Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
3 ottobre 2022
Principio ALEC (All languages are equally complex)
4 ottobre 2022
Dal punto di vista morfologico, il cinese è una delle lingue più facili (“morfologia 0”),
mentre l’italiano è una delle lingue più complesse morfologicamente.
Parole → Prima unità che si presenta al parlante e che può essere scomposta in unità
più piccole, come i suoni.
1
Sociolinguistica
Studia le correlazioni tra fenomeni linguistici e variabili sociali
Quali fenomeni linguistici hanno un significato sociale? Accento, parolacce (> persone
di generazioni diverse usano parolacce diverse)
Gli uomini invece vedono la lingua come uno strumento per ottenere delle cose e per
questo hanno spesso un linguaggio più diretto e tendono ad avere meno paura del
conflitto verbale
Si occupa anche della vitalità/morte delle lingue, correlate ad una società che ne fa uso,
dato che se una lingua è in via di estinzione, ciò è dovuto a delle ragioni sociali, campo di
studio della sociolinguistica
Linguistica tipologica
Esplora la diversità delle lingue del mondo, cercando di classificarle in TIPI (da qui
tipologica), individuandoli in base alle loro somiglianze strutturali
Es: Cinese → morfologia semplice (singola parola traducibile in molti modi) / simile
all’inglese (call;called;calling:calls)
- Gestualità;
- Vocali → L’apparato fonatorio è uguale per tutti gli esseri viventi del pianeta
- Consonanti
Per capirlo, i tipologi utilizzano campioni da tantissime lingue (es: 500 su 7000) → Si
ottiene un campione bilanciato di lingue (il primo tipologo ha utilizzato un campione
di sole 30 lingue). ES: Se nel campione tutte le lingue hanno le vocali, viene considerato
un qualcosa di universale.
Possono esistere 3 tipi di lingue: quelle che esprimono il numero e il genere Italiano:
Lingua che può esprimere entrambi i generi, sia nel singolare che nel plurale
Piuttosto che → è stato introdotto un nuovo uso, dato che viene usato alla fine della
frase (come un eccetera), mentre generalmente prima veniva usato per fare una scelta
(Mangio la pasta piuttosto che la pizza)
Linguistica acquisizionale
Indaga il processo di formazione della competenza in una data lingua (L1 o L2) e
risponde a quesiti come
Psicolinguistica
Studia i fattori psicologici e neurobiologici che stanno alla base dell’acquisizione, della
comprensione e dell’utilizzo del linguaggio da parte degli esseri umani, rispondendo a
diversi quesiti, tra cui:
Cosa fa il linguista?
Il linguista si pone domande sul come e sul perché → funzione descrittiva ed
esplicativa della linguistica
“La ricerca linguistica rivela come, sottostanti alla immensa varietà delle lingue, sia
possibile ritrovare alcuni meccanismi costanti, alcune invarianti, che nel loro complesso
gioco organizzano l’intero organismo delle lingue
Normalmente il tipologo lavora con campioni di circa 500 lingue → campione bilanciato
Esistono anche altre strategie molto meno usate, come ad esempio quella
dell’indonesiano, in cui per formare il plurale si raddoppia la parola a partire dal singolare
(anak, anak-anak).
Le lingue sono tutte indipendenti l’una dall’altra e per questo non ci sono ragioni
politiche/sociali alla base delle variazioni linguistiche. Da questa osservazione si può
quindi affermare che il plurale si forma in modi diversi nel mondo perché ogni lingua
cerca di rendere più facili e intuibili dal punto di vista cognitivo le parole. Esse iniziano
prima con la radice (es. pentol-), che esprime il concetto principale e poi aggiunge
un’informazione grammaticale (pentol-a/e).
Le linguistiche dispreferite sono quelle che risultano più complesse e di conseguenza
risultano sempre meno frequenti, in quanto vengono adottate strategie meno basiche e
cognitivamente più complesse (esempio: indonesiano, in cui si raddoppia il singolare).
Alcune lingue non hanno il plurale, come il cinese e per esprimere il plurale vengono
utilizzati elementi esterni alla parola.
La linguistica è una disciplina giovane, in quanto nasce nel 1916 e si tratta di una scienza
interdisciplinare, in quanto dialoga con discipline scientifiche. È inoltre una disciplina
tecnica ed esclusivamente universitaria.
Tipi di segno:
- Alcuni segni sono culturalmente specifici (colomba), mentre altri no (tracce sulla neve)
- intenzionalità
- motivazione relativa tra espressione e contenuto associati mediante un dato
segno
Indici, in cui espressione e contenuto sono legati da un rapporto naturale e basato sulla
relazione “causa-effetto” → Motivati naturalmente + non intenzionali (esempio: orme
sulla neve, starnuto, sbadiglio, nuvole,...)
