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Parte di storia della lingua (libro di MARAZZINI, com’è cambiato l’italiano dal punto di vista
storico), grammatica storica (cambiamenti fonetici, fonologici, morfologici, sintattici dal latino
all’italiano, capitolo 10 del DARDANO, fonetici, anafonesi, cambiate le vocali, dittongamento,
cambiamenti morfologici/sintattici…), italiano contemporaneo (strumenti, fonologia, lessico,
dialetti, spazio linguistico, repertorio, italiano standard, neo-standard, DARDANO, capitolo sulla
morfologia, semantica, aspetti più contemporanei della lingua).
Libro Dardano: sintassi e pragmatica no
L’italiano appartiene alla famiglia linguistica indoeuropea: rientrano in questa famiglia quasi tutte
le lingue d’Europa e quelle di alcune regioni dell’Asia meridionale.
In Europa sono indoeuropei i tre grandi gruppi linguistici maggioritari: il romanzo (italiano), il
germanico (inglese, tedesco..) e lo slavo.
Scansione temporale
476-960: dalla fine dell’Impero Romano d’Occidente al Placito di Capua. E’ un periodo in cui
ci sono molte oscillazioni tra latino e volgare.
960-1612: dal Placito di Capua fino alla prima edizione del vocabolario degli Accademici
della Crusca.
Il 1612 è una data molto importante, è un momento spartiacque tra un prima e un dopo:
dopo il 1612 possiamo iniziare a parlare ufficialmente di lingua italiana e di dialetti.
1612-1861: Dal Vocabolario all’Unità di Italia. Nel ‘700 si diffonde la sequenza di
SOGGETTO-VERBO-OGGETTO, influenzato dalla Lingua Francese.
1861-1980: Dall’Unità fino alla fine del boom economico. Negli anni ‘80 i linguisti studiano
un nuovo tipo di italiano, l’ITALIANO NEO-STANDARD o ITALIANO DELL’USO MEDIO
(Berruto e Sabatini). Uso del pronome "lui/lei/loro" anzichè “egli/ella/essi”, inizialmente
considerato come un errore, ma sono tratti che nella lingua ci sono sempre stati, sin dal
‘300.
Anche la dislocazione (la mela la mangio) è stata censurata per tanto tempo, ma in realtà
presente anche nel Placito di Capua e anche il “che polivalente”.
1980-2002: italiano globale.
-Lingua
-Dialetti
-Varietà regionali tipo di italiano che risente del dialetto, viene influenzato dal dialetto a 2 livelli
(lessicale e fonetico)
Linguistica comparativa
Comparazione: metto a confronto i vari esiti delle lingue romanze, ricostruzione attraverso il
confronto tra i vari esiti.
<< È tradizionale, anche se variamente declinato, un parallelo tra norma giuridica e norma
linguistica. In entrambi i casi si ha una disposizione condivisa da una comunità, la cui violazione fa
scattare una sanzione. Un errore di ortografia non comporta un'incriminazione: però può
compromettere il buon esito di una prova d'esame, dalla scuola ai concorsi pubblici, e può
squalificare culturalmente chi lo commette: ci fideremmo davvero di un avvocato o di un medico
che scrivessero a invece di ha e coleggio invece di collegio? Probabilmente ci verrebbe il sospetto
che siano altrettanto precarie le rispettive conoscenze in diritto processuale o in anatomia
patologica>>.
(Luca Serianni, La norma linguistica, 2014).
Sanzione → mettere in dubbio la competenza delle persone per errori gravi in campo
linguistico: l’errore e la norma devono essere condivisi dalla società;
dubbi relativi alla differenza tra lingua scritta e lingua parlata anche a causa delle variazioni
avvenute durante l’evoluzione della lingua.
LA NORMA PUÒ CAMBIARE NEL CORSO DEL TEMPO: l’esempio dell’APPENDIX PROBI (appendice
alla grammatica di Probo, parte finale).
speculum e non speclum = specchio;
vetulus e non veclus = vecchio;
columna non coloman = colonna;
frigida non fricda = fredda;
vinea non vinia = vigna
viridis non virdis = verde
MA in italiano la forma di partenza è la forma sbagliata → dal volgare, ovvero il parlato. Questo ci
dimostra come la norma, con il passare del tempo, possa cambiare.
→ ES. Leopardi
<< Per grandezza di valore che tu dimostri, per bellezza d’opere che tu facci >> → errore del
congiuntivo.
A che ora è la lezione? Informale;
Mi saprebbe dire a che ora si terrà la lezione? Formale.
FONETICA E FONOLOGIA
Fonetica: si occupa della descrizione e della classificazione dei suoni prodotti dall'uomo
(foni), senza tenere conto della capacità di distinguere parole di significato diverso.
Fonologia: si occupa dei suoni in base alla loro funzione distintiva. Sono entità astratte
(fonemi).
Allofoni (varianti combinatorie che dipendono dal contesto): realizzazioni che un fonema
può avere nella catena parlata (es.: il fonema /n/ è nasale dentale in banda, velare in
ancora).
Varianti libere: realizzazioni individuali (per es.: r uvulare, settentrionale).
Coppia minima: quando due parole si distinguono per un solo fonema (cane-pane).
Se un fono può formare una coppia minima è un fonema.
Prova di commutazione: serve a identificare i fonemi (prato-*drato) (pane-cane-tane-
sane:p, c, t, s sono fonemi).
30 fonemi
21 grafemi = lettere dell’alfabeto.
→ Dunque non c’è esatta corrispondenza tra fonemi e grafemi.
***
Vocali: 7 nel sistema fonologico, 5 nello scritto. Nel latino le vocali si distinguevano per la loro
durata, quindi quantità vocalica (nel latino c’erano 10 vocali). Dal punto di vista fonologico c’è
stato un cambiamento dal latino all’italiano: le vocali si differenziavano in base alla
chiusura/apertura.
Accento grave è quello delle vocali aperte, quello acuto è per le vocali chiuse.
Ad un grafema corrisponde 1 o piu fonemi.
Piede: semiconsonante
Lino: semivocale
IPA: ad un simbolo corrisponde un suono, convenzionale.
Accento importante quando ha funzione distintiva.
Dante fa una riflessione sul volgare che potrebbe essere utilizzato nella sua opera “ De vulgari
eloquentia”
Non da un giudizio positivo a tutti i volgari, salva il bolognese e il siciliano
Non prende solo in considerazione la lingua italiana ma anche la grammatica dei dialetti
Grammatiche sincroniche: dell’uso
Descrittive e normative
GRADIT: descrive tutto il lessico dell’italiano, grammatica dell’uso
La maggior parte delle grammatiche scolastiche sono normative perché ci forniscono le regole.
Grammatica descrittiva: descrive le strutture grammaticali senza fornire un giudizio, spesso
vengono analizzati anche gli errori perché può essere un buon indicatore per analizzare il
funzionamento del linguaggio.
SERIANNI: forse la più importante e quella di riferimento, concilia l’aspetto normativo e
descrittivo italiano comune (colloquiali ecc…) + analisi dal punto di vista letterario, la
base della grammatica normativa è spesso la letteratura;
RENZI SALVI: grammatica solo descrittiva, soprattutto per specialisti, si basa sull’approccio
generativo e prende in esame anche le forme agrammaticali, interesse del funzionamento
della lingua;
GRAMMATICA GENERATIVA: grammatica come proprietà innata della persona all’interno della
facoltà del linguaggio. Complementatori, sintagmi, struttura ad albero
Grammatica italiana e connotazione linguistica, Zanichelli
Quello che manca online è una grammatica di riferimento.
Oltre ai dizionari e alle grammatiche, altri strumenti sono gli atlanti linguistici.
Vengono fatti in base a certi principi (es. Stato, Regione...)
Alcuni descrivono la variazione linguistica di tutto il territorio nazionale
Più importanti:
AIS: atlante italo-svizzero prende in considerazione tutta la variazione linguistica italiana e la
svizzera meridionale italiana
ALI: atlante linguistico italiano
Atlanti regionali
Es. ALEPO (non solo regione ma sub Regione)
Trascrizione delle parole è un altro aspetto importante: IPA molto semplificato e un po’
modificato. Dipende anche dalla destinazione dell’atlante.
Atlanti regionali
Es. ALEPO (non solo regione ma sub Regione)
Banche dati: raccolte di dati linguistici su determinati argomenti che consentono di fare degli studi.
Accademia della Crusca: Scaffali digitali raccolte di parole in base agli argomenti Le crusche in
rete (raccolta più importante).
Concetto di riferimento: italiano deriva dal latino, ma da quale? Dal LATINO VOLGARE (etichetta
inventata dai linguisti per indicare il latino che veniva parlato nell’Impero Romano. Esso non era
una lingua bassa, era parlato da tutta la popolazione. Da questo deriva l’italiano e tutte le altre
lingue romanze.
Area in cui si parlava: Romania che indica l’area romanza nel suo complesso.
Latino parlato poteva riscontrare differenze a seconda dell’area mescolanza del latino con le
lingue locali quando i romani conquistano certe zone.
Scarsità di documentazione
Confrontando gli esiti nelle varie lingue romanze a partire dalle differenze e somiglianze
Società divenuta rurale, la parola più usata era casam perché la maggior parte delle case erano
capanne. E’ rimasta nell’italiano.
Cavallo
Equus (quello da combattimento)
Caballum (bestia da soma)
Parole legate agli aspetti rurali della società sono quelle passate dal latino all’italiano.
Le altre vengono considerate cultismi.
Quando il latino si impone sulle parlate locali vi sono fenomeni a seconda del rapporto che si
instaura tra il latino e le altre lingue:
SOSTRATO: strato di lingua a cui si è sovrapposta un’altra lingua, che è la lingua risultata
vincitrice. Ma questa lingua di partenza, che è stata dominata, in qualche modo emerge.
Lingua in cui emerge la lingua che ha perso, quella che già c’era. Es. Quanno è il residuo
della lingua osca-umbra lingua vinta che emerge;
SUPERSTRATO: una lingua si sovrappone ad un’altra ma non la sostituisce es. il
superstrato arabo in Sicilia.
