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INDICE

4. La biodiversità
5. Habitat ed ecosistemi
6. Entriamo in una foresta
7. Qual è la differenza tra conifere e latifoglie?
8. Alla scoperta dei fiori
10. Perché la biodiversità è in pericolo
11. Cosa possiamo fare?
12. Firma contro la deforestazione!
13. Life TERRA
14. Piccolo glossario
15. A SCUOLA DI ALBERI – Laboratori per i piccoli scopritori di biodiversità
Identikit verde
16. Quanto sei alto? E quanti anni hai?
17. Costruiamo un albero!
18. Appendice: Schede alberi
LA BIODIVERSITÀ

La varietà di tutti gli organismi viventi presenti sulla Terra, inclusi quelli del sottosuolo,
dell’aria, degli ambienti terrestri, acquatici e marini, prende il nome di “biodiversità”.
In realtà la biodiversità è molto di più che la semplice varietà della vita sul nostro Pianeta.
In maniera più ampia e completa, possiamo dire infatti che esistono tre livelli di biodiversità:
esiste una diversità che riguarda le specie, quindi che include tutti gli organismi viventi, dai
più semplici e unicellulari ai più grandi e complessi; esiste una diversità degli ecosistemi, cioè
di tutti quegli ambienti dove vivono (o possono vivere) piante ed animali (da una semplice
pozzanghera al più vasto degli oceani, passando per montagne, prati, foreste, deserti ecc.);
esiste, infine, una diversità genetica che riguarda quelle entità microscopiche che contengono
il progetto di vita di ogni organismo vivente e che sono i nostri geni.

Proteggere la biodiversità significa difendere la natura, gli animali e le piante. Per questo è
importante conservare e tutelare questa enorme ricchezza anche perché essa è fondamentale
per la nostra stessa vita fornendoci cibo, acqua, ossigeno, medicine, materie prime, riparo,
occasioni di lavoro e di svago, salute fisica e mentale: la natura è collegata a noi e noi viviamo
grazie alla natura!

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HABITAT ED ECOSISTEMI

La biodiversità che possiamo osservare oggi è il risultato di un lungo e complesso processo


evolutivo che ha riguardato tutti gli esseri viventi e che è iniziato circa 4 miliardi di anni fa.
In questo lungo arco di tempo le specie viventi si sono a volte adattate passivamente alle diverse
condizioni ambientali incontrate, ma molto spesso si sono anche modificate interagendo
attivamente con esse.

A loro volta le stesse condizioni ambientali sono cambiate spessissimo sia a livello locale che
globale, e questo ha contribuito ancor di più al processo di adattamento e di evoluzione delle
specie.

Ogni luogo fisico sulla Terra con i suoi animali e le sue piante prende il nome di “habitat”.
Ce ne sono tantissimi, tutti diversi tra loro e il mondo ne è ricco. Più habitat insieme possono
comporre un ecosistema. Quindi l’ecosistema non è altro che l’insieme delle relazioni esistenti
tra gli organismi viventi e l’ambiente che li ospita, e può essere costituito da molti habitat.

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ENTRIAMO IN UNA FORESTA

Le foreste, da sempre, rappresentano uno degli habitat a maggior ricchezza di


biodiversità in tutto il Pianeta. Oltre ad essere ricchissime di piante, che a loro volta
ospitano e danno rifugio ad una moltitudine di specie animali differenti, sono uno dei
nostri più preziosi alleati nella lotta ai cambiamenti climatici. Sono i polmoni verdi
della Terra e, senza di loro, la vita per come la conosciamo non sarebbe possibile.
La natura non può fare a meno delle foreste, le foreste a loro volta non possono
fare a meno di un ambiente sano; tocca noi fare in modo che esso rimanga tale dal
momento che è proprio l’uomo il maggior responsabile dei fenomeni più gravi di
inquinamento e di alterazione degli equilibri naturali a livello mondiale, mettendo
così a rischio la propria stessa sopravvivenza.
I termini “bosco” e “foresta”, spesso sono usati come sinonimi nel linguaggio
comune, ma è bene specificare che indicano due cose diverse. Il bosco è un’area a
copertura di alberi di una ben precisa estensione minima territoriale secondo quanto
previsto dalla legislazione ambientale italiana e dove le specie arboree presenti
sono abbastanza comuni per questi luoghi, potendo essere tanto conifere quanto
latifoglie. La foresta invece, caratterizzata soprattutto dalla presenza di alberi ad
alto fusto nasce, cresce e si espande in modo totalmente spontaneo e non controllato
dall’uomo come può accadere invece in un bosco. Normalmente ha una grandezza
minima maggiore di quella di un bosco e il tipo di vegetazione è più variegato.

