Varietà alta APPRESA A SCUOLA, utilizzata per usi scritti e parlati formali
h) Varietà alta MAI USATA NELLA CONVERSAZIONE QUOTIDIANA

Varietà A: chiesa, discorsi politici, lezioni universitari, telegiornali, articoli di giornale, letteratura

Varietà B: conversazioni con familiari, amnkiici e colleghi, programmi di intrattenimento, letteratura


popolare

Esempio: Haiti: francese e creolo; paesi arabi: arabo classico e varietà arabe; latino e lingue romanze nel
medioevo.
3/04/2023

Prima lezione con Scivoletto

Metodi e tecniche dell’inchiesta sociolinguistica.

Il modulo B tratta dell’architettura dell’italiano

Testo M. D’Agostino.

1. L’esperienza personale

Concetto di autobiografia sociolinguistica. Passaggio tra diglossia e dilalia (sovrapposizione funzionale


nei domini bassi, l’Italiano parlato in casa).

Griglia per stendere un’autobiografia linguistica

1) Informazioni anagrafiche sull’autore protagonista (=A) e sulla famiglia.


2) Repertorio linguistico dell’autore e della sua famiglia (codice principale e prevalente di
comunicazione nella famiglia paterna momenti in cui si dialoga e come lo si fa)
3) La formazione linguistica dell’autore.
4) Le “agenzie” della formazione linguistica dell’autore
a) Il gruppo di pari, nel paese, centri di aggregazione tra pari.
b) La scuola
c) I viaggi
d) I media
5) Eventuali approfondimenti sulle tappe e i tempi della formazione
(Ad Esempio: a riesce a individuare dei momenti decisivi nella sua formazione di parlante)
6) I rapporti di A con i codici del suo repertorio

2. Fenomeni e dati linguistici

Nella complessità del reale si può ritagliare un dato analitico (nei momenti di preghiera intima si
parla italiano o in siciliano?) La lingua, il siciliano, la pronuncia sono concetti troppo ampi da
studiare. Lo scopo della ricerca è quello di ritagliare “pezzetti” per studiare i frammenti. La materia
linguistica è molto complessa, l’oggetto della sociolinguistica è una riduzione della lingua.
Raccogliere e costruire il dato della ricerca.

3. L’osservazione
Osservare vs Osservarsi
Analisi linguistica vs autoriflessione metalinguistica
(dati autentici) (esempi a tavolino; giudizi d grammaticalità)

Il paradosso dell’osservatore:

“Scopo ella ricerca linguistica su una comunità di parlanti è scoprire come la gente parla, quando non è
sottoposta ad una osservazione sistematica; ma solo con una osservazione sistematica possiamo
raccogliere questi dati” – Williamo Labov, cit. in D’Agostino, p. 219).
L’osservazione occulta – L’osservazione partecipante (paradosso dell’osservatore: se voglio osservare il
reale non posso essere un osservatore esplicito che significherebbe impedire la spontaneità ma dall’altra
parte solo con una osservazione sistematica possiamo studiare e raccogliere dati).

L’osservazione occulta è una risposta (registrare di nascosto e rivelarlo dopo).

L’osservazione partecipante (metodo antropologico).

Si può anche abbracciare il paradosso dell’osservatore includendolo nella ricerca.

4. Il raccoglitore

Il raccoglitore, questioni tecniche e d epistemologiche tra ieri e oggi:

raccoglitore e/o ricercatore;

competenze tecniche;

competenze sociocomunicative;

Il raccoglitore come soggetto nell’interazione: negoziazione e co-costruzione dei significati

Il campione, e non l’universo, della ricerca: quantità e qualità.

5. L’intervista in sociolinguistica

Il metodo dell’intervista faccia a faccia

Vantaggi e svantaggi di una precisa situazione comunicativa:

asimmetria interazionale, non naturalità, confrontabilità del dato (stessa tipologia di interazione con
gli intervistati)

Tre tipi:

intervista non strutturata

intervista semi – strutturata

interviste strutturate e questionari

Vantaggi e svantaggi dei tre tipi: spontaneità vs confrontabilità

Il raccoglitore come soggetto nell’interazione: negoziazione e co-costruzione ei significati

6. Registrazione e trascrizione

La registrazione come strumento di ricerca:

lo svantaggio dell’invasività, nella fase di raccolta del dato

i vantaggi della (ri)elaborazione e (ri)organizzazione, nella fase di analisi


La trascrizione del parlare come pratica interpretativa:

nel fissare il dato linguistico, devono compiersi delle scelte su

cosa trascrivere

come trascrivere

Alcune caratteristiche fondamentali:

Chiarezza, coerenza, riproducibilità, leggibilità specificità, flessibilità

Tre tipi di trascrizione: ortografica, conversazionale, fonetica. (Oltre la trascrizione oggi: l’annotazione o
il tagging).

4/4/2023

Ripasso in vista della prova

La lingua come il nostro guardaroba e la nostra carta d’identità (diamo informazioni su noi stessi, chi
siamo e da dove veniamo). La scelta “dell’abito” che indossiamo varia dalla situazione comunicativa.
Diversi modi di utilizzare la lingua per agire. Non giusto o sbagliato ma appropriato o non appropriato.

- Regionalismi semantici: significati di parole italiane diversi in linguaggio dialettale. (tovaglia,


mollica…) ---- fenomeno di interferenza linguistica.
- Livello sintattico nell’uso dei verbi il passato remoto utilizzato per azioni appena avvenute
(arrivasti = sei arrivato; incontrai a Maria oggetto proposizionale il complemento oggetto viene
introdotto da una preposizione (a))
- Uso transitivo di verbi intransitivi verbi che in italiani non vengono seguiti da un complemento
oggetto in dialetto lo fanno (entrare la macchina)
- Senza gridare, altro tratto che inferisce ad una provenienza regionale

Varietà diatopica dell’italiano. I dialetti regionali sono secondari. I dialetti nazionali sono primari
(anche l’italiano che deriva dal fiorentino letterario).

