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GENESI 1-11

I primi undici capitoli della Genesi, detti talora storia delle origini, hanno caratteristiche
particolari che li distinguono dalle altre pagine del primo libro della Sacra Scrittura. In essi viene descritta
un storia di Dio con gli uomini, segnata da continui interventi divini.
Non si tratta di una storia in senso moderno. Gli autori non potevano conoscere quanto era
avvenuto millenni prima di loro e neppure si pu pensare ad una tradizione orale ininterrotta dal momento
della creazione a quello in cui queste pagine sono state scritte. Essi si sono posti alcuni problemi
fondamentali della vita umana e hanno trovato la risposta con il ragionamento e con la riflessione
teologica, fatta con la luce di Dio: la loro pu quasi essere definita una visione teologica della storia
Non volevano insegnarci la storia, la geografia, la scienza , ma manifestare lamore di Dio
che fa partecipi gli esseri viventi della sua felicit, offre loro la sua amicizia, li libera dalla schiavit del
male. E lo fanno descrivendo le vicende delluomo dei primi tempi, che sono anche le vicende costanti
delluomo. Dice un biblista : Dal genere letterario particolare di questi capitoli risulta che lautore sacro
non narr la cronaca familiare dei primi uomini, ma la storia della salvezza delle origini. Gli scrittori
biblici esposero nelle prime pagine della Genesi fatti realmente accaduti che ebbero un ruolo di primissimo
piano dei primi uomini e influirono poi, notevolmente, nella vita di tutta lumanit ( R. Koch) .
I primi undici capitolo della Genesi appaiono come ununit . Iniziano con la creazione e
proseguono con la primitiva comunit umana, il sorgere della cultura , le molte razze, il diluvio, la
Torre di Babele la dispersione dei popoli, la pluralit delle lingue. Questi fatti sono attraversati dal
peccato sotto varie forme ( disobbedienza a Dio, fratricidio, vendetta smisurata, impurit dilagante ) che
porta al diluvio; segue un nuovo inizio, ma il peccato continua con larroganza umana che sfida Dio e
approda alla divisione dellumanit.
Per comprendere bene queste pagine, per cogliere il messaggio che gli autori hanno voluto
trasmetterci, il loro nucleo essenziale, la dottrina che ha valore di storia, linsegnamento, che parola di
Dio rivelata, e distinguerle dalla forma, dal rivestimento, necessario conoscere la mentalit degli
scrittori, lambiente vitale in cui sono sorti i racconti e i generi letterari con cui sono atti scritti.
Tutto ci possibile con quello studio attento e approfondito che gli esperti hanno fatto e
continuano a fare di questi capitoli.
Cos la critica letteraria ha notato che in queste pagine sono presenti due tradizioni: la prima,
detta javista (J ), del X secondo avanti Cristo, nata al Sud di Israele, ai tempi di Salomone e laltra, detta
sacerdotale ( P - dal termine tedesco priestercodex ) , del periodo dellesilio babilonese ( 587-538 a.
C). Queste due traduzioni sono state fuse da un Redattore finale nel V secolo avanti C. Nei capitoli 1-11
della Genesi sono della tradizione javista, tra laltro, i racconti del paradiso terrestre, della caduta, dei
figli di Duo, del diluvio , della torre di Babele; questa tradizione ha una concezione di Dio decisamente
antropomorfa, ma non senza dignit e insiste sulla sua volont di salvare luomo . La tradizione
sacerdotale presenta Dio vicinissimo alluomo, interessato ai suoi problemi, alle sue difficolt, alla sua
vita, lla sua sopravvivenza; scritta nel tempo dellesilio rimedita gli avvenimenti passati alla luce del
presente per assicurare un ritorno in patria: come un invito alla speranza.
La forma letteraria di Genesi 1-11 tipica della cultura medio orientale antica, con particolari
elementi del mondo israelitico, come lambiente religioso monoteistico, un atteggiamento antipoliteistico
e una maggiore elevatezza . Il genere letterario mitico o meglio queste pagine sono scritte con
linguaggio mitico, che consiste nel rappresentare alcuni aspetti di Dio e delluomo con simboli o immagini
collegati sotto forma di racconto.

Genesi 1, 1 2, 4
La creazione



Capitolo 1
1
In principio Dio cre il cielo e la terra.
2
La terra era informe e deserta e le
tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3
Dio disse: "Sia la
luce!". E la luce fu.
4
Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separ la luce dalle tenebre.
5
Dio chiam la luce giorno, mentre chiam le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno
primo.
6
Dio disse: "Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle
acque".
7
Dio fece il firmamento e separ le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che
sono sopra il firmamento. E cos avvenne.
8
Dio chiam il firmamento cielo. E fu sera e fu
mattina: secondo giorno.
9
Dio disse: "Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un
unico luogo e appaia l'asciutto". E cos avvenne.
10
Dio chiam l'asciutto terra, mentre chiam
la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona.
11
Dio disse: "La terra produca
germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme,
ciascuno secondo la propria specie". E cos avvenne.
12
E la terra produsse germogli, erbe che
producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il
seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.
13
E fu sera e fu mattina: terzo
giorno.
14
Dio disse: "Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno
dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni
15
e siano fonti di luce nel
firmamento del cielo per illuminare la terra". E cos avvenne.
16
E Dio fece le due fonti di luce
grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per
governare la notte, e le stelle.
17
Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra
18
e
per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa
buona.
19
E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
20
Dio disse: "Le acque brulichino di esseri
viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo".
21
Dio cre i grandi
mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro
specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
22
Dio li
benedisse: "Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si
moltiplichino sulla terra".
23
E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
24
Dio disse: "La terra
produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la
loro specie". E cos avvenne.
25
Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame,
secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era
cosa buona.
26
Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra
somiglianza: dmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali
selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".
27
E Dio cre l'uomo a sua immagine;

a
immagine di Dio lo cre:

maschio e femmina li cre.
28
Dio li benedisse e Dio disse loro:

"Siate fecondi e moltiplicatevi,

riempite la terra e soggiogatela,

dominate sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo

e su ogni essere vivente che striscia sulla terra".
29
Dio disse: "Ecco, io
vi do ogni erba che produce seme e che su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce
seme: saranno il vostro cibo.
30
A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli
esseri che strisciano sulla terra e nei quali alito di vita, io do in cibo ogni erba verde". E cos
avvenne.
31
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu
mattina: sesto giorno.


Capitolo 2
1
Cos furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere.
2
Dio, nel
settimo giorno, port a compimento il lavoro che aveva fatto e cess nel settimo giorno da
ogni suo lavoro che aveva fatto.
3
Dio benedisse il settimo giorno e lo consacr, perch in esso
aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando.

_______
Nella Genesi abbiamo due racconti di creazione. Il primo quello di tutto il capitolo 1 e dei primi
quattro versetti del 2; il secondo si trova nel capitolo 2. Gli studiosi attribuiscono il secondo ad un autore
detto Jahvista o J , che ha scritto attorno agli anni 1000 avanti Cristo, mentre per il primo parlano di uno
scrittore sacerdotale o P ( dal tedesco priesterscrift ), vissuto intorno agli anni 500 avanti Cristo, che
aveva negli occhi la catastrofe in cui era crollato il regno d'Israele, la sconfitta e la perdita della libert, che
per non avevano spento in lui la fede. I due autori nel raccontarci la creazione ricorrono a elementi
provenienti da sistemi pagani, smussandoli ( e ci fatto soprattutto dallautore sacerdotale), dove sono
in contrasto con la loro fede, come, in altro campo, facevano i primi cristiani che erigevano le chiese con
parti di templi pagani.
Lautore sacerdotale, che ha scritto questo testo, racconta la creazione, in forma poetica con
determinate norme stilistiche, come il parallelismo e il numero settenario, molto conosciuti ai suoi tempi;
tiene conto di particolari interessi mnemonici, cio vuole aiutare la memoria del narratore e degli
ascoltatori e vuole fare delle sottolineature particolare, come quella riguardante il sabato. Leggendo questo
testo, come del resto tutta la Scrittura, non si deve cercare una risposta a problemi che lo scrittore sacro
ignorava o che non presentavano alcun interesse per lui, come in questo caso, per esempio, la risposta a
quando e come avvenuta la creazione.
Chi ha scritto questa pagina un sapiente della cerchia sacerdotale, vissuto verso gli anni 500
avanti Cristo, che alla storia della salvezza ha voluto premettere questo capitolo su Dio creatore. Imbevuto
delle idee pseudoscientifiche della cosmografia dei suoi contemporanei, subendo e correggendo i mitici
racconti assiro-babilonesi ha composto questa pagina , forse legando insieme due testi precedenti, uno con
caratteristiche pi teologiche ( es 3.6.9.11.14 .. ) e laltro pi sapienziali ( es 4.7.16.17).
Egli non intendeva darci un resoconto scientifico sulla creazione, ma presentarci il frutto di una
riflessione sapienziale e liturgica sulluomo e sul creato. Lo scopo delle Sacre Scritture annunziare chi
luomo, qual il suo rapporto con Dio e quale la via che lo conduce alla piena realizzazione. Esse
vogliono rispondere ai nostri interrogativi di fondo: Perch, mentre aspiriamo alla vita e alla felicit, c
tanta sofferenza e c la morte? Perch la terra cos piena di pericoli. Perch lamore fra luomo e la
donna pu diventare causa di rovina, ecc. Ora, per comunicarci la risposta di Dio, gli autori sacri devono
usare un linguaggio. Quale? Naturalmente quello del loro tempo. Nonostante per la veste primitiva, i
testi biblici sono sempre ricchi di contenuti stupendi.
Una delle visioni cosmologiche orientali era quella che troviamo nel poema babilonese della
creazione Enuma Elish ( Quando di sopra , parole con cui inizia il poema ). Allinizio vengono creati gli
dei da due elementi primordiali: Apsu ( le acque dolci che sono sotto la terra ) e Tiamat ( le acque salate
del mare ) Il dio pi abile Ea che vince Apsu e ne fa labisso. Tiamat reagisce, ma gli dei incaricano
Marduk di vendicarsi e questi inizia una lotta corpo a corpo con Tiamat. Marduk vince e uccide Tiamat
dividendolo in due parti: con una costruisce il cielo e con una la terra. Il poema si chiude con
lesaltazione del dio Marduk e con i suoi cinquanta nomi. Luomo viene creato per servire gli dei; il dio
Ea che con il sangue di un dio sacrificato Kingu, crea luomo che viene ad avere nelle sue vene il sangue di
un dio decaduto. Ai tempi della composizione del racconto biblico della creazione nellimmaginario del
popolo cera il mare primordiale ( tehon ), che rievocava la lotta col drago Tiamat ( in ebraico Tehon )
che spalanca le fauci e minaccia la terra da ogni lato. Il sesto versetto del racconto biblico dice che la
volta del cielo sorge in mezzo alle acque e separa le acque dalle acque; quindi la terra delluomo
compresa nelle acque infinite del mare primordiale e solo la volta celeste impedisce che ne sia travolta.
Nellimmagine mitica la terra edificata entro le fauci del potente drago o serpente che la inghiottirebbe
se la divinit non risultasse vittoriosa nella lotta.
Il testo biblico dice che la terra era informe e deserta ( tohu wabohu ) e le tenebre ricoprivano
labisso , e ci rimanda al mitico oceano primordiale e alla lotta faticosa col drago ( Tiamat ) del dio
babilonese Marduk. C come una lotta di Dio con loceano o col drago, come detto anche altrove:
hai schiacciato Raab come un cadavere ( Sl 89,11); Nella tua forza hai diviso il mare, sulle acque hai
schiacciato le teste dei draghi, hai fracassato le teste di Leviatan, lhai dato in pasto ai pescicani ( Sl 74,
13 ). In quel giorno il Signore, con la sua dura, grande, forte spada punisce il Leviatam, il serpente che
sattorciglia, e uccide il drago del mare. (Is 27, 1; cf Ap 12 ). Esiste un tempo primordiale che perdura
sempre, quanto accaduto , una lotta col drago si ripete di continuo. Ma limmagine di Dio potente: il
drago , che per i pagani era una minaccia, davanti a Lui un animale finito; al mondo non v forza alcuna
contro cui Dio debba faticare per imporsi, n v forza che possa lottare contro di lui. Dio libera luomo
dalle potenze che lo minacciano ( abisso, caos, tenebra ).
La parola beresit, arch in greco, principium in latino, non significano esattamente in
principio, come traduce litaliano, ossia non si riferisce solo allinizio del tempo, ma anche allinterno
del mondo in cui viviamo. Che il mondo creato in principio significa che lessenza del mondo sta
nellessere creato da Dio. Se cielo e terra fossero eterni, Dio li avrebbe creati dalleternit. E il mondo non
concepibile senza la sua creazione. Ma che il mondo creato ( bar ) da Dio dal principio non significa
che una volta creato non ha pi bisogno di Dio, come alcuni oggi sono portati a pensare; per luomo della
Bibbia infatti la realt esistente creata e viene completamente determinata dal creatore. Quindi che il
mondo creato dal principio significa che ha origine da Dio e per sua natura da lui dipende sempre.
Non si deve pensare che lautore con lordine qui presentato voglia descrivere il vero ordina della
creazione, ma un ordine che lui ha inteso dare, che pu essere lordine del mito dove il primo e lultimo
posto indicano un primato gerarchico; qui infatti le creature pi importanti sono la luce allinizio e
luomo alla fine. La luce, pi di ogni altra cosa , saddice a Dio e al mondo. Egli non crea il vuoto
desolato, il buio sinistro e le acque morte, crea la luce, ove egli opera compare la luce. Non si quindi
molto lontani dallaltro testo biblico: Dio luce e non c tenebra in lui. ( 1 Gv 1, 5 ) . Laltra creatura pi
importante luomo ed allultimo posto, perch su di lui posto laccento pi marcato, dal momento
che il coronamento, il sovrano della creazione.
La settimana della creazione non va letta scientificamente. Essa non rappresenta la successione
reale delle opere di Dio. Questa pagina ha somiglianza con i miti assiro-babilonesi, ma differisce anche
molto da essi. E contiene molti messaggi da leggere attentamente e su cui meditare.

Eccone alcuni:
Tutto luniverso ha origine da Dio e riflette la sua bont. Dio unico, purissimo Spirito, distinto
dal mondo, amore creatore. Niente avviene per puro caso, ma tutto creato da Dio . Non esiste un dio del
male, il sole, le stelle, i pianeti, le forze della natura non sono dei, ma creature. Dio come un padre e
una madre, prima prepara con cura lambiente e poi vi colloca luomo. Il suo lavoro divino e il suo riposo,
al settimo giorno, sono il tipo del lavoro e del riposo umano.
Tutto ci che Dio crea buono, ma luomo e la donna insieme sono una cosa molto buona.
Essi sono le creature pi importanti sono al di sopra di ogni animale, la vegetazione e loro sottomessa e
dominano su ogni essere vivente. Sono ambedue creati simili a Dio. Vivono in relazione con Lui, in
relazione col cosmo che dominano, in relazione tra di loro. La diversit dei sessi e il matrimonio sono
voluti da Dio e la procreazione, cui tende il matrimonio, il compimento di un disegno provvidenziale del
Signore.
La creazione limitata ( fatta in sei giorni ). Essa tende al sabato, cio allinfinito di Dio. In
particolare luomo chiamato a rispettare il sabato non solo per un riposo, ma soprattutto per una necessaria
tensione al suo Creatore e al Sabato eterno. Celebrare il giorno del Signore significa partecipare alla
libert, al riposo e quindi alla pace di Dio, significa celebrare la nuova alleanza. Significa
contemporaneamente anticipare il mondo nuovo, in cui non ci saranno pi schiavi n padroni, ma solo
liberi figli di Dio.



Capitolo 1
IN PRINCIPIO (1 )
Lebraico dice Beresit, il termine con cui ha inizio questo racconto della creazione e da cui
prende anche nome il primo libro della Bibbia, la Genesi. La parola pu avere la traduzione che riporta la
Bibbia Cei. In principio; essa evoca un inizio assoluto, unico, e afferma che prima non cera nulla. Una
seconda traduzione : Quando Dio cominci a creare, la terra era informe e deserta. E la traduzione
della Bibbia TOB e dice che noi siamo entrati nella storia quando Dio ha deciso lopera della creazione, ma
non dice nulla dellesistenza o no di un prima. La terza traduzione: In un principio, fa supporre che si
tratti di uno dei tanti inizi possibili, che ignoriamo; per noi uomini la storia inizia con questo principio . I
Padri interpretavano in Principio in senso personale, ossia nel Verbo, principio di ogni creatura.
DIO (1 )
Il testo dice: Elohin, termine che si avvicina al semitico El, ilu, elah, allah e al punico elin. Questo
nome appare 35 volte. Quando lautore scrisse questo poema, Israele era giunto a confessare Dio in un
monoteismo assoluto e universale, ma non era sempre stato cos. Giosu asserisce: Un tempo i vostri
padri servivano altri dei ( cap.24 ). Fu in un secondo tempo che Israele scopr lunicit di Dio, che
chiam Elohin, plurale di El. Ed El era una divinit molto nota nel mondo semitico, era i padre degli dei,
creatore delle creature e antenato dei giorni; a questa divint legato il toro, simbolo di forza e di fecondit.
Il nome El serviva anche a designare tutti gli altri dei, poich erano tutti suoi figli; cos a Gerusalemme
Melchisedech adorava El Elyon, e ai tempi di Abramo troviamo nella Bibbia anche Ed Shaddai, o dio della
montagna. La scoperta per Israele sar che tutti questi differenti El non sono che uno solo, identificato in
Javh.
CREO (1 )
Il termine ebraico bar, che si trova nella Bibbia 47 volte, in alcuni casi nel senso di fare, in
altri di plasmare ed etimologicamente ha il significato di fare una cosa tagliando. Non mai usato per
unazione umana, ma solo per azioni divine e implica lidea di novit e straordinariet delleffetto e di
facilit dellazione divina, compiuta senza sforzo. Non abbiamo qui lidea del fare dal niente, dato che lo
scrittore ai suoi tempi non si poneva questo problema. La rivelazione che afferma che Dio ha creato dal
nulla la troviamo solo pi tardi al tempo dei Maccabei: Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra,
osserva quanto vi in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose esistenti; tale anche l'origine del genere
umano"( 2 Mc 7, 28 ).
IL CIELO E LA TERRA ( 1 )
Cielo e terra significa lintero universo. Il mondo fatto, opera di Dio, determinato, in
potere di Dio, non nel senso che lha creato e poi lo ha abbandonato, Dio opera sempre. Il mondo
inconcepibile senza la creazione. Se per ipotesi il mondo esistesse da sempre Dio lo avrebbe creato
dalleternit.


