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ELEMENTI DI SOCIOLINGUISTICA

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ELEMENTI DI
SOCIOLINGUISTICA

La sociolinguistica è la studio del rapporto tra lingue e


società si divide sostanzialmente in due aree:

§ Lo studio delle lingue parlate in una comunità.

§ Le politiche linguistiche adottate nei confronti delle


lingue parlate in una comunità.
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LA VARIAZIONE LINGUISTICA

La variazione linguistica è l'insieme dei cambiamenti che


si verificano sotto il dominio di una stessa lingua.

La variazione più conosciuta corrisponde alla variazione


diacronica che fa riferimento alle diverse fasi
dell'evoluzione della lingua nel corso del tempo.

Esistono diversi tipi di variazione linguistica: per area


geografica, per registro o per classe sociale.
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LA VARIAZIONE DIATOPICA
Il ridotto contatto tra parlanti di uno stesso codice
provenienti da regioni lontane limita il processo di mutuo
riadattamento. La lingua, dunque, tende a presentare
differenze a seconda delle regioni in cui è parlata.
Una variante geografica con caratteristiche più o meno
omogenee è detta geoletto.

Esempio
Plátano, in México, Perù, Spagna e Cuba.
Banana, nella maggior parte dei paesi ispanoparlanti.
Gueneo in Repubblica Domenicana
Cambur in Venezuela.
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LA VARIAZIONE DIASTRATICA

All'interno di un'area geografica, le persone livellano il


proprio «parlato» con quello delle persone dello stesso
gruppo sociale.

Ciò dà origine a varianti diastratiche che fanno sì che


parlanti con caratteristiche socioeconomiche o
occupazionali simili abbiano caratteristiche linguistiche
che le differenziano da altri gruppi.
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LA VARIAZIONE DIAFASICA

Le varietà diafasiche si riferiscono agli usi linguistici


richiesti a seconda delle situazioni.

Le situazioni potrebbero richiedere un registro formale,


informale o colloquiale.

I limiti tra registri contigui non sono netti, quindi si può


parlare di situazioni intermedie.
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VARIETÀ LINGUISTICA
Il termine varietà definisce uno specifico insieme di "segni
linguistici" riconducibili ad una linguaggio naturale che
può essere associato a qualche fattore (es. area
geografica/gruppo sociale).

Le differenze si manifestano più chiaramente oralmente


che per iscritto.

Il termine varietà è un modo neutro per riferirsi alle


differenze linguistiche tra parlanti di uno stesso codice. Il
suo uso ha lo scopo di evitare l'ambiguità che deriva
dall'uso di termini come "lingua" e "dialetto".
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LINGUA O DIALETTO? (I)

Questa dicotomia risale agli antichi greci.

Il greco era in realtà un gruppo di varietà locali distinte


(Ionio, Dorico e Attico). Ogni varietà aveva le sue
tradizioni e usi letterari. Più tardi, il greco ateniese o koinè
divenne la norma per la lingua parlata e le altre varietà
dovettero convergervi.

La situazione greca ha fornito il modello per tutti gli usi


successivi dei due termini.
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LINGUA O DIALETTO? (II)

Gli studiosi hanno spesso incontrato notevoli difficoltà nel


decidere quale termine usare:

§ Il termine lingua è stato utilizzato per riferirsi sia a una


singola norma linguistica che a un gruppo di norme
correlate. Questa alternanza è legata a una
prospettiva ideologica che tende a considerare la
lingua come una norma unica (lingue ufficiali).

§ Il termine dialetto è stato usato per riferirsi a una di


queste norme e, inoltre, è stato usato comunemente
per indicare una lingua locale non prestigiosa.
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ESEMPI EMBLEMATICI

Hindi e Urdu rappresentano due varietà


della stessa lingua. Tuttavia, sono
considerate lingue diverse e mostrano
differenze crescenti dovute a ragioni
politiche e religiose. Le due varietà
sono diventate uno dei simboli delle
crescenti differenze tra India e
Pakistan.