M’ho visto, mi ha piaciuto, se ci saresti venuto (uso del condizionale in un contesto errato) ti avresti
divertito. (tratti che evidenziano una scarsa istruzione) scambio di ausiliari essere per avere. La forma
più migliore superlativo analogico, comparativo di maggioranza trattato come gli altri. La maltesa
femminile analogico, generalizzazione della regola dei sostantivi ignorando la classe ambigenere degli
aggettivi che finiscono per e. Il che polivalente, che ci sono gli sconti invece di usare il quale. I sconti il
parlante nel suo paradigma degli articoli confonde o sconosce gli.

S + consonate si utilizza lo anche la z, ps. Il parlante semplifica il paradigma semplificandolo.

Polistirolo invece di colesterolo sostituzione di parole per assonanza, scarsa padronanza del linguaggio
tecnico.
Possibili domande:

- Che cos’è la sociolinguistica?


Cosa studia, gli obiettivi, il rapporto tra lingue e società, la struttura, quando nasce, dove, in
contrapposizione a qualcosa.
- Gli obiettivi della sociolinguistica:
a chi parla, chi, dove, come, quando, studio della variabilità e delle varietà definendola
(possibile domanda definire il concetto di varietà e indicare quali tipi di varietà vi sono).
- Quali sono i postulati della sociolinguistica?
9 punti da elencare e definire.
- Comunità e repertorio linguistico.
Quando si parla del repertorio, accennare quello della comunità italiana
- Concetto di competenza comunicativa.
Saper parlare e formulare frasi grammaticalmente corrette secondo le regole strutturali di quella
lingua. (conoscenza interna) Saper utilizzare le frasi in maniera appropriata alle situazioni.
Violazioni di accordi grammaticali. Citare Hymes. Elencare le diverse sottocompetenze.
- Situazione comunicativa
Microcontesto in cui si attualizza la lingua, elencare le componenti, classificazione della
situazione (varietà diafasica).
- Accomodation theory
Definizione, due diversi atteggiamenti dei due parlanti convergere o divergere
- Dominio e rete sociale
- Le variabili sociodemografiche
Strato e gruppo sociale, differenze e individuare i criteri che si usano per classificare i membri di
una comunità e assegnarli a uno strato. (istruzione, professione, reddito).
- Genere e sessismo linguistico, differenze rilevate nei comportamenti comunicativi tra i due
generi. (modi di fare complimenti scopo interazionale nelle donne)
- Variabili sociolinguistiche, definizione di variabile e di variante sociolinguistica
Elemento interno al sistema linguistico che può variare in correlazione con fattori
extralinguistici, termine coniato ed elaborato da Lebov (padre della sociolinguistica). Elementi
che non variano mai, le costanti. Labov studia a New York una variabile CONTRASSEGNI th
variante standard e substandard e la r preconsonantica, cambiamento in atto da situazione di
prestigio: dalla assenza alla pronuncia costante si inverte il prestigio delle varianti. Definire
concetto di variabile e variante e porte uno degli esempi o il th inglese o la dg, la gorgia toscana
esempi italiani.
- Criteri per stabilire quando una varietà è standard definizione di essa e del dialetto e
differenze tra le due (caratteristiche sociolinguistiche che contraddistinguono le due forme)
- Differenza tra bilinguismo e diglossia (elaborato da Ferguson)
Diglossia particolare forma di bilinguismo specificare anche le caratteristiche, tratti
caratterizzanti: la netta specializzazione delle due varietà. Contesto italiano non di diglossia:
varietà alta appresa anche in famiglia e non utilizzata solo in contesti formali, al momento
dell’unificazione italiana la situazione era invece di diglossia. Da diglossia a DILALIA situazione in
cui vi è una varietà alta e bassa ma la separazione funzionale fra le due non è così netta.
Intercambiabili le due varietà alta e bassa solo in contesti informali.

11/04/2023

Norma prescrittiva

Labov, attenzione linguistica del parlante palermitano nell’esempio della trascrizione fonetica
(registrazione e trascrizione (3). Il parlante romano indebolisce invece i suoni. (recuperare
mappa fonetica dalle slide)

Software ELAN, isolare traccia video e audio per isolare vari livelli di annotazione (fonetico,
ortografico, parti del discorso ecc.). Organizzazione e elaborazione del dato per costruire un
corpus di studio non solo sociolinguistico (studio dei gesti es.).
Per questo motivo esistono i corpora che sono una risorsa informatica per raccogliere e
interrogare una grande quantità di testi.

Alcuni corpora di italiano scritto:

LIF (1972), 500K w


˃ VDB (1980)
˃ GRADIT (2007), 260K lemmi
˃ NVDB (in prep.), 18 Mw, di cui 3 Mw di parlato

CORIS/CODIS

KIParla (2019). (altri nelle slide)

Riepilogo:
1. L’esperienza personale; 2 Fenomeni e dati linguistici; 3 L’osservazione; 4 Il raccoglitore e il
campione; 5. L’intervista in sociolinguistica; 6. Registrazione e trascrizione; 7. I corpora.

Tenendo a mente i diversi punti trattati, immaginiamo il disegno della ricerca e la costruzione del dato se
volessimo studiare:

a) Quali parlanti realizzano una particolare pronuncia nell’italiano di Catania


b) In quale area si usa una parola tipica di Palermo
c) Quanto si è diffuso un neologismo nell’italiano contemporaneo

Scelta del tipo di campione o casuale o bilanciato. (quantità o qualità)


La situazione sociolinguistica dell’Italia contemporanea

1. Il repertorio linguistico italiano

Bilinguismo endogeno (interno) a bassa distanza strutturale (dialetti simili all’italiano) con dilalia
(lingua del dominio alto invade i domini bassi)

italiano (nelle sue varietà) [A] alta

dialetti [B] bassa

Altre lingue (minoranze linguistiche e alloglossie)

Bidialettismo: quando A e B sono due varietà di una stessa lingua (la Toscana e Roma).

