Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
DALLA PAROLA-FRASE AL PARAVERBO .
(4) *abbasso!3
1
Il presente lavoro riproduce, negli aspetti essenziali, uno degli argomenti della mia
tesi di Dottorato, Metalessicografia tra lingua e dialetto. Per una revisione di alcune ca-
tegorie nella modellizzazione del lessico, Dipartimento di Filologia moderna (coordinato-
re: prof.ssa M. Spampinato; tutor: prof. S. Trovato), Univ. di Catania, a.a. 2003/04.
2
Cfr. Poggi 1981 e 1995, Brøndal 1948 137-139, Tesnière 1959 (trad. it. 2001 67),
Graffi 1994 204.
3
Un uso di abbasso in isolamento è possibile solo in contesti che permettano il recu-
pero dell’elemento che normalmente segue abbasso, ad es. in un dialogo del tipo: — Ab-
basso il dittatore! — Abbasso!
Tutti gli altri esempi mostrano enunciati che possono costituire atti linguistici felici
anche in assenza di un contesto. In questo senso va intesa l’agrammaticalità di (4).
2 Salvatore Menza
4
L’esistenza, tra le interiezioni, di un gruppo che esibisce la capacità di reggere com-
plementi è stata messa in evidenza da Tesnière (1959 trad. it. 2001 67-69), Schmid (1986
89 e 94) e Serianni (1991 368 (§ X.2)). Tutti e tre gli studiosi, però, in modi diversi (per i
particolari si rimanda ai singoli studi), trattano questi esempi di interiezione come ecce-
zioni alla regola generale, senza formulare, dunque, una revisione soddisfacente del con-
cetto di interiezione che renda conto anche di tali elementi “aberranti”. V. anche nota 5.
Le interiezioni sono verbi. Dalla parola-frase al paraverbo 3
5
Un accostamento della classe delle interiezioni alla quella dei verbi si trova in Salvi
1991 73, anche se la proposta è fatta con molta cautela e riguarda il solo lessema ecco, in-
cluso tra i verbi non inaccusativi con un solo argomento.
6
A questa visione tesnieriana dei concetti di valenza verbale e di frase, utile in questa
fase della discussione, verrà preferita, più avanti (§ 2.3), una visione generativa che tiene
conto dei soggetti nulli.
7
Trattiamo il paraverbo, in un primo momento, come classe indipendente. Una volta
esaminatone il comportamento, però, proporremo, già a partire da § 2.1, che il paraverbo
non sia altro che una sottoclasse del verbo.
4 Salvatore Menza
8
Il termine interiezione, tra l’altro, è trasparente (<INTERJECTIO ‘che si interpone’, che
dunque non intrattiene rapporti sintattici con altri elementi, e quindi non regge comple-
menti).
9
Una revisione di tale definizione verrà fornita in § 3.
10
Indipendente, coordinata o anche parentetica.
Le interiezioni sono verbi. Dalla parola-frase al paraverbo 5
11
Non costituiscono, ovviamente, controesempi gli enunciati in cui la frase proiettata
da pV sia un discorso riportato (es. Giovanni pensò/disse: accidenti!).
6 Salvatore Menza
2.1.1 Corroborazione
2.1.1.1 Coordinabilità
In base al test di coordinabilità (cfr. Graffi 1994 79), due sintagmi sono dello
stesso tipo (sono cioè proiezioni della stessa categoria) se possono essere co-
ordinati fra loro. In presenza di condizioni opportune, è possibile coordinare
una frase verbale con una paraverbale, così come è possibile coordinare fra
loro due frasi paraverbali. Questo depone a favore dell’equiparazione tra i
due tipi di frase e, di conseguenza, tra verbo e paraverbo (la rappresentazione
in parentesi è semplificata):
(23) a. [evvivapV [le vacanze]SN]F e [abbassopV [la scuola!]SN]F
b. [Lasciamoci alle spalle il passato]F e [bandopV [alla tristez-
za!]SP]F
c. [cammina/camminiamoV piano]F e [occhiopV [alle buche]SP]F
d. [[evvivapV [la cioccolata]SN]F e [freghiamocene della die-
ta!]F]F
e. [[che il re possa morire presto]F e [abbassopV [la monar-
chia]SN]F]F12
La coordinazione tra frasi principali è soggetta a restrizioni sulle combi-
nazioni possibili tra tipi di frase (iussivo, dichiarativo, ottativo ecc.). È gene-
ralmente possibile coordinare frasi appartenenti allo stesso tipo (es. iussiva +
iussiva, dichiarativa + dichiarativa ecc.), ma non è sempre possibile coordina-
re frasi appartenenti a tipi diversi (Fava 1995 § 5.2.1., p. 43). La realizzazio-
ne formale dei diversi tipi di frase principale è affidata a strategie diverse, la
più importante delle quali è, nelle frasi verbali, il cambiamento del modo
verbale. Una delle strategie principali, infatti, per realizzare una frase dichia-
rativa, ad es., consiste nell’uso del modo indicativo, mentre il modo impera-
tivo è associato al tipo iussivo e il congiuntivo all’ottativo (tipi canonici). La
variazione del modo verbale consente di realizzare con il medesimo verbo
diversi tipi di atti linguistici. Non avviene lo stesso con i paraverbi. Ciascun
paraverbo, infatti, a differenza dei verbi, realizza sempre e solo un tipo di atto
linguistico, che assumiamo essere precompilato nell’entrata lessicale del pa-
raverbo. La mancanza di flessione del paraverbo (quanto ad aspetto e mo-
12
Abbiamo introdotto due nuovi paraverbi: bando e occhio. Il primo richiede un SN
argomento interno, il secondo prende invece un SP(a) che può essere sottoposto a ellissi.
