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Linguistica generale

Morfologia
si occupa della forma/struttura delle parole
Definizione di parola
Definizione grafica→ ciò che è compreso tra due spazi bianchi in un testo
→ funziona slo per le lingue dotate di scrittura
Problemi → lingue prive di scrittura, testi in scriptio continua

Definizione fonologica → tutto ciò che si raggruppa attorno a un accento primario.


daglielo, telefonale, dimmelo, gentiluomo, un bambino

Definizione sintattica o distribuzionale → Unità della lingua che può essere usata da
sola, che può da sola formare un enunciato.
- Questo criterio esclude le parole grammaticali che di norma non possono costituire
un enunciato.

Definizione morfologica → unità al cui al suo interno non si può inserire dell’altro
materiale linguistico.
Parola è una sequenza non interrompibile di morfemi.
- Giocatore giocatore forte *gioca-forte-tore
- Aspirapolvere *aspira-molta-polvere

Parola
E’ la minima combinazione di elementi minori dotati di significato, i “morfemi”
(costituita da almeno un morfema), costruita spesso (ma non sempre) attorno a una
base lessicale (cioè, a un morfema recante significato referenziale), che funzioni come
entità autonoma della lingua e possa quindi rappresentare isolatamente, da sola, un
segno linguistico compiuto, o comparire come unità separabile costituitiva di un
messaggio.

Sul piano morfologico, una data combinazione di morfemi è individuata come una
parola sulla base del grado di coesione interna. Per valutare la coesione tra morfemi,
si mostrano particolarmente determinanti alcuni criteri come:
1. La non interrompibilità della combinazione: una parola non può essere liberamente
interrotta da materiale morfologico;
2. La posizione fissa dei singoli morfemi: l’ordine dei morfemi che costituiscono una
parola non può essere modificato.
3. La mobilità della combinazione: una parola può assumere posizioni diverse
all’interno di un enunciato, nei limiti della relativa libertà o rigidità di ordine dei
costituenti di una data lingua.
4. L’enunciabilità in isolamento della combinazione: una parola può costituire un
enunciato da sola (senza considerare i contesti metalinguistici):
5. Criterio della pausa potenziale

una parola tipica contiene normalmente la radice lessicale.

Quante parole?
Gli amici dei miei amici sono miei amici.
- 8 parole grafiche
Gli amici dei miei amici sono miei amici
- 5 lessemi.
- 3 occorrenze del lessema AMICO, nella forma plur. Amici
- 2 occorrenze del lessema MIO, nella forma masc. plur. Miei
*Forma di citazione
“quando si vuole nominare un lessema che apartiene a una parte del discorso variabile, si
utilizza una delle sue forme, che viene detta forma di citazione. La forma di citazione è anche
la forma tramite la quale i lessemi sono elencati nei vocabolari.”

Ricapitolando
- Nel suo uso comune, il termine Parola è usato per descrivere due diversi tipi di entità
linguistiche: la parola grafica (sequenza di lettere fra due spazi bianchi) e il lessema.
- Con il termine lessema si indica l’unità di base del lessico di una lingua; un insieme
rappresentativo del lessemi di una lingua è riportato nel dizionario in ordine
alfabetico, con una forma di citazione scelta convenzionalmente.
- I lessemi di una lingua vengono classificate in parti del discorso (nomi, aggettivi,
verbi..) e occorrono negli enunciati in forme flesse, forme che esprimono cioè i valori
di determinare categorie grammaticali che, nella grammatica, devono essere
obbligatoriamente espresse.
es: in italiano, un nome occorrerà necessariamente al singolare o al plurale; un
aggettivo occorrerà necessariamente in una forma flessa che esprime valori di
numero e di genere.
- Nelle forme flesse dei lessemi appartententi a determinate parti del discorso
(Articolo, aggettivo, verbo), i valori di alcune categorie grammaticali (Genere e
Numero per articolo e Aggettivo in italiano, Persona e Numero per il verbo in italiano
e in latino) non sono inerenti al lessema nè alla forma flessa, ma vengono
determinati per accordo o per Reggenza ( come per il caso retto da preposizione in
latino).