All’interno dei dialetti d’Italia è possibile distinguere tra:

1) Dialetti italoromanzi
2) Minoranze linguistiche e alloglossie

Dialetti italiani è una formazione non chiara meglio utilizzare il termine dialetti d’Italia.

Es. Italiano (dialetto primario), Parlare in italiano in una regione (dialetto secondario), parlare in dialetto
regionale (dialetto terziario).

Per distinguere i confini linguistici ricerco la distribuzione nello spazio di un fenomeno = Il concetto di
isoglossia (glossa lingua, iso lo stesso) da una ricerca sociolinguistica si delineano le linee che tracciano
le isoglossie.

Aree dialettali.

Dialetti settentrionali (galloitalici, veneti, friulani)

Dialetti toscani

Dialetti sardi

Dialetti centro-meridionali (Marche, Umbria, Lazio)

Dialetti meridionali (Abruzzo – Molise, Basilicata, Puglia, Campania)

Dialetti meridionali estremi (Sicilia, Calabria meridionale, Salento)

Minoranze linguistiche e alloglossie

All’interno delle altre lingue presenti in Italia, è possibile distinguere due concetti:

1) Minoranza linguistica
2) Alloglossia
Legge 492/1999
“Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”.
Alloglossia (allo diverso da tutto quello attorno). Al Friuli e alla Sardegna è stato riconosciuto lo stato di
minoranza linguistica ovvero che la loro parlata è diversa da quella di tutte le altre regioni cosa che ai
linguisti, non a tutti, non va bene. La distanza strutturale è alta effettivamente dall’italiano.

18/07/2023

Italiano regionale: nozioni base

Definizione semplice:

un italiano regionale (IR) è un italiano che varia su base geografica, cioè una varietà marcata in ditopia.

Visione puristica o prescrittiva vs visione realistica o descrittiva: descriviamo come parla la gente a
prescindere se ci piaccia o meno. Facendo sociolinguistica facciamo acquisiamo gli strumenti per
analizzare la lingua.

Italiano “regionale” è un’etichetta sottospecificata lo potremmo chiamare anche italiano “locale”.

Regione = area; es: italiano regionale settentrionale/ piemontese (piu’ specifico) / torinese; tratti
differenti nel nord Italia.

Italiani regionali come dialetti dell’italiano (dialects). I veri e propri Dialects, modi geograficamente
differenziati di usare l’italiano.

Dialetti italoromanzi: dialetti “primari” = dialetti dell’italiano; dialetti “terziari”.

Il sostrato dialettale: fonte quasi totale dei regionalismi.

Il dialetto secondario è la differenzianzione geografica di una lingua diffusa, i terziari sono la


differenziazione geografica della lingua standard con una funzione sociale di lingua standard molto
netta.

Es. Mbare, italiano regionale. Combattere, regionalismo siciliano non diffuso in tutta la Sicilia.

Saltare la scuola, marinare, bigiare, caliare (differenze diatopica).

Variazione morfologica es: sicilia zucchini, ciliegia

Fonetica: sigilia

Sintattica entrare la macchina, salire la spesa.

L’italaiano regionale nel continuum italiano-dialetto: esempio Telmon (slide)


Una frase qualunque varia nelle zone geografiche in cui si pronuncia, la variazione principale diatopica
infatti riguarda la fonetica.

Quando analizziamo l’italiano possiamo fare a meno di attenzionare la diatopia poiché è sempre
presente nell’analisi.

Non solo fatti superficiali quando parliamo di variazioni diatopiche ma anche tratti “profondi”: La
diatopia nella competenza grammaticale del “parlante nativo”:

Due casi dubbi:

a. La torta è venuta alta all’improvviso


b. Marco è venuto a Milano da pochi giorni

La soluzione ai dubbi: diversa semantica del verbo venire (a. venire/diventare; b. venire/arrivare)

La variazione diatopica dell’italiano si manifesta anche in cose poco chiare per la nostra grammatica es.
la semantica del verbo venire che può variare da regione a regione.

Atteggiamenti linguistici e stereotipi

Esistono idee, rappresentazioni culturali, connotazioni che diamo alle varietà regionali dell’italiano. Studi
ormai classici sul tema, con elicitazione (fare produrre, far emergere) di opinioni e/o attegiamenti:

- Diretta: raccolta esplicita di giudizi


- Indiretta: matched guise technique (tecnica del travestimento)

Cosa emergere:

pregiudizi socioculturali sui parlaniti: assenza di un modelo di prestigio univoco; diversi gradi di
prestigio delle diverse varietà (+ it. Sett. – it. Merid.); mutamenti in corso nel prestigio delle diverse
varietà.

2/05/2023

Discorso di fine anno del presidente della repubblica apparentemente momento in cui possiamo
sentire un italiano standard, non è invece così, contesto in cui dovrebbe emergere una unitarietà
linguistica.

Stereotipi linguistici, analizzando clip di Fantozzi (romagnolo piacione e napoletano truffatore,


stereotipo negativo ancora molto forte a distanza).