Le interiezioni sono verbi. Dalla parola-frase al paraverbo 7
L’ipotesi del paraverbo come sottoclasse del verbo e, per conseguenza, la sua
collocazione nell’albero sintattico nella posizione di testa di SV offre partico-
lare vantaggi per l’analisi delle frasi paraverbali sotto il punto di vista della
Teoria del Caso e della Teoria Tematica (Chomsky 1981, cfr. Haegeman
1996 41 e cap. 3). Il confronto con tali teorie, pertanto, contribuisce a corro-
borare l’ipotesi del paraverbo espressa in (9).
Secondo il Filtro del Caso, a ogni sintagma nominale esplicito deve essere
assegnato un Caso astratto (Haegeman 1996 139). Una frase in cui vi siano
uno o più SN privi di Caso è rigettata dal componente sintattico. Le frasi con
paraverbo in (4)-(7), ripetute qui sotto in (24)-(26), contengono dei SN. Poi-
ché tali frasi sono grammaticali, tutti i SN in esse contenuti posseggono ne-
cessariamente un Caso. Il Caso ACCUSATIVO è assegnato sotto reggenza dai
verbi transitivi o dalle preposizioni. Il NOMINATIVO, invece, è assegnato, at-
traverso un meccanismo di accordo15, al SN che occupa lo specificatore del
sintagma della flessione. Ora, in (24)-(26), i SN contenuti in SP sono retti da
P, mentre gli altri SN non possono che essere retti dal paraverbo (sono evi-
13
L’invariabilità quanto a tempo, persona e numero è, invece, dovuta alle caratteristi-
che dell’argomento esterno del paraverbo (v. § 2.3).
14
Il termine modalità si intende qui come l’associazione fissa (o privilegiata) di un ti-
po di atto linguistico, ovvero di una particolare forza illocutoria, ad una strategia sintattica
che lo realizza (cfr. Fava 1995).
15
Secondo il generativismo chomskiano più recente l’accordo specificatore-testa è
l’unica strategia per l’assegnazione del caso, anche dell’accusativo. Non aderiamo a tale
tesi, seguendo, piuttosto le linee tracciate da Rizzi 1997, che riconosce ancora alla reggen-
za un ruolo importante nell’assegnazione di caso.
8 Salvatore Menza
16
L’assenza, negli esempi, di un argomento esterno dovrebbe, secondo la Generaliz-
zazione di Burzio, impedire l’assegnazione di Caso accusativo. L’aporia è superata, come
verrà esposto in § 5, mediante l’ipotesi dell’esistenza dell’argomento esterno, anche se non
è realizzato sintatticamente.
Le interiezioni sono verbi. Dalla parola-frase al paraverbo 9
17
Nelle lingue a soggetto nullo (o pro-drop), la posizione di soggetto viene in questi
casi occupata dalla categoria vuota pro, ma ciò non può avvenire in inglese e in francese,
lingue prive di tale categoria vuota. V. anche nota 18.
