Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
'
.^
"
%..
COLLEZIONE
a cura di
n;rPAct>H'
=^
K"
=
V/
"
ALBERTO PINCtERL
N. 1
e:
GLI
IlI-IV-V)
ALBERTO PINCHERLE
SOMA
LIBBEBIA DI CULTUBA
- 1^2^
PROPRIET LETTERARIA
Boma.
744984
HARVARD
DISCEPOLO
E DI
AMMIRATORE.
AVVERTENZA
La
genesi di questo modesto lavoro in una
serie
di
esercitazioni
1'
accademiche tenute nell'anno 1921-22 nelUniversit Harvard, dove io mi trovavo a seguire dei corsi
perfezionamento, sotto
la
di
testo dei
siillini,
non
predi
quelli
della
maggior
si
tratta
di
studiosi
valentissimi
parte
che mi
avevano preceduto. Allo schema elaborato in quel tempo ho aggiunto altro materiale, e sopratutto una maggiore famigliarit con il testo; e oggi sono, per mio conto, pi che
mai persuaso della giustezza della maniera di considerare specialmente il UT libro, che esposta nell'Introduzione. Ma
di fronte
a conclusioni
le quali si distacal
io
cano da quelle di dotti che s'impongono non mi senta di poter affermare nulla
mio
rispetto,
in
maniera asso-
un nuovo
studio,
il
quale
tenga
conto
anche
certe
considerazioni,
che
si
sono
dotto a termine
mio lavoro non avrebbe certamente potuto essere conin Italia, come l'esperienza in un primo
se io non avessi avuto la fortuna
vidi
essere
ammesso a valermi
Istituto
Pontificio
Biblico,
la
in
Roma;
veroso che
di
io esterni
queir
Istituto, e in
mia riconoscenza per RR. PP. qui modo pi particolare ai RR. PP. Fersquisita gentilezza e bont
nandez
Fonck,
alla cui
d'a-
Una
amici
parola
di
A.
Biamonti
il
modi mi
stesso
hanno dimostrato
ha
poi
interessamento.
Il
Faldati
vasta
generosamente messa a mia disposizione la sua profonda conoscenza delle lingue e letterature
orientali.
Infine
la
il
maestro
in
che
Italia,
con
seriet,
di
prof.
Ernesto
largo
della
R.
Universit
libri,
Roma, che mi fu
ogn
genere,
incoraggiamenti, consigli.
ig22.
Roma, Novembre
INTRODUZIONE
Se, per ci che riguarda la tradizione manoscritta degli
Rzach prima, e quindi il Geffcken, hanno compiuto un'opera che rester ancora per molti anni, e cio fino alla scoperta di documenti nuovi di reale
Oracoli
sibillini,
lo
importanza, definitiva,
nostri oracoli
rapporti dei
la fonte,
con
la sibillistica
in genere,
accinti a. in-
ancora
gli
Excursus ad
cui
dio.
si
sibyllina dell'eruditissimo
il
Alexandre, presso
un'erudidi
come base
ci
come
stabilito,
che
l'esi-
hanno provato,
stenza cio di
in cui si
una
sibilla
dovevano gi trovare
racconto
della
Torre
di
la storia di
IL
LIBRO
III
Da
questo punto
III
infatti parte la
comsi
posizione del
libro.
cosa
il
viii
prologo,
detti
cos
Teofilo
Antiocheno
e.
36) attribuisce
il
2\\2l
Blass,
nella
sua tradu-"
sostituito
tolto il proemio conservatoci dai Mss. e l' ha con questi frammenti. Il Geffcken ne ha invece sostenuto la dipendenza dal prologo, in base a differenze
stilistiche e
ha
posteriori.
In realt
,
sta
dipendenza
dei frammenti.
Se
accetti
quello che a
me
pare
indi-
frammenti,
III, si
si
pongano a
raffronto con
in
versi
8-35
del libro
assai
un numero
il
di versi
i^x
minore
poeta
frammenti ha
che sembra
meno
Geffcken, che cio questi versi abbiano fatto parte, come di un florilegio, al quale avreb-
come
della
tante
altre
di
specialmente drammatici,
e lo ps-Giustino
egli
e Teofilo,
e Cle-
mente 'Alessandrino
Graecos.
Cohortatio
ad
E insomma,
la
mento contro
dal fatto
difficolt,
che Lattanzio
il
nome
III
Eritrea,
com'
noto, corrisponde al
libro
A me
la
questione sembra, in
i
fondo,
abbastanza sem-
pure che frammenti abbiano potuto essere plice. contenuti anche in un florilegio di versi intesi a raccogliere
le
Ammesso
vero
essi
ed
unico
abbiano p-
tuto trovarsi
IX
manoscritto
cos
anche
al
in
qualche
della
Sibilla,
si
precisamente
posto del
nostro prologo,
Blass.
come
troil
vano
In
primo luogo
fatto di trovarsi in
logeti cristiani
in
il
un florilegio del genere usato dagli aponon implica necessariamente che siano falsi
;
quanto raccoglitore cercava le testimonianze sul vero e dove lo trovava di gi, non aveva bisogno di alteDio, rare il testo, per introdurvelo se pure tali alterazioni erano
;
compiute dai raccoglitori di questa specie di letteratura scientemente ed a bella posta, o non erano invece opera di altri, dalle cui mani perveniva ai primi un materiale gi
adatto ad essere inserito
nelle loro filze. Ma quando si anche alla straordinaria somiglianza dei due prologhi, pensi che in fondo dicono le stesse cose e adempiono quindi,
nell'economia del
libro (e
di
un
libro,
de!
quale
le.
doveva
prove
e ne abbiamo
alla
ci
contenuto che
la
forma)
stessa funzione,
di
non
seriti
vi
troviamo
fronte
della profezia.
si
quelle
che
ci
fanno
oggi riconoscere
III,
posteriori a
pco
alla loro
8-45, devono invece aver contribuito non fortuna, attestata da tante citazioni patri-
anche
alle
altre
Clemente Ales-
sandrino e della Cohortatio ad Graecos, per convincersi che anche a proposito di altri passi ci troviamo non di rado di
fronte a varianti
in
di
un
disposti,
abbastanza lontani
tra loro)
che
si
spiegare con
i' ipotesi di una tradizione manoscritta, la quale dovette essere, fin dall'antichit, oltremodo incerta e sog-
Ipotesi
che,
direi
del
resto
s'
di inaccettabile e anzi,
quasi,
il
im-
in certo qual
modo anche a
priori,
dato
genere
il Geffcken, frammenti opera di una mano cristiana. Il solo argomento da lui addotto, la frase erediteranno la vita, al fr. Ili, 47 (e che in ogni modo sarebbe insufficiente
Un
altro
nel ritenere
tre
per dimostrare
1'
appartenenza
di
un
non
;
accettato dal Bousset [Real-Encyklopdie, XVIII, 279,45 ss) l' altro argomento, avanzato dall' Alexandre, e ricavato dall'
uso della
parola
7rveu;xx
in
fr.
I,
5,
anch'esso
da
escludere. Ma prima che il Geffcken conducesse la sua investigazione, uno studioso israelita, S. A. Hirsch (J.Q.R. 2
frammenti, ,\2, seguente conclusione: there is nothing ihat could net have been written by a Jew ; nay, the ivhole tenor
to
Jew
as
its
author.
(p.
411).
Io
mi
che
si
di aggiungere che non vi si trova nulla, possa affermare con sicurezza, essere specificamente
in realt
cfistiano.
-Gi posto,
data
la
il
relazione
tra
pili
frammenti ed
difficile
prologo, rimane, a
l'origine
i
sostenere
cristiana
si
quest'ultimo,
critici
sono trovati
d'ac-
cordo. In realt
dal
1'
Geffcken
(e
quando
tengano
distinti
le
rovesciabile.,
un
il
XI
israelita.
Ma
se da
un
lato
si
sono
perch
nello studiare la
di
comeie"
altres
un
sotto questo riguardo impone confronto con altre opere, segnatamente la lettera di Aristea , il libro della Sapienza , e la Storia di Ecateo
il
mento secondario.
Ma
di
Abdsra.
Il
libri
non
e
facile
da stagli
bilire,
ma un
va
rilevato,
si
ed come
posti,
tutti
e tre
sono
anche da un punto
il
strettamente giudaico,
pro-
blema
la
dell'origine dell'idolatria.
quel
tempo,
nella
la
teoria,
quale
si
patristica,
ri-
che
demonio
(e
che pertanto
conosce negli dei pagani un certo carattere e potere soprane per lo stretto monoteismo naturali) non era ancor sorta;
giudaico la soluzione del quesito si poteva avere, negando puramente e semplicemente la natura divina degli idoli
venerati dai pagani. Ed infatti su questa via si mettono e la lettera di Aristea, che con il suo tono insinuante si
accontenta
p.
accennare all'argomento, identificando (e. i6 6 ed. Wendland) il Dio d' Israele con la divinit suprema
di
;
Massimo
astrale,
l'
ma ponendo
XIV) che
risolve
l'origine
dell'idolatria
in
Egitto;
di
in
Salomone^
(nei capi
la
XIII e
problema
una maniera
quale
si
XII
la varie
ipotesi.
Le opere
sole,
primo luogo
viene
le
il
immagini, sia di un figlio morto, sia di un re benefico, furono in origine oggetto di semplice venerazione, poi di culto vero e proprio troviamo qui una combinazione di
:
l'autore
della
si
Il
stesso problema, e lo
ha
risolto
in
tando cio completamente le teorie di Euemero, e questo perch con tutta probalibit le trov gi beli' e pronte nella
Sibilla babilonese;
vi trovasse niengegnosa t' altro che the very words of Euhemerus semplicemente messi in versi. Ma logico, allora, pensare che la spiega-
ipotesi
zione
fosse preceduta e da
o per lo
un brano
meno
affermasse, di
dall' ispirazione)
quel modo; per parlare forzatamente polemico, che non vi che un Dio. Si vuole anche che all' inizio del III libro dovesse essere
e dall'affermazione, di carattere
menzionata e
conto che
si
la creazione
del
mondo
il
Diluvio,
A me
tener
fosse necessario.
Anzitutto bisogna
tratta di
di
molto poco, per accogliere pagani tra i fedeli del vero Dio il riconoscimento che Egli Dio, ed
:
accontenta
sacrifizi,
repugnanti
alla mentalit
pagana
tempo.
p.
Di
es.
ci
che
come
la circon-
Sibilla
non
parla.
Ora
abbastanza ben
nota
la
XIII
lo
supremo
di
repugnanza che il pensiero greco (e Filone, e sopratutto a fare del Dio gnosticismo ne sono una prova) aveva anche il creatore dell' universo, mescolato alle cose
;
era questo mondo, operante nella storia, e personale qual' il Dio invece, al termine di una lunga evoluzione religiosa, se gli uomini avevano un' unica d' Israele. Ma vi di pi
;
origine, e quindi
si
partecipi
della
stessa
falsi
pagana?
il problema dell'origine dell'idolatria poteva assumere, la risposta era data, non dal racconto della Genesi, o da quello del Diluvio, che anzi sotto questo
punto di vista conveniva di lasciare nell'ombra, ma precisamente da quel racconto della confusione delle lingue,
che
il Sibillista giudaico trovava nella sibilla babilonese. Alla confusione delle lingue era seguita la dispersione dei poe quindi avevano esercitato il dominio sui greci quei poli
;
re
Abbiamo dunque una sequela interamente logica, in cui potrebbe rientrare, come affermazione da parte della Sibilla della propria antichit (quindi, dato il modo di pensare del
tempo, della propria autorit) anche il brano sulla caduta di Troia e su Omero (414-432) che del resto potrebbe
essersi trovato gi nella Sibilla babilonese,
ma
il
che stato
Geffcken, veniva
stesso,
certamente alterato
alla
fine,
come
riconosce
Berosso
questa specie
di
apologia e nel
tempo
tratti
qualche modo
congiunto con
per
XIV
accennata
al
191-193) e
194-21 1: dove
sommi
secolo
avvenire sulla base di uno schema a quattro imperi ed a cui segue una pi particolareggiata introduzione (211d' oro
217) inscindibile a sua volta dalla glorificazione del popolo Do e dalla sua storia dall'Esodo a Ciro (218-294) con cui si chiude il secondo dei lunghi tratti, o paragrafi (Alexandi
dre) in cui
Il
nostri
Mss.dividono
il
libro.
una
serie di oracoli,
Ma
darne
indice.
Alla
314-318 troviamo T Egitto, 319 322 Gog e Magog, la Libia. Seguono tre versi relativi ad una cometa, 323-334 e la profezia collettiva su varie citt ellenistiche (337-349)
mentre
in
;
350-355 ^
seguita
356-362
profezia
si
riferiscono
Roma
si
ed
all'Italia,
363-366 a Samo ed
dalla
altre citt; di
indi
un tempo
di
pace
per
l'Asia.
Magno (381-388)
il
questo succede una profezia di sventure per la Frigia, con la caduta di Troia, (401-419) che introduce l'allusione ad Omero (420-432); poi viene una filza di oracoli brevi, che
ci
portano alla fine del paragrafo Materiale, come si vede, svariatissimo, e nel quale stato merito di Wilamowitz e
:
di
Geffcken
ravvisare
un
serie di oracoli
stati
tolti
di
peso dalla
racil
della
esita
Sibilla Eritrea.
Anche secondo
Bousset,
che
pure
_
tesi,
ci
XV
--
troveremmo
di
fronte ad
una
diirchgeheide 71-
tlehnung.
Ma
in
ogni modo non stata risolta la questione come questo materiale profetico pagana
trova qui. Essa tuttavia non pu non apparire chiarisgiacch allora sima, solo che si dia un'occhiata air indice
;
si
presenter naturale
in
alla
mente
la
risposta,
che esso
fare
alle
da contrappeso
quattro profezie
ellenistico e,
iniziali,
interamente giudaiche,
quali
profe-
dell'Antico Testamento.
questo
si
devono aggiungere
i
versi 249-294, altre considerazioni. Se rileggiamo troveremo espressa per ben due volte, in forma diversa (258-260 e 275-27Q) l' idea che le sventure e del singolo Israelita e del popolo hanno la loro origine nel fatto di avere
anche
vi
abbandonato
il
Dio
di pi,
ossia
il
si
che
allo stesso
modo
si
altro modo di pensare a cui erano arrivati da tempo alcuni profeti. Ma in un'opera apologetica, questa concezione si doveva
non essere
ed
posta
maniera
esplicita,
ma
soltanto
il
dichiarata
illustrata
seve-
ramente
le
pure
era
legato
da
pi crudele sai
di questi,
quanto maggiori
loro
tem-
XVI
Da
qui
la
tili
(senza contare
si
r inclusione
una
serie di oracoli
mondo
ellenistico a cui
la
pro-
era rivolta.
si
il
in libri
rivestiti
un
anche
la
un sentimento
non
che faceva rimpiangere a qualche Fiorentino che Dante non gli avesse posto qualche antenato,
dissimile da quello
in
magari
una
delle pi oscure
Ma
esaminiamo questa
Il
srie di oracoli
titamente.
trarr di
tratto
350-355 accenna
stesso
quella
del- taglione,
modo
detta la punizione della citt signora del mondo. Il Geffcken considera questo tratto come di origine pagana, solo ammet-
tendo
rimaneggiamento giudaico giudaizzante nel verso 362, gi riconosciuto per tale dal Wilamowitz. A me
francamente tutto
il
un
pezzo
sembra un'esplosione
Itali,
dell'odio
quanto
dei
Giudei
stessi.
Non
soltanto
il
fatto stesso di
un'avvermoralizsi
la giustificazione
essere
stata,
come
il
ma
il
con-
fronto,
lisse canonica,
che a mio giudizio s'impone, con passi dell'Apocaquali, con ogni verisimiglianza, dipendono
i
da
per
fonti giudaiche,
e anche
l'espressione figlia di
Roma,
designare
Roma
stessa, (e
che
dal
Geffcken stata
fraintesa)
L'oracolo
XVII
Delo da
lui riferito
giuoco
di parole
fcken come
hicontrollabile^ quello su
al tempo della guerra mitridatica quando l' isola venne devastata da Menofane. Si vorrebbe sapere a qual'altro fatto
il
terzo, quello su
non sembra neppure molto attendibile l' che vi ravvisa un' imitazione del giuoco
nia 2,4, intraducibile
in
parole in Sofolo
il
altre lingue,
la
qual cosa
con-
duce
altres all'asserzione
nostro
LXX. A me sembra
sono
incomprensibili.
seguente , secondo Geffcken, di origine ammettendo anche qui un rimaneggiaellenistica: pure mento giudaico in fine. Per egli costretto ad ammettere
l'oracolo
Anche
che
se
io
versi 371 e 372 siano un'interpolazione cristiana, e non entrambi, certamente almeno il secondo. Del primo,
i
credo
si
come prova
partenenza originaria a questo luogo, mentre alla fine del libro IV ha molto pi il carattere di un aggiunta: inoltre
la
ivi
rende
assai
pi
probabile
questa ipotesi. Del v. 372 confesso che, anche ammessa l'emendazione del Geffcken, (v. nota 4 a p. 27) mi riesce
difficile
scorgervi
l
delle
caratteristiche
specificamente
cri-
381-387 contengono un oracolo su Alessandro Magno, che il Geffcken attribuisce alla Sibilla Persiana, cosa abbastanza probabile, sebbene si debba anche osservare che la conquista dell'Asia da parte dei Macedoni
stiane,
versi
esso non
ci
il
caso
di
inventarlo.
di
E giungiamo
poema,
il
tutto
il'
tratto
si rife^
XVIII
del vv.
(ruomo
388-389)
il
quale
Demetrio, figlio di quest'ultimo, uccise a sua volta l'unico altra radice discendente dell'Epifane, Antioco V Eupatore^ sarebbe Alessandro Baia, ed figli (secondo la lezione dei
(v. 399) viene estinto sarebbero ed Antioco Sidete; dopo quali regn (cfr.
i
Demev.
400)
l'usurpatore Trifone.
Ma
soggetto
il
caduta
tioco
di
il 398 avesse per xo'ij/si del v. outv XXo del verso precedente; e che, alla Alessandro Baia avesse contribuito anche An-
Geffcken dunque tent prima volle emendare il testo, e propose due cambiamenti. Nel v. 399, invece dell' imVII,
il
che
non
vero,
un'altra interpretazione,
ma
Mss. o'
utiv
ov
I;
u-o'^pova aiaiov
invece
a!
di
testo
ed al v. 387 XXo qutc'Jti), tz^I^^ in base ~ap (Si cpu-ov presentato dal 1. XI. 251 dove si trova una imisv ;.ocppo<Tuvy)(Tiv"Ap'/50c,
ripetizione di questo passo. Indi lo rendosi alle lotte tra Antioco Vili Grypos ed
tiizione
lastro,
spiega
il
rife-
suo fratel;
loro
discendenti
l'estinzione
completa
dei
quali,
regn
Filippo.
Ma
dopo anche
questa spiegazione urta contro una difficolt di natura testuale, cio che uuovoC non sono nipoti figli di fratello, ed una
i
storica,
perch non
tutti
figli
del
tesa famigliare,
i
ma uno,
Parti.
Una
terza teoria
venne proposta
tima volta, nell'articolo della Realencyclopdie citato; l'oracolo sarebbe antico e rivolto contro Alessandro, ed avrebbe
subito in fine
bile
una
fra
un
re Seleucide.
la
incomprensiIl Bate fa
figura a cui
osservare
come
re di
questa dinastia,
viene fatto
Epfane,
di
al
XIX
sia
di
Antioco
anche
la
la
evidente
imitazione
ben chiara per lo stato di corruzione esclude che l'oracolo abbia potuto
che subisse quindi
tardi
la
Ci non
servire
due volte; e
Daniele avesse
libro di
di
un quarto
secolo,
una certa
riuscire incomprensibile
che
tanti e clamorosi
l'* ETCtxxvT;
come
quelli
non trovassero menzione. due oracoli, che possiamo considerare conora Vengono testigiunti, sulla caduta di Ilio, e su Omero. Abbiamo
la
Sibilla Eritrea
aveva
trattato gli
argomenti;
ma
Geffcken stesso riconosce qui uno Sibilla Eritrea doveva essere stata gi
il
Berosso
indi
viene
una
serie di
viaggio
alla
Siila in
di
Asia.
Il
cenno
caduta
IV
Corinto.
la
All'inizio del
troviamo
oracolo carattere giudaizzante contro la Fenicia uno contro Creta, senza designazione di tempo, ed uno contro la Tracia che il Geffcken riferisce alla guerra combattuta contro la Macedonia, con ausiliari gallici, da Eumene di
di
un
ne segue immediatamente un altro, che predice sventura a Gog e Magog, prima di tutti, e poi ad una serie di popoli pi reali, e che si conclude con
Pergamo; a
cui
un
terribile colpo
tuff e
519).
Ed
a'
XX
~
la
sotto la
il
domina-
Bousset ha
a convertirsi e cantato
dopo
si
tribolazioni e le
prove necessarie,
il
la
vera
religione
mondo:
e
vi sar
un ultimo tentativo
da parte dei
finalmente
re gentili,
il
ma
in
verr
il
giudizio,
adoreranno
Signore,
mandando
si
sacrifizi al
suo Tempio
Gerusalemme. Nella
del giudizio,
il
pittura di
anche
;
Sibillista
dilunga e
ripete spesso
ma
un caldo e sincero
sentimento
religioso,
il
finali
su se stessa, nelle quali troviamo fuse e confuse insieme diverse leggende sulle varie Sibille, la bala Sibilla fa
che
bilonese, l'Eritrea, la
Cumana
il
(figlia
di
Circe)
l'Ebraica
Smbethe; e
814-815
quella
io
cosa mi pare ammissibile. Invece sui versi esporr pi sotto li mia opinione, diversa da
la
del
la
Geffcken,
secondo cui
in
questi versi
preesistenti
di
venne
detti
operata
sibillini,
fusione delle
due
raccolte
Ora
in fatti
ve-
nuto
il
momento
per procedere ad
una
ricapitolazione.
Noi siamo
riusciti
dunque
al
ad
isolare
un poema,
e
nel
genere
letterario
di
quale
appartiene
che esigeva
trascurata.
almeno l'apparenza
~
non
possibile disconoscere
di logica, e pertanto unit
XXI
una
esclude
Ma
assai pi
che
questi, importante per noi considerare tale di indirizzi e di intenti del poema, i suoi fini apounit
logetici,
anzi proselitistici,
e nello
stesso
tempo anche
la
conducono ad una concezione universalistica della vera religione, in cui ad Israele assegnato s un posto speciale,
'
ma
le
altre
nazioni
zioni precedenti,
non sono per pii, come nelle conceschiave e sottomesse al popolo eletto. Non
la
meno degna
si
di
il
nota
maniera
Dio,
in cui
il
nostro Sibiliista
immagina
regno
di
addirittura
quasi
come
la
soppressione e la fine di ogni potere politico, poich la legge divina e la buona volont da parte degli uomini do-
vranno bastare, ed al pi, alle eventuali deficienze potr nuovi profeti, supplire ancora la parola di Dio attraverso tutti discendenti d'Israele, destinati ad essere g7ii.de di vita
i
umano
(vv.
580
ss.).
i
Tutto questo lungo poema, dunque, comprende tratti ed il racconto della confusione delle lingue e della 1-45, contesa di Cronos Titano e Japeto e dei loro discendenti
(97-154); pi
le
transizioni
162
indi
la storia d'Israele
dall'esodo a Ciro
tanto
tratti
di carattere
meno
in
dendo assolutamente 464 -473); indi ammettendo che abbia potuto ricorrere
e mutilazione
l'intero paragrafo
in
qualche corruzione
vede, questo
fa storia,
e rimaneggiamento verso la fine. Come si poema poneva a base della propria apologetica
l'interpretazione della storia secondo
i
meglio
principi
XXII --
del monoteismo giudaico, ed in base a questa prediceva anche il futuro avvento del Regno di Dio ; nella qua! cosa non si distingue dal resto della letteratura apocalittica.
Il Bousset, che per quanto riguarda l'esame del testo giunge a conclusioni, almeno in parte, non troppo dissimili da quelle a cui siamo or ora
Si
tratta
ora di fissare
la data.
pervenuti, pone
il
Sibiilista
prima
della presa di
Gerusalemme
per opera
di
Pompeo, ma
nello stesso
tre brani
riportano all'epoca
av. Cristo.
608-615, 314-318 e 192- 195 che ci di Tolomeo VII Fiscone, intorno al 140
riconduceva anche
l'interpre-
questa data
tazione data da Hilgenfeld dei vv. 388 - 400; se essa non pi accettabile .nei particolari, abbiamo per veduto e
assegnato le ragioni per le quali verosimile che questo tratto abbia di mira l'epoca di Antioco ma possiamo anche
;
ammettere
col in
sia
la
prudente
datazione
adoperare
questo passo
del libro. per l'accenno alla presa di Corinto e la deRimangono sempre scrizione delle miserie della Grecia (vv, 488 520 ss.)
:
modo alcuno
questi
il
si
al
tempo
del
di Siila;
primo avvenimento (146 av. Cr.) quanto all'epoca ma senza considerare che l'argomento ha molto mag-
non
si
senta
di escludere,
senza una
agli
ragione determinata,
altri
il
argomenti del Bousset, uno dedolto dal fatto che la descrizione della Diaspora nel v. 271 si adatta benissimo
al
tempo
di
Alessandra
nel
ed a questo
cui egli
si
press'a poco
modo con
Gli
riguarda
gravi
:
la
Grecia.
altri
non. mi
appaiono molto
torbidi
pii
se
che oscura-
rono
il
XXIIl
regno di Alessandro Janneo, questa senza dubbio un'ottima ragione per pensare che il poema sia stato compilato dopo, ma anche migliore per ritenerlo ad essi
precedente
libro
;
infine
che
la
complicata escatologia
di
questo
non possa essere anteriore al tempo di Alessandra, sembra pure una ragione assai poco fondata tanto pi mi
il
che
Bousset non
si
cura poi
di
dimostrare
nemmeno
que-
alcuni
brevi
tratti.
Ed
primo luogo
-
vengono
versi sulla
guerra
sociale e su
Siila
(464-473) a
con
175
porti
Roma, e con
Ora, una precisamente delle prime cure di questi, allorch ebbe assunta la dittatura, fu di pensare a sostituire, libri sibillini che erano andati distrutti l'anno ricuperare,
i
Fu mandata
anzi
una
commissione apposita
in
a procurarsi degli oracoli sibillini. Il Sabatier, nella sua bella Note sur un vers de Virgile (Ecl. IV, 4) ha notato le affinit che corrono e le relazioni che possono essersi stabilite
tra questa
letteratura
sibillina
e
la
la classica.
Ad
ogni
modo non
forse
troppo
audace
congettura
che uno
abbia per lo meno tentato di farvi giungere la nozione del vero Dio ed inserito nella sua raccolta di oracoli dei tratti
in
cui
Roma
fosse
ai
non
solo
menzionata,
;
ma
anche
in
modo da
piacere
possibili acquirenti
al
e sopratutto intro-
ducendovi un accenno
-
trionfatore Siila."
-
Questa
o
io
1
ipotesi
m'inganno
56
-
singolarmente
161
il
una
delle fasi di
processo
delicatissimo,
attraverso
quale
e
si
XXIV
schema
maniera d'interpretare lo 4 imperi, susseguentisi nel dominio del mondo, divenuto classico dal libro di Daniele in poi, appunto
alla revisione della
venne
dei
togati
patres.
Il
Geffcken
ritiene
da
scomporre
in
due
parti,
175-178 dominato da
simpatia per Roma e che trova un raffronto in I Macc. 8, 2 4 ed un secondo tratto in cui lo colpisce l'accusa
rivolta della citt,
gli
di
avarizia, e
costumi
corrotti.
l'esistenza in
II
Roma
Sopratutto di case
di
Que-
Bousset ha risposto che vi contraddizione tra questo e ! mettere tra parentesi quasto
il
dre versi 192 e 193 che alludono al settimo re d'Egitto a partire dalla dominazione greca. Ma a questo il Geffcken era giunto in conseguenza della sua osservazione. In verit questo contrasto tra" la prima parte e la seconda non
i
esiste.-
Lo scrittore giudeo di questi versi non aveva forse mai veduto Roma. Egli dipe?ide dal I libro dei Maccabei non gli parallelo. Ed ha voluto bilanciare gli elogi, e non creare
tratto
libro,
un contrasto troppo vivo tra questo che dei gentili era detto nel resto del
i
e tutto
il
male
ripetendo contro
i
si
Greci,
Egizi e molti
popoli, (cfv. v,
596-600). Non
bisogna dimenticare che dal punto di vista del giudaismo, idolatria ed immoralit avevano finito col diventare una cosa
sola
cfr.
;
nel
cristianesimo,
(si
sul concetto di
una
l'idolatria,
Rom.
i, ^g.gg).
questo pu stare, apparir neppure troppo azzardata l' ipotesi che a questo medesimo rimaneg-
Ma
se
non
forse
versi
identificate
XXV
non solo
la
la Sibilla
le
ma
anche
Cumana;
Teco
nel catalogo
di
Varrone,
In-
Div. Inst, I, 6) erano (in Lattanzio, fatti, nella lista ora menzionata, alla
il
una
altre
sola persona.
Cumana
i
assegnato
nome
di
Erofile o Demofile,
che
fonti
assegnano
sibillini
all'Eritrea;
ed
alla stessa
sono
attribuiti
libri
romani,
il
commissione senatoria
dell'anno 83 av. Cr. and a cercare per l'appunto ad Eritre. Rimangono ora da assegnare il tratto 46-62 in cui si ri-
conosce jgeneralmente un autore giudaico scrivente all'epoca del 11 triumvirato. Il Bousset invece crede che nel regw
fnessianico dei versi 47-50 sia adombrata la parousia
del
Cristo;
riferisce
il
verso 51
a\V interregno
in
cui
Galba,
(si
Ottone e
Vitellio
stavano
contendendosi l'impero
IV,
poEgli
123 e V,
35).
perci attratto ad avvicinare questi versi al prologo 1-45 e a vedervi un composizione cristiana scritta intorno al 70
perch 46-51 non vedo nulla che possa far pensare ad un autore cristiano; anche il loro messianismo molto renei versi
lativo,
d.
e
di
si
riduce
ad affermare che
verr
sulla terra
il
regno
mandato da
Dio
stesso.
Non
vi
di pensare del giudaismo di quel tempo, e anzi mi che possa reggere benissimo il confronto, con Ps. Sai. XVII 23 e 31-36. D'accordo con il Bousset mi trovo invece nel ritenere
modo
pare
passo 63-92, sebbene non possa negare che l'interpretazione dei Sebasten per Samaritani non mi convinca completamente. La donna del v. /5 seil
condo
me una
le
due
espressioni,
XXVI
con questi
come mi sembra
i
Roma. La cosa
versi
si
due tratti 350-355 e 35-362. leggano anche Ci troviamo qui di fronte ad una esplosione di odio vioche sembra impersonare,
per giudei
quale
ci
riporta ad
del
conda met
gano
punti di
chiaro,
sentire
apparire
dovesse
un periodo non antecedente alla seprimo secolo cristiano. Se poi si accolvista gi esposti, non mancher anche di come precisamente in questo tempo si bisogno di introdurre, in una raccolta
il
che
di
Roma
col
parlava poco
tutt'altro
armonia
ti-romane
modo
V**
di
sentire del
questa
conclusione
apparir,
io
penso, anche
pii chiara.
Cristiano invece, con tutta probabilit, ritengo invece concordemente con i critici che se ne sono occupati pi
di
recente,
E veniamo
che oggi
notizia
si
breve tratto 93-96. ora ad un'ultima questione. Il terzo libro, conta 829 versi, ne aveva prima, secondo la
il
accorda
I,
l'altra,
Div.
tati
Inst.
Roma
il
por-
tanto
ora
Geffcken quanto
sia
il
base
al P libro rimaneggiamenti avea cio trattato del Diluvio e della creazione del mondo.
perduto con
quello
successivi
libro
XXVII
al
che
stiamo
esaminando,
stato
costituito
quale
pa;recchi
codici
han conservata
essi
la iscrizione antica, di
libro secondo, e
altro.
con
ne sarebbe
un
pi
Devo
per agl'opinione
giungere, che mi
del
sembra molto
il
probabile
varsi in
Geffcken, coda
d
secondo
al
dichia-
No, ed ha accennato al diluvio, di quella del Bousset, secondo il quale essi avrebbero costituito un giorno l'introduzione del poema, il prologo che si sarebbe
rata nuora
perduto.
alla fine
libro,
del
giudaismo dalla quale esso dominato, si pu dire, dal principio alla fine, ho gi richiamato abbastanza l'attenzione.
Questi sono gli argomenti principali in appoggio delle tesi, che ho cercato di dimostrare. Basti ora segnal'
larne brevissimamente
attesta
il
importanza,
le
di
documento che
religiose
ci le
modo
del
di
sentire,
concezioni
speranze
giudaismo
alessandrino, di
cui
Filone, spi-
rito solitario,
filosofo elevatissimo,
ma
non pu
a buon
diritto essere
rappre-
IL IV
LIBRO,
nel
quale
zati oracoli
pagani, di cui
difficile di
ci
porgono esemp
versi
97-98
e loi.
Mi per
XXVIII
che sostiene
l'utilizzazione
da parte
di
un Giudeo Se
infatti
di
una
tracce
queste non
difficile
che narra
ne-
!a storia del
mondo
meno semplice l'ammettere che questo schema sia cessariamente ed esclusivamente ellenistico.
Il
al
1.
II,
15,
:
si
fonda
infatti
un
frammento
testo
dove un
emendato
s/totTY)
Y'opa?
iy^o\i7<x.
[De longaevis, VI
il
Histor. graec.
Ili
il
610) ed
commento
Servio a Virgilio,
Bucol. IV, 4.
Cumana una
et,
del bronzo
gono veramente
et
da Esiodo
in
poi)
imperarci
sottile critica
solem ultimwn, id est decimum, dixit. Il Sabatier, nella che ha fatto di questo testo (v. la Note pi
(che fa pensare ad un dio preposto a ciascuna generazione) sia stata da Servio ricavata dal testo stesso di Virgilio. Vi si
volte cit.)
ha dimostrato come
la
menzione
del
sole
potrebbe anche scorgere l'influenza di idee astrologiche. Per noi gi importante che questo passo di Servio abbia tanto poco valore probativo per la tesi del Geffcken. Il Sabatier per suo conto" conclude che Servio fait ici une confusion. Il mle deux traditions essentiellement diffrentes : une tradition poetique provenant d^ Hsiode et de la Grece
et iene division
juives. (p.
144).
tratta di
verificare.
La cosa
XXIX
Umane
d.
storia
del
libro
p.
Charles
del
di Enoch (cap. XCIII, XCl, 12-17 228 segg.) abbiamo una divisione della
mondo
in
le
io periodi,
della
io''
dieci
settimane,
al
di
cui
7 sono passate,
sianico,
che, alla
Il
fme
settimana
di
sar
regno conchiuso.
mes-
dal
Giudizio.
cap. 14
<^^\V
Apocalisse
Esdr. XIV.
Esdra, 11) ed
in
in
com_ una
le
mondo
dodici
ma
in
versioni siriaca ed
mantengono mute (cfr. Box, The Ezra Apocalypse, pag. 310). Infine ad una divisione in dieci generazioni accenna anche il 1, III dei nostri Orac.
armena
si
Sibyll. (v,
108).
sia di ci,
Ma
dopo
il
checch
libro di
Daniele
mondo fra quattro grandi menzionati successivamente nei vv. 49-101, Assiri, imperi suoi sucMedi, Persiani, e Greci (Alessandro Magno ed
ripartisce la stessa storia del
i
cessori).
questi quattro,
nel
v.
102 troviamo
aggiunta
Roma. Possiamo quindi ragionevolmente confrontare questo tratto con III, 1 56-161 e 171 ss. rilevando anche la notevole differenza, che mentre col
all'impero
di
Roma
importanza
fu riconosciuta, se venne collocato nella decima generazione, quasi seguito e svolgimento dell'impero macedone
non
gli
Ancora:
il
Geffcken ravvisa
v.
nel terremoto di
Laodicea,
107 la catastrofe dell'anno 60 e ne fa quindi l'ultimo avvenimento conosciuto alla raccolta sibilUstica pagana; ma il Bousset ha secondo me giustamente
menzionato nel
obbiettato che
un accenno
che non
si
XXX
pu pensare a riferire alla medesima data, si incontra anche nel I. HI V. 471. Infine terremoti in quella regione sono cos frequenti, e ne troviamo ricordati, in un periodo
i
di
tanti,
Ci troveremmo dunque un
altro libro
sibillino
di
49-114 ad
rigidamente
giudaico,
III
tipo
pi
apocalittico
stati
che non
l'attuale
libro,
incorporati oracoli
an-
ch'esso
i'
un rimaneggiamento, col quale venne introdotto Impero di Roma in uno schema, in cui originariamente non trovava posto.
Non meno
mediante
il
caratteristico
raffronto con
IH
libro.
non manca neppure in questo IV libro piij un accenno alla guerra di Troia; e anche la prima parte
vi
Ma
di
del
prologo, vv.