Morfema
Definizione di morfema
Il morfema è la più piccola unità linguistica dotata di significato.
Nella parola inglese BOYS sono riconoscibili due morfemi:
1) il primo è un morfema lessicale→ BOY (dal significato ‘umano’, maschio’)
2) morfema grammaticale→ S (plurale)
Nella parola velocemente:
1) morfema lessicale→ veloce
2) morfema suffissale→ mente

- E’ l'unità minima di prima articolazione


-Il più piccolo pezzo di significante di una lingua portatore di un significato proprio, di
un valore e una funzione precisi e individuabili, e riusabile come tale.
- E’ la minima di associazione di un significante e un significato
- Il significato di una parola, in linea di principio, è dato dalla somma e combinazione
dei significati dei singoli morfemi che la compongono.
-Il morfema è l’unità pertinente a livello di sistema (langue); Il morfo è il suo
correlato formale, dal punto di vista del significante (parole).
suffisso morf-EMA→ unità astratta della parola.
Qual è il morfo che rappresenta il morfema di maschile e singolare in italiano?
- In italiano, abbiamo due morfi di maschile e singolare, O e A.
Negazione morfologica dell’aggettivo determinate dal contesto fonico dei suoni:
-IN, -S (oggetto astratto)

Scomposizione in morfemi

Non si divide in sillabe ma in morfo


● Morfema lessicale (ML) = si riferisce al concetto
● Morfema flessionale (MF) = grammatica (genere, numero, tempo persona,
modo)
● Morfema derivazionale (MD) = permette di creare nuove parole
● Vocale tematica (VT) si trova sempre nei verbi o nei sostantivi che derivano
da verbi:
- Verbi del primo gruppo – are = a
- Verbi del secondo gruppo – ere = e (nei sostantivi diventa “i”)
- Verbi del terzo gruppo – ire = i
Nomi e aggettivi derivati da verbi: a -bil, i -bil, ment- o, zion- e
Es: disorganizzata -> dis-organ-izz-a-t-a MD-ML-MD-VT-MF-MF
Es: contestabile -> con-test-a-bil-e MD-MF-VT-MD-MF
es: gatto>gatt-o
gattino>gatt-in-o
gatt- morfema lessicale perche porta il significato
-in- morfema derivazionale perche modifica il significato
-o morfema flessionale perchè porta il valore di maschile singolare
-form- morfema lessicale
(a)-re morfema flessionale verbale con vocale tematica (a)
(a)-zion- morfema derivazionale con vocale tematica (a) perché trasforma il verbo in
sostantivo
-e morfema flessionale perché porta il valore di maschile singolare
de- morfema derivazionale
In italiano i morfemi flessionali sono sempre alla fine della parola, mi pare.

Allomorfo
è la variante formale di un morfema, che realizza lo stesso significato di un altro morfo
equifunzionale con cui è in distribuzione complementare( aggettivo negativo con S non lo
faccio con IN: S-corretto e non IN-corretto)
-E’ ciascuna delle forme diverse in cui si può presentare uno stesso morfema, che sia
suscettibile di comparire sotto forme parzialmente diverse.
-Il criterio in base a cui possiamo dire che si tratti dello stesso morfema (e quindi stabilirne
gli allomorfi) è che l’elemento individuato abbia sempre lo stesso significato e si trovi nella
medesima posizione nella struttura della parola:
es. come prefisso, suffisso, infisso..

Allomorfia lessicale
Il morfema lessicale col significato “spostarsi avvicinandosi verso un luogo
determinato”, quello che troviamo nel verbo venire, appare in italiano nelle cinque
forme ven- (in venire, in venuto, in veniamo, in veniva, in venimmo, ecc…), venn- (in
venni, vennero, ecc.), veng- (vengo, vengano, ecc), vien-( in vieni, viene), ver-(in verrò,
verrebbe, ecc): ciascuna di esse è un allomorfo dello stesso morfema. Allomorfia del
lessico/della radice.
❖ Diremo allora che il morfema ven- (di venire) si presenta in quattro allomorfi diversi.
si verifica sia al livello del lessico e della grammatica.