Distinzione metodo diretto e indiretto di ricerca:

Labov elicitava la risposta ponendo una domanda diretta. Anche le opinioni e gli atteggiamenti
possono essere elicitate. Opinioni nascoste che emergono attraverso risposte linguistiche es. “Non
sono razzista, ma…”.
Ascoltare un audio con parlati di accenti regionali differenti, con lo stesso testo, solo in base alla
pronuncia attiviamo rappresentazioni stereotipate. Non vi è un modello di prestigio unico
(fiorentino, Benigni connotazione positiva, romano Alberto Sordi, milanese efficienza). Con diversi
valori di riferimento diverse varietà regionali hanno differenti prestigi. L’italiano napoletano però è
intrinseco di stigmi molto diffusi nel paese. Italiano di Firenze superato a livello di prestigio dal
romano; Il milanese si sta imponendo sempre di più. Modello milanese imposto anche
mediaticamente es. Reel Instagram. Napoletano diffuso tramite le produzioni filmiche e seriali.

Tipi in base alle famiglie dialettali:

a) IR settentrionale (a1 galloitalico; a2 nordorientale)


b) IR centrale (b1 toscano; b2 mediano)
c) IR meridionale
d) IR meridionale estremo
e) IR sardo

4. Slide.

La marcatezza diatopica dell’italiano, ovvero i tratti “diagnostici” dell’IR coinvolgono in misura diversa i
vari livelli d’analisi: in ordine decrescente

Fonetica (intonazione, pronuncia)

Lessioco (parole e fraseologica)

Morfosintassi (strutture verbali, preposizionali, ecc)

Al livello fonetico “segmentale” (pronuncia di determinati suoni)

È possibile individuare quattro variabili fondamentali:

a) Apertura/chiusura delle vocali intermedie (e,o)


b) Rafforzamento/indebolimento di consonanti intervocaliche (z, gl, gn, sc, g, b)
c) Sonorizzazione/desonorizzazione della fricativa alveolare (s)
d) Raddoppiamento fonosintattico

8/5/2023

Uso del voi e del lei in Campania, diotopicamente marcato.

Tratti dell’italiano regionale in Sicilia

Oltre ai tratti già visti per le varietà meridionali.

Lessico: amarostico, annacare, attenzionare, babbo, baglio, dolciera, fracco, matrice, sdegnare, stradale;

Semantica: acido, ammaccato, avvicinare, banchina, camminata, collera, combattere, levarsi, mollica,
rovesciare, scoppiare, spingere, tovaglia, umido;

Fraseologia: buttare sangue, buttare voci, calare la pasta, essere di matrimonio, fare la cucina, mezza
parola, stare a speranza, stare dentro, tutte cose;
Fatti di morfologia e sintassi.

Particolari costruzioni verbali: di mangiare, mangia; sto tornando (“torno subito”); bambini, mi
raccomando, senza correre! (copiare); nel pomeriggio a casa sono (Montalbano).

Particolari usi di preposizioni: insalata senza condita;

pronomi: la pasta fatta mia= non si ci può dire niente! (pronome clitico, pronome piccolo che si lega al
verbo)

congiunzioni: aspetta, quanto prendo la borsa;

e forme verbali: dessi, stassi, dasti, èbbimo, dovettimo, ecc. (forme analogiche di coniugazione dei verbi
dialettali)

Usi della reduplicazione: Pippo cammina casa casa; a quando a quando ci sono riuscito (per una volta
che) …; chi viene viene, io ci vado. (chiunque, dovunque).

Vi sono differenze regionali utilizzate da tutti (nella regione), in tutti i contesti:

Italiani regionali standard?

Diatopia dell’italiano & variabilità diastratica/ diafasica

I tratti regionali possono essere diastraticamente / diafasicamente marcati

a) In basso: italiano regionale popolare


b) In altro: italiano regionale standard

(slide)

Se la marcatezza diatopica non implica marcatezza diastratica e diafasica siamo di fronte al concetto di:
italiano neo-standard.

La lingua come gamma di varietà. L’architettura dell’italiano.

L’italiano non è una lingua in senso monolitico ma è un insieme di varietà, identificabili in base alle
principali dimensioni di variazione.

Identifico una varietà quando noto un insieme di fatti linguistici correalati a uno o piu’ fatti sociali
(banalmente essere siciliani).

Per rendere conto di questa gamma di varietà, Berruto ha proposto (nel 1987) una rappresentazione
grafica dell’architettura dell’italiano.

Tre premesse allo schema dell’architettura dell’italiano: slide.

Piano cartesiano (slide)


La norma della lingua, corrispondente al centro del piano non corrisponde al centro delle variabili ma è
un’area che è un po' allo scritto, colto, formale. Centro: standard; Periferia: standard o sub standard.

N.B.: solo alcuni di questi fenomeni sono diagnostici, che permettono il sottocodice utilizzato (medicina,
rinite, siciliano, burocratico ecc.).

Le varietà di lingua vengono identificate analizzando i fasci di tratti dove vengono collocati nel piano
cartesiano. Se vi sono grandi addensamenti di fenomeni vi è una varietà.

Identificazione di nove varietà principali, in base agli assi di variazione:

1. It. Standard letterario


2. It. Neo-standard (regionale colto medio, nei giornali, nei libri anche scritto anche formale)
3. It. Parlato colloquiale (quaranta a Roma, marcato essenzialmente in diamesia)
4. It. Regionale popolare (italiano tipico delle classi meno istruite)
5. It. Informale trascurato (italiano che può essere parlato da tutti, ubriaco es.)
6. It. Gergale (sottocodice, non serve istruzione specifica usato informalmente da strati sociali bassi
di gruppi chiusi malavita, giostrai, alpini)
7. It. Formale aulico (polo superstandard, lingua istruita utilizzata per lo più nello scritto)
8. It. Tecnico scientifico (colto, sottocodice, più tipicamente scritto, usato ad esempio dai medici)
9. It. Burocratico (non bisogna essere necessariamente colti, per lo più scritta e formale)

Logorio Pragmatico (Giudei Letame).