ABSTRATO: contatto tra due lingue in un territorio es. rapporto tra Latino e Greco
nell’Italia meridionale, due lingue che convivono;
VOCALISMO:
come cambiano le vocali dal latino all’italiano
Cambia il numero (in latino vi presentava 10 vocali, 5 brevi e 5 lunghe che si distinguevano
in base alla lunghezza distinzione di tipo quantitativo
Vocali toniche (che portano accento): diminuzione di numero da 10 a 7
Vocali atone (che non portano l’accento) 5
Cambia la modalità di classificazione: mentre nel latino erano brevi e lunghe, nell’italiano si
perde la quantità di vocali e si ha una distinzione qualitativa, cioè basata sull’apertura e
chiusura.
Schema speculare, che rappresenta come punto di arrivo anche il triangolo vocalico
Anafonesi: riguarda i contesti palatali, chiusura ulteriore delle vocali a partire dalle vocali chiuse
La e chiusa e la o chiusa diventano la i e la u.
Primo tipo:
Familiam famegliafamiglia nell’ultimo passaggio c’è l’anafonesi, la e chiusa si chiude
ulteriormente in i, quando si trova prima del suono gl palatale o gn palatale.
Tineam tegna tigna
Secondo tipo: interessa i contesti velari
Vinco Venco Vinco
Linguam lengua lingua
Fungum FongoFungo
Negli altri volgari antichi non vi sono questi fenomeni perché tipici del toscano.
Es. In un testo del ‘500 lombardo troverò lengua.
Castellani ha portato questi due fenomeni come prova della fiorentinità dell’italiano.
CONSONANTISMO:
Cadono le consonanti finali nei nomi e nei verbi conseguenza: la consonante finale
indicava il caso quindi cadono i CASI.
Diventa importante l’ordine delle parole nella frase e si formano complementi attraverso
preposizioni ed articoli.
Cambiamento del GENERE: riduzione dei generi da 3 a 2. Le parole di genere neutro diventano
maschili al singolare e a volte dei femminili al plurale.
Es. MURO, BRACCIO, OSSO
I dialetti/volgari derivano dal latino volgare, sono realizzazioni a partire dal latino volgare, non
dall’italiano.
***
ORIGINE DEL VOLGARE
CONCILIO DI TOUR: ATTO DI NASCITA, si invitano i vescovi a tradurre le prediche dalla lingua latina ad una
lingua definita “rustica romana lingua”, che si avvicina al volgare parlato.
Nell’area romanza comincia a diffondersi la consapevolezza linguistica/codici linguistici diversi, concetto
base perché fondamentale per stabilire se si ha di fronte un testo latino o volgare.
Dal crollo dell’Impero Romano d’Occidente fino al 960: confusione linguistica perché c’è incertezza nell’uso
dei codici linguistici.
Primi testi scritti in volgare in Italia:
tra 800 e 900 d.C. testi pratici
a partire dal 1200 cominciano a diffondersi testi letterari in volgare area geografica: Sicilia, prima grande
esperienza poetica: scuola poetica siciliana.
Indovinello Veronese: presenta caratteristiche latine e volgari indovinello è il contenuto del testo,
conservato nella biblioteca di Verona. Due appunti: uno scritto in latino e uno in una lingua a metà. Cosa
rappresenta? Si descrive una metafora legato all’attività dello scrittore:
Buoi: dita mano
Campo bianco: fogli
Aratro: penna
Seme nero: inchiostro
SI considera un testo latino di tipo medievale, non classico.
Prima Testimonianza di testo volgare in ItaliaIX secolo Iscrizione Catacomba di Commodilla (Chiesa
romana)
“Non pronunciare le orazioni segrete a voce”: promemoria per chi dice la Messa che ad un certo punto
bisogna parlare a voce bassa.
ILLE: articoloide (antico articolo che sta a metà tra l’articolo e dimostrativo, ibrido).
Vuole riprodurre il più possibile nello scritto la pronuncia. Perché la doppia B? Betacismo.
Si considera il più antico testo in volgare: Placito Capuano (960 d.C.)atto giuridico, le frecce segnalano
tutte le volte in cui viene usato il volgare. Chi scrive, scrive in latino, poi inizia in volgare, poi in latino e così
via (in modo consapevole). Vi è proprio una consapevolezza linguistica. Contrasto tra lingua latina e volgare
in uno stesso testo. La lingua del diritto è il latino, ma i contadini (testimoni) parlano in volgare (la
testimonianza viene riportata in volgare).
Area meridionale, Placito è un termine tecnico che indica una sentenza in ambito giuridico. Verbale di una
sentenza perché c’è stata una causa per l’assegnazione di alcune terre al Monastero di Montecassino. La
proprietà decade dopo 30 anni e per usucapione va a chi utilizza le terre. Si chiede a delle persone di
andare a testimoniare perché il proprietario vuole queste terre ma il Monastero utilizza questi terreni da
più di 30 anni. Per stabilire la sentenza vengono chiamati dei testimoni (3) che recitano una formula (loro
testimonianza) è scritta in volgare.
Linguisticamente
livello grafico: oscillazione dell’uso di consonanti (a volte c’è K, C, Q). Incertezza nell’uso di C, si erano già
affermate le affricate.
livello sintattico (sequenza degli elementi): si anticipa “quelle terre” (l’oggetto) e messo nella parte sinistra
della frase fenomeno sintattico: DISLOCAZIONE A SINISTRA (tratto dell’italiano contemporaneo parlato
che i linguisti attribuiscono all’italiano neo-standard che comincia ad essere studiato negli anni ’80 del
‘900).
Iscrizione di San Clemente (fine XI secolo): uno dei più antichi esempi di fumetti trasposizioni scritte di
esempi di lingua parlata.
Rappresentazione del miracolo di San Clemente, personaggi, frasi vicino ai personaggi. Clemente è riuscito
a convertire al cristianesimo la moglie pagana di un patrizio. Per punirlo lo rende cieco e sordo, per
vendicarsi del Santo chiama degli schiavi ma egli si trasforma in una colonna.
Contrapposizione tra latino (lingua della religione) e volgare (il pagano).
Testi tutti fuori Toscana, essa arriva un po’ dopo primo testo toscano in volgare Il conto navale pisano.
Frammenti di un libro di conti di banchieri fiorentini.
Testi non letterari!
Testi letterari: Ritmi (testi poetici): componimenti in versi che hanno una metrica vicina ad alcuni testi latini
chiamati ritmica. Testi letterari di ambito religioso.
Carta Ravennate: dentro un manoscritto son state rinvenute due poesie: fenomeni linguistici databili alla
fine del XII secolo, periodo subito precedente alla scuola poetica siciliana. Prima di essa, poteva esserci in
Italia un’esperienza poetica precedente.
IL DUECENTO fornisce la letteratura volgare. Nasce in questo periodo medievale il concetto di comune.
Essi fanno in modo che il volgare si diffonda. Il volgare si sviluppa in un tipo di testi scritti: i volgarizzamenti.
Volgarizzamento: testo tradotto dal latino in volgare es. Eneide, Metamorfosi di Ovidio.
Qual è il problema di chi traduce? Rimanere fedele al testo di partenza, non ci sono tutte le parole
disponibili quindi si inventano parole/termini nuovi modificando la parola latina e quindi portandola alla
morfologia e fonetica del volgare. I volgarizzamenti hanno arricchito il lessico del volgare.
La grande poetica siciliana ha a che fare con l’amore perché è il tema tipico della poesia provenzale (Francia
meridionale), influenza moltissimo la scuola poetica siciliana si parla di amor cortese.
Per quanto riguarda la Sicilia, siamo alla corte di Federico II.
È con il Duecento che il volgare comincia ad essere usato in maniera sistematica, produzione volgare in
ambito poetico. (poi in prosa volgarizzamenti).
Storia complicata: le poesie che leggiamo non solo quelle originali ma le versioni toscanizzate.
Dante da un giudizio positivo del toscano “DE VULGARI ELOQUENTIA” (primo trattato di riflessione
linguistica) vuole cercare una lingua da essere utilizzata in letteratura e in contesti alti. Egli trova
dei difetti a tutti i volgari tranne che per il siciliano e in parte bolognese.
Giudizio positivo dal punto di vista linguistico del siciliano, lui le legge in versione toscanizzata.
Volgare illustre: lingua dotta, alta.
Come si fa ad alzare il registro linguistico? Provenzalismi, latinismi. Il volgare siciliano viene ripulito
dalle parole più basse.
Dante da un giudizio positivo del siciliano perché non conosce il siciliano originale, ma le poesie
siciliane le sono arrivate nella forma toscanizzata.
Per ricostruire la veste originale delle poesie siciliane utilizziamo il LIBRO SICILIANO
posseduto da un filologo del Cinquecento, Giovanni Maria Barbieri
Barbieri trascrive un pezzo di canzone siciliana, con altri confronti è stato possibile ricostruire il
siciliano.
***
Brunetto Latini (Canto XV dell’Inferno) scrive in volgare latino. Dante lo considera suo maestro!
Guido Faba (Bologna) è un maestro di retorica e soprattutto per gli studi retorici e giuridici,
Bologna è la città più importante d’Italia nel Duecento. Gemma Purpurea.
Racconti di viaggio e cronache= testi non strettamente letterari ma si fanno dei racconti precisi di
fatti che succedono. Autore più famoso per quanto concerne i racconti di viaggio è Marco Polo (il
Milione), fonte di arricchimento lessicale.
Seconda metà del Duecento: la Toscana diventa il centro dell’Italia dal punto di vista sociale e
linguistico. (non solo Firenze ma anche Siena, Pisa…). Dante Alighieri sarà il personaggio di
riferimento.
Oltre a Dante abbiamo grandi autori come Guittone d’Arezzo (dal punto di vista poetico) il
capofila dei siculo-toscani perché oltre all’amare, tratta anche di temi morali.
Stilnovo: immagine che riassume lo stilnovismo è la figura della DONNA ANGELO (gentilezza e
nobiltà d’animo). Nobiltà dello stilnovo è la nobiltà d’animo. Investe tutta l’Italia e il poeta
promotore è il bolognese Guinizzelli.