1-49,
nell'
andamento e
senta notevoli somiglianze con quello del libro precedente, sembrando calcata sopra un medesimo schema per lo
meno, molto affine la Sibilla parla, perch ispirata dal Dio 1-6 cfr. Ili, 1-8); seguono gli elogi e la .definizione di Dio in contrasto con gli idoli dei gentili (IV 7-17
:
vero (IV
cfr.
Ili
8-35); indi
il
IV
libro si
il
distacca dal
III,
venendo
genere
durre
umano
popolo eletto,
attualmente disprezzato
di
mezzo
ai
venga
il
il
giudizio.
Abbastanza degno
affermare
il
nota mi pare
anche
la
fatto,
che
nell'
la
bisogno
di
una
diffe-
XXXI
renza fra s ed ogni
altra,
il
suo
parole
proposito
di
attribuzione che
si
soleva fare
un
in
tempo
base
questo
libro
ad un Esseno od Emerobattista,
all'asserita
si
il
antipatia per il culto uificiale del Tempio che leggere nei vv. 27_ss. N credo abbia ragione
di
voleva
Bbusset
vedervi un effetto della distruzione del Tempio, dopo la quale il Giudaismo si sarebbe subito allontanato dall'idea
che
sacrifizi
erano necessarii
nel
al culto.
Non
i
discuto questo
si
ma
mi sembra che
i
passo
in
questione
trovi soltanto
avversione per
templi
pagani
e per
sacrifizi offerti
agli
Questa primitiva
in
contemporaneamente
certo qual
antica del
111
libro
ed
modo
con
in cui
parallela ed
in
concorrenza
ad
esso,
di Roma press' a poco nello anche quello subiva rielaborazioni anatempo loghe; venne, da un giudeo che aveva veduto la caduta del Tempio, il terremoto di Cipro e l'eruzione del Vesuvio
rimaneggiata
stesso
l'aggiunta
(vv.
la
narlui,
formavano
la
leggenda
fine:
pi antica (vv.
19-127
137-139
Non
possa apil
partenere invece
grande
finale
il
Geffcken regno questo incendio sarebbe quello cosmico della dottrina stoica, vari elementi del mondo dovrebbero mescolarsi quando
Dio.
il
i
Secondo
in
origine,
una nuova
generazione.
si
XXXII
creazione, ad
A me
un nuovo cosmo e ad una nuova questo non pare. Io penso piuttosto che
un fuoco semplicemente purificatore, che non ha nulla a che fare con la grande catastrofe cosmica che
traiti
di
troviamo descritta, per non uscire dagli Oracoli sibillini, alla fine del V libro. Per di pi, certi particolari, come il
segnale dato con
ratteristici
st'
la
tromba e con
la
del giudaismo.
Anche
il
Bousset dubita
il
modo
Stoa
dipenda,
per
orientali.
Ma
come
notevole
il
parallelismo
due
Dio
stesso far
giudicando nello
il
tempo
pii e gli
emp ;
stesso,
vv. 183-184:
Dio
giudicando di nuovo il m,ondo). E pi ancora di questi raffronti sembrano accennare ad un' epoca precedente alla distruzione del Tempio l' invito
alla
conversione rivolto
al
ai
gentili e
revole
proselitismo.
Non meno
si
una singolare
in
al
larghezza ed universalit
cui
di
vedute, cio
l'escatologia,
non
si
trova
il
regno mes-
sianico, ma soltanto il regno di Dio, alla fine dei tempi, susseguente al giudizio, aperto a tutti giusti, cio a coloro che avranno fatto penitenza, convertendosi al Signore ed
i
santi precetti. eseguendone Ed un'ultima considerazione, che pu in qualche modo avvalorare nuovamente questa tesi, che soltanto cos si
i
XXXII
avrebbe una spiegazione adeguata e plausibile della indiscutibile differenza di tono e d'ispirazione che distingue
cos
nettamente
questo
di
libro
dal. successivo,
stati
scritti
mentre, seentrambi
medesimo torno
tempo.
IL V
Su questo
libro
LIBRO.
disputato
i
molto hanno
critici,
le
cui
opinioni possiamo dividere in due grandi classi, a seconda che hanno sostenuto l'unit o la molteplicit degli autori.
Di questo secondo gruppo furono rappresentanti autorevoli tratti 260-285, e 484-5"? i ad un il Bleek, che assegn
i
giudeo alessandrino scrivente verso la met del II sec. av. Cristo; 286-332 ad un giudeo dell'Asia minore, poco dopo il 20 d. Cr. forse anche 342-433 ad uno scrittore giudeo
;
intorno
al
:
70
e lo Zahn,
che giunse
al
alla
seguente decom11
1
71
d. Cr.):
(115)
178;
(ca.
12 od. Cr.);
(e
20-227; 227-360
434-483.
150):
49 b; 50
i
a;
257;
52)
oltre
a singoli versi.
si
versi 1-5
(o
per
la
differenza d'into-
non
ha per
me
hanno
ultimo
fatto
il
notare
l'Evvald,
Hildebrand e
Geffcken formi
un tutto
le
XXXIV
tratti,
disseminati in tutte
di vista
del
libro,
od un
argomento
332,
di
leggenda
contro
Nerone, giorni del Messia, e le invettive Babilonia-Roma. Ora se nei vari tratti che riguari
dano Nerone ha
per
si
notato
dal
possono riscontrare delle differenze, bene il Bousset che si debbono supporre non
nostro Sibillista nel
tutti, scritti
medesimo tempo. Ma aggiungere che assai pi importante delle variazioni nei particolari, l'uniformit del tono e l'uguaglianza
io vorrei
della
rappresentazione,
il
per
cui
lo
credo
si
possa senz'altro
si
affermare che
concetto, che
scrittore
fatto della
figura di Nerone, unico. iVla vi da segnalare altres la fusione stessa dei vari temi, e l'atteggiamento che il Siil calore della billista prende di fronte a certe questioni,
commozione che
lo fa
parlare,
mente
lo
dalle varie
parti
del
libro,
a trattare certi
soggetti.
in
veste
le
d'una
Sibilla,
che predice
di
futuro, ed
assumere
vede
invece
conformemente
gli
natura
questo genere
letterario,
avvenimenti
nel
futuri,
anche
scorgerli
proiettati
[nissato:
fenomeno
descritto, in
maniera tanto
stesso
e degli
anni
ancor-
non
nati,
Dawcl
ricord.
e
\..<
tono
si
Baruch
di Esdra,
e anche
i
certi
si
capitoli
dell'Apocalisse canonica.
Anche
vv.
228
ma
i' ingespiegano meglio che non secondo artificiale costruzione del Geffcken, alquanto il
Bousset
fa,
che siano
rivolti
- XXXV
contro Roma. Pi oscuro
il
tratto
il
a vedervi
si
raffigurato
di
Nerone;
tratti
un'esplosione
i
d'odio
vera
ai
Parti,
che
avevano
restituito
Romani
prigionieri
di
guerra;
avvenimento che
Bousset che
tante
Meno
nota
il
tratti riguaril
Geffcken
come
il
che
dove
templi
di
Dio
il
che dovr
poi
essere
distrutto
dagli
riveli
Tempio
Gerusa-
lemme,
egli
principali del
dramma
Gentili e la guerra di
Gog
di probabilit,
quando
su
cui
si
tenga conto
cercato
di
il
ho
attrarre
Ma
il
;
erra a
mio
in
avviso
Geffcken
essere quello
si
esclude
che
tratta qui
quello materiale,
il
ma
in
quello scrittu?-ale,
attraverso
si
del
passo
di
Isaia attraverso
quale,
come
la
Gog
Magog
Etiopia,
poriscontriamo
in questa Sibilla. Dove per l'unit di tono e di rappresentazione tra questo passo egiziano ed il resto mi sembra
abbastanza ben provata perch sene possa concludere che appartengono alio stesso Sibillista, che ha scritto tratti di
i
Geffcken, e gi prima
bilito
XXXVI di
lui
Wilmowitz,
ha poi
sta-
questo libro 1' utilizzazione di oracoli pagani, di cui sarebbero esempi i vv. 187; 336-341, in cui sarebbe adombrata la lotta di Tolomeo Cerauno con Seleuco e quindi
i
anche
in
con
tratterebbe
Siria,
del
Tolomeo
ellenico
(Epifane)
fu abbattuto dai
oracolo
Romani
464-467
riconosce un
Tracia ed
le
Asia
Minore.
cri-
Ma
stiane.
il
interpolazioni
io
256-259, dove
ai
Geffcken un accenno
miracoli attribuiti
Cristo nella
sua seconda apparizione sulla terra, miracoli simili a quelli di Beliar; ma soltanto un passo caratteristicamente polemico,
dove
confermato
il
carattere messianico di
Ges
gii
detto
il
//
-nigUore
in
tra
preannuncio
sul legno,
Giosu,.
la
mano
non pi madescrizione
e fruttifero. In
del
regno
di
sua
passi
dell'
il
Antico
preanseguire
di
Geffcken,
d' origine
gli
altri
critici
i
di
nere
cristiana
versi
62
l'aggettivo
()o;(_pi'7TO'j;.
fatto stesso
in
guardia contro una simile attribuzione. Da ultimo si presenta la questione della chiusa del
bro,
li-
versi
carattetizzati
dal
altri
Geffcken
critici,
come
cui
nella
quale
tra
Bleek
chi di
e
XXXVII
Zahn, hanno riconosciuto uno dei passi pi antiispirazione giudaica. E tale senza dubbio esso tratto
appare, qualora si tenga conto soltanto della sua collocazione: nei versi precedenti annunciata l'ira di Dio, che
si
la fine
del
quando
di
mostrare
nella
di simile
a questa batdel
alla
corpi celesti,
Inoltre
il
trovi
nella
tradizione
giudaismo.
somma
di
un notevole esempio
sincretismo religioso,
al
quale non vorrei tuttavia dare il nome di gnostico, anche per non allargare troppo e rendere cos completamente imprecisa questa parola, comunente usata per designare una
corrente, a cui appartennero
satori,
almeno
di
nome, ben
APPUNTI BIBLIOGRAFICI
1.
IL
TESTO.
i
1)
Contengono
nostri libri
manoscritti seguenti:
O..
il
Classe
Q
V H
(Cod. Vatic. 1120 saec. XIV): (Cod. Vatic. 743 saec. XIV):
(Cod. Monac.gr. 312,
a.
libro IV.
1541):
4>.
Classe
A
P B
(Cod. Vindobon.
hist. gr.
XCVI.
6.
saec. XV). e
11.
S (Cod.
Scorialens. II
7. fin.
saec. XV.):
il.
III,
IV, V.
Ili
saec.
XV)
109
Ili (v.
5 ss) IV, V.
fin.
saec.
XV)
11.
Classe
F (Cod. L (Cod.
"^F.
Florent. Laurent, plut. XI, 17 saec. XV). e Parisin. 2850 a. 1475) Vli, III, IV, Toletanus. ca. a. 1500): 11. III, IV, V 1-482. (Cod.
:
R (Cod. Parisin. 2851 fin. saec. XV.) 11. III, IV, V 1-106. Cod. Parisin. 1043: IV 178-185; 187; 189; 190; V 93-111.
2) Edizioni:
La prima edizione
quella di
1545; a cui seguirono Seb. Castalio, Basilea, 1546 e 1555; e Opsopaeus, Parigi, 1599; Servatius Gallaeus, Amsterdam, 1689; in Gallandi, Bibl. Patr. I. 333 sgg. Tutte queste
contengono
i
XL
La scoperta
degli
indi
altri libri
11.
primi otto
libri.
Mai
(1.
XI-XIV
nella Scriptor.
Veter.
Nova
mente e
2
voli.
critica tuttora fondamentale, quella di C. Alexandre, Parigi. 1841-1856; in un solo volume, 1869. Indi: Friedlieb, con trad. ted. Leipzig, 1852.; Aloys. Rzach.
.
1891, la
la
testo
spesso troppo artificiosamente ricostruito, essa in compenso reca una utilissima appendice di riscontri con luoghi omerici;
infine Geffcken, Die Gracula Sibyllina {Die griechischen christilichen schriftsteller der ersien drei Jahrhanderte)
Leipzig, 1902.
3) Traduzioni
in
(moderne)
francese:
relig.
di
Bouch-Leclercq, in Revue de Vhist. des (1883) 236; Vili (1883) 619; IX (1884)
bri I-III). in
VII
(li-
220;
tedesco:
negli
di Blass,
177 ss.
(libri III,
in inglese:
di
M.
S. Terry,
The
sybilline
Oralles translated...
nto
English Blank Verse, New York, 1890; di Lanchester, H. C. O. negli Apocrypha and Pseudoepigrapha of the 0. T. del Charles, voi. II, p. 368 ss.
(libri
III,
IV, V.)
di Bate,
The
promoting
XLI
li.
STUDI.
i
principali):
Volkmann. De oraculis
Lectiones sibyllinae, Parigi, 1861. Meineke. Zur den sibyll. Biichern, Philologus^ 28 (1869). Rzach. Zur Kritik des Sibyll. Weissagungen, Wiener Stadien,
Krit. Stud. zu den. Sibyll. Orakeln, Denkder Wlen. Akad. phil-hist CI. 38 (1890); Sischriften byll. Analekta, Wien. Stud. 12 (1890): Zur metrik der
IV (1882);
rac. Sibyll. Vien. Siiid 15 (1893); Zu den sibyll. Orakeln, Philologus, 52 (1893); Zu den sibyll. Orak, Jahrbb. far class. Philol. (1893) Zur Kritik der Sibyll.
;
Orak., Phiblogus, 53 (1894); Zu den sibyll. Orak. Wien. Stud. 17 (1895); Ree. dell'ediz. Geffcken in Giting. gelehrfe Anzeigen, 1904; in Mlanges Nicole, \90; Analekta zur Kritik und Exegese der sibyll Orak., Sit-
Sibyllina
{Mnemosyne
19, 1891).
Buresch. Kritisch. Brief iiber die falschen Sibyllen, Philologus 5\ (1892); zu den Pseudosibyll. Orak. Jahrbb
ftir class. Phil. 1892.
47 (1892).
Nestle.
falschen Sibyllen, Philologus 53, 1894. (6) Sul contenuto e la composizione, (trascurando
introdd. a edizioni o versioni gi menzionate):
le
Alexandre. Excursus ad sibyllina, Parigi, 1856; Bleek. Ueber die Entstehung und zusammensetzung der Sibyll. Orakel. (Theol. Zeitschrift, I, 1819; II, 1820).
Gftcrer, Philo,
II,
p.
121.
Hilgenfeld. Die jildische Apokalyptik, 1857. Messias Judaeorum, 1869 pp. vii, xviii, Ixii, 65, 73 s, 85, 91, 94,
100.
LXII
Die jiidische
schffl.
Theol. 3, (1850);
der Essenismus, ibidem, 14 (1871). Ewald. Abhandlung tiber Entstehung, Inhalt und Werth der Sibyll. Biicher. (Abhandluiigen der Gotting. Geseil. der Wissensch. Vili, 1858-59, hist-phill. Classe, p. 43 ss,). Volkmann. In Philologus 15 (1860) recens. dell'ediz. di Alexandre. Badt. De Oraciilis Sibyliinis a Judaeis composifis, Breslavia, 1869. (Jrsprung, Inhalt und Text des IV Buches des sibyli. Orak. Bresiau, 1878. Larocque. Sar la date du III livre des Oraci. Sibyii. Revue
X (1869). Archologique, Notiv. Srie, HilJebrandt. Das Rmische Antichristentum zur Zeit der
Offenbarung Johannis und des
{Zeitschr. far vjssens h.
fiinftes sibyll.
Buches.
Delaunay. Moines
1877, pp. 10-17; pp. 167-176. Zahn. Ueber Ursprung und religiose Charakter der sibyll. Biicher IV, V, etc. {Zeitschr. fur kirchl. Wissensch. und
Leben, 1886).
Hirsch.
The jewish
Sibyll.
view, II (1890).
Deane. Pseudoepigrapha, 1891, pp. 276-314. E. Fehr. Studia in Gracula Sibyllina, Upsaliae, 1893.
Friedlnder.
La Sibylle juive. et les partis religieux de la Les Dispersion, Revue des Etudes juives, 29 (1894) prophties sur la guerre judo-romaine de l'an. 70.
;
Rev.
Juifs
Et
juiv.
30 (1895)
La propagande
religieus'e
des
grecs avant l're chrtienne. Rev. Et. juiv., 30 (1895). L'Anti-Messie. Rev. Et Juiv. 38 (1899). Gesch.
Paris,
Vernes.
der jud. Apologetik, 1903, pp. 31-34. Histoire des ides messianiques,
pp. 48 ss.
1874,
Bousset. Der
Antichrist.
XLIII
pp. 59-63
etc;
1895,
Die Be-
ziehung der ltesten judischen Sibylle zur Chaldischen Sibylle. (Zeitschr. f. d. Neutestam. Wissensch.
1902); Articolo: Sibyllen
und
Sibyll. Biicher. in
Prot
R-Enc. 3. ed. voi. XVIII, (1906) pp. 265 ss. Geffcken. Eine gnostische Vision. (1. V 512-531) Sitzungsber.
sage. {Nachricht
phil-hist
der Berlin. Akad.; 1899; Studien zur lteren Nerodes Gtting Gesell. der Wissensch.
;
kl. 1899) Die Babylonische Sibylle {ibidem, 1900); Die Sibylle Preuss. Jahrbb. 106 (1901); Komposition und Entstehungszeit der Oracc, Sibyll. (Texte
und Untersuchungen, N.
Schiirer.
F. Vili, 1).
Geschchte
des
jiidischen
Volkes im Zeitalter
Jesu Christi, voi. Ili (4. ed.). Leipzig, 1909, pp. 553 ss. Lagrange. Le Messianisme chez les Juifs, Paris, 1909,
(pp. 64-65; 81-83; 99-101; 116-119); Charles. Criticai history of the doctrine of future
life
(Escha-
and
Christian), 2. ed.
1913, pp. 207-208; 273 86-97 dell'articolo ptic Literature in Encydopedia Biblica (I, 245-250). Religious development between the Old and the
London, Apocaly-
New
Testaments (London, Home University Library, n. 94) pp. 226 s. Dalman. Die worte Jesu, pp. 283-284. Volz. judische Eschatologie von Daniel bis Akiba, Ti bingen und Leipzig 1903, pp. 46-50 e cfr. l'indice
delle cose.
S. Krauss. Art. Sibyl in Jewish Encydopedia, XI, 319 b-323. Sabatier. Note sur un vers de Virgile, in Etudes de critique
et d'hisioire (Biblioth.
Sciences
LIBRO
O
celeste,
III.
Tonante
dall'alto,
[beato] (i),
in
che
ti
tieni
saldi
trono
(2),
supplico,
concedi un poco di riposo a me la quale dico la verit intera; poich il mio cuore affranto. Ma perch di
nuovo mi palpita
il
voce che
mi
risuona 5
dentro? Ors, annuncer dunque ancora una volta tutto ci che Dio mi costringe a far noto agli uomini (3).
uomini
(4)
che avete nel vostro aspetto una forma sua somiglianza) (5) perch errate
Mss. Emendato
i/i^pzjxk-a
in varie
maniere
per ragioni
II.
metriche:
'Oupvis,
Geffcken.
'Yppsfixr)!;,
- Xspoujl[A
25,32);
tSpu[Ayoc
Ps. 79,
o'j
yS,
Dan.
37, ^q:
3,
54
(cfr.
Es. ~ X.
Apoc.
p.
r)vto)(_Gv
(3)
La
Sibilla qui,
come
di
riafferma la pro-
pria ispirazione: cfr, 295, ss.; 489, ss.; 698, ss.; 820, ss.; ecc.
(4)
Sulle
Il,
ragioni
preferire
vv. 8-45
al Fr.
frr.
si
Autol.
40,
i8
cfr.
;
eps^. di
Os. 13,2; Dan. 5, 4; Sap. 13, ^q ss. 15, is; ecc.; Cer,; Lettera di Aristea, 134, ss.; Filone, de decal 16 (ed Cohn-Wendland, voi. IV p. 286). (5) 3K)vaaTov sy^ovTEc Iv elxvi jJLopajrjv. cfr. Gen. i, ei ecc. J 2 Enoch. 44, I (trad. Charles: in the likeness of his own face). 11 supplire: a propria somiglianza, mi pare indispensabile in italiano' per la chiarezza, mentre non forse necessario nel testo.
ss.; 44, yoo;
-~.
per
la
vanamente
10
non ve ne
sempre
andate
retta
?
via
(i)
ricordandovi
Uno
Dio,
che
solo
nerato,
costru
invisibile (2)
una mano
d'oro
15
ma
E
Egli
stesso,
medesimo che
era,
ed era
chi
gli
occhi? (6)
O
20
anche
il
solo
Il
nome
il
del
la
celeste gran
il
mondo
il
quale con
sua
cielo
ed
mare
(1)
di verso).
14,
. .
i; {-cpriyjtaw
izapr.v
in
fine
quegli che
si
cammina
per la retta
via. Sulle
i'.Qaij]
due vie
si
scritto molto;
veda
la bibliografia sulla
suIl'Ep. di Barn.
(2)
YHWH
art.
e per
concetto
Dio vede
ma non
veduto, v.
Jewish Enc.
Mss.
4,
cfr.
Gen.
Macc.
(II)
21, 33;
Isa.
26, 4;
40,
'28;
I
8 ss.;
11
5,
2; Da.
I, 25;
LXX.
Su.
42;
Baruch, Macc. 2,
5^;
Macc.
111
6, ^3;
Eternai, Eternity in
Encyclopedia Biblica
(5) Cfr.
1408.
ii>
in'-
Apoc.
I,
I, ;
4, gj
^^
5,
"^-^^
^''
(""' ^PXt^^^?)-
io
4; &CC. Pi delle
Ili,
Barn.
^ol
Memor.
20;
(7)
3,
14)
Deut.
0;
5,
26)
Giud.
mi sembra qui persuasivo il, richiam.o di Es. 30, 13, 22 ecc. V. anche la nota ad pato;.
Sarebbe un errore interpretare qui
il
XYw
s'xTiaE ::vTa,
filosofica.
noi
secondo
crearla.
l'
idea assai
diremmo quasi magico, dalla parola del Signore, comune che nominare una cosa equivalga a
l'infaticabile sole e la
(i),
luna piena
le
gli
i
astri
lucenti
il
e la possente
madre
giorni,
Teti,
le
sorgenti ed
fiumi,
fuoco
immortale,
notti; e lo stesso
Dio quegli
25
che plasm Adam[o] dal nome di quattro lettere, il primo creato e che contiene nel suo nome e 1' oriente
e r occidente, e
il
settentrione e
il
mezzogiorno
(2)
ed
(1)
aeXTQVTjv
T'xa[Ji.
VV.
T
20-21: xai
opavv
H. i8,
7)51
S-aXaaaav,
'HXiov
/tXri^-ouaav,
te.
TcXrj^.
:
cfr.
483-484:
iv 3'op. Iv Bl
aek,
(2) Acrostico
'AvoiToXri, Aais,
si
le
leg-
veda
l'art.
2 Enoch (sola vers. A; trad. Charles) 30, 8 ss.: Nel sesto giorno io comandai alla mia sapienza di creare ( Dio che parla)
ruomo da
sette sostanze
;
dalla rugiada
una, la carne dalla terra due, il sangue ; quattro, le ossa dalla pietra ;
;
dal
sette, la
sua anima
nature
. . .
dal
vento. (9)
Ed
io
gli
diedi
sette
assegnai un nome, dalle quattro parti componenti, (i3) dall'oriente dall'occidente dal mezzogiorno e dal settentrione (A. A. M. A.) e chiamai il suo nome Adam, e gli mostrai le due vie,
io gli
Ed
tenebre
Bellissima quella narrata dalla medievale Cronica di /erahmeel- VI, 8, che sembra preservare, dei Firke R. Eliezer, una ver-
sione migliore e pi antica (trad. Gaster, Orientai Translation Fund, N. S. IV - Royal Asiatic Society, 1899). Dio chiama le varie com-
pagnie degli angeli e dice loro: Facciamo l'uomo a nostra imache cos' quest'uomo? gine e somiglianza. Gli angeli chiedono
:
e allora Dio
distrugge, lasciando sussistere solo i cap delle compagnie, Michele e Gabriele. Raffaele si sottomette al volere di Dio
li
e cos salva
suoi. Allora
pol-
ma
di
questa
si
una maledizione per causa dell'uomo, e se Dio stesso non prende da me la polvere, nessun altro lo far mai. Quando Dio vide
il
umana
e fece
le
belve,
rettili
gli
uceelli.
allung la sua mano, prese la polvere, e cre da questa il primo umo, nel ssto giorno. Do cre la matria dll'toft'o di .quattro colori, bianco, nero, rosso e verde. Le ossa e tendini sono
ci,
i
corpo verde corpo diventa immediatamente livido. Allora la Tbrd (legge) disse a Dio: Signre dell'Universo, quest'uomo che tu hai creato sar di breve vita e pecbianchi,
(livida).
le
viscere nere,
il
sangue rosso,
e la pelle del
il
Quando
cher innanzi te: che sar di lui? Dio rispose: dunque per nulla che io sono chiamato lento air ira, e dall' abbondante grazia
colui che torner a me in penitenza, io perdoner. E perch Dio cre l'uomo dai quattro angoli della terra, e no'n dalla polvere di un singolo luogo ? Perch l' uomo va fino ai quattro ane verit?
quando muore, la terr non potr dire: Tu non da me, perci tu non sarai sepolto in me vattene l donde fosti creato, e col sii sepolto. Cos, ovunque un uomo termina suoi giorni, ivi egli riposer. Dio cre l'uomo povero
goli della terra, e
fosti creato
fuori
'
angoli della terra. Asc. Mos. XI, 8: Omnibus enim morientibus secus aetatem sepulturae suae sunt in terris nam tua sepultura ab oriente usque ad occidentem et ab austro usque ad fines aquilonis :
:
veda,
p.
omnis orbis terrarum sepulcrum est tuum. Per altre leggende, p. es. Mlan, The Buok of Adam and ve, nota 14 al 1.
209.
si
1,
La leggenda dell'Acrostico (che implica la credenza che il greco mondo, cfr. Giubilei, 3, 28, ed. Charnota)
si
De Montt.
107 sq.) Hebreicum Adam in la' tino interpretat 'terra caro fada eo quod ex quattuor cardihibus orbis terrarum pugno comprehendit ... ex nominibus stllarum
tolle
singulas litteras principales, de stella anatole a, de stella dysis S, de stella arctos a, de stella mesembrin ^ in his quattuor litteris cardinalibus habes nomen aSa^j.. Cfr. anche August. Tract. itt
-.
loh.
Euang. IX.
14.
(P. L. 35,
1465).
Voi non venerate, n temete Dio, n^ errate vanamente, prosternandovi a serpi e saerificando a gatti (i)
so
rati;
statue di pietra e ad irpmagini rnute di uomini genee in templi senza Dio, seduti davanti alle porte
(2)
il
non venerate
allettati
Dio che
dalla
del
(3).
malvagit
Salvatore
delle
diinenticando
il
il
giudizio
immortale
che cre
cielo
35
la terra
Irice,
gioisci nel
sangue^ ingannabugiardi,
religione,letti
coniugali, idolatri
macchinatori
petto
il
m^le,
furiosa; rapaci per voi stessi (5), dall'animo 40 senza vergogna: poich nessuno che sia riceg e possi-
una pazzia
altri,
ma
tutti
mortali
avranno
non manterranno fede adatto, e donne vedove ameranno di nascosto altri, molte per
45
guadagno, e non conserveranno, astenendosi dagli uomini, la rettitudine da filo a piombo della vita (6).
Ma
sopra
Egitto
(7),
allora
il
(i)
;getti
atXoupotat,
di
cfr.
Arist,
H. Nat.
5,
2,
7;
6,
35, 3.
Gli
og-
culto
TEpst-re
sono
M.ss.
in
:
modo
;
speciale Egiziani.
(2)
o rpst-E Geffcken.
16,
Jtxi
I Ch. 16, 35; Ps. 23, 15 5; 24, 5 ecc.; Sap. Ecclus. 51, i', Isa. 12, o; 1 Macc. 4, 30 ecc. o? opavv I'xt'.cs Y'fv: cfr. Atti 4, 24; 14, 15; Apoc. io, g; 14, 7 (Coloss. i, ig). (4) Testo restaurato da Castalio,
(3) Scorrjp
-,;
De. 32,
Mi sembra
^iod
gere
CtToTc.
(6)
ou (jr:pTv
xaT^/^ovai
av3pt3v
XeXa'/^ouaat
quest'ultima
-correzione di Meinecke per ai Xax.ouaai dei Mss. (7) Sulla data di questo passaggio v. Introd.
uomini. Verr
un
50
Santo Signore, che posseder gli scettri di tutta la terra, per tutte le et del tempo che scorre veloce. Ed ecco
l'inesorabile ira degli
uomini Latini;
tre
per
miserabile
destino rovineranno
sotto
i
Roma. Tutti
gli
uomini
dal
periranno
cielo
quando scorrer gi
la
cataratta di fuoco.
55
Ahi,
dizio di
me
il
giu-
Ancora starete
templi e
di
in
piedi,
citt,
e adornate
tutte
di:
gento e di pietra, affinch giungiate a quel giorno amaro. Verr infatti il momento, quando trascorrer tra
60
tutti
le
gli
(3).
Ma
gli
io
racconter
uomini sopfar
il
(4)
torner
Beliar (5) e
stare
in
piedi
l'altezza dei
mare
(i).cio il
di
Worte
lesti,
ss.
(Gen.
19, 24):
Apoc.
ecc. ecc.
Anche per
BsV.ap
:
il
signifi-
cato
della
veda,
G. F. Moore, Judges,
(19, 22)
Cheyne)
ntWJnter. Crii. Conim.; ed Enc. Bibl. s. v. (Dennett e e la biblografia ivi accennata. Per le etimologie rabbiniche
da beli-yil senza giogo, cio contrario alla legge, (da beli-ol senza vantaggio, cio privo di valore, vano) e l'uso nella letteratura rabbinica e negli apocrifi, v. Jew. Enc. s. v. Per il N, Test. (II Cor. 6, 15 e pi per II Tess. 2,3, ss. che tanta affinit presenta
eoi passo che stiamo discutendo,
fi
vedano
commenti:
del Frame,.
il
gran
i
sole
infuocato e la
molti
;
stare
in
in
piedi
lui
morti, e far
segni
per
gli
uomini;
in
ma
non saranno
realizzati
bens trarr
molti
errore e
del Moffatt (The Expositor's Lueken (Die Schriften des N. T.J; del Mayer V/ohlemberg (nel Komni. zuni N. T. dello Zahn) del Dobschiitz (nel Krit-Exeg. Konim. i'iber das N. T. del Meyer). In Deut. 15, 9; Giud. 19, 32; Prov. 16, 27) Aquila traduce Belial, un termine che
Gr. Test.);
del
del
nell'A.
Test, applicato
7coc7Taata in
to any one opposing the established Jew. Enc. cit.) con aTrocj-aata.
(
Quindi
zr^c,
1'
li
vo^.iac (0:
[j.apTta),
il
carat-
giudaismo
che religioso, delle aspettative mesjianiche del e quello religioso, oltre che politico, assunto dagli
imperatori romani, sembra abbastanza logico che le due idee venissero confuse insieme. All' interpretazione del noto passo di II Tess.
t,
su esposte, E. Buonaiuti
in
Il
dramma
(1917)
escatologico
p:
Athenaeinn,
301
ss.
Su
Belial nei
rapporti con
l'Anticristo, si
vedano
le
note opere
del Bousset (da ussrsi per con cautela cfr. Moore, Christian writers
jildische
on Judaism, Harvard Theol. Rev. luglio 1921) Der Antichrist; Die Apokalyptk ; il commento all'Apocalissi canonica (Die 0_^enbarung Johannis nel Kritisch-exeget. Kotnm. gi ricordato del Meyer) Die Religion des Judenthtims ini N- Tliche Zeiialter, 2^ ed. 1906; inoltre l'articolo Antichrist in Enc. Bibl. e nelV Encycl. of Relig. and Ethics del Hastings gli articoli Antichrist
; ;
ecc.
veda
con l'Anticristo,
di
Nero
con Sammael, il Charles, The of Isaiah nei suoi Apoc^ypha and Pseudoepigrapha of the O. T.; e pi recentemente nel commento all'Apocalissi (The Book of
Comm).
senza legge,
parola di
eletti, ed Ebrei ed altri uomini non avevano udito ancora mai la quali Dio (i). Ma quando le minaccie del gran Dio
i
saranno incombenti, e una potenza di fuoco attraverso la massa ondosa verr sul' a terra, e bruci Beliar e gli
in lui
mndo
allora
(3)
su tutto
il
mondo
mare
gli
il
ferro degli
uomini
80
efimeri,
allora
tutti
quanti
elementi
del
mondo
l'etere
(4) sarannno vedovati, quando Dio abitante nelrotoli il cielo Cme si arrotola un libro (5). Tutta
la volta celste
e
85
sul
mare scorrer
celeste, e
di
fuoco
la
violento (6)
volta
mare; e
stessa fon-
E non
non pi
(i)
pi esisteranno]
notte,
le
ridenti
sfere
ti
degli
astri,
darai
pensiero
Non mi sembra
c'.CT^QxouCTav
modificare la
Xyv
.
*.
(3) V.
Introd.
.
xa[i.ou.
si
34,4; (Apoc. loh. 6,^4); cfr. 2 Petr. 3,io Anche questa un' idea comune alla letteratura apocalittica (6) veda 2 Enoch io, 2 e le referenze date ivi dal Charles.
\Jnvolunten;
cfr. Isa.
(7) rifiata,
da non modificare, come il Blass vorrebbe, e il LanI giorni sono precisamente uno tra gli elexa\ e?
menti
del
mondo.
-/^(jjvsuai
(8) Et? v
E'jcuv zoc\
xa^apv BiaX^ei
cfr.
Mal. 3,3:
7_w-
/.a^ap'.'Cwv.
dei
giorni
della primavera,
numerosi
dell'
(i),
non
in
non
delil
l'estate,
non
inverno n
dell'autunno.
allora
90
Dio verr
mezzo
quando accadranno
O
sole
che
per le acque navigate e per tutta la terra per il si leva e che non tramonter di nuovo! Tutte
le cose
ubbidiranno a
perci
lui
(4)
quando
salir
di
nuovo
(5)
il
95
sul
mondo;
dunque
fu primo e
conobbe
proprio potere.
Ma
ch'egli
quando
si
compiranno
mortali
le
minacele del
gran Dio
la
mand
-ai
quando costruirono
torre
nella terra d'Assiria (6); poich eran tutti della stessa fa-
(1) o vu5? ox ^ws, ox Tifiata tzo^^X [ispifiva? ox sap, oux\ Bipoi, oh -/^t[j.wv', o ^AETTutpov. [LBpi^vac, e -/^Eificov' sono correzioni di Wiiamowitz, per jj-spipr,; e x^^F^t^^Miei Mss. Cfr. IV (11) Esdra,
7, 39 e 2
Enoch
e.
Gen.
S, 22, b.
(2) Cfr.
2 Enoch. 65, g;
il
ecc.
(3)
Dopo
V. 92, lacuna.
ecc. v. Introd.
nYvwxs, non ir^rf^^ui (Lanchester). Introd. La leggenda molto diffusa. Ai luoghi ad-
12=
Cyrill. Alex.
Adv.
lui. i,
g-,
Abideno, presso Eusebio, Cronaca, ed. cit. p. 42. cfr. Praep. Evang. IX, 14, 2; Eupolemo. presso Alessandro Polistore (Eusebio IX, 17, 3); Mos di Khoren, I, 6 (Vetter, Theol. Quartalschrift,
3
;
B;
Syncell.
77; Cedren.
s
I,
22; e Theoph.
146) vale
la
ad AtdoLW
di
gli
Apologg. VIII
22. ss: Dio
p.
pena
che
avvede
il
di quello
il loro linguaggio <scos che essi linguaggio reciproco, e possano essere dispersi in citt e nazioni,... Ed il Signore discese .... ed Egli
non possano
capire
loro
100
10
allora
necessit
ai
venti.
Ela
dopo che
torre,
cima
grande
105 stina.
eccitarono tra
gli
mortali la discordia
inte-
uomini
posero
le
nome
Babi-
lonia.
Ma
si
dopo che
si
la torre
fu caduta e
lingue degli
uomini
dei
dispersero in favelle
mortali
riemp
di
regni
allora
venne
la
decima generazione
no
ai
primi uomini sopravvenne il diluvio. nos e Titano e Japeto, figli pi nobili di Gaia e di Urans, che gli uomini chiamarono Terra e Cielo, dando
i
confuse
l'
il
non compresero pi
costruire
la
il
linguaggio
torre.
uno
dell' altro,
cessarono
di
citt e la
Per
questa ragione
il
l'intera
terra di Shinar
tutti
i
linguaggi
dispersi nelle
loro citt,
prop'io linguaggio e nazione. Ed il Signore mand un forte vento contro la torre e l' abbatt sulla terra, ecc. 11 numero delle nazioni create cos sarebbe stato di 70 (si veda la nota del Charles,
ad
loc).
