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I Padri costituiscono ancora oggi un indi- Raffinata riscrittura del Quarto Vangelo ne-
spensabile punto di riferimento per l’espe- gli esametri e nello stile della più solenne
rienza cristiana. poesia epica, la Parafrasi del Vangelo di san
Testimoni profondi e autorevoli della più im- Giovanni è opera forse meno nota, rispetto
mediata tradizione apostolica, per la parte- alle Dionisiache, del misterioso poeta Non-
cipazione diretta alla vita della comunità cri- no di Panopoli (V secolo). Tuttavia, rappre-
stiana, in loro la tematica pastorale è ric- senta un’originale e affascinante operazione
chissima, lo sviluppo del dogma illuminato
da un particolare carisma, la comprensione
delle Scritture guidata dallo Spirito. La pe-
netrazione del messaggio cristiano nel con-
testo socio-culturale della loro epoca, impo-
NONNO di sintesi tra cultura classica e cristianesi-
mo, nonché uno dei testi più interessanti
della letteratura greca tardoantica. Si propo-
ne qui la prima traduzione integrale italiana
della Parafrasi , con un ampio commento
DI PANOPOLI
nendo la trattazione di problemi i più vari e che ne affronta le spinose questioni testuali,
scottanti, porta in loro alla indicazione di interpretative e storico-religiose e un’intro-
soluzioni che si rivelano per noi straordina- duzione che offre un inquadramento gene-
riamente attuali. rale aggiornato su Nonno e la sua opera: un
Di qui, il «ritorno ai Padri», con una iniziati- utile strumento sia per chi si accosta per la
va editoriale che cogliesse le esigenze più prima volta alla lettura di Nonno che per
vive, e talvolta anche più dolorose, in cui si studiosi più avanzati.
dibatte la comunità cristiana di oggi, illumi-
nandole alla luce delle prospettive e delle
soluzioni che i Padri offrirono alle loro co-
munità. Il che può, oltretutto, costituire un
criterio di certezza, in un momento in cui
forme di malinteso pluralismo possono in-
parafrasi del Matteo Agnosini si è formato presso la
Scuola Normale Superiore e l’Università di
Pisa. Studioso di letteratura greca tardoanti-
ca e cristiana antica, si è occupato in parti-
colare dell’opera di Nonno di Panopoli (V
generare dubbi e incertezze nell’affrontare
vitali problemi.
La collana, fondata da A. Quacquarelli e di-
retta da C. Moreschini, prof. ordinario nel- vangelo di secolo), della produzione poetica di Grego-
rio di Nazianzo (330-390) e della ricezione
del classico. Attualmente sta preparando
una traduzione italiana con note dello scritto
nonno di panopoli
l’Università di Pisa, è curata da docenti Contro Nestorio di Cirillo di Alessandria e
qualificati e specializzati nelle singole ope-
re, che in una prosa piana e moderna tra-
ducono tutta la spontaneità con cui i Padri
scrivevano. san giovanni un’edizione critica con commento del carme
II 1, 45 di Gregorio di Nazianzo.
€ ??,00 i.i.
COLLANA DI TESTI PATRISTICI
fondata da Antonio Quacquarelli
diretta da Claudio Moreschini
vicedirezione di Emanuele Castelli
263
Nonno di Panopoli
PARAFRASI
DEL VANGELO
DI SAN GIOVANNI
Introduzione, traduzione e commento
a cura di Matteo Agnosini
Copertina di György Szokoly. Restyling di Rossana Quarta
ISBN 978-88-311-8263-8
1. Nonno di Panopoli:
un misterioso poeta nell’Egitto tardoantico
1
Cf. F. Vian, L’épopée grecque, in AA.VV., Actes du Xe congrès de l’As-
sociation Guillaume Budé (Toulouse, 8-12 avril 1978), Les Belles Lettres, Paris
1980, pp. 78-81.
8 Introduzione
7
L’indicazione geografica fornita dall’epigramma è stata così spiegata
per la prima volta da D. Gigli Piccardi, Nonno, Proteo e l’isola di Faro, in
«Prometheus» 19 (1993), p. 234 con n. 20.