→ immotivati (o arbitrari)
Le lingue hanno in comune i tratti più legati alla facoltà di linguaggio biologicamente
determinata e alle caratteristiche universali della cognizione umana (es. singolare vs plurale,
universalità delle vocali), ma differiranno per i tratti legati alla dimensione storico-evolutiva
Proprietà fondamentali del codice lingua
BIPLANARITÀ
Con biplanarità si intende che i segni linguistici sono composti da due componenti:
ES: Mare → non esiste un motivo per cui una distesa d’acqua dovrebbe chiamarsi così
Se le associazioni tra significante e significato fossero motivate, parole dai suoni simili
dovrebbero indicare lo stesso concetto in tutte le lingue:
- inglese loop “anello”, rumeno lup “lupo”
- italiano bello, latino bellum “guerra”, inglese bell “campana”, belly “pancia”, turco
belli “evidente”
ARBITRARIETÀ SEMANTICA
- Ciascuna lingua segmenta un certo spazio di significato in maniera propria:
ITALIANO TEDESCO FRANCESE DANESE
La lingua inglese ha segmentato questo segno in tre modi diversi, mentre l’italiano ne ha
solo uno
1. Le lingue differiscono tutte nel loro modo di vedere il mondo: ogni lingua quindi
classifica in modo proprio l’esperienza e la realtà; esse si distinguono sia nel modo in cui
segmentano la lingua, sia nel modo in cui associano uno stesso contenuto a
un’espressione (es. andare in motorino (*motorinare) vs nederlandese brommen)
2. Le lingue non lessicalizzano tutti i concetti possibili e quindi non sempre hanno una
parola isolata per esprimerli
il fono [3] in francese e nei dialetti italiani settentrionali, come nel genovese, che
storicamente deriva dal latino che veniva parlato in Liguria
Il concetto di arbitrarietà è fondamentale per lo studio scientifico del linguaggio: l'analisi delle
strutture linguistiche ad ogni livello rivela che i diversi sistemi rappresentano un modo
autonomo di organizzare la realtà, secondo un criterio proprio di ordinamento
dell'esperienza; è come se ciascuna lingua, attraverso l'adozione di determinate categorie
classificatorie, imponesse ai propri parlanti delle scelte obbligate.
DOPPIA ARTICOLAZIONE
Il significante del segno linguistico è articolato a due livelli nettamente distinti
Le unità minime di prima articolazione sono le più piccole unità dotate di significato che
non sono ulteriormente scomponibili in unità più piccole, perché altrimenti si perderebbe
il significato. Queste unità sono dette morfemi
fio-r ??? / p-i-a-t-t ???
Seconda articolazione: si analizzano unità prive di significato, quindi abbiamo a che fare
solo con il significante e analizziamo dei semplici suoni, detti fonemi
DEFINIZIONE DI LINGUA
Possiamo dunque concludere che la lingua è (a) un codice condiviso (b) che organizza un
sistema di segni (c) fondamentalmente arbitrari ad ogni loro livello e (d) doppiamente
articolati, (e) capaci di esprimere ogni esperienza esprimibile, (f) posseduti come
conoscenza interiorizzata, (g) che permette di produrre infinite frasi a partire da un
numero finito di elementi.
FONETICA
Dal greco phone “voce”: il significante del segno linguistico è primariamente di carattere
fonico-acustico.
Si occupa della componente fisica e concreta della comunicazione verbale, ossia dei
suoni linguistici
La maggior parte dei suoni è prodotta con l'espirazione di aria dai polmoni → suoni
egressivi di origine polmonare: meccanismo simile alla respirazione
CONSONANTI
Tre parametri per identificarle e descriverle:
[p] [b] [t] [d] [k] [g] [q] --- [p] [b]
sorda sonora sorda sonora sorda sonora sorda sonora sorda sonora
● Gli articolatori lasciano aperta una piccola fessura attraverso cui passa l’aria
● Suoni continui
[-] [ß] [f] [v] [θ] [ð] [s] [z] [ʃ] [ʒ]
sorda sonora sorda sonora sorda sonora sorda sonora sorda sonora
Affricate: foni complessi articolati in due fasi
labbro inferiore contro apice della lingua apice della lingua sul
incisivi superiori contro gli alveoli palato
● Ginocchiera = [d3] [k] -> affricata palatale sonora + occlusiva velare sorda
● Cinghiata = [tʃ] [g] -> affricata palatale sorda + occlusiva velare sonora
● Infanzia = [f] [ts] -> fricativa labiodentale sorda + affricata dentale sorda
● Disguido = [d] [z] -> occlusiva dentale sonora + fricativa dentale sonora
● Sorriso = [s] [z] -> fricativa dentale sorda + fricativa dentale sonora
● Foni continui
● Sempre sonori
Es: mamma, invidia, nano, gnomo, legno, panca, banco, ecc.
[m] = mamma
[m] = invidia
Quando si parla vengono accostati due foni simili per facilitare la pronuncia delle parole.
Si comincia già ad articolare la nasale nel punto in cui si sa già di dover articolare la
consonante successiva → questo fenomeno si chiama assimilazione → nasale
assimilata al luogo di articolazione che segue
[n] = nano
[ɲ] = gnomo
[ŋ] = panca
1. Quando in un fono c’è una velare, se prima c’è una nasale, essa assume le sembianze
delle velari in modo da fare meno sforzo articolatorio
[r] [ɽ]
Laterali:
● L’ostacolo è rappresentato dalla lingua al centro della cavità orale
● Il flusso d’aria fuoriesce quindi da entrambi i lati
Dentale [l]
Velare
Approssimanti: Non esiste un vero e proprio ostacolo al flusso d’aria nella cavità orale, ma gli
organi articolatori sono avvicinati
● Modo di articolazione intermedio tra vocali e consonanti
- Assomigliano articolatoriamente alla vocali
- Hanno statuto fonologico consonantico: da sole non formano nucleo vocalico ma
occorrono solo nei dittonghi
- Dette anche semiconsonanti o semivocali
Labiovelare Palatale Labiodentale
ESERCIZIO IPA:
VOCALI
Suoni sempre sonori, non occlusivi: nell’articolarli non si può usare lo strumento dell’ostacolo
per generare suoni diversi, ma si sfrutta la geometria variabile della cavità orale
ESERCIZIO IPA:
pagnotta [ɔ]
LA SILLABA
Le sillabe sono minime unità fonetiche che il nostro organismo è in grado di pronunciare e di
percepire ed esse costruiscono la forma fonica delle parole.