MANIFESTO DELLO STILNOVO: il cor gentile, gentilezza che viene dalla bontà d’animo e
ovviamente l’amore, corrispondenza tra amore e cuor gentile.
Dante dice che il bolognese ha caratteristiche positive, salva il bolognese proprio per questa stima
che ha verso Guidizzelli perché riconosce il suo ruolo dal punto di vista poetico, poi perché
Bologna è l centro più importante dal punto di vista giuridico.
Personaggio fiorentino dell’ultima parte del Duecento è Cavalcanti (amico di Dante, canzone di
riferimento: Donna me prega), Cino da Pistoia, Giovanni Villani.
Il fiorentino tra ‘200 e ‘300 diventa il volgare più importante dal punto di vista letterario.
DANTE
Primo teorico della lingua, che ha fatto riflessioni sul concetto di volgare in Italia;
Prima riflessione metalinguistica: DE VULGARI ELOQUENTIA (1303,1304) scritto in latino perché
era la lingua giuridica e scientifica, era un trattato scientifico della lingua, si riferisce ai dotti
(sull’eloquenza del volgare).
Prima riflessione teorica in tutta l’Europa medievale. Non ha grande circolazione, non si conosce
fino al ‘500 perché viene tradotta per la prima volta da un letterato che si chiama Trissino che sarà
uno dei protagonisti su una discussione sulla lingua che ci sarà nel Cinquecento (quale volgare
usare).
Egli presenta la sua traduzione in volgare del DE VULGARI ELOQUENTIA.
CENTRO DELL’OPERA: Dante parte dall’episodio della Torre di Babele, quindi sulla nascita del
linguaggio. Episodio biblico per cui si parla di come sono nate le lingue, il crollo della Torre ha
portato la frammentazione linguistica in Europa e nel MondoEpisodio mitico
Questa riflessione sarà fonte di spunto di altre riflessioni successive sulla lingua.
Scritta in esilio, in 3 momenti diversi, 3 cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso che è scritto
quando è vicino alla morte).
Non esiste nessun autografo. Subito dopo la sua composizione, i copisti cominciarono a
trascriverla proprio per la sua grande fortuna (circa 600 copie che tramandano la commedia al
momento).
Edizione critica: filologia è la disciplina che si occupa dello studio dei testi antichi.
Un filologo, per ricostruire un ipotetico testo originale che non abbiamo la copia originale ma
tante edizioni. Confrontare le copie, studiarle criticamente, valutare le differenze, analizzare le
varianti testuali e scegliere quella che è la forma più vicina dell’autore/della volontà dell’autore.
Obiettivo: fornire un testo il più possibile più vicino a quello originale.
Gran parte del lessico italiano che è fondamentale. Tullio de Mauro dice che il 60% del lessico
fondamentale dell’italiano già c’era quando scrive la Commedia.
Dal 60 al 90% si passa a fine secolo. L’aumento è portato dal lessico della Commedia DANTE
PADRE DELLA LINGUA, IMPORTANTE PER LO SVILUPPO DEL LESSICO FONDAMENTALE CHE
COSTITUISCE QUASI TUTTI I TESTI.
35 anni= metà vita di una persona nel mezzo del cammin di nostra vita.
Dante fa ricorso al PLURILINGUISMO dantesco (Contini): + lingue usa il volgare ma anche
forestierismi; + registri caratteristica della lingua di Dante l’uso di registri differenti, a volte
abbassa il lessico in funzione della cantica, più si va verso l’inferno più si abbassa il registro.
Nel Paradiso troveremo sempre un registro alto, nell’Inferno troveremo parolacce, parole
colloquiali…
MESCOLANZA DEGLI STILI
Il PLURILINGUISMO si contrappone al MONOLINGUISMO di Petrarca (descrive il Canzoniere e usa
solo forme alte).
I letterati del ‘500 parleranno soprattutto di Petrarca e Boccaccio Deve essere preso come
modello Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa. Dante no proprio per questo
plurilinguismo (forme meridionali, settentrionali, forestierismi, latinismi, provenzalismi,
francesismi…).
Inventa parole NEULOGISMI DANTESCHI es. immillarsi, luttare. Egli gioca con la lingua.
IL BEL PAESE
BELLA PERSONA
SENZA INFAMIA E SENZA LODE: mediocre
COSA FATTA CAPO HA
Tradizione orale della Commedia, diffusa tra ‘800 e ‘900. Allora alcune espressioni sono rimaste
nell’uso.
QUINDI USCIMMO A RIVEDER LE STELLE: fine percorso tortuoso in cui si vede la luce della fine
finalmente.
La Commedia ci permette di fare studi diacronici, com’è cambiata la lingua nel corso del tempo;
ma anche diatopici, l’area (vocaboli che fanno riferimento al meridione, settentrione…).
PETRARCA
Con Petrarca siamo in un altro contesto.
Egli si considera tradizionalmente l’iniziatore dell’Umanesimo (‘400) antropocentrismo,
riscoperta testi classici del greco e latino. Si abbandona il volgare e si ricomincia ad usare il latino
in letteratura. Petrarca anche se scrive il canzoniere in volgare, pensava in latino e scrive molte
opere in latino.
Il CANZONIERE=RERUM VULGARUM FRAMMENCTIA: titolo in latino ma vi è un riferimento del
volgare.
2 sezioni, 366 poesie dedicate alla donna amata (Laura) di quando è in vita e dopo la sua morte.
Autografo
Le varie fasi di composizioni ci fanno vedere il lavoro di Petrarca sull’opera (abbiamo sia il testo
definitivo che la brutta copia che si chiama Codice degli abbozzi). Lavoro di revisione linguistica.
La cosa interessante sono gli appunti spontanei che lui fa scritte in latino.
Petrarca diviene il modello linguistico di riferimento per la poesia. Linguaggio lontano dalla lingua
quotidiana e parlata, per questo diventa punto di riferimento per la poesia italiana.
Modello selettivo: registro unico e alto, forte selezione delle parole/monolinguismo. Dante
sperimenta vari generi.
del vario stile in ch’io piango et ragiono fra le vane speranze e ’l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero
trovar pietà, nonché perdono.
Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente
di me medesmo meco mi vergogno;
et del mio vaneggiar vergogna è ’l frutto, e ’l pentersi, e ’l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve
sogno.
BOCCACCIO
Boccaccio diventa il modello di riferimento della prosa. Ma non tutto Boccaccio, soprattutto il
Boccaccio della decima giornata e quello delle cornici (le introduzioni).
Il DECAMERON (novelle) 1370.
Boccaccio è più vicino a Dante perché utilizza tanti registri linguistici differenti.
Punti del Decameron dove il registro è solo alto decima giornata (in particolare la cornice).
Perché tutte le cornici vanno bene? L’autore parla direttamente, la prosa di Boccaccio, non come
Boccaccio fa parlare un personaggio.
I dialoghi non possono essere presi come modello.
Anche per lui si fa una certa selezione. L’unico a cui non si fa selezione è Petrarca.
Autografo, anche se questo manoscritto di Berlino potrebbe non essere l’ultima volontà/ versione
dell’autore.
Di questo manoscritto è stata stampata un’edizione, Vittore Branca che è lo studioso di
riferimento per quanto concerne Boccaccio.
Decameron= deriva dal greco, 10 giornate.
Plurilinguismo= dipende dal grado di istruzione del personaggio, provenienza geografica.
La sintassi rende unico il Decameron, struttura sintattica molto complessa (grande numero di frasi
subordinate e relazioni tra le frasi). SINTASSI IPOTATTICA, basata sulla subordinazione, non
paratattico.
Ricchezza lessicale
Decameron VIII, 3, 9
[...] fu da Calandrin domandato dove queste pietre così virtuose si trovassero. Maso rispose che le
più si trovavano in Berlinzone, terra de' Baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella
quale si legano le vigne con le salsicce, e avevasi un'oca a denaio e un papero giunta, ed eravi una
montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra
cosa facevano che fare maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi [...], e ivi presso
correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciol
d'acqua [...]
UMANESIMO (‘400) : linguisticamente si ritorna indietro, non si usa più il volgare in letteratura ma
il latino. Adorazione del mondo latino sia la lingua più giusta per l’arte e per la letteratura.
Cambiamenti dal punto di vista politico agli inizi del ‘400 si formano gli Stati Regionali che vanno
a sostituire le realtà comunali.
Alberti pone l’attenzione sul problema tra il rapporto grafico e fonetico-fonologico del volgare.
Ortofonico: di corretta pronuncia
Formazione nel ‘400 degli stati regionali, corti con un signore e una famiglia e tutti gli uffici
collegata a questa corte, in cui la lingua volgare si diffonde.
Corte di Lorenzo De ‘Medici, fa politica linguistica forte per diffondere il fiorentino.
Poliziano scrive opere in fiorentino. Contesto culturale favorevole ed esalta il fiorentino dal punto
di vista culturale, altro fattore importante è l’invenzione della stampa (metà del ‘400).
All’inizio del Cinquecento, la lingua della letteratura è il volgare.
LE LINGUE DI KOINE’ Koinè significa lingua comune, deriva dal greco.
Formazione stati regionali, elemento più importante è la corte, dove vanno a lavorare tante
persone e si forma una cancelleria centro politico e culturale.
Era successo qualcosa di simile alla corte di Federico II.
Serve una lingua comune condivisa nella corte della cancelleria.
Perché lingue e non lingua? A seconda del territorio vi è una lingua differente (centrale,
meridionale e settentrionale)
CARATTERISTICHE:
o I tratti municipali vengono eliminati, eleminati i tratti più bassi e strettamente
volgari/dialettali.
o Oltre alle caratteristiche della regione, vi sono tantissimi latinismi e toscanismi (perché il
latinismo serve ad alzare il registro, il toscanismo mobilita la lingua).
o
Forti spie settentrionali, che ci riportano nell’area lombarda rasone, grafia della i (y), onore
scritto con h (latinismo), lingua burocratica (vicina all’atto), questo è l’ambito delle lingue di Koinè.
Non possiamo identificare la città vera e propria perché i tratti son stati eliminati.
