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I Parlare e scrivere

1. Oggi la maggioranza dei linguisti riconosce la priorit della lingua parlata sulla lingua scritta
in base ai seguenti tratti dal punto di vista:
a) filogenetico: storicamente la lingua parlata precede quella scritta
b) ontogenetico: lacquisizione dellorale da parte del bambino si realizza prima di quella
dello scritto
c) della prassi: la comunicazione si effettua principalmente per mezzo dellarticolazione
fonica
d) socioculturale: lorale, pi dello scritto evidenza lorganiz-zazione e linterazione
sociale e culturale
e) interno: la lingua parlata dispone di mezzi paralinguistici solo parzialmente trasferibili
nella lingua scritta.
2. Lyons definisca situazione canonica della comunicazione proprio come linterazione faccia-a-
faccia caratterizzata dal rapporto uno-a-uno o uno-a-molti, dal canale vocale-uditivo, dalla
compresenza dei partecipanti alla stessa situazione e dallalternanza dei turni di parlante.
3. Dagli anni 80; linguistica, pragmatica, microsociologia, psicologia; con laiuto delle
innovazioni tecnologiche e strumenti pi raffinati e veloci.
4. Non si pu parlare di unaltra grammatica, anche se la forma nel parlato differisce spesso, in
diversi tratti, da quella dello scritto.
5. Il parlato rappresenta una variet di lingua, caratterizzata dal canale fonico-uditivo e dal
contesto sociale essenzialmente dialogico.
6. Tre macro-tratti situazionali che caratterizzano il parlato canonico sono:
a) il mezzo fonico-acustico
b) un contesto extralinguistico comune
c) la compresenza di parlante ed interlocutore/i.
7. La comunicazione orale si sviluppa in uno spazio lineare secondo la catena fonica, in un
modo tale che ad un suono ne segue un altro.
8. Limmediatezza nella produzione e nella ricezione diversamente dalla dilazione tipica della
scrittura (caso particolare di scrittura minimante differita rispetto alla ricezione la posta
elettronica, che permette anche situazioni di confronto e discussione in tempo quasi reale).
Limmediatezza da una partre richiede la compresenza di parlante ed interlocutore/i ne contesto
di enuncazione, dallaltra parte comporta la bassa tollerabilit di silenzi e pause, ed il rispetto del
ritmo della particolare situazione comunicativa.
9. Micro-tratti che conseguono dalle caratteristiche generali relative al mezzo foni.-acust. sono:
a) la minima possibilit di pinaificazione- consiste nella difficolt di pre-organizarsi il
proprio turno o intervento orale, in tempo reale, man mano cio che si parla,
b) limpossibilit di cancellazione- si pu solo modificare esplicatamente quello che si
gi detto, con una autocorrezione, ma non si pu veramente cancellare come nello scritto, in cui
tra laltro, al computer non rimane pi traccia della precedente versione
c) la non permanenza o evanescenza del messaggio orale. Il parlato infatti non lascia
traccia fisica e si affida quindi esclusivamente alla memoria. Ci scontriamo con problemi di

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memoria sia nella codifica (ad es. La ricorsivit 1, teoricamente infinita, viene limitata dalle
possibilit reali del parlante, che non pu continuare ad applicare la stessa regola senza perdere
il filo ad un certo punto).
d) lincidenza dei tratti prosodici ed il ricorso frequente a mezzi paralinguistici, cio
a fenomeni vocali non prosodici come variazioni di tono, energia, sonorit che possono incidere
sullinterpretazione del significato. I tratti prosodici riguardano il movimento della catena parlata
e si distinguono da quelli segmentali che riguardano a loro volta i fonemi( come /p/, /a/, /n/, /e/
per pane). Nei tratti prosodici rientrano la durata o quantit, lintensit, lintonazione, la pausa.
Ad esempio se scriviamo un enunciato senza punteggiatura (Romeo e Giulietta si sposano) o
senza altre indicazioni convenzionali corrispondenti allintonazione, non possiamo determinare
se si tratta di unaffermazione(Romeo e Giulietta si sposano.), di una domanda (Romeo e
Giulietta si sposano?) o di una esclamazione (Romeo e Giulietta si sposano!).
- Contesto denunciazione comune- In una tipica situazione di parlato faccia-a-faccia il contesto
denunciazione comune, nel senso che parlante ed interlocutore si trovano nello stesso posto e
nello stesso tempo. Nella comunicazione scritta invece, non si condividono rempo e luogo
denunciazione. La distanza tra tempo di codifica(corrispondente al momento dellenunciazione
o dellatto di scrivere) ed il tempo di ricezione(corrispondente al momento della ricezione o della
decodifica) veniva grammaticalizzata ad esempio nei tempi epistolari dei latiniche sostituivano
al tempo di codifica il tempo di ricezione. Dallesistenza di un contesto denunciazione condiviso
in uninterazione linguistica faccia-a-faccia conseguono alcuni micro-tratti:
a) il ricorso frequente a mezzi non linguistici: fenomeni non vocali come movimenti degli
occhi, cenni del capo, espresioni del volto, gesti, posizione del corpo, sorriso ecc. che sono
studiati in parte della cinesica e della prossemica.
b) la possibilit duso di deittici: che rinviano al contesto extralinguistico in cui avviene
lenunciazione (questo, qui, adesso).
- La compresenza di parlante ed interlocutore/i comporta di conseguenza una interazionalit
diretta: la comunicazione coinvolge direttamente chi vi partecipa e parlante ed interlocutori si
scambiano regolarmente i ruoli.
10. Funzione fatica della lingua come strumento per creare, consolidare e sottlineare, la
coesione interna di un gruppo, funzione strettamente correlata a questo tratto del parlato. I tratti
interessati da questo elemento sono:
a) limportanza della funzione fatica il conseguente maggiore coinvolgimento nellorale
piuttosto che nello scritto
b) la possibilit di feed-back, sia positivo che negativo, da parte dellinterlocutore, che
pu dimostrare in vari modi il suo accordo o disaccordo, pu interrompere e subentrare nel turno
c) la possibilit di riferimento alle conoscenze condivise o alla enciclopedia, cio a
quellinsieme di conoscenze (ad es. La capitale della Francia) o che riguardano specificamente
gli interlocutori, come membri ad es. Ella stessa famiglia (per cui lo zio Giovanni lo stesso e
non pu essere confuso con un altro zio Giovanni).
11. I corrispettivi linguistici non sono rigidamente determinati, ma favoriti appunto dalle
1 il fenomeno economico e semplificante per cui un determinato codice applica
una determinata regola pi volte al risultato della precedente applicazione- formula:
regola della relativa: N -> N+ Frel, cio un nome pu essere sostituito da se stesso e
da una relativa ad essa collegata. (Simone, 1991)

