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I CAPITOLO LESSICO

Distinzione lessico (lessicologia) e dizionario (lessicografia tradizionale e


computazionale)
Lessico e dizionario: il primo è l’insieme di parole, il secondo è la
descrizione
Differenza è anche classificazione che nel dizionario è alfabetico, il
lessico invece ha una classificazione morfologica (fiore, fiorellino) o
semantica, o sintattica.
Dizionario: descrizione lessico? Tentativo di descrivere il lessico. Non è
mai esaustivo rispetto agli usi della lingua. Esistono parole rare o che
sono solo accessibili al parlante.
Per questo parliamo di discipline che parlano di cose differenti.
La lessicologia studia i rapporti tra le parole (proprietà intrinseche e
combinatorie). Il lessico in ling. Veniva considerato come una parte della
grammatica che mancasse di organizzazione → trovare un modello
lessicologico (strumenti formali). Il compito della lessicografia è fornire
la giusta descrizione di informazioni. Tra lessicografia e lessicologia non
c’è grande comunicazione.
Semantica e lessico sono incidentali, non si sovrappongono.
Distinguiamo parole e significati: Terra – pianeta del sistema Solare.
Fenomeno di Lessicalizzazione: 2 interpretazioni (Lyons) ogni parola che
viene lessicalizzata entra a far parte del lessico (dinamica);
univerbazione, una flessione nominale viene lessicalizzata (cantante);
interpretazione statica (fenomeno lessicalizzazione dalla parola risultante
legno in italiano e in francese).
Rapporto concetti-parole è complesso no 1 a 1, usare una parola per più
concetti: muovere (MOTO), andare (MOTO + DIREZIONE), camminare
(MOTO + SRUMENTO) broommer. Il I tipo di lessicalizzazione è
sintetico (compressione).
Più parole: avere paura (paurare? No). Lessicalizzazione analitica
(distribuzione).
Spaventarsi e prendere uno spavento (tutt’e due)
Etichettanti e descrittive: Nord America (lingue descrittive: frasi per una
parola, “su di lei ci mangio sempre”)

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Confronti tra lingue: innatista (aspetto superficiale semantico e lessicale
divergenze perché alcune lingue sono più analitiche, ad esempio gli
inglese tempo lo dicono in modo diverso) e relativista
(concettualizzazione è determinata dalla cultura e dalla lingua).
Diversi tipi di associazione: non c’è coincidenza tra lessico e parola (non
cattura tutti i fenomeni presenti nel lessico).
Le parole contenuto e funzione: (parole lessicali e grammaticali/piene e
vuote). Le parole contenuto isolate hanno senso. Le funzionali no.
Queste classi di parole possono poi essere aperte e chiuse, le prime sono
aperte perché possono accogliere sinonimi (cellulare, telefonino ecc.) le
classi chiuse sono più sviluppabili in diacronia
Significato grammaticale: morfemi non lessicali e strutture sintattiche.
ES. il treno è stato soppresso (forma di significazione dare forma passiva)
Morfemi non lessicali: -a
Categoria semantica e realizzazione formale: ricevere è un verbo passivo
lessicale, non ha forma passiva perché già lo è
S. Sint e morfemi hanno significati: categorie: numero, genere, aspetto,
tempo, diatesi.
Genere: grammaticale e naturale (casi in cui una parola presenta morfema
femminile senza cause biologiche forchetta)
Il tempo: dipende da lingua a lingua (domani vado al mare)
Aspetto: modo in cui azione è presentata (aspetto ingressivo, progressivo,
o aspetti legati alla morfologia: perfettivi (giulia cantò), imperfettivi
(cantava), completi (canta una canzone), assoluti (canta)
Diatesi: attivo e passivo (ricevere subire)
Anche strutture sintattiche e morfemi hanno un significato.
Descriviamo la tendenza delle parole in quanto non possiamo identificare
perfettamente la differenza tra lessicale e grammaticale.
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Problematico per la lessicologia definizione di parole (comune:
delimitazione tra spazi bianchi), esistono parole come compralo che
hanno più parole; esistono stesse forme di una parola: qual è la forma
principale?; lessema: forma base. Lemma: voce che troviamo nel
dizionario.

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Derivati: significato prevedibile e significato idiosincartico, da
distinguere: libretto (piccolo libro, libretto dell’opera).
Alle parole composte sono vere parole se nel dizionario sono parole
uniche o giunte da un trattino.
Espressioni nominale: viste dalla lessicologia come lessemi: esprimo un
concetto saliente: costituente semantico (palla al piede, tavola rotonda).
Unità lessicali superiori, espressioni multiparola ecc.
Parole composte: associate a parole complesse o lessemi complessi, ma
non è così perché con questa accezione
Omonimia e polisemia: carattere (psicologico) e carattere (segno grafico).
Distinzione può essere più definita in diacronia o attraverso il criterio
etimologico/parentela.
Ritagliare le parole per capire se sono composte o meno: inserire
aggettivi o avverbi e capire se possono essere separati. Oppure ha senso
“è rotonda la tavola?”. Oppure usare un’altra parola, sostituibilità
paradigmatica: “camera d’attesa”.
Tipi di parole si distinguono dalla loro genesi: -regole di formazione di
una determinata lingua -fissazione di rapporti semantici e sintattici
(purtroppo deriva da pure troppo); prestiti.
Parole semplici: ieri, cane
Parole complesse: morfema lessicale e uno derivazionale (tavolino,
senzatetto)
Parole sintagmatiche: insiemi, non sono sintagmi isolati (nome + da +
nome, nome + di/a/per + nome, nome + aggettivo, verbi + pronomi, verbo
+ pronome + avverbio)
Composti incorporanti: parole formate attraverso incorporazione (siberia
e nord america; in italiano: manomettere, crocifiggere).
Composti giustapposti: costituiti da più elementi lessicali messi uno dopo
l’altro lungo una catena sintagmatica (busta paga, divano-letto)
Prospettiva tipologica: parole isolanti, agglutinanti, polisintetiche, fusive
e introflessive.
Isolanti: cinese mandarino: un unico morfema lessicale: boy house dog in
inglese

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Polisintetiche: america del Nord e siberia: formate da più morfemi sia
lessicali che grammaticali
Agglutinanti: morfema lessicale + flessivi e derivazionale : ordine rigido.

CAPITOLO II
Info lessicale: info in una parola. Significato, ad esempio, proprietà
semantica.
Distinzioni oltre grammaticale e lessicale
Denotativo: parte oggettiva del significato di una parola
Connotativo: attitudine del parlanti nei confronti della parola (mamma,
bici, fanciullo)
Collocazionale secondo alcuni: pioggia battente, saluto caloroso, quelle
che sono legate l’un l’altra per forza

Le parole sono caratterizzate da delle proprietà: foniche, grafiche,


morfologiche (proprietà relative alla struttura morfologica e
comportamento morfologica →indeclinabile)
Lingue si distinguono in base alla classe lessicale: nomi, aggettivi,
avverbi, nomi. Comportamento sintattico o morfologico si evidenziano.
Pasto non ammette un avverbio.
Poi ci sono parole che si comportano sia da nomi che da verbi.
Esempi di parole con più classi lessicali: info lessicale inserita nella
parola? Ipotesi di classe lessicale di default, che dipende dal contesto
(perché, il perché). Ipotesi: info dipende dal contesto sintattico.
Le info in parola sono significato, struttura fonologica, morfo e classe
lessicale. Poi ci sono i predicati che dicono qualcosa a proposito dei
referenti indicati da altre parole. Le parole a cui i predicati si riferiscono
sono anche dette argomenti.
In un primo momento potremmo associare i complementi al concetto di
argomento. “Per tre giorni” non è un argomento.
I verbi possono essere classificati in base alla struttura argomentale.
Zero: piovere
Mono: cadere
Tri: dare

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I verbi oltre a veicolare l’info ci presentano il modo. Rimanere: stato che
perdura nel tempo. Scoppiare: istantanea. Aktionart: aspetto. L’info
azionale viene rappresentata dalla struttura eventiva.
I verbi rispetto alle altre parole hanno quindi la struttura argomentale e
l’Aktionsart.
Distinzione tra info lessicale e conoscenza enciclopedica: esistono
sostenitori minimalisti (nulla che sappiamo dall’esperienza rientra nel
significato di una parola: cane non distinguiamo i possibili tratti che
caratterizzano l’animale), massimalisti (in esso sono iscritte info
specifiche, aggressività, ecc.).
Il compito della semantica lessicale di trovare significato alle parole: le
parole hanno come proprietà intrinseca la polisemia: mangiare un sacco e
sacco di patate. CONTESTO è importante. Partiamo dal significato della
parole per costruire il significato delle frasi: ma ci sono casi come le
espressioni idiomatiche che non sono un semplice calcolo algebrico di
componenti.
Prima di arrivare all’analisi della polisemia.
Contesto: elementi che sono adiacenti ad una parola che la precedono o la
seguono.
Contesto sintattico.
Contesto semantico (saltare un fosso, saltare un pasto)
Contesto linguistico e situazionale (pragmatica/extralinguistiche: il tuo
amico è proprio forte: simpatico? Energico?).
Weinrich: vari tipi di ambiguità tra le parole: contrastiva (miglio unità di
misura e pianta, omonimia), complementare e polisemia (una parola con
più significati, collo vabbè).
La polisemia: è dimostrato che le parole più polisemiche in assoluto sono
i verbi.
Nei nomi ci sono una serie di polisemie regolari legate a rapporti
qualitativi: alternanza massa/oggetto (l’oro lucicca, le hanno rubato gli
ori), contenitore/contenuto (bicchiere berlo o romperlo),
prodotto/produttore (guido una subaru..), pianta/frutto, ecc.
Fenomeni noti già dall’antichità: sineddochi e metonimie. “Vado
all’università).