Porta → Por.ta
Le consonanti non possono combinarsi liberamente nella formazione delle sillabe: esistono
restrizioni fonotattiche caratteristiche delle singole linguae
In italiano sono ammessi i nessi consonantici [spr] (spreco) e [skr] (scrutare), ma non [vsp] (es:
russo)
DITTONGHI E IATI
Dittongo: incontro di due vocali che appartengono alla medesima sillaba, di cui uno è
preminente sull’altro
Es: cuore [‘kwɔ:re], chiaro [‘kja:ro]
- Dittonghi ascendenti: l’elemento più “debole” precede l’elemento più “forte” (la
vocale piena) → fuori, fiori
- Dittonghi discendenti: l’elemento più “forte” (la vocale piena) precede l’elemento più
“debole” → noi [noj]
Iato: incontro di due vocali che appartengono a sillabe diverse, di cui nessuna è preminente
sull’altra
porta [‘pɔr:ta]
pacco [‘pa:kko]
carpaccio [kar’pattʃo]
Papa [‘pa:pa]
papà [pa’pa]
4. La lunghezza vocalica:
Si segnano due punti (:) dopo la vocale in sillaba tonica aperta, tranne nei casi in cui la
sillaba tonica è l'ultima.
Es. pero ['pe:ro] vs. però [pe'ro]
- Si noti, però, che le consonanti nasale palatale [ɲ], fricativa palatale sorda [ʃ],
laterale palatale [ʎ], affricata alveolare sorda [ts] e sonora [dz] in posizione
intervocalica (e cioè tra due vocali) sono sempre pronunciate come doppie in italiano. Se
pertanto l'accento cade sulla vocale immediatamente precedente a questi suoni, la vocale
risulterà breve perché si trova davanti a un suono raddoppiato ([gro'vikʎʎo], non
[gro'vi:ʎʎo])
In italiano alcune vocali sono accentate dette tonico accentate che si trovano in sillaba
aperta
Se l’accento di una parola cade su una vocale tonica che però è seguita da uno di questi suoni
doppi non si mette il raddoppiamento anche se la sillaba è aperta
scoglio [‘skɔʎʎo]
accidenti [attʃi’denti]
sdegno [‘zdeɲɲo]
rosicchia [roˈzikkja]
svincolo [‘zviŋkolo]
infondatezza [iɱfonda’tettsa]
6. La lettera /i/ è spesso in italiano soltanto un espediente grafico per rendere dei suoni
palatali o palato-alveolari
Es. gallo [g]
giallo [dʒ]
Carla [k]
Ciarla [
cigno [‘tʃiɲɲo] ci:gno → la “i” in questo caso è presente perché → REGOLA: se essa è seguita
da un’altra vocale non c’è e la vocale dopo è presente, mentre se la “i” è seguita da
consonante, è presente → es: ciao (la i non è presente nella trascrizione) cigno (la i è presente
nella trascrizione
inchiesta [iŋ’kjɛs.ta] → regola della divisione in sillabe → non esiste in fonetica → La divisione
in sillabe fonetica è diversa da quella ortografica! Quando ci sono due consonanti di fila, queste vanno
sempre separate tra le due sillabe
Es. castano [kas.ta.no]
NB. Il puntino in basso segna il confine di sillaba e non è richiesto nella trascrizione
Bologna [bo’loɲɲa] → Nell’alfabeto IPA non bisogna tener conto delle maiuscole
ancoraggio [aŋko’raddʒo] → non si mette la “i” perchè dopo c’è la vocale “o”
incoscienza [iɱkoʃ’ʃentsa] → non si mette la “i” perchè dopo c’è la vocale “e”
FONOLOGIA
Nella fonetica si registra ogni variazione di pronuncia ed si può definire come una scienza
concreta che ha lo scopo di registrare dettagli di cose concrete, mentre la fonologia è una
disciplina che si colloca in un piano più astratto.
In base alla propria pronuncia la trascrizione può cambiare, ma il significato rimane invariato.
Alcune differenze sonore assolvono una funzione comunicativa in una data lingua (cioè
contribuiscono a distinguere significati)
La fonologia è una disciplina più astratta della fonetica perché studia l’organizzazione e il
funzionamento dei suoni all’interno di un determinato sistema linguistico → capire qual è il
sistema dei suoni
LA NOZIONE DI FONEMA
Domanda da esame
In italiano “r” e “t”, oltre ad essere foni, sono anche fonemi perché sono foni che in una lingua
assumono valore distintivo, cioè questi questi suoni possono distinguere tra parole con
significati diversi, opponendosi ad altri fonemi → unità minima di seconda articolazione e
della fonologia
Il fonema preso da solo non ha significato, ma se si accostano ad altri foni hanno un valore
distintivo.