Epifanio Adv. Haer. II, 11. AieuxISaas y^f atSv x? Y^wTTac, xa\ su ijOOfj.r,xov~a Suo oisve'^sv xax tov twv tts avSpwv apt^p.v o.Tzh fiixc
Epe^svTtov o5cV xx\ MipoTtsc o'JTOt /.y.XrjVTai, 8t ycovr|V, xa\ tov Tcup^ov aviJtov [iSo'rj xairicjTpE'iEV.
ttjV
u-c[j.Epia[Ajj.Tiv
Del resto
la fonte di
che
6 e 7
xs^aXatS-ai
diei
(ed.
Holl. in
e
Oehler Epiph.
I,
i,
p.
1'
528).
etimologia degli
antichi,
da
[j.tpo[iat,
1.
oA
data da Epifanio,
cfr.
e. ).
dividenti, articolanti la voce. (cfr. quella Secondo altri, da una radice (lat: mor-),
MER
loro
tali
1
11
tra
gli
nomi,
(i).
perch erano
primi
uomini
mor-
tre terzi
sorte
di
ciascuno (2)
115
ognuno avendo
(i)
li
come si vede, procede parallelo ad Esiedo, ma ne un punto. Quanto al valore del passo, cfr. Introd. Esso era noto a Tertulliano, Ad nat. II, 12. Volendo dimostrare, degli dei pagani, illos omnes homines fuisse, fa risalire, secondo Varrone, Giove, Giunone e Minerva a Saturno, e questi a Caelus de Caelo enim et terra Saturnus. Il quale quia venisset peregrinus,
racconto,
differisce in pi d'
:
terrae
repentino ubique inolevit caelitera dici. Nam et volgo generis incertos filios iactitamus, e conclude con una citazione vera e propria
della Sibilla
:
decima, inquit, genitura hotuimmi, ex quo cataclismus prioribus accidit, regnavit Saturnus et Titan et lapetus, Terrae et Caeli fortissimi filii. (C. S. E. L., 20, p. 1, pp. 1 16-120). Cfr. Minucio Pel., Octavius, 21, ,, quasi con le stesse parole: (Saet rebus eius expont:
Terrae enim vel Caeli filius, quod apzcd Italos esset ignotis parentibus proditus, ut in hodiernum inopinato visos caelo missos, ignobiles et ignotos terrae filios nom,i?iamus. (C. S. E. L. 2. p. 30) il quale per cita Nepote, Cassio, Tallo e Diodoro, ed citurnus)
tato a sua volta da Lattanzio, Div. Inst.
p.
I.
it, 55
(C. S. E. L.
19,
mente con
l'opera di
latina di Ennio, e ad
punto soggiunge haec historia quam vera sit, docet Sibylla Erythraea eadem fere dcens, nsi quod in paucis quae ad rem non attinent discrepat. (1. e. p. 54). Tra gli
certo
un
probabilmente in base
(iji[j.vr]Tai
Apologisti greci conosce questo passo Atenagora, che lo cita molto allo scolio a Platone, Fedro, 244 B SipuXXa
:
Sr)
tts
or)
OExaTT) Y^ver).,.
(Goodspeed,
Die Altest. Apolog. p. 351). giuramenti a quella (2) Si vuol paragonare questa tripartizione e compiuta da No: Giubilei, 8, ^^ e 9,^4 (il Charles in una nota afferma che questo anticipates the Social Contract of Rousseau pur ammettendo che the objects are different) ed Epifanio, Adv.
i
Haer., 66,
7.c7{iov
(Oehler,
2, p.
ToTi;
Tpta'iv uioT?
542-3): Nwe. .. p-vo? SiatpSv rv Ttavra auTou; e Ancoratus, 114, 1-2 ed Holl p. 141^
vano a
dre,
12
infatti
i
conflitto
vi
erano
giuranienti
il
del
pa-
Poi venne
tempo pieno
i
della
vecchiezza e
il
padre
mor
ai
ed
figli
facendo
una
120
tremenda
trasgressione
giuramenti incomincia-
una contesa
tutti
gli
chi,
;
con onori
e
regali,
cotra
manderebbe a
loro
uomini
combatterono
Gaia,
e
Cronos
di
Titano.
Ma
Rea,
Afrodite
dalle
amante
belle
125
corone, e Demetra, ed
(i)
i
Estia e
Dione
chiome
tutti
li
condussero
ad
un
patto,
avendo
radunato
erano
di
uomini che
quel
rono che
vecchio e
pi
nobile
nell'aspetto.
di
non
lui,
allevare
una
di
figli
maschi,
si
i
per
regnare
il
fosse vecchio e
compisse
si
destino.
Rea
tutte
135
partoriva,
Titani
tutti
i
cevano a pezzi
le
Ma
il
femmine che fossero allevate presso suo terzo quando l'illustre Rea partor
il
;
madre.
parto, ge-
che
neonato era femmina, quegli uomini feroci, Titani, se ne vennero via per conto loro. E dopo che Rea gener un figlio maschio, lo mand subito di nascosto ad
.
140
avendo
(3).
uomini
posero
Cretesi
legati
da giuramento
Perci
lui
(i)
(2)
vo3;:iov
Un
zrfi
curioso raffronto con Apoc. 12, 4 xal opxojv yuvaix? ttJc [J.eXXouarjs tsxstv, "va orav Txrj t
l'c-riXEv
rxvov
ktt)? xaTaipayo.
(3)
Il
racconto,
^accennato
p. es. in Virg-.
canti e battere di
vede, alquanto diverso da quello corrente Georg. IV, 150) nel quale Curati coi loro istrumenti musicali coprono le grida del bambino.
si
i
come
nome Dia, perch
era stato
13
allo
steissso modo, sped di nascosto Posidone. Per la terza volta poi Rea illustre fra le donne gener Plutone, nel
passare presso
del
Dodona
(2),
onde scorrono
le
umide
vie
145
fiume Eropo, e l'acqua scorre verso il mare, insieme col Peno, e lo dhiamano Stigio. Ma quando
i
figli,
in
segreto, che
la
Titano
la iso in
suoi sessanta
ti
figli
e mise
lacci
Cronos e
li
custod
allora lo udirono
terribile
figli
fecero
una
155
mortali
il
allora
inizio
di
le
ge-
dei
Medi e
di
dei Macedoni,
nuovo
d'Egitto, quindi di
Roma
(4).
(i)
oTi
5'.s:;ipvs5^rj.
OTi 31
axv
neli'
y'.vsTai v.a\
citata
introduzione, entra
un interessante motivo
apologetlc
giudaico: gli 'Ebrei, si dice, venerano il Dio che vigila tutte te cose, che anche i Gentili adorano chiamandolo diversamente, cio
Zt^vk xx\ Aia; ed a questo attribuita tutta
l'
nonch
la
come appunto
(2) (3)
al
Signore,
noto, di
'II,
Sede, co
-ne
un famoso oracolo
31 (ed.
cit.
di
Giove.
"A-otti k^^i^ -^i-
Theoph. ad Autol.
p.
150 B)
y%
ma
riferendosi alle
guerre
-(4) Per la
re discendenti
si
da Cham..
l'Introd^
veda
E
e
14 -.
Dio mi
si
mi comand
nell'animo dei
165
Re
Ed a me prima
degli
Dio mise
in
uomini
si
raduneranno
Prima regner
170
la
casa di Salomone
(2),
invasori della
la
isole, e
razza dei
Ma
dopo
(3)
tra razza di
come una
Dio
175
il
terribile
li
nube
di
guerra per
mortali.
Ma
il
del cielo
Ma
(4) di
(5) molti, e pi tardi incuter spavento a tutti i molto oro ed argento rapir da molte citt (6) ma
;
180 nell'inclita
terra vi saranno di
nuovo
degli ori
ed anche
297-299; cfr. 490 s; 698 s. Wilamowitz, Geff_ken, e Lanchester e Bate nelle zioni modificano il testo dato dai Mss. ^otvixiQ? t' 'Aair,?
(i)
(2)
loro traduIjt'.pri-opa?
cEoivix?
t',
'AaiT]? iv:lr^rops(;.
plausibile.
evidente
cos si
;
ctie
qui
il
cerchi
di
glorificare
la
casa di
:
Salomone. Poi
Ebrei (Salomone)
seguente ordine dei vari imperi vari popoli dell'Asia, confondendo insieme
avrebbe
Dopo
del V.
Roma
(v. 175).
(4)
(5)
paaiXrj'iSoc l'aasrai
aalsuoei
I
cfr.
xa\ TZoXxpavoe, oc^y/'q Aux.7i Ecclus, 28, ^4; Sap. 4, ^9; Atti 17,
8, 3.4 xai
3;
Ebr. 12,
ev
jg
(6) Cfr.
STiaviac,,
Macc,
oaa Koir^aav
ro
(i
Romani)
/;='>pa
Tou
Ixet.
tGjv
[aatXcov
rwv
IjisX^vTttv
n'auTOu^
n'a/.pou
x.
t. X,
.-
15
gli
E tormenteranno
uomini.
quegli uomini faranno una grande caduta, quando daranno inizio all'arroganza ingiusta. Allora sar in costoro
Ma
una necessit di (commettere) impurit; l'uomo avr commercio con l'uomo e alleveranno dei ragazzi sotto
iss
tetti vergognosi (i) e in quei giorni vi sar tra gli uomini una grande tribolazione, e scuoter e sgretoler ogni
cosa e
tutto riempir
malanni mediante
la
rapacit
conducente vita vergognosa (2), e la ricchezza male acquistata, in molte terre, ma specialmente in Macedonia. L'odio
si
i9o
al
settimo regno
che regner un
nuovo
popolo del
tutti
i
gran Dio,
mortali (3).
Ma
195
di dire
uomini,
(4)
ai
Titani;
do-
Atenagora, 34,
o\
yp ayopv
toic
voi?
v
uTT^cjavres
Tcopvs'.ac
xa\
7:ay;c
r.
apasvi
Stv y.aT5pYa<^[AV0t
Rom,
l,
g^-.
te. v
ape
ttiv
a-/^7]^oi3'6v7]V
xarspy.) e Giust,
Apol. 27 (Good. p. 44) Taziano, Oratio 28 (Good. p. 294) Clem. Aless. Paed. Ili, 4, 26. A queste referenze date dal Geffcken si pu aggiungere, p. es. Ep. Barn. XIX, (4) oh ^raiSoo^opi^aeii; (= Di-
dach,
I!)
e X, 4 o
ulV-
('vvj
TuatSojoS-po?
oSI
[i.oiw5i^<ti[)
1'"
toT?
veda
Introd.
jj-sr
si
bblici
(Lev. 18,
22,
LXX,
xai
pasvos
(2)
alcxp^io; Or.
(3)
ss.
emendazione
di
Badt
tta. 3'ixac.
dei
Mss,
200
16
vranno
infatti pagare il fio ai figli del potente Cronos (i)^ a cagione del fatto che quelli legarono Cronos e la loro amorevole madre. In seguito i Greci avranno tirannidi
gli
uomini non
vi sar pi ri-
poso dalla guerra. I Frigi terribili {2) periranno tutti e sventura sar su Troia in quel giorno. Poi verr sciagura ai Persiani ed Assiri, ed a tutto l' Egitto, e alla Libia
e(^ agli Etiopi;
ed
ai
Cari
ed
ai
Pamfili
;
una grande
i
sciagura da mettere in
210
comune
(3)
e a tutti
mortali^
/^Ma perch enumerare queste cose ad una ad una? Ma quando le prime cose avran fine, sovrasteranno^
agli
uomini
le
seconde.
cosi
io
dichiarer
in
primo-
215
di questi io dichiarer la stirpe, e le generazioni dei padri e la terra di tutti, ogni cosa con
arte,
astuto.
dei Caldei (4),
giusti ai
V' una
Ur
i
da cui
uomini
pi
quali stanno
p.
il
III
Macc.
i,.
xXstl'iYap-oi.
(2) l'xTiayXoi
II.
XX,
389;-
XXI, 542;
170
ecc.
(3)
xaxDv ;j.-axiv5Tvat'Mss.
eart
aTiopov ^et.
Herwerden
xaxv
jilya.
xoivw5^vai Geffcken.
(4)
TcXi;
.
$;
Eusebio, Praep. Ev., IX, 17, 1-3. B;i:Xe[o? epucYuta "'F). 5 v Tw :tEpi 'Iot>5a[a)v t% 'Aaaup'iac . . . OExrr) Ss ysvsa, cpvjCTiv, ev ttXei TTj? Ba^uXovia; Ka[j.apivr, 7]v Tiva; XyEiv TiX'.v Op^t>]V (Etvai 8
p.E5^p^7]Vuo{ivrjV
Cfr.
XaXoaiwv
iz',
tv)
Iv
rpiaxatSExarr,
yevaS'at 'APpav-
yEvea
17
Essi 220
di
n della profondit azzurrina del mare oceano, n dei non segni degli starnuti, n degli uccelli degli auguri,
di indovini,
non
di
225
trucchi dei discorsi insensati dei ventriloqui, n strologano le predizioni dei Caldei, n si occupano di studiare il corso degli astri; sono tutti inganni queste cose (2),
che uomini insensati ricercano ogni giorno, non esercitando le loro menti in alcun lavoro utile. Ed insegnarono gli inganni ad uomini miserabili, onde vengono agli
uomini molte sventure sopra"
smarrito le vie buone e
le
230
la terra,
a causa dell'aver
opere giuste.
(3),
Ma
quelli
hanno
del
a cuore
la giustizia
e la virt
e non per
amore
(i)
Num.
spE^^aerat
[AavTu[i.r]voi;
Enoch, IO, 4: incanti e stregonerie diaboliche; Filone Al. De Migrat. Abrah. ed. Cohn-Wendland, II, p 305. Il Geffcken richiama anche i versi presso Mich. Psello, Exposit Oracc. Chaldaicc.
(P.
G.
simili ai nostri
cfr.
et?
(e cfr.
anche Kroll,
De
an-r^iv
che la Didach
etStoXo^aTpstay,
[jltjS
III,
4^
IjtSiSri
[x)o
qyat
Tueptxa^aiptov...
(2) Lactant. Div. Inst. Il, 16, ^: Eorum (. .. 15, : quos ideo Trismegistus aYvlXou? TiovEpo? appellat) inventa sunt astrologia et haruspicina et auguratio et ipsa quae dicuntur oracula et necromantia
magica et quidquid praeterea malorum exercent homines vel palam vel occulte quae omnia per se falsa sunt, ut Sibylla Erythraea IkK itkcva jivra TaS'cmv testatur (vv. 228-229).
et ars
: :
(3)
Il
1'
enumerazione
potrebbero addurre infiniti altri passi, segnatamente dall'epistolario paolino; ma si direbbe che il
nell'Apolog.
Aristide,
15.
Si
235
18
guadagno, che genera sventure in numero infinito agli uomini, guerra e fame senza fine (i). Questi hanno
misure giuste sui
piono
furti
la
campi
di
nelle
citt
(2),
com-
notte
fra loro,
n rapiscono
di
cacciandole
innanzi a s
240
mandre
n
buoi
n
del
il
vicino
vicino,
di
affligge
(3)
quello
le
da
soc-
meno
corre
lui,
non tormenta
loro in aiuto
il
le
vedove
ma
venendo
il
olio (4);
245
prosperoso tra
nulla,
manda a
del
quelli
che
una parte
raccolto,
compiendo
parola
che rendono
pi
facili e
improntano a
cordialit
riguardano pi direttamente la salvezza. I paralleli sono con passi biblici, che cercher di rilevare, per quanto possibile.
(i)
Giuda,
f^z
19,
s.;
Tim.
6, ^q p'Xa.
yp
7i:vToiv
coilap^upia,
tiVE? opEYji.EVOi
il
a/tsTtXaviQSviaav ixko
di
fondamento
molte con-
siderazioni affini,
(2)
Lev.
^i-pov X. X. 3ix. l'a. aoi); Ezek 45, ^o; i Enoch 99, 12: guai a quelli che fanno misure ingannevoli e false. oS ye 7.^?a? ^Xi^si [xaXXov S'auts Porj^cT. (3) Il verso non corre: Bisogna leggere oB -^e. ti? y_. S. jxaXXov al p. oppure o jT]p(xc, 5.
aoi (A, B^:
u. S'aTotc
[i.
(Meinecke). Si
e
cfr.
Ger.
7, q;
5.
Zacc. 7,
^q;
per tutto
Inoltre (vedove) 2
Enoch,
11,14-,
Or.
Comunissimo,
14, 23;
quest'ordine:
5i.
p.
es.
D^ut. 7,
^3;
18, 4; 28,
(o-Ttov
ivov
l'Xatov);
Ps. 4, g; Gioele,
19, ecc.
(5)
Tzzvv^<fQ<^iy(\.'::i.
Or.
Sibyll.
Ili,
245 come
vu-/.t;o7.~
onta;
al
v. 238.
della
19
per tutti
legge.
(i).
Il
Celeste
infatti
comune
camminer per la sua popolo dalle dodici trib sotto le Guide mandate da Dio, di notte tempo marciando nella colonna
quando
via
lascer l'Egitto e
[retta] (2)
il
Ma
aso
di fuoco, e nella
(3)
quando
l'aurora
abbia guidato
il
su
avendolo trovato
presso
di
presso
la
accolse
Ma
(i) Il Geffcken, citando anche lo Zeller, chiama questo principio stoico - ebraico e pone a confronto un passo di Plutarco Aless.
m.
virt.
6,
e Filone, Vita
Mos.
28 (ed Cohn.
Wendland, voil
lume IV
pp. 156-157).
stoico
A me sembra
e
concetto del
uguali, in
fatti
il
cosmopolitismo
quello
che
uomini
celeste,
sono
e
medesimo Padre
tutti
sembianza
d'
Un
Con
co-
munismo di questo verso si confr. piuttosto (anche per vedere come a conclusioni appare ntem. ente le stesse si possa giungere per vie diverse) il fr. di Epifane in Clem. Aless. Strom. 3, 2, 6-7
p. 198); v. anche E. Buonauti, 1922, p. 76 s?- e S. Ambrogio, Expositio Ps. CXVIII, 8, 22, citato (ma inesattamente) dal Bate cum praesertim dominus deus noster terram hanc possessionem omnium
Strom.
Frammenti
Gnostici.
Roma,
hominum
voluerit esse
p.
communem
et fructus
omnium
ministrare.
{C. S. E. L. 62,
morale-religioso.
163).
ha anche un
significato
sono
facili:
^4;
Eso. 13,
qx'm 7)ws
2^ sq.
ecc.;
3.
II
Esdr,
iNeem.)
(4)
(LXX)
7:0.^
Mss. Edd,
<:^'^o
^ap
tav)
Geffcken.
papato,
Filone,
(5) Eso. 2,
7i:ai3"t.ov
xai
lysv^^S'T)
sta ul
I,
7i;wv[J.aaV
o td
Vita Mos.
(ed.
Cohn-Wendlaud, IV,
p.
123).
20
255
quando egli venne, conducendo il popolo che Dio aveva condotto fuori d'Egitto, al monte Sinai (i), Dio dal cielo diede la legge, avendo scritto su due tavole tutta la
giustizia e
in pratica
fio
e se qualcuno
260
o,
giustizia...
A
uno,
865
questi
si
la terra
le
feconda d
di
frutto,
(3).
al
il
compivano
misure
Dio
Ma
flagello.
E tu
dunque, lasciando
destino che
il
poich
tu
lasci
santa
(4).
Sarai condotto
presso
gli
Assiri e vedrai
e ricchezza sar perduta tutta la terra e tutto il mare (sar) pieno di te (5) ed ognuno irritato (6) per i tuoi costumi. E tutta la tua terra sar abbandonata e il saldo
; ;
altare
ed
il
le
grandi costruzioni,.
(i)
(2)
Eso. 19,
3 s.
Una
vv. 247 e 585. (3) -{kkowxo (forse gnomico) [xrpa 5eou. l'emendazione di Herwerden, teXI^ovtos. Le
il
meno
di
di
accettare
> forse
misure
Dio
frutto verace
(4) 7I00V
cf.
v. 621.
I
yvv. cfr.
Enoch. 26,
i,
27,
Eth. e Gr.r\
il
y?;.,.
sXoY5p.sv7i
xat Tiacja
i,
differenze tra
Gr. e
l'Eth. in 26,
V. Charles, op.
;
89, 40
una
dosa;
(5)
cfr.
Dan. (Ebr.
Theod.)
La Dispersione; verso
Tik-fi[j7](;
ca
piij
Bs yota a^ev
xai Tcaaoc
^Xaaaa
la
- e
nel quale
non
Test.
si
sa
fierezza.
Si
cfr.
XII.
Patr.: Levi,
(6) -poGox^i^ojv
Re
i,
n;
ecc.
legge
di
21
mente
alla
santa
275
Do immortale
(i),
ma
tratto in
prestato tore immortale degli dei e di tutti volesti rendergli omaggio e onorasti
tali.
uomini
(2),
non
mor280
le
immagini
di
per sette decine d' anni (3) la tua terra fruttifera sar tutta desolata, e cos le meraviglie del Tempio. Ma ti, aspetta un risultato di bene e una grandissima
gloria,
Onde
come
si
(4).
Ma
del gran
Dio finch
egli
alzi
su
dritto,
alla luce,
il
tuo
(5)
285
ginocchio affranto.
allora
(1) Cfr.
Geremia;
5, ^9; ecc.
tuccvtwv
Rzach
xa\
ricorre
ad un Framm.
(j-sfiaTo;.
di
Senofrase
fane
I,
ic
Se?
-E 3-Eo"ioi
vTpwTToiai
La
non era troppo scorretta del resto, in bocca di un apologista che si rivolgeva a Gentili, dopo aver dimostrato che loro presunti dei non
i
(5) V. Introduz.
di
La base
45
;
della
e
.
Ciro data da
Isa.
44
. .
gg.
a Persian King
who
reigned
Meshar, sister of Zerubbabel, elder among the children of Israel and he made her queen after the manner of the queens of Persia. And when she became queen, she found favor with the King, and asked'him to
called
;
woman
show mercy
to the children
of
Israel,
and
to
the city of Jerusalem. (cfr. Ester.) Ciro cos fa: ordina di radunare tutti gli Ebrei ed incarica Zerubbabel di ricondurli. Allora Dio gli
apparve
hai fatto
in
il
sonno
questo, tu
chiamato Ciro
Messianico; e questo
gli
nome, Messianico,
stra-
22
che giudicher ogni uomo nel sangue e nel fulgore del^ fuoco (i). Vi una trib regia la cui discendenza non
verr mai
290
meno
Re
e questa con
innalzare
il
e comincier ad
tutti
come
alleati
oro e
bronzo e argento molto lavorato {3). Dio stesso infatti dar un santo sogno di notte. E allora il tempio sar di
Non appena
rato
me
ispi-
da Dio, e pregai il grande genitore di farmi riposare da questa costrizione ecco di nuovo la parola del
:
gran Dio
300 le
mi
si
pose
nei
precordi
mi comand
di
animo
ai
re
in
(4).
mente
ha pensato
ha
distrutto
il
gran tempio.
305
Guai a te. Babilonia, razza degli uomini Assiri (5), un tremendo frastuono si spander su tutta la terra di peccatori, e un grido di guerra distrugger tutta la. terra abitata da uomini
:
il
flagello del
nieri alla
loro
citt;
e perch tu
hai
la ricostru
dice
figli
che Zed'Israele.
(Cfr. Zacc. 6 e 4, ,; 9 e le quistioni critiche sul vs. 11 dove la corona, in origine, non deve essere stata collocata sul capo di
Giosu
di
figlio di
Jehosaduk,
^g;
il
sommo
33.
sacerdote bens
su quello
Ezech, 38,
g;
i, g.
Esdra, 47, 55 (LXX); 3, 3 ss. (4) Cfr. Apoc. IO, iii vv. 1-7 e v. Introd. (5) Cfr. Isa. 13 e 47.
23
su
te,
abbatter dal Cielo, dai Santi, sopra di te] ed ai figli della collera (2) la distruzione eterna e sarai, qual fosti
prima
sarai
di
essere,
di
come
se
non mai
esistita (3).
allora sio
riempita
sangue, come
prima ne versasti tu
il
cui
sangue
tue
si
(4).
Un
mai.
gran colpo,
Egitto, verr
sopra di
ti
te,
alle
case, terribile,
sopraggiungesse
(5),
tuo mezzo
sentire
disper-
sione e morte e
fame
(7),
far
nella settima
di
Gog
e di
Magog che
sei
nel
di 320
mezzo
dei fiumi
spargimento
^=ou
^lyr^-oprJC
u[j.vcjv.
L'appellativo di Apollo
riaffermare l'ispirazione
my
strai ns,
Lanchesier,
TiHvov. V. la
(3)
(4)
Concordanza
II
ai
5.
LXX
di
Hatch
Redpath.
Ps. 78,
Macc.
8, 3;
Apoc. 16,
3 {^Uyjoi',
-.
0-T. in greek,
Div. Inst. VII
p.
372.
^^
(Latt.
15,
tura peragrabit
^g;
Ger.
5, 12;
^q
ecc; Ezech.
192 e 608.
io, ,;
I
Magog: Gen.
Cron.
i,
5:
il
secondo
figlio di lafet
come
popolo, designa il complesso delle popolazioni barbariche poste all'estremo Nord, e N-Est del mondo allora conosciuto. Giuseppe
Flavio (Antt.
I,
VI,
ed Niese voi.
1 p. 29)
Maywyr)?
Bl to? --
sangue accoglierai e
il
24
tra gli
di
sarai
chiamata
uomini casa
rugiada berr
abbondante
nero sangue. Guai a te, Libia; guai al mare e alla terra (i). figlie voi verdell' Occidente, a quale amaro giorno verrete
325 rete
ad essere perseguitate da un'aspra guerra, terribile vi sar ancora un terribile giudizio e per necese dura
;
sit
tutte
auTou MaY^Yot? vo[j.aa5iVTa? xtasv, Tzii^ac ol -'axSv Tipoaayopsula terra di Magog un paese, in 39, g oiilvou;. In Ezech. 38, 2
'^
un popolo,
Gog. In Giubilei 18, 25; 9 s sono Cronaca di /erahmeel, all'identificazione con gli Sciti unita la leggenda araba del muro costruito da Alessandro Magno per contenerli, finch non riappaiano alla fine e da essi provennero dei tempi Giiti, Pirati, Nordmani, Bauil
cui condottiero
vri,
Langobardi, Sagsoni, Gasqoniff (31, 4) su Gog e Magog i nell'escatologia, [Nu. 24, , (LXX) Enoch, 56, 5-8 (cfr. Charles) 2 Baruch, 70,7-10; Apoc. 20, g (la finale insurrezione dei poteri mondani e pagani contro il Regno dell' Eletto)] si vedano le opere
;
gi menzionate, a proposito di Beliar; i commenti all'Apocalisse: nei grandi commenti citati; del Bousset, pure cit. e dello Swete, The Apocalypse of st, Ioin\ quello recentissimo del Charles, pure
;
cit.
gli articoli
in
Enc. Bibl.;
Magog
;
Magog
zig,
in /ew. Enc. per la letteratura rabbinica, quest'ultimo, e Volz, Jildische Eschatologie von Daniel bis Akiba, Tubingen-Leip-
Gog
Magog con
V, 504);
l'Etiopia
cfr.
trove
(si cfr.
ss. e
ma si
in Isa.
18,
oat
(i
yvf?
zXoiwv TCTpuye;
jixstva
7:ota[ASv A't^tOTCtac.
Cfr. Sof.
/.ai
3, io
38,
Ilpaai
nai ''At5io7:s,
xai Ai|3us?.
Si
cfr.
ts xal
yjf
cfr.
Apoc.
12, ^2
^'^^'^
"^^i^
Y^'^
''^'^^
25
in pezzi (i) la grande dimora dell' Immortale e con denti di ferro l'avete spaventosamente maciullata. Perci tu
vedrai la tua terra piena di morti, per la guerra e per fame e per peste, e da nemici
dal cuore barbaro; la tua terra, desolata, e le citt, deserto. (2)
ssc
In occidente splender
una
agli
stella,
che chiamedi
uomini
spada,
di
di
335
fame e
di
peste (3)
di
rovina di condottieri e
^uomini
grandi ed illustri. E ancora vi saranno segni grandissimi tra gli' uomini lascer la palude Meotide il Tanai dai gorghi profondi e lungo il letto profondo sar il solco di un campo frut:
tifero,
l'
Fandonia,
Colofone,
Arados?
Gaza
Od.
14,
37
S'.ESTjX^^aavTo
entrambi in fine
Isa.
di verso.
(2)
l'prijAa
Tzlrfii
Gomperz
^avatoto
per
Ip.
rzolfioc
Mss.
cfr.
35, ,;
te <j^[Aa:
cfr.
Charles,
I,
The hook
5,
of
Comm, Edimburgh,
e
1920,
402, n.
Nei
^'^-
LXX ^avaros
poiJ-V>aiai;
non
'koiiic,
rende
peste cfr.
Apoc. Ezech.
y.al
parallelo pi
imme-
diato che non 14, 2^(pop.a). Xi;jl. xa\ Srjpia Kovep xai SvaTov, segnalato ori t arip-sTov tou 5cou s-\ izalou? dal Gefifcken, Ps. Sai. XV, 8
:
zi
aajTrjpiav
cavato;
cctzj
oviT)
Alexandre propone M^y^ovt], e Geffcken Ax[aov'.7) per Tvaysa Alexandre e Meinecke Suaypa (v. 346: KuaYpa); qui i^^Mss. hanno [j.ipoi fam. ^ e jjiapoauvT) W: Alexandre congettura Mup'.vT); Wila;
mowitz "ApaSo?.
ma
dell'Europa la
ricca
26
[?
Ciagra
la
Tanagra?]
divina
la
regale
tutta
Micene.
per
gli
l'anno trascorso.
350
Quante
scontare
il
ricchezze (i)
Roma ha
Roma,
si
far
e quanti uomini
degli
Itali
residenza
Itali
in
migliaia.
O
che
figlia
ti
delia Latina
Roma (2),
tanto spesso ubbriacata in nozze con molti pretendenti, (3) tu sarai data in isposa come schiava
sei
te
sureggiante capigliatura,
dal cielo
ti
(i) Lattanzio,
dopo
la
menzione
Div. Inst. VII 15, 11 (C. S. E. L. 19, p. 632) della spada, che trascorrer per il mondo cuius
.-
vastitatis et confusionis
quo nunc
regitur orbis
causa, quod Romanum nomen, horret animus dlcere, sed dicam, quia futu-
haec
erit
rum est-toUetur
e terra et
imperium
in
BeiXaia-.
ai iz'ksic ale
SsiXaia
7]
OE^a^xivr,
t:\
auT%. Cfr. Gioele, 3, g-scfr. v. 324 ^uyazi^zc, Quap-Gv (2) Si capisce che Roma stessa ma non c' bisogno di modificare il genitivo 'Pf^tAV]? dei Mss. in -Pwp.7] come Geffcken. Cfr. Isa. 47, ^i TzapH^oc, ^uYarrip BaiSuXtvos...
Tctw^a-i
-rf
xai e^pvS-r)
Ipv[iia.
KTwaei
^uyttjp XaXSa'itov, oti oxri Tcpoaxs^i^arj xXrj^^vat rcaXT) (3) Cfr. Apoc. 17, 2; 18, 3.
y.a\
-putpepa.
sollever
al
27
sono
immersi
in
E Samo
invisibile,
Roma una
via
presagi saranno compiuti. Ma di (un Smirne distrutta non una parola. Vi sar un vendicatore
3S5
ma
per
Una pace
serena
si
senza gelo e senza grandine, portante ogni cosa, uccelli beatissimo l'uomo che (3).
370
tempo
(4)
[e la
donna; come
beati]:
il
favoleggiato
abitante
<(
delle isole)
dei
ogni
giustizia (5) e
375-
amore da parte
degli
ma
gravi contese, ed
giorni.
furti
(.1)
giuochi di
parole:
Sa[J.o;
ajijAO;,
i. p.
A^Xo?
cjStjXoc, "Pcp-r,
ou^Tj.
iam Delos, harenae Samos, et Sibylla non mendax. Latt. Div. Inst. VII 25, At vero cum caput illud orbis occiderit et p^^r] esse cfr. Or. Sibyll. IV. 91. coeperit, quod Sybillae fere aiunt ... (2) Dopo il V. 366 una lacuna.
:
Tj
50
[Aa.-.pioi ol
al
1.
IV, 192.
:
oadov YpauXos; Geffcken suggerisce [Ji-aw? v ypauXoi:. Il testo molto corrotto ed ogni emendazione straordinariamente difficile.
(4)
3tVr,if>aTos
xapwv
xv
(oaTts
(5)
Opp.
e giorni,.
197-201 (Geffcken).
Mala Macedonia
all'Europa
di
si
28
un grandissimo soggetto pena, della stirpe Cronide, una razza di bastardi e di schiavi. Questa costruir anche Babilonia citt forte, e,
coprir di spighe
585
proclamata
signora
di
il
per
mali
flagelli
degli
dei,
avendo
rinomanza fra
Verr anche
pi lontani posteri.
alla felice
le
terra
d'Asia
un uomo
infe-
390
un manto purpureo, feroce, ingiusto, ardente; che prima 10(3) chiam in vita il fulmine; e tutta l'Asia avr un malo giogo, la terra
dele (2), rivestito sopra
spalle di
fatta
di
lui
umida
Ma Ade
si
prender cura
dalla stirpe
di
come completamente
dei quali egli vuole
sconosciuto;
distruggere
[egli]
395 quelli,
la
stirpe,
sar
cui
distrutta la sua;
taglia
il
mettendo
una
sola
radice,
dopo generer un
guerriero
genitore della stirpe purpurea, ed egli stesso dai figli e allora re400 dei figli in un patto di Ares sar estinto
;
il
un segno, quando
fatta
fiorire
Rea, impura (6) perenne sulla terra da radici che non hanno mai sete, sia con
onda
(i)
di
questo
si
veda l'Introduz.
(2) aTziaro;:
(3) a'jTv
interpretato dai pi
come
Od.
,.
14.
435
ecc.)
Y^ StSo'i;,
ijv
y.a\
JtAsi '^po-
(5) Cfr.
(6)
Dan.
;
7,
xu;Aa
xX^[j.a,
ramoscello*
Per
vv. 402-404
I,
184-188.
tutte le radici distrutta in
scuotitor della terra
(i),
29
una
Dio
40-
con
tutti
chiamano
per nome Dorylaion (2), nell'antica Frigia, molto lamentabile ed oscura. Quel tempo sar per so-
prannome
principio
lo
scuotitor
della terra;
le
s
fracasser
recessi
mura.
di
Ma
segni saranno
non
di
bene
male.
Avrai
per signori
410-
uomini
abili
(di
sangue
de-
indigeno
gli
(3).
Ma
;
dopo
ci
sarai
preda
uomini che
Ilio,
desiderano.
un
il
bellissimo
ho piet di te (4) in Sparta una Erinni crescer ed ottimo e sempre ricordato germoglio,
415-
quale lascier una tempesta molta diffusa in Asia e in Europa; a te specialmente cagioner gemiti e sofferenze e lamenti la fama non diventer antica tra i futuri.
:
vi sar allora
un vecchio uomo
alla patria (5);
scrittore di falsit,
my
falsario
anche quanto
(6),
nei
suoi
occhi la
luce tramonter
misurato
sul
avr una gran mente e un verso pensiero, mischiato [?] -con due nomi (7)
;
(i)
as-CT'-x.^ovoi;
vvoaiyaiou.
(2)
(v.
Aopulaiov r= preda della lancia. Antico oracolo su Celen407: xaXaiv^?) trasferito poi a Dorileo (? Wilamowitz).
:
Mss. "IXov Kioucek, (3) AtveSac 8i3o? a-y^^ovos 80X10S mzyjfovac, propone Lanchester.
(4)
Wilamowitz ;
I,
Geffcken
cita:
Pausania X,
presso
i
12, 2;
si
6,
.,;
ed
altri autori,
quali
pretese di queste anticlie Sibille, di essere state pi antiche di Omero,, e vittime di un plagio da parte di lui,
(5) suSTcarpis, (6) oudei Zi fccoc, sv oji^tv Irfatv
cpoc 'JOTzr^aiv iv aiv (cvripei
(7)
'inoc,
Alexandre, e Castalio
3uct\
SuascSIa
Wj
Mss.
ovjjiacyiv
Siavo'ta;
k'[j.^Tpov
p.ioY!j.cVOv
blendedy
Lanctiester.
chiamer se stesso uomo
Ilio,
30
di
Chio e scriver
la storia di
si impamie parole; per primo sue mani miei libri, e celei
non secondo
verit,
ma
le
abilmente; poich
delle
egli
svolger con
brer molto
il
le
gli armati uomini di guerra, Ettore Priamide, Pelide (i) Achille e gli altri, quanti ebbero a cuore opere della guerra. E far che ad essi siano accanto
430 protettori
gli
dei, descrivendoli
falsamente
in tutti
modi
lungi
come uomini
si
fama che
spande
di
il
morire
ad
Ilio;
ma
opere
rincompensa,
dei Locrii frutter molti mali.
in
Calcedone, cui
435 stretto
toccato
sorte
il
dominio dello
d'Etolia.
