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DIONAEA MUSCIPOLA

Stato di conservazione

Vulnerabile

Classificazione scientifica

Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Nepenthales
Famiglia: Droseraceae
Genere: Dionaea
Specie: D. muscipula

Nomenclatura binomiale
Dionaea muscipula
Soland. ex Ellis
Habitat

Areale della Dionaea muscilula


COLTIVAZIONE PIANTE CARNIVORE

Dionaea muscipula (J. Ellis)


Scheda Botanica
Famiglia: Droseraceae
Genere: Dionaea
Specie: muscipula
Nome comune: Dionea; Venere Acchiappamosche; Venus Fly trap;
Tippitiwitchet. (desueto)
Origine geografica: Carolina del nord e Carolina del Sud (U.S.A.)
Habitat naturale: è endemica nelle aree costiere della Carolina del
Nord e del Sud (U.S.A.). L'area di queste piante si sta restringendo
rapidamente a causa delle attività umane, in particolare per la
costruzione di case di vacanza e campi da golf: anche a causa del
bracconaggio è quasi scomparsa dal Sud Carolina, mentre più
consistente è ancora la sua presenza del Nord. Popolazioni di questa
pianta sono presenti in Florida; da taluni è ritenuta autoctona in
questo stato, ma più probabilmente questa presenza è dovuta
all'introduzione della pianta ad opera di coltivatori. Vi sono tentativi di
introduzione della pianta in Virginia e New jersey ed in altre regioni,
statunitensi ma non solo.
La Dionaea cresce usualmente nelle aree dei semi-pocosin e delle
semi-savane (essendo un pocosin un tipo di zona umida palustre con
un suolo profondo, acido, sabbioso e torboso, in cui acque affioranti
saturano il terreno tranne che per brevi periodi stagionali. I suoli dei
pocosin sono oligotropici, ovvero carenti di sostanze nutritive. I
pocosin sono caratteristici delle zone costiere atlantiche pianeggianti
del nord america, e sono caratterizzati da una vegetazione arbustiva.
Una savana è invece un ambiente erboso con alberi e arbusti molto
radi); cresce quindi in aree intermedie fra le paludi sempreverdi e le
zone sabbiose asciutte colonizzate dal Pinus palustris (questo tipo di
ambiente si definisce un "ecotono", ovvero un'area di transizione fra
due ecosistemi, in cui specie proprie di ognuno di questi convivono
cosi come vi se ne trovano di uniche).
La Dionaea abita prevalentemente terreni piuttosto piani, evitando le
parti più basse delle depressioni dove possono esserci eccessivi
accumuli d'acqua, preferendone le parti più alte.
Il terreno in cui cresce è caratterizzato da una bassa fertilità e da
un'alta acidità (ph da 3 a 5), solitamente costituito da un sottile strato
torboso superficiale a cui sottostà un terreno per lo più minerale.
La Dionaea cresce spesso associata ad altre carnivore dei generi
Sarracenia, Drosera, Utricularia e anche Pinguicola.
Un elemento importante dell'ambiente in cui vive la Dionaea è il
fuoco, a cui la pianta è ben attrezzata a resistere con il suo rizoma
sotterraneo, che non viene danneggiato dagli incendi periodici grazie
alla profondità e alla natura umida dei terreni in cui vive. Tuttavia,
nonostante la Dionaea sia considerata una specie fuoco-dipendente,
non è attualmente chiaro quale sia l'esatto rapporto fra questo
elemento e la pianta, e quali benefici diretti o indiretti essa ne tragga.
Questi potrebbero essere in particolare una maggiore disponibilità di
sostanze nutritive o l'eliminazione di specie concorrenti; sebbene si sia
a lungo ritenuto fondamentale il secondo aspetto, esperimenti
(purtroppo non conclusivi) in tal senso su campioni di popolazione di
Dionaea in natura, condotti non col fuoco ma conperiodiche potature,
hanno evidenziato un maggiore e migliore sviluppo della pianta nelle
aree dove la vegetazione non è stata potata. L'effetto principale del
fuoco a favore della Dionaea potrebbe quindi tradursi (conclusione
dell'autore di questo sito) nel mantenimento di un tipo di vegetazione
arbustivo. In ogni caso, se confermati, i risultati di questi studi
potrebbero far ritenere che per la Dionaea, contrariamente a quanto
comunemente ritenuto, sia da preferirsi una non totale esposizione al
sole, ma piuttosto fornirle una leggera ombreggiatura.
Descrizione: pianta erbacea perenne.
Fusto: rizoma strisciante sotterraneo, solitamente senza ramificazioni,
che in esemplari adulti può arrivare a interrarsi fino a circa 5
centimetri. La parte prossimale delle foglie vi si sviluppa attorno e al
punto di crescita, rendendolo somigliante ad un bulbo.

rizoma

rizoma simile a bulbo

Apparato radicale: è piuttosto esiguo, con lunghe radici (possono


arrivare ad una profondità di 30 centimetri) di colore nero o bruno
scuro, filiformi e raramente o mai ramificate che originando dalla parte
inferiore del rizoma e affondano verticalmente nel substrato. La parte
in crescita delle radici ha un colore bianco, che scurisce con il
maturare dei tessuti.

radici

Foglie: originano dal punto di crescita, solitamente unico, disponendosi


attorno ad esso in una rosetta irregolare. Il punto di crescita (gemma)
è posto all'estremità del rizoma, avvolto e protetto dal segmento
prossimale (adiacente al rizoma) dei piccioli fogliari che sono allargati
e carnosi. La foglia vera e propria è modificata in una trappola per la
cattura degli insetti, simile ad una tagliola: le due lamine fogliari, unite
per la nervatura centrale con un'inclinazione che può variare
solitamente dai 45 ai 90 gradi, hanno una forma quadrangolare, con i
lati adiacenti alla nervatura corti e dritti, mentre il margine opposto
alla nervatura ha forma arcuata, coronata da denti (anche detti ciglia)
solitamente rivolti verso l'interno. Da ghiandole presenti sul margine
della trappola presso l'attaccatura delle ciglia viene prodotto un
liquido zuccherino (nettare) che ha la funzione di attrarre gli insetti,
mentre nella parte centrale di ogni lamina fogliare si trovano dei peli
sensori, solitamente in numero di tre, che quando stimolati provocano
la chiusura della trappola. Normalmente l'interno della trappola ha
colore rosso acceso, mentre il bordo, la parte esterna e le ciglia hanno
colore verde, ma possono esservi variazioni da pianta a pianta, o
anche per la stessa pianta in diversi periodi di sviluppo. La trappola
può raggiungere una lunghezza di 5 centimetri.