/ŋ/ fonema in inglese, ma non in italiano [ankora] vs. ['ankora] =+ l'opposizione non è distintiva
['sin] "peccato" vs. ['sin] "cantare"
in inglese, la differenza tra nasale alveolare o velare è
comunicativamente significativa poiché sostituendo l'una all'altra si ottiene una parola diversa;
l'opposizione identifica i fonemi /n/ e /n/
COPPIE MINIME
PER INDIVIDUARE I FONEMI DI UNA DATA LINGUA, OCCORRE UNA PROVA DI
COMMUTAZIONE: se sostituendo un unico fono in una parola di una lingua si ottiene una
parola diversa, allora esiste un’opposizione tra due fon(em)i (ossia, i due foni hanno anche lo
statuto di fonemi) → Es: [‘ma:le] vs. [‘ma:re]; [‘va:no] [‘vi:no]
Coppie di parole uguali in tutto e per tutto tranne che per un fono
- Due parole che si distinguono per un solo fonema costituiscono una coppia minima
- Un fonema che dà adito a un numero cospicuo di coppie minime ha un alto rendimento
funzionale
cf. invece:
→/s/ vs. /z/: nell'Italia del nord, realizzazione unica [z] in posizione intervocalica →
annullamento delle coppie minime ['kjɛ:ze] - ['kjɛ:se]
→ /ts/ vs. /dz/: una sola coppia, [‘rattsa] (etnia) vs. [‘raddza] (pesce)
→ /e/ vs. /ɛ/ AGGIUNGERE ESEMPIO
Trascrizione fonematica:
/a’dʒato/ , /a’rato/
inflazione
Fonetica: in.fla.zio.ne [iɱ.flat’tsjo:ne]
Fonematica: /infla’zione/
ciance
Fonetica: cian.ce [‘tʃantʃe]
Fonematica: /’tʃiantʃe/
chiodo
Fonetica: chio.do [‘kjɔ:do]
Fonematica: /kjɔdo/
incrocio
Fonetica: in.cro.cio [iŋ’kro:tʃo]
Fonematica: /in’krotʃo/
ghiandola
Fonetica: ghian.do.la [‘gjandola]
Fonematica: /’gjandola/
inquadrare
Fonetica: in.qua.dra.re [iŋkwa’dra:re]
Fonematica: /inkwa’drare/
capitano (militare)
fonetica: [kapi’ta:no]
fonematica: /kapi’tano/
capitano (verbo)
fonetica [‘ka:pitano]
fonematica /’kapitano/
COPPIA MINIMA: SI → l’accento ha valore distintivo e per questo motivo si forma una
coppia minima
inverno
fonetica [iɱ’vɛrno]
fonematica /in’vɛrno/
inferno
fonetica [iɱ’fɛrno]
fonematica /in’fɛrno/
corto
fonetica [‘korto]
fonematica /’korto/
colto (part. del verbo cogliere)
fonetica [‘kɔlto]
fonematica /’kɔlto/
COPPIA MINIMA: NO
INVENTARIO FONEMATICO
L’inventario fonematico è l’insieme dei fonemi di una lingua che è stato identificato mediante la
procedura della prova di commutazione (confronto) mediante coppie minime.
Non tutte le lingue hanno gli stessi fonemi: lingue diverse pertinentizzano (selezionano) suoni
diversi, dando luogo a diversi inventari fonematici. In altre parole diverse lingue non scelgono
gli stessi suoni.
ESEMPI:
- Italiano → 30 fonemi (21 consonanti, 7 vocali e due semi-consonanti)
- Francese → 36 fonemi (vocali nasali)
- Tedesco/Russo → 38 fonemi
- Spagnolo → 24 fonemi
- Hawaiano → 13 fonemi
- Rotokas, lingua indo-pacifica (Papua Nuova Guinea) → 11 fonemi (inventario
fonematico più piccolo del mondo finora)
- !xóõ, lingua khoisan (Botswana) → 141 fonemi (122 consonanti)
INVENTARIO FONEMATICO
Le parole [‘fa:uo] o [‘fa:ro] contengono un allofono, ossia una realizzazione fonetica priva di
carattere distintivo sul piano fonologico perché non dà luogo a coppie minime (in questo caso,
realizzazione diversa dovuta a una differenza di pronuncia)
Nell'esempio precedente, la scelta dell'allofono di /r/ non dipende dal contesto; [r] [u] e [ꓤ]
sono varianti libere → appaiono in contesti dove possono occorrere anche gli altri allofoni
dello stesso fonema, senza restrizioni strutturali (es. pronunce regionali, varianti individuali)
→ Varianti libere: dipendono dal singolo individuo e sono libere dal contesto
Consideriamo la distribuzione delle consonanti nasali [n], [ŋ], [ɱ] in italiano:
- [n] → all'inizio di una parola («naso»), tra due vocali (<mano, panno>), in coda di
sillaba davanti ad un 'occlusiva dentale (<stenda, canto>), alla fine di una parola
(<con>)
- [ŋ] → solo davanti ad una consonante velare (<banca, rango>)
- [ɱ] → solo davanti ad una consonante labiodentale (<anfora, invano>)
→ I tre allofoni non compaiono mai negli stessi contesti e sono quindi in distribuzione
complementare: la scelta dell'allofono è condizionata dal contesto; [n] e [m] sono varianti
combinatorie, hanno carattere sistematico e sono realizzate da tutti i parlanti della lingua
Differenza di pronuncia che non ha carattere distintivo, non rientra nella trascrizione fonematica
Varianti combinatorie: corrispondono alle consonanti nasali italiane, che sono caratterizzate da
una variazione di pronuncia. Hanno carattere sistematico e sono realizzate da tutti i parlanti della
lingua; sono inoltre condizionate dal contesto
Trascrizioni fonetiche
rinchiuso [riŋ’kju:zo]
agnolotto [aɲɲo’lɔtto]
acciuffare [attʃuf’fa:re]
disguido [diz’gwi:do]
infanzia
generoso
Marte
[‘marte]
/’marte/
Marche
/’marke/
Si
Pina
[‘pi:na]
/’pina/
pigna
[‘piɲɲa]
/’piɲɲa/
No
gioco
[‘dʒɔ:ko]
/‘dʒɔko/
roco
[rɔ:ko]
/rɔko/
Si
pesche
[‘pe:ske]
/’peske/
pesce
[‘peʃʃe]
/’peʃʃe/
No
MORFOLOGIA
OGGETTO DI STUDIO DELLA MORFOLOGIA
Branca della linguistica che si occupa di studiare la struttura delle parole delle lingue del mondo
-> livello di analisi superiore: significante in quanto portatore di significato
Unità di analisi:
- Morfema = unità minima di prima articolazione (es: can-e)
- Parola = nozione che si presenta al parlante con evidenza intuitiva
La nozione di parola: una definizione problematica
Variazione interlinguistica della “parola”:
- In altre lingue come il tedesco, turco e nederlandese, esistono delle parole che vengono tradotte
come delle vere e proprie frasi che magari in altre lingue non esistono
A livello intralinguistico:
- Luna di miele, cibo per cani, chiedere scusa
- Nontiscordardimé
Tipi di parole:
- Lessicalizzazioni: nontiscordardimé è un’unità originariamente frasale che si comporta
come nome, non è più analizzabile secondo le regole produttive della grammatica
- Nomi giustapposti: divano letto, scuola guida, lista nozze
- Polirematiche: espressioni multiparola -> palla al piede, sala d’attesa, ferro da stiro
- Binomi coordinati: parole legata da preposizione -> anima e corpo, usa e getta, gratta e