Cizico, ed
il
anche a te infranger
Bisanzio
la
grave
ricchezza
mare
e tu,
compirai
guerra
all'Asia (3) e
infinito.
sangue
monte Crago
di Licia, dalle
cessare
Cipro, abitante della vinicola Propontide, Rindaco far tuonare intorno a te una tempesta d'armati.
E
445
tu.
tempo
sarai
libera,
fanciulla
avrai
potenza sul
sarai
mare
al
disopra degli
altri
ma
dopo questo
preda
(1)
ririXs'cov.
(2) 5i^Tat
(3) y.c
CTu
Wilamowitz per
;^oT'"Ap-/],
Aiterai
Mss.
arp^r)
Bu^avTtov
ecco quelle
'Acr'181
Mss.
tra le molte
emendazioni proposte
sp^v];
di
Geffcken-. "Apria,
3p5{).
B.
Aai5t"
e di
siagli
uomini che
ti
ti
chezza:
porrai
la
ric-
Lidia distrugger cose di Persia sciagure dell'Europa e dell'Asia. Il funesto re dei Sidoni (2) e le trib di altri marinai re-
Un
terremoto
compiendo
orribili
4o
alle
sabbie del
deserto.
Il
uccisi
(3)
scorrer
sulla
pianura
spose con le figlie dalle vesti brillanti grideranno a gran voce la propria miseria, queste per i morti (4) quelle per i figli perduti.
mare,
le
455
Segno
Traili
i
di
le
rupi a
un terremoto distrugger
irritati; 460
ben
la terra far
beverer
la
E Samo
Italia,
questa si abterra stessa divenuta stanca; odore di zolfo. a suo tempo costruir un palazzo reale.
verr
scorrere
acqua bollente; e
a te non
alcun
(5)
Ares
straniero,
il
sangue tanto sventurato e non facile a distruggere, del tuo stesso popolo devaster te celebre e svergognata. E
tu giacendo presso
le
465
(i) Beiviv
a)(_dvt
^uY^ ay^vi
^riar,
k\ i^uyv
5ivai; ecc.
(2)
-^
TiovTOT^poiv aaix'.oi;
xat (OuXa
Trep
aXXtov
jkOVT07i:pwv
cken.
(3)
aijJiaTi
(4)
tutti
i
Ta\
jAEV
vsxucov
di
;
Rzach
per
S'
outo; Mss.
nel tuo animo,
ti
32
di
uomini-
Ma
quando
dall'Italia verr
un uomo
citt
distruttore,
al-
lora tu,
Laodicea,
splendida
(2),
dei
Cari
pressa
475
Campani avranno un
(3);
[ella
(4).
colpo
causa
il
della
fame
molto lamentevole
dre...]
deplorando
proprio
pa-
da
di
grandi
Dio
Santo
ai
del
mare,
preda
figli
mare.
Ahi,.
quante vergini non si sposer Hades (5), e quanti giovani che non avranno ricevuto onori funebri circonder
l'abisso,
ahi,
dispersi
pel
mare, e
improvvisamente
si
fabbricher...
{?
Non
^^
in verit sar
Cartagine
Calcedonia
.?)
l'ultimo
Tenedo verr
(i)
izttioVSt]
<srr\^B<jaiv
ots
Ivapi^sai
atriv
risultato
di
diverse-
Cfr.
1.
IV 107,
1.
290.
;
(3) 7:oXuxap;:ov
(4) la
(5)
Mss. TtroXiTiop^ov Castal ^oXuSaxpuv Geffcken. fine del verso restaurata secondo il v. 473.
&cc,
(6) (7)
Geffcken richiama Sofocle, Antig. 816; huripide, Or. 1109; Testo incertissimo.
Lattanzio, fin tertio ad Probum volumine) presso S. Gerol. in ep. ad Galatas, I.2 (P. L. 26, 379): Galli, inquit, anti-r a candore corporis Galatae nuncupabantur; et Sibylla sic quitus eos appellata, etc.
Comm.
E
rinto,
33
anche
il
suoi urli
te,
Co^
sopra
tutti;
ma
flauto
risuoner
ugualmente
rato,
di
Non appena
ed a
e
a
di
me
l'
animo
si
ispi-
me
mi
nuovo
pose
nell'animo
la
parola
la
490
Dio,
(2).
comand
di
profetizzare
su
tutta
terra
Guai
alla
donne
di
Fenivoi
si
nessuna
di
esporr
alla"
mai pi per
(4),
trib,
a causa
495
impura, che tutti condussero sciupandoli tempo ed aprendo una bocca impura, e tutti esposero discorsi orribili, falsi
ed ingiusti
(5),
resistettero e
si
il
gran re, e aprirono con falsit una bocca che contaminava. A causa di ci. Dio li far perire con suoi colpi
i
500
in
maniera
terribile
su tutta
la terra e
mander
loro
un
le citt e
molti
(3)
cfr.
;
vv. 1-7.
LXX)
Ezech. 26-28.
(4) Cfr.
(5) Isa.
2, 3;
i,;
b:
^^
nav
7,
;
;
20
orjj-a
XaXouv
[isyaXa
4,
rfjV
jojvrjv
X^wv
xiSv jxsYaXtDv
(=^
s)
Ps. II (12)
jj.Y<i^o'->?
"'^O''-
Enoch
arou;
5,
4 eth; e gr:
Iv
7:crT7iT
xa\ Kai:a\r\ca-c
ufiffiv
axXvjpo?
Xyou?
cfr.
(jT[i.aTi
axaS'apaia?
xar
su-
~7jC
[j.EyaXo(j6vri?
27,- 2;
100, 9 a;
loi, 3: parlaste
tv
perbe
xa\
ed
insolenti
parole
contro la sua
et?
giustizia;
T^poc,
Apoc. 13,53.
Sev; ep. lud.
f|vot?V
t CTjj-a
atou
^Xaawri^ia?
15 in fin.
Guai a
505
te,
34
un
solo colpo
ti
dolorosa Creta,
arriver e
ti
una
terribile
eterna distruzione
(i) e tutta la
ti
terra
vedr
fatta nera di
nit,
fumo
il
fuoco non
ma
brucerai
te,
(2).
Guai a
vit,
310
Tracia,
come
i
verrai sotto
i
un giogo
di schia-
quando mescolati
Galati con
(4)
Ahi,
Gog
ai
a te ed
Magog, quante sciagure arreca il destino popoli dei Mardi e dei Drangi e a tutti in
ai
figli
seguito; e molte
515
dei
Liei,
Molte
Arabi, cadranno
la terra,
a tutte
le genti, infatti,
quante abiGreci
in
tano
520
l'Altissimo
mander un
uomini
scelti
terribile colpo.
i
metteranno
madre
di
muli e mandre
di
e bruceranno criminosamente
520 strutti
col
edifici
(i) oo^tp. alwvio? l^akaKi^zi'. da correggere in l^aXTra^i; (Wil^oX^pEufft? Geffcken che ritiene |aXa7:aSsi un glossema lamowitz) ad un gi corrotto l^oXoS-psuaEi. cfr. 1' inf. aor. x.ar,[j.vai II. 23, 210; e xa-azarj^sTat (2) za'^ari I Cor. 3, i5.
:
(3)
due brevi) cppov Geffcken, nli Ewald. Seguendo l'emendazione proposta da Geffcken al testo corrottissimo Mardi e Drangi erano trib Persiane. ^aytv [iapawv
(4) StffEi? (lacuna:
(5)
:
t]
(6)
piij.'j-/.wv
II.
In un'altra terra, e
i
35
figli
vedranno
nemici
dalla
barbara
favella
e
530
non avranno nessuno che le difenda un poco dalla guerra, -0 che sia aiuto (guida) della vita (2). Vedranno il nemico raccogliere,
solo
i
loro
hanno un fremito
li
nelle ginocchia.
(3);
Fuggiranno cento, un
perder
;
tutti
cinque agiteranno
una grave
collera
zati
di
vergognosamente insoz-
guerra e
di
ma 535
tempo per
far
Ja
in
Dio
alto
un grande
terra
siccit,
540
avranno
minagione e dell'aratura, colui che cre il cielo e la terra porr nella terra anche il fuoco (5) come una gran ragnatela, e di tutti quanti gli uomini vi sar allora la terza
parte
(i)
(6).
a^outriv
7.(x\
-iy.vot.
II.
9,
594
riscva
^i
t'
Geffcken raffronta -v ^oS; (2) Deut. 28, 35 ; ^oT^c, t' iTiaywY? i-xycoyv di Antipatro Sid. (Anthol. Pai. VI, 219, {).
(3) (4)
Deut. 32,30.
Deut. 28,
Lev. 26,
IV
(II)
23; Ger. 3. 3; 5, 35 (Heb.); Amos, 4, g.,; Esdra, 6,22 et subito apparuerunt seminata loca non semii9;
3.
nata;
Apoc. 9,
ij; i^;
^4;
de
probata remanebit
545
35
O
morte
Grecia
ai
(i),
mortali
?
quali non possibile sfuggire la fine della E a che scopo porti vani doni ai morti e sacrifichi
?
ad immagini
piere
550
tali
Chi
ti
di
com-
cose avendo negletto il volto del gran Dio? Abbi sacro il nome del Genitore di tutto e che non ti sfugga. Sono mille anni ed altri cinquecento da quando re-
gnarono
mortali
gli
quali ordinarono ai
le
immagini
555
di
prime azioni malvagie, innalzando (2) molte di morti, a cagione di che vi fu dato l'epensare
le
sempio
di
di voi
volto del
gran Dio
(3).
Tutte
le
anime
degli
uomini lanciando
mani,
all'alto
comincerano a celebrare
in aiuto, e
col
canto
il
gran
re
che viene
grande
ira.
a cercare un
Ma
lutti
su,
vi
questo, e
ponitelo in
mente, quanti
(4)
(r)
I,
15, 7:
(dopo
la
spiegazione euemeri-
stica) sic
paulatim religiones esse coeperunt, ... (14) quod malum a Graecis ortum est, quorum levitas instructa dicendi facultate et
copia incredibile est quantas mendaciorum nebulas excltaverit. Itaque admirati eos et susceperunt primi sacra illorum et universis gentibus
tradiderunt.
x.T.X.
y.c
Ob
sic
v[j.aTa
I
vsxpiov av-
3-pt-ajv
Giust.
Apol. 9
(GoodsAlexan-
dre. xaTa)^t[j.vwv
(3) cfr. (4)
Volkmann.
i^;
Ezech. 25,,;
del v.
ti
i,;
ecc.;
29,5;
il
31;
ecc. ecc.
Prima
564 una
.
l.icuna,
. .
cui senso si
pu
supplire:;
quando tu
sarai convertita
(Geffcken).
e tu
gito
offrirai
37
565
mandre di buoi e di tori (i) dal forte mugfacendo un intero olocausto al tempio del gran Dio,
al
tu fuggirai
grido terribile e
sfuggirai di
di
al
alia pestilenza e
nuovo
questi uomini empi sar fino a stabilito avr cominciato a ricevere quando questo giorno
vit.
la
Ma
razza
compimento. In verit, voi non sacrificherete a Dio, che tutto non sia accaduto; tutte le cose che Dio
nico ordiner non rimarranno incompiute.
fin- 570
l'usi
Ogni cosa
compir, Vi sar
voleri
ma una
di
ai
dell'Altissimo, che tributeranno onore al Tempio del gran Dio con libazioni e con l'odore delie vittime e con sacre ecatombi, sacrifici di tori ben nutriti
ed
alla
mente
575
di arieti
di
montoni ed agnelli
di
sso
bestiame. Partecipanti nella giustizia della dell' Altissimo, fortunati abiteranno le citt ed i pingui legge campi, essi stessi innalzati dall'Immortale come profeti (3)
e recando gran gioia ai mortali tutti
il
{4),
(i; V.
(iwv)
11.
564 xa To? IXX? l'pe^e $; t' eppe^s W; a? -^iXac p^ei? Mendelssohn. x:.\ yXa? pl^rj? a poGv Geffcken. (p?'w gouv IO, 292; IxaTfA^a; 23, 206).
:
II,
6, 458.
;
aTo\
S'
{njjcu^ivri? a;:'
^^avaroTo Tupocp^rat
Alexandre, Rzach
pare intenda Bate (with prophets raised up for them by the Most-High) ma un errore. Nei giorni del Messia tutto
a-jToTs, e_ cos
;
popolo d'Israele sar profeta, e guide cfr. Gioele 2, ^s, (LXX) (Heb. 3, i).
il
di
vita
agli altri
uomini;
(4) cfr.
1.
239
ss.
artifici
38
di dei-
di
legno e
pietra,
dipinte secondo
590 nella
un
tipo
cose quali
(2).
fanno
gli
uomini
al cielo
Ma
eglino alzano
(i)
Schrftsteller d. erst.
Twap'
lahrhund.)
A'.yj-Tiwv
Oc TO(; OCTOt
^av^vEti;, aarpovojAtav Tzap. Ba^u^ovicuv, . aXrj^Eic xai B^av x]v tou 5ou Tcap arv
oiTivs?
v^ious
wtpiXrjaaf
-wv
"Ei3paicov.
ox
Eusebio,
p.v
Praep.
evang XIII,
lyriaiv
40
(ed.
Dindorf. p. 211):
yp So'JoxX^c,
7.0LT.
&C,
Tw
"A[izoL^ov xai To? Atyu7i:Tio'j?, vTixpu? |-\ t^? ctxtjv^ Ix sii; Toi; Xe^eiaatv, et? axiv 5c,
^oa
opavv t' eteu^e /.a\ yaiav jAaxpf,v -vTov TE ^apoTtv o8[ia (cfr. v. 223)
-'
^eGv
7]
aYX(X!xr' ex X'i^ojv,
f]
-yp'jaTcUXTOv,
g;
(2) Gfr.
Isa. 2,
17, s;
Ose.
13, g;
Abac.
2, ig-io5, 2
20;
46, e-sT
io,
9;
35;
Ezech. 20,
y^p'JCToyc
xa"
32;
Dan.
(LXX);
(Heb. Theod.)
pyupou; xa\ aiBspou? xat ^uXivou? xa\ Xi^'ivou? 5, gs do pXTiouaiv xa\ 0" ox xououatv xai o ytvc&axouaiv. (Heb. Theod.) and their faith is in the gods which they bave I Enoch, 46, ,
made with
:
their
hands
(trad.
Charles, secondo
;
:
il
quale
il
testo
va
emendato deeds invece di ^cfif^-) 99, 7 and they who worship stones and grave images of gold and Silver and wood and stone and day, l'aggiunta della pietra dovuta alla citazione in
Tertulliano,
De Idol., 4 (C. S. E. L. 20, p. 33) qui servitis lapidibus et qui imagines facitis aureas et argenteas et ligneas et lapideas et fctiles. Cfr. autori e passi gi citati a p. i n. 4 e altrove; Lactant.
:
Div. Inst. (ex. gr.) II, i, 19 p. 99; 2, io p. 100 ex lapide aut aere aliave materia fabricatur
quod
;
di^itis
hominis
6, 2
solis
lunaeque
simulacra
humanum
in
modum
num
cupiditas
tent, ut
formant .... tanta homines imagiiam viliora ducantur illa quae vera sunt;
mani pure, alzandosi
rificandosi
il
39
di buon mattino dal letto e pucon acqua, e venerano (i) solo Tlmcorpo e molto mortale che sempre regna e poi genitori (2)
i ;
pi di tutti
gli
altri
uomini custodiscono
la santit
del 595
talamo
ragazzi
nuziale,
non
si
accostano
i
impunemente
gli
Fenici
Egizi
altre,
Latini
la spaziosa Eliade
dei Per-
santa
eoo
legge (3). Perci r Immortale imporr a tutti gli uomini rovina e morte e sofferenze e gemiti e guerra e pestilenza e lutti
lacrimosi
(4); poich non vollero onorare santamente r Immortala genitore di tutti gli uomini, ma onorarono immagini prestando culto a statue che i mortali stessi
Dio immortale,
la
loro
eos
auro
sciiicet et
^.g (p.
691)
terrenis ac fragillbus subiugaverunt colentes ligna et aera et lapides. Ep. a Diogneto, 2 ; ecc. ecc. Per {i.iXTyptoTo<; cfr.
postquam se
1^
utuvou
tou xat
7]Xyr,'jv
ri
133, 2 .^v Tai? vu^iv STCapaxE y/toaq Ta ayia xa\ zXoysiTZ xv xtSpiov ; I Tim. 2, g, BouXop.ai ouv
ovojAa)
;
Kupiou
Ps.
7ipoaeu^sa5ai to? v3pa<; Iv riavri TTto) liratpovcai; c'-ou? "jiit^m e Filone De htimanit, 2 (ed. Cohn-Wendland, voi. V, pag. 281): r?
y.a^ap?
(2)
X^tpa? vareivo:? si; opavv ^rjciv. L'ordine del Decalogo. (3) Cfr. vv. 185 S. -apa;3avT? ^avaTOto 5eou
.
.
yvv vjaov
ov
^rap^Tiaav
evidentemente dovute
:
precedente.
Rzach emenda
(4)
ovTcep sSwxsv.
Cfr,
versi
12,
5
ps. -orfici
in
Aristobulo
191
la
s.)
(pr.
Eusebio, Praep.
:
Evang.
xat
l'
XIII,
ed. Dndorf. p.
Xoipis 18'
aXyea
BaxpucEvra,
ma
Ant. Testam.
.._
40
ture delle rupi (i), allorci. regni sulla sua terra un giovine re dell' Egitto^ il settimo a contare dal dominio dei
10
ogni dire
(2).
Verr dall'Asia
fuoco, che coprir la terra di fanti e di cavalli (3) e dar il guasto a ogni cosa, e tutto empier di sciagure. Egli
si
regno d'Egitto; e portando via tutte le dechezze trasportato sulle ampie onde del mare. Allora essi piegheranno il ginocchio nudo a Dio gran re imil
abbatter
le
di fuoco.
;
gli
uomini una grande soddisfazione ed infatti la terr alberi e gli innumerevoli greggi di bestiame daagli
ranno
uomini
il
e di bianco latte, e di
miglior cosa fra tutte
(i)
pane,
(5).
che per
gli
uomini
la
Isa. 2,
Et?
g,
s.
xavTsc
CTTurjXaia xai
x?
a^iujis
twv
TreToGv
cfr.
Swete,
Introd. io the O.
(2) (3)
(Et)
illis
temporibus veniet
illis
ab
oriente rex et teget equitatus (equitatu) terram e per l'insieme del passo, Dan. 11, 40.45.
(4)
eorum ...
ma
anche,
'pYa 5 )(^sipo3T:oir]Ta,
Ho
risultati di
un mio studio
VII, 19, 9 (p. 646 s.) non colentur ulterius dii manu facti, sed a templis ac pulvinaribus suis deturbata simulacra igni dabuntur, et cum donis suis mirabilitus ardebunt; quod etiam Sibylla cum pro-
phetis congruens futurum esse praedixit: thraea quoque idem spopondit sp^a Si
:
pitl/waiv
.
.
(1.
(vv. (5) Per queste pitture eudemonistiche del secolo d'oro a venire nei giorni del Messia tanto presso Ebrei che Cristiani, baster citare
.
Enoch,
IO, i8 e
Apoc. Bar. 29, 5 e Papia presso Ireneo, adv. Haer. sono cit. da Lact. Div. Inst. VII 24, ^3 (p. 662).
41
Ma tu, astuto mortale, non perdere tempo indugiando ma rivolgiti dall'errore e riconciliati a Dio (i), sacrifica a 625
Dio centinaia
di
tori
Dio immortale, affinch abbia misericordia (2). Egli solo infatti Dio e non ve n' altro (3). Onora la giustizia e non tormennel volgere delle stagioni; propiziati lui,
63o
tare
nessuno
(4).
l'
Immortale
ai
miseri
mortali
Ma
tutti gli
una
terribile giustizia e re
pren-
quanti in
mortali
dei
la
Grecia e
impoverir dei suoi tesori la pingue terra e verranno a contesa tra loro per cagion d'oro e d'argento l'amore
:
640
(i)
7Zoi.'Ki\KKka.yy.xoi arptj^a?
5ev
'iktjxoio
il
del
mutar
vita,
quindi anche
disposizione
pentimento una conversione (la {j-ervoia). Questi due versi sono citati come' Orfeo, da Clera. Al. Protrept. VII, 74, 5 (ed, Stahlin,
P-
57).
(2) Si noti
l'
importanza attribuita
al
sacrificio,
non solo
in
questo passo, ma in tutto il complesso degli Or. Sibyll. (3) Deut. 4,35; Isa. 45,5.
(4) in fondo la regola aurea, in cui, tanto per Hillel quanto per Ges, si condensa tutta la le^ge e i profeti. Si vedano vari articoli {Golden rute) in few. Erte; Hastings Diction. of Christ and Gospels; Hastings, Dici, of Relig. and Efhics; ecc.
(5) 6, 24
h'is
Cfr. I Enoch, 99, 4; Apoc. Baruch. (2. Bar.) 70, 3; IV Esdra, debellabunt amici amicos ut inimici et expavescet terra cum
3
gentium
ducum
13, 3T et alii
cogitabunt debellare,
locus
del
42
una
:
guadagno
il
avoltoi e
(2)
le loro carni
quando
inghiottir
resti
dei morti.
seminata n arata, proclamando con la sua sventura la contaminazione di tanti uomini per lunghi (3) spazi di anni che compiono il loro giro piccole e grosse
650
n da gettare e armi d'ogni genere sar tagliata legna per la luce del fuoco.
pietre
;
dal
bosco
Allora dall'oriente (4) Dio mander un re che per tutta la terra far cessare la guerra malvagia, alcuni gi.
uccidendo, con
altri
compiendo
fedeli patti
egli far
locu.n,
et gens adversus gentem et regnum adversus regnumMt. 24,7 vMc. 13,8; Le. 21, i^f)).''E-^Bp5ri<scr(Xiyp l'5vo? I- e^vo; xa\ ^aaiXeia Im [iaatXsiav (Geffcken), Tutto ci fondato su Isa. 19, o TtXi; izi nXiv xal (LXX) -o}.[J.r,cr3t av5-po7c"o; tv SAmv a-ou
.
Ini vo[j.Gv.
e
(ma
ebr. reg-no contro regno) cfr. 3, 5; 9, 1320; ^ ;:oXp',asi s3voc "p? l'^vov xat tiXi; iip? TrXtv.
Interpolazione, secondo Geffcken (seguendo Wilamowitz). Deut. 28,26; Ger. 7,33 ecc. ecc. (2) Cfr. Ps. Sol. IV 21;
(3)
Lacuna dove
si
doveva trovare
il
soggetto e
il
predicato al-
l'oggetto che nel v. 650. Si cfr. Ezech. 39, 9 s. xal ^sXeuaovrai. o\ xaxoixouvTS? r? tz'qXzic, lapariX x.a. xaujouaiv sv T0T5 ojrXoi?, Ti^xaic,.
y.a'L
xovToT?
Iv
xa"t
xaudouaiv
o'j8=
^f,
r^otc zal TO^eufjiaai xa\ p^Soi; )(_eipjv xat ).y)(_ais xa\ Itt)" xai o ^rj X^ouciv ^uXa Ix tou ksSiou.
tum
xtl-ouaiv 3x tjv 3pupov. Lactant. (Div. Inst. VII, 26, 4P. 666 r per annos septem perpetes intactae erunt silvae nec excidetur
de montibus lignum, sed arma gentium comburentur. (4) Citato da Lattanzio (Div. Inst. VII 18, , tra Or. SibylL i. V 107 ss. e 1. VIII 326 ss.) come profezia messianica. Cfr. Ps.
Sai.
XVII, 23
25
t: TjsVioio
cit.
Isa:,
41,
e altri testi
n. 2.
tutte queste cose con
ai
i
43
ma obbedendo
tempio (3)
del
65^
X^)
il
mare
pieni di
buone
loro,
cose.
E cominceranno
re
ad
eeo
avere
rancore
:
pensieri
Ma
di
nuovo
Re
dei Gentili in
file
serrate
si
lan-
ceranno
all'assalto contro
;
tura a se stessi
Dio e
paese.
gli
I
vorranno oltraggiare il tempio del gran uomini migliori, quando verranno a questo
avendo
ciascuno
suo popolo infedele E allora Dio con gran voce parler ad ogni popolo non istrutto e dallo spirito vano, ed essi riceveranno un giudizio dal suo trono e
il
67a
(1) (2)
^9.
(3)
Lacuna, dove si deve ammettere un l'arai: Wilamowitz. Xa; Mss va? Meinecke, Geffcken, e si pu considerare come
Vv. 66,
ss.
cfr.
Ezech. 38
dei
Zacc. 12.
contro
il
assalto
Gentili
Gog
Magog,
per
meno
eserciti e di
oppongono al regno di Dio e allo stabilirsi un altro elemento con cui questa guerra
;
combina
la
2, s,
i
battaglia
e Isa 25,
nella
e-
cfr,
(i
valle di Giosafat, Gioele, 4, j^g Si cfr. Apoc. 20, g; i Enoch. 56, 5 ss;
(Sr.
Medi);
{2)
Esdra 13,5
i
e 33
ss;
2 Baruch) 70,
5.^0.
Per
paralleli
rabbinici
Eschatology
bibliografa.
in Jew. Enc. (spec. col. 211 -12) (Kohler); in Enc. Bibl. (Charles) e in Hastings, Diction. of Relig. and Ethics; ivi la
Una
I,
15
cfr.
altres
Zacc. 12.
gran
Dio, e
tutti
44
distrutti
di
saranno
mano
deli'
Im;
mortale.
torcie,
675 agli
Dal
cielo
di in
fuoco
mezzo
muovere,
e tutte
uccelli
le
mano
le
dell'Immortale
mare mare
fiere
e tutte
anime
degli
alla
uomini ed ogni
avr un
sar
680 del
il
fremito
davanti
Egli
faccia dell'Immortale; e
terrore (i).
le
monti e
gli
aerei
le
precipizi sugli
alti
monti
di cadaveri,
pietre stilleranno
sangue ed
Le ben
costrutte
mura
terra, giacch non conobbero la legge n il giudizio del gran Dio ma con l'animo stolto lanciandovi a combattere avete preso le armi
cadranno tutte a
contro
690
il
Tempio.
E Dio
e con la spada e col fuoco e con pioggia diluviante e dal cielo verr zolfo, poi pietre e molta e aspra grandine
;
la
allora
;
conosceranno Dio
l'ululo
il
lamento e
de-
695 gli
uomini morenti andr per la terra infinita e tutti gli impuri (3) saranno lavati nel sangue : la terra anch'essa berr il sangue dei morenti, delle carni si sazieranno
le
belve.
di pro-
(i)
cfr.
30
ss.
Per
le
spade
di
Lactant. div. in
i
VII, 19,
5:
Giuditta, 2, ;
Enoch, 102,
(p.
3.3;
IV Esdra
15, 4:
ignem
nem
et
rumpheas volantes;
Cfr. V. 557
ecc. ecc.
(2) (3)
36, n. 3).
avayvot
fetizzare queste cose;
45
700
ed esse non saranno senza compimento; non incompiuto ci che Egli mi abbia una volta
posto nell'animo.
sul
menzognero
di
Dio
infatti
non
si
effonde
Ma
che ad
figli
del
tutti
cemente intorno
essi
Tempio
rallegrandosi in quelle
Creatore giudice solo sovrano. Egli stesso infatti da solo, stando attorno sopra un largo spazio li protegger come se avesse (posto) intorno un mudar
ro di fuoco
705
campagne. Non una mano di guerra malvagia, bens avranno per difensore l'Immortale medesimo e la
e nelle
mano
del Santo.
:
quanto ama quest'uomini l' Immortale cosa infatti combatte in loro favore e li aiuta, il Ogni cielo, e il sole mosso da Dio e la luna, [e la terra frutesclameranno
tifera sar
mossa
in
trarranno negli inni cadendo tutti a terra supplichiamo il re immortale, 'Dio grande ed eterno. Mandiamo doni al tempio, poich egli
:
quei giorni] (5). E dalle loro bocche un dolce ragionamento (6) Ors
715
solo re,
Dio
con720
sulla terra.
Noi
fummo
(i)
Cfr. 571;
uio\
jrveu[j.a
s^sou la
lo spirito profetico.
(2)
^ou
cfr.
w(jb\
(3)
l'crop.at
/.uJcXoSev
v:\jphi
at5o[J.voto
cfr.
Zacc. 2,51
i-
aT^,
"ki-^si
xupios,
x-/[0(;
Ttup?
/uxXoSev
Ps.
cfr.
Isa. 26,
(4)
71, ^o (LXX);
Isa.
24,,
is;
41, 1; 51, 5; ecc. ecc. (5) Il vs. 714 evidentemente interpolato: ripete
(6)
il
675.
,.
46
dotti
(i),
venerammo
scolpite di
con
d'idolatria,
immagini
uomini
-725
degli
Queste parole grideranno le anime uomini credenti [ors cadendo sul nostro viso nella'
"
casa di Dio, rallegriamo cogl'inni Dio padre nelle case, procacciandoci le armi dei nostri nemici sopra tutta la
terra,
il
che e pietre
730
archi e
di
frecce
ingiuste (2)
infatti
fiamma
Ma,
sieri
;
infelice Eliade,
735
supplica l'Immortale dal gran cuore, e sta in guardia: non spedire a questa citt il tuo popolo sconsigliato (4) che non dalla santa terra del Grande. Non
muovere Camarina;
meglio infatti
immobile
(5).
Apologg.
l
Ili,
p. 64)
cfr.
il
Fr.
I,
23
versi dello ps, Sofocle citati secondo Ecateo presso Eusebio, Praep.
II
i3pu(T[j.ea5a
7i:r,jjiaTajv
Tuapa'^uyjiv
^sGv
Cfr.
il
554.
(2)
per aStxcDv.
(3)
(4) CTTsTXov
Wilamowitz
ij.iv
cfr. vss 649-651. (Ewald; mss. Srj) k\ rrjvSs jcXiv av -(aggiunto da rv Castalio) Xav a^oulov oare (Wilamowitz;
|
[jltj
mss)
a'ir^c,
yairii TiiXercn
il
Msya^oio (Mendelssohn
e altri, contro
[jLEyXoio)
(5)
Blass ritiene
numquam
concessa nioveri...
Cama-
Aen. IH 700, s. {Schol. Veron. p. 92, 30 Keil); Sii. tal. XIV. 198: et cui non licitum fatis, Camarina, mover!.; Zenobio V, 18 (Paroemiogr. graeci ed. Schneidewin-Leutsch I, 123, i). Anth. Pai.
rina, Virg.
Tr,v
anche
parallelismo tra
la
prima
e la
47
disturbare
non
ti
av-
nell'animo
un
740
Quando questo
verr
il
destinato giorno
si realizzi
[sugli
uomini
giudizio di
sugli
uomini un
grande giudizio e sovranit (i). In verit la fertile terra dar agli uomini il frutto migliore (2) in numero infinito di
grano, vino e ulivo (3) [poi dal cielo la soave bevanda del dolce miele e alberi e il frutto degli alberi fruttiferi e pingui greggi e buoi e fra le pecore gli agnelli e i capretti
745
delle
;
capre];
le
scorrer
in
di
dolci
fonti di
bianco
750
latte (4)
i
citt saran
piene
campi; n spada sulla terra n tumulto di battaglia; non sar pii scossa con gravi gemiti; non sar sul
755
suolo guerra n siccit, non fame, grandine che rovina i frutti. Ma una gran pace su tutta la terra e re
re sar
amico
fino al
compir
agli
uomini
(i) oyrq,
Lact Dv.
Inst.
VII, 20,
(p. 647).
De quo
iudicio et
sic invenitur:
243.
Il
solo
e
da Lattanzio;
Geffcken.
sono considerati
interpolati
da Wilamowitz
20.
Giubilei,
i, 7;
Baruch
I,
Anche
la
manna
fr.
nei giorni
in fine).
III,
367-380; 780; 1, V, 253; Ps. Sol, 17, 36: xal ox foTiv aSixla hi to?? r][j.pais xou Iv [J.aa) aTiv. ori -vTS? ay'.oi ;xa\ V unto del un re tinto padtXe? at^v -^piars y.^^\.o;, (xup'.ou
cfr.
-.
Signore).
48
su tutta
la
terra,
si
Egli
col
fuoco bruci
la stirpe
degli
uomini malvagi.
nei petti fug(4),
Ma
gite
i
raccogliendo in fretta
vostri cuori
Vivente
guardati
maschio ;
(5);
educa e nutri
r Immortale
si
la
tua
prole,
non uccidere
che
cos
che
adirer
contro
colui
pecchi.
tutti
E
gli
allora susciter
per
sempre un regno
la
(6)
su
ai
terra,
(i) vs.
760
= 629.
;
;
Buresch; Geffcken ma'\j.voc, <I> Edd, cfr. Oracc. SibylI. II, 56 ss. (4) Tw !:tSvTi \Tpu. eoe ^wv: cfr. Deut. 4,33; 5.2523; Gios. 3> io; Ester, , 13; 8, is; Osea i, ^^ (uto\ ^. ?.) Da (LXX) 4, ^g; 5, ^^;
(2) -{voi 'F.
(3)
Vss. 753-766
6,
(Th.) 6, 20; 6, 26; Bel. 5; 6; 24; 25; Mt. i6, jg; 26, gs; H Cor. 6, is; I Tess. i, 9; I Tim. 3, ^5; Ebr 3, is; 9, 14; 12, 22; I Pe. i, 23; Apoc. 7, 2; 15, i'4, io; ^wv asso!: Apoc. 4, 9, ^q; ^^' e- Cfr. anche Od. Sai. 3. Inoltre
26;
i,
Ger. IO,
(5)
bi(rix)
la
2,
recensione esaplarca.
o ^ovsuasi? txvov Iv <p3-opa o3 ysvve-
Cfr.
;:ox-cVEti;
(6) pacjiXrj'.ov
somiglianza rilevata per primo dal Rendei Harris. ionismo per PaaiXstov. L'uso di questo non pi
nel senso di
ma
di
dominio
^i
cio,
regno
V.
St.
tipico dei
r)ij.wv et?
Tou 5S0U
Cfr. vss. 159 e 614; Ps. Sai. 17, 4 tv atwva r\ r s3-vr) (Iv xp'.ast); ma, 5 e 7,
LXX.
paatXEia
PacriXeiov..
John Thackeray,
p.
grammar of
gli
the
O
e
Test,
in greek,
stesso-
Cambridge 1909,
(7)
I
157;
pii,
(sciepEt?)
sono cos
Israeliti,
il
al
tempo
;
tutti coloro
il
secondo-
trattamento fatto
mem-
bri del
lone,
voi.
De human, De p. 295
;
^iXav^pwre'iac.) 12,
Cohn-Wendland,.
e
il
49
beatitudine e
(2).
mondo
le
770
un'anima immortale
la
eterna
al
Da
tutta
Tempio
gli
del gran
Dio
non
vi sar altro
tempio fra
;
uomini e fra
che saranno, da sentirne parlare ma solo quello che (4) Dio diede ad onorare agli uomini fedeli. mortali lo chiameranno tempio [figlio] del grande Dio e
quelli
I
775
tutte le
vie
del
le
piano e
le
colline
erte e le
eccelse
facili
montagne
selvagge onde
del
mare saranno
(i)
vouv s-vatov.
altri
Non ho
dagli
interpreti
{sense, Lancliester;
avvicina di pi
stata
(2)
a quello che
mind, Bate; Geist che si mi pare il vero significato, Biass.). ha scritto "questi versi sarebbe invece
a'twvto;,
una parola
(3)
del
Tobia, 13, i^. Ps. Sol. XVII 34. (4) Lactant. Div. nst. IV, 6,5, (p. 289) Sibylla Erythraea... et rursus in fine: (aXXov per 'XV ov); p?.-S. Agostino, Tractatus cantra
o'taoua'.v;
quinque haereses
e.
Ili,
t.
Audiamus quid etiam Sibylla vates eorum de eodem dicat: ^Alium, inquit, dedit Deus filiis hominum (cfr. tcicttv avSpa Mss.; t^ictoT;
avQPEijiiv Lactant) colendum. Quantum apparet, in his sententiis Mercurii [Hermes] et Sibyllae. Sabellius etiam judicatur. Mercurius et Sibylla Deum alium. Sabellius et Patrem Deum dicit et Filium
;
dicit
asserit esse
i
Ho
e che
propose per
stabilire
il
Gfrorer e Hilgenfeld respingevano come cristiano. Alexandre il primo di correggere in vav, credendo con ci di ritesto originario;
Se cosi fosse
mbevuto
pure
tempio
di Dio^
ma
tale
che rappresenta il corpo del Cristo) zato dall'episodio narrato in Giov. 2, ^g ss.
la chiesa
forse influen-
percorrere od a navigare
780
50
una comprofeti
verr sulla
terra
(2);
del
via la spada; che saranno essi giudici e giusti re degli uomini. Vi sar fra gli uomini an-
il
giudizio e
del gran
figlia,
l'
Dio.
Gioisci,
cesso felicit
Eterno
quale
cre
il
cielo e la terra.
