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Regole di Trubeckoj
1. Quando due suoni ricorrono nelle stesse posizioni ma non possono essere
scambiati tra di loro senza modificare il significato della parola, significa che
sono realizzazioni fonetiche di due fonemi diversi
Es.
2. Quando due suoni ricorrono nelle stese posizioni e possono essere scambiati
senza modificare la parola significa sono due varianti facoltative di uno stesso
fonema
Es.
3. Quando due suoni, simili dal punto di vista articolatorio, non ricorrono mai
nelle stesse posizioni, significa che sono due varianti combinatorie di uno
stesso fonema.
Es.
Teoria dei tratti distintivi di Jakobson
La teoria consente di rappresentare tutti i fonemi come un fascio di alcuni tratti
distintivi con un valore positivo o negativo (+ o -) e ciò grazie all’utilizzo di proprietà
articolatorie e acustiche. La scomposizione dei fonemi in tratti distintivi binari si basa
su:
- Luogo di articolazione
- Modo di articolazione
- Presenza o assenza di vibrazione delle corde vocali.
Ad esempio ricordiamo i tratti
Sonoro: caratterizzato dalla vibrazione delle corde vocali
Sonorante: come le vocali, trovano il canale libero e aperto
Coronante: caratterizzato dal sollevamento della parte anteriore della lingua.
Deissi -> con il termine deissi si indica la proprietà di una parte dei segni linguistici di
indicare cose o elementi presenti nella situazione extralinguistica, in particolare
nello spazio e nel tempo. I pronomi hanno valore deittico quando per la loro corretta
interpretazione è necessario far riferimento al contesto situazionale.
Distinguiamo tra:
1. Deissi personale: codifica il riferimento al parlante, all’interlocutore e alle
terze persone.
2. Deissi spaziale: codifica le posizioni delle entità entrate in causa rispetto al
luogo in cui si trovano i partecipanti all’interazione.
3. Deissi temporale: codifica il momento dell’enunciazione
4. Deissi sociale: elementi allocutivi usati per codificare relazioni sociali dei
partecipanti all’interazione, come i pronomi “tu” “lei”.
Ellissi -> omissione di elementi che sarebbero indispensabili per dare luogo ad una
struttura frasale completa e che sono recuperabili dal contesto linguistico. Esempio:
coppie di domanda-risposta “dove vai?” “(vado) a casa”.
Segnali discorsivi: sono elementi estranei alla strutturazione della frase, che
svolgono il compito di esplicitare l’articolazione interna del discorso. Ed esempio:
allora, senti, così, no?, insomma, infine.