trappola trappola giovani trappole


Gemma

La trappola è retta da un picciolo allungato che può raggiungere anche


i 15/20 centimetri di lunghezza. E' stretto e carnoso alla base, con
funzione di riserva per la pianta e di protezione per la gemma, mentre
approssimandosi alla trappola può presentare delle strutture laterali
chiamate ali.
La forma e le dimensioni della foglia della Dionaea cambiano
caratteristiche durante l'anno. Possono essere individuati tre fasi di
sviluppo:
- fase primaverile: dopo l'inverno, col mitigarsi delle temperature, la
pianta esce dal riposo, aumentando il ritmo di sviluppo e la produzione
e dimensione delle foglie. In questa fase queste sono per lo più radenti
al suolo, verdi e i piccioli sono corti ed hanno ali assai pronunciate;

foglie primaverili

- fase estiva: in corrispondenza della fioritura la pianta comincia a


produrre le foglie "estive", solitamente erette con un picciolo lungo e
con ali ridotte o assenti. Va precisato che non sempre e non tutte gli
esemplari di Dionaea producono foglie erette di questo tipo. In
particolare, esistono forme prostrate che crescono sempre radenti al
suolo con piccioli di foggia primaverile. Le foglie estive sono
caratteristiche degli esemplari adulti di Dionaea;
foglie estive

- fase di quiescenza (riposo invernale): con l'abbassarsi delle


temperature la pianta entra in una fase di riposo. La Dionaea rallenta il
ritmo di crescita, producendo meno foglie con trappole di dimensioni
ridotte, piccioli brevi e ali ampie.
Fiore: in primavera (in Italia all'incirca nel mese di aprile) la pianta
produce dal centro della rosetta fogliare uno scapo floreale, che può
raggiungere anche i 40 centimetri di altezza, simile nella prima fase
dello sviluppo ad un turione di asparago. Lo scapo reca sulla cima da
uno a quindici fiori bianchi. Ogni fiore ha 5 sepali verdi, 5 petali
bianchi, solitamente 15 stami ed un pistillo composito. I fiori sono
autofertili ma non autoimpollinanti. La fioritura, poco significativa,
richiede ala pianta una grande quantità di energie, traducendosi in un
forte rallentamento se non nel totale arresto della produzione di foglie
e perfino nella morte di esemplari troppo giovani o debilitati.
Considerando anche che la riproduzione per seme della Dionaea è
assai lunga (è quindi da preferirsi la riproduzione asessuata per talea o
divisione) è consigliabile recidere lo scapo appena possibile.
Malattie/parassiti: la Dionaea è piuttosto resistente ai parassiti. E'
pressoche immune alle cocciniglie (a scudo e cotonose) e poco
suscettibile ai più comuni tipi di muffe (oidio e botrite), che possono
colpire le parti morte della pianta senza tuttavia danneggiarne i
tessuti vitali. Queste le patologie e infestazioni che più
frequentemente colpiscono la pianta:
Dionaea Muscipula con afidi:
oltre che per il deperimento della pianta, l'infestazione
è visibile solo per i resti delle mute dei parassiti
-afidi: è il problema maggiore per i coltivatori di Dionaea, sebbene
siano relativamente facili da eliminare. Installandosi sui giovani steli
floreali e sui germogli portano deformazioni delle parti aeree e
indeboliscono la pianta. Spesso l'infestazione non è chiaramente
visibile, installandosi gli afidi (anche nelle forme larvali, ancor meno
individuabili) nella parte inferiore della lamina foliare o all'interno della
rosetta, presso la gemma. I primi sintomi, ancora prima che i parassiti
si manifestino, può essere un leggero deperimento della pianta (anche
se in effetti non è chiaro se questa deperimento sia un effetto degli
afidi oppure la causa, venendo infettate di preferenza già debilitate) e
la comparsa di corpuscoli bianchi, i resti delle mute degli afidi. Se
l'infestazione è contenuta a pochi esemplari si può procedere per
annegamento, immergendo completamente la pianta per 12/24 ore; la
pianta ne risulterà per nulla o leggermente provata, riprendendosi
completamente in pochi giorni; meglio comunque avere cautela su
esemplari molto piccoli o troppo debilitati. Se l'infestazione è estesa a
diversi vasi è consigliabile procedere con un antiparassitario sistemico.
Dionaea Muscipula con afidi
Ottimi sono quelli utilizzati in agricoltura biologica, reperibili nei
consorzi agrari che sono caratterizzati da basse fitotossicità e tossicità
per gli animali superiori e da una breve permanenza nell'ambiente del
principio attivo, che si degrada dopo alcune ore (personalmente
utilizzo il Lystra con buoni risultati, ma ve ne sono molti analoghi).
Questi antiparassitari vengono tuttavia distribuiti in confezioni
piuttosto grosse e relativamente costose (1 litro di prodotto da diluire
per un costo di circa 20/30 €). In alternativa un comune sprai
antiparassitario può fare alla bisogna, avendo cura di sceglierne uno
non troppo aggressivo (molto usato dai coltivatori di carnivore è il
Provado Plus della Bayer). Nell'uso degli antiparassitari attenersi
sempre alle misure e precauzioni indicate dall'etichetta della
confezione, riducendo tuttavia di un terzo la dose consigliata in
etichetta.
-ragnetto rosso (Tetranychus urticae): acaro (appartenente alla classe
degli aracnidi e non a quella degli insetti) altamente polifago, ovvero
può attaccare una grande varietà di specie botaniche ortive, fruttifere
e ornamentali. E' estremamente piccolo, appena visibile ad occhio
nudo, a cui appare come un puntino rosso o verdastro sulle foglie o
sugli steli: la sua presenza è di solito rivelata dalle lesioni (cambio di
pigmentazione, ingrossamenti, galle) causate alla pianta, o dalle
ragnatele che talvolta i ragnetti tessono. Si nutre del contenuto delle
cellule vegetali, svuotandole una ad una: sebbene i danni causati da
un singolo parassita siano minuscoli, l'infestazione è procurata da
migliaia di individui simultaneamente, che possono causare una
significativa riduzione della capacità fotosintetica della pianta: le foglie
colpite assumono un colore bronzeo, si disseccano e possono cadere
con un generale deperimento della pianta e scompensi nel suo
sviluppo. Questi acari si sviluppano prevalentemente con un clima
caldo e secco, temendo l'acqua che per loro è mortale (ma non per le
uova). Hanno diversi predatori naturali, come il Phitoseiulus persimilis,
un acaro predatore lungo 4/5 millimetri, le coccinelle e altri insetti.
Negli anni recenti l'uso eccessivo di antiparassitari ha aggravato il
problema del ragnetto rosso, da un lato creando individui resistenti a
molti principi attivi, dall'altro distruggendo i predatori naturali del
ragnetto, più sensibili agli antiparassitari del ragnetto stesso, che può
moltiplicarsi indisturbato. Per questo motivo si consiglia di cercare di
debellarlo in maniera naturale prima di ricorrere al mezzo chimico.
Temendo acqua e umidità sulla Dionaea dovrebbe trovare un ambiente
già di base sfavorevole, ma nel caso di un attacco vaporizzare sovente
la pianta con acqua, avendo cura di spruzzare anche sulle lamine
inferiori delle foglie, oppure immergerla completamente; sia le
immersioni (che per combattere il ragnetto basta durino pochi minuti)
che le vaporizzazioni vanno ripetute per un tempo prolungato, poichè
sebbene il ragnetto muoia quasi istantaneamente, così non è per le
uova. Utile anche la lotta biologica con i predatori naturali del
ragnetto, lasaciandoli agire in difesa delle piante. Utilizzarla però come
rimedio attivo (comprando ed inserendo nell'ambiente di coltivazione i
predatori e/o le larve di questi) pare però troppo complicato e costoso
per un coltivatore amatoriale, senza contare che insetti come le
coccinelle finirebbero nella maggior parte dei casi inghiottiti essi stessi
dalle piante che cercano di difendere!. Se l'infestazione è contenuta è
possibile tamponare e strofinare le parti colpite della pianta con una
soluzione di acqua e alcool, rimuovendo i parassiti; soluzione tuttavia
che pare poco utilizzabile come rimedio definitivo sulla Dionaea per la
conformazione prostrata ed in parte interrata della sua parte aerea.
Qualora questi metodi non dovessero dare i risultati sperati, passare
alla lotta chimica usando un acaricida adeguato(fortunatamente, non
avendo mai avuto a che fare con questo aracnide, non sono in grado
di dare informazioni più dettagliate su prodotti specifici).
-foliar blight (rizottoniosi): sebbene non ne abbia avuto altri riscontri,
questa malattia (foliar blight) è menzionata da James e Patrizia
Pietropaolo in "Carnivorous Plants of the World", e dovrebbe
corrispondere alla rizottoniosi, o comunque a malattie di origine
fungina. La rizottoniosi, nota anche come marciume del colletto e delle
radici, è causata dal micelio Rhizoctonia solani e si diffonde
rapidamente, anche da pianta a pianta, prosperando su esemplari
poco rigogliosi o debilitati, in condizioni di elevata umidità e con
temperature intorno ai 20 gradi. Si manifesta con chiazze scure e
marciumi sulla pianta, che deperisce rapidamente, poichè al momento
della comparsa dei sintomi l'infezione è già in stato avanzato. In caso
di infezione isolare le piante colpite per evitare la diffusione del
micelio su individui sani, e trattare quindi le piante colpite con prodotti
specifici
Come posso procurarmi una dionea?

