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Due metodi sono sempre complementari. Il fondo lessicale della lingua italiana, cioé
tutte le parole che si trovano nei dizionari della lingua italiana possono essere prese in
considerazione secondo il metodo sincronico o diacronico.
Usando il metodo sincronico, cioé cercando di determinare la lingua italiana in un
momento storico, possiamo constatare la presenza del DIASISTEMA LINGUISTICO, che
esiste in una contradizione tra la lingua parlata (o tra le lingue parlate- DIALETTI che vivono
nella bocca di diverse regioni d`Italia) e la lingua standard che si sente attraverso la tv, la
radio, le riviste ecc.
Accanto ai dialetti e alla lingua standard ci sono anche diversi MODI DI PARLARE
(modo quotidiano, modo illustre ecc.) e METALINGUE (come la lingua di medicina, di sport
ecc.).
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Questo grande numero dei dialetti e le differenze tra loro fanno che la gente in Italia
non si capisce bene- un siciliano usando il proprio dialetto non sarà capito da un napoletano o
un friulano ecc.
Secondo le teorie e le ipotesi per cui dobbiamo ringraziare un grande filologo e
romanista croato, il professore Željko Muljačić, oggi in filologia non si parla più dei dialetti
ma delle lingue. Secondo le sue ipotesi napoletano, friuliano, piemontese ecc. non sono
dialetti ma lingue che tutte attaccate a un tempo determinato fanno un diasistema.
Gli italiani, per capirsi, devono parlare una lingua italiana formata sui principi comuni
che fanno un diasistema. Risulta che il diasistema è la rete dei rapporti che stanno alla base di
due o più dialetti cioé modi di parlare e che soprattutto serve ai linguisti per mostrare la
differenza fra i singoli dialetti appartenenti allo stesso diasistema.
Esiste il tentativo storico di dividere i dialetti settentrionali da quei meridionali. Il
confine che li divide si chiama linea gotica. Si tratta del confine che parte dalla Spezia e arriva
fino a Rimini. Si chiama così perché è la linea fino a cui erano arrivati i Goti invadendo
l`Impero Romano. Neanche l`appartenenza a uno dei due gruppi non assicurava durante la
storia la piena comprensibilità.
Le differenze tra i dialetti sono grandi e notevoli. Soltanto l`esistenza della lingua
standard associata addiritura aggrapata alla rete del diasistema permetteva agli italiani la
comunicazione. Attorno alla rete del diasistema, attorno ai principi morfosintatici si formava
una lingua comune a tutti gli italiani che oggi porta il nome della lingua standard.
La storia di questo fenomeno linguistico risale ad epoca in cui l`italiano si stava
formando. In Italia già nel 4Úe 5Ú secolo (il periodo medievale) si parlava una lingua molto
diversa ed allontanata del classico latino. Nei testi scritti nel periodo medievale si parla di una
lingua volgare, di un idioma volgare (VOLGARE-proviene dal lessema latino vulgus-popolo
non educato, popolo semplice, una multitudine di gente). L`idioma volgare indica la lingua
parlata da quelli che non conoscevano il latino, e trasformatasi dal latino classico si
sviluppava nella bocca della gente semplice. Comunque, i documenti scritti in quell`epoca
non sono conosciuti. Fino al nono secolo tutti i documenti scritti in Italia sono in latino e non
sappiamo dire con certezza come era formata la lingua volgare.
I primi testi scritti in volgare sono dal nono secolo. Fra i più vecchi è il famoso
Indovinello Veronese, la prima espressione del volgare dove si incontrano gli elementi che
non sono latini. La morfologia e la sintassi sono diverse. Le consonanti finali spariscono, si
possono vedere le prime tracce dello spostamento dell`ultimo accento (tutte le parole latine
portavano l`accento sulla penultima sillaba, tranne i prestiti greci). Si incontrano parole
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tronche (virtus, viritis, virtude, virtù), la caduta delle consonanti finali, sparisce la
declinazione sintatica e si mostra la necessità dell`aiuto delle preposizioni. Gli altri
famosissimi testi dell`epoca sono I Placiti Cassinesi (960-963), La Carta Capuana (parla
sempre usando la lingua amministrativa, decimo secolo), La Confessione di Norcia (un testo
guidiziario anche questo).
Incontriamo però anche dei testi che si possono definire come i testi letterari: LE
CARTE SARDE, LA CARTA SAVONESE, LA CARTA DI TEANO, IL RITMO
BOLOGNESE ecc. Si vede già la presenza di un timbro, un marchio personale dell`autore, il
suo atteggiamento verso queste descrizioni in forma del dialogo. Si può parlare anche dei
valori artistici, letterari e delle espressioni individuali di un autore. La lingua in cui sono
scritti questi documenti non è più il latino, ma neanche l`italiano: è IL VOLGARE. Questo
volgare mostra le differenze in ognuno di questi documenti.
Grande varietà del volgare, grande varietà espressiva morfosintatica ci fa pensare che i
dialetti nascono prima della lingua letteraria,cioè la lingua italiana. I dialetti si formano
dunque sulla rovina del latino classico.
Appena nel Duecento troviamo le prime vere opere letterarie. In Sicilia, a Palermo
nasce un centro poetico dove si è formata LA SCUOLA SICILIANA(la più antica). I
rappresentanti erano Guido delle Colonne, Odo delle Colonne, Federico II lo Svevo, suoi figli
Enzo e Manfredo, Pier della Vigna (giudice e cancelliere), Jacopo da Lentini (il padre del
sonetto), Cielo d`Alcamo (Rosa Fresca Aulentissima) ecc.
Nel centro della penisola poi si forma LA SCUOLA TOSCANA presso a cui si scrive
in toscano. In Sicilia si forma lo strambotto (componimento di 8 versi di rima stramba, sciolta,
ubriaca, senza ordine), e in Toscana nasce il rispetto (8 versi rimati secondo la rima alterata
ABBACC). I temi dello strambotto siciliano erano presi dalla vita quotidiana; cantavano
dell`amore.
-c a nord-ovest dell`Italia c`erano i TROVATORI, l`influsso provenzale (Liguria, Valle
d`Aosta)
-c a nord-est prevale la tradizione poetica narrativa che si chiama la letteratura franco-
veneta (Si parla di Orlando, di Carlo Magno ecc.) La lingua che era usata è come
quella della letteratura religiosa che viene dopo con Francesco d`Assisi al capo (Il
Cantico delle Creature).
Parlando della letteratura religiosa bisogna menzionare Tommaso d`Accelone (Tractus de
Miraculus) e Jacopone da Todi (Pianto della Madonna). Tutte queste carte e tutti questi
documenti possiedono un certo valore estetico.
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La confermazione è DE VOLGARI ELOQUENTIA scritto in latino da Dante. Lui dice
che volendo scrivere della lingua volgare per forza deve scrivere in latino perché la lingua di
cui parla è tanto povera da non poterla usare per scrivere un`opera scientifica. Secondo Dante,
in quella lingua si poteva scrivere, ma non scientificamente.
Nel Trecento nasce LA DIVINA COMMEDIA, l`opera principale di Dante scritta del
tutto in volgare. Fu conosciuta in tutta l`Italia anche durante la sua vita. In quel periodo
scrivere bene voleva dire scrivere come Dante e perciò gli Italiani volevano imparare il
volgare. Dopo Dante incontriamo Petrarca che scriveva in toscano anche lui, proprio come
Boccaccio. Così, senza leggi, nasce la lingua italiana.
Usando i termini scientifici, con questi tre autori nascono i punti principali del
diasistema. Il latino comincia a perdere il suo ruolo, si usa solo nei circoli limitati nelle
accademie, nelle chiese ecc.
IL MATERIALE LESSICALE è possibile dividerlo in più gruppi. Questo processo
evolutivo dai testi di cui Dante parla in ÝDe Volgari EloquentiaÝ ci mostra che quel materiale
lessicale può essere diviso in tre gruppi di parole, problemi lessicali che cercano la nostra
attenzione.
1.l`origine delle parole
2.le creazioni di parole nouve tramite diversi mutamenti semantici
3.le nuove creazioni lessicali nate mediante i diversi cambiamenti morfologici
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LE CREAZIONI DI PAROLE NUOVE MEDIANTE DIVERSI MUTAMENTI SEMANTICI
Questa è l`unità lessicale composta da più fenomeni linguistici che per secoli formava
la lingua italiana.
-c LA POLISEMIA è un processo incontinuo, attivo e produttivo ancor oggi. Si tratta di
un fenomeno linguistico per cui una parola, un insieme di suoni, assume più significati
in vari contesti(-uno dei mutamenti semantici) es.ordine militare; ordine pubblico
-c L`OMONIMIA è un altro fenomeno che nasce per lo più grazie alla disgregazione
della polisemia e rappresenta un fenomeno per cui la stessa parola o più parole di
stesso aspetto fonico esprimono diversi significati- senza il contesto.
-c LA SINONIMIA è un po` diversa, si parla di parole di diversa struttura fonica però di
uguale significato. Una sinonimia assoluta non esiste.
La betola Ci si mangia un po` ma si beve molto
La locanda Si mangia bene ma non si dorme
La trattoria Si mangia benissimo e si dorme
L`hotel Una parola straniera, il posto è più caro
L`albergo Si paga di più
MADRE-MAMMA; PADRE-BABBO-non sono le parole sinonime ma alterate.
-c L`ELISSI DEL ÝDOÝ O DEL ÝDEÝ-determinato e determinatore, senza questi due
elementi il significato non esiste.
DO DE
mare azzuro
muri azzuri
parlo parli
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NUOVE CREAZIONI LESSICALI nate mediante diversi cambiamenti morfologici
Queste nuove unità lessicali nascono in 4 diverse direzioni:
-c LA DERIVAZIONE DIRETTA (-una parola deriva da un`altra; immediata, falsa,
impropria)
-c LA DERIVAZIONE INDIRETTA (vera, propria)
-c LA COMPOSIZIONEche può essere POPOLARE e DOTTA
-c L`ALTERAZIONE che non crea nuovi significati ma le unità lessicali e diversi
atteggiamenti personali:
DIMINUTIVI Le parole indicanti un certo atteggiamento
VEZZEGGIATIVI I nomi che esprimono affetto gatto-micio
ACCRESCITIVI Aumentativi, rappresentano un valore affettivo in gran parte opposto ai
diminutivi e vezzeggiativi
PEGGIORATIVI Vicini agli accrescitivi quasi in tutti i casi
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ORIGINE DELLE PAROLE
LE PAROLE AUTOCTONE
L`etimologia del termine autoctono è già definita, il termine che partendo dalla
terminologia di De Saussure può essere identificata come DETERMINATORE (DO) o come
IDENTIFICATORE, proviene dal greco antico AUTO-da solo+CHTONOS-terra. Questo
termine significa le parole o quella parte del fondo lessicale che nasce nel territorio su cui
oggi si estende la Repubblica italiana.
Riconosciamo alcuni gruppi di parole che fanno parte dell`elemento autoctono. Il più
importante è il gruppo delle parole panromanze (si trovano in tutte le lingue romanze-
neolatine, la cui base si trova nel latino classico). Le lingue europee neolatine sono: l`italiano,
il francese, il portoghese, lo spagnolo, il sardo, la lingua antico-dalmata, le lingue
retroromanze. Queste sono le lingue in cui almeno in una forma genuina si trovano certe unità
lessicali, cosidette panromanze; le parole tipo cielo, terra ecc.
Questo elemento neolatino è già entrato nel volgare italiano, e in due direzioni: le
parole popolari e dotte. Si sviluppano dal latino classico. Queste due direzioni diversi
risultano con le DOPPIETTE- si tratta infatti di parole che hanno la forma popolare, volgare e
la forma dotta, ma la stessa origine latina.
Così tra le doppiette che si incontrano nella lingua italiana conosciamo:
i c Ê
Ê
La parola dicotomia è composta da due elementi del greco antico DICA-due+
TEMNO-divido e significa la divisione in due. Le doppiette sono la divisione della stessa
radice in due diversi elementi. Il dittongo è l`unione di due vocali in uno solo suono
monosillabo inseparabile- il primo o il secondo suono è accentuato e l`altro è atono.