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caratteristiche del mezzo-parlato. Anche qui le indicazione verranno limitate ai fenomeni pi
significativi e saranno trascurati del tutto, oltre allaspetto fonetico (si pensi ai tratti di pronuncia
regionale) e fonologico( la distinzione tra vocali chiuse ed aperte), alcuni elementi morfologici
ed alcuni elementi tipici pi dellitaliano popolare che del parlato in generale.
- Alla minima possibilit di pianificazione corrisponde una diversa strutturazione sintattica e
testuale, caratterizzata da:
1) frammentariet della costruzione del discorso, frase o sintassi segmentata, frasi
incompiute
2) stile nominale la presenza di nominali sinonimo di semplificazione o di scarsa
padronanza dei meccanismi sintattici
3) dislocazioni e topicalizzazioni, frase scisse
4) ellissi e branchilogie
5) prevalenza di paratassi sullipotassi o coordinazione rispetto a subordinazione
6) cambiamenti di pianificazione autoindotti - anacoluti spesso legati a conflitti e
cambiamenti di progettazione del discorso
7) bassa coesione testuale
8) esitazioni, pause - vuote (corrispondenti ai silenzi) e piene che contengono materiale
fonico del tipo hmm, ehm, e che possono includere anche lallunganamento della vocale
precedente (es. dicoo)
9) uso del che polivalente e di altri connettivi semantici polivalenti (e, allora)
10) lessico generico come fare, cosa
11) ripetizioni
12) segnali discorsivi o demarcativi
- Allimpossibilit di cancellazione corrispondono diverse strategie di auto riparazione implicite
ed esplicite: 1) autocorrezioni- quando il parlante si rende conto di aver detto qualcosa di
impreciso e riformula completamente il suo enunciato, segnalandolo spesso con un segnale
discorsivo come cio, volevo dire,
2) parafrasi-uando il parlante riformula in parte o completamente il proprio
enunciato, per cercare di essere pi preciso o efficace,
3) particelle modali (nella letteratura anglofona hedges) come praticamente, per
cos dire. Possono servire per prendere in qualche senso la distanza dalla propria affermazione.
- Alla non permanenza corrisponde una forte tendenza alla ridodanza, caratterizzata ad esempio
dalle riprese lessicali invece che pronominali, ed in genere dalle ripetizioni.
- Alla incidenza della prosodia ed al ricorso a mezzi paralinguistici corrisponde un rapporto
particolare dellintonazione con la sintassi.
12. Dislocazione - spostamento di un costituente della frase dalla sua sede a una posizione
diversa, allinizio (a sinistra) i alla fine (a destra): I giornali, io li leggo tutti i giorni;
Elissi una figura retorica, omissione interno di una frase, di uno o di pi termini:
Francesca studia legge e Federico [] medicina
Branchilogie un parlare conciso e sentenzioso: Contato il denaro, lo misi in tasca,
invece di modi pi estesi- Dopo che ebbi contato il denaro, lo misi in tasca;
Topicalizzazioni - fenomeno frequente sporattutto nelle titolazioni sia dei giornali che
dei telegiornali: Banche, laccordo vicino;