LA TERRA ERA INFORME E DESERTA (2 )
Avvenuta la creazione tutto dovrebbe essere in ordine, invece la Genesi dice che la terra era
informe e deserta, tohu wabohu, come troviamo nelloriginale. Quindi la terra era formata
sostanzialmente, ma era priva di animali, piante e uomini, circondata dellabisso (tehon ), coperto di
tenebre. Ma c anche unaltra traduzione, quella della Bibbia TOB, che dice: Quando Dio inizi la
creazione del cielo e della terra, la terra era deserta e vuota e questa ci rimanda agli antichi miti e dice
che di fronte a questo mondo informe, Dio interviene con la sua creazione.
LE TENEBRE RICOPRIVANO LABISSO (2)
Lidea dellabisso preesistente la troviamo in tutte le civilt orientali. E il tehon, che ricorda il
babilonese Tiamat. Qui abbiamo la triade: caos, abisso, tenebre. Ma Elohin domina tutto.
LO SPIRITO DI DIO (2 )
Lo spirito ( ruah ) di Elohin aleggia sulle acque dolci ( vedi lApsu orientale ). Forse indica un
elemento primordiale del Cormo, laria tremolante che come uccello, (colomba ) cova il mondo nascente. I
giudeo-cristiani pensavano alla Sapienza, ma pi conformemente alla Bibbia questo termine indica la
Parola, il comando di Dio, che eccita il mondo a prendere una forma. Dalla Parola del Signore furono fatti
i cieli, dallalito della sua bocca tutto il loro ornato.

Primo giorno: luce



DIO DISSE (3 )
Col v. 3 inizia il racconto della creazione che ha la durata di sei giorni. Lattivit del creatore si
esplica in due serie di otto opere (4+4 ), nella prima delle quali si prepara lambiente (primi tre giorni ) e
nella seconda si mettono gli esseri che si muovono ( ultimi tre giorni ). Lasserzione: Dio disse appare
10 volte. La creazione non generazione o emanazione o discendenza, chiamata, vocazione. Dio sta
davanti alla creazione e la chiama allesistenza, ma Egli distante dalle creature, tuttaltro.
SIA LA LUCE (3 )
Perch prima la luce? Perch lo scritture pone le cose in gerarchia (la luce infatti si addice a Dio,
segno di Dio)?. Per concezioni cosmologiche mesopotamiche? Perch la luce necessaria per ogni
lavoro? Perch in contrapposizione alle tenebre e allabisso ?
ERA COSA BUONA (3 )
E una cosa , non un dio come alcuni la consideravano allora. Ma buona e Dio si rallegra. E
il primo di sette apprezzamenti simili.
E SEPARO ( 4)
Il significato etimologico di bar fare una cosa tagliando e questa separazione ricorda il mito
di Enuma Elish in cui Marduk separa, taglia in due Tiamat. Il tema della luce pervade tutta la rivelazione
biblica: la separazione della luce dalle tenebre fu il primo atto del creatore e la luce sta alla fine della storia
della salvezza, la nuova creazione che avr Dio stesso per luce ( Ap.21, 5 ). La luce, come tutto il resto non
esiste che come creatura di Dio; le tenebre sono nella stessa situazione, perch lo stesso Dio forma la luce e
le tenebre ( Is 45, 7 ) ed egli sa dove abita la luce e dove hanno dimora le tenebre ( Gb 38,19 ) ; perci
luce e tenebre cantano la lode del creatore. Ogni concezione mitica viene cos ad essere radicalmente
eliminata e luce e tenebre hanno un significato simbolico positivo o negativo; le tenebre restano un lato
oscuro della vita umana. Ed sempre Dio che non solo crea, ma come re fissa anche i ruoli: e chiam la
luce giorno e le tenebre notte.
E FU SERA E FU MATTINA (5 )
Le giornate sono calcolate secondo le indicazioni del calendario lunare, con inizio al tramonto.

Secondo giorno: cielo




SIA IL FIRMAMENTO (6 )
Le indicazioni provengo dai miti orientali. Marduk taglia in due Tiamat e con una met n fa il
cielo. Simile separazione di cielo e di terra fa il dio Shu in Egitto. E anche in Cina le acque salite al cielo
vengono imbrigliate. La separazione e tra le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono
sopra. E formata una lamina che Dio chiama cielo. Per gli ebrei era una costruzione solida quanto la
terra, era sostenuto da colonne ( Giobbe 26, 11 ), munita di cateratte , con serbatoi della pioggia, della
neve, della grandine ( sei mai giunto ai serbatoi della neve, hai mai visto i serbatoi della grandine? Gb 38,
31 ) da cui al momento opportuno uscivano gli elementi che cadevano sulla terra ( le cateratte del cielo
si aprirono. Cadde la pioggia sulla terra: Gn 7,11-12).

Terzo giorno: mare e vegetazione






LE ACQUE CHE SONO ( 9 11 )
Come nel giorno precedente Dio opera una separazione tra la terra e le acque che sono sotto il
cielo. Queste formano il mare e la terra diviene fertile, e, per una forza insista in essa (vedi la madre
terra ) produce la vegetazione: verdura, graminacee, alberi. Terra e mare sono creati ed hanno il nome da
Dio, e la vegetazione, che era alla base delleconomia agricola, dipende totalmente da Dio. Queste
precisazioni sono in polemica con i culti della terra madre di Baal, dio della pioggia che muore in inverno e
rinasce in primavera e della sua compagna Aresa, che presiedevano alla fecondit e contro cui lottarono i
profeti.

Quarto giorno: Sole, luna, stelle



FONTI DI LUCI NEL FIRMAMENTO ( 12 -19)
Siamo alle seconda parte della creazione, allornamento delluniverso. Preparato con le prime
quattro opere lambiente di vita, Dio, con le seguenti quattro, popola luniverso. In corrispondenza alla
creazione della luce del primo giorno vengono creati gli astri: sole, luna e stelle. Questa puntalizzazione
in polemica con le credenze del tempo. In Egitto il sole era dio, e in oriente la luna era un divinit che
presiedeva alla vegetane, ai cicli della vita e delle acque, e gli astri avevano qualit divine e astrologiche ed
erano venerati. Lautore dice che sono invece solo lampade, create da Dio, che producono un aumento
di luce e servono a regolare il calendario civile e religioso. Nello scrivere di questa creazione non cera e
non ci poteva essere nellautore nessuna preoccupazione scientifica tipica dellastronomia moderna.


Quinto giorno: uccelli e animali marini






LE ACQUE BRULICHINO ( 20-23 )
In corrispondenza alla creazione delle acque inferiori , nel quinto giorno, con gli uccelli si popolano
le acque evaporizzate e con i pesci le acque ammassate nei mari e nei fiumi. Dio crea gli animali: ripetuto
qui il termine bar come per la creazione della luce e come detto delluomo. Come la terra anche le
acque hanno una forza vitale intrinseca; sono esse che producono i pesci, gli uccelli, e anche gli animali
che sono nellacqua, dice lautore in polemica con lambiente , sono semplici creature e non degli dei. In
ambiente babilonese troviamo Ea e Marduk che devono combattere contro i mostri Apsu e Tiamat, nel
mondo degli Hittiti il dio Uragano deve combattere contro il drago e anche Zeus deve vedersela con
Tifone, tutti esseri che hanno potenze divine. Non vero niente, dice lautore; non esistono draghi divini e
anche i mostri marini sono solo creature di Dio che non si devono temere.

Sesto giorno : animali terrestri e uomo



LA TERRA PRODUCA ( 24 )
Nel sesto giorno vengono creati tutti gli animali terrestri, che sono divisi in tre categorie : animali
domestici, rettili e fiere della terra. Dopo la creazione degli animali e prima della creazione delluomo,
troviamo la considerazione : E Dio vide che era cosa buona.
DIO DISSE (26 )
Siamo arrivati al fastigio della creazione e il tono diventa solenne. Dio dice: Facciamo luomo.
Perch il plurale? Ci sono molte opinioni al riguardo. E da escludere che sia un parlare allinterno della
Trinit. Alcuni pensano che Dio si rivolga alla sua corte. Questa lopinione di commenti rabbinici e
persino il Corano fa cenno a Dio che ne parla agli angeli, i quelli vorrebbero dissuaderlo. C chi dice che
parla gi alluomo. Per altri invece lespressione indica una grande deliberazione, quasi un parlare di Dio
a se stesso ( ma per un plurale maiestatis, che allora era sconosciuto ) nel momento in cui si accinge a
compiere lopera pi importante della creazione.
A NOSTRA IMMAGINE ( 26 )
Molti miti parlano dellorigine delluomo. Ad Uruk luomo prodotto dalla terra, a Nippur Enlil lo
crea con le mani come un artigiano. Cosi fa anche in Egitto il dio Khum, a Eridu lo fa Ea col sangue di un
dio ucciso, per servire gli dei.
In questo racconto biblico luomo creato a immagine e somiglianza di Dio. Anche questa
espressione ha registrato molti tentativi di spiegazione. La somiglianza con Dio trova una spiegazione nel
potere che Dio d alluomo di dominare sui pesci, sugli uccelli, sulle bestie. Luomo non creato per
servire Dio, come nella mitologia, ma creato come colui che sta di fronte a Dio nella sua creazione sulla
terra, e solo sulla terra, poich il suo dominino non si estende al cielo, n al tempo che egli dovr rispettare.
Il potere delluomo limitato; egli al di sopra degli animali, ma resta molto simile a loro. Si pu dire che
luomo , per limmagine di Dio, sia nel corpo che nellanima, buono, sapiente, bello, glorioso, pieno di
fasto, vigoroso, splendente, come gli Elohin, come il futuro Verbo incarnato. E a causa di tale superiorit
spirituale e fisica che luomo il reggente di Dio nella creazione e ha il dominio sugli animali della terra.


DIO CREO (27 )
Per tre volte ripetuto il verbo bara. Dio crea lumanit maschio e femmina senza alcuna
distinzione tra luomo e la donna. Essi insieme sono chiamati allesistenza per essere ad immagine e
somiglianza di Dio. Non troviamo pi la traccia dellantico mito dellandrogino, delluomo inizialmente
bisessuato e poi per un accidente separato in due sessi; qui luomo e la donna sono creati insieme nella loro
possibilit di essere faccia a faccia e di riprodursi.
DIO LI BENEDISSE ( 28 )
Allumanit sessuata Dio d la sua benedizione, identica a quella degli animali. Luomo e la
donna dovranno procreare e riempire la terra. Tuttavia c una diversit con gli animali. A questi Dio fissa
un programma, che deve compiersi naturalmente, alluomo e alla donna non stabilisce un programma senza
di loro, ma li vuole partecipi e in dialogo ( disse loro ); luomo riceve la legge, ma chiamato a
collaborare.
SOGGIOGATE LA TERRA E DOMINATE (28 )
Dio d allumanit , e solo ad essa, un altro impegno. Dovr dominare la terra. Alla creazione
di Dio dovr seguire lopera delluomo, che dovr proteggere la vita e prolungarla e condurre la creazione
verso il suo compimento.
ECCO IO VI DO (29 )
La differenza tra luomo e gli altri animali sottolineata anche dalla diversit di quanto dato sul
cibo. Per gli animali lerba verde, per luomo ogni erba che produce seme e ogni albero in cui il
frutto. Nei versetti 29-30 inoltre troviamo che tra uomini e animali non c aggressivit; luomo non si
nutre di essi e gli animali mangiano foraggio . Sono le parole di Isaia ( 11, 6-9 o 65, 25 ). E il mondo
voluto da Dio e annunziato dai profeti: Il lupo dimorer con lagnello, la pantera si sdraier accanto al
capretto, il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guider (Is 11, 6 ).
ERA COSA MOLTO BUONA (31 )
Tutta lopera di Dio cosa buona, ma luomo e la donna che vivono insieme nel matrimonio e
dominano la terra sono cosa molto buona.



Capitolo 2
PORTATI A COMPIMENTO (1 )
Il cielo e la terra sono ora come il Signore li vuole. Le schiere del cielo sono tutte le stelle e le
costellazioni del firmamento ( Sl 33, 6: Is 40, 26 ), ma talora sono confusi con gli angeli che portano i
messaggi di Dio ( Sl 148, 2 ). Tutte le schiere, le creature celesti. obbediscono a Dio, ma anche tutte le
schiere della terra, ossia tutto ci che vive sulla terra, chiamato a comportarsi davanti a Dio come le
schiere del cielo.
CESSO NEL SETTIMO GIORNO (2 )
Dio cessa di creare. Questo non significa che Dio poi non pi intervenuto e non intervenga , dato
che la sua opera creativa continua. La creazione fatta affidata alluomo, che dovr intervenire in essa nei
limiti assegnatigli da Dio. Ma qui viene sottolineata la sospensione del lavoro e lEsodo dice che Dio si
riposato nel giorno settimo ( 20, 11 ), e su questo riposo basa la necessit di interrompere il lavoro non
solo per gli Ebrei, ma anche per i loro servi, gli stranieri e persino per gli animali. Il sabato diventa
liberazione dal lavoro manuale.
E LO COSACRO ( 3 )
Il sabato anche benedetto e santificato ( tagliato, separato). Il settimo giorno il giorno
separato dagli altri, messo a parte, diverso. Esso per gli uomini il tempo del riposo, della
contemplazione, dellincontro.
EGLI CREANDO AVEVA FATTO ( 3 )
A differenza dei sei giorni precedenti il settimo giorno non seguito dal ritornello: e fu sera e fu
mattina. Il giorno resta come sospeso. Forse lautore ci dice lattesa di quel giorno di riposo che non ha
fine, il giorno in cui non ci sar n giorno, n notte, il sabato eterno.


Genesi 2, 4-25
Creazione delluomo e della donna



4
Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.

Nel giorno in
cui il Signore Dio fece la terra e il cielo
5
nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna
erba campestre era spuntata, perch il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non
c'era uomo che lavorasse il suolo,
6
ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto
il suolo.
7
Allora il Signore Dio plasm l'uomo con polvere del suolo e soffi nelle sue
narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
8
Poi il Signore Dio piant un
giardino in Eden, a oriente, e vi colloc l'uomo che aveva plasmato.
9
Il Signore Dio fece
germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero
della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male.
10
Un fiume
usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di l si divideva e formava quattro corsi.
11
Il primo
fiume si chiama Pison: esso scorre attorno a tutta la regione di Avla, dove si trova l'oro
12
e
l'oro di quella regione fino; vi si trova pure la resina odorosa e la pietra d'nice.
13
Il secondo
fiume si chiama Ghicon: esso scorre attorno a tutta la regione d'Etiopia.
14
Il terzo fiume si
chiama Tigri: esso scorre a oriente di Assur. Il quarto fiume l'Eufrate.
15
Il Signore Dio prese
l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perch lo coltivasse e lo custodisse.
16
Il Signore Dio
diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,
17
ma
dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perch, nel giorno in cui
tu ne mangerai, certamente dovrai morire".
18
E il Signore Dio disse: "Non bene che
l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda".
19
Allora il Signore Dio plasm
dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per
vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli
esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
20
Cos l'uomo impose nomi a tutto il
bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l'uomo non trov un
aiuto che gli corrispondesse.
21
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo,
che si addorment; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto.
22
Il Signore
Dio form con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
23
Allora l'uomo disse: "Questa volta

osso dalle mie ossa,

carne dalla mia carne.

La si
chiamer donna,

perch dall'uomo stata tolta".
24
Per questo l'uomo lascer suo padre e
sua madre e si unir a sua moglie, e i due saranno un'unica carne.
25
Ora tutti e due erano
nudi, l'uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.