Es.lat.causa,ae,f. Risulta in italiano con una doppietta, cioé si divide in due elementi:
Cosa La parte popolare o volgare, o chiusa
Causa La patre dotta che ha conservato l`aspetto fonico dell`origine latina e anche la
maggioranza del campo semantico
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POETA,ae,m. Non ha due varianti nella lingua italiana perché è di
origine greca, non latina
MAURI,MAURORUM-mostra
l`esistenza del plurale; indica il
nome di un popolo
MORO,murva,dud Un frutto scuro, parola volgare
MAURO, i kao osobno ime Variante dotta della stessa radice che conseva la
struttura, ma anche il significato
Altri esempi:
Lat.AUGUSTUS,us,um
AGOSTO Voce popolare che perde una grande parte di valore semantico della
radice latina , il mese di agosto
AUGUSTO Voce dotta che conserva in parte il valore semantico della radice
latina, l`imperatore Augusto; supremo
AURIFERO Non conosciamo la variante dotta, ma esiste una forma che si realizza
mediante il suffisso FERO aggiunto alla base
lat.COR,cordis,n
CUORE Voce popolare, nasce un dittongo ascendente
CORDIALE Voce dotta derivata=base+suffisso
lat.FRIGIDUS,a,um
FREDDO Variante popolare, gd-d.d perché è difficile pronunciare il gruppo gd
FRIGORIFERRO Voce dotta di tempo recente,un derivato=base+suffisso
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lat. PES,PEDIS
PIEDE Voce popolare con un dittongo ascedente
PEDIATRIA Voce dotta derivata
lat.LAUDO,LAUDARE
LODE Voce popolare; celebrare qualcuno
LAUDE Voce dotta; un termine della poesia
b)c Ê
sono le dicotomie sul piano del
cambiamento delle consonanti, cioé nascono le doppiette consonantiche.
lat. MATER,MATRIS
MADRE Voce popolare, la sonorisazione
MATERNO Voce dotta
Dove non si conosceva il latino c`erano i cambiamenti da addattare al mecanismo
orale:
lat.PATER,PATRIS
PADRE Voce popolare, la sonorisazione
PATERNO Voce dotta
lat.ACUS,ACUS,f
AGO Voce popolare, la sonorisazione
ACUTO Voce dotta
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c Ê
L`evoluzione doppia dei gruppi consonantici si riferisce al fenomeno in cui troviamo le
consonanti una accanto ad altra seguite dalle vocali.
PL+VOCALE lat.PLENUS,A,UM
PIENO Voce popolare in cui, grazie alla palatalisazione sparisce il gruppo pl e
nasce il dittongo ie
PLENILUNIO Variante dotta che conserva il gruppo consonantico pl
lat.PLUMBUM,I,n.
PIOMBO Variante popolare
PLUMBEO Variante dotta es.cielo plumbeo
BL+VOCALE lat.BLASPHEMIEM, deriva dal greco antico
BIASIMO Voce popolare; bestemmia, rimprovero
BLASFEMIA Voce dotta;bestemmia, rimprovero
CL+VOCALE lat.CLAVIS,IS,f.
CHIAVE Voce popolare, la palatalisazione
CLAVICOLA Voce dotta; un termine scientifico-ključna kost
GL+VOCALE lat.GLACEIS,GLACEI,f.
GHIACCIO Voce popolare,semivocale+vocale accentuata=palatalisazione
GLACIALE Voce dotta
GLAZIALE
FL+VOCALE FLUVIUS,FLUVI,m
FIUME Voce volgare
FLUVIALE Voce dotta
FLOREUS,A,UM
FIORE Voce volgare
FLOREALE Voce dotta
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d) LE DICOTOMIE LESSICALI
Succede che un elemento della doppietta cambia completamente, cioé la sua base viene
sostituita da un`altra parola che può anche appartenere ad un`altra lingua. L`elemento dotto
riprende la base latina a cui poi si associa sia un prefisso che un suffisso. Per esempio:
-c il verbo latino edo, edere, edus sum,2. nella variante volgare è sostituito dal verbo
mangiare che deriva dal vocabolo manducare che viene dal dialetto provenzale che
indicava masticare. Comunque si dice che il cibo è edule (commestibile), una persona
è edace, e questa caratteristica di essere edace è edacità, cioé voracità.
-c Il sostantivo latino equus, equi, m. in italiano viene sostituito da un altro vocabolo
latino caballus, i, m. che vileva dire in latino un cavallo dativo (radni konj). Come
variante dotta abbiamo carne equina.
*I vocaboli edo (jedem) e equus (konj) sul piano fonetico erano troppo deboli perché
cominciavano con le vocali e così sono stati sostituiti da parole più forti. La stessa cosa è
sucessa con i vocaboli iecurĺfegato e ignis,is,m.ĺfuoco. Una curiosità: il fegato dell`oca
diventava quando mangiava il fico e proprio per questo si usa questa parola oggi.
-c lat. os, oris, n. Nella variante popolare è sostituita da parola buca che voleva dire rupa,
ma nella variante dotta abbiamo per esempio un esameorale.
-c lat. caput, capitis,n. ĺglava, che ha dato vocaboli come il capo, la capitale, il capitolo,
il capoluogo.
Nell`elemento autoctono ci sono parole appartenenti a delle lingue che esistevano prima
del latino sulla penisola italiana: popolo Celtico, le tribù Umbri (dalla loro lingua provengono
le parole: lingua, lacrima, casa, lupo ecc.). Poi le voci appartenenti alla lingua greco antica, le
voci Etrusche che oggi si sentono soltanto in Toscana e le voci delle tribù del Sud come i
Siculi fanno parte di questo gruppo di parole. Di questi popoli ci dicono qualcosa le loro
lapidi.
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I FORESTIERISMI
Il secondo gruppo appartenete alle origini delle parole sono i forestierismi. Questo
gruppo ha fornito la lingua italiana con un gran numero di vocaboli ed a questo processo sono
ancor oggi sottoposte moltissime lingue del mondo soprattutto grazie all`Internet. In questo
gruppo troviamo le parole straniere entrate nella lingua italiana attraverso la storia, con i
rapporti commerciali ed economici e grazie all`imigrazione. Il famoso regista Pier Paolo
Pasolini ha cercato di dimostrare agli Italiani il grande influsso della lingua inglese
all`italiano.
I forestierismi sono divisi in 2 gruppi fondamentali:
-c le parole straniere
-c i prestiti
LE PAROLE STRANIERE
Sotto il nome di parole straniere si nascondono i forestierismi che sono entrati nella
lingua italiana conservando la loro struttura fonematica originale. Siccome si tratta di parole
provenienti da molte lingue indoeuropee la loro struttura grafematica quasi mai coincide con
la loro struttura fonematica. E la domanda è: Come scriverle? Non esiste una regola fissa che
indichi come bisogna scriverle. Queste parole si scrivono in diversi modi: in certi casi
rimangono come nella lingua originaria, in altri casi vengono italianizzate, ma ci sono anche
casi in cui le parole rispettano in parte la parola originaria mentre l`altra parte viene
italianizzata. Comunque, la regola di pronuncia è fissa; si pronunciano come nella lingua
originaria. Per esempio:
-c La parola francese engagé nei dizionari si trova nella versione originale e rispetta sia
la grafia originaria sia la struttura fonematica. Accanto si trova anche la parola
corrispondente italiana impiegato.Queste parole non sono sinonime, si tratta di una
parola francese e una italiana che hanno lo stesso significato.
-c La parola inglese sprinterĺvelocista
-c Cambiamo un po` le cose in favore della lingua italiana: Non si dice più corner, ma
calcio d`angolo. Non si dice più goalman, ma portiere.
Le parole straniere che mostrano delle difficoltà nella scrittura in parte convivono con
gli equivalenti italiani. Esempi: liftĺl`ascensore, footballĺil calcio, killerĺl`assassino
Ci sono anche due aspetti di questa coesistenza:
-l`uso delle parole straniere al postodi quelle italiane perché questo va di moda
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-nella letteratura in certi casi l`uso delle parole straniere ottiene un valore stilistico
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I PRESTITI
I prestiti sono quelle voci che sono entrate nella lingua italiana da altre lingue e si sono
adattate al sistema fonematico dell`italiano, e poi nel processo di diverse flessioni
linguistiche, si sono adattate anche sul piano morfologico. Ecco perché i prestiti come il
secondo tipo di forestierismi non mostrano nessun problema nello scrivere; si sono
completamente italianizzate.
*Ci sono dei termini di cui ci serviamo spesso che non sono sempre corretti e precisi.
Ad esempio la parola il prestito, se una cosa si presta si deve restituire. Ma le parole non si
restituiscono.
Come tra l`altro le parole straniere, anche i prestiti durante la storia entrano
nell`italiano attraverso i contatti con altre civiltà e culture. Di consequenza il popolo italiano
prendeva diverse nuove abitudini, diversi nuovi mezzi di lavoro, diverse conoscenze su
diversi piani e tecnologie di cui non disponevano. e insieme a tutto quello, prendevano molte
parole che prima non c`erano. D`altra parte, c`erano delle parole che già esistevano e poi
venivano sostituite dai vocaboli stranieri o esisteva la convivenza.
I prestiti vengono divisi secondo la loro provenienza:
LE VOCI GERMANICHE
Esempi: sapone, stalla, smarrire, guerra ecc. Qui dobbiamo dire che non tutte queste
parole sono entrate in italiano perché l`italiano non le abbia avuto. Certe sì, come il sapone,
che è entrata insieme al prodotto. La civiltà greco antica veniva trasportata sulla penisola
italiana, ma il sapone non, perché in Grecia non c`era. Si sa` che le tribù germaniche, infatti i
Franchi nel terzo e quarto secolo insegnavano gli Italiani a fare il sapone.
D`altra parte la parola guerra è entrata in italiano per altre ragioni. Si impone il
problema della somiglianza della parola latina per guerra che era bellum, i, n. e vocabolo
volgare bello (lijepo, nel V e VI secolo DC comincia a significare quello che in latino si
diceva pulcher, pulchrum, pulchra) che non avevano lo stesso significato. Allora per non
confondere veniva usato il vocabolo franco-germanico guerra.
LE VOCI GOTICHE
Con le prime traccie della rovina dell`Regno Romano Occidentale incontriamo in
italiano le voci gotiche. Le tribù gotiche (una tribù germanica) assalgono la penisola italiana e
arrivano fino alla linea gotica (Ostrogoti, La Spezia-Rimini). Le parole gotiche sono in gran
parte legate alla terminologia della guerra, perché nei loro combattimenti loro avanzavano e si
ritiravano in lotta continua. Esempi:
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banda, guardia, elmo, arredare (opremiti, opskrbiti), corredare (opremiti,ukrasiti),
fiasco (un tipo di recipiente , una bottiglia di vetro avvolta in paglia perché non si rompa),
albergo (che voleva dire campo militare, il che si dice in latino castrum, quindi, c`è stato un
cambiamento verso la nobilitazione).
LE VOCI LONGOBARDE
Distrutto l`Impero Romano Occidentale queste tribù assalgono l`Italia da tutte le parti e
la occupano durante il VI, VII e VIII secolo. Hanno lasciato nell`Italia settentrionale molti
segni della loro cultura materiale e spirituale. La gente longobarda era organizzata e civile.
L`italiano abbonda di prestiti longobardi. Esempi: il toponimo Longobardia, guancia, stinco
(potkoljenica), milza (sljezena), trapolla, palla, spaccare (slomiti), spruzzare, graffiare,
scherzare, strofinare (trljati).
LE VOCI FRANCHE
Sono le voci germaniche che nell`Úitaliano entrano in un periodo quando Carlo Magno
(suo padre si chiamò Peppino Piccolo) comincia ad organizzarsi un impero dei franchi. Si
tratta di parole che entrano in italiano dall`ottavo secolo fino ai nostri giorni a secondfa i
cambiamenti sul territorio dove oggi è situata la Francia. Si dividono in 3 gruppi:
-c Le parole franche per eccellenza: bosco, foresta, galloppare, guanto, feudo, barone,
vasallo, orgoglio ecc. Sono le voci che, per natura semantica, per significato, collegate
al sistema della vita della gente dell`ottavo secolo. La situazione politica cambia con
la famosa pace di Aquosgrana (XI secolo) e l`impero franco si divide in tre parti:
Francia, Lottaringia, Germania.