Abiter in
pasceranno insieme l'erta sui monti, ed leopardi andranno al pascolo insieme con capretti, gli orsi vivranno
i
790
vitellini, ed il leopardo divoratore carne manger paglia dalla mangiatoia come il bue e bambini ancora infanti li condurranno con un legaci
;
(5)
795
sopra la terra. Con i bambini e con gli aspidi si porranno a giacere i dragoni, e non li faranno soffrire; che
la
mano
di
di
loro.
(i)
Isa.
40,
4.6.
pagana, pote-
ponga mente che lo stesso del deutero-Isaia al quale s'ispirano, messo in bocca al Batpasso tista precisamente quello sul quale s'inserisce la predicazione evanMe. i, o- Lu. (con maggiore ampiezza) 3^ 4; cfr. gelica: Matt. 3, 3
vano
esercitare su
anime
cristiane;
si
Giov.
(2)
I, 23;
V.
inoltre Ps.
Sol.
XI. 9-6.
ecc. -
Cfr. V. 751.
12,
(3) Isa.
y^oipe
cjcpBpa,
35,
Zacc. 9, 9
(4) Isa.
6.
(5) TuTjpv.
Cos anche
interpreti
pable of harm, Lanchester). Pili Su :rripc v. una nota dell'Armitage Robinson St.
to the
PauVs
Epistle
18).
p.
271,
s:
(A Efes. IV.
lo
ti
51
(i),
dir
un segno
nel cielo
facile
a riconoscere
onde tu
le
Quando
vedranno
allora
spade
la
una nube
e soo
mezzo
il
suo corso,
Un
fanti e di
cavalli,
di
belve,
si-
([)
5, 3.5
in
A questi segni vengono paragonati quelli che in li Macc. precedono l'invasione dell'Egitto per parte di Antioco Epifane; Giuseppe Fi. durante l'assedio di Gerusalemme, Bel. lud.
s.
VI, 288
cito,
298
Hist.
13.
Si
cita
sugli
Cassio Dione, LXVI, 11 (l'eruzione del Vesuvio). Virg. Ecl. IV; Oraz. SibylL come fonti di tutto ci, v. Friedlnder, Les prophties sur la guerre judo romaine de l'an 70, Rev. Et. fuiv.
(1895) PP- 122 ss; A. Sabatier, Note sur un vers de Virgile, Etudes de Critique et d^histoire, 2 me srie, pp. 139 ss. [Bihlioth. de l' Re. des H-Et., Sciences Relig. voi. VII, 1896). Per le
negli
XXX
si
^^5)
cfr.
il
TJXto;
(ztkr^^ii\
ol a-psi;
sangue
cfr.
683
e cfr.
IV. Esdra V, 5
.
de ligno sanguis
stillabit, et lapis
dabit
vocem suam
shall
yX\.Br^
y.ix'.
et gres-
sus
cfr.
mutabuntur
(the
:
change.
Box)
xx\
avaarr;'
o-av Ex ^uXou
nota e
Box The Ezra apocalypse, cit. p. 44, a!jj.a Gunkel nei Pseudepygraphen des A. T. del Kautzsch. p. 359.
ar^rj. v.
di fanti e cavalli
Per
la battaglia
le
nella
nuvola
Per
vi
cfr.
il
v. 612 e in
di
genere
battaglie aeree
cfr.
delle Apocalissi
34.
:
la
nube
polvere
(xoviopTc)
(2)
Deut. 28,
nel verso.
abita in cielo.
52
(i)
al
mile a nebbia. Questa fine del tutto compir Ma occorre che tutti sacrifichino
Dio che
gran Re. CD
Queste cose a
810 di
te io (2),
che abbandonai
,
le
grandi
mura manle
di
Dio
(3)
divini. patria,
S15 dalla
gli
nata svergognata da Eritre alcuni dicono che io, madre Circe e dal padre Gnosts [ignoto.?] (4)
sono Sibilla
pazza e menzognera;
ma
poi
che tutte
le
me
nessuno pi mi potrebbe chiamare pazza, la profetessa del gran Dio (5). Infatti egli non mi mostr quelle cose che ma quelle cose che furono (mostr) prima alle mie ave
'
797 Rzach, Wilamowitz. (2) Lactant. Divv. Instt. I, 6, 13 dopo citato Varrone rispetto alle varie Sibille, parla dei vari libri: quos, quia Sibyllae nomine
-oXtAoio Geffcken; zvrcov Br^azi
-t,5i
Buresch
cfr. v.
inscribuntur, unius
esse
ac
cuique adsignari potest, nisi Erj^hraeae quae et nomen suum verum carmini inseruit, et Erythraeam se nominatuiri praelocuta est,
suum cum
Xrjc
.
TauTJjv Ss Ix
[lv
Ba^uXSvo?
Plat.
Lacuna
che
manca
il
verbo.
TvcoaToto
PXauxoio, Bieek, da
Virg.
ait
Aen. VI, 36: Deiphobe Glauci. denique Erythraea fore 15, 29 (5) Lac?tant. Divv. Jnstt. IV, . ut diceretur insana et mendax. Ait enim '-.r,couci St^uXlav
.
(vss. 815-819).
in
53
principio,
e di quelle, di
io
dopo
820
Dio mi pose
dicessi
ai
il
profetizzassi e
mortali
quando
mondo
futuro primo che sia presente. Che fu inondato dalle acque, e un certo
uomo
solo e trovato
buono fu
le
lasciato, nella
casa
e
di le-
gno navigando
affinch
il
sopra
acque
con animali
uccelli, ss
mondo
(i),
fosse riempito di
lui,
nuovo
di
costui io
le
sono nuora
e del sangue di
a cui accaddero
prime cose e sono rivelate tutte quelle della fine. Cos che dalla mia bocca vengono dette tutte queste verit,
829
da marito: si potrebbe perci, (i) vup.3r), giovane donna sposata volendo, interpretare anche figlia sposa. A Noria moglie di No furono attribuiti anche libri gnostici (Epifanio, Panarion haer. 26
(6),
I,
Oehier
t.
I,
i, p.
168). Per
(Goodspeed
jj.vov
p. 304) la Sibylla
non
piii antica S
Mos
(o)(_
'Ofi-ripou
TTpsjpTspoc
A'tvou
. .
.
Eanv
MwuaT)?, ?ti
X.
xa\ twv
-p axou
auyypaaiwv,
St^XXTlC, X. -.
LIBRO
Ascolta,
IV.
e
popolo
della
superba Asia
profetizzare
d'Europa, con
sero
un
dio,
grande, cui
immagini scolpite in pietra (2). Egli non ha per dimora in un tempio una pietra che viene trascinata, sordomuta
e senza denti
10
(3),
maledizione piena
di
lutti
per
si
gli
uo-
mini
ma
Egli Colui
dere n misurare
con
pu venon formato da
mani mortali
colui
che vedendo
non veduto da
(1)
jj.sXtoj^'cYx.TOto
Sia
i
CTTjj.a-oc
\i.Byipoio
ao'
7i[j.eTpou.
Men-
ixsYaXoio.
cfr.
l'
Polemica contro
53'
rivali
Sibille
s^xi
pagane:
Pausania X,
Iscrlz.
12,6
lyw
<lotpoio
GacprjTcopis
Si.pulXa; e
eritrea
D. archol.
^upTuoXoi;
Inst.,
Ath.
elfi'.
ypTjati-QYop?
I!i,3u}.Xa.
stati citati
4,50,1 (voi.
citazioni del
V. Per
vv. segg.
cfr.
Ili,
pietra che viene mossa, ma non si muove, cfr. Isa. 46,^; Ger. 10,53; ecc.; tv o "/.ipe? zK'koi.aoLv vSpiov cfr. Greg. Naz. carm. P,
G.
(3)
37, 424, V.
IO.
ov o x.^ps Ij^^ETiXsaaav.
al
vwBv
cos
come
con
i
vs.
deila
8 olxov
classe
non
e'txv
(Buresch) e
dei
Xi^ov sXxua^lvTa
Mss
contro
tSpu^vra
gruppi
"
W.
nessuno;
e
gli
55
di cui
la
astri
la luna ed
delle
15
fiiumi
l'apertura
la
inesauribili
sorgenti (2)
sono
creazioni per
vita (3),
della
nerano
l'ulivo.
di
il
frutto
terra,
gli
alberi,
la
vite
Egli mi gett dentro nell'animo un pungolo (4), dichiarare esattamente agli uomini quelle che sain
la
ranno
seguito, dalla
prima generazione
nel
tu,
fino
a che
20
giunga
ogni
decima
alla
(5).
Egli stesso,
compierla, metter
le
cosa
prova.
Ma
parole della
Sibilla
che
dalla
santa
bocca versa
una
voce veridica.
Felici tra gli
man-
25
(1)
(2)
Cfr.
a-^Lo.
1.
Ili
ecc.
TTTiywv
Nonno Paraphr.
pure
in fine di verso.
-p; Cwr,v: concetto che si vuole stoico, Zeiler, der Griechen, 3 ed. Ili, i, p. 172 (Cicerone, Fin. Ili, 20,27 praeclare enini Chrysippus, cetera Tiata esse hominum cmisa et Deorum, eos azdeni comniunitatis et societatis
(3)
7.xi'^\i.ot.-:7.
Die
Philosophie
suae.
gtiibus
De
Nat. Deor II, 61, 154 omnia, quae sint in hoc mundo, utaniur homines honiinuni causa facta esse et parata).
creazione
jMa, nella
deiriimo,
nell'ingiunzione
<<
crescite et
mul-
tiplicamini
E' del
I
sembra che questo concetto debba essere sottinteso. resto anche negli Apologisti cristiani: Theoph. ad Autol.
.
.
6,
/.aravriaov.
tk spy^ axou
oz
el;
ISfocv
-^r^QVi aXkh.
Itj
18).
Ma
Si ricordi
(^wr)
1.
che
Dio
il
vivente
e si cfr.
con
la parteci-
awvtoc, del
5.
IV Vangelo.
.
Ili,
dieci
Ma
la
divisione in
giare e di bere,
56
avendo fede
i
che vedendo
tutti
templi e
volgari
immagini
30
sangue d animali, e da sacrifici di quadrupedi, .negheranno e avrann o gli sguardi fissi nella gran gloria dell'unico Dio, senza
;
dal
compiere con orgoglio insensato, e senza trafficare per un guadagno da ladri - cose che sono abbominevoli - e
senza avere vergognosa brama per l'altrui talamo (2) [n detestabile e orribile con concupiscenza per un maschio]
35
di cui
modo
di
gli altri
desiderosi di svergognagli
altri
mai
anzi
uomini
nelle loro
schernendoli
con
motti e
attribu
i-
nella loro
quelli
dissennatezza,
le
vano falsamente
superbe
tutte
opere
In
malvagie e
l'intero
che
essi
stessi
compiono.
verit
(i)
(Deut.
15,
Arist.
et)
8, io) cfr. Schurer, II (4* ed.) pag. 571 s. Apol. IO (Goodspeed, p. 21) sxap"^~o"VTi; aTw {cotidie mane
(5Spav
xa-
TcSaav
Iv
nav
Ppc^y-aTi
3ta"
^tq-cw
xai xot;
X^i-otz,
Ya^otc. Questi versi (24-30) sono citati dallo ps. Giustino, Cohort, ad Gentil., 16. Clem. Aless. Protrept. IV, 62 (Sthlin p. 47):
OXp'.oi
jjLvoi
Totvuv,
ti);
I'tuq?
:
ziizztv,
xa-
29
;
ma
vs.
inserisce
un verso da
Fr.
3,
30.
Cfr.
migliore Q.
p. 216)
;
vs. 34 omesso dai Mss. della classe Clem. Aless. Paedag. li io, 99, 1 (Stahlin ma Wilamowitz lo ritiene nondimeno da escludere, per
Ili
164
il
per in
ragioni sintattiche.
(3) Cfr,
Schurer
III,
150-155; 528
fieri
ss.
ostendam, partim in aperto, partim in occulto, per quod forsitan et de nobis credidists.
- 57
(i).
genere
del
Ma
i
quando
pii
verr,
40
giudizio
stesso
tempo
empi,
mander
[e
fuoco
empii nell'abisso tenebroso (2), tra allora conosceranno tutta l'empiet che avranno
r
pii
Ma
tutte
;
45
compieranno nella decima generazione ora queste cose invece dir quelle che saranno a cominciare dalla prima (5). Primieramente gli Assiri avranno l'impero su tutti gli
si
uomini conservandosi nel dominio del mondo per sei gnerazioni da quando, essendosi adirato il dio celeste, e
scatenatosi
il
50
diluvio,
gli
il
mare
(6).
nascose
la terra
con
le
sue citt e
tutti
uomini
Avendo
rovesciato que-
(I^
4,
vv. 40-43
sono
citati
1.
da
56;
21,
g-
da Lactant. Divv. Instt. VII, 25, IV 187, 189. 15, 191; Od. II, 57 e 155; 20, 356.
O.
fJ-a
Cfr
Enoch, 103,
(3) (4)
Manca
7Vup.a
5
:
nei
Mss
della classe
sf^Tjv S''
.
S'EOu
SvTo;
xa\ ^ipiv
a'j-ot?,
vs: 46.
l-' ar?);
j^'
Isa: 42,
(ttJc
Kupios
Tiysufjia
^e?
oiSo;
tlvotiv
tw Xaw xS
57
^g,
y%)
^'^'-
-Xtffacov :ivu[j.a
vS^pw-ov
Eccl. 12,
7.
Si
pu dunque
chiedersi
io,
il
in-
tendere
non
sia
- e
se
i~).
Ezech.
Che
per
non
III,
si
tratti
;
raf-
fronto con
sianico,
582
in
s
ha
di
mira
il
regno mesil
mentre qui
dopo
giudizio.
(5) Cfr.
pag. 55, n.
(6) Lactant. dopo aver citato il 1. Vili, 1-3, aggiunge: alia quoque per indignationem dei adversus iniustos cataclysmum priore
humani extingueretur
sti,
58
i
sui
troni esulteranno
in cui
55
sole
generazioni,
nell'ora in
mezzo
al
mancheranno
dal tumulto di
60
ed opere
isole.
umane;
mare spunteranno
di
si
Ma
allora
quando
il
sangue
dei
terribile
alzer in guerra
Medi cadendo
sotto ie
lame
E Timai
il
pi grande del
mondo
quali
una
uomini vorranno
e fughe
discordie
e uccisioni
sedizioni
smantellamenti
di torri
e distruzione di citt,
quando
re(3).
superba Eliade navigher verso il vasto Ellesponto, cando all'Asia ed alla Frigia una grande calamit
la
Ma
fame
all'Egitto
e sterilit
rinnover
per
il
corso di
vent'anrii.
(i)
I,
74 e che fu prer]p.pr,v
-%
II.
t^ay^iQ?
auvscjcwaTi?
Trjv
i^oirAvr^i;
vuxTa Y-vcSa-.).
(2) ouXojtic avri: cfr. (3) Il
Geffcken
Mirab.
(p. 70,
4, 15; Hes. Op. 161. un passo abbastanza simile da Flegone, 27 Keller); si tratterebbe dunque d'un oracolo elle-
cita
aiuti
caduta
di citt ,
Lanchster pensa 499 av. Cr.; ma la l'accenno all'Ellesponto e alla Frigia m'inducono
11
che si voglia accennare alla spedizione contro Troia, ad esclusione di fatti storici ben pi certi, ma che li slbillista. forse non conosceva, e che ad ogni modo lo dovevano interespiuttosto a credere
sare di .meno.
allorch
il
59
le
Nilo
che
nutrisce
spighe
nasconder in
altro
acqua (i).
75
camminer
tagliato
il
umide
vie dell'abisso,
navigher
e lui
avendo
monte
dall'elevata cima;
poi
la
fuggiasco
(3).
dalla
guerra
accoglier
timida
Asia
Brucier tutta
la
sventurata
della
Sicilia
una corrente
Etna
(4);
di
so
gran
fuoco,
fiamma
vomitante
cadr
Crotone, grande citt, in profondo abisso. Vi sar lotta per l'Eliade, stando l'una contro
citt
i
l'altra
&5
distruggeranno citt, combattenti uccideranno molti nemici ma la lotta sar indecisa (5).
;
(1)
Il
di
questo oracolo un
passo
Zeit-
dalla
schrift
(trad. ted.
Kalemkiar,
p. 228,
Wien
30;
Kunde
i
d.
Morgenl. VI,
1892;
prolego-
meni
ciati
e.
testo ibid: p
;
dalla fame Secondo mi avverte l'amico U. Faldati, un rapido esame dello stile di questo apocrifo armeno lo farebbe ritenere del V VI secolo (2) Serse, se, come pare, si allude qui al passaggio dell'Ellesponto sopra un ponte di barche (Erod. VII 36, ss.); e al canale
190, ss.) I figli dell'Egitto fuggiranno, cactuoi possessi ridotti a nulla ed il Nilo all'asciutto.
tagliato attraverso
(3)
il
Erod.
VII,
45
[xlv
tSv
vstSy
a-ox>tpu[jL[jLVOv,
t-iCKio.
v,&pf-wv, lv5auTa
touto
sSxpuGE.
(4)
all'.
Vs.
81
X'[J-a
-up?
j;.EYXo'.o,
IpeuyofAivric
cpXoy?
A'tTvr,?;
interpretazione
si
di
il
p.A't-vT;?
come
genit. assoluto
chester)
oppone
nitivo oXoy? BlasS rende: indem aus dem tna die Fiamme hervorgespieen wird, come se cio Ip. fosse passivo: ma mi sembra
complicato.
(5)
La guerra Peloponnesiaca.
Ma
quando
il
60
alla
genere
i
umano giunga
il
nerazione allora
e di timore
scettri
90
i
Persiani avranno
giogo
(i).
Ma
dopoch
si
saranno
gloriati
degli
rovina.
Macedoni, vi sar poi anche per Tebe la mala Cari abiteranno Tiro e Tiri fuggiranno. Samo
i
mare
Delo
ogni cosa sar oscura in Delo (2), e Babilonia grande da vedere ma piccola nel combattere, star fortificata su speranze senza frutto. 1 Alacedoni abichiara,
non pi
ma
95
teranno Bactra, e quelli sottoposti a Bactra e Susa fuggi ranno tutti alla terra d'Eliade.
Vi sar per
i
futuri (un
(3)
tempo) quando
il
Piramo
le
;
dal-
l'argentea corrente
spargendo
avanti a s
dune
e Ci-
giunger
100 zico,
all'
isola sacra.
la
tu,
le
allorch, scossa
il
terra,
citt vacilleranno.
An-
Ma nemmeno
l'Occidente
il
ma
fiorir
Italica,
per cui
il
mondo
105 gli
Italidi.
tu,
infelice
il
Corinto,
presa; e piegher
tua torre,
(i)
(2) Cfr.
(3)
Come
tratto precedente vi
un
raffronto
in
Pausania
(VII, 8, 9), cos a questo, in Strabene, p. 52. Secondo Alexandre, questi versi andrebbero collocati dopo il v. 96; secondo Rzach,
dopo
il
v.
100,
Bpi? (Bari in Asia Minore) Tcasai; Badt. I Mss. hanno au^api? Tastai Q; TisastTat $ W. Ku^txo? cfr. Ili, 442. (5) Cfr. Pausania, II, 7, i. V. la nota del Frazer, voi. IH,
(4) S'j,
p.
80
1.
della
nel
Vili (160).
61
Cartagine (i). Paziente Laodicea (2), te stender al suolo un terremoto distruggitore, ma ti risolleverai citt
solidamente costruita.
tentesi
suolo,
bella
Mira
di Licia, la terra
scuo110
non
ti
lascer
di
la
mai
stabile:
pregherai
rifugiarti
nera acqua del mare, fra tuoni e maremoti, sparger sabbia, a causa dell'iniquit di Patara (3).
grante,
quando
te,
E anche Anche
di
Armenia, sovrasta
la
necessit di
servire.
115
Gerusalemme
dall' Italia,
verr
guerra
(4)
Dio, quando, affidandosi alla stoltezza, getteranno da parte il timor di Dio, e compiranno abbominevoli assas-
(i)
Gli avvenimenti, che in brevissimo volgere di tempo, imporomana in Oriente: la sconfitta del
Genzio,
la battaglia di
presa di Cartagine e di Corinto, per opera di Scipione Emiliano e di Lucio Mummio, entrambe della primavera del 146 a. Cr che
ai
dovettero fare
strando
i'
dimoaveva
conquistato cos, di colpo, l'egemonia. \2) Cfr. IH, 471. Tacito, Ann. XIV, 27:
= 60
Eodem anno
(cio,
tremore terrae
propriis opibus revaluit. Sulla natura del suolo della valle del Lyco,
e della
regione circostante,
v. Lightfoot,
Colossians
(e
non Phi-
Hppians, Lanchester) p. 3 seg; il quale (p. 38 s.) discute anche la data di questo terremoto, che da Eusebio posto subito dopo l' in-
cendia di
Roma; Cbron.
m.entre
il
Lightfoot stesso ne postula uno verso il 125, e raccoglie le notizie intorno ad altri (12 av. Cr. Strab. XII, 8; Dio. Cass. LIV, 30;
:
17 d.
ecc.).
(3) I vv. 112 e 113 mancano in ^e"*?; in ^ si trova: oji.aSv -OTS SuadEpiTiaiv il Geffcken congettura 4'a[J-a^v Lanchester MBwv. (4) Il vs. 115 manca in $ ""F.
; ;
sinii
120 re
62
(i),
davanti
al
Tempio
(2),
come un
il
disertore,
non
dell'Eufrate, quando sar compiuto il abbominevole dell'uccisione della madre (3), e sacrilegio compiuti molti altri con mano peccatrice. Molti cirgir oltre
Ietto
cuendo
il
trono di
Roma
(4)
insanguineranno
la
pia-
cendiato col
allora
la
quando
onde
(6).
d'
'
quando, da una spaccatura del suolo della terra Italia, il fuoco deviato giunga all'ampio cielo, e bruci
citt,
Ma
molte
e faccia perire
il
gli
ancor calda
1B5
vasto
;
e dal cielo
cadano
l'ira
allora
dovranno riconoscere
l'
Dio
(i)
alleati,
nell'in-
20,
(3.^
Giu-
B. lud. IV,
3.
Il
Nerone. V. app. A.
' detto Nerone in- versi satirici conservati da Dione Cassio, LXII, 18, 4 come un oracolo di una (ps) - Sibilla; e da Svetonio, Nero, 39. Cfr. 34. Tacito, Ann. XIV, 3-8. (4) Galba, Ottone e Vitellio.
(5) [isTpoxTvo?
Vespasiano
interpr. S.
Tito,
ma
:
pi
In
probabilmente
Chron
Hieronymo
Cypro plurimae
civitatum partes terrae motu conciderunt (17 av, Cr.) p 166, io; Tres civitates Cypri terrae motu conruerunt (76 d, Cr.) p. 188, 19. Per noXKXucrros in senso attivo cfr. Od. 4, 354; 6, 204, ecc.
pii.
63
tesa ed anche
fuggitivo di
spada, dopo
aver traversato
(i).
merose schiere
Infelice Antiochia,
non
ti
chiameranno pi
di
citt,
(2).
quando no
Allora
pei tuoi
atti
di folla
cadrai
sotto le lancie
la pestilenza
ed
il
Cirro (3)
(?
Siria?).
terribile grido guerra distrugger Ahi, infelice Cipro, la vasta onda del
mare
invernali
Verr all'Asia una grande ricchezza, quella che Roma stessa, avendola rapita, aveva riposto nella ricchissima
casa
;
dopo
che
avr
allora
restituito
due
volte
tanto
e
di
dell'altro
all'Asia,
sar
una sovra-indennit
le
guerra
(5).
Un'aspra
presso
lissime,
le
fame
del
il
distrugger
cittadelle
dei
Cari
acque
quando
Meandro nasconder
dagli
quando
sia distrutta
uomini
la
150
Vesuvio del 79 d Cr. interpretata come puTito, e annuncio della finale catastrofe, fa parte del gruppo di leggende che riguardano Tito, ma qui innestata a quella del Nero redivivus. Cfr App. A.
(i) L'eruzione del
nizione
mandata da Dio a
(2) Citati
in
14 sq. ripetuti in Orac. Maiala, XVIII, 171, p. 443, 16 (ed. Dindorf nel Corp. Script. Hist. Byzaht)...^ (3) Sxupov (axijpov) <> W', xu-pov Q", xppov Gutschmid e Geffp.
334,
Sibyll. XIII,
cfr.
Doppioni
cit.
I
- secondo Wilamowitz
334, 17 sq.
350.
Paris, ed.
(5) Cfr.
Ili,
Dio, e
la
64
dal
giustizia
scompaia
mondo
(i),
e gli
uomin
non sante compiano eccessi, locazioni orgogliose e malvage, e nessuno faccia conto dei
giusti,
ma
gli
sciocchi a cagione
li
distruggano
e,
tutti
quanti
(2),
avendo
le loro
mani
nel
sangue
allora
potranno cono-
(3),
ma
che nel-
tz^
i^l)
Vss. 152
aioiai B
<I>
;
ss.
a)^X'
o.av
EaeptT)?
lv\
[j.v
-' v5p>:iajv
TiiaTi? xai
o-/_
t Bixaiov
(ZTioxpuo^r)
TXjjLaic,
y.a[j.w
. .
nXrjrat
.
.
-aXip-PoXoi
e
hanno
saeptr;
E'jaspirj;
Lanchester
das Recht.
e
11
Bate
vs. 154
invece Blass, Frommigkeit die Treue und si trova citato cos imperfetto da C!em. Aless.
.
.
Paedag.
^wvTSc
o't
Ili, 3,
t^;'
ox aioi? 8
TXp.a'.c
t\
xax spy,
ft\z\.^
Si-
puXXa, Badt supplisce alle due lacune (rispettivamente di una lunga e una breve) ol Se e avSps^. Il verso si trova in <> mescolato con
manca
cfr.
in f2.
Geffcken
igitur
Laclant. Divv. Instt, VII, 15, 8 (propinquante ita inpietas et avaritia et cupiditas et
tum
:
632).
De ira dei, 23, 5 dopo aver citato IV, 51-53, soggiunge: simili modo deflagrationem postea futuram vaticinata est, qua rursus inpietas hominum deleatur: xa\ tts (vss. 159-161) unde apud Nasonem de love ita dicitur (Ovid. Metam. 256-258).... quod tum fiat necesse est, cum honor et cultus dei summi apud homines nterierit. Eadem tamen placari eum paenitentia factorum et sui
(3) Lactant.
I
tmendatione contestans haec addidit (162-163); item paulo post {169-170, con lievi varianti). Cfr. IV Esdra, 7, 33 (Box, p. 121,
del testo greco
per la ricostruzione del testo delle varie versioni, e la ricostruzione xal StsXeaovTat ol ox-tp[/.oi, xai t sXso? u?T:oy^cpiQ(jct,
:
xai
i\
[i.a-/^po3-u[x'ia
auYy^cop^osi
Cfr.
Enoch, 63, 8;
91, 7, 2, Ba-
ruch 85, 12
l'ira
65
distrugger
il
digrigna
denti (i)
e che
genere
in-
leo
umano
cendio
mezzo
di
un grande
stolti
mortali,
gete Dio grande all'ira che prende molte forme; ma degemiti e gli omicidi e le violenze^ ponendo la spada e
i
lavatevi tutto
le
il
(3),
e stendendo 1^
mani
al
perdono
delle vostre
opere
per la
di
(Lattanzio ha [ipi^ovra), cfr. Giobbe, Ps. 34 (35) iel scc. Indi nella letteratura apocalittica, onde 16, io> in Mt. 8, i2 h.v. sa-ai xXau^^? xa\ Pp^yp-s twv Bvtcov (cfr. 13,
42)
50
J
30)
Lu. 13,
2s).
Bate osserva come per questo sibillista la storia del genere umano s'inizi col diluvio e termini nel fuoco; e cfr. II Retri. 3, S'T
(2)
(5)
v
7;oTap.~t(;
Xoi'aaa^s
oAov
~<;
op.ac
asvxoiaiv
Isa.
tSv
I,
^g-
^ouu[Ji{J5v.
-ovTip'ia?
-o
'i^-jyp^)
a<:^7i<?
perenni
rito
cfr. /^^i^ayji
VII,
^Samnaa-s...
uSocTL
CwvTt.
Ma
in
ogni
di
qualcosa
g;
di materiale)
xa\ XouasTat Iv
l' impurit, (che concepita sempre come non potrebbe essere asportata. Cfr. Lev. 14, uoan xai zotS'api; l'arai; 15, -. Qui non si tratta
come in Isa. e nel Salmo sopra ricordato, di purificazione soltanto rituale, ma anche morale, conseguita tanto attraverso la penitenza che il bagno; cfr. Giov. 13, j,o, Ebr. io, co: pepav-iatxvoi
per,
;
tc
/.apoiac
ao auvEiSrjasw?
gli articoli
;
Tcovvpa? xa\
uSaT'.
xa^apw. Cfr.
Bap.tsm, (New Testam.) e (Early Christian) e Diction. of Chr. and Gosp. Washings in
;
degli bsseni.
(4)
(5)
L'attitudine rituale di?\V Orante, tanto comune. Sul valore dell'elemosina e la sua efficacia redentrice,
libera dalla
(l'ele-
mosina
in
morte
l'art
Ahns
Jew. Enc.
170
66
nuovamente
intenzioni
l'ira,
strugger
(i),
far
cessare
se tutti
cos
onorevole.
Ma
se nelle vostre
(3),
malvagie
non mi darete
con
sar su
di
il
ascolto
bens
amando
tutte
l'empiet
accoglierete
parole,
vi
queste
levar
mondo
il
il
mondo udr
le
rimbombo
e l'eco
il
anche
fiumi ed
il
(5).
Ma
quando
180
ventato polvere e cenere (6) e Dio abbia posto a dormire il fuoco ineffabile, come lo aveva acceso, Dio stesso dar di nuovo forma alle ossa e alle ceneri degli uomini,
(i) 5cc taci
(Volkmann;
:
^oticjci
i'.
'j'Ssi,
W,
si
<1>;
jj-ETovotav
o-jx" Xiae-,
sulla
penitenza-conversione
vedano
gine che
vi
ha dedicato
S. Schechter,
Some
in
theology ;
tres la
(2)
(3)
New
parabbinic
cfr. al-
le
Preghiera di Planasse.
axT,c7rjT'
p.
Cfr. per quanto segue: Giustino," 1 Apol. 20, i (Goodspeed, 40) xaV Si[u)^Aa Si xa\ YatciTtr,? Y-vrjasaSai twv iSapTwv avat^^toj'.v
;
ii.jp? Eipaaav
e ie ps. - giustin.
ii,
74 (Otto,
giustin.
t.
Ili
p.
p.
109,
(ibid.
3 t.
e io ps.
11
De Monarchia
gli
p.
i,
p.
gli
136;
cfr.
nota 2 dove
sono elencati
altri
scrittori
che citano
stessi
versi).
<1>
arlfia
uiytjxov
Q
cfr.
Iv
II.
^.
aSaAssaa
l8, 23
Od.
179
(6)
tioprj cr-oSEaaa.
citati,
il
v.
186
in
Constit. Apostoli. V,
7,
13
-o-vjv
xai
ar^
-rjv
vaaraaiv
HaEPst;
ji'.'XoYs"
TiaXtYYevsd'.av ox'^pvcTTai,
taxp'.vst
S toc
rimetter in piedi
sar
il
i
67
(i).
allora
Dio stesso, processando il nuovo. Tutti quelli che per empiet peccaronc, costoro nasconder la terra sparsa dal di sopra (2), e i Targiudizio, in cui giudicher
di
mondo
i85
tari
oscuri e
pii,
Geenna (3). Ma
e tutti allora
si
quelli
che
loro
son
vivranno
di
nuovo
dando
luce
riguarde- 190
del
!]
ranno
(6),
contemplando
la
dolce e gioconda
sole (7).
[O
192
(i)
Cfr.
j^.j^q.
La
risurrezione
qui
non
dei
soli
giusti,
st precede
per
Enoch, 51,
giudizio; ma neppure, come vuole il Charles 1-3 (nota) dei soli Israeliti; bens di tutto il ge-
cfr. vs. 176 aTrav yvo? ayptSv', 182 [Sootoc; cfr. 2 morti, che ora riceve, Baruch, 50, 2: La terra render sicuramente affinch essa li conservi, nulla mutando nella loro forma, ma come
nere
umano:
li
ha
ricevuti
li
restituir. Cfr.
vv. 40-46
zccXuist,
V, 230
Il
tee.
xar
V..
yatct
ha
"'ji?
0'
TzvX'.
y.
(3)
Manca
188
^F,
in Costt.
^av-iro'j
App.
^s^Xo-.o
Sso'
y.ai
(4) vs.
a-i^itov oX^ov
e
".
manca
in
Const. App., Lactant, che cita 187 VII, 23, p. 657) in coda a IV, 40-43V. 4. (5)
*I>,
(6)
11
testo
savi/ov-a'.
dato
oiciov-a;
dalle Costit.
"^F
molto corrotti
(/.Q'|ovTai
Q,
Eraovtai
a un possibile TT'o4'ovtai 3v aO-v. Ma anche possibile che il concetto qui sia un altro giusti, beati, risplenderanno di luce novella, (cfr. Dan. 12, 3; 4 Esdra 7, 9, e 125; 2 Baruch 51, 3 e io; I Enoch, 58, 3; 104,2; ^ 38,4 cfr. nota d Charles; Matt. 13,43;
:
cfr.
tG
opavOi)
celeste
proveranno
la
la
consideri che
:
per
gli
empi
punizione nell'oscurit
in <^ e
tutta la terminologia
Omesso
(8)
^.
III,
371, v. Introd.
LIBRO
Ma
tino.
V.
su, odi la funesta epoca dei discendenti di LaCerto primissimi dopo i re d'Egitto che perirono,
che
3
la terra
di
medesima
il
cacci gi tutti
dopo
il
cit-
tadino
Fella, sotto
cui Babilonia svergogn, present cadavere a Filippo (i), e non veracemente detto e dopo quello della figlio di Giove, o di Ammone (2) e del sangue di Assaraco, che venne da Troia e stirpe
;
e l'Occidente ricchissimo
10
tagli
cari
l'assalto
;
del fuoco
ad Ares
gli
e dopo
:
bambinetti,
della fiera
che
divora
agnelli
(3)
dieci
nella lettera
;
iniziale (4).
Prevarr
di
molto
;
nelle
guerre
avr
lui
cosi
che dopo
di
fra gli
elementi
;
(dell'alfabeto)
ha
la
prima
lettera (6)
[per inizalel
(i)
Clem.
la
versione di vi^Hy^s
HI, 383.
cfr.
(3) urjo^ayo?:
Nonno,
162: (festa)
in cui si
(4)
mangia
l'agnello (pasquale).
K
A,
cio Kai.cjap.
(5) I, louX'.oc.
(6)
"A-jyo-JGToz,
cilia
69
e poi
Memfi
(i).
dei
condottieri (2) e di
sul
cadde
mare. E
;
stabilir
popoli e
il
sottoporr tutto
ma
potere ad un
altro,
trasmetter
la
lettera
del 20
numero
e
trecento, porter
i
nome
comander sopra
la
Persiani e
i
su Babilonia, e
allora
colpir con la
spada
Medi.
abbia
dieci
lettera del
tre (4).
(5),
nella
prima lettera
comander
poi,
questa
ritor-
25
insolita
acqua dell'Oceano,
nando assieme
per lettera
il
agli
Ausonii
(6).
cinquanta
il
sua stessa stirpe la disordine, facendo l'atleta, guidando e osando diecimila cose e taglier
;
generante (7), malvagio drago quale uopo aver teso le mani sulla distrugger, e metter ogni cosa in
i
30
cocchi, uccidendo,
il
monte
fra
due
mari e
lo
ma
sar anche
annientato e distrutto
poi torner
di
indietro,
facendosi
re
ma
dimostrer
non
essere.
(8).
Tre
dopo
n
distrutti
l'uno dall'altro
E dopo verr
(i)
La
Sesto Pompeo,
la
lotta
366.
T, 1\
Il
Tifiipioc,
^'^y-oi.
cfr.
Tier.
(5)
(6)
K, KXau5io?.
testo incerto
:
'i'^-.-Mziy
'i^j-izoicv,
atorrov,
hanno
rispet-
tivamente
sohn. E'
(7)
(8)
W;
la
<J)
;
XII, 89 e
Q;
atj-oppov
au
'A-Jcroviisiv,
Mendels-
N,
Nlpcov. V.
Galba, Ottone
un gran
rissimo
il
70
pii,
distruttore degli
uomini
segno sette volte dieci (i). Il figlio di questi, che mostra l'iniziale del numero trecento (2), porter via
completamente
40
il
potere.
Dopo
(4),
di
lui
sar
re
uno
di
dal
numero quattro
venerando
dal
(3),
funesto
e dopo ancora
(5);
un uomo
lui
(6),
numero cinquanta
il
dopo
segno
iniziale
dalla lettera
300
celta salitor di
45
montagne, ma affrettantesi alla battaglia non sfuggir al destino miserabile, ma soce lui cadavere ricoprir una terra straniera, comber
orientale
:
ma
avr
che avr
il
nome
altro,
de! fiore
di
Nemea
uomo
ottimo,
{7).
