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I.

Le parole e i sentimenti della Bibbia: lamicizia

UNIRRUZIONE DI GRATUIT

Lamore nella Bibbia si presenta come esperienza cos ricca da poter assumere
forme diverse secondo i soggetti e le relazioni. Di amore quindi si pu parlare a
proposito della relazione tra Dio e luomo, luomo e donna, tra genitori e figli, tra
fratelli e anche tra persone che, entrando in contatto per vari motivi, fanno esperienza
di un forte senso di reciprocit e della gioia di stare insieme che prende il nome di
amicizia.

Lamicizia si presenta come la forma di amore pi sorprendente perch esula da


ogni registro di diritti e doveri e si presenta come unirruzione di gratuit che offre la
percezione della pienezza del vivere. Si tratta di una relazione umanissima che
permette alluomo di essere se stesso e al tempo stesso di essere lavorato per
diventare ci cui chiamato nella sua vocazione pi profonda.

Chi ti tocca entrato in te, ormai lo ospiti in casa, traccia solchi, lavora il tuo
terreno, estirpa radici, porta semi, sollecita e risveglia le sorgenti della vita
Lamico amico perch ti tocca (E. RONCHI, I baci non dati, Paoline 2007, 7).

AMARE LAMICO COME SE STESSO

Unespressione della bellezza e della profondit di questa forma di amore che


lamicizia appare nel primo libro di Samuele ai capitoli 18, 19 e 20. Si tratta
dellamicizia tra Davide e Gionata. La vicenda di questo rapporto, tessuto
nellintreccio di una storia di coraggio, dedizione, minaccia, guerra, bont e
tenerezza, rivela che lamicizia ha il potere di oltrepassare limiti e difficolt per
maturare in un luogo eterno che ne garantisce la durata: lanima. Davide e Gionata,
come tutti gli amici, si incontrano sul campo dellinteriorit che dice tutto il proprio
mondo di affetti, volont, sogni, aspirazioni. qui che si avvertono consonanze e
corrispondenze che hanno poi riscontri anche allesterno.

Per accedere allamicizia bisogna vibrare su unaltra lunghezza donda,


essere aperti a unaltra dimensione, quella dellinteriorit (X. LACROIX, Elogio
dellamicizia in R. COMTE J. LACROIX R. SCHUTZ E AA. VV., Lavventura
dellamicizia, Qiqajon, 9-10).

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Gionata, figlio del re Saul, colpito dalla personalit di Davide, un giovane che
mette a repentaglio la propria vita per sfidare il gigante Golia, dimostrando un
coraggio fuori dal comune. Le parole che Davide rivolge a Saul rivelano tutta la sua
nobilt danimo e Gionata si sente spinto con grande naturalezza a nutrire stima e
affetto per lui e a instaurare con lui unamicizia sancita dal dono (le sue vesti e le sue
armi!).

Il testo offre uno spaccato dellinteriorit di Gionata: La vita di Gionata sera


legata alla vita di Davide, e Gionata lo am come se stesso (1Samuele 18,1). In
Davide Gionata vede un altro se stesso, un bene prezioso quanto la sua stessa vita, da
custodire e proteggere addirittura da suo padre stesso. Quando infatti Saul cercher di
uccidere Davide, sar Gionata a intervenire per farlo desistere pi volte dal suo
intento sanguinario dettato dalla gelosia. Questo sentimento di affetto appare inoltre
ricambiato da Davide che alla morte di Gionata lo pianger in questi termini: Una
grande pena ho per te, fratello mio, Gionata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia
era per me preziosa, pi che amore di donna (2Samuele 1,26).

UN TESORO PER LA VITA

Ma i testi che dedicano una pi ampia trattazione al tema dellamicizia sono


quelli sapienziali. Il libro del Siracide arriva a descrivere lamico in termini di bene
prezioso, di tesoro (Siracide 6,14). Il suo statuto quindi quello di dare valore a
ci che si e a ci che si possiede.

Il tesoro dellamicizia posto anche a fondamento della relazione stabile e


duratura dei due innamorati del Cantico tanto che lo sposo parla pi volte della sua
amata in termini di amica mia (Cantico 1,9.15; 2,2.10.13; 4,1.7; 5,2; 6,4) e anche la
sposa rivolgendosi alle figlie di Gerusalemme parla del suo amore come dellamico
mio (Cantico 5,16). Lamicizia appare allora come esperienza di pienezza che
intercetta i sensi e apre alla gioia della vita nella celebrazione dellaltro e della sua
presenza. Lamico nella Scrittura addirittura assimilato al vino nuovo a
significare che pi unamicizia resiste al tempo pi manifesta la sua bellezza e a
richiamare lesperienza della gioia che ad essa fortemente connessa (cf. Siracide
9,10). Al contrario il venir meno dellamicizia sperimentato come il dramma che
scaraventa luomo nellabisso della solitudine e dellabbandono: Anche lamico in
cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede (Salmo
41,10).

