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1.1. LEZIONE 1: SONO IN GRADO DI ...

• Descrivere in maniera dettagliata di cosa si occupa la linguistica

Linguistica = studio scientifico del linguaggio e delle lingue


Lingue storico-naturali : nate spontamenamente lungo il corso della civiltà umana, si contrappongono
alle lingue artificiali.

La linguistica è la scienza che si occupa delle lingue :


• Descrive, analizza, spiega le loro caratteristiche
• Vuole costruire une teoria generante
• Che spieghi la facoltà alla base delle lingue
• E il modo in cui le lingue interagiscono con gli esseri umani

• Tracciare la storia della linguistica come disciplina (a partire dall’Ottocento)

QUANDO È NATA LA LINGUISTICA?


• Riflessione sulla lingua è una pratica antica
• Nell’800’ la linguistica moderna si afferma come scienza autonoma  dotata di propri
metodi specifici.
• Studio del sanscritto  individuazione di principi o regole che agiscono nel mutamento
linguistico lingue provenienti da uno stesso ceppo. (indoeuropeo = lingua non aquistata, le
lingue europee nate da questa lingua protoeuropea)
• Grammatica comparata : analisi storico-comparativa; confronto delle lingue indo-europee
• Neogrammatici: scuola sorta a Lipsa fra il 1870-1880.

Nascita della linguistica generale


1916 = data di nascita della linguistica generale
Pubblicazione del Cours de linguistique générale di Ferdinand de Saussure (1916)
• Diacronia vs sincronia
• Sistema
• Struttura
• Unità astratta vs unità concreta

• Descrivere quali sono i livelli della descrizione linguistica

Livelli di analisi:
• Fonologia/fonetica “suoni”
• Morfologia “forme”
• Sintassi “ordine”
• Semantica “significato”

• Spiegare in maniera esaustiva la differenza tra lingua e linguaggio

Linguaggio Lingua

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• Prequisito per le lingue, congenito • Modo concreto e storicamente
• Universale determinato in cui si manifesta la facoltà
• Potenziale e capacità del linguaggio
• Astrazione scientifica • Varia in base a condizionamenti
ambientali, sociali e culturali,
mutevole
• Realizzazione del linguaggio.

• Elencare le funzioni del linguaggio

Si manifestano attraverso l’uso che possiamo fare della lingua :


• Veicolare contenuti
• Ragionare, analizzare (calcoli ad alta voce)
• Compiere un’azione (promettere)
• Stabilire il rapporto con il nostro interlocutore (dando del Lei o del tu)
• Il linguaggio può parlare di sé stesso : metalinguaggio. (con il linguaggio parlare del
linguaggio)

• Spiegare in maniera dettagliata, appoggiandomi al modello di comunicazione di Jakobson


(1960), cos’è la comunicazione

Comunicazione :
1. Decisione
2. Espressione
3. Controllo

- Eprimersi = Codificazione (esprimere un pensiero)  Chez Jakobson, Emittente : funzione


espressiva.
- Decodificazione (messaggio giunge alle orecchie e occhi, poi il cervello decodifica) 
Ricevente : funzione conativa.
 importanza dell’intenzionalità : se l’emittente ha l’intenzione di communicare qualcosa. Se non
c’è l’intenzionalità, parliamo
di un semplice passare di
informazioni
 si basa su segni : il segno è
qualcosa che sta al posto di
qualcos’altro

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1.2. LEZIONE 2: SONO IN GRADO DI ...

• Spiegare quante lingue esistono e quali sono le difficoltà di quantificazioni del genere

Circa 7151
Dipende dal concetto di definizione che diamo  problema nel conteggio = definizione di “lingua”.
Sono lingue assestanti, dialetti che non si sono trasformati in una lingua standard.

• Delucidare in maniera dettagliata e servendomi di una terminologia adeguata come possiamo


classificare le lingue

Nasce la necessità nell’800’, volontà di risalire all’origine di tutte, anche le lingue.

Due modi per classificare le lingue :


o Classificazione genealogica (grado di parentela)
o Classificazione tipologica (caratteristiche interne)
o Esempio : lingua flessiva (italiano) : gatti. Gatt-i, Gatt = radice lessicale che comunica
il significato e i = un morfema, mi indica che si tratta di una forma maschile al
plurale.
o Lingua agglutinante (turco) : ellerimde “nelle mie mani”incollato, singoli morfemi e
incollarli e creare parole. (vedere slide moodle per composizione)

Classificazione genealogica : 142 famiglie linguistiche e 6 famiglie maggiori (da sapere per l’esame,
anche il significato, ma non un elenco)
o Indo-europea
o Afroasiatiche
o Niger-kordofoniane
o Austronesiane
o Sino-tibetane
o Lingue trans-Nuova Guinea

• Definire il concetto di “indoeuropeo”

Proto-indoeuropeo : nell’88’ hanno cercato una lingua antenata comune cercando le somiglianze tra
le lingue. Non abbiamo testimonianze dell’esistenza di questa lingua, qualcosa di ipotetico.
 Lingua ipotetica “ri-costruita” a partire dalle lingue discndenti, non documentata direttamente.
o Collocata nel sud della Russia 4000 B.C. ipotesi abbastanza vecchia.

• Elencare e raggruppare le lingue romanze

Ibero-romanzo:
 portoghese (e gallego)
 spagnolo (castigliano)
 catalano
Gallo-romanzo:
 francese

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 francoprovenzale
 provenzale/occitano
Romanzo-alpino:
 retoromanzo, friulano, ladino
Italo-romanzo:
 italiano
 sardo
Balcano-romanzo
 dalmatico (estinto)
 romeno

• Spiegare il termine “Romània” e definire i diversi “stadi” della Romania

Il confine passa in Italia settentrionale.


Fascio di isoglosse = tratti che si manifestano in modi diversi in certe regioni.
o Esempio : sonorizzazione delle consonanti intervocaliche (esempi su moodle) da p a b o v =
cioè si sono sonorizzate.

Ci sono zone che erano sotto l’impero romano ma che non hanno continuato la tradizione del latino. Il
romanzo però in certe zone continua
1. Romania continua
2. Romania submersa
3. Romania nova

La Romània : territorio dove vengono parlate lingue romanze.


a. Quella continua = latino e ora romanzo. Territorio occupato dai romani un tempo. Il
latino da un punto di vista linguistico non è morto ma continua nelle lingue romanze,
si è trasformato.
b. Quella sommersa = c’erano i romani ma ora non si parlano più lingue romanze.

Linguistica = di che cosa si occupa


Storia non in modo dettagliato = diverse discipline, Saussure
Livelli della descrizione linguistica = elencare
Funzioni del linguaggio = molto semplice e generale
Modello di Jakobson = nessun disegnino ma conoscere le funzioni ! non ci farà elencare tutte le
funzioni = tipo di domanda : tipo conativo che cos’è? Non ci chiederà di spiegare il modello in intero.

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Circa 12 domande
1-3 = parte introduttiva
Fonologia 2
Morfologia 2
Sintassi 2

Ci mette i punti massimi per ogni domanda.