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QUAL È LA DIFFERENZA TRA


CONIFERE E LATIFOGLIE?
Le conifere: sono piante, per lo più alberi o arbusti, con foglie di dimensioni
ridotte a forma di ago, talvolta di piccola squama. I loro semi, esposti e non
protetti, sono portati su particolari strutture legnose dette coni, comunemente
conosciute anche come pigne.
Eccezionalmente, alcune specie possono portare dei semi solitari oppure
racchiusi in coni non legnosi ma carnosi. Esempi di conifere sono gli
abeti, i pini, i cipressi, i larici, le sequoie, i ginepri e molti altri. La stragrande
maggioranza delle conifere sono piante sempreverdi, cioè perdono e rinnovano continuamente
le loro foglie che rimangono quindi attaccate ai rami tutto l’anno non facendo mai rimanere
l’albero spoglio. Una delle eccezioni più note è il larice, una conifera caducifoglie (perde gli
aghi tutti insieme per rimetterli tutti contemporaneamente).

Le latifoglie: si tratta di piante arboree, arbustive o erbacee che possono vivere


in ambienti diversi: dalla pianura, alla collina alla bassa montagna. Il termine
significa letteralmente “a foglia larga” in riferimento alla forma espansa
caratteristica delle loro foglie, in contrapposizione a quelle aghiformi. Sono
spesso caducifoglie, anche se non mancano le sempreverdi.
Hanno un sistema riproduttivo più complesso ed evoluto delle conifere
avendo infatti un ovario, una struttura chiusa che protegge i semi. L’ovario a sua
volta, si evolverà in quello che chiamiamo frutto. Anche l’impollinazione è diversa: mentre
nelle conifere è affidata al vento che può trasportarlo facilmente ed è di grande efficacia per
dei semi non protetti, le latifoglie, invece, pur potendo usufruire del vento sfruttano spesso, per
il trasporto del polline l’azione di altri animali, soprattutto insetti ed uccelli.

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ALLA SCOPERTA DEI FIORI

Il fiore è l’organo di riproduzione delle piante con seme, dobbiamo soffermarci sulla sua
struttura per poterne riconoscere i differenti tipi. La struttura del fiore è legata al tipo di
impollinazione: se il fiore è impollinato dal vento non è appariscente perché il trasporto del
polline è meccanico; al contrario se i fiori devono attrarre gli insetti per affidargli il loro polline,
ecco che i fiori stessi sono belli, colorati e profumati.
Diamo uno sguardo ai differenti tipi di fiori nelle categorie di piante più importanti.
Il fiore delle gimnosperme. Nelle gimnosperme, il gruppo di piante con foglie
prevalentemente aghiformi che annovera tra le altre i pini, gli abeti e i cipressi,
la dispersione del polline è affidata al vento: i fiori di questo gruppo di piante
sono unisessuali (cioè sono tutti maschili o tutti femminili disposti sulla
stessa pianta; raramente possono essere portai da individui diversi) privi di
petali e sepali, i maschili sono costituiti da sacche polliniche mentre i femminili
presentano uno, o più raramente, diversi ovuli nudi portati da squame (dette brattee).
Per comprendere e riconoscere tali fiori prendiamo come esempio quelli del pino domestico
che sono localizzati su assi raccorciati e sono riuniti in infiorescenze unisessuali. Quelle
maschili portano alcune “squamette” con sacche polliniche nella pagina inferiore, da cui
uscirà il polline. Quelle femminili, note con il nome di pigne, coni o strobili, sono formate da
tante squame disposte a spirale sull’asse, che portano due ovuli ciascuna e che a maturità
diventano legnose.

