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LECTURE 1
LE VARIETA' DEL CODICE DELLA LINGUA ITALIANA
"La lingua è un repertorio di varietà"
→ varietà: insieme coerente di elementi (forme,strutture.tratti,etc.) di un sistema linguistico che tendono a presentarsi
in concomitanza con determinati caratteri extralinguistici (sociali, geografici situazionali). In altre parole è una delle
diverse manifestazioni concrete in cui una lingua si può realizzare.
La varietà si stabilisce tramite il confronto con la lingua di riferimento detta varietà standard.
→repertorio: insieme di tutte le varietà di una lingua rappresentabile come collettivo al quale si affianca un repertorio
individuale che rappresenta l'insieme delle varietà della lingua che il singolo parlante ha a disposizione.

Assi di variazione della lingua:


Diacronia → legato al tempo

Fino al 1900 la lingua italiana è stata piuttosto statica e negli ultimi 70/80 anni la cosa è variata considerevolmente.

Sincronia→ di tipo puntuale:

diatopia : prende in considerazione l'aria geografica e il luogo di appartenenza rappresentando anche l'asse più
influente;

diastratia : considera l'appartenenza sociale e il ceto;

diamesia : considera il canale di comunicazione (orale,scritto,digitato, trasmesso);

diafasia : situazionale e funzionale.

Ogni uso concreto del linguaggio si colloca simultaneamente su diversi assi di variazione e i medesimi tratti linguistici
possono essere caratteristici di diverse varietà.

LA VARIETA' STANDARD
La varietà della lingua che viene assunta, anche implicitamente, come modello per
l'uso corretto della lingua e per l'insegnamento scolastico

Una varietà diviene standard per ragioni prevalentemente storiche, in Italia il fiorentino del 1300.
CARATTERISTICHE:

codificata: esiste un sistema di testi di riferimenti e norme che si appoggiano sull'autorità di esperti e studiosi;

stabile: è fissa in quanto regolata;

sovraregionale: è riconosciuta come modello da tutta la comunità nazionale e dai parlanti;

elaborata: può soddisfare tutti gli usi e può essere usata in ogni ambito;

scritta

usata dai ceti alti: è dotata di prestigio sociale

ITALIANO STANDARD
L'italiano riconosciuto come standard nasce dal volgare fiorentino trecentesco che vede come scrittori di spicco Dante,
Petrarca e Boccaccio, ma non perchè più importante o per ragioni costitutive, ma per ragioni economiche, sociali e
culturali.
Dal punto di vista culturale si affermò l'autorevolezza della lingua usata dai 3 letterati citati, da quello economico però
Firenze rappresentò tra XV e XVI secolo la ricchezza italiana ottenendo la supremazia economica.
E' scritta e usata dalla classe colta, inoltre la sua forza è stata tale da rimmanere stabile fino a metà del '900.

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Nella sua sostanza non è particolarmente variata, poi con l'avvento della globalizzazione e modernità le cose sono
cambiate sensibilmente.

L'evoluzione si è mostrata come un processo evidente di allargamento, tantovero che si parla ora da parte dei linguisti di
"nuovo standard" [neostandard -Berruto] e si scosta dal vecchio solo in parte situandosi in forma orale e scritta in contesti
di media formalità-
In questa trasformazione quello che una volta era il modello ora mai è sentito come modello alto usato quasi
esclusivamente nello scritto e in contesti molto formali.
CARATTERISTICHE;

avvicinamento tra scritto e parlato;

apertura alle diverse varietà regionali;

ha tendenza evidente alla semplificazione con l'uso di forme e costruzioni meno impegnative in ambito di

morfologia (prevalenza di indicativo e imperfetto soprattutto);

sintassi (preferendo la paratassi);

lessico.

Tutto ciò porta all'accettazioni di tratti che erano precedentemente esclusi, non essendo nuovi, ma non erano inclusi o
accettati.

italiano dell'uso medio (neostandard) non è registro linguistico medio

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