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lingue slave
Lezione 4/3/2024
Lingue slave e balcaniche
Di cosa si occupa la linguistica del contatto?
La linguistica del contatto si prefigge di studiare tutte le situazioni di
contatto fra lingue, nonché i fenomeni linguistici da esse risultanti. Nel far
ciò, vengono presi in considerazione anche possibili fattori esterni di natura
linguistica, psicologica o socioculturale che possono influire sui
cambiamenti che interessano le strutture linguistiche. Ne consegue che la
metodologia di questo ambito di ricerca è per definizione multidisciplinare.
Di cosa si occupa la linguistica del contatto?
Alcuni fattori che possono influire sui risultati del contatto linguistico sono ad esempio:
1) Il grado di similarità tipologica tra le lingue a contatto
2) Fattori sociali come la durata e l’intensità del contatto; la dimensione e la composizione delle comunità
linguistiche a contatto; il prestigio delle varietà a contatto e l’attitudine dei parlanti nei loro confronti. Questi
fattori sono solitamente studiati da un’altra branca della linguistica, strettamente interconnessa alla
linguistica del contatto: la sociolinguistica
3) Fattori cognitivi legati alla processabilità delle strutture (strutture più economiche da un punto di vista
cognitivo hanno più probabilità di essere conservate)
Possibili situazioni di contatto (Winford, 2003)
Non entriamo nel dettaglio in questa sede, ma sappiate che anche questi dialetti possono essere
considerati lingue miste e presentano sia caratteristiche tipicamente slave, che caratteristiche proprie
dell’italiano, sia nel lessico che nella grammatica. Chi è interessato a questo argomento può
approfondirre consultando il testo “Balkan and South Slavic Enclaves in Italy: Languages, Dialects
and Identities” (Kahl, Krapova, Turano, 2018)
Lingue slave in contatto
• La Lega balcanica
• Questioni terminologiche
1) Sprachbund vs Sprachfamille (Nikolaj Trubetzkoj)
2) Balkan languages vs «languages of the Balkans» (Schaller 1975)
Alcuni linguisti hanno riscontrato la presenza di altri pidgin, ad esempio nell’area della
Kamchatka. Nonostante ciò, appunto, non sono stati documentati (sono state fatte solo brevi
osservazioni). Nei casi di pidgin documentati, i corpus disponibili non sono certamente
abbastanza numerosi da poter essere considerati esaustivi. Inoltre, fatta eccezione per il pidgin
parlato nella penisola del Taymir, ulteriori documentazioni sembrano essere quasi impossibili, in
quanto i pidgin in questione sono praticamente estinti. La Russia è un classico esempio di come
politiche linguistiche volte all’unità linguistica e al prestigio riconosciuto ad una sola varietà,
possano “schiacciare” le minoranze linguistiche.
Bibliografia (per approfondimenti)
Masenko, Larysa. 2008. Surzhyk: Istoriia formuvannia, suchasny˘i stan, perspektyvy funktsionuvannia. In Gerd
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Porák, Jaroslav 1968. Modalverben im Tschechischen und Deutschen. In: Havránek, B. & Fischer, R. (eds.): Deutsch-
tschechische Beziehungen im Bereich der Spracheund Kultur. Berlin: Akad. Verlag, 97-101.
Stavytska, Lesia e Volodymyr Trub. 2007. Surzhyk: Mif, mova, komunikatsia. In Lesia Stavytska (ed.), Ukrainsko-
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Stern, Dieter. 2005. "Taimyr Pidgin Russian (Govorka).” Russian Linguistics 29 (3): 289–318.
Tehde, Kahl, Iliyana Krapova, e Giuseppina Turano. 218AD. Balkan and South Slavic Enclaves in Italy: Languages,
Dialects and Identities. Newcastle: Cambridge Scholars Publishing.