Dopo
;
lui
comander un
il
un uomo
;
egli
nome
di
un mare
sar
te,
i
un
eccellente e
sotto
di
superiore in
d'alloro sa-
tuoi rami
di
lui
ranno
tre
(9),
questi
il
giorni.
dopo
regneranno
ma
Sono
affranta,
la tre
l'inno ispirato
degli
;i
0(70); U
T, Tiro:.
il.
<j:i;7.aiavc.
(2) (3)
Ao[j.'.7icv;.
(4) T'I-^s-oi-^ij-poc
:
Mss.;
Sf'j[Mtp^z,oc
Alexandre; t^Xei^to^^o
,:
T, Tpa-: :<voc.
Traiano
mor
in
Cilicia, a
le
Selino;
e
i
dei
fiori
di
^'.iw^,
apwn
corone per
istmici:
Pind. Ol. XHI, 43; Nem. IV, 88; Juv. Sat. Vili, 226: Griaeque apium meruisse coronae. (8) Adriano, che ricorda nel nome l'Adriatico. Perci chiamai
azzurro-crinito, epiteto di Poseidone,
>
xuavo)(_atTrjC,
(9)
oracoli
alla
;
71
Dapprima
si
io,
(2) intorno
55
compianto
precipite-
Meiaadi e in mani malvagie sar quel giorno allor quando il Nilo (4) percorrer tutta la terra d'Egitto, fino a sedici cubiti, cos da bagnare coi flutti e inafifare
ranno (3)"
con
le
la terra
taceranno,
la
grazia
Memfi, tu alzerai
eo
tu,
un
superbamente dominava la terra sarai diventata misera; cos che anch' Egli lo stesso amatore del fulmine ti
chiamer
dall'alto
del
in
cielo a
iVlemfi quella
che
antico
ti
potente
gli infelici
65
mortali,
cos
[tu
ti
che
piangerai moltissimo, superba e sfortunata, oda l'Eterno Dio Immortale tra le nuvole] (5).
tra gli
Dov' ora quella tua potente arroganza miei servi Perch tu infuriasti contro
i
uomini
unti di
Dio
(6)
(i) "IniQ-jz
/]
yviociTr,
Mss. Edd.
yvcuTr,
Herwerden
cfr.
II. /.,
~l3t,
55v
-fvwaT)
Ma
15,
II,
350
yvcoro'.
;
-s yvcoTa'- Ts. fratelli e sorelle; v. Thesauvis gr. Alexandre I, 2, 202. Cfr. anche il v. 484.
694, A. B.
(2) Lactant. Div. Instit. VII, 15, io et prima omnium Aegyptus stultarum superstitionum luet poenas. (p. 632}. (3) i?o'j(jt Alexandre con F, la maggior parte dei. Mss. ;<I>) ha
(4)
dorf
I,
Artapano presso Eusebio, Praep. Evang. IX, 27, 28 (Din503): 7;poA5'vTa os [jii/.pv tv NstXov rr,' pajiij) (tv Mwiitf,-/
motivo
di
rissimo.
(6)
^soy^p'.aiouc, l'appellativo
i
messianico (Meshiah
;
YHWH)
attri-
buito a tutti
membri
:
d'Israele
cfr.
una
Ps.
II, 2.
(LXX
x.a\
70
12
avrai in
;
di
comnon
non
beati;
75
Queste cose Dio mi chiam per dire all'Egitto, nell'ultimo tempo, quando gli uomini saranno completamente malvagi ma malvagi si affliggeranno, aspettando
;
malanni,
l'ira
dell'immortale
essi
celeste
che
colpisce
di
con
grave suono,
e animali e
che venerano
invece
Dio
pietre
cose
(2),
in
hanno timore in altri modi di molte altre cui non parola, n mente, n udito, tanto
80
che non neppure giusto che io nomini ciascuno degli idoli, prodotti dalle mani degli uomini.
,,
Dalle proprie opere e dagli scellerati pensieri, le nazioni accettarono gli dei di legno e di pietra e di rame e d'oro e d'argento vani, privi di vita e di sensibilit,
;
85
li
fabbricarono fusi
siffatti
al
fupco,
scioccamente
ponendo
e
fede in
oggetti.
Tmui
e Xoi, Atribis,
Coptos,
te,
Abido,
Eracleopoli
illustre
;
Alessandria,
nutrice
e
lascer,
(non pestilenza
tu
pagherai
90
il
fio)
misura
di
quello
che hai fatto prima. Tacerai per lungo tempo, e, giorno del ritorno non scorrer pi per te bevanda delicata.
.
.
(3).
(i)
(2)
Cfr. Isa.
14,
io.is.
-olX
aXXa
ipo^ou(j.voi
le
Testo corrotto e lacunoso. Fin dove era possibile ho seguito congetture che parevano pi probabili. I nomi di molte di queste
(3)
citt si ritrovano in
35> sq.
i
39.
papiri: di
Ox. Pap. (XI) 1380 del pr. del 2 sec. 11. 17-18; (Un'invocazione a Iside: cfr. Apul. Aletam. XI. 5) e Leyden, U. II; Brit. Mus. 121; 492-504).
Verr
infatti
il
73
(i)
come grani
dine e distrugger
tori
tua terra e
gli
uomini macchinatuoi
d'infamie
altari
gloriosi
(2),
dall'animo barbaro
terribile
san-
95
numero
infinito
e allora,
citt ricchissima,
grandemente
terra,
travagliata. Tutta
l'Asia pianger,
cadendo a
a causa dei
doni
dei
100
quali, provenienti da te, si rallegr incoronandosi il capo. Egli stesso, quelli che ottenne la terra dei Persiani far
uomo
distrugger
ogni
risorsa,
che
agli
parte
salti
(5).
dall'occidente
e
la
volando con
tutta
la
leg-
assediando
desolando
terra.
Ma los
SxTio?
(=
oa-.eov)
Geffcken.
e salta
vs. solo
nell'Exc
V, 98,
(2)
un sommario
rivelano
rotto,
la
spiegazione in prosa. jwjjlou. Malgrado le incertezze dei Mss. che mancanza di un verso - che il testo cor-
anche IV 179-190
di
accettare
7:201-
Apollinar. Ps.
LXXXII, 32
4.5.
-8pi7:Xr,(jciac :i;o3-?;
e ci per
(3)
il
Tcoi[XT:\ri3'-
(4)
Tial^tov
<I>
Le
23,
^f.;
c>o\
< -v >
oXe5pov.
(5)
in
^>
W;
e
il
v. loi
ristabidi
lito
oc
s'Xaysv
'(t'xv
7zxq\z\uu dal
Exc.
al
Par
il
v.
102 dato
da
questi
soli
manca
nei
Aiss che
suo posto hanno un rimaneggiamento del vs. 108; col 103 cfr. Ili Col rimane soltanto la terza parte degli uomini, qui del necessario alla vita (oXov ^lov l^aXaTi^ei vs. 102 cfr. Thesaurus, II,
544.
cfr.
255 A)
(6)
^5
9^,
i.
apjjia-'..
gognata
Beati.
(i),
74
la
citt dei
lui
allora
tutti
un
i
re
mandato da Dio
re,
(2) contro di
;
distrugger
110
grandi
potenti mortali
e allora
sar
il
Ahi, ahi a
strare
ecciti
a mo-
molti
siani,
115
? (3)
governo di queste Egitto, Vai verso l'oriente alla stolta razza dei Peril
cose
doloroso
e rivela a loro
La
distrugger
Persiani e
gli
Massageti che amano la guerra e hanno fede negli archi (5). Tutta l'Asia bruciata dal fuoco briller fino
(i)
vatc
geniale
congettura
di
Geffcken per
<&
arjoc:
<I>
U'
Exc. Par.
(2)
3;^Ev ^/.atXs:
r.i\j.z^^e\i,
:
secondo v. io2
^l'hanno aSevapc per Sc^sv il Messia. Lactant. Divv. Instt. VII, 18, 6 (p. 642 ss): Sibyllae quoque non aliter fore ostendunt quam
tt
ut dei filius a
summo
patre
ma-
nibus
impiorum,
et iniustos
cum tyrannis
saevientibus deleat. E
sic tradldit: (vv. 107-110); item alia {III 652,3.); et rursus alia (Vili 326, s) . Tutto il tratto 93-110 una pittura della guerra dei Parti, che in qualche opera prendono il posto generalmente assegnato a Gog e Magog: conducono cio la finale ribel-
quibus una
mondo
contro
il
loro
Re
una figura
cfr.
di
direi,
per evitare
confusioni, di
Antimessia^
12, 0-3
Enoch. 56,
ss
lega
ot-riv
dove appunto Parti e Medi sano le contro Israele; (cfr. anche Zacc.
sp.Tcai^cov
i^Ttai^troL.
xaTa-KTv
cfr.
v.
97)
Ezech. 38, o_; Zacc. 14, Per Beat del v. 107 (3) Cfr. V. 286.
i
^3;
cfr.
Agg.
2,
g, ecc.)
il
indi
l'Apoc. g,
cfr.
i.
v. 249, e con
108
414
s.
(4) "Ifirjpac
ma
il
cfr.
:
con XIII, 33
<5)
-^oiot - T^icjTouc
emendaz.
di
Meinecke per
alle isole.
75
Pergamo sacra
di
fin
con rumore
si
tuono
gli
[?
uomini completamente deserta. Lesbo tutta precipiter nell'abisso profondo, cosi da perire (2). Smirne arrotolatasi sotto suoi precipizi, un giorno pianmostrer fra
i
ger;
I
ella
distrutta {3).
Bitini
piangeranno
loro terra
incinerita e la
(4),
grande
1-25
Siria,
Guai a te, Licia, quanti mali ti prepara il mare, -i-.lendo improvvisamente sopra la terra dolorosa, cos da scuotere con un malo moto e con brusche correnti la
terra di
Licia,
(5).
quella
senza profumi e
quella
che
li
produce
Terribile
ira
la
sar
sopra
la
Frigia
a causa dell'afflidi
iso
Giove venne e
mare roviner
;
la
il
tauri
un fiume che scorre profondo roviner la terra Tessala, il Peneo dalla profonda corrente (distrugger^ le
Alexandre ma,
13.3
(i)
^o-puBv
Mss.;
[ia^prjov
meglio,
^povTr,v
Mendeissohn.
(2)
(3)
Cfr. V. 316.
Cfr. la 7
f.
Visione
di
Daniele
gi
cit.
(vers.
p.
Kalemklar
228,
19.
VVien. Ztschr.
(4)
(5)
d.
Cfr.
Dio Cass.
scelti
Gii aggettivi
di
[jiupov
[j.up'.7;vojv
sono forse
della Licia.
(6)
per fare
un giuoco
parole su
Myra
la capitale
Lanchester vorrebbe leggere Xuaarj? per Xu-? riconnettendo il culto orgiastico di Cibele Rhea (v. Cumont, Le
forme
delle fiere
76
della terra
l'Epidano uccider
di
Lapiti
sulla terra,
aver
un tempo
generato
I
le
forme
poeti
lamenteranno l'Eliade
il
quando
grande
lo
dall'Italia taglier
140
collo
all'istmo
cui,
re
della
dicono, gener
stesso
musa
del
suo
dolce
inno
in
teatro
(2),
infelice
sua
madre.
Da
che
;
e svergognato
mortali e
gli
uomini migliori
le
hanno
sul
in
orrore
145 infatti
mani
ventre
(che
lo
gener)
quit
pecc contro
i
le
(4).
Andr verso
Medi e
ai
quali rec
.riesce a
Testo molto corrotto, e solo con l'uso di varie congetture si cavarne un senso: vs. i32KVTa'jpwv Rzach e Buresch per Ta-jpwv; indi 134-135-133-136, "H-ioavc Mendelssohn per 'Hpioavi;
(I)
Mss. Edd.;
y?,? (y^'v
Mss.)
Evapi^SL (vaoTj'^EL
{2) -aajj.ci'jw
vVilamowitz).
s^yyfo
[jleXi/oIoc
(Geffcken,
per
\i.{kvifOy.c.
u[Avou:
(3)
Ms.s.
scender
gran principe, il re di questo mondo, che lo ha dominato da quando ha cominciato ad essere; e scender dal suo firmaBeliar
mento sotto
madre,
(del
(v.
la
re
d'iniquit,
uccisore di
sua
Ascenscion of Isaiah, London, [900; traduz. del testo etiopico, versioni latine, trad. lat. delia vers. slava
R H.Charles,
e fr.
Bonwetsch)
greco (Grenfell e
Hunt, Asc.
of Isa.)
l'
Tis-
Documents ponr
Etude
de la Bible) il fr. greco lacunoso per la prima parte del versetto, ha nella seconda v s"8'- ay^iw-ou paaiwc avp.ou [xsTpaXwou.
:
(4) h.
ij.'.ap(jjv
77
che prese
dini
io
il
egli
citta- 100
come giustamente
i!
ed
re perirono e quelli
il
cui
rimase
potere distrus-
rante
quando duche da solo distrugger tutta la terra per punizione (2), un grande astro dal cieio cadr sul lampeggiante mare e brucier
popolo giusto.
il
Ma
il
grande
astro
105
il
mare profondo
e la
stessa
Babilonia (3)
la
gli
terra
d'Italia,
Ebrei
160
popolo verace (4). Fra malvagi uomini tu starai soffrendo molti mali (5), ma resterai completamente desolata per tutti tempi
i
(i)
cpavivTo?
Mss.
ma
dre, ecc.;
oppure
ts aavlvro;,
(2) Cfr. per l'andarnento IV 130; per la cometa, HI 334,55; una cometa apparve nel 73 J. Cr. - de qua quinto consuiatu suo Titus Imperator Caesar praeclaro Carmine perscripsit (Plinio, H. N.
II,
25).
Segue qui un verso: aro'. "oStov 's'^rjxav t' s^vaio^ lloastotovi che non si riesce in nessun modo ad accordare con il contesto; secondo il Geffcken, sarebbe entrato qui a cagione del v. successivo dove si parla del mare; e quindi ai 156 da scriv^ere ;?vsxa -otv5^;
invece che E tvexa
(3)
-ip.^;.
Cfr. Apoc.
Inst.
8,
^^
Lactant. Divv,
VII,
15,
18
(p,
Ronimn
locuntur et
quod noinen
eiiis
alumntmt
xai
KoXoacjai?
Y'-oi?
Ign.
Smyrn.
II.
Aac
sXti^? cfr. V.
(5)
149
l'^vo?
Cfr.
Ili
356
ss.
quind'innanzi
i&i
78
il
(i),
rendendo odioso
;
tuo
in
te,
suolo,
citt
poich malef-
l'illecita,
(3).
Ahi,
citt
le
impura vedova
vi-
siederai sulle
te,
ed
il
fiume
Tevere pianger
la
cida e animo impuro. Non sai, che cosa pu Dio, che cosa prepara? dici lo sono solo e nessuno mi distrugger (5)
te e tutti
175 vi
i
A'ia
tu
Ed
ora
tuoi
sar
pii^i
il
traccia
te
in
quella terra,
le
come prima,
Rimani
sola,.
quando
tue
glorie.
(1)
Il
V.
164
CT(Jc~a'.
-aviprj^.oc
da
esclu-
dersi,
(2)
come una
Apoc. 18,
ott
xr^
!papj/.ax[a
ffO'j
11
(Charles:
a-^c) l^-Xasi
vrj^rjaav
nivToi t ^vq;
Isa. 47,9,
Tutto
passo
come
vedr,
da questi luoghi biblici; cfr. v. 173. III 764; Clem. Al. Paed. II, io, 99: /.( (3^ Cfr -ap'[j.Tv 7:'-jirjTixri vsto'.royja t.'ic ypusi (vss. 166-167 con la variante in quest'ultimo ^vt'cz aSapTH per oucr^ioos naawv ; n. . nel v. 168).
ispirato
-r\
Segue
27,
nello stesso
Il
(Stahlin p. 216). 14,13: Sofon 3, ^. Cfr. Ezech. Geffcken cita un passo delle Visiones Danielis (Vassiliev,
Clem.
la citaz.
di IV, 33, s.
(Apoc. 18,
-,;
Anecdota graeco-byzant.
xai TIC 'jvarai vTicfT^'vat
1,
46) xa\
ijor,cjci
Tf,v s^tjv
jSaatXsiav*,
Ti? 530?
r^^
l[j.ou
Piuttosto mi sembra
valga
la
pena
di
lonia -
Roma
son pieni di farailiarissime esaltazioni della imperi Porrecta maiestas ad ortum Solis ab hesperio cubili duratura in eterno, ......
dum
scandet
V.
n.
Capitolium
cum
(Horat.
(5)
IV od. 15;
III,
jo).
al V.
169.
o iniqua;
79
divampante
abita la ini-
immersa
nel fuoco
qua
regione tartarea di
ora,
Ade
(i).
:
o da capo, o Egitto, deploro il tuo destino Memfi, sarai causa prima di sventure colpita nei tendini (2): in te le piramidi faranno sentire una voce senza
Ed
iso
vergogna. Pithom
(3),
la
ponga
fine
tua iniquit; o insolenza, tu ripostiglio di mali (4), menade che si lamenta forte, afflitta molto lagrimante,
rimarrai
Ma quando
Tebe, dov'
distrugger
il
(5).
iso
sullo sporco
la
sua tunica
!
(6)
O
190
Un uomo
selvaggio
popolo,
ma
'i)
j^5.
Pu essere un'allusione
Mss.
;
all'
T:Xi]G^stG<x ^avvrtov
:
Alexandre
TtXr,-
Tsvov-a; Gutschmid,
Geffcken
vv.
(3)
Ma
138 e 518; col V. 184 cfr. inoltre il 60. IIu^wv mss. (-u^wv); nji^o) Wilamovvitz in base a Eso.i, ^i. non vedo che necessit ci sia di ritenere che il Sibilisla dovesse
i ;
LXX tanto pi che le due forme come dovevano suonare molto simili. E' pi difficile dare una spiegazione del AiTwoli^ ; non molto soddisfacente quella che ricorre al nome
per forza traslitterare
ellenistico della citt,
se al
Eropoli, perche ci si potrebbe anche chiedere tempo del nostro sibillista fosse conosciuta con altro nome; mentre riferire il Ai-oXt? a. Tebe non permette pi di spiegare
IIu^cov.
(4)
Cfr. 231.
(5)
il
Queste
186
tratto
al
V.
TtOuXuETr;; Iysvo'j ah
xc)[Ji.oto
-/.paTouCTa
molto pi
adatto ad un contesto
come v.435
:
dov' ripetuto
e riferito a
Ba-
bilonia-Roma.
(6)
^rj-''tr,v
jjLr,T
(hoi^i^xM
cfr.
Od.
18,
79.
gerai, o sventurata,
sola,
80
il
e pagherai
fio
per tutto ci
a causa delle
opere
inique
(i).
Un grand'uomo
195 Indii
di
di fra gli Etiopi distrugger Siene. Gli scuro abiteranno a forza Teuchira. Pencolore
;
tapoli,
tu piangerai
un uomo
i
di
grande potenza
ti
ab-
batter.
chi esporr
E qual uomo
Cirene
?
pianger
modo compassionevole
al
te,
Non
*
tempo
della distruzione.
200
Tra
Bryges
(2)
ed
essi infatti
(i)
Il
testo
la fine
del v.
193 stata
e XI,
63
dov' ripetuto
v. cui
una lacuna,
(2)
BpiTsucT'.
in
Macedone); ^pu-eaa-. <I>iF; Gutschmid. Rzach cita Procopio, B. Got. I, 24; questi dice che durante l'assedio posto da Belisario a Roma, fu prodotto un oracolo il quale diceva Quintili mense [sub novo Romanus) rege nihll Geticum iam [mehiet) e aggiunge che nessuna delle interpretazioni che se ne diedero si avBpu-fsaai
Wilamowitz (una
Ist. Stor. Ital. Fonti, voi T tSv y^p StPuXX-/]; Xoyiojv Tr|v otavotav j^p tou spyou E^supTv avSpwTuto oljAat aSuvata svai. ai-iov o ovt.zo ly) a-j-'rx.a Srj-
178,
ss.):
Y[i.aTa
7C0L0'j(Jvri
tou you,
XV
e?
i;to;
Enouaa
rfir^.
Ti
OT]
r DEpat^v
vS'sUr,
Te
Pofxa'.wv ?
[j.v7i[J.r)v
X3o6aa [iETapt^afet
touc Aaaupiouc
Come
piij
si
modo
un
affatto
altro.
generale
per di
anche l'ordine da
seguito
81
i
figli
di
Dio
(i),
Siria
ai
te,
Sidonii
uccider
Ravenna, e co205
mander
Indiani,
non
imbaldanzitevi, e voi,
la
superbi
Etiopi;
ruota fiammeggiante dell'enclitica (2) e il Capricorno e il Toro nei Gemelli abbia circondato il mezzo del cielo, e la Vergine salendo, e i Sole le-
poich quando
gando
terra,
intorno
alla
fronte
una
cintura,
dominer sul
-210
e dopo la
un grande incendio celeste sopra la battaglia degli astri (4) una nuova creai
lamenti
la triste
distruzione che
filando coi
fili
Quando
infatti
il
le
tre sorelle
IVloire
215
avvolti condurranno
il
dirupo dell'istmo, l'elevato in aria, finch tutti lo abbiano veduto, quello che una volta tagli la pietra col bronzo molto duttile e distrugger la tua terra, e la taglier,
animo per
com' predisposto (5). A costui infatti Dio diede fare ci che nessun altro prima di lui fra tutti
-220
(i)
Sao
-iy.voic', cfr. v.
;
62
le allusioni
(2)
Testo oscuro
;
V,
206
leggo ^apaeT- (Alexandre) per -apPsTTs Mss., 7iupi (Geffcken) per -outou; (xupTou, Lanchester).
(3) -pt7c[Ji7:oXov
Mss.;
izso'itzoiv
-Xov
Volkmann.
(4) ccTpwv 5'lv
(5)
ji.ay^ip.01;
;
a.
'
ex
\..
Geffcken.
(taglio
Elementi del
mito
di
Nerone --Anticristo
all'altro
dell'istmo
({jLSTwpov)
;
di
mescolati
di
Simon Mago:
quanti
dici
i
82
re.
Dapprima strappando da
dar agli
altri
con
la falce,
cos
225
che
mangeranno
tutti
gli
le
carni
puro.
uomini
sovrastano morte e
citt e dol
popolo giusto
(2),
salvato
O
e per
instabile e
gli
destini,
sofferenza e gran termine (3) della creazione turbata e nuovamente salvata dai Fati,
230
uomini principio
insolenza,
condottiero di
mali e grande
ti
flagello per la
am,
chi dentro di s
non
avverso?
Un
re
che
si
Tu
hai
messo
235
ogni cosa sottosopra, e allagato tutto il mondo e per te le belle ordinanze del mondo sono state mutate. Lancia
verso la nostra contesa queste ultime cose perch dici Io ti persuader e se ti critico te lo dir Vi era
;
:
un tempo
diffuso
240
tra gli
uomini
la
compagno
(6)
La
(7)
lingua che
deva miele
mostrava ed offriva
Buresch
tutti gli
spanuomini
cfr.
Ili
397): v.
Alexandre per
Cfr. 154; 149-
a-7ia[i.svo$.
(2)
(3)
230-231
v.
cfr.
vv. 182-1S4.
cfr.
Introd.
Qui
presso
Theoph. ad
eie
Autol.
ttrjaiv
II,
15,
13
01 Y'''?
i:i>avEie
p-
Twv
-por)T(3v
(p.
102);
II
Aristobulo
p.
Euseb.
Praep.
Evang.
Youaa
(7)
193).
cfr.
Alexandre
282
[j-Iv
aTayouca (otu-
^) Mss.
(paiv Te
xai -pou^aXXe
Wilamowitz
aiveto
stai
Ttpoupaivs
<|J
Tcppatve
^.
una buona bevanda, e
sua
pianta
gentile
(i).
83
crescere
faceva
per
tutti
la
ri-
Per
stretti
consigli,
primo
di
duce
tu dai pi
grandi,
per
gli
uomini
principio
sofferenza
di
gran
termine
dai
della 245
(3),
creazione
ascolta
turbata e salvata
dal
nuovo
Destini
Tamara voce
la
suono ingrato,
persiana cesser
tu flagello agli
uomini.
Ma quando
la
terra
dalla guerra e
(4),
che abitano
Dio
cerchiando un gran muro fino a Joppa io eleveranno alto fino alle nere nubi (6). La tromba non suoner piij ri-
[gli
uomini], per le
Wilamowitz con
(
il
cod.
P.
(Mona-
centis) per
(2)
7i[j.pa
Mss. Edd.
',
Tou8' l'vExev
cjou
3' ?vexEv
= 229,
230,
domum
autem luda
et Israhel
significat,
cessimus et appellamus
dicit
:
ludaeorum
Cor,
-o"
io. ^g)
che
ne presuppone
ie)-
uno xat
I
cio
l'
lapazi
s^soC
(Gal. 6,
(5)
jxEcoYaioi? cfr.
Enoch
26,
dove
1'
il
monte Sinai
X?
il
il
M. Sion
^o,
il
centro dell'omjxea-
la Palestina
T% ^%;
(6)
e si
cfr.
5,
5.
Si pensi che lo
stesso
nome spettava
anche all'oracolo
Cfr. 424
di Delfi.
s.
mani furibonde
255
84
(i),
dei
nemici
i
ma
malvagi.
eletto
allora vi sar di
nuovo un uomo
sul
dal cielo
il
quale stese le
mani
legno molto
fruttifero (3),
l'ot-
(i) Cfr.
(2) XX'
te
xaxffiv
aSvi
Tp:iaia.
Le emendazioni
pro-
poste, alcune delle quali giungono a snaturare completamente il testo XXa Tzipi^ airjaoua'. (Mendelssohn) xaxw a'.ivi rp. (Lanchester)
:
il
fatto che
ad
l^iiaxi^aat
manca un
soggetto. Cos
il
Geffcken, che pure ha capitoci! senso di questo verso, propone xXk Sehc <3-T]uiis, Ma se il soggetto logico Do, appunto questo spiega che il soggetto sia sottinteso, per la nota ripugnanza a
ripetere troppo spesso
35XX'
il nome di Do. Ma bisogner scrivere non (Geffcken col solo cod. A) bens XX con la maggioranza dei
;
Mss.
ammettere uno
11,
iato.
(3)
cfr.
Geffcken
cita Ignazio,
ad Stnyrn.
I,
2.
x-^'
o /.pTuou %"?;
Trall.
distnta
l'immagine
del frutto e quello della pianta, che richiamano idee diverse, anche in Apoc. 22. 2 5'J^ov ^oj^c :roiouv xap:T:oi BwSexa, pure piij vi-
11
Lightfoot
. . .
nella
sua
nota a Smyrn,
I,
richiama Gioele
e
d
ci
2. gg S'apost-e
on
mette sulla buona via. Bisogna ammettere che uno degli scopi
questo passo sia quello di far notare alcune delle prefigurazioni simboliche di Ges nel V. Test Ora lo stesso simbolo della Croce
,
come pianta
y\
Barn
ir:''
[^aaiXeia I/jacy
^uXw
y.ai
...
ol
IX-itovre?
il
-v awva).
si
Ma
pi signficatvo di tutti
e.
XI, dove
lo scrittore
propone per l'appunto di ricercare v. ljj.Xr,!jsv tS xuptw iz^o^wtpwaai TEoi Tou GSaroc xa\ -o\ tou ataupou... e dopo una serie di
citazioni bibliche viene
a questa:
~.o\JSiv
(6)
xa\
-kXiv
Iv
aXXw
rrpoorjTTj
Xyei
otE^ouc Tv
5axwv
xv
il
Giu-
daismo,
si
Goodspeed,
p. 199) \^-zt%
timo fra
gli
85
il
Ebrei, e
sole, par-
lando con bella parola e con sante labbra. Non tormentarti pi l'animo in petto, o beata
di
Dio, ricchissima,
(3).
solo fiore
amato
di
(2),
o luce buona
e santo rampollo
Giudea piena
;rapay'y-/j'3icf^ai
x;;oSa'xv'-jQU5iv
ilaus'tS
z. ~.
Ypa^ai, (3up.poXoy sys to ^uXou t% ^w^? (4) xa\ ^uXov t -^uTeu[i.vov -ap r; oii^Sou; tc3v -joTtoVj
wc ~
.
),
la
un' interpretazione cristiana e di carattere apologetico-polemico verso Giudaismo. Al Blass che invece del Cristo vuol vedervi Alos, il
e. 17 deV Esodo^ risponde implicitamente un altro passo, di Tertulliano-: Adv. lud. 13. (Oehler II p. 735) et lignum,
suum,
non
illud
lignum
in
paradiso quod
dedit protoplastis, sed lignum passionis Christi, unde vita -pendens a vobis eredita non est. Hoc enim lignum tunc in sacra-
mortem
mento
erat
inculcavit,
unde popuius,
peribat in eremo, bibendo revixit; sicuti nos, qui de saeculi calamitatibus extract Ugni passionis Christi aquam baptiqui
siti
smatis potantes,
(Eso. 4, 17;
fide...
la
14, dG-2i;
1523-25;
interpretata
ma
mani
da Mos stesso nella battaglia contro gli Amalechiti, (sconsi noti, da Giosu; Eso. 17, 8-i6)e il celebre miracolo di queig-is):
Ep. Barn.
e.
Xll.
Ma
rispetto al
Legno,
in
quanto non
identificato
il
affranc
dalla
maledizione della legge, fattosi egli maledizione per noi, secondo scritto: maledetto chiunque appeso al legno.(= la croce). Per altre intepretrazioni, cfr. l'introd.
(i) Cfr. Ili 785.
2) :u;to^7);jivov
av5o;
cfr.
v. 427.
(S'Xo;
Opsopaeus)
-s;;.
T,~-o^T\\k^o')
Y^^?>
dit-
ma
hovo?,
Lanchester,
e inspirala di inni.
sulla tua terra
il
il
86
Non
pi
265
piede) in petto
un
la
legge (i);
ma
ti
onoreranno
figli gloriosi
di
benedizioni,
in
le
lode di
Dio
di
'270
(3);
tutti
sofferenze
giusti
riceveranno un
bene maggiore e grazioso (5), ma i malvagi che alzarono verso il cielo una lingua invereconda cesseranno
di
altri,
;
e
vi
si
nasconderanno,
fino a
che
il
mondo
sia
cambiato
375
una pioggia di fuoco ardente; ed mortali non coglieranno pi un frutto buono sulla terra. Tutto sar non
i
seminato n arato
scano
il
(6),
finch
le
gli
reggitore di tutte
cose.
Dio immortale
sem-
n avvoltoi,
280
le
bocca vana
cose che l'Egitto insegn ad adorare con La santa terra dei soli pii
(1)
fi^ca^ov
xai
x.
fi.
"/wv vouv.
(2)
^ouaau
il
cken
-tdTVJOVTat.
X.
ji..
VolkmSnn
Geff-
testo adotta
Blass
ma anche
il
V;
La tavola
(4) Cfr.
(5)
quella del
Tempio,
v. 407-
Sap. 3,5.
;
yaoUvra -xK'jy ap^ouai ixaioi la congettura xXwv per xaXv (Lanchester) non atfatto soddisfacente; ottima invece
TCXsiova xal
-.
IvaXXa^oua-..
539
ss.; 647.
Geffcken per
viotc,
vou
<),
W;
iotc
Alexan-
87
porter tutte queste -cose (i), una corrente di miele ciie scorre dalla pietra e dalla sorgente, e latte ambrosio
fluir
per tutti i giusti (2), poich ebbero fede nell'unieo Padre, Dio unico che superiore, avendo un gran piet
fiducia.
285
ed una gran
perch la mia mente saggia m* ispira queste cose ? (3) Ora io lamenter amaramente te, infelice Asia, e popoli degli Ioni, dei Cari, dei Lidi dal molto oro. Guai a
i
Ma
te.
Sardi; guai,
bella
guai,
Lao-
dicea,
citt (5)
in
come
!
perirete
distrutte
da ter<^
290
remoto e mutate
stirpe dei
polvere
Nell'Asia
oscura
il
e alla
(6)>
ben costrutto
tempio
di
Diana
in
Efeso
(7)
cadr prono nel mare, come le tempeste empiono d'acqua le navi. Rovesciata si lamenter (8) Efeso piangendo
presso
abitato.
le
il
tempio non
pii!i
E
cielo
allora irato
Dio
immortale
abitante
la
sommit impura.
Div.
Inst.
dem modo:
III,
(vss. 281-283).
Pii (sse^st'c)
261, 581.
(2)
Cfr.
Ili,
622.
III.
Cf.^
Cfr.
ili,
459IV, 107 s. 292 pu forse essere supplito 'Aati te Svoosp^ TuoXuy^pccDv] Volkmann, secondo III, 170. Ma queste
s.
;
m,
:
471
il
(6)
Lacuna
v.
[Au8c5v T
-{zvs\
parole sono forse un' interpolazione anche al v. 288. Wilamowitz. I vv. 293-297 salvo (7) V. 393, Prosa
i
il
295 sono
citati
Clem. Edd
300
88
in quel
(i).
vece
i
d'
mortali
avranno un
gran panico
l'alto
distrugger tutti gli svergognati, con tuoni e con lampi e con fulmini ardenti sopra gli uomini a lui avli distrugger come empi, cos che restino sulla cadaveri pi numerosi della sabbia (2). Verr anil
versi e
305
terra
suo cantore
di
{3)
alle
porte di
pi. ispirate
Cuma
310 nelle
la
folle
di
con
le
sue correnti
ingiusti
caduta
legge^
mani,
alzer
tra
uomini
al
atei,
senza
non
pi
le
cielo
tanta
gioia (4),
ma
giacer
morta
correnti
il
azzurre
(5).
11
allora
insieme
aspettando
-
malanno.
-
popolo
grideranno crudele di
Cuma
per
315
razza di
cui soffrire.
ridotta in cenere,
l'
Lesbo sar
distrutta per
sempre
dal-
Eridano
(6).
Guai a
te,
Cibyra
(7),
-^>j.a con [j-zzkv.-ch d leggere ^-^ol Sst^a con Geffcken; meno soddisfacente il txsTonw di Lanchester. Non vedo necessit di mutare avSpejat PporoTaiv come vorrebbe il G. in -vTsaTt, solo in base al cfr. con 331, e 111,
(i)
Un
incomprensibile
Rzach o
^l-^a.
195, 210.
(2)
Mss. Auzoupyov Rzach, ecc.; SjAoovov Alexandre*, Xupoupyv (Omero) Geffcken; cfr. v. 122. (4) ap[j.a TcpoStiaei : aXjj.a Castal, ; -/tX^fj-a Lanchester /.pi^-a J^po(3) Xuxo'pYov
*,
oi0i
Alexandre.
Mss.
;
(5) xujA^oiaiv
varie emendazioni
y.uaviotaiy
Geffcken.
(6)
(7)
Cfr. v. 121.
Kpxjpx Mss.
Ki^upa Mendelssohn.
89
(2)
un luogo
di
Te^modonte.
320
assegnata
di
dalla
sorte
alle
ti
la spiaggia,
da cima a fondo
distrugger
Provvi-
denza
Dio.
325
Che io non voglia prendere la terra vicina di Febo (3); un uragano dall'alto distrugger la effemminata Mileto, il perch essa prese il perfido canto di Febo (4) saggio studio degli uomini e la sapiente volont
pizio,
:
Sii
pro-
Padre
la
di
tutte
le
cose,
alla
delicata
i
fruttifera
terra,
dizi
;
tuoi
gi-
330
tu conoscesti
nelle tue
perch apparisse a tutti i mortali che era una tua grazia speciale, ed essi considerassero, che dono
grazie,
Dio
le
faceva.
(i)
(2)
TitTZQ^r^Y.ct.i;
emend.
di
Castalio per
::s;:o'i57.a?
^'
IIXoutwvi (Mss.
IlXourw)
jii-
Ma
IlXouTaiv
non IIaouto?;
al
con
commentatori, l'allusione
Plutonion
da
cfr.
v. in Lightfoot, Coloss. p.
ferenze
Psychf!,
(3)
auT-/]
r\
classici
antico
oracolo
dei
morti, v.
Rohde
IV ed., Geffcken
213, nota.
riferisce
a questo
proposito
Pausania,
X. 12, 5
xat le
SijSuXXa (-HpooiXrj) :-ixTO Zi vS\ le, KXpov Trjv KoXo(pwvia>y Ai] v rs xat le AsXooue. Presso Mileto era l'oracolo d'Apollo
cfr. Farnell. Cults of the Greck States, IV, 169-173. IV, 4 ss. Indi ragionevolmente Wilamovvitz riconosce
il
a Branchidai,
(4) Cfr.
ima lacuna: e (Mileto) rifiut, respinse. Quindi^ 328-332 sono tenuto di questa volont degli uomini saggi. (Geffcken).
con-
90
Desidero
e
il
di
vedere
le
infelici dei di
Traci
fiume,
muro
dei
335 nella
sabbia, al pescante
ti
mergo
(i).
il
Povero Ellesponto,
la
il
congiunger
(3)
340
barica atterrer
con
Pisidii
loro
popolo arrecheranno
una
cattiva contesa.