- Alla compresenza di parlante ed interlocutore corrispondono:


1) uso frequente di fatismi come: richieste di approvazione e partecipazione

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sai, sa com, capisce bene,
2) ampio uso di strategie di cortesia e di meccanismi di modulazione
3) forte presenza di pronomi di prima persona; a livello lessicale, si pu citare
anche luso di gerghi come mezzo per sottlineare lappartenza al gruppo.
- Alla possibilit di feed-back da parte dellinterlocutore corrispondono, dal punto di vista
linguistico: 1) cambiamenti di pianificazione indotti dallesterno
2) discorsi simultanei ed interruzioni
3) segnali discorsivi di conferma o disconferma.
- Alcune differenze sono evidenti nellanalisi da Cortelazzo e da Heinze:
1) lintervento pi immediato leliminazione nello scritto di tutti gli errori di
esecuzione: esitazioni, lapsus, autocorrezioni, ripetizioni, concordanze sbagliate dovute a
suggestioni di tipo fonico;
2) leliminazione dei connettivi e e ma, coinvolgendo altri connettivi- ecco, diciamo,
particelle attenuative o rafforzative;
3) i fenomeni di tipo sintattico, ad es. dislocazioni e frasi scisse subiscono un trattamento
oscillante
4) le ripetizioni-riprese vengono cancellate nello scritto
5) si espungono i pronomi.
- Si riconoscono le seguenti dimensioni di variabilit:
1) diatopica- in questa dimensione i parametri di tipo geografico che incidono sul
comportamento linguistico- ad es. in Italia le differenze tra: citt/campagna, centro/periferia delle
grandi citt, ed in generale tra le varie regioni
2) diastratica- differenze demografiche: et, sesso, classe sociale e socio-economica,
livello di istruzione
3) diafisica- si individua nel contrasto tra registro formale/informale, in relazione alle
situazioni di maggior o minore controllo sociale; riguarda i cosiddetti stili funzionali
4) diamesica si tratta delle differenze che si costituiscono in base al mezzo usato per
comunicare scritto e parlato.
- Con luso del termine di continuum in sociolinguistica si intende mettere in rilievo da una
parte linadeguatezza della nozione strutturalista classica di sistema per cogliere e descrivere la
variazione linguistica.
- Una dimostrazione rigorosamente quantitativa dellassenza di una distinzione assoluta
scritto/parlato viene dal lavoro di Biber (1991), il quale sottolinea come nessuna delle
caratteristiche situazionali esclusivamente associata con il parlato o lo scritto, tranne la
distinzione della modalit fisica di trasmissione.
- Somiglianze di famiglia, una rete di caratteristiche variamente condivise- le varie somiglianze
che sussistono tra i membri di una famiglia si sovrappongono e si incrociano nello stesso modo:
corporatura, tratti del volto, colore degli occhi, modo di camminare, temperamento ecc.
- Tipologia dei generi- se pensiamo ad un tipico scambio orale (senza specificare pi in
dettaglio il genere, la situazione, largomento, la conoscenza reciproca) molto probabile che
prevalgano ad es. le frasi coordinate rispetto alle subordinate, ma i dati saranno molto diversi ad
es. in relazione ad una chiacchierata tra amici, ad una interogazione scolastica ecc.

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III Contesto, deissi, pragmatica
- Le componenti del contesto - diverse discipline (antropologia, etnometodologia, pragmatica,
filosofia del linguaggio, psicolinguistica, linguistica testuale- lattenzione passa dallenunciato al
testo) sono coinvolte nella chiarificazione del termine contesto. Pensiamo ad es. Bates che ha
evidenziato il ruolo fondamentale del contesto nellacqusizione della lingua materna. Il primo a
parlare esplicitamente di contesto di situazione fu lantropologo Malinowski che ne individu le
componenti fondamentali: icaratteri pertinenti dei partecipanti, lazione verbale e non verbale dei
partecipanti, gli oggetti pertinenti, leffetto dellazione verbale.
1. I due aspetti del contesto sono: contesto comprender tutti gli elementi extralinguistici,
mentre cotesto indicher solo il contesto linguistico;
2. Malinowski sottoline la funzione fatica della lingua come strumento per creare, consolidare e
sottolineare la coesione interna di un gruppo nelle societ diverse da quelle occidentali.
3. Nel 1967, letnometodologo Hymes cre lacrostico SPEAKING, nella traduzione italiana
PARLANTE. Secondo lui le componenti del contesto sono:
P partecipanti o persone (es. emittente, ricevente e pubblico); ing. participants

A - atti: forme e contenuto di ci che viene detto; ing. setting


R - risultati: obiettivi in vista (scopi, mete) e obiettivi come risultati; ing. goals
L localizzazione: momento e luogo, anche ambiente psicologico e definizione
culturale del tipo di scena; ing. setting 2
A agenti strumentali: canale (la scelta del mezzo parlato, scritto, telegrafico o altro) e
codice (spagnolo, inglese ecc.) o sottocodice (dialetto, variet sociale ecc.) ; ing. instruments