Idea vaga del numero di lingue : definizione stessa come lingua, come possiamo classificarle
(avevamo visto la classificazione in famiglie, poi indo poi romanze, la tipologia che si basa sui
caratteri della morfologia = alla fine di ogni livello possiamo classificare le lingue secondo parametri)

Indoeuropeo = spiegarlo brevemente

Non chiede niente sulle lingue slave MA quelle romanze sì !! saperle elencare e classificare.
Termine romani e i diversi stadi !

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1.3. LEZIONE 3: SONO IN GRADO DI ...

• Spiegare cos’è un segno

o Unità fondamentali della comunicazione


o “Qualcosa che sta per qualcos’altro”  due entità che interagiscono tra di loro.
o Un segno ha due entità complementari
o I segni sono biplanari (caratterizzati da due piani)
o Significato : “ciò a cui pensiamo quando sentiamo una parola”
o Significante : “il qualcosa che rimanda al qualcos’altro/al significato.”
 La parola sedia pronunciata o scritta.
o Esistono solo nella relazione segnica e non sono separabili cioè complementari.

Significato Significante
Idea mentale della sedia Idea del suono
o “Idea di sedia” o Idea del suono : s+e+d+i+a
o A questa espessione associo un
contenuto = un significato.
o Il significato non è materiale ma
mentale, cioè sta nella mia testa.
o Il significato tavolo è applicabile a più
“tavoli oggetto”, niente di reale concreto
ma esiste nella mia mente.

Definizione : il segno è l’associazione psichica di un significato e un significante.


o Sono come due lati di una moneta, non posso tagliare in due, entrambi le parti devono
presentarsi insieme.

• Riconoscere e descrivere i diversi tipi di segni

Criteri fondamentali :intenzionalità e motivazione, ovvero il grado di rapporto naturale tra le due facce
del segno, significante e significato.

Indici :
o index dal latino  mostro qulacosa
o che cos’è ? un legame naturale. Io non conosco una convenzione che collega il fumo al fuoco
ma una conoscenza naturale. Non è stata una decisione personale.
o Causa che porta alla consizione scatenate
o Intenzionalità non c’è  il fumo non vuole communicarmi niente.

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o Abbiamo una conoscenza naturale = si sa come interpretare questo fuoco.
o Rapporto naturale

Segnali :
o Sbadiglio : può essere volontario.

Icone :
o Meno naturale. Intenzione di volere communicare qualcosa.
o Disegnini : riproduce proprietà

Simboli :
o Più astratto
o Se non si conoscono prima è complicato
o Certi simboli valgono per tutte le civiltà altri dipende dalla cultura e quindi non universali

Segni :
o Sono intenzioali
o Arbitrario e non motivato nella natura

• Elencare e spiegare le proprietà dei segni trattati in classe

0. Biplanarità sei segni


1. Arbitrarietà dei segni
2. Doppia articolazione
3. Onnipotenza semantica
4. Plurifunzionalità
5. Trasponibilità di mezzo
 sono le più importanti !
6. Linearità
7. Discretezza
8. Produttività
9. Equivocità del codice
10. …

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1. L’ARBITRARIETÀ DEI SEGNI
o Non c’è un motivo logico o naturale perché a un certo significante si associ un certo
significato –> pura convenzione
o Una prova fondamentale ?
o It. Sedia, franc. Chaise, ted. Stuhl
o La sedia vs. der Stuhl
o L’arbitrarietà si manifesta a più livelli :
o Nel legame tra significato e significante;
o E ogni lingua dà una propria “forma” alla “sostanza”

Quattro tipi di arbitrarietà della lingua


1. È arbitrario il rapporto tra segno e referente: il rapporto tra segno nel suo complesso e il
referente non ha alcun legame naturale e concreto.
2. È arbitrario il rapporto fra signicante e significato. Il significante, come sequenza di lettere o
suoni, non ha nulla che vedere con il significato designato.
3. È arbitrario il rapporto tra forma (struttura, organizzazione intera) e sostanza (materia) del
significato.
4. È arbitrario il rapporto tra forma (struttura,
organizzazione interna) e sostanza (materia) del
significante.

Una forma mi può rimandare ad una sostanza che è diversa in


un’altra lingua : bois  legno, legna, bosco. In questo caso
l’italiano è più articolato.

Alcune eccezioni
o Le onomatopee: motivazione iconica, ma variano da
lingua a lingua  arbitrarietà parziale
o Bau bau, maio, abbaiare e miagolare
o Tintinnio, sussurrare
o Gli ideofoni: espressioni imitative o interiezioni
descrittive che designano fenomeni naturali o azioni, frequentemente usate nei fumetti.
o Boom/bum = grande fragore
o Zac = taglio netto
o Gluglu = trangugiare acqua
o Il principio di iconismo: anche nella grammatica esistono meccanismi iconici, quindi
motivati. Es: formazione del plurale attraverso l’aggiunta di materiale alla forma del singolare.
o Inglese : child – children
o Francese : enfant – enfants

2 LA DOPPIA ARTICOLAZIONE
 Proprietà cardine del linguaggio verbale umano
 Significante articolato a due livelli diversi
o Le unità di prima articolazione sono le parti minime significative di una parola
(morfemi)

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o Le unità di seconda articolazione sono i singoli suoni distintivi (fonemi)

Fenomeni correlati alla doppia articolazione


• Economicità: con un numero limitato di elementi della seconda articolazione (quindi mattoni
privi di significato) si può costruire un numero grandissimo (teoricamente illimitato!) di unità
dotate di significato
• Principio di combinatorietà: la lingua combina unità minori, prive di significato proprio, per
formare un numero indefinito di unità maggiori

3 ONNIPOTENZA SEMANTICA
o Con la lingua possiamo dare un’espressione a qualsiasi contenuto  si può parlare di “tutto”.
o Presente, passato, futuro, sogni, bugie

4 PLURIFUNZIONALITÀ
o Con il mio parlare eseguo azioni : la lingua può essere usata per diversi scopi:
o Esprimere un pensiero
o Trasmettere emozioni
o Istaurare, mantenere, regolare ecc. attività e rapporti sociali
o Creare mondi possibili

5 LA TRASPONIBILITÀ DI MEZZO
o Tutto quello che articolo oralmente
o Il significante dei signi linguistici può essere trasmesso o relaizzato attraversi diversi mezzi.
o Canale fonico-acustico  mezzo: aria
o Canale visivo-grafico  mezzo: luce
o Ogni messaggio scritto è transponibile in un messaggio parlato e viceversa.

6+7 LINEARITÀ E DISCRETEZZA

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Linearità Discretezza
o Il significante viene prodotto, si realizza o I segni linguistici sono discreti.
e si sviluppa in successione nel tempo o La differenza fra le unità della lingua è
e/o nello spazio. assoluta e non relativa
o La decodificazione del segno può o C’è un confine preciso fra un elemento e
avvenire solo dopo che sono stati l’altro  sono distinti e separabili.
attualizzati l’uno dopo l’altro tutti gli (ratto e gatto).
elementi che lo costituiscono.