Le interiezioni sono verbi. Dalla parola-frase al paraverbo 11
18
EPP sta per Principio di Proiezione Esteso. È un principio della Grammatica Uni-
versale secondo cui ogni frase deve avere un soggetto, indipendentemente dalla struttura
argomentale del verbo. Se il verbo della frase ha un argomento esterno, lo proietterà come
soggetto, ma se non ne ha uno, il componente sintattico genererà comunque una posizione
di soggetto, che nelle lingue non pro-drop verrà riempita da un espletivo, mentre nelle lin-
gue pro-drop sarà occupata dalla categoria implicita pro. Cfr. Haegeman 1996 61.
12 Salvatore Menza
3 Conclusioni
È adesso possibile dare del paraverbo una definizione più precisa e teorica
((32)), che renda conto soltanto della sua natura categoriale (è un verbo), del-
le sue regole di proiezione (ha un soggetto PRO) e delle sue peculiari caratte-
ristiche lessicali precompilate. Il suo comportamento sintattico, descritto nel-
la definizione provvisoria ((9)), è da considerare come una conseguenza di
tali caratteristiche e regole, motivate indipendentemente. Ripetiamo qui in
(31) la definizione descrittiva di paraverbo ((9)) per confrontarla con la nuova
definizione teorica in (32):
19
Per l’invariabilità relativa ad aspetto e modo v. § 2.1.1.1.
20
Tale incompatibilità è stata spiegata in modi diversi: inizialmente, attraverso il Teo-
rema di PRO (PRO non può essere retto e FLESS temporalizzato sarebbe in grado di reg-
gerlo, v. Haegeman 1996 cap. 5); successivamente, ricorrendo all’ipotesi del Caso Nullo
assegnato a PRO per accordo da FLESS non temporalizzato (Chomsky e Lasnik 1991) o,
per reggenza, dalla testa FIN specificata negativamente (Rizzi 1997).
Le interiezioni sono verbi. Dalla parola-frase al paraverbo 13
21
Indipendente, coordinata o anche parentetica.
14 Salvatore Menza
4 Testi citati
Brøndal, V.
1948 Les parties du discours. Partes orationis. Ètudes sur les
categories linguistiques. Traduzione francese
dall’originale danese (1928) di Pierre Naert, Copenaghen,
Einar Munksgaard.
Burzio, L.
1986 Italian Syntax, Dordrecht, Reidel.
Chomsky, N.
1981 Lectures on Government and Binding, Dordrecht, Foris.
1995 The minimalist program, Cambridge (Mass.), MIT Press.
Le interiezioni sono verbi. Dalla parola-frase al paraverbo 15
Chomsky, N. e H. Lasnik
1991 The Theory of Principles and Parameters, in J. Jacobs et
al. (a c. di), Syntax: an International Handbook of Con-
temporary Research, Berlino, de Gruyter (poi ripubblicato
come primo capitolo di Chomsky 1995).
Fava, E.
1995 Tipi di atti e tipi di frasi in Renzi, Salvi e Cardinaletti
1995, pp. 19-48 (= capitolo 1).
Gradit
1999 Grande dizionario italiano dell’uso, diretto da Tullio De
Mauro, V voll., Torino, UTET.
Graffi, Giorgio
1994 Sintassi, Bologna, Il Mulino.
Haegeman, Liliane
1996 Manuale di Grammatica Generativa. La Teoria della Reg-
genza e del Legamento. Milano, Hoepli (titolo originale:
Introduction to Government and Binding Theory, Second
Edition, 1994 (1991) Blackwell (UK). Trad. it. di V. Bian-
chi, C. Cecchetto, G. Cocchi, E. Di Domenico, G. Lancio-
ni, A. Ramberti; revisione di A. Belletti, con l’aggiunta di
un capitolo sulla sintassi dell’italiano scritto da M. T. Gua-
sti).
Poggi, I.
1981 Le interiezioni. Studio del linguaggio e analisi della mente,
Torino, Boringhieri.
1995 Le interiezioni in Renzi, Salvi e Cardinaletti 1995 403-425.
Renzi, L., G. Salvi e A. Cardinaletti
19913-1995 (a cura di) Grande grammatica italiana di consultazione, 3
voll., Bologna, Il Mulino.
Rizzi, L.
1997 The Fine Structure of the Left Periphery, in Haegeman (a
c. di) Elements of Grammar, Dordrecht, Kluwer Publica-
tions, 1997, cap. 10.
Schmid, W. P.
1986 Eine revidierte Skizze einer allgemeinen Theorie der
Wortarten in Swiggers e Van Hoecke (a c. di) Mot e par-
ties du discour, Peeters, 1986, pp. 85-99.
16 Salvatore Menza