N norme dinterazione e dinterpretazione: specifici comportamenti e propriet che


possono accompagnare atti linguistici e anche regole condivise per comprendere ci che succede
negli atti linguistici; ing. norms of interaction and of interpretation
T tipi: categorie o tipi di atti ed eventi linguistici, ad es. conversazione, imprecazione,
preghiera, lezione; ing. genres
E espressione: tono, modo o umore con cui un atto compiuto; ing. key.
4. Givon ha distinto 3 tipi di contesto, caratterizzati da tre diversi foci:
a) focus generico: condivisione del mondo e della cultura, a partire dallo stesso lessico
b) focus deittico: condivisione della situazione enunciatica, che comprende la
deissi vera e propria, le relazioni socio-personali e la telelogia dellatto linguistico
c) focus del discorso: condivisione del contesto, intesa sia come conoscenza del discorso
immediatamente precedente e delle inferenze relative, che delle modalit metaproposizionali.
- Le componenti date influenzeranno pi o meno fortemente il comportamento linguistico:in
particolare, la relazione di ruolo sociale tra gli interlocutori incide sul comportamento linguistico.
Un esempio di codifica grammaticale della relazione sociale tra i parlanti il cosiddetto
pronome di cortesia, per cui in italiano usiamo il tu con parenti, amici, coetanei ed usiamo il
Lei con estranei o socialmente superiori.
- Il contesto dovr mantenere, se non aumentare, limportanza che gli viene attualmente
riconosciuta. centrale non solo per gli studi di analisi del discorso, ma in generale per le
scienze cognitive.
5. La deissi la collocazione e indentificazione di persone, oggetti, eventi, processi e attivit di
cui si parla o a cui ci si riferisce, in relazione al contesto spazio-temporale creato e sorretto

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dallatto dellenunciazione e dalla partecipazione ad esso, di un parlante e almeno di un
interlocutore Lyons, 1977.
6. Le tematiche centrali sono- la teoria degli atti linguistici, la deissi, il Principio di
Cooperazione di Grice e le implicature.
7. Le categorie sono: principali- persona, tempo luogo; meno centrali-sociale, del discorso.

8. I punti di ancoraggio non marcati, che costituiscono il centro deittico, sono:


1) la persona al centro il parlante
2) il tempo centrale il momento in cui il parlante produce lenunciato
3) il luogo centrale la posizione del parlante al momento dellenunciazione

4) il centro del discorso il punto del discorso in cui si trova il parlante nel corso
della produzione del suo enunciato
5) il centro sociale dato dallo status o dal rango sociale del parlante.
9. Lo spostamento del deittico della persona avviene quando, nella conversazione, il centro
diettico non fisso, in base al cambio di turno ed al relativo cambio di parlante.
Es. A: Dove sei stato (TU)? B: (IO) Sono stato al cinema.
10. I mezzi linguistici usati pi frequentemente per la deissi sono:
a) i dimostrativi - questo, quello
b) i pronomi - io, voi
c) il Tempo grammaticale - limperfetto indic. in contrapposizione al Presente indic.
d) gli avverbi di tempo e luogo domani, l.
- La distinzione tra deissi gestuale e simbolica proposta da Fillmore. Luso gestuale del
deittico fa riferimento ad un controllo audio-visivo-tattile o comunque fisico dellevento
comunicativo, come quando dico: Mettilo qui, indicando allinterlocutore un luogo specifico.
Luso simbolico rimanda alla sola conoscenza dei parametri fondamentali (spazio-temporali)
dellevento comunicativo, come nelles. Ti scrivo per dirti che qui la situazione tranquilla.
Tempo di codifica mette in gioco il parlante/scrittore. Tempo di ricezione mette in gioco
lascoltatore/lettore, naturalmente si coincidono solo nel caso dellinterazione faccia-a-faccia.

11. La deissi personale codifica il ruolo dei partecipanti nellenunciazione; la prima persona ad
es. grammaticalizza il riferimento che il parlante fa a se stesso. In italiano, ma non in tutte le
lingue, la categoria della persona pu essere morfologizzata nella forma verbale, permettendo
cos la cancellazione del soggetto- (io) mangi-o/ (lui) mangi-a
12. La deissi temporale grammaticalizza la relazione tra il tempo della situazione che viene
descritta e il punto zero temporale del contesto deittico. Il Tempo grammaticale uno dei fattori
principali di ancoraggio deittico ad un contesto di enunciazione. Es. Nel 1678 tutto era
cambiato.. poi incominci il riflusso.. in era cambiato il tempo dellevento precede il tempo
di riferimento, ed entrambi precedono il tempo dellenunciazione; in cominci tempo
dellevento e tempo di riferimento coincidono, ed entrambi precedono il tempo
dellenunciazione.
13. La deissi spaziale si riferisce alle posizioni e ai punti di ancoraggio spaziale di un evento
comunicativo. I punti di ancoraggio possono essere specificati:
1) rispetto ad altri punti fissi:La stazione a 200 metri dalla cattedrale- uso non deittico

