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per dispetto: uso del dialetto come trasgressione nei confronti della norma
scolastica.
Scritto e parlato
Il testo è diverso dal discorso. Il testo scritto da l’idea di compattezza che vive
soprattutto nella dimensione chiusa del monologo. Il discorso orale è caratterizzato
da flessibilità delle articolazioni sintattiche e logich, vive nella dimensione aperta del
dialogo.
Queste regole possono essere violate per ironia, per non dire cose false, per non far
capire l’argomento trattato. Sono dette anche Principio di cooperazione tra parlanti.
Le lingue speciali
La lingua utilizzata nelle canzoni è molto varia. Da una parte ci sono testi che
seguono la prima fase della canzone leggera italiana, con lessico di origine poetico e
rima convenzionale (cuore-amore-dolore), che abusano di futuro e imperativo e di
metafore tradizionali. In questi testi la struttura è : strofa, strofa, ritornello, strofa,
strofa, ritornello. Dall’altra parte c’è un’evoluzione formale e stilistica dal semplice al
complesso, sul modello della canzone d’autore. Si assiste all’uso di un lessico più
ricercato e di una sintassi elaborata.
Gallicismi: i contatti con le lingue galliche sono dovuti all’influenza della lingua
d’oc durante la presa di Pavia da parte di Carlo Magno, al proliferare di pellegrinaggi
e crociate ma soprattuttoo all’influenza della letteratura francese che fu massima
durante l’Illuminismo (parole della vita cavalleresca, arredi, vestiti,ecc). tra le parole
entrate stabilmente nell’italiano ricordiamo mangiare, parlare, burro, cugino, roccia,
giallo, bugia, coraggio, pensiero, speranza, cavaliere, schiera, stendardo, noia,
talento, partenza, guardare. Tra i termini legati alla moda ricordiamo cravatta,
parrucchiere, bignè, liquore.
Da una base lessicale si può ricavare un numero di derivati molto elevati. Ci sono tre
modi di formazione delle parole:
La morfologia derivata: la base lessicale più suffissi (disegna-tore), più prefissi (pre-
monizione), più interfissi (libr-ic-ino). La composizione dei nomi composti è variabile:
può essere formata da nome-nome (cassa-panca, calza-maglia), nome-aggettivo
(cassa-forte), aggettivo-nome (alto-piano, mala-fede), verbo-nome (mangia-fuoco). I
vocaboli derivati si possono organizzare o con il paradigma a ventaglio, ossia da una
stessa base lessicale. Hanno più derivati (lavoro: lavoratore, lavorazione,
lavorativo,lavorio). Oppure i vocaboli derivati possono organizzarsi con il paradigma
a cumulo, cioè attraverso una derivazione con trasformazioni successive a partire
dalla stessa base (forma, formale, formalizzare, formalizzazione). Per derivare le
parole con suffissi e prefissi: Suffissi denominali e deaggettivali (bacio-baciare- secco-
seccare, alfabeto-alfabetizzazione, sapone-saponificare, falso-falsificare) o suffissi
nominali deverbali (v,n), (aggio: tatuare, tatuaggio); suffissi aggettivali deverbali (v,a)
(incantare, incantevole); suffisso nominale deaggettivale (a, n) (giusto, giustizia),
suffisso oggettuale denominale (n,a) (nave, navale); suffissi nominali denominali (n,
n)(sterpo, sterpaglia); suffissi verbali deverbali (v,v) (saltare, saltellare); suffissi
oggettuali deaggettivali (a,a) (bello, belloccio). La prefissazione, invece, non implica il
cambio di categoria: nome-nome, verbo-verbo, aggettivo-aggettivo. Tra i prefissi
intensivi ricordiamo super, ultra iper, stra, tra i prefissi negativi in,s,dia, tra quelli
avverbiali pre, post, restro, extra, fuori. Tra le alterazioni ci sono i diminuitivi come
vezzeggiativi (ino,etto, ello) e gli accrescitivi con valenza peggiorativa (one, accio,
azzo). Gli alterati possono essere veri o falsi: falso accrescitivo, falso diminuitivo,
falso alterato.
Giusto o sbagliato