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P O L L I C E E R D E

Collana a cura di Eliana Ferioli


Coordinamento editoriale: Silvana Franconeri
Progetto grafico e impaginazione: “L’Erta” di P. Sirtori, Bobbio (PC)
Revisione testi e aggiornamento a cura di Andrea Cattabriga

Testi e immagini parzialmente tratti da:


Piante grasse, riconoscimento e coltivazione, Giunti, 2001.

Disegni: Archivio Giunti p. 10; ©Gabriele Pozzi pp. 13, 14, 21, 22, 24, 25, 28, 29, 30, 35, 38, 43, 44.

Referenze fotografiche:
tutte le immagini appartengono all’Archivio Giunti e all’Archivio Giunti/©Arc-en-Ciel, Verona
a eccezione delle seguenti:
©Andrea Cattabriga pp. 6sx, 11, 31, 32, 38, 39, 48, 49dx, 50, 54, 58sx, 60, 64b, 65, 72sx, 74dx, 80c,
83b, 84, 85, 86, 91a, 99b, 101b, 107sx, 112, 113, 115sx, 117b, 118a.

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© 2011 Giunti Editore S.p.A.


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Via Dante, 4 - 20121 Milano - Italia

ISBN 9788844041328

Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl

Prima edizione digitale 2010


Piante
grasse
RICONOSCIMENTO E COLTIVAZIONE
SOMMARIO

Origini e caratteristiche 6
I luoghi d’origine 6 • Piante grasse o succulente? 10

Regole di coltivazione 12
La luce 12 • L’aria 12 • L’acqua 13 • La terra 16
Nutrizione e concimazione 17 • I contenitori 18
La pianta giusta al posto giusto 24

La propagazione 27
Riprodurre per via vegetativa 27 • Riprodurre per via sessuata 33

Parassiti e malattie 37
Il marciume del fusto e delle radici 37 • Le cocciniglie 37
Il ragnetto rosso 39 • Gli afidi e le formiche 40
Le anguillule 40

Stagione per stagione 41


Primavera 41 • Estate 42 • Autunno 44 • Inverno 44

Schede di coltivazione 45

Indirizzi utili 124

Indice delle succulente


trattate 125
6

Origini e caratteristiche
Le succulente, meglio conosciute come “piante grasse”, tra i vegetali costituiscono
un mondo a parte, affascinante e appassionante. Le loro caratteristiche anomale
derivano dall’essersi adattate a vivere in condizioni estreme.

onoscere l’ambiente in cui le diverse spe- tropicali, dove cactus e succulente epifite
C cie succulente si sono sviluppate nel cor-
so degli anni, permette di gestire la coltiva-
competono con orchidee e felci per conqui-
stare le posizioni più assolate, sui rami più al-
zione, soddisfando in maniera corretta le ti degli alberi.
eventuali esigenze in fatto di luce, acqua e Invece, le succulente non sono diffuse nei va-
temperatura. sti deserti sabbiosi come il Sahara, in cui le
piogge sono un fenomeno raro e il continuo
I LUOGHI D’ORIGINE movimento delle dune impedisce l’attecchi-
Si definiscono “succulente” le piante con or- mento di vegetali perenni. Qui vivono solo er-
gani vegetali ricchi di tessuto in grado di ac- be effimere, che germinano velocemente in
cumulare acqua. Grazie a questo adattamen- occasione delle rare piogge, compiendo l’inte-
to, le succulente sono state in grado di colo-
nizzare ambienti aridi, come le numerose re- SOTTO, A SINISTRA: molte specie di piante succulente
gioni semidesertiche dei Tropici, caratterizza- sono minacciate in natura. Il loro commercio
è regolato da leggi internazionali che prevedono
te dalla stagione invernale solitamente secca, autorizzazioni specifiche per la vendita di esemplari
oppure le “nicchie ecologiche” aride che si raccolti in natura.
localizzano un po’ ovunque, dalle pietraie as- Alcune succulente si sono naturalizzate nelle
regioni italiane a clima più mite, come il fico d’India
solate degli Appennini, in cui vivono Sedum e (SOTTO, A DESTRA), che in realtà è originario
Sempervivum, alla volta delle foreste umide del Messico centrale.
I luoghi d’origine 7
8 Origini e caratteristiche

La classificazione binomia
Molto spesso quando si parla di piante suc- le importanza ha avuto e ha l’opera di clas-
culente non si ha la dimensione esatta di sificazione delle specie.
questo sterminato mondo vegetale ed erro- Il tutto lo si deve allo studio e alle ricerche
neamente si pensa quasi unicamente al cac- di un botanico svedese: Carl Von Linné, me-
tus. In realtà questa molteplicità di vegetali glio conosciuto con il nome di Linneo. Egli
comprende almeno una cinquantina di fa- nacque nel 1707 e per più di cinquant’anni si
miglie che raggruppano circa 10.000 specie. dedicò alla classificazione botanica. Cosa fe-
È doveroso quindi fare un po’ di ordine e ce? Introdusse il binomio, cioè quelle due
cercare di capire quali siano le sottili diffe- parole in latino che identificano ogni pianta.
renziazioni che permettono di classificarle Scelse la lingua latina per due ovvie ragioni:
e riconoscerle. primo perché veniva già impiegata dalla
Vediamo innanzitutto il perché dei loro no- scienza e secondo perché era in un certo
mi scientifici, latini e spesso molto com- qual modo una lingua conosciuta in tutto il
plessi, che rendono difficile l’identificazio- mondo occidentale. Nell’antichità le piante
ne della pianta al lettore che non ne cono- venivano chiamate con nomi comuni che ne
sca la dicitura accademica. Pur senza entra- descrivevano le sembianze o l’utilizzo, ma
re in approfondimenti particolari, ci sembra col progredire della conoscenza si rese ne-
importante spiegare i motivi che hanno de- cessario ordinare l’enorme quantità di sog-
terminato l’attuale classificazione delle getti che andavano via via scoprendosi.
piante, il perché dei nomi latini e perché Ecco allora l’importanza dell’opera di Lin-
questa stessa nomenclatura sia binomia. neo che definì il concetto di specie, l’unità
Proviamo solo a pensare alla sterminata va- tassonomica fondamentale che comprende
stità di vegetali presenti sulla faccia della organismi simili e in grado di riprodursi,
Terra e a quanti fra loro si assomigliano. Da dando una progenie feconda. Le specie tra
queste considerazioni si arriva a capire qua- loro somiglianti furono poi raccolte in ge-

Anche le numerose forme di succulente, così


come tutte le specie vegetali e animali, vengono
identificate secondo la classificazione binomia
latina del Linneo.
I luoghi d’origine 9

ro ciclo vitale nel giro di poche settimane per


poi morire, lasciando i loro semi a perpetuare
la specie. L’assenza di succulente potrebbe es-
neri, per cui ogni organismo poteva essere sere dovuta all’origine relativamente recente
identificato semplicemente dal suo bino-
di questi deserti, che ospitavano foreste lussu-
mio, di genere e specie. Proseguendo nella
scala gerarchica, i generi sono a loro volta
reggianti poche migliaia di anni fa. In effetti le
raccolti in famiglie, identificate con la desi- succulente sono invece tipiche di deserti anti-
nenza -aceae. Successivamente gruppi di fa- chi, anche se in epoca storica molte specie
miglie vengono raggruppati in ordini, gli or- d’interesse economico sono state diffuse
dini in classi e così via. ovunque, come il fico d’India e le Aloe.
Talvolta le differenze che distinguono i vari Ma entriamo più in dettaglio sulle zone di
raggruppamenti non sono così nette, per cui origine delle piante grasse.
è invalso l’uso di usare ulteriori suddivisioni,
come le sottofamiglie, le tribù o le sottotri-
• Sono estremamente interessanti alcuni ge-
neri dell’America centrale e del Messico che,
bù; tuttavia si tratta di considerazioni acca-
per adattarsi e cercare la luce nel fitto delle
demiche che sfuggono all’interesse del co-
mune amatore di piante, che può limitarsi al-
foreste, crescono e si sviluppano su altri albe-
l’uso del classico “binomio” costituito da ge- ri come epifite (vivono cioè su un’altra pianta,
nere e specie, quando si trovi nella necessità senza però essere parassite). Epiphyllum, Hy-
di identificare una determinata pianta. locereus e Rhipsalis sono alcuni fra i generi
La classificazione binomiale vale ancora oggi, più significativi. Non sono mai piante molto
per cui i botanici che scoprono nuove specie carnose, non dovendo sopportare periodi di
e intendono dar loro un nome devono atte- grande siccità, e sono perlopiù prive di spine.
nersi alla regola del binomio unitamente a
una diagnosi, cioè a una descrizione comple-
• Altre specie di piante grasse di notevoli di-
mensioni le troviamo in Madagascar, dove Eu-
ta delle parti e delle caratteristiche del vege-
phorbia, Pachypodium e Didierea arborescen-
tale fatta in latino.
ti la fanno da regine; invece nell’area del-
l’Oceania si trovano pochi esempi di succu-
lente, tra cui le Hoya, epifite delle foreste
umide della Malesia, e la rara Brighamia, la
palma delle Hawaii appartenente alla stessa
famiglia delle campanule.
• In Europa sono diffuse parecchie specie di
Sedum e Sempervivum che colonizzano pie-
traie, anfratti rocciosi e pareti calcaree aride.
• Tra le piante dei generi più maestosi, il più
famoso è certamente il saguaro (Carnegiea
gigantea) soggetto di film, cartoni animati e
“pianta simbolo” dell’Arizona. I territori del-
l’America centro-meridionale (Arizona, Cali-
10 Origini e caratteristiche

fornia e Messico settentrionale) costituisco- delle caratteristiche più salienti delle specie
no gli ambienti ideali per la diffusione di que- succulente.
sta specie. • Sono piante dotate di organi in grado di
• La succulenta di maggiore dimensioni è an- trattenere una notevole quantità di liquido
che uno degli alberi più grandi che popolano per mezzo di tessuti spugnosi. Questi tessuti
la terra: il baobab (Adansonia digitata). Pianta vanno a costituire dei veri e propri serbatoi
sacra a molte etnie africane, è utilizzata come capaci di trattenere e rilasciare liquido in fun-
fonte di alimento. Del suo fusto spugnoso, zione del fabbisogno del soggetto. La funzio-
ricco d’acqua si nutrono saltuariamente gli ne di serbatoio può essere svolta dal fusto,
elefanti durante le siccità prolungate. dalle foglie o dalle radici: da qui deriva una
ulteriore classificazione in succulente cauli-
PIANTE GRASSE O SUCCULENTE? nari, fogliari o radicali; nel caso in cui fusto e
Nel linguaggio comune si usa definire piante radici si fondano per fungere da serbatorio
“grasse” praticamente tutti i vegetali carnosi e unico si parla di succulenta caudiciforme.
rigonfi nel fusto o nelle foglie. Sarebbe inve-
DA SINISTRA A DESTRA, alcune
ce più corretto l’uso del termine “succulente”, delle forme più comuni nelle
dato che la loro caratteristica è quella di pos- piante grasse: a colonna,
sedere al loro interno un “tessuto succulen- a rosetta, prostrata.
to”, ossia una carnosità soffice e spugnosa sa-
tura d’acqua che produce un tipico rigonfia-
mento nella pianta.
Solitamente il rigonfiamento del vegetale è a
carico delle parti aeree, cioè del fusto e del-
le foglie. Esistono tuttavia alcuni casi di suc-
culenza a carico delle radici, oltre che di va-
rianti intermedie con succulenza distribuita A seconda della specie i fusti a colonna presentano
contemporaneamente nelle foglie, nel fusto costolature più o meno fitte ed evidenti.
e nelle radici.
Nell’ambito della succulenza del fusto, o cau-
linare (da caule, cioè «fusto») esistono inoltre
varianti nella forma, che può essere globosa,
cilindrica, scanalata, appiattita e così via.

Caratteristiche principali
Queste piante rappresentano davvero un
mondo a parte: per le caratteristiche, per la
resistenza, per il comportamento vegetativo,
per le fioriture e altre molteplici e differen-
ziate particolarità. Vediamo di seguito alcune
Piante grasse o succulente? 11

I TRUCCHI DEL MESTIERE


Riconoscere le spine trale della foglia (Fouquieriaceae) o da rami
Nelle cactacee, le spine sono raccolte nel- modificati (come, per esempio, nelle Mesem-
l’areola: una sorta di cuscinetto, anche ben bryanthemaceae).
visibile, circolare e chiaro sul quale spuntano
le setole, le spine, i rami, le foglie e i fiori, pa-
ragonabile proprio a un comune portaspilli.
Nelle euforbiacee le spine derivano invece
dalle stipole delle foglie e sono sempre pre-
senti in coppia singola o doppia. In altre fa-
miglie le spine derivano dalla nervatura cen-

Le caratteristiche anatomiche delle spine


permettono di distinguere le cactacee (A SINISTRA),
dotate di areole, dalle altre succulente, come
Euphorbia (SOPRA), che ne sono prive. In questo
secondo caso le spine altro non sono che parti
lignificate delle foglie (stipole).

•Come possono riuscire però questi vege- cosa che impedisce l’evaporazione dell’ac-
tali, nei periodi di siccità, a trattenere così a qua in esse contenuta.
lungo l’acqua ed evitare la disidratazione? • Anche la riduzione delle foglie, fino alla lo-
Per poter ridurre la perdita di umidità me- ro scomparsa o trasformazione in spine, vie-
diante lo scambio gassoso con l’ambiente ne interpretata come un adattamento di
queste piante hanno diminuito, rispetto agli molte succulente per limitare la perdita di
altri vegetali, la dimensione delle aperture acqua. Le spine inoltre acquisiscono una fun-
stomatiche, ovvero di quei fori invisibili a zione difensiva e, a seconda dell’habitat di
occhio nudo che permettono la traspirazio- appartenenza delle specie, si sono evolute
ne e quindi l’evaporazione del liquido. In con forme, colori e consistenze differenti.
molte specie, inoltre, gli stomi si aprono so- L’aspetto riconoscibile di tali organi ci per-
lo alla notte, per cui gli scambi gassosi av- mette quindi di distinguere le diverse fami-
vengono quando l’aria è satura di umidità, glie di succulente.
12

Regole di coltivazione
Come per tutte le piante, fattori nutrizionali basilari per lo sviluppo delle
succulente sono l’aria, l’acqua, la luce e le sostanze nutritive presenti nel terreno.
Tali fattori condizionano gli interventi colturali, che si estendono dalla scelta
dei vasi più adatti al luogo in cui vengono mantenuti gli esemplari.

ur essendo vegetali che sono stati in gra-


P do di adattarsi alla vita in condizioni am-
bientali spesso estreme, per una crescita otti-
male richiedono il rispetto di alcune regole.

LA LUCE
Le piante succulente sono originarie di luoghi
desertici caratterizzati da luminosità elevata,
difficile da ottenere alle nostre latitudini.
Questo non deve preoccupare: in coltivazio-
ne, una volta ben esposte al sole, le piante si
adattano alle condizioni luminose in cui si
trovano a crescere; inoltre, molte di esse – e Le piante dotate di epidermide chiara e spine sottili,
come questa Matucana aureiflora, sono più esposte
soprattutto le specie di piccola taglia – nel al pericolo delle scottature, soprattutto in primavera,
loro ambiente naturale vivono e vegetano al- se poco abituate alla luce solare diretta.
l’ombra di alberi, arbusti e cespugli. Dunque,
non è affatto un criterio assoluto quello che lente capaci di sopperire alla mancanza di luce
vuole una costante esposizione delle piante solare diretta. Tra queste, ci sono sicuramente
grasse alla luce solare diretta. gli Epiphyllum e le Schlumbergera, tutti cactus
• In generale le zone esposte alla luce del epifiti capaci di regalare grandi soddisfazioni,
mezzogiorno sono da dedicare alle specie più soprattutto per le fioriture puntuali che so-
esigenti, come i mesembriantemi e soprattut- praggiungono anche nel periodo invernale,
to le Lithops. A chi ha finestre o balconi che quando le avremo ricoverate in casa.
versano a ovest – e che stanno quindi per
molte ore in penombra – si consiglia l’esposi- L’ARIA
zione di piante che amano questo tipo di lu- Se è vero in generale che la ventilazione favo-
minosità: è il caso delle Hawortia e delle Sta- risce la nutrizione delle piante, incrementan-
pelia, che prediligono la penombra. do la traspirazione e quindi l’assorbimento di
Una nota a parte merita l’esposizione a nord, acqua, le succulente rappresentano un’ecce-
che limita fortemente la scelta a poche succu- zione. Infatti, tendono al contrario a limitare
La luce • L’aria • L’acqua 13

Le succulente a rosetta non vanno annaffiate


dall’alto, per evitare il ristagno di acqua
tra le foglie. Meglio bagnare direttamente
il terreno con un annaffiatoio dotato
di beccuccio ricurvo.

o annullare completamente la tra-


spirazione per meglio conservare
l’acqua nei loro tessuti. Invece,
una buona ventilazione diventa
fondamentale per dissipare il ca-
lore accumulato dalle piante
esposte a lungo ai raggi del sole. At-
tenzione però: una buona ventilazio-
ne non significa lasciarle esposte a
colpi di vento o correnti fredde. Queste • Non dimentichiamo
condizioni non farebbero altro che danneg- neppure che la frequenza fra un’annaffia-
giare i tessuti del vegetale. Perciò, soprattut- tura e l’altra e la quantità di acqua variano in
to se avremo messo a dimora gli esemplari in funzione della specie, delle stagioni, della
serre o cassoni, curiamo che non vi siano spif- grandezza e della costituzione dei vasi (che
feri provenienti dalle fessure dei telai. possono essere di terracotta o di plastica) e
• Durante la bella stagione, la coltivazione in del tipo di terriccio impiegato.
piena aria è senza dubbio da privilegiare, da-
to che le succulente amano l’umidità delle
L’ESPERTO CONSIGLIA
prime ore della mattina e l’escursione termica
che si ha tra il giorno e la notte. Come annaffiare
L’operazione di annaffiatura è fra le più
L’ACQUA importanti e fondamentali per una buona
È sbagliato pensare che le succulente non ab- crescita delle piante.
biano bisogno di annaffiature perché traggono In generale, l’acqua deve essere distribuita
l’acqua dall’umidità dell’ambiente: le pochissi- in modo da imbibire per bene il substrato
me specie dotate di tale capacità (per esem- colturale, con una frequenza abbastanza
pio, le Tillandsia) costituiscono un’eccezione. dilazionata da consentire al terriccio di
asciugarsi. Bisogna quindi annaffiare ab-
In tutti gli altri casi è necessario somministra-
bondantemente ma di rado, piuttosto
re acqua, anche se rispondendo a un criterio: che poco e frequentemente.
nei luoghi di provenienza esse godono di una Fondamentale poi l’accortezza di dotare
stagione piovosa che si esaurisce successiva- le piante di terricci ben drenati: le piante
mente in un periodo di siccità, perciò il nostro grasse possono “annegare” e marcire se
comportamento deve essere perlomeno ana- l’acqua satura eccessivamente il terreno.
logo alle loro abitudini originarie.
14 Regole di coltivazione

Le annaffiature in casa Perché l’annaffiatura A


In generale, le succulente dovrebbero essere sia efficace, va data
acqua in quantità
mantenute in appartamento solo nel periodo sufficiente a far sì che
invernale, quando non richiedono alcuna ne esca un po’ dal foro
somministrazione di acqua. Per le poche pian- di drenaggio (A).
Si abbia l’accortezza
te “addomesticabili“ – come Sansevieria, Eu- di eliminare l’acqua
phorbia e cactus epifiti – le condizioni am- in eccesso che rimane
bientali di un appartamento sono però gene- nel sottovaso (B),
se non viene riassorbita
ralmente poco favorevoli a causa della sec- nel giro di un paio d’ore.
chezza dell’aria.
Se sotto i contenitori con le piante vengono
sistemati i sottovasi, si deve controllare che B
essi siano completamente asciutti prima di
procedere con una nuova annaffiatura.
A volte si può ricreare l’effetto rugiada con
un normale nebulizzatore che lasci delle goc-
cioline sulla superficie aerea del vegetale, an-
che se l’utilità di tale intervento è limitata a
poche specie sensibili all’aria troppo secca,
come gli Epiphyllum.
Queste note valgono in generale. Vediamo
ora come ci si deve comportare con le varie
specie, che come sappiamo hanno caratteri-
stiche vegetative leggermente diverse.
• Il terriccio di Epiphyllum, Rhipsalis e
Schlumbergera non deve mai rimanere com- originarie di paesi in cui la stagione delle
pletamente all’asciutto. Il loro habitat natu- piogge è invernale, per cui hanno la caratteri-
rale è infatti la foresta, dove l’alta umidità è stica di avere il riposo vegetativo in estate
una costante; le bagnature quindi, soprattut- (vanno per così dire “in estivazione”). Il com-
to nel periodo invernale, devono essere ese- portamento da tenere sarà dunque l’inverso
guite tenendo presente questa loro abitudi- del precedente: le manterremo asciutte nei
ne ed è consigliabile controllare che il terric- mesi caldi, mentre in autunno, quando inizie-
cio sia sempre leggermente umido. Con l’ar- ranno a emettere le foglie e a rinvigorirsi pro-
rivo della primavera, quando inizia la ripresa cederemo a bagnarle con le solite cadenze.
vegetativa, si aumenterà un poco la frequen- Viste le esigenze, queste succulente in inver-
za delle annaffiature. no prediligono la coltivazione in ambienti so-
• Alcune specie attraenti – quali Othonna, leggiati e non troppo freddi, come le interca-
Pelargonium, Sarcocaulum e alcune specie di pedini delle finestre, le terrazze verandate o
mesembriantemi come i Conophytum – sono la serra riscaldata.
L’acqua 15

Le annaffiature in serra
L’ESPERTO CONSIGLIA Qualora gli esemplari siano ospitati in serra,
dopo il riposo invernale – durante il quale le
Lo svernamento piante raccolgono l’umidità dell’aria – possia-
Molte succulente possono essere prepara- mo iniziare a programmare le annaffiature.
te alla stagione invernale sospendendo
I criteri da adottare sono esattamente identi-
ogni somministrazione d’acqua già a parti-
ci a quelli già esposti: attenzione ai periodi di
re dalla fine di settembre e lasciandole il
più possibile esposte all’abbassamento di vegetazione e di riposo vegetativo; differen-
temperatura tipico della stagione autun- ziare il trattamento per le specie provenienti
nale. In tali condizioni la loro crescita sarà dalle zone umide rispetto a quelle abituate a
arrestata e poco prima che sopraggiunga- vivere in regioni desertiche; fra una annaffia-
no le prime gelate potranno essere ritirate tura e quella successiva lasciare asciugare il
a svernare anche in appartamento. terriccio; osservare che nella serra non vi sia-
Questa tecnica va evitata nel caso delle no correnti d’aria e proteggerla con stuoie nei
specie più delicate (per esempio Euphor- periodi di freddo più intenso.
bia e Melocactus) e per i cactus epifiti che
richiedono saltuarie annaffiature anche in • Nelle serre, grandi o piccole che siano, ri-
cordiamo che le piante resistono meglio ai ri-
inverno, quando entrano in fioritura.
gori dell’inverno se sono completamente
asciutte. Per poterci regolare osserveremo la
temperatura esterna: quando il termometro
giunge a valori di minima di 12-15 °C le annaf-
fiature devono essere interrotte.
• Un’altra cosa da non sottovalutare è il goc-
ciolamento che potrebbe avvenire all’interno
della serra (dovuta all’acqua di condensa sul-
le pareti interne o a qualche infiltrazione). Se
le goccioline cadono costantemente su qual-
che esemplare potrebbero facilmente farlo
marcire. Quindi, per sicurezza, spostare i vasi
che fossero soggetti al problema.
• In generale, la somministrazione dell’acqua
andrebbe eseguita in modo da evitare il rista-
gno sul fusto e tra le foglie delle piante, che
alla lunga può generare marciumi. Se questo
accade si cerchi di migliorare la ventilazione e
si eviti, per quanto possibile, di annaffiare le
piante dall’alto, meglio somministrare l’acqua
Schlumbergera direttamente sul terriccio con un annaffiato-
io dotato di beccuccio ricurvo.
16 Regole di coltivazione

Anche sul terrazzo sarà possibile creare con le piante •Scegliere una terra dotata di componenti
grasse piccoli giardini rocciosi, predisponendo inerti che favoriscano il drenaggio, quindi con
un angolo di roccia e scegliendo la posizione
per la messa a dimora di ciascuna pianta a seconda abbondanza di sabbia silicea, pomice, agriper-
del tipo e del portamento. Quelle con foglie lite o pozzolana.
a rosetta, per esempio, sono l’ideale per fessure
di roccia, all’interno delle quali vanno introdotte con
• Si eviti accuratamente l’uso di sabbia calca-
la loro zolla, versando poi terra e pietrisco dall’alto. rea, che alla lunga altera profondamente le
caratteristiche nutrizionali del terriccio.
• Evitare di utilizzare terricci di sola torba, la
LA TERRA quale possiede un’eccessiva capacità di riten-
Abbiamo visto che questi vegetali vivono nel- zione idrica e nutrizionale. Di questo materia-
le più disparate situazioni ambientali: negli le d’uso universale se ne avvantaggiano le
anfratti rocciosi, nei deserti, nei terreni sasso- specie di foresta (per esempio gli Epiphyllum),
si, su altri alberi ecc., e in effetti la maggioran- che invece disdegnano la sabbia calcarea: un
za delle succulente è caratterizzata da una vero nemico delle loro radici delicate.
notevole adattabilità. • La terra di pronto impiego “per cactus e
Per questa ragione è possibile adottare un piante grasse” disponibile ovunque è un buon
unico tipo di substrato colturale dotato di al- ripiego per chi non si è ancora cimentato nel-
cuni requisiti fondamentali, provvedendo a la sperimentazione di soluzioni personalizza-
preparare eventuali varianti specifiche per fa- te. Si tratta comunque di terricci eccessiva-
vorire le specie più delicate. mente dotati di torba per cui è buona norma
La terra • Nutrizione e concimazione 17

alleggerirli con sabbia grossolana, pomice e


pozzolana fine. L’ESPERTO CONSIGLIA
Queste semplici regole sono forse le uniche Terriccio e fertilizzanti
universalmente accettate. Col passare del L’offerta di fertilizzanti specifici per le
tempo, con l’esperienza e i consigli di chi è succulente oggi è quanto mai completa.
più esperto di noi potremo realizzare ricette Se le piante sono coltivate in terricci com-
personalizzate. posti prevalentemente da torba è bene
preferire prodotti che comprendono, ol-
NUTRIZIONE E CONCIMAZIONE tre agli elementi nutritivi principali (azoto,
In parte, l’aspetto delle piante e la loro salute fosforo e potassio), anche i microelemen-
ti poiché verranno dilavati più velocemen-
dipende dall’alimentazione, esattamente co-
te che non nei terricci minerali.
me per ogni essere vivente. Mentre però gli
animali possono scegliere e variare a piaci-
mento la loro dieta, le piante hanno a dispo- Abbiamo già ricordato il ruolo alimentare
sizione solo ciò che trovano nello spazio in fondamentale della luce. Grazie ad essa si at-
cui affondano le radici. Deve essere nostra tiva la fotosintesi clorofilliana, processo che
cura, quindi, far sì che ogni tipo di pianta pos- consente alle piante di utilizzare l’anidride
sa reperire nel terriccio di coltivazione ciò di carbonica e l’acqua per sintetizzare gli idrati
cui ha bisogno. di carbonio, o zuccheri, che sono le sostanze
energetiche fondamentali per attuare qual-
Somministrate
il concime
siasi attività fisiologica.
durante Dal terreno le piante assorbono gli elementi
le annaffiature nutritivi principali (azoto, fosforo e potassio),
regolando
il dosaggio oltre a una moltitudine di altri minori (tra cui
secondo calcio, ferro, magnesio e zolfo), la cui impor-
la dimensione tanza è tale che l’assenza di una sola sostanza
dell’esemplare
e il suo impedirebbe alla pianta di crescere sana.
momento I terricci oggi disponibili in commercio hanno
vegetativo. una dotazione generalmente completa di tut-
to ciò che serve alle piante per crescere sen-
za problemi, ma dopo un paio di anni di col-
tivazione molti dei nutrienti sono assorbiti o
dilavati dall’acqua delle annaffiature, per cui
vanno reintegrati somministrando fertilizzan-
ti specifici.
Ma vediamo quali sono le funzioni degli ele-
menti più importanti richiesti dalle piante.
• L’azoto (N) viene assorbito sotto forma di
sali di acido nitrico o di ammoniaca (nitrato di
18 Regole di coltivazione

potassio o solfato di ammonio) e general- I CONTENITORI


mente quasi tutti i concimi ne sono molto La scelta di un vaso specifico, per quanto at-
ricchi. Attenzione però: questo elemento ac- tiene il materiale di cui è costituito e le giuste
celera il processo di accrescimento delle dimensioni, è un argomento che richiede una
piante, ma rende i loro tessuti molli e meno discreta attenzione.
elastici. Per tale ragione, nella concimazione
delle succulente è meglio scegliere fertiliz- Scelta del materiale
zanti con una dotazione minima di azoto. In commercio si trovano contenitori di plasti-
• Il fosforo (P) è fondamentale per la genera- ca, terracotta, legno, resina e anche metallo.
zione di cellule nuove, quindi è indispensabi- Ciascun tipo presenta vantaggi e svantaggi,
le alla fioritura. Come l’azoto, anche questo che condizionano sensibilmente le pratiche
elemento è dilavato dal terreno, per cui è ne- colturali, ma a parte tale considerazione non
cessario reintegrarlo con le concimazioni. Le esiste un materiale “migliore” di un altro ai fini
succulente amano una media dotazione di fo- della coltivazione ottimale delle succulente.
sforo nel terreno. • I vasi di plastica, di metallo o di legno trat-
• Il potassio (K) rappresenta il vero ricosti- tato sono impermeabili, per cui il terriccio ri-
tuente della pianta: accelera la fotosintesi, mane idratato più a lungo; è quindi possibile
rinvigorisce il tessuto, rende resistente il sog- far trascorrere più tempo tra un’annaffiatura e
getto alle carenze d’acqua, al freddo e all’at- l’altra. Inoltre, la loro superficie liscia non
tacco dei parassiti. Le succulente amano una consente alle radici di aderirvi, col pericolo di
disponibilità abbondante di tale elemento lesioni nel corso del trapianto.
nel terreno.
• Il calcio (Ca) viene utilizzato dalla pianta
I TRUCCHI DEL MESTIERE
per regolarizzare il ricambio dell’acqua: ne ral-
lenta l’assorbimento e favorisce il trasporto
No ai vasi troppo piccoli
della stessa, tutelando il soggetto nei periodi
In generale, vale la norma di provvedere al
di grande siccità. La dotazione elevata di cal- rinvaso di una pianta, con passaggio a una
cio presente nell’acqua di acquedotto o di misura maggiore quando le radici fuorie-
pozzo è solitamente sufficiente alle necessità scono dal foro di drenaggio.
fisiologiche delle piante. La misura minima “assoluta” del vaso non
• Il ferro (Fe) partecipa alle reazioni metabo- dovrebbe essere inferiore ai 10 cm di dia-
liche che portano alla produzione della clo- metro, per consentire all’esemplare di svi-
rofilla, che quindi non si formerebbe se que- luppare l’apparato radicale senza proble-
sto minerale non fosse presente. mi. Qualora le piantine siano troppo pic-
cole per tale dimensione, si può provve-
• Il magnesio (Mg) insieme con il ferro è l’ele-
dere a invasarne più di una per vaso. In se-
mento fondamentale nella costituzione della
guito, provvederemo a rinvasarle singolar-
clorofilla. mente quando avranno raggiunto una di-
• Lo zolfo (S) è utile alla pianta per la forma- mensione ottimale.
zione delle sostanze proteiche.
I contenitori 19

Terracotta o plastica? Ciascun materiale presenta


pregi e difetti. Valutateli con attenzione al momento
dell’acquisto di vasi e sottovasi.