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Metafora: parola rappresenta figurativamente qualcos’altra (piovono
proteste, divorare un libro). Soprattutto nei verbi
Letterale/figurato
Causativo/integrativo
Altri autori hanno proposto di parlare di vaghezza (è un grosso libro)
Significato delle parole è affrontato sia da filo generale che dalla
linguistica.
Significato linguistico: ipotesi formulate: referenziale, mentalista,
strutturale e prototipicità (evoluzione del mentalismo), distribuzionale
(computazionale).
Referenziale: relazione parola e un referente reale di ciò che viene
nominato. La sedia che ho comprato è scomoda. Sedia: strumento noto.
Comprare: serie di processi. Scomoda: una delle caratteristiche della
sedia.
Le parole non coincidono con il significato per forza: mio marito, l’uomo
con cui vivo, ecc.
Denotazione e designazione: risp. stasera si mangia pesce, il pesce che
abbiamo mangiato ieri. Primo caso classe di parole, pesce di ieri
designiamo un pesce specifico.
Mentalista: rapp. Mentale, concetto. Era già presente in Aristotele: tre
ordini di entità: cose, immagini mentali, parole foniche. Il M. è efficace
perché attraverso la lingua facciamo riferimenti che vanno oltre il mondo
delle cose, che non prescindono dall’intenzione del nostro modo di
parlare. Es. Luca ha rotto il vetro, il pallone ha rotto il vetro, il pallone è
stato rotto da Luca, c’è ancora del vetro per terra. Il M. è alla base del
cognitivismo. Enfatizza il legame tra concettualizzazione e esperienza
fisico-percettiva. La parola non è una fotografia della realtà ma è frutto di
una interpretazione.
Mantenere distinzione tra concetto e significato: concetti cognitivi e
concetti lessicalizzati. I primi sono meno stabili (cultura, individualità), i
secondi più condivisi.
Strumentale: valore che la parola assume in relazione alle altre parole nel
campo semantico: sgabello, sedia, poltrona. Valore semantico di una
parola: contenuto info, acquisito per esclusione. Questo approccio:

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accento su capacità della lingua di modellare i concetti e mettere in
relazione tra di loro parole soprattutto che appartengono allo stesso
ambito semantico.
Prototipica: prototipo (scienze cognitive e psicologia). In quali termini
noi determiniamo un oggetto per bere alla classe delle tazze o a quello dei
bicchieri. Categoria: insieme di elementi che hanno eguale status: donna è
definita come adulto umano e femmina. Per i prototipi la C. vede al
centro un elemento esemplare, prototipo, e attorno gradi diversi di
similarità. Es. sedia (braccioli, schienale, piedi, ecc) insieme di tratti non
è necessario. La visione prototipica ha introdotto un nuovo modo di
vedere il concetto nel triangolo semiotico: al centro c’è un prototipo.
Camminare: il gatto cammina sul tetto; il cavallo cammina per strada (ha
gli zoccoli, i piedi del gatto sono invece più simili agli umani).
Distribuzionale: distribuzione di una parola all’interno di diversi contesti:
il significato di una parola lo si deduce dalla co-occorrenza con altre
parole: tavolo e automobile è scarso rispetto a bus e auto. Significato:
luogo in uno spazio semantico, la somiglianza semantica è prossimità tra
questi luoghi.
I problemi nel significato di una parola dipendono dal contesto e dalla
polisemia: operazione svolta dalla semantica è calcolo sintagmatico del
significato:
Principio di composizione: ogni parola ha un significato che combinato
permette di dare senso alla frase. Ogni parola ha delle restrizione. Vale
solo per parole monosemiche. La prima teoria è quella dell’enumerazione
dei sensi: una parola ha al suo interno i vari significati che emergeranno
una volta che la frase si sia combinata. La selezione del significato
pertinente spetta all’ambito sintagmatico.
Concezione dinamica del significato lessicale: permeabilità di una parola
di accordarsi con quella adiacente: generazione: primato della dimensione
sintagmatica, in quanto livello al quale i sensi stessi sono generati.
Pustejowski: oltre a composizionalità co-composizione, forzatura,
legamento selettivo.
Calcolo sintagmatico del significato: una serie di principi, quindi, per
individuare il modo in cui interagiscono le parole tra di loro.

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Co-composizione: il significato di un verbo è definito dai suoi argomenti. Luca
ha cotto il pane, Luca ha cotto la carne: due co-co differenti: cuocere il pane
significa creare un alimento non esistente in natura, mentre la carne il legame è
diverso. Ribadiamo che il verbo ha una parte non variabile di significato che si
integra col contesto.
Forzatura: associazione verbo-nominale come esempio: certi verbi anziché
denotare un evento denotano un oggetto: smettere una cura, iniziare una
lezione: eventi che vengono resi con un nome: finire gli studi (finire l’attività
degli studi). Comprare un libro/iniziare il libro. Nel secondo caso non vale
l’estensione dell’oggetto libro. Pustejowski definisce queste porzioni
dell’aspetto lessicale come qualia: il principio di forzatura porta a galla il
componente semantico dell’eventività.
Legame selettivo: legame tra nome e aggettivo nell’esempio: l’aggettivo
modifica una parte della semantica della parola presentandosi come una parola
polisemica: questo film è troppo lungo/questo vestito è troppo lungo. Emergono
solo quando l’agg. Si lega al nome. Libro è avvincente. Libro è caotico ci
riferiamo al modo in cui è stato scritto a differenza del primo caso.

Modo di rapp. il significato della parole: diversi formalismi proposti: concetto


di tratto semantico, primitivo semantico (decomposizione), postulato; struttura
argomentale (partecipanti), struttura eventiva; quali.
Tratti semantici: insieme di componenti per il significato; opposizioni esistenti
tra le parole: cane ha differenze perché non umano; analisi che emerge da
analisi dei tratti: inclusioni progressive: camminare (+Moto + Strumento),
zoppicare aggiunge Maniera. Tassonomia, relazioni piramidali, entailmente:
animale/mammifero/vertebrato/ ecc. Infruttuosa la teoria dei tratti perché non
riesce a comprendere tutto e a ridurre con efficacia (geranio).
Decomposizionale.

Primitivi semantici: parole assimilabili a concetti: CAUSARE, FARE; Rompere


(CAUSARE); problematiche dei primitivi: un concetto può essere associato a
un verbo ma non è insito in questo: la vergogna ha arrossito Paolo (CAUSARE
non è un aspetto proprio del verbo arrossire; ciò non vuol dire che diventare
rosso non abbia una CAUSA). ROMPERE può essere scomposto più di
ARROSSIRE (Diventa X rosso), (Xcausa diventa yrotto). 60 primitivi.

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Postulato del significato: aspetti alternativi rispetto a quelli della
decomposizione: certi significati sono correlati tra di loro: anziché decomporre
il verbo Frantumare (xcausa diventa yrotto a piccoli pezzi), correlazione tra
Frantumare e Rompere in piccoli pezzi. Questo formalismo crea mappe di
relazioni di significato.

Qualia: ogni parola ha al suo interno delle parti che si attivano nel contesto:
struttura qualia della parola: ruoli:
f-formale (che cosa di x un y? Il pane è un cibo)
c-costitutivo (di che cosa è fatto x?)
t-telico (funzione: a cosa serve?)
t-agentivo (che cosa lo a creato?)
Qualia distingue info lessicale da conoscenza enciclopedica rapp gli aspetti
lessicali più legati al contesto. Hai svegliato tutta la casa (qualia telico).

Capitolo 4
STRUTTURA GLOBALE DEL LESSICO; classi di parole: insieme di parole
che sono accomunate da punto di vista morfologico e sintattico: verbi ad
esempio. Classe lessicale: categoria gram. O parte del discorso.
Classi: variabili (nomi, verbi, aggettivi) e invariabili (preposizioni, avverbi, ecc)
dal punto di morf. Aperte e chiuse dal punto di vista semantico.
Alcune classi sono principali: nome verbo aggettivo e verbo (gli innatisti
considerano la prep).
Classe di parole può essere identificata morfologicamente ma fa testo a una
serie di proprietà: distribuzionali (articoli) o sintattiche (aggettive).
Maggior parte classi lessicali sono costituite da classi di nomi e verbi
Le parole possono appartenere a più classi: colpire
Sottoclassi.
Classi possono essere individuate
Morfologicamente: priorità di studio, ma non è in grado di raggruppare la
totalità delle lingue ma non raggruppa tutte le lingue.
Sintattico: analisi combinazioni, analisi combinazione che la parola consente
dal punto di vista sintattico.
Semantico: parole che erano costituite con temporalità (onoma) e dimensione
temporale (rema) → Aristotele. Parole che si riferiscono a un’entità; parole che
attribuiscono una proprietà della entità; e qualità (Lyons).

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Corrispondenza tra categorie concettuali e linguistiche: categorizzazione delle
entità costituite da oggetti differenti: tre ordini: 1. Cose che esistono nel tempo
2. Cose che hanno luogo nel tempo (azioni) 3. Cose fuori dal tempo e dallo
spazio (fatti possibili).
Le prime due sono identificate con Nome e Verbo. Rango: capacità di essere
modificate (Lyons). Molti nomi però rappresentano degli eventi: tramonto:
nucleo focale: non è tra le entità di primo grado tramonto.
Distinzione tra verbo e nome ha individuato Opposizione
riferimento/predicazione: è importante capire che il riferimento e la
predicazione non sono delle nozioni ma modi di dare forma alle nozioni: io in
uno stesso evento posso avere modalità entrambe: la casa brucia (predicativo):
oppure attraverso riferimento (il fuoco avvolge la casa).
Sottoclassi di parole: importante relazione tra forma e aspetto semantico: I
modo per analizzare i verbi: tipo di evento che un verbo esprime: verbi di moto
di maniera di percezione di misura. Poi descrizione aspettuale del verbo: di
stato, cambiamento (scoppiare), processo(lavorare, dormire).
Verbo fondamentale è la valenza.
La transatività appartiene ad un altro piano.

Verbi possono essere classificati attraverso Moto, Maniera, Percezione, Misura,


Lancio. Altra classificazione è Aktionsart: verbi di stato, di cambiamento e di
processo. Terzo modo è sulle proprietà di valenza. Dimensione transatività.
Questi ultimi due possono essere valutati come sintattici.
C’è una gerarchia: per il momento la valenza ha delle sottocategorizzazioni, se
gli argomenti sono diretti o indiretti, condizioni semantiche (animate, non),
ruoli tematici (agenti, destinatari).
Quindi i criteri sono chiariti secondo l’ordine: transitività, aktionsart, ecc.
Un v. è transitivo quando è accompagnato da C.O.
V. intransitivi non possono essere passivizzati: inergativi e inaccusativi: I.
ausiliare avere II. Essere. I v. che selezionano essere sono degli intransitivi
irregolari perché possono essere come i transitivi: ho visto molti bambini, ne ho
visti molti.
I verbi inaccusativi: cambiamenti di stato che riguardano un soggetto;
cambiamento di modo
Inergativi: attività intenzionali (nuotare, camminare) o azioni non volontarie
(dormire, tremare).
Gli inaccusativi: è più un essere accaduto al soggetto. Avere è più intenzionale.

