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Robinia pseudoacacia
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Robinia pseudoacacia
La Robinia pseudoacacia L. è una pianta della famiglia
delle Fabaceae, originaria dell'America del Nord.

Indice

1 Descrizione
2 Distribuzione
3 Ecologia
4 Usi
5 Nomi regionali
6 Voci correlate
7 Altri progetti

Descrizione
Pianta con portamento arboreo (altezza fino a 25 metri) o
arbustivo; spesso ceduato, con forte attività riproduttiva
Classificazione scientifica
agamica, i polloni spuntano sia dal colletto sia dalle
radici. Regno: Plantae
Corteccia di colore marrone chiaro molto rugosa. Divisione: Magnoliophyta
Foglie imparipennate, lunghe fino a 30-35 cm con 11-21 Classe: Magnoliopsida
foglioline ovate non dentate lunghe fino a 6 cm con apice
esile. Aperte di giorno mentre la notte tendono a Ordine: Fabales
sovrapporsi. Famiglia: Fabaceae
Fiori bianchi o crema, lunghi circa 2 cm simili a quelli Sottofamiglia: Faboideae
dei piselli, riuniti in grappoli pendenti. Frutti a forma di
Genere: Robinia
baccello prima verdi poi marroni lunghi circa 10 cm,
deiscenti a maturità. Specie: R. pseudoacacia
Presenza di numerose spine lunghe e solide sui rami più Nomenclatura binomiale
giovani. Robinia pseudoacacia
L.

Sezione trasversale. Da Piantina di robinia di un

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notare come nella mese


Fiori robinia sia ben
distinguibile l'alburno
(chiaro) dal durame
(scuro)

Distribuzione
La specie è originaria dell'America del Nord, precisamente della zona degli Appalachi, dove forma
boschi puri. Fu importata in Europa nel 1601 da Jean Robin, botanico del re di Francia (all'epoca
Enrico IV). È ora diffusa in gran parte dell'Europa centrale, dal sud dell'Inghilterra e della Svezia,
fino alla Grecia, Spagna e perfino Cipro. Particolarmente diffusa però in Francia, Germania, Paesi
Bassi, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Austria, Ungheria, Italia, Slovenia. Presente anche in Turchia
e Israele, nonché in Australia e Nuova Zelanda.

Questa pianta in Europa è ormai ampiamente naturalizzata ma spesso ancora considerata una specie
infestante a causa della sua velocità di crescita, soprattutto se ceduata: i ricacci (polloni), che
fuoriescono sia dalla ceppaia che dal suo esteso apparato radicale, crescono molto velocemente e
soffocano le piante di specie autoctone, soprattutto le querce, in quanto sono caratterizzate da una
crescita più lenta. Inoltre, la sua estrema adattabilità la fa trovare a suo agio dai litorali ai 1000 metri
di quota delle ombrose valli submontane. La conseguenza è la formazione di boschi con una ridotta
varietà di specie arboree. La rapida diffusione di questa specie non è stata contrastata, anzi in passato
la robinia è stata spesso diffusa dall'Uomo perché molto apprezzata per i suoi numerosi vantaggi.

Oggi la robinia è presente praticamente in tutta Italia, con particolare riferimento al Piemonte (dove i
boschi puri e misti di robinia coprono una superficie di circa 85.000 ha) alla Lombardia, al Veneto e
alla Toscana (ove si trovano cedui molto produttivi). Viene diffusamente coltivata in piantagioni da
legno in vari paesi europei (Ungheria - 270.000 ha; Francia – 100.000 ha) ed extraeuropei (Cina – 1
milione di ha; Corea del Sud –270.000 ha). È diffusa anche in Africa.