-c I gallicismi: entrano nell`italiano dal undicesimo secolo fino al Rinascimento cioé il
`500. Esempi: cavalliere, scudiere (konjušar, štitonoša), messere (gospodin), sire
(kralj, gospodar), madam (gospođa), damigella (gospođica), paladino (vitez), torneo
(turnir, viteška igra), giostra, loggia (trijem, galerija).
-c Le parole francesi: dopo aver terminato la propria formazione anche la lingua francese
come tale fornisce l`italiano con diversi prestiti. Quindi, dal `500 in poi dura la epoca
di parole francesi. Nel `500 (16.st) entrano galleria, tappezzeria, massacro ecc. Nel
`600 moda, coccarda (značka), parrucca, plotone (vod, četa), reggimento ecc, nel `700
(Illuminismo) mitraglia (topovsko zrno), baionetta, minuetto (menuet), scialuppa
(čamac), e nel `800 (Romanticismo) comunismo, pioniere, ambulanza,trattoria,
sciovinismo, concerto, bomboniera ecc.
Del ventesimo secolo non si può parlare ancora perché è troppo vicino a oggi, e la
scienza ha bisogno di almeno 150 anni di distacco.
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LE VOCI BIZANTINE
Anche il contatto con l`oriente a cui la penisola italiana era per lungo tempo sottoposta
risulta con molti prestiti legati al modo di vivere e alle tecnologie orientali. Esempi: galea
(galija, di questo termine nascono le voci venete galera- galija, robija, e galeotto- robijaš,
lupež, hulja), gondola (il simbolo di Venezia è di origine bizantina sia il tipo della barca, sia la
parola), le sarte (konopci što drže jedra), ormeggiare (usidriti), molo (gat), scalo (istovarište,
postaja). Quindi, sono per lo più le parole legate alla terminologia marina.
LE VOCI GRECHE
Dalla storia è noto che il popolo dei Latini proviene da Troia. Si sono estesi per l`intera
penisola sottomettendo e conquistando le tribù che ci abitavano. L`Impero Romano è andato
allargandosi. Però si dice che i Romani che conquistarono l`antica Grecia furono loro stessi
conquistati dalla cultura e dalla civiltà greca e così il latino classico fu fornito di diverse
parole greco antiche. Esempi:
Dalla terminologia zoologica e fitologica abbiamo dattero, mandorlo,riso, fagiolo,
prezzemolo, pepe, balena, delfino, tonno, cefalo, polpo, seppia, ostrica, spugna ecc. Dalla
terminologia ecclesiastica abbiamo chierico (klerikalac), chiesa, monaco (svećenik), vescovo,
basilica (hram), elemosina, battesimo, battistero ecc. La Grecia antica è nota come un popolo
molto colto ed educato che conosceva molto bene la medicina, e da questo provengono le
parole nervo, stomaco, braccio, gamba, spalla (che entra come spatula) ecc. Altre parole che
entrano lampada, tapetto, gesso, corda, carta ecc.
LE VOCI ARABE
Da una parte la penisola italiana affronta la Grecia antica e dall`altra parte la costa
settentrionale di Africa che è abituata dagli arabi. Gli arabi attraverso molti secoli e ancor
oggi dedicati al commercio hanno portato in italiano anche un numero significante delle unità
lessicali.
Esempi: dogana (l`istituzione economico politica inventata dagli Arabi e serve a
proteggere la propria merce), zecca (in arabo significava la fabbrica dove si faceva la moneta,
cioé la fabbrica per coniare il danaro fatto di metallo; in italiano si dice nuovo di zecca per
indicare una cosa nuova fiammante, mai vista e sentita, nov novcat), zecchino, zeccare
(coinare monete), zeccare oro (guadagnare molto), carato (la misura di metalli preziosi),
ammiraglio (capitano di una nave), magazzino, tariffa, assassino, albicocco, zucchero,
arancia, limone, carciofo, melanzana, algebra, nomi di questi venti: libeccio (lebić,
jugozapadni vjetar, proviene dalla Libia) e scirocco (jugo, il vento che soffia dalla Siria).
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GLI ANGLICISMI
Entrano in italiano negli ultimi 4-5 secoli, soprattutto negli ultimi due con il
predominio della lingua inglese. La cosiddetta democrazia è nata in Inghilterra e così entrano
in italiano le parole politiche; attraverso le origini latine:
costituzione, comitato, maggioranza, minoranza, opposizione, conservatore,radicale,
liberali ecc.
GLI IBERISMI
Si tratta di un gruppo di parole che entrano nell`italiano nel `500 e nel `600 quando con
la scoperta di nuovo mondo la Spagna diventa un regno potentissimo. Nel `500 baciamano,
complimento, vigliacco (kukavica). Nel `600 abbiamo recluta (regrut), posata, nostromo ecc.
*I prestiti appartenenti alle altre lingue sono in minoranza. La parola cravatta proviene
dalla parola Croato. La cravatta come oggetto era adoperata dai soldati croati mercenari
(plaćenici) che portavano questo fazzoletto intorno alla gola. Lo poratavano come segno
particolare della loro nazione.I Francesi le hano dato il nome cravatta. Quindi, questa parola è
un prestito francese. L`Úetimologia materiale della cravatta è croata, mentre quella linguistica
è francese.
**La parola sciabola sicuramente proviene dalla parole di origine polacca szabla. Ci
sono 2 ipotesi riguardo la strada che questa parola ha fatto: alcuni studiosi parlano del tedesco
austriaco come intermediante, altri del croato. Si sa` di sicuro che il popolo polacco ed il
popolo italiano non erano in nessun contatto.
I LATINISMI
La lingua italiana trova la culla nel latino. I latinismi sono le parole latine entrate nella
lingua italiana non tramite l`evoluzione storica del latino classico e letterario attraverso il
latino volgare, ma sono le voci latine che in italiano entrano direttamente dal latino classico.
Bisogna fare una distinzione severa e rigida tra questo elemento autoctono e i latinismi
che nell`italiano entrano più tardi e direttamente. I primi latinismi in italiano entrano verso la
metà del tredicesimo secolo, in un momento storico che segna la fine del Medioevo. Viene
l`Umanesimo che rifiuta il dogmatismo medievale. Segna l`inizio di grandi scoperte e di
nuovi sviluppi culturali, scientifici e filosofici. Vengono prese le idee di antichità. Una nuova
arietta si sente con i tre grandi trecentisti: Dante, Petrarca e Boccaccio.
Aperta la mente nascono nuove scienze, tecnologie e scoperte e tutte queste novità
hanno bisogno di un nome che il volgare non riusciva ad esprimere. Questa ÝrapinaÝdi parole
latine direttamente dal dizionario non è finita ancora. La storia dei latinismi, partendo dal
duecento fino ai nostri giorni, rispecchia una parte della storia di sviluppo della civiltà
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italiana, ma anche delle altre civiltà europee. Conosciamo due gruppi di latinismi: diretti (le
parole latine che entrano in italiano direttamente dai dizionari del latino classico) e indiretti
(parole latine che in italiano entrano attraverso altre lingue europee che durante lo sviluppo
storico hanno mostrato bisogno di questi vocaboli prima di quando lo abbia mostrato
l`italiano).
Nel duecento in italiano incontriamo i latinismi come facoltà (il termine che denota
l`istituzione). Viene dal vocabolo latino facultas, faculatis, Ac. facutatem, f=capacità. Ha
subito l`apocope della sillaba finale ed è una parola tronca. Le altre parole sono: università,
dottore, rettore, scienza, sapienza razionale, studio, libro, pagina, titolo, cibo, artista, ecc.
L`entrata di queste parole segna la via dello sviluppo di una civiltà; nel `200 è stata fondata la
prima università a Bologna.
Il trecento fornisce la lingua italiana con le parole come: antropofago (ljudožder),
autentico, simile, esistenza, puerile, sofismo ecc.
Nel `400 (l`Umanesimo) incontriamo le parole: applaudire, ceruleo (plav), epidemia,
fanatico, prodigioso, vitreo (di vetro) ecc.
Nel `500 (il Rinascimento):abolire, continente, dialetto, scenografia,entusiasmo, obeso
ecc. In quel periodo c`è stato il primo sciopero in Italia, a Firenze.
Nel `600 (il Barocco): biblioteca, patologia, agressione, chirurgo, scheletro,apogeo (la
più grande distanza tra la Terra ed il Sole) ecc.
Nel `700 (l`Illuminismo): clinica, prognosi, diagnosi, profilattico (zaštitni),
metonimia, centrifugo, centripeto, eliocentrico, geocentrico ecc.
Abbiamo una presenza notevole di morfemi formativi come suffissi che vengono
aggiunti alle parole italiane:
-ISMO-neologismo (nova riječ), purismo, capitalismo
-IZZARE-divinizzare, eletrizzare, umanizzare, italianizzare
Nel `800 e nel `900 è difficile distinguere i latinismi ed perciò entrano in un solo
gruppo: cosmopolita, virile, iniziativa, commissione, conservatore, liberale, radicale,
assolutismo, comunismo, socialismo, anestetico, fonografo, radio, televisione, aviazione ecc.
-I latinismi indiretti sono divisi in tre gruppi:
FRANCOLATINISMI: analisi, coalizione, concorrenza, emozione, epoca tecnica,
esportare, importare, automobile, ecc.
ANGLOLATINISMI: immortale, insignificante, costituzionale, legislatura, sessione,
presidente, inflazione, metropolitana, selezione ecc.
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GERMANOLATINISMI: psicoanalisi (con S. Freud), tassametro, estetica,obiettivo,
recensione (esame critico), dicastero (vlast, ministarstvo, resor) ecc.
I CALCHI LINGUISTICI
Ci sono diverse spiegazioni della parola CALCO. Deriva dal verbo calcare e
traducendo questo sul livello della lingua quotidiana e non scientifica si potrebbe dire che
significa lasciare l`impronta di un elemento piccolo come una scultura ricavata in una materia
molle come cera o gesso liquido o altri materiali del genere. Come termine linguistico calco
vuol dire una specie di trasposizione di modelli lessicali o sinttatici da una lingua in un`altra.
Calco vuol dire stampo di una cosa su qualcosa.
I calchi linguistici sono le parole o espressioni che prendono il loro significato dalla
traduzione ad literam di una parola o un`espressione straniera, oppure prendono il loro
significato per il principio dell`estensione del significato.
Ad literam è la tecnica o il processo molto produttivo quando le parole, le espressioni e
le intere frasi vengono tradotte direttamente da una lingua all`altra. Esempio:
basketball=pallacanestra=košarka
Ci sono cose che non sono trasportabili, altrimenti c`è il rischio di fare i calchi brutti:
Io ho la barba lunga. Ja imam dugu bradu.
Io ho l`onore di averla come mio ospite. Ja imam čast da ste mi gost.
I calchi per l`estensione del significato nascono quando una parola o un`espressione
straniera estende, allarga il proprio significato e sotto l`influsso di questi allargamenti le
parole italiane corrispondenti allargano il loro significato. Il calco non è diretto in questo caso.
Il fenomeno di calchi è molto importante, è un processo linguistico utile perché permette di
risolvere i problemi linguistici con minor difficoltà.
Nel `700 e nel `800 abbiamo il predominio in Europa della lingua francese e perciò in
italiano entrano molti calchi linguistici francesi. Certe parole hanno allargato il significato ed
hanno influenzato sui campi semantici delle parole corrispondenti in italiano. Esempi:
-caffè- è una parola che oggi in Italia non ha un senso unico. Viene dal Sud America e
prima di tutto indicava la pianta o il frutto.Nel francese assume il significato del posto dove si
prende questa bevanda. Ma questa estensione avviene in Francia, in Italia solo dopo.