9/5/2023

Il continuum di variazioni

La lingua non è un codice di programmazione ma una gamma di varietà. In sociolinguistica la gamma di


variazione rappresenta un continuum multidimensionale (varia sulla base di almeno tre dimensioni
diverse; it. Diverso da dialetto: assi di variazione)

Tipi di continuum:

a) Generico non orientato (non di interesse per la sociolinguistica)


b) Orientato con polarizzazione (comprendere la diafasia, la distinzione tra livelli alti e bassi della
lingua)
c) Orientato con addensamenti (nel piano cartesiano dell’architettura dell’italiano vengono
identificati gli addensamenti di casi)
d) Gradatum

La lingua varia in modo continuo

Schema di Berruto sulle variazioni da un italiano super standard (complesso) a livelli inferiori, sub
standard (da una massima complessità a una massima) = il livello intermedio viene riconosciuto poiché i
livelli inferiori sono distanti dal dialetto meridionale (ad esempio) diatopicamente distante (anche
diastraticamente).
Otto variabili:

a) La forma della negazione: non … affratto/non … mica/mica;


b) L’opposizione lessicale fra essere a conoscenza di e sapere;
c) La forma del pronome neutro nelle interrogative: che cosa/cosa/cosa che;
d) L’opposizione fra costruzione passiva e costruzione attiva: sia stato/ abbiano;
e) Il troncamento delle forme verbali: abbiano/abbian; hanno/han
f) L’opposizione fra congiuntivo e indicativo: abbiano/ hanno
g) La forma del pronome obliquo di terza persona plurale Slide

9 varietà di italiano nelle slide manca il gergale, scientifico, sottocodice.

Criterio della semplificazione linguistica

Varietà di più immediata processabilità da una complessa.

Alcuni esempi di varietà e registri semplificati:

varietà di apprendimento (o interlingue) quando imparo una lingua, ad esempio, tendo formare frasi
vicine alla struttura della lingua madre a livello semantico, grammaticale;

varietà impoverite (lingue d’emigrazione);

Foreigner talk

Baby talk

Semplificazione linguistica ai vari livelli d’analisi

Lessico: un vocabolario ridotto, termini generici piuttosto; parole monomorfemiche e parafrasi di parole
complesse.

Sintassi: prevalenza di paratassi; ordine delle parole invariante; assenza di parole funzionali.

Morfologia: mancanza di flessione, rispetto a ricchi sistemi flessionali; radici invarianti, rispetto a radici
allomorfiche (equina, ignifugo).

Fonologia: strutture monosillabiche CV e bisillabiche CVCV. (pissicologo, rittimo, icchisi)

Comunità aperta: semplificazione, viceversa si complica. Per questo l’inglese, utilizzato


internazionalmente è “semplice”.
Riepilogando, slide.

15/05/2023
La standardizzazione dell’italiano.
Italiano standard e neo standard. Riassunto
Che polivalente, tempi e modi verbali (congiuntivo), perifrasi e fenomeni dei pronomi (clitici, estensioni
di ci e ne).
Ci sono dei tempi verbali in italiano ormai “rari” per la norma linguistica. Il trapassato remoto (ebbi
mangiato, fui stato);
Il futuro semplice (l’estate andrò a Shangai, vado)
Sostituito dal presente.
Ma mantiene e rafforza la sua funzione epistemica (andiamo, sarà tardi)
Passato remoto (Gianni andò in America).
Tempi in espansione:
L’imperfetto:
Cortesia, creazione di mondi fantastici, periodo ipotetico dell’irrealtà, per il futuro del passato e del
discorso indiretto.
Il passato prossimo:
Al posto del passato remoto e con valore di futuro anteriore.
Uso dei modi:
Regressione nell’uso di condizionale,
congiuntivo (sostituito dall’indicativo):
nelle interrogative indirette; con i verbi di opinione o di sapere e dire al negativo e nelle ipotetiche della
irrealtà.
Crisi del congiuntivo, debole fin dall’italiano antico. Berruto non ne è molto convinto secondo lui è un
fenomeno marcato in diatopia (meridionale), ma in espansione anche al nord dove è ancora marcato in
diastratia e diasfasia.
Tutte le lingue tendono alla semplificazione, essa è dovuta a ragioni interne e esterne alla lingua.
Semanticamente è spesso “inutile” il congiuntivo. Con temo, non so, si esprime già la funzione dubbiosa
del congiuntivo che diventa ridondante (sovradeterminazione semantica). Il congiuntivo è difficile da
comprendere, poiché è un modo in più. Scena Fantozzi che gioca a tennis “batti”?
Congiuntivo messo in crisi dall’assenza in molti dialetti. Assente nell’inglese if + passato.
Altri fenomeni in espansione:
perifrasi stare + gerundio (estensione a diversi tipi di verbi…);
sto vedendo, sto andando, sta piovendo
stava capendo, sta credendo, sta preferendo, sta essendo compreso (in inglese im lovining it McDonalds)

I pronomi personali nell’italiano standard;