Le differenze più notevoli sono:


• L'hindi è scritto da sinistra a destra nella scrittura devanagari,
mentre l'urdu è scritto da destra a sinistra nella scrittura arabo-
persiana.
• L'hindi si basa sul sanscrito per i prestiti linguistici, mentre
l'urdu si basa su fonti arabe e persiane.
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ESEMPI EMBLEMATICI

in Cina, lingue reciprocamente inintelligibili sono chiamate “dialetti”


perché hanno lo stesso sistema di scrittura e una tradizione comune.
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LA VARIETÀ STANDARD

La varietà standard di una lingua coincide con la varietà


che è stata scelta come modello o norma per le altre
varietà.

La varietà standard assume una dimensione ideologica.


La principale conseguenza di questo fenomeno è che
tutte le altre varietà sono considerate dialetti della varietà
standard.
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LINGUA VERNACOLARE E
KOINÈ
§ La lingua vernacolare è quella tramandata da padre in
figlio (heritage speaker).

§ Una koinè è la lingua condivisa da persone di


vernacoli diversi, sebbene per alcuni di loro la stessa
koinè possa essere lingua vernacola. Una koiné è la
lingua comune, che non deve necessariamente essere
una lingua standard.
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DIALETTO E PATOIS

I francesi distinguono inoltre tra dialetto e patois.


Il termine dialetto è usato quando c'è una forte tradizione
scritta nella varietà locale. In assenza di tradizione si usa il
termine patois.
La distinzione dialetto-patois è più appropriata in alcune
situazioni. Ad esempio, nella Francia medievale fiorirono varie
lingue e furono associate a forti tradizioni letterarie. Tuttavia,
poiché la lingua di Parigi si affermò a partire dal XIV secolo,
queste tradizioni divennero più povere. Il francese parigino si è
diffuso in tutta la Francia e, sebbene tale diffusione non sia
ancora completa, ha ridotto drasticamente l'importanza delle
varietà locali che continuano ad esistere in forma orale.
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IL CONTINUUM DIALETTALE (I)

Il continuum è un insieme di varietà linguistiche parlate in territori


adiacenti, con lievi differenze nelle aree contigue e con intelligibilità
reciproca che diminuisce all'aumentare della distanza.

Su grandi distanze, i dialetti a ciascuna estremità del continuum


possono essere mutuamente incomprensibili. Inoltre, anche alcuni
dialetti intermedi possono essere incomprensibili a una o entrambe le
estremità.
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IL CONTINUUM DIALETTALE
(II)
In Europa, si osservano:
§ Il continuum Romanico Occidentale. Le varietà standard di francese, italiano,
catalano, spagnolo e portoghese non sono mutuamente intelligibili. Tuttavia, le
varietà diatopiche rurali di queste lingue fanno parte del continuum che si
estende dal portogallo al Belgio centrale e, da lì, all’Italia meridionale.
§ Il continuum Germanico Occidentale. Include tedesco, olandese e fiammingo e
le loro varietà diatopiche.
§ Il continuum Scandinavo. Comprende norvegese, svedese e danese e le loro
varietà diatopiche.
§ Il continuum Slavo Settentrionale. Include russo, ucraino, polacco, ceco e
slovacco e le loro varietà diatopiche
§ Il continuum Slavo Meridionale. Include serbo, sloveno, croato, macedone e
bulgaro e le loro varietà diatopiche.
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z Il continuum dialettale scandinavo:
IL CONTINUUM DIALETTALE
(1) hemma har ja intə sɔ meed sɔm et gammalt
(III)
gausabain
(2) hemma har ja intə sɔ mykkət sɔm et gammal
gɔɔsbeen
(3) jemmə har jæ ikkə sɔ myyə sɔm et gammalt
gɔɔsəbeen
(4) heimə har eg icçə sɔ myççə sɔm et gammalt
gɔɔsəbein
In casa ho io no tanto molto come una vecchia zampa
d’oca

(1) e (2) rappresentano rispettivamente lo svedese


meridionale e centrale. Mentre (3) e (4) sono
rispettivamente varietà diatopiche della Norvegia
orientale e occidentale.
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DIALETTOLOGIA

Quando una lingua presenta molte varietà, la


dialettologia si occupa di stabilire il numero e come
classificare ciascuna di esse.