Allomorfia grammaticale
➢ -abil-, -ibil-, -ubil- sono allomorfi di uno stesso morfema, col valore funzionale di
formare aggettivi con un significato di potenzialità (mangiabile, leggibile, solubile,
ecc)
➢ in inglese, [-s] (di, per esempio, cats “gatti”), [-z] (di, per esempio, dogs “cani”) e [-iz]
(di, per esempio, horses “cavalli”) sono allomorfi del morfema del plurale
(prescindendo da altri casi più particolari, come quelli di oxen “buoi”, children
“bambini”, feet “piedi”.) Con moltissimi verbi possiamo formare molti aggettivi
(vivibile, pensabile..)
Suppletivismo

● casi in cui un morfema lessicale in certe parole derivate viene sostituito da un


morfema (e quindi rappresentato da un morfo) dalla forma totalmente diversa (e
spesso di differente origine etimologica) ma ovviamente con lo stesso significato:
➢ per es., nel nome acqua e nell’aggettivo idrico troviamo che il morfema
lessicale per “acqua” si manifesta in due forme completamente diverse, acqu-
e idr-, l’una proveniente dal latino e l’altra dal greco (hydor “acqua”).
➢ cavallo e equino, fegato e epatico ecc.;
➢ il verbo andare (and-are) al presente indicativo presenta forme come vado,
vai (vad-o, va-i), di diversa provenienza.

Morfemi ‘liberi’ e morfemi ‘legati’

➢ i secondi non possono mai comparire in isolamento, ma solo, appunto, in


combinazione, legati, con altri morfemi
➢ gli affissi sono sempre, per definizione, morfemi legati.
➢ le parole funzionali possono essere definite ‘morfemi semiliberi’.
Morfema libero→si presenta così com’è e non può essere diviso
es: bar, virtù, città, è→ non si possono suddividere e il genere e numero è uguale sia
in singolare e in plurale

Morfemi cumulativi
● caso particolare: l’amalgama
➢ è dato dalla fusione di due morfemi in maniera
tale che nel morfema risultante non è più
possibile distinguere i due morfemi all’origine
della fusione.
➢ Un esempio di amalgama in italiano può essere i,
articolo determinativo plurale in cui si trovano
fusi il morfo dell’articolo determinativo /- e
quello del maschile plurale -i.

Osserviamo le forme che seguono:


- cagna, cagnolino , cagnesco, cagnara;
- tavolo, casa, panca, virtù,
- case, marmitte, studentesse, virtù
antinfluenzale
struttura
-anti ( prefisso) morfema derivazionale
-influenz(radice)
-al suffisso che forma aggettivo parte dal nome, suffiso nominale aggettivale
e (indica il numero singolare)

➢ Il significato lessicale di ‘animale domestico della famiglia dei canidi’ è realizzato,


nella prima serie di forme, da cagn-.
➢ Il significato grammaticale di ‘singolare’ è realizzato, nella prima serie di forme, da
cagn-.
➢ Quali morfemi possiamo individuare nel lessema VIRTU’?

Caso
appunti prof:
il caso riguarda i nomi e gli aggettivi(nominali)
a cosa serve?
il caso dà delle informazioni sulla funzione sintattica che un nome ricopre nella frase
(il caso mi dice se il nome è un soggetto, modificatore di un nome..)
mario gioca a calcio: mario soggetto (nominativo)
mario mangia una mela (accusativo)
mario regala un libro a giovanni (oggetto indiretto→dativo)
Due tipi di sistemi→ Il primo sistema del latino(uguale a italiano)--> pronomi
personali italiano (io, me: tu, te) si usa te quando è complemento e Tu come
soggetto.
Il soggetto è sempre in una forma e l'oggetto nella propria forma.
L’italiano ha un sistema di casi che si possono chiamare accusativo e nominativo→ il
soggetto non cambia se il verbo è transitivo o intransitivo es. Tu cammini, tu mangi..
L’accusativo non cambia forma in nessun caso.

Categoria tipica dei nominali, il caso dà informazioni sulla funzione sintattica che un
nome ricopre nella frase (soggetto, oggetto, oggetto indiretto, modificatore di un
nome) o sulla funzione che l’entità denominata dal nome svolge nella situazione
descritta da una frase (luogo, strumento o altro).

