Sei sulla pagina 1di 3

Linguistica generale 1 (partizione F-O)

Tutor: Shamira Venturini (882125@stud.unive.it)

SCOMPOSIZIONE DI PAROLE COMPLESSE IN MORFEMI


Con il termine “parole complesse” si fa riferimento alle parole derivate e alle parole
composte.
• Parole derivate: una parola derivata è il risultato dell’aggiunta di un affisso (quindi
prefisso, infisso o suffisso) a una forma libera ([s+[fortunato]] – sfortunato);
• Parole composte: una parola composta è l’unione di due parole già esistenti
([capo]+[stazione] – capostazione).
ATTENZIONE
La derivazione non è da confondere con la flessione, la quale aggiunge alla parola di base
(semplice e/o composta) informazioni relative a:
• Genere (maschile, femminile, neutro);
• Numero (singolare, plurale, duale, ...);
• Caso (nominativo, accusativo, dativo, ...);
• Tempo (passato, presente, futuro, ...);
• Modo (indicativo, congiuntivo, ...);
• Diatesi (attivo, passivo);
• Persona (prima, seconda, terza).
Per la scomposizione di parole derivate e composte mettiamo da parte queste
informazioni.

SCOMPOSIZIONE DI PAROLE DERIVATE


La parola derivata ‘inutilità’ si scompone in questo modo:

[[in+[util(e)]A]A]+ità]N

Ecco i passaggi da effettuare:


1. Individuare tutti i morfemi e separarli con il “+” (es. in+util+ità);
2. Individuare il morfema di partenza e isolarlo fra parentesi quadre indicando la sua
categoria grammaticale (es. [util(e)]A A=aggettivo);
3. Procedere alla ricostruzione del processo di derivazione indicando sempre la
categoria
della parola formatasi (prima aggiungiamo il prefisso “in-“ che trasforma [util(e)]A in
[in+[util(e)]A]A, poi inseriamo il suffisso “-ità” che trasforma [in+[util(e)]A]A in
[[in+[util(e)]A]A]+ità]N);
Linguistica generale 1 (partizione F-O)
Tutor: Shamira Venturini (882125@stud.unive.it)

SCOMPOSIZIONE DI PAROLE COMPOSTE


La parola composta capostazione si scompone in questo modo:

[[capo]N+[stazione]N]N

Ecco i passaggi effettuati:


1. Individuare le parole che compongono la parola composta e separarle con il “+”
(capo+stazione);
2. Isolare le parole fra parentesi quadre indicandone la categoria grammaticale
([capo]N+[stazione]N);
3. Determinare la categoria grammaticale del composto ([[capo]N+[stazione]N]N).

Cose da ricordare
• • Le parentesi quadre segnano dei veri e propri confini di parola: ogni parentesi
aperta deve essere chiusa, altrimenti è un errore;
• • I prefissi non cambiano mai la categoria di parola (es. [utile]A -> [in+[utile]A]A);
• • I suffissi possono cambiare la categoria di parola (es. [utile]A -> [util(e)]A+ità]N);
avete
una panoramica di suffissi dell’italiano a pag. 127 e 128 del manuale “Le lingue e il
linguaggio”.

RIAGGIUSTAMENTI FONOLOGICI

Quando vi viene richiesto di scomporre parole complesse in morfemi ciò che ci si aspetta
da voi è, molto semplicemente, che sappiate riconoscere i morfemi liberi (le cosiddette
“parole”) dai morfemi legati (morfemi flessivi, prefissi e suffissi), che sappiate tracciare un
confine fra loro tramite parentesi quadre e che “cataloghiate” correttamente la categoria
grammaticale di riferimento. Quando si traduce questo processo nello scritto,
inevitabilmente ci si scontra con il problema della rappresentazione di eventuali
riaggiustamenti fonologici: con riaggiustamento fonologico s’intende un processo che fa sì
che l’unione di due parole che formano un composto o l’unione di un prefisso/suffisso a una
forma libera dia luogo a una parola effettivamente pronunciabile/scrivibile in italiano (o in
qualsiasi altra lingua).
Linguistica generale 1 (partizione F-O)
Tutor: Shamira Venturini (882125@stud.unive.it)

Per esempio, in italiano la parola banchiere è il frutto dell’unione del morfema libero banca
e il suffisso -iere: senza il riaggiustamento fonologico, pronunceremmo *bancaiere, che
evidentemente non è una parola dell’italiano.

Come rappresento i riaggiustamenti fonologici quando scompongo? Esiste un metodo più


corretto di altri?

Non esiste un metodo più corretto di altri di rappresentare le varie cancellazioni e inserimenti
dovuti ai riaggiustamenti fonologici: potete inserire il materiale da cancellare fra parentesi
tonde o effettivamente cancellarlo con una barra obliqua, potete inserire materiale sopra la
cancellazione oppure lasciare tutto così com’è, l’importante è scomporre in modo corretto,
inserendo correttamente tutte le parentesi e segnalando le giuste categorie grammaticali.
Inoltre, fate particolarmente attenzione alle seguenti cose:

• Quando un suffisso viene combinato con una forma libera è quest’ultima a subire il
riaggiustamento, non il suffisso (flessione a parte) [[pizz(a)]N+eria]N;
• Quando un prefisso viene combinato con una forma libera può subire un
riaggiustamento (prefisso in- può essere rappresentato il-, im-, ir- a seconda dei
contesti per allomorfismo);
• Quando si ha una base verbale è obbligatorio riportare la vocale tematica, mentre la
coniugazione può essere rappresentata fra parentesi, cancellata o non essere
rappresentata affatto [sali(re)]V = [sali]V = [salire]V;

Una lista completa di suffissi e prefissi dell’italiano è presente nel libro di testo “Le Lingue e
il Linguaggio” di Graffi e Scalise rispettivamente a pag. 127-128 e 133-134.

PROCESSI MORFOLOGICI DA RICORDARE

1. Conversione/suffissazione zero: cambiamento di categoria senza che venga


aggiunto alla base un affisso manifesto [vecchio]A->N;
2. Parasintesi (verbale o aggettivale): aggiunta in contemporanea di un prefisso e un
suffisso a una forma libera dove la sequenza “prefisso+base” o “base+suffisso” non
è una parola dell’italiano [in+[chiod(o)]N+are]V;
3. Supplettivismo: la forma base viene “sostituita” da una forma morfologicamente
diversa ma con lo stesso rapporto semantico (acqua -> idro).

Potrebbero piacerti anche