La dialettologia traccia la distribuzione delle


caratteristiche linguistiche ed i confini effettivi tra queste
caratteristiche (isoglosse). Quando più isoglosse
coincidono, si trova un «dialetto».
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Sin yeismo

yeismo
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BILINGUISMO
COMUNITARIO

Il «bilinguismo comunitario» (o «bilinguismo sociale»), a


differenza della diglossia, presuppone la compresenza di
due codici dotati del medesimo status e, dunque,
funzionalmente equipollenti e intercambiabili in ogni ambito
d’uso.

Quasi tutte le società sono bilingui, ma possono differire nel


grado e nella forma di bilinguismo. Nel mondo
contemporaneo, non esistono società monolingui.
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BILINGUISMO
COMUNITARIO
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DIGLOSSIA (I)
Il termine diglossia viene utilizzato quando in una società
sono presenti due o più lingue che mostrano una netta
separazione funzionale. Il termine non può essere utilizzato
per definire i parlanti, per i quali viene utilizzato il termine
bilingue.

Ferguson (1959, 336) ha definito la diglossia come «una


situazione linguistica in cui esiste una varietà che viene
appresa in gran parte attraverso l'istruzione formale e viene
utilizzata per la maggior parte degli scopi scritti e formali,
ma non viene utilizzata in nessun settore della comunità per
la conversazione ordinaria».
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DIGLOSSIA (II)

Nelle società diglossiche esiste una varietà "alta" (H) e una


varietà "bassa" (L). Ogni varietà ha funzioni specializzate.

§ Le varietà H sono utilizzate, per esempio, per tenere


sermoni e conferenze formali, per trasmettere le notizie
alla radio e alla televisione e per scrivere poesie,
letteratura ed editoriali di giornali.

§ Le varietà L vengono utilizzate, per esempio, per dare


istruzioni ai lavoratori di basso rango, nelle conversazioni
con i parenti, nelle "Soap opera" e nei programmi popolari
alla radio, nei sottotitoli delle vignette politiche sui giornali
e nella "letteratura popolare".
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DIGLOSSIA VS. BILINGUISMO
Le due situazioni possono esistere in varie combinazioni:
a) bilinguismo con diglossia: compresenza di lingua H
e Lingua L usate con funzioni diverse e presenza di
bilingui nelle due lingue (Paraguay ante ‘92);
B) diglossia senza bilinguismo: lingua H usata solo
dalle classi sociali alte e Lingua L usata solo dalle classi
sociali basse (la maggior parte delle società coloniali nei
sec. XVII e XVIII);
C) bilinguismo senza diglossia: uso indifferenziato di
lingua H e Lingua L in tutti gli ambiti (Paraguay oggi);
D) né bilinguismo né diglossia: presente solo in
comunità̀ minuscole ed isolate.
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IL CASO DEL PARAGUAY
§ Il Paraguay è l'unico paese dell'America Latina in cui è stata
mantenuta una lingua indigena. A causa del lungo isolamento dalla
Spagna e della scarsità di abitanti in loco di lingua spagnola.

§ la lingua indigena guaranì è rimasta la lingua nativa di circa il 90-95%


della popolazione. Il guaranì è stato riconosciuto come lingua ufficiale
nel 1992. Lo spagnolo, invece, parlato da meno del 7% della
popolazione, è sempre stata la lingua ufficiale.