___________
Il secondo capitolo della Genesi strettamente collegato col terzo, dove vengono raccontati la
creazione della donna e il peccato di Adamo ed Eva. Queste pagine sono ormai da tutti attribuite alla
tradizione Javista messa in scritto nel X-IX secolo, mentre la composizione orale certamente pi
antica. Lautore, riflettendo sul triste stato dellumanit e sulla bont del creatore, per ispirazione divina
ci ha lasciato una sublime rappresentazione dello stato originale. Egli non guarda alla scena enorme del
cielo e del cosmo, ma a quella pi piccola della terra (adamah ). Lo scrittore prende liberamente alcune
figure e simboli mitologici, (es. creazione delluomo, giardino, albero della vita, serpente ) e le adatta al
suo messaggio.
Le verit sono qui presentate in forma mitica, che un modo di presentare le cose, diverso da
quello artistico, filosofico, scientifico o storico sperimentale. E una forma simbolica molto usuale
nellantichit, che lAntico Testamento, dove lo usa, depura alla luce della rivelazione, delle forme
politeistiche e negative. Il modo di presentazione delle verit mitiche simbolico. Il mito negli ultimi secoli
stato visto in forma negativa, come favola, ma oggi se ne sta recuperando il valore e viene considerato
come lunico modo, prefilosofico, di esprimere le verit sull'uomo, che altrimenti non sarebbe stato
possibile comunicare.
Alcuni elementi mitici usati dallo scrittore Javista

Il Dio vasaio. Sulla creazione delluomo ai tempi del nostro autore esistevano molti miti: a Uruk
dicevano che luomo era stato tratto dalla terra, a Nippur che era stato creato da Enlil con le mani, come fa
un artigiano con una sua opera, allo stesso modo luomo fatto in Egitto da Chnum e a Eridu col sangue
di un dio mischiato con la terra. Nel racconto dello Javista Dio come un vasaio seduto alla ruota modella il
corpo umano con la polvere (afar), la parte pi sottile della terra ( adamah ). Limmagine del vasaio, oltre
che nel mondo biblico ( cf Is 29, 15-16 e Ger 18, 1-7 ) la troviamo nellambiente culturale del Medio
oriente antico. Nel poema di Gilgamesh leggiamo: Quando Aruru ud ci, cre nel suo interno
unimmagine di Anu. Aruru si pul le mani, prese un po di argilla e vi deline. Nellalto Egitto, nel
tempio di Luxor, possibile osservare su una parete il dio Chnum che, seduto alla ruota del vasaio, plasma
il principe Amen-hotep e il suo dio tutelare.

Il soffio di Dio. Lidea che il soffio di vita provenisse dalla divinit era molto diffusa nellOriente.
Alcuni esempi; nel tempio di Seti a Abydo c il di Thot mentre tiene il segno della vita nelle narici del re;
in un tempio egiziano di dice : Il soffio di re sia assegnato al tuo naso e il sofio di Chepre sia in te,
affinch tu viva la tua vita; nel tempio di Thumatis III leggiamo: Il creatore degli dei signore del
soffio. Nella Bibbia, oltre che nel secondo capitolo della Genesi troviamo anche altrove la stessa idea ( Gb
33, 4; Sl 104 : ritiri il tuo spiritoridai il tuo spirito).

Il paradiso. Nel Medio oriente un giardino lussureggiante come quello descritto in Genesi luogo
dei monarchi orientali e dimora degli dei. Una scena simile troviamo anche in Ezechiele ( in Eden,
giardino di Dio: 28, 12-13 ).

Lalbero della vita. Lalbero della vita ha diverse attestazioni nel Medio oriente. Celebre lalbero
della vita, ossia dellimmortalit, che Gilgamesh ha in dono e poi perde presso un pozzo: Un serpente
odor lodore della pianta, dallacqua sal e prese la pianta. Allora Gilgamesh si sedette e pianse.
(Tav XI ) Gilgamesh dove corri? La vita che tu cerchi non troverai ( Tav X).
Tutti gli elementi usati dallautore sono da lui epurati da ogni connotazione non congeniale con la
rivelazione. Cos tra laltro non c nel testo biblico pluralit di dei che combattono, n un duplice
principio divino. Lautore con gli questi elementi depurati trasmette i messaggi che intende trasmettere.
Con un linguaggio figurato, egli offre al popolo la teologia in una forma comprensibile. Il racconto
infatti una teologia per immagini, altrettanto sublime come quella presentata con altre forme letterarie. E
una teologia trasmessa in forma diversa. Anche Ges, che certamente il pi grande teologo, ha presentato
il suo insegnamento con le immagini delle parabole.

Alcuni messaggi del secondo capitolo della Genesi:
Tutto ci che esiste ( cielo e terra ) creato da Dio. Al vertice della creazione sta luomo. Egli
terreno, tratto dalla terra ( adam da adamah ), ma in lui c qualcosa di straordinario ( soffio di vita ).
Dio vuole che luomo viva in amicizia ed intimit con Lui, in uno stato di giustizia, integrit e
immortalit ( giardino in Eden, albero della vita ). Luomo libero: pu aderire o rifiutare il progetto
divino.
Il lavoro un impegno gioioso con cui luomo coltiva e custodisce la terra. Anche il mondo
animale donato alluomo. Egli ne padrone ( impone i nomi ).
Da solo per luomo infelice. Ha bisogno di qualcuno che abbia la sua stessa dignit, gli sia
simile, ma sia anche complementare. E Dio crea la donna come aveva creato Adamo ( Adamo dalla terra,
Eva dalla costola ). Essa pari in dignit ( costola ), ma complementare ( stupore di Adamo ) . I due sono
chiamati ad essere una sola carne .



NEL GIORNO ( 4 )
Il racconto javista della creazione ha inizio al v. 4b, con la presentazione di una situazione che pu
essere vista in parallelo con il caos primitivo della versione sacerdotale ( la terra era informe e deserta e
le tenebre ricoprivano labisso :1,2 ). Qui abbiamo una terra arida e incolta come la vede un
contadino. Nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perch il
Signore Dio non aveva fatto piovere e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra lacqua dei
canali per irrigare tutto il suolo ( 2, 4-6 ). Anche secondo i miti antichi di Enuma Elish detto: quando
in alto il cielo non era nominatoin basso la terra non aveva nome, i giuncheti non erano ancora, n i
canneti erano visibili.
IL SIGNORE DIO PLASMO LUOMO (7 )
Luomo adam tratto dal suolo, adamah. Luomo terra, polvere, elemento estremamente
distante da Dio. Dio sceglie una cosa infima, unassoluta nullit e la innalza.
E SOFFIO NELLE SUE NARICI ( 7 )
Dio soffia e la terra plasmata inizia a vivere. Il soffio di Dio Nishmat Hayyim e luomo
diventa Nefesh Hayyah ( persona vivente ). Da notare che secondo la concezione ebraica luomo ha tre
elementi: Basar ( corpo); Nefesh (personalit ) e Nismat Hayyh ( o Ruah ) ( principio vitale) , che
hanno anche gli animali. La concezione che luomo sia composta di anima e corpo proviene dal mondo
greco. Nella cultura ebraica per indicare qualcosa che proprio solo delluomo si parla di Hayah (
vivere ), termine usato solo per gli uomini o di Neshamah ( autocoscienza) detto nella Bibbia 24 volte
solo di Dio e delluomo ( es. Prov 20, 27).


Paradiso terrestre : J. Bruegel il Vecchio

UN GIARDINO IN EDEN (8 )
Creato luomo, Dio gli prepara in Eden un giardino , di cui la tradizione descriveva la
straordinaria amenit e la relativa ubicazione. Eden unarida steppa ( Edinu Seru = pianura stepposa ).
Dio vi piant un giardino, che occupa la parte orientale di Eden. Nella Bibbia detto che Dio pianta il
suo popolo, ( Es 15, 17; sl 44, 3 ), gli d stabilit nella terra. E nel giardino colloca luomo.
FECE GERMOGLIARE (9)
Il giardino un parco divino, ombroso, ben alberato, dalla vegetazione lussureggiante, quale
usavano i monarchi orientali, specialmente persiani; e la parola per indicare il giardino appunto gan,
termine di origine persiana. Nel giardino si trova ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da
mangiare. Questo era un elemento comune alle descrizioni assiro-babilonesi del giardino degli dei.
Lautore indica con precisione il luogo dove si svolger il dramma del peccato.



LALBERO DELLA VITA (9 )
Tra gli alberi ne sono in particolare ricordati due, oggetti di tanti racconti mitici dellambiente
sumero-accadico, quello della vita,( es. lerba della vita di Gilgames, lalbero della vita di Giszida ) e
quello della conoscenza del bene e del male ( vedi lalbero di Ningiszida e degli apocrifi ebraici ). I due
alberi fioriscono nel centro del giardino, nella parte pi interna di esso.
UN FIUME USCIVA ( 10 )
Nella Bibbia prosegue la descrizione del giardino (2,10-14). La presenza di fiumi un altro
elemento comune alle descrizioni sumero accadeiche del giardino degli dei . La sorgente del fiume si
trova in Eden, ossia fuori del paradiso, lacqua vi entra e si divide in quattro fiumi. I due primi fiumi
sono ignoti, gli altri due sono identificati come Tigri ed Eufrate. Tra gli esegeti alcuni hanno inteso questa
localizzazione in senso ideale e hanno pensato ad un paradiso fuori della terra, nei dintorni della
Gerusalemme celeste; altri hanno pensato ad una localit del medio Oriente. Pare certo comunque che
lautore ha voluto portare ad un livello pi vicino alla terra le tradizioni dellabitazione dei primi umani.




DIO PRESE LUOMO (15 )
Il versetto 15 si riallaccia al versetto 8. Luomo creato fuori del paradiso, per un intervento di Dio
trasferito in un ambiente diverso, in una sfera preternaturale, nel paradiso, perch lo lavorasse e lo
custodisse, continuando lopera della creazione e custodendola da ogni male.
QUESTO COMANDO ALLUOMO (16 )
Dio pone luomo davanti a due vie: quelle del bene ( tutti gli alberi, specialmente quello della
vita) e quella del male ( albero della conoscenza del bene e del male ). Luomo libero di mangiare di
ogni albero, ossia libero di muoversi entro i limiti fissati da Dio. Se vorr superare questi limiti,
rivendicando per s lautonomia morale, andr incontro alla morte fisica e spirituale.
NON E BENE CHE LUOMO SIA SOLO (18 )
Luomo (adam ) plasmato dal Creatore dalla terra (adamah), ha avuto da Dio il soffio di vita
(nishmat hayyin ), divenuto persona vivente (nefesh hayyah) ed stato posto in un giardino di delizie
(gan ). Ma egli non unisola, non pu vivere isolato. E un essere di comunione. Nemmeno Dio gli
basta. Anche nei miti orientali Gilgamesh solo quando trova Enkidu sereno .
UN AIUTO CHE GLI CORRISPONDA
Un aiuto, che a lui corrisponda, un ngdo, speculare, un partner simile a lui, che aiuti nella
fatica, sia aiuto nella vita totale spirituale e sessuale, uno che viva in comunione con lui.
Lumanit, ladam, non si realizza con un solo sesso, ma quando ci siano luomo e la donna.
Ladam infatti esiste in due sessi, che sono sostanzialmente uguali.
PLASMO DAL SUOLO (19 )
Viene specificato il ruolo degli animali, che nei miti orientali erano i compagni delluomo (
Enkidu ), mentre la donna era la seduzione. Ma per la Bibbia gli animali sono sottomessi alluomo, che ne
padrone.
Lautore prima di presentare la donna, che non una seduzione, ma il partner ideale per luomo,
sgombra il campo anche dallipotesi che gli animali siano come luomo. Essi sono essenzialmente
diversi: sono soggetti alluomo, che d loro il nome, ( nomi a tutto il bestiame) cio dichiara la sua
padronanza. Ma non li trova adeguati a s ( non trov un aiuto simile ).



FECE SCENDERE UN TORPORE (21 )
Il sonno di Adamo un sonno straordinario, come quello di Abramo. E tardemash, connesso con
unazione di Dio. La creazione della donna pura opera di Dio, come quella delluomo e con modalit
simili. Con luomo Dio opera da vasaio, con Eva da chirurgo.
TOLSE UNA DELLE COSTOLE ( 21 )
La costola (sela ) gi presente nei miti sumerici. Il Dio Enki ha dolore alla costola e crea Nti-ti
(donna della costola ), che lo cura; ti significa costola e anche vita. La donna tolta da una parte
vitale e significa che ha la stessa natura. La donna in seguito sar chiamata Eva. portatrice di vita
(hawwak). Agostino commenter non da testa, non da piedi, ma da costola, perch di pari dignit e il
Talmud dice: perch cuore a cuore.
DIO FORMO (22)
Con la stessa parte vitale di cui fatto luomo plasmata la donna.
CARNE DELLA MIA CARNE ( 22)
Questa espressione ricorre altre volte nella Bibbia ( Gn 29, 14; 2 Sam 19, 12-13 ) indica stessa
origine, stessa dignit, stessa discendenza.
LA SI CHIAMERA DONNA ( 23 )
La donna iss-ha ( = donna ), perch tratta da is ( = uomo ). Litaliano non rende la forza di
questa asserzione, che dichiara la donna formata della stessa sostanza e avente la stessa origine delluomo.
Da tutto il racconto appare con chiarezza la fortissima affermazione che la donna ha pari dignit ,
stessa origine, stessa vocazione. E tutto ci detto nel mondo fortemente maschilista di 3000 anni or sono.


LUOMO LASCERA (24 )
Luomo e la donna sono certo di pari dignit, ma anche complementari e tendono ad unirsi e ci
avviene nel matrimonio. In esso si verifica un vero esodo ( che una categoria fondamentale della
Bibbia ) dalla famiglia di origine alla nuova famiglia.
Il motivo per cui lautore dice che luomo a lasciare forse da attribuirsi alla volont di
valorizzare la donna in quel clima maschilista o dovuto al clima matriarcale dellaristocrazia
mesopotamica.
UNUNICA CARNE ( 24 )
Luomo si unisce, aderisce dice lebraico per sottolineare il fatto psicologico, profondo dei
che fanno una sola carne, non solo dal lato fisico, ma in tutta la persona; qui carne sta per persona.
Tutto ci non pu avvenire se non nel caso che il matrimonio sia monogamico, cosa che lo scrittore di
fatto afferma, pur senza dirlo espressamente.













Genesi 3, 1-24
Il peccato originale



1
Il serpente era il pi astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e
disse alla donna: " vero che Dio ha detto: "Non dovete mangiare di alcun albero del
giardino"?".
2
Rispose la donna al serpente: "Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo
mangiare,
3
ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: "Non dovete
mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete"".
4
Ma il serpente disse alla donna:
"Non morirete affatto!
5
Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i
vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male".
6
Allora la donna vide che
l'albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare
saggezza; prese del suo frutto e ne mangi, poi ne diede anche al marito, che era con
lei, e anch'egli ne mangi.
7
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere
nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8
Poi udirono il rumore dei passi del
Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si
nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
9
Ma il Signore Dio
chiam l'uomo e gli disse: "Dove sei?".
10
Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho
avuto paura, perch sono nudo, e mi sono nascosto".
11
Riprese: "Chi ti ha fatto sapere
che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?".
12
Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho
mangiato".
13
Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il
serpente mi ha ingannata e io ho mangiato".
14
Allora il Signore Dio disse al serpente:
"Poich hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul
tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.
15
Io porr
inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccer la testa e tu
le insidierai il calcagno".
16
Alla donna disse: "Moltiplicher i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sar il tuo istinto, ed egli ti dominer".
17
All'uomo
disse: "Poich hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero di cui ti avevo
comandato: "Non devi mangiarne", maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il
cibo per tutti i giorni della tua vita.
18
Spine e cardi produrr per te e mangerai l'erba dei
campi.
19
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finch non ritornerai alla terra, perch
da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!".
20
L'uomo chiam sua
moglie Eva, perch ella fu la madre di tutti i viventi.
21
Il Signore Dio fece all'uomo e a sua
moglie tuniche di pelli e li vest.
22
Poi il Signore Dio disse: "Ecco, l'uomo diventato come
uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e
non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre!".
23
Il Signore Dio lo
scacci dal giardino di Eden, perch lavorasse il suolo da cui era stato tratto.
24
Scacci
l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante,
per custodire la via all'albero della vita.


_______________
Il racconto della tentazione e del peccato, dellautonomia etica presentato in tre quadri:
tentazione e peccato ( 1-7), inquisizione (8-13) pena ( 14-19 ), secondo il seguente schema: peccato:
serpente, donna, uomo; inquisizione: uomo, donna, serpente; pena : serpente, donna, uomo.
Lautore biblico che ha certamente una mentalit sapienziale o fa parte del circolo dei saggi,
si interroga su grandi problemi esistenziali : significato della vita, della morte, del bene e del male, e
trova una risposata risalendo allorigine dellumanit. Dice che tra la bont iniziale della creazione e lo
stato di esperienza presente intervenuta una rottura che si chiama disobbedienza a Dio. Questa rottura
non una pura proiezione mitica alle origini, di unesperienza presente, ma un fatto che condiziona in
modo determinante la situazione storica successiva. Si tratta di un atto umano responsabile. Ma come
accadde? Lautore non lo sa, perch non esiste una tradizione, orale autentica che lo possa riportare, n
Dio glielo rivela punto per punto. La scoperta delle risposta avviene sotto la luce di Dio, ma i particolari
della storia devono essere elaborati dallautore in una forma che sia insieme comprensibile e
simbolicamente velata per i lettori e gli ascoltatori. Il modo per esporla lo trova in alcuni elementi
primordiali di ascendenza mitica (paradiso o parco dei principi con i fiumi e gli alberi prodigiosi, il
potere ostile sotto forma di drago o serpente, il giardino dove passeggiano gli dei, i cherubini, la spada
sfolgorante, ecc ). Dato che la problematica trattata comune a tanti racconti dellantichit (miti di
Adapa, di Etana, di Enkidum, di Enki e Ninhursag, di Prometeo e Pandora), lautore se ne serve ma li
pone in una costellazione nuova in cui c un solo Dio e non hanno spazio gli elementi in contraddizione
con quanto vuole manifestare.