anaforici (riferiti a referenti già menzionati) egli, ella, esso, essi, essa , esse.
Deittici (riferito a qualcuno presente nella situazione) lui, lei, loro;
Pronomi personali nel neo-standard:
lui, lei, loro generalizzati.
Neutralizzate le opposizioni fra anafora e deissi, animatezza e inanimatezza)
Ulteriore perdita distinzione tra egli (persona) e esso (oggetto).
Perdita di questa serie complessa di pronomi e generalizzazione di lui, lei, loro.
Questo, codesto, quello (in ordine di distanza).
Pronomi clitici.
Generalizzazione della forma gli che sostituisce il plurale loro, il femminile le, +ci (inanimato) cercavo
quel libro, vorrei dargli un’occhiata.
Per la sovra estensione di gli si possono individuare alcune cause: composto con altre particelle
pronominali, per tutti i generi e numeri, per il plurale, anche loro è una forma usata assenza distinzione
di genere.
Tendenze anche socioculturali di utilizzare pronomi neutri oggi.
Tra i pronomi clitici oltre il gli vi è un’espansione di ci
In sostituzione del locativo vi (ci sono molti studenti fuori corso all’esame);
Nell’estensione semantica del valore locativo: ci “attualizzante”
In particolare, con avere non ausiliare (c’ho fame, c’abbiamo, ancora due pagine, ecc.) (differenza tra
possedere e l’avere usato in altri contesti come ausiliare e non per indicare una possessione, nel
possedere viene utilizzato il ci)
Con verbi di cui modifica il significato (starci (ci stai), volerci (quanto ci vuole), entrarci, contarci (ci
conto))
Con funzione rafforzativa (tenerci, sentirci, tenerci (ci tengo) ecc..)
Altre tendenze circa i pronomi clitici:
uso del dativo etico:
per indicare partecipazione affettiva, specie se è coinvolto direttamente il soggetto (stasera mi guardo
otto puntate, mi devo bere qualcosa sabato)
ripresa ridondante di ne
in particolare con il verbo parlare (di questo fenomeno se ne sta parlando moltissimo; queto è un
problema di cui ne sappiamo molto) diventa ridondante
estensione di lo come pronome neutro
per riprendere (anafora/catafora) una proposizione o un predicato nominale (lo so bene che non ne
avresti voglia).
Pronomi dimostrativi:
regressione di ciò,
sostituto da questo/quello (ciò/ questo/quello che sostiene tu…);
regressione (o meglio, scomparsa) di forme come codesto, costì, ecc.
sostituite dai dettici prossimali (questo) o distali (quello);
uso dei dimostrativi quello/questo con funzione di articolo determinativo
(quello Shakespeare che ho scoperto è brutto, ma vero)
In siciliano simile, chiustu, chiddu, ca, da, docu.

Pronomi interrogativi e relativi:


Espansione di cosa (settentrionale) vs che cosa (standard)/ che (meridionale)
Slide..

Riduzione della sovrabbondanza delle congiunzioni subordinanti.


Espansioni di costruzioni interrogative: come mai, com’è che;
Interrogative “a doppio fuoco”: chi suona cosa? chi governa chi?

Concordanze ad sensum: concordo nomi plurali con il verbo, sorprattutto nelle costruzioni locative (ci
sono, c’è)
un gruppo di ragazzi si sono affacciati alla finestra (si è affacciato);
una serie di prove mostrano che (mostra);
c’è n’è di misteri in questa storia
rapinatori e prostitute ce n’è sono in ogni sistema sociale
Giustapposizione di nomi,
con l’ordine (standard) determinato + determinante (o testa + modificatore) mutuato dal francese
nell’Ottocento: treno lampo, marito modello, scuola guida, fine settimana (calcolo linguistico di
weekend)
(altro esempio di calcolo grattacielo (skyscreeper)
o con l’ordine determinante + determinato (o modificatore + testa),
sull’influsso dell’inglese (mondovisione, europarlamento, fantacalcio)
Espressione dell’elativo (superlativo) per gli oggetti:
superlativo degli aggettivi con forme analitiche (assai, estremamente, ecc)
o con prefissazione: stra- e ultra- (ultrarapido, strabello diffuso oggi nel settentrione (influencer))
Espressione dell’elativo per i nomi:
estensione del suffisso aggettivale -issimo (partitissima, poltronissima)
prefissazione con super- (super potere)
slide.
Fenomeni di metaplasma, classi di parole che cambiano categoria
Gratis era un avverbio prima ora diventato un aggettivo (concerto brutto ma gratis (aggettivi coordinati)
Bis, niente, bene, super diventano aggettivi.
Uso avverbiale di aggettivi (al contrario) (mangiare sano, guidare veloce).
Uso sostantivato di aggettivi (il privato, il nucleare, il vissuto, l’immaginario).
Espansione dell’uso di costrutti impersonali
Realizzati con la terza persona plurale (bussano alla porta (qualcuno correttamente), dicono che farà
freddo)
Realizzati con il pronome indefinito uno slide..

Livello del lessico, in ogni sistema linguistico il lessico è la buccia di esso. Parole entità su cui chi parla ha
progettualità metalinguistica. Livello più esterno perché prende influenze dalle lingue altre e dalle mode.
Fenomeni principali:
perdita di connotazione espressiva o volgare (casino, rompipalle, sputtanare, incazzarsi ecc.)
standardizzazione di termini di registro basso (arrabbiarsi, seccare, scocciare)
aumento dei forestierismi,
che si diffondono in tutta la società (non più fenomeno elitario);
restano ancora legati allo scritto e ai linguaggi specialistici.
Alcune forme si sviluppano nel sistema dell’italiano (golf, baby, optional, night)
Fenomeni a livello della formazione delle parole. Espansione di:
suffissi ( ista, ismo, izzre, eria, oso)
prefissi (inter, tele, para, mega, mini, post)
compositi plurimembri (teleradiocomunicazioni, autoferrotranvieri, pluricassintegrato,
sociopsiocolinguistico)
sigle pronunciate come parole (cielle, cigielle, efbiai, cia)
abbreviazioni (frigo, foto, sub, prof, Juve/Toro/Inter/Samp, porno)

Livello pragmatico e testuale


Tendenza a semplificare la struttura del periodo:
dal punto di vista paradigmatico (alta frequenza di un numero ristretto di costrutti) (possibilità di scelta
affinché, laddove vengono persi),
dal punto di vista sintagmatico (paratassi piuttosto che ipotassi) (risolviamo la complessità del periodo
es. sebbene sia tardi vorrei restare ancora diventa utilizzato il periodo paratattico si accostano frasi
semplici e brevi: è tardi ma vorrei restare);
ad esempio, il paradigma delle congiunzioni è ridotto nell’uso
a un nucleo ristretto di forme polifunzionali (che, perché, se, quando, come, mentre)

Per converso rispetto alla tendenza sopra, incremento nell’uso di formule riempitive
(viene ad essere; quello che è/quelli che sono; a livello di; di tipo)
Estensione dell’allocutivo tu (vs. le forme di cortesia voi/lei).
L’esempio del doppiaggio di Furia (F.Lang, 1936).