Ci sono tre modi per procurarsi delle dionee.


Il primo metodo e' attraverso un buon vivaio o un'associazione che si
occupa di piante carnivore.
Il secondo modo per procurarsi delle dionee e' rivolgendoti ad un
vivaio nella tua zona. Spesso capita che i vivai abbiano delle piante
carnivore in promozione o come articolo novita'. Dovresti evitare
questa via perche' quelle piante sono di solito molto stressate e in fin
di vita. Sono rimaste in quel negozio probabilmente per alcune
settimane, andando incontro ad una morte lenta, ma inesorabile.
Inoltre, il fatto triste e' che la maggior parte delle dionee in vendita nei
negozi sono state raccolte abusivamente in natura, sebbene spero che
la tua pianta sia una delle eccezioni che sono state realmente
cresciute da seme o da talea in una serra. Limitati ai vivai che ho
sopra elencato. Nota aggiuntiva (Fabio) L'unica serra di piante
carnivore in italia, Piante Esotiche Marsure, (tel. 0432/679443) ha
sempre grandi quantita' di dionee, tenute bene. In questo caso e'
difficile che le dionee vengano raccolte in natura, visto che vivono solo
negli USA. Quindi, se ordinate la vostra dionea dalla serra Piante
Esotiche Marsure andate sul sicuro.
Ecco qui il listino prelevato direttamente dal sito:
Catalogo piante carnivore > Dionaea

DIONAEA Droseraceae

Dionaea muscipula € 8,00


Dionaea muscipula 'All green' € 15,00
Dionaea muscipula 'Cross teeth' € 15,00
Dionaea muscipula 'Purple giant' € 20,00
Dionaea muscipula 'Royal Red' € 20,00

ALCUNE FOTO

Trappola rossa Trappola chiusa

Dionaea muscipula 'cross teeth' Dionaea muscipula "purple giant"


Dionaea muscipula 'all green' Dionaea muscipula 'Royal Red'

Terzo sistema, puoi andare nel loro habitat naturale e raccoglierle!


Crescono appena fuori dal terreno.

Devo trapiantare la mia dionea da quel mini terrario con cui e'
arrivata?

Se hai acquistato la tua dionea in un negozio, probabilmente era


confezionata in un piccolo terrario di plastica. Devi tirarla fuori da li?
Sei tu che devi decidere.

La domanda sulla necessita' di un terrario potrebbe essere cosi'


riformulata: "posso imbrogliare questa pianta facendole credere che
sta ancora in Carolina?" Se vivi in un posto umido , non hai bisogno del
coperchio sul mini terrario, se invece ti trovi in una zona a clima piu'
secco, hai bisogno dell'umidita' creata dal terrario. Oppure potresti
decidere di costruire un terrario piu' grande, in quel caso dovresti dare
un'occhiata a quelle FAQ che parlano della costruzione dei terrari.

Forse stai gingillandoti con l'idea di trapiantare la tua dionea perche'


sta diventando piu' grande. Le dionee ricavano il loro nutrimento
tramite le loro foglie carnivore per cui non hanno bisogno di molto
spazio ---solo qualche centimetro di terreno andra' benone per loro.
Considera la possibilita' di trapiantare i tuoi esemplari solo se hai della
torba in piu' gia' pronta ---non hanno veramente bisogno di essere
trapiantate e questo passaggio potrebbe stressarle.
Comprata la pianta,qualche consiglio sui materiali x la npstra
piantula!
MATEriali: cosa cercare e dove

A giudicare dal numero di domande che arrivano sia alla nostra lista
discussione sia, via posta privata, ai coltivatori piu' esperti, uno degli
argomenti piu' gettonati e' senz'altro quello dei materiali per la
coltivazione delle piante carnivore.