8 PRODUTTIVITÀ
Con la lingua…
- posso creare nuovi messaggi (mai prodotti prima)
- posso parlare di cose nuove (mai sperimentate prima)
- e di cose inesistenti

9 EQUIVOCITÀ
La lingua presenta corrispondenze non biunivoche fra significato e significante.
• Un significante = PIÙ singificanti
o Riso: “cereale” // “atto di ridere” (omonimia)
• Un significato = più significati
o “viso”, “volto” “faccia” (sinonimia)

(RI)DEFINIRE LA NOZIONE DI LINGUA


“La lingua è un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente fonico-
acustico, fondamentalmente arbitrari ad ogni loro livello e doppiamente articolati, capaci di esprimere
ogni esperienza esprimibile, posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre
infinite frasi a partire da un numero finito di elementi” (Berruto e Cerruti 2017: 34)

Definizione di segno, significato-significante


- Icone e segnali (quelli motivati naturalmente ecc.)
- Proprietà circa 9 = non dobbiamo elencare ma ne chiede una.

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1.4. LEZIONE 4: SONO IN GRADO DI ...
• Descrivere in maniera dettagliata le dicotomie introdotte da Saussure

Le dicotomie di Saussure:

1. DIACRONIA E SINCRONIA
- Due tipi di rapporti con il tempo
- Diacronia: lo sviluppo di una lingua nel tempo
o Il film : diacronia
- Sincronia: la lingua in un determinato periodo (descrizione)
o La foto : sincronia

Due metodi e prospettive per la descrizione linguistica:


• Linguistica sincronica: si occupa dei rapporti tra gli elementi linguistici all’interno di un
sistema
 spiega com’è fatta e come funziona la lingua
• Linguistica diacronica: si occupa dei rapporti tra gli elementi linguistici attraverso il tempo
 spiega perché le forme di una determinata lingua sono fatte così

2. LANGUE E PAROLE
Langage Langue Parole
• Facoltà di linguaggio, • Sistema astratto di regole • Il singolo parlante dispone
caratteristica della specia e segni linguistici  dell’insieme di segni e opera
umana. “progetto di costruzione” una scelta per esprimere un
• Innata per la realizzazione della pensiero.
• Dominio al quale si applica parole. • Attivazione del sistema
la dicotomia langue-parole • “Dizionario” contenente linguistico mediante
segni e regole in possesso l’individuo.
collettivo di una comunità • Rende possibile lo studio
linguistica della langue.
(sovraindividuare)
• Si fonda su una
convenzione sociale
• Facoltà passiva
• Requisito indispensabile per
la parole

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3. PARADIGMATICO E SINTAGMATICO
• La lingua è un sistema
• Gli elementi sono in relazione tra di loro e si definiscono in base a queste relazioni. Si sceglie
selezionando all’interno di un ‘bagaglio di possibilità’
• Ogni elemento del sistema linguistico ha due tipi di relazioni con gli altri elementi dello stesso
sistema:
1. Ogni elemento che compare effettivamente esclude tutti gli altri elementi che
potrebbero comparire in quella posizione  rapporto sull’asse paradigmatico, in
absentia
2. Ogni elemento di un enunciato ha un rapporto con gli elementi che lo precedono e
susseguono  rapporto sull’asse sintagmatico, in praesentia

Le dicotomie dobbiamo saperle spiegare e le opposizioni tra questi termini.

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1.5. FONETICA E FONOLOGIA: SONO IN GRADO DI ...

• dire di che cosa si occupano la fonetica e la fonologia

Fonetica : Si concentra sulla sostanza / sulla materialità del suono


- studia i meccanismi fisiologici di produzione e l’impressione acustica che producono
Fonologia : Si concentra sulla funzione linguistica dei suoni  l’organizzazione e la funzione dei
suoni all’interno del sistema linguistico
- esamina la relazione fra suoni linguistici all’interno di un determinato sistema linguistico.
(ogni lingua ha la propria organizzazione. Es.: in italiano non esiste il nesso –pf-)

• spiegare la differenza tra fonetica-fono e fonologia-fonema

Il fono è il “simbolo“ facente parte dell’alfabeto fonetico, ad esempio [a] [a:]. Quindi, un qualcosa di
astratto. Il fonema è la realizzazione concreta del simbolo. In parole ancora più povere il suono vero e
proprio.

• descrivere l’apparato fonatorio (organi mobili e fissi coinvolti nell’articolazione dei suoni)

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• indicare il numero di vocali (toniche e atone) e consonanti dell’italiano standard

Figura 1 vocali toniche (accentate) dell'italiano


Figura 2 vocali atone dell'italiano

OCCLUSIVE FRICATIVE

AFFRICATIVE
VIBRANTE

NASALI

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LATERALI APPROSSIMANTI

• descrivere vocali e consonanti riferendomi ai parametri di classificazione

I parametri di classificazione delle consonanti :


1. Modo di articolazione: tipo di ostacolo che gli articolatori oppongono al flusso d’aria
2. Luogo di articolazione: punto in cui avviene un contatto o l’avvicinamento tra due
articolatori
3. Sonorità: stato delle corde vocali

1.5.1.Le consonanti / MODO di articolazione


Occlusive: occlusione/ blocco totale momentaneo del passaggio d’aria [p] (b,t,d,c,ch,g,gh)
Fricative: blocco parziale del canale articolatorio; “rumore di frizione” [f] (v,s,sc,sci)
Affricate: iniziano come occlusive e terminano come fricative [ts] (c+e/i, ci, g+e/i, gi,z)
Vibranti: rapido contatto intermittente tra la lingua ed un altro organo articolatorio [r]
Nasali: passaggio dell’aria anche attraverso la cavità nasale [m] (n,gn, gni)
Laterali: il flusso d’aria passa ai due lati della lingua [l] (gl,gli)
Approssimanti: = semiconsonanti o semivocali: avvicinamento tra due organi fonatori [j] [w]

1.5.2.Le consonanti / LUOGO di articolazione


Bilabialià  prodotti dalle labbra [b]
Labiodentalià  prodotti fra l’arcata dentaria superiore e il labbro inferiore [f]
Alveolari (o alveodentali)  prodotti dalla lingua contro o vicino ai denti [t] o vicino agli alveoli [s]
Prepalatali (o postalveolari)  prodotti dalla lingua vicino al palato anteriore [ʤ]
Palatali  prodotti dalla lingua vicino alla volta del palato [λ]
Velari  prodotti dalla lingua vicino al velo palatino [k]

1.5.3.Le consonanti / SONORITÀ


Suoni sordi: le corde vocali restano inerti in fase di espirazione [p]
Suoni sonori: le corde vocali sono tese ed entrano in vibrazione [b]

• trascrivere parole italiane (it. standard) utilizzando l’alfabeto IPA

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• individuare vocali e consonanti se mi vengono forniti i relativi parametri di classificazione

 Esercizi

• spiegare come si individuano i fonemi

Fonemi = suoni pertinenti per distinguere significanti


• Prova di commutazione (coppie minime)
o mare – male  /r/, /l/
o pane – rane  /p/, /r/
o pane - ...  /l/, /k/, /s/, /v/, ..., /i/, /tʃ/, /o/, /g/

• definire il concetto di “coppia minima”, fornendo esempi

• Coppia minima: coppia di parole uguali in tutto tranne che per la


presenza di un fonema al posto di un altro in una certa posizione;
identifica sempre due fonemi

Quali coppie minime ?