§ Le città sono bilingue, ma più ci si addentra nella campagna più la


popolazione diventa monolingue di guaranì.

§ Fino al 1992, lo spagnolo (varietà H) era usato in occasioni formali ed


era il linguaggio dell'opportunità educativa.

§ Il guaranì, invece, veniva usato con amici, servitù e nelle occasioni


più casuali.
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LINGUE DI CONTATTO

Una lingua di contatto è identificabile dal fatto che il suo


lessico e le sue strutture grammaticali non possono essere
ricondotte a un'unica lingua antenata.

Queste lingue, quindi, (I) non sono membri di alcuna famiglia


linguistica; (II) non appartengono ad alcun albero
genealogico, a meno che non rappresentino l'antenato di una
famiglia linguistica; e (III) non hanno lingue sorelle.

Le lingue pidgin e quelle creole sono lingue di contatto che si


sviluppano in contesti sociali in cui pochi o nessun membro
dei gruppi di contatto è bilingue o multilingue.
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PIDGIN

Un pidgin è una lingua che nasce in una situazione di contatto che


coinvolge più di due sistemi linguistici. I parlanti che non
condividono nessuna lingua, hanno bisogno di comunicare
regolarmente per scopi limitati, come il commercio.

Per ragioni sociali, economiche e politiche, questi parlanti non


hanno incentivi ad apprendere le altre lingue con cui entrano in
contatto e per questo sviluppano un pidgin, che ha come base
lessicale il vocabolario di una delle lingue in contatto.

La grammatica dei pidgin non proviene specificamente da


nessuna delle lingue in contatto, ma è una sorta di compromesso
tra di loro.
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CREOLO

Un creolo è la lingua madre di una comunità linguistica.

I creoli si sviluppano in situazioni di contatto che


tipicamente coinvolgono più di due lingue da cui traggono il
loro vocabolario, ma non la loro grammatica che è un
compromesso tra le lingue di origine.

Alcuni creoli sono pidgins che si sono trasformati nella


lingua principale di una comunità linguistica.
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UN ESEMPIO

Tok Pisin (‘talk pidgin’) è una delle lingue ufficiali della Papua Nuova
Guinea (lingua franca di circa 2.000.000 di parlanti, lingua madre di
120.000). Ha una base lessicale inglese, ma alla sua formazione hanno
contribuito tedesco, malese, portoghese e kuanua.
Il Tok Pisin si era diffuso in tutte le sfere della vita pubblica in Nuova Guinea
molto prima di acquisire lo status di lingua madre. Il loro passaggio alla
lingua madre ha quindi comportato un cambiamento linguistico minimo o
nullo.

Es. Ol i kamap long hapsaid bilong raunwara


Loro vennero a altro lato di lago
‘Vennero all’altro lato del lago
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PIDGINS E CREOLI ANTICHI

§ È complesso scoprire lingue creole o pidgin molto


antiche. Questo perché fino a tempi molto recenti
entrambe sono state considerate marginali, a causa del
loro status di lingue orali.

§ La Lingua Franca era un pidgin che aveva l'italiano come


lingua lessificatrice.

§ Sorse durante il periodo delle Crociate (1095 d.C.-metà


del XV sec) e fu utilizzata per la comunicazione delle
comunità terre si affacciano sul Mar Mediterraneo.
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PIDGINS E CREOLI ANTICHI

Es. Padre nostro in Lingua Franca

Padri di noi, ki star in syelo,


‘padre nostro che sei nei cieli’
noi volir ki nomi di ti star saluti.
‘noi vogliamo salutare il tuo nome’
Noi volir ki ti paisi di ti star kon noi,
‘noi vogliamo che la tua terra stia con noi’
i ki ti lasar ki tuto il populo fazer volo di ti na tera,
‘e che tu lasci che tutto il tuo popolo faccia la tua volontà’
syemi syemi ki nel syelo
‘così come in cielo’

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