In tutti gli articoli riguardanti le carnivore, infatti, si parla di torba, di


acqua e di perlite. Quando, poi, il neoappassionato di piante carnivore
corre al garden center sotto casa scopre che in realta' ci sono tutta
una vasta ed eterogenea gamma di prodotti che vengono venduti con
il nome di torba, scopre che non ne esiste nessuno che si chiami
"perlite" e non sa che acqua scegliere, tra le migliaia in commercio,
per non parlare di acque di acquedotto, piovane, di pozzo... davanti a
tutto cio' il principiante resta di solito perplesso, e a ragione: infatti, se
la giusta torba e la giusta acqua portano ad ottenere delle piante
stupende, purtroppo la torba sbagliata e l'acqua sbagliata portano ad
avere piante striminzite o, peggio, morte entro poco tempo.

Ecco quindi che la perplessita' del principiante, davanti a una pianta


moribonda, diventa dubbio atroce, il dubbio atroce sfuma poi in terrore
cieco e il terrore cieco porta depressione, insonnia e gravi patologie
psichiche. Per scongiurare questa remota possibilita', vengono qui
fornite informazioni dettagliate su cosa cercare, con esattezza, e dove
cercare.

In questo modo chiunque si avvicini al meraviglioso mondo delle


piante carnivore potra' partire con il piede giusto ... e risparmiare le
spese per gli psicofarmaci.

Il terreno

Uno dei fattori fondamentali per la crescita delle carnivore, e in


generale di qualsiasi pianta, e' il terreno. Il terreno, per una pianta, e'
il materiale da cui essa trae nutrimento minerale ed acqua, ed al quale
essa si ancora.
Nel caso delle piante carnivore, il terreno assolve alle stesse funzioni
che nelle altre piante, ma con alcune particolarita': molte piante
carnivore hanno bisogno di molta acqua e il terreno deve essere
quindi in grado di trattenere e fornire una gran quantita' d'acqua; in
secondo luogo molte piante carnivore sono avvelenate dai composti
azotati, normalmente presenti in quasi tutti i terricci comuni (i
fertilizzanti sono quasi tutti composti azotati). Il terreno da usare per
molte carnivore deve essere quindi un terreno privo di azoto
inorganico, e deve provvedere a fare in modo che tale azoto
inorganico non si formi poi per azione dei batteri del terreno (che sono
presenti sempre quando il terreno ha una acidita' medio-bassa).
In ultima, visto che alcune carnivore vanno tenute sempre in acqua, il
terreno rischia spesso di diventare asfittico e privo di ossigeno, motivo
per il quale i coltivatori piu' esperti cercano di alleggerirlo ed
"ossigenarlo" aumentandone il drenaggio.

Ecco che per le nostre carnivore, quindi, fermi restando i requisiti


sopra elencati (sostegno, capacita' idrica, nutrimento minerale),
dobbiamo preparare un terreno privo di azoto, con acidita' alta (pH
basso) e che sia ben drenato.

Dopo secoli di coltivazione, si e' scoperto che tale terreno e' spesso
realizzabile mescolando torba acida di sfagno con sabbia di quarzo e/o
un minerale vulcanico chiamato perlite.

Analizziamo in dettaglio dove cercare questi materiali e come


sceglierli.

La torba

La torba e' un materiale organico derivato dalla decomposizione


controllata di alcuni tipi particolari di muschi. La torba che interessa a
noi deriva dalla decomposizione di un muschio importantissimo che si
chiama sfagno (dal nome del genere botanico, Sphagnum).
Tale sfagno e' un muschio che abita paludi acide in varie zone del
mondo. Quando questo muschio muore, le fibre di cui e' composto di
accumulano formando, nei secoli, letti di torba alti parecchie decine di
metri. A seconda delle condizioni di accumulo, esistono torbe giovani,
vecchie, piu' o meno decomposte, e a diversi pH (acidita') - a seconda
del paese di provenienza si parla di torbe irlandesi, canadesi, lituane
ecc.
Senza entrare in troppi dettagli, esistono dei metodi sicuri per capire
se una torba e' buona anche senza avere alcuna esperienza diretta in
campo orticolo. Basta cercare, sul pacco di un terriccio a base di torba,
la scheda tecnica del prodotto e controllare queste voci: pH, indice di
von Post, percentuale di azoto organico, percentuale di azoto
inorganico. In base a questi dati sarete da soli in grado di scegliere la
vostra torba.
pH: il piu' importante fattore. DEVE essere sempre compreso tra 3 e
4.5. Sopra il 4.5-5 si hanno torbe VELENOSE per le piante carnivore.
Piu' basso il pH, migliore la torba.

Indice di von Post: e' una sigla formata da una H seguita da un


numero. Indica lo stato di decomposizione di una torba. La torba
migliore in assoluto ha H1. Torbe ottime hanno H2-H3. Torbe discrete
arrivano ad H4 o al limite H5. Torbe con H6 o maggiore sono da
scartare.

Altri valori: spesso alcuni produttori di torba riportano anche i valori di


ceneri e sostanza organica in percentuale, come pure di azoto-
organico e azoto-inorganico. In linea di massima il valore piu'
importante e' il pH insieme all'indice di von Post. Comunque diamo
valori di massima anche per queste caratteristiche:
• Ceneri: dovrebbero non essere superiori al 5%. 1-2% ottimale.
• Sostanza Organica: dovrebbe essere superiore al 90%. Meglio se
superiore al 95%.
• N-inorganico: piu' basso possibile, meglio se inferiore allo 0.5%
La torba si trova in sacchi da 20 fino a 500 litri nei grossi consorzi
agrari, nei garden center, nei vivai, e in generale dovunque si coltivino
piante. Il prezzo varia dai 5 ai 20 euro, in generale a seconda di
qualita' e dimensione del pacco.

I nomi commerciali dei vari prodotti sono molti. La torba migliore di


solito si trova sotto il nome di "Torba acida di sfagno" oppure "Torba
bionda acida di sfagno" e simili.
La sabbia

La sabbia e' un importante costituente di tutti i terreni drenanti e cioe'


di quei terreni che lasciano passare l'acqua in modo veloce ed
omogeneo, trattenendone una certa quantita'.

Se, infatti, un terreno trattiene troppa acqua (come succede per la


torba pura), puo' impaccarsi formando un "blocco" difficilmente
accessibile all'ossigeno. In questi casi il livello di ossigeno dentro il
terreno scende pericolosamente fino ad annullarsi, e in queste
condizioni anossiche molte piante soffrono e marciscono.

La sabbia, in questi casi, aiuta a rendere il terreno piu' drenante, e


quindi aiuta l'ossigeno ad entrare nel terreno e a tenere alta la salute
di tutti i microrganismi che vi abitano e della pianta stessa.