Appurato che i pro e i contro dei vari materia-


li si controbilanciano, è meglio compiere una
scelta definitiva per il tipo da adottare, in
modo da poter condurre la coltivazione con
una certa uniformità, ossia: o tutta plastica, o
•I vasi di terracotta sono preferiti per le loro tutta terracotta.
qualità materiche. I colori naturali, la consi-
stenza robusta e il “calore” che trasmettono Scelta delle dimensioni
anche al tatto non sono paragonabili neppu- Ogni soggetto deve avere un vaso proporzio-
re lontanamente ai contenitori di similcotto nato alle sue dimensioni. Non deve essere
o resina oggi disponibili sul mercato, senza troppo piccolo perché le radici della pianta,
considerare l’aspetto ecologico legato alla crescendo, formerebbero degli intrecci ine-
produzione delle terrecotte. Si tratta poi di stricabili, impedendo un buon assorbimento
materiale poroso, che si asciuga rapidamente dell’acqua e portando la pianta al soffoca-
consentendo una coltivazione più sana, so- mento. Non devono neppure essere smisura-
prattutto per le specie più sensibili al ristagno tamente grandi perché, se le radici della pian-
idrico. Tuttavia questi vasi sono pesanti, fragi- ta rimangono troppo distanti dal fondo del
li e ingombranti; le misure più piccole lascia- vaso, la terra in avanzo rischia di inacidirsi.
no inoltre asciugare troppo rapidamente il
terreno, che va bagnato in continuazione du-
rante i mesi estivi.
20 Regole di coltivazione

è costituito dal fatto che se gli esemplari ven-


L’ESPERTO CONSIGLIA gono ben sistemati, per qualche anno non ci
sarà bisogno di trapiantarle. Questo non è
Le cassette “ideali” poco, dato che la maggior parte delle piante
Il consiglio principale è quello di evitare grasse soffre il trapianto e le specie più deli-
l’acquisto di contenitori di plastica: non
cate ne possono morire.
sono mai molto robusti e dopo qualche
anno si rompono. Conviene dirigere la
scelta sul legno, la terracotta o il cemento Il rinvaso
leggero, con dimensioni che possono va- Per una pianta (di qualsiasi tipo) il cambio di
riare fra i 30 e i 40 cm di base per 20-25 cm vaso si rende necessario quando l’apparato
di profondità per 8-10 cm di altezza. radicale non si trova più in condizioni ottima-
li per lo svolgimento delle funzioni di assorbi-
mento idrico e minerale.
•Una valida alternativa ai vasi sono le casset-
te, in cui ospitare diversi esemplari assieme.
Grazie al fatto che le piantine dispongono di
più terra (quindi le radici possono assorbire
meglio) la loro crescita risulterà più rapida e
forte. L’associazione armonica di esemplari
diversi permette poi di creare interessanti so-
luzioni dal punto di vista della sistemazione
in casa e dell’estetica. Un ulteriore vantaggio

Composizioni a “pronto effetto” si ottengono


con facilità, accostando forme e colori molto
diversi tra loro. Queste soluzioni hanno breve
durata, data la naturale tendenza delle piante più
grandi di colonizzare rapidamente il poco spazio
disponibile, soffocando quelle più piccole.
I contenitori 21

Consigli per il rinvaso delle composizioni


Nella preparazione di una composizione di succulente il
rinvaso deve essere svolto con un briciolo di attenzione in
più, poiché è indispensabile tener conto dello spazio ri-
Aloe aristata
chiesto da ogni singola pianta per la sua crescita. È sempre
bene porre le specie globulari in po- Crassula
lycopodioides
sizione avanzata rispetto a quelle co-
lonnari (che, quindi, rimangono in re- Adromischus
maculatus
troguardia). Inoltre si tenga presente
il rapido sviluppo che distingue alcu-
ne specie (come Agave, Aloe e altre
succulente capaci di raggiungere
grandi dimensioni in breve tempo),
che alla lunga possono risultare
invadenti, soffocando quelle
più “lente”.

A DESTRA: composizione di sole


succulente nane. L’utilizzo di cassette
capienti consente la preparazione
di composizioni durevoli nel tempo.
In tal caso è preferibile associare specie
di dimensioni ridotte con le medesime Lithops fulleri
esigenze di coltivazione.
Stapelia variegata
Haworthia tesselata
Sempervivum Sedum Jovibarba Sedum

Composizione di succulente
rustiche per una sistemazione in
pien’aria (SOPRA visione dall’alto).
L’aggiunta di pietre dona un aspetto
naturale all’insieme e, in inverno,
consente alle piante di godere
di un po’ del calore accumulato
nelle giornate di sole.
22 Regole di coltivazione

L’ESPERTO CONSIGLIA
Come rinvasare Una volta estratto il pane di terra si liberano
Per togliere le piante globose dal vaso si av- le radici dal terriccio, aiutandosi con una
volge la parte aerea del vegetale con uno bacchetta di legno (vanno benissimo quelle
straccio o un giornale ripiegato e, tenendolo di bambù, impiegate nei ristoranti cinesi) e si
fermo, si fa ruotare delicatamente il vasetto osserva che non alberghino parassiti, come la
fino ad avere l’estrazione del pane di terra. cocciniglia. Le radici morte possono essere
Per facilitare il tutto, è possibile dare leggeri eliminate con una forbice da giardinere.
colpi sulle pareti del contenitore. Se le pian- Il nuovo vaso deve essere pulito e, nel caso in
te sono a fusto lungo e magari ancora un po’ cui vi sia morto un esemplare, disinfettato
esili si afferrerranno alla base (sempre pro- con acqua bollente. Innanzitutto si deve co-
teggendoci le mani con guanti da giardino o prire il buco di drenaggio sul fondo del con-
con un giornale) e, capovolgendo il vaso, si tenitore con un coccio rivoltato, quindi si di-
batterà l’orlo con un piano di legno fino a ot- stribuisce uno strato di materiale drenante,
tenere l’estrazione del pane di terra. per esempio palline di argilla espansa. Dopo
Se vi sono radici troppo lunghe, che restano aver ricoperto con della terra nuova, si posi-
attaccate all’interno del vaso e aggrovigliate zionia la piantina allargandone delicatamen-
fra loro, è meglio intervenire tagliandone la te le radici; infine si aggiunge il terriccio fino
parte terminale. al colletto e si cosparge la superficie del ter-
riccio con ghiaino, con
funzione pacciamante.
Ricordiamo che la terra
deve rimanere un paio di
centimetri sotto l’orlo
del vaso e che le prime
annaffiare vanno esegui-
te dopo una settimana,
per consentire alle radi-
ci rotte o tagliate di ri-
marginarsi.

Piante grandi, spinose e cespitose (SOPRA) devono


essere manipolate con maggior attenzione.
Per estrarle dal vaso le si avvolga alla base con uno
straccio arrotolato, un telo di juta o un giornale,
così da proteggersi le mani evitando anche la rottura
delle spine o lesioni al fusto.
Con alcuni esemplari annosi (A DESTRA) può rendersi necessario
l’uso di un martello e di un’assicella di legno, con cui battere
il bordo del vaso per agevolare il distacco del terriccio
dal contenitore.
I contenitori 23

•Quando. Come facciamo allora a sapere bocactus…) potrebbero richiedere un trapianto


esattamente quando è il momento per rinva- addirittura ogni dieci o venti anni!
sare? Ebbene, anche se non vi sono regole fer- • Periodo ottimale. Al di là delle situazioni
ree, possiamo tenere d’occhio qualche segna- d’emergenza, è consuetudine eseguire il tra-
le. Il primo, e più evidente è una sproporzione pianto quando le piante si trovano in buone
tra le dimensioni della pianta e quelle del va- condizioni di salute, a fine inverno, appena
so (che può arrivare, nei casi limite, a non reg- prima della ripresa vegetativa (quando non si è
gersi in piedi). Il secondo segnale è la fuoriu- ancora provveduto alle prime annaffiature).
scita delle radici dal foro di drenaggio sul fon- Con queste condizioni i danni alle radici sono
do del vaso, accompagnato da un evidente minimi e la pianta trova terriccio fresco e ric-
rallentamento della crescita e dalla mancata co non appena comincia a crescere.
fioritura. Il trapianto potrebbe poi essere ne-
cessario anche per cause di natura patologica: È facile che composizioni
troppo elaborate
il marciume delle radici o la presenza di pe- richiedano presto
santi infestazioni parassitarie provocano l’arre- un intervento di rinvaso
sto della crescita vegetativa del soggetto, per dei singoli esemplari.
cui è bene intervenire innanzitutto estraendo
l’esemplare dal suo vaso, per esplorarne su-
perficialmente l’apparato radicale: confermata
la presenza dei problemi citati, è necessario
operare l’immediata rimozione di ogni
traccia di vecchio terriccio, asportare le
radici malate o morte e lasciare la pianta
a riposo, senza interrarla nuovamente pri-
ma di un paio di settimane.
• Frequenza. Quanto spesso operare
il trapianto di piante sane dipende
in buona misura dal tasso di cresci-
ta di ogni specie: quelle più vivaci
(Aloe, Euphorbia, grossi cactus
globosi e colonnari) potreb-
bero richiederlo annualmente,
mentre le specie caratterizzate
da tempi medi di crescita (Echi-
nocereus, Mammillaria, Gasteria,
Hawortia, Lithops…) possono ri-
manere indisturbate nello stesso
vaso per un quinquennio. Le specie a
sviluppo molto lento (Ariocarpus, Strom-
24 Regole di coltivazione

Se si dispone di piante in piccoli vasi, una soluzione pratica è la loro


sistemazione in cassette, immergendo tutto il vasetto nell’argilla espansa.
In tal modo le piante non sono soggette a cadute accidentali
e richiedono meno
annaffiature.

LA PIANTA GIUSTA ragione è bene limitare la scelta delle piante


AL POSTO GIUSTO da coltivare alle specie che a maturità non
Spesso ci si trova di fronte a scelte obbligate misurano più di una decina di centimetri di
riguardo agli spazi in cui poter coltivare le diametro. In questo modo è comunque possi-
piante, ma che si tratti di un piccolo davanza- bile mettere assieme un buon numero di
le, di un giardino o di una grande serra, basta piantine con cui famigliarizzare: Mammillaria,
scegliere le specie più idonee per ottenere Notocactus, Crassula ed Echeveria si adatta-
comunque grandi soddisfazioni. no benissimo a tale situazione.
• Disponendo di piccoli spazi è meglio orien- • Le finestre da privilegiare sono quelle dei
tarsi su esemplari di piccola taglia e mante- lati sud-est, che vengono colpite dai raggi so-
nerli in composizioni, usando cassette di ter- lari dal mattino sino al pomeriggio: le piante,
racotta o plastica, piuttosto che i piccoli vasi che assimilano meglio al mattino, saranno in
con cui sono usualmente vendute, data la ra- posizione ottimale.
pidità con cui si asciuga il poco substrato in • Disponendo di un davanzale si può integra-
essi contenuto. re la scelta delle piante con specie ricadenti
(come Aporocactus, Hildewinteria, Sedum
Finestre e davanzali morganianum, Mesembryanthemum), impie-
Nei climi freddi alpini è consuetudine mante- gando robuste fioriere metalliche per evitare
nere le succulente all’interno dei vetri delle cadute accidentali.
finestre, appoggiate su apposite mensole per
tutto l’anno. In tal senso, particolarmente uti- Balconi e terrazzi
li sono i doppi vetri, anche se lo spazio pre- Nella bella stagione questi spazi sono ideali
sente nell’intercapedine consente l’impiego per le succulente, soprattutto se esposti a
solo di vasi di modeste dimensioni. Per tale sud e scoperti. Sulla base delle loro dimensio-
La pianta giusta al posto giusto 25

ni, è possibile mantenere le piante a terra o in Sia che la si usi per il mantenimento di succu-
fioriere fissate sul parapetto. Nei climi più mi- lente in piena terra, oppure per ospitare una
ti e se lo spazio è sufficiente, si possono rea- collezione di esemplari in vaso, è necessario
lizzare aiuole rocciose pensili, in cui gli esem- assicurarsi che la struttura disponga di una
plari sono interrati col loro vaso o, addirittu- minima dotazione di dispositivi di climatizza-
ra, in piena terra. In queste condizioni la pre- zione, tra cui le aperture di aerazione, suffi-
senza di un pergolato aiuta a proteggere le cienti a consentire il rapido ricambio dell’aria
specie più sensibili dagli eccessi di sole du- qualora la temperatura si alzi all’improvviso, e
rante i mesi estivi. un impianto di riscaldamento commisurato
• Se le temperature invernali si abbassano alle necessità delle piante. In tal senso la so-
sotto agli 0 °C, nei balconi o terrazzi è facile luzione più pratica e sicura consiste nell’ado-
trovare lo spazio necessario per apposite ser-
re da hobbistica, in cui far svernare le piante. Preparando la buca per
Queste strutture hanno il vantaggio di pro- la coltivazione in piena terra
(SOTTO) si abbia l’accortezza
teggere gli esemplari dalle intemperie e dalle di mantenere il terreno molto
correnti gelide durante i mesi freddi e di esse- ben drenato e di porre alcune
re – cosa da non sottovalutare – facilmente grosse pietre alla base della
pianta. L’esemplare può
smontabili con l’arrivo della bella stagione. richiedere la rottura
del contenitore per poter
Giardino essere estratto (A SINISTRA).
Un gran numero di succulente si adatta
bene alla coltivazione in piena terra, ma
solo nelle zone a clima più temperato, nel-
le regioni meridionali o lungo le coste ma-
rine e dei grandi laghi. Anche
terreno di scavo
in tali condizioni è co- buca profonda misto a pomice
40-100 cm o argilla
munque necessario qual-
espansa
che accorgimento: le
piante sono favorite in-
fatti da esposizioni a
sud, riparate dalle cor-
renti invernali, e da terre-
ni leggeri, calcarei e sab-
biosi, ben drenati.
• Nei climi più severi questo
tipo di coltivazione rende ne-
cessaria l’adozione di una serra strato
di argilla
apposita, meglio se esposta a meri- espansa
dione e montata a ridosso della casa.
26 Regole di coltivazione

zione di termosifoni elettrici, controllati da sere impiegato per far svernare le succulente
un cronotermostato che ne comandi lo spe- più rustiche (Echinocereus, Echinocactus, Fero-
gnimento automatico. cactus, Crassula, Mammillaria ecc.). Il suo im-
All’interno della serra la temperatura ideale, piego torna utile alla fine dell’inverno anche
soprattutto per le succulente nostrane, è at- per le specie più delicate, che svernano all’in-
torno ai 25 °C. Per schermare i raggi solari allo terno della casa: per riabituarle gradualmente
scopo di attenuarne il calore, si possono im- alla vita in esterno e all’esposizione al sole, le
piegare apposite reticelle ombreggianti, da fis- terremo nel cassone per un paio di settimane,
sare sulla serra già a partire dagli ultimi mesi in- assicurando una posizione ombreggiata e
vernali. Per garantire una certa uniformità nella mantenendo i vetri abbassati. Successivamen-
distribuzione del calore ed evitare l’accumulo te apriremo i telai di vetro nelle ore più calde,
di umidità, è buona norma installare anche un per arrivare a toglierli definitivamente quando
piccolo ventilatore a basso consumo. non vi sia più il pericolo di gelate notturne.
• Nel caso in cui si cerchi una soluzione più
La sistemazione delle piante in serra può essere
economica e pratica della serra, che consenta limitata alle specie più esigenti in termini di calore
il semplice ricovero invernale delle succulen- e umidità, oppure per lo svernamento di tutte
te in attesa di riporle in esterno, un’ottima al- le piante. All’interno della struttura deve essere
garantito un clima asciutto e l’assenza di spifferi.
ternativa è il cassone, anche di pochi metri
quadrati, adottabile anche su terrazzini o bal-
coni di una certa ampiezza.
La sua realizzazione è semplice e non richiede
grossi investimenti, dato che si possono im-
piegare assi di legno trattato (materiale sem-
pre da preferire) o mattoni.
Nel suo montaggio è necessario garantire
l’impermeabilizzazione del fondo, che si ot-
tiene disponendo un foglio di plastica robu-
sta (del tipo usato nella realizzazione di pic-
coli laghetti), su cui va steso uno strato di
sabbia pulita. Quindi faremo attenzione a co-
struire la parete a nord del cassone un poco
più alta di quella a sud; in questo modo le in-
telaiature a vetri che vi poggeremo sopra ri-
sulteranno leggermente in pendenza. Infine ci
doteremo di alcune stuoie in paglia o in can-
na di bambù, con cui ricoprire i telai qualora
vi fossero delle gelate improvvise o, anche,
temporali con grandinate.
Se ben sigillato e asciutto, il cassone può es-
27

La propagazione
Quello della produzione di nuovi esemplari, soprattutto per un collezionista
dilettante dovrebbe essere un passaggio obbligato. I metodi sono diversi, basta
scegliere il più adatto alla specie coltivata e alle nostre capacità.

ome indicazione, seppure molto generi-


C ca, si sappia che le specie di più comune
e facile coltivazione si moltiplicano facilmen-
L’ESPERTO CONSIGLIA

te per parte vegetale, mentre quelle più rare Per far radicare le talee
vengono riprodotte per seme. Il substrato in cui interrare le talee deve es-
sere molto sabbioso o addirittura costitui-
RIPRODURRE to di sola sabbia. Si possono utilizzare baci-
PER VIA VEGETATIVA nelle o vasi anche ampi, entro i quali poter
collocare più di una talea. Questo conteni-
Propagare una pianta per via vegetativa
tore deve essere tenuto in ambiente caldo,
(cioè, più semplicemente, clonarla) significa meglio se non direttamente soleggiato,
far derivare un nuovo individuo da un esem- mantenendo la sabbia leggermente umida.
plare genitore senza l’impiego dei semi, Le talee dovranno essere piantate in poca
bensì mediante il distacco di una sua por- profondità e, se si tratta di rametti esili o
zione, che viene messa nelle condizioni di piuttosto lunghi, occorre affrancarle a un
produrre nuove radici e crescere autonoma- tutore.
mente. Le tecniche più comuni di clonazio-
ne sono la talea, la propaggine, la divisione
dei cespi e l’innesto, che consiste nel far at- tenerissimi e dunque staccabili con estrema
tecchire su di un esemplare (portainnesto) facilità: interrare queste porzioni significa
una porzione di un altro. La clonazione è moltiplicare per talea. Per il prelievo è sempre
utilizzata soprattutto per moltiplicare pian- meglio evitare di “strappare” il germoglio, per
te dotate di caratteristiche particolari che non rischiare di produrre delle lesioni irrego-
non si trasmettono tramite i semi (cultivar o lari che aprano la strada a successive infezio-
selezioni varietali). ni. Piuttosto si agisce tagliando di netto la
porzione con un coltello affilato e attenden-
Talea do poi qualche giorno, affinché la ferita si
Per quanto concerne le succulente è il meto- asciughi per bene, prima di interrarla in sabbia
do più conosciuto e quello che dà le maggio- pulita. Questa operazione, tra l’altro, non è
ri probabilità di riuscita; inoltre, i nuovi sog- utile solo alla propagazione: possiamo adot-
getti si sviluppano bene e in fretta. tarla anche per tentare di salvare parti di
• Quasi tutte le succulente, crescendo, danno esemplari compromessi dal marciume alle ra-
origine a germogli alla base o sul fusto. Sono dici o alla base del fusto.
28 La propagazione

•Alcune specie, 1
come le Hawor-
thia e certe cras-
sulacee, danno la
possibilità di pro- 2
durre talee anche
con le foglie: si stac-
cano con cura alla base
mediante una leggera torsio-
ne e si pongono nella sabbia;
riusciranno, nel punto dove sono
state staccate, a dare origine a del-
le piantine con radici proprie,
anche con una certa facilità.
Mentre la nuova piantina cresce,
3
a poco a poco la foglia utilizzata
per la talea rinsecchisce e muore. 4

Divisione del cespo


Alcune specie di succulente formano un
denso gruppo di fusti numerosi (cespo), che La talea di fusto è particolarmente efficace per
radicano spontaneamente non appena toc- le succulente con rami articolati, come quelle
cano terra. Questi rami possono essere sepa- del genere Opuntia. Prelevate la parte interessata
con un coltello affilato (1) e lasciatela cicatrizzare
rati, producendo esemplari già ben formati per 15 giorni prima di porla in vaso (2).
con grande facilità. L’operazione va fatta nel Interratela per 1/4 dell’altezza (3).
pieno del vigore vegetativo eseguendo tagli Impiegherà da 1 a 3 mesi per radicare (4).
precisi e disinfettando le ferite con prodotti
Sequenza di talea di foglia: può
appositi. essere attuata con successo
su molti generi di succulente,
Stolone come Haworthia (NEL DISEGNO),
Sedum, Echeveria ecc.
e propaggine
Vi sono specie (co-
me i Sempervivium)
che sviluppano rami- 1
ficazioni in grado di radicare
a contatto del terreno: sarà sufficien-
te separare questa porzione dal-
l’esemplare madre per ottenere nuovi 2
individui già radicati.
Riprodurre per via vegetativa 29

Molte succulente 1
di piccola taglia,
come la Mamillaria
sp., sono solite
produrre un gran
numero di germogli
basali, che possono
essere staccati
con un coltello
affilato e trattati
come talee.

Alcune succulente come Haworthia, Aloe, Agave


e Sansevieria producono spontaneamente degli
stoloni, rami sotterranei che danno origine
a nuove pianticelle radicate.
4

Nella sequenza fotografica, talee ottenute dalla


divisione di una foglia lunga (nel nostro caso
di Sansevieria). Dopo aver preparato il terriccio (1),
si divide la foglia in porzioni (2) da interrare
verticalmente (3). L’operazione si completa
con un’annaffiatura (4).
30 La propagazione

Innesto
Questa pratica viene utilizzata per far cresce-
re più rapidamente e moltiplicare esemplari
particolarmente interessanti o per salvarne
uno colpito dal marciume. Cosa significa pe-
rò innestare? Significa togliere una porzione
di vegetale, definita marza, da una pianta e
farla aderire strettamente su un’altra pianta,
definita soggetto o portinnesto, in modo che
i tessuti delle due parti vegetali si “saldino”
assieme. La marza e il soggetto devono esse-
re affini, devono cioè provenire da specie del-
la stessa famiglia: cactacee con cactacee ecc.
• Per innestare servono semplicemente un
coltello molto affilato (meglio se utilizziamo
un rasoio) e degli elastici (semplici elastici da
maglieria) dei quali regoleremo la tensione a
seconda che gli innesti siano fatti su parti ve-
getali tenere o robuste.
• Non tutti i tipi di succulente si possono in-
nestare. Tale operazione è possibile con le
piante dotate del cambio, un anello posto al
Sequenza di propaggine: Sempervivum, Echeveria centro del fusto che appare quando lo si se-
e altre succulente producono spontaneamente ziona. Appartengono a tale categoria tutte le
propaggini di rami sottili, che recano una nuova dicotiledoni, tra cui cactus, Euphorbia e Sta-
piantina radicata in punta.
pelia, mentre ne sono escluse le monocotile-
doni, come Aloe e Agave.

L’innesto non è impiegato solo


per stimolare la vegetazione
di piante deboli, ma anche a scopo
ornamentale.
Riprodurre per via vegetativa 31

I TRUCCHI DEL MESTIERE


Gli innesti in pratica 1 In questo caso la marza va ta-
gliata a cuneo e inserita nel
Innesto orizzontale soggetto, su cui sarà stato
o per sovrapposizione eseguito un taglio verticale
Questa è la tecnica di gran profondo alcuni centimetri
lunga più utilizzata per le suc- all’altezza della zona del cam-
culente. Il soggetto è sezio- bio. È sempre meglio lasciare
nato orizzontalmente, cer- il taglio sul fusto un po’ stret-
cando sempre di effettuare to, in modo che la marza, per
un taglio netto. Si prepara poi essere innestata, sforzi legger-
la marza allo stesso modo e 2 mente. Dato che non è possi-
la si sovrappone, curando che bile eseguire legature, per
le zone del cambio al centro mantenere le due parti in po-
dei fusti delle due piante sizione si usano spine di cac-
coincidano almeno in parte. tus lunghe e sottili.
Successivamente si manten-
gono i due elementi a stretto Dopo l’innesto
contatto per qualche giorno Eseguito l’innesto dobbiamo
fino a che non si siano salda- evitare di porre gli esemplari
te. Negli innesti fra piante 3 in luce diretta (deve essere un
grasse non si usa assoluta- luogo caldo ma al riparo dal
mente il mastice, ma si ese- sole), fino a quando le ferite
guono semplici legature con non si sono asciugate. Per
elastici, che sono fatti scorre- comprendere quando è il mo-
re sotto il vaso. È anche pos- mento di togliere gli elastici,
sibile mantenere la marza in o ciò che abbiamo utilizzato
posizione con due cordini ap- per fermare le parti, osservia-
pesantiti da piccole pietre le- mo attentamente: sembrerà
gate alle estremità, incrociati Sequenza di innesto per che i tessuti cicatrizzati siano
sopra di essa. sovrapposizione di un piccolo un poco rigonfi e sollevati.
cactus. Per evitare che il punto
Questo significa che le parti
di attecchimento si asciughi,
Innesto a spacco vanificando tutta l’operazione, hanno attecchito.
o a fenditura il lavoro si deve svolgere con Molto spesso i pochi giorni di
Si tratta di una variante del- precisione e senza attendere attesa per capire se l’operazio-
l’innesto per sovrapposizione troppo tempo tra il taglio delle ne è andata a buon fine posso-
parti e la loro unione.
è si utilizza per le marze a fu- no prolungarsi e arrivare an-
sto allungato e sottile, o appiattito: per che a un mese intero (soprattutto per le pian-
esempio su esemplari tipo gli Epiphyllum o te più lignificate); prima di decretare il falli-
gli Aporocactus. mento, armatevi quindi di un po’ di pazienza.
32 La propagazione

Innesti curiosi
Non di rado, nei garden ci si imbatte in pian- kii, soprannominato “Hybotan”. Si tratta si-
te grasse d’aspetto curioso, che sul fusto curamente del cactus innestato più famodo
troncato di netto ospitano una porzione del mondo, prodotto in milioni di esempla-
globulare color rosso fragola o variamente ri, caratterizzato dall’essere incapace di so-
screziata: si tratta di una cactacea dal nome pravvivere sulle proprie radici perché privo
di Gymnocalycium friedrichii var. Mihanovic- di clorofilla.
Riprodurre per via sessuata 33

RIPRODURRE
PER VIA SESSUATA
Si intende con questo la propagazione at-
tuata con l’uso dei semi. Classicamente è la
più utilizzata per la moltiplicazione delle
succulente su scala industriale, giacché con-
sente la produzione di moltissimi esemplari
in tempi relativamente brevi.