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-canna- trska; è una pianta. Nel italiano diventò il segno dilinguistico del bastone di
sostegno, che serve a facilitare il cammino della gente anziana o ammalata, perche era adatto
a questo proposito.
-marcia- modo di camminare militare, rapido e definito. Poi il significato di questa
parola estende anche in italiano e significa la marcia dell`automobile (mjenjač brzina).
-mondo- globo terrestre. In francese voleva dire anche la gente, la moltitudine del
popolo. In italiano si dice un mondo di gente=mnoštvo ljudi
-illuminato- il particio passato di illuminare. Può essere un ambiente illuminato, ma
anche un cervello illuminato.
-acuto- può essere un ago o un coltello, ma c`è anche la mente acuta.
-toccante- il particiopio presente del verbo toccare. Può essere qualcosa di fisico, ma
può essere anche un`opera come per esempio una canzone toccante.
-saggio-la parola deriva dal latino sapiens,-entis. Saggio è un uomo che si occupa di
sapienza, ma saggio vuol dire anche un lavoro scritto (esej).
Sul piano dell`omonimia abbiamo la parola PIANO. Può essere un aggettivo (ravan,
polagan, jasan), un avverbio (polako, tiho), un sostantivo (ravnica, površina, kat, osnova,
nacrt, plan (pianoforte, glasovir, SiCG klavir, piano terreno ecc.).
Altro gruppo di calchi linguistici nasce dalla semplice traduzione (traduzione ad
literam) dei termini, dei termini, delle espressioni, dei sintagmi francesi. Sono delle
espressioni molto frequenti nella lingua italiana. Esempi:
le belle arti=les beaux ars Nel Medioevo le arti erano tutti gli artigianati. Ad un certo
punto si staccano le arti che hanno un certo valore stilistico ed estetico, e per distinguerle delle
altre arti vennero chiamate così.
a colpo d`occhio (na prvi pogled), fare qualcosa a sangue freddo (hladnokrvno), dare a
qualcuno la carta bianca (lasciare a qualcuno le mani libere di fare quel che vuole), fare la
corte (udvarati se), scontrarsi testa a testa, la messa in scena, aver l`onore, il buon tono ecc.
Nel `900 la lingua inglese predomina e in italiano entrano molti calchi linguistici
inglesi. I calchi inglesi che hanno esteso il significato:
-agitatore- prima indicava la persona che agitava la bandiera. La parola deriva dal
verbo agitare (protresti, uzdrmati, mahati, uznemiriti). Oggi indica la personache promuove
certe idee nuove, soprattutto politiche. Poi la parola ha assunto un valore spregiativo e indica
un mercenario politico.
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-classe- per prima cosa indica la classe di una scuola. Dopo il significato si allarga e
indica la classe sociale. Si dice anche aver classe, essere un uomo di classe e significa aver
stile.
-depressione- per prima cosa indica una malattia di carattere mantale, ma sul piano
geografico che anche un territorio depresso.
-magazzino- la parola proviene dal arabo e indica il luogo dove si conservano o
custodiscono certi prodotti agricoli o industriali, ora indica anche una rivista a colori.
-calcolatore, calcolatrice- prima indicavano soltanto le persone che fanno i calcoli, ora
indicano anche la macchina che fa i calcoli.
-stella- corpo celeste, oggi indica una persona famosa e come calco nasce in America
dove si dice star.
I calchi inglesi inglesi entrati nell`italiano per semplice traduzione (traduzione ad
literam; calchi letterari )
Bisogna dire che l`unica cosa che non avviene in questa traduzione lettera per lettera è
infatti quello che non è possibile tradurre; la disposizione del DO (determinato, označeno) e
del DE (determinatore, označitelj). Quando viene tradotta un`espressione, la lingua italiana
non permette la trasformazione dell`ordine delle parole, cioé rispetta il ritmo ascendente
(uzlazni) della frase. Gli elementi della frase italiana tendono sempre a spostarsi a destra-
l`elemento portatore della frase in linea generale occupa l`ultima posizione. Esempio:
Io parlo di te. Io sto parlando di te.
- L`ordine generale della lingua italiana (soggetto, predicato, oggetto, complemento) i
calchi non riescono a superarlo. Esempio:
weekend- questo sintagma inglese significa due o tre giorni alla fine della settimana
durante i quali di solito si riposa. In italiano abbiamo un`inversione e di solito si dice
finesettimana.
- Il tedesco e l`inglese rispettano il ritmo discendente della frase (DE+DO). Esempio:
Volendo abbreviare l`espressione inglese Coca Cola, l`italiano sceglie il determinatore e si
dice una coca, mentre in tedesco si dice una cola.
- Le lingue indoeuropee non rispettano il ritmo della lingua italiana che proviene dal
latino classico, ma il ritmo delle lingue da cui provengono. Esempi:
grattacielo-skyscraper, pallacanestro-basketball, pallamano-handball,
pallavolo-volleyball, la luna di miele-honey moon, la sedia elettrica-
electric chair, guerra fredda- cold war, fuori legge- outlaw, gli anni
venti- the twenties, musica leggera- light music, amante latino- latin lover
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la ragazza sqillo- call girl ecc.
- Negli ultimi tempi c`è la tendenza di sostituire tutte le parole straniere, specialmente i
calchi. Esempi:
football- calcio, corner- calcio d`angolo, out- fuorigioco
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punto. Il triangolo semantico ci dice che un segno è più o meno il risultato di un accordo
sociale, e un segno in diversi sistemi linguistici assume diversi significati.
-Witgenstein attraverso il triangolo semantico apre la strada a un altro scienzioso
Ferdinand de Saussure, che, grazie a lui ha capito bene l`importanza della binarietà nella
determinazione semantica.
-Anche le parole onomatopeiche non rappresentano il significato, ma il significante e
sono nate per certi stimoli. Esempio:
kukuriku, chicchirichi, fr.cocoricò, coquerriquer
In altre lingue assume altre modalità fonematiche.
POLISEMIA
La parola polisemia è un composto greco: poly-più + sema-segno
La polisemia è la proprietà di un segno linguistico (di un insieme di fonemi) di avere
più significati. Ogni parola esprime un determinato significato di cui è il simbolo. Questo
simbolo dal punto di vista diacronico è storicamente creato, e dal punto di vista sincronico è
semanticamente fissato. Avendo in mente la diacronia come processo, le parole come segni
possono semanticamente conservare il significato assunto dalle proprie origini fino ad oggi, o
possono ridurlo, o allargalo, o possono perderlo completamente storicamente. Esempio:
-barbiere- indicava non soltanto una persona che si occupa dei capelli, ma anche
di medicina
-barone- indicava una persona materialmente indipendente, ma oggi è un grado
nobiliare
-villino- era una piccola casa in villaggio, ora è casa di riposo
Ci sono più significati, concetti, idee che parole. Si crede che ogni idea dovrebbe avere
un segno linguistico, ma così il lessico italiano sarebbe molto più esteso di quanto lo è. Di
consequenza, in ogni lingua ci sono dei segni o delle parole che esprimono più di un
significato. La polisemia è un fenomeno linguistico per cui una parola, cioé un insieme di
suoni, assume più significati in vari contesti. La polisemia è l`unione di vari significati in una
parola e il richiesto significato nasce dal determinato contesto in un determinato sintagma.
-In uno dei più famosi dizionari della lingua italiana Il Dizionario della Crusca 172
paragrafi trattano vari significati della parola luogo. Nel dizionario Palazzi troviamo più
significati della parola ordine: ordine cronologico (la disposizione delle cose secondo il
concetto temporale), ordine religioso, ordine chiuso oaperto (schieramento militare), ordine
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pubblico (il normale svolgersi della vita sociale, nel rispetto delle leggi e delle istruzioni dello
Stato), ovunque regnal`ordine (c`è la pace dapertutto).
-Anche il contesto morfologico è una specie di polisemia, in cui un morfema lessicale,
cioé la base di una parola (p.e. parl-) messa in diversi contesti (p.e.parl-o, parl-i, parl-a)
esprime diversi valori semantici.
Da quest`idea nasce l`idea di Andre Martinet, padre dello strutturalismo linguistico,
che non soltanto l`insieme di due parole, ma anche l`insieme di due morfemi rappresenta due
elementi eterogenei, ma indispensabili uno all`altro.
OMONIMIA
La parola omonimia proviene dal greco homois-uguale, identico + onoma-nome.
Nella terminologia linguistica l`omonimia vuol dire che più parole esprimono o
possiedono o contengono più significati. Molto spesso l`omonimia viene confusa con la
polisemia, ma la differenza c`è. Sono omonime le parole uguali nel complesso fonico e
grafematico, ma differenti nel complesso semantico
L`omonimia è un fenomeno linguistico per cui le parole mostrano lo stesso quadro
grafico e fonematico, ma portano vari significati.
L`omonimia e la polisemia hanno qualcosa in comune: la polisemia tratta il problema
della capacità per cui una parola porta più significati trovandosi in vari contesti e l`omonimia
tratta il problema di una parola con più significati ed il contesto non c`entra.
-LE RAGIONI PER CUI NASCE L`OMONIMIA
Ce ne sono tanti esempi dell`omonimia che nasce in tutte le lingue indoeuropee in
diversi modi e per diverse ragioni:
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1* Prima di tutto, l`omonimia nasce per la disgregezione della polisemia. Vuol dire
che le parole di stessa struttura fonematica ma con diversi valori semantici (significati)
diventano autonome, conservano o ottengono o esprimono diversi significati anche fupri
dell`unità sintagmatica. Esempi:
-aria- che respiriamo; l`aria d`un opera; aspetto; aria aperta (čisti zrak); colpo d`aria
(prehlada)
-piano- agg.ravan, polagan, jasan; avv.polako, tiho; sost.pianura; piano di un edificio,
progetto, strumento musicale
-pianta- organismo vegetale; stirpe (pleme, rod); schiatta (pleme, rod, pasmina); parte
inferiore del piede o della scarpa (stopalo- stivali a pianta larga o stretta); rappresentazione
grafica (nacrt- la pianta di un edificio)
-calcolatore, calcolatrice- prima indicavano soltanto le persone che fanno i calcoli, ora
indicano anche la macchina che fa i calcoli.
-calcolo- termine matematico; pietruzzo (calcoli renali-bubrežni kamenac)
-classe- classe scolastica; classe sociale;aver classe
-sistole- in medicina la fase del contrazione del muscolo cardiaco; nella metrica latina
l`abbreviamento di vocale normalmente lunga; nella metrica italiana lo spostamento
dell`accento per ragioni ritmiche verso l`inizio della parola
-diastole- in medicina la fase del distensione del muscolo cardiaco; nella metrica latina
l`allargamento di vocale normalmente breve; nella metrica italiana lo spostamento
dell`accento per ragioni ritmiche verso la fine della parola
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Molte volte l`omonimia risulta con molte ambiguità e per evitare l`omonimia nella
communicazione qutidiana li dov`era possibile si è fatto un accordo sociale che sottintende la
lettura di alcuni lessemi in diversi modi, anche in quei casi dove non c`era nessun motivo ne
linguistico ne storico. Proprio da questo motivo nasce la necessitàle sonore e le sorde, la s e la
z, nelle parole dove il significato si distingue nella pronuncia di una di queste, cioè è possibile
identificare il significato mediante questo segno fonetico. Esempi:
-chiese- /s/ 3Úpersona del passato remoto del verbo chiedere; /z/ plurale del sostantivo
chiesa
-razza- /c/ specie; /dz/ un tipo di pesce (raža)
-borgese- /s/ l`abitante di un luogo; /z/ appartenente a una classe sociale
Queste sono parole omonime e la loro diversa pronuncia proviene come esigenza di un
fenomeno linguistico che è l`economicità.
Parlando dell`omonimia bisogna star attenti a non confonderla con le parole omografe.
Esempi:
-fòsse- buco, jama e -fósse- congiuntivo imperfetto del verbo essere
-pèsca- ribolov e -pésca- breskva
-vòlto- lice e -vólto- una voce del verbo voltare
-lègge- dal leggere e -légge- zakon
3* Terzo tipo di omonimia è quella che nasce per evoluzione morfologica.