- Elemento diverso nella stessa posizione : cesto-casto non è una
coppia minima perché ci sono due differenze = /c/ -/k/ et /e/ -/a/

• spiegare il concetto di allofonia libera e condizionata (portando un


esempio)
• Fono : Realizzazione concreta di qualunque suono del linguaggio
• Allofono : (anche: variante): realizzazione foneticamente diversa di uno stesso fonema, ma
priva di valore distintivo. Le varianti possono essere libere o condizionate

• Esempio di allofonia libera (“erre moscia”) 

• Esempio di allofonia condizionata :

• indicare e spiegare i tre fenomeni prosodici/elementi soprasegmentali pertinenti per


l’italiano

• Esistono fenomeni fonologici superiori al fonema, che si estendono su più fonemi e che
riguardano sequenze di fonemi. Si parla di tratti prosodici (=aspetto melodico) o
soprasegmentali.
• In italiano tre fenomeni prosodici sono pertinenti, cioè hanno valore distintivo e quindi non
sono solo fenomeni fonetici ma anche fonemici.
1. Accento

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2. Intonazione
3. Durata / lunghezza

1.5.4.Accento
• L’accento = emergenza di una sillaba rispetto alle altre che le stanno attorno
• L’accento italiano è dato da un incremento di intensità, da un tono più alto e da una maggiore
durata
• Possibilità di costituire coppie minime:
1. canto – cantò / tendìne – tèndine / sùbito – subìto / prìncipi – princìpi

Accento libero:
• Ultima sillaba: tronca / ossitona (capitanò)
• Penultima sillaba: piana / parossitona (capitàno)
• Terzultima sillaba: sdrucciola / proparossitona (càpita)
• Quartultima sillaba: bisdrucciola / proproparossitona (càpitano)

1.5.5.Intonazione
• L’intonazione = curva melodica con la quale è pronunciata una frase
• In italiano sono fondamentali due differenti intonazioni:
o L’intonazione ascendente, tipica delle domande
 Puoi farlo?
o L’intonazione discendente, tipica delle affermazioni.
 Puoi farlo!

 distinzione del valore pragmatico

1.5.6.Durata / lunghezza
• Estensione dei singoli segmenti sull'asse sintagmatico (quindi relativa)
• In italiano è pertinente la durata consonantica; è quella che segnaliamo con le doppie /
geminate.
• Può costituire coppie minime:
o valle – vale; fato – fatto, ecc.

Dire di che cosa si occupano e la differenza fra fonetica (materialità) e fonologia (organizzazione dei
suoni e come si distinguono)
- fono = suono fisico
- fonema = pertinenza per distinguere i significati

apparato fonatorio = non chiede disegni ecc.


indicare i numero di vocali toniche = 7 (e-o) e atone = 5

Descrivere = per le vocali la posizione della lingua e l’arrotondamento delle labbra


Per le consonanti = sempre 3 modo di articolazione, luogo di articolazione, sorda o sonora.
Trascrivere parole con IPA = non una lista di parole ma piuttosto la pronuncia. Saperle leggere !
Individuare vocali e consonanti = esempio una occlusiva alveolare sorda, per lei più importante
riconoscere.

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Spiegare come si individuano i fonemi = fornire esempi di coppie minime ma anche saperle
riconoscere.
Concetto di allofonia = libera e condizionata con esempi.
Creano coppie minime = Lunghezza consonantica (le doppie) l’accento, l’intonazione (ha un valore
fragmatico)  tre fenomeni prosodici.

Non dobbiamo impazzire, il peso non è significativo di questa parte nell’esame.

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1.6. MORFOLOGIA (LEZIONE 6): SONO IN GRADO DI ...

• dire di che cosa si occupano la morfologia

Morfologia : studio dei meccanismi che regolano la struttura interna delle parole.

• definire i concetti e distinguere tra parola, morfema, morfo, allomorfo

Parola: unità basilari comunicative della lingua, combinazione di morfemi


o Pesce-spada : una parola ma graficamente realizzata come due
o Non è però l’unità più piccola
Morfemi: unità constitutive delle parole, unità minime dotate di significato.
Morfo : morfema inteso come forma, indipendentemente dalla sua analisi funzionale e struttrale  “il
morfema del singolare è realizzato dal morfo -o”
o -ema : unità minima fondamentali di un dato livello di analisi viste come unità
astratte, di langue (fonema, morfema), valore distintivo.
o -o: corrispondente unità concrete, di parole (fono, morfo)
Allomorfo : Forme differenti che realizzano lo stesso valore. Il significato di un morfema è veicolato
da significati differenti
- Maschile singolare : -a -e -o = allomorfi, forma diversa, morfi che riportano allo stesso
morfema
o Es : astronauta, portiere, cugino
- Potenzialità : -abil- ibil- -ubil- = allomorfi perché tutti riportano a questo valore di potenzialità
o Es : mangiabile, leggibile, solubile
- Valore contrario : in- im- ir- il- = morfi che riportano al morfema “valore contrario”
o Es : inusuale, imperfetto, irrazionale, illogico
 forme differenti che realizzano lo stesso valore

Altro esempio: ar\colo determina\vo maschile, 3 morfi che rimandano allo stesso morfema
-il
-lo
-l’
Cause dei fenomeni di allomorfia: da cercare solitamente nella diacronia, trasformazioni avvenute
nella forma delle parole dei morfemi, spesso per ragioni fone\che

• scomporre parole in morfemi e indicare il valore dei morfemi individuati

Gattino : Gatt – in – o
- Gatt : felino

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- In : piccolo
- O: singolare e maschile
= Questa parola è composta tra tre morfemi. Ogni morfema lo posso utilizzare in altre parole :
- Gatt – o
- Gatt – accio
- S – gatt – aiolare

• spiegare il fenomeno di allomorfia (fornendo esempi)

stessa spiegazione che allomorfo (guarda sopra)

• spiegare il fenomeno di suppletivismo (fornendo esempi)


• distinguere tra allomorfia e suppletivismo e spiegare in che cosa consiste la differenza

= Quando l’allomorfia riguarda la base della parola (=morfema lessicale) si parla anche di
suppletivismo.

And : dal latino ambulare


Vad . forme di vadere (avanzare rapidamente)
 due etimologie diverse per lo stesso verbo.

Ivrea : gli abitanti si chiamano “eporediesi” viene da Eporedia, nome latino. Etimologia di queste due
parole è la stessa ma per Ivrea c’è stata una più grande evoluzione.