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2) riferendosi alla posizione dei partecipanti al momento dellenunciazione: La stazione
a 200 metri da qui - uso deittico.
14. Filmore aggiunge la deissi sociale grammaticalizza le relazioni sociali non solo tra i
partecipanti alla situazione enunciativa, ma anche con le persone a cui si riferisce, e con la
situazione (ad es. il giapponese, come si sa, ricchissimo di onorifici sia dellinterlocutore che di
riferimento).
15. Lyons e Levinson parlano anche di deissi testuale/del discorso, con cui si riferisce,
allinterno di un enunciato, ad una parte del discorso in corso. Ma questo tipo di deissi non
accettata da tutti. Secondo Conte la deissi testuale non esclude ma include altre forme o specie di
deissi, e in quanto metatestuale.
16. Con il topic si intende lelemento posto in prima posizione nella frase, che coincide in
genere con largomento della predicazione, con il focus e con linformazione data.
17. Pragmatica si occupa di come il contesto influisca sullinterpretazione di significati.
caratterizzata in generale dalla considerazione della lingua come azione ed interazione allinterno
di un contesto, quindi dalla dipendenza del significato dal contesto duso e dal concetto di
adattabilit della lingua, che ci permette di conformare il nostro comportamento verbale alle
richieste della gente, alle loro credenze, ai loro desideri ed intenzioni, ed alle circostanze del
mondo reale in cui interagiscono. La nozione di contesto viene cos ad assumere un ruolo
centrale, costitutivo, della prospettiva pragmatica.
18. La teoria degli atti linguistici presenta il significare come un agire: dire e fare. Vengono
distinti tre aspetti o livelli dellatto linguistico: locuzione- comprende gli aspetti per cui parlare
dire qualcosa; illocuzione- consiste nel compimento di una fra le azioni che convenzialmente
possibile compiere nel dire qualcosa; perlocuzione- consiste nella produzione volontaria o
involontaria di effetti o conseguenze sulla situazione. Classificazione degli atti ling.:
Austin Searle Sbis
verdettivi rappresentativi verdettivi
esercitivi direttivi esercitivi
commissivi commissivi commissivi
comportativi espressivi comportativi
espositivi (dichiarazioni)
19. Il principio di Cooperazione conforma il tuo contributo conversazionale a quanto
rischiesto, nel momento in cui avviene, dallintento comune accettato o dalla direzione dello
scambio verbale in cui sei impegnato.
20. Le massime conversazionali sono:
1) categoria della Quantit:
a) d un contributo tanto informativo quanto richiesto
b) non dare un contributo pi informativo di quanto sia richiesto
2) categoria della Qualit: tenta di dare un contributo che sia vero
a) non dire ci che ritieni falso b) non dire ci per cui non hai prove adeguate

3) categoria della Relazione: Sii pertinente


4) categoria del Modo; sii perscipuo.
a) evita oscurit di espressione b) evita ambiguit c) sii conciso d) sii ordinato.

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21. Implicatura correlata al Principiio di Cooperazione ed alle Massime. Fornisce una
spiegazione esplicita di come sia possibile intendere pi di quanto si dice effettivamente. Esem.:

A: Sai che ore sono?


B: Mah, gi passato il lattaio.
lenunciato di B non sembra essere una risposta pertinente alla domanda di A. Se per
assumiamo che B sta rispondendo in modo cooperativo, inferiamo che B non sa lra esatta, e
fornisce ad A uninformazione dalla quale pu dedurre approssimativamente lora, bassandosi
sullora in cui abitualmente passa il lattaio.