L`omonimia morfologica è quella che non ci permette di distinguere dalla parola stessa
il suo significato rispetto all`omonimo, perché la struttura fonematica è identica e non
permette di distinguere tra un sostantivo e una voce verbale.
-portata- participio passato del verbo portare; ciascuna delle vivande che si servono in
un pranzo
-uscita- participio passato del verbo uscire; apertura, passaggio, varco da cui si esce o
si può uscire, atto di uscire, circostanza dell`uscire
-presa- participio passato del verbo prendere; modo e atto del prendere, dell`afferare
4* L`omonimia sintattica contiene molte ambiguità sintattiche di cui a lungo ha
parlato il linguista ebreo americano Noam Chomsky. Lui è il fondatore di un`intera teoria
linguistica nata sotto il nome di grammatica generativa trasformazionale. Questa teoria parte
proprio dal problema dell`omonimia sintattica, cioé dell`inevitabile presenza delle ambiguità
sintattiche. Esempi:
-l`amore di madre- è un sentimento che la madre prova per i suoi figli o sono i figli che
amano la loro madre
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-la religione di Cristo- veniva impostata da lui; la religione che i fedeli nutrono
-Egli ama il cane più di sua moglie.- On više voli psa nego svoju ženu. On više voli psa
nego što ga voli njegova žena.
-La vecchia legge la regola.- Starica čita pravilo. Stari zakon ju određuje.
-L`operazione del dottor Battisti è riuscita.- Operacija koju je izvršio dr Battisti je
uspjela. Operacija koja je izvršena na dr Battistiju je uspjela.
-l`odio del nemico- l`odio che il nostro nemico esprime verso noi; l`odio che noi
esprimiamo verso il nostro nemico
-Ascoltando la radio potresti imparare l`italiano.- la frase dipendente può essere
modale, temporale e condizionale
Tante volte non è facile stabilire con sicurezza se due parole uguali rappresentano il
fenomeno di polisemia o di omonimia e allora bisogna conoscere l`origine delle parole.
Il vocabolo italiano atto deriva dal latino actus, actus m.(4Údecl)-čin, djelo. Questo
vocabolo risulta con diversi valori semantici in diversi contesti. L`atto può essere un atto
teatrale, burocratico, come scultura oppure come un semplice fatto. Ma la parola atto potrebbe
anche derivare dal verbo latino apto, aptare- urediti, spremiti, popraviti, pripraviti,
nadomjestiti e significa una persona atta (sposobna, kadra) a fare qualcosa.
Allora, per capire qual`è il significato ci rimane il contesto, cioé la frase in cui si trova
una certa parola.
SINONIMIA
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storico un certo significato e con questo significato occupa uno spazio nell`area semantica.
Esempio:
-studiare- l`idea o il concetto di studio o studiare conosce molti termini che entrano
nella loro area semantica: studente, scolaro, discepolo, alievo, alunno ecc.
-calmare- affievolire, quietare, acquitare, tranquillizzare, fare silenzio ecc.
Si tratta insomma di una serie di sinonimi che infatti sono le parole che vengono
associate grazie alla loro area semantica.
3 Il campo lessicale rappresenta proprio il contrario riguardo l`area semantica, è la
quantità o il numero di parole che è in grado di diminuire o di restringere l`area semantica di
una parola. Il campo semantico è inversamente proporzionale all`area semantica.Esempio:
-blu- potrebbe essere un`intera area semantica. L`area semantica del concetto blu è
estesa quanto è esteso il concetto. Ma nel momento in cui questo blu diventa azzurro, celeste,
turchino, blu indaco, glauco l`area semantica viene divisa.
4 ҏIl campo evocativo o associativo rappresentano le parole che vengono associate
mediante l`evocazione. Questo problema entra più nell`ambito della filosofia e della
psicologia. Ferdinand de Saussure a sua volta disse:ÝOgni parola è come il centro di una
costellazione. Ogni parola è il punto dove o verso cui convengono altre parole (non come
parole, ma come concetti, come contenuti nascosti in questi contenenti) la cui somma è
indefinita o infinita.Ý
Ogni parola associa un numero indeterminato di altre parole sia per forma sia per
significato sia per qualsiasi tipo di assomiglianza o vicinanza. Quindi, questa associazione o
interdipendenza tra concetti e parole non dipende soltanto dalla lingua. Dipende da molte
cose: dalle abitudini del parlante, dalle sue affinità in generale, dal suo stato psicologico e
fisico, dalla sua professione, dalle sue disposizioni intelletuali, dal suo stato sociale, dalla
cultura e civiltà a cui appartiene ecc.
Ogni parola associata diventa un nuovo centro di associazione verso cui tendono altre
parole come nuovi potenziali centri di associazioni. E così risulta che tutte le parole
potrebbero essere incorporate in un sistema associativo.
5 ҏNon esiste una parola che non abbia una famiglia di parole, tutte le parole che
provengono da uno stesso lessema, o meglio dire, da una stessa radice.
-fiore- fiorire, fioraio, Fiorenza o Firenze, fiorettare (okititi), fiorettista (mačevalac
floretom), fioretto (cvjetić, floret za mačevanje), foiricoltore (uzgajatelj cvijeća), fioricultura o
floricultura (uzgoj cvijeća), fiorista (izrađivač umjetnog cvijeća, slikar cvijeća), floreale
(cvjetan) ecc.
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La sinonimia sono le parole che esprimono più o meno lo stesso significato. Dobbiamo
sempre tener in mente che una sinonimia assoluta non esiste. Possiamo dire anche che sono
sinonime le parole come albergo, trattoria, ostello,motel? Si, perché non si è a casa propria,
però si dorme protetti, si mangia, beve e si paga.ҏ
Sono sinonime le parole che esprimono l`idea di rendere qualcosa più corto, accorciare,
abbreviare, ridurre, recidere? Si, ma solo in parte.
- Ci sono più tipi di sinonimia
TIPI DI SINONIMIA
La sinonimia sintattica; una vera e propria sinonimia semantica nel senso della parola
non esiste perché ogni parola esprime il proprio significato concreto, però tutte le parole dette
sinonimi hanno un significato più vasto in comune, cioè, c`è sempre tra i sinonimi un segno
linguistico, una parola chiave, che in un certo senso le accomuna tutte e tutte le altre con un
po` di libertà possono essere ridotte a questa parola. Come se esistesse una linea comune, un
centro. Esempi:
-blu- potrebbe essere presa in considerazione come la suddetta linea per le parole tipo:
indaco, azzurro, turchino, glauco (sivkastozelen, sinj, plavozelenkast), celeste ecc. (ilo mare è
azzurro, il vestito è blu, il cielo è celeste«)
-rosso- porporino (purpurno), vermiglio (rumen, svijetlocrven), amaranto (colore rosso
intenso con sfumature violacce, caratteristico dei fiori della pianta omonima)
-rendere qualcosa più breve o più corto- abbreviare un discorso, tarpare le ali,
succingere una veste, cvampendiare un articolo«
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La sinonimia stilistica esiste sul piano della cosidetta alterazione lessicale.
Rappresenta la coesistenza di due termini di cui uno è stilisticamente neutro, porta piccola o
nessuna carica affettiva e l`altro elemento è portatore di un determinato valore stilistico e
affettivo, però non mostra nessuna differenza sul piano semantico. Esempi:
madre- mamma, padre- babbo, gatto- micio, cane- cucciolo, cavallo- ronzino
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-biscia- nel Medioevo era il nome comune di tutte le bestie feroci, oggi indica un rettile
(zmija)
-covare- proviene dal sostantivo covo che indica un posto dove si sta tranquilli, dove si
riposa, dove uno giace; oggi questo verbo viene usato soltanto con i volatili
La condensazione del significato è un fenomeno per cui il significato di una parola si
può estendere su sempre più attività umane; è una specie di polisemia successiva. Esempi:
-operazione- militare, matematica, chirurgica, commerciale
-tavola- da mangiare, pitagorica, sintattica, a colori (tavolozza, slikarska paleta)
-pezzo- di pane, di teatro, di musica, di artiglieria
La nobilitazione del significato è un processo per cui il significato d`un determinato
numero di parole diventa nobile attraverso lo sviluppo. Esempi:
-barone- nel primo Medioevo significava un uomo libero che non dipendeva del
padrone e vagava per il mondo cercando fortuna; assume il significato di un alto grado
nobiliare
-ministro- proviene dal latino minister,-stri,m. e ministra,-ae,f., in passato indicava
servo; oggi è un alto grado amministrativo
-conte- nal Medioevo significava soltanto compagno, mai indicava il compagno del re
e della regina
-maresciallo-prima indicava l`uomo che si occupava dei cavalli; oggi è un alto grado
militare
L`avvilimento delle parole è il processo quando il significato di certe unità lessicali
assume un valore spregiativo, non per le circostanze filologiche, ma per motivi che stanno
oltre la lingua, ad esempio motivi culturali ecc. Esempi:
-imbecille- indicava soltanto una persona debole o di corpo o di mente o ambedue nel
senso di malattia senza nessuna connotazione di offesa
-villano- prima indicava l`abitante di un villaggio; oggi è un`offesa e indica una
persona che si comporta male (seljačina)
-scemo- deriva dal verbo scermire che significava togliere, privare qualcuno
diqualcosa, diminuire qualcosa; oggi indica una persona a cui è tolta l`intelligenza, priva di
spirito, diminuita di ragione
L`elissi del DO e del DE è l`Úomissione intenzionale di un elemento o più elementi di
un enunciato, però senza danno per la chiarezza del significato dell`enunciato intero.
Esempio:
(preferisco) Un bicchiere di acquavite. (rakija)
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Nei casi in cui per ragioni economiche (linguisticamente detto) invece di pronunciare
tutto il sintagma, il parlante preferisce la pronuncia di una parte del sintagma, mentre l`altra
viene sottintesa; la parte pronunciata assume in tal caso il valore semantico di quella omessa.
L`ELISSI DEL DO (determinato)
-Maria frequenta la prima (classe); le (scuole) elementari; un (caffé) espresso; Il secolo
è famoso per il (anno della rivoluzione) `48 ecc.
Tutti questi muamenti non avvengono ugualmente in tutte le lingue. Certe parole
corrispondono in croato e in italiano. Molte parole italiane hanno più significati:
-vetro- sottindende la figura stilistica detta metonimia per cui invece del ogetto è
possibile usare il nome del materiale, mentre il corrispondente croato staklo non conosce il
fenomeno di metonimia. In italiano vetro da una parte vuol dire un tipo di materiale, ma anche
tutti gli ogetti di vetro (bottiglie, bicchieri ecc.), specialmente se valorosi.
-legno- la carrozza fatta di legno (hanno preso il legno e sono andati alla stazione)
-pensiero- sentimento (penso a te); il suo pensiero (njegovo mišljenje)
In italiano due diversi possono essere inclusi in un lessema. Esempio:
-arte- umjetnost; umijeće
Al cotrario, molte parole croate hanno più significati, mentre l`italiano ha bisogno di
due o più parole. Esempi:
-noga (gamba, piede), glava (testa, capo), ukus (gusto, sapore), mjesec (luna, mese),
sreća (felicità, fortuna)
Ci sono dei lessemi che in diverse lingue completamente corrispondono:
-dan-giorno, čovjek-uomo
L`area semantica semantica di una parola può essere divisa in più parole in un`altra
lingua. Esempi:
-djed- nonno materno e nonno paterno; zia- tetka, strina, ujna; zio- tetak, stric, ujak
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-cognato- djever (fratello del marito), šurjak (fratello della moglie), svak (marito della
sorella), pašanac (marito della sorella della moglie)
-cognata- snaha, nevjesta, svastika, šogorica, šurjakinja, zaova
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Tutte le preposizioni e congiunzioni sono morfemi reali.
Il morfema come l`elemento costitutivo di una parola è in grado di portare un
significato virtuale (non significa niente senza qualcosa che lo faccia reale). Virtualità è la
proprietà di un termine che può, a certe condizioni, diventare reale. Esempio:
-Il morfema san- è virtuale nel senso che diventa reale con l`impiego di un altro
elemento, ad esempio -o, -a, -i, -e (sano, sana, sani, sane).