I semi
Sembra strano, ma parecchie persone si sor-
prendono del fatto che anche le succulente
producono frutti e semi. Non tutte le specie
lo fanno in cattività, o meglio, per alcune di
esse succede solo dopo aver raggiunto di-
mensioni ragguardevoli.
Il mercato offre semi di cactus in miscuglio,
mentre per l’acquisto di quelli di specie par-
ticolari ci si deve rivolgere a produttori spe-
cializzati, facilmente reperibili su internet.
Disponendo di piante fruttifere è possibile
ricavare i semi direttamente dai propri
esemplari.
• Se un esemplare sano e ben coltivato fio-
risce, ed è correttamente impollinato (tal-
volta non è sufficiente impollinare i fiori di
I Trichocereus, come questo T. pachanoi, sono una stessa pianta, ma è necessario scambia-
piante robuste e di facile coltivazione, spesso
impiegate come portainnesto delle cactacee. re il polline tra due esemplari della stessa
specie), produce facilmente un frutto con
•Il periodo più adatto è la fase di pieno vigo- una dotazione tipica di semi per ogni spe-
re vegetativo (dalla primavera avanzata fino cie, dalle poche unità delle euforbie, che ne
ad agosto), quando il tessuto del cambio ha contengono solo tre, a quantità molto ele-
ottime probabilità di saldarsi. Gli innesti fatti vate, come per le Echinopsis in cui se ne tro-
fuori stagione attecchiscono solo di rado. vano oltre duecento. A parte rare eccezioni,
• Anche rispetto al soggetto che si desidera i semi delle succulente hanno dimensioni si-
innestare deve essere fatta una scelta: è inuti- mili ad una capocchia di spillo e mantengo-
le operare su soggetti vecchi, perché l’opera- no la loro germinabilità per alcuni anni, an-
zione abbia successo bisognerebbe sempre che se si consiglia di utilizzarli entro un pe-
scegliere marze e soggetti giovani e vigorosi. riodo di 12-24 mesi.
34 La propagazione

1 2

3 4

Sequenza di semina. Preparate un letto di semina ben l’aiuto di un’assicella (3). Al termine dell’operazione
drenato (1) e distribuite il seme in modo omogeneo. annaffiate curando di utilizzare un diffusore
Per rendere uniforme la distribuzione di semente per evitare che il getto d’acqua scalzi i semi (4).
di dimensioni molto piccola, mescolatela con della Allo spuntare delle piantine affettuate
sabbia (2). Ricoprite poi il seme con un leggerissimo eventualmente un diradamento per garantire
strato di terriccio e compattate la superficie con ai nuovi esemplari il giusto spazio per la crescita (5).
Riprodurre per via sessuata 35

5 esemplare mette nella condizione di cono-


scerne meglio le caratteristiche.
• Condizione necessaria e fondamentale per
la riuscita della semina è una buona escursio-
ne termica dal giorno alla notte, con tempe-
rature oscillanti tra i 10-15 °C e i 20-22 °C. Vo-
lendo seminare in qualsiasi stagione dell’anno
è richiesta una cassetta da semina con riscal-
damento artificiale, peraltro reperibile in
commercio. In caso contrario si dovrà atten-
dere la stagione primaverile o autunnale.
• A seconda del quantitativo di semi si sce-
glierà di seminare in cassette o vasi (devono
avere almeno una decina di centimetri di
diametro) avendo cura di annotare su appo-
siti cartellini il nome e la data di semina di
ogni tipo di succulenta. Sul fondo del conte-
nitore, dopo aver messo il solito coccio, si
La semina in pratica pone del ghiaino fine, utile al drenaggio, per
La semina è ampiamente utilizzata con tutte le uno spessore di almeno un centimetro; sopra
succulente che producono semi con facilità – si versa del terriccio da semina (substrato per
per esempio le Cactaceae e i Mesembryanthe- piante grasse allungato al 30% con sabbia
maceae – ed è di grandissima soddisfazione. Le pulita) fino ad arrivare poco sotto l’orlo del
piante ottenute sono meglio acclimatate alle vaso. Successivamente il composto va ba-
condizioni ambientali in cui germinano, senza gnato per immersione del contenitore in una
contare che seguire dall’inizio la crescita di un bacinella o nel lavabo di cucina, attendendo

Disponendo di uno
o pochi tipi di semi,
per la semina si può
1 utilizzare una semplice
ciotola bassa (1),
da coprire con una
2 lastra di vetro
o plastica
trasparente (2).
A seguito della
germinazione
delle pianticelle
la copertura
va mantenuta alzata
con l’aiuto
3 di un bastoncino (3).
36 La propagazione

che sia ben inumidito. Infine si lascia sgron- prime plantule: solo allora terremo il vaso
dare l’acqua in eccesso. coperto a metà e poi, in seguito, con il cre-
• Una volta distribuiti sul terriccio, i semi van- scere delle piantine, lo toglieremo definitiva-
no ricoperti con uno strato di sabbia sottile mente. Per non rischiare di far spostare i se-
per uno spessore pari alla grandezza del seme. mi, farli galleggiare o disperderli, è bene che
Infine, per creare il microclima idoneo alla ger- le annaffiature vengano sempre effettuate
minazione, si pone una lastra di vetro o di pla- dal basso, facendo sì che la terra rimanga co-
stica trasparente sul vaso o la cassetta. stantemente umida.
La zona nella quale sistemeremo il conteni- • I consigli che vengono dati per il trapianto
tore deve essere calda ma al riparo dalla luce delle plantule sono diversi: c’è chi sostiene
diretta. Se l’operazione è riuscita, nel volgere che debbano essere trapiantate subito all’ap-
di qualche giorno assisteremo alla germina- parire delle prime foglie o spine, a poche set-
zione. Il tempo necessario perché ciò avven- timane dalla germinazione, chi preferisce
ga dipende molto dal tipo di succulenta, e va aspettare almeno un anno e chi indica di at-
dai due-tre giorni di Astrophytum ai due-tre tendere che gli esemplari raggiungano dimen-
anni di alcune Opuntia; inoltre, spesso i semi sioni molto maggiori. Di fatto, se si rimanda il
germinano irregolarmente in un lungo lasso trapianto di almeno due-tre anni si permette-
di tempo. Ogni tanto è utile rimuovere il ve- rò anche ai semi “ritardatari” di germinare.
tro o la plastica che ricopre il vaso, per pulir-
Porre grande cura nella corretta etichettatura delle
la e togliere la condensa; l’aerazione non è piantine propagate. Oltre al nome della specie meglio
necessaria fino a quando non spuntano le indicare la data della semina e la fonte dei semi.
37

Parassiti e malattie
Come ogni essere vivente, le succulente interagiscono profondamente
con l’ambiente in cui vivono, attivando le proprie difese naturali al fine di limitare
il più possibile l’insorgenza di malattie e l’attacco di parassiti e predatori.

a virulenza delle malattie aumenta al peg-


L giorare delle condizioni ambientali, quindi
porre cura e attenzione nella coltivazione si-
Le macchie brune
gnifica mettere le nostre piante al riparo da Non sono da confondere con il marciume
certe macchie brune che a volte compaio-
eventuali malattie.
no alla base dei fusti: possono essere pro-
Vediamo quali sono i pericoli più seri e quali
vocate da bruciature solari, da scarsa ven-
possono essere i rimedi da adottare. tilazione o semplice vecchiaia. Per ricono-
scerle basta assicurarsi che si mantengano
IL MARCIUME DEL FUSTO consistenti, dato che il marciume provoca
E DELLE RADICI la deliquescenza dei tessuti vegetali.
È la malattia più frequente nelle succulente Queste macchie non devono essere aspor-
ed è provocata da funghi e batteri, che si svi- tate perché, a parte il danno all’aspetto
luppano se le piante sono troppo annaffiate e esteriore dell’esemplare, non sono presso-
concimate. ché dannose.
Controllare costantemente le proprie succu-
lente può limitare sensibilmente l’insorgenza possiamo utilizzare la parte verde e sana co-
della malattia: ai primi sintomi sarà possibile me una talea.
intervenire riducendo le annaffiature eccessi- Quando si interviene asportando le parti ma-
ve, risolvendo i problemi di drenaggio in cer- late è importante disinfettare il coltello a
ti vasi, oppure eliminando la classica goccia ogni taglio per evitare la trasmissione dell’in-
che cade dai vetri della serra sempre sullo fezione, intingendolo in comune alcol.
stesso esemplare. Le ferite lasciate dagli interventi curativi an-
Se la malattia attecchisce, un pronto inter- drebbero opportunamente trattate con pro-
vento può consentire di salvarla: non appena dotti fungicidi ad ampio spettro.
si notano macchie brune e mollicce sul vege-
tale – magari in prossimità di qualche trauma LE COCCINIGLIE
locale – è necessario intervenire tagliandole Sono senza dubbio fra i parassiti più fastidio-
e asportandole prima che l’infezione si dif- si. Questi piccoli insetti si nutrono della linfa
fonda. L’eliminazione del tessuto malato deve della pianta mediante il loro stiletto boccale
procedere fino a vedere (e lasciare a nudo) che penetra l’epidermide delle succulente,
quello sano, sperando che l’infezione non ab- specie in prossimità degli apici delle piante o
bia il suo focolaio nelle radici: in questo caso nei punti più nascosti del fusto. Quando l’in-
38 Parassiti e malattie

festazione è cospicua, la continua lesione 1


dell’epidermide causa gravi alterazioni nella
crescita degli esemplari attaccati e apre facil-
mente la strada alle muffe e ai bat-
teri responsabili del marciume;
inoltre, le secrezioni zuccherine
prodotte dalle cocciniglie imbrat-
tano le piante, divenendo il sub-
strato ideale allo sviluppo di muffe.
• Le cocciniglie che attaccano la
porzione aerea si nascondono nei
punti meno esposti della pianta:
tra le pieghe del fusto, alla
cera cotonosa
sua base o sotto le fo-
glie. A seconda della
specie, si identificano uova
facilmente grazie alla
rostro

esemplare maschio,
con forma a bastoncino
esemplare femmina
con forma
rotondeggiante

Le cocciniglie cotonose (SOPRA) e quelle a scudetto


(A DESTRA) preferiscono insediarsi in punti nascosti,
sotto alle foglie e nelle pieghe dei fusti.
Qualora l’infestazione fosse minima, i parassiti
possono essere rimossi facilmente con un
pennellino (1) o un un cotton-fioc (2) intrisi
di alcol diluito al 75%.
Il ragnetto rosso 39

loro secrezione lanuginosa, bianca e cerosa,


oppure per il loro scudetto rotondeggiante,
biancastro con una piccola macchia al cen-
tro. L’intervento per la loro rimozione è da
attuare sulla base dell’entità dell’infestazio-
ne: se i parassiti sono pochi e localizzati su
una singola pianta, ci si può limitare alla lo-
ro asportazione meccanica, usando un ba-
tuffolo di cotone o un cotton-fioc imbevu-
to di alcol (una soluzione al 75%); se si nota-
no diversi focolai d’infestazione è bene
compiere un trattamento generalizzato, uti-
lizzando fitofarmaci di facile reperimento,
con l’esclusione degli oli minerali che dan-
neggiano la cuticola delle succulente.
• Alcune specie di cocciniglia attaccano le ra-
dici. Durante il rinvaso non dimentichiamoci
di controllare perciò la presenza eventuale
dei piccoli parassiti, facilmente riconoscibili
anche se lunghi appena un millimetro, per la
loro forma ovale tipica, il colore bianco-ro-
seo e la produzione, seppur ridotta, della la-
nugine. Gli esemplari infestati da questo pa-
rassita tendono a rallentare, fino a bloccare
del tutto, la crescita e ad avvizzirsi senza altro
Il ragnetto rosso è tra i parassiti più temibili, perché
motivo apparente. A fronte di tali sintomi è produce lesioni epidermiche irreparabili.
bene compiere un controllo sommario, estra-
endo con cura il pane di terra dal vaso. IL RAGNETTO ROSSO
Riscontrando la presenza dei parassiti, è ne- Si tratta di un acaro molto piccolo, a volte
cessario ripulire le radici dal terriccio e trat- addirittura non visibile a occhio nudo, che la-
tarle con antiparassitari adatti. Prima di rinva- scia sulle piante delle chiazze rugginose. At-
sare, attenderemo poi che l’apparato radicale tacca la parte aerea, dove i tessuti vegetali ri-
si sia completamente asciugato. Dato che l’in- sultano più teneri, e può provocare danni di
setto migra facilmente da vaso a vaso, se si ri- una certa gravità: con la crescita le piante evi-
scontrasse più di un esemplare colpito si con- denziano brutte screpolature sull’epidermide.
siglia un trattamento generalizzato a tutte le Essendo un animaletto che predilige l’ am-
piante, mediante la somministrazione di un biente asciutto si trova particolarmente a suo
antiparassitario specifico per la disinfezione agio con le succulente in generale. Lo si com-
del terreno. batte con acaricidi specifici.
40 Parassiti e malattie

LE ANGUILLULE
L’ESPERTO CONSIGLIA Sono vermi microscopici e altamente specia-
lizzati nell’infestare le radici di moltissime
Due parole sugli insetticidi piante, dentro le quali si insediano inducendo
A proposito di insetticidi, ne esistono tipi
la formazione di piccole galle. Nel volgere di
che agiscono per contatto, per soffoca-
mento e sistemici. qualche mese, le anguillule causano l’arresto
Gli insetticidi per contatto e per soffoca- delle funzionalità delle radici, per cui la cre-
mento sono quelli che normalmente ven- scita dell’esemplare si blocca. In seguito si no-
gono nebulizzati, spennellati o spruzzati di- ta un deperimento generale della pianta, che
rettamente sui parassiti; mentre quelli si- avvizzisce visibilmente.
stemici sono assorbiti dalle radici e messi Questi parassiti sono dotati di grande mobilità
in circolo all’interno della pianta attraverso nel terreno e sono particolarmente pericolosi
il sistema linfatico, cosa che la rende vele- per i grandi esemplari coltivati in piena terra.
nosa per un determinato periodo di tempo.
Una volta notati i sintomi e riscontrata la pre-
L’applicazione di questi prodotti non va
senza di galle nelle radici, bisogna agire tem-
attuata alla leggera, visto il pericolo che le
sostanze tossiche rappresentano sia per le pestivamente asportandole tutte e pulendo
persone sia per gli animali e gli insetti uti- bene la base della pianta da ogni residuo di
li. Per tale ragione il loro impiego va limi- terriccio. L’esemplare sarà poi trattato come
tato allo stretto indispensabile ed esegui- una talea. Si raccomanda di eliminare terric-
to con la massima cautela. cio e radici senza disperderli nell’ambiente,
provvedendo a disinfettare bene il vaso, se si
intende utilizzarlo nuovamente.
GLI AFIDI E LE FORMICHE
I comuni afidi della rosa attaccano soprattut- Una delle cause
to i fiori dei cactus o i teneri germogli di al- di sviluppo poco
corretto o crescita
cune succulente erbacee, come Echeveria e stentata è la cattiva
Sedum. Il loro danno va dalle lesioni superfi- esposizione. Nella
ciali dei germogli, che quindi si deformano vi- foto un esemplare
eziolato, che
sibilmente, alle melate che imbrattano le presenta cioè
piante, su cui crescono le muffe. Questi inset- un allungamento
ti sono anche vettori di alcuni virus dei vege- anomalo e una
colorazione pallida
tali, ma l’occorrenza di tali agenti infettivi è in conseguenza
piuttosto rara nelle succulente. di una posizione
Le formiche invece non provocano un danno con poca luce.
diretto, limitandosi ad asportare i semi. La lo-
ro presenza costante sulle piante può tuttavia
essere un’indicazione della presenza di afidi e
cocciniglie, che sono solite “allevare” per nu-
trirsi delle loro secrezioni zuccherine.
41

Stagione per stagione


La crescita delle piante grasse in natura segue un proprio ritmo, anno dopo anno.
Starà a noi far sì che anche le specie che coltiviamo riescano a rispettarlo, potendo
quindi svilupparsi in modo ottimale.

i dice che le succulente siano tra le pian-


S te che hanno meno bisogno di cure e che
possano vivere bene anche se vengono di-
menticate per lunghi periodi. Una voce popo-
lare sostiene addirittura che prosperino me-
glio se i loro proprietari le ignorano del tutto.
Questo, naturalmente, non è affatto vero, ma
ha un suo fondamento nel fatto che la mag-
gior parte delle piante grasse deve essere an-
naffiata con moderazione, attendendo che il
terriccio si asciughi tra un’annaffiatura e l’al-
tra. A parte questo, le succulente hanno biso-
gno di poche, ma attente cure per vivere be-
ne, crescere e soprattutto per produrre i fiori
Per prevenire malattie e attacchi parassitari,
che le rendono tanto attraenti. per tutto il corso dell’anno controllate spesso
Secondo la specie e la zona di provenienza, le vostre piante grasse, spolveratele con un pennello
in ogni stagione si dovranno quindi prodiga- ed eliminate subito le parti di fusto che presentano
seccumi o necrosi.
re le cure adatte: rinvasi, riparo invernale,
protezione contro l’umidità, concimazioni,
disinfestazioni, annaffiature. Inoltre è molto PRIMAVERA
importante che in ogni stagione le piante ab- È la stagione del risveglio vegetativo. A mar-
biano la giusta temperatura e la giusta espo- zo, nei nostri climi, è ancora presto per co-
sizione al sole: ce ne sono alcune (per esem- minciare ad annaffiare, ma può capitare che vi
pio tutte le cactacee originarie delle zone siano giornate soleggiate e abbastanza tiepi-
desertiche) che necessitano di riposo inver- de: in questo caso si cominciano a mettere al
nale a bassa temperatura e scarsissima umidi- sole le piante del deserto, in posizione molto
tà, altrimenti non emettono le gemme fiora- riparata perché devono essere protette dal-
li o hanno una fioritura stentata. l’aria fredda.
Perché le nostre succulente non ci deludano • In queste giornate bisogna fare attenzione
vediamo dunque, stagione per stagione, quali alle scottature: alcune piante infatti possono
sono le piccole attenzioni che bisogna asso- mal sopportare i primi caldi raggi del sole
lutamente riservare loro. brillante di primavera; è il caso delle Rebutia,
42 Stagione per stagione

delle Haworthia e delle Stapelia, che cresco- la stessa periodicità delle annaffiature), anzi-
no di solito leggermente ombreggiate dagli ché utilizzare le dosi consigliate in un’unica so-
arbusti e dalle erbe della prateria. I cactus luzione. Si impieghino sempre prodotti speci-
della foresta, invece, non vanno mai messi al fici per succulente, che di norma sono formu-
sole: devono restare in posizione luminosa lati con alto contenuto di fosforo e potassio e
ma all’ombra. basso di azoto. Se il tempo è bello si possono
• Si può cominciare quindi a dare un po’ d’ac- mettere all’aperto le specie che desiderano
qua a quelle piante che mostrano un evidente una posizione più soleggiata. Le serre in que-
ripresa della vegetazione, emettendo nuove sto periodo devono essere aerate.
spine. Se la primavera prosegue con un tempo • Anche gli esemplari che vengono tenuti in
umido, è meglio tenere le specie del deserto appartamento devono essere posti in posi-
al riparo in serra o in un cassone. Quando la zione luminosa e arieggiata, evitando di
temperatura sale al di sopra dei 15 °C si comin- esporle alle correnti d’aria.
ciano ad annaffiare moderatamente, ma con
regolarità, i cactus epifiti della foresta: Epi- ESTATE
phyllum, Hylocereus, Rhipsalis, Schlumbergera. È la stagione vegetativa e, per la gran parte
Una concimazione con fertilizzante per piante dei vegetali, della fioritura. In questa stagio-
da appartamento le aiuterà nella formazione ne le piante vanno bagnate con frequenza;
dei loro splendidi fiori. quelle più esposte al sole anche tutti i gior-
• A maggio si può cominciare a concimare ni, se la terra è asciutta. Alcune specie devo-
tutte le succulente preferendo, se pos- no essere tenute moderatamente umi-
sibile, l’impiego di prodotti diluiti da de: è il caso dei cactus della foresta e
distribuire più volte (in genere con di poche altre specie per le quali
vengono date indicazioni specifiche
nelle schede descrittive. Nella mag-
gior parte dei casi, comunque, è im-
portante che il terriccio asciughi
completamente prima di procedere
all’annaffiatura.
• Le piante grasse collocate
all’aperto vanno esposte il
più possibile agli acquaz-
zoni estivi che, se il terre-
no è ben drenato, hanno un
effetto benefico. In al-
cune zone può essere
necessario proteggere
gli esemplari con una
rete anti-grandine.
Primavera • Estate 43

•In estate si continueranno le concimazioni, Invece, possiamo risparmiare sul fertilizzante


soprattutto per le specie più fiorifere, di cui è evitando di distribuirlo a tutti gli esemplari le
necessario reintegrare il forte consumo di nu- piante appena rinvasati, che dovranno esauri-
trienti, per le piante provviste di un terriccio re la loro dotazione naturale di nutrienti nel
vecchio e ormai esaurito, e per i cactus epifiti. corso del primo anno di coltivazione.

Le principali operazioni
neanidi di cocciniglia colturali che interessano
delle radici le piante succulente
(l’esempio è riferito a una
Stapelia variegata).

bagnare il terriccio
costruire un riparo con un geoinsetticida
antipioggia o sistemare
sotto un portico

DIC GEN concime


granulare una
NOV volta al mese
FEB
concime
INVERNO
liquido una
OTT AUTUNNO MAR volta ogni
15 giorni

SET PRIMAVERA APR


ESTATE

AGO MAG

LUG GIU

annaffiare sfoltire i rametti


e mettere le talee a radicare

fioritura

rimuovere le cocciniglie
con un pennellino intriso di alcol
44 Stagione per stagione

AUTUNNO adeguatamente aerata senza che le piante


Già alla fine di agosto le giornate si accorcia- debbano essere sottoposte a bruschi sbalzi di
no e le piante rallentano la vegetazione. È temperatura o a correnti d’aria fredda. Vanno
quindi necessario sospendere le concimazio- annaffiate ogni tanto, per impedire che, a
ni e rallentare drasticamente le annaffiature questa temperatura, la siccità prolungata le
fino a interromperle del tutto. Man mano che faccia avvizzire. Le annaffiature devono co-
la stagione avanza si inizia a proteggere le munque essere molto moderate. Il riposo ve-
piante più delicate dall’abbassamento della getativo è infatti essenziale per la buona riu-
temperatura, riparandole in serra o in casa. scita della successiva fioritura.
• I cactus del deserto devono invece essere • Alla fine della stagione invernale si effet-
protetti dall’umidità. Vanno posti in un luogo tuano i rinvasi.
fresco e asciutto, per poter godere di un pe-
riodo di riposo dopo lo stress della fioritura. Moltissime succulente possono attraversare
la fase di svernamento all’esterno con l’aiuto
In questo modo, inoltre, i fusti immagazzina- di una semplice protezione di plastica trasparente,
no le energie per emettere nuovi boccioli la soprattutto se in posizione soleggiata.
primavera seguente.
• In autunno fioriscono le Lithops, a cui segue telaietto
metallico
l’appassimento delle foglie carnose. Da questi
residui disseccati a primavera spunterà una
nuova coppia di foglie.

INVERNO
Il riposo vegetativo, tipico di questa
stagione, deve essere favorito dalla
totale assenza di acqua nel terriccio
e dalla bassa temperatura. Alcune
specie possono restare all’aperto,
purché protette dall’umidità, dal
momento che sopportano bene il
freddo. È il caso dei cactus origi-
nari delle zone di montagna, che
resistono a svariati gradi sotto lo
zero. Invece, le specie diffuse in
zone perennemente calde, co- telo di plastica
pesante
me i Caraibi o l’Africa centrale,
vogliono temperature superiori ai
13-18 °C. L’ideale, se non si dispone fori per l’aerazione
di una serra, è collocarle in una stan-
za fresca e ben illuminata, che possa essere
Schede di coltivazione
Presentiamo nelle prossime pagine note utili
alla coltivazione di alcuni dei generi
più diffusi sia di cactacee sia di altre
succulente. Per ciascun genere
segnaliamo le specie più note
o più interessanti.
46

CACTACEAE
Questa famiglia botanica comprende migliaia te dall’idea che in genere si ha delle specie
di specie di piante, generalmente dotate di succulente.
fusto succulento, che può essere sferico, ci- • Le Maihueniodeae sono poche specie di pic-
lindrico, con coste e rilievi, semplice o ramifi- coli cacti arbustivi originari di Cile e Argentina.
cato. La caratteristica che le contraddistingue • Le Opuntioideae hanno fusti suddivisi in
tutte è l’areola che è una specie di gemma in- articoli cilindrici o appiattiti a pala, i cosid-
terna o di embrione di ramo, evidenziato da detti “cladodi”, e piccole foglie decidue. Por-
un ciuffo di spine o di peli. Le areole si loca- tano spine e glochidi (cioè setole acuminate
lizzano lungo le coste, all’ascella delle foglie che si conficcano facilmente nella pelle, par-
(quando presenti), all’apice o alla base dei tu- ticolarmente fastidiose).
bercoli. La famiglia raggruppa un enorme nu- • Le Cactoideae sono
mero di specie, suddivise nelle quattro sotto- piante prive di glochidi
famiglie di seguito elencate. e foglie (oppure con
• Le Pereskioideae hanno fusto e rami spino- foglie ridotte a pic-
si, cilindrici, legnosi, foglie decidue con am- cole squame), con
pia lamina e grandi areole lanose. Si tratta di fusto per lo più cilin-
arbusti e alberi di aspetto piuttosto differen- drico o globoso.

Sono migliaia le specie


di cactacee diffuse
in tutto il mondo.
Acantocalycium • Aporocactus 47

ACANTOCALYCIUM
Il genere è originario del- •COLTIVAZIONE Richiedo-
l’Argentina. Sono piante no un’esposizione in pie-
con fusto tendenzialmen- no sole. In inverno ricove-
te sferico, che in alcune ratele in ambiente protet-
specie diviene più allun- to poiché non sopporta-
gato con la crescita; sol- no i climi eccessivamente
cato da evidenti costola- rigidi. Si moltiplicano fa-
ture con areole feltrose cilmente da seme.
(soprattutto negli esem-
plari giovani). In passato venivano classificate Acantocalycium violaceum
tra le Echinopsis. Di forma cilindrica, con coste e spine gialle,
• FIORITURA I fiori sono lunghi 3-4 cm e sono più scure all’esterno dell’areola. I fiori sono
caratterizzati dal tubo fiorale provvisto di spi- grandi 5-6 cm, di colore rosa-viola, con spine
ne e lanugine basale. scure e peli bianchi alla base del tubo fiorale.