Per ridurre la diffusione della robinia all'interno dei boschi nei quali si è insediata, è necessario
lasciare invecchiare le piante, in quanto la relativamente modesta longevità della specie determina un
deperimento relativamente precoce delle piante. È da evitare il taglio dei polloni in quanto ciò non
farebbe che rinvigorire le piante. La soppressione totale della pianta di robinia può avvenire
scorticando la prima parte di corteccia della base dell'albero e lasciando che la pianta, nel giro di due
mesi, "secchi in piedi". L'interruzione degli scambi linfatici infatti non solo uccide l'apparato aereo
ma anche l'apparato radicale determinando l'impossibilità per la pianta di produrre polloni.

Ecologia
La robinia pseudoacacia è una pianta eliofila, che non si rinnova facilmente sotto parziale copertura,
trova l’ottimo nei suoli sciolti e ben drenati, anche poveri di nutrienti ed a reazione subacida, mal si
adatta ai terreni molto argillosi. In Italia è presente dal livello del mare fino a circa 1000 m di quota
nel centro nord e fino a 1600 m nel meridione.
Come tutte le leguminose, è in simbiosi radicale con microrganismi azotofissatori e quindi può
arricchire il suolo di azoto. Nel complesso, la robinia è una specie pioniera, che però (almeno al di
fuori del suo areale di vegetazione naturale) presenta una limitata longevità (60-70 anni) e quindi

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nelle zone più fertili è specie transitoria che può essere gradualmente sostituita da altre specie più
longeve.

Usi
Molti sono i vantaggi di questa specie.

Protezione: in Europa questa pianta si è diffusa velocemente e oggi è possibile trovarla


ovunque, soprattutto lungo le ferrovie e scarpate, questo perché è una pianta a crescita veloce e
con un apparato radicale molto sviluppato, questo permette di rafforzare le scarpate evitando
che franino. Essendo inoltre dotata di elevata capacità pollonifera, la sua diffusione viene
favorita dal taglio a cui la sottopongono gli agricoltori per ricavarne legname.
Ornamentale: per i suoi fiori a grappolo, bianchi e profumati.
Mellifero: dai suoi fiori le api producono un ottimo miele molto apprezzato (infatti il classico
miele di acacia è in realtà di R. pseudoacacia)
Legname: il legno,è di colore giallo, ad anelli ben distinti, duro e pesante (p.s. 0,75).
È inoltre un ottimo combustibile (superiore a tutti i legnami europei) e viene usato per lavori di
falegnameria pesante, per puntoni da miniera, per paleria (i tronchi lasciati in acqua per alcuni
mesi in autunno e inverno acquisiscono una particolare tenacia), per mobili da esterno e per
parquet. In Lombardia risulta essere la specie più tagliata nei boschi.
Miglioratrice del terreno: come tutte le leguminose è inoltre una pianta che si avvale dei
benefici dell'azotofissazione simbiontica.
I fiori sono commestibili. In particolare nella campagne del Veneto (dove è anche nota con
diversi nomi dialettali: cassia, gazìa, gadhìa, robina) vengono infatti consumati fritti in pastella
dolce e conferiscono alla frittella un profumo soave e un sapore particolarmente squisito.
Tuttavia, il resto della pianta (fusti e foglie) contiene una sostanza tossica per l'uomo. La sua
tossicità d'altra parte non è universale e alcuni animali se ne cibano. Le capre ne sono ghiotte e
ne consumano in quantità senza alcuna conseguenza negativa.

Nomi regionali

Abruzzo albërë d'acàccë, acàccë


Calabria acrassiàra, acrassiàru, caciàru, rubinara, cacinaru o cassiaru,carciu
Emilia-Romagna marugone
Friuli-Venezia Giulia cassia (Friuli), cazzia (Trieste e Istria)
Lazio spinacacia
Liguria gazzïa, rubin-a, caccia
Lombardia rubeglia, robino, rübé, spiìn
Marche acaccia, caccia, maruga
Molise gaggia
Piemonte gasìa
Sardegna acacia

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Toscana cascia
Veneto cassia-gadia, garsìa, robina

Voci correlate
Giardinaggio
Floricoltura
Pianta ornamentale
Selvicoltura
Specie botaniche in Italia

Altri progetti

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Ultima modifica per la pagina: 00:01, 16 dic 2010.


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