Sebbene per le piante normali vada bene una qualsiasi sabbia, per le
carnivore purtroppo abbiamo il vincolo di mantenere un pH acido
molto basso, intorno a 3. L'unica sabbia che mantenga un pH acido a
quei livelli e' la sabbia di quarzo, o graniglia di quarzo.

Per acquistare sabbia o graniglia di quarzo basta recarsi in un negozio


di materiale per acquariofilia. I due fattori a cui dovete porre
attenzione sono:

Quarzo: che il materiale sia VERAMENTE quarzo. Troppo spesso


venditori furbi o ignoranti spacciano per "quarzo" materiale che
quarzo non e'. Il quarzo ha un colore grigiastro o rosato, vitreo, e tutti i
granelli hanno una colorazione omogenea. Se la sabbia che trovate e'
composta da granelli colorati o tutti diversi, scartatela.

Granulometria: dimensione dei granelli di quarzo. La dimensione dei


granelli deve essere compresa tra quella del sale grosso (o del riso, in
questo caso si parla di graniglia di quarzo) e la dimensione dei granelli
si zucchero o di sale fino (sabbia di quarzo). Granulometrie piu' fini
(come per esempio simili al borotalco) sono da evitare e sono peraltro
polveri velenosissime per i vostri polmoni.

Come detto la graniglia o sabbia di quarzo si trova nei negozi di


acquari in pacchi da 1 fino a 5 o 10 Kg. Il prezzo normalmente non
supera l'euro al chilo.
A volte si trova sabbia quarzifera anche da grossisti di materiale edile,
ma piu' spesso la sabbia venduta in edilizia non e' quarzosa ma e'
normale sabbia calcarea, assolutamente inadatta alle carnivore.

Attenzione: il quarzo asciutto puo' liberare polveri di quarzo, tossiche


per i vostri polmoni - quando maneggiate la graniglia o sabbia di
quarzo proteggete i vostri polmoni usando una mascherina e
risciacquate il quarzo prima possibile.

La perlite

Se da un lato la sabbia di quarzo permette ad un terreno di essere


molto drenante, dall'altro ha un difetto, e cioe' che e' pesante, e tale
difetto la rende poco adatta in condizioni di permanente immersione
in acqua.

Se un vaso con torba mescolata a sabbia di quarzo e' tenuto in


condizioni di alta umidita' ed e' innaffiato dall'alto, l'aereazione e'
perfetta, ma qualora tale vaso sia tenuto costantemente in un
sottovaso pieno d'acqua (come spesso si fa con le carnivore) e con
l'acqua che sale dal basso, il quarzo e il suo peso schiacciano la torba
sul fondo del vaso, tornando a formare una cappa di terreno
sommerso privo di ossigeno (compattamento asfittico).

Per ovviare a questo problema si usa spesso un altro materiale,


chimicamente inerte come il quarzo, minerale come il quarzo, ma
decisamente piu' leggero del quarzo: la perlite. Questo minerale di
origine vulcanica e' formato da una graniglia di piccoli pezzi di roccia
bianchissima ripiena di cavita' gassose, e quindi leggerissima. A
vederla sembra quasi formata da "palline" di polistirolo (sebbene sia
assolutamente differente dal polistirolo e non sia sostituibile con esso).
Mescolando tale materiale alla torba si ottiene un effetto analogo a
quello della sabbia di quarzo (drenaggio) con la differenza che la
notevole leggerezza della perlite permettono di mantenere un basso
compattamento ed una certa ossigenazione anche in condizioni di
permanente immersione in acqua.

La perlite non e' semplice da trovare, ed e' venduta sotto vari nomi
commerciali, come Agriperlite o Agrilit, a seconda del produttore. Si
vende solitamente in pacchi da 100 o 200 litri, al prezzo di 10-15 euro
a pacco. Per trovare la perlite il consiglio che si da' di solito e'
chiamare una ditta produttrice al telefono e chiedere chi, nella vostra
zona, venda sacchi di perlite.

Alcuni produttori:

Agrimport S.p.a (Bolzano) - 0471/976598


BPB (Milano) - 02/611151
Perlite Italiana s.r.l. (Milano)- 02/4407041

Se volete un rivenditore online:


Kakteen-Schwarz (in tedesco, vedi sotto "Erde und Substrate")

Normalmente la perlite si trova nei consorzi agrari della vostra zona -


cercate il Consorzio Agrario o la Cooperativa Agricola piu' vicina a
dove vivete e chiedete a loro.

A volte la perlite si puo' trovare anche presso grossisti di materiali per


l'edilizia. Spesso, pero', la perlite usata per scopi edili ha
caratteristiche diverse da quella usata per scopi agricoli, ed e' per
questo sconsigliata.

Attenzione: la perlite asciutta puo' liberare polveri minerali mentre la


maneggiate, tossiche per i vostri polmoni - quando maneggiate la
perlite proteggete i vostri polmoni usando una mascherina. Mescolate
la perlite alla torba e idratate il tutto non appena possibile.
La vermiculite

Fino a qui abbiamo dato la precedenza ad un terreno drenante, con pH


bassissimo e assolutamente privo di azoto inorganico: la torba acida di
sfagno, mescolata a quarzo e/o perlite, rappresenta un ottimo terreno
con queste caratteristiche.
Come effetto collaterale, pero', spesso la "purezza" di tali materiali e il
pH bassissimo sono tali per cui insieme all'azoto inorganico (velenoso
per le piante carnivore) mancano dal terreno tanti altri elementi che
invece sono, in piccole dosi, benefici per le carnivore (potassio, ferro,
magnesio ed altri).

Purtroppo, tali composti si trovano in rocce che, se aggiunte al terreno


in grandi quantita' causano un viraggio del pH verso valori alti (7 o
piu') che alla lunga accelera la decomposizione della torba
"avvelenando" le carnivore. Per tale ragione si preferisce evitare
l'aggiunta di tale rocce, accettando di tenere le proprie piante in un
ambiente sano, anche se scarso di minerali benefici.

Alcuni coltivatori esperti, pero', hanno imparato con gli anni ad


aggiungere al terreno particolari composti minerali, in piccolissime
quantita', in modo da fornire i tanto agognati minerali benefici senza
pero' alzare il pH sopra valori critici. Uno dei minerali usati a tale
scopo e' la vermiculite, che, se usata in piccolissime quantita' (un
pizzico ogni 2-3 litri di terreno) accelera la crescita di molte carnivore
mantenendo basso il pH.

La vermiculite e' abbastanza difficile da trovare. In Italia si trova con il


nome di "Germisol" ed e' distribuita da: Agrimport S.p.a (Bolzano) -
0471/976598 - telefonate per chiedere un rivenditore vicino alla
vostra zona.

