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ERACLITO

B 1 DK: Di questo lógos, che è sempre, gli uomini sono incapaci di comprensione sia prima di averlo udito
sia dopo; e anche se tutte le cose avvengono secondo questo lógos, è come se non ne avessero alcuna
notizia, benché essi facciano esperienza di parole e azioni identiche a quelle che io presento, distinguendo
secondo la sua natura ogni cosa e spiegando come essa è. Ma agli uomini sfugge ciò che fanno da svegli,
così come dimenticano ciò che fanno dormendo.

B 2 DK: Perciò bisogna seguire ciò che è uguale per tutti, ciò che è comune: il lógos è comune, ma la
maggior parte degli uomini vive come se ciascuno avesse una sua privata saggezza.

B 8 DK: Gli opposti si conciliano e da elementi che contrastano nasce la più bella armonia.

B 10 DK: Congiungimenti: intero e non intero, concorde e discorde, consonante dissonante: e da tutte le
cose l’uno e dall’uno tutte le cose.

B 12 DK: Per chi entra due volte nello stesso fiume acque sempre nuove sopraggiungono.

B 16 DK: Come si potrebbe uno nascondere a ciò che non tramonta mai?

B 18 DK: Chi non spera non troverà mai l’insperato, perché esso è difficile da trovare e impervio.

B 22 DK: Chi cerca oro scava molta terra ma ne trova poco.

B 23 DK: Gli uomini non conoscerebbero nemmeno il nome di dìke se non ci fossero cose ingiuste.

B 27 DK: Dopo la morte attendono gli uomini cose che essi non sperano e neppure immaginano.

B 30 DK: Questo kòsmos, lo stesso per tutti, non lo ha fatto nessuno degli dèi né degli uomini, ma era è e
sarà sempre fuoco eternamente vivo, che secondo misura si accende e secondo misura si spegne.

B 32 DK: L’unico, il solo sapiente, vuole e non vuole essere chiamato con il nome di Zeus.

B 34 DK: Essi, pur ascoltando, non capiscono e sono come i sordi; per loro è testimone il detto: pur essendo
presenti sono assenti.

B 36 DK: Per le anime è morte diventare acqua, per l’acqua è morte diventare terra, ma dalla terra si genera
l’acqua e dall’acqua l’anima.

B 40 DK: Il sapere molte cose non insegna a pensare in modo retto; altrimenti lo avrebbe insegnato a
Esiodo, a Pitagora, e anche a Senofane e a Ecateo.

B 41 DK: Esiste una sola sapienza: riconoscere l’intelligenza che governa tutte le cose attraverso tutte le cose.

B 42 DK: Omero meriterebbe di essere eliminato dagli agoni e preso a frustate, lo stesso Archiloco.

B 43 DK: Si deve spegnere la tracotanza [ùbris] ancor più dell’incendio.

B 45 DK: I confini dell’anima non li potrai mai raggiungere, anche a percorrere tutte le strade: così
profondo è il suo lógos.

B 49 DK: Uno solo vale per me diecimila, se è il migliore.


B 49a DK: Noi entriamo e non entriamo nello stesso fiume, siamo e non siamo.

B 50 DK: Non dando ascolto a me, ma al lógos, è saggio affermare che tutto è uno.

B 51 DK: Non comprendono come differendo in se stesso concordi: armonia di contrari, come dell’arco e della lira.

B 52 DK: Il tempo è come un bambino che gioca con le tessere di una scacchiera: il regno di un fanciullo.

B 53 DK: Il conflitto [pòlemos] è padre di tutte le cose e di tutti re; gli uni mostra come dèi, gli altri uomini,
gli uni schiavi, gli altri liberi.

B 54 DK: L’armonia invisibile vale più di quella che appare.

B 62 DK: Immortali mortali, mortali immortali, viventi la morte di quelli, morenti la vita di questi.

B 66 DK: Il fuoco, sopraggiungendo, giudicherà e condannerà tutte le cose.

B 67 DK: Il Dio è giorno notte, inverno estate, guerra pace, sazietà fame, e muta come il fuoco, quando si
mescola ai profumi e prende nome dall’aroma di ognuno di essi.

B 80 DK: Bisogna sapere che il conflitto [pòlemos] è comune, e giustizia [dìke] è contesa, e che tutto
avviene secondo contesa e necessità.

B 84a DK: Mutando riposa.

B 88 DK: La stessa cosa è il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio, perché
queste cose mutandosi sono quelle e quelle a loro volta mutandosi sono queste.

B 91 DK: Non si può entrare due volte nello stesso fiume.

B 92 DK: La Sibilla con la bocca della follia dice cose che non hanno sorriso né abbellimento né profumo, e
giunge con la sua voce al di là di mille anni, per il nume che è in lei.

B 93 DK: Il Signore, di cui l’oracolo è a Delfi, non dice né nasconde, ma segnala.

B 94 DK: Il sole non può oltrepassare i suoi limiti; altrimenti le Erinni, ministre di Dìke, lo troveranno.

B 101 DK: Ho indagato me stesso.

B 102 DK: Tutte le cose per la divinità sono belle, buone e giuste; invece gli uomini alcune le considerano
ingiuste altre giuste.

B 103 DK: Nel cerchio principio e fine fanno uno.

B 104 DK: Qual è la mente e l’intelligenza degli uomini? I più prestano attenzione agli aedi popolari,
prendono il volgo come maestro, e non sanno che i molti sono cattivi, e pochi i buoni.

B 107 DK: Cattivi testimoni sono occhi e orecchie per gli uomini che hanno anime barbare.

B 108 DK: Nessuno di tutti coloro di cui ho sentito i discorsi giunge a riconoscere che la sapienza è ben
distinta da tutte le altre cose.

B 111 DK: La malattia rende cosa dolce e buona la salute, la fame rende dolce la sazietà, e la fatica il riposo.
B 112 DK: L’essere sapienti è la virtù più grande: e la sapienza è dire il vero e agire dando ascolto alla natura.

B 113 DK: Comune a tutti è il pensare.

B 116 DK: A tutti gli uomini è data la possibilità di conoscere se stessi ed essere saggi.

B 123 DK: La natura [phýsis] ama nascondersi.

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