Italia tre
pianta
(4)
una
terra fiorente
ti
distrugger (5). Vi sar un tempo, quando nel sereno (6) il vasto cielo dall'alto udir un grido risuonante come
345
il
tuono,
la
voce
di
Dio, ed
non
tempo
finale,
{7).
(i)
ir.'
"a'
per
(./,&uavTL
(2)
Il
(3) Et? Oc
Auat[i.dc-/_i
Buresch,
Auiiij.ayjjV
Wiiamowitz. Lisimache
av. Cristo).
(4)
(5)
Roma
e Filippo
(200-196
Cfr. 137 e 163 (jj.VEu 7:otv4py]ii.oc). Lezione un pu' incerta: Blass., Lanchester,
i^aizo-it. ae.
il
quale
emenda
l^ixr.oKi'j^a'. in
(6) sarai 3' al^lfo? oupav? sp? ujrep^sv l^taxouaat xeXSri[j.a, ^eou (fa)vr,v
.jpovTrjSv
'ic-ai
u. pp. x.
',
I'.
alS'pi/i?
S'at^piov orav o-
pav? Epc
(7)
i.
Pp.
X.
^.
f. raxoucTj
Qui, e per
ci
tolo
T/ie
Kingdom of God,
Ogni cosa
ciechi
si
91
oscurit
sulla
terra,
[vi
annerir, vi
sar
[saranno!
mortali
e belve
malvage e
sar] 330
sventura. Durer quel, giorno per lungo tempo, cos che riconoscano lui stesso il Signore Iddio che tutto sorveglia (i) dall'alto.
gli
Egli allora
uomini a
agnelli e di pe- 355 core e di muggenti buoi e di grandi vitelli dalle corna d'oro. Sia di guida la legge della Sapienza e la gloria dei
di
di
pietra
mandre
di
giusti (3)
umana
conviene amare
il
prima volta in Jevu. Quari. Rev. VII (1894) 195 ss. Cfr. poi Ass. Mosis X, 5 (et) cornua solis confringentiir et in tenebras convertit se, et luna non dabit lumen et tota convertet se
blicato per la
in
sanguinem. (Charles e
cfr.
nota a pag.
1897)
86
della
dove sono
dati
paralleli
dal V. e N. Testam. (Gioele 2, q scc, ecc.). ava? equivalente di xupio; (1) auTv avaxra ^sv -av7i'.(jXo:^ov. o Pa^iXeu,;?
;
(2) Cfr.
(3)
S'f.vc
111 30 ss. Sulla ribellione, v. Schechter, cit. $a otzatwv Mss. ; uocpirj Burtsch e Geff-
cken.
Sulla
ecc.; Jew.
(4)
di
Dio, v. Sap.
7,
22;9>9
p.
voi. VI,
Lactant
De
ira
dei
23,
(ed.
4 a. Brandt voi.
II
128)
rumque
genitoreni diligi
nes indignatio eius insurgat: (vv. 358-360). ordine: 358; 360; 359.
Mss hanno un
:
altro
t.j.^ (5) JYY^^^' v^pw:rcov ^iotov xai tsulov avx'.?, Wilamowitz ylvos vSp. pioTov Mss.; Pitou Lactant; [xiap/ Mendellssohn Geffv. 314 Lactant. Tivrct; Xscken, ppoTev Lanchester; muX. v.
(^''
<I*
^' ad
TS.
^'-sv
"vca
Brandt
in Lactant. e
Rzach
sosti-
92
Vi sar nel tempo finale verso la cessazione della luna una guerra furente sul mondo (i) e astuta nell'arte
degli inganni.
Verr
dalle
l'uomo
ta-
mente
consigli
ed
egli
s'impadronir
di tutta la
terra,
uomini
molti
uomini e grandi
altro fa (3),
370 egli
li
re
brucier tutti
ma
quelli
che
si
rannicchiano
paura
vi
(5)
sar
fino
sangue
dei
Macedonia
rovina
al re.
(7)
al
popolo
allora
un
soffio di
tempesta
soffer
sopra
la terra e la
pianura
(1)
xoa|Jioixavifje.
(2)
De
Mortib. Persecc.
2,
7-8.
(Brandt II 175). Deiectus itaque fastigio imperii ac devoluti! s a summo tyrannus impotens nusquam repente comparuit, ut ne
sepulturae quidem locus in terra tam malae bestiae apparet. Unde illum quidam deliri credunt esse translatum ac vivum reservatum,
Sibylla dicente matricidam profugum a finibus terrae esse venturum, ut quia primus persecutus est, idem etiam novissimus persequatur, et antichristi praacedat adventum quod nefas est cre-
dere
- etc.
(3)
Cfr. V. 220.
104.
14. 2,;
(4) Cfr. V.
(5)
Cfr.
19,
et fluet
(6)
(7)
(8)
Cfr.
ow
0' <&
/t3
Geffcken.
-gasi
celesti piover
riempir allora di guerra crudele. In verit dai campi fuoco sugli uomini fuoco e sangue,
;
acqua
(i),
in cielo, e distruzione
in guerra, e
le stragi l'oscurit
i
re
e- gli
aso
Dopo che
mai pi alcuno combatter con la spada, n col ferro n con gli stessi proiettili cose che allora non saranno
;
Il
popolo saggio
;
(4)
imprudenza e
dall'au-
dacia perversa, voi che gi iniziaste relazioni impure con fanciulli e in case infami (5) poneste meretrici, un
i
tempo
fligge
danno
la
vergogna che
si
af-
In te infatti
la
;
madre
uni
al
si
figlio 390
figlia
coi
proprio padre
1
con-
(7)
in te
anche
in
re
contaminarono
malvagi
in
te
gli
uomini
bestie.
mentabile
(9)
citt,
u)
{2
Cfr. IH 691
^i-iM-
(3)
1
ij-TiSpc j'acrs-ai
ss.
x-j-ic.
Per
l'
insieme,
cfr.
253 ss;43iss.
IJ,
649
149.
185
-
s.
Lacuna, nella
la
apostrofata
in
qualche
modo
Babilonia
Roma.
IO.
4,
.3.
te le fanciulle
94
il
vergini
custodiranno
presso
di
amata
vidi distrutto,
di
400
una mano impura; un secondo tempio, tempio che era stato sempre fiorente, tempio dell'osservanza di Dio (4), costruito u santi e sperato indistruttibile ed eterno dall'anima e dal corpo stesso
(:;).
Che
405
presso
di
loro
un
non
fece con
oscura,
d'oro,
indifferenza
di
dalla terra
un ornamento
il
ma
onorarono Dio
quali diede
(9)
;
gran padre
tutti
viventi (8), ai
il
respiro,
con
e
lo
santi sacrifici ed
ecatombi
ora
lo
distrusse
abbandon
410
in
rovina
un
re oscuro
di
ed
impuro,
salitovi
guerra;
ma egli
stesso per
(1) V. 395. r:ap auto ttjv ttJ? nap asto Tjfc Tcap croi izh xrlc Alexandre; Tcap al f.rooXc, Geffcken ui>o3'p{j.;iQvo? CiXri? np^svixa xoupat ;iup I'v^eov wpr,aouoiv (Opsop, per Eup^qaouatv Mss,); Elap Qto T Yt !pi)vo;tap3'vou aXTjc, emendazione che riconosce anch'egli
;
;
j
alquanto ardita, Lanchester. L' incendio del Tempio di Vesta, 64 d. Cr. nel fuoco di Roma.
(2) T:t7:Q7]^ivQ(i
(3) (4)
(5)
oly.Qc,
cfr.
V. 261.
TeYY[Avov;
c3sif"ifii.vov ?
Geffcken.
^0u
xoi
T7]pr,[iova vav.
?
ay)5i~o; allv lvta Ix Au^^g IXirt^jxevov (re Jtrt^jJievow x\ (jojij.aTo? aToy tSv Rzach ; ^vou Buresch. Geffcken)
*,
(6) Cfr.
Ili,
:
13,
ecc.
(7) aspa^vj
cfr.
^pudou
x(j[j.ov,
Wilamowitz per
Or. Sibyll. Vili, 46; Anth. Pai. VII, x,puov xajjov Mss.
122;
(8) Cfr.
(9)
95
per mano dell'Immortale abbandonando quella terra (i), e segno tale non era stato pi compiuto tra gli uomini,
cos
altri
Venne
affid, e
la
dalle celesti
volta
celeste)
un uomo beato
ricchezza
(3)
che aveva
tutti
gli
nelle
mani
lo scettro
i
che Dio
4ig
comand su
(4),
bene, e a tutti
buoni diede
uomini precedenti avevano presa. Prese dalle fondamenta tra molto fuoco tutta la citt,
(5),
che
che Dio am
astri,
questa
egli fece
pi
raggiante
degli 420
vi
pose
ornamento
il
tempio
(i)
'^epaiv
bellissimo e lo fece
Testo
incertissimo;
x.paov
^:'
.?avaTr)v
m^?
yrjc
yrfv
$ W\
;
(Mendelssohn, Rzach)
tu' ^avtr,!;
Itzi^xc,
Geffcken
y^paw
y%, Lanchester.
ii
{2) Tito
miscredente ; come
Roma
Vespasiano, e
si
raccontano diversamente
atti sacrileghi
com-
piuti nel
di
Tempio. La morte in una leggenda attribuita alla puntura una zanzara, mentre egli usciva dal bagno, avendo chiesto da bere ;
con
Nabuccodonosor,
che pure distrusse il Tempio ecc., il contrario sarebbe invece nella Pesihta Rabbati, cfr. Rev. Et. Juiv. 33 (1896)) 41 s. V. anche Jeiv. Enc. art. Titus ; t I. Levi, La tnort de Tittis, Rev. Et. luiv.
15 (1887), 62-69.
nel
v.
413,
Geffcken
cita
ammoniscono): Distruggete, dunnemici non e abbattete le sue mura dalle fondamenta, che que possano gloriarsene e dire noi abbiamo abbattuto il muro di Sion
Apoc. Bar. VII,
(gli
angeli
si
6 bruciato
il luogo del potente Dio. per jiSYaXTjv tcXiv cfr. v. 154. Cfr. vs. 108. Per l'uso del passato, il significato, ecc. dei (3)
;
5.
(6)
Vs. 422
;
Rzach
te vav Castalio
($
',
t.qxz
*,
t'
olxov
Ivaapxov
xaXv(xatvv
425
96
torre
tutti,
immensa che
cos
che
di
tutti
fedeli e
tutti
giusti (2)
vedessero
la
gloria
Dio
Geffcken usptxaXXsa
xai
xatj.o'j
f,3
iTtXaaasv
vsv
xat^TiXiV
oi.yoiX\LX,
Xa, Lanchester.
Con
V.
alle
cfr.
Testam.
ai
base
al
quella;
22
ss.
ed
'vaapxoi;,
concordanze e
dizionario
estraneo
LXX
III
e al
-
anteriori al
sec.
I,
fra essi,
I,
come
p. es.
Eusebio, //. jE
V.
38,
4,
5, I
(ved.
Mommsen,
Cosi.
Ili,
41 (ed.
Heikel, p.
95, 7);
Ippolito
EXsyx.?, VII,
4; X. 19, 3i ed. Wendland pp. 324, ; 28013); PS- Metodio (P. G. X. 397 D) [incarnari, incarnatio in Rufino {trad. di Origene) de principiis I, 4; II, 6 titolo; 6, 7; 8, 2; IV, 4, 3 (30)
;
ed Koetschau, pp. io. 8; 139. 5; 147. 16; 154, 4; 352, ^2 corrisponde, almeno nella II di queste citazioni al gr. svav^pw^^^iai?], h sempre riferito all' Incarnazione del Verbo - Ges. Degli scrittori
non
cristiani
l'usa
Porfirio,
De
Abstin,
I,
TruSp-svoc
w?
tv;
aaapxou xaraYvo? -po^^s rX Trjv V(jap-/'.ov avaoeSpfxrjxac -aXiv '^opv, X, -. X. Del significato di reale, visibile, che gli vorrebbe dare
il
un'interpretazione cristiana, sotto l'influenza di Apoc. 21. 22 Yp e di idee xupio? ^0? TcavToxpdtTwp vac a~>^"c Igtiv xai xh apviov
;
paoline
(i)
cfr.
Ili,
776.
s.
Cfr. V. 251
(2) Lactant.
Divv.
in
Instt.
iusti
VII 24, 6:
(p,
ventum congregabuntur
sancta
constituetur
ex omni
terrain
medio
terrae,
659): post cuius adperactoq u iudicio civitas qua ipse conditor deus
cum
iustis
dominantibus
dicit
commoretur.
420-421
Quam
la
civitatem
Sibylla
designat,
cum
(vv.
con
var.
XajjiTirpo-spav
per
oaiSporpav).
I passi profetici sul ritorno del popolo dall'esiglio e dalla dispersione sono notissimi; qui tale aspettativa universalizzata.
Eterno,
la
97
(i)
;
sua amata
la
i
presenza
gloria
di
l'oriente
(2).
l'occi-
dente
cantarono,
Dio
Infatti
non
vi
(3), 43
miseri mortali
[cose]
terribili
di fanciulli,
non omicidio
n rumore
di guerra,
ma
dei
in tutti
il
tempo
finale
Santi,
dall'alto,
Guai a
lungo
mondo
ti
(6),
tu da
435
grande e universale
d'oro (8)
(7),
non pi
stenderai
;
sulle tue
montagne
Parti
ti
sarai gettata al
i
un terremoto
ma
terribili
hanno
la bocca in
una museruola (io), o impura razza dei Caldei, non chiedere e non meditare come prevarrai sui Persiani
44
come
regnerai sopra
il
potere per
quale
tieni,
(i)iw7:o5rj{jLvov
s'.So?;
ersehnte
Gestalt,
delight, Laichester.
(2)
Mal.
I, ii.
(3) osiAoTai
Mss.
za osiv
Castalio.
3.
Wilamowitz
oliva.
ritiene che
p.
(4) Cfr.
(5) Cfr.
(6)
386 ss. HI 303. -/^pua^pove, /pu-jOTOiXs, Cfr. V. 186: basato su Isa. 47,5.
tiY<^^*l
''"'^
di
Era;
II.
I,
611.
(7)
-[j-zoXi?
quest'ultimo,
aggettivo,
in
Sofocle,
Antig. 614.
(8)
Modo
di dire;
Geffcken
cita
Miss. HpaTstv.
Sembra
inutile
emendare:
7:a^sTv
Volkmann,
Alexandre.
xpoTsTv Lanchester.
(io)
Qx^j.a. cpt{;.G
Geffcken per
oi^jlv
Mss.;
utjj.' a^rj'^ov
98
(i)
all'Asia,
appunto
perch
anche tu credendoti445
regina.....
tuoi nemici
riscatto (3).
nnandasti
prezzo di
IWa
darai
per
parole
perverse
una parola
e
amara
ai
tuoi
nemici.
Nell'ultimo
tempo
le
il
mare sar
l'Italia,
asciutto
la
non
pi
veleggeranno
450
grande produce di tutto (4) sar allora acqua e Creta pianura, Cipro avr un gran flagello e Pafo lamenter (5) un terribile infortunio cos che si capir che anche Salamina
la
navi venso
Asia che
grande
un gran
Cipro
flagello
ora de-
Non poche
(6).
ca-
la terra
di
Su
Tiro,
piangete nel riguardarla. Fenicia, ti sovrasta una terribile via, finch tu cada una cattiva
mortali,
caduta, allorch
le
Sirene
si
lamenteranno davvero
(7).
quando cesser
congiungeranno
(8) la di-
stribuzione d'Egitto,
quando
si
re sver-
(i) SrjTcJov-ac
54, 8,
I.
non 5rj-uou0a Alexandre, Rzach, cfr. Dio. Cass. Nel 20 av. Cr. Phraate restitu prigionieri e le insegne la qual cosa fu celebrata da Augusto con un trionfo;
1
da poeti.
Mss. Edd.
le
ma
li^'-
/.X^civ Lanchester..
Ho segnato
(riferito
(4) ::jiy)opoc
Mss.
-a^oopov
(6;^
questo passo scorge il Wilamowitz, anche Blass e Lanchester; a uBwp) Buresch e Geffcken.
lacune che
;
in
COSI intendono
(5) oct^ei
Alexandre per
128.
io, 8:
i?s:
Mss.
le
Cfr. IV
2
.7) Cfr.
Baruch
chiamer
sirene del
i,
mare;
;
asip-v
sta
(22
sciacallo in
Michea,
Isa,
13,
21
Geremia 27 (50) 39. Aquila) che per ote tvo^qzi^ sia forse da leggere (8) Lanchester pensa
oT'Xs-JCfET'.
99 gognati
;
le
si
stabiliranno in 4eo
in Libia (i)
di
Egitto, vi sar in
Macedonia ed
sul
in
Asia ed
mondo
riempiente
sangue
i
un
re
di
Roma, e
po-
dell'Occidente.
il
turbine
invernale,
essendo
465
il gran fiume e le sterminate paludi, ecco un popolo barbaro (3) s'incammina verso la terra d'Asia e distrugge il popolo dei terribili Traci come cosa facile
a distruggere
cuore,
sfiniti
(4).
allora gli
uomini che
i
si
divorano
e
il
dalla fame,
divoreranno
cibi
(5).
genitori
con-
sumeranno avidamente
fiere
tali
mangeranno
tutti
gli
la
tavola
Da
e
tutte le case le
stessi
gli
uccelli 470
mangeranno
gue
(6) degli
uomini, l'oceano
arrossato
nella
vi
sar
riempito di
e
nel
carne
sar
san-
Fino a
tal
475
il
(i) AtpusGiv
Alexandre per
Xuxioir(aiv
Mss.
zov'.rjaiv,
cfr.
v.
362.
(3)
V. Introd.
(bc
(4)
(5)
a7:aovv, cfr.
cita
Geffcken
(6) afia-sic
atij.aTos allora
aapxa?
te za\
al^ara.
Ammettendo
-XT^aSr]zs-c<m,
il
uapxs te
xat
lo si
far dipendere
da
xazou
con
-oXfjLoio:
Herwerden
oeivr,
pi
(i
)
100
l'oceano
480
aspettando di essere immerso nelle acque delpoich vide le cattive azioni impure di molti senza luna
(2)
per
il
gran
la
conda volta
recssi del
mondo
ma
dopo
di
questo
Isi[de], la
infelice
(3),
presso
i
menade che
dell'Ache-
non
articola
suoni presso
sabbiose
rive
ronte, e di te
tu,
non rimarr pi ricordo per tutta la terra. Sarapide, coperto da tante rozze pietre giacerai
rovina
immensa
sull'Egitto sventuratissimo.
il
Quanti d'E-
gitto recavano a te
490
quanti ti piangeranno acerbamente ; ponendosi nell'animo Dio incorruttibile sapranno che tu sei nulla, quanti avranno
;
loro
desiderio (4)
tutti
(5).
E
:
allora
uno
(7),
dei sacerdoti,
ve-
Ors
alziamo
di
nuovo
tempio del Dio vero, ors mutiamo il malvagio costume ricevuto dai genitori, a cagione del quale essi
bel
(i) Cfr.
IH, 94.
del resto cfr.
-(2) (TxoT[j.a'.va;
346-347.
(3)
Clem. Alex.
Protrept. IV,
5o (Stahlin
xat Sapa;:t5o5 v
Ayu-Tw xaTevcy5r,aa^ai
Geffcken da aTax-uo? (vv. 484-485 $ W) tUy. y:ro^aaa (vv. 487-488 dove pure d 11 testo Xi^'ou: pcon var. avauSjc accettata da
tioXXoc contro Xi^oi?
;
yo?
:rtXi[i.EV
l7i:ixi^ev
^"^
TioXX
^xo^iicbic,
$ W.
t^y^Y"^
^j
^^
^^^^ preziose
d^ Egitto ;
(5}
ocro!
ma
^v
t'ykyev
Rzach.
xtSv
Twv
tipojv
Mss-
xa'.
~o~z
tlpiwv
ti;
Ips
Geffcken.
(7) Cfr.
Ili,
716-731.
101
495
facendo processioni e riti a dei di pietra e di coccio non furono sapienti (i). Voltiamo (mutiamo) le nostre anime,
innalzando inni a Dio immortale,
esistente [eterno]
il
il
egli
il
padre,
le
il
sempre
ii
reggitore
(2),
di
tutte
cose,
vero,
gran
Dio
vi
che
esiste
per
500
sempre
santo
fatto
allora
(4),
in
Egitto
sar
un grande e
il
Tempio
(5).
da Dio e ad
di
popolo vivere
a lungo
Ma
quando
d
gli
Etiopi,
abbandonando
si
la
tribi
senza
sos
vergogna
si
Triballi (6),
precipiteranno
la
(8).
ad
arare la
cominceranno
le
malvagit,
affinch
compiano tutte
il
ultime cose
Poich
;
essi distrug-
geranno
gran tempio
gere tutti
non
sar
510
pi moderazione in quella terra, poich non custodirono ci che Dio aveva dato !oro in dono.
(i) Cfr. V.
356 e
111,
2,
7: to?
jjlIv
Xi^i-
(2)
(3)
iIi-j)(^OTf.aov
ytvsTTjpa.
Cfr. IH 717.
Isa.
FI. Antt. Xlll, 64 (Niese HI, 162, ,.J Eso. 20, 12; Deut 5, ^g. Che gli Etiopi potessero venire dalla Tracia (Triballi) cosa (3) a dir poco, non probabile. Ma bisogna ammettere che fossero gi stnti confusi con Gog e Magog, attraverso la contaminazione dei
(4)
19,
i9
cfr.
Gius.
Ili
hy
TE <^ atY'J't-ov
Itiv
319
(pp.- 23-24).
t^ A'tyJTtTov
Rzach Al-
voTav Alexandre.
Cfr.
Ili
92; 570.
Io vidi
astri (i)
la
102
gli
e la terribile
nel
di
Selene ad
tra
raggi
;
gli
astri
soffrivano
5)5
dar
vita
una
battaglia
il
Dio
per-
mise
loro
combattere. Infatti
(2) contro
il
sole fecero
lotta grandi
fiamme
si
mut
sibilo
bicorne
della
(i)
La battaglia
delie staile.
Paralleli dallo
stoicismo, segnaL:!!
da Geflcken, sono: Seneca, Consol. ad Marc. 26, 6; et cum tempusadvenerit, quo se mundus renovaturus extinguat, viribus ista
se suis caedent
et
sidera
sideribus
incurrent, et
omni
flagrante
844 ss;
inoltre
Lucano,
Phars,l, 72:
cum compage
soluta
Saecula tot mundi suprema coegerit iiora Antiquum repetens terum chaos, omnia mixtis
sidera sideribus concurrent, ignea
pontum
Phoebe
Excutietque fretum,
ibit
fratri contrario
Ma, come notano anclie Bate e Lancliester, questa concezione pu avere altre origini. In Isa. 13 ^u il profeta si compiace di dipingere l'oscurarsi dei corpi celesti che sono le divinit dei pagani e cfr, Isa. 34,4; Gioele 2 ^^ ece. Se inall'avvicinarsi di Yahw
;
terpretiamo
lesti,
le
il
costellazioni
potenze ce-
ed appunto cos spiega pi facilmente che va interpretato; date le idee e credenze astrologiche - del resio notissime - dell'epoca. Il Sibillista anche qui non ha fatto che rieallora
passo
si
sporre
fusa
si
ma
interpretandola a suo
nell'
modo
a!
interpretarla
Non
come
del
mondo,
Si
cfr.
nei suoi
;
elementi, da
prende
principio
un nuovo
periodo cosmico
ma
pure
Apoc.
in
pronunciato da Dio. Matt. 24.09 e 3. io', ^g; 12.7; 2 Pet. 1 Enoch 102,2 le luminarie saranno
.
lo
seguo -J'ordine
tradizionale dei
515-517-516-518.
103
luna, Lucifero (Fosforo) ebbe battaglia salendo sul dorso del Leone, Capricorno percosse i tendini [sul collo?
al
giovine (nuovo
il
appena
sorto)
Toro
il
Toro strapp
tolse
alla
520
a Capricorno
giorno del
ritorno;
Orione
potersi fermare mai piij. La Vergine in Montone (Ariete) mut il Fato dei Gemelli la Pleiade non
Libra
il
Pesci Dragone respinse la Cintura penetrarono nella corazza del Leone; Cancro non stette lo Scorpione attacc pi fermo, poich temeva Orione
splendette pi
;
il
la
coda
[si
rifugi
il
sotto
la
coda) (i) a
dalla
causa del
505
terribile
Leone ed
cane sdrucciol
fiamma
del
Sole; ma la forza del potente Risplendente (Brillante) fece bruciare Acquario. Sorse io stesso Cielo per scuotere
i
ira
li
Terra.
Ed
essi gettati
la
bruciarono tutta
terra
531
Mss.
cken ha ragione
pione
(2)
;
di notare
pavv f.X^s Wilamowtz, ma il Geffche qui si tratta delia coda deilo scor-
o'jpS
s;j.;tv
u-^X^e Alexandre-Geffcken.
0' av(j-j>oc
a5T,p.
FRAMMENTI
I.
(i)
O
vi
(2)^
come
Dio
lo
temete
5
{3),
il
nostro
altissimo,
conoscitore
di
[del
vede
testimone
(6),
tutte
in
di
le
cose,
le
che pose
guida
tutte
tutti
cose
suo dolce
spirito,
lo
fece
(i)
o,
Tv^c
II
36: St^uXXa
Iv
V '^BXXsatv
-poeprjTE'.a:
Xowoig
t
s'Sveutv YEvo[xivrj
^tpo-J^Tts,
.^"^
ar^c ovstoi^st
X^y^'J'^*- ''Av-
SotoTioi ...
7)
X^yei 3 -ai (2) Clem. Al. Stroni. III. 3, 14 (p. 202 Sthlin) Si^uXXa* av5p!0/:oi SvyjTOi xai apxivoi, o3lv lvie?. Cfr. fr. IH,
:
21;
1.
Ili,
P.
G.
37,
1301
(lo)
1557
(88).
1.
(3) Cfr.
(4)
HI 29 e 34.
{;.cSv.
tv
ETniax.OTCOv
l,
Macc.
16.
9, 5; (;rdv:wv . Isa. 5, ;
111
Macc.
lettera di Aristea,
Sap. 16.
25)
xtiottjv cfr.
V, 500
<|'7.oTp5pov
YVT7;pa
fr.
Ili,
8.
105
immenso
(2),
mortali ?(i).
Uno
ingenerato, onnipotente,
cosa
(3),
;
mortale
il
che vede ogni ed Egli stesso non veduto da alcuna carne qual carne infatti pu scorgere con gli occhi
Egli
10
celeste e vero
il
cielo ?
Ma
neppure davanti
gli
stare
uomini, generati uomini mortali, essendo vene e carne [tenute insieme dalle] ossa (4). Venerate lui che solo, duce del mondo, che solo per l'eternit e dall'eternit (5),
is
(i) Cfr. Sap. 12, 1 t yp aoS-aprv aou -vsu[A I^tiv Iv Tcaoiv. Lactant. Divv. Instt. IV, 6, 5: (Brandt p. 280) Sibylla Erythraea in carminls sui principio, quod a summo deo exorsa est, filium dei
ducem
con
et
la var.
tome
37, 6 (p.
(vv. 5-0) ^sv (per pporiov) -vriov Tio'iyiasv ; cfr. Epi 713) Sibylla Erythraea quoque deum dicit ducem
omnium a deo
(3)
I
factum.
dalla ps. Giustino, Cohort. ad Geni. xi apSpa T^aXaiv S'.,SuXXav, fjc xa\
(2) TcepfiEy^'^'Ti'
citati
16
Tiva Se xai
apj(^aiav
nXocTtov xai 'AptcjToyvT)? x\ stepot -Xsiou^ j? ^pna[j.to8ou [j.[J.vr|V-at, Ol ^7jap.fiiv jiS? 8t8aoxeiv Jwep\ ivo? xai [j.vou 5eou au[i[3a'ivt, va^-
xoiov /io[iV7jaai
(Oehler, Corpis Apologg. Ili, 64). Lactant. Divv. Instt. 1,6, 15 fp. 23) In his ergo versibus quos Romam legati adtulerunt de uno deo haec sunt testimonia sTc ^e?, etc.
:
"kiyei 8
ouito;
(Vo 7).
Cfr.
1.
ll,
1,
II,
Deut
5, gg:
. .
.
tU yp uap?
xat
^rj^sTa'.
;
(=
cfr.
or Sibyll. fr.
10)
rfxoucsEV
p.
otDvriv
^sou
anche per
1,
vv. ss.
la
nota 6 a
ed. Stieren,
(4)
(5)
p.
657; qcc.
Testo incerto: av5pes, Iv 0Tot<iiv Nauck Geffcken. Citato in Lattanzio Divv. Instt. I, 6, 16 (p. 24): qui quosit aedifcator
niam solus
stat vel
mundi
et artifex
coli
autogenerato,
e
106
(i),
ingenerato
tutti
i
che
tutto
regge
per
luce
la
comune.
Della
vostra
volont
malvagia
avrete
20
degna ricompensa (3), poich trascurando di render gloria al Dio vero ed eterno, e di sacrificargli
sacre ecatombi, avete fatto sacrifici
ai
demoni,
(5) vi
;
a quelli
nell'Ade
e
25
(4).
abbandonando
retta via
maestra
siete allon-
mortali, ces-
sate
stolti, dal vagare nell'oscurit e nella notte nera senza lume, e abbandonate l'oscurit della notte, anzi
Ecco
quia
Lattanzio, D. !.. I, 7, 13 (p. 28) verum non potest quin id quod sit alquando esse coeperit, consequens est ut quoniam nihil ante illum fuit, ipse ante omnia ex
(r) a-oysvrj? ayivrjTos.
fieri
se ipso sit procreatus, ideoque ab Apolline -jto^u^c (cfr. a Sibylla ayTOYEvrji: et a -vr,Toc et ir^oirixoc noininatur.
(2)
1.
Ili,
12),
Oehier a
20. (ed.
-/.ptri^ptov
Maranus, par Ppo-otaiv v)V: cfr. n. 16 di Geffcken cita Filone, de opif rnundi,
vo..
I
Cohn-Wendland,
7:poavijj.V
xpiTspiov 'tSiov,
io
Biy.ai
-jTion'.r.TovTa.
Cohn
Werke
Phlos v. Alex.
al
il
Breslau 1909; voi, i, p. 47-48) Urteilsvermgen. Cos luogo Blass rende Urteilskraft. Testing Urne, invece, ha
ester;
(3)
nostro
Lanch-
--pai
/-oivw cfr.
.,
Hi. 494.
etc.
:i-/ouc;tv '
(4)
(5)
-v [xig^v arwv.
l.
;
Cfr.
Ili,
s.
721
(6)
Clem.
7tp
Al. Protrept.,
Tcspl
II,
27, 4 x
Ss [xai]
j^lv Sr)
izkv.ts-a ij.p.5'u-ai
xa\ -nXaaTat
TctuTa 5
5Sv Ofiiv t
oca yEYEV^a^a-.,
KtX-Tai.,
av^pojzwv ata'/^ptov xat aa^'k^St^ psPtoxrwv vaYYpa^CTai (vv. 23-25 e 27 con var. v. 424 ~'. T^Xavaa^s, Ppotoi; Tiiaucac^E [J-aTaioi e V. 427 KaXXbT), cfr. Isa. 9^ (Mt. 4, ^e) figli della luce,
;
Lu. 16,
1,
g;
Gov.
12, 3g;
Eph.
5, g
(il
pi vicino
al
nostro passo);
Fess. 5,5.
e non incerto
rit
(i).
107
so
il
buio.
Ecco,
mai.
la
Imparate a
:
conoscere,
ponendo
nei vostri
petti
saggezza
uno Dio
che
manda
e
tristi
pioggie,
lutti
venti, terremoti,
Ma
perch
la
35
Signore
del
cielo,
regge
II.
rimangono immortali, gli dei numerosi degli uomini, n ai mortali pii!i sarebbe rimasto luogo dove stare.
(3)
gli
Se
dei nascono e
sarebbero
stati
[i)
Clem.
youv
Aless.
SiromatiV
4
14, 115,
(Stahlin p. 404,
2. (St. p.
^g)
dopo
jg ^>-)
e ^3;
f)jMV
59
Trpo'-fl^-'.j
Stp-jXXa r
a(j[J.a
-'
crw-
Trjpiov
(2)
YXirjc /.parsi,
auro;
j-.ct.Ofj.i.
/.pa-o; ArceriuS
Ad
Auto!.
II,
3,
2 (Oehler,
Et Y^?
^Y'^^'^^'^'^
^EO'-,
^'/p^v
y.'x:
xa^rccp
y*?
''''-
'^^pwTtoi
^s.^i^Svz'jli
swc ~ou
("siXov slvat twv av^pcTiwv t; cotci'.v Si,iyXXa. Cfr. Eusebio, Costantini oratio ad sanctor. coetum. 4 (Heikel p. 157) -av t ^'/jy i y.y.-. ri S'/. r; E/^ov za\ -sXo; 'e'/^si y^pvov ^-px^j ylvEaic AOLkv.-a'.
si 'aSvatoi ol YEvvwaavoi, YEVvtovTat os a'., yEviaewc cp^ap- jivra. t y^^o?- npos^rjxr,; ' sniyEvofxivTjc, tic av opotv'/?, -XrjjAfj.upE'tv zvyxr)
. .
"O'.a Oc
Y^ Toaou-ov
Insti.
1
5=t3v
iy^tprjrisv
Lattanzio,
Divv.
dern
dii
novi
s.
(p.
62):
deorum nnunierabilium piena sunt omnia, nullo scilicet morlente. Nam cum hominuvn vis incredibils, numerus sit inaestimabilis, quos
i08
III.
(i)
Se d che generato
del tutto
anche
perisce,
non poteva Dio essere stato formato dai lombi di un uomo o dal ventre ma Dio (2) '<> solo, uno, altissimo
;
sopra ogni cosa (3) il quale fece il cielo il sole e gli astri e la luna {4), la terra fruttifera e gli abissi d'acqua
del
mare,
monti
elevati e le
perenni
fonti
d'acqua
tamen
sicuti
nascuntur mori
dem putemus,
qui tot saeculis nati sunt, immortalesque manserunt ? Lattanzio considera i due sessi degli dei, e il fatto che quindi ne
dei nuovi; cfr.
fr.
I,
7,
13 (e
V oratio
il
principio de!
111.
Teofilo,
Ad
Autol.
11,
36, 29 (Oehler
Lattanzio, Divv. Instt, I , 8, 3 (p. 29): unde mihi de tanta maiestate saepius cogitanti, qui deos colunt interdum videri solent tam caecl, tam incongitabiles,
p. 168) xai 7:p? Toc YHvvjToy? XYo;j.vou(;
l'^r).;
a mutis animalibus differentes, qui credant eos qui geniti sint maris ac feminae coitu aliquid maiestatis divinaeque virtutis habere potuisse, cum Sibylla Erythraea dicat
:
(vv. 1-2)
16,
i
cfr.
I,
7,
v.
3;
I,
16,
6; Ippolito,
Philosophoumena^, V,
oXa>$ xa\
(Perati):
yi.p
ti,
oi]q[,
yevvtjtv,
^^s'-pctai
r.a-
Yvlaswc i^viMKOzec y.%'. tz? Souc, 5i' wv s'-oeXt^Xu^ev av^pw^oc s; tv xa[Jiov, axpipj; oOi5aY[J.voi O'.sX^stv xa\ -spaaat Tr)v ^.^opv [ivoi
ouv{j.^a. (ed.
cfr.
Wendland,
Supplic.
al fr.
11;
p.
e
in);
20;
ps.
Giust
Atenag.
19
Costantini
coetum, 4
(2)
cit.
e quest'ultimo.
Cfr. IH
11-32.
Od.
Instt.
9,
25.
(4) Lattanzio,
Divv.
fecit
sumnium
3-5).
corrente
(i).
109
la
grande
folla
innu-
(2) ai rettili
che
si
muovono
le
ali
degli
strepi-
uccelli,
rumoreggianti, bruni,
l'aria
tanti
con
che battono
con
le
ali.
Ma
(4).
10
tutti
gli
animali domestici
generato da Dio duce di tutto, e all'uomo ha sottoposto cose d'ogni genere e non com-
ha
costituito
il
prensibili.
Qual carne
?
infatti
tra
mortali
il
pu
sapere
15
Ma
le sa solo Egli
tere
(5),
che
ai
strabocchevole
l'ira
buoni d una buona ricompensa molto (6) e che ai malvagi ed ingiusti suscita
(7),
e
(8).
la collera
guerra
pestilenza
tristi
20
lutti
(9).
Vergognatevi
di
(coccodrilli) (io).
Non
forse
una rabbiosa
follia vi
ha
tolto
(l)
ys.\)\>.aixa,
-s-^Ssv,
V, 500
ss.
fr.
,.g.
:
<^uyoTp(oov
Y^vsTrJpa
fr,
I,
5.;
III,
20
Or. Sibyll.
P^ 8,
Ili,
io.
Gen.
i,
26-30;
-Filone, de
opif.
mundi,
e.
28.
(5) Lattanzio,
de
apud hanc
(Sibyllani Erythraeam'
de
summo
(6)
et conditore
(vv. 17-19).