Non tutte le unità fonetiche possono essere anche fonetiche e assumere la virtualità di
un fonema. Ci sono delle leggi. Esempio:
-Il morfema legg- porta un significato virtuale perché quando si aggiunge ±evo il
significato virtuale divente reale leggevo e vuol dire qualcosa.
Il gruppo di fonemi grbl non è un morfema né virtuale né reale perché questo quadro
fonico e acustico non regge in italiano.
Ogni gruppo di fonemi esistenti nel sistema linguistico italiano non dal punto di vista
acustico e fonico, ma dal punto di vista fonologico può portare il significato virtuale.
Il lessema è il gruppo fonematico verificato dal punto di vista fonologico; è il gruppo di
fonemi che è in grado di diventare un morfema reale con l`aiuto di altri morfemi. Prima di
tutto, dobbiamo sapere che reale è tutto quello che occupa spazio, tempo, luogo, qualità,
quantità ed è in rapporto con altre cose, cioé con altre realtà. Esempio:
-sedia- ha tutte le caratteristiche sopraddette
-intelligenza- ha soltanto la relazione con le altre cose
Il morfema grammaticale o grammema è il morfema che è in grado di rendere reale il
significato di un morfema virtuale in due direzioni seguendo:
LA FLESSIONE NOMINALE (p.e.mur- -o, -a, -i) -declinazione
LA FLESSIONE VERBALE (p.e.vedo- -o, -i, -e) ±coniugazione
Il morfema è in grado di trascategorizzare una parola, cambiarle la categoria
grammaticale (nome-verbo-aggettivo ecc.), ma anche cambiarle il significato. Esempio:
-Il lessema legg- con l`impiego di un altro grammema può diventare di un`altra
categoria e di significato cambiato: legg-ibil-e, un aggettivo.
-latt- +e vuol dire latte, ma latt- +aio ci da lattaio; il significato è cambiato, ma la
categoria grammaticale no.
Il suffisso è il morfema che ha la possibilità di trascategorizzare (come un morfema
formativo) e cambiare il significato di una parola a cui è attribuito. Il significato cambia
sempre, ma la categoria no. È un elemento morfologico che è invariabile e sta sempre tra la
base e il grammema.
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Il prefisso è un morfema formativo che non ha la possibilità di trascategorizzare la
parola a cui viene attribuito, le cambia il significato. Si trova sempre davanti al lessema, cioé
viene preposto alla parola.
Il morfema non è e non si può definire come un gruppo di fonemi, perché il morfema
può essere un fonema solo (le congiunzioni, le preposizioni) e non si deve confonderlo mai
con la sillaba che è un fenomeno metrico. Esempi:
-sotto- un morfema, 2 sillabe -benessere- 2 morfemi, 4 sillabe
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1.La derivazione è un processo linguistico per cui una parola nasce da un`altra.
Questo processo provoca sempre la flessione semantica in confronto alla parola base. Ci sono
due tipi di derivazione.
2.La composizione
3.L`alterazione
ҏa)la derivazione immediata o impropria è un tipo di derivazione per cui una parola
nasce da un`altra già esistente direttamente, senza l`impiego dei morfemi formativi, cioé
senza suffissi e prefissi. La creazione di nuovi contenuti semantici o di nuove categorie
morfologiche avviene grazie al cambiamento del grammema e grazie all`impiego
dell`articolo.
-CAMBIAMENTO DEL GRAMMEMA
*Un verbo può diventare un sostantivo con semplice cambiamento del grammema:
gridare- grido, tirare- tiro, pescare- pesca, nuotare- nuoto, misurare- misura, cantare- canto,
castigare- castigo, cacciare- caccia, caricare- carica, carico
*Un sostantivo può diventare un verbo con il cambiamento della desinenza: lancia-
lanciare, getto-gettare, lotta- lottare, bagno- bagnare, fotografo- fotografare, telefono-
telefonare, prova- provare, pena- penare
I dizionari etimologici ci presentano le ricerche sui testi antichi cercando di scoprire
che viene primo: verbo o sostantivo.
*Un aggettivo può diventare verbo mediante l`impiego del grammema:
-rosso- arrossire (diventare rosso in viso); arrossare (tingere qualcosa di rosso)
-bianco- imbianchire (pobijeliti); imbiancare (obijeliti)
-giallo- ingiallire (obojiti u žuto, požutjeti, ožutjeti)
-sordo- assordire (zaglušiti); assordare (oglušiti)
Le parole che nascono mediante due diversi procedimenti (la combinazione della
derivazione propria±prefisso e derivazione impropria±cambiamento del grammema) si
chiamano parole parasintettiche. Derivati parasintettici:
Preffiso+base+grammema=arrosare
Preffiso+base+suffisso=immortalità
La derivazione immediata o impropria che risulta con il cambiamento del genere,
cioé mediante il cambiamento della desinenza è possibile cambiare anche il genere. Cambiato
il genere, si cambia anche il contenuto semantico, ma anche la categoria morfologica. È
possibile cambiare la categoria dei cosiddetti sostantivimobili. Mediante il mutamento della
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vocale a in o, cioé e in a, si cambia genere. Esempi: cuoco/a, Francesco/a, sarto/a, gatto/a,
sposo/a, figlio/a, signore/a, giardiniere/a, profumiere/a ecc.
* Il processo si mostra vivo anche sul piano del cambiamento delle vocali e, a, o in
essa. Questo essa e anche altri sono di origine suffissi, ma si comportano come se fossero
grammemi. Esempi: conte/essa, principe/essa, leone/essa, duca/essa, poeta/essa,
avvocato/essa, deputato/deputatessa ecc.
In Italia ci sono due modi di pensare su questo proposito: alcuni vogliono che deputato
rimanga la stessa parola sia per i maschi sia per le femmine, un altro gruppo afferma questo
processo di essa.
* Nel gruppo di cosiddetti sostantivi mobili entrano i sostantivi che cambiano tore in
trice (un altro suffisso di natura che si comporta come se fosse un grammema). Esempi:
/trice, attore/trice, pittore/trice, benefattore/trice, genitore/trice, scrittore/trice ecc.
-AGGIUNGENDO L`ARTICOLO
I cosiddetti sostantivi ambigeneri cambiano genere con il cambiamento dell`articolo.
Esempi: il/la consorte, l`amante, il/la custode, l`insegnante, il/la parente, il/la nipote ecc.
La stessa csa avviene con i sostantivi che finiscono in ista e cida. Esempi: pianista,
alpinista, telefonista, suicida, omicida, fraticida ecc.
-FLESSIONE SEMANTICA
Talvolta il cambiamento della desinenza, ma anche dell`articolo, genera la cosiddetta
flessione semantica. Si cambia il significato della parola e questa flessione entra nel circolo
della derivazione immediata o impropria. Alla base di flessione semantica prima di tutto sta il
fenomeno che è la polisemia linguistica.
Alla base sta la metafora ed è questa la causa principale per cui nascono i nomi
sovrabbondanti che in diversi casi mostrano diversi significati. Sono nomi che nel plurale
cambiano la desinenza e l`articolo e così cambiano il significato. Hanno il doppio plurale.
Esempi:
-il frutto (plod)- i frutti (esprime una qualità metaforica; i frutti del mio lavoro); la
frutta (da mangiare) =>cambia l`articolo, la desinenza e il genere
-il legno (drvo)- i legni (gli oggetti fatti di legno, una metafora); le legna (legno da
ardere)
-il braccio- i bracci (di un fiume, di un edificio); le braccia (parti del corpo)
-il modo- i modi (i metodi di fare qualcosa); la moda (modo corrente di vestirsi e di
comportarsi legato a una determinata epoca e al gusto di una determinata società)
-il dito- i diti (tutti quanti, però uno per uno); le dita (tutti quanti, però insieme)
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Alcuni aggettivi cambiando genere cambiano completamente il significato:
-triste- tužan; -tristo- zao
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-c una parola composta; croce rossa- crocerossina (suora), centro campo-
centrocampista, Seicento- seicentista (chi studia i poeti del `600), democrata
(greco=>demos-popolo+crateo-governare)-democrazia
-c una locuzione; me ne frego- menefreghismo (atteggiamento nella vita),
dabbene (pošten, ispravan)- dabbenaggine (dobrodušnost, naivnost), da da (le prime
parole dei bambini)- dadaismo (una corrente nell`arte decadentista nata a Zurigo nel
1916)
Un tipo partcolare di derivazione sono i parasintetici, parole derivate dalla sintesi di
quasi tutte le parti costituenti della parola italiana in generale:
-c parasintetici propri: prefisso+base+suffisso
regola- irregolarità, morte- immortalità, lavorare- collaborazionista
immortalità=>in(prefisso)+mort(base)+ale(1Úsuffisso)+it(2Úsuffisso)+à(grammema)
-c parasintetici impropri: prefisso+base+grammema
assordire, incolpare, arrossare, ingiallire, imbiancare
-TIPI DI DERIVAZIONE PROPRIA:
A) nominale: - nominale denominale
- nominale deaggettivale
- nominale deverbiale
B) aggettivale: - aggettivale denominale
- aggettivale deaggettivale
- aggettivale deverbiale
C) verbale: - verbale denominale
- verbale deaggettivale
- verbale deverbiale
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-bosco- boscaglia (un bosco incolto e intricato) =>sparisce il grammema ±o e si
attribuisce il suffisso ±aglia.
-muro- muraglia (quello che circonda una città, un insieme di muri)
-orto- ortaglia (terreno tenuto a orto, però dove c`è della verdura)
-sterpo (grm)- sterpaglia (grmlje, šikara, šiblje)
-nuvola- nuvolaglia (gusti oblaci)
-ramo- ramaglia (nasječeno granje za ogrijev)
*Nomi collettivi con più chiara idea del peggiorattivo:
-gente (multitudine)- gentaglia (gente volgare e incolta)
-plebe (obični puk, plebejci)- plebaglia (rulja)
-ragazzo- ragazzaglia (ragazzi sfrenati e villani)
b)Il suffisso latino ±ILIA che in italiano risulta con ±IGLIA. Serve per
creare i nomi collettivi, i nomi indicanti collettività di cui alcuni ottengono una connotazione
peggiorativa. Esempi:
-brodo (juha)- brodiglia (splačine, cibo di maiali)
-fango (blato, mulj, kaljuža)- fanghiglia (deposito terroso dell`acqua)
c)Il suffisso latino ±ULIA/O Risulta in italiano con ±UGLIA/O. Serve per creare i
nomi collettivi raramente con sfumature peggiorative:
-cespo (coltivato insieme di rami e foglie che si sviluppano dalla base di un fusto)-
cespuglio (non coltivato insieme di rami e foglie che si dipartono da una radice sola, però si
sviluppano in una pianta senza fusto principale)
-rimaso (resto, avanzo di un pezzo di carne o formaggio che non è da buttare via)-
rimasuglio (quello che rimane dopo la cena ed è da buttare via)
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Ɣ-ARO è la variante del Sud. Ci sono delle doppiette che contengono lo stesso valore
semantico. L`unica differenza è che la -r- non sparisce nel Sud d`Italia (Sicilia, Sardegna e in
parte Corsica). Quindi, hanno lo stesso significato:
carbonaio- carbonaro, pecoraio- pecoraro(seljačina, ma anche una multitudine di
pecore), marinaio- marinaro, scarpaio- scarparo, campana- campanaro
Al Nord non si sente il passato remoto ed il congiuntivo, mentre al Sud sì.
