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Perché alcuni sono in grado di fare tali meccanismi o in italiano sa adempiere alla sintassi, alla fonologia, e altre no?
La linguistica studia anche la comunicazione.
La definizione tecnica deriva da De Mauro che studia la lingua, parlare e saper usare.
Dire che la linguistica studia le lingue vuol dire che essa studia i resti parlato, scritti. Quando si dice testo, non bisogna
pensare al testo materiale ma un insieme di parole strutturate o precisamente un insieme strutturato di parole.
Questo insieme può essere dialettale, nazionale, antico. Alcuni esempi di tali lingue sono presenti quindi non si parla di
lingue solo straniere territoriali come francese o inglese, ma si parla di diversità di tipi di lingue come l’italiano
trasmesso, parlato, scritto, dialettale.
Studia i testi prodotti dai parlanti.
Prova anche a far giudizi, ma il giudizio richiama un po’ le manifestazioni possibili e impossibili di una lingua.
Il linguista cerca di capire perché in una lingua un testo è accettabile o non accettabile.
Chi accetta o non accetta il testo?
I parlanti. Non giudica la forma corretta o scorretta. Non fa questo la linguistica ma riflette sul perché dei costrutti sono
inaccettabili.
Chi è il linguista?
Colui che cerca di comprendere le lingue. Non è colui che corregge.
Chi è l’interprete?
Di solito egli ha a che fare con dimensioni linguistiche, alla quale si affida anche la figura di traduttore. L’interpretariato
è un mediatore linguistico in sincronia, parla e traduco interpretando, riguarda la dimensione prettamente orale.
Traduttore= traditore poiché di mezzo vi è l’interpretazione. Non si conosce l’intenzionalità.
Chi è il filologo?
L’oggetto di studio è sempre la lingua e la studia per poter interpretare i cambiamenti linguistici nel tempo partendo
dai testi, studiare il greco, il latino con approccio filologico.
A partire dalla Bibbia si osserva filologicamente il testo.
Non esiste un oggetto a priori, quando decido di studiare la lingua in quel momento assumo una prospettiva di analisi.
Significa che ritaglio il mio oggetto di studio della lingua e ne decido la metodologia o l’approccio di studio.
Assumere un approccio di acronimo e vedere il cambiamento dell’uso di una parola in cento anni, che comporta
variazione di uso e significato= ho assunto la prospettiva di acronica.
Questo non esiste a priori. Esiste la parola, ma poi bisogna spiegarla a seconda delle diverse analisi linguistiche.
Tutto filologo, filosofo... studiando la lingua come mezzo per fare altro.
Interprete, per fare altro e tradurre, non per studiare la lingua, a meno che non si voglia avere come fine la linguistica e
diventare linguista.
La lingua è naturale?
Si. Ma c’è qualcosa che lo differenzia, la storicità.
La storicità è la lingua nel tempo legata al contesto e al mondo.
Per questo si dice che le lingue italiano o francese, sono lingue storico-naturali.
-Le lingue sono vive, sono morte (metafora fine 700 inizio 80”) = la linguistica è tra le scienze umane e le scienze pure.
LA CLASSIFICAZIONE LINGUISTICA
Classificate in più categorie non per il numero di parlanti. Ma per nome, famiglie linguistiche.
L’italiano appartiene alla famiglia linguistica una, rispetto le altre 7000.
“L’italiano appartiene alla famiglia indoeuropea e si usa come lingua di istruzione”
L’italiano digitale cresce.
Si trova nella letteratura nei giornali, nel testo biblico: i cosiddetti media.
Classificazione genealogica
Due lingua fanno parte della stessa classificazione genealogica, se derivano entrambe da una medesima lingua.
Le lingue sorelle sono italiano francese portoghese spagnolo poiché derivano dalla stessa lingua, lingua madre.
La lingua materna= in senso nato, superata la questione del genere.
La lingua madre è metafora di linguistica storica.