Cause :
- Etimologie diverse
- Etimologia identica, ma sviluppo fonetico diverso
-  da ricercare nella diacronia

Commento della prof :


Suppletivismo come caso particolare dell’allomorfia si presenta nei paradigmi flessivi, un caso tipico è
quello della coniugazione di verbi irregolari. Compare più di una radice, mentre gli affissi sono
quelli tipici della classe flessiva.
Due etimologie diverse nelle radici: andare dal latino “ambulare”, vado da latino “vadere”
Caso di Ivrea-eporediesi: entrambe le forme dal lat. “Eporedia”, ma sviluppo fonetico diverso

• descrivere in modo dettagliato i due tipi di classificazione dei morfemi (funzionale e


posizionale), fornendo esempi

Classificazione funzionale : funzione svolta, tipo di valore veicolato


Classificazione posizionale : posizione che assumono all’interno di una parola

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1.6.1.Classificazione funzionale

Formalizzazione : form-al-izza-zion-e  prima distinzione fondamentale


- Il senso della parola cambia dal tipo di morfema che aggiungiamo
o Form: morfema che dà valore lessicale della parola
 Morfema lessicale
o -al, -izza-, -zion- : morfemi che fanno cambiare categoria (derivano parole da altre
parole)
 Morfemi derivazionali
o -e : morfema che dà informazioni come “singolare”, “femminile”, ecc.
 Morfema flessionale

I morfemi derivazionali fanno cambiare categoria alla parola o ne alterano il significato (diminutivi,
peggiorativi, ecc.)
I morfemi flessionali danno informazioni relative ai valori della flessione

Morfemi derivazionali non obbligatori: non tutti i morfemi lessicali suscettibili di combinarsi con un
certo morfema derivazionale si combinano in effetti con esso.
Morfemi flessionali obbligatori: si applica invariabilmente a qualunque base lessicale, in italiano la
forma di parola corrispondente alla radice lessicale nuda non esiste, esistono sempre le forme di parola
generate dalla flessione

1.6.2.Classificazione posizionale
Morfemi grammaticali: collocazione rispetto alla radice/ morfema lessicale
Affisso: ogni morfema che si combina con una radice
- Prefissi : in-accettabile = prima della radice

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- Suffissi : cambia-ment-o = dopo la radice
- (suffissi con valore flessionale vengono chiamati “desinenze”)

Altri tipi di affissi (lingue diverse dall’italiano)


- Circonfissi : ge-frag-t
- Infissi : sulat “scrivere” > s-um-ulat
- Transfissi : d-r-s > daras
 infissazione: interrompe la continuità della radice
 transfissi: si incastrano alternativamente dentro la radice: discontinuità dell’affisso e della radice

1.6.3.Morfologia : due ambiti principali

La ripartizione in questi ambiti si basa sulla distinzione tra morfemi derivazionali e flessionali

Ci saranno esercizi sulla morfologia (anche definizione !!!) definire concetti basillari morfema-morfo-
allomorfo.
- Saper scomporre parole in morfemi e anche il VALORE e la FUNZIONE !
o Grammaticali, derivazionali, flessionali
- Allomorfia e saper fare un esempio, anche suppletivismo.= la differenza ?
- Posizionale = prefissi e suffissi, funzionale = distinzione tra morfemi lessicali e grammaticali
(derivazionali e flessionali) DA SAPERE

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1.7. MORFOLOGIA (LEZIONE 7): SONO IN GRADO DI ...

• definire i concetti e distinguere dire che cosa si occupano la morfologia derivazionale e la


morfologia flessionale

Deriviamo parole da altre parole, riguarda la produttività del lessico.

1.7.1.La morfologia lessicale/derivazionale


- Formazione delle parole e ampliamento del lessico
- La morfologia derivazionale analizza gli elementi linguistici eff le regole che servono a
formare altre parole
- Vocabolario di base dell’italiano: il 35% dei termini non deriva dal latino o da altre lingue, ma
è il risultato di parole nate grazie a questi processo di derivazione e composizione
o Sfruttiamo il materiale a disposizione
- Processi di formazione delle parole:
o Derivazione (prefissazione, suffissazione, alterazione)
o Composizione : unire due parole per formarne un’altra.
 I neologismi non li trattiamo

1.7.2.La derivazione
- Suffissazione . processo derivativo più comune
o Rapporto suffissati-prefissati ca. 4:1
o I suffissati sono molto + numerosi nella lingua italiana.

 Lista su moodle da stampare/leggere/sapere(?)

• descrivere in modo dettagliato i processi di formazione delle parole legati alla derivazione
(prefissazione, suffissazione, alterazione..)

1.7.3.Morfemi derivazionali: prefissazione

Limiti della direvazione : alcuni casi non si producono ma non sappiamo perché.
- I prefissi non modificano la categoria grammaticale delle parole.

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1.7.4.Morfemi derivazionali: suffissazione

- I suffissi possono (ma non devono) cambiare la categoria grammaticale delle parole
o Da VERBO a NOME: -ment- (insegnare-insegnamento)  suffissato nominale
deverbale
o Da AGGETTIVO a AVVERBIO -mente (chiaro-chiaramente)  suffissato
avverbiale deaggettivale
o Da NOME a AGGETTIVO -al- (grammatica-grammaticale)  suffissato aggetivale
denominale.

1.7.5.Morfemi derivazionali : alterazione


- Alterazione del significato mediante l’uso di suffissi alterativi
- Aggiungono al significato della base lessicale un valore generalmente valutativo (-ino,-accio,)

• spiegare cosa sono i prefissoidi e i suffissoidi (fornendo esempi)

- Gastroscopia, gastroenterologia
o Gastro : morfemo lessicale, si riferisce allo stomaco. Valore lessicale molto
sviluppato.
- Processo a metà strada tra derivazione e composizione
- Significato lessicale, ma comportamento da prefissi/suffissi
- Molto diffusi nella lingua della medicina
o Affissi di origine greca e latina  composizione neoclassica

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o Mediante l’affissazione possiamo esprimere in un unico termine più caratteristiche
(sinteticità)
 Odontoradionecrosi : per le persone nel campo della medicina questa parola è
chiara ma non tanto per noi.

• descrivere i processi di composizione (parole composte, polirematiche, parole macedonia,


con esempi)

- Parole composte
- Parole polirematiche
- Parole macedonia

1.7.6.Le parole COMPOSTE


- Composte da due (o -raramente- più di due) parole (univerbate), perfettamente riconoscibili
- Composti dell’italiano sono per la maggior parte nomi:
o Composti con base nominale (cassaforte, pescecane)
o Composti con base verbale (lavastoviglie, asciugamano)
o Composti con base aggettivale (galantuomo, altopiano)
- Ordine modificato-modificatore (la seconda parola modifica la prima) – caso più frequente
o Portacenere = qualcosa che porta la cenere
o Cassaforte = cassa che è forte
- Ordine modificatore-modificato
o Bagnoschiuma = schiuma per bagno

1.7.7.Parole POLIREMATICHE e parole MACEDONIA


POLIREMATICHE
- Formate da più di una parola
o Anima gemella, acqua e sapone, casa di cura, carta di credito
- Simili alle parole composte, ma elementi di raccordo espliciti (preposizioni, congiunzioni)
o Acqua e sapone, carta di credito

PAROLE MACEDONIA
- Formate dall’unione di due o più parole, unione con accorciamento
o Cantautore (cantante + autore)
o Apericena (ristorante + bar)
o Ristobar (aperitivo + cena)

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• spiegare in che modo la morfologia flessionale agisce sui nomi e sui verbi (categorie
grammaticali della morfologia flessionale e verbale)

LA MORFOLOGIA FLESSIONALE
- I morfemi flessionali non modificano il significato della base, ma lo specificano, dando luogo
alle diverse forme in cui una parola può oresentarsi
o Telefon-o  uno solo (un morfemo perché trasmette il senso di singolare maschile,
specifica il significato dandoci l’info sul numero)
o Cant-av-amo  l’azione è nel passato, ha avuto luogo in maniere continuativa,
c’erano più persone, compreso chi parla, a compierla.