Il serpente. In ebraico chiamato nahas e noi traduciamo serpente . S. Girolamo lo traduce
serpente in questo brano e drago in Es 7, 15. Nell Apocalisse si parla del grande drago, del
serpente antico, che chiamato diavolo e satana, il seduttore del mondo intero ( c. 12 ). Il termine
nahas forse in rapporto al suo significato di indurre in errore o anche di praticare la magia.
Nelle mitologie dellantico oriente il serpente riassume simboli diversi: in Canaan le rappresentazioni
delle forze sotterranee, in Egitto, Ureo, cobra femmina, rappresenta il fuoco; in Babilonia , mostri creati
da Tiamat; in Mesopotamia, il rapitore della pianta della vita, nellepopea di Gilgamesh, nellambiente
in cui viveva lo scrittore biblico indicava e veniva onorato come divinit magica della vita, della salute,
della fecondit, della fertilit. Da qui il significato di Genesi 3, 1 di potenza malefica ostile a Dio e
alluomo, che appare improvvisamente, dopo il racconto sacerdotale in una creazione chiamata
ripetutamente buona.

Lalbero della conoscenza del bene e del male. Di questalbero non abbiamo avuto ancora chiari
riscontri nella mitologia, anche se qualcosa si trova nel mito di Ningiszida e nei libri apocrifi degli ebrei.
Lalbero ha un posto importante nel racconto e d una conoscenza di ordine spirituale, anche se con una
nota esperienziale. Lespressione ha avuto varie traduzione. Eccone alcune: della conoscenza assoluta
( bene e male=tutto ); della conoscenza divina (che solo Dio possiede ); della prosperit e della disgrazia
( la traduzione della TOB, che la spiega cos: perch questo sapere mette in grado di essere felici o
disgraziati ); per stabilire ci che bene e ci che male ( e la traduzione LDC-ABU). Varie le
interpretazioni. Quelle moderna vede nellalbero il simbolo della morale, delle scelte di vita: esse sono
dono di Dio, sono proposte e rivelate solo a lui. Ma luomo che vuole essere come Dio tenter di sfidare
questa esclusivit e vorr lui stesso afferrare il bene e il male, decidendone autonomamente la qualit.
E questo il peccato originale.

Il peccato originale, nella presentazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC):
Dio ha creato luomo a sua immagine e lo ha costituito nella sua amicizia. Creatura spirituale, luomo
non pu vivere questa amicizia che come libera sottomissione a Dio. Questo il significato del divieto
fatto alluomo di mangiare dellalbero della conoscenza del bene e del male. Lalbero della conoscenza del
bene e del male evoca simbolicamente il limite invalicabile che luomo, in quanto creatura, deve
liberamente riconoscere e con fiducia rispettare. Luomo dipende dal creatore. sottomesso alle leggi
della creazione e alle norme morali che regolano luso della libert ( 396 ).
Luomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nel suo Creatore e,
abusando della propria libert, ha disobbedito al comandamento di Dio. In ci consistito il primo
peccato delluomo. In seguito ogni peccato sar una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia
nella sua bont (397 ). Con questo peccato luomo ha preferito se stesso a Dio, e, perci, ha disprezzato
Dio: ha fatto la scelta di s contro Dio, contro le esigenze della propria condizione di creatura e
conseguentemente contro il suo proprio bene. Creato in uno stato di santit, luomo era destinato ad
essere pienamente divinizzato da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo, ha voluto diventare come Dio.
Ma senza Dio e anteponendosi a Dio, non secondo Dio ( 398 ) .
La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa disobbedienza. Adamo ed Eva
perdono immediatamente la grazia della santit originale. Hanno paura di quel Dio di cui si sono fatti
una falsa immagine, quella cio di un Dio geloso delle proprie prerogative ( 399 ) . Larmonia nella quale
erano posti, grazie alla giustizia originale, distrutta, la padronanza delle facolt spirituale dellanima sul
corpo infranta; lunione delluomo e della donna sottoposta a tensioni; i loro rapporti saranno segnati
dalla concupiscenza e dalla tendenza allasservimento. Larmonia con la creazione spezzata: la
creazione visibile diventata aliena e ostile alluomo. A causa delluomo la creazione sottomessa alla
caducit ( Rm 8, 20). Infine la conseguenza implicitamente annunziata nellipotesi della disobbedienza si
realizzer: luomo torner in polvere, quella polvere dalla quale fu tolto. La morte entra nella storia
dellumanit ( 400 ).

Alcuni messaggi del terzo capitolo della Genesi:
Il meraviglioso disegno divino della creazione subito messo a soqquadro dalla libera decisione
dei primi esseri umani. Essi sono subito tentati di avere la piena autonomia morale ( mangiare
dellalbero della conoscenza del bene e del mele ). E cedono ad essa.
La tentazione viene dallesterno, da satana, presentato come un serpente, segno dellidolatria.
Egli fa apparire lautonomia morale, senza Dio, come una fonte di conoscenza assoluta e di
divinizzazione e il male come un bene affascinante.
Il peccato commesso dai primogenitori consiste nellaver voluto decidere prescindendo da Dio
ci che era bene e ci che era male.
Gli effetti dl peccato sono catastrofici: gli occhi si aprono, ma vedono lo sfacelo morale (si
accorsero di essere nudi ); lautonomia acquistata ( diventato come uno di noi ), ma unautonomia
negativa; persa la giustizia e lintegrit la morte fisica e spirituale fa il suo ingresso nel mondo (
non prenda anche dellalbero della vita ); la sofferenza, lingiustizia, la prepotenza dilagano nel mondo; la
terra produce triboli e spine, il lavoro diventa faticoso, la gioia di generare una nuova vita diventa un
travaglio, nella coppia allamore subentra la rivalit.
Dio per non abbandona lumanit: prospetta subito la salvezza (ti schiaccer il capo ) e la
tiene sotto la sua protezione ( fece tuniche di pelli e li vest )
La libert una delle grandezze delluomo. Ma anche un rischio. Tutto dipende dalluso che
egli ne fa.
La vera libert quella che si tiene in linea col bene, con la verit, ossia con la volont di Dio e
la sua legge, Dir Ges La verit vi far liberi



IL SERPENTE (1 )
La presenza dellarticolo denota un serpente speciale ben noto allo scrittore e ai lettori, i
quali dovevano pensare alle varie attribuzioni dellanimale nellambiente semitico. Il serpente era
considerato un dio serpente, un serpente sacro, un simbolo delle varie divinit della vegetazione, una
guardia dei santuari e dei confini, un simbolo della vita, il custode delerba vitale, mezzo efficace per
divinare eventi futuri e per praticare magia nera e diabolica, in Ugarit uno della corte del dio El, era
connesso con azioni contrarie alla volont di Dio; la raffigurazione del serpente era usata come amuleto
per avere la vita e la saggezza nelle pratiche magiche.. Ce nera in abbondanza perch lautore lo usasse
come simbolo per indicare la tentazione di Adamo. Lentamente poi, nella Scrittura, il serpente venne a
simboleggiare Satana.



ERA IL PIU ASTUTO (1 )
La parola arum (astuto ), nellAT talora denota una realt desiderabile ( libri sapienziali) altre
volte indica scaltrezza negativa (Giobbe 5, 12 ). Qui indica unastuzia ingannevole.
DISSE ALLA DONNA ( 1)
Perch tentata per prima la donna? Forse era la pi incline ai culti idolatrici ( vidi le donne di
Salomone ), forse come sacerdotessa cananea del culto della fertilit tentava luomo.
Nel racconto che segue troviamo una descrizione della tentazione con i suoi miraggi e le sue
falsit e una finissima presentazione della psicologia umana di fronte alla tentazione.
ALCUN ALBERO (1 )
Il tentatore esordisce con una menzogna: non dovete mangiare di nessun albero. La donna
accetta il dialogo, che avrebbe dovuto evitare, ed esagera la proibizione: non lo dovete toccare .
NON MORIRETE AFFATTO ( 4 )
Il serpente nega che la non osservanza della proibizione porti alla morte, trattando Dio da
bugiardo, e dice che tale proibizione proviene dallastio geloso della divinit, che vuole impedire
laccesso al divino sapere. Al contrario, asserisce, mangiando dellalbero gli uomini raggiungeranno il
sapere degli esseri divini e conosceranno il bene e il male. Il tentatore non parla di una conoscenza
intellettuale, ma sperimentale, nellambito della decisione e dellazione. La tentazione non riguarda la
conoscenza del mondo, che Dio aveva gi concesso , ma lautonomia etica, il farsi regola a se stessi,
diventare come Dio, mentre il Signore aveva chiesto il riconoscimento della situazione creaturale e la
sottomissione a Lui.




BUONO DA MANGIARE (6 )
Il germe del male ormai entrato nel cuore della donna e ha eccitato la diffidenza contro Dio, la
curiosit, il desiderio di indipendenza e lalbero cio lautonomia etica, appare come cosa buona,
gradita, desiderabile. Il peccato interno ormai commesso, il dono dellintegrit sparito.
NE MANGIO, .. DIEDE AL MARITO (6 )
La donna mangia e invita al peccato anche il marito che pecca anche lui. Il loro peccato, che i
teologi chiameranno originale, non consiste nellaver mangiato un frutto e nemmeno nellaver fatto un
qualche altro peccato particolare, ma, come dicono S. Agostino e S. Tommaso, nella ribellione ad ogni
principio supremo di etica, per diventare principio di se stessi, nel voler determinare, in virt della
propria natura, ci che buono e ci che cattivo. Filone dice che la ribellione fu possibile perch
luomo era medio tra la docilit e lautonomia e si determin verso lautonomia, in cerca di una vita e
di un potere assoluto, come si addice solo a Dio.
Lidea che i primogenitori abbiano mangiato una mela, non proviene da una lettura del testo, ma
dal latino che chiama il peccato dei progenitori malum, ossia male, termine che venne interpretato
come mela.
SI APRIRONO GLI OCCHI (7 )
Il serpente lo aveva promesso si apriranno i vostri occhi, ma leffetto fu diverso da quello
promesso. I loro occhi invece di aprirsi allilluminazione sovrumana si aprono alla malizia sulla nudit
delluno e dellaltro, mentre prima erano in una situazione di innocenza (non ne provavano vergogna).
Hanno peccato pensando di acquistare saggezza ( edon ) si ritrovano nudi, ( edun ) privi di giustizia. E
labuso di autorit e di potere fece nascere la paura di Dio onnipotente.
POI UDIRONO (8 )
Quanto sia profondo il cambiamento subentrato per la trasgressione del divieto lo mostra subito
la prima frase della scena finale : poi udirono il Signore nel giardino alla brezza del giorno e luomo con
la sua moglie si nascosero al Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. I due odono non la voce, ma
il fruscio ( qol) dei suoi passi (2 Sam 5, 24; 1 Re 14, 6 ) quando egli si reca nel giardino allalzarsi della
brezza serotina. Il verso hithalek qui scelto per la descrizione del passaggio di Dio nellAT significa la
particolare presenza di Dio presso il suo popolo ( Lv 26, 12; Dt 23, 15, ecc ). Lardito antropomorfismo
indica la stretta comunione tra Dio e gli uomini nel giardino. La reazione di Adamo e di Eva, che
tentano di nascondersi, indica la situazione subentrata col peccato, in cui sono sconvolti non solo i
rapporti degli uomini tra di loro ( si accorsero di esser nudi : 7 ), ma anche con Dio.
CHIAMO LUOMO (9)
Nella scena del dialogo (3, 8-23 ) aperta con linterrogativo retorico: Dove sei? emerge il
primitivo testo della tradizione prejavista, che informava della trasgressione da parte delluomo e non
da parte della donna e che appare specialmente nei versetti 9-11; la donna viene introdotta quando luomo
getta su di lei la colpa. Questo colloquio tra Dio e luomo e la donna una lontana imitazione di un
interrogatorio, che per non era conosciutonella procedura penale israelitica. Adamo ed Eva si
nascondono, ma Dio parla alluomo che si nasconde; luomo risponde stando nascosto, sfuggendo
alosguardo di Dio, ma la parola di Dio agisce e mette a confronto nozioni di giudizio, di timore, di
vergogna, di scusa e di accusa. Parlano allinizio solo Dio e luomo, ma sono avvolti nel dialogo la donna,
lalbero, il serpente.
HO AVUTO PAURA (10 )
La paura, che spinge luomo a nascondersi, denota che sono sconvolti i rapporti degli uomini non
solo tra di loro, ma anche con Dio. La nudit indica qui la condizione di creatura o la condizione di
indigenza e di peccato; questa esperienza nasce dal confronto con linfinito
CHI TI HA FATTO SAPERE (11 )
Dopo la spiegazione delluomo, Dio fa prendere coscienza della mutata situazione ( chi ti ha
fatto sapere ) e che il sovvertimento dovuto alla trasgressione del divieto ( hai forse mangiato ).
LA DONNA (12 )
Luomo scarica la colpa sulla donna e, sembra addirittura che accusi Dio ( che mi hai posta
accanto ).
DISSE ALLA DONNA (13 )
La donna rigetta a sua volta la colpa sul serpente. Uno diventato nemico per laltro e i due
restano chiusi nellisolamento della colpa. Linterrogatorio non prosegue oltre, ma si ferma qui, senza
che sia interrogato il serpente.
ALLORA (14 )
Nei versetti 14-19 viene presentata la pena inflitta ai trasgressori, seguendo lordine causale:
serpente, donna, uomo. Il castigo segue lordine della colpa, anche se le dichiarazioni sembrano separarlo.
Esso gi operante nel fatto che ad Adamo ed Eva si aprono gli occhi e nel conflitto espresso nella scena
precedente. La dichiarazione del castigo non fa altro che spiegare quello che gi in atto.
DISSE AL SERPENTE (14 )
Il serpente maledetto, e cos viene pronunziata quella parola che sar pronunziata molte volte
pi tardi. La condizione naturale del serpente che striscia nella terra, si presenta come espressione del
castigo meritato. In questa presentazione del serpente bisogna scorgere un motivo eziologico; nel fatto che
il serpente sia tanto limitato lo javista vede una limitazione di origine, dovuta ad una maledizione; lo
scrittore non si preoccupa di presentare uno stato precedente del serpente, ma dice come ora. Il serpente
sta qui in rapporto speciale con un essere sovrumano, che la tradizione biblica posteriore ha identificato
con Satana; il castigo colpisce perci il demonio, raffigurato nel serpe tentatore. Le espressioni: sul
ventre camminerai e polvere mangerai sono frasi idiomatiche che descrivono quindi non tanto la sorte del
serpente che ha sempre avuto quella condizione, quanto quella del principe vinto, che si deve prostrare
davanti al trono del vincitore. Possano i tuoi nemici, dice un testo di El Amarna, mangiare la polvere.
IO PORRO INIMICIZIA (15 )
Ma il serpente-demonio, dovr subire anche una pena relativa alla sua relazione col genere
umano. Dio tra la donna e il demonio, ossia tra Eva, le donne sante della storia della salvezza e
soprattutto Maria, tra la stirpe ( il seme ), ossia lumanit e in particolare il Messia e i demoni, porr
una continua inimicizia, che dopo una lotta serrata condurr il genere umano a lievi ferite ( insidierai il
calcagno) e satana alla sconfitta definitiva ( ti schiaccer il calcagno ). La tradizione ha veduto in questo
versetto il protovangelo, il primo annunzio della salvezza dellumanit, a volte in senso direttamente
messianico, altre volte, specialmente ai nostri giorni, in senso pieno. Lallusione allImmacolata
Concezione si pu dedurre da questo passo solo come conclusione teologica, o meglio, come sensus
plenior.


ALLA DONNA DISSE (16-19 )
Segue il castigo della donna e delluomo. Nei castighi di cui parla il racconto si potrebbero
vedere una serie di eziologie o dei chiarimenti circa lorigine di alcuni fenomeni e mortificanti: il
serpente che striscia, i dolori del parto, le angustie e i piaceri delleros, la fatica con cui luomo si procura
il sostentamento e lincubo della morte. Il racconto fu scritto per per approfondire la condizione
delluomo nel mondo. Lapprofondimento ha la sua radice nel fatto di vederla nella luce di Dio, come in
essa Dio si manifesta.
LA MOGLIE EVA (20 )
Adamo innocente aveva dato alla prima donna il nome di iss-hah (= donna da iss = uomo ), ora
Adamo peccatore cambia il nome alla peccatrice e la chiama hawwak (= vita) . Per alcuni lo sfondo
sarebbe mitico e si rifarebbe al poema sumerico Dilmun, dove il dio Enki soffr un dolore alla costola (ti),
per questo cre una dea che glielo guarisse, chiamata Nink-ti, che significa donna della costola o donna
che d la vita, dato che il termine sumerico ti significa anche vita.
TUNICHE DI PELLI E (21 )
Il Signore non consegna i progenitori peccatori ad un giudizio senza misericordia. La lotta col
serpente lascia intravedere un esito vittorioso ( 3, 15 ). Adamo ed Eva avranno la benedizione dei figli ( 3,
16-20 ) e anche il dono di tuniche di pelle. Questo dei vestiti un gesto riconciliatore: Dio stesso che fa
dei vestiti migliori del perizoma di foglie di fico. Nonostante il terribile peccato, Dio non lascia l'uomo
solo.
E DIVENTATO COME UNO DI NOI (22 )
Questasserzione ha avuto pi di una interpretazione. Gli esegeti antichi, senza un vero
fondamento nel testo, hanno pretesero di darle un significato ironico; per altri la constatazione che
luomo ha ora lautonomia etica e lindipendenza.
EGLI NON STENDA PIU LA MANO
Dio proibisce alluomo di prendere dellalbero della vita, ossia dellimmortalit. La proibizione
dettata da misericordia: se luomo fosse diventato immortale sarebbe restato per sempre peccatore, fissato
nel peccato come i demoni o come i dannati dopo la morte.