23/05/23
Prototipico: gallina prototipicamente meno un uccello (a livello mentale); la tazza prototipica (tazze
giapponesi, americane). Prototipico: concepire le categorie cognitive come una sorta di categoria radiale
da un centro corrispondente a un prototipo base si espande su altri elementi che non sono
immediatamente, mentalmente intesi nella stessa categorica. Parlato prototipico: io che parlo ad un
amico; Scritto prototipico: scrivere un libro.
Nel parlato si utilizza il modo pragmatico, gestire la propria enunciazione seguendo più principi
pragmatici e sintattici: “la nonna poi ci chiami” senza preoccuparsi della struttura sintattica e
morfologica l’interesse è quello di far passare il messaggio, utilizzato anche nel foreign talk.
Nello scritto invece si ha più tempo e quindi si utilizzano tecniche di sintassi a seconda dello scopo.
Tra scritto e parlato dipende anche il contesto se sarà un contesto pubblico o indirizzato ad una
determinata circostanza (deissi (questo, quello, bambini al telefono), fenomeni para o extra linguistici
(gestualità, distanza), impliciti che non vengono esplicitati).
Funzione testuale: mi serve costruire un testo per un obiettivo, per costruire un testo nel parlato ho
bisogno di segnalare se attuo delle modifiche (cioè nel senso, bì per correggersi in siciliano (marcatore di
correzione). Altra funzione testuale da gestire nel parlato la digressione (che poi); esemplificazione (che
so); giustificazione.
Funzione interpersonale: azioni da eseguire per chiarire la propria posizione (o salvaguardarla) nello
scambio colloquiale. Es. prendere il turno di parola (se posso dire la mia, alzata di mano); cedere il turno
(no? Ditemi la vostra); attirare l’attenzione (Oh, Guarda, Ascolta); segnalare la stance (il mio punto di
vista “poi fai tu”).
Fenomeni sintattici del parlato rispetto allo scritto:
periodo paratattico vs ipotattico
(giustapposizione asindetica e coordinazione vs subordinazione e incassatura)
Slide.
Fenomeni morfologici del parlato: riduzione dell’allomorfia e riduzione dei paradigmi e concordanze a
senso.
Interiezioni secondarie: coraggio, su; Interiezioni primarie sono solo suoni: ehi, ah , eh.
Minore frequenza nel parlato di prestiti linguistici.
Le forme dello scritto digitale contengono tratte sia del parlato che dello scritto.

25/05/2023
La diastratia e l’architettura dell’italiano.
Approccio correllativista e essenzialista di questo studio sociolinguistico.
L’Italiano popolare (recupero slide).
Rabito Vincenzo chilassa: classe;
Darece: clitico ci Darici.
Mancanza di gestione del testo e controllo sintattico (slide Mio povero consorte).
La gente si trova a che fare con una lingua che non ha imparato a scuola, che hanno per madre lingua il
dialetto. Definizioni di De Mauro dalle slide. I bambini fanno gli stessi errori di chi parla italiano popolare.
a- Pur non essendo lo stesso tipo di italiano popolare diffuso (differenze diatopiche) vi sono
costruzioni simili.
b- il parlante di italiano popolare lo utilizza come massimo registro altrimenti parlerebbe in
dialetto
c- L’italiano popolare è sia scritto che parlato
d- It. Popolare probabilmente nato durante l’unificazione d’Italia nel 900 e si evolve data la
scolarizzazione crescente (italiano popolare ormai meno marcato).
Ipercorrettismo: faccio delle scelte sbagliate perché temo di parlare in dialetto.
Interferenza morfosintattica in ai suoi figlie (testo slide) butana: ipercorrettismo eliminazione delle
doppie consonanti. Nomirosa.
9) generalizzazione desinenze nominali non distinguendo avverbio e nome, semplificando.
13) Forme analogiche semplificate seguendo la norma delle altre persone del tempo verbale.
14) confusione con le preposizioni tratto distintivo dell’italiano popolare.

“malapropismi” (non ricordare una parola e la associ a parole che conosci già es. covalincenza invece di
convalescenza).
Uso nei tempi verbali complessi del morfema vo (voi), antavito (tu) per indicare la persona o le persone
a cui si sta parlando.
Negazione postverbale: E’ mica meglio, che so neanche (esempio giovane laureata accomodation
theory)
29/05/23
Modulo C
Dinamiche in atto in Europa:
1) Forte potenziamento delle lingue standard.
Slide accurate.
In Italia
Code switching, passaggio da un codice espressi nella stessa situazione comunicativa (inserire frasi in
dialetto in un parlato in italiano standard.
Inter-frasale; Intra-frasale;
Extra frasale, segmenti che non fanno davvero parte della struttura sintattica della frase e quindi e
eliminata il significato non cambia
Fenomeno presente in qualunque contesto dove vi è un chiaro bilinguismo. Scelte che dipendono dal
valore socio simbolico che un codice ha e dalle situazioni.
1) Esempio impiegato (fuoco al governo) evidente difficoltà nell’utilizzo del condizionale.