KOINE’ DELLA KOINE’ quando nel ‘400 si dovrà scegliere quale tipo di volgare utilizzare, letterati
dicono che bisogna trovare una lingua il più possibile nazionale di base toscana. Nel ‘500 troviamo
la lingua di Koinè solo per quello, tutto si esaurisce nel ‘400.
Un letterato che ha a che fare con la lingua nel ‘400 è SANNAZZARO, letterato dell’area campana
che scrive un romanzo pastorale, prosimetro chiamato ARCADIA.
Accorgendosi del ruolo importante che hanno acquisito le 3 corone, trasforma l’opera nel
fiorentino del ‘300.
Primo esempio di “risciacquatura dei panni in Arno” anche Manzoni riscrive il suo romanzo
(scritto inizialmente in lingua toscana ma con tante forme della sua regione). ripulire la lingua
nel fiume di Firenze. espressione manzoniana.
Invenzione della STAMPA (Gutenberg), con lo sviluppo della tipografia il volgare sorpassa il latino,
nessuno più alla fine del ‘400 si chiederà se scrivere in volgare o in latino.
La stampa da il colpo finale per la vittoria del volgare.
BIBBIA primo testo stampato.
La città riferimento per quanto riguarda la stampa in Italia è Venezia, il tipografo più importante è
Manuzio.
Pubblicherà opere in volgare (inizio del Cinquecento), egli collabora maggiormente con Pietro
Bembo ( figura centrale nel corso di tutto il secolo).
Grazie alla stampa, il volgare raggiunge tutta Italia.
DEFINITIVA AFFERMAZIONE DEL VOLGARE TEMA IMPORTANTE per capire quello che succede
agli inizi del ‘500
Prima questione della lingua e seconda: letteraria, terza sociale (Unità d’Italia).
QUALE DEVE ESSERE L’ITALIANO DI TUTTI GLI ITALIANI?
CONSEGUENZA DELLA DISCUSSIONE DEL ‘500: codificazione della lingua, norma linguistica
condivisa da tutti gli scrittori, quale lingua gli scrittori devono usare in letteratura.
Nella questione della lingua del ‘500 viene fatta una discussione linguistica in cui vi sono 3 idee
principali:
BEMBO propone un tipo di lingua;
Seconda proposta chiamata TEORIA CORTIGIANA;
Posizione dei FIORENTINISTI;
Tra queste 3 teorie, quella che avrà piu successo è quella di Bembo (personaggio chiave).
Il terzo libro è più tecnico, considerato una vera e propria grammatica; il primo parla
dell’introduzione storico-linguistica e analisi della nascita della letteratura volgare; il secondo p
dedicato allo stile e alla metrica.
IDEE DI BEMBO:
Per quanto riguarda la poesia, il modello di riferimento è Petrarca (sempre registro alto), per la
prosa Boccaccio (viene preso il Boccaccio delle cornici, parla l’autore). Critico nei confronti di
Dante e il suo plurilinguismo. Dante viene messo da parte per tutto il Cinquecento.
Opera centrale della questione della lingua del ‘500 L’ORLANDO FURIOSO DI ARIOSTO, legge
Bembo e decide di riscrivere l’Orlando Furioso nel fiorentino trecentesco.
3 edizioni scritte in una lingua settentrionale, padana, illustre, ferrarese: 1516, 1521, 1532
(presenta differenze perché si avvicina al modello del fiorentino trecentesco).
La questione della lingua non finisce con la vittoria di Bembo, ma è senz’altro quella che in tutto il
secolo avrà piu successo.
TEORIA CORTIGIANA, o italiana (si cerca una lingua il più possibile nazionale)
Perde di importanza subito, ha meno successo.
Il riferimento per quanto riguarda la lingua è la corte, in particolare quella di Roma (quella papale).
Il Papa veniva eletto da una città d’Italia differente: dopo essere stato eletto si portava sempre
dietro le persone che lavoravano con lui da quella città, si presenta in qualche modo la necessità di
avere una lingua sovraregionale perché il Papa eletto arriva sempre da diverse zone d’Italia.
Si forma una koinè di una koinè, sovraregionale a base toscana.
Il nome più importante è quello di Trissino, dice che la lingua letteraria è sicuramente non quella
fiorentina.
È la teoria che Dante espone nel De vulgari eloquentia. Rimaneggia il concetto di volgare illustre
esposto da Dante. Trissino dice che secondo Dante, il volgare da trovare è una lingua italiana che
proviene dalle forme migliori dei volgari italiani (mescolanza) ERRORE, DANTE NON DISSE
QUESTO.
Crolla subito poiché legata ad un fatto storico 1527 SACCO DI ROMA, perde la sua centralità dal
punto di vista politico e religioso e quindi crolla la teoria linguistica.
FIORENTINISTI
Propongono il fiorentino come modello di riferimento, non antico del’300 ma quello
contemporaneo (dell’uso, vivo del Cinquecento).
Machiavelli molto importante dal punto di vista culturale e della Firenze di quegli anni.
Parla della lingua contemporanea.
Machiavelli scrive il DISCORSO O DIALOGO INTORNO ALLA NOSTRA LINGUA, dialogo immaginario
che lui ha con Dante. Mette di fronte a Dante certi errori che secondo lui ha messo nel De vulgari
eloquentia.
Grammatiche ispirate al fiorentinismo. Il grammatico più importante è Giambullari che scrive una
grammatica che si intitola De la lingua che si parla et scrive in Firenze.
Aspetto più diverso ed innovativo del titolo prende in considerazione anche la lingua parlata.
Collegamento con la lingua parlata a Firenze e quella scritta, continuità tra le due.
SI cerca di mobilitare il parlato fiorentino del ‘500 collegandolo allo scritto del ‘300.
Pubblicata anche con un altro titolo che è Regole della lingua fiorentina (più tradizionale).
La Fabbrica del mondo parole organizzate per argomento (come i dizionari metodici).
Le tre fontane titolo che richiama il modello linguistico del fiorentino delle Tre Corone.
Personaggio che sta nel mezzo, centrale, altrimenti non si capisce come si arriva alla soluzione di
Salviati Varchi, allievo di Bembo. Porta a Firenze le prose e cerca di allargare il modello
linguistico di Bembo. È importante recuperare tutta quella parte di lingua parlata contemporanea
e colta che può essere affiancata allo scritto del Trecento propone collegamento tra lingua
scritta trecentesca e parlata contemporanea.
Con questo recupero della lingua contemporanea, il fiorentino si allarga e si arriva alla teoria di
Salviati. Continuità tra lingua che si parla e quella degli scrittori antichi si trova anche negli autori
minori del Trecento, non soltanto il fiorentino degli autori letterari (fiorentino dei documenti, dei
testi d’uso).
Salviati pubblica edizione critica del Decameron scegliendo la versione più corretta secondo lui.
Rassettato da Salviati.
Edizione rassettata o Decameron rassettato.
Nel ‘500 c’è un fatto importante contro i testi che andavano nella direzione della satira, che
usavano lessico esplicito, che facevano critiche nei confronti della Chiesa. INDICE DEI LIBRI
PROIBITI.
IL DECAMERON VIENE MESSO IN QUELL’INDICE, NON PUO’ CIRCOLARE E NON SI PUO’ LEGGERE.
PROBLEMA perché viene preso come modello per la prosa. Come si fa a prendere un modello che
non si può leggere?
Riscriverlo e pubblicarlo con parti tagliate. SI tagliano le parti che non vanno bene da li la
definizione di rassettato, tagliare e ricucire insieme.
Salviati non si limita a tagliare ma cambia la trama per far tornare un po’ le cose, Decameron
vengono tagliate e modificate alcune parti.
Avvertimenti della lingua sul Decameron scrive indicazioni/fa un commento “Ho scelto di usare
queste parole/forme per questi motivi”.
La questione della lingua in realtà non finisce con Salviati, ma finisce con un’opera importante
IL VOCABOLARIO DELL’ACCADEMIA DELLA CRUSCA, nella prima edizione (1612). Ci fornisce il
fiorentino trecentesco.
Si contestualizza nel quadro del ‘500 che è un secolo che vede il fiorire di tante accademie.
Nasce come istituzione che si contrappone all’università (luogo culturale che forma la classe
dirigente, lingua di riferimento delle uni è il latino).
Le accademie sono quei luoghi culturali in cui i letterati si incontravano per parlare di questioni
letterarie e linguistiche sul volgare.
Accademia Fiorentina più antica. Cosimo I De’ Medici usa per promuovere la politica culturale e
linguistica di Firenze. Diventa organo di stato, pubblico. Secondo lui l’accademia doveva pubblicare
grammatica ufficiale della lingua fiorentina perché pensava che attraverso la politica linguistica si
potesse rafforzare la politica della città di Firenze.
DIBATTITO: fiorentinisti Si discute se sia possibile o no scriverla. È possibile fermare la lingua in
una regola, dato che è viva?
Nome si basa su una similitudine tra la lingua e il pane e la farina. Salviati dice “qual è l’elemento
del cibo più fondamentale? Il pane.”
Anche la lingua è importante come il pane.
L’Accademia deve avere questo scopo.
Come per fare il pane si sceglie la parte migliore della farina (fior di farina) e si lascia lo scarto
(crusca), così i letterati devono scegliere le parti migliori della lingua e scartare le parti più basse.
La CRUSCA è la lingua da scartare…CONTROSENSO?
c’è questa vena scherzosa che si mantiene sempre;
fin da subito questi accademici dicono che tutta la lingua va studiata, anche se non ci sarà
la lingua più bassa nel dizionario, in realtà va comunque studiata alta o bassa (è degna tutta
di essere studiata, non c’è una lingua migliore o peggiore a livello scientifico)
Opera più importante Vocabolario, 1591: inizio lavori per il vocabolario. È il primo esempio di
dizionario in senso moderno di una lingua europea/monolingue.
Primo criterio riguarda l’ordine delle parole: ordine alfabetico (25 mila parole in tot);
Si sceglie di mettere verbi all’infinito;
Sostantivi al singolare, aggettivi al maschile singolare;
Sala delle pale (strumento del fornaio): ciascun accademico prendeva un soprannome accademico
e una pala.