vinci
- Verbi sintagmatici: verbo + avverbio -> buttare via, mettere sotto (investire), tirare su
(allevare), stare dietro (prendersi cura di), far fuori (uccidere), mettere dentro
(imprigionare)
- Parole macedonia: parole composte da segmenti di parole indipendenti -> smog = smoke
+ fog, motel = motor + hotel, brunch = breakfast + lunch, vlog = video + blog
Secondo L. Carroll “ two meanings packed in one word”, è il primo che parla di “parole
macedonia”, in Italia sarà Migliorini
Parola fonologica
Una parola fonologica è una sequenza di una o più sillabe avente autonomia dal punto di vista
fonologico
Casi problematici di questa definizione:
- Composti: dal punto di vista fonologico sono costituiti da due unità distinte, caratterizzate da
due accenti -> tagliaerba [,taʎʎa’erba]
- Clitici: (mi, ti, lo, le…) non hanno autonomia fonologica (non hanno accento indipendente) e
non possono quindi essere considerate parole (fonologiche). Es: Giovanna lo chiamò a gran voce
Parola Morfosintattica
Definita sulla base di quattro criteri:
1) Coesione interna: sono parole gli elementi linguistici che non possono essere interrotti
mediante l’aggiunta di altro materiale linguistico -> leone, ma *lteone, *lieone
2) Mobilità: sono parole gli elementi linguistici che possono spostarsi all’interno di una
frase (conformemente alle regole della lingua in questione).-> un leone è passato, è
passato un leone
3) Isolabilità: sono parole gli elementi linguistici che possono occorrere da soli, cioè che
possono costituire un enunciato (ad es. in risposta a domande) -> “Come si chiama
l’animale che ruggisce?” “Leone”
4) Pausabilità: sono parole gli elementi linguistici che possono essere preceduti e seguiti da
una pausa, ma non interrotti -> ^leone^, ma *l^eone o *leo^ne (^ = pausa)
Coppie minime
toglie - toghe [‘tɔʎʎje] /’tɔʎʎe/ - [‘tɔ:ge] /’toghe/ → NO
chiedere-cedere [‘kje:dere] /’kjedere/ - [‘tʃe:dere] /’tʃedere/ → NO
gnocco-Rocco [‘ɲɔkko] /’ɲɔkko/ - [‘rɔkko] /’rɔkko/ → SÌ
La nozione di morfema:
Unità minima di prima articolazione, il più piccolo pezzo significante di una lingua portatore di
significato proprio.
La morfologia studia unità che possiedono dei significanti ma che hanno anche un significato
I morfemi sono classificati attraverso due concetti:
➢ Funzionale: in base alla funzione dei morfemi, al valore che recano nel contribuire al
significato delle parole (i morfemi sono identificati in base alla loro funzione, cioè si
guarda il contributo di ciascun “mattoncino” alla costruzione completa dell’”edificio”
parola) → ESEMPIO: vit-a , vit-al-e → veicolano un contenuto lessicale (quello che la
parola significa, mi fa capire quello di cui stiamo parlando). La radice di questa parola le
danno un significato concreto in quanto esprimono un concetto. Le vocali “a” ed “e”
servono a distinguere il genere della parola; “al” rende il sostantivo “vita” in un
aggettivo. Questo tipo di morfemi serve a creare parole nuove a partire da parole
esistenti.
➢ Posizionale: in bbase alla posizione che i morfemi assumono nella parola e al modo in
cui contribuiscono alla sua struttura → ESEMPIO: de-vit-al-izz-a-re → Esistono
morfemi che si collocano prima e dopo il tema (de-vitalizzare)
Classificazione funzionale
Esistono due tipi di morfemi:
Hanno un valore molto più astratto e si suddividono a loro volta in due sottoclassi
- derivazionali → Esempio: “-al” → derivano parole nuove a partire da parole esistenti
- flessionali → flettono la parola e danno luogo a forme diverse di una stessa parola →
Esempio: pizzeri-a, pizzeri-e → esprimono il genere, il numero e tempo, modo e
persona dei verbi
Classificazione posizionale
- Una parola piena deve contenere almeno un morfema lessicale guant-o, dorm-i-re,
asciugaman-o vs il (non contiene una parte lessicale → non è una parola prototipica,
parola vuota)
- Un morfema lessicale da solo, però, non può costituire una parola autonoma (in italiano)
*guant, *dorm, *asciugaman
- Per costituire parole, i morfemi lessicali si combinano con degli affissi, ovvero dei
morfemi grammaticali che si uniscono ad una radice → Diversi tipi di affissi in base
alla posizione che occupano rispetto alla radice, che costituisce il perno attorno al
quale si costruisce la parola
Tipi di affissi:
➢ Prefissi: morfemi grammaticali aggiunti prima della radice e hanno valore derivazionale
➢ ESEMPIO: s-collegare, in-utilizzare, pre-allarme
➢ Suffissi: sono morfemi grammaticali aggiunti dopo la radice e in italiano hanno valore
flessionale oppure derivazionale
➢ ESEMPIO: scolleg-a-re, preallarm-e
→ NB. In italiano, i suffissi di natura flessiva (anche detti desinenze) e
➢ Infissi: sono morfemi grammaticali collocati all’interno della radice → l’infissazione può
creare morfemi discontinui
ESEMPI:
● Italiano → saltello > salterello, topino > topolino, piantina > pianticina, cagnone >
cagnolone: significato connotativo
● Latino → rupi "ruppi" vs. rumpo "rompo"; vici "vinsi" vs. vinco "vinco"
● Greco antico élabon "presi" vs. lambáno "prendo"
● Tagalog (lingua austronesiana, Filippine)
● samahan "accompagnare" vs. sinamahan "ha accompagnato"
● Processo morfologico piuttosto raro nelle lingue del mondo
➢ Circonfissi: sono morfemi grammaticali discontinui (si dividono in due parti), aggiunti
prima e dopo la radice
➢ Esempio: ge + radice verbale + t
➢ tedesco → tanzen “ballare” > getanzt “ballato”
➢ nederlandese → maken “fare” > gemaakt “fatto”
➢ Transfissi: sono morfemi che si incastrano alternativamente dentro la radice, dando
dunque luogo a discontinuità sia nell’affisso che nella radice →“Pettine morfemico”
tipico delle lingue semitiche: il morfema grammaticale si inserisce “a pettine” tra gli
elementi di quello lessicale (in arabo, i morfemi vocalici discontinui dal valore
grammaticale si intersecano secondo moduli regolare a raadici triconsonantiche
ESEMPIO: radice KTB “scrivere” → kataba “egli scrisse”
SCOMPOSIZIONE IN MORFEMI
➔ Come possiamo isolare i morfemi costituenti una parola?