Riflettere sull’origine delle lingue per una lingua madre.
La lingua madre dell’italiano e il latino, della famiglia indoeuropea.
Come si arriva a tale risposta?
1- grazie alla filologia
2- grazie alla linguistica storica
classificazione areale
Nella lega linguistica balcanica vi sono lingue dalle famiglie diverse:
lingue slave: macedone, turco, indunese che presentano determinate caratteristiche.
greco moderno
albanese
classificazione tipologica
Se la linguistica studia la struttura delle lingue esse vengono descritte anche per la struttura che le caratterizza. Questo
tipo di classificazione si dice tipologica. In essa in una stessa classe o categoria rientrano lingue anche a famiglie
diverse o distanti tra di loro geograficamente. Perché fanno parte della stessa categoria?
Poiché simili dal punto di vista strutturale: fonemi, semantica, grafemi.
Alcuni appartengono alla stessa semantica per i nomi della parentela.
28/02
classificazione morfologica
1) Il primo criterio linguistico è classificare la lingua in base al numero dei parlanti anche se, non interessa molto al
linguista. È una classificazione che si usa soprattutto in ambito scientifico per sondaggi
2) Il secondo criterio è la geografia anche se, il linguista è interessato ad altro.
In una lingua si ha
la frase che struttura il testo
I sintagmi strutturano le frasi
Le parole strutturano i sintagmi
I morfemi strutturano le parole
I fonemi strutturano i morfemi
Oltre alla parola grafica (macchina da scrivere= forma scritta) esiste la parola fonologica (accenti, fonotassi) utile a
distinguerla tra le varie lingue o parole simili in una stessa lingua.
Esiste anche la parola morfologica (grammaticale-sintattica).
Una parola è tale poiché ha un significato per il parlante.
Libreria è una parola con la quale si fa qualcosa con i libr…
Morfema lessicale = libr
Morfema grammaticale = eri
morfema sintattico= a (indica femminile e singolare)
Una parola è sintattica se dispone di autonomia sintattica: la mela, oggi, il bambino..
Solo analizzando come si struttura il morfema di una parola possiamo individuarne l’analogia come -libro, libricino,
libreria, libraio,librettista.
-nero,nera,neri,nere:
O
A Indicano il numero e il genere
I
E
Le lingue in base alle minime unità di cui si compongono, sono distinte su base morfologica in:
lingue fusivo-flessive
Lingue agglutinanti
Lingue isolanti
Lingue polisintetiche
Per definirle tali, bisogna prendere la parola della lingua ed analizzarla come si comporta.
Si utilizzano due indici:
~indice di sintesi=parla del numero di morfemi all’interno di una parola; se si scrive 1:1 si indica che quella parola ha un
solo morfema (come “tu”); se si scrive 3:1 indica che si hanno tre morfemi in una parola.
Quando pensiamo all’indice di sintesi pensiamo alla quantità dei morfemi
~indice di fusione=unire i morfemi nella parola (come “ner-a”= morfema+significato).
Quando pensiamo all’indice di fusione pensiamo alla qualità ossia i significati possibili espressi dal morfema
Lingua fusivi-flessiva {greco antico/moderno, latino, lingue germaniche antiche/moderne, lingue slave..}
(molte non appartengono alla stessa famiglia ma allo stesso tipo morfologico) —> latino e italiano
puellarum [2:1]—> puell (ragazza)- arum (molteplici significati poiché indica caso,genere,numero)
belle bambine [3:1]—> bell (significato di bellezza)-e (genere e numero)
Sono implicati due indici cioè di fusione e sintesi.
2/03, la fonetica
Secondo un linguista ginevrino, a cui è assegnata la nascita della linguistica moderna, per comprendere un segno
linguistico nonché una parola bisogna rispettare alcuni campi come la fonetica.
Fonetica e fonologia hanno in comune “fon” e lo studio del suono ma in maniera differente.