SALVIATI sceglie INFARINATO, MOTTO: GRUFOLANDO
COME IL RICCIO GRUFOLA DENTRO LA FARINA COSÌ L’INFARINATO/ACCADEMICI CERCANO
DENTRO L’INSIEME DELLA LINGUA LA PARTE MIGLIORE DA METTERE NEL VOCABOLARIO.
FRULLONE: SIMBOLO DELLA CRUSCA
Strumento che serviva per ripulire il chicco del grano e quindi separare il fior di farina dallo scarto.
Il più bel fior ne coglie: verso tratto dal Canzoniere, scegliere il più bel fiore della farina/lingua.
Simbologia della Crusca rimanda a questa metafora.
Con questo 1612 si ha per la prima volta, per lo scritto, un modello di lingua nazionale diffuso da
questo dizionario.
Autore del ‘500 citato Ariosto, perché ha corretto e riscritto la sua opera in trecentesco.
Rientra negli autori citati.
Bersaglio di critiche Tasso e la sua Gerusalemme Liberata (lingua troppo vicina al latino,
ingessata).
5 EDIZIONI
1 edizione: 1612 (1 volume);
2 edizione: 1623 (1 volume);
3 edizione: 1691 (3 volumi);
4 edizione: 1729-38 (6 volumi)
5 edizione: 1863-1923 (11 volumi: interrotta a A-Ozono, a causa del regime fascista → la
Crusca era un ente privato (censura), problemi di tipo economico, problemi legati alla
pubblicazione dei volumi perché si andava troppo a rilento.
→ index_esperta.jsp = versione digitale.
LE CRITICHE
Il vocabolario viene criticato molto per la sua impostazione: ormai siamo nel 1600 e ormai viene
preso come modello una lingua antica, che non è quella che è in circolazione.
PAOLO BENI scrive nel 1612 l’ANTICRUSCA: critica il modello linguistico basato sugli
scrittori del Trecento e difende gli autori del Cinquecento, in particolare Tasso, che è stato
escluso dagli autori citati nel Vocabolario.Tasso rientrerà come autore nel Vocabolario
solamente a partire dalla terza edizione. Lo criticavano per la sintassi troppo complessa e
troppo vicina al latino e per aver utilizzato una lingua troppo diversa dal volgare toscano.
ALESSANDRO TASSONI: nel margine del Vocabolario scrive delle postille per la seconda
edizione, cio delle note in cui critica l’impostazione del Vocabolario. Anche lui è un
accademico della Crusca e critica il prodotto principale: all’interno dell’Accademia c’erano
anche filoni di pensiero differenti da quello di Salviati.
DANIELLO BARTOLI: gesuita che critica l’impostazione del Vocabolario → modello troppo
antico di lingua morta rispetto alla lingua effettivamente in uso.
→ Il Vocabolario viene criticato perché visto come qualcosa di “arcaico”.
Galileo prende le parole della vita quotidiana e da loro un nuovo significato tecnico:
RISEMANTIZZAZIONE = una parola che assume un significato tecnico si chiama TERMINE.
Prende parole che già esistono, che sono parole dell'uso e non scientifiche e dà a queste parole
un nuovo significato tecnico, scientifico.
MOMENTO esisteva già in italiano, ma ha una nuova connotazione tecnico-scientifico, così anche
per FORZA, MACCHIE SOLARI..Con Galileo nasce una lingua scientifica nazionale. La sua opera
ha molta diffusione e viene conosciuta, inoltre allievi e colleghi di Galileo si ispirano a questo
modello e utilizzano lo stesso procedimento di risemantizzazione.
Perchè Linceo? = Accademia dei Lincei a Roma → corrispondente dell’Accademia della Crusca
però per quanto riguarda la scienza, è il punto di riferimento della scienza.
Disegno a penna contenuto in un codice del Seicento, che rappresenta un cannocchiale puntato
verso la Costellazione della Vergine. Sotto al disegno si legge: «Occhiale, per cui si osservi la
spiga della Vergine Celeste» (la spiga è il riferimento al grano).
→ Sarebbe un cannocchiale (cannone + occhiale).
Fonte: http://www.adcrusca.it/galileo/scienziati.html
Redi come scienziato partecipa alla scrittura della terza edizione, ma per aumentare ancora di più
le parole della scienza inventa degli esempi antichi FALSI in cui c’è una determinata parola. Si
inventa dei contesti e delle citazioni → FALSI REDIANI = Il trattato di governo di Pippozzo di
Sando → autore e opera inventato da Redi (dovrebbe essere un testo che descrive la lingua
toscana trecentesca).
MELODRAMMA
Il melodramma è l’unione di musica, azione scenica e parole. Il melodramma discende dalla
Camerata de’Bardi, circolo di intellettuali riunito a Firenze intorno al conte Giovanni Bardi, Ne fa
parte anche Vincenzio Galilei, padre di Galileo. Da qui nascerà poi l’opera lirica che avrà
un’importanza anche dal punto linguistico (‘800), perché molti termini della musica nel mondo sono
ancora in italiano e perchè le arie si diffondono non soltanto tra i colti e i nobili che andavano a
teatro, ma anche a livello popolare. Arie famose = Va pensiero, il Barbiere di Siviglia, Leviamo. Il
personaggio più importante del melodramma è sicuramente Claudio Monteverdi. Il melodramma si
definisce una tecnica che è il RECITAR CANTANDO, il voler riprodurre il parlato attraverso il
canto.
IL BAROCCO E IL MARINISMO
All'inizio del Seicento c’è un filone legato al periodo del Barocco. L’autore più importante è Marino,
che ha scritto l’ Adone. Dal punto di vista lessicale il marinismo prende parole che non sono
soltanto metafore letterarie, ma che prendono anche spunto da altre discipline, allora ci sono delle
innovazioni nel lessico soprattutto con espressioni, locuzioni che riprendono anche da altri
contesti.
Esempio della Botanica: oltre a rosa (fiore barocco per eccellenza) troviamo la bella clizia, la
pallida ed essanghe violetta, il fiordaliso = a parte il termine della botanica si aggiunge la
personificazione tramite l’aggettivazione.
PRINCIPALI CAMBIAMENTI MORGOLOGICI DAL LATINO ALL’ITALIANO
La nascita dell’articolo
IL, LO: ILLUM
LA: ILLAM
Prendiamo il caso accusativo per fare le ricostruzioni
ILLUM Cade la M, perdiamo la prima sillaba e rimane LU LO, la U latina è breve, da U BREVE deriva O
LO: FORMA PIU ANTICA DI ARTICOLO, A VOLTE CADE LA O SI SVILUPPA UNA VOCALE D’APPOGGIO PER
CUI SI ARRIVA AD IL IL DERIVA DA LO
Il significato è portato dal caso, infatti il significato è sempre lo stesso “Paolo ama Flavia”
Il soggetto è l’elemento che concorda col verbo: definizione più neutrale di soggetto.
Preposizioni+articoli formano complementi. Limiti dell’analisi dei complementi: grammatica valenziale
tipo di approccio dove nel centro dell’analisi c’è il verbo dal quale partono elementi più o meno vicini legati
al verbo. (es. verbi zerovalenti come piove).
Capitolo 10 di DARDANO.
Morfema
Suffissi definiti produttivi perché formano tante parole -ismo, -zione, -ino, -accio.
L’uso di prefissi e suffissi non è l’unico modo per la formazione delle parole, vi è anche la
composizione (faccio composti come due parole facenti parte della stessa categorianome+nome
o categorie diverse verbo+sostantivo
Espressioni polirematiche o unità lessicali superiori: sala da pranzo, stile di vita, vigile del fuoco,
luna di miele, bacchetta magica…Forme che si considerano come una sola parola (lessema unico)
ma formate da più parole separate graficamente da uno spazio.
In linguistica si definiscono categorie grammaticali (parti del discorso) che sono 9 in italiano
(5 variabili e 4 invariabili)
Non vi è la flessione nelle categorie invariabili (avverbi, congiunzioni, preposizione…)
Distinzione in 9 parti del discorso già nel ‘500 e risale al latino (che sono 8 perché manca l’articolo).
Categorie variabili hanno una flessione e sono soggette ad accordo grammaticale, la flessione
serve a fare l’accordo.
Questo non succede in quelle invariabili poiché non c’è una flessione. Eccezione: caso
dell’avverbio, non si parla di flessione ma c’è un’alterazione grammatica come da bene a
benissimo.
→ Analizzare il nome dal punto di vista grammaticale: si guarda come questo nome è formato e in
particolare il suffisso finale (maschile/femminile) → indicazione della classe.
→ Analizzare il nome dal punto di vista semantico (il significato): classificazione tradizionale di
nomi astratti e nomi concreti; oppure la classificazione tra nomi comuni e propri.
Per tanto tempo, nelle grammatiche, l’aggettivo non è mai stato considerato una categoria
grammarticale a sè: viene sentito dai grammatici come una parte del discorso non autonoma,
perchè dal punto di vista sintattico dipende dal nome.
L'AGGETTIVO
L'aggettivo è aggiunto al nome di cui fornisce caratteristiche e precisano il modo in cui il parlante lo
vede.
L'aggettivo è flesso secondo le categorie del genere e del numero, che vengono espresse da un
unico morfema vocalico nella prima classe (buono/buona/buoni/buone) - differiscono sia per
GENERE che NUMERO.
La seconda classe ha due forme flesse: singolare e plurale (grande/grandi) - presentano solo le
forme flesse del NUMERO.
Sono presenti anche aggettivi invariabili, che si è arricchita col tempo, per esempio gli aggettivi
che indicano colori, derivati per conversione da nomi (rosa, viola ecc.). I colori sono delle parole
che indicavano dei nomi e che poi si sono trasformate/convertite in aggettivi con il passare del
tempo.
Per tanto tempo, nelle grammatiche, l’aggettivo non è mai stato considerato una categoria
grammaticale a sé: viene sentito dai grammatici come una parte del discorso non autonoma,
perchè dal punto di vista sintattico dipende dal nome. Per tanti secoli nelle grammatiche c’era una
grande categoria NOME al cui interno c’era la sottocategoria SOSTANTIVO e la sottocategoria
AGGETTIVO. Soltanto nel Novecento le grammatiche hanno iniziato a considerare l’aggettivo
come una categoria grammaticale individuale.