TZoXh ivXsiova
;ji<jSv.
25-
(7)
(8) V.
20 ==
1.
Ili,
603.
I,
2.
(io) Cfr.
1.
HI, 30-32.
dall'animo
25
i
no
dei
portano via
piatti e
sensi,
se
gli
rubano
immenso
cani,
(i) e dorato,
guarda
le
ragnatele.
gli
Adorando
uccelli
serpenti,
gatti,
stolti,
venerate e
statue di
30
e le fiere
serpenti
della
terra e
di
pietra
le
immagini
;
manufatte, e
cose
il
mucchi
vie (2)
venerate e altre
nominare
(3)
sono dei che guidano con inganno (4) gli uomini stolti, e dalla bocca dei quali si spande un veleno mortifero. Ma Colui (5 che vita e luce eterna immortale e che
85
spande
nei
agli
uomini una
il
letizia
(6),...
collo,
che tu
cose
e
inclini
(7)
la
il
via
bic-
tempi
beati.
di
Tutte
queste
lasciando,
chiere
pieno
vendetta, puro
schietto, forte,
ben
40
premuto, comjSletamente non allungato, avete trangugiato con stoltezza ed animo folle. E non volete riscuotervi
(r)
nXov
y.g-'
aTiEipova
xcc!
^Utv emendazione di
-^oiXaw
xxr -\ova
filo
vatstv,
'/.ara
1.
1.
jt'.ova
testi correnti
nelle edd. di
Antioch.
(2) Cfr. (3) Cfr.
(4)
tzov
p.5tvattv
Mss.
Ili,
587
ss.
ecc.
V, 79.
oXtp 7]Yrj~^p?
0? '
Wilamowitz, per
8*
SoXorjTope;
Mss. Edd.
(5)
Rzach
ad
Atitol.; altri,
(6) xa\ ;j.Xi-oc
indi
una lacuna
due brevi
Opsopaeus.. Anclie nel v. seguente, dopo lacuna che non si sa come colmare.
xspo"
v.Ti^ofkv.^
Rzach, Geffcken; vaxXTvai (ma Set perori e xaji.per x^Tw-s al v. 36) Alexandre; vaxatvou Lanchester; vaxXivot Mss. Questo raccomanda fortemente la lezione di Rzach e
;7) vax.Xivoi?,
TTTsiv
dall'ubriachezza
lett
:
Ili
spirito
(i),
che tutto vede. Per ci verr su voi lo splendore del fuoco ardente, sarete bruciati dalle fiamme per un giorno senza fine attraverso il tempo, vergognandovi dei vostri
inutili
45
e falsi
idoli.
Ma
quelli
(2)
che venerano
per
il
il
Dio
tempo
tempo
{4)
abitando insieme
(5),
49
Plutarco,
Demostene, 20
~^fy-
xvTjij^a;
Poimandres
:-
27:
T7)s
vr,t{*aTs
VII (Vili,) I
3,o;a^,
,
. .
av3pw7:oi,
e^-jovt^c,
Tov
a-^-^dQ^.'xz
jt^t vrjAavTcc.cfr.
Rei-
tzenstein, Poimatidres,
II, 12, 19: tum deus sententia in (2j Lattanzio, Divv. Instt. peccatores data, eiecit hominem de paradiso, ut victum sibi labore
ipsumque paradisum igni circumvallavit, ne homo posset accedere, donec summum iudicium faciat in terra et iustos viros cultores suos in eundem locum revocet morte sublata, sicut
conqulreret,
cum
IO,
dlcit:
1^,;
(vv. 46-48).
Mtt. 19,
29;
Me.
Le.
io
35;
18, js
Ipi^rfkioi,
xrjTrov.
Cfr.
2, 15
;
Neemia
3, 33;
2, ;
Cant. 4,
^3;
Eccles. 2,
5.
Gen.
[Ezech. 36,
33 x^tto?
rpu^^], Gioele
51,3 r.oLpa^tiaoq. Sulle origini persiane della parola e raffronti con la mitologia babilonese, cfr. Cheyne in Enc. Biblica
Touco^s; Is.
e per altri punti d vista critici, e per la letteratura rabbinica, Bar-
ton, e Eisenstein, in Jew. Enc. {yoct paradise). Cfr. Ps. Sai. 14, TcaoBsiCTOs tou xupiou, r ^uXa t^? ^wT;"? oaiot arou.
(6) Cfr.
cfr.
1.
Ili
744
g.
ss.
Se questo
pane -paradisiaco
manna,
2 Baruch, 29,
APPENDICI
A)
NERO REDIVIVUS
la gioia della
plebe
romana all'annuncio della morte di Nerone, soggiunge che, nondimeno, non mancarono quelli che continuarono a venerarne la memoria e gli editti, quasi viventis et brevi magno inimiconini malo reversuri; e che anzi, in un'ambasceria
mandata
al
Senato,
il
re dei
Parti,
Vologeso, koc
etiam magno opere oravit, ut Neronis memoria coleretur. Tacito poi, (Histor. II, 8) descrive il terrore che provarono
Provincie d'Asia e d'Acaia alla falsa notizia del ritorno di Nerone, vario super exitu eus rumor e j eoque pltiribus
le
vivere
eum
una
suoi
ingan-
bene integrare la leggenda) col mocadavere di un altro, avesse trovato asilo presso
quei Parti che di Roma erano i nemici pi potenti, ed il cui re mostrava d'interessarsi cos vivamente alla memoria
dell'Augusto detronizzato.
questo
vita di
aggiungano gli oracoli, che gi durante la Nerone, avevano predetto ch'egli sarebbe stato un
si
;
ma per contro gli s, dal trono imperiale Orientis dominationem, nonnulli nominatimpromettevano
tempo, cacciato,
regnum Hierosolymoruntf
mancarono dunque
imbarazzi non
lievi.
i
114
queste voci
correnti,
restitutioiem. Approfittando di
fasi
fortunae non
La cosa non pu
vicini,
per rimanere nei paesi d'Europa ed in tempi a noi pi piena la storia di ogni popolo; e se nella illumi-
si
ascolto
ai
fecero la
avventure
sive,..
di
uno
di
questi
Italia
falsi
liberthiiis
ex
che,
un
piccolo
tempesta nel-
poi finalmente preso, ed suo capo, probabilmente per calmare le ansie del popolino,
di
Citno, vi sbarc, e fu
portato
Roma, Nello
altri,
stesso
luogo
(Hist,
II,
8-9)
egli
accenna ad
di
nel
corso dell'opera.
(Hist.
di
I,
Non
2) dove,
riassumendo
breve
le
invece
(1.
si
tratti
dello
stesso
individuo,
di
probanarra
Svetonio
e); Denique
cum post
me
exttisset
condicioiis
ncertae
qui
se
Neronem
esse
vehementer adiutus
et
vix redditus
La somiglianza
babile,
del racconto,
da una parte,
rende
pro-
ma
la differenza delle
dall'altra
Terenzio Massimo
Hist. Byzant.,
t.
di
II,
cui
quel
ci
qualche dettaglio
la
numero
dei
di
115
Nerone, costui raccolse largo aderenti in Asia, e fu accolto con onore dal re
il
Parti
Artabano
che recava
Tito, prepar anche una spedizione per rimetterlo Ad |ogni modo, che questi impostori operassero
sul trono.
sulla fal-
sariga di
in
di
una
si
il
fatto
che
tutti
ritrova
fantasie,
l'
abilit, cio,
nel
suonare
la cetra e
nel canto.
comunit giudaiche in cui era vivissima r aspettazione escatologica, questo mito dette luogo presso di queste ad un'abbastanza ricca fioritura leggendaria, che
Ma, accolto
dalle
alle
Chiese
cristiane.
Tra
le
testimonianze
mito,
si
non tutte a
so-
Vittorino di Pettau,
nel
.commento
voi.
(13, ,;
Corp.
Script.
EccL
Lat.
49,
120,5,
ss.):
Neronem
di
dicit...
tum
ribus
nttere
regem dignu7n
Lattanzio,
dignis,
lo
Ch'isti;
libello
De
nota 2 a pag. 92
Dei. XX. 19 C.
tare
il
Ili v.
363
ss.); di
S. E. L.
II
472
^^
473
e.
2 della
epistola di
il
S.
Paolo
Tessalonicesi,
mysterium iniqtiitaiis intendono Nerone redivivo, anzi, neppure ucciso, ma lo tU putaretur occisus, et vivum credono subtractum potius,
occultari in vigore ipsi2is aeiaiiSy in
qua
fuity
arni
cre-
deretur exsti7ictus, donec suo tempore reveletur et restituatur in regnum. Sed miltum mihi mira aggiunge subito
^st
haec opinaniium tanta praesumptio. Cosi contrario alla leggenda non si dimostra invece S. Ge-
rolamo, che,
oltre all'
al-
terarlo,
il
116
passo
(ii.
di
.^g
Vittorino su riferito
si
nel suo
a Daniele
P. L. XXV. 568. C)
commento
limita ad asserire,
senza commentare, come -multi nostrorum, putant ob saevitiae et turpitudinis magntn dinevi Domitium Neronem Ant:-
chrishim /ore.
Le
fa
invece
(Il
largo
Cronaca
28, e
tificazione di
C. S. E. L. I, pp. 82, ss): l'iden29 Nerone con l'Anticristo fondata sul fatto
primo e ferocissimo tra persecutori, reguni sed omnium hominum et vel hnil
i
spazio
Sulpicio Severo,
nella
sua
non dicam
ma7tiu?)t bestiarum
sordidissitnus,.. Inoltre,
accenna
al
fatto
che per suo ordine Vespasiano pose l'assedio a Gerusalemme, e che infine si sarebbe ucciso; ma il cadavere non
fu trovato.
Unde
:
secundum
illud,
plaga
quod de eo (Ap'oc. 13 J
sub saecidi fine mitteidus, ut -mysteriuvi iiiquitatis (II Tess. exerceat. Cos pure nel Dialoghi (II, 14) ibid. 2, ^/
197) riferisce la credenza che alla fine dei tempi Neronem Antickristum prius esse venturos ; quello in Occidente, ut idola gentium coli cogat, e questo in Oriente, a regnare
p. et
sopra Gerusalemme.
Tra
il
solo
come
il
tipo dell'Anticristo
(il
mistero
3.
il
Cri-
Omilia
IV
di
II
Tess. (P.
G. 62; 485-486).
Non
dal
mia intenzione
le
mito dell'Anticristo, e
opere gi menzionate
vari
miti,
di
nelle
volte; e
nemmeno
fusione dei
Belial,
dell'Anticristo e di
trattato
nell'
Nerone, a cui
alla
ha
sua
Introduzione
Ascension
volte citato
117
il
Charles,
(II,
nel pi
commento
vi
all'Apocalissi
giovannea
pp. 76-87).
sono negli Orac. Sibyll. parecchi passi che leggenda di Nerone, credo che possa valere la pena di esaminarli con qualche attenzione. Lasciando da parte il 1. ili, vv. 63 ss. che sono stati di-
Ma, poich
si
riferiscono alla
ci si
19-123, dove la leggenda riferita nella sua forma "pi semplice un re, caratterizzato dal fatto di essere r uccisore della madre, fuggir oltre l' Eufrate, e durante la sua fuga alla terra dei Parti, molti si contenderanno il
IV
libro:
1
:
trono di
Roma;
137-139,
si
nei
quali,
il
dopo l'accenno
l'
al-
prevede
ritorno
del Jitggitvo
di
attraversare
di
nuovo
Eufrate
la
alla
testa di
forte esercito,
strage
Tempio. Nerone dunque concepito qui come ancora vivente, ma il suo ritorno ha gi il carattere di una calamit inflitta da Dio su Roma
dei pil e per la distruzione del
come pena, ed
ritori
anche, forse,
uno
dei dei
segni
precor-
mondo.
ss.
Nel
V, 27
egli
ricordato per
il
matricidio e le
sue crudelt in genere, ma anche un terrbile serpente, che dar origine ad una guerra gravosissima, ed caratterizzato
nica, bens
non solo dalla molteplice attivit artistica ed istrioanche dal tentativo di tagliare l' istmo di Corinto i
e sparisce, e ritorna ugziagliando se stesso a Dio. il taglio dell'istmo viene rammentato nei versi 137 ss, ed a Nerone
attribuita
una nascita demoniaca, cio da Zeus e da Hera, ed impura (v. 146); egli anche qui un mortale che si uguaglia a Dio (lo^o; i^o>; cfr. Wa^wv Osco aTOv, v. 34),
una
volta di pi
si
386 dove
p.TjTjJoXsToci
sono
tutti
Romani). Egli
si
rifugier presso
118
con
essi
Re
dei
Medi e
dei
Persiani, e
preparer
la
la
rodi
lui
attribuita
rovina
Gerusalemme
spasiano
i
e del
Tempio
il
(fu
Ve-
pieni
poteri militari
rimase
giusto.
il
potere distrussero
ss.
si
la
grande
citt
ed
il
popolo
aggiunge
Mago
in
Simon
lui
poicli sono
le
senso morale) a devastare il paese, poich Dio gli ha concesso forza per fare ci che nessuno fra tutti quanti E' re ha mai fatto. Indi sono narrate le sue operazioni.
i
interessante confrontare questo luogo, con uno della Lettera di Barnaba, (IV, 4) ugualmente fondato su Dan. 7 .^. e ,-g.
il
profeta
un
uno
vidi la quarta bestia, malvagia e forte e pi critdele di tutte le bestie del mare, e come da lei spuntarono dieci
corni, e
cfr.
da questi tm piccolo corno, rampollo, [7J:y:poL'~ouoihiov TiapaoudiiiVov /.spa; Or. Sib. Ili 400) e come umili
;
Secondo
il
il
Lightfoot,- contando
decimo
Vespasiano;
regnante con
Inter-
ma
i
tre Imperatori
i
bens insieme,
tre
Vespasiano
lui
due suoi
figli,
il
Tito e Domiziano, a
piccolo
associati.
pretando
allora
uomo come
l'Anticristo,
ne segue
Lightfoot
distrut-
che
l'intero
questi
(da
il
come
I,
2, p.
509); e
-- 119
di
questa aspettativa
si
che abbiamo
Finalmente
sott' occhio.
i
versi
361-372
alle
Nerone superer in audacia ed abilit tutti gli uomini, e compir una distruzione e una strage, quali nesaggiungono
sun'altro.
:
Non
ai
passi
somiglianze o affinit con questi; mi limiter a segnalare 12 e -; 1336^ che, come ha dimostrato il Charles, sono un doppione di 1 7, g, con
questo
di
notevole, che
una
lieve alterazione, la
soppres-
simbolo non
pii
dell'Impero, bens
il
di
Nerone; e 17,^7.
Non meno
VAsc.
interessante
raffronto
con
un
luogo
uel-
Isaiae (IV, 2), a cui ho gi richiamato l'attenzione in nota a V, 145. (p. 76 n. 3).
Ma
scopo
costituisce
lo
successive
rappresentazioni Nerone venga acquistando sempre pi un carattere decisamente satanico. Mentre nel IV libro egli
V ha
gi assunto
ele-
menti
caratteristici.
passo su questa via, per ci che riguarda gli Oracoli Sibillini, segnato dal 1. Vili. Se in V 29 Nerone
L' ultimo
gi
il
fiiv;
'cpfc:,
in Vili
ixv
88
egli
un
7c&pa<'jpo;
r^pxwv;
Icrj^a.TOv
altro,
jtcrjiou
pii
tg
ts'^o;,
xal
91)
e,
particolare
interessante d'ogni
pi
rappresentato in forma
non
umana,
ma
di
belva
(Q'/ipa,
a;Yav,v.
157).
120
B) XEIPOnOIHTOS.
A
TT 017)
il
p.
40-I.
Ili,
618 -
(cfr. n. 4)
ho tradotto
I^'^ol x.s'-po-
TOC le
opere
risultato di
aggiungendo che questo era un mio studio sul)' uso ed il significato della
dell' idolatra,
parola.
in realt
se stesso;
zabile,
ma
problema
le
neotestamentaria, ho pensato di
Tra
difficolt
che presenta
il
racconto
sinottico
del
base a cui processo di Ges, pot essere condannato dal Sinedrio, non certo la minore n la meno interressante. Nella forma in cui tale racconto
quella dell'accusa specifica in
ci
la
bestemmia
com'
definita
Ma
se
si
tenga conto
dell' abilit
quali
Ges,
domande
al
dei
Farisei,
fronte
il
si
consideri
l'
tutto
eccita-
ambiente
in
si si
svolse
Sinedrio
acconvera
meno
della
bestemmia, purch
fosse
tale
da sollevare
contro
Ges
r indignazione della folla, che in quei giorni doveva essere la vera padrona di Gerusalemme. Quindi non sorprender
pi che
si
le
d'
una
tratter
vedere,
quale
di
esse
possa essere
stata
maggiormente
Sinedrio.
suscettibile
121
di
l'effetto
operare
voluto
dal
Ora
aiutarci
vi
nel racconto di
nel
(26,
dei tentativi fatti dai sacerdoti per tro-g ss.) parlano vare dei testimoni a carico di Ges. Finalmente riuscirono
a procurarsene,
attribuissero a
metterli
d'accordo,
ed
a fare
ch'essi
Ges la predizione ch'egli avrebbe distrutto e dopo tre giorni riedificato il tempio.
difficolt:
come non
alterata
nelle
ravvisare
corrotta,
in
sia
pure
delle
pronunciate da Ges, come mai potrebbero gli evangelisti testimoni di falsi f Ed infatti alcuni moderni intacciare
i
terpreti
di
seguono nella
sia
loro esegesi
questa
linea,
parlano
cio
dai
un' alterazione,
della
profezia,
compiuta
testimoni o da Giuda, sia del testo evangelico. Ma la grande maggioranza ricorre invece ad un altro sistema. S. Gero-
lamo (comm. in Mt; P. L. 26 col 209 D) dopo aver richiamato un passo di S. Giovanni, (2. ^9.^0) ^^ P*^"^ anch' egli
il
problema: quomodo falsi testes sunt, si ea dicunt, quae Dominus supra dixisse legimus? sed falsus testis est, qui non in eodem sensu dieta intelligit, quae dicuntur, Dominus
autem
Si tratte-
un annuncio
della risurrezione.
interessante notare
come questa
interpretazione, senza la
sottile
e nata in
i3, ^;
modo
S. E. L.
Inst.
i
IV,
fatti
C.
19
p.
p.
a questo modo ; at illi [Judaei) comprehensum {lesum) ac Pontio Pilato oblatum cruci adfigi postulaverunt, obi-
cientes
122
ei nihil aliud, nisi quod diceret se flium dei esse, si solveritis hoc regem ludaeorum; item quia dixerat aedificahtm est annis XLVI (i), ego illud templum, qui in triduo sine manbus resuscitabo significans futuram
brevi passionem
suam
et se a
la
ludaeis
interfectum
^^
tertio
s.
die resurrecturum .
Qui
conflazione di Giov. 2,
con
cj
Me.
avvia
per
14,
-g
quanto
1'
fors'
anche a
i)tof^op-7]'7to
Ma
parte
di
as-
surdit,
da un punto
al
puramente
critico, di
ricorrere
proprio
la spiegazione fondata sul testo giovanneo imche n Matteo n Marco avessero compreso il senso plica vero della profezia di Ges se, avendola messa in bocca di
sinottico
V Vangelo
per
l'interpretazione
un passo
falsi
testimoni,
non
si
sono
sentiti in
dovere
di riferire
la
profezia
essi
anche nel suo testo autentico, di dare precisamente quella spiegazione, che S. Giovanni fornisce invece
richiesto,
non
ed
in
(2),
(i)
Eracleone,
il
seguace
italico della
dosi a Giov. 2, 20 aveva gi scorto nel tempio ui'allusione mistica al corpo del Cristo, interpretando i 46 anni come un simbolo
dell'organismo sensibile
V. Brooke, and Siudies
(2) Si
in lui (il 4o\ (11 6) e degli elementi divini The fragments of Heracleon, Cambridge, 1891 (Texfs
I,
4)
fr.
16
Buonaiuti,
Frammenti gnostici
cit., p.
120.
vedano, fra
Mattheiv, e Gould,
St.Marh
Comm.', Wright,
A
;
greek
II,
Loisy L'vangile selon Marc Les vangiles synopfiqucs Ooi Swete, The Gospel acc. to Mark, p. 336 s. Lagrange,
; ,
Vvangile sei. Marc, p. 874; Montefiore, The syn. goss. I, 348; Wohlenberg, Das Evang. des Mark, p, 362 Zahn, Das Evang. des Matth?, p. 703; B. Weiss, Mark-Eva?ig., p. 225 Matth,- Evang., F. Millosevichj Na; ^r^EipoT^oirj-oc in Riv. Trimestrale di p. 467
;
Ma
che
"il
123
ci
racconto
di
Lattanzio
pili importante, e cio quelle parole sine manibus, che ho sottolineato, e che dovrebbero essere l'equivalente latino
-/ipo7voiv)Tov. Notiamo che in Marco questo epiteto riferito al fiuovo tempio, in contrasto con un altro,
del gr.
vecchio, che /clpo7vo^/5To;. Se dunque il primo aggettivo si riferisce al corpo del Cristo risorto, evidente
il
che bisogner
il
Ges, prima della risurmolto probabile che Lattanzio abbia secondo. rezione, intravisto questa diificolt, se si contentato di rendere
attribuire ai corpo di
egli,
il
retore
con
l'
incolore sine
il
manibus un aggettivo
latino,
nell'
cui corrispondente
anche
dei
uso classico,
aveva gi nell'epoca In realt, l'aggettivo j^sipoiroirjTo; neotestamentaria, una lunga Storia. Ed in primo luogo occorre notare com' esso si trovi numerose volte nei LXX e
sia
sempre messo in rapporto con l'idolatria, ricorrendo almeno cinque volte come un equivalente di 'elyl, ed in
passi
di
grande importanza
Giov.
a
(2).
(i)
In
2, i9
cod.
p. al
m.
(lo
ii)
Spectdum
del
il
suio
Xil,
erroneamente attribuito a S. Agostino). Uno sguardo pei Sabatier, Bibl. Sacrar. Lai. Versiones antiquae, dimostra subito
656,
sia solo.
i',
come Lattanzio
(2)
Lev.
2-"^
Isa. 2, ^g;
^g
io, ^^
ig,
31,-;
(=
santuario); 46,
6; Giud.
Dan.
LXX,
La
5,
4; 23;
6,2,
(gg);
denm ad
sui
opera manuum (Vulgata; idola, deos alienos, simlacra, scutptitia ; Isa. 46, e) tranne in Isa. 31 7 dove legge idola argenti
et idoxi auri sui quae fecerunt vobis catum), d'accordo con Q,s (v. oltre).
manus vestrae
(in
pec-
nto
del resto
124
come
pi volte
gli
profeti
si
siano
com-
opera delle mani dell'uomo, creati da una materia corruttibile, con il vero
idoli,
al
quale invece
capire
si
deve V opera
facile
dunque
come
e,
/^st.poxoi'o'^oc
possa a poco a poco essere passato dal nario ed etimologico ad uno pi specifico,
tecnico.
fatto.
il
significato
starei
origi-
per dire,
sul
Ma
Isa.
possiamo cogliere
31,
,
la
trasformazione quasi
In
(uno dei
testo
comune
dei
LXX
si
pu
imma-
ed
infatti
non interamente perduto, fosse passato in seconda il Codex Marchalianus (Q) che omette,
-/sipo-roC'/iTx
la
con
altri,
ri
l'
asterisco
esaplarico in margine)
ha
poi,
margine
stesso,
si^^Xa, e
naturalmente due volte. Senza allungare inutilmente la lista delle citazioni, mi contenter tuttavia di far rilevare che
un caso analogo
f^,
si
ha
in
Sap.
14,
(t
ysipOTroiviTOv
iTrixarapa-ov t jcocI -oivj'ax; ocuto...) dove la vari luoghi degli Vulgata ha Idolum. inutile riferire qui
i
111 605-606 e 618. che pare quasi assolutamente impossibile, , Ora, quello che una parola la quale aveva gi acquistato un valore
Orac.
Sibili,
dove
la
parola s'incontra,
come
al
proprio significato
in
N,
d' altronde,
passi del
Nuovo Testamento
;
mia interpretazione
anzi
semdi-
7, ^g
il
aXX'
ojr'
"r4"'To;
sv jj^stpoTvoiTOi^
xaToixst dove
il
125
^g.)
uno
coli
Dio vero ed
dei nostri ora-
Pi interessante
stolario Paolino,
presenta
l'
nell' epi-
circoncisione.
Che
dove due volte appare con riferimento alla cosa S. Paolo pensasse di questa, come
delle altre pratiche strettamente giudaiche, imposte dalla vecchia legge mosaica, risulta sufficientemente chiaro dalle lettere ai Calati ed ai Romani. Ma leggiamo anzitutto
Col. 2,
^^.
Si
parla
ivi
TCspiTtopL^
ycipoTCOtrira) sv
7rX,S'j<yi
toj
(To)'u.aTOi;
'-^v.Ci'X^x^:,
auTOV
il
vsvcpitv.
Ho
riferito
con-
sono
stati
bat-
rituale,
con
la
prova, a mio parere, esaurientemente Efes, 2, ^^_^y.. ^^rr [xovtusTS OTe ttot 0|/.ct(; x I9v/^ Iv aap/ti, 01 XcYO.asvoi
xpo^u<7Tia
^ipO7i:0!.l'T0U
aTT
t^? Xyop.v/jc
ET!.
[X
wptTO[/--/^
X(v(i)
V
^.^^pli;
ffapxt
TQTrS
TW
X.(XVp<3
Xoi-
TTOu
I
DvTirC^flt
si
syovTE?
>tal
Osoi
I
Iv
Tco
co'aixw.
al
due
passi
integrano a vicenda.
Gentili convertiti
l'
cristianesimo un
tempo
costituivano
incirconcisione,
ma
solo in rapporto a
quella
circoncisione
secondo
la
carne.
di
126
dalla
cui
il
vera e
spirituale,
della
ai
speranza;
Calati
gendosi
(5, ^^)
-^dp
dice l'apostolo
s/-
rivol-
-vsu'ijmiti
ttict^w; IatvHx
Non
Il
si
applica
in
jj.
meno bene
tei*zo
al
contesto
la
nostra
inter-
pretazione
un
Il
Cor.
5,
passo
la
Paolo Di fronte
alla
preoccupazione
avendo
di
pi materialistiche
"fAtov
egli
r,
ol/.a
'-/o;x5v,
OVACX.V
opavoi;
ed eterna nei
passi
neotestamentari
all'
che
riguardano,
^^
dove
con-
trapposto quello esercitato dal Cristo, dei beni venturi, ^ix /.al T7}(; TXstoTspa; rArr\-^y\% o y^ct-poTTOiviTOo, [xeC-^ovo;
TOUT
s^TTiv
x.ocl
TauTTo;
T'/j?
jctCtsw;
oS
r)i."
oiw.XTOq,
. .
Tpaywv
il
.aij^^wv,
le
Hidi cs
tou
Ifiou
ai[y,aTO?
dove
contrasto tra
pratiche false
incompiutamente vere
vecchia
legge,
(e
e quelle cristiane
linee.
il
caratteristicamente delineato in
poche
v.
questa sia l'interpretazione esatta lo conferma dello stesso capo, cu 24 ydp dq ^eipoTTolrjTot sldrjXOv
Che
Yi
Xpi'JTo;,
vTCTuwa twv
XefJivJv,
dXK
15
arv
{e s'indi
Tov opavcv... Qui l'intendere materiale, falso tende, religiosamente) presenta anche il vantaggio
servare ad vrCTu-reov
il
con-
di
immagine
attenuata
127
noi
pallida
ombra,
diremmo
di
cui
va
sempre perduto Vulg; which are the figures, Engl. Auth. Vers.
like in
Pattern, Rev. Vers; image, Crampon, etc). Quanto all' uso patristico, le due sole referenze che trovo
negli
I
Indices del Goodspeed, sono, entrambe di Giustino, Apol. 58. gj e Dial. e. Trifone 35,6. Nel primo luogo,
come
segue
infatti
chiamati demoni, che di si sforzano uomini dal Dio fattore e dal Cristo suo pri-
mogenito /.al Toc p.sv Tvj^ yr,^ \s.r, TratpscrOai uvxalvou; Tot^ Y'/jCvo!.? x.a.1 yipoTvot'OTOt,; xpoTr'XioTav xal Tcpo^ryXousi, To; \'7z\ ttv Ocojptav Oetwv p[/.<JavTa?
uTrex/.po'Jov-re?.
.
sic
rra'^siav Ij^vocHougiv.
Anche
mistici,
qui,
se
si
presso tutti
scrittori
di
cristiani,
e in genere,
del
tempo, quello pienamente x^tp. illuminato. Nel secondo passo, ad una difficolt mossagli da Trifone, cio che vi sono dei Cristiani quali non si pei
mi
sembra
ne
risulti
ritano di
idoli,
mangiare
delle
carni
di
animaii
sacrificati
agli
Giustino risponde che vi sono in realt di tali Cristiani, ma che sono tratti in inganno dagli spiriti dell errore
(1
Tim,
4,
^ che
a loro proposito
lupi
si
compiono
7,^5)
i
le
profezie
sui falsi
profeti,
quali,, ve-
in verit
a bestemmiare
comune con
loro,
wov
TOta
nondimeno XciTTiavo'j; auTOui; ^ycuffiv, ov rpcsv TC3?? s9vcrt r ovo[x,a tou ^0u iTriYpacpo'jffi
xal
ceninole,
le
jf^eipo-TwOirjToi;,
xal
Qloii;
TsXe-Tat? e
apparir chiaro
128
si
discosti dal
senso
dice:
quando
si
scrivono
II
il
nome
immagini.
a
dall' attribuitagli
Ges
accusa
idolatria, o falsit,
salemme,
1'
e ci
proprio
nei
che non pu lasciar dubbio. Ma nello stesso evidente che nessuno dei primi seguaci di Ges, tempo nessuno di coloro che rammentavano detti come Matt. 5,^.,
un'efficacia
della primitiva comunit giudazzante, pensiero che Ges avesse potuto prosimili. Ma e qui la modesta indagine
sul
filologica amplia un pochino quando s' incominci ad dna corrente affermare comunque vogliamo chiamarla
che
il
nel Cristo vide non solo l' Annunciatore del regno, ma Salvatore del genere umano, e che pertanto dalla propria ogica interna era condotta ad allargare l' attivit missionaria,
a condurla fuori del giudaismo, anche della Diaspora, ed a stabilire quasi un'antitesi, profonda se non irriducibile,
tra V economia antica e la nuova, allora ecco
fano
allo scrittore
dell'epistola agli
Ebrei
scuola
che da
S. Steatdi
passando
qualifica
istituti
la
agli
del
Non
stata
pro-
nunciata veramente da Ges, certo ad ogni modo, che dei discepoli immediati dovette ritenere una l' ambiente
simile attribuzione assurda; che
in altri
termini
un'afdi
fermazione
di
essi
129
il
mi sembra notevole
se
non
di
la
bestemmia
e que-
l.
L'offesa
nella
anche
bocca
ed
vag
va; tou
Ed
allo
stesso
modo anche
in
xa7raXu(7o) subisce
un'altra
attenuazione,
^uva^at.
C)
130
'Ayv/t:o(;,
7; 17,
Yio?,
svj.oi;
Ili,
709.
III,
fr.
46;
([J-eV-^
;
^'^')
^Jfl>
69^-
javaToc
III,
lOi
48; 717;
(xxtaT/i;) III,
35;
(Yv/]Tri<;
v5po>7ra)v) III,
V, 76; (sl
iJieSeoov) III,
594;
604;
('^apu'xxuTro; opaviujv)
cili:^
"/.eip?
^ava-roio, III,
672; 676.
3^<j;pxT0i;,
tS'.o:;,
III,
;
II,
(Yeraoi?) V, 498,
(xTiOTTi?) fr.
Ili,
V, 427
Ili,
tuivio?,
15;
17;
(ttev
(Sv)V,
2771360;
500;
X/i^r,;,
iX7)5^ivo'c,
V, 499;
fr.
I,
IO.
Ili,
20;
fr.
46.
fr.
I,
i|j.SpoToq,
av:c^,
111,
11.
V, 35212;
I,
iopato!;, III,
oloTOYevTJ?,
aToa>uvj!;,
fr.
fr.
I,
8.
17.
III,
fr.
12.
Ili,
acfSapxo;,
17.
a^iToc, V,
BafftXeu? Ili,
fr. Ili,
42; (J0?
f/.e>? ^)
IH.
V, 76.
rsve-cvp,
{5(I)V
131
(iuyoxpp'io? y.)
V, 500;
278; (jocvaTO?
ysveT/i? -rcavTwv
vJpoJ'rewv) III,
YVo>(jT7](;,
fr.
604.
I,
4.
"E^0)(_0(;
(c5
p-voi;.
iv),
V, 284.
STIt(7X0U0?
(av^pOJTTOJv) fr. I,
fr.
I,
3
IO
(Cfr.
TiaVSTriSKOTTOc;)
(cfr. opav'.oq).
ZJv
() III, 763.
fr.
I,
15.
KpaTcdv (aTtavTa)
XTCffT'^*;,
fr.
I,
17
(cfr.
TiavToxp-iTwp).
III,
I,
io; 704;
;
I7
(-n:o(.yTOTp:j.O!;
x.)
fr.
(vaoto fxsYtsTou)
V, 433.
Maxap,
jjLttptu;
III,
1.
fr.
(TiavTwv)
I,
4-
p-eV?, III, 735; (^20?) Ili, 19; 71; 91; 97; 162; 194; 246;
274; 490; 556; 557; 575; 584; 657; 665; 671; 687;
698 818
(s'vao? Ts);
;
IV, 6
Xeu?) Ili,
25
406
500
(.&.
{a.
pa-ri-
571
[Jt..
<^v)
fr.
I,
15
([/..
l\oypc
(ISv)
V, 284.
Opavto?, Ili,
il
l,
19;
(5so'<;) III,
174; 247.
(cfr-
sitoupavio?
ed
seg.)-
807;
li; V, 298;
fr.
I,
11.
riaveTcEffKOTtoi;,
TcaveTtoTcrr,!;,
132
ed
il
V, 352
I,
(cfr,
iriffxoTioi;:
il
Seg.).
fr.
fr.
4. (cfr.
preccd,).
icpuTavi?).
7sav-oxpaTu)p,
TtavuTtepTaTOi;,
7rpuT7.vi<;
I,
(cff. xpaTiv;
fr.
Ili,
(cfr, tJTrso.aeys5-Y|?).
;
(utxvTcjJv),
V, 277
499
(cfr.
TravToxpttTwp).
So:>o?;
ffcoTTp,
V, 360.
III,
35.
.'JC-Kepiieyi^'/\z,
fr.
I,
7.
(cfr. 7:avuTtC''^*'^0-
tppsfxsTyi?, Ili'
i; V,
433
(cfr.
3apu/.T'J7ro;).
Ili,
719;
fr. I, 4.
(cfr. oiJ-
panoq ecc.).
Wu /oTpocpo;
(Yever/jp) V, 5^0.
INDICE
Introduzione
:
il
libro 111
...
Fag.
VII
il
libro libro
IV
XXVIl
XXXIII
il
Appunti
bibliografici
XXXIX
il
libro III
libro libro
il
IV
il
......
54
6S
frammenti;
1
.
104
107
II
III
108
Appendici
A) Nero
E)
redivivus
.
113
.
.
Xsipo.-oirj-os
120
130
LIBRERIA
DI
CULTURA
ROMA
D'imminente pubblicazione :
Garroni Adalberto.
Letizi Furio.
Studi di antichit
e martire d
L.
io
S.
Domnio vescovo
Salona
6
2
15
Per una
Meloni Gerardo.
Segr Angelo.
...
mondo
.........
ir--*-
20
^""^
I^IIj.A.3SrO
di
Detti d Ges,
dei
(1
Logoi
Oxyrhyncus)
reintegrato,
papiri, testo
traduzione italiana,
dice di
Agrapha. Un volume
grande formato,
rilegato,
di
gran
numerati.
Di prossima pubblicazione :
Gli Atti di Paolo e Tecla, a cura
di
M. ZAPPALA'.
LIBRERIA
DI
CULTURA
ROMA
SCHITTOE.!
Volumi pubblicati :
1.
OrtlSTIA-IsTI -A.3SrTI03EH
La
lettera a Diogneto. Testo, introduzione, traduzione e note a cura del Sac. ERNESTO BUONAIUTI, professore ordinario di Storia del
Cristianesimo
nella
Universit
di
Roma
L. 3
...
S. Felicita. Testo, inlatine
1,60
La Passione
di S.
Perpetua e
SEPPE Sola,
nel
Liceo-Ginnasio
11
Velletri
3.
Bardesane,
DELLA Vida,
semitiche
Frammenti
Universit di Roma.
5. Il
Pastore di Erma.
quadrati in
stolica.
dall'
FALDATI.
In corso di pubblicazione :
11
di
M. FERMI.
M. ZAPPALA'.
U. FALDATI.
a cura di
|''^,',1',:9,''
CHICAGO
44 755 820
T/tT .07