Principali sistemi di caso


Nominativo/Accusativo: il primo è il caso del soggetto, il secondo del complemento
oggetto.
Ergativo/Assolutivo: il primo è il caso del soggetto dei verbi transitivi, il secondo è
l’insieme il caso del soggetto dei verbi intransitivi e del complemento oggetto dei
transitivi. Ce l'ha solo una lingua peculiare perché pur trovandosi in mezzo a lingue
come francese e spagnolo (tipo fusivo-flessivo).
Verbo transitivo→ il soggetto è ergativo e soggetto assolutivo.
Io mangio una mela (IO caso ergativo, una mela CASO ASSOLUTIVO)
intransitiva→ il soggetto sarà assolutivo come l’oggetto.
La classificazione tipologica
lingue nel mondo (attenzionare libro)
classificazione genealogica→ mette insieme lingue che derivano dalla stessa lingua
madre.
classificazione areale→ mette insieme lingue che vengono parlate nella stessa area
geografica.
classificazione tipologica→ si fonda su parametri di comportamento linguistico (tutte le
lingue che non hanno il fono F-fricativa labiodentale)

La classificazione tipologica prevede il raggruppamento delle lingue in base a somiglianze (e


divergenze) strutturali analisi di livelli omogenei delle lingue: tipologia fonologica, tipologia
morfologica, tipologia sintattica… i livelli devono essere omogenei.
● due lingue sono tipologicamente correlate se manifestano una o più caratteristiche
comuni; la correlazione non è sempre sovrapponibile alla parentela genealogica,
anche se non è raro che lingue della stessa famiglia siano tipologicamente affini;
● “la ‘tipologia linguistica’ si occupa di individuare che cosa c’è di uguale e che cosa c’è
di differente nel modo in cui, a partire dai principi generali che governano ‘le lingue
possibili’, le diverse lingue storico-naturali sono organizzate e strutturate”
Compiti della tipologia linguistica
➔ Esplorare i limiti della variabilità interlinguistica;
➔ capire quali sono i limiti che le lingue non possono superare
➔ spiegare perché, dato un insieme di strutture formali teoricamente possibili alcune
sono molto più diffuse di altre. Es: nel 97% circa delle lingue del mondo il soggetto
viene prima dell’oggetto;
➔ individuazione degli universali linguistici ( saranno caratteristiche possedute
universalmente da tutte le lingue).
➔ Classificazione delle lingue in tipi linguistici (tipo consonanti, tipo morfologico in un
modo, tipo sintattico in altro modo..)

Universali
→ sono proprietà valide per tutte le lingue o per la maggioranza delle lingue, oltre
alle caratteristiche essenziali del linguaggio umano (ricorsività, doppia
articolazione..) non dipendenti da relazioni di parentela o da fenomeni di contatto.
→‘leggi’ che limitano la variazione tra le lingue
● Universali assoluti→tutte le lingue presentano uno stesso fenomeno grammaticali:
➢ Tutte le lingue hanno vocali e consonanti
➢ tutte le lingue hanno vocali orali
➢ tutte le lingue hanno sillabe con struttura CV (consonante-vocale)
➢ in tutte le lingue si distinguono nomi e verbi
➢ tutte le lingue hanno una costruzione interrogativa

Esempi universali
J. Greenberg 1966 Universals of language
i sistemi di caso:
Universale 38: in presenza di un sistema di casi, l’unico caso che può essere espresso
mediante un affisso zero (cioè che può essere privo di una desinenza specifica) è
quello che include tra le sue funzioni quella di soggetto del verbo intransitivo.
Universale 41: se in una lingua l’ordine non marcato dei costituenti è SOV o OSV
(verbo alla fine), tale lingua avrà quasi certamente un sistema di casi.

se una lingua ha i casi questi casi avranno sempre la loro controparte formale ovvero
desinenza
joseph greenberg 1966
● Universali implicazionali (se P allora Q): tutte le lingue del mondo si comportano allo
stesso modo in relazione alla combinazione di due o più parametri, ovvero se una
lingua presenta una determinata caratteristica, allora ne presenta anche altre:
es: se la lingua ha genere, quella lingua avrà anche il numero, mentre il contrario non è
possibile (non ci sono lingue che marcano la categoria del genere ma non quella del
numero).

Gerarchie implicazionali
● Gerarchia implicazionale (se A allora è B, allora C): catene di implicazione
es. gerarchia dei valori di numero
- triale > duale > plurale > singolare
→Non esistono lingue che marcano, ad esempio, il triale, ma non il plurale
es./2: gerarchia dei termini di colore (berlin&kay)
–Bianco e nero> rosso > giallo o verbe> giallo e verde> blu> marrone…
(la gerarchia dei termini di colore è molto discussa e ne sono state proposte diverse forme).