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Chiamare e telefonare sono transitivi e intransitivo, ma esprimono stesso
significato.
Valenza: richiesta di argomento o attante per completare il loro senso. Ci
permette di distinguere ulteriormente i t. dagli i. il calcolo non è semplice
perché bisogna distinguere argomenti e elementi accessori. Gli elementi arg.
Sono obbligatori: oggi ricorre il nostro anniv., luca abita a parigi. Ho incontrato
luca proprio oggi, ieri sono stato a parigi. Poi ci sono gli argomenti di default
(luca ha parcheggiato). Oppure argomento sottinteso (luca ha tagliato il pane),
argomento ombra.
È bene quindi distinguere una valenza sintattica da semantica. Necessità della
prima, implicazione della seconda.
Una interpretazione ampliata della struttura argomentale: è il frame semantico:
struttura cognitiva o concettuale evocata da un verbo di cui fanno parte alcuni
partecipanti alcuni argomentali altri accessori. Viaggio: viaggiatore, valigia,
ecc.
Patterns: strutture argomentali con la specificazione del tipo semantico atteso.
Tenere conto rispetto a problema valenza: esistono argomenti che non sono
coincidenti con il predicato: luca è un bravo ragazzo (non è un argomento ma è
un predicato). Nuova distinzione: predicativi e verbi copulativi.
Oltre che dal numero degli argomento in base alla valenza categorizziamo in
base al modo: sintattico: proprietà sintagmatiche degli argomenti.
Soggette a restrizioni sulla selezione i verbi (altro concetto verbi e semantica).
Bere: il soggetto dev’essere animato, l’oggetto liquido.
Ruolo tematico, altra restrizione: agente, paziente, tema, esperiente…
Ad esempio: l’analisi del ruolo tematico di bere presuppone che ci sia una
sintagma nominale animato che si relaziona con un tema liquido.
Aktionsart: principali caratteristiche: dinamismo, durata, presenza e assenza di
un punto conclusivo: i cambiamenti di stato non producono cambiamenti: verbi
a processi indefinito (camminare), definito; istantanei (pietro ha trovato le
chiavi); altre caratteristiche (iteratività, selmeffattivi, ingressività egressività
→trovare è rispetto a cercare); mangiare un panino processo di modificazione;
caratt. Azionali possono essere compromesse dal tempo verbale (mi portò a
casa, mi portava a casa), dalle perifrasi (piove, sta per piovere); dal contorno
sintattico: luca ama disegna paesaggio; luca ha disegnato paesaggio.
Verbi classificati in base a classi semantiche: significato intrinseco: movimento,
percezione, comunicazione, meteo, reciprocità, psicologici…

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Andrea Sansò
Grossman Reiner
Dugas (non)

Obiettivo: raggrupparli in tipologie di verbi. La difficolta di classificazioni


semantiche: significato del verbo non condiziona funziona sintattico.
I nomi vengono classificati con più difficoltà.
I ordine: presentati in base alla loro entità di come viene percepita o
concettualizzata; animata oppure no; ontologia: distinguere tipi di entità dei
nomi (fisici/astratti, animati/inanimati). Concetto di definitezza e concretezza
possono essere concreti. Nomi massa/nomi numerabili distinzione importante: i
nomi massa non presentano plurale (a meno che non li si oggetificizzi); nomi
delineati anche non numerabili come i nomi propri; 3 tipi: massa, numerabili di
singoli individui e di classi di individui.
II ordine: non si riferiscono ad un’entità ma ad un evento; a differenza dei verbi
possono esprimere sia entità che eventi; distinguere quelli derivati da verbi
(camminata) e non derivati da verbi (temporale);

nominalizzazione: procedimento che fa diventare nome qualcosa che non lo è


→inglese: infinito diventa il nome (to run/run, in italiano il fenomeno si verifica
con il bere, il mangiare, ecc. che non possono essere plurali); costruzioni
lessicali (messa a fuoco); nome processo: la costruzione durò sei mesi; risultato:
la c. è alta due piani; le nominalizzazione spesso coinvolgono l’infinito dei
verbi; oltre ad essere chiamati nomi d’azione, sono chiamata nomi eventivi, o
insaturi, diversi da saturi; insaturi: non può funzionare da solo: test utile: che
cosa è avvenuto?; anche per i nomi eventivi è possibile applicare valenza e
aktionsart; il verbo proietta a livello frasale, il nome a livello di sintagma
nominale; ci sono nomi zeroargomentali (il temporale è durato due ore,
atmosferici come per i verbi), monoargomentali (la nascita di lucia, il tuffo di
luca), biargomentali (due argomenti di cui uno è il soggetto), triargomentali (il
rinvio del giocatore della palla è stato inaspettato, al limite dell’accettabilità).

Anche i nomi presentano una obbligatorietà nell’accordarsi agli argomenti: per


la commissione (dei compiti, sottinteso o esplicito) l’assegnazione è stata
difficile; nomi che presuppongono un argomento che possono essere collocati
in una frase non eventiva (quindi senza argomento); il fatto che gli argomenti

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non siano collegati direttamente al nome porta ad un appiattamento superficiale
delle differenze tra gli argomenti, quindi ambiguità (la paura di Paolo è dei
cani, se si omette il primo argomento, ossia di Paolo, si avrebbe la paura è dei
cani, quindi non si sa di chi è la paura, difficile stabilire il numero degli
argomenti a cui si collega il nome); prevalenza strutturale di un argomento su
un altro: abbattere, il nome derivato abbattimento: l’ammin. Ha abbattuto il
palazzo, l’abbattimento del palazzo, l’abbattimento dell’ammin. Solo i primi
due sono consentiti in quanto abbattimento si lega solo a pazienti (che
subiscono), questo tipo di nome è detto passivo e si accorda con il partecipante
che subisce l’azione; per quanto riguarda l’argomento agente di un nome
passivo può essere espresso solo con la locuzione da parte di (in seconda
posizione rispetto al paziente); quindi abbiamo constatato che l’argomento
agente è dipendente da quello paziente e che quest’ultimo è più rilevante;
inoltre è da sottolineare il fenomeno che i nomi derivati da verbi monovalenti
saranno mono.
Aktionsart: nomi di stato, che non hanno un culmine (paura, stanchezza
coraggio); processo indefinito (fasi temporali che si susseguono che non hanno
un punto finale), vengono espressi l’infinito nominalizzato di un verbo (il bere);
i nomi di processo definito: due categorie: I processo le cui parti sono una
identica all’altra (camminata) II momenti diversi l’uno dall’altro (costruzione)
sono telici; nomi istantanei o puntuali (eventi che finiscono con l’inizio), una
loro sottoclasse solo i nomi di una sola volta (salto spinta); quanto durò la
partenza?; dinamici o non dinamici i nomi durativi: è avvenuto? La stanchezza
è già avvenuta? Non ha senso invece la partenza è già avvenuta sì. Definitezza e
indefinitezza e telicità: test: di un tempo x, in un tempo x, ecc.

Sistemi di classi di parole nelle lingue: le lingue vengono comparate attraverso


proprietà raggruppate in sistemi di classi di parole (lingua ideale: ha radici per
ogni classe lessicale. Groelandia: radici per verbi e radici per nomi); nelle
lingue comuni stesse radici per nomi e verbi; comparazione morfologica non
efficace perché ci sono parole che non hanno morfemi; nemmeno il criterio
semantico, anzi è il più debole; quello che si presta di più è quello sintattico:
tutte le lingue hanno una organizzazione sintattica; Hengeveld: org di sistemi di
classi lessicali su criteri sintattici: funzione che la parola svolge (testa o
modificatore) o se è predicativa o referenziale; individuare quattro diverse
posizioni sintattiche: verbo (testa di unità sintattica con funzione predicativa),
nome (testa di una unità sintattica con funzione referenziale), aggettivo

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(modificatore), avverbio (modificatore predicativo); sintagmi predicativi e
referenziali;

questi sistemi possono essere:


differenziati: inglese ha per le 4 posizioni sintattiche 4 elementi lessicali (tutti)
flessibili: non hanno 4 classi di elementi lessicali (in neerlandese non c’è
distinzione tra aggettivo e avverbio; in austronesiano c’è una parola che
raggruppa tutte le classi).
rigidi: non hanno distinzioni, lingue non specializzate (varietà lingue irochesi
orientate verso il verbo)

4 sistemi di classi lessicale


Molto flessibile
Abb flessibile
Differenziato
Molto rigido

Gerarchia tra le classi:


Verbi – nome – aggettivo - avverbio

Relazione paradigmatiche tra le parole:


Paradigma: utilizzato già da Saussure che parlava di associazioni: relazioni tra
classi lessicali: sintagmatiche e associative (operazione mentale che accosta
parole che condividono qualcosa: dal punto di vista di significante (o formale) -
libro, libricino, ecc, veramente, tristemente, ecc. non per forza basate su
somiglianze morfologiche quindi anche grosso, osso, mosso - o di significato
libro, volume, leggere, ecc. contenuto); le relazioni sintagmatiche intercorrono
tra nome e aggettivo (grosso libro, qualcosa di più complesso); i rapporti
paradigmatici: rapporti tra parti interne ad una classe lessicale (ho letto il
volume/romanzo/libro di cui mi hai parlato): quindi intercambiabilità: parole
che possono stare in uno stesso contesto sintagmatico.

Per quanto riguarda le associazioni semantiche tra le parole il primo asse è


quello verticale: gerarchia di sovraordinato sottordinato: veicolo – macchina –
volante
Relazioni orizzontali: barriera/ostacoli
Assi sono utili fino ad un certo punto: implicazione temporale (dormire/russare)

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Associazioni tra significati non tra parole: perché quelle tra parole sarebbero
tipo acceso/spento o acceso/sbiadito
Parliamo anche di associazioni che vanno oltre la classe lessicale in quanto
possono avvenire tra verbi e nomi (partire/arrivo; elezioni/votare)
Rel verticali: iperonimia/iponimia, meronimia/olonimia,
opposizione/antinomia/termini conversi
causa, implicazione temporale, ruolo, modo
Ipo/iper: relazione tra questi due tipi è verticale: ipo è contenuta in iper: è
asimmetrica: il veicolo non è per forza una macchina: un iponimo può essere
iperonimo di altro; relazioni transitive: una utilitaria è una macchina ma anche
un veicolo; co-iponimi: macchina, aereo, autobus; test utili: x è un y, ma y non
è un x – un n1 e altri tipi di n2 (un fuoristrada e altri tipi di macchine); V1 è V2
in un modo particolare (camminare è muoversi in un modo particolare ma non
viceversa). Aggettivi: tipo oppositivo, ma in colorato ad esempio ci sono
gerarichie.
Meronimia/olonimia: maniglia-porta: intero e parti costituenti, oggetto e
sostanza (muro-cemento), insieme e membri (parlamento/deputato), intero –
parti o elementi di cui è composto , luogo o altro luogo in esso contenuto. Modo
efficace per distinguere ipo/iper e questi è che i primi sono tipi, gli altri sono
parti; test più appropriato: x è una parte di y, x ha come parte y; tra classi
differenti: pedalare-bicicletta.
Sinonimia: restrizioni: biglietto/banconota è rilevante il contesto: parapioggia e
ombrello (il primo non ha uso comune e ombrello è polisemico); sinonimi
assoluti e contestuali: testi di sostituzione: oppure è un x quindi è una y; un cibo
è un alimento e un alimento è un cibo; qualcuno x quindi qualcuno y per i verbi;
boccone-morso: analoghi o affini nonostante la vaghezza; criterio basato sulla
semantica per capire quando divergono i sinonimi: dimensione del grado, un
termine esprime lo stesso concetto in maniera più forte o più debole,
pieno/colmo, taglio/contenimento, Modo: sorridere/sghignazzare;
Connotazione: gatto/micio, fare/commettere; registro: colloquiale:
cazzata/sciocchezza; campo: ricetta/prescrizione.