Ɣ-ARIO è la variante dotta. I derivati che sono presenti nei dizionari italiani sono le
parole apparteneti alla gente dotta, e non povera e semplice. Esempi:
segreto- segretario (significato antico: una persona di fiducia di un principe o di un re,
che tiene i segreti), funzione- funzionario, impresa (pothvat, poduzeće, podvig, zakup)-
impresario (kazališni poduzetnik)
Ɣ-IERE, la struttura un po` diversa delle tre precendenti. L`Ý-ariusÝ si è sviluppato in
Francia e attraverso il francese viene importato in italiano. Conosce due varianti:
-c l`intera parola francese è presa come prestito; cavalliere, cannoniere,
barbiere, giardiniere, scudiere, guerriere
-c la parola italiana nasce mediante la base italiana e il suffisso latino-
francese Ý-iereÝ; ragioniere (računovođa), brigadiere, cameriere, cassiere
La coesistenza dei derivati italiani e quelli latino-francesi che come base hanno lo
stesso suffisso, in certi casi crea delle doppiette, però con notevole flessione semantica.
Esempi:
cavallaio (chi vende i cavalli)- cavalliere (un alto grado nobiliare medioevale)
carrozzaio (chi fabbrica e ripara le carrozze)- carrozziere (chi dava le carrozze a nolo;
iznajmljivač kočija, chi guida le carrozze)
ƔI suffissi ±AIO + -UOLO risultano in italiano con due varianti:
-c -AIUOLO
-c -AIOLO
I derivati servono a formare i nomi d`agente, indicano colui che esercita un
mestiere o una professione. Alcuni hanno una sfumatura spregiativa.
Esempi: arma- armaiuolo (chi vende, repara o fabbrica le armi),
cencio- cenciaiuolo (chi vende gli stracci), donna- donnaiolo (ženskar),
frutta- fruttaiolo, legno- legnaiolo (drvodjelja, stolar),
bosco- boscaiolo (šumar, drvosječa), borsa- borsaiolo (džepar)
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ƔI suffissi ±ARIUS +-IA hanno dato la variante italiana ±ERIA. Serve per indicare un
necozio, un locale o un laboratorio, però anche per creare i nomi astratti indicanti qualità,
stato, azione, mestiere e il modo di comportarsi:
birra- birreria, latte- latteria, orefice- oreficeria, furbo- furberia,
poltrone- poltroneria (ljenčarenje), porco- porcheria ecc.
ƔL`ultimo suffisso che proviene dal latino ±ARIUS è il suffisso ±AIA, che produce
dei derivati indicanti nomi di luoghi destinati a contenere o a raccogliere certe cose, oppure
termini indicanti terreni su cui si coltivano determinati prodotti. Esempi:
colomba- colombaia (golubnjak), pietra- pietraia (kamenolom), riso- risaia,
tartufo- tartufaia
e)I suffissi latini appartenenti alla 3Ú declinazione ±AMEN, -IMEN, -UMEN che
risultano in italiano con ±AME, -IME, -UME. Servono a creare i sostantivi di valore
collettivo. Alcuni assumono il valore spregiativo. Esempi:
-bestia- bestiame (insieme di bestie domestiche), foglia- fogliame,
-pietra- pietrame (spregiativo;il cumulo di pietre in una piertaia),
-cittadino- cittadiname (spregiativo; l`insieme dei cittadini),
-dottore (dr znanosti, liječnik)- dottorame (spregiativo; l`insieme di dottori di un
ospedale, le persone che sanno sempre più di altri)
f)Il suffisso latino ±ATUS risulta in italiano con due varianti: -ATO (variante sorda e
dotta) e ±ADO (variante sonora e popolare). Formano i nomi indicanti ufficio, residenza,
carica, condizione e attività. In certi casi attribuiscono ai nomi derivati il valore collettivo.
Talvolta attribuiscono ai nomi neonati il valore collettivo. Esempi:
-artigiano- artigianato (l`attività degli artigiani, l`insieme dei prodotti degli artigiani,
l`insieme degli artigiani)
-bracciante (nadničar)- il bracciantato (la condizione del bracciante, una categoria del
lavoro)
-colonna (stup, stožer, oslonac)- colonnato (red stupova)
-commisario- commisariato (povjereništvo, komisarijat; indica sia la carica che la
residenza del commisario)
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g)I suffissi ±ETO e ±ETA servono a formare i nomi indicanti terreni adatti a
particolari culture o boschi di determinate piante; terreni pieni di materiali e di costituzioni
varie. Esempi:
arancio-aranceto, olivo-oliveto, castagno-castagneto, sasso-sasseto (kamenjar)
sepolcro-sepolcreto (di solito un cimitero abbandonato non cinto dalle mura,
appartenente a un piccolo villaggio)
Toponimo è il nome di un luogo. Esempi di toponimi che per certe ragioni hanno avuto
la stessa evoluzione: Rovereto e Grosseto. Non tutti i toponimi che finiscono in ±ETO e ±
ETA sono necessariamente di questa origine: il toponimo Orvieto deriva dal latino urbs vetus
(città vecchia).
h)Il suffisso latino ±ISMUS risulta in italiano con due varianti: -ISMO (variante dotta)
e ±ESIMO (variante popolare, che inoltre è più facile pronunciare perché si evitano i nessi
consonantici). Il suffisso ±ISMUS è di origine greca ed entra in latino nell`epoca di medio
cristianesimo (III,IV e V secolo). Però si diffonde in una misura più vasta appena nel
Rinascimento (XV e XVI secolo). Non è nota la regola fissa sull`uso di una variante rispetto a
quell`altra. Si usa per la formazione di nomi astratti con un vario ambito semantico. I derivati
indicano dottrine, tendenze (politiche, sociali, culturali, letterari), correnti, movimenti,
condizioni, qualità, attività, virtù ecc.
analfabeta/o- analfabetismo, bandito- banditismo, incanto- incantesimo,
Dante- dantismo (movimento letterario), Petrarca- petrarchismo,
cattolico- cattolicesimo; cattolicismo, cristiano- cristianesimo;cristianità
i)Il suffisso ±ISTA è di origine greca. I sostantivi creati così sono vicini a quelli creati
dal suffisso ±ISMO. Forma i nomi d`agente indicanti professioni o attività. Esempi:
Dante-dantista, Petrarca- pertarchista, il latino- latinista, stil nuovo- stilnovista, auto-
autista, automobile- automobilista, violino- violinista, piano- pianista,
borsa- borsista (stipendist) ecc.
j)Meno produttivi e freqenti sono i suffissi che creano i nomi di origine o nomi etnici:
Ɣ -INO =>Marocco- Marocchino, Trieste- Triestino
Ɣ -ITANO =>Cagliari- Cagliaritano, Palermo- Palermitano
Ɣ -ITA =>Bagdad- Bagdadita, Vietnam- Vietnamita
Ɣ -OLO =>campagna-campagn(u)olo, montagna-montagnolo,Spagna-Spagnolo
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Ɣ -ESE =>Bologna- Bolognese, Giappone- Giapponese
Queti suffissi nominati sono i più importanti, ma esistono anche gli altri meno
importanti.
c)-ANZA è generalmente un suffisso deverbiale, crea i nomi dai verbi già esistenti.
Esempi: ignorare-ignoranza,
abbondare- abbondanza, sperare- speranza,somigliare- somiglianza
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È anche un suffisso deaggettivale che crea i nomi astratti indicanti condizione e qualità.
Esempi:
lontano- lontananza, baldo (hrabar)- baldanza,
minore- minoranza, maggiore-maggioranza
e)Il suffisso ±IA presenta due varianti: -IÀ (come l`elemento accentuato della parola è
di origine greca) ed -`IA (come l`elemento che segue la base accentuata a cui viene aggiunto è
di origine latina). Serve a creare derivati di valore semi-astratto indicanti qualità, stato
d`animo, condizione, atto ecc. Esempi:
misero- miseria, modesto- modestia, efficace- efficacia
Molto spesso incontriamo le parole in cui questo suffisso si è unito al lessema.
L`evoluzione ha fatto perdere la struttura fonica e grafematica. Esempi:
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fortia- forza, clementia- clemenza (milost), angustia- angoscia,
verecundia- vergogna
Esiste l`ipotesi che i toponimi tipo Svezia, Francia, Germania sono nati sotto l`influsso
della lingua latina, mentre i toponimi come Albania, Turchia, Bulgaria sono nati sotto
l`influsso del sistema fonico greco per vicinanza territoriale.
Il problema di Lombardia: come spiegare questo toponimo? I seguaci dell`ipotesi
rispondono che i Lombardi più vicini all`influsso latino chiamavano i loro vicini come i
Latini, mentre questi chiamavano loro in modo greco. I toponimi Russia e Greca che non
portano l`accento sull`ultima sillaba rendono l`ipotesi debole.
f) Il suffisso latino ±TATE nell`epoca del volgare viene sonorizzato e prende la forma
±TADE, che ha dato la forma tronca ±TÀ. (Apocope- caduta delle sillabe finali non
accentuate, cioé deboli.) Esempi:
povero-povertà (invece di povrtade), onesto-onestà, umile-umiltà, buono-bontà
In alcune parti d`Italia si è conservata l`ultima sillaba. In Sicilia, Calabria, Campania e
Puglia questa sillaba finale è ancora presente. Esempi:
vertitate invece di verità, caritate- carità, autoretate- autorità
i)Il suffisso ±URA proviene dal suffisso ±ORE. Serve a formare i sostantivi astratti
dagli aggettivi, in certi casi il significato di questi nomi si concretizza.
-bruto (ružan, gadan)- bruttura (nečistoća, prljavština, svinjarija, gadost)
-fresco (svjež)- frescura (hladovina, svježina)
-lordo (prljav, nečist)- lordura (prljavština, nečistoća)
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3 LA DERIVAZINE PROPRIANOMINALE DEVERBALE
è la derivazione per cui nuovi nomi nascono dai verbi già esistenti mediante l`impiego
dei seguenti suffissi:
a)Il suffisso altino ±ACULUM in italiano risulta con ±ACCHIO, -AGLIO,
-ACOLO.
Ɣ±ACCHIO è la variante popolare. Poi nel processo evolutivo si è formara la variante
±ACCIO, presente nel Veneto. Esempi:
-spaventare- spaventacchio (che mette paura)
-spaurire- spauracchio (spaventapasseri)
-sputare- sputacchio (pljuvačka)
Ɣ-AGLIO è la variante semidotta e i lessemi creati con questo suffisso sono tra quelli
popolari e dotti. Esempi:
-spirare (puhati, izdahnuti, umrijeti, dospjeti, nadahnuti)- spiraglio (prozorčić, rupa,
oduška)
-battere- battaglio (un pezzo di ferro che pende dentro la campana per suonare per la
messa)
-ventare (puhati)- ventaglio (lepeza)
Ɣ-ACOLO è la variante dotta ed ha subito minor cambiamento rispetto alla forma
originale. Esempi:
-cenare- cenacolo (blagovaonica, la sala in cui una volta si cenava, il luogo dove Gesù
Cristo consumò la sua ultima cena, il circolo ristretto di amici, artisti, pensatori, letterari ecc.)
-abitare- abitacolo (abitazione povera)
b)Il suffisso latino ±ATICUS diventa in italiano ±AGGIO, attraverso il francese ±AGE,
come suffisso della derivazione nominale denominale. Esempi:
-villa (vila)- villaggio, persona- personaggio (ugledna ličnost, lik u drami i sl.),
-uomo (omo)- omaggio (poklon, poštovanje)
Il suffisso ±AGGIO è anche il suffisso della derivazione nominale deverbiale. I derivati
sono i sostantivi di valore samantico astratto che appartengono alla terminologia tecnica e
industrionale. Esempi:
-atterrare (oboriti, srušiti, spustiti na zemlju)- atterraggio (prizemljenje zrakoplova)
-montare (comporre qualcosa collegando varie parti)- montaggio
-ancorare (usidriti)- ancoraggio (usidrenje), -lavare- lavaggio
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c)I suffissi ±ANTE e ±ENTE creano i nomi derivati da forme verbali, precisamente dal
participio presente dei verbi corrispondenti. Esempi:
cantare- cantante, comandare- comandante, credere- credente,
partecipare- partecipante
Molti participi presenti non sono mai divantati sostantivi. In quei casi la derivazione
nominale deverbiale avviene mediante il suffisso ±TORE. Esempi:
ascoltare- ascoltatore, leggere- lettore, portare- portatore
Molti nomi derivati dai verbi creati dalla derivazione immediata subiscono un`altra
derivazione. Esempi:
-latte- lattare (dojiti)- lattante (bambino lattante- dojenče)
-commercio- commerciare- commerciante
-negozio- negoziare- negoziante
Alcuni nomi qualche volta sono nati non dai verbi, ma da altri nomi per analogia.
