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LE RISPOSTE DEGLI ORGANISMI AI FATTORI AMBIENTALI

Le generazioni precedenti Hanno agito come un filtro attraverso il quale sono passate combinazioni di caratteri nel
cammino verso il presente

1- GLI AMBIENTI ARIDI

Le piante “grasse” o meglio succulente si sono adattate agli ambienti aridi trasformando il loro tessuto in modo tale
da trattenere l’acqua il più possibile. Succulenza: le piante sono capaci di accumulare acqua nel parenchima
acquifero (situato nelle foglie o nel fusto).

Le piante a fusto succulento presentano foglie ridotte o ne sono prive. In questo caso la funzione fotosintetica viene
assunta dal fusto e la superficie evaporante viene fortemente ridotta

Molte piante con fusto succulento presentano una struttura costoluta con azione di soffietto che consente al

parenchima acquifero interno di accumulare grandi quantità di acqua nel periodo piovoso.

cactacee: produzione di spine al posto di foglie. Le spine possono riflettere la luce o dissipare il calore ma soprattutto
proteggono dal morso degli animali

Acacia: presenza di numerose spine

graminacee: chiusura le foglie per ridurre la superficie di evaporazione.

Questi adattamenti possono ridurre l’assorbimento di CO 2, diminuzione della efficienza fotosintetica Accrescimento
più lento

Le piante xerofite: si sono adattate agli ambienti aridi ispessendo lo strato esterno (cuticola) per esempio l’ulivo

Anche la peluria (la stella alpina) sulla superficie delle foglie

Gli stomi sono fori sulla pagina della foglia, all’interno dei quali ci sono dei filamenti che servono a limitare la
Traspirazione,

Terofite: completano l’intero ciclo vitale, dal seme alla produzioni di nuovi semi durante il periodo in cui il terreno
del deserto rimane umido dopo le piogge. Durante la stagione arida rimangono vivi soltanto i semi.

Questa strategia permette alle piante di sottrarsi al periodo di siccità senza sviluppare altri adattamenti particolari.

Aridocaducifoglie: sviluppo di foglie quando c’è disponibilità d’acqua, e perdita quando il suolo inaridisce (in Italia
soltanto Euforbia dendroides).
Pressione osmotica

Adattamenti fisiologici
Aumento del potenziale osmotico delle cellule che provoca un maggiore assorbimento di acqua dal suolo
Le piante, per aumentare la pressione osmotica, alcune aumentano/producono gli amminoacidi, che si comportano
come i Sali, hanno la funzione di trattenere l’acqua dall’esterno.

2- GLI AMBIENTI RICCHI DI ACQUA

Quando l’acqua ristagna nel suolo, l’ossigeno diventa meno disponibile. La maggior parte delle pianto non è in grado
di tollerare questa situazione per tempi prolungati.
Idrofite: piante adattate agli habitat acquatici
Adattamenti:
✓fermentazione alcolica all’interno delle radici per la produzione di energia necessaria per le attività metaboliche.
✓radici relativamente superficiali per es. le MANGROVIE
spazi vuoti nel parenchima fogliare (aerenchima) Accumulo interno di ossigeno formatosi durante la fotosintesi che
si diffonde nelle parti della pianta che lo richiedono. Sacche che contengono aria, le ninfee galleggiano.
LA CANNUCCIA DI PALUDE
Ideale per la fitodepurazione
Perché produce e trattiene molto Ossigeno
Tanto da far vivere i microoganismi
Che decompongono le sostanze di Rifiuto
 stabilizzano la superficie dei letti,
 forniscono buone condizioni per la filtrazione fisica,
 creano un sistema isolante contro il gelo delle stagioni invernali,
 forniscono un’enorme area superficiale come substrato per la crescita batterica.

3- ADATTAMENTI AI CICLI STAGIONALI DELLA TEMPERATURA


La perdita delle foglie di inverno perché le condizioni d’inverno non sono idonee per l’utilizzo di energia, prima di
cadere, la pianta si prende tutta la clorofilla

Negli animali si distinguono due principali tipi di adattamento alle variazioni di temperatura dell’ambiente esterno:

Eterotermia (o pecilotermia): la temperatura corporea segue con poche differenze quella esterna (animali a sangue
freddo) lucertole, pesci, rettili (utilizzano anche i comportamenti)

Endotermia (o omeotermia): la temperatura corporea viene mantenuta elevata e quasi costante

endotermi

 temperatura esterna bassa: incremento del tasso metabolico


 temperatura esterna alta: diminuzione del tasso metabolico, aumentando la dispersione del calore con vari
meccanismi (vasodilatazione periferica, aumento della frequenza respiratoria e della traspirazione, ecc.)
ectotermi

 temperatura esterna bassa: rallentamenti dei processi biologici


temperatura esterna alta: accelerazioni dei processi biologici
Es. spostamenti lungo gradienti alla ricerca della temperatura ottimale, sincronizzano i loro ritmi di attività, di
riproduzione e ogni fase del loro ciclo biologico con le ore o le stagioni termicamente più favorevoli
4- GLI AMBIENTI AD ALTA SALINITÀ
Esistono molti tipi di ambienti ad alta salinità: dai deserti caldi e aridi, paludi fredde e salmastre, ambienti salini lungo
le coste degli oceani, mari e oceani, estuari.

Le barene: sono salate


Alofite: piante capaci di vivere in ambienti fortemente salini. (Bassia hirsuta)
Le cellule vegetali, rispetto alle cellule animali hanno la parete cellulare all’esterno
che le fa mantenere la forma

Adattamenti di alofite e xerofite


✓accumulo di aminoacidi (prolina) all’interno di vacuoli, sostanze poco tossiche e il suo accumulo rende il potenziale
idrico più negativo.
✓presenza di foglie carnose in grado di accumulare acqua perché negli ambienti salini l’assorbimento dell’acqua è
difficoltoso.
✓metabolismo di tipo CAM.
5- GLI AMBIENTI RICCHI DI METALLI PESANTI
estrazioni di metalli preziosi formazione di aree con elevate concentrazioni di metalli.
Una volta terminata l’attività mineraria, le zone abbandonate vengono colonizzate dalla vegetazione.
Possono essere utilizzate come utili agenti di bio-risanamento impiegate per abbassare alte concentrazioni
di metalli pesanti. assorbono i metalli e li accumulano nei tessuti in concentrazioni.

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