Ora passiamo alle relazione di opposizione: facile/difficile, aprire/chiudere:


paradossalmente bisogna trovare il punto in comune:
comprare/rubare=procurarsi il possesso di qualcosa; in prima istanza abbiamo
gli antonimi: coppie di parole che designano una proprietà o un evento
concettualmente scalari e graduali: esiste una zona neutra non polare: non

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facile/non difficile; non è né x né y; è molto più x che y; questo compito è meno
difficile; marcature: questo vestito è un po’ sporco questo vestito è un po’
pulito; la complementarità è un’opposizione binaria: x è non y: promosso è non
bocciato; conversi: termini in cui la relazione è intrinsecamente necessaria tra
almeno due elementi: comprare/vendere, padre/figlio; per i verbi la conversione
può essere resa con il passivo: x è guardato da y; opposti in relazione alla
direzione che esprimono rispetto all’asse: orizzontale/verticale, sinistra/destra.
Relazioni di causa: fattiva o non fattiva: nel secondo caso si parla di può
causare: x probabilmente causa l’evento espresso da y; implicazione temporale:
russare implica dormire, comprare/pagare; ruolo: inclusa un’informazione nella
parola: ruminare/mucca; relazioni di modo: bisbigliare/parlare a bassa voce.
Pessimismo ammette solo il suo opposto non ha un sinonimo: quindi queste
sono le parole che non ammettono opposti..

Per capire le relazioni sintagmatiche: capire sintagma: elemento linguistico


complesso formato da unione di elementi linguistici più semplice: in fonetica
può essere la sillaba; in linguistica: unione strutturata tra più parole che
funziona come testa sintattica, tra parola e frase; la struttura sintagmatica
dipende molto dall’ordine: frasi prive di senso possono essere sia dal punto di
vista sintattico che semantico; Coseriu ci parla di solidarietà linguistica:
implicazione sintagmatica di contenuto: naso →aquilino; Chomsky usa la
nozione di selezione: in base a questo principio il predicato seleziona i propri
argomenti: sentire →essere animato per forza: restrizioni sulla selezione
(chomsky)
Vari tipi di restrizione:
concettuali/ontologiche: esperienze comuni: non si ammettono associazioni
come quella sedia non smette di parlare
solidarietà semantica: conflitto lessicale: tall/high dire una persona è high non
ha senso; in italiano luca calzava una cravatta rossa è improprio seppur
solidarietà.
Restrizioni di solidarietà considerata dall’uso: essere in angoscia NO, essere in
tristezza NO.
La classificazione che si presenta nel libro, tre principi:
presenza di una restrizione semantica sulla combinazione
possibilità di calcolare il significato della combinazione
sostituibilità paradigmatica e l’autonomia sintattica dei membri della
combinazione

16
I criterio: tenere presente distinzioni tra concettuale/ontologica, rapporti
lessicale su solidarietà semantica, restrizione consolidata dall’uso
II criterio: calcolabilità del significato e disponibilità del referente della parole
nel discorso (bicchiere di vino e bicchiere da vino)
III criterio: sostituibilità e cambiare combinazione sintattica: consentono di
valutare la varietà distr. Di una combinazione e la fissità o coesione sintattica
dei membri di una combinazione.

Combinazione libera: non soggetta a restrizioni: ma non esistono relazioni


totalmente libere: libere sono quelle che garantiscono al creazione ex novo (non
è frase fatta), i suoi membri possono essere combinati con altre parole
mantenendo lo stesso significato, i referenti sono presenti nel discorso, i
membri sono autonomi dal punto di vista sintattico e rispondono positivamente
alle modifiche tipiche di un elemento libero (ho ordinato un libro, il libro che
ho ordinato, il libro lo ho ordinato ieri), il significato della combinazione è
composizionale: può essere calcolato a partire dal significato delle singole
parole.
Combinazioni ristrette: restrizioni sintagmatiche di contenuto (allattare il figlio:
implica che sia un neonato), consuetudine d’uso, preferenziali (mantenere un
segreto, conservare NO).
Restrizioni: osservazioni: significato combinazione ristretta è generalmente
calcolato a partire dal significato dalle singole parole: la sost. Dei membri della
combinazione è ridotta a causa della presenza di una restrizione (latte cagliato,
solo il latte può essere pastorizzato), i membri della comb. Sono autonomi dal
punto di vista sintattico (parcheggiare la macchina, la macchina che ho
parch…)
Una collocazione: co-occorenza di parole soggette a regole di restrizione:
combinazione di parole soggetta ad un rest. Lessicale per cui la scelta di una
parola (collocato) è condizionata dalla base.

17
COSTRUZIONISMO
Scuola di grammatici: Fillmore, Paul Kay, George Lakoff
Rilevanza dell’idioma; opposizione al generativismo: le costruzioni
grammaticali epifenomeni della GU.
Costruzionisti: l’aspetto idiomatico di una grammatica è fondamentale.
Corrispondenze che si trovano nei dizionari: 130000 sottolemmi polirematici
(colpo basso, mettere bocca)
I primi tipi di idiomi: idioms of encoding, facilmente interpretabili non
presuppongono una conoscenza specifica (prendere coscienza); idioms of
decoding, conoscenza particolare, l’ascoltatore deve condividere gli aspetti
culturali.
Grammatical e extragrammatical idioms: le prime sono sintatticamente ben
formate le seconde no (alla bell’e meglio)
Substantive idioms (specificate lessicalmente) e formal idioms (conf.
Sintattiche con posizioni aperte e associate a particolari funzioni semantiche e
pragmatiche non deducibili dalla loro composizione, the Xer, the Yer →più
leggi, meno capisci)
I formal idioms, produttivi: mezzo per formare nuove espressioni; le frasi
idiomatiche presentano delle anomalie grammaticali (una meraviglia di libro)
Le espressioni idiomatiche presuppongono come valore aggiuntivo ci sia una
qualità e non una quantità (una lunghezza di libro)
Dalla CxG si sono formati altri orientamenti:
Berkeley construction grammar: la Costruzione come Primitivo della nostra
rappresentazione della grammatica; Costruzione: segno linguistico:
associazione convenzionalizzata tra una forma e una funzione (semantica o
pragmatico/discorsivo); proprietà della CxG: non modulare (forma e funzione
sono elementi inestricabili di ogni elemento grammatica, no moduli separati e
sequenziali); generativa (esplicitare forme e funzioni di tutte le frasi di una data
lingua); basata sull’unificazione (insieme delle costruzioni); non c’è distinzione
tra core grammar e periferia; capace di generalizzazioni (eredità).
L’economicità di questa scuola sta nel rapporto gerarchico tra le costruzioni: ce
n’è una più generale con proprietà che vengono poi ereditate da costruzioni
sottospecificate; formalismo adattabile alla rapp. di tutti i fatti linguistici;

18
Fillmore: boxes within boxes notation (primo tentativo di schema): rappresenta
il SN del tipo DetHead: individuando in esso un elemento nominale di natura
massimale (sintassi esterna) formato da un elemento minimale preceduto dal
determinante the (sintassi interna); oltre che alle categorie lessicali, la BCxG
prevede l’utilizzo delle funzioni grammaticale (S, O) e ruoli semantici (Agente,
Paziente, ecc.); DetHead: Cat Nome Max (mancante)
Dog non ha massimale quindi va inserito.
La rappresentazione semantica avviene attraverso il frame semantics:
attribuzione di frame a determinate unità lessicali; i frame sono delle rapp. e
concettualizzazioni della realtà.
Cognitive construction grammar: Adele Goldberg: sfera cognitiva; contro i
lessicalisti: proiezione di proprietà semantiche del verbo; le stesse costruzioni
argomentali portano significato, indipendentemente dagli item lessicale che poi
andranno a concretizzarle; costruzione e costrutto: II risultato I entità mentale lo
schema che soggiace alla realizzazione; rappresentare tutta l’info necessaria a
qualsiasi livello gerarchico: le info si trovano in costruzioni che contengono
altre costruzioni; la ger. Di eredità che va dall’astratto al concreto è inversa al
processo di apprendimento del bambino; Croft è più radicale: C. unico
primitivo dell’analisi linguistico, sacrificando le cat. Lessicali (ruoli ricoperti
all’interno delle costruzioni), in una C. non c’è una cat. Verbo ma una serie di
cat. Verbo; organizzare le parti del discorso su relazioni tra classi semantiche e
sugli atti proposizionali: due parametri danno luogo ad uno spazio concettuale
che riduce la var. interlinguistica: un modello basato su spazi concettuali e
mappe semantiche (realizzazioni specifiche delle costruzioni da parte di ogni
singola lingua) sostituisce le categorie.
Radical:
Construnction morphology: Boije; si caratterizza per essere basata sui segni:
nozione di base è costruzione: la costruzione minima è la parola: sia le parole
sia i processi di formazione sono rap. Come costruzioni: rapp. avverbio: due
costruzioni (una a sx e una dx, la I prop. Formali e la II le prop. Funzionali, X –
mentre in maniera SEM – denotazione semantica). CxM sostiene le categorie
lessicali come primitivi: affisso -un ha un senso prima di un aggettivo e un altro
prima di un verbo; quindi le proprietà di questo morfema specificano la cat. In
entrata; l’origine della CxM sta nello studio dei verbi con particella (richiamo a
costruzioni idiomatiche, i verbi separabili dell’olandese: constructional idioms).
Sign-based construction grammar

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La Cognitive Grammar è la più vicina alla CxG: i principi comuni sono la
centralità della nozione di costruzione in quanto segno (unità primaria
dell’analisi linguistica); esistenza di un continuum tra il lessico e la grammatica
e conseguente uniformità di rappresentazione nelle strutture linguistiche); org.
Delle costruzioni in gerarchie di eredità (implica la presenza di costruzioni con
diversi gradi di schematicità o astrattezza); principali differenze invece: la CG è
riduzionista e quindi individua cat. Gramaticali (universali).
la CxG functionalist generative grammar da alcuni, altri dicono usage based
(processo cognitivo che parte dall’uso linguistico, ci sono sia schemi astratti che
item concreti →elaborati in toto dal cervello e possono avere influenze sulla
grammatica, Joan Baibim); la nostra rap. Della grammatica è in continua
evoluzione (continua interazione tra concretezza e astrattezza + o -); i termini
che si associano alla CxG type frequency e token frequency.
Grammatica di Costruzione e Categorie: maggiore rilievo ad una visione
funzionale e pragmatica del linguanggio, focalizzandosi su situazioni di tipo
comunicativo e sociale; Simone distingue una macro-pragmatica che si applica
all’atto linguistico nella sua totalità, e una micro che agisce a livello
dell’enunciato (struttura attenziale, strut. Informazione e proprietà dell’azione);
la GCC ha aspetti di similarità con la CxG: da importanza a combinazioni più o
meno stabili di parole (costruzioni), ma approccio è meno radicale rispetto a
Croft che escludeva le cat. Lessicali.
Architettura Parallela: Jackendoff: sistema tripartito: fonologica, sintattica e
concettuale: ogni sistema è autonomo e si sviluppa parallelamente: le
espressioni mantengono una struttura fissa ma sono libere dal punto di vista
concettuale; corrispondenze tra espressioni fisse che richiamano strutture più
generali di natura idiomatica; differenze con la CxG è che questa è bipartita
(forma e funzione), il tipo di segno cui fa riferimento la Parallela non è un
segno saussuriano.