Il fiore delle angiosperme. Le angiosperme rappresentano il gruppo di piante più


comuni, annoverano piante arboree, erbacee, caducifoglie, sempreverdi. Il fiore
è inserito su di un asse e, nella sua forma più semplice, possiede un involucro
formato da calice, corolla, stami e pistillo. I fiori sono spesso bisessuali (ogni
fiore può anche essere solo maschile o solo femminile, ma più spesso tutti e
due i sessi sono portati dallo stesso fiore) e all’interno di essi si trovano quindi un

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apparato maschile (androceo) e un apparato femminile (gineceo). Il fiore è, il più delle volte,
formato da un asse fiorale raccorciato, detto ricettacolo, sul quale sono inseriti i vari organi
fiorali; tale disposizione può essere a spirale o più spesso in verticilli (tutti i pezzi del fiore
dello stesso tipo alla stessa altezza). Sul ricettacolo sono inseriti successivi verticilli di sepali
costituenti il calice, di petali costituenti la corolla (petali + sepali = perianzio), di stami e infine il
pistillo (stimma + stilo + ovario con gli ovuli). Il perianzio è formato da sepali (che tutti insieme
costituiscono il calice) e petali (che formano la corolla) e racchiude in genere l’androceo (parte
maschile) differenziato in stami; questi ultimi a loro volta sono distinti in filamento e antera
(dove sono localizzate le sacche polliniche che producono il polline). Più all’interno troviamo
il gineceo formato dall’ovario chiuso sormontato da un’appendice, lo stimma, fondamentale
nei processi di impollinazione e di fecondazione; ovario e stimma possono essere collegati da
uno stilo. Per indicare la disposizione dei “sessi” sullo stesso fiore, su fiori diversi di una stessa
pianta, o su piante differenti, si usano termini particolari che può risultare utile conoscere:
• Pianta monoica: con la parte maschile e la parte femminile su di uno stesso individuo (anche
su di uno stesso fiore).
• Pianta dioica: con fiori maschili e fiori femminili su individui diversi.
• Fiore unisessuale o diclino: fiore con solo perianzio più androceo o solo perianzio più gineceo.
• Fiore bisessuale o ermafrodito o monoclino: fiore costituito da perianzio più androceo più
gineceo. Una volta avvenute impollinazione e fecondazione l’ovulo si trasforma in seme e
l’ovario in frutto.

Larice Ginkgo Biloba Alloro Quercus Pubescens Narciso


monoica dioica dioica unisessuale bisessuale
gimnosperme angiosperme

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PERCHÉ LA BIODIVERSITÀ È IN PERICOLO?

La straordinaria ricchezza rappresentata dalla diversità biologica che ci circonda viene


spesso modificata dall’intervento dell’uomo, a volte in modo irreparabile, provocando
l’estinzione di molte specie animali e vegetali. La nostra biodiversità infatti è a rischio a
causa dell’inquinamento, della distruzione e alterazione degli habitat come ad esempio la
deforestazione o la desertificazione, dei cambiamenti climatici, dell’introduzione di specie
aliene invasive*, della caccia e della pesca eccessive e indiscriminate.
È fondamentale per noi conoscere e proteggere la natura che ci circonda: le specie, infatti, sono
in equilibrio tra di loro. Se ne viene a mancare una, anche tutte le altre, uomo compreso, ne
risentiranno. Normalmente, nel corso della storia del nostro pianeta, le specie si sono sempre
estinte, sostituite da nuove in un ciclo continuo di rinnovamento ed evoluzione.
Ma quello che sta accadendo oggi è che il tasso di estinzione provocato direttamente (attraverso
le interferenze sull’habitat naturale) o indirettamente (attraverso i cambiamenti climatici)
dall’uomo è, secondo le stime, fra le 100 e le 1000 volte superiore al tasso naturale di estinzione
senza l’interferenza umana.

* Le specie aliene sono tutti quegli organismi (animali, piante, ma anche funghi, batteri
e virus) trasportati dall’uomo in modo volontario o accidentale al di fuori della loro area
di origine. Alcune di queste si insediano con successo nell’area in cui vengono introdotte,
proliferano nel nuovo ambiente e si diffondono in maniera rapida, causando impatti negativi
e diventando invasive. Le specie aliene invasive minacciano l’esistenza di un gran numero
di specie autoctone (cioè native del luogo) e di ecosistemi locali, e sono tra i principali
responsabili della perdita di biodiversità. Questi danni sono inoltre spesso accompagnati
da ricadute sociali, economiche e da problemi sanitari.

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COSA POSSIAMO FARE?