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Il libro dei Proverbi proclama linossidabilit dellamicizia: Un amico vuol
bene sempre, nato per essere un fratello nella sventura (Proverbi 17,17) e in pi
luoghi ne riconosce la bont: nel rimprovero, nel consiglio, nella presenza costante
(cf. Proverbi 27,6.9.10).

Ma la vera celebrazione dellamicizia racchiusa nel capitolo 6 del Siracide. Il


testo mette laccento innanzitutto sulla qualit del linguaggio umano. La relazione
parte dalla parola. Se essa buona, rivela un cuore buono che attira affetto: Una
bocca amabile moltiplica gli amici, una lingua affabile le buone relazioni (Siracide
6,5). Per la sapienza biblica lamicizia non esperienza da vivere a cuor leggero.
Essa non si basa solo sullemozione del momento, ma su unesperienza di lunga
durata, la cui resistenza va provata: Siano molti quelli che vivono in pace con te, ma
tuo consigliere uno su mille. Se vuoi farti un amico, mettilo alla prova e non fidarti
subito di lui (Siracide 6,6-7).

Il libro del Siracide svela i tranelli cui si pu andare incontro quando alla parola
amico non corrisponde ladeguamento della volont e dellagire, mettendo in
guardia da chi amico solo di nome (cf. Siracide 37,1). Per questo il testo enumera
varie tipologie di amicizie, fornendo utili criteri in vista di un fruttuoso
discernimento.

LAMICIZIA CHE NON DURA

Lamicizia non dura se sposa linteresse: C chi amico quando gli fa


comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura (Siracide 6,8).

Lamicizia non dura se apre la porta allinvidia: C anche lamico che si


cambia in nemico e scoprir i vostri litigi a tuo disonore (Siracide 6,9).

Lamicizia non dura se si fonda sul piacere o sullattaccamento ai beni: C


lamico compagno di tavola, ma non resiste nel giorno della tua sventura. Nella tua
fortuna sar un altro te stesso Ma se sarai umiliato, si erger contro di te e si
nasconder dalla tua presenza (Siracide 6,10-12).

Lamicizia non dura se si manca di intelligenza nella valutazione dei rapporti


e nel discernimento: Tieniti lontano dai tuoi nemici e guardati anche dai tuoi amici
(Siracide 6,13).

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LA FEDELT: GARANZIA DELLAMICIZIA

Il testo del Siracide, dopo aver mostrato tutti i pericoli connessi allinstaurarsi di
un autentico rapporto di amicizia, propone un criterio inconfutabile per la scelta dei
propri amici: la fedelt.

Un amico fedele rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico
fedele non c prezzo, non c misura per il suo valore. Un amico fedele medicina
che d vita: lo troveranno quelli che temono il Signore (Siracide 6,14-16).

La fedelt la capacit di custodire laffetto per laltro in ogni situazione e


circostanza, anche nelle prove, testimoniando una reale premura a custodire davvero
il bene dellaltro e la sua vocazione pi intima.

Le amicizie sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel


bene (FRANCESCO I, Omelia nellinaugurazione del ministero petrino del 19 marzo
2013).

La fedelt il vero prodigio dellamicizia che la rende a prova di fuoco, che le


permette di superare le distanze e di essere non solo armonia affettiva ma anche
relazione di comunione. Lamicizia vera allora diventa rifugio, tesoro
inestimabile e medicina che d vita. Nellamicizia il cuore dellaltro diviene luogo
di accoglienza e ospitalit dove sia ha la possibilit di sostare, riposare, ritemprarsi; la
comunione che in essa si sperimenta ha un valore incalcolabile perch la forza di
questo legame si trasforma in fonte di fiducia verso se stessi e verso la vita;
nellamicizia infine lattenzione e la premura dellaltro simile a una terapia
medicinale che cura il corpo guarendo anche lo spirito e accrescendo la passione per
la vita.