CAPITOLO II
Definizioni: 5 assunti base: costruzione (associazione forma e funzione);
struttura superficiale (senza derivazioni e trasformazioni); la gram. È una rete di
costruzioni collegate gerarchicamente attraverso relazione di eredità; le
costruzioni sono specifiche delle singole lingue; le generalizzazioni sono
relative alle facoltà cognitive degli uomini; carattere usage based (si integra con
gli studi sull’acquisizione, sull’elaborazione cognitiva e sul mutamente
linguistico); un sesto punto eventuale: fattori funzionali semantici e pragmatici;

20
la costruzione concepisce un continuum tra grammatica e lessico (tradizione
Bloomfield: il lessico è improduttivo); punti di divergenza nelle scuole
costruzioniste: importanza data alla formalizzazione; natura del meccanismo di
eredità e trattamento delle categorie (molti approcci non considerano le
categorie della grammatica).

Che cos’è una Costruzione? Associazione convenzionalizzata tra funzione e


forma fin’ora. Attribuzione di una funzione o significato ad una determinata
struttura sintattica. Stando alle definizioni date da Goldberg: costruzione,
oggetto linguistico con proprietà funzionale o formale non strettamente
predicibile dai suoi costituenti interni o da altre costruzioni individuate
precedentemente o che presenta un’alta frequenza tale che viene immagazzinato
come un tutt’uno; le strategie di individuazione sono state codificate da
Hillpert: individua 5 strategie finalizzate all’individuazione di una costruzione:
forma, funzione, restrizione idiosincratiche, preferenze collocazionali,
familiarità d’uso. La forma più banale di idioma: anomalie da sintassi
tradizionale di una lingua (senza colpo ferire, avere a che fare, the Xer the Yer);
funzione (il significato non può essere dedotto dalle parte costituenti →tagliare
la corda); strutture in apparenza innocue ma che sono impredicili (grande in
certe posizioni, prenominale, non ha funzione aggettivale); l’idiomaticità
semantica è individuabile anche in strutture più astratte come gli incredulity
response construction (lui un dottore??); restrizioni d’uso (costruzione media
transitiva veicolata dal si funziona solo con i verbi transitivi in uso prototipico:
Enrico si mangia una mela: no inergativi e inaccusativi: Enrico si cammina; si
muore, ecc); 4 punto: preferenza collocazionali: Will seleziona verbi non
agentivi durativi con basso grado di transitività: mentre going to predilige
agentivi puntuali con alto grado di transitività; 5 punto: determinate situazione
comunicative in cui si palesano determinate costruzione: certe frasi costruite in
un modo o nell’altro rimangono corrette ma si usa una forma rispetto ad
un'altra: How old are you? How long ago were you born?.
Per concludere Kay distingue costruzione da patterns of coining (non è
produttivo, non motiva la formazione di nuove forme: easy as pie).

Quali sono i costituenti di una costruzione? Struttura interna in cui esiste una
forma e una funzione: la forma si esprime attraverso proprietà fono morfo e
sintattiche; la funzione con proprietà semantiche pragmatiche e discorsive; le
info riguardo le proprietà relative alla forma queste possono essere astratte o

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concrete; quelle funzionali invece tipo semantico (specificazione di un frame,
indice referenziale, presenza di operatori e primitivi semantici o valori
semantico/grammaticali); a livello pragmatico si possono recepire informazioni
relative alla forza illocutiva e a particolati tipi di forza pragmatica e struttura
informazione; la c. non è specifica di moduli di grammatica come sintassi,
lessico, morfologia; dal punto di vista formale ci sono due parametri in merito
alla varietà costruzionale: complessità e astrattezza; costruzione poco
complesse o specifiche (casa) o più complesse (costruzione passiva); quindi c’è
continuum lessico/sintassi; il continuum Croft e Goldberg studiato hanno, il
primo distingue espressioni complesse da schematiche, la seconda riconosce i
livelli d’analisi; nelle versioni successive la G. elimina i morfemi considerando
la parola come costruzione minima aderendo alla CM.
Rapporto tra astrattezza e produttività: la produttività secondo Barjdal è
graduale infatti le costruzioni astratte sono molto produttive, quelle
semispecificate sono semiproduttive, quelle specificate non sono produttive;
astrattezza=variabilità, ma questa non implica che si parli di costruzioni
produttive perché in casi come portare l’acqua al mio mulino, le variabili sono
comunque richieste dall’espressione; ci sono casi in cui le variazioni sono
limitate (fare bene, fare male, non fare chiaro); ad ogni modo le c. vengono
raggruppate in un Costructicon (costruzionario): si forma una rete organizzata
di costruzione: org. Interna è garantita dal fatto che le c. non sono isolate ma
hanno relazioni: la prima è l’Eredità: si presenta in 4 tipologie:
Istance link, istanziazzione: C1 è realizzazione di C2 più generale. Nel
costruzionario troviamo già costrutti (prima è, meglio è: derivano da astratto,
ma sono codificate)
Polisemy link, collega una c. centrale da altre c. che sono estensioni di senso (il
libro di Marta → può essere collegata al altri sensi: il treno di Marta, l’ufficio di
Marta, il papà di Marta o gli eventi di ieri)
Metaphorical, metafora: c. che ne determina un'altra su presupposti metaforici
(G calcia la palla dall’altra parte del campo → Cambiamento è Movimento →
Moto che sposta Y → G chiude la porta → cambiamento di stato che sposta Y)
Subpart
Le relazioni hanno importanza nella CxG per motivazione: se C1 domina C2
allora C1 motiva C2.

Le gerarchie passano da un grado di astrattezza maggiore ad uno di


specificazione maggiore: sono in rapporto di eredità gerarchico; una c. astratta

22
per essere utilizzata da una comunità di parlanti deve essere instanziata da una
espressione concreta: 1 processo è unificazione (prendere a …. Qualcuno: si
inseriscono una serie di parole che abbiano una natura eventiva: a calci, a
schiaffi, ecc.) questa c. viene interpretata metaforicamente come
Coinvolgimento Emotivo è Contatto Fisico e ammette altre espressioni come
Prendere a male parole; forzatura un nome di massa può comparire nella
costruzione tramite una forzatura che ne impone la lettura come nome
numerabile (tre birre: tre bicchieri) o anche il contrario (c’era zucchina
dappertutto).
6 falsi miti sulla CxG: non è rigorosa, non offre generalizzazioni, è ossessionata
dai fenomeni marginali, è contraria alla semantica composizionale e non
fornisce un quadro per gli universali in sintassi; l’analisi della CxG si è
concentrata sugli idioms e formal idioms e un momento cruciale per la CxG si
ha quando la Goldberg applica i metodi della CxG alle alternanze argomentali
dei verbi: ingiallire può essere trans o intrans e inaccusativa: siren in inglese
assume dei significati diversi in base alle frasi in cui è collocato: emerge che la
struttura sintattica di una frase è in grado di portare un carico semantico:
impossibile dedurre dal verbo le possibilità semantiche del verbo siren: il c. è
utile perché spiega che le strutture argomentali hanno significato: il significato
di una frase è dato quindi da unione significato verbo e significato costruzione:
il c. dimostra come un verbo avendo più significati non ha necessariamente
influenza sul senso della frase, mentre invece lo ha di più la costruzione perché
la struttura argomentale dipende dalla costruzione, quindi da combinazioni
sintattiche; l’ottica di base del c. è bene sottolineare non implica derivazione o
trasformazioni (l’attivo non deriva dal passivo); Lambrecht: struttura
informativa di un enunciato è espressione della strutturazione pragmatica di una
proposizione all’interno del discorso: allofrasi strutture proposizionali che
veicolino il senso di una frase anche dal punto di vista intenzionale: espressioni
tipiche del parlato: struttura informativa diversa cui fanno parte
presupposizioni, asserzione, focus; ipotetiche libere Lombardi Vallauri: se mi
puoi fare un colpo di telefono: grammaticalizzazione o pragmaticalizzazione:
formal idioms with pragmatic point; finora abbiamo visto come la nozione di c.
si può applicare alle c. argomentali, informative, predicative con valore
pragmatico; a questo punto si è proposto di andare oltre il livello frasale
nell’approccio costruzionista: Holstman: 4 argomenti: il discorso è in gran parte
convenzionalizzato: non c’è motivo di ecludere delle regolarità oltre il livello
della frase, un parlante nativo sa giudicare un testo ben formato; 2 punto:

23
discorso e sintassi si integrano; 3 punto: accettabilità di un discorso dipende dal
contesto; estendere il frame a livello discorsivo: discourse patterns: uniscono la
funzione (tipo testuale) e la forma (genere testuale: ricetta, articolo di giornale,
ecc.); per poter individuare delle costruzione discorsive si è ricorsi a studi
analogici con l’analisi conversazionale: esempio svedese: X e X: flychta e
flychta: trasferire e trasferire; la CxM ha la parola come costitutiva minore: nel
costruzionario abbiamo sia specifiche che astratte: vediamo che nella
costruzione delle parole ci sia una scala gerarchica che vede al livello maggiore
del costruzioni astratte e di come queste siano poi istanziate di volta in volta:
esempio: avverbi che finiscono in -mente: schema astratto Sem Sem → -mente
in maniera Sem → tristemente. Parole che finiscono in ita: lo schema astratto è
meno produttivo rispetto agli avverbi perché è istanziato da dieci parole
complesse (nascita, perdita, ecc); gli schemi astratti servono per rappresentare
una generalizzazionea partire da un insieme di dati da una parte e dall’altro
costituiscono un modello per creare nuove parole complesse; le c. possono
essere associate a diversi livelli di produttività è fondamentale per un dominio
come quello della morfologia derivazionale (semiproduttivi) → istanziazione
→petaloso (costruzione semispecificata associato ad una parola); così come le
c. sintattiche anche le morfo hanno proprietà olistiche.