APOROCACTUS
Nel loro habitat (sono di origine messicana) annaffiature devono essere regolari durante
spuntano dalle fenditure delle rocce o cre- la bella stagione: il terriccio deve restare leg-
scono aderendo alla corteccia degli alberi. germente umido (ma attenzione ai ristagni
Sono quindi piante ricadenti, con rami cilin- d’acqua). Concimare all’inizio della primavera,
drici e piuttosto sottili, con coste poco visibi- per stimolare la produzione dei fiori.
li, fittamente punteggiate di areole spinose o In inverno manteneteli a temperature di 10-13 °C
setolose. I rami sono lunghi fino a un metro, e di notte e 18-21 °C di giorno; in estate gradi-
formano interessanti cespi ricadenti, adatti a scono dai 24 °C in su.
panieri sospesi. Se ne conoscono poche spe- Si propagano per talea del fusto (da eseguire
cie, delle quali la più nota è A. flagelliformis. in periodo estivo).
• FIORITURA I fiori, con molte sfumature rosse
e rosa, spuntano sulla parte vecchia dei fusti Aporocactus flagelliformis
in primavera. Hanno forma di tromba e si al- Originario del Messico, con molti rami pen-
largano in una corolla asimmetrica, da cui denti lunghi e sottili, coste poche evidenti,
spunta un ciuffo di stami gialli. La fioritura è spine rosa. Nella parte vecchia dei rami, in
generosa e per questo gli Aporocactus sono primavera, spuntano fiori di un bel colore ros-
ricercati da antica data. so-rosa, con tubo ricurvo e ciuffo di stami
• COLTIVAZIONE Sono molto facili da tenere: vo- che sporge dala corolla.
gliono molta luce e anche sole diretto, finché Per sviluppare i suoi lunghi rami necessita di
la temperatura non diventa troppo elevata. Le annaffiature abbondanti in estate.
48 Cactaceae

ARIOCARPUS
Piante originarie del Texas e del Messico l’ascella oppure all’apice dei tubercoli, a se-
settentrionale, con fusto appiattito e na- conda delle specie. Ogni fiore dura pochi
scosto dai tubercoli raccorciati e stretta- giorni; si chiude di notte e si riapre il giorno
mente embricati, privi di spine e con la successivo.
sommità piatta. Esistono diverse specie di- • COLTIVAZIONE Gli Ariocarpus sono piante di
stinguibili per le differenze nella forma dei facile coltivazione, che resistono bene alle
tubercoli. Fino a pochi anni fa numerose po- basse temperature. Temono le cocciniglie
polazioni naturali di questo genere di pian- delle radici e richiedono terriccio minerale,
te erano oggetto di raccolta illegale, oggi privo di torba e altro materiale organico. Cre-
tutte le specie sono protette per cui il loro scono lentamente e abbisognano di qualche
commercio è regolamentato da apposite di- anno prima di raggiungere le dimensioni mini-
sposizioni di legge. me per la fioritura. Si moltiplicano esclusiva-
• FIORITURA I fiori, bianchi, rosa o porpora, mente per seme.
sono larghi circa 5 cm e appaiono vicino al
A. retusus, seppure di lenta crescita
centro della pianta. Spuntano dalle areole, è molto apprezzata per longevità, resistenza
che negli Ariocarpus si trovano talvolta al- e facilità di coltivazione.
Ariocarpus 49

Ariocarpus fissuratus
Viene anche chiamato
“pietra vivente” o “sasso
vivo messicano”. Pianta di
piccole dimensioni (fino a
15 cm di diametro), ha tu-
bercoli triangolari caratte-
rizzati da fenditure e sol-
chi. I fiori, rosa, sono larghi
4 centimetri.
È specie molto amata dai
collezionisti: cresce lenta-
mamente, ma fiorisce con
grande regolarità; teme
l’umidità e ha bisogno di
luce abbondante.

Fioritura di A. fissuratus.
SOTTO: A. kotschoubeyanus,
che non supera in genere i 5
cm di diametro, con la grossa
radice infossata nel terreno.

Ariocarpus kotschoubeyanus
Specie scoperta nel 1840, è di dimensioni pic-
colissime (da 3 a 5 cm) ma in compenso caris-
sima, da collezionisti. Di forma quasi piatta,
ha tubercoli triangolari percorsi da un solco
orlato di lanugine. I fiori sono bianchi o rosa-
viola, grandi quasi più della pianta. Cresce
molto lentamente ma fiorisce dopo 5-7 anni.
50 Cactaceae

ASTROPHYTUM
Genere di piante originarie del Messico set- Astrophytum capricornae
tentrionale e del Texas meridionale. Bellissima specie di facile coltivazione e dalle
Di forma globosa, che tende a diventare cilin- fioriture esuberanti. Il corpo della pianta è av-
drica con l’età, hanno poche coste (da 5 a 8) volto da una stretta massa di spine appiattite,
più o meno rilevate, alcune con margine mol- poco pungenti e le costole sono densamente
to evidente, altre arrotondato. Unica eccezio- ricoperte da squame cerose bianche.
ne alla forma costoluta è A. caput-medusae, Le piante di questa specie amano le posizioni
scoperto di recente, che possiede lunghi tu- in pieno sole. D’inverno resistono al freddo, in
bercoli sottili: sono cosparsi di macchioline un ricovero asciutto e luminoso.
bianche irregolari e presentano areole lanose.
• FIORITURA I fiori, che si formano sulla som- Astrophytum myriostigma
mità della pianta, assomigliano a grandi mar- È una varietà senza spine, di forma sferica, co-
gherite, con molti sepali, di dimensioni varia- lonnare con l’età: in natura arriva a 60 cm di
bili tra i 4 e gli 8 centimetri. Sono gialli, alcu- altezza. I fusti sono fittamente punteggiati di
ni con il centro rosso, e durano pochi giorni; macchioline grigie, con areole brune allineate
l’esemplare può però continuare a fiorire per sulle coste. I fiori sono gialli. Teme l’umidità,
tutta l’estate. soprattutto d’inverno.
• COLTIVAZIONE Vogliono molta luce, ma è me-
glio schermarle dai raggi più cocenti del sole
estivo. Le annaffiature in primavera-estate
devono essere abbondanti ma diradate: il ter-
riccio deve diventare asciutto tra un’annaffia-
tura e l’altra. Evitare assolutamente i ristagni
d’acqua. D’inverno sopportano temperature
piuttosto basse purché protette dall’umidità.
Si propagano per seme.

Astrophytum asterias
L’aspetto della pianta ricorda lo scheletro di un
riccio di mare. Le dimensioni arrivano a 10 cm
di diametro e 4 cm di altezza. Non ha spine, ma A. capricornae
areole lanose. I punti bianchi sono disposti in e A. asterias
(A DESTRA).
linee regolari sulle coste. I fiori sono larghi cir-
ca 6 cm, gialli, con il centro rosso vivo. È una
pianta che richiede un drenaggio particolar-
mente efficace, altrimenti marcisce facilmente.
Vuole molta luce, ma teme il sole estivo.
Astrophytum • Carnegiea 51

CARNEGIEA
Questo genere comprende la lo sviluppo in piena terra, pos-
sola specie C. gigantea, sibile solo nelle regioni più
conosciuta comune- calde o nelle isole meri-
mente col nome lo- dionali, dove va mante-
cale di saguaro. Si nuto in pieno sole, in
tratta probabil- terreni ben drenati di
mente del cactus natura calcarea.
più famoso, inter- Si propaga per seme.
prete di numerosi
film di genere we- Carnegiea gigantea
stern. Difatti è la È un gigantesco cac-
pianta tipica dei de- tus, con un fusto co-
serti di Sonora, un’area lonnare eretto che
molto ampia compresa ramifica verso l’alto
tra gli Stati Uniti meri- nella caratteristica
dionali (il saguaro è forma a candelabro.
divenuto il simbolo Pur arrivando a 15 m
dello stato dell’Ari- di altezza, ha cresci-
zona) e il Messico ta lentissima: nei
settentrionale. primi 10 anni di vita
Le particolari carat- raggiunge poco più
teristiche di questo di 15 cm e impiega
habitat sono un’in- circa 150 anni a rag-
tensa aridità alter- giungere la sua al-
C. gigantea
nata a periodi pio- tezza massima. In-
vosi estivi, ma capitano anche piogge irrego- comincia a fiorire attorno ai 40 anni. Fusto e
lari e periodi di freddo associato a neve. rami hanno da 12 a 30 coste, con areole ogni
• FIORITURA I fiori spuntano sulla sommità di 2 cm che portano 12 spine radiali disposte a
piante adulte e sono grandi, a forma di cam- raggera e 3-6 centrali, lunghe fino a 7 centi-
pana, bianchi e notturni. Sono impollinati da metri. Le spine della parte vecchia della pian-
alcune specie di pipistrelli, che migrano pro- ta sono grigiastre, mentre sui rami giovani so-
prio in funzione della fioritura estiva. I frutti no brune o gialle. I fiori compaiono in prima-
sono eduli e vengono utilizzati nella prepara- vera e in estate: sono imbutiformi, lunghi 10-
zione di dolciumi e bevande. 12 cm, bianchi, prevalentemente notturni (si
• COLTIVAZIONE Il saguaro può essere coltivato aprono la sera e si chiudono il pomeriggio del
facilmente in vaso, anche se il suo tasso di giorno seguente). I frutti sono rossi, ovoidali e
crescita si mantiene molto lento. Più rapido è commestibili.
52 Cactaceae

CEPHALOCEREUS
È un cactus colonnare che C. senilis viene comunemente
nel suo habitat naturale chiamato “cactus del nonno”
per l’effetto dato dalle setole
(Messico) può arrivare a biancastre, lunghe e sottili,
un’altezza di 15 m e che è che spuntano dalle areole
insieme con le spine.
costituito da un fusto soli- Con la crescita la base
tario. Coltivato in interno della pianta perde le setole
può arrivare a un’altezza di che rimangono però abbondanti
sull’apice.
40 centimetri. Ha in genere
8-12 coste poco rilevate,
areole molto lanose con •COLTIVAZIONE Questi cactus
ciuffi di spine bianche, a richiedono molte ore di
volte nascoste dalla “capi- esposizione solare. Soppor-
gliatura”. Caratteristici di tano bene sia la calura estiva
questo genere sono, infatti, i sia basse temperature inver-
peli bianchi o grigi che rico- nali, anche inferiori a 7 °C.
prono la pianta, particolarmente nella parte Le annaffiature devono essere piuttosto ab-
terminale o cefalio (da cui il nome cactus “te- bondanti d’estate, soprattutto se le piante so-
sta di vecchio”). Le piante sono a volte molto no esposte in pieno sole, poi quasi inesisten-
simili a quelle del genere Espostoa. ti d’inverno.
• FIORITURA I fiori, che spuntano dal cefalio,
hanno forma di tubo largo e peloso con breve Cephalocereus senilis
corolla molto allungata. Durano solo per una Detto “cactus del nonno”, ha forma colonna-
notte; sviluppano frutti globosi rossi che sec- re (in natura raggiunge i 10-15 m di altezza),
cando si aprono e lasciano cadere semi neri. spine gialle e lunghi peli bianco-grigiastri che
I Cephalocereus fioriscono soltanto da adulti, coprono completamente il fusto. I fiori, come
e quindi, dal momento che hanno una cresci- in tutti i Cephalocereus, spuntano nel cefalio,
ta lentissima, è quasi impossibile che ciò suc- un organo fiorifero che appare all’apice della
ceda in un vivaio. pianta quando giunge a maturità.

CEREUS
Questo gruppo fu creato nel Seicento per in- poche coste molto evidenti e orlate di spine.
cludere tutte le cactacee a fusto allungato e Sono specie originarie dell’America centro-me-
coste spinose; in seguito fu suddiviso in sva- ridionale. Da noi vivono bene all’aperto nelle
riati generi. Attualmente esso comprende zone dove l’inverno è mite, e raggiungono al-
una decina di specie a forma colonnare, ra- tezze di 8-10 metri. Per la loro rusticità, i Cereus
mificate dalla base, oppure a candelabro, con vengono spesso impiegati come portainnesti.
Cephalocereus • Chamaecereus 53

•FIORITURA I fiori sono grandi, a forma di im- Esistono diverse forme cosiddette “mostruo-
buto, di colore verde-rossiccio all’esterno e se” di C. peruvianus, sia piccole sia grandi. Si
bianco all’interno. Si aprono solo di notte. tratta di casi di mutazione genetica che sono
• COLTIVAZIONE I Cereus vanno coltivati in pie- state attivamente propagate dai vivaisti fino a
no sole. Sopportano anche temperature bas- divenire molto comuni e ricercate per l’aspet-
se, purché l’umidità sia moderata. to particolare. Le coste si presentano infatti
Si propagano per talea. irregolari, interrotte, protuberanti, crestate, e
danno a queste piante, fin da piccole, un
Cereus jamacaru aspetto tormentato che ben si inserisce nelle
Originario del Brasile. Di colore verde-azzur- composizioni di piante grasse.
ro, ha 4-6 coste sottili sul cui margine, abba-
Varietà Monstruosus di C. peruvianus.
stanza distanziate, si trovano le areole da cui Il nome indica un fenomeno
partono ciuffi di 10-20 spine, le radiali più di mutazione del fusto,
che cresce in modo irregolare.
corte, le centrali più lunghe (in natura anche
fino a 12 cm!). Non ama periodi prolungati di
siccità da aprile a novembre.

Cereus peruvianus
Non è di origine peruviana, come sembra in-
dicare il nome, ma bensì brasiliana. Di colore
verde opaco, tendente al grigio o all’azzurro,
ha 6-8 coste a margine vivo, sulle quali spun-
tano ciuffi di spine nere o brune lunghe 2-5
centimetri. I ciuffi di spine sono regolarmen-
te distanziati di circa 2,5 centimetri. I fiori ar-
rivano a 16 cm di diametro e sono leggermen-
te profumati.

CHAMAECEREUS
Il genere è composto da un’unica specie – la giate sui margini da areole di corte spine se-
C. silvestri – ora passata al genere Lobivia, ma tolose. Il colore della pianta è verde chiaro,
esistono in commercio diversi ibridi (a volte ma sotto il sole estivo può assumere una co-
classificati come Chamaelobivia). lorazione rossastra.
Originaria delle montagne argentine, si pre- • FIORITURA In estate produce un’abbondante
senta sotto forma di fitti cespi formati da fu- e vistosa fioritura, con fiori a forma di tubo
sticini sottili, molli e allungati, di portamento allungato che si aprono in ampia corolla di
strisciante. I fusti, lunghi 6-15 cm, hanno 6-9 petali scarlatti. Il tubo è lungo circa 5 cm, co-
costolature poco rilevate, fittamente punteg- perto da scaglie pelose.
54 Cactaceae

•COLTIVAZIONE Richiede l’esposizione al sole ricco: dopo una concimazione all’inizio della
diretto. Nella stagione estiva va annaffiata re- primavera (per stimolare la produzione dei
golarmente, poi è necessario diminuire l’ap- boccioli), la pianta andrebbe concimata una
porto di acqua per non correre il rischio di far volta al mese durante tutta la fioritura, con
marcire i fusti. Sopporta bene temperature un concime molto diluito.
anche basse se l’umidità è moderata. È autosterile: si riproduce attraverso i nume-
Il terriccio deve essere ben drenato, piuttosto rosi polloni che emette.

CLEISTOCACTUS
Piante di origine sudamericana, longilinee, Cleistocactus baumannii
erette, possono ramificare dalla base e arriva- Pianta molto sottile, ricoperta da spine e pe-
no a un’altezza di quasi 2 metri. Hanno molte li giallastri. I fiori sono lunghi da 5 a 7 cm, di
coste (circa 25) ricoperte da fitte spine sottili. colore arancione.
• FIORITURA I fiori crescono lateralmente sul
fusto in prossimità dell’apice e hanno forma Cleistocactus strausii
di tubo allungato, ricoperto di scaglie pelose, Il genere Cleistocactus comprende poco più
spesso curvato verso il basso. Spuntano su di una decina di specie, delle quali la più col-
esemplari di età variabile e sono caratterizza- tivata è la strausii.
ti dal rimanere chiusi anziché sbocciare pie- Gli appartenenti a questa specie hanno fitte
namente. Questa caratteristica è chiamata areole pelose e sottili spine bianche che si in-
“cleistogamia” e dà il crociano tra loro rico-
nome all’intero genere. prendo completamente
• COLTIVAZIONE I Cleisto- la pianta. Il fusto è ver-
cactus amano la luce de, ma appare argenta-
brillante e anche il sole to a causa della coper-
diretto: d’estate stanno tura di spine bianche.
bene all’aperto, quasi in I fiori sono rossi, lunghi
pieno sole. Sono abba- anche 8 cm, sottili.
stanza rustici, ma è bene
che la temperatura non
scenda mai al di sotto
dei 6 °C. La fioritura di C. tupizensis
Nel periodo vegetativo è a dir poco “particolare”.
hanno bisogno di un I fiori infatti spuntano
nella parte alta del fusto
fertilizzante a base di con andamento orizzontale
fosforo. La fioritura in- e hanno l’aspetto di un
sottile tubo cilindrico lungo
teressa solo gli esem- 5-7 cm, di colore rosso
plari adulti. e peloso.
Cleistocactus • Copiapoa 55

COPIAPOA
Originario del Cile, è un genere poco coltiva- vise da incisioni che formano come dei tuber-
to, a parte alcune specie di più facile reperi- coli, ognuno dei quali è armato di una o più
mento. Dapprima di forma sferica, le piante spine robuste (quella centrale più forte e più
crescendo divengono poi cilindriche. Hanno lunga) nere e grigie. La pianta è di colore ver-
molte coste che formano protuberanze, a de pallido, a causa dello spesso strato protet-
volte simili a tubercoli. L’apice è fittamente tivo di cera secreta dall’epidermide. I fiori, a
coperto di lana. campana, sono gialli con
Il numero delle spine è va- sfumature rosse e ricoperti
riabile: a volte ne portano da scaglie pelose.
solo una centrale. Sono Vuole pieno sole, annaffia-
brune o nere (tendono a ture abbondanti ma distan-
diventare grigiastre col ziate, temperature minime
tempo), dure e piuttosto invernali di 0 °C.
lunghe.
• FIORITURA I fiori sono a Il genere annovera specie di rapida
stella, lunghi e larghi circa 3 cm, spuntano dalla crescita come C. maritima (SOPRA), che si propagano
da seme e fioriscono con facilità. Ci sono poi anche
lana che ricopre l’apice della pianta. General- specie molto più esigenti, di grande lentezza nello
mente di colore giallo. sviluppo che esigono posizioni asciutte e in pieno sole,
• COLTIVAZIONE Tutti le specie appartenenti a come C. totoralensis, C. cinerea e C. coquimbana
(SOTTO, DALL’ALTO VERSO IL BASSO E IN SENSO ORARIO).
questo genere vanno lasciate in pieno sole
durante l’estate e protette dall’umidità in in-
verno. Malgrado ciò, possono resistere a tem-
perature abbastanza basse.
Si riproducono da seme.

Copiapoa cinerea
Originaria delle coste cilene. Dapprima sferi-
ca, poi colonnare, nel suo habitat arriva a un
metro di altezza. Ha numerose costolature di-
56 Cactaceae

CORYPHANTHA
Originarie delle zone deserti-
che americane, sono simili alle
Mammillaria; ne differiscono
per il fatto di presentare una
fessura lungo il tubercolo, da
cui spunta il fiore.
• FIORITURA I fusti sono caratte-
rizzati dalla presenza di tuber-
coli più o meno pronunciati:
ciascuno di essi reca un’areola
con un ciuffo di spine, quasi
sempre disposte in maniera
simmetrica. I fiori sono gene-
ralmente gialli.
• COLTIVAZIONE Vuole molto so-
le e poche annaffiature. La
temperatura può scendere sot-
to i 0 °C. Ha radici a fittone che
si sviluppano piuttosto in pro-
fondità, quindi necessita di C. scolymoides
contenitori adatti.

Coryphantha clavata
Pianta originaria delle zone de-
sertiche degli Stati Uniti meri-
dionali, a forma cilindrica più
stretta in basso (a clava). Alta fi-
no a 30 cm, con tubercoli pro-
nunciati e spine rosse o gialle. I
fiori, gialli, sono grandi fino a 9
cm e sbocciano in estate.

C. elephantipes
Coryphantha • Echinocereus 57

ECHINOCACTUS
Chiamati comunemente “cactus barile”, sono tre stagioni non vanno bagnate. Poco conci-
originari dei deserti del Messico e degli Stati me, molto diluito.
Uniti sudoccidentali. Si tratta di piante globo-
se o poco allungate, con molte coste ben evi- Echinocactus grusonii
denti. Le areole sono fittamente allineate sui Globoso, con molte coste rilevate e spine
margini delle coste e portano 6-10 spine lun- gialle. L’apice della pianta, punto in cui fiori-
ghe e robuste, temibili. sce, è lanoso. I fiori spuntano a corona e sono
• FIORITURA I fiori spuntano a corona di colore giallo, con tepali duri e ap-
intorno all’apice. puntiti. Fioriscono soltanto le
• COLTIVAZIONE Vogliono molta piante grandi, che hanno rag-
luce: tuttavia, se coltivate in giunto la piena maturità, a
vaso, è opportuno ripararle 30 anni dalla semina. È una
dal sole del mezzogiorno specie molto resistente, se
estivo perché potrebbero la si protegge dall’umidi-
scottarsi. tà eccessiva, e arriva a
D’inverno la temperatura dimensioni notevoli (fi-
notturna non deve scen- no a 1-2 m di diametro e
dere al di sotto dei 5 °C. Da 90 cm di altezza).
annaffiare in estate solo Si riproduce per seme.
quando il terriccio è comple-
tamente secco, mentre nelle al- E. grusonii

ECHINOCEREUS
Provengono dal Messico e dagli Stati Uniti su- portuno provvedere a periodiche concima-
doccidentali. Sono piante piccole, general- zioni primaverili-estive.
mente molto accestite, a volte con rami stri- Si riproducono per talea o per seme.
scianti; ma possono avere anche un solo fusto E. sherii
cilindrico e breve. Arrivano a un’altezza di 40
centimetri.
• FIORITURA Gli Echinocereus fioriscono già a
pochi anni dalla nascita con fiori grandi, colo-
rati e a volte spettacolari.
• COLTIVAZIONE Gli appartenenti a questo ge-
nere vogliono molto sole d’estate; nessuna
annaffiatura e fresco d’inverno.
Per sostenere le abbondanti fioriture è op-
58 Cactaceae

Echinocereus engelmannii no dal bianco al rosa, al rosso violaceo. Pro-


Pianta cespitosa, produce gruppi di numerosi duce grandi fiori rosa intenso, che possono
fusti che arrivano a un’altezza di 25 cm (dia- arrivare a 8 cm di diametro.
metro 5 cm), con numerose coste coperte di
lunghe spine acuminate (ma non grosse e di- Echinocereus rigidissimus
ritte come gli Echinocactus) di colore bianco, Cactacea a fusto semplice in gioventù, che
giallo e rosa. I fiori sono rosso porpora e han- diviene poi ramificato negli esemplari più
no un diametro di 7 centimetri. grandi, cilindrico, piuttosto tozzo, con altez-
za variabile da 10 a 30 centimetri.
Echinocereus pectinatus Presenta coste con file di areole ravvicinate, su
Pianta a fusto generalmente semplice o rami- cui spuntano le spine disposte in modo petti-
ficato, cilindrico, piuttosto tozzo, alto 10-15 nato. Le spine hanno colori che variano dal
cm (in natura arriva an- bianco al rosa, al rosso violaceo,
che a 30 cm). con una grande variabilità da un
Presenta coste diritte esemplare all’altro. Produce gran-
che mostrano file rego- di fiori magenta con la gola bian-
lari di areole con spine ca o gialla, di 5-8 cm di diametro.
radiali disposte in modo
DALL’ALTO E IN SENSO ORARIO:
simmetrico, cosa che le E. pectinatus, E. melanocentrus
conferisce un aspetto e E. rigidissimus.
caratteristico. Le spine
hanno colori che varia-
Echinopsis 59

ECHINOPSIS
Piante sudamericane con fusti globosi o cilin- con facilità grazie ai numerosi polloni che si
drici; coste diritte, con areole lanose rade, formano alla base del fusto.
dalle quali spuntano ciuffi di spine diritte, tal-
volta lunghissime e forti. Il genere una volta Echinopsis candicans
contemplava solo piante di piccola taglia e Ha fusti biancastri lanosi con spine gialle. Ra-
cespitose, alte 25-30 cm, ma dopo l’inclusio- mificate dalla base, le piante più vecchie pos-
ne del genere Trichocereus si è arrichito di sono formare cespi fitti di fusti alti fino a 90
forme arbustive e arborescenti che superano centimetri. Quando è adulto produce fiori
i 6 m d’altezza. molto grandi, bianchi, profumati.
• FIORITURA Le specie di piccola taglia fin da
giovani producono fiori imbutiformi bianchi o
rosa, molto lunghi e grandi, a volte profuma-
ti, che si aprono di notte e durano solo il gior-
no seguente. La pianta fiorisce però dalla pri-
mavera per tutta l’estate. In commercio esi-
stono centinaia di cultivar caratterizzate da
fioriture variopinte.
• COLTIVAZIONE Sono cactus molto robusti e
adattabili, che richiedono posizioni soleggia-
te. Hanno bisogno di un periodo di riposo in-
vernale con temperature prossime agli 0 °C, in
totale assenza di acqua. Dopo questo perio-
do, dalla primavera inoltrata vanno concimati
regolarmente, per stimolare la produzione
dei boccioli. Alcune specie si riproducono

E. candicans.
Appartengono a questo
genere specie che non
arrivano al metro
d’altezza e altre che
superano i 10 m, con fusti
grossi 30 cm, solitari o
ramificati dalla base.
Questi ultimi sono tipici
delle montagne boliviane
e dell’Argentina
settentrionale.
60 Cactaceae

EPIPHYLLUM
La cultivar “Hecla” possiede fusti
prismatici triangolari e grandi fiori
rosa pastello. I lunghi fusti eretti
vanno sostenuti con tutori.

Le piante del genere Epiphyllum sono epifite •FIORITURA Gli Epiphyllum sono molto colti-
della foresta umida sudamericana, molto de- vati per la loro abbondante fioritura, di cui
licate e inadatte ad essere coltivate come la esistono varianti dalle corolle piccole e nu-
altre succulente. Le loro belle fioriture hanno merose, anche rifiorenti, oppure grandissime,
indotto i vivaisti a produrre ibridi assai rustici, solitarie e prodotte una sola volta all’anno.
di cui oggi esistono migliaia di forme dalle • COLTIVAZIONE Preferiscono la luce solare in-
corolle variopinte. diretta o filtrata e non tutte tollerano le
Sono piante cespitose, che presentano fusti basse temperature. Il terriccio deve essere
cerosi, piatti o ritorti, simili a foglie spesse e ricco e sempre umido, diversamente dalla
allungate (da cui l’altro nome con cui sono maggior parte delle piante grasse, che anche
conosciuti, Phyllocactus, cioè “cactus foglia”). d’estate vanno annaffiate soltanto quando il
I fusti, non sempre eretti ma anche ricadenti, terriccio è ormai secco. Hanno bisogno di un
sono lunghi fino a 90 cm e presentano margi- periodo di relativo riposo invernale, poi,
ni dentellati o crestati, nei quali si trovano le quando cominciano a emettere i boccioli,
areole lanose, con poche spine setolose o an- vanno concimati regolarmente. Si propaga-
che senza. Le areole sono piuttosto rade. no solo per talea.
Epiphyllum • Espostoa 61

ESPOSTOA
Piante originarie dei monti del •FIORITURA I fiori spuntano late-
Perù e della Bolivia, erette, ralmente, da un pseudocefalio
semplici o ramificate alla base. dove le setole sono ancora più
Hanno coste numerose e poco lunghe e fitte; hanno caratteri-
evidenti, fittamente punteggiate stica forma di campana. Le
di areole da cui spuntano nume- Espostoa, che arrivano a 4 m di
rose spine morbide e setose; so- altezza, fioriscono quando sono
no ricoperte da lunghi peli bian- alte 90 cm circa.
chi e molli, che conferiscono lo- • COLTIVAZIONE Crescono bene sia in
ro un aspetto lanoso. pieno sole sia riparate. Hanno biso-
A volte la spina centrale è dirit- gno però ogni giorno di molte ore
ta e lunga, e spunta dai peli. Al- di luce brillante. Nelle regioni me-
tre volte resta nascosta nella diterranee possono essere colti-
“capigliatura”. Nelle piante adul- vate in piena terra, con suo-
te si produce un cefalio late- lo ben drenato ed esposte
rale. Il cefalio è una protu- a sud; d’inverno la tem-
beranza formata da abbon- peratura non deve scen-
dante lanuggine, spine e dere al di sotto degli 0 °C
peluria da dove si sviluppa- di notte, e di giorno do-
no i fiori; può essere termi- vrebbe restare sui 15 °C.
nale, situato cioè sulla som- Sono specie da annaffiare con
mità della pianta, o laterale precauzione e interrompere le
(viene in tal caso chiamato somministrazioni di acqua du-
anche “pseudocefalio”). rante l’inverno.