CANT (morfema lessicale) + ARE (morfema flessionale: desinenza temporale modale)

- Cant-a-re?
o Problema della “vocale tematica”: identifica l’apparteneza della forma ad una
determinata coniugazione
o In questo corso la vocale tematica non viene trattata come un morfema autonomo

La morfologia NOMINALE
- Categorie flessionali che operano sui nomi/nominali :
o Il genere
o Il numero
o Il caso
 + il grado dell’aggettivo

1.7.8.Il GENERE
- Espresso in italiano con due morfemi del maschile e femminile
o Bambin-o-a
- Alcune lingue non esprimono il genere (inglese)
- Altre lingue possono avere più valori da esprimere
o Maschile, femminile, neutro, (es. tedesco)
o Esseri animati vs inanimati (es. swahili)

1.7.9.Il NUMERO
- Espresso in italiano con morfemi del singolare o plurale

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o Bambin-o-i
o Alcuni nomi hanno solo una forma al plurale : nozze
- Altre lingue possono avere più valori da esprimere
o Duale (due bambini)
o Triale (tre bambini)
o Paucale (pochi bambini)

1.7.10. Il CASO
- Mette in relazione la forma della parola con la funzione sintattica
- In italiano abbiamo resti dei casi nei pronomi
o Tu sei bravo
o Ti vedo
o Do un libro a te

1.7.11. GRADO DELL’AGGETIVO


- In italiano, flessione dell’espressione del superlativo
o Bello  bellissimo
o -issim-: morfema flessionale o derivazionale?
o Bellissimo è una forma della parola bello? O si tratta di un’altra parola derivata?
o Statuto discutibile di -issim-

La morfologia VERBALE
- Categorie flessionali che operano sul verbo :
o Tempo
 Contemporaneità, anteriorità, posteriorità; tempo con riferimento assoluto o
relativo
 Vedo, vedrò, vidi, quando avrò visto
o Modo
 Posizione del parlante rispetto alla verità o attendibilità di quanto viene detto
 Indicativo, condizionale, congiuntivo, imperativo
o Aspetto
 Caratteristica secondo la quale viene presentata l’azione nel suo svolgimento:
conclusa =perfettivo, in svolgimento=imperfettivo
 Ho visto vs vedevo
o Diatesi
 Propsettiva in cui viene vista l’azione dal punto di vista dei partecipanti e in
particolare al soggetto
 Attivo vs passivo: lavo, sono lavato
o Persona (+numero)
 Indica il soggetto; implica di solito anche una marcatura di numero
 (lui) gioca: indica che il soggetto non è né il parlante né l’ascoltatore
ed è uno solo.

• spiegare in che modo possiamo distinguere le lingue in base alla loro struttura morfologica

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1.7.12. Tipologia delle lingue su base morfologica
- Lingue isolanti : di norma 1 parola = 1 morfema (es. vietnamita: tôi doc sac)
- Lingue flessionali: più morfemi per parola, spesso difficile distinguere i confini, morfemi con
più valori, allomorfia (es. italiano).
- Lingue agglutinanti: parole composte da molti morfemi ben identificabili, ciascuno con un
solo valore, senza allomorfia (es. turco ev-ler-im “casa-PLUR-mio”)
- Lingue introflessive : combianano uno schema consonantico come base con morfemi che si
inseriscono nella base (trasfissi), (es. arabo).
- Lingue polisintetiche : parole constituite da più morfemi lessicali, quasi come una frase (es.
chinhook: in-i-a-l-u-d-am = “sono venuto a darlo a lui”)

Dobbiamo sapere che ci sono diversi tipi di lingue e farne due esempi. Tipo dire che l’italiano è una
lingua flessionale.

• (cfr. anche gli esercizi su Moodle)

Per i prefissoidi = a metà strada tra prefisso e morfema lessicale = il suo valore è molto più lessicale
che prefisso. Auto = valore di a se stesso, all’esame ci saranno esempi molto chiari (se ci sono).

Morfologia derivazionale = creare nuove parole / morfologia flessionale


Saper descrivere i processi di formazione delle parole, di composizione (le parole composte,
polirematiche e le parole macedonia)

In che modo distinguiamo le lingue ? non dobbiamo imparare a memoria ma in gradi di fornire un
esempio = italiano è flessionale perché ecc.

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1.8. LEZIONE 8: SONO IN GRADO DI....

• spiegare qual è l’oggetto di studio della sintassi

- Si occupa della struttura della frase


- Secondo quali regole strutturali si combinano le parole e come sono organizzate in frasi?
o In che modo da una sequenza di parole e dalle loro relazioni risultano frasi con un
proprio significato ?

• fornire una definizione del concetto di “frase”

- Unità comunicativa che constituisce un messaggio o blocco comunicativo autosufficiente.


- Contiene una predicazione, ovvero un’affermazione riguardo a qualcosa.
- È constituita generalmente dall’insieme di un certo numero di elementi nominali organizzati
attorno a un predicato che struttura tutto l’insieme.
o Carlo mangia la torta.
o Mangia!
o Buona questa torta (predicato implicito!)
- Le possibilità offerte dalla lingua nel combinare parole in sequenze grammaticalmnete
accettabili sono infinite.
- Componenti di una frase non si possono combinare casualmente, ma devono essere disposti
secondo un certo ordine e secondo certe modalità di combinazione
- Morfemi  parole  frasi
o Le frasi sono scomponibili in gruppi di parole?