8
Sull’immagine dell’arma spirituale, intellettuale e sulle sue possibili
origini in àmbito teurgico, caldaico e magico cf. D. Gigli Piccardi, Metafora e
poetica in Nonno di Panopoli, Università degli Studi di Firenze, Dipartimento
di Scienze dell’Antichità Giorgio Pasquali, Firenze 1985, pp. 156 e 222ss. Un
ulteriore modello per l’immagine dell’«arma di voce» è apportato da D. Gigli
Piccardi, Nonno di Panopoli. Le Dionisiache, cit., pp. 49s., che cita Pindaro,
Olimpiche II 83-86, richiamandosi al quale «Nonno si apparenta […] a una
concezione elitaria e misticheggiante della poesia, a quel filone orfico-neopla-
tonico che egli cerca di conciliare con l’epica oggettiva, narrativa di Omero»,
avvalendosi dell’«immagine della poesia come arma dello spirito […], capace
di sconfiggere ciò che è legato alla terra» (ibid., p. 50). Per l’importanza e
l’impiego del termine «voce» e dell’immaginario a esso relativo nella Parafrasi,
cf. A. Rotondo, La voce (φωνή) divina nella Parafrasi di Nonno di Panopoli, in
«Adamantius» 14 (2008), pp. 287-310: 295ss.
Introduzione 11
9
Il rapporto concettuale tra il secondo verso del distico e l’immagine
dell’«arma spirituale» di Dion. XXV 270 era stato messo in evidenza da A.
Wifstrand, Von Kallimachos zu Nonnos, cit., p. 167. Il parallelo con Dion.
XXV 265 è invece stato sottolineato da D. Gigli Piccardi, Nonno di Panopoli.
Le Dionisiache, cit., p. 49 e n. 127.
10
Questa ipotesi deve essere molto antica, se è confutata già da J.A.
Fabricius (1668-1736) nella sua Bibliotheca Graeca VII 684. Cf. poi la pano-
ramica di studiosi che l’hanno adottata presente in B. Abel-Wilmanns, Der
Erzählaufbau der Dionysiaka des Nonnos von Panopolis, P. Lang, Frankfurt
am Main-Bern-Las Vegas 1977, pp. 9s. Più recentemente, la possibilità di un
riferimento a un’ipotetica Gigantomachia di Nonno è stata recuperata come
alternativa che non si può escludere con certezza da N. Kröll, Die Jugend des
Dionysos. Die Ampelos-Episode in den Dionysiaka des Nonnos von Panopolis,
«Millennium-Studien zu Kultur und Geschichte des ersten Jahrtausends n.
Chr.» 62, Walter de Gruyter, Berlin-Boston 2016, p. 4.
11
L’ipotesi che la «mietitura dei Giganti» rimandasse alla scena di Gi-
gantomachia di Dion. XLVIII era stata proposta da alcuni editori dell’Anto-
logia Palatina (Jacobs, Stadtmüller), la raccolta che contiene il distico di cui
qui si discute.
12 Introduzione
12
Che la «mietitura dei Giganti» facesse riferimento alla Tifonia è stato
proposto dal già citato J.A. Fabricius, Bibliotheca Graeca VII 684.
13
L’ipotesi di interpretare la «mietitura dei Giganti» come un’allusio-
ne all’impresa di Cadmo è di P. Collart, Anthologie Palatine IX. 198, cit., p.
143, che però contempla anche un possibile riferimento alla Gigantomachia
di Dion. XLVIII.
14
Cf. E. Livrea, Il poeta ed il vescovo: la questione nonniana e la storia,
cit., p. 111.
15
Cf. A. Ludwich, Nonni Panopolitani Dionysiaca. Volumen prius li-
bros I-XXIV continens, «Bibliotheca scriptorum Graecorum et Romanorum
Teubneriana» 50, in aedibus B.G. Teubneri, Lipsiae 1909, p. vi e poi V. Ste-
gemann, Astrologie und Universalgeschichte. Studien und Interpretationen zu
den Dionysiaka des Nonnos von Panopolis, Verlag und Druck von B.G. Teu-
bner, Leipzig 1930, p. 206 e F. Vian, Nonnos de Panopolis. Les Dionysiaques,
vol. I, Chants I-II, cit., p. lvi.
Introduzione 13
16
Cf. E. Castelli, Il titolo taciuto. Sull’epigramma IX, 198 dell’Antho-
logia Palatina e la trasmissione dei Dionysiaca di Nonno di Panopoli, cit., pp.
633ss.
17
Cf. ibid., pp. 635 e 639ss.
14 Introduzione
questo punto di vista, il silenzio del distico sul titolo e il fatto che il
più autorevole manoscritto medievale delle Dionisiache, il Lauren-
tianus plut. 32, 16, ce le trasmetta in forma anonima (cf. infra, §
2.1) potrebbero obbedire a una strategia o un intento molto simili 18.