DIO LO SCACCIO ( 23 -24)
Dio espelle Adamo ed Eva dal giardino e li rimanda alla terra da cui erano stati tratti. I
cherubini con le spade, che impediscono laccesso al paradiso sono figure della mitologia ugaritica, dove
facevano parte della corte di El, ed erano conosciuti nellambiente dello scrittore. I cherubini erano colossi
alati mezzo uomini e mezzo animali, che stavano di guardia nei templi e nei palazzi e che qui
custodiscono lalbero della vita; la spada fiammeggiante a zig zag simbolo dellinterdetto e ai primi
uomini interdetto laccesso allalbero della vita.




















Genesi 4, 1-16
Caino uccide Abele



Adamo conobbe Eva sua moglie, che concep e partor Caino e disse: "Ho acquistato
un uomo grazie al Signore".
2
Poi partor ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore
di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo.
3
Trascorso del tempo, Caino present
frutti del suolo come offerta al Signore,
4
mentre Abele present a sua volta primogeniti del
suo gregge e il loro grasso. Il Signore grad Abele e la sua offerta,
5
ma non grad Caino e la
sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
6
Il Signore disse allora a
Caino: "Perch sei irritato e perch abbattuto il tuo volto?
7
Se agisci bene, non dovresti
forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato accovacciato alla tua porta; verso di
te il suo istinto, e tu lo dominerai".
8
Caino parl al fratello Abele. Mentre erano in
campagna, Caino alz la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
9
Allora il Signore disse a
Caino: "Dov' Abele, tuo fratello?". Egli rispose: "Non lo so. Sono forse io il custode di mio
fratello?".
10
Riprese: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
11
Ora sii maledetto, lontano dal suolo che ha aperto la bocca per ricevere il sangue di tuo
fratello dalla tua mano.
12
Quando lavorerai il suolo, esso non ti dar pi i suoi prodotti:
ramingo e fuggiasco sarai sulla terra".
13
Disse Caino al Signore: "Troppo grande la mia
colpa per ottenere perdono.
14
Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovr nascondermi
lontano da te; io sar ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrer mi
uccider".
15
Ma il Signore gli disse: "Ebbene, chiunque uccider Caino subir la vendetta
sette volte!". Il Signore impose a Caino un segno, perch nessuno, incontrandolo, lo
colpisse.
16
Caino si allontan dal Signore e abit nella regione di Nod, a oriente di Eden

________________
Al peccato di Adamo ed Eva fa seguito la lotta di due fratelli e l'uccisione di Abele.
Lautore probabilmente ha trovato un racconto gi esistente che poteva aver avuto come sfondo i
contrasti tra le trib sedentarie, come i Cananei ( Caino) e le trib seminomadi, come i Madianiti (
Abele) ed era unesaltazione della vita semi-nomade ( Abele ). Siamo allinizio della civilt con una
divisione tra pastori ed agricoltori del tempo neolitico, da cui sorgono due forme di culto. Lautore ha
collegato la storia con quella dei primogenitori per motivi teologici ed ha voluto trasmettere alcuni
messaggi importanti. il valore sacro della vita, limportanza della coscienza, il dilagare del male nel mondo
in un mondo in cui le culture dellagricoltura e della pastorizia erano in lotta e vigeva la vendetta tribale.
Dopo il peccato fondamentale della rottura con Dio dei progenitori, viene la violazione della
fratellanza, luccisione del fratello, che peccato contro Dio.

CAINO (1)
Letimologia fa derivare il nome Caino (qayin ) dallasserzione di Eva : Ho acquistato (qaniti )
un uomo.
ABELE (2)
Abele, in ebraico hebel, che forse significa soffio, alito ed indica il tempo breve della
vita di Abele.

PASTORE LAVORATORE DEL SUOLO (2)
Caino ed Abele rappresentano due dei principali modi di vita dellantichit : la vita contadina e
quella pastorale . Con Caino e Abele inizia la divisione del lavoro.
GRADI ABELE (4)
Non detto perch il Signore gradisca lofferta di Abele a preferenza di quella di Caino. Questa
scelta del pi debole riguarda il Signore ( Es. 33, 19 ) ed ricorrente nella Bibbia, dove vediamo scelti i
minori Isacco, Giacobbe, Giuda, invece dei maggiori Ismaele, Esa, Ruben.
NE FU MOLTO UIRRITATO (4)
Caino non accetta la scelta di Dio d assume un aspetto corrucciato ed abbattuto. Tiene il volto fisso
a terra come chi medita vendetta.
IL PECCATO E ACCOVACCIATO
Caino , se vuole, pu vincere la tentazione che sta nel suo cuore, accovacciata (robes) alla porta
di casa, come il demone babilonese Rabisu stava accovacciato (robes) ai cigli delle strade in attesa della
sua preda.
CAINO PARLO (4)
Il termine qui tradotto con parl, in ebraico fa riferimento al verbo wayyor-mer, che ha il
significato di aver da dire, bisticciare . Il bisticci tra Caino ed Abele fin male per il pastore , meno
aggressivo dellagricoltore.
LO UCCISE (8)
Il peccato, come anche in 3, 6, presentato con sobriet. La prima lettera di Giovanni dice Vi
abbiamo insegnato questo: che dobbiamo amarci gli uni gli altri. Allora non facciamo come Caino: egli
apparteneva al diavolo e uccise Abele suo fratello, sapete perch lo uccise? Perch le opere di Caino erano
cattive e quelle di Abele erano buone (1 Gv 3, 11-12 ).
DOVE ABELE (9)
Dio che aveva chiesto ad Adamo, dopo il peccato: Dove sei? , ora chiede a Caino Dov il tuo
fratello . Caino non tiene conto dellimpegno fraterno, rinnega il suo compito di custode del fratello e
della sua vita, che era il suo dovere fondamentale. Egli rompe con Dio e con il fratello e risponde con
arroganza al Signore che gli chiede conto del suo operare.
GRIDA A ME DAL SUOLO (10)
Per gli antichi la vita era nel sangue e dal momento che la vita viene da Dio essa grida dalla terra
al suo legittimo Signore
DAL SUOLO (11)
Il suolo, la terra, ha un ruolo importante nella teologia dello scrittore e qui la terra, la ha adamah ,
impregnata di sangue, quasi personificata , spezza il rapporto con Caino e si rifiuta di corrispondere al
suo lavoro. Lomicida, dora in poi, per vivere dovr correre di paese in paese.
MI UCCIDERA (14)
Senza la protezione divina, Caino esposto alla vendetta cruenta, tipica delle trib del deserto.
UN SEGNO (15)
Alla violenza che portava alluccisione di un uomo era un freno il timore della risposta sempre
violenta della trib dellucciso. Il segno potrebbe indicare lappartenenza ad una trib o il tatuaggio che
avevano i Keniti. Lautore d valore sacro a questo segno , che indica la protezione divina,
SETTE VOLTE (15
La trib di Caino ha una protezione particolare e chi le user violenza subir un castigo
particolarmente severo.
NOD (16)
Nod non identificabile; nellebraico si trova un gioco di parole tra Nod e fuggiasco (Gen 4, 14).










Genesi 4, 17-26
Vendetta e poligamia


17
Ora Caino conobbe sua moglie, che concep e partor Enoc; poi divenne costruttore
di una citt, che chiam Enoc, dal nome del figlio.
18
A Enoc nacque Irad; Irad gener
Mecuial e Mecuial gener Metusal e Metusal gener Lamec.
19
Lamec si prese due
mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Silla.
20
Ada partor Iabal: egli fu il padre di
quanti abitano sotto le tende presso il bestiame.
21
Il fratello di questi si chiamava Iubal:
egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto.
22
Silla a sua volta partor Tubal-Kain,
il fabbro, padre di quanti lavorano il bronzo e il ferro. La sorella di Tubal-Kain fu Naam.
23
Lamec disse alle mogli: "Ada e Silla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete
l'orecchio al mio dire. Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio
livido.
24
Sette volte sar vendicato Caino, ma Lamec settantasette".
25
Adamo di nuovo
conobbe sua moglie, che partor un figlio e lo chiam Set. "Perch - disse - Dio mi ha
concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poich Caino l'ha ucciso".
26
Anche a Set
nacque un figlio, che chiam Enos. A quel tempo si cominci a invocare il nome del Signore.
__________
Lautore sacro inserisce a questo punto un antico canto di vendetta ( il canto della speda) la
notizia dellinizio della poligamia, un racconto autonomo di un costruttore di citt, che non poteva
essere il Caino nomade e una genealogia . Lelemento comune il dilagare del male nel mondo, che,
dopo Caino, si afferma nelle citt, con il progresso.
Due genealogie, cio due serie di discendenti, concludono il racconto degli inizi, a indicare il
progressivo ampliamento dellumanit. La prima genealogia si riallaccia al v. 1 e si dilunga sui discendenti
di Caino ; la sua posterit caratterizzata dai progressi nel lavoro e nella cultura, ma anche dal
moltiplicarsi della violenza (Gen 4, 23-24).

ENOC
Alla prima citt viene posto il nome di Enoc, che forse deriva da hanah iniziare, e indicherebbe il
fatto che Enoc fu costruttore della prima citt
IABAL (20)
Segue una serie di inventori di varie occupazioni umane, cui viene dato un nome ebraico: il
padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame ha nome Iabal da yabal = condurre; il padre di
tutti i suonatori di cetra e di flauto si chiama Iubal da yobel = tromba;

Tubal il nome di un popolo
trafficante di metalli e il nome aggiunto kain significa fabbro, Naama , in ebraico naamah, significa
bella
LAMEC DISSE ALLE MOGLI (23)
La notizia dellinizio della poligamia presentata senza commenti, ma il contesto in cui si trova
implica una chiara condanna. La moralit coniugale fortemente decaduta e in contrasto con lindicazione
del Creatore : Per questo luomo abbandoner suo padre e sua madre e si unir alla sua moglie e i due
saranno una sola carne ( Gn 2, 24 ).
SETTANTASETTE (24)
Lesaltazione della vendetta fatta da Lamech, che viene detto canto della spada probabilmente
un antico canto guerriero, in cui risalta il fatto che lo spirito di vendetta cresciuto a dismisura. Un piccolo
graffio viene punito con luccisione di un uomo. Linsegnamento di Ges in assoluta controtendenza:
Leggiamo nel Vangelo di Matteo : Allora Pietro si avvicin a Ges e gli domand : Signore, quante volte
devo perdonare a un mio fratello, che mi fa del male. Fino a sette volte? Rispose Ges: No, non dico
fino a sette volte, ma fini a settanta volte sette ( Mt 18, 21-22).
UNALTRA DISCENDENZA
Non tutta lorganizzazione della civilt primitiva fu contraria alle indicazione del Signore. Tra i
discendenti di Adamo si fa strada una linea di uomo religioso, che fa capo a Set , che prende il posto di
Abele. La notizia della nuova discendenza positiva come un lieto fino alla tragedia del primo peccato e
delle sue immediate conseguenze.
DEL SIGNORE (26)
Nel testo ebraico il Signore denominato Javh. Questo nome fu rivelato solamente pi tardi (
Es 3, 12), ma lautore J lo usa fin dal principio, identificando cos il Dio di Israele con il Creatore. Forse
egli vuol dirci che luomo era in grado di adorare lunico Dio fin dal principio.

Genesi 5, 1-31
Genealogie




1
Questo il libro della discendenza di Adamo. Nel giorno in cui Dio cre l'uomo, lo
fece a somiglianza di Dio;
2
maschio e femmina li cre, li benedisse e diede loro il nome di
uomo nel giorno in cui furono creati.
3
Adamo aveva centotrenta anni quando gener un figlio
a sua immagine, secondo la sua somiglianza, e lo chiam Set.
4
Dopo aver generato Set,
Adamo visse ancora ottocento anni e gener figli e figlie.
5
L'intera vita di Adamo fu di
novecentotrenta anni; poi mor.
6
Set aveva centocinque anni quando gener Enos;
7
dopo
aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e gener figli e figlie.
8
L'intera vita
di Set fu di novecentododici anni; poi mor.
9
Enos aveva novanta anni quando gener Kenan;
10
Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e gener figli e figlie.
11
L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi mor.
12
Kenan aveva settanta anni
quando gener Maalall;
13
Kenan, dopo aver generato Maalall, visse ancora
ottocentoquaranta anni e gener figli e figlie.
14
L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci
anni; poi mor.
15
Maalall aveva sessantacinque anni quando gener Iered;
16
Maalall, dopo
aver generato Iered, visse ancora ottocentotrenta anni e gener figli e figlie.
17
L'intera vita di
Maalall fu di ottocentonovantacinque anni; poi mor.
18
Iered aveva centosessantadue anni
quando gener Enoc;
19
Iered, dopo aver generato Enoc, visse ancora ottocento anni e gener
figli e figlie.
20
L'intera vita di Iered fu di novecentosessantadue anni; poi mor.
21
Enoc aveva
sessantacinque anni quando gener Matusalemme.
22
Enoc cammin con Dio; dopo aver
generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e gener figli e figlie.
23
L'intera vita di
Enoc fu di trecentosessantacinque anni.
24
Enoc cammin con Dio, poi scomparve perch Dio
l'aveva preso.
25
Matusalemme aveva centoottantasette anni quando gener Lamec;
26
Matusalemme, dopo aver generato Lamec, visse ancora settecentoottantadue anni e gener
figli e figlie.
27
L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi mor.

28
Lamec aveva centoottantadue anni quando gener un figlio
29
e lo chiam No, dicendo:
"Costui ci consoler del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il
Signore ha maledetto".
30
Lamec, dopo aver generato No, visse ancora
cinquecentonovantacinque anni e gener figli e figlie.
31
L'intera vita di Lamec fu di
settecentosettantasette anni; poi mor.
32
No aveva cinquecento anni quando gener Sem,
Cam e Iafet.
___________
Genealogie
Nelle Bibbia troviamo molte genealogie. Hanno origine nel nomadismo e la loro importanza
deriva dallorganizzazione per clan e per trib . Sono un metodo per tracciare la storia di una data societ
in cui, attraverso i legami di sangue, la derivazione da un comune genitore o il diverso rapporto con i
fratelli, si indicavano in realt le vicende storiche di determinati gruppi etnici nella loro successione
cronologica e le loro mutue relazioni La maggior parte dei diritti e dei privilegi della persone venivano
dallappartenenza a trib e clan e la genealogia era il documento scritto di questa appartenenza e forniva
lelenco degli appartenenti alla trib o al clan.


Genealogia di Genesi 5, 1-31
In Genesi 1-11 le genealogie riempiono lintervallo tra Adamo ed Abramo, Contengono nomi
di nazioni, di trib, di aree geografiche, oltre a nomi di individui; tale sistema artificiale, rivelato anche
dal numero di dieci generazioni da Sem ad Abramo tende a dimostrare collegamenti storici, o geografici.
La genealogia di 5, 1-31 collega il primo uomo col diluvio. Anche dopo il diluvio la genealogia
costituisce il legame con Abramo . E la storia della salvezza dellepoca posteriore presentata come
intimamente connessa con quella delle origini. Non ciclica, ma lineare nel suo movimento. La forma
letteraria della genealogia, usata qui per un preciso intento religioso, era nota ad altri popoli. Un elenco di
re babilonesi ci fornisce dieci nomi, di prima del diluvio, come nel nostro caso, lultimo leroe del
diluvio, come nel nostro testo. Il settimo fu rapito dagli dei come Enoch da Dio. Tutti hanno una longevit
straordinaria, nellordine di migliaia di anni. Le et differiscono nei vari elenchi di re babilonesi come
accade per i patriarchi nel Testo masoretico e nei Settanta, Non possiamo determinare la fonte della
genealogia. I nomi ebraici rivelano che sono stati adattati allo scopo dallautore. Il significato esatto delle
et riportate non certo. La generale diminuzione delle longevit indica, probabilmente. lallontanamento
da Dio, dal momento che una vita lunga la si attribuiva al timore di Dio ( Prv 10, 27 )-

DISCENDENZA DI ADAMO (1)
La seconda genealogia riparte da Adamo. La successione delle dieci generazioni copre il tempo
fino al diluvio.
OTTOCENTOANNI (4)
La vita di ciascun personaggio ha una durata lunghissima, non realistica. I numeri non vanno presi
alla lettera: lo scrittore sacro riprende qui uno schema presente anche in altre culture antiche, per parlare
dellumanit prima del diluvio, e se ne serve per mostrare lefficacia e la continuit della benedizione
divina.
Let dei personaggi citati nelle varie genealogie diminuisce di periodo in periodo. Prima del
diluvio let da 700 a meno di mille anni, dopo il diluvio dai duecento ai seicento, a partire da Abramo
tra i cento e i duecento anni. Il Salmo novanta dice che gli esseri umani vivono 70 e solo i pi robusti
80. La longevit appare come una benedizione che la razza umana rende sempre pi debole a causa del
peccato.
SET (6 )
In ebraico egli fond . Dopo la storia dei Caniti lautore riporta la genealogia dei Setiti, che lo
interessano di pi e indica dei singoli personaggi alcuni dati e let .
ENOC (21)
Il settimo della lista ha uno speciale e misterioso significato. Egli vive meno degli altri, ma il
numero dei suoi anni, 365, corrisponde al numero dei giorni del calendario solare. E detto che egli
cammin con Dio, ebbe intimit con Lui , e Dio lo prese ( laquah). Nel poema epico di Ghilgamesh ,
Utnapisthim preso dagli dei, nel loro mondo. Nella Bibbia si dir in seguito che anche Elia sar rapito
( laquah) ( 2, Re 2-16 ). Enoc si distingue dagli altri perch cammina con Dio e non muore; la figura di
Enoc ha assunto grande importanza nella letteratura giudaica. La tradizione biblica gli attribuisce una fede
eroica ( Eb 11, 5 ), mostrata nel predicare ai contemporanei limminente giudizio divino ( Gd 14), per cui
si merit di non vedere la morte ( Eb 11, 5 ). Leccezione riguardante limmortalit di uomini straordinari
si trovava anche nel mondo babilonese, che presentava limmortale eroe del diluvio mesopotamico
Utnapisthim , trasportato alla lontana foce dei fiumi.
NOE (32)
La genealogia giunge fino a No, che il protagonista del diluvio biblico




Genesi 6, 1-4
Grande malvagit




1
Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie,
2
i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta.
3
Allora il Signore disse: "Il mio spirito non rester sempre nell'uomo, perch egli carne e la
sua vita sar di centoventi anni".
4
C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo -,
quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono
questi gli eroi dell'antichit, uomini famosi.