Ognuno di noi, nel suo piccolo, può contribuire con le sue azioni a salvare la biodiversità.
Queste le piccole, ma grandi, azioni quotidiane per salvaguardare la diversità biologica con cui
ciascuno di noi può dare una mano.
Vivere la natura senza disturbare o danneggiare habitat, animali e piante
Non gettare alcun rifiuto nell’ambiente
Osservare sempre le norme e le regole presenti nei luoghi in cui viviamo o che visitiamo
Allestire giardini o zone verdi rispettando la natura circostante e utilizzando
esclusivamente piante autoctone, cioè originarie del luogo
Non usare concimi chimici o erbicidi
Fare attenzione a ciò che mangiamo, alla provenienza dei cibi e scegliendo sempre
prodotti di stagione
Evitare l’acquisto di animali esotici
Fare attenzione agli acquisti di souvenir nei luoghi di vacanza visitati
Scegliere, tra i prodotti farmaceutici e cosmetici, quelli di aziende sostenibili, quelle cioè
che rispettano determinati parametri, le cosiddette certificazioni che riguardano diversi
aspetti (materie prime certificate nella provenienza e nella loro origine, ricavi a vantaggio
delle economie locali, ecc.)
In generale informarsi e…informare!

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FIRMA CONTRO LA DEFORESTAZIONE!

La straordinaria ricchezza rappresentata dalla diversità biologica che ci circonda viene Anche
la tua firma può fare molto per biodiversità e contro la deforestazione, aiutaci anche tu!

Fare benzina è un’azione che rientra nella


nostra routine quotidiana. Ma ci siamo mai
chiesti cosa contiene il carburante che
inseriamo nelle nostre auto? In realtà davvero
pochi di noi sono al corrente che in Italia nel
95% del gasolio c’è un po’ di olio di palma, l’olio
vegetale notoriamente responsabile della
deforestazione delle foreste equatoriali e della
riduzione di biodiversità. Con la campagna #SavePongo #Unpienodipalle chiediamo di
eliminare i sussidi all’olio di palma.
Aiutaci firmando qui!

Together4Forests. L’Unione Europea sta


elaborando una nuova legge sui prodotti forestali
perché nel mercato europeo numerosissimi
prodotti sono legati alla deforestazione, tra
cui alimenti, cosmetici e saponi. Legambiente
ha aderito alla campagna internazionale
#together4forests che chiede una normativa più
stringente che limiti l’introduzione nel mercato
europeo di prodotti che causano direttamente o indirettamente la distruzione delle foreste.

Aiutaci firmando qui!

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LIFE TERRA

Il termine crisi climatica pone l’accento sull’urgenza di intervenire, soprattutto considerato


che in numerosi Paesi gli eventi dannosi collegati ai cambiamenti climatici sono in aumento
continuo. Piantare alberi è la soluzione nature-based più immediata e quella più efficace in
termini di rapporto costi/benefici che possiamo mettere in atto, poiché ha un effetto enorme di
mitigazione dei cambiamenti climatici, grazie alla capacità degli alberi di catturare e stoccare
il carbonio: in media, ogni ettaro di terra coperto da alberi può catturare circa 200 tonnellate
di CO2 equivalenti in 40 anni.
Per questo, l’obiettivo principale del progetto LIFE TERRA (co-finanziato dal programma Life
della Commissione europea) è quello di creare un movimento europeo di enti e di cittadini che
piantino 500 milioni di alberi in 5 anni, per monitorare e garantire il sequestro di carbonio e
per supportare i cittadini nell’attuazione di misure urgenti per il contrasto ai cambiamenti
climatici.
In Italia, l’obiettivo è piantare circa 9.300.000 mila alberi in 5 anni, in particolare in aree
urbane, con l’aiuto di enti locali, aziende, istituzioni e cittadini.