Fenomeni problematici per le teorie morfologiche: formazioni parasintetiche,


construction dipendent ploysemi e affissoidi, discrepanze tra forma e
significato; esempio I: verbi inglesi: denuclearize, dehalcoolize: soluzione della
CM unificare i due fenomeni di de e ize e formulare una costruzione che
unifichi i due fenomeni; un altro fenomeno è quello degli affissoidi a partire da
parole libere: olandese: uvt: Boije: la parola ha delle proprietà polisemiche che
conferisce senso a parole composte, le quali sono spiegate da gerarchia di
costruzione che vede al livello più alto una costruzione astratta ma ha
realizzazioni di diverse tipo derivate da una costruzione semispecificata di tipo
intermedio: uffperson: ha bisogno di un altro elemento: elemento uff sta
diventando un affissoide; finora abbiamo utilizzato i vari approcci costruzionisti
di unificazione, gerarchia di eredità e eredità di default; ultima categoria di altri
tipi di discrepanze: nuovo approccio: nomi in -ista: persona che aderisce al
comunismo il comunista: ma non dovrebbe essere comunismista?: non viene
considerata in senso proprio: ciò è stato risolto con il metodo del troncamento
ad hoc Haronoff: CxM introduce schema di secondo ordine un blocco di due o
più costruzioni legate tra loro da una relazione paradigmatica: un tipo di c. che

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permette la formazione di parole derivate attraverso una discendenza una
successione che deriva da una costruzione che estrapola dalla c. precedente
anche l’aspetto semantico: chitarrista elettrico: parola che fa riferimento ad una
costruzione già consolidata di chitarra elettrica: non si può applicare però per
chitarrista costoso; per risolvere il problema di idiomi formali che presentano
una successione continua o discontinua: quelli là butteranno la porta giù invece
di quelli là butteranno giù la porta: allostruzione: varianti di una costruzione
non specificata per ordine delle parole: parole sintagmatiche: struttura è
sintagmi ma la distribuzione è come le parole; esistenza di verbi con particella o
espressione tra morf e lessico e sintassi fa perdere credito al C.: in realtà no,
perché è previsto in fenomeni con le nominalizzazione: to break down:
breakdown. Finora abbiamo dimostra come il continuum lessico-sintattico
rappresenti la crescente complessità strutturale delle costruzioni in
combinazione con diversi livelli di astrattezza: complessità e astrattezza
costituiscono uno spazio detto spazio costruzionale tra lessico e discorso:
diversi riquadri: ascisse astrattezza maggiore o minore: ordinate: bo….

INTRODUZIONE BASILE
Si dà nome alle cose per coglierne l’essenza (Platone) o sono arbitrari
(Ermogene). Saussure definisce la lingua come un tesoro depositato nella
pratica della parola che esiste virtualmente ma che si attua solo con la massa.
Per Chomsky siamo noi a determinare l’ambiente nominandolo. Limitarsi al
rapporto oggetto-rappresentazione come un’operazione interna è riduttivo, in
quanto i rapporti tra org. Interna e oggetto rappresentato subiscono una
schematizzazioni fra le nostre facoltà innate e l’esperienza. Quando
comunichiamo si mettono in atto una serie di funzioni cognitive che agiscono
basandosi su schemi probabilistici: processo di abduzione, Pierce, suggerisce
qualcosa che potrebbe essere. La comprensione avviene attraverso sistemi
ricorrenti che definiscono spazi esperienziali che aiutano gli essere umani.

Marco Polo nelle città invisibili descrive sempre Venezia e aspetti della sua
qualità: c’è un senso che soggiace a tutti gli altri, rimaniamo radicati ad un
determinato universo simbolico e culturale. Vocazione semiotica di
associazione tra oggetti e parole e aspettativa universale di nominare entità e
cose: Helen Keller e Anne Sullivan: la bambina cieca e sorda, poteva
interfacciarsi con il mondo solo attraverso il tatto: la sua insegnate le aveva
permesso di esprimersi in maniera meccanica: alfabeto tattile: un giorno Helen

25
Keller ebbe una rivelazione toccando l’acqua associando una costruzione
simbolica e l’emissione vocale ed uditiva della parola associandola alla
consistenza di questa: toccandola è riuscita a rappresentare mentalmente la
forma simbolica del liquido arrivando a far incarnare il concetto di acqua nella
sua interiorità (perciò innatismo).

Rispetto agli animali la nostra comunicazione non è solo una reazione, ma


permette di usare queste rappresentazioni riferendosi al passato o creando
aspettative: ciò che rende specifica l’attività dell’uomo è l’abilità di interpretare
i simboli: correlazione tra mondo extralinguistico con quello simbolico:
Wittgeinstein qualsiasi cosa a cui possiamo attribuire il concetto di significato
si relazione all’uso nel linguaggio e sul linguaggio che svolgiamo
quotidianamente: quando si parla di significato si parla di un concetto dinamico
in quanto noi ci interfacciamo con la sua storia culturale.

Nella Storia dell’Evoluzione gli strumenti esterni venivano utilizzati per


risolvere i problemi: analogia tra utilizzo strumenti e utilizzo segni: segno come
attività psicologica: linguaggio è uno strumento (Wittgeinstein) messi in atto
per conversazione e negoziazione sociale: questi strumenti sono utilizzati da un
Io che viene definito transazionale: Piaget: l’azione precede il pensiero e il
linguaggio: assume una funzione prioritaria tra il sé e il mondo: queste azioni
avvengono all’interno di contesti: hanno portato a porre l’accento sulla
concezione di contesto e di ampliarlo soprattutto da parte di Maninoski:
Platone: il linguaggio è come la spola: linguaggio strumento conoscitivo per
eccellenza e strumento di interazione.

CAPITOLO I
L’interazione è fondamentale per la produzione di significati perciò WIgotski
dà particolare rilevanza alle situazioni alla nostra natura esperienziale: queste
situazione vengono definite come forme naturali: siamo a contatto con il mondo
circostante nelle sue dimensioni aprioristiche di spazio e tempo e siamo
continuamente in una fase di interpretazione di ciò che ci circonda: ogni oggetto
o entità viene sempre percepita in un contesto: tutte le nostre facoltà cognitive
co-occorrono nel contesto spazio-temporale: sono in relazione tra loro
attraverso relazioni sintagmatiche e funzionali (costruire un pensiero narrativo):
co-occorenza è stata supportata da alcuni biologi che nel problema della
selezione dei gruppi neuronali: certi gruppo tendono ad essere più forti di altri

26
segnando una maggiore capacità di sopravvivenza rispetto ad altri destinati a
morire. La nostra capacità di ricreare scene spazio-temporali ha permesso lo
sviluppo delle prime forme di conoscenza. Perciò la madre ripete le cose.
Queste capacità di significazione non si sviluppano né per errore, né per
imitazione, né per caratteristiche innate, ma avvengono attraverso strutture di
sequenze interattive: schemi ripetuti. Il LAD non entra in funzione senza
un’attivazione da parte dell’adulto (format transazionale fa switch); i bambini
rappresentano gli eventi come degli insiemi complessi e dinamici: strutture
olistiche o gestaliche che in un primo momento vengono intese in modo
sincretico: solo in un secondo momento si attua una classificazione e si agisce
con un pensiero per complessi: pensiero che è di due tipi: associativo e
collezione. Bruner a proposito del carattere sociale della narratività: prima delle
categorie di spazio e tempo kantiane: istanza di dare senso al mondo: l’uomo ha
un dispositivo di carattere semiotico: dimensione fondamentale di conoscenza:
bisogno di carattere sociale, la narratività: proprietà fondamentale è la
sequenzialità: eventi, stati mentali, avvenimenti. Lo studio della grammatica
non ci serve solo per facilitare lo studio della narrativa: la grammatica viene
considerata come una facoltà pre-linguistica per interiorizzare quelle relazioni
che poi verranno esplicitate nella grammatica dei casi: narrare è una capacità
che abbiamo nell’unire passato e aspettative. Per far sì che un evento si fissi
nella memoria c’è bisogno che si fissi nella memoria a lungo termine. La mente
immagazzina le parole in base ai tratti che queste condividono: i modi
attraverso cui noi immagazziniamo le informazioni possono essere di due tipi:
memoria episodica collegata ad esperienze autobiografiche e poi c’è la memoria
semantica legata all’ambito delle conoscenze: lo schema che soggiace
l’organizzazione narrativa dei significati è uno schema definito come uno
schema agito: azioni pratiche per conseguire risultati: è più facile imparare i
nomi visti allo zoo di animali piuttosto che da una lista: migliore capacità
organizzativa. Schema: configurazione attiva che fa tesoro delle azioni e delle
esperienze passate: logica causa-effetto: si verificano solo con un certo ordine:
il pensiero narrativo funge da filo rosso tra memoria e organizzazione
schematica.

Script: strutture spazio-temporalmente connesse: al ristorante seguiamo uno


script. Questi script hanno delle proprietà di dinamicità e flessibilità ci danno un
forte potere inferenziale e predittivo: fa testo ad una serie di elementi condivisi
non relativi ad un singolo episodio: lo script del bambino che fa pranzo e cena

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appartiene ad una classe di episodi che si ripete giorno per giorno: script primi
concetti pre-linguistici che il bambino impara a mettere in atto.