L’aggettivo concorda per genere e numero con il nome che accompagna.
AGGETTIVO = deve essere aggiunto, è qualcosa che dipende da qualcos’altro. Termine che
deriva dalla tradizione grammaticale italiana antica, che la riprende dalla terminologia
grammaticale latina.
L'ARTICOLO
L'articolo è una parte del discorso che si associa al nome, con cui concorda in genere e numero,
per qualificarlo in vario modo (articolo determinativo e indeterminativo). L’articolo specifica il
significato dell’intero sintagma:
Opposizione tra Classe e Membro.
• Il leone è il re degli animali = IL mi dà l’indicazione della classe. Il rappresenta lo status di
classe (o di specie) che si attribuisce al leone.
• Ho visto un leone per le scale = Un indica che si tratta di un membro di quella classe.
IL PRONOME
Secondo l'etimologia del termine (lat. pronomen: che si colloca al posto di un nome), il pronome è
un elemento che fa le veci di un sostantivo:
«Quando incontrai Marco, non c'era nessuno con lui». Sostituisco il nome perchè sennò ci sarebbe
una ripetizione (è ridondante); mi trovo nella stilistica.
→ Tuttavia, in molti casi un pronome non ha nessun rapporto con un nome. Per esempio: «Che
cosa vuoi? - Niente» (uso assoluto del pronome).
= Tra articolo e pronome c’è una somiglianza → I grammatici del volgare non dedicano all’articolo
un capitolo a parte, ma lo inseriscono nel capitolo del pronome.
Nel sistema pronominale italiano ricordiamo i pronomi personali. Nell'italiano standard sono
presenti pronomi personali soggetto (io, tu, egli/ella/noi/voi/essi/esse) e pronomi personali
complemento(me/te/lui/lei/loro).
I pronomi personali soggetto di IIl persona (egli/ella/essi/esse) sono oggi poco usati: nello scritto si
preferisce omettere il pronome o usare come soggetto lui/lei/loro, attestati nell'uso da secoli, ma
censurati dai grammatici, che portavano come esempio gli autori del Trecento, basandosi SOLO
sui testi letterari, ad uso più frequente. In realtà Paolo D'Achille ha dimostrato l'antichità del
fenomeno.
→ Usato me/te/lui/lei/loro anche nei Promessi Sposi, infatti il fenomeno di egli/ella/essi/esse come
soggetto è stato interrotto da Manzoni. Usa anche “a me mi” nei dialoghi dei personaggi dei ceti
più bassi: va valutato se errore oppure no a seconda dei contesti, è una forma colloquiale (tratti
dell’italiano neo-standard).
→ Altro tratto neostandard: il congiuntivo = se non sapevo non venivo (colloquiale). BISOGNA
FARE MOLTA ATTENZIONE A SECONDA DEL CONTESTO.
I pronomi personali si distinguono in tonici o liberi (io, tu, lui..) e atoni o clitici (mi, ti, c...) e devono
appoggiarsi agli elementi o che precedono o che seguono.
IL VERBO
Il verbo è il centro sintattico della frase, perché intorno ad esso si organizzano i diversi elementi
che la compongono. Insieme con il nome, il verbo rappresenta la struttura fondamentale dell'analisi
grammaticale antica, rintracciabile già in Platone (L.Serianni, Grammatica italiana, Torino, UTET,
1988, p.379). IL CENTRO DELLA FRASE, MOLTO MA MOLTO IMPORTANTE, UN VERBO
CORRISPONDE A UNA FRASE, ANCHE IL VERBO DA SOLO PUÒ COSTITUIRE UNA FRASE
→ AUTONOMIA SINTATTICA, può stare da solo all'interno di una frase.
1. Tempo:
Secondo la definizione comune, indica la relazione temporale tra il momento in cui si parla e il
momento in cui si verifica l'azione. Dobbiamo distinguere un tempo fisico e un tempo
grammaticale: il tempo fisico fa riferimento alla percezione che un individuo ha del fluire del tempo
ed è misurabile. Il tempo grammaticale indica le relazioni temporali che permettono di collocare
l'azione prima, dopo o nello stesso momento in cui viene pronunciata la frase.
1. Aspetto:
L'aspetto è la maniera con cui il parlante considera l'azione espressa dal
verbo:
Aspetto perfettivo: l'azione si considera conclusa: Marco tornò a casa.
Aspetto imperfettivo: l'azione è considerata nel suo svolgersi: Marco tornava a casa.
Aspetto compiuto: nel presente ci sono gli effetti di un'azione avvenuta in precedenza:
Marco è tornato a casa.
Aspetto progressivo, con stare + gerundio: Marco sta tornando a casa.
1. Diatesi:
La diatesi esprime il rapporto del verbo con il soggetto e l'oggetto.
Diatesi attiva: il soggetto coincide con l'agente (con chi fa l’azione) dell'azione, azione
svolta (i vigili regolano il traffico).
Diatesi passiva: l'agente (chi fa l’azione) non è il soggetto, azione subita (il traffico è
regolato dai vigili).
Diatesi riflessiva: il soggetto e l'oggetto coincidono (Marco si lava - Marco lava sé stesso).
1. Transitività / Intransitività:
I verbi transitivi possono avere un complemento oggetto:
Marco legge un libro
Spesso l'oggetto può essere omesso:
Marco legge → in questo caso il verbo è usato in forma assoluta
I verbi intransitivi non possono avere un complemento oggetto:
→ L'uomo impallidì
1. La persona:
Indica a chi o a che cosa il verbo fa riferimento.
La prima persona indica il parlante: io
La seconda persona l'ascoltatore: tu
La terza persona è un individuo presente o assente: egli/lui, qualcuno ecc.
Il verbo e i suoi argomenti formano una frase minima che costituisce il nucleo della frase, intorno al
quale possono svilupparsi altre parti della stessa frase:
Mario pulisce il vetro → + con un panno + ogni mercoledì
Lo sport giova alla salute → + praticato all’aperto
Gli amici regalano un libro a Giulia → + per il suo compleanno.
Sono frasi minime, ossia nuclei portanti di frasi eventualmente più ampie, posso aumentare
sempre di più allargando la frase. In base a quanti elementi il verbo può reggere, li posso
classificare:
Verbi zerovalenti: per esempio i verbi atmosferici che non hanno soggetto né complemento
oggetto (piove);
Verbi monovalenti: si completano con l'indicazione del soggetto (morire);
Verbi bivalenti: per esempio amare (indicazione di chi ama e di chi è amato);
Verbi trivalenti..
→ Dizionario dell’uso che da importanza all’aspetto grammaticale: Il Sabatini-Coletti (per i lemmi
verbali).
Altri dizionari d’uso:
L'avverbio
L'avverbio modifica e specifica il significato della frase o di un suo componente. Serve a
determinare varie unità grammaticali, non solo il verbo:
un aggettivo: molto bello;
un altro avverbio: troppo tardi.
LA PREPOSIZIONE
La preposizione ha la funzione di determinare i rapporti sintattici tra le varie parti della frase o di
collegare due frasi. Serianni, p. 327: «Ciascuna preposizione è dotata di tratti semantici autonomi,
ma nello stesso tempo è un elemento che ha funzione relazionale, e dunque il suo significato si
può cogliere solo in ragione di: a) del tipo di reggenza che si determina nell'incontro componente +
preposizione + componente; b) dei significati delle singole parole che si collegano attraverso la
preposizione. Es. Il ritorno a casa (lega i due elementi casa e ritorno, dal punto di vista sintattico).
→ Ha una funzione relazionale, allora da cosa posso capire il significato di una certa
preposizione? Dal contesto, da quali parole seguono, precedono..
LA CONGIUNZIONE
La congiunzione collega sintatticamente due o più parole di una frase (come le preposizioni) o due
o più frasi in un periodo. Possono essere coordinative e subordinative.
Le coordinative stabiliscono un rapporto di equivalenza logico-sintattica tra frasi o parti di
frase (Mario e Luca verranno domani) → elementi sullo stesso piano, non c’è una
gerarchia. Mario e Luca sono sullo stesso piano.
Le subordinative collegano frasi non equivalenti sintatticamente, ponendole in un rapporto
di dipendenza (Non ti ho risposto perché non ho sentito). Rapporto di indipendenza, la
principale (può stare da sola) è non ti ho risposto.
MORFOLOGIA DERIVATIVA
→ Legame tra morfologia e lessico:
Lavor-: base lessicale → mi da il significato della parola;
-are, -o, -azione.... suffissi. Le parole formate con l'aggiunta di suffissi si chiamano
suffissati.
preavviso: pre- è un prefisso. Le parole formate con l'aggiunta di prefissi si chiamano
prefissati.
IL LESSICO
Due fenomeni importanti:
Lessicalizzazione: elementi retti da rapporti grammaticali assumono la funzione di un
vocabolo
Es.: ora come ora = momentaneamente
cantante: da participio > nome
piacere: da infinito verbale > nome
→ Prese come un’unica locuzione assumono valore lessicale.
Grammaticalizzazione: fenomeno contrario alla lessicalizzazione. Una forma perde il suo
significato lessicale (pieno) e ne assume uno grammaticale.
Es.: durante = preposizione temporale < participio di durare
Nonostante = congiunzione < participio di ostare
→ Perdono il loro significato pieno e ne prendono uno grammaticale.
IL PRESTITO LINGUISTICO
• Una parola o un'espressione di un'altra lingua entrano in italiano attraverso due procedimenti:
1) PRESTITO = prendere una parola da un’altra lingua (adattato o non adattato).
2) CALCO = molto simile al prestito.
Quando due lingue entrano in rapporto tra di loro, è indice di buona salute delle lingue, perché
significa che si stanno evolvendo e sono delle LINGUE VIVE.
IL PRESTITO
Il prestito consiste nell'accogliere una parola da un'altra lingua.
Esistono anche i prestiti di ritorno: parole prestate ad altre lingue e poi ritornate in italiano con un
significato modificato. Per esempio: francese baguette < it, bacchetta (prestato al francese nel
Cinquecento e ritornato dopo secoli con il nuovo significato).