IV Il tessuto del discorso


1. Il discorso come una co-produzione dei vari partecipanti allinterazione- parallelamente ad un
prevalere della prospettiva dialogica, si indebolita la posizione del parlante come unico
produttore e si contemporaneamente affacciata alla ribalta la figura dellinterlocutore come co-
autore. La conversazione frutto di una colaborazione, di un lavoro in comune; pu essere
considerata metforicamente come un tessuto in cui i contirbuti di parlante di turno ed
interlocutore si intrecciano tra di loro, fin quasi a confondersi, e comunque a costituire un unico
prodotto.
2. Un altro aspetto della co-produzione che quello della negoziazione per cui il contributo alla
conversazione non solo unilaterale, ma in qualche modo negoziato tra i vari partecipanti
allinterazione. Anche la pre-chiusura in analisi conversazionale sembra correlata alla
negoziazione: con Va bene alla fine di uno scambio conversazionale posso indicare che io non
ho pi niente da dire e sto per chiudere il discorso, ma indico anche che sono disposto a
proseguire nel caso laltro non accetti la mia proposta di chiusura.
3. I back-channels sono i segnali di conferma di attenzione e segnali relativi allaccordo (es.
mmh, ti seguo, s, s, esatto).
4. Tipi di ascoltatori/interlocutori sono: la prima distinzione che viene fatta tra
autoascoltatore ed etero-ascoltatori- chiunque parli, mentre parla si ascolta ed esercita una
funzione di controllo sulla sua stessa produzione. Seconda tra veri e propri partecipanti e
partecipanti non ratificati. Tra i primi partecipanti a tutti i diritti, distinguiamo ancora tra la
persona a cui ci rivolgiamo (interlocutore) ed i partecipanti secondari. Mentre i veri e propri
partecipanti sono autorizzati e richiesti, a prender parte alla conversazione, altri ascoltatori
rientrano sotto la categoria dei partecipanti non ratificati, in quanto non sono autorizzati a
partecipare alla conversazione. I part.non ratificati si distinguono tra evidenti (persone che
pur presenti apertamente alla conversazione, non possono prendervi parte) e nascosti (persone
seguono la conversazione di nascosto).
5. La conversazione si caratterizza per lavvicendamento dei turni, in relazione cio a come la
parola/il turno passa da una persona allaltra.
6. In una conversazione in genere prima parla una persona poi laltra, di seguito, ordinatamente-
si parla di cambia di turno morbidi. Ma possono essere interruzioni e sovrapposizioni, entrambi
cio parlano nello stesso momento, ed i cambi di turno possono avvenire in modo non morbido.
7. La sovrapposizione dipende molto dal tipo di situazione ( pi frequente in una situazione
informale), dallargomento, da variabili contestuali, dal tipo di cultura, e sembra regolata in
modo tale da non compromettere in genere la comunicazione.
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8. Sacks, Schegloff, Jefferson in un articolo propongono un modello per spiegare alcune
carattersistiche della conversazione: lavvicendamento dei turni, il fatto che per lo pi parli una
sola persona per volta, che lordine e la misura dei turni non sia fissa ma variabile ecc.
individuano quindi delle regole, tra cui quella definita regola doro- UN PARLANTE PER
VOLTA.
Lapproccio di tipo psicologico allavvicendamento dei turni, ed in particolare Duncan propone
un insieme convergente di segnali per dare il via libera al cambio di turni, collegando la
regolarit nella conversazione alle regole del traffico stradale. Il verde del semaforo si
riconosce sulla base di segnali verbali e non verbali: intonazione, volume e/o tono, allungamento
della vocale finale, back-channels, sguardo, gesti delle mani, posizione del corpo.
9. Il sistema di Sacks, Schegloff, Jefferson, bassato su unit minime corrispondenti alle azioni in
senso sociologico, funziona in relazione al PRT- Punto di rilevanza transizionale, con cui si
intende il luogo, identificato tramite indicatori linguistici, in cui ci si pu scambiare il turno,
senza violare la regola.
10. Le regole di selezione individuate da Sacks per il cambio del parlante sono:
a) il parlante di turno seleziona il parlante successivo
b) qualcuno si autoseleziona
c) il parlante che ha il turno lo mantiene.
11. Unaltra caratteristica rilevante dei turni la loro complementariet. Si parla in questo
approccio di coppie adiacenti o di sequenze complementari, che costituiscono unaltra
organizzazione e gestione locale della conversazione, se non lunit fondamentale. Esempi
prototipici ne sono le coppie domanda/risposta, saluto/saluto, offerta/accettazione, in cui la
prima parte della coppia influenza la produzione della seconda, ed in cui il secondo membro pu
essere preferito. Marcatezza in linguistica e preferenza in analisi conversazionale sono legate tra
di loro da un rapporto di implicazione negativa, cio: non preferenziale marcato e preferenziale
non marcato. Es. se dopo offerta segue rifiuto, il rifiuto sar marcato linguisticamente, perch
dovremo giustificarlo; il secondo membro- rifiuto sar introdotto da una pausa e da un segnale
discorsivo es. oh, ed accompagnato dal motivo del rifiuto, oltre che dalle scuse relative.
12. Quando si pu considerare completato un turno? Il completametno a livello semantico:
linterlocutore interviene quando ha g capito o almeno ritiene di aver gi capito quello che il
parlante intende dire. Linterlocutore che interviene prima che il parlante di turno abbia
completato il suo enunciato dimostra di sapere ci che non ancora stato detto dal parlante di
turno, ad es. il titolo di un articolo o il nome di un luogo.