Per la sapienza biblica, lamicizia autentica non solo espressione di umanit


che genera a sua volta umanizzazione, ma anche realt sacra che reca in s
limpronta del divino. Chi vive lamicizia con Dio non si confonde nella scelta degli
amici. Lamicizia con Dio infatti diviene per lui anche un apprendistato dellamicizia
con gli uomini: Chi teme il Signore sa scegliere gli amici: come lui, tali saranno i
suoi amici (Siracide 6,17) e lamore per la Parola di Dio, riconosciuta come fonte di
vita, pu diventare elemento attrattivo per linstaurarsi di unamicizia: Sono amico
di coloro che ti temono e osservano i tuoi precetti (Salmo 119,63).

La Scrittura non tace poi le possibili minacce dellamicizia come lattaccamento


al denaro e ai beni materiali (cf. Siracide 7,18) e la mancanza di discrezione e di
riservatezza che pu portare persino a rivelare i segreti dellamico ferendolo a morte
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(cf. Siracide 27,16). Infine essa denuncia latteggiamento di chi si spaccia per amico
ma vuole mettersi al posto di Dio, come accade agli amici di Giobbe. Essi non
comprendono che a volte per poter stare vicino allamico provato e comunicargli il
proprio bene occorre morire ai giudizi superficiali per aprirsi a quella sapienza alta
che il silenzio: Voi imbrattate di menzogne, siete tutti medici da nulla. Magari
taceste del tutto: sarebbe per voi un atto di sapienza! (Giobbe 13,4-5).

UNA TEOLOGIA DELLA RELAZIONE

Anche il Nuovo Testamento ci offre uno spaccato dellamicizia vissuta da Ges


e dai suoi discepoli. I Vangeli e le lettere ci mostrano che proprio nellamicizia che
si intrecciano e ricevono senso reciprocamente lamore per Dio e lamore per il
prossimo. Il vivere di Ges e degli apostoli stato disseminato di numerosi incontri e
relazioni a testimonianza che la qualit della vita di un uomo si vede dalla qualit
delle sue relazioni. E ci vale anche per la sua fede in Dio: allo scriba che ammirato
dalla sua sapienza gli chiede quale sia il primo comandamento Ges risponde che
lamore a Dio non pu non coniugarsi con lamore al prossimo (cf. Marco 12,28-31)
e ai discepoli riuniti a mensa nelle ultime ore della sua vicenda terrena egli proclama
che il suo comandamento lamore vicendevole (cf. Giovanni 13,34; 15,12), vera
novit che spiazza quanti intendono i comandamenti come prove e sacrifici da
collezionare.

Negli episodi evangelici che tratteggiano gli incontri di Ges, accanto


allatteggiamento oblativo che manifesta la sua divinit, troviamo anche parole e
gesti umanissimi che testimoniano la predilezione, la confidenza, lassiduit
dellincontro, laccoglienza semplice e serena di gesti inconsueti a lui rivolti,
lintimit

IL TERMINE AMICO NEI VANGELI

Appare ventidue volte nei Vangeli, a volte con significato neutro a volta anche
dispregiativo, come per gli amici di Cesare (Giovanni 19,12). Scribi e farisei
definiscono Ges amico di pubblicani e di peccatori (Matteo 11,19). Tra i Vangeli
quello di Luca che parla pi ampiamente del ruolo degli amici: essi sono coloro ai
quali si ricorre con insistenza (cf. Luca 11,5-8), ai quali si chiede di fare le proprie
veci (cf. Luca 7,6) e ai quali viene rivolto linvito a festeggiare un evento di gioia (cf.
Luca 15,6.9.29). Si registra anche il caso di una conversione dallinimicizia
allamicizia (iniqua per) stretta tra Pilato ed Erode in occasione della condanna di
Ges (Luca 23,12).
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CON CUORE DI AMICO

Ges si relazione a chiunque incontra con cuore di amico: dalluomo ricco che
egli chiama amorevolmente alla sua sequela (Marco 10,21) a Giuda che lo consegna
agli aguzzini (Matteo 26,50). In modo del tutto speciale lo fa con i suoi discepoli
con i quali condivide ministero, pasti, cammino, sonno, preghiera in particolare con
Pietro e Giovanni, e poi con i tre fratelli di Betania, Maria, Marta e Lazzaro ai quali
legato da grande amicizia (cf. Giovanni 1112).

Lamicizia, pur avendo una sua componente sentimentale, va oltre la sessualit


e leros; supera lutilitarismo e linteresse e si insedia nel campo della libera
donazione, della comunione e dellintimit di vita e di esperienza (G. RAVASI, Che
cos luomo? Sentimenti e legami umani nella Bibbia, San Paolo 2011, 93).