Tipologia morfologica (slide)


tipo morfologico: le lingue variano a seconda della struttura tipica della parola, della
sua segmentabilità o meno in morfi, della presenza più o meno forte di allomorfia.
I principali tipi morfologici conosciuti sono quattro: isolante, agglutinante, flessivo,
polisintetico.
Due criteri per individuare i tipi morfologici:
➢ numero medio di morfemi per parola: indice di sintesi.
➢ numero di morfemi per morfo: indice di fusione.

indice di fusione (numero di morfemi per morfo): tabella da ricopiare


basso→ tipo isolante
alto-basso→ tipo agglutinante
alto→ tipo flessivo

Lingue isolanti
Le parole dalla struttura molto semplice: un solo morfema (lessicale)
basso indice di sintesi 1:1
LINGUE ANALITICHE hanno bisogno di perifrasi fatte da molte parole x esprimere
concetti. Io mangiai (forma sintetica) Io ho mangiato (forma analitica)
categorie espresse in modo analitico, tramite il lessico o la sintassi.
esempi: vietnamita, cinese, thailandese..e inglese.
Italiano lingua sintetica
Lingue agglutinanti
Agglutinanti→ base è Glutine indica il fatto che le parole sono costruite tramite la
agglutinazione di altri pezzi.
La struttura della parola molto complessa (catene di morfemi)
→alto indice di sintesi 3:1
I morfemi hanno un valore unico ed una sola funzione (assenza di morfemi
cumulativi)
parole trasparenti, facilmente segmentabili.
es. turco, ungherese, finnico, giapponese, esperanto.
Turco: declinazione della parola el ‘mano’
S Pl
nominativo el el-ler
accusativo el-i el-ler-i
genitivo el-in el-ler-in

Lingue fusivo-flessive
- morfologia molto ricca: molte categorie sono espresse tramite la morfologia
- altissima allomorfia( per ogni morfema abbiamo vari allomorfi)
- casi di OMONIMIA tra morfi
- ridondanza (=ripetizione delle stesse marche su ogni costituente di un gruppo di
parole).
indice di sintesi 2:1—> 2 morfemi x parola
ES. lingue indoeuropee come greco, latino e lingue romanze, russo.
latino: puell-arum ‘delle ragazze’
ragazza-GEN.PL.1 DECL.(femm)
italiano: l-E, mi-E, student-ess-e

Lingue polisintetiche (incorporanti)

- ricca morfologia
- si dicono polisintetiche perché hanno un altissimo indice di sintesi e perché creano
parole incorporando il verbo col soggetto
sono lingue sintetiche
nelle parole possono apparire due o più morfemi lessicali (in italiano 1 morfema
lessicale o max 2)
tendono a corrispondere a ciò che in altre lingue sarebbero stati frasi
indice di sintesi 4:1→ 4 morfemi per parola
es: lingue amerindiane, paleosiberiane, australiane
Categorie grammaticali (flessive)
ogni lingua grammaticale è una classe di scelte/opzioni obbligatorie→ in italiano
possono scegliere tra femminile e maschile. Una volta che scelgo il femminile non
posso scegliere il maschile. Le opzioni sono complementari.
nelle varie lingue nel mondo le categorie grammaticali non ricevono lo stesso tipo di
flessione ma saranno determinate dal Tipo. anche in lingue diverse usa il lessico per
esprimere la grammatica
Omogenee→ se io dico prima persona plurale non è una opzione possibile. La prima
persona appartiene alla categoria della persona e singolare e p
Il parlante italiano deve utilizzare in modo appropriato le varie opzioni :
MANO→ parola femminile nonostante l’uscita in O
devo accordare scelte femminili: la Bella mano, LA mano..
Le categorie lessicali(nomi, pronomi…….)
categorie grammaticali le usiamo per flettere le cat. lessicali → genere e numero
categorie flessionali rilevanti x la flessione dell’aggettivo sono genere e numero
x la flessione del verbo sono persona, tempo, modo..
Definizione (slide)
➔ Vocabolario filosofico greco; significava “predicazione” ovvero il modo in cui
qualcosa può essere detto a proposito di qualcos’altro. In linguistica esso è stato
utilizzato per indicare oggetti disparati: le parti del discorso, le entità nozionali di
genere, modo, tempo, etc..
➔ Ai nostri fini chiamiamo CATEGORIA GRAMMATICALE OGNI CLASSE DI OPZIONI
GRAMMATICALI COMPLEMENTARI ED OMOGENEE.
➔ COMPLEMENTARI→ perché la scelta di un’opzione esclude l’altra (la scelta del
singolare esclude il plurale, quella del maschile il femminile etc.) e
➔ OMOGENEE→ perchè originano dalla codificazione di una stessa nozione
grammaticale. (es. un’opzione è costituita dalla prima e dalla seconda persona del
verbo perché entrambi riguardano la categoria di ‘persona’; una classe che
comprenda la nozione di prima persona e quella del singolare non sarà omogenea).
➔ la categorizzazione è un'attività primaria del pensiero