◆ Prova di commutazione: confronto una parola con altre parole molto simili, che
contengano presumibilmente uno o più morfemi che vogliamo individuare
● Dent|ale
● Dent|ista
● Dent|e
● Autunn|ale / al ed e sono due morfemi diversi perché
● Dent|ale /
● dent-: radice del nome dente (oppongo denti a dent-e)
● -al-: morfema derivazionale suffissale, forma aggettivi da nomi
● -e: morfema flessionale suffissale, indica numero singolare
a-soci-al-e → prefisso derivazionale (-a, contrario di sociale), soci ( lessicale), -al (morfema
derivazionale), -e (morfema flessionale) / Abbreviazioni → aDER-sociLESS-alDER-eFLESS
manto [man.to]
smontaggio → sDER-montLESS-aggiDER-oFLESS
mango [man.go]
Scomposizione in morfemi
irrealizzabile irDER-realLESS-izzDER-abilDER-eFLESS
disgraziato disDER-graziLESS-atDER-oFLESS
inospitale inDER-ospitLESS-alDER-eFLESS
sfortunatamente sDER-fortunLESS-atDER-(a)menteDER
Morfema e allomorfo
→ Distinzione parallela a quella che esiste in fonologia tra fonema e allofono: l’allomorfo è la
variante formale di un altro morfema equifunzionale con cui è in distribuzione
complementare
➢ Plurale inglese
○ cats [‘kats]
○ dogs [‘dɔgz]
○ boxes [‘bɑksɪz
➢ Il prefisso negativo in italiano
○ inutile
○ illogico
○ impossibile
○ irrilevante
Supplettivismo
quando i morfemi di una serie, hanno rapporti semantici (stesso significato, equifunzionali) ma
non hanno nessun evidente rapporto formale e quindi sono diversi. La differenza formale è
quindi estrema.
➔ Paradigma di andare
vado andiamo
vai andrò
va andai
vanno andrei
➢ In questi casi il rapporto lessicale è “dato”, non ricostruibile, e deve essere memorizzato
come tale
Altri processi sono poco comuni in italiano (serve a esprimere significati pragmatici →
esempio: piano piano → molto piano), ma diffusi in altre lingue:
Famiglie di parole
Sono l’insieme delle parole formate tramite derivazione a partire da uno stesso morfema lessicale
Composizione
Processo morfologico che porta alla formazione di parole nuove, costituite da due o più
morfemi lessicali (contribuiscono alla parola formando il significato concreto)
ESEMPIO:
La testa assegna al composto la propria categoria lessicale (nome, aggettivo, verbo,...), le proprie
caratteristiche semantiche (tratti del significato) e i propri tratti della flessione
(es: camera oscura) → testa: femminile → la seconda parte diventa di genere femminile
Sono composti esocentrici: non hanno una testa esplicita all’interno della parola, ma rimandano
ad un referente esterno
➔ Tipologia molto produttiva in italiano: verbo+nome
◆ esempi: pelapatate, cavatappi,...