E. laticornua. Difficilmente
gli esemplari appartenenti
a questo genere fioriscono
se coltivati in casa.
62 Cactaceae

E. lanata

Espostoa lanata
Ha spine radiali gialle; quelle centrali, che
spuntano dall’areola, sporgono oltre la “capi-
gliatura” lanosa della pianta. Si può confon-
dere con Cephalocereus senilis. Fiorisce rara-
mente in coltivazione: i fiori, bianchi e lunghi
circa 5 cm, sono notturni. E. melanostele

FEROCACTUS
Gruppo di specie originarie dei deserti del raggiungono i 3 m di altezza, con un diametro
Messico e degli Stati Uniti sudoccidentali fino a 60 centimetri. Le areole sono dotate di
(Arizona, California, Texas…). Classificate pri- numerosissime spine appuntite, grosse e ri-
ma nel genere Echinocactus, ne sono state curve, spesso colorate. La spina centrale è a
escluse perché si sono riscontrate alcune dif- volte uncinata.
ferenze nel fiore e nel frutto. • FIORITURA I fiori spuntano in esemplari di
Sono piante di forma globosa, tendente al ci- buone dimensioni, all’apice della pianta. In
lindrico con la crescita, che possono arrivare genere, per favorire la fioritura, si consiglia di
a dimensioni considerevoli: nel loro habitat mantenerli in vasi non troppo grandi.
Ferocactus 63

•COLTIVAZIONE Non sono difficili da coltivare Ferocactus acanthodes


e danno buone soddisfazioni, se vengono a Ha forma colonnare (allo stato selvatico arri-
lungo esposti alla luce solare e se si osserva- va ad altezze di 2-3 m con diametro di 30 cm).
no le precauzioni comuni alla coltivazione di Coltivata, fiorisce quando arriva a 30 centi-
tutte le cactacee originarie delle regioni de- metri. Ha grosse spine che vanno dal rosa al
sertiche. Quindi niente acqua in autunno e in- rosso brillante. La spina apicale dell’areola è
verno e annaffiature abbondanti nella bella uncinata. I fiori sono gialli o arancio.
stagione, attendendo che il terriccio si asciu-
ghi tra una distribuzione e l’altra. Eseguire le
F. acanthodes e F. latispinus (IN ALTO).
solite concimazioni, per favorire le fioriture e
la produzione delle robuste spine.
Molto spesso la bellezza della loro forma e
le notevoli dimensioni invitano all’impiego
di queste piante nell’arredo di negozi e uffi-
ci: condizioni che, pur con tutte le attenzio-
ni, determinano il loro rapido deperimento
e la morte.
Coltivate in piena aria crescono invece senza
problemi e fioriscono puntualmente, anche
se alcune specie giungono a maturità dopo
svariati anni, con dimensioni di almeno 30 cm
di diametro. Si propagano da seme.
64 Cactaceae

Ferocactus hamatacanthus Ferocactus gracilis


Ha fusto globoso che con l’età si allunga (la Specie globosa in gioventù, che con l’età for-
crescita però è molto lenta). Le spine radiali ma gruppi numerosi di fusti colonnari, di 25-
sono lunghe 5-7 cm; quelle centrali 10-12 cm; 30 cm di diametro. La sua vera attrattiva sono
allo stato selvatico arrivano fino a 15 centime- le spine di colore rosso rubino, che contrasta-
tri. La spina più lunga è uncinata. Le spine, che no visibilmente sul fusto verde scuro ricoper-
possono essere cilindriche o appiattite, sono to da lanugine bianca.
di colore grigio o bruno. Anche i fiori sono attraenti, di un bel colore
rosso, ma spuntano solo su esemplari alti al-
meno 30 cm, e quindi di una certa età. Le
piante di questa specie sono adattabili e resi-
stono al freddo, se mantenute in luogo
asciutto e soleggiato. Se è fatta svernare in ri-
coveri umidi il fusto si macchia facilmente.

F. hamatacanthus
e F. gracilis (SOTTO).
Gymnocalycium 65

GYMNOCALYCIUM
Diffuse in Argentina, Uruguay, Paraguay e Brasi-
le meridionale, sono piante longeve che pos-
sono diventare piuttosto grosse, anche se la
maggioranza delle specie rimane di piccole di-
mensioni (diametro fino a 15 cm). Hanno forma
globosa con coste sporgenti e arrotondate; so-
no caratterizzate da un solco che forma una
specie di gibbosità sotto ogni areola. I solchi
possono essere regolari o irregolari, formando
gibbosità arrotondate (come in G. saglionis), a
volte tubercoli, a volte creste e ondulazioni
trasversali. Le spine sono generalmente curve,
brevi o anche lunghe (in rapporto alle dimen-
sioni della pianta).
• FIORITURA I fiori sono grandi, multicolori e
caratterizzati da un tubo ricoperto di squame
morbide, senza spine o peluria. Spuntano in Il nome Gymnocalycium si riferisce al tubo fiorale
completamente privo di peluria e spine (dal greco
primavera. gymnos = “nudo” e kalyx = “calice”).
• COLTIVAZIONE Fioriscono facilmente anche in
interno se gli si assicurano almeno quattro ghe e curve, simili a zampe di ragni. I fiori so-
ore al giorno di luce solare diretta o comun- no bianchi o rosa pallido.
que molte ore di luce brillante.
Nelle notti invernali, la temperatura non deve Gymnocalycium friedrickii
scendere al di sotto di 5 °C. Le si concimi co- È un cactus molto piccolo (diametro 4-5 cm),
me solito, con un fertilizzante per cactacee. di colore verde-rossiccio, con 8 coste e sotti-
Temono l’umidità eccessiva. Alcune varianti li striature trasversali. Spine lunghe (un centi-
famose, come G. friedrickii var. mihanovickii, il metro), ricurve. I fiori, lunghi circa 4 cm, sono
“cactus fragola” sono coltivate per le loro bel- a forma di imbuto, di colore giallo-verdino
le tinte multicolori, determinate dall’assenza con sfumature rosa. Originario del Paraguay.
di clorofilla, che ne rende obbligatoria la col- Molto diffuse le varietà prive di clorofilla, di
tivazione su portinnesto (di solito del genere colore giallo vivo o rosso (il già citato “cactus
Hylocereus). fragola”), che per vivere devono essere inne-
state su soggetti verdi e robusti. Queste pian-
Gymnocalycium denudatum te restano comunque molto delicate: per vi-
È una pianta globosa, depressa al centro, di vere (e mantenere inalterati i loro colori) han-
colore verde scuro. Ha 5-7 coste arrotondate. no bisogno di molta luce diretta. D’estate pe-
Dalle areole spuntano spine radiali gialle, lun- rò temono il sole troppo forte.
66 Cactaceae

HATIORA
Al genere Hatiora (sin. Rhipsalidopsis) appar- durante il periodo della fioritura. Nel riposo
tengono alcuni cactus epifiti di comune col- vegetativo non concimare e annaffiare pochis-
tivazione. Sono specie originarie delle foreste simo, solo per impedire alla pianta di seccare.
pluviali del Brasile, come Schlumbergera e Si riproducono per talea (evitando quando la
Rhipsalis. Hanno articoli appiattiti che forma- pianta è in boccio).
no lunghe catene pendenti.
• FIORITURA I fiori sono a volte grandi, allunga- Hatiora gaertneri
ti e con petali appuntiti, oppure piccolissimi. Tra i cactus epifiti è, quello più comune e ap-
Spuntano sempre agli apici delle ramificazio- prezzato. Negli anni forma grossi gruppi di ra-
ni pendenti e possono essere in varie tonalità mi costituiti da catene di articoli appiattiti. Si
di rosso oppure gialli. adatta bene anche in appartamento, dato che
• COLTIVAZIONE Devono essere collocate in una rifugge i raggi solari troppo intensi. A diffe-
posizione luminosa e fresca, umida. Necessita- renza di altri tipi simili, questa specie fiorisce
no di un terriccio esente da sabbia calcarea, di nel periodo primaverile-estivo. Ne esistono
sola torba e sempre umido. Richiedono un pe- varietà con fiori di colore differente.
riodo di riposo in autunno-inverno.
H. gaertneri. Per assicurarsi un’abbondante fioritura,
Temperature di 10-18 °C in inverno e 21-30 °C in è importante lasciare le Hatiora in un ambiente
estate. Concimazioni regolari vanno effettuate fresco durante l’inverno.
Hatiora • Leuchtenbergia 67

LEUCHTENBERGIA
Genere originario del Messico affine a Fero- •COLTIVAZIONE Necessita di un’esposizione
cactus, di cui si conosce una sola specie, L. ben soleggiata. In inverno andrebbe tenuta al
principis. È una pianta molto particolare, di- fresco e mantenuta del tutto asciutta. Sop-
versa nell’aspetto dalla maggior parte delle porta temperature piuttosto basse.
altre cactacee. Possiede una grossa radice a Ha bisogno di vasi adatti a contenere la sua
fittone, dalla quale si diparte una rosetta di grossa radice. Le piante adulte vanno conci-
tubercoli triangolari e allungati (fino a 10-12 mate regolarmente. Si moltiplica da seme e,
cm) simili alle foglie delle Agave, di porta- con molta difficoltà, da talea di tubercolo.
mento eretto.
I tubercoli, di colore verde-azzurro, recano Leuchtenbergia principis
un’areola apicale con un ciuffo di lunghe spi- È l’unica specie appartenente a questo gene-
ne appiattite e contorte, gialline o biancastre, re. Caratterizzata da una grossa radice a fitto-
tra cui spunta il grande fiore giallo-zolfo. ne e da un fusto cilindrico che invecchiando
• FIORITURA Negli esemplari maturi, di 5-6 anni diviene spoglio e suberoso alla base.
d’età, al centro della rosetta spuntano grandi Quando è giovane ricorda nella forma un
fiori imbutiformi, color giallo-zolfo (talvolta Agave in miniatura, ma con l’età sviluppa un
con sfumature rossastre) lucente, leggermente tronco tozzo. Gli esemplari più vecchi arriva-
profumati. no a 50 cm di altezza.
L. principis
68 Cactaceae

LOBIVIA
Il nome è un anagramma di Bolivia, il paese da Sono generalmente dotate di grosse radici a
cui provengono le specie appartenenti a que- rapa, che richiedono vasi appropriati. Occor-
sto genere (sono però presenti anche in altre re concimarle regolarmente.
regioni montuose dell’America meridionale).
Sono piante piuttosto piccole (diametro fino
a 15 cm), globose o cilindriche, con diverse
costolature fittamente ricoperte di spine.
Hanno in genere un unico fusto, ma alcune
specie producono numerosi polloni laterali.
• FIORITURA Fioriscono durante tutta la stagio-
ne estiva. I fiori sono colorati e molto grandi
(anche 10 cm di diametro), sorretti da un tubo
non molto lungo, lanoso.
• COLTIVAZIONE È un genere di facile coltiva-
zione: queste piante sopportano infatti tem-
perature invernali piuttosto basse (inferiori L. mistiensis e L. ferox (SOTTO).
agli 0 °C), purché le si ripari dall’umidità.
D’estate hanno bisogno di molta luce, ma è
meglio filtrare i raggi troppo forti del sole.
Devono essere annaffiate solo quando il ter-
riccio è asciutto, facendo attenzione a non
creare ristagni d’acqua. In inverno necessitano
di un periodo di riposo vegetativo, in ambien-
te asciutto e fresco.

Forma
“Crestata”
di L. densispina
riprodotta
per innesto.
Lobivia • Mammillaria 69

MAMMILLARIA
M. magnifica (A SINISTRA)
e M. karwinskiana (A DESTRA).
Le Mammillaria tendono
a crescere verso la luce.
Girate quindi spesso il vaso
in modo che non assumano
un portamento
eccessivamente obliquo.

Vasto genere che riunisce centinaia di specie • FIORITURA Le Mammillaria emettono i loro
originarie del Messico e degli Stati Uniti su- primi fiori fin dai primi anni di vita, ma gli
doccidentali; alcune si trovano anche in Ame- esemplari di buone dimensioni sono capaci di
rica meridionale. Tra loro presentano caratte- produrre centinaia di corolle, protraendo la
ristiche anche molto diverse: il fusto può es- fioritura molto a lungo. Portano poi frutti ros-
sere globoso o cilindrico, unico o formare ce- si e lucenti, commestibili, che restano sulla
spi fittissimi. Le Mammillaria sono caratteriz- pianta per molto tempo.
zate dalla presenza di tubercoli che portano le • COLTIVAZIONE È abbastanza semplice: richie-
spine all’apice. Non hanno coste e i fiori spun- dono posizione soleggiata e annaffiature mo-
tano dall’ascella invece che dall’areola; sono derate. È meglio ripararle dal sole cocente
generalmente piccoli, a campanella e disposti delle giornate estive più calde.
a ghirlanda attorno all’apice della pianta. Per la
precisione, spuntano dove termina la vegeta-
zione vecchia e inizia quella nuova. M. scrippsiana
70 Cactaceae

D’inverno hanno bisogno di un periodo di ri- Mammillaria elongata


poso con temperature fra i 10 e i 15 °C. Soppor- Pianta piccola, con fusti cilindrici di 10 cm,
tano anche temperature più basse (prossime o molto accestita e ramificata. I fusti giovani
inferiori agli 0 °C) se tenute all’asciutto. Sui sono spesso contorti e prostrati. Spine radiali
15 °C vanno bagnate ogni tanto. La moltiplica- disposte a stella, bianche; quelle centrali più
zione si effettua per seme o per divisione dei lunghe e brune. I fiori sono color giallo palli-
polloni che si formano alla base delle piante. do, piuttosto grandi.

Mammillaria bocasana Mammillaria hahniana


È una delle Mammillaria più coltivate in Sferica, con diametro di 10-12 cm, tende a
quanto di rapida crescita e ben adattabile. produrre polloni. Ricoperta da peli bianchi
Piccola (diametro 5 cm), di colore verde-az- folti come una capigliatura e da spine an-
zurro, ha forma globosa o oblunga, con tu- ch’esse bianche. I tubercoli hanno forma coni-
bercoli piuttosto sottili, recanti dei ciuffi di ca. I fiori sono generalmente rossi (o bianchi
spine seriche bianche che hanno al centro sfumati di rosso) e spuntano in primavera.
una spina uncinata rossa o gialla. Fiori giallo- La pianta è molto suggestiva ed è facile da te-
rosa. Sopporta bene il freddo, nere. Al sole la capi-
purché lasciata asciutta. gliatura diventa più
fitta.
Mammillaria candida
Pianta di forma globosa, diame-
tro 7-8 cm, di colore verde-az-
zurro, ricoperta da spine bianche
fittissime, che spuntano sui tu- DALL’ALTO E IN SENSO
bercoli disposti a spirale. I fiori ORARIO: M. bocasana,
sono bianchi, striati di rosa. M. picta e M. elongata.
Mammillaria 71

Mammillaria obconella
Di forma sferica, solitaria, raggiunge i 30 cm
d’altezza. Forma una corona di fiori con peta-
li stiati di rosa. Appartiene al gruppo delle
Mammillaria più rustiche e resistenti. Come
al solito preferisce svernare in ricoveri freschi,
asciutti e luminosi.

Mammillaria picta
Ovoidale, cespitosa, ha fusti più grandi
della maggior parte delle Mammilla-
ria (arrivano a un diametro di 7 cm
per un’altezza di 15 cm). I tubercoli
sono disposti in maniera regolare. Le
spine sono bianche con la punta scu-
ra. I fiori sono gialli o rosati.

Mammillaria rhodantha
Inizialmente globosa, cresce con forma ci-
lindrica. È una delle Mammillaria più grandi:
arriva a un’altezza di 30 cm (diametro 8 cm).
Spine bianche, gialline o a volte rosse, quelle
DALL’ALTO E IN SENSO ORARIO: M. candida,
centrali più lunghe e un po’ curve. I fiori sono
M. rhodantha e M. obconella. di un bel colore rosso-rosa.
72 Cactaceae

MATUCANA
Originarie del Perù, sono piante piuttosto
piccole, sferiche, caratterizzate da costolatu-
re segmentate in tubercoli e con fitte spine
lunghe, setolose. Nel loro ambiente naturale
si sviluppano tra le rocce.

•FIORITURA I fiori spuntano all’apice e sono


lunghi, tubolari; si aprono lateralmente con
corolle scarlatte oppure gialle.
• COLTIVAZIONE Sono piante andine, quindi dif-
ficili da coltivare in appartamento. Sopporta-
no il freddo, purché asciutto, e patiscono il
caldo sole estivo. Le specie dotate di spine
rade o assenti possono soffrire dell’eccessiva
M. madisoniorum, tra le specie più apprezzate,
insolazione in estate. Si riproducono per se- per il suo fusto sferico e vellutato che reca poche
me o per divisione del fusto. spine, e M. crinifera (IN BASSO).

M. paucicostata (A SINISTRA) è una specie


relativamente facile da coltivare, che forma folti
gruppi di fusti globosi. Le fioriture sono talora
spettacolari e durevoli.
Matucana • Melocactus 73

MELOCACTUS
Sono specie provenienti dalle latitudini più quelle che hanno il cefalio, invece, sono mol-
basse dell’America tropicale, quindi esigenti to sensibili a livello dell’apparato radicale, per
in termini di calore invernale. Hanno forma cui vanno mantenute nello stesso vaso il più
globulare o brevemente colonnare, con coste possibile. Si propagano da seme.
molto sporgenti e areole non fitte, da cui
DALL’ALTO E IN SENSO ORARIO: M. warasii,
spuntano robuste spine.
M. longispinus e M. nerii. Difficilmente
• FIORITURA La loro caratteristica è il cefalio i Melocactus provvisti di cefalio reagiscono
(protuberanza da cui spuntano i fiori, ben positivamente al trapianto, mentre gli esemplari
ancora giovani sono più rustici e adattabili.
evidente negli esemplari di cui proponiamo
la fotografia in queste pagine) che si forma
all’apice della pianta quando questa raggiun-
ge la maturità. Al momento della fioritura, in-
fatti, il fusto non cresce più, mentre invece si
sviluppa il cefalio (fotografia a destra), simile
a un copricapo, formato da tubercoli piccoli
e fittissimi, ricoperti di spine e di peli tra i
quali spuntano piccoli fiori rossi, che produ-
cono frutti pure rossi.
• COLTIVAZIONE I Melocactus sono piuttosto
difficili da coltivare, perché necessitano della
luce diretta del sole. Inoltre non sopportano
il freddo: la temperatura invernale non do-
vrebbe mai abbassarsi sotto i 15 °C.
Le piante vanno concimate regolarmente e
gradicono il trapianto frequente (una volta al-
l’anno) fino a che non cominciano a fiorire;
74 Cactaceae

MYRTILLOCACTUS
Genere con poche specie, di cui la più comu-
ne è M. geometrizans, pianta originaria del
Messico, dove ha l’aspetto di un albero con
fusto breve, centinaia di ramificazioni e, rag-
giunge un’altezza di 4 metri. Coltivata in vaso
ramifica molto meno, raggiunge al massimo
un’altezza di 1,5 m e difficilmente fiorisce.
Ha fusti lisci, di colore
verde-azzurro, con 5-6
coste sulle quali le
areole compaiono di-
stanziate e con spine
brevissime, appena un pa-
io di millimetri. La parte
vecchia del fusto e dei rami
lignifica col passare del tem-
po. Il nome del genere è stato che sviluppano radici cospicue,
coniato nel 1897 dal botanico che vanno trapiantate almeno una
italiano Michelangelo Console, in volta all’anno. In inverno, è neces-
virtù della somiglianza dei frutti a sario proteggerle dalle correnti fred-
quelli del mirtillo. de e dall’umidità. In estate gradiscono
• FIORITURA Producono piccoli fiori la luce diretta del sole e vanno bagna-
biancastri presenti in numero da uno a te abbondantemente, ma solo quando
cinque per ogni areola sulla cima dei ra- il terriccio è asciutto. Dall’autunno alla
mi più giovani. I frutti sono commesti- primavera cessare ogni annaffiatura.
bili, simili a mirtilli. Vengono spesso Concimare come solito. Nelle regioni
usati come portainnesto. più calde possono essere coltivate in
• COLTIVAZIONE Sono piante robuste piena terra.

Il colore verde-azzurro del fusto


dei M. geometrizans è dovuto
a una leggera patina cerosa, secreta
dall’epidermide della pianta per
proteggersi dal sole eccessivo.
I frutti simili a quelli del mirtillo,
conosciuti in Messico col nome
di garambullos, sono prodotti solo
da esemplari adulti allevati
in piena terra.
Myrtillocactus • Neoporteria 75

NEOBUXBAUMIA
Genere di grandi cactus colonnari di origine causano facilmente l’insorgenza
messicana, con fusto tozzo e per lo più soli- di macchie sul fusto. Richiedono
tario, dotato di numerose costolature sottili e posizioni a pieno sole e terra
spine aciculari (dette anche “glochidi”, sono calcarea, ben drenata. Dall’au-
setole dure e pungenti). Raggiunge un’altezza tunno alla primavera cessare
di 6-7 metri. Coltivate in vaso, queste piante ogni annaffiatura.
necessitano di contenitori capienti e facil-
mente trasportabili. Neobuxbaumia
Gli esemplari della specie più comune N. po- polylopha
lylopha possono essere coltivate in piena ter- Tra i grandi cactus colonnari
ra, anche se nelle regioni a clima più rigido è messicani è quello più “addo-
necessario provvedere a una copertura inver- mesticabile”, al pari dei Tricho-
nale e a un ottimo drenaggio. In tali condizio- cereus arborescenti argentini.
ni resistono a temperature prossime agli 0 °C. Di rapida crescita anche in va-
• FIORITURA Producono fiori a campana larghi so, può essere coltivato in pie-
3-5 cm, distribuiti casualmente sulla cima dei na terra nelle regioni a clima
rami. I frutti contengono centinaia di semi. mite, fiorendo non appena
• COLTIVAZIONE Vanno trapiantate almeno una raggiunge il metro di altezza.
volta all’anno. In inverno, è necessario proteg-
gerle dalle correnti fredde e dall’umidità, che N. polylopha

NEOPORTERIA
Piccole piante cilene, di origine andina. Han-
no fusto di forma globulare che si sviluppa di-
ventando cilindrico (fino a un’altezza massima
di 25 cm), con coste diritte e rilievi da cui si
dipartono ciuffi di spine quasi sempre molto
lunghe e morbide.
Malgrado la loro coltivazione in casa non sia
ancora molto diffusa, le Neoporteria sono in
tutto e per tutto cactus in miniatura, molto
decorativi sia per la fioritura sia per le carat-
teristiche lunghe spine.
Le specie appartenenti a questo genere hanno
numerose spine, che crescono allungate e “arruffate”
a protezione dell’apice vegetativo.
76 Cactaceae

•FIORITURA All’apice della pianta spuntano spuntano numerose spine morbide, lunghe fi-
fiori generalmente multipli, rossi, rosa o gialli a no a 3 cm e di colore chiaro, che ricoprono
forma di tubo con molti petali appuntiti che si fittamente il fusto. I fiori sono multipli, lunghi
incurvano in fuori. Fioriscono in autunno. anche 7,5 cm, bianchi con le punte rosate.
• COLTIVAZIONE Sono piante delicate: soppor- Si riproducono dal seme.
tano bene temperature piuttosto basse (0 °C),
ma solo se l’umidità è scarsa.
Hanno bisogno di essere posizionate in modo
da godere di una buona luminosità, tuttavia è
meglio filtrare la luce diretta del sole.

Neoporteria clavata
I fusti sono sferici e divengono allungati con
l’età, sono ricoperti da numerose spine grosse
e setolose, che nella fase giovanile sono di
colore scuro e poi più chiare. I fiori spuntano
all’apice della pianta e sono di colore rosso,
con una sfumatura gialla alla base.

Neoporteria nidus (sin. senilis)


N. clavata prossima alla fioritura.
Altezza 7,5 cm, diametro 6 cm. Ha 16-18 coste SOTTO: varietà di N. nidus ottenute per innesto,
con areole disposte in modo regolare, da cui la “Noir” (A SINISTRA) e la “Jaune” (A DESTRA).
Notocactus 77

NOTOCACTUS
Piante provenienti dalle praterie sudamerica-
ne, sono prima globulari e poi cilindriche col
passare degli anni. Hanno le spine di colori di-
versi, spesso quelle centrali di spessore e co-
lore differente da quelle radiali. Tali spine so-
no setolose o dure, diritte o curve, più o me-
no numerose ma sempre lunghe.
• FIORITURA I fiori, che spuntano per tutta
l’estate all’apice della pianta, sono grandi, con
petali stretti e con colori fiammanti (più spes-
so gialli, con sfumature rosse). Alcune specie
fioriscono già dopo pochi anni; altre impiega-
no molto tempo.
• COLTIVAZIONE I Notocactus gradiscono diver-
se ore al giorno di luce solare diretta, è però
meglio proteggerli dal sole cocente. Soppor- N. shumannianus, così come i suoi congeneri,
tano bene le basse temperature (non meno vegeta meglio in posizioni ombreggiate.
però di 0 °C), ma non tollerano l’umidità ec-
SOTTO: piccolo esemplare di N. roseoluteus.
cessiva. D’inverno vanno lasciati asciutti. Questa specie produce fiori rosa con gola gialla
Si riproducono per seme o per pollone. e stimma rosso, di 5-6 cm di diametro.
78 Cactaceae

Notocactus buiningii Notocactus leninghausii


Specie globosa, sempre solitaria, che produce Di forma cilindrica (globulare quando la pian-
grandi fiori gialli con stimma centrale rosso. ta è piccola), diametro 5-6 centimetri. Carat-
La si distingue per il gran numero di costole terizzato da circa 30 coste, con areole lanugi-
sottili, su cui spuntano le spine rigide, dritte e nose da cui spuntano le spine bianco-gialle,
pungenti. Gli esemplari ben coltivati assumo- morbide, lunghe (soprattutto quelle centrali),
no una tinta glauco-azzurrognola e sono assai orientate verso il basso. I fiori sono grandi e
robusti, sopportando bene temperature an- gialli. Fiorisce quando raggiunge i 20 cm di al-
che inferiori agli 0 °C, se mantenuti asciutti e tezza, il che avviene dopo diversi anni.
in una posizione luminosa durante l’inverno.

Notocactus haselbergii
Pianta globosa, arriva a un diametro di 12 cm,
con circa 30 coste disposte a spirale e divise
in piccole protuberanze da cui spuntano ciuf-
fi di spine bianco-gialle morbide, che si incro-
ciano e ricoprono praticamente il fusto. I fio-
ri, lunghi un paio di centimetri, sono di colo-
re rosso-arancione e durano a lungo.

N. leninghausii
e N. buiningii
(A SINISTRA).
Notocactus 79

Notocactus magnificus Forma “Crestata” di N. scopa; in genere, si usa


Specie globoso-depressa, con una ventina di innestare le varietà più delicate di Notocactus per
ottenere esemplari robusti e a crescita più veloce.
costole provviste di areole ravvicinate, da cui
spuntano spine setolose, poco pungenti. I fio-
ri sono gialli. È uno dei Notocactus più belli,
grazie alla sua forma geometrica e al colore
azzurro che assumono gli esemplari coltivati
in pieno sole. Ancora giovani, producono fitti
gruppi di germogli basali che impreziosiscono
ulteriormente l’esemplare.

Notocactus scopa
Brevemente cilindrico o globulare, con circa
30 coste con fitte areole lanuginose ben alli-
neate, bianche, da cui spuntano ciuffi di spine
bianche corte e morbide, che circondano una
spina centrale più lunga e acuminata, a volte
scura o colorata. I fiori sono gialli.
Dei Notocactus è quello più bello e più facile
da tenere. Molto conosciute le varietà “Cre- IN BASSO: N. magnificus (A SINISTRA) e N. scopa varietà
“Ramosus” (A DESTRA), spesso commercializzato
stata” e “Ruberrimus”, quest’ultima bruna con innestato per evitare il marciume al colletto, dovuto
spine centrali rosse. al ristagno dell’acqua tra la fitta ramificazione basale.
80 Cactaceae

OPUNTIA
Genere che comprende una grande varietà di Le areole sono disseminate regolarmente e,
piante diffuse in tutta l’America, sia setten- oltre alle spine, sono provviste di glochidi,
trionale sia meridionale, tipiche delle zone piccolissime e fastidiosissime spine dotate di
desertiche. Alcune opunzie possono avere di- microscopici denti a guisa di fiocina, che ren-
mensioni notevoli, arrivando a essere alte an- dono difficile la loro estrazione.
che 6 metri. Altre specie, alte poche decine di Alcune specie producono frutti commestibili
centimetri, hanno invece ramificazioni stri- (il fico d’India è uno di questi), mentre in Mes-
scianti. Il genere, essendo molto vasto – tan- sico si usano anche i teneri germogli di O.
to da comprendere piante di vario aspetto, streptacantha, privati delle spine, in zuppe e
dai piccoli arbusti striscianti ai fitti cespugli altre preparazioni culinarie.
ramificati, fino alle grandi specie arborescen-
ti –, è stato diviso in diversi sottogeneri, se-
condo la forma del fusto e delle spine.
Presentano rami cilindrici o globosi, più spes-
so appiattiti a forma di pale (dette “cladodi”).