CATEGORIE GRAMMATICALI
- “La grammatica di ciascuna lingua rende obbligatoria l’espressione di determinate
categorie grammaticali da parte dei lessemi che appartengono a determinate parti
del discorso. Le categorie grammaticali espresse in italiano sono:
Il numero per i nomi, genere e numero per gli articoli e gli aggettivi, persona,
numero, tempo, aspetto, modo e diaatesi (detta anche Voce) per i verbi, persona,
numero, caso e genere (quest’ultimo solo nelle forme di terza persona singolare) per
i pronomi”.
- “Ogni categoria grammaticale è rappresentata, in una determinata forma flessa di un
determinato lessema, da uno dei suoi valori (detti anche Tratti Morfosintattici); ad
esempio, la categoria del genere in italiano può avere due valori maschile e
femminile, la categoria del numero i due valori singolare e plurale”.

“In italiano ogni lessema che appartenga alla classe dei nomi si presenta
necessariamente o in forma singolare o forma plurale;
-ogni lessema che appartenga alla classe dei verbi si presenta necessariamente in un
certo modo, tempo e persona”.
Le categorie grammaticali sono l’espressione linguistica di alcune dimensioni
cognitive fondamentali dell’esperienza umana, quali la nozione di numerosità o
quella di tempo. Queste nozioni stanno alla base di una concettualizzazione astratta
che può esprimersi in maniera parzialmente diversa da una lingua all’altra.

Identificazione delle categorie

a priori: si analizza a fondo il concetto di lingua ipotizzando che da questa analisi si


possano derivare, in modo logicamente inevitabile, alcune categorie;
a posteriori: osservando empiricamente il maggior numero possibile di lingue, si
ricostruiscono le classi di opzioni che ciascuna di esse presenta: una categoria è
definita quando si manifesta in un numero sufficientemente……continua slide

non ci sono lingue che non abbiano parole per indicare IO e TU


la terza persona si può esprimere in tante parole lei/lui/

Categorie coperte scoperte


X esempio nell’ambito della categoria del genere in una lingua italiana, il genere ha
solo due valori, noi abbiamo una categoria scoperta se sia il machile e il femminile
sono espressi da morfemi dettati, sennò sarebbe stata aperta.
Whorf: sono scoperte le categorie in cui ogni membro dell’opzione grammaticale ha
una contropartita sul piano dell’espressione, sono coperte quelle per le quali ciò non
si verifica.
Categorie scoperte→ il genere in italiano
Categorie coperte→ il genere in inglese.

SISTEMATICHE O ISOLATE
➔ Sistematiche: si applicano a tutte le forme di una certa classe
➔ Isolate: si applicano solo ad alcune forme di una certa classe.
La nozione di ‘caso’ in latino è sisematica, in italiano isolata.
- Le distinzioni tra categorie coperte e scoperte, sistematiche ed eisolate possono
incrociarsi dando luogo a quattro possibili combinazioni: categorie coperte
sistematiche, coperte isolate, scoperte sistematiche, scoperte isolate.
Es. il CASO in italiano è una categoria scoperta isolata; il genere in inglese è una
categoria coperta sistematica.
Una tale classificazione è molto utile dal punto di vista diacronico: le categorie
coperte sistematiche appaiono infatti diacronicamente più stabili, mentre le categorie
coperte isolate hanno maggiori probabilità di subire erosione nel processo
diacronico. Es. il caso del cosiddetto ‘che’ polivalente in italiano.