Interpretazione di convergenza.
Commutazione codice legate anche al commento personale (slide).
Legato al cambio di argomento (cambio di argomento) uso del dialetto per segnalare questo
cambiamento.
Commutazione legata anche al citare qualcuno per rievocare il contesto, si è notato anche che questo
avviene quando il citato non si era espresso in dialetto.
Reversibilità della direzione della commutazione: dare enfasi a quello che dico commutando
(passando) da una lingua all’altra o viceversa.
Funzione espressiva se il parlante usa l’italiano passa in dialetto per evidenziare il suo stato d’animo
(rabbia) estetista.
Italiano ritenuto più cortese e utilizzato per i titoli di cortesia (Signora, Avvocato).
Carusi, mbare in dialetto per marcare solidarietà.
Questi contesti possibili solo in situazioni linguistiche di dilalia come quella italiana dove i due codici
hanno grande sovrapposizione, i due codici sono altamente elastici.
Fenomeno del triggering con parole omofone cambio di codice quando si utilizza un termine che,
essendo uguale in entrambi i codici, fungono da ponte linguistico.
Fenomeni che riguardano i parlanti che hanno una competenza equilibrata di entrambi i codici.
Nei negozi con la perdita delle botteghe non si ha più un rapporto informale ma anonimo.
Parlanti evanescenti o semispeakers o imperfetti.
Le lingue che stanno scomparendo, come i dialetti, acquisiscono carattere umoristico.
Fenomeni di flagging quando si segnala in qualche modo la commutazione di codice.
Weinreich Controllo e intenzionalità nell’uso del dialetto: definizione del bilingue ideale (slide) ma non
parlava della commutazione notando solo che il parlante ideale segnala questo fenomeno.

30/05/23
Simulazione modulo b
Non scrivere errato, descrivere il fenomeno con terminologia tecnica o se non lo si ricorda descrivere il
fenomeno.
Non scrivere solo varietà regionale ma anche nello specifico (settentrionale).
Pianificare ordinatamente quello da scrivere nella risposta aperta.
A tutti i livelli di analisi (l’italiano regionale marcato). Uso del passato remoto al posto del
condizionale; transitivo per intransitivo, regionalismo lessicale (mollica, tovaglia) raddoppiamento
delle consonanti); locuzione inversa.
Fare riferimento alle 9 varietà dell’architettura dell’italiano.
Ci dativo: ci ho detto (dativale) ci hai fame (attualizzante)
1) Di solito la prendi la pizza? Io solo ogni tanto
Dislocazione a destra (l’oggetto sposato a destra o a sinistra segnalato dal clitico) – varietà neo-
standard, italiano parlato.
2) Noi non ci abbiamo creduto ma non glielo dissimo.
Concordanza a senso. Forma verbale analogica copiando la prima persona “io dissi”. Varietà
italiano popolare. Uso del passato remoto.
3) Non ho capito perché dobbiamo andare via, c’hai fretta?
Uso del ci attualizzante (clitico) con verbo avere non ausiliare, italiano neo-standard, parlato.
4) Ero stanco e mi sono stravaccato un attimo sul divajno.
Uso di un colloquialismo lessicale, italiano informale trascurato (o colloquiale).
5) Ci sarebbe in realtà una cosa che non ti ho detto.
Segmentazione frasale con C’E’presentativo. Varietà neo-standard.
6) Tu credi che il problema sia questo ma ti sbagli.
Standard letterario, uso del congiuntivo.
7) I biglietti sono rilasciati successivamente al pagamento della quota.
Uso di un costrutto impersonale (sintassi impersonale) forma passiva dove manca il soggetto
espresso (chi rilascia i biglietti?), varietà italiano burocratico.
8) Io questa cosa non mi piace affatto, scusa.
Tema (IO) sospeso anacoluto (sintatticamente la frase non tiene per come è iniziata), italiano
colloquiale.
9) Ho la macchina sporca, devo portarla all’avaggio.
Fenomeno, errato uso dell’ortografia errata divisione delle parole. Italiano popolare.
10) La legge di Zipf ha ormai smesso di interessare i linguisti.
Denominazione eponima (chiamo qualcosa con il nome del suo creatore) o tecnicismo
(generico). Italiano tecnico scientifico.

Secondo esempio
1) Porta la mollica che facciamo le cotolette
Regionalismo semantico (che polivalente), italiano regionale siciliano.
2) Mih! Simpatico forte sto Peppe!
Fenomeno uso avverbiale di un aggettivo. Varietà colloquiale.
3) Non sai quanta pazienza ci vuole per lavorare coi ragazzini.
Ci attualizzante, crea una nuova unità lessicale. Varietà neo-standard.
4) Occorre una doppia dose di cloruro di sodio.
Uso di tecnicismo, varietà tecnico scientifica.
5) Ancora è presto, venghi più tardi.
Forma verbale analogica (per analogia per la prima coniugazione del congiuntivo), variazione
italiano popolare.
6) Tu pensi che il problema è questo, io invece no.
Italiano neo-standard, uso dell’indicativo presente al posto del congiuntivo.
7) Passando di là ho rivisto a quel tuo amico, Paolo.
Fenomeno oggetto preposizionale. Italiano regionale, meridionale.
8) Il sottoscritto pagherà la somma pattuita.
Futuro deontico (usato per esprimere obbligo, un dovere). Variazione italiano burocratico.
9) L’amico tuo lo invito, non ti preoccupare.
Dislocazione a sinistra con clitico di ripresa (lo), italiano neo-standard.
10) Anna si è comprata una borsa verde bellissima al mercatino dell’usato.
Uso del dativo etico o riflessivo apparente, verbo pronominale, maggiore partecipazione a
quello che il soggetto fa. Italiano neo-standard.

Definire i diversi tipi di varietà, quante varietà nel repertorio di Berruto, tipi di varietà diafasiche,
differenza tra standard e neo-standard. Definire una delle varietà. Fattori che incidono sull’uso
del dialetto oggi.

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