I fiori delle Opuntia (A DESTRA) sono ritenuti


i più belli tra tutti i cactus.
Infestante nei Paesi tropicali, O. humifusa
(SOTTO A SINISTRA) è l’unico cactus capace
di vivere in piena terra ovunque in Italia.
È una piccola succulenta strisciante, impiegata
ottimamente nel giardino roccioso.
O. ficus-indica (SOTTO A DESTRA), importata
dall’America, si è perfettamente naturalizzata
nelle regioni dell’Italia meridionale.
Opuntia 81

•FIORITURA I fiori delle Opuntia sono stati pa- merosi rami ricoperti di tubercoli. All’apice
ragonati a quelli delle rose e sono considera- dei tubercoli si trovano molte spine e glochi-
ti come i più belli tra tutti i cactus. Solo po- di che spuntano da guaine membranose gial-
che specie fioriscono in vaso, mentre nella le. Le spine sono chiare, dure, lunghe fino a 4
maggioranza dei casi è necessario mantenerle cm, e diventano nere man mano che il ramo
in piena terra per ottenere le bellissime fiori- invecchia. I fiori possono essere di vari colo-
ture primaverili-estive. La coltivazione in vaso ri: dal bianco al giallino, fino al rosso-viola. I
ha il pregio di contenere la crescita spesso frutti sono gialli.
esuberante delle Opuntia più ingombranti,
ma ne impedisce la fioritura. Opuntia ficus-indica
• COLTIVAZIONE Moltissime tipi di opunzie vi- Originario del Messico, il fico d’India è un
vono bene all’aperto nei luoghi dove la tem- cactus naturalizzato nelle regioni meridionali
peratura non scende al di sotto dei 4 °C. italiane, in Sudafrica e in tutte le regioni sub-
In interno è necessario assicurare loro molte tropicali. Ha forma di cespo o di albero con
ore di luce brillante; tuttavia crescono bene grandi rami piatti di forma ovale (le cosiddet-
solo se possono godere per alcune ore al gior- te “pale”), cosparsi di areole con poche spine
no della luce diretta del sole. È necessario ma ricoperti di glochidi. Anche i frutti (di co-
proteggerle dall’umidità. Concimare come so- lore giallo o rosso, dolcissimi) sono ricoperti
lito. Si moltiplicano per talea o per seme, che di glochidi e spine. I fiori sono gialli, grandi,
impiega moltissimo tempo per germinare. molto decorativi. La pianta può formare ce-
spugli arborescenti con tronchi legnosi, alti fi-
O. microdasys Opuntia no a 5 metri.
alpispina bigelowii
Pianta eretta, con fusti Opuntia microdasys
cilindrici, molto ramo- È uno dei cactus più comunemente coltivati.
sa e di aspetto caratte- Nel suo habitat (Messico) forma cespugli alti
ristico. Ha un fusto cen- fino a mezzo metro. I suoi rami composti, con
trale che col tempo di- pale lunghe 5-10 cm picchiettate di bianco,
venta simile a un tron- formano un contrasto molto efficace
co, dal quale si dipar- con le altre cactacee
tono lateralmente nu- globose o colonnari
nelle composizioni di
piante grasse.
Di colore verde chiaro,
non ha spine, ma è
ugualmente protetto,
essendo ricoperto da
ciuffi di glochidi gialli,
bianchi o rossi.
82 Cactaceae

OREOCEREUS
Originari delle Ande, i “cactus di montagna” to basse, ma non l’umidità. Hanno bisogno di
(òros = «montagna») sono piante piuttosto molta luce brillante e anche del sole diretto.
piccole (fino a un metro), erette, colonnari o Non annaffiateli per nulla durante la stagione
cespitose. Hanno 10-15 coste che presentano invernale. Per una buona crescita, è necessa-
ingrossamenti in corrispondenza delle areole. rio rinvasare ogni anno i soggetti giovani.
Sono caratterizzati da lunghi peli biancastri Si riproducono per seme.
che ricoprono come un velo più o meno fitto
l’esemplare, soprattutto nella parte superiore. Oreocereus celsianus
Da tale peluria spuntano forti spine giallastre. Pianta colonnare, ricoperta di peli bianchi (solo
• FIORITURA I fiori spuntano presso l’apice e di recente ne sono state scoperte anche varie-
sono generalmente rossi. tà con peli biondi) più o meno fitti, con spine
• COLTIVAZIONE Sopportano temperature mol- gialle o rosse, dure, che spuntano dalla peluria.

Alcuni studiosi considerano O. trolii (A SINISTRA)


una sottospecie di O. celsianus (SOTTO).
Se ne differenzia per essere più peloso (soprattutto
all’apice dei fusti) e con spine più sottili.
Oreocereus • Parodia 83

PARODIA
Piante originarie delle pianure del Sudamerica, re nuove energie ed emettere le nuove gemme.
piccole e semplici, di forma sferica o cilindri- Prediligono un terriccio soffice, fresco, e
ca. Ricoperte da tubercoli disposti in file rego- un’esposizione luminosa, leggermente om-
lari o più spesso a spirale, che portano all’api- breggiata. Si riproducono per seme, raramen-
ce le areole lanuginose con un ciuffo di spine. te per polloni.
• FIORITURA Fioriscono già dopo 2-3 anni, quan-
do gli esemplari hanno ancora piccole dimen-
sioni; i fiori, che spuntano all’apice tra la fitta
lanugine, sono numerosi, grandi e multicolori,
con tonalità brillanti.
• COLTIVAZIONE Le Parodia sono di facile colti-
vazione: per produrre una bella fioritura hanno
bisogno di temperature piuttosto basse in in-
verno (4-18 °C) e nessuna annaffiatura. Il riposo
invernale serve infatti alla pianta per raccoglie-
Le Parodia hanno successo come piante ornamentali
sia per le lunghe spine (A DESTRA P. sanguiflora)
sia per i grandi fiori (SOTTO P. bilbaoensis) prodotti
anche da esemplari giovani.
Parodia bilbaoensis
Fusto sferico dotato di costole
pronunciate, su cui spuntano
le spine forti e pungenti. A ma-
turità l’apice si ricopre di una
fitta lanugine tra cui spuntano
i fiori arancioni. Le piante di
questa specie preferiscono le
posizioni a mezz’ombra.

Parodia sanguiniflora
Di forma sferica (il diametro è
di 10 cm), con fitte areole le cui
spine radiali sono bianche e se-
tolose, mentre le centrali sono
brune o rossicce, più forti. Pro-
duce fiori rosso sangue, lucen-
ti, del diametro di 4 centimetri.
84 Cactaceae

PERESKIA
Originarie dell’America tropicale, non sem- te, ma è meglio filtrare i raggi diretti del sole.
brano succulente: hanno un caratteristico Il loro apparato radicale abbondante necessi-
aspetto arborescente o arbustivo, con foglie ta di grandi vasi e trapianti annuali; meglio la
e fiori molto simili a rose. coltivazione in piena terra, che alle nostre la-
Sul fusto, però, le areole da cui spuntano titudini è però possibile solo in serra. D’estate
ciuffi di spine permettono di riconoscerle co- il terriccio deve restare sempre leggermente
me cactacee di forma primitiva. umido, anche se mai fradicio. In primavera e
• FIORITURA In estate producono fiori bianchi, autunno è meglio lasciarlo asciugare bene tra
rosati o giallini, profumati e simili a quelli del- un’annaffiatura e l’altra. D’inverno si manten-
la rosa canina, del diametro di 3-4 centimetri. gono asciutte. Temperature consigliate: inver-
Seguono i frutti, che sono bacche gialle spi- no 10-18 °C; estate 18-29 °C.
nose, commestibili. Concimare secondo indicazioni generali. Si
• COLTIVAZIONE Hanno bisogno di luce brillan- propagano per talea.

PILOSOCEREUS
Genere di grandi cactus colonnari con fusti spuntano i fiori grandi, biancastri, profumati
non troppo spessi, accestiti alla base, caratte- e notturni, che durano un solo giorno.
rizzati dall’avere poche costole dotate di • COLTIVAZIONE Sono specie dalla rapida cre-
areole lanuginose. Spesso l’epidermide secer- scita, che necessitano di vasi capienti e tra-
ne un sottile strato protettivo di pruina, una pianti annuali. Sensibili al freddo, si manten-
cera azzurra polverulenta, che le rende orna- gono facilmente solo se si dispone di uno
mentali molto apprezzate. Sono originarie di spazio idoneo a farle svernare, bene asciutte,
una vasta zona che va dal Messico centrale ai senza il pericolo del gelo. Nella bella stagio-
paesi caldi dell’America del Sud. ne vogliono annaffiature frequenti e conci-
mazioni secondo regola.
•FIORITURA Come capita
spesso nel caso delle spe- Pilosocereus palmeri
cie colonnari, la fioritura si Pianta di colore verde-azzur-
ottiene solo dalle piante ro, con ramificazioni. Ha 7-8
di una certa età, con un’al- coste poco rilevate, spine
tezza variabile da specie a giallicce o nere e peli sottili,
specie, ma solitamente più fitti all’apice della pianta.
non inferiore al metro. Gli I fiori, di forma tubolare, so-
esemplari maturi produco- no di colore rosa.
no areole abbondante-
mente lanuginose, da cui P. palmeri
Pereskia • Rebutia 85

REBUTIA
Originarie delle zone montuose della Bolivia
e dell’Argentina, le Rebutia sono piante in ge-
nere molto piccole (arrivano al massimo a 7
cm di diametro), caratterizzate da una forma
globosa e cespitosa. I piccoli fusti sferici sono
coperti di tubercoli disposti a spirale, con spi-
ne sottili.
• FIORITURA Dall’inizio della primavera e per
tutta l’estate producono un’abbondante fiori-
tura, con fiori dal tubo allungato e dai colori
brillanti (generalmente rossi o arancioni), che
spuntano dalla base del fusto e sono relativa-
mente grandi rispetto al corpo della pianta.
Non vivono per molti anni, ma producono
numerosi polloni che ne consentono la rapi-
da moltiplicazione.
• COLTIVAZIONE Le Rebutia gradiscono la piena
luce, ma è meglio ripararle dal sole cocente
dell’estate. Nella stagione calda abbisognano
di annaffiature regolari e piuttosto abbon-
danti. In inverno richiedono un periodo di ri-
poso, in un ambiente fresco (0-5 °C) e asciut-
to, ben aerato.

R. brunescens
Rebutia brunescens
Come la maggior parte delle Rebutia è dota- rosso-brune su quella superiore. In primavera
ta di fusti piccoli e soffici, con spine rade. fanno la loro comparsa fiori larghi circa 4 cm,
Con l’età forma cespi fitti. I fiori, numerosi e di colore giallo.
di color rosso-arancio spuntano alla base del
fusto anche su esemplari molto giovani. Rebutia muscula
Resiste bene al freddo in posizione asciutta e Originaria dell’Argentina. Ha piccolissimi fusti
luminosa. a forma di globi depressi alti 2 cm e larghi al
massimo 5 cm, che formano cespi molto nu-
Rebutia marsoneri merosi. I tubercoli disposti a spirale recano
Cactacea nana dal fusto globoso e appiattito, ciuffi di spine chiare, corte e setolose. I fiori
caratterizzato da poche spine molto fini, che spuntano dalla base dei fusti e sono rossi, lu-
sono bianche sulla parte inferiore del fusto e centi, con breve tubo imbutiforme.
86 Cactaceae

RHIPSALIS
Vasto gruppo di cactacee, comprendente mali sono di 10-18 °C in inverno e 21-30 °C
specie epifite molto ramose, con andamento d’estate, periodo, questo, nel quale possono
di solito ricadente. È l’unico genere delle cac- essere tenute all’aperto in mezz’ombra. Come
tacee che si trova allo stato naturale anche le altre epifite, non tollerano la presenza di
fuori dal continente americano, nelle foreste calcare nel terriccio.
pluviali di Africa e Asia. I fusti sono lunghi e
sottili, cilindrici, talvolta a forma di articoli
appiattiti oppure a sezione quadrangolare.
Generalmente verde scuro, possono anche
avere una colorazione rossiccia, specialmente
sulla costolatura centrale degli articoli. Sulle
crenature irregolari ha piccole areole con pe-
li o setole, e radici aeree.
• FIORITURA I fiori sono generalmente piccoli
ma numerosi. Alcuni esemplari possono esse-
re confusi con quelli del genere Schlumberge-
ra, ma è diversa la forma dei fiori.
• COLTIVAZIONE Sono piante adatte a essere col-
tivate sospese. Richiedono ambiente umido in
estate e riposo invernale. Le temperature otti-

Rhipsalis paradoxa
I rami sono formati da ar-
ticoli che si dividono in
tre costole appiattite, su
cui si trovano le areole;
possono formare catene
lunghe fino a un metro
(anche 5 m nel’habitat ori-
ginario). I fiori, che spunta-
no in prossimità degli api-
ci, sono bianchi e delicata-
mente profumati.

Fiore di R. paradoxa
e, SOPRA, R. capilliformis.
Rhipsalis • Selenicereus 87

SCHLUMBERGERA
È il genere a cui appartiene il cosiddetto “cac- Si riproducono per talea (operazione da evi-
tus di Natale”, perché fiorisce nel mese di di- tare quando è in boccio).
cembre (altre varietà fioriscono nel tardo au-
S. truncata. Le Schlumbergera sono
tunno). Sono piante epifite, originarie delle tra le molte specie e varietà di piante grasse
foreste pluviali del Brasile, come Rhipsalis e che bensi adattano alla coltivazione in panieri
Hatiora. Hanno articoli appiattiti che col sospesi. Collocatele in posizioni luminose e
mantenetele pulite dalla polvere.
tempo formano lunghe catene pendenti.
• FIORITURA I fiori sono lunghi e multipli, zigo-
morfi, simili a farfalle e spuntano agli apici
degli articoli. Sono disponibili in svariati colo-
ri, frutto di opportune ibridazioni.
• COLTIVAZIONE Devono essere collocate in
una posizione luminosa (meglio all’aperto),
ma non tollerano il sole diretto. D’estate il
terriccio deve essere mantenuto umido, fa-
cendo attenzione a non infradiciarlo. Per fio-
rire bene hanno bisogno di un periodo di ri-
poso in autunno-inverno.
Le temperature ottimali sono 10-18 °C in in-
verno, 21-30 °C in estate. Concimazioni rego-
lari vanno effettuate durante il periodo della
fioritura. Nel riposo vegetativo non concima-
re e annaffiare pochissimo (quel che serve per
impedire al terriccio di seccare).

SELENICEREUS
Genere così denominato (“cereus lunare”) La specie S. chrisocardium presenta i fiori più
perché i suoi fiori si aprono solo di notte e grandi di tutti i cactus: hanno infatti un dia-
per una notte sola. Raggruppa specie dal fu- metro che arriva a 35 centimetri.
sto sottile, strisciante o rampicante, che arri- • COLTIVAZIONE Come tutti i cactus della fore-
va a misurare 5 m di lunghezza, dotato di sot- sta, hanno bisogno di un ambiente piuttosto
tili radici aeree. Originario delle foreste delle umido e caldo. Per fiorire bene richiedono un
isole tropicali del Centro e Sudamerica. periodo di riposo invernale con temperature
• FIORITURA Crescono rapidamente, ma non di 10-18 °C e pochissime annaffiature.
sono molto decorativi poiché i fiori, pur se Concimare regolarmente in estate. Si riprodu-
molto belli e profumati, durano poco tempo. ce per talea.
88 Cactaceae

STENOCACTUS
Originarie delle montagne del Messico, sono sottili. Quelle centrali sono più lunghe e du-
piante di forma globosa, piuttosto piccole re, spesso appiattite a forma di spada.
(arrivano fino a 15 cm), caratterizzate da mol- • FIORITURA Negli Stenocactus i fiori, che spun-
te coste rilevate, sottili e ondulate (queste tano all’apice della pianta, sono bianchi, con
ondulazioni costituiscono la caratteristica striatura mediana rosa, e con i sepali eretti.
peculiare degli Stenocactus). Le areole sono • COLTIVAZIONE Sono cactus che hanno biso-
piuttosto rade, e presentano spine di diverso gno di un’esposizione soleggiata e molte ore
tipo anche sulla stessa pianta: generalmente di luce anche d’inverno. Durante la brutta sta-
sono chiare, lunghe e leggermente ricurve. gione temono l’umidità.
Quelle radiali, in numero variabile, sono più Si riproducono da seme.

Stenocactus crispatus
Questa specie ha fusto globoso e moltissime
costole sottili e ondulate che recano sui mar-
gini le areole con spine appiattite e rivolte al-
l’insù. I fiori spuntano al centro della pianta,
sono a forma di stella con i sepali bianchi e
attraversati da una striscia rosa.
È piuttosto facile da coltivare e ama svernare
in luoghi freschi, luminosi e asciutti.

Gli Stenocactus possiedono spine piatte


e ricurve (SOPRA, S.crispatus) .
Normalmente il fusto presenta
molteplici costolature, con l’eccezione
di S. coptonogonus (A DESTRA).
Stenocactus • Thelocactus 89

STENOCEREUS
Piante originarie dell’Arizona •FIORITURA I fiori, bianchi e
e del Messico. Molto ramo- di forma tubolare, spuntano
se (ramificano generalmente nella parte alta del fusto di
dalla base o poco al di so- esemplari molto annosi e so-
pra), con costole sporgenti no notturni.
armate di spine robuste. I fu- • COLTIVAZIONE Tutti gli Ste-
sti sono eretti, grossi (dia- nocereus sono dotati di radi-
metro fino a 20 cm) e la ci grosse e forti che richiedo-
pianta in natura può arrivare no spazio abbondante in cui
a un’altezza di 6-7 metri. crescere, per cui vanno rinva-
sati di frequente. In generale
Il fusto degli Stenocereus temono il freddo, specie se
ha portamento colonnare. associato a umidità elevata.

THELOCACTUS
Originarie dei deserti del Messico e del Texas, •COLTIVAZIONE Per fiorire hanno bisogno di
sono piante di forma per lo più globulare, con un’esposizione soleggiata, ma crescono bene
coste suddivise in tubercoli di forma tondeg- anche con luce indiretta, purché brillante.
giante o conica, che recano all’apice l’areola D’inverno resistono bene a temperature pros-
armata di grosse spine colorate. sime agli 0 °C, purché ben asciutte.
Formano gruppi e sono di ra- Annaffiare con precauzione per
pida crescita. evitare il rischio di marciu-
• FIORITURA I fiori, sono mi. D’inverno sospen-
grandi e molto colorati. dere ogni irrigazione.
Spuntano d’estate. Concimare come solito.

In commercio
si trovano varietà
di T. hexaedrophorus
a spine sia lunghe
sia più corte.
90

LE ALTRE SUCCULENTE
Il vasto gruppo delle piante succulente com- gior parte colonizza i territori aridi dell’Africa
prende, oltre ai cactus già visti nelle schede e dell’Asia meridionale. Pochissime sono le
precedenti, un gran numero di altri generi ap- specie native dell’Australia e della Polinesia.
partenenti a oltre 7.000 specie, di famiglie più Spesso, intere famiglie di succulente com-
o meno estese, la cui evoluzione è avvenuta prendono specie provenienti da habitat simili
contemporaneamente a quella delle cacta- per caratteristiche ambientali ed ecologiche,
cee. Tra esse, esistono molti casi di conver- per cui presentano le stesse esigenze colturali
genza evolutiva, un fenomeno per il quale gli (per esempio tutti i mesembriantemi amano il
organismi che si sviluppano in condizioni sole pieno e un substrato sabbioso e privo di
ecologiche simili assumono nel tempo un torba). In altri casi, invece, si ha a che fare con
aspetto somigliante, anche se annoverate in famiglie eterogenee, ampiamente diffuse in
famiglie senza alcun antenato in comune. Qu- ambienti assai diversi tra loro, come le Eu-
sto spiega l’incredibile somiglianza tra la suc- phorbia, di cui alcune specie vivono in deserti
culenta africana Euphorbia obesa e il cactus rocciosi, mentre altre in foreste umide. In tali
argentino Matucana madisoniorum, solo per casi è necessario informarsi bene sulle carat-
citare uno dei casi più famosi. teristiche di ogni spe-
Alcune delle succulente non cie per non incorrere
cactacee convive in natura in errori macroscopici
con i cactus, ma la mag- di coltivazione.
Adromischus • Aeonium 91

ADROMISCHUS
Crassulaceae originarie del Sudafrica. Sono Le annaffiature devono essere abbondanti
piante piccole che crescono formando cespi ma distanziate, e d’inverno vanno completa-
numerosi, con foglie spesse e carnose mente sospese.
disposte a rosetta o sparse su fusti A. cooperi è una specie molto facile
molto brevi. Le foglie hanno forme da coltivare, ma anche da propagare
mediante talea di foglia.
diverse: crestate, lisce, ovoidali, ver-
di o punteggiate. Particolarmente
decorativa A. festivus, con foglie di
forma ovoidale di colore verde-az-
zurro, con macchie scure o rossicce.
• FIORITURA Producono lunghe infio-
rescenze di fiorellini molto piccoli,
rosa o bianchi.
• COLTIVAZIONE Vivono bene in interno
se possono essere messe al sole o
in posizione molto luminosa e ripa-
rate dal freddo. Temono l’umidità.

AEONIUM
Genere appartenente alla famiglia delle Cras- all’aperto qualora il clima sia piuttosto mite).
sulaceae, endemico delle Isole Canarie. Le fo- Concimare con moderazione una volta l’anno,
glie, piuttosto carnose e di vari colori, sono in primavera.
disposte a rosetta su steli che possono esse- Si riproducono per talea.
re più o meno alti, semplici o a cespuglio.
• FIORITURA I fiori, che hanno 8 o più petali, A. decorum
spuntano in grandi infiorescenze.
• COLTIVAZIONE Crescono rapidamente, meglio
se in piena terra e al sole.
D’estate vogliono annaf-
fiature abbondanti ma
distanziate, perché
possono marcire. È
meglio non bagnarle
durante l’inverno se
la temperatura è bassa
(possono essere coltivate
92 Le altre succulente

Aeonium arboreum
Pianta spontaneizzata in Sicilia e Sardegna. Ha
fusto eretto, alto fino a 1 m, con pochi rami.
La rosetta è composta da foglie lunghe anche
10 cm, a forma di spatola che termina con una
breve punta. Produce lunghe infiorescenze di
fiori gialli. Ne esistono diverse varietà, che si
caratterizzano per il colore delle foglie.

Aeonium haworthii
Forma cespugli fitti, i cui rami emettono radici
aeree. Le rosette sono di colore verde-azzurro
con un diametro di 10 cm. I fiori sono bianchi.

A. arboreum

AGAVE
Le agavi appartengono alla grande famiglia SOTTO: A. striata. Dette “piante centenarie”,
delle Agavaceae, a cui danno il nome. Sono le agavi hanno foglie più o meno succulente
a seconda della specie.
originarie delle zone calde e desertiche del A FRONTE: le agavi di grandi dimensioni,
continente americano (in Messico alcune come A. americana e A. ferox, producono
specie sono usate per la produzione di una infiorescenze che superano i 5 m di altezza,
ma solo se coltivate
fibra tessile, il sisal, e alcuni liquori locali, in piena terra.
cioè il pulque, il metzcal, la tequila).
Sono piante perenni, monocotiledoni, con
fusto breve e rosetta di foglie grosse e carno-
se, spesso con spina legnosa all’apice. Le in-
fiorescenze si formano su un ramo fiorifero
che spunta al centro della rosetta di
foglie e può arrivare a 10 m di altez-
za. Il genere comprende circa 300 specie.
• FIORITURA Avviene generalmente d’estate,
quando la pianta raggiunge la piena maturità,
di solito dopo molti anni. In vaso fioriscono
solo le specie più piccole, come A. toumeya-
na. Dopo la fioritura la pianta muore, ma
spesso si riproduce attraverso stoloni o le
gemme che si sviluppano sull’infiorescenza.
Agave 93
94 Le altre succulente

•COLTIVAZIONE In Italia, le piante appartenen- biancastre lungo le foglie. In fioritura emette


ti a questo genere vivono all’aperto nelle re- lunghi steli fiorali (anche 10 m di altezza).
gioni centrali a clima temperato e nel Meri-
dione. Al Nord devono essere riparate in ser- Agave attenuata
ra durante l’inverno. Sono molto resistenti al- Originaria del Messico, è una pianta che rag-
la siccità, mentre temono i ristagni d’acqua. giunge il diametro di circa un 1,5 m con breve
Si moltiplicano sia da seme sia grazie ai nu- fusto aereo, sormontato da una rosetta di fo-
merosi polloni che si formano attorno alla ro- glie verde-grigio prive di spine. Il ramo fiorife-
setta di foglie. Alcune specie si propagano ro è alto circa 1,5 m e porta un’infiorescenza
anche attraverso le gemme che crescono sul ricurva carica di fiori gialli.
ramo fiorifero. DALL’ALTO
E IN SENSO ORARIO:
Agave americana A. americana (particolare
del fiore), A. americana
Originaria del Messico, marginata e A. americana
è una pianta di diametro medio-picta.
variabile tra 1,5 e 3 metri.
Ha foglie verde-grigie,
ascendenti, spinose lun-
go il margine e all’estre-
mità, che è incurvata
verso il basso. La spina
apicale è legnosa e lun-
ga circa 5 centimetri.
Viene frequentemente
coltivata all’aperto nelle
zone mediterranee, an-
che nella forme variega-
te, con strisce gialle o
Agave 95

DA SINISTRA A DESTRA E DALL’ALTO IN BASSO:


A. victoriae-reginae (considerata tra le specie
più belle del genere, ha foglie assai rigide, dotate
di un’unica spina apicale, tagliente),
A. filifera, A. ferox e A. echinoides.
Agave echinoides ramo fiorifero arriva a un’altezza di 6-10 metri.
Specie di piccole dimensioni (diametro 25-30 È coltivata all’aperto nelle zone mediterra-
cm) con breve fusto dal quale si dipartono a nee, in giardini e aiuole nelle zone litoranee.
raggiera molte foglie rigide e tondeggianti,
con un’unica spina terminale, nera e acumina- Agave parviflora
ta. Di difficile riproduzione. Originaria del Messico. È una pianta piccola
(diametro 20-30 cm) con foglie verdi legger-
Agave ferox mente striate di bianco e setole bianche sul
Originaria del Messico. Con rosetta di foglie margine. La spina apicale è scura e pungente.
verde scuro ascendenti e con la parte termi- L’altezza del ramo fiorifero varia da 50 cm a
nale incurvata verso il basso, che portano spi- 1,5 metri. I fiori sono rossi.
ne marginali brune e grossa spina apicale, co- Può essere coltivata all’aperto nelle zone a
nica. Raggiunge un diametro di 2 m, mentre il clima caldo.
96 Le altre succulente

ALOE
Genere che appartiene alla famiglia delle 50 cm, strette e ripiegate verso il basso. Ai
Asphodelaceae e che raccoglie piante origi- margini porta grossi denti triangolari. Fiorisce
narie dell’Africa e del Madagascar. Hanno ro- in inverno, emettendo grappoli di fiori tubola-
sette acauli oppure che spuntano in cima al ri color rosso-arancio lungo gli steli ramificati.
fusto o sui rami, formate da foglie molto car- Può essere coltivata all’aperto nelle località a
nose. Si distinguono dalle agavi per la consi- clima mite. Altrove può essere coltivata in
stenza delle foglie: più vaso: starà bene al sole
spesse e acquose quelle d’estate, ma d’inverno do-
dell’aloe, fibrose quelle vrà essere messa al riparo.
dell’agave. Le foglie del- Richiede poca umidità. Si
l’aloe, inoltre, non sono concima solo all’inizio del
mai provviste di spine le- periodo vegetativo.
gnose, spesso presenti sui
margini o sull’apice delle A. striata (A LATO),
agavi; inoltre le aloe non A. laterita (SOTTO).
muoiono dopo la fioritura. A FRONTE: A. aristata (SOPRA)
e A. arborescens (SOTTO).
• FIORITURA Le infiorescen-
ze si sviluppano all’ascella delle foglie e pos-
sono avere struttura semplice o ramificata;
inoltre, a volte, si presentano sull’apice di ra-
mi lunghi anche fino a mezzo metro. I colori
dei fiori variano dal giallo al rosso a seconda
delle specie.
• COLTIVAZIONE Richiedono molta luce, ma è
meglio ripararla dal sole diretto. Richiedeono
poca umidità. Sono molte le specie di grandi
dimensioni e crescita rapida, che hanno quin-
di bisogno di vasi capaci e trapianti annuali.
Alcune si adattano bene alla coltivazione in
piena terra, nei climi più miti.
Le aloe si propagano attraverso i polloni op-
pure per talea di fusto.

Aloe arborescens
Originaria del Sudafrica, può arrivare anche a 2
m di altezza. Il fusto è semplice o ramificato
dalla base. Ha rosette di foglie lunghe fino a
Aloe 97

Aloe aristata
Originaria del Sudafrica. È
una rosetta acaule del dia-
metro di 10-20 cm, formata
da fitte foglie lunghe e stret-
te e molto appuntite (fini-
scono con una specie di lun-
ga setola). Ha piccoli rilievi
bianchi sulla pagina inferiore
delle foglie, disposti in fasce
trasversali. Anche sul margi-
ne delle foglie ci sono brevi
dentini. Le foglie sono di co-
lor verde-azzurro. Produce
un alto ramo fiorifero, con
lunghi fiori giallo-rossi. A
volte si richiude a bulbo su
se stessa, specialmente se le
temperature diventano trop-
po alte.
98 Le altre succulente

Aloe ciliaris
Originaria del Sudafrica.
Pianta strisciante e ram-
picante, con fusti sottili
(meno di un centimetro)
e lunghi fino a 5 metri.
Le foglie si trovano in ci-
ma ai rami, sono verde
pallido con striature più
scure, lunghe, strette,
appuntite, con minusco-
li denti sui margini. Fiori-
sce all’inizio dell’estate,
quando la stagione permette un clima non bianchi. Le foglie sono di colore verde-azzur-
ancora eccessivamente caldo, emettendo ro scuro con striature trasversali biancastre.
grappoli di lunghi fiori gialli o rossi. Arriva a 30 cm di altezza. Emette una spiga
fiorale con fiori rossi, molto allungati, carat-
Aloe ferox terizzati da tre costolature.
Originaria del Sudafrica, ha fusto alto fino a
4 m, con rosetta di foglie all’apice. Le foglie
sono lunghe fino a 1 m (nel suo habitat), spes- A. ferox e A. criptopoda (SOPRA).
se, e portano sul margine e sulle pagine (spe-
cie quelle inferiori) grossi denti appuntiti co-
lor rosso-bruno.
Le infiorescenze sono ramificate. I fiori sono
giallo-rossi.