Contiamo sull’aiuto di tutti! Presto aggiornamenti su lifeterra.eu

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GLOSSARIO

Aghifoglie: piante con foglie sottili a forma di Entomofile: piante in cui la fecondazione avviene
aghi. per opera degli insetti.
Amenti: infiorescenza pendula di fiori unisessuali Ermafroditi: si dice di fiori che hanno contempo-
sessili. raneamente la parte maschile e quella femminile.
Androceo: l’insieme degli stami. Foglie alterne: foglie che nascono successiva-
Anemofile: piante in cui il trasporto del polline è mente da una parte e dall’altra del fusto.
affidato al vento. Gimnosperme: gruppo di piante con foglie preva-
Angiosperme: è il gruppo di piante più ricco e di- lentemente aghiformi. In queste piante i fiori sono
versificato; sono piante “a fiore” così come è rap- riuniti in infiorescenze note con il nome di pigne
presentato nell’immaginario comune e cioè con o coni.
un asse centrale (ricettacolo), con dei petali, pi- Gineceo: il complesso dei pistilli presenti in un
stilli e stami. fiore.
Antere: parte superiore dello stame recante il pol- Latifoglie: alberi con foglie appiattite e allargate.
line. Ombrella: infiorescenza con i fiori portati da raggi
Brattee: foglie molto ridotte. che partono tutti dallo stesso punto.
Caducifoglie: si dice di piante che perdono le fo- Perianzio: l’insieme del calice e della corolla.
glie nella stagione sfavorevole. Petali: le parti componenti la corolla.
Ceduo: bosco, generalmente di latifoglie, sottopo- Picciolo: peduncolo che sostiene la lamina della
sto a taglio periodico. foglia.
Conifere: è il gruppo di alberi costituito di aghifo- Pistillo: organo femminile del fiore, composto da
glie. Come pini, cipressi, abeti e simili. ovario, stilo e stimma.
Corolla: l’insieme dei petali. Sepali: parti che costituiscono il calice.
Decidua: pianta che annualmente perde le foglie; Stame: organo maschile del fiore, costituito da an-
sinonimo del termine caduca. tera e filamento.
Dioica: pianta nella quale i singoli individui han- Stilo: parte del fiore femminile che spunta dall’o-
no solo organi maschili o femminili. vario e termina con lo stimma.
Drupa: frutto carnoso con un nocciolo che rac-
chiude il seme.
Endemica: specie originaria ed esclusiva di un de-
terminato territorio.

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A SCUOLA DI ALBERI
Laboratori per i piccoli scopritori di biodiversità
IDENTIKIT VERDE
Scegli un albero o una pianta nell’area verde in cui ti trovi
La pianta è:
Un albero 1. Latifoglie 2. Conifera
Un arbusto 1. Eretto 2. Prostrato

Nome comune (se noto): ………………………………………………………………………………………………………………………


Nome scientifico (se noto): …………………………………………………………………………………………………………

Al momento dell’osservazione sono presenti:


1. Foglie 2. Fiori 3. Frutti 4. Gemme 5. Semi
La corteccia è:
1. Liscia 2. Scagliosa 3. Screpolata 4. Altro ………………………………………………………………………………
(Appoggia ora un foglio di carta bianco sulla corteccia e, passandoci sopra un colore a
cera sempre nella stessa direzione, ottieni un disegno fedele della corteccia)
Su un foglio a parte disegna, se presenti, eventuali fiori, frutti, foglie, altro che può essere
presente sulla pianta.

Con l’ausilio di una fettuccia o di un metro rileva:


Altezza approssimativa della pianta: ………………………………………………………………………………………………
Diametro del tronco (misurato a 1,5 m dal suolo): …………………………………………………………………………………
Età presunta della pianta: ……………………………………………………………………………………………………………………

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QUANTO SEI ALTO? E QUANTI ANNI HAI?

Come si misura l’altezza di un albero


Serve l’aiuto di un compagno che si metta a fianco dell’albero da misurare. Prendi una
matita, o un bastone e, con il braccio teso in avanti, guarda con un solo occhio e fai in
modo che la sua base coincida con la base del tronco, e la punta della matita coincida
invece con l’apice della chioma. Senza spostarti, ruota la matita in posizione orizzontale
ma sempre facendone coincidere la base con quella dell’albero. A questo punto chiedi al
tuo compagno di spostarsi lentamente finché non lo vedi esattamente all’altezza della
punta della matita (o del bastone): la distanza che ora potrai misurare sul terreno tra il
tuo compagno e il tronco, corrisponde all’altezza dell’albero.

Come si calcola l’età di un albero


L’età di un albero può essere stimata dividendo la circonferenza del tronco a circa 150 cm
da terra (misurata in cm) per 2,5 e trasformando i cm in anni.
Così, ad esempio, se un tronco misurato ha una circonferenza di 100 cm, la sua età sarà
di circa 40 anni. Si tratta ovviamente di un dato stimato e approssimativo, in quanto ci
sono piante come alcune conifere oppure i pioppi che crescono molto velocemente, altri
come il castagno o alcune querce che crescono molto più lentamente.

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COSTRUIAMO UN ALBERO!