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V I dati
1. Le difficolt sono: sia difficile realizzarla in pratica, sia rispetto alla fase della raccolta dati
che della successiva trascrizione, ed infine dellanalisi, che complicata dalla quantit di
variabili in gioco nela caso in cui non si utilizzino esempi fittizi e che richiede un approccio
multidimensionale.
2. Paradosso dellosservatore che richiama il principio di indeterminazione di Heisenberg, in
base al quale la misura di un fenomeno introduce una peturbazione nel fenomeno stesso. Labov:
Noi vogliamo osservare come si comportano i parlanti quando non sono osservati. La presenza
nascosta del registratore, che cerca di ovviare al problema, pu sollevare problemi etici, come
nel caso di una conversazione a cena tra amici, che non sarebbero felici di scoprire che linvito a
cena stato sfruttato per una raccolta di dati tratti dalla loro conversazione registrata di nascosto.
Non solo comporta problemi etici, ma anche resa difficile dagli elementi contestuali o privati
non esplicitati linguisticamente, legati sia ad elementi extralinguistici che alla conoscenza
reciproca, e quindi difficilmente recuperabili dalla pura registrazione.
3. La videoregistrazione molto utile per le informazioni che d sugli elementi non verbali,
che in alcune interazioni possono assumere una importanza fondamentale.
4. Per evitare il paradosso dellosservatore dobbiamo di partenza ignorare i problemi di
carattere etico pi o meno significativi in relazione alla situazione e ci troveremo comunque di
fronte al problema dellimplicito in tutte le sue forme.
5. La presenza evidente di un videoreg. pu modificare, sia pur parzialmente, il comportamento
linguistico dei soggetti, anche nel caso in cui si trovi gi in una situazione formale, in cui il
controllo comunque alto (es. per molti studenti la presenza di un videoregistratore
comporterebbe un aumento di tensione durante lesame).
6. Nel caso si voglia evitare il paradosso... sembra meglio raccogliere i dati in situazioni in cui
il coinvolgimento personale sia ridotto e linterazione il pi possibile esplicita o in situazioni
pubbliche (come le trasmissioni radiofoniche o televisive) in cui ci rivolge ad un vasto pubblico
e losservazione esterna fa parte del gioco stesso.
7. Il LIP un progetto di corpus nazionale realizzato da parte di De Mauro e collaboratori.
Lessico di frequenza dellitaliano parlato- LIP, si basa su un corpus di 500 000 occorrenze,
corrispondenti a 57 ore circa di registrazione, distribuite su una tipologia di testi variamente
articolata, corrispondenti ai diversi profili di interazione fra gli interlocutori, raccolti a Milano,
Firenze, Roma, Napoli. Questo e una risposta parziale perch i dati riguardano solo incontri di
pubblico servizio svoltisi in librerie universitarie; e per quanto riguarda la provenienza
geografica i dati sono stati raccolti in librerie solo del Nord e Centro. Le varie situazioni
comunicative rappresentate nel corpus del LIP corrispondono a 5 gradi di naturalezza:
a) scambio bidirezionale faccia-a-faccia con presa di parola libera- conversazione in tutte
le sue possibili forme
b) scambio bidirezionale non faccia-a-faccia con presa di parola li- bera- conversazioni
telefoniche
c) scambio bidirezionale faccia-a-faccia con presa di parola non libera- dibatti, interviste,
interrogazioni
d) scambio unidirezionale in presenza di destinatorio/i- lezioni, conferenze, comizi,
omelie
e) scambio unidirezionale o bidirezionale a distanza- trasmissioni radiofoniche o
televisive.

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- Limitamente alla lingua parlata dei bambini, un progetto internazionale il CHILDES (Child
Language Data Exchange System) che coinvolge anche in Italia diversi gruppi di ricerca. I tre
obbiettivi del CHILDES:
1) provide greater scientific precision in data collection, coding and transcription
2) automatic the analysis of large amounts of conversational texts
3) widen the empirical database on which we build our theorie.
I ricercatori individuali ed i gruppi che partecipano al CHILDES appartengono a varie
istituzioni: CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), Universit e centri medici specialistici.

- La trascrizione deve essere resa il pi possibile scientifica, cio sia esplicita, che correta e
rigorosa metodologicamente. Lelemento centrale di cui essere consapevoli quello della
selettivit della trascrizione: la trascrizione infatti selettiva, nel senso che seleziona alcuni
elementi e non altri; se esiste un determinato interesse per un certo problema, il fenomeno che si
intende osservare condiziona la trascrizione.
8. Il sistema Jefferson il sistema di trascrizione collegato allanalisi conversazionale, in cui si
sottolineavano la centralit dei dati reali, la propriet sequenziali del parlato e si individuano le
unit di costruzione dei turni.
9. I segnali del sistema ortografico, sistema pi comodo e pi facilmente leggibile da parte dei
non addetti, anche se il meno accurato rispetto ai dati e rispetto alle informazioni deducibili dai
dati stessi, oltre che pericoloso perch induce a trattare il testo orale, trascritto come se fosse
un testo scritto.
10. I criteri discriminati sono:
1) comprensivit vs. specializzazione: si pu scegliere se ridurre la trascrizione ad alcuni
elementi, oppure cercare di essere il pi comprensivi possibile, inserendo anche i fenomeni
prossemici e cinesici;
2) lattendibilit: chi trascrive deve evitare di sovrapporre la sua interpretazione al
fenomeno osservato e tendere a riportare il fenomeno cos come si attua;
3) la leggibilit: in contrapposizione con i due criteri precedenti, nel senso che se siamo
molto comprensivi e molto attendibili, siamo pocchissimo leggibili;
4) la coerenza interna, nel senso che un determinato simbolo deve sempre rappresentare
un determinato fenomeno, evitando che allo stesso simbolo corrispondono fenomeni diversi