Se volete un rivenditore online:


Kakteen-Schwarz (in tedesco, vedi sotto "Erde und Substrate")
Si presenta come una graniglia formata da piccoli pezzetti minerali
luccicanti, derivanti da una mica idrata ricca in ferro, magnesio,
potassio, silicio e con tracce di altri elementi utili. Si vende in sacchi
da 100 o 200 litri e il prezzo oscilla sui 20 euro a sacco.

A volte la vermiculite si puo' trovare anche presso grossisti di materiali


per l'edilizia. Spesso, pero', la pezzatura della vermiculite ad uso edile
e' molto piu' grossolana e contiene piu' impurita' rispetto a quella
usata per scopi agricoli, ed e' per questo sconsigliata.

Attenzione: la vermiculite asciutta puo' liberare polveri minerali


mentre la maneggiate, tossiche per i vostri polmoni - quando
maneggiate la vermiculite proteggete i vostri polmoni usando una
mascherina e mescolatela al terreno non appena possibile.

Il vaso

Sul vaso non c'e' molto da dire. Il dilemma di solito e' vaso di plastica
o vaso di terracotta?
La scelta, che di solito sembra stupida e dettata solo ed
esclusivamente da motivi estetici, nasconde in realta' un importante
fattore, dato dalle caratteristiche della terracotta, che e' un materiale
microporoso.

Microporoso significa che mentre un vaso di plastica isola


completamente il terreno contenuto al suo interno, il vaso di terracotta
invece permette lo scambio di umidita'. Se, per esempio, mettete un
vaso di plastica pieno di torba in acqua, noterete che l'esterno del
vaso resta asciutto anche se la torba al suo interno e' bagnata. Se fate
la stessa cosa con un vaso di terracotta vedrete che la terracotta
invece resta piu' "umida" e "fresca". Con il tempo noterete anche che
mentre sulla superficie dei vasi in plastica non cresce nulla, su quella
dei vasi in terracotta crescono alghe e muschietti, quasi come se la
terracotta fosse viva e parte del terreno (come in effetti e').

Proprio il fatto che la terracotta si inumidisce quando il terreno e'


umido rappresenta la sua caratteristica magica: inumidendosi infatti
produce evaporazione sulla sua superficie, raffreddando nel contempo
la superficie interna. Un po' quello che succede quando d'estate
mettete un berretto bagnato in testa, al sole. Anche se e' bagnato con
acqua calda, dopo un po' sentirete la testa fresca. Questo e' il
fenomeno dell'abbassamento di temperatura da evaporazione, un
fenomeno fisico sfruttato da molte piante e animali.

In generale, le piante tenute in vasi di terracotta hanno radici e rizoma


meno riscaldate. A volte tale differenza e' molto evidente e la stessa
pianta tenuta in vaso di plastica si risveglia dall'inverno anche un
mese prima che non in un vaso di terracotta (dove rimane in
dormienza piu' a lungo).

I vasi di terracotta si consigliano laddove la pianta da coltivare abbia


radici che soffrono le alte temperature e quindi necessiti di un
ambiente piu' fresco (ad esempio Darlingtonia californica).

Il vaso di plastica invece si consiglia laddove non sussista questa


necessita'. Infatti sulla carta i vasi di plastica presentano piu' vantaggi
di quelli in terracotta, rimanendo piu' puliti e inalterati nel tempo,
mantenendosi relativamente liberi da incrostazioni e alghe, e
specialmente essendo meno fragili e costosi.

Se siete, quindi, alle prime armi, scegliete senz'altro vasi di plastica.


Con il tempo imparerete se e quando acquistare vasi di terracotta.
L'acqua

L'acqua rappresenta uno dei fattori fondamentali nella coltivazione di


piante carnivore, e in generale, di qualsiasi pianta.
Le piante, come tutti gli organismi, sono prevalentemente composte
d'acqua. Usano l'acqua per il trasporto di nutrimento al loro interno,
per le reazioni biochimiche necessarie alla loro vita, per la loro
crescita, per la formazione di tutti i loro organi.
Si capisce facilmente come mai l'acqua sia L'ELEMENTO cruciale per la
crescita di qualsiasi forma di vita.
La Dionaea, a seconda della stagione, richiede diversi regimi di
irrigazione:
Stagione vegetativa: lasciare sempre la pianta in un sottovaso con
almeno 2/3 centimetri di acqua. Possono essere utilizzati, al posto dei
normali sottovasi, contenitori con maggiore altezza, ma il livello
dell’acqua è bene non arrivi a meno di 5 centimenti dal livello del
substrato, di modo che il rizoma non sia annegato. L’acqua va
aggiunta direttamente nel sottovaso, evitando di bagnare la pianta
dall’alto.
Stagione di riposo: la Dionaea richiede un minore apporto idrico: il
livello di acqua nel sottovaso deve essere basso (1 centimetro al
massimo), lasciando asciugare fra un’innaffiatura e l’altra, ma avendo
sempre cura che il substrato sia umido e non secchi.
La pianta gradisce essere esposta alla pioggia, che ne pulisce le
trappole dai resti delle prede e dilava il terreno, sciogliendo ed
eliminando i depositi di sali minerali e altre sostanza che col tempo si
accumulano, specie in superficie. E' consigliabile tuttavia ripararla da
acquazzoni troppo intensi e ovviamente dalla grandine.
Purtroppo l'acqua, che a vedersi sembra sempre e solo "acqua",
trasparente, senza odore ne' sapore, nasconde in realta' un mondo
microscopico fatto di elementi in essa disciolti e invisibili all'occhio.
Proprio il contenuto di questi sali disciolti rende le acque tutte diverse
tra loro al punto che si dice che non ci sia un bicchiere d'acqua uguale
all'altro.
Le piante, per cui l'acqua e' davvero importante, sentono molto la
differenza tra un'acqua e l'altra. E' quindi fondamentale essere in
grado di capire quali siano le acque migliori per le piante carnivore, e
dove trovarle.
Come linea di principio, le piante carnivore sono avvelenate dai
composti inorganici azotati, come detto. Allo stesso modo la torba
tende a marcire se non e' tenuta in un ambiente acido. Ecco che la
nostra acqua ideale deve mantenere il pH acido della torba e non deve
contenere composti azotati inorganici.
In breve l'acqua deve avere un contenuto in sali disciolti bassissimo,
dev'essere priva di nitriti, nitrati e composti ammoniacali (sali
d'ammonio). Deve essere anche priva di composti clorati e qualsiasi
inquinante o additivo artificiale spesso velenoso per le carnivore.
La migliore acqua con queste caratteristiche e' l'acqua da osmosi
inversa, un'acqua ottenuta attraverso un particolare tipo di filtraggio
ed usata in acquariofilia. Si trova in negozi d'acquari con un prezzo tra
i 10-20 centesimi di euro al litro. Se richiedete quest'acqua siate
espliciti nel chiedere che sia acqua da osmosi inversa, troppo spesso
rivenditori furbastri rifilano come acqua da osmosi acque filtrate
attraverso resine o scambiatori a sale, che non sono adatte al nostro
scopo.