____________

Genesi 6, 1-4 un testo di difficile interpretazione, che pone molti problemi. Non si sa chi sono
questi figli di Dio : i Setiti, i potenti della terra , angeli, esseri sovrumani, semplici uomini? Un a
possibile interpretazione che il Redattore volendo sottolineare un nuovo momento della ribellione delle
creature a Dio, dopo quelli indicati in precedenza, per indicare lo sfrenato pansessualismo delle
origini umane , abbia raccolto un mito cananeo del rapporto divinit-donna, visto in maniera positiva dai
pagani, ma considerato oltremodo aberrante nel mondo ebraico. Lautore infatti di tanta sfrenatezza d il
seguente giudizio (v 3) : Allora il Signore disse: Il mio spirito non rester sempre nelluomo, perch egli
carne e la sua vita sar di centoventanni .









Il Diluvio universale



Due tradizioni

La narrazione del diluvio ( Genesi 6, 5 9, 17 ) una composizione di due tradizione: la javista
( J ) del 950 a.C circa e la sacerdotale ( P ), del 500 a. C circa, fuse insieme. Il redattore finale aveva
davanti a s due tradizioni del diluvio, che ha voluto conservare; avrebbe potuto tramandarcele
scrivendole una dopo laltra, ma cos il diluvio si sarebbe abbattuto due volte sulla terra, una secondo J e
laltra secondo P. Cos non gli rimasto che intrecciarle insieme, non sacrificando quasi nulla, salvo
quando la fonte J esponeva molto sinteticamente quanto P aveva esposto con abbondanza di particolari (per
esempio la costruzione dellarca secondo P: 6, 14-16); i versetti aggiunti dallautore sono trascurabili Il
risultato il racconto che noi troviamo nella Bibbia. Un attento lettore pu facilmente fare loperazione
inversa separando la fonte J : 6, 5-8 ; 7, 1-5-7.10.12.16b.17b.22; 8, 2b.3a.6-12.13b.20-22, dalla fonte P:
6, 9-22; 7, 11.13-16a. 17b.18-21.24; 8,12.4-5.13.14-18; 9, 1-17 e ottiene due descrizioni quasi complete
del diluvio universale.

Differenze



Tra le due tradizioni troviamo innanzitutto una somiglianza fondamentale sorprendente,
nonostante che tra luna e laltra siano passati quasi 500 anni. Ma notiamo anche diversit. Secondo J il
diluvio universale dura 40 giorni e la terra ritorna asciutta dopo quaranta giorni. Secondo P le acque
salgono per 150 giorni e ne occorrono quasi altrettanti perch defluiscano. J fa scrosciare sulla terra un
potente acquazzone; in P il firmamento e il disco terrestre diventano permeabili e i due oceani
primordiali rifluiscono luno nellaltro. In P No accoglie nellarca soltanto una coppia di ogni specie di
animali; in J sette coppie per ogni specie di animali puri ( forse perch questa fonte suppone il culto dei
sacrifici esistente fin dallinizio, e una coppia di animali puri non sufficiente, mentre per P i sacrifici
sono istituiti nel Sinai ) e una coppia di animali impuri. Per P No riceve mentre nellarca, un
messaggio che gli indica quando aprire larca; per J No si accerta della possibilit di uscita inviando
prima il corvo, poi la colomba ed esce dallarca quando il suolo della terra asciutto. Queste particolarit
non intaccano le grandi linee dei due racconti.

Racconti di diluvio



Studiando le antiche tradizioni dei popoli, fino ad oggi, siamo arrivati a conoscere ben 68 racconti
di diluvi, di cui 13 provenienti dallAsia, 4 dallEuropa, 5 dallAfrica, 9 dallOceania e 37 dalle Americhe.
Lautore del racconto J, che ha scritto attorno agli anni 950 non stato il primo a parlare di diluvio. Gi
mille anni prima, prima ancora della nascita di Abramo, esisteva in Mesopotamia una storia di diluvio
sorprendentemente simile a quella biblica. Ci stata tramandata nel poema epico di Gilgamesh. Alla
ricerca della pianta della vita, Gilgamesh incontra nellestremo occidente, al di la del mare, il suo avo
Utanapishtim. Utanapishtim il No babilonese che gli dei, dopo il diluvio, hanno innalzato
allimmortalit. Narra al suo compagno di viaggio come riuscito a salvarsi dal diluvio che distrusse tutta
la terra sulla sua grande arca di legno. In questo racconto troviamo persino il corvo e la colomba. Forse
questi racconti sono il ricordo di antiche, terribili inondazioni, e per quanto riguarda il Medio Oriente
stato anche trovato nel 1929 un enorme deposito argilloso, dovuto ad una grande inondazione del quarto
millennio, dove si trovava la citt di Ur. O forse si tratta di miti in cui si possono leggere i timori e le pene
dellumanit preglaciale. Nella concezione degli antichi il mondo degli uomini sospeso tra due
imponenti masse di acqua, che significano rovina e caos e lantico oceano primordiale pu sempre
ricoprire la terra, il mondo labile e destinato alla distruzione, c solo la speranza che ci sia almeno un
superstite. Nel racconto di Gilgamesh poi il diluvio dovuto alla decisione di dei infastiditi dal vociare
degli uomini, durante il loro riposo; gli uomini ne subiscono solo le conseguenze.













I racconti biblici



Sia lo scrittore J e quello P hanno ereditato dal passato i quesiti circa la fine delluomo, la
fragilit dellesistenza umana, la distruzione dellumanit e le risposte contenute nei racconti di
diluvio esistenti. Anche loro danno risposte ai quesiti ma sono risposte diverse da quelle allora esistenti.
Usano lo stesso schema degli altri (il racconto del diluvio ) ,lasciando invariato ci che possono lasciare
invariato, ma precisanoC stato un grande diluvio, ma la catastrofe avvenuta per colpa degli
uomini, non per cattiveria degli dei , quando la terra era ormai colma di violenza. La fine giunta come
punizione per la malvagit degli uomini, dal momento che Dio che non indifferente al bene e al male.
Luomo ha veramente avuto la possibilit di autodistruggersi ed tornato al caos primitivo. Gli
potrebbe succedere ancora, ma Dio far in modo che non succeda pi una simile catastrofe. Non tutti
sono stati malvagi, un resto si salvato dalla malvagit generale. E stato No, con la sua famiglia,
perch Dio non smentisce se stesso nella sua funzione di creatore. Ora lumanit ha lassicurazione e
lalleanza gratuita di Dio.
La storia del diluvio fornisce un esempio chiarissimo di come gli ebrei poterono assumere
le tradizioni popolari di altri popoli, spesso del tutto prive di valore storico, in maniera da farne un
veicolo di importanti concezioni teologiche: in questo caso la giustizia e la provvidenza divina, la
sicurezza e la stabilit della natura, basate sulla bont di Dio, nonostante le cattive inclinazioni del
cuore umano ( Gn 8, 21 ).

Universalit del diluvio



Lautore presenta il diluvio con una terminologia universale : colpisce tutta la terra
ferma, distrugge tutti gli animali, fa naufragare lintera umanit, ad eccezione di una famiglia. Finito il
diluvio il mondo ricreato di nuovo, il vecchio mondo finito, ne sorge un altro. E No costituito
fine delle cose che erano prima del diluvio e principio di quelle di dopo, come secondo Adamo. Il diluvio
non pot pertanto essere considerato che come un cataclisma cosmico e universale.
La scienza per ci assicura che un diluvio universale fisicamente impossibile, perch
le acque esistenti non sarebbero bastate a coprire la terra, per limpossibilit di una pioggia ininterrotta per
quaranta giorni e quaranta notti, perch larca non avrebbe potuto contenere circa 40.000 specie animali,
ecc. . La questione si risolve ricorrendo al genere letterario e alle idee scientifiche e teologiche del
tempo. Lautore aveva del mondo idee molto limitate, esse non oltrepassavano le terre assiro-babilonesi e,
al pi, egiziane, anzi nei documenti pi antichi il mondo conosciuto era anche pi limitato, Naturalmente
il cataclisma che aveva interessato queste zone non poteva essere descritto che come universale. Inoltre
lautore interessato dellumanit di cui sta parlando, cio del popolo eletto ed elimina
progressivamente dalla trattazione i rami collaterali; prima del diluvio, per esempio, sono fuori della sua
ottica i discendenti di Caino. La trattazione generale dellautore quindi circoscritta entro un certo spazio
ed proiettata verso un solo popolo. Si pu inoltre parlare di universalit se tutti i coinvolti dal
diluvio sono periti, tutti i colpevoli siano stati raggiunti.

Alcuni termini

Nel racconto del diluvio si trovano alcuni termini che esigono una spiegazione per comprenderne
meglio il significato. Tra gli altri:
Il grande oceano e le cateratte
Il grande oceano indica le acque che, secondo la concezione mitica, circondano la terra. Le
cateratte sono le barriere in cielo che si aprono quando piove. In Genesi 1 si distinguono le acque che
sono sopra il firmamento da quelle che sono sotto il firmamento.

Animali puri e impuri
La distinzione tra animali puri e impuri molto antica ed comune allambiente culturale
circostante ad Israele. Forse allinizio era legata al significato favorevole o sfavorevole che avevano
nellesistenza umana, o era suggerita dalla supposizione che gli animali impuri fossero in rapporto con le
divinit cananee del mondo sotterraneo, possono aver influito anche considerazioni igieniche.. Tra i
quadrupedi erano puri gli animali ruminanti e con le unghie spaccate, impuri il cammello, il daino, la
lepre, il maiale, tra gli animali acquatici erano puri tutti quelli che hanno squame o scaglie, lelenco
degli uccelli impuri si trova in Lv 11, 13, 19 e Dt 14, 10-20.

Corvo e colomba.
Linvio degli uccelli narrato anche nellEpopea di Gilgamesh, dove menzionata la colomba,
la rondine e il corvo, Nel testo biblico abbiamo invece la colomba inviata per tre volte. La menzione del
corvo, che pare non accordarsi con il resto della narrazione, forse unaggiunta che ricorda il racconto in
cui si parlava di tre uccelli.

Olocausto
Era il sacrificio in cui lanimale veniva completamente bruciato. La parola greca significa
proprio completamente bruciato

Sangue
NellAt il sangue la vita dellessere vivente ( Gn 9, 4; Dt 12, 23 ) Luomo e gli animali sono
composti di carne e di sangue e il sangue la vita che conferita da Dio ed sotto il suo dominio. Per
questo motivo proibito nutrirsi di sangue ( Gn 9, 4; Lv 17, 10 ) Luomo potr offrire il sangue a Dio (
Lev 1, 7. 17 ), ma sappiamo che poi lo sparger come acqua ( Dt 12, 15-28 )








Dalla Bibbia



A causa sua la terra fu sommersa, ma la Sapienza di nuovo la salv, pilotando il giusto e per
mezzo di un semplice legno ( Sap 10, 4 )
Ora per me come ai giorni di No, quando giurai che non avrei pi riversato le acque di No
sulla terra, cos ora giuro di non pi adirarmi con te e di non farti pi minacce ( Isaia 54, 9 ).
Come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito,
fino a quando No entr nellarca e non si accorsero di nulla finch venne il diluvio e inghiott tutti, cos
sar anche alla venuta del Figlio delluomo (Mt 24, 37-39 ).
Per fede No, avvertito divinamente di cose che ancora non si vedevano, costru con pio fervore
unarca a salvezza della sua famiglia: e per questa fede condann il mondo e divenne erede della
giustizia secondo la fede ( Ebrei 11, 7 ).
E in spirito and ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; essi
avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimit di Dio pazientava nei giorni di No,
mentre si fabbricava larca, nella quale poche persone otto in tutto, furono salvate per mezzo dellacqua,
figura questa del battesimo, che ora salva voi ( 1 Pietro, 3, 18-21 ).

Da No a Cristo



Dio sa che il cuore delluomo rester ormai incline al male, ma ugualmente non permetter pi
che lumanit venga distrutta dalle acque della morte; non lascer pi luomo in balia della morte, ma gli
offrir una nuova stupenda possibilit di salvezza, fondata sul perdono. Per attuare questo piano gli
baster un solo Giusto, di cui No soltanto figura: Ges Cristo. Questo Salvatore scender nelle
grandi acque della morte per uscire vittorioso e divenire primizia della nuova creazione. Coloro che
confideranno in lui e si immergeranno nelle acque del battesimo, ne usciranno salvi e configurati a
immagine del loro Salvatore e coloro che al tempo del diluvio erano stati castigati per la loro incredulit,
riceveranno lannunzio della salvezza da Ges stesso, quando, subito dopo la morte, scender agli inferi.
In questa prospettiva tutto appare in una nuova luce. La chiesa la barca della salvezza, che salva
lumanit dalle procelle del male, cos la vedevano i santi Padre e cos la vede la Liturgia; larcobaleno
che agli antichi incuteva tanta paura perch pensavano fosse larco degli dei posto tra le nubi, larma per
scagliare sugli uomini fulmini e saette come frecce vendicatrici, diventer uno stupendo segno di
speranza. Con questa nuova alleanza luomo nuovamente benedetto e consacrato re della creazione
come al tempo delle origini, anche se dovr portare in giusta misura le conseguenze del male
commesso, allo scopo pedagogico di tenere bene in mente che il peccato altro non che una triste
esperienza di vuoto e di rovina ( Le origini: EDB ).


Riflessioni

Luomo che non segue le indicazioni di Dio arriva ad una malvagit senza confini e fa
approdare il mondo al contrario di come era al momento della creazione ( era buona ), al caos
primordiale, alla distruzione dellumanit.
Dio ha un grande interesse per luomo e non indifferente al suo comportamento. Egli non pu
impunemente respingere lamore di Dio e rifiutarne la misericordia, senza incorrere nella sua giustizia, che
deve fare il suo corso.
La punizione del diluvio ci ricorda anche la possibilit della condanna eterna per chi rifiuta fino
alla fine Dio.
Anche in mezzo a tanta malvagit, si trova un uomo giusto: No. Sar sempre un resto il
fermento nella storia, ed un solo giusto, Cristo , sar il Salvatore di tutti.
Dio non abbandona mai lumanit. Con No siamo ad un nuovo Adamo e ad una nuova
creazione. Tuttavia non ci sar la sintonia con la natura degli inizi, ma la lotta per vivere. Luomo dovr
seguire le indicazioni di Dio e in particolare dovr ritenere intoccabile la vita umana.
Nonostante che il cuore delluomo sia inclinato al male, il Signore non permetter che lumanit
arrivi ad autodistruggersi del tutto.
Dio dichiara di essere dalla parte delluomo, depone il suo arco nel cielo e fa un patto
unilaterale e gratuito con lui.
Facendo spesso esperienza di cataclismi e disastri, luomo si domanda se essi potranno ancora
avere la forza del diluvio; la Bibbia risponde che Dio terr in vita la sua creazione e, anche se luomo
inclinato al male, mai pi si dovr pensare che Dio distrugga il mondo per questo. Nel ritmo stesso delle
stagioni, luomo pu intravedere una benedizione permanente del Creatore.





