• svolgere l’analisi in costituenti immediati

• Il treno parte
o Il treno / parte
• La locomotiva tira le carrozze
o La locomotiva / tira le carrozze
• La locomotiva tira le carrozze passeggeri numero uno e la numero due
o La locomotiva / tira le carrozze passeggeri numero uno la numero due
• La locomotiva tira le carrozze
o La locomotiva // tira / le carrozze
o La / locomotiva /// tira // le / carrozze

1.9. ANALISI IN CONSTITUENTI IMMEDIATI


- Capire come si struttura la frase in raggruppamenti di parole
- Rappresentazione delle concatenazioni e dipendenze fra gli elementi della frase
- Scomposizione in pezzi via via più piccoli (constituenti)
- Prova di commutazione per individuare gruppi di parole (che possono stare in una certa
posizione)
o Mia cugina ha comprato una macchina nuova
o Gianni fischia

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• spiegare cosa sono i sintagmi e come sono organizzati

- Gruppi di parole = sintagmi


- Unità intermedia che sta tra la parola e la frase
- Minima combinazione di parole che funziona come unità della struttura frasale.
- Definito in base alla posizione che può occupare
o La locomotiva = SN (sintagma nominale)
o Ha trascinato una carrozza di seconda classe = SV (sintagma verbale)
o Una carrozza di seconda classe = SN (sintagma nominale)
o Di seconda classe = SPrep (sintagma preposizionale
- Testa = classe di parole che rappresenta il minimo elemento che da solo può constituire un
sintagma (giovanni fischia : Giovanni = testa del sintagma nominale)

• elencare i diversi tipi di sintagmi

1.9.1.Sintagma nominale
- Construito attorno a un nome (testa)
- Sintagma nominale minimale
o (N) Giovanni / (PRO) Lui
- Sintagma nominale massimale

- Sintagma avverbiale (velocemente)


- Sintagma preposizionale (per)
- Sintagma nominale (foto)
- Sintagma aggettivale (impegnativo)
- Sintagma verbale (giunse)

• rappresentare una frase mediante il sistema degli alberi etichettati (e viceversa)

• riconoscere le valenze dei verbi

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Che cosa sono in chimica ? la posssibilità di un atomo di combinarsi con altri. Possibilità di
combinazioni, la stessa cosa in linguistica:
• Ogni verbo è associato a un certo numero di argomenti, richiesti o implicati dal tipo di
significato del verbo.
• Per indicare gli argomenti di un verbo si usa il termine di valenza
• Ogni verbo configura un numero di elementi chiamati in causa  valenze (o argomenti)
• Ogni verbo stabilisce il numero e la natura delle valenze o argomenti
• Ogni verbo ha quindi un certo schema valenziale (o una certa struttura argomentale)

1. Verbi monovalenti : (verbi instransitivi)


o Tossire, dormire  Maria dorme. Gianni tossisce (non ci sono altre valenze, una sola
valenza, chi è che fa l’azione ?)
2. Verbi bivalenti :
o Amare / parlare  Gianni ama Maria / Gianni parla di Maria
3. Verbi trivalenti :
o Dare  Gianni dà un libro a Maria (dare è un tipico verbo trivalente = tre valenze da
specificare)
4. Verbi tetravelenti :
o Tradurre  Maria traduce il testo dall’italiano al greco
5. Verbi zerovalenti: (verbi metereologici)
o Piovere, nevicare  Piove. Nevica.

Non sempre tutte le valenze devono essere saturate, ma classifichiamo i verbi secondo le valenze
possibilmente saturabili. Ex. Maria mangia (non per forza dobbiare specificare “una pizza”, ma questo
verbo ha la possibilità di aggiungere questa valenza)
 Non tutte le valenze devono sempre essere saturate
o Maria mangia
o Maria regala la sua macchina
o Maria traduce il testo

• dire perché l’italiano può essere definita una lingua pro-drop

 Italiano come lingua pro-drop (pronoun dropping): possibilità di omettere il soggetto


o Piove vs. Il pleut / It rains / Es regnet
 Com’è possibile ? Ricca morfologia verbale
o It : parl-o, parl-i, parl-a
o Fr: parl- parl- parl-

• spiegare la struttura della frase ai suoi diversi livelli (funzione sintattica, ruolo semantico,
struttura pragmatico- informativa

 2 livelli diversi che non vanno confusi


 Il soggetto è “colui che fa l’azione”?
o Mario (sogg) è piccchiato da Gianna
o Mario (colui che subisce l’azione) è picchiato da Gianna (colei che fa l’azione)
 Soggetto e oggetto sono funzioni sintattiche

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 Agente e paziente sono ruoli semantici

1.9.2.Struttura pragmatico-informativa
 Tema (topic) = ciò di cui si parla, su cui si fa un’affermazione
 Rema (comment) = l’informazione che viene fornita a proposito del
tema

1.9.3.Le prospettive dell’analisi sintattica

• spiegare qual è l’ordine non marcato della frase e spiegare il fenomeno della dislocazione a
sinistra/destra

Nella frase “normale”, non marcata (che non vuole mettere in rilievo un elemento in specifico),
soggetto, agente e tema tendono spesso a coincidere sullo stesso costituente frasale, quello in prima
posizione.

1.9.4.Ordini marcati della frase: dislocazione a sinistra


Un gatto ha mangiato il topo

(spostare rema sotto gatto)

 Mandare l’oggetto nella posizione di tema (che di solito è rematico), mandare a rema il
soggetto.
o Il topo occupa la prima posizione
 Una struttura molto spesso usata all’orale
 Anticipare all’inizio della frase un constituente, riprendendolo con un pronome clitico sul
verbo (lo/l’)

1.9.5.Ordini marcati della frase: dislocazione a destra


Un gatto ha mangiato il topo

 Ogetto reso tema


 Ordine informativo rema-tema
 Emarginazione del complemento a destra, ripresa con un clitico sul verbo (l’)

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All’esame : individuare nelle frasi se un ordine marcato a destra o sinistra, ma non ci chiederà l’analisi
in questo modo. Nenache definizioni ma in grado di identificare in una serie di esempi o in grado di
inventare una frase con dislocazione.

• spiegare su che cosa si basa la classificazione sintattica delle lingue (fornendo esempi)

Lingue e tipologia sintattica


 Tipi linguistici sulla base dell’ordine di disposizione di S, O e V.
 SOV (turco, giapponese, latino, navajo…): 45%
 SVO (italiano, russo, finlandese, basco): 42%
 VSO (lingue celtiche, eccetto bretone): 10%
 VOS (malgascio, lingua figiana, twana): circa 3%
 OVS (urarina, guarijio e … klingon)
 OSV: non attestato (yoda )

Ci fa vedere un albero e dobbiamo costruire un albero : non ci saranno frasi molto complicate
Riconoscere le valenze di un verbo.

L’ordine non marcato delle frasi, OVS solo per l’italiano.


Spiegare su che cosa si basa la classificazione sintattica delle lingue (fornendo esempi)

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1.10. LEZIONE 9 (SEMANTICA): SONO IN GRADO DI....

• dire di che cosa si occupa la semantica e quali sono le unità di base


 Lo studio del significato: un significato suscita sempre una relazione.
o La semantica non è soltalto linguistica ma studiata anche da tante altre discipline. Qui
ci concentriamo sull’aspetto linguistico.

SEMANTICA : NOZIONI GENERALI


 Lessema: Unità di base / di analisi : una parola considerata dal punto di vista del significato
 Lessico: Insieme delle parole per mezzo delle quali i membri di una comunità linguistica
comunicano tra di loro  lessico dell’italiano, del francese ecc.
 Lessicologia: disciplina che studia il sistema lessicale, in particolare per ciò che riguarda i
suoi aspetti semantici (=singnificato)
 Lessicografia: attività volta alla complicazione di dizionari

• fornire una definizione del concetto di “significato” (2 definizioni)

1.10.1. Definizione del significato


 Concettualistica : un’immagine mentale, corrispondente a qualcosa che esiste al di fuori della
lingua.
o Immagine mentale e poi referente nella realtà
o Triangolo semiotico di Odgen-Richards 1923
o Definizione di Saussure: il significato come mediazione mentale tra linguaggio e
mondo esterno.
 Contestualistica : l’insieme degli usi che si fanno di un significante, o l’insieme dei contesti
in cui un significante occorre
o Wittgenstein : il significato di una parola è il suo uso nel linguaggio
o Bloomfield : il significato di una forma linguistica è rappresentato dalla situazione in
cui viene usata e dalla risposta che suscita nell’ascoltatore.