Fonologia= studio del fono, il suono che in linguistica è qualcosa che noi percepiamo e che ha una funzione.
Fonetica= studia i suoni
Suono
Fono fonema
fonetica
Operazioni di conversazione
La trascrizione: per comprendere dove deve cadere un accento. Rappresenta la pronuncia di una parola.
La traslitterazione: prende come scrittura di riferimento il latino per poter trascrivere qualcosa di diverso dalla nostra
lingua.
La nostra lingua è una lingua alfabetica, ma esistono anche quelle ideografiche, sillabiche …
Nella scrittura alfabetica il valore del grafema è il fonema.
Nella scrittura sillabica il valore del grafema è una sillaba come la lingua cinese.
Nella scrittura ideografica il grafema richiama una nozione/ un significato.
La traslitterazione serve per poter leggere una lingua così con la trascrizione siamo capaci di scriverla.
15/03
Il fonema
Ricostruzione
ri= morfema derivazionale
costru= lessicale
zion= derivativo
e= flessivo
Il morfema può essere libero o legato = legato si giudica che dev’essere legato ad un’altra entità per avere significato
mentre libero vuol dire che da solo ha significato.
Libro cui morfema libr non è autonomo sul piano sintattico quindi dal punto di vista dello statuto è legato. L’altro
morfema è o che medesimamente, è legato.
Domani ha un morfema lessicale do ed è libero cioè ha autonomia sintattica.
Il morfema grammaticale raramente è libero a meno che, non si voglia usare come nome in un’analisi (“il prefisso ri
serve a…”)
Io, tu, noi sono morfemi invariabili e non scomponibili.
L’ultimo parametro è la distribuzione. Vi sono i prefissi detti così poiché vengono prima del morfema lessicale; nel caso
di ricostruzione il prefisso è ri perché precede la parola è il morfema lessicale. Questo vale esclusivamente per il
prefisso quindi si mette da parte la parola dunque un prefisso è tale poiché precede il morfema lessicale.
Il suffisso segue il morfema lessicale. In ricostruzione il suffissò è zion.
Il verbo che dà origine a queste parole è affissazione che in entrambi i casi può seguire o precedere.
Il vero suffisso è solo quello derivativo.
Ad esempio libreria deriva da libro e da libr quindi io ho aggiunto io suffissò derivativo a libr.
Come si forma il maschile plurale? Aggiungendo la i al morfema lessicale; è flessivo.
Transfisso significa attraversare la parola.
Infisso significa tagliare la parola ma è nella parola= nel morfema lessicale.
O è un suffisso flessivo.
La flessione nella parola Libro segue. Se volessi renderla transfisso diventa ilobr.
Il circumfisso circonde il morfema lessicale.
Ma anche il suffisso e l’Infisso lo circondano.
Costruire è parola semplice mentre costruzione è derivata.
Ricostruzione ho aggiunto il prefisso.
Nella parola libricino, icin, non è solo un infisso perché è nella parola ma è un suffissò perché segue il morfema
lessicale.
Io tu poi con bar ieri sono morfemi liberi che coincidono con la parola e hanno un solo morfema tante che si dicono
parola monomorfemica.
Pag.187= aggettivo biplanare
Vi è un piano che corrisponde a un altro
Libro
significato di libr: immagine mentale di quello che si vede su un tavolo
O: corrispondono due significati.
Aggettivo nero dove la o ha due significati corrisposti a una forma.
La biplanarità riguarda il rapporto tra significante e suo significato.
Il morfema è entità biplanare? Sono in alcuni casi.
La o di nero alla sua forma corrisponde due significati.
Quando il morfema ha più di un significato si dice cumulativo.
Maria è simpatica.
{Ha ucciso l’uomo col coltello: non si sa chi possedeva il coltello—> ambiguità delle
Parole nelle frasi}
la è, è un morfema lessicale-flessivo- cumulativo cioè ha molteplici significati= essere,presente,indicativo,singolare….