Genesi 6, 5 9, 29
Diluvio e alleanza
Capitolo 6

5
Il Signore vide che la malvagit degli uomini era grande sulla terra e che ogni
intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre.
6
E il Signore si pent di aver
fatto l'uomo sulla terra e se ne addolor in cuor suo.
7
Il Signore disse: "Canceller dalla faccia
della terra l'uomo che ho creato e, con l'uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del
cielo, perch sono pentito di averli fatti".
8
Ma No trov grazia agli occhi del Signore.
9
Questa
la discendenza di No. No era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e
camminava con Dio.
10
No gener tre figli: Sem, Cam e Iafet.
11
Ma la terra era corrotta
davanti a Dio e piena di violenza.
12
Dio guard la terra ed ecco, essa era corrotta, perch
ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
13
Allora Dio disse a No: " venuta
per me la fine di ogni uomo, perch la terra, per causa loro, piena di violenza; ecco, io li
distrugger insieme con la terra.
14
Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in
scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori.
15
Ecco come devi farla: l'arca avr
trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza.
16
Farai nell'arca un
tetto e, a un cubito pi sopra, la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a
piani: inferiore, medio e superiore.
17
Ecco, io sto per mandare il diluvio, cio le acque, sulla
terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui c' soffio di vita; quanto sulla terra
perir.
18
Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua
moglie e le mogli dei tuoi figli.
19
Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni
specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.
20
Degli uccelli, secondo la
loro specie, del bestiame, secondo la propria specie, e di tutti i rettili del suolo, secondo la
loro specie, due di ognuna verranno con te, per essere conservati in vita.
21
Quanto a te,
prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e fanne provvista: sar di nutrimento per te e per
loro".
22
No esegu ogni cosa come Dio gli aveva comandato: cos fece.

Capitolo 7
1
Il Signore disse a No: "Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perch ti ho
visto giusto dinanzi a me in questa generazione.
2
Di ogni animale puro prendine con te sette
paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono puri un paio, il maschio e la
sua femmina.
3
Anche degli uccelli del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne
in vita la razza su tutta la terra.
4
Perch tra sette giorni far piovere sulla terra per quaranta
giorni e quaranta notti; canceller dalla terra ogni essere che ho fatto".
5
No fece quanto il
Signore gli aveva comandato.

6
No aveva seicento anni quando venne il diluvio, cio le acque sulla terra.
7
No entr
nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del
diluvio.
8
Degli animali puri e di quelli impuri, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul
suolo
9
un maschio e una femmina entrarono, a due a due, nell'arca, come Dio aveva
comandato a No.
10
Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra;
11
nell'anno
seicentesimo della vita di No, nel secondo mese, il diciassette del mese, in quello stesso
giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.
12
Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti.
13
In quello stesso giorno
entrarono nell'arca No, con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di No, le tre mogli dei suoi
tre figli;
14
essi e tutti i viventi, secondo la loro specie, e tutto il bestiame, secondo la propria
specie, e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, tutti i volatili, secondo
la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati.
15
Vennero dunque a No nell'arca, a due a
due, di ogni carne in cui c' il soffio di vita.
16
Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni
carne, entrarono come gli aveva comandato Dio. Il Signore chiuse la porta dietro di lui.
17
Il
diluvio dur sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca, che s'innalz
sulla terra.
18
Le acque furono travolgenti e crebbero molto sopra la terra e l'arca
galleggiava sulle acque.
19
Le acque furono sempre pi travolgenti sopra la terra e coprirono
tutti i monti pi alti che sono sotto tutto il cielo.
20
Le acque superarono in altezza di quindici
cubiti i monti che avevano ricoperto.
21
Per ogni essere vivente che si muove sulla terra,
uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini.
22
Ogni
essere che ha un alito di vita nelle narici, cio quanto era sulla terra asciutta, mor.
23
Cos fu
cancellato ogni essere che era sulla terra: dagli uomini agli animali domestici, ai rettili e agli
uccelli del cielo; essi furono cancellati dalla terra e rimase solo No e chi stava con lui
nell'arca.
24
Le acque furono travolgenti sopra la terra centocinquanta giorni


Capitolo 8
1
Dio si ricord di No, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con
lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono.
2
Le fonti
dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo;
3
le acque
andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni.
4
Nel settimo
mese, il diciassette del mese, l'arca si pos sui monti dell'Arart.
5
Le acque andarono via via
diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le
cime dei monti
6
Trascorsi quaranta giorni, No apr la finestra che aveva fatto nell'arca
7
e
fece uscire un corvo. Esso usc andando e tornando, finch si prosciugarono le acque sulla
terra.
8
No poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo;
9
ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, torn a lui nell'arca, perch
c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di
s nell'arca.
10
Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca
11
e la
colomba torn a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco una tenera foglia di ulivo.
No comprese che le acque si erano ritirate dalla terra.
12
Aspett altri sette giorni, poi lasci
andare la colomba; essa non torn pi da lui.
13
L'anno seicentouno della vita di No, il
primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; No tolse la
copertura dell'arca ed ecco, la superficie del suolo era asciutta.
14
Nel secondo mese, il
ventisette del mese, tutta la terra si era prosciugata.
15
Dio ordin a No:
16
"Esci dall'arca tu e
tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te.
17
Tutti gli animali d'ogni carne che hai
con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perch
possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa".
18
No usc con i
figli, la moglie e le mogli dei figli.
19
Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i
rettili che strisciano sulla terra, secondo le loro specie, uscirono dall'arca.
20
Allora No
edific un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri e di uccelli puri e offr olocausti
sull'altare.
21
Il Signore ne odor il profumo gradito e disse in cuor suo: "Non maledir pi il
suolo a causa dell'uomo, perch ogni intento del cuore umano incline al male fin
dall'adolescenza; n colpir pi ogni essere vivente come ho fatto.
22
Finch durer la terra,
seme e msse, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno".

Capitolo 9

1
Dio benedisse No e i suoi figli e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi e
riempite la terra.
2
Il timore e il terrore di voi sia in tutti gli animali della terra e in tutti gli
uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono dati in vostro potere.
3
Ogni essere che striscia e ha vita vi servir di cibo: vi do tutto questo, come gi le verdi
erbe.
4
Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cio con il suo sangue.
5
Del
sangue vostro, ossia della vostra vita, io domander conto; ne domander conto a ogni
essere vivente e domander conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
6
Chi
sparge il sangue dell'uomo,

dall'uomo il suo sangue sar sparso ,perch a immagine di Dio


stato fatto l'uomo.
7
E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,

siate numerosi sulla terra e
dominatela".
8
Dio disse a No e ai suoi figli con lui:
9
"Quanto a me, ecco io stabilisco la mia
alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi,
10
con ogni essere vivente che con
voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con
tutti gli animali della terra.
11
Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sar pi distrutta
alcuna carne dalle acque del diluvio, n il diluvio devaster pi la terra".
12
Dio disse:

"Questo
il segno dell'alleanza,

che io pongo tra me e voi

e ogni essere vivente che con voi,

per
tutte le generazioni future.
13
Pongo il mio arco sulle nubi,

perch sia il segno dell'alleanza

tra me e la terra.
14
Quando ammasser le nubi sulla terrae apparir l'arco sulle nubi,

15
ricorder la mia alleanza

che tra me e voi

e ogni essere che vive in ogni carne,

e non ci
saranno pi le acque per il diluvio,

per distruggere ogni carne.
16
L'arco sar sulle nubi,

e io lo
guarder per ricordare l'alleanza eterna

tra Dio e ogni essere

che vive in ogni carne che
sulla terra".
17
Disse Dio a No: "Questo il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e
ogni carne che sulla terra".


Lubriachezza di Noe
18
I figli di No che uscirono dall'arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam il padre di
Canaan.
19
Questi tre sono i figli di No e da questi fu popolata tutta la terra.
20
Ora No,
coltivatore della terra, cominci a piantare una vigna.
21
Avendo bevuto il vino, si ubriac e si
denud all'interno della sua tenda.
22
Cam, padre di Canaan, vide la nudit di suo padre e
raccont la cosa ai due fratelli che stavano fuori.
23
Allora Sem e Iafet presero il mantello, se
lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono la nudit del loro padre;
avendo tenuto la faccia rivolta indietro, non videro la nudit del loro padre.
24
Quando No si
fu risvegliato dall'ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore;
25
allora disse:

"Sia
maledetto Canaan!

Schiavo degli schiavisar per i suoi fratelli!".
26
E aggiunse: "Benedetto il
Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo!
27
Dio dilati Iafet ed egli dimori nelle tende di
Sem, Canaan sia suo schiavo!".
28
No visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni.
29
L'intera
vita di No fu di novecentocinquanta anni; poi mor.

___________

Capitolo 6
VIDE LA MALVAGITA DEGLI UOMINI (6-8 )
Il racconto biblico inizia con la tradizione J . Lautore volge uno sguardo sullumanit ormai
tutta malvagia; una visione completamente opposta a quella dellautore sacerdotale al termine della
creazione del mondo, quando era tutto buono. Il male ha conquistato lumanit. La reazione interna di
Dio espressa con un antropomorfismo: Il Signore si pent, essa dice che Dio non insensibile,
indifferente e neutrale, ma partecipa come persona e soffre nel vedere la sua creazione buona
perturbata dalluomo cattivo. La decisione divina formulata con una parola di condanna:
Sterminer (letteralmente canceller ), che il termine contrario a creare. Cancellata lumanit,
il mondo senza uomini torner ad essere buono. Subito lo Javista ci informa che No trov grazia agli
occhi di Dio; egli si stacca dalla massa malvagia ed scelto da Dio per la salvezza dellumanit. La
grazia ( ben ) indica uneccezione di salvezza, per ora per No, ma poi per lumanit.
QUESTA E LA DISCENDENZA DI NOE (9-22 )
Inizia la tradizione P. No messo in confronto con lumanit corrotta. No giusto, integro,
senza difetti, ritualmente idoneo a percepire le cose che riguardano Dio; i suoi contemporanei sono
violenti, corrotti, hanno stancato Dio. Da essi si staccano i figli di No, Sem, Cam e Jafet, che partecipano
alla bont del padre.
A No Dio ordina di costruirsi unarca. Ed Dio stesso che descrive i dettagli. Le istruzioni
sono particolareggiate secondo lo stile del narratore sacerdotale. Larca in ebraico e tebat, in accadico
tabu, che era la barca degli dei portata in processione, oppure edipu tibitu, che era una specie di nave.
Le dimensione dellarca sono: 300 cubiti di lunghezza ( 150 metri ), 50 di larghezza ( 25 metri) 20 di
altezza ( 15 metri ); la cubatura perci di 65.00 metri cubi, come il duomo di Colonia. Le dimensioni per
quei tempi sono colossali, ma sempre inferiori a quelle riferite dal racconto di Gilgamesh. E specificato
anche il materiale, che deve essere di cipresso o resinoso e il particolare di una porta laterale e del tetto
robusto, formato a dorso.
CIOE LE ACQUE SULLA TERRA (17 )
Sempre nella fonte P detto in che cosa consister il diluvio. E il contrario della creazione,
quando dal caos informe fu separata la terra; ora il principio di ordine sta per rompersi, il firmamento
aprir le sue cateratte perch le acque superiori si confondano con le inferiori e tutto sar invaso
dallacqua e ritorner al caos primordiale.
Ma subito dopo Dio parla di salvezza concentrata in un uomo e la sua famiglia, sotto forma di
un patto, che espressione di amichevole relazione personale. No diventa centro della salvezza che si
irradia sugli uomini e sugli animali. No, i suoi figli e le loro mogli si salveranno e anche una coppia di
ogni animale.







Capitolo 7



IL SIGNORE DISSE A NOE ( 7, 1-12 )
Subentra ora la versione J . In No racchiusa tutta la salvezza, perch racchiude in se tutta la
giustizia superstite. Il principio teologico del resto gi allopera anche se non ancora usato. Viene
ripetuto quanto ha gi detto la tradizione P, con la variante degli animali che sono per J sette coppie di
animali mondi, necessari anche per il sacrificio, e una coppia degli animali immondi. Diverso anche il
modo con cui avviene il diluvio, esso causato da una piaggia ininterrotta di 40 giorni e quaranta notti.
Per sette giorni No esegue gli ordini di Dio, poi inizia il diluvio, che appare come un fenomeno di piogge
invernali lunghissime.
NELLANNO SEICENTESIMO ( 11. 13 17 )
Il versetto 11, della fonte P parla dellinizio del diluvio e lo situa al 17 del secondo mese
dellanno seicento della vita di No e perci verso Maggio-Giugno, supposto che lanno iniziasse a Nissan.
Erompono le fonti del grande abisso, il tehon rabbat
CADDE LA PIOGGIA (12 )
Questo versetto della fonte J e asserisce invece che il diluvio avviene per una pioggia di 40
giorni e 40 notti.
Segue nei versetti 13-16a della fonte P lingresso nellarca di No, di figli, delle mogli e degli
animali, che secondo questa fonte sono due per specie.
IL SIGNORE CHIUSE LA PORTA (16)
Questa osservazione della fonte J , che aveva gi presentato il Dio vasaio e chirurgo e ora lo
presenta come portinaio.
QUARANTA GIORNI (17)
Questo versetto invece della fonte P e precisa che il diluvio dur 40 giorni.
FURONO TRAVOLGENTI (18-21 )
La fonte P informa che la terra viene sommersa, gli uomini e gli animali sono distrutti e che
solo lArca galleggia sulle acque.
OGNI ESSERE (22-23 )
Simile informazione fornita anche dalla fonte J.
CENTO CINQUANTA (24 )
In questo versetto la tradizione P asserisce che le acqua restarono alte sopra la terra per 150
giorni. E ci a differenza della fonte P che parla di 40 giorni.










Capitolo 8



DIO SI RICORDO ( 8, 1-5 )
La tradizione P descrive una serie di episodi voluti dalla clemenza di Dio, il quale si ricorda del
suo fedele e ogni ricordo di Dio realizzante. I fiumi e le sorgenti dellabisso (tehon ) si chiudono, le
cateratte del cielo cessano di piovere, il vento di Elohin, come quello della creazione primordiale
comincia a spirare, cosicch pu nascere un mondo purificato, le acque diminuiscono, ricompaiono le
vette delle montagne, la terra ferma si prosciuga e lArca nel 7 mese al 17 giorno si posa sul monte
Ararat. Questo monte variamente identificato dagli esegeti; alcuni pensano alla regione Nord-est del
lago Van, altri alle montagne del Kurdistan, gli apocrifi ai monti Lubat. Si suppone che questo monte sia il
pi alto della terra. Il contatto dellarca con la terra gi salvezza.
LE ACQUE ANDARONO VIA VIA (3 )
Il versetto 3, che della fonte J , descrive sinteticamente la fine del diluvio: le acque andarono
via ritirandosi dalla terra.
TRASCORSI 40 GIORNI ( 6-12 )
Nei versetti 6-12 lautore di J , per il quale il diluvio dura 40 giorni, parla del lancio degli
uccelli, non ricordato dallaltra tradizione. Era un tema popolare diffuso in tutto lambiente sumero-
accadico, in cui si parla anche di rondine, ma non di ramo di ulivo, citato solo qui. Lo schema 7+7+7 , in
cui ogni sette giorni lanciata la colomba. Nel v 13b lo Javista dice: No tolse la copertura dellarca ed
ecco la superficie del suolo era asciutta.
LANNO 601 ( 13-18 )
Testo P: 13-18 . Il diluvio, per lautore P, durato circa un anno : dal 17 del mese secondo
dellanno 600 di No (versetto 11 ) al primo giorno del primo mese dellanno 601. Prosciugate le acque e
inaridita la terra, Dio parla ancora e comanda ai salvati di uscire.
ALLORA NOE ( 20-22 )
Tradizione J : 20-22 . Come il superstite del diluvio mesopotamico, No offre a Dio un sacrificio
per lo scampato pericolo. Che Dio grad lofferta detto con il linguaggio antropologico tipico della
cultura di allora: Il Signore ne odor la soave fragranza.
NON MALEDIRO ( 21 )
La giustizia ha compiuto il suo corso. Ora il tempo del perdono e nellatto di riconciliazione,
Dio, pur riconoscendo ancora la cattiva inclinazione delluomo al male, simpegna a non mandare pi il
diluvio, a non ripetere un castigo del genere. Anche in futuro luomo esposto alla distruzione, ma Dio gli
toglie di mano lultima conseguenza della sua violenza, la possibilit di distruggersi; il mondo
delluomo sussister. E strano che questa lieto messaggio informi cos poco la nostra fede. Il mai pi
dello scritto sacerdotale inequivocabile.
FINCHE DURERA LA TERRA (22 )
Mediate una serie di contrasti: seme, messe, freddo, caldo, estate, inverno, giorno e notte descritto
lordine della natura che rinasce. Finch durera non una limitazione allassicurazione precedente,
ma comunque dice che il mondo non durer per leternit.
Capitolo 9


(Rijksmuseum, 1567 Amsterdam, Olanda).