Cosa ci serve
• vasetti di plastica piccoli (tipo yogurt)
• cartoncino colorato
• cartoncino fantasia (possibile anche ritagliare pezzi di scatole colorate
che abbiamo in casa)
• colla
• cannucce e bastoncini di legno
• sassolini

Come si fa
Ritagliamo il cartoncino colorato a forma di chioma d’albero.
Ritagliamo il cartoncino fantasia a forma di foglie, frutti o rami.
Attacchiamo questi elementi sulla chioma dell’albero usando la colla.
Usiamo il cartoncino fantasia anche per fare il coperchio del vasetto,
al centro del quale va fatto un buchino per inserire il bastoncino di legno.
Mettiamo nel vasetto dei sassolini, per renderlo stabile.
Dopo avervi applicato la chioma dell’albero decorata, inseriamo il bastoncino
nel coperchio del vasetto e avremo il nostro albero!

Possiamo sbizzarrirci con la fantasia, applicando perline, nastri colorati


e tutto ciò che ci viene in mente…!

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APPENDICE

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LAURUS NOBILIS
Alloro

Fioritura: marzo-aprile
Altitudine: 0-800 m
Habitat: stazioni soleggiate nelle zone dell’olivo
È una pianta sempreverde che può avere portamento arbustivo o arboreo, arrivando anche ad
un’altezza di 10 metri. Le foglie, di colore verde scuro, sono fortemente aromatiche, con lamina
ellittica o lanceolata. I fiori sono unisessuali, piccoli e giallastri, riuniti in ombrelle, e le piante sono
dioiche, ovvero i fiori di ogni sesso sono portati da individui diversi. Il frutto è una drupa nera e
lucida, simile all’oliva.

CERCIS SILIQUASTRUM
Albero di Giuda

Fioritura: marzo-aprile
Altitudine: 0-800 m
Habitat: boschi termofili di latifoglie
È un piccolo albero a foglie caduche che può raggiungere i 12 metri di altezza. È spontaneo in Italia,
ma viene anche coltivato a scopo ornamentale per i numerosi fiori roseo-purpurei che appaiono
prima delle foglie e crescono direttamente sui rami o sul tronco. I frutti sono legumi rossastri che
persistono dopo la caduta delle foglie. Le foglie sono di forma subrotonda, con base a forma di
cuore (cordata). L’albero di Giuda è nativo del Mediterraneo orientale e dell’Europa meridionale. Si
dice che su quest’albero si impiccò Giuda dopo aver tradito Gesù; la vera origine del nome, invece,
proviene probabilmente da “Giudea”, regione nella quale l’albero è molto comune.

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LABURNUM ANAGYROIDES
Maggiociondolo

Fioritura: maggio-giugno
Altitudine: 0-800 m
Habitat: boschi di latifoglie
Molto diffuso su substrati calcarei il maggiociondolo generalmente non supera i sette metri di
altezza, può assumere un portamento sia arboreo che arbustivo. Le foglie, caduche, sono divise
in tre foglioline ovali sorrette da un breve picciolo peloso; hanno un colore verde intenso sulla
pagina superiore mentre sul lato inferiore sono verde cenerino e ricoperte di peluria. I fiori sono
ermafroditi, lunghi circa 2 cm con petali giallo vivo macchiati di rosso.

PRUNUS SPINOSA
Pruno selvatico

Fioritura: marzo-aprile
Altitudine: 0-800 m
Habitat: boschi cedui, cespuglieti, siepi, muretti
Arbusto con rami divergenti, terminati in lunghe spine, con foglie piccole, lanceolate, seghettate. I
fiori, che compaiono prima delle foglie, generalmente isolati su peduncoli di 5 mm, hanno cinque
petali bianchi che racchiudono un ovario e numerosi stami dalle antere con sommità rossa. Il
frutto è nerastro, sferico, piccolo ed aspro. È un arbusto tipico delle siepi miste spesso associato
a biancospino, roverella, acero campestre, rosa canina, corniolo, ecc. Colonizza boscaglie, pendii
aridi e macchie. Il legno ha odore di mele.