Esercizi
Scomporre in morfemi i seguenti composti, sottolineandone l’eventuale testa:
cavaLESS-tappiLESS → esocentrica
arcoLESS-balenLESS-oFLESS
cavolLESS-fiorLESS-iFLESS
sottoLESS-passaggiLESS-oFLESS
tagliaLESS-erbaLESS
cassLESS-aFLESS-fortLESS-eFLESS
francoLESS-bollLESS-oFLESS
Testa e flessione
infelicità [iɱfeli‘tʃi’ta]
angheria [aŋge’ri:a]
ghigliottina [giʎʎot’ti:na]
Coppie minime:
Scomporre in morfemi:
ArDER-ricchLESS-iVOC TEM-reFLESS
DisDER-interessLESS-amentDER-oFLESS →
ApDER-propriLESS-atDER-(a)menteDER
SenzaLESS-tettoLESS
MezzoLESS-giornLESS-oFLESS
Accalappia-cani
MarciaLESS-piedLESS-eFLESS
RompiLESS-ghiaccioLESS
Capo-cuoc-oFLESS
Tipologia morfologica
→ Tipologia delle lingue basata sulla struttura delle parole (le prime indagini tipologiche hanno
riportato quello che segue)
➢ Dato che parole possono svolgere più funzioni sintattiche, l’ordine delle parole e gli
indicatori lessicali (avverbi di tempo, etc.) hanno un’importanza fondamentale
➢ Una stessa parola può svolgere più funzioni sintattiche senza alterare la sua
configurazione formale
○ Vietnamita
LINGUE AGGLUTINANTI
Le parole hanno una struttura complessa, ma ogni morfema esprime un solo significato
(principio ”una forma - una funzione”)
LINGUE FUSIVE
Le parole hanno una struttura complessa dove spesso un solo morfema assume più funzioni e
sono frequenti le irregolarità
→ Le parole esprimono tutte le relazioni che nelle altre lingue sarebbero espresse da una frase
intera
→ Giustapposizione di più morfemi lessicali in una sola parola: il verbo “incorpora” i suoi
argomenti e i complementi
- Lingue isolanti: corrispondenza tendenziale 1:1 tra morfema e significato, confini stabili tra
morfemi, molte parole-funzione in luogo di affissi, molte parole monomorfemiche
- Lingue agglutinanti: corrispondenza tendenziale 1:1 tra morfema e significato, confini stabili
tra morfemi, parola tipica formata da più morfemi
- Lingue fusive: morfemi gramma;cali frequentemente cumula,vi (rapporto 1:>1 tra significa; e
morfemi), confini tra morfemi sogge@ a erosione, parola ;pica formata da più morfemi
- Lingue polisintetiche: caso estremo di agglu;nazione, parole che incorporano più morfemi
lessicali
DopoLESS-guerraLESS
StuzzicaLESS-dentiLESS
BagnLESS-asciugaLESS
MaleLESS-odorantLESS-eFLESS
MangiaLESSnastriFLESS
CascaLESS-mortLESS-iFLESS
CacciaLESS/vitLESS-eFLESS
CapoLESSsquadraLESS
Sintassi
Oggetto d’indagine della sintassi
→ livello di analisi che ha per oggetto la combinazione delle parole e la struttura delle frasi (<
greco syntaxis: sin ‘insieme’ + tássein ‘ordinare’) = disciplina che studia le parole come
vengono ordinate insieme, meccanismo di combinazione della parole in una lingua
→ grazie alle nostre capacità come madrelingua riusciamo a capire quando una frase è
ordinata correttamente, sentiamo come suona
Es: (Pietro ama Maria è diverso da Maria ama Pietro) = il messaggio cambia in base all’ordine
delle parole, manipolo il significato
Es: Ma intanto il sole schicchera gigliese / e sgnèllida tra cròndale velivine (Maraini) = sapere
esattamente dove mettere le parole quando le combino insieme
Frase: entità linguistica che funziona come unità comunicativa, che costituisce un blocco
autosuciente nello scambio internazionale:
ES: scrivo una cartolina, spegni la luce, Mario ha incontrato un collega in aeroporto...
→ tipicamente, contiene una predicazione espressa da verbi, ma non sempre (es: Carino
questo film! - Un gelato, per favore - Italia fuori dai gironi) = FRASI NOMINALI: messaggi
autosucienti in cui la predicazione è trasmessa da nomi o aggettivi
Sintagma: minima combinazione di parole che funzioni come unità della struttura frasale; i
sintagmi si collocano a un livello intermedio tra la parola e la frase è hanno complessità e
autonomia variabile (sotto blocchi della frase, costituita da raggruppamenti di parole)
Sintagma nominale (SN): costruito intorno a un nome; la testa è N (es: la copertina blu -> la
copertina, copertina blu MA *la blu)
Sintagma verbale (SV): costituito intorno ad un verbo; la testa è V (es: ho dormito bene, vado al
parco)
Sintagma aggettivale (SAgg): costituito intorno ad un aggettivo; la testa è AGG (es: molto unito
a Gianni, poco intelligente)
Sintagma preposizionale (SPrep): costituito intorno ad una preposizione; la testa è Prep (es: per
Parigi, con la matita)
Sintagma avverbiale (SAvv): costituito intorno ad un avverbio; la testa è Avv (es: abbastanza
rapidamente, molto bene)
Caso un un po’ speciale: la preposizione testa da sola non è utilizzabile come sintagma (per
Parigi, ma *per); tuttavia, la preposizione “regge” il SN che introduce
Es: Ex urbe reges exacti sunt = “I re furono scacciati dalla città” Ad urbem appropinquo = “mi
avvicino alla città”
Attenzione: alcune parole conoscono sia uso avverbiale, sia uso preposizionale
Il principio generale per l’analisi delle frasi è ancora una volta basato su scomposizione e
segmentazione:
- Fonologia: fonemi
- Morfologia: morfemi
- Sintassi: sintagmi e parole
Scomposizione di una frase in costituenti immediati: analisi organizzata su più (sotto) livelli, fino
al livello ultimo, quello delle parole; i costituenti individuati per ogni livello sono i costituenti
immediatamente desumibili dal livello superiore, ossia i “pezzi” sempre più piccoli, di cui è
costituita una frase. Permette di:
Diagrammi ad albero
ESERCIZI: tracciare il diagramma ad albero della frase
Mio cugino ha comprato una macchina Il treno ad alta velocità è partito dalla
nuova stazione
Determinanti
ESEMPIO:
→ In un albero, ogni elemento sul ramo di destra di un nodo è in relazione diretta (ad es.