DIO BENEDISSE ( 1-17 )
Genesi 9, 1-17 tutto della tradizione P e presenta lalleanza di Dio con No. La storia
ricomincia sotto la benedizione, la promessa e lalleanza di Dio.
SIATE FECONDI (1 )
E come una nuova creazione. Dio ritorna a benedire la terra, gli uomini saranno ancora
fecondi, domineranno ancora sugli animali, i quali sono divisi in superiori (mammiferi e uccelli ) e
inferiori ( pesci e rettili della terra ). Il dominio delluomo non sar per pi pacifico come in Gn 2, 1, in
cui luomo considerato erbivoro, perch nella lotta per la vita luomo uccider gli animali, che avranno
di lui timore e terrore e se ne ciber. ( vi servir di cibo come gi le erbe verdi ).
SOLTANTO NON MANGERETE (4-7)
Gli scampati dal diluvio non sono, come ripetevano i miti sumero-accadici, onnipotenti, esseri
superiori. Dio, sovrano di tutto ci che vive, impone il segno del suo dominio e riserva per s il sangue
segno della vita. E la vita delluomo, fatto a sua immagine, e Dio lo protegge, e domander conto ad
ogni uomo della vita del suo fratello (del sangue vostroio domander conto ). Anzi chi uccide verr
ucciso. Forse qui si allude alla pena capitale, in caso di omicidio, che potr essere eseguita dalluomo (
dalluomo il suo sangue sar sparso ) , il quale dovr sempre tener conto che luomo fatto a immagine
di Dio.
STABILISCO LA MIA ALLEANZA ( 9-12 )
Oltre alla benedizione, Dio fa una promessa che prende il nome di patto o alleanza. Lautore
sacerdotale punteggia la sua storia con tre grandi patti, dotato ciascuno di un segno proprio: 1 Il patto
con No con un segno cosmico ( larcobaleno ), 2 il patto con Abramo il cui segno si riferisce alla
fecondit umana ( la circoncisione ), 3 Il patto con Mos con un segno cultuale ( il sabato ). Quello fatto
con No conferma la promessa di non punire pi in modo tanto drammatico lumanit. (non sar pi
distrutto nessun vivente ). Ha un carattere unilaterale; riguarda infatti anche gli animali, incapaci di ogni
corrispondenza volitiva ( con voi con tutti gli animali ). E fatto col rappresentante della nuova
umanit e vale anche per tutti i discendenti. Non si deve con ci far dire allo scrittore quello che non ha
pensato di dire, per esempio che tutte le razze discendono da No; egli infatti interessato alla storia della
salvezza.
PONGO IL MIO ARCO ( 13-17 )
Lalleanza simboleggiata da un segno naturale, larcobaleno, indipendente dalla volont
umana. Nel mondo antico larcobaleno era considerato larco degli dei e quando compariva indicava che
gli dei avevano cessato di combattere ed era comunemente ritenuto un segno di pace e qui il Signore
appare come un guerriero che appende larco (larcobaleno ) al cielo. Per alcune culture larcobaleno
come un ponte tra la terra e il cielo. Lapocalisse per dare lidea dello splendore immateriale della
divinit usa alcune immagini, come il brillare di pietre preziose, lampi e tuono e dice che il trono era
circondato da un arcobaleno luminoso come lo smeraldo ( 4, 3 ), larcobaleno della pace, come dopo il
diluvio. Attraverso il simbolo dellarcobaleno la Bibbia vuole esprimere il dialogo e lalleanza che
intercorre tra Dio e lumanit. E quella che si potrebbe chiamare la rivelazione della salvezza
cosmica. E Dio ripeter ad Isaia : Per me sempre come ai giorni di No, quando giurai che non avrei
riversato le acque di No sulla terra ( 54, 9 ).
I FIGLI DI NOE (18)
La storia di No e del diluvio si conclude con questo curioso quadretto familiare in cui si rispecchia
ancora il modo con cui Israele (Sem) si sentiva, nello stesso tempo legato e contrapposto ai Cananei (Cam-
Canaan) e alla loro terra. La maledizione di Canaan ricorda soprattutto che quelle popolazioni erano, per la
loro idolatria, una continua tentazione per Israele.








Capitolo 10, 1-32
La tavola delle genti



1
Questa la discendenza dei figli di No: Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli
dopo il diluvio.
2
I figli di Iafet: Gomer, Magg, Madai, Iavan, Tubal, Mesec e Tiras.
3
I figli di
Gomer: Aschenz, Rifat e Togarm.
4
I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, i Chittm e i Dodanm.
5
Da costoro derivarono le genti disperse per le isole, nei loro territori, ciascuna secondo la
propria lingua e secondo le loro famiglie, nelle rispettive nazioni.
6
I figli di Cam: Etiopia,
Egitto, Put e Canaan.
7
I figli di Etiopia: Seba, Avla, Sabta, Raam e Sabtec. I figli di Raam:
Saba e Dedan.
8
Etiopia gener Nimrod: costui cominci a essere potente sulla terra.
9
Egli era
valente nella caccia davanti al Signore, perci si dice: "Come Nimrod, valente cacciatore
davanti al Signore".
10
L'inizio del suo regno fu Babele, Uruc, Accad e Calne, nella regione
di Sinar.
11
Da quella terra si port ad Assur e costru Ninive, Recobt-Ir e Calach,
12
e Resen
tra Ninive e Calach; quella la grande citt.
13
Egitto gener quelli di Lud, Anam, Laab,
Naftuch,
14
Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i Filistei.
15
Canaan gener Sidone,
suo primogenito, e Chet
16
e il Gebuseo, l'Amorreo, il Gergeseo,
17
l'Eveo, l'Archeo e il Sineo,
18
l'Arvadeo, il Semareo e il Camateo. In seguito si dispersero le famiglie dei Cananei.
19
Il
confine dei Cananei andava da Sidone in direzione di Gerar fino a Gaza, poi in direzione di
Sdoma, Gomorra, Adma e Sebom fino a Lesa.
20
Questi furono i figli di Cam secondo le loro
famiglie e le loro lingue, nei loro territori e nelle rispettive nazioni.
21
Anche a Sem, fratello
maggiore di Iafet e capostipite di tutti i figli di Eber, nacque una discendenza.
22
I figli di
Sem: Elam, Assur, Arpacsd, Lud e Aram.
23
I figli di Aram: Us, Ul, Gheter e Mas.
24
Arpacsd
gener Selach e Selach gener Eber.
25
A Eber nacquero due figli: uno si chiam Peleg, perch
ai suoi tempi fu divisa la terra, e il fratello si chiam Ioktan.
26
Ioktan gener Almodd, Selef,
Asarmvet, Ierach,
27
Adorm, Uzal, Dikla,
28
Obal, Abimal, Saba,
29
Ofir, Avla e Iobab. Tutti
questi furono i figli di Ioktan;
30
la loro sede era sulle montagne dell'oriente, da Mesa in
direzione di Sefar.
31
Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie e le loro lingue, nei
loro territori, secondo le rispettive nazioni.
32
Queste furono le famiglie dei figli di No secondo
le loro genealogie, nelle rispettive nazioni. Da costoro si dispersero le nazioni sulla terra dopo
il diluvio.
___________
DISCENDENZA DEI FIGLI (1)
I figli di No vengono presentati come i padri di tutti gli abitanti della terra, e si giunge cos ad
Abramo ( Gen 11, 26). In tal modo la storia dei patriarchi dIsraele collocata nel quadro dellintera
umanit, tracciato nei primi undici capitoli.
Questa genealogia, o tavola delle genti descrive il mondo e i popoli che lo abitano come li
conosce lautore. E costituito dalle terre adiacenti al Mediterraneo orientale, cominciando con la costa
Nord dellAfrica occidentale, rispetto allEgitto, questarea comprende lAfrica Settentrionale (lattuale
Libia), lEgitto e la Nubia, la penisola arabica, la Palestina e la Siria, la Mesopotamia e laltipiani iranico,
lAsia Minore, larcipelago egeo e la Grecia continentale, probabilmente lItalia Meridionale, la Sardegna,
la Spagna e le colonie fenice dellAfrica Settentrionale. I criteri sono geografici; i popoli che parlano
lingue sorelle sono raggruppati insieme. Cos i figli di Jafet sono indoeuropei, i figli di Sem sono semiti , i
figli di Cam sono Camiti, cio Africani . Questa tavola , proveniente dalla fonte P, unica nella letteratura
del Medio Oriente antico e la concezione teologica : Israele localizzato in un mondo che governato da
un solo Dio, Javh, che lo ha eletto come popolo dellalleanza, suo proprio popolo. Lunit del genere
umano, descritta in termini geneologici, religiosa pi che biologica ( J. L. McKenzie )
FIGLI DI IAFER (2)
sono soprattutto popoli del bacino mediterraneo.
FIGLI DI IAVAN (4)
gli Ioni o, genericamente, i Greci.
FIGLI DI CAM (4)
sono per lo pi popoli del sud; tra essi anche Canaan, forse a motivo della dominazione egiziana
sulla regione.
LINIZIO DEL SUO REGNO (10)
Vengono indicate citt della Mesopotamia
CAFTOR (14)
E lisola di Creta
SIDONE (15)
Sulla costa del Libano
CHET IL GEBUSEO
Popoli del Canaan
I FILI DI SEM (22)
Sono collocati in mezzo ai due gruppi precedenti. Dall Elam (attuale Iran), attraverso Assur, si
giunge ad Aram (nellattuale Siria).




Genesi 11, 1-9
Torre di Babele



1
Tutta la terra aveva un'unica lingua e uniche parole.
2
Emigrando dall'oriente, gli
uomini capitarono in una pianura nella regione di Sinar e vi si stabilirono.
3
Si dissero l'un
l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone serv loro da pietra e il
bitume da malta.
4
Poi dissero: "Venite, costruiamoci una citt e una torre, la cui cima tocchi
il cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra".
5
Ma il Signore scese a
vedere la citt e la torre che i figli degli uomini stavano costruendo.
6
Il Signore disse:
"Ecco, essi sono un unico popolo e hanno tutti un'unica lingua; questo l'inizio della loro
opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sar loro impossibile.
7
Scendiamo
dunque e confondiamo la loro lingua, perch non comprendano pi l'uno la lingua
dell'altro".
8
Il Signore li disperse di l su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la
citt.
9
Per questo la si chiam Babele, perch l il Signore confuse la lingua di tutta la terra
e di l il Signore li disperse su tutta la terra.
___________
Lautore prende un antico racconto che intendeva spiegare lorigine delle molte lingue, che era un
fatto evidente in una citt come Babilonia, lorigine del nome Babele e presentava alcuni dati della civilt
babilonese , vista da uno straniero e lo pone come punto culminante della preistoria dellumanit e
introduzione al la storia dei patriarchi . Nel racconto presenta lumanit come ancora unita e con una
sola lingua, che durante le migrazioni, ad un certo punto, decide di dare origine alla civilt urbana,
costruendo una citt e innalzando una torre, e mostra Dio che rompe lunit di lingue e disperde
lumanit.

UNICA LINGUA (1)
Il testo ebraico dice : un labbro solo e lespressione indica un popolo di un solo sentimento, che
gode di un governo centrale, che venera uno stesso dio. Questa unita non ha speranza di vera, continua
riuscita se fatta senza e contro Dio.
SINAR (2)
Sinar o Sennaar , indica la Mesopotamia, come teatro del racconto. Che si tratti di questa regione
confermato anche dalluso di mattoni e dl bitume, che era materiale edilizio della Mesopotamia.




TOCCHI IL CIELO (4)
Lespressione si riferisce alle ziggurat, torri a gradoni, comuni nellantica Babilonia. Si trattava di
templi a piramide che si ergevano dai tempi dei Sumeri ( Esagila, Etemeranki ) e fino ai tempi di
Nebopolar (658-605 a. C. ). Lautore prende probabilmente come oggetto la costruzione della ziggurat di
Etemeranki e come citt Babel, che nellambiente profetico era sempre stata considerata come centro di
idolatria ( Zc 5, 5-13 ).
FACCIAMOCI UN NOME (4)
Il peccato consiste nel desiderio degli uomini di farsi un nome, pi che nella costruzione della
torre.

Costruzione della Torre di Leandro Bassano

I FIGLI DEGLI UOMINI (5)
Lespressione ha un senso generale, non indica tutti gli uomini, ma i lavoratori della torre, reclutati
nella citt; forse erano nomadi venuto dallOriente e domiciliati nel paese di Sennar (2). E tutta la terra
del versetto precedente pu indicare i Semiti orientali stabilitisi nella terra di Sennar.
SCENDIAMO (7)
Questo scendere di Dio mette in risalto la meschinit umana. Lespressione suona ironica. Il
plurale potrebbe riflettere lidea della corte regale di Dio, unidea antica in Israele.
NON COMPRENDANO (7)
Non comprendere il labbro di uno significa ribellarsi, fare una rivoluzione, mettere in discordia
una citt che prima godeva di armonia. Non viene qui tanto sottolineato la diversit delle lingue quanto la
divisione, la rottura della centralit politica e religiosa.




CESSARONO DI COSTRUIRE (8)
I Mesopotamici erano convinti che la distruzione della citt era simbolo della sconfitta
delloppressione nemica e che questo fossa causato da incomprensione di linguaggio, dal nascere delle
fazioni.
BABELE (9)
Il nome Babele (Babilonia) significa porta di Dio, ma viene accostato alla radice bll (=
confusione) e interpretato come sinonimo di confusione. La storia della torre diventa emblema di
quellarroganza religioso-politica che vorrebbe imporre a tutti il proprio potere, ma alla fine genera
confusione e dispersione; la diversit dei popoli appare cos come divisione, frutto negativo di quella
arroganza.




SU TUTTA LA TERRA (9)
Lopera umana per il peccato rimane incompiuta e cos nella divisione e nella dispersione finisce
anche lera dellumanit dopo il diluvio.
Il peccato ha portato allallontanamento da Dio e dai suoi simili, ora lintera societ si allontanada
Dio e gli uomini si dividono tra di loro. Lautore condanna lo sforzo umano di creare un impero mondiale
contro il precetto divino, ripetuto pi volte, di diffondersi nel mondo intero ( Gn 1, 28 ; 9, 1 ) .















Genesi 11, 10-32
Da Sem ad Abramo



10
Questa la discendenza di Sem: Sem aveva cento anni quando gener
Arpacsd, due anni dopo il diluvio;
11
Sem, dopo aver generato Arpacsd, visse cinquecento
anni e gener figli e figlie.
12
Arpacsd aveva trentacinque anni quando gener Selach;
13
Arpacsd, dopo aver generato Selach, visse quattrocentotr anni e gener figli e figlie.

12
Arpacsd aveva trentacinque anni quando gener Selach;
13
Arpacsd, dopo aver generato
Selach, visse quattrocentotr anni e gener figli e figlie
14
Selach aveva trent'anni quando
gener Eber;
15
Selach, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotr anni e gener figli e
figlie.
16
Eber aveva trentaquattro anni quando gener Peleg;
17
Eber, dopo aver generato
Peleg, visse quattrocentotrenta anni e gener figli e figlie.
18
Peleg aveva trent'anni quando
gener Reu;
19
Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e gener figli e figlie.
20
Reu aveva trentadue anni quando gener Serug;
21
Reu, dopo aver generato Serug, visse
duecentosette anni e gener figli e figlie.
22
Serug aveva trent'anni quando gener Nacor;
23
Serug, dopo aver generato Nacor, visse duecento anni e gener figli e figlie.
24
Nacor aveva
ventinove anni quando gener Terach;
25
Nacor, dopo aver generato Terach, visse
centodiciannove anni e gener figli e figlie.
26
Terach aveva settant'anni quando gener
Abram, Nacor e Aran.
27
Questa la discendenza di Terach: Terach gener Abram, Nacor e
Aran; Aran gener Lot.
28
Aran poi mor alla presenza di suo padre Terach nella sua terra
natale, in Ur dei Caldei.
29
Abram e Nacor presero moglie; la moglie di Abram si chiamava
Sari e la moglie di Nacor Milca, che era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca.
30
Sari
era sterile e non aveva figli.
31
Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio
cio di suo figlio, e Sari sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e usc con loro da Ur dei
Caldei per andare nella terra di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono.
32
La vita
di Terach fu di duecentocinque anni; Terach mor a Carran.
__________
Come solito fare, lautore sacro , dopo aver narrato un peccato dellumanit e il castigo da parte
di Dio giudice, presenta un brano ricco di speranza, servendosi questa volta di una genealogia della fonte
sacerdotale. Questa genealogia tramanda gli anelli dei Semiti occidentali, da Sem ad Abramo . ed legata
con la genealogia dei giusti di prima del diluvio. Lintenzione dellautore di immettere queste genealogie
in un quadro unitario di salvezza. . Le parentele di questa genealogia sono fittizie e denotano relazioni
geografiche, politiche e religiose. . Alcuni nomi sono identificabili con nomi di localit della Mesopotamia:
Serug un villaggio siriano, Nacor un villaggio della Mesopotamia nominato nelle tavolette di Mari, anche
Terach un villaggio della Mesopotamia. Lintero elenco conferma la provenienza degli antenati di
Isreakle dalla Mesopotamia occidentale.


ABRAM (27)
Si d inizio alla storia di Abramo presentando, attraverso una genealogia, i diversi personaggi e le
prime tappe di un viaggio: da Ur (nellattuale Iraq) a Carran verso nord, per poi piegare a sudovest verso
Canaan. Le vie antiche evitano il deserto siriano descrivendo questo arco.
La vicenda di Abramo rappresenta linizio di una storia nuova: quella di una umanit che
risponde a Dio nella fede. Modello di fede, Abramo rappresenta la vita come obbedienza, attesa, cammino
(Eb 11, 8-19). Tutta la storia di Abramo dominata dalla promessa.




IN UR (28)
Secondo la genealogia Abramo nacque e si spos a Ur e fu condotto ad Carran da suo padre . Forse
la dicitura Hur dei Caldei una glossa. Ad ogni modo la tradizione israelitica posteriore sottolineer
solo lorigine dalla Mesopotamia Nord-occidentale.



ABRAM SARAI ( 28)
Il nome Abram , significa il Padre (Dio) esaltato; Sarai (principessa) e Milca (regina) indica
che erano devote di Ningal, consorte del dio luna Sin, adorato in Ur e Carran. Il porre in risalto la sterilit
di Sarai una preparazione degli venti futuri.

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