IL PRESTITO ADATTATO
Il prestito adattato si verifica quando c'è un adattamento alle regole della lingua d'arrivo.
Es.: Mangiare < fr, manger (oggi non lo percepiamo più come un adattamento).
Talvolta può adattarsi solo la grafia: es. disc < ingl. disk. O solo la morfologia: es. desinenza -are:
loggare, chattare
LEZIONE 20
IL CALCO
Significa ricalcare la parola o struttura straniera = prendere in aspetto della parola straniera
(che può essere legato al significato) o la struttura della parola straniera.;
Se si seguono le regole della lingua che la ospita (italiano) il calco è strutturale;
Se per influsso della lingua straniera la parola assume un altro ulteriore significato abbiamo
un calco semantico.
CALCO STRUTTURALE
Pallacanestro è composto da palla + canestro e riproduce la struttura inglese basketball
(seguendo comunque le regole dell’italiano).
CALCO SEMANTICO
Stella ha assunto anche il significato di “personaggio dello spettacolo” tramite l’inglese star.
Angolo ha assunto anche il significato di “calcio d’angolo” tramite l’inglese corner.
Caffè tramite il francese assume il significato anche di “bottega del caffè”. Ci si ritrova in
circoli letterari in cui in lingua francese discutono di questioni filosofiche e questioni
letterarie (a Milano, città più importante dal punto di vista intellettuale). Perché il francese
come lingua della conversazione colta? Per l’Illuminismo e ci si rende conto che anche a
un livello medio-alto non esiste un italiano della conversazione, un italiano parlato e quindi
a livelli colti è normale che un intellettuale usi il francese, mentre a livello familiare usi il
proprio dialetto (perchè in Italia manca un registro medio alto di lingua parlata).
→ Quando? Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, anche attraverso la diffusione dei
giornali.
ETIMOLOGIA POPOLARE
FARE ETIMOLOGIA = Cercare l’origine di una parola, ricostruire la preistoria di una parola, mi
occupo di tutto ciò che riguarda una determinata parola fino al suo momento di ingresso
nell’italiano.
L’etimologia popolare (o paretimologia) è la ricostruzione erronea di una parola da un’altra
in base a somiglianze formale (ma senza una vera origine comune)
→ A livello popolare si spiegano alcuni fenomeni tra somiglianze formali tra una parola
latina e quella italiana
Etimologia popolare dell’italiano LASTRICO → LASTRA, ma questo è sbagliato
perchè non c’è un legame etimologico vero e proprio (sono le etimologie popolare
dei fraintendimenti).
LASTRICO = deriva dal latino volgare * ASTRACUM (dal greco ostracon, coccio).
* = Parola ricostruita, cioè è una parola non attestata (non abbiamo una grande
quantità di testimonianze scritte), ma il lessico si ricostruisce attraverso la
RICOSTRUZIONE DI UN’IPOTETICA FORMA, confrontando gli esiti romanzi della
parola stessa (si mettono a confronto gli equivalenti di lastrico nelle lingue romanze)
→ LINGUISTICA COMPARATISTICA.
→ Dardano, capitolo sul lessico.
→ I lessemi fondamentali e di alto uso sono in gran parte latinismi o neoformazioni antiche, e
dunque presenti in italiano da secoli (anche dalle origini).
→ Il lessico di alta disponibilità è più esposto ai cambiamenti della società e più in generale della
cultura: asciugacapelli, aspirapolvere, astronave, citofono, democristiano, elicottero, frigorifero,
parcheggiare, semaforo.
ATTEGGIAMENTO DEMOCRISTIANO = persona che non si espone troppo, che non prende una
posizione troppo netta.
1. Lessico fondamentale
Circa 2000 parole (che costituiscono circa il 90% di qualunque testo)
• Soprattutto parole grammaticali, che servono a costruire la frase: articoli, preposizioni,
congiunzioni, avverbi, ausiliari.
• Inoltre verbi, nomi e aggettivi di alta frequenza d'uso
come abitare, anno, zia.
LESSICO COMUNE
47.060 parole: usate e comprese indipendentemente dalla professione o mestiere che si esercita o
dalla collocazione regionale e che sono generalmente note a chiunque abbia un livello medio-
superiore di istruzione → persona mediamente istruito.
LESSICO TECNICO-SPECIALISTICO
100.000 lessemi: parte di lessico maggiore.
Lingua tecnica (medicina, botanica, chimica, matematica). Alcune di queste parole però circolano
al di fuori dell'area di origine: equazione, penicillina, inflazione. Sono diventate comuni, ma sono
comunque delle parole che fanno parte del lessico specialistico (magari si usano a scuola, o si
leggono sui giornali → parole del settore dell’economia o medicina).
TERMINE MEDICO: paranoia, indica un problema, ma nel linguaggio comune non si usa con il
significato strettamente medico, ma con preoccupazione.
I NEOLOGISMI
Un neologismo è una parola o un’espressione nuova che arricchisce il lessico, abbastanza
in uso, tuttavia non viene registrato da tutti i dizionari, proprio perché molto recente. Una
parola diventa
una parola ufficiale dell’italiano quando viene ATTESTATA DAI DIZIONARI e concordano.
Differenza tra neologismo e occasionalismo: l’occasionalismo è una parola nata in una
determinata occasione e che non è destinata a rimanere nell’uso → è un atteggiamento
“cialdinoso”, ovvero che ricorda un comportamento della Prof.ssa.
DROPPARE = mondo del gaming, musica, scarpe..E’ UN NEOLOGISMO? No, è un
occasionalismo.
21514
SKINCARE = prestito non adattato, ancora non molto certa nella lingua. Non c’è la percezione che
sia una parola compresa da tutti e soprattutto usata da tutte le fasce della popolazione.
→ Conosciuto dal 2001, ma nel 2022 c’è stato un rilancio/picco grazie al settore del marketing e
dei social, anche grazia ai giornali (quotidiani).
DEVOTO-OLI 2021
Articolo di Matteo Motolese pubblicato su Domenica del Sole 24 Ore (13 dicembre 2020).
Questa edizione del dizionario è uscita a tre anni dalla precedente.
• Nuove entrate, es.: Deepfake, infodemia, Bioeconomia, ecoquartiere, ecotassa, plastic free
→ Parole legate all'emergenza sanitaria: contact tracing, droplet, quarantenare (< quarantena),
tamponato (viene segnalata prima l'accezione «chiuso con un tampone» e poi quella relativa al
veicolo che
ha subito un incidente).
Quanto queste parole resisteranno?
GLI ITALIANISMI
Gli italianismi sono parole italiane che entrano in altre lingue
• L'italiano è una delle grandi lingue di cultura a livello mondiale e ha dato un importante contributo
in campi come la letteratura, la musica, l'arte e la gastronomia → settori eccellenza dell’Italia.
→ Possiamo trovare nel DIFIT gli italianismi nell’inglese, nel tedesco e nel francese, è un
dizionario.
SEMANTICA
All’interno di un contesto le parole assumono significati contestuali.
approcci
Denotazione e connotazione
ogni elemento soggettivo che questa puo avere nel contesto di una frase. Si parla
dell’oggetto in se.
dall'ordine di queste. Significato più esteso in cui l’ordine degli elementi è importante
dal punto di vista del significato.
PRAGMATICA: settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto
tra segni e i loro utenti, ovvero dell’uso di segni, che ha sempre luogo in un contesto.
Preannunciata dal filosofo americano Charles Morris negli anni Trenta del Novecento
come necessario completamento della sintassi (studio delle relazioni fra segni) e della
semantica (studio delle relazioni fra segno e designato) ha avuto un rapido sviluppo a
partire dagli anni Sessanta sotto lo stimolo di filosofi del linguaggio quali Austin,
Searle e Grice».
REFERENTE: oggetto.
Parole cambiate nel corso del tempo: aperitivo, tamponare, casa, gioco (cambiato in
termini di grafia/ giuoco), orfanotrofio, ozio, tutte quelle parole che hanno presentato
tante varianti di scrittura (se n’è scelta una, es. ognuno).
Significato lessicale/contenuto: io posso sapere cosa vuol dire una parola in generale
però può assumere più significati a seconda del contesto PAROLA
POLISEMICA, POLISEMIA parola che presenta più significati, es. asilo, vita,
piano, porta, collo, piede, mano, arco, taglio.
SINONIMIA due parole simili dal punto di vista del significato. Es.
splendido/meraviglioso. Ma esiste davvero?
Per esempio:
IPONIMO (significato piu ristretto rispetto ad un vocabolo dal significato piu esteso)
IPERONIMO (parola di significato piu esteso rispetto a vocabolo dal significato piu ristretto)
Secolo abbastanza peculiare, secolo in cui una lingua influenza fortemente l’italiano
(influenza non paragonabile a quella dell’inglese oggi, di tipo lessicale).
La pressione del francese è così forte che investe il livello sintattico della lingua.
UNICO CASO, influenza a livello cosi profondo. Ci si sposta per un ordine più
lineare SOGGETTO VERBO OGGETTO. Ordine non marcato/tradizionale, che
rispecchia la linearità del pensiero.
Concezione dell’italiano all’estero: lingua musicale, bella, dolce, si parla come si
scrive, forte corrispondenza tra piano della pronuncia e piano scritto, sintassi
artificiosa.
È necessaria una sintassi lineare, per gli illuministi. Perché la lingua è il mezzo
attraverso il quale si esprime il pensiero.
LA RAZIO/RAGIONE: rapporto stretto tra lingua e pensiero.
Il vocabolario si ferma all’edizione 5 del 1923, alla lettera o (Ozono) non più
edizioni.
Polemiche da parte degli illuministi. Alcuni intellettuali milanesi (Fratelli Verri). Essi
fondano una rivista letteraria (Il Caffè). Milano città di ferimento dell’illuminismo in
Italia. L’accusa è di basarsi su una lingua troppo arcaica ed esclusivamente fiorentina.
Accusa: basare il giusto e sbagliato a seconda dell’uso fiorentino.
Necessaria una visione più estesa della lingua, non fiorentino-centrica.