CAPITOLO II
Wittgenstein: come apprendiamo le parole? Prima di acquisire un lessico
dobbiamo confrontarci con degli oggetti: per spiegare questo punto il libro
fornisce l’esempio del gavagai: se noi linguisti ci troviamo in presenza di un
indigeno che si riferisce ad un coniglio indicandolo con gavagai (il coniglio in
sé? Il movimento del coniglio? “Guarda, un coniglio”?). Questi fatti linguistici
vengono intuiti da S. Agostino e spiegati da Wittgeinstein vengono spiegati in
termine di linguaggio come forma di vita: apprendiamo il linguaggio come
impariamo il mondo delle cose. Wittgeinstein dice di essersi distaccato da S.
Agostino perché il suo approccio era troppo referenziale. Gli aspetti
esperienziali collegati al linguaggio: Lebensforme. Due impronte nell’approccio
del bambino al linguaggio: vincoli e principi del bambino nel fare un certo tipo
di associazioni, e Quine che dice che si da maggiore rilevanza all’impronta
socio-pragmatica. I modelli che verranno proposti sono conducibili a tre
paradigmi: 1. Il linguaggio non è speciale ma è appreso attraverso un banale
sistema associativo 2. L’acquisizione del linguaggio è speciale tanto che
esistono vincoli e principi apriori 3. L’approccio socio-pragmatico,
moderatamente speciale, per cui è necessaria una forma di apprendimento
sociale. Il primo approccio è quello dei comportamentisti: si associa un suono
linguistico ad un oggetto: stretta correlazione tra indicare un oggetto e
apprenderlo: definizione di tipo ostensivo: è stato preponderante fino agli anni
60: ma come spieghi che anche i bambini non vedenti usano il linguaggio? Che
relazione c’è tra visione e linguaggio? Far apprendere il linguaggio indicando è
proprio della nostra cultura. Invece ciò che apprende il bambino è che l’adulto
emette dei suoni strani spesso rivolti a lui: attiva meccanismi cognitivi: cosa
l’adulto sta comunicando? Il paradigma a vincoli e principi parte dal
presupposto che il bambino abbia un sistema aprioristico per apprendere
l’insieme delle convenzioni linguistiche utilizzate dagli altri. Le teorie che
partono da qui vengono ristrette: hanno stampo sia innatista sia cognitivista.
Innatismo: Chomsky: l. organo cognitivo al pari degli altri organi (LAD): che
ha sue funzioni interni che si attivano con l’esperienza ma sono innate quindi a-
priori: in cui è iscritta la GU: oggetto fisico-intenzione umana-volontà-causa e
scopo. L’approccio del bambino per Chomsky è attivo e non passivo, a
differenza dei comportamentisti. I meccanismi di apprendimento non sono più

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di tipo induttivo o analogico ma sono genetici. Chomsky propone più avanti
una distinzione tra facoltà del linguaggio in senso ampio FLB (condivisa con
altri animali, si basa su processi di imitazione senza i quali non si può accedere
a sistemi semiotici) e in senso stretto FLN (infinità discreta di tratti propri del
linguaggio umano). Altre teorie che sostengono il linguaggio come istinto:
Pinker e Bickerton: neodarwinisti: il primo ci parla di linguaggio come istinto,
seppur definizione impropria, perché fare il pane e fare la birra è diverso in
quanto appreso secondo necessità: esiste un modulo linguistico innato che viene
descritto dalla grammatica generativa che ha presupposti: tutte le lingue hanno
un ampio vocabolario di riferimento: successioni ben definite e altra proprietà è
la teoria X-barra (schema ad albero): Tomassello dice che tutti gli umani
imparano a mangiare con le mani ma non c’è un gene specifico che dice il
mangiare debba essere fatto con le mani. Bickerton analizza le lingue creole
proponendo il bioprogramma ponendo allo stesso livello linguaggio, respirare e
mangiare: bioprogramma sistema adattivo che si svolge nei primi quattro anni
di vita. Bloom è meno drastico nei confronti dell’associazionismo: il bambino
nelle primissime fasi del suo sviluppo fa delle associazioni fonico-acustiche: i
meccanismi di riferimento invece si attivano per imitazione di una cultura già
implicata nell’ambiente. I neo-d. danno maggiore rilevanza al processo
evolutivo: meccanismo di selezione naturale esteso anche al linguaggio.

Fodor e Karmiloff Smith: teoria modulare: classifichiamo ciò che abbiamo


davanti attraverso moduli: facoltà visivo-spaziali/logico matematiche: moduli
attraverso cui classifichiamo sia il linguaggio che la forma gli oggetti ecc. i
moduli sono dei sistemi di elaborazione dell’informazione con funzioni molto
specifiche: questi moduli si attivano solo attraverso uno stimolo: il contesto
attiva i moduli. Karmiloff Smith invece sminuisce i vincoli predeterminati: apre
le porte al costruzionismo, permettendo un formalismo più efficace e
l’acquisizione di una visione metalinguistica più definita. La differenza tra
Saknoff e Fodor: la localizzazione di certi domini non sono necessariamente dei
punti di partenza ma dei punti di arrivi: innati non solo i moduli ma le
predisposizioni su cui si innestano i processi di modulizzazione.

Piaget: la mente del neonato non è una tabula rasa: la sua attenzione si
concentra su come il pensiero si adatti alla realtà: la conoscenza non è né fissata
nella realtà né performata nelle strutture interne del soggetto secondo degli a-
priori, ma è una costruzione che si realizza non tanto a partire da processi di

29
astrazione quanto sulla base di processi di assimilazione in una architettura
cognitiva. L’azione è la prima operazione fondamentale per mettere in relazione
sé e ambiente. Quando Piaget parla di adattamento parla di assimilazione
(influenza viene dall’esterno) e accomodamento (propensione del cervello di
adattarsi). Teoria globale dei processi cognitivi nella relazione con il mondo
esterno: il passaggio dalla conoscenza senso-motoria a quella simbolica avviene
attraverso una successione di stati (il moto guida il simbolico): linguaggio e
pensiero sono intrinsecamente connessi: lo sviluppo cognitivo si sviluppa
attraverso stati preordinata di stadi senso-motori: 1 attività spontanee e riflessi
del neonato: suzione: 2. Prime abitudini 3. 4 mese e mezzo: coordinazione tra
visione e prensione 4. Si applicano azioni più complete: raggiungere oggetti
lontani 5. Interazione con la realtà delle cose: raggiungere un oggetto lontano
tirando il tappeto 6. Finisce la fase senso-motoria: inizia il ragionamento e di
dare rappresentazione a qualcosa: attuare funzione simbolica. Interdipendenza
tra sviluppo cognitivo/sviluppo di una più ampia funzione simbolica che
compare nel sesto stadio senso-motorio/Primi stadi dello sviluppo del
linguaggio. Linguaggio e pensiero vanno di pari passo.

Caratteristiche semantiche: Clarke: i significati sono ricondotti a qualità


percettive: paradigma vincoli e principi: il vincolo è insito stesso nell’oggetto o
nell’evento che presentandosi in quella forma fa elaborare al bambino dei
meccanismi pregressi. Clarke si basa su due principi: le entità lessicali sono
analizzabili in termini di componenti semantici: costituiscono la base di
partenza per forma ipotesi sul significato (strutturalista dei tratti semantici).
Il bimbo nell’identificare il significato delle parole procede individuando una o
più componenti percettive elementari o tratti semantici: forma dimensione ecc.:
cane (animale a quattro zampe, gamma completa che andrà sempre più
specificandosi); è limitante limitarsi al fattore percettivo, ci sono quelli culturali
e funzionali (trono-sedia). Oltre a ciò: convenzionalità: usa le parole della tua
comunità se no non sarai capito: le parole si contrastano l’un l’altra.
La visione referenzialista di s. Agostino ha delle corrispondenze nella
linguistica attuale: anticipazioni rispetto ad approccio che riassumiamo come
paradigma funzionalinterazionista: fondante è l’interazione che i segnali
linguistici hanno con le cose: i segnali linguistici sono funzionali al tipo di
interazione e socio-pragmatici perché la scelta risente delle variabili sociali in
gioco. Ribadiamo che dopo Chosmky sia il patrimonio genetico che il sistema
delle relazione influiscono sullo sviluppo del linguaggio. L’approccio è detto

30
interazionista o funzionalista: i bambini attivano funzioni cognitive con
interazione.

Bigostki. Diverso da Piaget: dà maggiore rilevanza agli aspetti sociali e


culturali del mondo con il quale si interfaccia: relazione tra linguaggio e
pensiero non vede nessuna priorità dell’uno sull’altro. Vigostky pone l’accento
su esperienze condivise storicamente e socialmente determinate. La sua teoria è
stata ripresa da Bronkhart che ha introdotto la nozione di interazione sociale a
bande larghe: in questo quadro teorico si parla di interazionismo socio-
discorsivo: Bruner si inserisce nel filone: il contesto sociale fornisce alla mente
gli elementi che la fanno funzionare: quindi sti due si concentrano
sull’influenza del mondo esterno piuttosto che sulle sue proprie capacità:
Bruner conia un nuovo spazio di studio: l’interazionismo: zona di sviluppo
prossimale che consiste nell’allusività da parte del bambino prima di avere delle
forme corrette di espressione: in particolare l’attribuzione deriva da forme
ritualizzate e convenzionalizzate (format): esercizio pratico mette in atto delle
proto-conversazioni: la conquista delle parole per Bruner si ha quindi attraverso
un’opera di negoziazione inter-soggettiva: l’io è un’attività transazionale che
mette in atto delle transazioni durante i rapporti con l’altro, durante le relazioni
sociali: da questa negoziazione nasce una forma unica e condivisa.

Funzionalismo: Nelson: studiando lo studio di Cassirer su Einstein: l’essenza di


un concetto sta nella funzione piuttosto che nella sostanza: il bambino
interagisce in maniera dinamica piuttosto che analizzandola come unità
discreta: quindi “che cosa posso fare con questo oggetto?”: se un oggetto può
essere sostituito ad un altro vengono raggruppati: cornetto, fette biscottate, ecc:
il processo di apprendimento sia dal particolare al generale.

Per concludere: i punti del modello sociopragmatico: -funzionalista -


costruzionista -approccio usage based; la struttura del linguaggio parte dall’uso
concreto che si fa del linguaggio. Il linguaggio è sì innato ma non è autonomo
rispetto ad altre funzioni. Forme grammaticali sono acquisite al servizio delle
funzioni comunicative.

III CAPITOLO
Farsi del lessico e acquisizione e sviluppo delle categorie lessicali

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Apprendimento è frutto di interazioni e negoziazioni che portano ad una
sistematizzazione: fondamentale l’interazione con il mondo esterno: imparano
ad interfacciarsi con gli oggetti: impara modi di comunicare non simbolici:
indicando, prensione, forme di linguaggio primario come la lallazione:
denominare è quindi un’azione: il bimbo capisce che può agire sull’oggetto
attraverso il linguaggio: azione al pari di indicare: il bambino ciò lo impara
dagli adulti da un sistema già codificato, stato di quiete per Cassirer (interazioni
regolari, script, giochi linguistici). Linguaggio è una funzione, ma ci sono dei
prerequisiti (vincoli): l’acquisizione è un potenziamento che si ha con
l’interazione. I prerequisiti sono quelli della permanenza dell’oggetto, co-
orientazione dello sguardo e lo sviluppo della referenza. Già Saussure dice che
la Parole è precedente alla Langue seppur nasce nel confronto con questa. Il
bambino apprende il linguaggio attraverso un’imitazione che non è un copiare,
ma un atto creativo di tentativi per denominare le cose, si sbaglia si migliora. Il
ruolo dell’adulto nell’educare il bambino si fonda su un rapporto di
comunicazione in quanto l’adulto imita il bambino per stabilire un contatto che
si fonda sulla mimica facciale. La narratività è fondamentale, no? L’avevamo
detto nel I capitolo. Quindi l’interazione fa sì che la successione di eventi si
basi su una anticipazione: seguire lo sguardo dell’adulto è già una prima forma
di comunicazione: l’azione reiterata porta allo stabilizzarsi di certi
comportamenti che saranno fondamentali per comprendere la denominazione.
Inizialmente la comunicazione è diadica: triadica nasce con l’indicare:
raggiungere l’oggetto provocando l’azione di qualcun altro che permette il
raggiungimento dell’obiettivo: il movimento di afferrare diventa qualcos’altro.
Cambia la relazione di soggetto e oggetto: l’io assume consapevolezza di sé
solo attraverso un tu.
Che cos’è un oggetto? Spelke: 4 principi di fisica ingenua: - coesione (l’oggetto
si attiene ad una regione di materia ben definita, anche in movimento) – gli
oggetti che seguono un percorso non compaiono magicamente – solidità (gli o.
non si attraversano) – contatto (si muovono solo se toccati).
Piaget afferma che tra i 9 e i 12 mesi si raggiungere l’oggetto permanente: la
rap. Simbolica nasce dal confronto con altri oggetti: il bambino percepisce gli
oggetti come unità discrete: soluzione al dilemma di Quine: gavagai: la risposta
è che l’indigeno lo intende nella sua totalità: il bambino non si riferisce ad una
parte ma alla sua totalità (Markman). Altro principio di Markmann è
l’esclusione tassonomica, quindi non avviene in maniera tematica. Poi c’è
quello della mutua esclusività, non esistono sinonimi ma ogni oggetto ha la sua