Questa è la di osserva dal punto di vista morfologico diventa morfema ed ha significato.
Pacchetto morfemico: perché ha un insieme di più significati.
Sinonimo di significante è forma, espressione.
I significati indicano il contenuto della parola e ogni contenuto per poter essere comunicato deve avere un’espressione.
A ogni espressione del morfema corrisponde un significato.
Morfo zero= entità che non ha espressione però anche se non c’è, vuol dire qualcosa.
Es. kniga in russo cioè libro (nominativo-singolare) il suo genitivo si forma eliminando il morfema flessivo
Il simbolo rosso indica il morfo zero
Knig è genitivo plurale.
Il significato c’è ma quale è la forma del genitivo plurale è il morfo zero.
-Amo / Ami / Ama: am-o/ am-i/ am-a —> persona, singolare
-Amavo / Amavi/ amava : am-av-o / am-av-i / am-av-a
-Amerò / Amerai/ amerà: am-eró —> eró ha significato di persona, numero, tempo, modo / am-erai / am-er-à —>
persona, numero
Amo= am-morfo zero-o
Solo se nella lingua esiste il morfema nella sua interezza cioè se esistono i morfemi che hanno significato di modo e di
tempo posso usare 0 come motivazione.
Ma se non c’è non posso. Prendiamo l’inglese dove non si verifica. per essere morfo zero esso deve e strade nel
paradigma che in italiano è av, er e zero che indicano il modo indicativo e il tempo.
Morfo vuoto= il contrario del primo cioè esiste nella parola ma non ha espressione.
Amavo—> am-a-V-o : amare-?-imprefetto-1*
Singolare
La a di amavo o la e di temevo si chiama vocale tematica ma se vengono lasciate sole che cosa significano?
Hanno una forma non hanno significato preciso cioè il mordo c’è ma è vuoto non ha significato preciso.
Morto vuoto e zero, mettono in discussione i modelli di entità e disposizione.
Liberazione è una parola complessa e derivata poiché deriva da libera
Il morfema zione è un morfema deverbale cioè rappresentazione è l’azione del rappresentare, liberazione è l’azione del
liberare.
-liberazione: liber-a-zion-e
-liberare: liber-a-re
L’allofono è la variante fonetica
Il morfema di {NEGAZIONE} è in cioè nega l’accettabile.
Accettabile: abil o ibil è un morfema derivativo aggettivale del verbale.
Il verbo potere è espresso da ibil o abil
Illogico: il-logic-o
Irrisolto: ir-risolt-o
Impossibile: im-poss-ibil-e
Inaccessibile: in-access-ibil-e
Prefisso in con la n nasale ed una p alveolare. Non posso dire inpossibile ma devo sostituirla con la m labiale
Ogni allofono ha un fonema di base: nasale velare da quella alveolare
Lo stesso vale per la morfologia cioè ogni allomorfo ha un morfema di base
Indica la variante e il diverso.
Cosa mi fa cambiare la nasale a labiale? Il suono. Si verifica una regola cioè la regola di assimilazione
23/03 + 4/04
i segni linguistici
Per comprendere la nozione di segno linguistico, la Saussure (teorico), si parte da un filosofo Peirce.. Poi ci rifacciamo
alla nozione di valore, poi di arbitrarietà e anche dei limiti dell’arbitrarietà.
la semiotica e la linguistica
Charles Sanders Peirce, dice che la semiotica è la scienza che studia i segni. la lingua è un insieme di segni anche in
senso manuale. I messaggi si distinguono in verbali e non verbali che sono utilizzati per comunicare.
La semiotica studia i segni in generale, mentre la semiologia studia i segni linguistici. Saussure è un semiologo mentre
Peirce è un semiotico.
Cos’è un segno? John Locke lo definisce come colui che ci aiuta a esprimere o interpretare qualcosa.