Persona
E’ LA CATEGORIA MEDIANTE LA QUALE LE LINGUE POSSONO SEGNALARE CHI è
LEMITTENTE E IL RICEVENTE DELL’ENUNCIATO.
-E’ la risorsa mediante la quale le lingue hanno la possibilità di segnalare chi è l’emittente di
un enunciato e chi il ricevente.
-L’indispensabilità di un emittente e di un ricevente nell’enunciazione fa sì che le
nozioni di prima e seconda persona possano essere considerate UNIVERSALI
LINGUISTICI.
-La persona è una categoria Deittica, ovvero designa entità che mutano al mutare
del contesto dell’enunciazione.
-La terza persona, a differenza delle prime due, designa un’entità che non è
necessariamente presente e che non deve di necessità essere una persona.
-Per questo motivo la prima e la seconda persona sono sempre rappresentate da
termini dedicati mentre la terza non sempre viene designata e riconosciuta in modo
analogo.

appunti prof→L’emittente e il ricevente sono fondamentali, la PERSONAE’


fondamentale ed è una categoria universale.

Numero
- Si manifesta nella sua forma più elementare nell’opposizione tra singolare e plurale.
Ha certamente a che fare con l’indicazione della quantità in senso cardinale, ma
questa semplice funzione si intreccia con aspetti di natura morfologica, semantica e
logica.
a) Aspetti morfologici
1) La maggior parte delle lingue distinguono singolare e plurale; il primo si differenzia
dal secondo per una marca morfologica apposita (italiano, latino) oppure perché ha
un morfo zero (inglese).
2) Alcune lingue aggiungono alla distinzione precedente il DUALE, una forma speciale
che designa entità che si presentano in coppia.
3) Poche lingue hanno sistemi che comprendono anche un TRIALE e un PAUCALE.

Casi profondi (o ruoli semantici/tematici)


-agente: la persona che intenzionalmente dà inizio a un’azione o a un evento
(Lucia sposta i mobili; Mario gioca a calcio);
-paziente: la persona o cosa che subisce un mutamento per effetto di un’azione o di
un evento non causato da essa (ad esempio Giovanni ha rotto una tazza, Mario è
stato abbandonato da Carla);
-Tema (in molte descrizioni questo ruolo include anche il precedente, che quindi non
è previsto nella lista): La persona o cosa che si trova in un certo stato di cose, o è
modificata dall’azione espressa dal predicato (ad esempio, Carlo posa la penna sul
tavolo);
-Esperiente: l’entità senziente che sperimenta uno stato psicologico come conoscere,
percepire, provare un’emozione (ad esempio Paolo è felice, Luca è d’accordo con
me..)
-Beneficiario: l’entità che trae beneficio da un evento (ad esmpio Dausto prepara un
dolce per Lisa. Ti ho fatto un regalo);
-Strumento: entità, normalmente inanimata, manipolata da un agente nel compiere
un’azione (ad esempio, la tua chiave apre la porta di casa meglio della mia).

Il genere grammaticale
Il pronome sostituisce il nome.

● Che cos’è?
Il genere è una categoria biologica , e quando se ne parla viene definito SESSO
biologico.
Il genere è una categoria socio-culturale.
Una categoria grammaticale delle lingue
- Morfologica→ il genere è una proprietà inerente dei nomi(che io non
stabilisco il genere del nome in base alla frase ma l’ho imparato assieme al
nome: DONNA so che è femminile, Telecomando maschile). Può essere
espresso tramite mezzi grammaticali o lessicali.
Bambin-O maschile bambin-A femminile.
quando è grammaticalizzato viene espresso tramite suffissi derivazionali.
- sintattica→ centralità dell’accordo→ cantante (sia fem che masch) lo
capiamo dall’articolo o aggettivo che palesano il genere.
➢ Sistematica covarianza tra elementi di una catena sintagmatica
➢ un elemento , generalmente un nome, detto controller, determina la
morfologia di altri elementi, come articoli, aggettivi, pronomi relativi o
anaforici, nonchè forme verbali, detti target.
➢ il ruolo del genere nell’accordo non è lo stesso in tutte le lingue
➢ l’accordo definisce la modalità con cui in una determinata lingua il
genere si realizza nell’uso
➢ Esso stabilisce il numero di generi riscontrabile in una lingua
esempi di accordo: il dizionario etimologico è sul tavolo rosso

Nomi ibridi
- I nomi ibridi sono quei nomi la cui forma comporta l’assegnazione di un genere che
contrasta con il significato del nome (soprano, guardia..).
- Il conflitto tra i due aspetti non è risolto chiaramente e così anche questi nomi
possono assumere forme di accordo dell’uno o dell’altro genere.
- L’oscillazione riguarda in modo piuttosto uniforme tutti i parlanti