• elencare e definire i diversi tipi di significato

 Denotativo:
o Referenziale, oggettivo: ciò che il segno descrive e rappresenta
 “notte” = periodo tra tramonto e alba
 Connotativo:
o Socialmente condiviso
 “buona sera” vs. “ciao”; “Lei” vs. “tu”
o Connesso alle sensazioni suscitate da un segno e alle associazioni a cui dà luogo
 “gatto” vs. “micio”
 “notte” = fa paura
 Conoscenze enciclopediche:
o Tutto quello che sappiamo su ciò di cui parliamo
 Meglio non disturbare un cane che sta mangiando

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• spiegare cos’è il lessico di base dell’italiano, definendo anche i suoi vari componenti
• elencare e definire le componeneti del lessico italiano (per quanto riguarda la loro origine)

 Lessico: Insieme delle parole per mezzo delle quali i membri di una comunità linguistica
comunicano tra di loro  lessico dell’italiano, del francese ecc.

• spiegare e riconoscere le diverse relazioni di senso che i significati possono instaurare tra
di loro

1.11. LE RELAZIONI TRA I SIGNIFICATI


- Possiamo studiare il significato attraverso le relazioni di senso che due parole instaurano tra
di loro (contrasti, somiglianze, coincidenza, differenze ecc.)
- Sinonimia : due significanti che rimandano allo stesso significato
o I sinonimi
o 2 parole con lo stesso significato
 Geosinonimi : cuscino vs. guanciale, anguria vs. cocmero (stesso significato,
ma significante diverso nelle diverse regioni dell’italia)
 Sinonimia come lusso ? non è necessaria ?
 Padre, babbo, papà, papi, deddi
 denotativamente sinonimi, connotativamente no. Sinonimia è funzionale!
o La sinonimia perfetta è estremamente rara: tra e fra è un esempio di sinonimia quasi
perfetta = se una parola inizia con la t utilizzo fra !

1.11.1. Le relazioni DI SENSO – similarità tra significati


- A volte la similarità è parziale
- Iponimia : un significato di un lessema include quello dell’altro
o Una rosa è un fiore
o Un barboncino (ipperonimo = qualcosa di più particolare, preciso) è un cane
(ipponimo)
o Una pera è un fruto

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- Il test dell’iponimia : X è un tipo di Y
o Imbarcazione – veliero (Y-X)
o Correre – muoversi (X-Y)
- Tutti gli X sono Y, ma non tutti gli Y sono X

Una rosa è un fiore: “rosa” è l’iponimo, “fiore” è l’iperonimo


Iperonimo: vocabolo si significato più generico ed esteso rispetto a uno o più vocaboli di significato
più specifico e ristretto, che sono in esso inclusi.
Iponimo: vocabolo di significato più specifico e ristretto rispetto a un vocabolo di significato più
generico ed esteso, che lo include
- “pastore tedesco” è iponimo di “cane”
- “cane” è iponimo di “mammifero”
- “imbarcazione” è iperonimo di “nave”
- “nave”è iperonimo di “veliero”

Serie iponimica : pastore tedesco – cane – mammifero – animale

Similarità tra significanti, forma scritta di una parola

Polisemia : una parola con più significati, significante = significati diversi.


o Capace = abile / può contenere molto
o Corno = protuberanza sul capo di animali / strumento musicale
- Proprietà di un segno linguistico di avere più significati
- La polisemia è dovuta all’aggiunta di altri valori al significato fondamentale del lessema
- Un senso si è sviluppato storicamente dall’altro

Ominimia : stesso nome


o Carica = assalto / pianta tipica dell’America tropicale
o Riso = cereale / atto di ridere
- Lessemi indipendenti sul piano del significato. Nessun legame nei significati, pura simiglianza
casuale.
- Due sensi storicamente indipendenti

1.11.2. Una relazione DI CONTRASTO


Non solo similarità, ma anche relazioni di contrasto : “i contrari”
- “buono” – “cattivo”
- Vivo – morto
o Differenze fra queste due coppie = pochi gradi intermedi per vivo-morto (antonimi
estremi, o sei X o sei Y) invece per buono-cattivo esistono più steps intermedi.
- Vendere – comprare
o Azioni da un punto di vista diverso

1.11.3. Tre categorie di contrasto


Antonimi graduati : tipo valutazioni, non sono due poli unici.
o Buono-cattivo
o Caldo-freddo

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 Non-X non vuol dire necessariamente Y
Antonimi complementari
o Vivo-morto
o Nubile-sposata
 Non-X = Y
Inversione / reciprocità
o Vendere-comprare
o Dare-ricevere
 Stessa relazione presentata da due punti di vista contrapposti

1.12. RELAZIONI DI SENSO SINTAGMATICHE


- Rapporti di carattere paradigmatico: sinonimia, antonimia e iponimia
- Rapporti di carattere sintagmatico: solidarietà semantica
o Un termine può aumentare la possibilità che appaia un altro termine
o Cooccorrenza obbligatoria : la selezione di un termine è dipendente dall’altro
o La possibilità di X di essere usato in combinazione con altri lessemi è fortemente
ridotta
 Miagolare/gatto
 Raffermo/pane
 Un termine evoca l’altro
 Madornale/errore
 Denti/mordere

• riconoscere e spiegare i diversi sottoinsiemi di lessemi


• Campo semantico: insieme dei co-iponimi di uno stesso sovraordinato
o Fiore : margherita, rosa, girasole, …
• Sfera semantica : stessa sfera di esperienza (ambito d’uso), rimanda a un concetto comune :
o Cavallo – redini – fantino – sella
o Viola – petalo – foglia – spine
• Famiglia semantica : stesso morfema lessicale
o Socio-sociale-socializzare-società-associare

• spiegare cos’è la semantica componenziale e posso analizzare un determinato campo


semantico ricorrendo a questo tipo di analisi
Si faceva tanti anni fa, non si utilizza più tanto perché ha dei limiti nella prassi.
- Si scompongono i significati dei diversi lessemi per cercare di capire in cosa differiscono da
altri significati
o Differenza tra “bambino” e “bambina” ?
o Differenza tra “donna” e “bambina” ?
- Individuare tratti semantici

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1.12.1. Semantica componenziale : verbi di movimento
Schema = solo per fare un esempio

Due definizioni di semantica


- Denotativo e connotativo = saper la differenza = tutto quello che descrive il significato
- Spiegare che cos’è il lessico di base e i vari componenti

Saper descrivere il processo

Nel lessico di base la componente latina è molto presente mentre in un discorso scentifico questa
componenete può diminuire.

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