Peirce fece una classificazione dei segni in cui compare
un’icona (similarità, rapporto di analogia come un cestino che indica il gettare rifiuti)
un indice (non linguistico ma si parla ad esempio di contiguità naturale come la presenza del fumo che fa
comprendere la presenza di un incendio);
simbolo (contiguità convenzionale come simbolo religioso).
Le impronte sono dei segni e si classificano nell’indice poiché sono in rapporto naturale l’espressione e il contenuto.
Nella colomba vi è rapporto convenzionale tra espressione e contenuto.
Altri segni sono le parole, la lingua. Un cartello con scritto “vietato fumare” sono un’icona. La parola cane ad esempio è
un’icona. Anche le parole abbaiare, miagolare sono icone poiché rimandano al verso dell’animale.
Cambia l’oggetto o la lingua, cambiano i segni: un gallo inglese o francese avrà un verso diverso da quello italiano.
il triangolo semiotico
Secondo l’approccio cognitista non referenzialista strutturalista, per comprendere il segno ha un ruolo fondamentale
l’interpretante.
“Il segno è qualcosa che sta per qualcuno, al posto di qualcos’altro (al posto dell’oggetto) sotto certi aspetti o
capacità”.
Gli apici del triangolo sono: qualcosa (SEGNO); qualcuno (INTERPRETANTE); qualcos’altro (OGGETTO).
La parola “libro” è un segno linguistico.
13/04
La semantica
Cos’è il significato?
È una domanda che non riguarda unicamente il significato. Significato definito da Saussure astratto e meno tangibile
del significante in quanto massima espressione del mentale.
Significato = descrizione dell’uso della parola
Il senso qui è metalinguistico-filosofico.
Riflettiamo sulla nozione di significato—> si chiamano in causa il linguaggio, pensiero e realtà.
Pag.310 vi è un triangolo= il triangolo della significazione= una rappresentazione metaforica che rappresenta di cosa ha
bisogno la comunità studentesca per comprendere cos’è un significato poiché il concetto di linguaggio, pensiero e
realtà sono altrettanto complessi.
Peirce come altri studiosi riflettono sulla nozione di significato. Peirce (semiotico) chiama simbolo o linguaggio, “il
segno”….
Le semantiche sono tre:
semantica referenziale= il significato è la relazione tra linguaggio-simbolo e il suo referente. Da qui semantica
referenziale e referenzialismo. La semantica referenziale non tiene conto del pensiero. Secondo i referenzialisti,
il significato è l’informazione sulla parola e consiste nel legame tra parola e referente per questo, il
referenzialismo è definito anche anti-mentalismo. Per i referenzialisti a differenza di Saussure, il significato non
è concetto ma è entità esterna.
Pag.322–> riquadro 2 delle corrispondenze terminologiche. Qui Frege introduce la distinzione tra senso e significato.
La langue è un sistema mentre parole è l’atto di saper parlare e al contempo comprendere. Secondo la linguistica il
significato è nella langue mentre il senso nelle parole.
Anna docente-mamma di bimba- sorella maggiore—> le parole cambiano ma il significato è lo stesso mentre cambia il
senso.
semantica strutturale= il significato qui non è il legame diretto tra simbolo e referente ma il legame diretto tra il
suo significato e il suo significante. Il significato è nella lingua poiché il sento linguistica è nella langue.
semantica cognitiva
18/04
capitolo 8 semantica e capitolo 9 pragmatica
In ciascun livello linguistico possiamo con dei formalismi scomporre L’Unità in tratti minimi.
Questo richiama la nozione di doppia articolazione del segno linguistico secondo martinet (caratterizza solo il
linguaggio umano, doppiamente articolato scomponibile in diversi livelli).
1 livello di articolazione scomporre parole in unità minime morfemi, che possono essere scomposti in fonemi. Il fonema
può essere ulteriormente scomposto in tratti distintivi minimi che hanno la funzione di distinguere un fonema da un
altro.