Nomi cartellino
- La nominalizzazione di frasi, parole, lettere singole, brevissime citazioni isolate dal
loro contesto e trattate come se fossero incluse fra virgolette.
- Elenco preciso impossibile poiché la nominalizzazione di una parola o di un verbo è
sempre possibile.
- In italiano hanno di norma il genere di default, ovvero il maschile, con alcune
eccezioni (un ave è maschile ma un'avemaria è femminile).
Sono per lo più considerati invariabili nel valore che riguarda la categoria di
Numero, con alcune eccezioni motivate dal permanere nell’uso (i benservito - i
benserviti).

Il genere come categoria semantica e/o nozionale


Il genere di certi nomi è determinato dal significato / referente.
8 fondamentali distinzioni:
● animato/inanimato
● razionale/irrazionale
● umano/non umano
● maschile umano/altro
● forte/debole
● accrescitivo/diminutivo
● maschile/altro
● maschie/femminile/asessuato

Criteri semantici principali:


★ Sesso, animatezza, forma e dimensione
Quanti generi?
https://wals.info/feature/30A#2/17.3/149.6

Assegnazione del genere


fonte principale Corbett 1991
- I meccanismi di assegnazione del genere costituiscono un aspetto della competenza
linguistica del parlante nativo, funzionale al controllo del proprio lessico nominale e
alla gestione delle sue occorrenze di contesto.
- Una regola di assegnazione di genere è una regola formulata come un’implicazione
del tipo (1), per cui sulla base di una proprietà X di un nome, è possibile predire che
quel nome ha un certo genere:
(1) Proprietà X→ genere a

Sistemi di assegnazione del genere


● Sistemi di assegnazione semantica→ il genere assegnato a un nome è determinato
da qualche aspetto del suo significato/referente;
● Sistemi di assegnazione formale: il genere assegnato a un nome è determinato da
qualche aspetto (fonologico o morfologico) del suo significante;
In nessuna lingua studiata è stato riscontrato un sistema di assegnazione su base
esclusivamente formale;
● Nella maggior parte delle lingue i due tipi di sistemi coesistono e si interconnettono
in un denso sistema di relazioni.

Assegnazione formale (derivazionale)


● -essa forma nomi femminili
● -ume forma nomi maschili

L’italiano
● Nomi di genere fisso: maschile e femminile sono termini completamente diversi, che
non hanno radici comuni, come fratello/sorella, marito/moglie o per gli animali,
toro/mucca.
● nomi di genere comune: i termini sono di fatto ambigeneri, ovvero in sostanza, basta
cambiare l’articolo: il/la pediatra, il/la custode, il/la docente.
● nomi di genere promiscuo (In grammatica: nomi promiscui, i nomi che possono
designare sia il maschio sia la femmina di certi animali (per es. il leopardo, la pantera).
la definizione si riferisce a nomi di animali che hanno un’unica forma, come tasso o
tigre, così che il genere opposto si forma aggiungendo un descrittore, come il tasso
femmina o il maschio della tigre. Potremmo includere in questa categoria, con una
piccola forzatura, anche i termini riferiti agli essere umani che hanno un’unica forma
grammaticalmente non ambigenere, come vittima o pedone, e anche i sostantivi che
sono femminili anche se riferiti tradizionalmente a soggetti maschili (la guardia, la
vedetta, la sentinella, la spia). Sono un’eccezione, dunque, che non mina in nessun
modo il sistema nel suo complesso;
● nomi di genere mobile: sono gli unici che si declinano in base alle regole
morfologiche previste dall’italiano. Ne esistono di vari tipi: rettore-rettrice (minatore-
minatrice), maestro-maestra (ministro-ministra). Altre coppie sono irregolari, come
abate-badessa, dio-dea, eroe-eroina: per questo in caso di dubbi conviene verificare
la forma più corretta e più usata in un dizionario sufficientemente aggiornato.
Regole di risoluzione di genere
● Sono regole che specificano il valore di genere di un elemento target quando
il controller consiste di sintgami coordinati.
Mary and John are nice
Maria(f) e Giovanni (m) sono simpatici (m)
● Risoluzione su base semantica
● Risoluzione su base sintattica

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