In effetti, anche per la trasmissione anonima del poema nel Lauren-
tianus plut. 32, 16 sono state formulate ipotesi di censura postuma
del nome di Nonno 19, motivata forse dall’imbarazzo di attribuire a
un autore cristiano versi a prima vista così scopertamente pagani 20.
Ma tornando al distico su Nonno, è stata proposta anche un’al-
tra interpretazione, in base alla quale i Giganti dell’epigramma non
sarebbero soltanto quelli del mito, ma potrebbero anche valere come
definizione metaforica per indicare gli eretici. Perdipiù, l’immagine
della voce come arma presupposta dall’espressione «con arma vocale»
tornerebbe sia nelle Dionisiache che nella Parafrasi (in particolare
nell’episodio del sacerdote di Zeus che sconfigge Tifeo con la propria
voce in Dion. XIII 479-497 e in quello degli armati che, all’arresto
di Gesù, sono sopraffatti dalla sua sola voce in Par. XVIII 34-38).
L’epigramma, allora, alluderebbe non più soltanto alle Dionisiache,
ma anche alla Parafrasi del Vangelo di san Giovanni, l’opera più
apertamente cristiana e di maggiore impegno teologico di Nonno:
in questo risiederebbe la sua pointe. Con questa lettura, la paternità
nonniana di entrambi i poemi e l’unitarietà globale di ispirazione
dell’opera risulterebbero sottolineate. Anche la menzione nel distico
dell’isola di Faro si caricherebbe allora di un nuovo significato, per-
18
Cf. E. Castelli, ΠΟΙΗΜΑΤΑ ΔΙΟΝΥΣΙΑΚΑ. Agazia e la prima circola-
zione dei versi dionisiaci di Nonno di Panopoli, in «Vetera Christianorum» 53
(2016), pp. 68s. e Id., Il titolo taciuto. Sull’epigramma IX, 198 dell’Anthologia
Palatina e la trasmissione dei Dionysiaca di Nonno di Panopoli, cit., pp. 639ss.
19
Cf. D. Del Corno, Nonno di Panopoli. Le Dionisiache, vol. II, Canti
13-24, traduzione di M. Maletta, note di F. Tissoni, Adelphi Edizioni, Milano
1999, p. XIII.
20
Cf. E. Livrea, Il poeta ed il vescovo: la questione nonniana e la storia,
cit., p. 123, per cui la trasmissione anonima del Laurentianus plut. 32, 16 sa-
rebbe spiegata, all’interno della sua ipotesi di identificazione di Nonno con
un omonimo vescovo di Edessa (cf. infra, § 1.4), dalla «riluttanza del mondo
bizantino ad attribuire ad un vescovo un poema così marcatamente paganeg-
giante».
Introduzione 15
21
Quest’ultima interpretazione del distico come riferito a entrambi i
poemi nonniani qui riassunta è stata elaborata da E. Livrea, ibid., pp. 111ss.
22
Cf. G. Agosti, Nonno di Panopoli. Parafrasi del Vangelo di San Gio-
vanni. Canto Quinto, «Studi e Testi» 22, Università degli Studi di Firenze,
Dipartimento di Scienze dell’Antichità Giorgio Pasquali, Firenze 2003, p. 84
n. 150.
23
A questo proposito, cf. D. Gigli Piccardi, Nonno di Panopoli. Le Dio-
nisiache, cit., pp. 48ss.
CANTO I
1
La prima parte del prologo del Vangelo di Giovanni è resa da Nonno
con dovizia di espansioni che introducono sviluppi esegetici assenti nel testo
parafrasato. Gran parte di essi è improntata all’interpretazione fornita da Ci-
rillo di Alessandria: si riscontra infatti, ad es., in In Jo. I 1 (PG 73, 29 C) la
stessa stretta relazione istituita nel v. 1 tra l’esistenza in principio del Verbo
(Gv 1, 1), la sua atemporalità e l’inafferrabilità e l’ineffabilità relative alla sua
generazione che ne conseguono. Nonno, tuttavia, come giustamente notato
da C. De Stefani, Nonno di Panopoli. Parafrasi del Vangelo di S. Giovan-
ni. Canto I. Introduzione, testo critico, traduzione e commento, «EIKASMOS
Quaderni Bolognesi di Filologia Classica - Studi» 6, Patron, Bologna 2002, p.
103, si distacca talvolta da Cirillo, come nell’interpretazione dell’espressione
«in principio», che Cirillo riferisce al Padre (cf. In Jo. I 2, PG 73, 32 B), men-
tre Nonno sembra forse intenderla in senso cronologico. Un’altra fonte per
110 Nonno di Panopoli
c’era un tale, abitante del colle deserto che vaga sui monti,
15 dell’antico Battesimo araldo: il suo nome 30
era divino Giovanni, che salva i popoli. Egli era
nunzio di salda Parola, per rendere testimonianza
circa la luce, affinché tutti, di un solo araldo al grido,
avessero la retta fede, eterna madre del cosmo.