Ed: patto e batto = tratti distintivi( fare riferimento alla tabella di Jacobson):
sonorità= assenza e presenza del suono per “p” e “b”
Alcune unità linguistiche sono segni, altre non lo sono più nel momento in cui andiamo a scomporre.
Segno linguistico= significato e significante (per Saussure).
Significante= immagine acustica
Significato= concetto
In una unità fonologica è presente solo il dignificate è una unità fonologica non è un segno linguistico perché non ha
anche il significato, ma è comunque una unità linguistica.
SEMANTICA PROTOTIPICA= (rappresentazione della tazza) con le caratteristiche comuni e non comuni nelle varie
rappresentazioni. Queste caratteristiche sono riconducibili alla semantica componenziale (materia, forma, funzione
dell’oggetto. Se composti, questi tratti componiamo l’elemento prototipico come in questo caso la tazza).
SEMANTICA COMPONENZIALE
Come scomporre significato della parola:
Cambiando il significato della frase, cambia anche la funzione del verbo da transitivo a intransitivo .
Il primo esempio vede una fine dell’azione, Anna una volta finita la mela ha finito di mangiare. (Aspetto perfettivo, non
marcato molto nell’italiano).
Nel caso invece di “Anna è una persona che mangia”, indica che Anna è una persona che ha l’abitudine di mangiare.
Camminare
Correre
Questi due verbi indicano una attività, ma non la stessa.
Tratti semantici che distinguono questi due verbi:
maniera (velocità in chi viene svolta l’azione).
Ecco perché vengono definiti verbi di movimento.
Morire= intransitivo, (x morire, non è colui che compie l’azione anche se soggetto, subisce quindi paziente
perché cambia il suo stato da + vivo a -vivo)
Uccidere= i partecipanti sono: x(agente) e y(chi subisce la trasformazione, il paziente)
Assassinare= implica crudeltà, subentra la maniera in cui viene fatto.
Cose in comune di questi tre verbi: il risultato, la morte, un cambiamento di stato (dalla vita alla morte riferito a persona
x. Da più vivo diventa meno vivo, assenza binaria del tratto);
Cosa li distingue:
Achievement= azione inizia e termina nello stesso momento(es starnutire. Se dico Anna starnutisce per cinque minuti
comunque non indico un unico starnuto di cinque minuti ma varie ripetizioni della stessa cosa)
Accomplishment= prevede un tempo al suo interno e una fine come l’achievement. Subisce un cambiamento di stato,
una variazione
Es 15: x mangia y
Anna cucina la
pasta.
Performativi e illocutori= Atti detti dal parlante per agire su se stessi e sul proprio interlocutore
“Confesso che ho sbagliato”= confessare= ammettere la colpa. Nel momento in cui dico(ammetto la colpa), io confesso.
“Vi dichiaro marito e moglie” atto performativo= viene detto e avviene contemporaneamente l’essere marito e moglie.
- Atto locutivo= constatazione di un fatto. Descrizione di quello che è la realtà che in quella situazione
comunicativa voglio condividere con il mio stesso interlocutore. “Fa freddo”= a livello semantico sto
dicendo che succede in questa aula, ma quando parliamo c’è anche il non detto, indiretto per non
offendere l’altro.
L’intenzione non è quella di parlare della temperatura nella stanza ma una constatazione. Questo parlare agisce su me
stessa, ma non è ancora comunicazione. Diventa azione il parlare quando agisce sull’altro: un’altra persona si alza e
chiude la finestra o dice “chiudo la finestra?” . Ho ricevuto un feedback.
Credo che l’autobus sia in partenza= in maniera
indiretta ho detto che lo sta per perdere.
Comunichiamo con implicature che spesso portano a chiedere “in che senso?”.
Il rischio è che non diventi un atto perlocutivo perché ognuno intende a modo suo.