Altra acqua ottima e' l'acqua piovana, a patto che provenga da


precipitazioni lontane da ambienti urbani o industrali (dove la pioggia
invece raccoglie fumi inquinanti presenti in aria e diventa invece
velenosa).

Altra sorgente di acqua appropriata sono i supermercati. Qui potete


scegliere una bottiglia di acqua demineralizzata di quelle
comunemente usate per i ferri da stiro - in generale quest'acqua e'
innocua, sebbene ci siano chiacchiere di acque di alcune marche che,
pur adatte ai ferri da stiro, risulterebbero dannose per le carnivore.
Certo, se avete poche piante e volete andare sul sicuro, potete anche
acquistare acqua naturale per consumo umano, dando alle piante la
stessa acqua che bevete voi. Pero' in questo caso e' necessario che
scegliate un'acqua con i requisiti adatti. Non tutto cio' che piace a voi
puo' piacere alle vostre piante. Sulle bottiglie d'acqua cercate la
tabellina delle caratteristiche fisico-chimiche dell'acqua. Il
valore che vi interessa e' il "Residuo Fisso" che deve essere
assolutamente inferiore a 50 mg/L (o 0.05 g/L).

Un'ottima acqua e', ad esempio, la Sant'Anna. Per inciso, imparate


anche voi a bere acque con residuo fisso inferiore a 50 mg/L, vedrete
che vi fara' bene.
in ultima, dopo aver passato in rassegna le acque adatte, passiamo in
rassegna le acque assolutamente velenose:

L'acqua proveniente da un impianto condizionatore/deumidificante


quali quelli comunemente in uso in estate era ritenuta, fino a poco
tempo fa, ottima da usare. Purtroppo il decadimento della qualita'
dell'aria ha provocato un degrado dell'acqua raccolta da questi
impianti, la quale e' sempre piu' spesso carica di polveri altre
sporcizie. Inoltre il metallo delle serpentine di condensazione, rame o
alluminio, puo' cedere ossidi alla stessa acqua, rendendola mortale
per le piante.

Acqua da acquedotto + cloro : le acque ad uso cittadino spesso


contengono cloro, un
potente antisettico. Molte piante soffrono gravemente il contenuto di
cloro di queste acque e alla lunga deperiscono.

Acqua "dura" : acqua con contenuto di sali disciolti (residuo fisso)


maggiore di 3-400 mg/L. Queste acque contengono talmente tanti
minerali disciolti che alla lunga causano un accumulo di fanghi e sali
nella torba, alzando il pH e causando marcescenza della torba e
avvelenamento delle piante.

Acqua da scambiatori a sale: acqua proveniente da impianti


"addolcitori" a sale da cucina, che sostituiscono i minerali responsabili
del calcare (ad es. Calcio) con Sodio. Tali acque, ricchissime di sodio,
non formano calcare, ma sono comunque dannose per le piante
carnivore.

La luce

Non c'e' molto da dire sull'importanza della luce per le piante. Ci


sarebbe molto da dire, invece, sulla natura della luce, sulle frequenze
piu' utili alle piante, sulla sua intensita'.

Fortunatamente per chi inizia a tenere le piante carnivore e'


sufficiente esporre una pianta al sole e il gioco e' fatto.

Per chi invece volesse coltivare le piante in un terrario o comunque in


un ambiente chiuso, la raccomandazione e' di usare sempre lampade
al neon, in numero non inferiore a 3, e possibilmente assortite.
Acquistare tre tubi al neon identici e' infatti sconsigliato e si
raccomanda sempre l'acquisto di un tubo cool-white (o a luce fredda),
un tubo a luce calda (a luce calda) e un tubo gro-lux (neon
fitostimolante).

Sebbene siano presenti sul mercato tubi al neon per terrari dai prezzi
altissimi (fino a 100 euro per un tubo al neon) il consiglio e' senz'altro
di evitare tali tubi costosissimi e di acquistare invece tubi "comuni"
piu' un tubo fitostimolante. I tubi al neon comuni costano tra i 5 e i 10
euro a tubo e si trovano in tutti i negozi di materiale elettrico o nei
centri di bricolage.
I tubi al neon fitostimolanti invece si acquistano nei negozi d'acquari
con il nome di "Gro-Lux" e simili. Diffidate di tutto cio' che vi
propongono con mirabolanti promesse e che costi piu' di 15 euro.

Molto importante, piuttosto, e' sostituire i tubi al neon ogni 12 mesi e


non lasciarli mai per piu' di un anno, in quanto vanno incontro ad un
fenomeno noto come "invecchiamento catodico" - fenomeno per il
quale anche se ad occhio la luce emessa sembra sempre la stessa, in
realta' la quantita' e la qualita' della luce peggiorano rapidamente.

Anche per questo motivo si consiglia di evitare l'acquisto di costosi ed


esotici tubi al neon - e' molto meglio un tubo comune da 5 euro
sostituito ogni 6 mesi che non un costosissimo tubo da 100 euro
tenuto per 4 anni.

Altro

Oltre a terreno, acqua, luce e quant'altro ci sono tutta una serie di


accessori che, per quanto non strettamente necessari, diventano
comunque utilissimi nella coltivazione di piante carnivore.

Ecco alcune indicazioni nella scelta di alcuni di questi accessori.


• Guanti : spesso, per non sporcarsi le mani, si usano guanti in
lattice quando si ha a che fare con la torba e con terricci in
generale. I guanti che si consigliano a volte sono quelli monouso
in lattice.
• Mascherina : una precauzione necessaria ogni volta dobbiate
maneggiare perlite, vermiculite o sabbia asciutte, e' quella di
mettere una mascherina davanti al volto, per non inspirare le
polveri, potenzialmente dannose per la vostra salute.