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FAGUS SYLVATICA
Faggio

Fioritura: maggio
Altitudine: 0-1700 m
Habitat: boschi mesofili
Il portamento del faggio in natura è molto variabile: da albero maestoso (alto fino a 30 metri) nelle
formazioni ad alto fusto, ad arbusto basso e contorto sui crinali delle montagne spazzati dai venti;
la corteccia è grigio chiaro con caratteristiche macchie biancastre dovute alla presenza di licheni.
Le foglie sono ovali o ellittiche, con la faccia superiore lucida e senza peli, quella inferiore con
ciuffi di peli rossastri agli angoli fra le nervature. I fiori sono unisessuali: quelli maschili sono
raggruppati in amenti di forma sferica, quelli femminili sono riuniti a coppie dentro un involucro
detto cupola. A maturazione la cupola contiene due frutti rossastri (nucule).

SAMBUCUS NIGRA
Sambuco

Fioritura: aprile - giugno


Altitudine: 0-1400 m
Habitat: boschi umidi, schiarite, cedui, siepi
È una pianta che generalmente assume il portamento di un arbusto molto ramoso, non superiore al
metro, ma può raggiungere anche gli 8 metri di altezza. Le foglie sono opposte, imparipennate con
foglioline ovali-lanceolate, acute e seghettate. I fiori, bianchi, molto odorosi, sono riuniti in ampie
infiorescenze terminali larghe da 10 a 20 cm. Cresce nei boschi freschi ed umidi, ai margini delle
foreste e nelle radure, nelle siepi, lungo i fiumi e nei terreni abbandonati ai lati delle strade.

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OLEA EUROPEA
Olivo

Fioritura: aprile-giugno
Altitudine: 0-900 m
Habitat: spontaneo e coltivato in tutta l’area mediterranea
Coltivato dai tempi più antichi ha una larga distribuzione in tutti i paesi che si affacciano sul
Mediterraneo, sia allo stato spontaneo che come pianta coltivata. Prospera dove la temperatura
media non scende al di sotto dei 5°C. La forma selvatica, l’olivastro, si differenzia da quella coltivata
per il portamento arbustivo, ricco di rametti spinescenti e per le foglie nettamente più piccole della
forma coltivata. Da aprile a giugno l’olivo si riempie di fiori piccoli e bianchi con 4 petali, all’inizio
dell’autunno compaiono i frutti: le olive.

CASTANEA SATIVA
Castagno

Fioritura: marggio-giugno
Altitudine: 0-1200 m
Habitat: boschi generalmente su suolo acido
Il castagno è un albero che può raggiungere i 30 metri di altezza, ha un accrescimento molto veloce
ed è molto longevo. Ha un tronco robusto ed una corteccia color grigio-bruno e lucida da giovane,
poi opaca e fessurata. Le foglie sono ellittiche-lanceolate con margine seghettato. I fiori maschili
sono disposti in amenti stretti lunghi 5-15 cm, disposti in spighe. Alla base delle spighe crescono i
fiori femminili. Riuniti in una cupola in gruppetti che daranno origine all’involucro spinoso (riccio)
che contiene la castagna.

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PRUNUS AVIUM
Ciliegio

Fioritura: aprile-maggio
Altitudine: 0-1500 m
Habitat: coltivato su larga scala e spesso subspontaneo
È un albero alto sino a 20 metri, con tronco eretto e cilindrico dal quale si dipartono forti rami
ascendenti che formano una corona piramidale. La corteccia che si sfalda caratteristicamente in
ampie strisce orizzontali è da grigio cenere a rosso-bruna; le foglie verde chiaro sono picciolate
e pendule, a lamina ovata, acuminate all’apice ed a margine doppiamente dentellato. I fiori,
caratterizzati da un lungo peduncolo, compaiono prima delle foglie e sono costituiti da un calice,
una corolla con cinque petali bianchi, numerosi stami ed un ovario che si trasforma in una drupa
globosa, il ben noto frutto per la quale la specie viene ampiamente coltivata.

PRUNUS PERSICA
Pesco

Fioritura: aprile-maggio
Altitudine: 0-600 m
Habitat: coltivato su vasta scala ed inselvatichito negli
arbusteti e cedui di latifoglie

La pianta è di origine cinese ed è arrivata a noi attraverso la Persia (da cui il nome). Ha una corteccia
rosso bruna ed i rami giovani sono glabri. È un piccolo albero che generalmente non supera gli
8 metri, con portamento contorto. La chioma, in tarda primavera assume una colorazione verde
brillante, le foglie sono lanceolate ed appuntite con margini seghettati. I fiori nascono prima
delle foglie, hanno dei petali rosa molto appariscenti con al centro 20-30 stami con antere rosso
porporine ricche di polline.

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