modifica, o è modificato) con quello alla sua sinistra sotto lo stesso nodo (costituente fratello)
Esempio: Una ragazza molto bella
- Trascrizioni fonetiche:
rischioso [ris’kjo:zo]
conchiglia [kon’kiʎʎa]
accidia [at’tʃi:dja]
linguistica [lin’gwistika]
- Coppia minima:
Sì
- Scomposizione in morfemi:
Albero sintattico: Il giardiniere del parco pubblico ha potato le rose con grandi cesoie
TIPOLOGIA SINTATTICA
L’ordine dei costituenti (elementi della frase) basici nelle lingue del mondo
Esistono sei ordini logicamente possibili: SVO, SOV, VSO, VOS, OVS, OSV
POSSIBILI SPIEGAZIONI ALLA BASE DEGLI ORDINI DEI COSTITUENTI PIÙ
FREQUENTI
▹ Tipicamente, il soggetto coincide con il topic, ossia l’entità nota su cui si predica qualcosa
di nuovo → Se il soggetto precede il verbo, la frase è più facile da produrre, ma soprattutto da
processare e comprendere
▹ Principio di precedenza: prominenza e priorità logica del soggetto (spesso, referente che
compie l’azione) rispetto all’oggetto (spesso, referente che la subisce): il soggetto tende a
precedere l’oggetto
▹ I due ordini più frequenti in assoluto, ossia SOV e SVO (= circa 87% delle lingue del mondo)
rispettano anche il principio di adiacenza: il verbo e l’oggetto tendono ad essere contigui
(vicini), data la dipendenza semantica e sintattica dell’oggetto dal verbo
→ VOS e OVS violano il principio di precedenza; OSV li viola entrambi; sono quindi ordini
dispreferiti nelle lingue del mondo (solo 3%!)
Iconici: elementi vicini a livello semantico (V & O) tendono a essere vicini nell’ordine della
frase
➢ Strategia di information packaging: la disposizione lineare del materiale linguistico è
legata all’organizzazione mentale dell’informazione
Visto che la mente (percezione della realtà, concettualizzazione delle esperienze, organizzazione
mentale dei concetti) è uguale per tutti gli uomini, caratteristiche linguistiche costanti sono da
ricondurre a caratteristiche costanti della mente umana
UNIVERSALI ASSOLUTI
Tutte le lingue del mondo si comportano allo stesso modo in relazione ad un solo parametro
inDER-fornLESS-aVT-reDER
reggiLESS-calzeLESS
riDER-modellLESS-amentDER-oFLESS
acDER-contentLESS-aVT-reDER
pescLESS-eFLESS-pallaLESS
sordoLESS-mutLESS-oFLESS
paurLESS-osDER-(a)menteDER
CENNI DI PRAGMATICA
Oggetto di indagine della pragmatica → Parlare come agire sociale nel mondo: la pragmatica
si occupa dell’impiego e dell’effetto dei segni sul comportamento dei partecipanti alla
comunicazione
La pragmatica tratta l’uso linguistico in un determinato contesto, ovvero socialmente e
culturalmente situato e l’effetto che questo impiego ha su coloro che partecipano alla
comunicazione.
→ Parlando, compiamo delle scelte in base al contesto per perseguire degli obiettivi comunicativi
Competenza comunicativa “riguarda quando parlare e quando tacere, e cosa dire, a chi,
quando, dove e in quale modo” (Hymes 1972)
Atti linguistici
Speech act: unità minima della comunicazione, che ci consente di compiere, con mezzi
linguistici, un’azione sociale (Searle 1969)
Livello illocutivo
Fa caldo oggi
Su un ascensore a uno sconosciuto (un fatismo) → usare la lingua per riempire un silenzio,
senza uno scopo definito
- al contesto
- alle conoscenze condivise
- agli indicatori di forza illocutiva
LE MASSIME DI GRICE
1) Massima della quantità: dai un contributo appropriato sotto il profilo della quantità
di informazioni → Esempio: “che giorno è oggi?” → tipicamente rispondiamo “Il
21/lunedì”, ma non diremmo mai “lunedì 21 novembre 2022 dopo Cristo”
2) Massima della qualità (non dire cose che credi false o che non hai prove per
dimostrare che siano vere) → Esempio: sono le dieci (ho buoni motivi di credere che lo
sono: ho un orologio, l’ho sentito alla radio, la campana ha battuto le dieci)
3) Massima della relazione: (sii pertinente) → Esempio: “Quella ragazza è proprio
simpatica” “Ti va una spremuta?”
4) Massima del modo: (sii chiaro: fa in modo che ciò che dici sia comprensibile e ordinato;
evita ambiguità d’espressione)
1) Ironia:
2) Reticenza: (due professori interrogano a un esame) “Com’è andato quello studente?”
“Sa l’italiano” (l’informazione non è falsa ma è insufficiente: infanta la massima della
quantità”
3) In ossequio a un’altra massima: “Dove abita Gianni?” “In qualche posto del nord
della Puglia, tra il Gargano e Barletta (il parlante viola la massima della quantità per
non violare quella della qualità, in quanto ritiene di non saperne abbastanza per essere
più preciso”)
4) Per ristabilire atteggiamenti cooperativi: Se A e B discutono animatamente, C può
interromperli e cambiare bruscamente argomento per farli smettere
CORTESIA E FACCIA
Secondo loro, la cortesia ha a che fare con una nozione sociologica, ovvero la faccia, espressione che
appunto deriva dalla sociologia.
Che cos’è la faccia? → Ciò che ogni individuo mette in gioco nella comunicazione e nella relazione
con gli altri, ossia l’immagine di sé; il valore sociale positivo che ognuno rivendica attraverso il suo
comportamento (Goffman, 1964)
Cortesia → L’insieme delle strategie per salvaguardare la faccia propria e altrui per tutelare l’armonia
sociale
Scusa, potresti mica aiutarmi a tirare giù la mia valigia che è pesantissima? → Tipicamente in
queste situazioni chiediamo scusa non perché abbiamo fatto un danno, ma perché invadiamo
lo spazio dell’altro
STRATEGIE DI CORTESIA
sciroppo [ʃi’rɔppo]
sdebitò [zdebi’tɔ]
Agnese [aɲ’ɲe:ze]
zuccherato [dzukke’ra:to]
Cina [‘ci:na]
china [‘ki:na]
SI