Questa derivazione imita la derivazione nominale denominale. Questi nomi mostrano certi
valori peggiorativi. Esempi:
-politica- politicante (una persona che si dedica all`attività politica per soddisfare le
proprie ambizioni e non per il bene di tutta la nazione)
-Austria- austricante (austrofil)
I suffissi ±ANTE e ±ENTE sono grammemi e sono le desinenze dei participi presenti.
d)I suffissi ±ANZA e ±ENZA sono di origine provenzale. Molti di questi nomi hanno
anche il participio presente corrispondente. Esempi:
-abbondare- abbondanza- abbondante
-potere- potenza- potente
-confidare- confidanza- confidente
Alcuni di questi nomi derivati mostrano la mancanza del participio presente, ma
almeno esiste il verbo corrispondente. Esempi:
-spero- speranza,
-adunanza (sabor, skupština, sastanak, zbor)- adunare (zbrojiti, prikupiti, okupiti)
Alcuni sostantivi non hanno né il participio presente né il verbo corrispondente:
-sentenza, stanza (soba, strofa)
Alcuni derivati nel processo formativo seguono il verbo latino, mentre il verbo italiano
è cambiato e mostra una differente struttura morfologica.
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sapere- sapienza, confidare- confidenza
f)I suffissi ±ATA, -ITA, -UTA creano nomi dai participi passati femminili, oppure da
neutri latini. Esempi:
parlare- parlata (govor, narječje), uscire- uscita, telefonare- telefonata,
battere- battuta (udar, takt, kucanje)
Ci sono anche esempi tipo giorno- giornata. Qui si tratta del processo linguistico
evolutivo analogia, per cui avvengono certe trasformazioni. Esempi:
-canto- cantare- cantata
-telefono- telefonare- telefonata
-aranciata, limonata, spaghettata ecc.
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fare- fattore (tvorac, upravitelj, čimbenik), agire- attore, spettare- spettatore
ƔAltri casi mostrano la forma rara del suffisso ±IDORE/-ADORE=>
correre- corridore (hodnik, trkač)
Il genere femminile in questa variazione usa la forma ±TRICE=>
imperatore- imperatrice, attore- attrice, tessitore- tessitrice ecc.
Nel Sud Italia esiste una forma popolare che è ±TORA=>
tessitrice- tessitora, lavatrica- lavatora
l)La struttura fonica dei suffissi ±TURA e ±SURA dipende dal participio passato e
dal passato prossimo del verbo corrispondente. Esempi:
-lavare- lavatura (pranje, ispiranje, splačina)
-scrivere- scrittura (pisanje, rukopis, knjigovodstvo, ugovor, pogodba)
-chiudere- chiusura (zatvaranje, zatvor, ključaonica, svršetak)
Nell`ambito della derivazione nominale denominale abbiamo:
-osso- ossatura (kostur, okosnica, sastav, trup)
-capello (kosa)- capigliatura (kosa; fin sopra i capelli- navrh glave)
I vari suffissi nominali possono servire come elementi formativi appartenenti a vari
sottogruppi. Si tratta dei suffissi come:-ANDA, -ENDA, -INA, -OSI, -ITE.
I suffissi come ±ATO/-OTTO sono i suffissi alterativi; formano i diminutivi, gli
accresctivi ed i vezzeggiativi. Esempi:
-uomo/omo+ato=omiciato (piccolo uomo, omiciattolo-čovječuljak),
contadino- contadinotto, giovane- giovanotto (momak, mladić)
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Questi suffissi sono in grado di creare delle nuove parole con i diversi significati: orso-
orsachiotto (mladunče medvjeda), aquila- aquilotto
Le parole precedenti non sono parole alterate. Leprotto non è piccola lepre, ma
rappresenta lo stesso rapporto come:
vacca (krava)- vitella (junica)- vitello (tele), pecora- agnello,
cavallo- puledra (ždrijebica)- pulerdo (ždrijebe).
Non sono nel rapporto come cane-cagnolo(psić), ma come cane-cucciolo(štene).
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-famiglia- famigliare (obiteljski, domaći, prisan)
-particola- particolare, -circolo- circolare
j)Il suffisso latino ±ARIUS in italiano è diventato ±ARIO e forma gli aggettivi di
qualità, relazione e rapporto. Esempi:
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relazione- relazionario, funzione- funzionario
m)Il suffisso ±ACCIO con la variante ±ECCIO forma degli aggettivi indicanti qualità.
Si trasforma in sostantivi. Esempi:
pecora- pecoraccio, pesca- peschereccio (ribarski, npr.brod)
n)I cosiddetti aggettivi toponomastici si creano mediante l`uso dei seguenti suffissi:
Ɣ-ATE=>Ravenna- Ravennate, Urbino- Urbinate
Ɣ-ITA=>Mosca- Moscolita, Vietnam- Vietnamita
Ɣ-EGNO=>Salvatore- Salvatoregno, Equadore- Equadoregno
Ɣ-TECO=>Guatemala- Guatemalteco
Ɣ-OTA=>Cipro- Ciprota
Ɣ-OLO=>Spagna- Spagnolo, Roma- Romagnolo
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p)Il suffisso latino ±ENSIS risulta in italiano con ±ESE (forma popolare) e
±ENSE (forma dotta). Esempi:
corte- cortese (ljubazan, uljudan), borgo- borghese(građanski, buržujski),
foro (trg, sud, forum)- forense (sudski), Atene- atense, Stati Uniti- statiunitense
b)-ICCIO crea nuove unità semantiche come suffisso derivativo, ma anche le parole
alterate che non sono unità semantiche autonome, ma fanno parte delle parole a cui
appartengono. Esempi:
rosso- rossiccio, verde- verdiccio, umido- umidiccio, pallido- pallidiccio, malato-
malaticcio
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c)-IGNO indica la somiglianza più o meno perfetta, qualche volta sgradevole. Tutte
queste qualità appartengono alle parole derivate, ma la maggioranza sono le parole alterate.
Esempi:
verde- verdigno, dolce-dolcigno, aspro- asprigno
d)-OCCIO crea nuovi significati, ma anche le parole alterate. Alle nuove parole viene
attribuita una connotazione scherzosa. Esempi:
bello- belloccio (ljepuškast), grasso- grassoccio, basso- bassoccio
e)-OGNOLO si usa con gli aggettivi di colore che hanno un senso approssimativo e
impuro. Fino ad un certo punto hanno il valore diminutivo:
giallognolo, verdignolo, azzurrognolo, nerognolo
a)-ACE Questi derivati hanno perso il nesso con i verbi da cui derivano. D`altra
parte, l`evoluzione lessicale ha fatto sparire molti verbi che ci hanno dato gli aggettivi.
Esempi:
capire- capace (sposoban), sagire- sagace (oštrouman),
tentare- tenace (uporan, čvrst, žilav), rapire- rapace (grabežljiv)
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leggere- leggibile, avvertire- avvertibile, godere- godibile
Ɣ-UBILE, che produce gli aggettivi di cui tanti hanno perso il contatto con la parola
base. Esempi:
avere-abile (vješt, sposoban), muovere- mobile
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Ɣ±IZZARE è la variante dotta. Esempi:
carbone- carbonizzare; simbolo- simbolizzare
Qualche volta la variante dotta e quella volgare sono doppiette:
latinizzare- latineggiare; simbolizzare- simboleggiare
c)Il suffisso ±ICARE ha dato le forme sincopate e quelle senza sincope (la caduta
della vocale tra due consonanti). Esempi:
-cavallo- cavallicare- cavalcare
-neve- nevicare; nostro- nostrificare
*sìncope-accento latino; sincòpe- accento greco
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LA FORMAZIONE CON I PREFFISSI
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n)SOR-: sorpassare (nadvisiti, nadmašiti, prestići), sorvolare (preletjeti, prijeći preko),
sormontare (preplivati, prebroditi, nadvisiti, prijeći preko)
o)SOTTO-: sottacqueo, sotterraneo, sottoscritto
p)TRA-/TRAS-/TRANS-: trasformare, transizione, transatlantico (che si trova di là
dell`Atlantico; nave passeggeri per rotte oceaniche)
Nestalo mi slova«
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19.RI-: rileggere, rivedere, ritornare (<=indica ripetizione)
20.S-: sfortunato, spiacevole, scontento, sparlare (<=significato negativo);
sfiorire (ocvasti, <=significato privato), sbattere (tresti, baciti,
zalupiti, <=significato intensivo), sgrammaticare (fare gli errori grammaticali,
<=significato peggiorativo)
21.SO-: sorridere, socchiudere, sospingere (<=attenuazione, ublažavanje)
22.SOPRA-/SOVRA-: soprannumero (prekobrojan), soprannaturale,
sovrabbondante (preobilan), sovrastare (nadmašiti)
23.SOTTO-: sottogruppo, sottomesso (pokoren, poslušan), sottoposto (izložen)
24.STRA-: strafare (fare più del richiesto), straparlare (ogovarati), strabello (prelijep)
25.SUPER-: superlativo, superuomo, superiore
26.TRA-: travedere (pričiniti se), trasentire (sentire vagamente), trasognare (sognare
dagli occhi aperti, fantastichare)
27.VICE-: vicedirettore, vicesegretario, vicesindaco (<=inferiorità di grado)
LA COMPOSIZIONE
consiste nel riunire due o più morfemi lessicali autonomi in un`unità lessicale più
grande. Il significato dei composti può essere:
ѽ SINCRONICO: A+B=AB
ѽҏDIACRONICO: A+B=C
NOMI COMPOSTI
1.NOME+NOME: il capoclasse (najbolji učenik u razredu), il capogruppo, il
capostazione (šef stanice)
2.AGGETTIVO+NOME: l`altorilievo, il bassorilievo, la terraferma (kopno)
3.VERBO+NOME:
a)Nomi d`agente che indicano persone che esercitano determinati mestieri:
il portabagali, il portalettere, il tagliaboschi
b)Nomi che indicano oggetti che servono a compiere un`azione:
l`apribottiglie, l`apriscatole
c)Nomi d`agente (ironici e peggiorativi):
il mettoscandali (mutikaša), il parafulmine (gromobran)
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4.VERBO+AVVERBIO: il buttafuori (chi in teatro avvertiva gli attori di entrare in
scena; chi allontana i clienti molesti da locali notturni, discoteche, bar ecc.)
5.PREPOSIZIONE+NOME:
il dopodomani, il dopoguerra, il senzapatria, il senzatetto
AGGETTIVI COMPOSTI
AGGETTIVO+AGGETTIVO:
verdegiallo, verdebruno, verdechiaro, sordomuto
VERBI COMPOSTI
L`elemento verbale è generalmente un verbo di senso ampio con pochi specifici:
far acquisto-acquistare, fare una passegiata- passegiare, fare una telefonata-
telefonare
Qui entrano le locuzioni come: mandare giù, buttare giù ecc.
L`ALTERAZIONE
1.DIMINUTIVI E VEZZEGGIATIVI
=>-ino, -(ic)ino/-ina, -(ic)ina :ragazzino, libriccino
=>-olino/-olina :cagnolino
=>-etto/-etta :libretto, vecchietto
=>-ello, -icello/-ella, icella :vecchierello
=>-ellino/-ellina :fiorellino
=>-erello/-erella :
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=>-uccio/-uzzo :casuccia, casetta
=>-(u)olo/-(u)ola :famigliuola
2.ACCRESCETIVI-parole alterate con l`aggiunta di suffissi di accrescimento
=>-one :librone, fanciullone, omone
=>-otto :ragazzotto
=>-occio :grassoccio, belloccio
=>-ozzo
3.PEGGIORATIVI (SPREGIATIVI)
=>-accio/-accia :ragazzaccio
=>-astro :poetastro, medicastro
=>-onzolo :poetonzolo, mediconzolo
=>-ucolo :maestrucolo
=>-iciattolo :omiciattolo
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