Aloe humilis
Originaria del Sudafrica, con la rosetta
acaule formata da foglie di 5-10 cm, incurva-
te verso l’interno, di color verde-azzurro,
con fitti dentini bianchi sulla pagina e sul
margine. Emette spighe di fiori gialli lunghi
circa 4 centimetri.

Aloe variegata
Originaria del Sudafrica. La rosetta è formata
da tre serie di foglie triangolari, allungate e
appuntite, il cui margine è fitto di dentini
Carpobrotus • Ceropegia 99

CARPOBROTUS
Piante della famiglia delle Mesembryanthe- Per potersi sviluppare in modo ottimale ri-
maceae, di origine sudafricana, noto come chiede un terreno sabbioso.
“garofano degli Ottentotti”. Alcune specie si
C. edulis è una specie naturalizzata
sono naturalizzate nell’area mediterranea. in tutto il bacino del Mediterraneo.
Hanno fusti lunghi e striscianti, che si intrec-
ciano fra loro. Le foglie, carnose, lunghe 7-13
cm hanno sezione triangolare e spuntano
opposte.
• FIORITURA I fiori, rossi, viola o gialli, sono si-
mili a grandi margherite con petali lunghi e
sottili. Il frutto è carnoso e commestibile.
• COLTIVAZIONE Viene spesso usata come tap-
pezzante o per consolidare cigli stradali, dive-
nendo una pericolosa infestante dei parchi
costieri in tutto il bacino mediterraneo.

CEROPEGIA
Il genere, appartenente alla famiglia delle C. superba
Apocynaceae, è di origine africana e com-
prende varie specie dotate di rami cilindrici
eretti, oppure rampicanti o pendenti. Le fo-
glie hanno forme diverse. Alcune specie pro-
ducono tuberi piccoli e numerosi, con cui si
propagano facilmente. Quelli di C. woodii so-
no abbastanza grossi da consentirne l’uso co-
me portainnesto per mantenere le specie più
difficili di Stapeliaceae.
• FIORITURA I fiori sono composti da cinque
petali fusi assieme che formano un lungo tu-
bo, allargato alla base e aperto all’apice.
• COLTIVAZIONE Se si desidera farle fiorire è ne-
cessario collocarle in posizione molto lumi-
nosa, anche in sole diretto. Durante la bella
stagione annaffiare con regolarità, in modo
da mantenere il terriccio sempre leggermente
umido. D’inverno vanno bagnate pochissimo.
100 Le altre succulente

Occorre garantire una temperatura minima Ceropegia woodii


invernale di 10-13 °C. È possibile riprodurle da Pianta ricadente tuberosa, con fusti sottilissi-
talea, da seme o mediante i tuberi. mi, lunghi anche più di 1 m, di colore rosso
violaceo. Le foglie sono leggermente carnose,
Ceropegia superba cuoriformi, di colore verde scuro marezzato
Appartiene al vasto gruppo delle Ceropegia di bianco, e si formano a coppie lungo il fu-
striscianti di rapida crescita. Adatta alla colti- sto. I fiori a tubo, rosa e porpora, spuntano in
vazione in panieri appesi, produce curiosi fio- autunno. È molto bella coltivata in panieri so-
ri a “lanterna” per tutta la lunghezza dei fusti. spesi, che mettono in evidenza le sue lunghe
Come le altre specie il suo mantenimento ri- “collane di cuori”.
chiede locali molto luminosi e concimazioni Ama la luce brillante ma filtrata, e temperatu-
adeguate. Gradisce il rinvaso annuale con rin- re tra i 10 e i 22 °C. Non bisogna annaffiarla
novo del terriccio. troppo frequentemente.

CISSUS
Genere appartenente alle Vitaceae, che acco- rade foglie trilobate che perdurano solo du-
glie specie rampicanti originarie dell’Asia me- rante la stagione vegetativa (settembre-otto-
ridionale, dell’Africa e del Madagascar. Solo bre). Opposti alle foglie, si sviluppano i vitic-
alcune sono dotate di succulenza, che si con- ci. Le infiorescenze compaiono alla fine del-
centra nel fusto. La crescita è rapida. l’estate: pochi fiorellini verde chiaro, su rami
Di solito i Cissus vengono coltivati in panieri eretti. I frutti sono grappolini di bacche rosse,
appesi o fatti aggrappare a spalliere, sulle molto ornamentali.
quali si arrampicano mediante i viticci.
C. quadrangularis
• FIORITURA I fiori, di breve durata, sono rac-
colti in infiorescenze a grappolo.
• COLTIVAZIONE Hanno bisogno di molta luce e
la temperatura non deve scendere sotto i 10 °C.
Il loro periodo vegetativo cade in inverno, per
cui la loro coltivazione è possibile solo in am-
biente riscaldato e molto luminoso. Devono
essere mantenute leggermente umide e ferti-
lizzate secondo le regole generali viste nella
parte introduttiva.

Cissus quadrangularis (sin. cactiformis)


Originario dell’Africa orientale, è un rampi-
cante con fusti a quattro coste sporgenti.
Lungo i fusti, che arrivano a 2,5 m, spuntano
Cissus • Cotyledon 101

CONOPHYTUM
C. bilobum.
I Conophytum presentano
in genere fioritura
molto copiosa.

Originario del Sudafrica, appartiene alla fami- guscio, che in autunno si apre facendo emer-
glia delle Mesembryanthemaceae e raggruppa gere le nuove foglie.
specie nane a crescita invernale, costituite da • COLTIVAZIONE I Conophytum richiedono mol-
piccoli corpi carnosi che formano gruppi com- ta luce, ma temono i raggi diretti del sole. Non
patti. Tali corpi sono in realtà foglie che cre- devono mai essere esposti a temperature infe-
scono accoppiate e sono spesso saldate fra riori ai 16 °C e superiori ai 27 °C. Temono mol-
loro, divise solo da una piccola fenditura. I fio- tissimo l’umidità della terra: andrebbero di
ri a forma di tubo spuntano in questa fessura preferenza nebulizzati. Le annaffiature sono
tra le due foglie; la corolla, formata da petali consigliabili solo nel periodo della fioritura,
lunghi e sottili, si allarga a tromba. Hanno co- poi niente più acqua (nemmeno spruzzature)
lori molto vivaci: giallo, rosso, rosa, viola. fino alla ripresa vegetativa, che va incoraggia-
• FIORITURA Fioriscono in ottobre. In estate, ta con un’unica annaffiatura. In seguito solo
durante il periodo di riposo vegetativo, le fo- spruzzature regolari. Si propagano per divisio-
glie vecchie seccano formando una specie di ne dei cespi o attraverso seme.

COTYLEDON
Genere della famiglia delle Crassulaceae. So- tenso; spuntano al centro della rosetta.
no succulente originarie del Sudafrica, con • COLTIVAZIONE Come tutte le appartenenti a
foglie carnose, spesso protette da un leggero questa famiglia, amano terreni poveri, ben
strato di cera (pruina) o da peluria sottile. drenati e posizioni molto luminose, arieggia-
• FIORITURA I fiori sono a forma di campanula te. La loro propagazione si esegue per talea di
pendente di colore arancio più o meno in- foglia o del fusto.
102 Le altre succulente

Cotyledon undulata
A fusto unico, alto fino a 50 centimetri. Le fo-
glie, carnose e ricoperte di cera biancastra,
sono oblunghe o tondeggianti, con gli apici
rivolti in alto e il margine ondulato.

C. undulata
e, A SINISTRA,
C. orbiculata.

Cotyledon orbiculata
È un arbusto che arriva a 80 cm di altezza, con
fusti vigorosi ed eretti. Le foglie sono di forma
ovale e carnosa, di color grigio-verde con una
patina cerosa biancastra e orlate di rosso. Emet-
te un lungo ramo fiorifero sul quale si dispon-
gono fiori giallo-rossi a forma di ombrello.

CRASSULA
Famoso e diffuso genere appartenente alla
famiglia delle Crassulaceae, a cui dà il nome.
Le piante, originarie dell’Africa meridionale,
crescono nella forma di piccoli cespi oppure
di grandi arbusti, con foglie carnose spesso
elegantemente allineate.
• FIORITURA Producono piccoli fiori a cinque
petali, dall’odore pungente e raccolti in infio-
rescenze a grappolo (corimbi). Alcune specie
vegetano in inverno.
• COLTIVAZIONE Sono specie che sopportano
le basse temperature solo se ben asciutte. In
estate hanno bisogno di aria fresca e molto
sole. Vogliono terreno ben drenato. C. arborescens
Crassula 103

(A SINISTRA) Gli esemplari appartenenti


al genere Crassula producono fiori molto piccoli
spesso raccolti in corimbi all’apice dei fusti.
(A DESTRA, C. pellucida).

Crassula arborescens Crassula lycopodioides


È un arbusto vigoroso, che Piccolo arbusto (20 cm) con fusticini
può superare i 2 metri. Ha eretti che emettono foglie piccolissi-
foglie tondeggianti e car- me e appuntite, squamiformi ed em-
nose, lunghe 5-7 cm, color bricate, allineate per formare quat-
verde-grigio con margini tro costole continue. I fiori sono
rossi e macchio- piccolissimi, spuntano all’ascella delle
line verde-scuro foglioline all’apice dei rami e hanno
o rossicce sulla pa- un odore pungente e sgradevole.
gina superiore. Pro-
duce fiori bianchi o C. ladismithiensis e,
SOTTO, fiori di C. rupestris.
rossicci.

Crassula lactea
Piccolo arbusto (60
cm) con foglioline
opposte, carnose, ovali
e appuntite, di colore verde-scuro
brillante con punti chiari lungo il
margine. Fiorisce durante l’inver-
no, emettendo infiorescenze allun-
gate di fiori bianchi a forma di stella.
104 Le altre succulente

Crassula portulacea Crassula tetragona


Arbusto con fusto nodoso e molti rami. Alto Arbusto con rami eretti e sottili. Le foglie so-
fino a 2 m nel suo habitat, ha foglie ovali di 4 no cilindriche e appuntite, lunghe 2-3 cm, in-
cm; color verde brillante, con margine rosso, curvate verso l’alto. I fiori sono bianchi.
non però punteggiate come C. arborescens. Deve essere annaffiata regolarmente perché la
Viene spesso confusa con C. lactea-rosea, siccità può provocare la caduta dei rami sottili.
perché produce brevi infiorescenze di fiori
C. portulacea (A SINISTRA)
rosa, piuttosto grandi per una Crassula. e, C. portulacea “Gollum” (A DESTRA),
nota come “trombette di giada”.

CYANOTIS
Genere appartenente alla famiglia delle Com- cia, come tutte le piante impollinate dalle
melinaceae, costituita da piante africane, con mosche necrofile.
fusti striscianti e ricadenti, dotate di belle fo- • COLTIVAZIONE Adatte alle composizioni con
glie a barchetta lucide, tomentose, la cui at- altre succulente originarie delle zone deserti-
trattiva si aggiunge a quella dei piccoli fiori che, sopportano bene temperature anche
terminali azzurri. Alla stessa famiglia appartie- basse, ma temono l’umidità. Vanno riparate
ne anche l’asiatica “pianta miseria” (Commeli- dai raggi più forti del sole e mantenute a tem-
na communis). peratura minime di 5 °C e massime di 29 °C.
• FIORITURA I fiori, che compaiono d’estate, Si propagano da seme o da talea. Le talee
sono larghi e con cinque petali appuntiti. vanno lasciate asciugare 2 settimane prima di
Emanano un odore sgradevole di carne mar- metterle a radicare.
Cyanotis • Echeveria 105

ECHEVERIA
Genere delle Crassulaceae originario del-
l’America centrale e meridionale, oltre che
degli Stati Uniti sudoccidentali. Sono piante
con foglie raccolte in rosette apicali su fusti
brevissimi, a volte allungati a formare piccoli
arbusti ramificati.
• FIORITURA Le infiorescenze spuntano al-
l’ascella delle foglie o su rami laterali. I fiori,
rossi o gialli, sono a campanula e riuniti in spi-
ghe a forma di coda di scorpione.
• COLTIVAZIONE Sono piante di facile coltiva-
zione; le più rustiche vengono spesso utilizza-
te per formare bordure e abbellire giardini
rocciosi. Annaffiare ma non in modo eccessi- Esemplari di Echeveria
vo in estate, più raramente in inverno. Conci- cresciuti spontaneamente
mare come di consueto. Si moltiplicano facil- e, A DESTRA, dettaglio
di un’infiorescenza.
mente per talea di foglia e di fusto.

E. paraguayense.
Solo tenendo le piante
in ambiente molto
luminoso sarà garantita
un’abbondante fioritura
e una bella colorazione
del fogliame.
106 Le altre succulente

Echeveria derembergii della pruina che le ricopre) hanno le punte


Presenta rosette quasi sferiche, che spuntano rossastre. In primavera spuntano brevi infiore-
su un fusto brevissimo. Le foglie sono arro- scenze con fiorellini arancioni.
tondate all’apice e terminano in una breve
punta; di colore ceruleo o biancastro (a causa Echeveria gibbiflora
Ha fusto semplice, legnoso, alto fino a 60 cm.
La rosetta è formata da foglie lunghe anche
20 cm, verde bruno con strisce rossastre. Fio-
risce in autunno, producendo lunghe infiore-
scenze con piccoli fiori gialli e rossi.

Echeveria leucotricha
Piccolo arbusto originario del Messico. Ha ro-
sette di 10-15 cm le cui foglie ovoidali sono ri-
coperte da una peluria bianca. I fiori rossicci
spuntano su un lungo ramo fiorifero.

Echeveria setosa
Senza fusto, ha una fitta rosetta di foglie ver-
di coperte da lanugine bianca. I fiori (che com-
paiono da aprile a luglio) sono di colore aran-
E. derembergii cione e caratterizzati da lunghi piccioli.

EUPHORBIA
Appartenente alla grandissima famiglia delle vano dalla lignificazione delle stipole delle
Euphorbiaceae, è genere importante, che foglie o, in altri casi, da rametti brevi che do-
comprende oltre 1600 specie diffuse in tutto po aver prodotto le infiorescenze si seccano,
il mondo. Anche in Italia ne crescono decine ma permangono sulla pianta assumendo una
di specie, alcune delle quali note come erbe funzione protettiva.
infestanti. Se un’euforbia subisce una lesione, • FIORITURA Quelli che in genere vengono
dalla ferita emette un lattice spesso urticante scambiati per fiori nelle Euphorbia sono in re-
e velenoso. altà piccole infiorescenze, a volte circondate
Evolvendosi in ambienti simili, molte Euphor- da brattee, chiamate “ciazi”. A maturazione, i
bia succulente africane hanno assunto forme frutti si seccano e si aprono di scatto, lancian-
globose e colonnari come i cactus, da cui si do lontano i semi che contengono.
distinguono per non avere le caratteristiche • COLTIVAZIONE Sono in genere piante di facile
areole. In questo genere le spine, singole o in coltivazione e crescono rapidamente. Alcune
coppia, di cui sono dotate molte specie deri- specie, come E. milii producono facilmente
Euphorbia 107

una ricca fioritura. Adatte alla vita di apparta- Euphorbia milii


mento, possono essere tenute in esterno du- Originaria del Madagascar, comprende di-
rante la stagione estiva per poi essere ricove- verse varietà, soprattutto di arbusti spinosi
rate in luogo caldo (minimo 10 °C) con l’arrivo (viene comunemente chiamata “corona di
dell’inverno. Si moltiplicano per talea. spine”) che in natura arrivano a un’altezza di
2 m, mentre coltivati giun-
Euphorbia caput- gono al massimo a 90 cm o
medusae anche meno. Hanno rami
Specie originaria del Suda- legnosi, sottili con molte
frica. Dal suo fusto globoso spine riunite a coppie. Le
si diparte una moltitudine infiorescenze sono dotate
di rami sottili, striscianti e di due brattee rosse, bian-
serpeggianti, su cui spunta- che o gialle. Le foglie, verdi,
no le infiorescenze. lunghe fino a 5 cm, cadono
man mano che la pianta in-
Euphorbia grandicornis vecchia. L’arbusto si pre-
Originaria dell’Africa meri- senta quindi come un in-
dionale. Presenta fusti con treccio di rami nudi e spi-
nosi, con un ciuffo di foglie
e fiorellini sui rami più giovani. E. milii, se te-
nuta umida e in ambiente adatto, fiorisce
tutto l’anno e l’effetto della
fioritura nelle ramifica-
zioni intrecciate è dav-
vero suggestivo.
Si moltiplica per ta-
lea con una discre-
ta facilità.

3-4 coste suddivise in articoli con forme di- Le strozzature lungo il fusto
verse (più larghi o più stretti) secondo il pe- di E. grandicornis
corrispondono ai periodi
riodo in cui sono cresciuti: più larghi se corri- di vegetazione (tratti più
spondono a quello di maggior vegetazione larghi) e a quelli
(se hanno ricevuto sole, calore e regolari di riposo (tratti
più stretti).
annaffiature e concimazioni), più stretti se A SINISTRA: E. ingens,
corrispondenti ai periodi di riposo della una delle succulente
pianta. Le spine sono molto grosse (fino a più diffuse
per l’arredo
6 cm), di colore grigiastro-rossiccio, e di interni.
spuntano a gruppi di due o tre. IN ALTO: E. milii.
108 Le altre succulente

FAUCARIA
Mesembryanthemaceae nane originarie del Hanno bisogno di molto sole. Durante il ripo-
Sudafrica. Dotate di un fusto molto raccorcia- so invernale vogliono una temperatura piut-
to, sviluppano gruppi di foglie carnose oppo- tosto bassa (0 °C) e luce solare abbondante.
ste, a rosetta. Nel periodo vegetativo vanno bagnati rego-
Le foglie sono marcatamente carenate: piane larmente; nel riposo invernale vanno lasciati
nella pagina superiore, molto convesse su asciutti. Si riproducono per divisione dei ce-
quella inferiore. L’orlatura di denti spinosi in spi o da seme.
apparenza temibili ma in realtà morbidi, con-
feriscono alle coppie di foglie che si aprono F. tuberculosa
l’aspetto di fauci spalancate, da cui il nome
dato al genere.
• FIORITURA Come la maggioranza dei mesem-
briantemi, fioriscono in autunno con fiori
gialli a forma di margherita, che si aprono so-
lo di pomeriggio.
• COLTIVAZIONE La coltivazione va eseguita
con l’impiego di terricci privi di torba, quindi
essenzialmente sabbiosi con poca argilla.

FENESTRARIA
Mesembryanthemaceae dotate di foglie tenute in terricci minerali, sabbiosi con poca
estremamente succulente, a forma di clava, argilla, senza l’aggiunta di torba. Si riproduco-
che spuntano appena dalla sabbia dei deserti no facilmente da seme e da talea.
sudafricani. In coltivazione non si interrano
come nel loro habitat. Sono caratterizzate La classica fenestratura
è ben visibile in questo giovane esemplare
dalla “finestra”, ovvero una zona di colore ver- di F. aurantiaca.
de traslucido, priva di clorofilla, situata al-
l’apice delle foglie. La finestra ha di solito una
forma triangolare.
• FIORITURA I fiori, che spuntano in autunno-
inverno, hanno peduncoli lunghi 3-5 cm e so-
no gialli o bianchi. Le piante fioriscono già
dopo un anno dalla nascita.
• COLTIVAZIONE Spesso vengono colpite da
muffe e marciumi poiché sono molto sensibi-
li all’umidità. Per questo motivo vanno man-
Faucaria • Gasteria 109

GASTERIA
Genere delle Asphodelaceae, accoglie piante Gasteria liliputana
simili alle Aloe ma di piccola taglia, con fiori Originaria del Sudafrica, è molto piccola, qua-
caratteristici panciuti alla base e poi cilindri- si nana (arriva a poco più di 5 cm). Le foglie,
ci, con il tubo obliquo. Generalmente le fo- lunghe 3-4 cm, spuntano prima a coppie, una
glie si dispongono in file opposte, oppure a opposta all’altra, poi formano una rosetta.
rosetta. Hanno forma oblunga che si restringe all’api-
• FIORITURA I fiori si raccolgono in lunghe in- ce in una corta punta. Di colore verde scuro
fiorescenze semplici, senza ramificazioni. Non lucente, hanno chiazze biancastre. Resta na-
sono mai troppo appariscenti e in effetti la naanche una volta adulta, ma si allarga e pro-
vera attrattiva di queste specie sta nella for- duce facilmente nuove rosette. Le infiore-
ma e nel colore delle foglie. scenze sono alte rispetto alla statura della
• COLTIVAZIONE Le Gasteria sono di facile col- pianta: arrivano a 20 cm di altezza.
tivazione: richiedono molta luce, ma è meglio
ripararle dal sole diretto. Le temperature ot- Gasteria verrucosa
timali vanno da un minimo di 0 °C a un massi- Originaria del Sudafrica, è priva di fusto, ha
mo di 27 °C. foglie spesse e dure che si dispongono su due
La moltiplicazione si effettua da semi, talea di file opposte; di colore verde scuro, presenta-
foglia o per divisione dei polloni che spunta- no, sparsi su entrambe le facce, numerosi
no a volte alla base della pianta. punti bianchi rilevati, simili a verruche. Alta fi-
no a 30 cm, con infiorescenze che raggiungo-
no i 60 cm e portano dei lunghi fiori rossi.

G. ernesti-ruschii.
Caratterizzate da un
fogliame particolarmente
ornamentale, le Gasteria
sono molto
apprezzate dagli
appassionati di piante
grasse perché facili
da coltivare.
110 Le altre succulente

HAWORTHIA
Simili alle Gasteria per dimensioni, anche
queste Asphodelaceae presentano foglie co-
riacee e infiorescenze poco significative. So-
no spesso prive di fusto oppure lo hanno to-
talmente nascosto dalle foglie embricate,
cioè parzialmente sovvrapposte le une alle
altre. La vera attrattiva di queste piante è l’or-
namento dato da formazioni puntiformi rile-
vate, macchie o striature che appaiono sulle
foglie, caratterizzando le diverse specie.

•FIORITURA I fiori, poco significativi, hanno in


genere lunghi peduncoli.
•COLTIVAZIONE Vogliono posizione soleggiata
(vengono anche chiamate “piante davanzale”),
ma patiscono sotto il cocente sole estivo.
Temono l’umidità e, se ben asciutte, resistono
bene alle basse temperature.

Le appartenenti al genere Hawortia


si ibridano facilmente tra di loro.
SOPRA: due esemplari H. reinwardtii,
SOTTO: H. krausii.
Hawortia 111

La moltiplicazione si effettua da
seme, talee di foglie o per divisio-
ne dei cespi.

Haworthia cymbiformis
Originaria del Sudafrica. Le foglie,
raccolte in rosette, sono molto
convesse (e concave nella pagina
superiore), a forma di barchetta
(cymba = «barchetta») e appuntite.
Sono lunghe 4 cm, di color verde-
azzurro con righe verticali più scu-
re e apici traslucidi.

Haworthia fasciata
Originaria del Sudafrica. Ha foglie
lunghe fino a 10 cm, strette e allun-
gate. L’apice è appuntito ed eretto.
La pagina inferiore è attraversata
da rilievi bianchi che formano del-
le strisce trasversali.

Haworthia reinwardtii
Di origine sudafricana. Ha fusti lun-
ghi fino a 15-20 cm, ricoperti di fo-
glie triangolari addossate le une al-
le altre, con molti tubercoli bianchi
sulla superficie inferiore. Ramifica
dalla base.

DALL’ALTO IN BASSO: H. fasciata,


H. subfasciata e H. cymbiformis.
112 Le altre succulente

HOODIA
Appartenente alle Apocynaceae, questo ge- ambientale e degli spifferi d’aria fredda. In tali
nere comprende specie originarie del Sudafri- condizioni contraggono facilmente micosi che
ca. Sono succulente arbustive che raggiungo- poi determinano il marciume del fusto. Oc-
no i 30 cm di altezza, in posizioni fortemente corre garantire temperature minime di 5 °C e
esposte al sole diretto. Le loro foglie appun- massime di 29 °C.
tite e coriacee lignificano formando delle spi- Si propagano da seme o da talea. Le talee
ne pungenti. Hanno fusti grossi alcuni centi- vanno lasciate asciugare 2 settimane prima di
metri, di colore grigio-verde, a sezione cilin- porle a radicare.
drica, con numerose coste.
• FIORITURA I fiori, che compaiono d’estate, Hoodia gordonii
sono allargati a coppa. Emanano un odore Le piante di questa specie sono di rapida cre-
sgradevole di carne marcia, come tutte le scita, amano posizioni in pieno sole e molto
piante impollinate dalle mosche necrofile. ben ventilate, in primavera è necessario at-
• COLTIVAZIONE Sono specie abbastanza sem- tendere qualche settimana prima di esporle
plici da coltivare, che gradiscono un terriccio al pieno sole, per evitare ustioni. Negli ultimi
senza torba o altro materiale organico, molto anni questa specie è stata oggetto di attenzio-
drenato. ne da parte del mercato dei prodotti dieteti-
Sono particolarmente su- ci, perché se ne ricava un principio
scettibili del ristagno attivo che riduce la sensa-
idrico, dell’umidità zione d’appetito.

H. gordonii
Hoodia • Hoya 113

HOYA
H. purpureo-fusca

Questo ge-
nere apparte- •COLTIVAZIONE
nente alle Apocyna- Sono semplici da
ceae accoglie un vasto coltivare. Amano lu-
gruppo di specie succulente ce intensa ma non gradiscono
che si sono adattate a vivere in foreste umide il pieno sole. Il terriccio deve essere una mi-
del Sud-est asiatico. Sono piante lianose, scela leggera di terriccio torboso, senza sab-
rampicanti oppure decombenti, che possono bia calcarea, e va mantenuto sempre umido,
crescere per metri e metri, arrampicandosi sui anche durante l’inverno. Date le loro origini
tronchi d’albero oppure vivendo come vere e naturali, sono tra le poche succulente che si
proprie epifite, sulle cime degli alberi più alti, adattano bene alla coltivazione in casa, in
assieme a felci e orchidee. Sono caratterizza- ambienti luminosi e freschi, mai freddi (tem-
te da grandi foglie, spesso coriacee, che spun- peratura minima 15 °C).
tano accoppiate a intervalli regolari sui lunghi
fusti. In Italia sono conosciute col nome di Hoya purpureo-fusca
“fiore di cera”. Pianta lianosa con grandi foglie carnose, suc-
• FIORITURA I fiori, che compaiono tutto l’an- culente e venose. I fiori di questa specie sono
no, sono a forma di piccole stelle carnose, di leggermente vellutati d’aspetto ceroso e di
colore generalmente chiaro, raccolti in infio- colore scuro. Si formano su lunghi peduncoli
rescenze che possono essere larghe anche 10 perenni che non vanno mai asportati, pena
cm; di piccole dimensioni, sono all’apice di l’arresto della fioritura.
piccoli rametti perenni. La fioritura è più ab- Quasta specie è adatta alla coltivazione in va-
bondante nelle piante coltivate in posizioni so, provvedendo ad una spalliera su cui farla
molto luminose ma fresche e arieggiate. arrampicare.
114 Le altre succulente

KALANCHOE
Genere di Crassulaceae che accoglie circa de scuro orlate di rosso. In autunno emette ra-
200 specie arbustive, originarie del Madaga- mi fioriferi di varia lunghezza, che portano una
scar e dell’Africa tropicale. Le foglie sono fitta infiorescenza formata da piccole campa-
spesso colorate. nule variopinte. Da questa è la specie caposti-
• FIORITURA I fiori, che spuntano in autunno, pite sono derivate centinaia di cultivar di varia
hanno forme di campanula, col tubo più o foggia, soprattutto nell’aspetto e nel colore
meno lungo formato da 4 petali che si apro- dei fiori, oltre che nella forma delle foglie.
no verso l’esterno.
• COLTIVAZIONE Per crescere in modo ottimale Kalanchoe tomentosa
gradiscono posizioni luminose e ventilate. È un piccolo arbusto (80 cm al massimo) con
Si propagano con facilità per talea di foglia o foglie ovali, spesse, ricoperte da una folta pe-
di fusto. luria bianca e con le punte marroni.