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specifica etichetta. Secondo la visione generale della linguistica, i metodi di
apprendimento sono stabiliti sulla capacità di leggere nelle menti, di capire che
l’altro da sé è qualcuno che ha le sue stesse esigenze: da questo derivano azioni
comunicative come piangere che fa sì che si esprima un bisogno: questa
modalità di apprendimento intersubjective mode (primitiva capacità di leggere
le menti permette di passare da infans a puer loquor, a sistematizzare il sapere);
la nostra mente è dialogica; così spieghiamo l’autismo: loro non hanno capacità
di interazione, quindi hanno difficoltà ad avere coscienza di sé.
Wittigenstein: per poter essere in grado di chiedere il nome di una cosa bisogna
saper fare qualcosa. Le attività prelinguistiche sono relative a forme di
interazione ingenua sviluppate nei primi mesi di vita. Come però influisce
l’altro, il care giver, nell’educare il neonato al linguaggio? Un’influenza
decisiva è data dalla lingua delle madri, il motheres, che ha dei principi: -dare
rilievo all’andamento prosodico, intonazione particolare, salienza a certe parole
-a livello lessicale si dà importanza a parole che ricorrono nell’esperienza
quotidiana nel bambino (diminutivi e vezzeggiativi che semplificano,
onomatopee) -a livello sintattico le frasi sono molto semplici e attivi. Invece
quali sono i compiti del bambino che si deve orientare nel mare linguistico? Il
bambino deve segmentare il flusso in altri segmenti (fonemi); associare
segmenti al mondo extralinguistico. Quindi discernere fonologicamente i suoni,
questa distinzione non è acustica ma funzionale: trampolino di lancio a questo:
comprendere la funzione dei nomi attraverso il suo stesso nome. Il bambino poi
distingue topic e comment: queste strategie vengono intuite dalla prosodia:
partendo da un’ipotesi basata sul ritmo: prima unità discreta è la sillaba? I
bambini tendono ad imparare le parole di classe aperta. Parole e gesti
costituiscono un unico sistema che ha dei processi cognitivi comuni: indicare,
indicare gesti tipi associando dei suoi che man mano si evolvono in parole.
Questo periodo di sviluppo di equipotenzialità tra gesti e parole va dagli 8 ai 18
mesi. Attraverso l’interazione e i giochi linguistici si sviluppa sia l’attività
concettuale che quella di comunicazione. Che tipo di attività concettuale si
forma in questa fase? Nell’ambito degli script formano le prime
categorizzazioni che li portino ad identificarsi in una cultura. Il passaggio dalla
comunicazione pre a quella linguistica, si ha quando il bambino produce
segmenti fonoacustici di tipi idiosincratico, oppure olofrasi parole che
intendano il tutto (acqua = c’è acqua nel bicchiere, voglio l’acqua, ecc); le
prime parole sono contestualizzate, collegate a specifici contesti, situazioni
rutinarie: dai 12 ai 16 mesi apprende 50 parole: regolatori sociali: no, ciao,

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mamma, papà…bau bau, miao…parti del corpo, veicoli giocattoli. Classificare
le parole che apprendono i bambini non è facile. Poi non è giusto classificare le
parole dei bambini come lo si fa per gli adulti, è importante il contesto piuttosto
che lo status. Sovraestensione di una parola per più associazioni. Rescorla
individua tre tipi di sovrae.: -categoriali (significato di una parola estesa a più
referenti che abbiano cose in comune camion-bus) - analogiche (centopiedi -
pettine) – affermazioni predicative (nonno → casa di nonno). L’esplosione del
vocabolario si ha dai 17 ai 24 mesi: vocabulary spurt: il bambino apprende che
si può nominare qualsiasi cosa e che questa parola si può utilizzare al di fuori
dei contesti: cibo (oggetto) mangia (azione) cominciano a distinguere; dai 18 ai
24 mesi cominciano a comprendere come formare le frasi.

CAPITOLO IV
Rousseau: si pone l’attenzione sul bambino come entità psichica: il primo ad
annotare i comportamenti del bambino fu Einrich che verrà preso in
considerazione dal pedagogista Clapared; per quanto riguarda il lessico
utilizzato dai bambini: sappiamo che il 44% delle classi lessicali utilizzate dai
bambini sono nomi; la classificazione di Nelson: referenziale e espressione,
diversa nei bambini; quale classe di parole viene appresa prima? Partizioni
natura di Getner, è più facile per il bambino è più facile distinguere i nomi,
perché è più facile associarli ad entità concrete; asimmetria tra nomi e verbi
sbilanciata verso i nomi; ma questa è una proprietà universale o dipende dalla
cultura? Quadro sinottico: dagli studi fatti da campioni o resoconti diaristici si
sono raggruppati i dati in types lessicali e i tokens (repliche). Ci incentriamo sui
types. I bambini usano di più i verbi nel parlato spontaneo, ma apprendono
prima i nomi. È stato stilato, da Maccartur, un questionario che pone l’obiettivo
di capire la comprensione delle prime semplici frasi in situazioni familiari,
produzione lessicale, prime combinazioni, inventario, ecc. Gli studi sono
incentrati prevalentemente sull’inglese: nella prima fase dello sviluppo lessicale
si apprendono dalle 0 alle 10 parole difficilmente classificabili nelle categorie
adulte: bye, hi… quando si va dalle 50 alle 200 sono parole nominali, verbi e
aggettivi compaiono dopo le 100 parole… le parole funzionali tra 300 e 400
parole. L’inglese è no pro drop quindi i nomi sono ben distinti dalla struttura
sintattica SVO. Nel tedesco la presenza di nomi è sì maggiore ma non rilevante.
Il cinese non ha una distinzione tra nome e verbo dal punto di vista
morfologico, ma esiste dal punto di vista sintattico: verb friendly. I bambini
apprendono soprattutto i verbi. Anche in coreano il verbo ha un ruolo

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preponderante; lingua SOV dove S e O possono essere omessi; tuttavia nel
coreano si è notato che nonostante la lingua materna prediliga i verbi, i bambini
assorbono meglio i nomi seppur imparano con più facilità i verbi dopo le prime
50 parole; il francese ha una percentuale alta di parole “altre”; lo spagnolo ha i
nomi; l’italiano è una lingua pro-drop, quindi il soggetto può essere omesso, ma
il nome ha comunque una maggiore percentuale; il linguaggio scritto dai
bambini invece è da notare l’esperimento di Marconi: differenza tra types e
tokens: dei tokens le parole grammaticali sono più frequenti; le madri
prediligono le forme nominali: quindi ciò influisce? Nelle lingue orientali però
l’uso maggiore è dei verbi: ma alcuni dati in coreano notano come l’uso dei
nomi sia comunque maggiore: non si può dedurre che l’input materno sia
fondamentale per l’elaborazione di unità discrete. I bambini acquisiscono nello
specifico nomi comuni… tra i 18 e 21 mesi viene superata fase di referenzialità
e iniziano ad esserci parole psicologico/affettivo. Varie ipotesi a partire da
Getner: -filone universalistico (predilizione per i nomi → il nome lo si apprende
dal punto di vista semantico; mentre dal punto di vista morfologico i verbi) -
presenza di determinati fattori linguistici -fattori pragmatico-comunicativa

Afasia: deficit cognitivo nell’apprendimento del linguaggio: lo studio di


pazienti di questo tipo ha permesso studi sulla localizzazione del linguaggio nel
cervello; tutto ebbe inizio con il mutamento di carattere di un venticinquenne a
seguito di un incidente; da questa scoperta si è andati avanti per individuare la
zona del cervello per il linguaggio; il primo neurologo e antropologo che
localizzò il linguaggio fu Broca, erede di Dax; Mounsieur Tan… il cervello è
lateralizzato nell’emisfero sinistro; coordinazione tra movimento e linguaggio:
coordinare i movimenti, linguaggio articolato; in particolare ad essere
compromesse sono le parole funzionali: caos, false partenze, parole non chiare;
le parole piene sono quelle più conservato. Wernicke prosegue lo studio di
Broca e si incentra sulle relazioni che ci sono tra le aree del cervello: due aree
vengono messe in comunicazione: la comunicazione permane: afasie si
verificano quando i collegamenti vengono meno: afasia dell’aspetto semantico,
compromesso perché i pazienti non riuscivano a rappresentare uditivamente le
parole; afasie di Lichtim: si incentra sulla conduzione: materia bianca che
connette le aree cerebrali: certi pazienti comprendono le parole, sanno
pronunciarle, ma non sanno ripeterle: manca la zona di collegamento tra Broca
e Wernicke; il modello olistico: condizione mentale e astratta del linguaggio:
antilocazionista: ci sono più aree ma funziona tutto insieme. Piere Marie: afasia

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disordine dell’intelletto che ha una manifestazione speciali nel linguaggio;
Head: disturbo funzione simbolica; no sistema senso-motori; asimbolia più che
afasia; l’evoluzionista hugling Jackson si mostra poco interessato all’approccio
di localizzazione: estende problemi a funzioni; fondandosi sul linguaggio come
capacità di costruire proposizioni: il linguaggio non prescinde dalle parole: non
c’è un’area per l’elaborazione acustica o per la capacità motoria. La prospettiva
antilocazionista fu aperta da Freud: Lurijia: cervello sistema olistico seppur
differenziato: le funzioni psichiche superiori possono aver luogo solo attraverso
l’interazione di zone diversificate: l’afasia è un disturbo specifico di una delle
funzioni.

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