5) la flessibilit, cio la possibilit di inserire nuove convenzioni, aggiornando il sistema,


o di semplificare o specializzare a seconda degli scopi o degli oggetti di ricerca stabiliti;
6) la traversalit, cio luso dello stesso simbolo in sistema diverso do trascrizione, con
una conseguente standardizzazione
7) la riproducibilit del simbolo mediante strumenti di elaborazione automatica dei dati
per semplificare la trasmissione dei dati.
11. Allacciamento o latching la trascrizione in cui gli informazioni condividono il punto di
rilevanza e quindi i turni risultano sincronizzati. segnalato in genere dal segno =- assenza di
pause, interruzioni.
12.
13. Vengono incomprensibili quando esistono parti della registrazione audio che non si
capiscono, rumori esterni, quando il parlante ha abbassato il volume, o per sovrapposizione.

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VI I segnali discorsivi
1. I segnali discorsivi sono elementi linguistici di natura tipicamente pragmatica che a partire dal
significato originario assumano altre funzioni nel discorso secondo dal contesto. Assumono dei
valori aggiuntivi che servono a sottolineare la strutturazione del discorso, a connettere elementi
frasali, interfrasali, extrafrasali.
2. Esempi: sai, ecco, praticamente, cio, beh, insomma, voglio dire, niente, eh, esattto ecc. che
cstellano il discorso quotidiano. B. Ma impari a parlare ma lei deve tornare a scuola elementare
non media...
3.
4. Caratteristiche dei SD: la possibilit di cumularsi -
A: mi parli dei neogrammatici
B: S (-) dunque allora i neogrammatici cio
la polifunzionalit
5. Una delle funzioni pi diffuse e significative laspetto fatico, della comunicazione intesa
come strumento per creare, consolidare o evidenziare lappartenenza di un individuo ad un
gruppo. Pensiamo ai vocativi parententici ed agli allocutivi del tipo frequente usato, ad es. nelle
trasmissioni televisive e radiofoniche con telefonate in diretta:
A: pronto! chi parla! B: Giovanni! A: come va (-) Giovanni!
- SD come sai/sapete/come sai sono classificati come fatismi che rimandano ad una
conoscenza condivisa e sottolineano il legame tra gli interlocutori: sai (-) non ne posso pi di
queste riunioni!
6. La polifunzionalit SD possono svolgere pi funzioni, talvolta nello stesso enunciato,
rendendo tra altro difficile e delicata la loro classificazione.
7. Le posizioni in cui si possono trovare i SD sono:
1) in posizione iniziale- per es. ecco pu valere da meccanismo di presa di turno-
ecco(-)cio(-) voglio dire(-) non sono del tutto daccordo
2) in posizione mediana- ecco pu servire per mantenere il turno e prendere tempo, e
funziona da segnalatore di incertezza: una questione difficile(-) ecco(--) non so proprio che
cosa consigliarti!
3) in posizione finale- pronunciato spesso come volume alto ed intonazione discendente,
ecco pu sottolineare lintero enunciato: seo proprio indisponente (-) ECCO!
8. La classe dei SD non corrisponde ad una sola categoria grammaticale- congiunzioni, avverbi,
interezioni, sintagmi verbali, sintagmi preposizionali ed espressioni frasali. Quello che unifica
questi elementi il fatto che veicolano altri valori dipendenti dal contesto, che sottolineano
linterazione in corso e lo sviluppo stesso della conversazione.
9. Le funzioni dei segnali discorsivi:
1) funzioni interazionali:
a) dalla parte del parlante:
- segnali relativi al turno: allora, ecco, ma, e, pronto (al telefono) - richiesti di
attenzione: ehi,senta/i, guardi/a/ate, vede/i
- segnali relativi allaccordo: non, vero, non cos, eh!
- controllo della ricezione: eh, capisci, capito
- fatismi e meccanismi di modulazione: i vocativi, gli allocutivi, signorina, capo

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b) dalla parte dellinterlocutore:
- meccanismi di interuzione: ma, allora, scusa, insomma
- conferma di attenzione: s, siiii, davvero, mh
- segn. relativi allaccordo: esatto, perfetto, assolutamente, come no
- segn. relativi alla ricezione: ho capito, ah, aah, s
- fatismi: so bene, io credo, povero/a + vocativo
2) funzioni metastuali:
a) demarcativi: comunque, insomma, cambiando discorso
b) focalizzatori: proprio, appunto, ecco
c) indicatori di riformulazione:
- ind. di parafrasi: cio, voglio dire, in altre parole, leggasi
- ind. di correzione: diciamo, insomma, cio, voglio dire
- ind.di esemplificazione: mettiamo, facciamo, diciamo, prendiamo

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