Kalanchoe beharensis SOPRA: K. blossfeldiana (A SINISTRA),


forse la specie più conosciuta di questo
Pianta robusta e di notevoli dimensioni genere di succulente
(nel suo habitat naturale può facilmente e K. beharensis (A DESTRA).
raggiungere i 3 m di altezza), con grandi fo- SOTTO: K. pumila.

glie a forma di cuore di colore marrone


rossiccio, ricoperte a volte da una fine
peluria.

Kalanchoe blossfeldiana
Piccolo arbusto (altezza fino a 30
cm) con foglie ovali, dentate, ver-
Kalanchoe • Lithops 115

LITHOPS
Le piante appartenenti a questo genere – co- sono essere macchiettate, striate, punteggia-
munemente definite “sassi vivi” (dal greco li- te. Sono spesso fenestrate: hanno cioè picco-
thos = «pietra») – sono originarie delle zone le zone trasparenti o traslucide prive di cloro-
desertiche del Sudafrica. filla, attraverso le quali la luce arriva alle parti
Si tratta di Mesembryanthemaceae nane, il della pianta che restano interrate.
cui fusto, brevissimo, resta sotto la superficie • FIORITURA I fiori spuntano in autunno: sono
del terreno. Sviluppano gruppi di due foglie bianchi o gialli, a forma di margherita, a volte
accoppiate, saldate all’apice e divise solo da più grandi del corpo della pianta. Si aprono
una fenditura. Ogni coppia di foglie forma il solo di pomeriggio.
corpo di una pianta (un cespo), che ha forma • COLTIVAZIONE Sono facili da coltivare. Desi-
conica, con la punta rivolta in basso e la su- derano molto sole e terriccio molto sciolto,
perficie superiore piana. Dalla fenditura tra le sabbioso, meglio se esente da torba e altri
due foglie spuntano, nel periodo vegetativo, i componenti organici. Le annaffiature devono
fiori e le foglie nuove, le quali sostituiranno essere abbondanti ma piuttosto rade nel pe-
quelle vecchie che nel corso della stagione si riodo vegetativo. Dopo la fioritura (o comun-
aprono e avvizziscono. Le specie di Lithops que dopo l’estate) non vanno più bagnate. Bi-
differiscono tra loro per il colore delle foglie, sogna fare attenzione anche all’eccessiva umi-
che può essere molto diverso: dal verde al dità atmosferica. La propagazione si effettua
biancastro, al violaceo, al rosa; le foglie pos- da seme.

La fioritura non è
affatto un evento
straordinario nelle
Lithops (A SINISTRA
L. shwantesii).
SOPRA: L. bella ha
foglie grigiastre con
screziature verde
scuro e fiori bianchi a
forma di margherita.
116 Le altre succulente

MONANTHES
Originarie delle Isole •COLTIVAZIONE Sono fa-
Canarie, queste piccole cili da coltivare, ma rie-
Crassulaceae sono im- scono meglio in posi-
piegate spesso nella zioni soleggiate anche
preparazione di com- in inverno, perché la
posizioni. Formano in- stagione fredda è spes-
fatti cespugli fitti, stri- so quella che ne favori-
scianti e tappezzanti, sce la crescita.
con rosette di foglie
compatte.
• FIORITURA I fiori sono
insignificanti, piccoli e
biancastri o rossicci,
raccolti in infiorescen- M. muralis è un piccolo
ze ramificate che, una arbusto con foglie disposte
a rosetta, rami bassi
volta esaurite, si secca- e piccoli fiori a forma
no e cadono sponta- di stella, riuniti a grappoli.
neamente. Fioriscono d’estate.

OTHONNA
È un genere apparte- • COLTIVAZIONE Sono
nente alla famiglia delle piante particolarmente
Compositae, che com- esigenti e di difficile
prende molte specie, al- coltivazione, spesso
cune delle quali hanno quindi consigliabili ai
carnoso il fusto, altre le soli esperti.
foglie. Tra tutte la spe-
cie più diffusa è sicura- Othonna crassifolia
mente O. crassifolia. (sin. capensis)
• FIORITURA I fiori delle
O. crassifolia
Pianta originaria del-
Othonna sono le tipi- l’Africa meridionale. Ha
che margherite delle composite di colore ge- lunghi steli sottili e ramificati, striscianti e ri-
neralmente giallo. La fioritura è precoce e av- cadenti. Le foglie sono cilindriche, lunghe cir-
viene a fine inverno, per cui si ottiene facil- ca 2 cm, grigio-verdi, che cambiano colore
mente se gli esemplari sono allevati in condi- sotto il sole. I fiori sembrano piccole marghe-
zioni di buona luminosità. rite gialle.
Monanthes • Pachyphytum 117

PACHYPHYTUM

Di origine messicana, sono piccole Crassula- •COLTIVAZIONE Sono piante grasse molto faci-
ceae arbustive, con foglie carnose che copro- li da coltivare, temono però l’umidità eccessi-
no il breve stelo disponendosi a rosetta. Sono va (sono infatti sensibili ai marciumi).
simili alle Echeveria, con le quali sono stati in-
crociati dando origine a una quantità di ibridi Pachyphytum bracteosum
(Pachyveria). Alta fino a 30 cm, ha foglie ovali e spesse al-
• FIORITURA I fiori sono piccoli, raccolti in de- te fino a 10 cm, di colore verde-grigio-marro-
liziose infiorescenze arricciate come la coda ne con patina cerosa biancastra. Produce un
di uno scorpione. La fioritu- alto stelo fiorifero laterale in cima al quale
ra è autunno-vernina. spuntano piccole campanule rosse.
Vuole esposizione al sole o comunque molta
luce brillante.
Gradiscono temperature dai 10 °C in su. Ba-
gnare pochissimo in inverno e anche d’estate
con moderazione.

Pachyphytum oviferum
Piccolo arbusto con rami brevi che terminano
in rosette di foglie ovoidali molto carnose e
ricoperte da una spessa patina cerosa bianca
(somigliano a confetti). I fiori sono rossi e
spuntano in cima a un lungo ramo.

I Pachyphytum vivono bene anche in esterno


durante la stagione estiva. Nel periodo invernale
è invece meglio mantenerli in ambienti protetti, non
eccessivamente caldi e sempre molto luminosi.
A SINISTRA: P. bracteosum richiede una posizione
molto luminosa e fresca. L’infiorescenza appare
generalmente alla fine dell’anno.
118 Le altre succulente

PIARANTHUS
Sono piccole piante sudafri- pieno sole vanno mantenu-
cane, appartenenti al grup- te come in natura: protette
po delle Stapeliaceae e da altre piante più grandi o
quindi dotate di fiori puzzo- coltivate tra le rocce. In in-
lenti. I loro fusti sono rac- verno possono essere tenu-
corciati e cilindrici, non più te al freddo, ma solo se ben
lunghi di 3-5 cm, e crescono asciutte.
a guisa di lunghe catenelle.
In natura colonizzano le fes- Piaranthus foetidus
sure tra le rocce, in cui tro- Probabilmente è una delle
vano riparo dal sole e dal P. foetidus Stapeliaceae più maleodo-
morso dei predatori. ranti, tuttavia la sua coltivazione è molto fre-
Si propagano senza alcuna difficoltà median- quente, sia per la bella forma dei cespugli e del
te talea dei fusticini, i quali si frammentano loro abito strisciante e tappezzante, sia perché
facilmente. si propaga con estrema facilità. I fiorellini, che
• FIORITURA I fiori sono estivi. Larghi appena un sono delicatamente vellutati e picchiettati di
centimetro, sono molto graziosi però estrema- macchie rosso scuro, spuntano sui fusti dell’an-
mente odorosi: il loro olezzo di carne putrefat- no precedente. Durante l’estate ama le annaf-
ta è avvertibile anche a notevole distanza. fiature frequenti, ma soffre per il ristagno pro-
• COLTIVAZIONE Molto semplici da coltivare, lungato dell’acqua nel terriccio, per cui va ga-
amano terriccio drenato e ricco, e preferisco rantito un ottimo drenaggio e il mantenimen-
no posizioni ventilate e semiombreggiate. In to in posizione ventilata.

PLEIOSPILOS
Anche in questo caso si tratta di piante molto •COLTIVAZIONE Di facile coltivazione, vanno
simili a pietre. Mesembryanthemaceae origi- tenute in pieno sole. Richiedono annaffiature
narie del Sudafrica, sviluppano coppie di fo- abbondanti ma distanziate durante l’estate.
glie molto grosse, di forma quasi pirami- Non vanno bagnate dall’autunno alla
dale, con la pagina superiore piana e primavera: anzi è spesso necessario
quella inferiore molto convessa, con proteggerle dall’umidità invernale. De-
cresta lineare centrale. Sono caratte- ve essere garantita una temperatura
rizzate da punti verdi trasparen- minima non inferiore ai 10 °C.
ti (finestre). Si riproducono da seme.
• FIORITURA I fiori gialli, spunta-
no a stagione avanzata e hanno
un gradevole profumo di cocco. P. nelii fiorisce alla fine dell’estate.
Piaranthus • Sedum 119

SEDUM
Genere di Crassulaceae che comprende mol- Sedum palmeri
te succulente erbacee dell’emisfero setten- Piccolo arbusto messicano, alto circa 20 cm,
trionale, resistenti al freddo e all’umidità, ma con steli nudi in cima ai quali spunta una ro-
anche specie di origine messicana più difficili setta di foglie verde-azzurro. I fiori color aran-
da coltivare nei climi temperati. cio si presentano in infiorescenze pendule.
• FIORITURA Sono erbe o arbusti dalle forme
molto varie, con foglie carnose spesso colo- Sedum rubrotinctum
rate. Generalmente hanno fusti striscianti o Simile a S. pachyphyllum, ha rami sottili, stri-
ricadenti. Producono generosamente piccoli scianti e foglioline tozze, grasse, con gli apici
fiori a forma di stella che spuntano in estate. bruno-rossicci.
• COLTIVAZIONE La maggior parte dei Sedum de- Con l’arrivo dei primi freddi autunnali la pian-
sidera esposizione soleggiata ma cresce bene ta può diventare del tutto rossa.
anche all’ombra, in posizione luminosa. Alcuni
sono rustici e crescono bene all’aperto anche Sedum weinbergii
nel nostro clima (per esempio S. spectabile). Ha fusti ricadenti, nudi, in fondo ai quali spun-
Il terreno deve essere ben drenato. Le conci- tano rosette di foglie azzurre e lucenti. I fiori,
mazioni, molto diluite, si effettuano in prima- verdi e bianchi, spuntano alla fine dell’inverno.
vera-estate (due o tre vol-
Le rustiche specie di Sedum
te). I fusti e le foglie dei Se- possono essere associate
dum si rompono facilmen- in roccaglie o cassette,
te: bisogna quindi fare at- per dar vita a interessanti
composizioni perenni,
tenzione durante i rinvasi, ravvivate in estate dalle
che devono essere esegui- infiorescenze giallo-zolfo.
SOTTO: S. rubrotinctum.
ti solo se è assolutamente
necessario.
120 Le altre succulente

SEMPERVIVUM
Crassulaceae alpine, con fo- Nei climi caldi e tendono a
glie carnose perenni, dispo- soffrire dell’eccessiva espo-
ste a rosetta, a volte coperte sizione al sole estivo.
di peli. Sono tipiche coloniz-
zatrici di anfratti rocciosi e Sempervivum
pareti esposte al sole. arachnoideum
• FIORITURA Le rosette adulte Ha rosette globose, di picco-
emettono le infiorescenze in le foglie leggermente appun-
cima a uno stelo piuttosto tite, verdi orlate di rosso. È ri-
lungo. Dopo la fioritura, la coperta di peli che si tendo-
rosetta muore, ma la vita della pianta è assi- no da un apice all’altro delle foglie, formando
curata dai polloni che la circondano. come una ragnatela. Attorno alle rosette più
• COLTIVAZIONE I Sempervivum crescono in al- vecchie ne crescono altre piccolissime.
ta montagna tra i sassi e le rocce e anche sui
muri: sono molto resistenti al freddo e alla S. arachnoideum, forse la specie più diffusa.
siccità (del resto il nome deriva dal latino Questo genere di piante viene molto usato nei
giardini rocciosi per il portamento tappezzante.
semper = «sempre» e vivum= «vivo»). Sono SOPRA: fioritura di S. tectorum, del quale
quindi adatti per giardini rocciosi all’aperto. in commercio esistono numerosi ibridi.
Sempervivum • Senecio 121

SENECIO
Genere appartenente alla famiglia delle Com- delle infiorescenze a capolino, in genere di
positae, che comprende moltissime specie colore rosso.
(oltre 1.500), tra cui alberi, arbusti ed erbe (an- • COLTIVAZIONE Richiedono poca acqua: in in-
che acquatiche). Queste specie presentano verno è meglio non annaffiarle. Sopportano
tra loro un’estrema varietà di forme. Tutte so- basse temperature (non meno però di 6-7 °C)
no però velenose. purché asciutte. Esposizione soleggiata, però
• FIORITURA Le piante appartenenti a questo riparata dal sole cocente del mezzogiorno, in
genere sono riconoscibili dalla tipica forma estate. Si riproduce per talea.

Senecio kleinia
Un tempo Kleinia era considerato un genere a
sé, ora si preferisce considerarlo una specie
appartenente al genere Senecio. Questa pian-
ta, originaria delle Canarie, forma cespugli
che raggiungono l’altezza di 3 metri. Ha rami
cilindrici striati di linee verde-scuro agli apici
dei quali spuntano rosette di foglie caduche,
sottili e appuntite, lunghe 10-15 cm, di colore
grigio-verde.

Senecio scaposus
Originaria del Sudafrica, è una pianta che for-
ma su un tronco brevissimo una rosetta di fo-
glie cilindriche erette e
incurvate verso l’alto, ri-
coperte, finché la pianta
è giovane, da una fitta
peluria bianca.
Teme l’umidità.

DALL’ALTO E IN SENSO ORARIO:


S. medley-woodii,
S. anteophorbium
e S. stapellaeformis.
Le specie appartenenti
a questo genere sono più
di un migliaio e tra loro
presentano caratteristiche
fisiche molto differenti.
122 Le altre succulente

STAPELIA
Genere dell’Africa meri- S. grandiflora e
dionale che comprende S. hirsuta (SOTTO).
Le Stapelia hanno fiori
diverse specie e varietà grandi e carnosi che
e dà il nome alla famiglia compaiono in estate-
di appartenenza, quella autunno. La fruttificazione
ha luogo nella primavera
delle Stapeliaceae. Que- seguente. Queste piante
ste piante hanno fusti sembrano avere azione
carnosi eretti o stri- moschicida.
scianti, con quattro co-
ste, ramificati dalla base. le marine. L’odore è tipi-
• FIORITURA I fiori si pre- co della carne putre-
sentano alla base dei ra- scente. Seppure maleo-
mi più giovani con forma brevemente tubola- doranti, i grandi fiori di Stapelia si fanno am-
re: il tubo si allarga in una grande corolla di 5 mirare per le loro variopinte colorazioni. Far-
petali appuntiti e a volte ricurvi, simili a stel- le fiorire non è un’impresa impossibile: basta
Stapelia • Trichodiadema 123

mantenerle in luoghi luminosi e fertilizzarle lunghi, appuntiti e ricurvi che la fanno asso-
regolarmente. migliare a una stella marina. Il colore dei fiori
• COLTIVAZIONE Crescono bene se mantenute è giallo chiaro, con striature rosse oppure
in substrati perfettamente drenati e in posi- bruno-scure; presenta peli bianchi o rossi. È
zioni luminose ma fresche. originaria del Sudafrica.
D’inverno le Stapelia vanno bagnate pochissi-
mo e occorre garantire temperature minime Stapelia variegata
non inferiori ai 10-13 °C. Originaria del Sudafrica. Pianta ad andamento
La moltiplicazione si effettua per talea, da se- strisciante, con steli carnosi pendenti. I fiori
me o per divisione dei cespi. hanno circa 5 cm (a volte anche di più) di dia-
metro, con lobi triangolari ricurvi e anello
Stapelia gigantea centrale sporgente. Il colore è giallo-ocra mar-
Ha fiori grandissimi (arrivano a 30 cm di dia- morizzato, ma ne esistono varietà con fiori di
metro), di forma non tubolare ma con lobi altri colori (la specie è molto variabile).

TRICHODIADEMA
Genere delle Mesembryanthe-
maceae che accoglie una tren-
tina di specie di portamento
molto variabile, ma accomuna-
te dalla forma particolare delle
foglie: grasse, cilindriche, con
all’apice una coroncina di seto-
le. Sono piante originarie del
Sudafrica.
• FIORITURA La loro fioritura è
autunnale e abbondante solo
se si garantisce per tutta l’esta-
te una posizione in pieno sole e
ventilata.
• COLTIVAZIONE Temono l’umi-
dità eccessiva. D’inverno van-
no mantenute assolutamente
asciutte. Le temperature otti-
mali vanno da un minimo di 0 °C
a un massimo 30 °C.
Si riproducono da seme o per
talea estiva. T. densum
124

Indirizzi utili
Diamo di seguito elenco di alcuni dei principali produttori e commercianti di succulente.
Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare il sito www.abc-network.it.

PRODUTTORI/COMMERCIANTI •Pungilandia di Domenico Rocchi


ITALIANI Via Isonzo, 11
•Azienda Agricola Leo Giammanco 65123 Pescara
Via Calanchi, 193 Tel. 335 5373588
Fraz. Frigintini Web site: www.pungilandia.com
97015 Modica (RG)
Tel. 0932 901822
E-mail: leonardogiammanco@libero.it
•Vivaio Fratelli Colombo
Via San Giacomo, 24
23880 Casatenovo (LC)
•Brookside Nursery Tel. 039 9204791
Via della Campana, 7
00048 Nettuno (Roma) PRODUTTORI/COMMERCIANTI
Tel. 335 6159058 STRANIERI
Web site: www.brookside-nursery.com •Kakteengaertnerei di Albert Plapp
E-mail: alan-brook-side@hotmail.com Drosselweg 7-9
D-84178 Jesendorf (Germania)
•Drovandi Piante Grasse, Web site: www.kakteen-plapp.de
Cactus & Succulente di Paolo Drovandi
Via Dei Gironi •Uhlig Kakteen di Mathias Uhlig
51039 Quarrata (PT) Hegnacher strasse 31
Tel. 0573 735838 D- 71394 Kernen (Germania)
Web site: www.drovandi.it Web site: www.uhlig-kakteen.com
E-mail: drovcactus@tiscali.it E-mail: uhlig-kakteen@t-online.de

•Fioreverde di Paola Poli PER LIBRI SULL’ARGOMENTO


Località Rovinale, 1/a •Rainbow Gardens Bookshop
42034 Sarzano Casina (RE) di Kavin & Helen Barber
Tel. 0522 604021 3620 W. Sahuaro Divide
Web site: www.fioreverde.com Tucson, Arizona 85742 (USA)
E-mail: fioreverde@libero.it Web site: www.rainbowgardensbookshop.com
E-mail: orders@rainbowgardensbookshop.com
•Paolo Panarotto
Via Nanon, 2
37035 S. Giovanni Ilarione (VR)
Tel. 045 7465590
Web site: www.panarottocactus.net
E-mail: ppanar@tin.it
125

Indice delle succulente trattate


I numeri in neretto si riferiscono alle schede di trattazione specifica, quelli in tondo
alle citazioni nel testo e quelli in corsivo alle pagine in cui compaiono immagini.

Acantocalycium 47 Ariocarpus 23, 48-49 Ceropegia 99-100


- violaceum 47 - fissuratus 49, 49 - superba 99, 100
Adansonia digitata 10 - kotschoubeyanus 49, 49 - woodii 99, 100
Adromischus 91 - retusus 48 Chamaecereus 53-54
- cooperi 91 Asphodelaceae 96, 109, 110 - silvestri 53
- festivus 91 Astrophytum 36, 50 Chamaelobivia 53
- maculatus 21 - asterias 50, 50 Cissus 100
Aeonium 91-92 - capricornea 50, 50 - cactiformis
- arboreum 92, 92 - caput-medusae 50 v. C. quadrangularis
- decorum 91 - myriostigma 50 - quadrangularis
- haworthii 92 o C. cactiformis 100, 100
Agavaceae 92 baobab v. Adansonia digitata Cleistocactus 54
Agave 21, 29, 33, 67, 92-95, Brighamia 9 - baumannii 54
96 - strausii 54
- americana 92, 94, 94 Cactaceae 11, 11, 35, 46-89 - tupiziensis 54
- attenuata 94 cactacee v. Cactaceae Commelinaceae 101
- echinoides 95, 95 Cactoidae 46 Compositae 121
- ferox 92, 94, 94 cactus 30 Conophytum 14, 101
- filifera 95 - barile v. Echinocactus - bilobum 101
- parviflora 95 - foglia v. Epiphyllum Copiapoa 55
- striata 92 - del nonno - cinerea 55, 55
- toumeyana 92 v. Cephalocereus senilis - coquimbana 55
- victoriae-reginae 95 - di montagna - maritima 55
agavi v. Agave v. Orocereus - totoralensis 55
Aloe 9, 21, 23, 29, 33, - di Natale Coryphantha 56
96-98, 109 v. Schlumbergera - clavata 56
- arborescens 96, 96 - fragola - elephantipes 56
- aristata 21, 96, 97 v. Gymnocalycium - scolymoides 56
- ciliaris 98 friedrichii corona di spine
- criptopoda 98 Carnegiea 51 v. Euphorbia milii
- ferox 98, 98 - gigantea 9, 51, 51, Cotyledon 101-102
- humilis 98 Carpobrotus 99 - orbiculata 102, 102
- laterita 96 - edulis 99 - undulata 102, 102
- striata 96 Cephalocereus 52, 62 Crassula 24, 26, 102-104
- variegata 98 - senilis 52, 52, 52 - arborescens 102, 103, 104
Apocynaceae 99, 112, 113 Cereus 52-53 - lactea 103
Aporocactus 24, 31, 47 - jamacaru 53 - lactea-rosea 104
- flagelliformis 47 - peruvianus 53, 53 - ladismithiensis 103
126 Indice delle succulente trattate

- lycopodioides 21, 103 Euphorbiaceae 11, 106 Jovibarba 21


- pellucida 103
- portulacea 104, 104 Faucaria 108 Kalanchoe 114
- rupestris 103 - tuberculosa 108 - beharensis 114, 114
- tetragona 104 Fenestraria 108 - blossfeldiana 114, 114
Crassulaceae 91, 101, 102, Ferocactus 26, 62-63, 67 - pumila 114
105, 119, 120 - acanthodes 63, 63 - tomentosa 114
Cyanotis 104 - gracilis 64, 64 Kleinia v. Senecio kleinia
- hamatacanthus 64, 64
Didierea 9 - latispinus 63 Leuchtenbergia 67
fico d’India v. Opuntia - principis 67, 67
Echeveria 24, 28, 30, 40, ficus-indica Lithops 12, 23, 44, 115
105-106 Fouquieraceae 11 - bella 115
- derembergii 106, 106 fiore di cera v. - fulleri 21
- gibbiflora 106 Hoya - shwantesii 115
- leucotricha 106 Lobivia 53, 68
- paraguayensis 105 - densispina 68
Gasteria 23, 109, 110
- setosa 106 - ferox 68
- ernesti-ruschii 109
Echinocactus 26, 57, 58, 62 - mistiensis 68
- lilliputana 109
- grusonii 57, 57
- verrucosa 109
Echinocereus 23, 26, 57 Maihuenioidae 46
Gymnocalycium 65
- engelmannii 58 Mammillaria 23, 24, 26, 56,
- denudatum 65
- melanocentrus 58 69-71
- friedrichii 32, 32, 65
- pectinatus 58, 58 - bocasana 70, 71
- saglionis 65
- rigidissimus 58, 58 - candida 70, 71
- sherii 57 - elongata 70, 71
Echinopsis 33, 47, 59 Hatiora - hahniana 70
- candicans 59, 59 o Rhipsalidopsis 66 - karwinskiana 69
Epiphyllum - gaertneri 66, 66 - magnifica 69
o Phyllocactus 9, 12, 14, Haworthia 12, 23, 28, 28, - obconella 71, 71
16, 31, 42, 60 29, 42, 110-111 - picta 71, 71
Espostoa 52, 61-62 - cymbiformis 111, 111 - scripsiana 69
- lanata 62, 62 - fasciata 111, 111 - rhodantha 71, 71
- laticornua 61 - krausii 110 Matucana 72
- melanostele 62 - nigra 29 - criniera 72
euforbiacee - reinwardtii 110, 111 - madissoniorum 72, 90
v. Euphorbiaceae - resendaiana 110 Melocactus 15, 73
euforbie v. Euphorbia - subfasciata 111 - longispinus 73
Euphorbia 9, 11, 14, 15, 23, - tassellata 21 - nerii 73
32, 33, 90, 106-107 Hildewinteria 24 - warasii 73
- caput-medusae 107 Hylocereus 9, 42, 65 mesembriantemi
- grandicornis 107, 107 Hoodia 112 v. Mesembryanthemaceae
- ingens 107 - gordonii 112, 112 Mesembryanthemaceae 11,
- milii 107, 107 Hoya 9, 113 12, 35, 90, 99, 101, 108, 115,
- obesa 90 - purpureo-fusca 113, 113 118, 123
Indice delle succulente trattate 127

Mesembryanthemum 24 Pereskia 84 - tectorum 120


Monanthes 116 Pereskioidae 46 Senecio 121
- muralis 116 Phyllocactus - anteophorbium 121
Myrtillocactus 74 v. Epiphyllum - kleinia 121
- geometrizans 74, 74 piante centenarie - medley-woodii 121
v. Agave - scaposus 121
Neoporteria 75-76 piante davanzale - stapellaeformis 121
- clavata 76, 76 v. Haworthia Stapelia 12, 33, 42, 122-123
- nidus o N. senilis 76, 76 Piaranthus 118 - gigantea 123
- senilis v. N. nidus - foetidus 118, 118 - grandiflora 122
Neubuxbaumia 75 pietra vivente - hirsuta 122
- polylopha 75, 75 v. Ariocarpus fissuratus - variegata 21, 43, 123
Notocactus 24, 77-79 Pilosocereus 84 Stapeliaceae 99, 122
- buiningii 78, 78 - palmeri 84, 84 Stenocactus 88
- haselbergii 78 Pleiospilos 118 - crsipatus 88, 88
- leninghausii 78, 78 - nelii 118 - captonogonis 88
- magnificus 79, 79 Stenocereus 89
- roseoluteus 77 Rebutia 41, 85 Strombocactus 23
- scopa 79, 79 - brunescens 85, 85
- shumannianus 77 - marsoneri 85 testa di vecchio
- minuscula 85 v. Cephalocereus
Opuntia 28, 36, 80-81 Rhipsalidopsis v. Hatiora Thelocactus 89
- bigelowii 81 Rhipsalis 9, 14, 42, 66, 86 - hexaedrophorus 89
- ficus-indica 6, 9, 81, 81 - capilliformis 86 Tillandsia 13
- microdasys 81, 81 - paradoxa 86, 86 Trichocereus 33, 59
- streptacantha 81 - pachanoi 33
Opuntioidae 46 saguaro v. Carnegia Trichodiadema 123
opunzie v. Opuntia gigantea - densum 123
Oreocereus 82 Sansevieria 14, 29 trombette di Giada
- celsianus 82, 82 Sarcocaulum 14 v. Crassula portulaceae
- trolii 82 sassi vivi v. Lithops
Othonna 14, 116 sasso vivo messicano Vitaceae 100
- capensis v. Ariocarpus fissuratus
v. O. crassifolia Schlumbergera 12, 14, 42,
- crassifolia 66, 87
o O. capensis 116, 116 - truncata 87
Sedum 6, 9, 21, 29, 40, 119
Pachyphytum 9, 117 - morganianum 24
- bracteosum 117, 117 - palmeri 119
- oviferum 117 - rubrotinctum 119, 119
Pachiveria 117 - weinbergii 119
Parodia 83 Selenicereus 87
- bilbaoensis 83 - chrisocardium 87
- sanguiniflora 83 Sempervivum 6, 9, 21, 30, 120
Pelargonium 14 - arachnoideum 120, 120
TITOLI IN COLLANA

Bonsai Piante aromatiche


stili, legatura e potatura e medicinali
in giardino e in vaso
Bulbose
varietà, fioritura Piante grasse
e cure colturali riconoscimento e coltivazione

Calendario lunare Piante in salute


delle semine e dei lavori il pronto soccorso verde

Innesti e potature Potatura e riproduzione


nel frutteto in giardino

Orchidee Il prato
cure colturali, generi e specie progetto, impianto e manutenzione

L’olivo Rampicanti
coltivazione, raccolta e utilizzo cure colturali, generi e specie

Ortensie, azalee, camelie La rosa


e altre acidofile classificazione, scelta,
cure colturali
L’orto
coltivarlo in modo sano Scuola di giardinaggio
e naturale
La vite
L’orto sul balcone varietà, impianto e potatura

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