Alessandro Verri scrive un testo ironico/satirico “Rinunzia avanti notaio degli
autori del presente foglio periodico al Vocabolario della Crusca” nel 1754.
Il rapporto tra italiano e francese è analizzabile non solo dal punto di vista della
riflessione teorica degli illuministi, ma anche da quello letterario. Esperienza di due
autori della letteratura italiana che vivono il rapporto italiano-francese in modo
diverso (Alfieri e Goldoni).
Due esempi, diversi, di rapporto, che a livello letterario c’è tra italiano e francese.
ALFIERI e “La Vita”, opera che ci fa capire il rapporto che instaura con l’italiano e
il francese.
Nasce come diario, non usa l’italiano ma il francese all’inizio. Lingua che lui
percepisce come prima lingua. Piano piano si sposta verso l’italiano. Cambio di
codice linguistico. Tipo di rapporto che si instaura in Alfieri è dal francese
all’italiano.
GOLDONI
Scrive le sue commedie in veneziano. O usa il dialetto o l’italiano.
In lui c’è il rapporto contrario, si arriva al francese perché egli si trasferisce a Parigi e
comincia a scrivere alcune commedie in francese. Questo non è solo legato al fatto
del trasferimento. Egli percepisce il ruolo del francese.
Placito di Capua piu antico testo volgare, in cui c’è consapevolezza di uso di una
lingua diversa dal latino. Uno dei piu antichi testi volgari: Iscrizione della Catacomba
di Comodilla (promemoria per ricordare che ad un certo punto della funzione si deve
pregare a bassa voce);
Quando appaiono i primi testi letterari? 1100, Scuola Siciliana nel Duecento.
Perché è bene parlare di volgari e non di dialetti? Perché non c’è ancora l’italiano
come modello di lingua nazionale.
Quando usiamo volgare siciliano e dialetto siciliano? 1612 data spartiacque, anno di
pubblicazione della prima edizione del vocabolario dell’accademia della Crusca che
diffonde per lo scritto un modello di lingua nazionale. Quale lingua gli scrittori usano
nella letteratura?
Quale serie di aggettivi usa Dante nel "De vulgari eloquentia" (trattato
scientifico, scritto in latino) per descrivere il volgare migliore
A. illustre, fiorentino, regale, cardinale
B. illustre, aulico (nel senso che si può usare nell’aula), curiale (possibile corte del re
se l’Italia ne avesse uno), cardinale (faccia da cardine, attorno a questo volgare
possono ruotare tutti gli altri). Ne trova 14 di volgari, nessuno ha completamente
queste caratteristiche. Perché no fiorentino? Lo critica per tratti troppo bassi.
C. illustre, colto, parlato, aulico
Nel Convivio Dante:
A. riflette sulla lingua volgare e sul suo uso.
B. prevede che la lingua per la comunicazione sara il latino
C. commenta 14 canzoni a tema fortemente giuridico
Non si prende in imitazione tutto Boccaccio, solo la lingua delle cornici, dove parla
l’autore e quindi per forza il registro è alto + la decima giornata (la più aulica, colta).
Brutta copia del Canzoniere: il Codice degli Abbozzi. correzioni scritte in latino,
questo ci fa dire che la lingua con cui ragione è il latino, non il volgare.
Nascita della STAMPA, fenomeno che contribuisce alla scelta del volgare rispetto al
latino: si arriva ad un maggior numero di persone.
L’ Ottocento si apre con una nuova questione della lingua in senso letterario.
Tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento comincia un periodo
di rivalutazione del patrimonio tradizionale, di valorizzazione del mito
del popolare da una parte e dell'ideale classicista dall'altra.
L'Ottocento si apre con una nuova questione della lingua. Ci sono tre
posizioni fondamentali:
1) puristi
2) classicisti
3) soluzione manzoniana
I PURISTI
Nel primo Ottocento si sviluppa un movimento che prende il nome di purismo:
viene lodata la lingua antica del Trecento. Il purismo rifiuta le innovazioni
linguistiche e le parole straniere; viene considerata lingua «pura» solo il
fiorentino del Trecento.
Questo movimento nasce all'inizio dell'Ottocento come reazione al francese del
Settecento.
Uno dei maggiori esponenti del purismo è Padre Antonio Cesari, che
considera il Trecento il secolo d'oro della lingua.
Cesari pubblica la Crusca Veronese (1806-11): si tratta di una sua riedizione
del Vocabolario della Crusca, con solo autori del Trecento.
Un altro esponente del Purismo ottocentesco è Basilio Puoti. Anche lui è contrario
alle parole nuove…
Contrari alle parole francesi.
I CLASSICISTI
Non tanto il riferimento al classico, ritorno verso la lingua classica. Questi letterati
propongono la lingua dei classici della letteratura italiana, quindi senz’altro il 300,
ma anche il 600, 700…
A differenza del purismo, essi sono aperti ai neologismi (nuove formazioni sia da
altre lingue ma nuove formazioni dall’italiano, perché secondo loro il lessico italiano
si può espandere Sfruttare la morfologia della lingua per formare nuove parole
es. biblioteca=>bibliotecario)
Negli anni ’70 del Novecento, Caretti ha fatto un confronto “edizione interlineare”.
Come parlano gli italiani nel 1861? Italofoni=coloro che parlano italiano
Analfabetismo; Italiano non c’è; Dialetto lingua parlata.
Tullio de Mauro pubblica nel 1963 la Storia linguistica dell’Italia unita: stima che
nel 1861 l’80% dell’Italia è analfabeta.
Il 20% restante non padroneggia bene l’italiano.
Quanti sono gli italiani che parlano bene l’italiano? Il 2,5% = letterati, rientrano le
persone che continuano la scuola dopo i primi due anni delle elementari, toscani e
romani che per vicinanze di tipo fonetico hanno un’istruzione elementare.
Nel 1868 il ministro dell’istruzione Broglio nomina una commissione ministeriale, tra
cui Manzoni come presidente.
Il Proemio di Ascoli
Introduzione della rivista scientifica dedicata alla glottologia: l’Archivio
Glottologico Italiano.
Ridurre analfabetismo ed intervenire sul piano culturale (mandare le persone a
scuola) la lingua funziona come la selezione naturale: alcune parole usciranno
altre entreranno nell’uso, tutto in modo naturale.
Fattori di italianizzazione:
1. Scuola
2. Emigrazione
3. Industrializzazione
4. Spettacoli e trasmissioni di massa
5. Stampa
6. Ruolo della burocrazia ed esercito
RIFORME SCOLASTICHE
Legge Casati (1859): elementari gratuite ed obbligatorie.
Legge Coppino (1877): la scuola diventa davvero obbligatoria.
EMIGRAZIONE
Si entra a contatto con diverse realtà e culture. Al momento del rientro si cambia
prospettiva.
INDUSTRIALIZZAZIONE
Dalle campagne alle città, urbanizzazione.
BUROCRAZIA ED ESERCITO
Nel 1915 svolgono un ruolo importante. Necessaria lingua comune.
STAMPA QUOTIDIANA E PERIODICA
Lingua dei giornali tende a semplificare la lingua comune, sintassi diciamo più
semplificata/vicina alla lingua parlata. Fattore di unificazione linguistica.
Grazie alla stampa entrano parole soprattutto dall’inglese es. Match/Goal/Football
non adattati
Tre libri che alla fine dell’Ottocento hanno grande successo:
Pinocchio di Collodi, Cuore di De Amicis e La Scienza in cucina e l’arte di mangiar
bene di Artusi + Il giornalino di Gian Burrasca di Vamba.
D’Annunzio è un innovatore.
- Lotta ai dialetti;
- Politica contro parole straniere, neologismi: si propongono
dei sostituti (uniche due ad avere fortuna: chauffeur e
regisseur);
- Repressione minoranze linguistiche.
Migliorini elabora il movimento linguistico del neopurismo: non è un purismo come
quello ottocentesco di tornare alla lingua antica o come vuole il fascismo. Bisogna
trovare un equilibrio tra la lingua e le parole nuove/forestierismi. Bisogna valutare. È
un po’ il concetto della differenza tra i prestiti di lusso (call, location, mission) e di
necessità (computer, software). Nasce in questo periodo il neopurismo ma si distacca
dalla politica linguistica fascista. valutare se una parola nuova e straniera sono
necessarie.
Da una parte Pasolini per noi ci testimonia questo tipo di italiano che si sta
diffondendo, dall’altro le nuove questioni linguistiche ci fanno capire che non vi è
ancora una lingua nazionale.
Si parlerà di lingua italiana come processo concluso solo verso fine anni ‘70/inizio
anni ’80.
CALVINO E L’ANTILINGUA
Interviene anche su fatti linguistici, parla di antilingua nel 1965.
Antilingua: esempio che fa è: non si dice “ho fatto” ma “ho effettuato”, “ho utilizzato
“ al posto di “ho usato.”
Si cerca di alzare il registro.
L’antilingua corrisponde al linguaggio burocratico.
L’italiano televisivo
Negli anni ’60 ci sono anche trasmissioni come Non è mai troppo tardi del maestro
Alberto Manzi. La TV ha anche funzione educativa/pedagogica/scolastica TV
COME MAESTRA DI LINGUA, ma si esaurisce negli anni ’70. Dopo ha soprattutto
funzione di intrattenimento…
Altri programmi:
I quiz con Mike Buongiorno: Lascia o raddoppia (1956) lingua molto corretta ma
non viene pensata come testo scritto. Lingua percepita come corretta e semplificata.
Quando ci sono i concorrenti vi è spontaneità.
Altro genere particolare: Gli sceneggiati (messa in scena di opere letterarie pensate
per la televisione) La freccia nera, I promessi sposi…
Il varietà
Canzonissima programma di varietà che negli anni ’70 ha più successo lingua
presente in questo programma: ci si avvicina alla pronuncia dell’italiano neo-standard
con accenti regionali (es. area romana). Si trasmette una lingua che porterà l’italiano
standard. Registro medio e tipo di lingua che cerca elementi del parlato per rendere
questo aspetto più spontaneo.
Le Social-tv
Lingua e cinema
La lingua dei film Fellininismi
Totò
Doppiaggio
Furia film confronto