20 Non era lui l’intellegibile luce, ma solo 35
per aprire per tutti la bocca ispirata da Dio
e precursore mostrarsi della luce non annunciata,
offrendo pubblica testimonianza al popolo che accoglie Dio 2.
E, infatti, col Padre suo, la vera e primigenia 3 luce
25 era il Verbo unigenito, che purifica ogni uomo
illuminando con raggi spirituali la natura degli uomini 40
che giungono in terra; era nell’incredulo mondo,
inosservato, e il mondo infinito esisteva per mezzo di lui;
l’elaborazione nonniana sembra essere il Simbolo Niceno-Costantinopolitano,
il cui apporto parrebbe visibile ai vv. 1 e 6 («Senza tempo» e «più antico 45
del cosmo» ~ «prima di tutti i secoli»), 2 («della stessa natura del Padre»),
3 («luce da luce»), 4 («assiso accanto sul trono» ~ «siede alla destra del Pa-
dre»), 6 («artefice del cosmo»), 7-8 («furono tutte le cose […] / quelle senza
respiro e quelle che respirano» ~ «creatore […] / di tutte le cose visibili e
invisibili»). Non mancano poi elementi ispirati a una lunga tradizione di po-
lemica antiereticale: ad es., al v. 4, la nozione dell’indivisibilità del Verbo dal
Padre riprende un’immagine frequente nella polemica antiariana: gli ariani,
infatti, erano stati accusati di «dividere» in termini di sostanza il Figlio dal
Padre affermando la creaturalità del primo. Per ulteriori dettagli, cf. C. De
Stefani, ibid., pp. 103-117.
2
La traduzione dei vv. 20-23 tenta di riprodurre, anche a costo di qual-
che forzatura, la sintassi del testo greco, a sua volta fedelmente modellata su
quella di Gv 1, 8, lett. «Non era lui la luce, ma affinché desse testimonianza
sulla luce», correntemente reso come «Non era lui la luce, ma doveva dare
testimonianza alla luce».
3
Mi discosto qui dalla traduzione adottata da C. De Stefani, Nonno di
Panopoli. Parafrasi del Vangelo di S. Giovanni. Canto I, cit., p. 89, che rende
l’aggettivo ἀρχέγονος in maniera etimologica come «signora della nascita» (cf.
anche ibid., p. 87 al v. 15, «battesimo che governa la nascita»). Preferisco ve-
dere nell’occorrenza del v. 24 un caso in cui l’aggettivo mantiene il suo valore
di «primordiale»: cf. D. Gigli Piccardi, Nonno di Panopoli. Le Dionisiache,
cit., p. 822 ad Dion. XII 68.
Parafrasi del Vangelo di san Giovanni, I 14-46 111
4
La metafora agricola della semina/aratura è tradizionale nella lettera-
tura greca per designare la procreazione.
5
Per questo nesso cf. supra, Introduzione § 3.6.
6
La traduzione italiana tenta di rendere il concettoso ossimoro nonnia-
no ὀψίγονος προγένεθλος, lett. «nato dopo, generato prima», con cui, mediante
due aggettivi che insistono su una radice connessa con la nascita, è espressa
la generazione del Verbo prima dei secoli (προγένεθλος) e, nello stesso tempo,
la sua nascita nella carne (ὀψίγονος) che è avvenuta «ultimamente, in questi
giorni» (cf. Eb 1, 2).
7
Per le possibili problematiche cristologiche relative a Par. I 39-41 (e in
particolare al v. 41) cf. supra, Introduzione § 3.6.
8
Nonno interpreta Gv 1, 14 «e venne ad abitare in mezzo a noi» in
maniera piuttosto elaborata: probabilmente, la sua resa non significa soltanto
«abitare (cioè vivere) tra gli uomini», bensì anche qualcosa come «abitare la
stessa casa condivisa anche dagli uomini», con riferimento alla carne, al cor-
po. Anche in questo caso, c’è forse una traccia dell’influenza di Cirillo: cf. In
Jo. I 9 (PG 73, 161 B-C) dove l’abitazione di Gv 1, 14 è intesa come «prendere
dimora nella carne» e l’«in mezzo a noi» del Vangelo è spiegato in termini di
«parentela, fratellanza» con Cristo secondo la carne.