Le amicizie di Ges, o meglio il suo modo di rapportarsi in termini di amico,


denotano una grande libert interiore e il dispiegare di una polifonia di affetti che
manifesta il grande equilibrio tra lesclusivit con cui ama ciascuno e latteggiamento
inclusivo con cui ama tutti senza eccezione alcuna. Ges, ad esempio, non abbandona
il ministero alla notizia della malattia del suo amico Lazzaro ma dinanzi alla sua
tomba si scioglie in lacrime di compassione e dolore. Verso lamica Maria che lo
cosparge di profumo costosissimo, egli manifesta gioia e apprezzamento per un gesto
che rende omaggio non solo alla sua divinit ma anche alla sua umanit (cf. Giovanni
12,1-8). Nei confronti del discepolo che Ges amava (Giovanni 13,23; 19,26; 20,2;
21,7.20), egli manifesta il suo dialogo privilegiato e uno speciale affetto tanto da
consegnarlo alla sua stessa madre e da chiedergli al tempo stesso di custodirla a sua
volta (cf. Giovanni 19,26-27).

durante lultima cena per che Ges tesse lelogio dellamicizia, parlando a
cuore aperto ai discepoli e rivelando loro che il segreto della libert la
condivisione, la comunione e il dono di se stessi : Nessuno ha un amore pi grande
di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ci che io
vi comando. Non vi chiamo pi servi, perch il servo non sa quello che fa il suo
padrone; ma vi ho chiamato amici, perch tutto ci che ho udito dal Padre mio lho
fatto conoscere a voi (Giovanni 15,13-15).

A Pietro pentito per averlo tradito, Ges offre ancora la possibilit di


unautentica amicizia curando il cuore ferito dellamico con un triplice mi ami? e
riscattandolo con il calore della fiducia manifestato dal triplice pasci (cf. Giovanni
21,15-17). Convertito dallamico allautentica amicizia, Pietro ricever la forza di
essere davvero la roccia della Chiesa, illuminato dallesempio di colui che non solo

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gli ha insegnato ma anche dimostrato concretamente che lamore pi grande, quello
che d compimento alla propria esistenza, dare la sua vita per i propri amici.

LAMICIZIA: ATMOSFERA DELLA VITA BATTESIMALE

E sar questa anche lesperienza degli apostoli del Signore, in particolare di


Paolo. LApostolo delle genti si far cos vicino agli uomini, scoprendo che solo un
nuovo assetto dei rapporti pu salvare gli uomini dallegoismo causa di tanto male
nel mondo. Egli insegna ai suoi collaboratori e amici e alle comunit a cui porta il
Vangelo che lessere in Cristo, conseguenza del dono del battesimo, ha come
effetto quello di trasfigurare le relazioni, conferendo ad esse il carattere
sacramentale dellamore e facendo dellamicizia latmosfera della comunione
fraterna, fonte di custodia della fede e autentica fioritura di santit (cf. Filemone 1-
25).

Non esito ad applicare allamicizia la frase che segue, e che Giovanni dice
della carit: Chi rimane nellamicizia, rimane in Dio, e Dio in lui (1Giovanni 4,16)
(AELREDO DI RIEVAULX, Lamicizia spirituale, Paoline 1996, 130).

La tradizione paolina, riprendendo Sapienza 1,6 dove la sapienza detta


filantropa, cio amica degli uomini, arriver a tessere lelogio della filantropia di
Dio, cio dellamicizia che egli offre continuamente alluomo quando parler di
Cristo salvatore come della manifestazione in carne ed ossa della bont e
dellamicizia divine (Tito 3,4). Questa irruzione dellamicizia di Dio per mezzo del
Cristo che vive nella chiesa, attraverso predicazione e sacramenti, diviene iniezione di
amore tra gli uomini e le donne (Tito 1,8; 2,2.4) che lapice delle buone opere
(Tito 2,7.14; 3,1.8.14).

La Scrittura, quindi, ci invita a percorrere fiduciosi i sentieri salvifici


dellamicizia, certi che essa ci conduce sempre allabbraccio col Dio Amore.

Lamicizia a un passo dalla perfezione, che consiste nellamore e nella


conoscenza di Dio, cos che un uomo, in virt dellamicizia che ha verso un altro
uomo, diventa amico di Dio (AELREDO DI RIEVAULX, Lamicizia spirituale, Paoline
1996, 138).

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