• Cartellini a Matita : sebbene siano in commercio pennarelli e


penne di vario tipo, quasi tutti i coloranti, esposti al sole per
lungo tempo, sbiadiscono e scompaiono. Per questo si usa la
matita per scrivere i nomi delle piante sui cartellini. Per i piu'
facoltosi si puo' anche usare un'etichettatrice a stampa termica.
• Pinzette : un paio di pinzette in acciaio inox, a braccio lungo,
saranno utilissime nella coltivazione di carnivore, in quanto molte
specie sono di dimensione ridotta.
• Forbici : quando scegliete delle forbici per le carnivore,
sceglietele con la punta piccola ed appuntita, in acciaio inox
facilmente lavabile.
• Tessuto non-tessuto : sotto questo nome spesso nei negozi di
ferramenta si trovano fogli di un materiale biancastro sintetico.
Questo materiale inerte puo' essere usato sul fondo dei vasi per
non fare uscire terriccio dai fori.
Schemi riassuntivi

Qui sotto potrete trovare degli schemetti sui vari materiali trattati
in questo breve articolo. Questi schemetti vi aiuteranno nella
scelta veloce ed efficiente di tutto cio' che vi servira' per la
coltivazione delle piante carnivore.
Terreno - Torba
Caratteristica Ottima Accettabile Pessima
pH 3-3.5 3.5-4.5 sopra 4.5
Indice di von Post H1-H2-H3 H4-H5 H6 e oltre
Nome prodotti: torba acida di sfagno (vari nomi)
Dove acquistarla: Garden Center, Consorzi Agrari
Prezzo: 5-20 euro - confezioni da 20 a 500 litri.

Terreno - Sabbia
Caratteristi
Ottima Pessima
ca
materiale quarzo sabbia mista
Granulometri sabbia grossa/fine polveri o ghiaia
a (0.3/2mm) grossolana
Nome prodotti: sabbia o ghiaino
quarzifero/quarzoso/siliceo (vari nomi)
Dove acquistarla: Negozi d'acquari
Prezzo: 0.2-1 euro/Kg - confezioni da 5 a 10 chili o diverse.
Terreno – Perlite
Nome prodotti: Agrilit, Agriperlite, Perlite
Dove acquistarla: Consorzi Agrari, Cooperative
Agricole
Produttore : Agrimport S.p.a (Bolzano) -
0471/976598
Produttore : Perlite Italiana s.r.l. (Milano)-
02/4407041
Prezzo: 5-20 euro - confezioni da 50 a 200 litri.
Terreno - Vermiculite
Nome prodotti: Germisol
Dove acquistarla: Consorzi Agrari, Cooperative Agricole
Produttore : Agrimport S.p.a Bolzano) - 0471/976598
Prezzo: 15-20 euro - confezione da 200 litri.

Vaso
Vasi in terracotta : indicati per qualsiasi specie che
necessiti di temperature piu' fresche su rizoma e radici.
Vasi in plastica : per tutte le altre specie.
Dove acquistarli: Garden center, negozi bricolage
Prezzo: 0.1-10 euro a seconda di tipologia e dimensione.
Acqua
Caratteristi
Ottima Accettabile Pessima
ca
Residuo 0-10
10-50 mg/L sopra 50 mg/L
Fisso mg/L
-Piovana -Acquedotto
-Ferri da stiro urbano
-Osmos -Acqua in -Condizionatore
Tipo d'Acqua i bottiglia con -Acqua in bottiglia
inversa residuo fisso con residuo fisso
inferiore a 50- superiore a 50-
100 mg/L 100 mg/L
Nome prodotto migliore: Acqua da Osmosi inversa
Dove acquistarla: Negozio d'acquari
Prezzo: 0.1-0.25 euro al litro.
Luce

Solare (diretta o schermata) : indicata per tutte le piante


carnivore - la quantita' e durata dipende dalla specie.

Artificiale : indicata per alcune specie da terrario.


Tipo di illuminazione artificiale: tubi al neon,
associando 2-3 tipi diversi di tubi al neon, di cui almeno
uno Gro-Lux (fitostimolante).
Dove acquistarli: Negozi bricolage (negozi d'acquari per il
tubo Gro-Lux)
Prezzo: 5-15 euro a seconda di tipologia e dimensione.

Rinvaso [modifica]
La pianta deve essere rinvasata quando sono visibili le radici che
escono dai buchi del vaso. Per sicurezza è consigliato aspettare a
rinvasare fino a quando il diametro della rosetta non sia superiore al
diametro del vaso.

Ma quanto grande puo' diventare la mia dionea?

Anche ammesso che tu riesca a coltivarla bene, e che tu riesca a farlo


per qualche anno, raggiungera' al massimo i 13 cm di diametro circa.
Notare che questa e' la dimensione della pianta intera! Una singola
foglia a trappola puo' essere appena piu' lunga di 3 cm. La pianta
avra' da 4 a 8 trappole allo stesso momento.
Le trappole non diventano piu' grandi di cosi Perche' si sono evolute
per la cattura degli insetti e quindi le prede che si aspettano di
acchiappare non richiedono trappole piu' grandi.
La maniera migliore per far fare alla tua pianta le trappole piu' grandi
possibili consiste nel prendersene cura nel modo migliore. Una pianta
felice e' una pianta bella grande. Se provi a costringere una pianta a
diventare piu' grande fertilizzandola, indovina che succede... esatto,
MUORE!
Perche' le foglie della mia dionea non si chiudono di scatto?

Le foglie delle dionee possono fare l'apri e chiudi a scatto solo una
mezza dozzina di volte prima di smettere di funzionare come foglie a
trappola (troverai maggiori dettagli su questo argomento piu' avanti).
Puoi stare sicuro che la tua pianta comperata in negozio e' stata
sollecitata, titillata e seviziata da orde di umani armati di matita,
prima che tu la portassi a casa. Se nessuna delle trappole e' piu'
funzionante, dovrai aspettare finche' non fara' nuove trappole. Per
questo ci potrebbe volere un po' di tempo.
D'altro canto, se non stai coltivando la tua pianta nella maniera
appropriata e sta morendo, le trappole potrebbero diventare piuttosto
lente. Tra le altre cose, nelle giornate fredde le trappole tendono a
chiudersi molto lentamente.
Una volta che una foglia ha smesso di funzionare come trappola, non
muore. Al contrario, si apre tutta spaparanzata con i due lobi divaricati
a 180°. La foglia a questo punto si comporta come una foglia
fotosintetica pura e semplice. Se non intervengono altri fattori, questa
foglia puo' resistere per parecchi mesi. Essa sta ancora sostenendo la
pianta con il valido servizio di fabbricare zuccheri attraverso la
fotosintesi, quindi non tagliarla.

Cosa devo dar da mangiare alla mia dionea?

queste piante, salvo eccezioni, non vanno fertilizzate in alcun modo e


di solito non vanno nutrite con insetti od altro. In estate attirano e
catturano le prede senza bisogno d'aiuto. Durante il riposo invernale
utilizzano le riserve accumulate nella bella stagione.E' completamente
sbagliato, naturalmente, dare ad una dionea della carne; morira'. Le
dionee si aspettano insetti. Da' loro qualsiasi altra cosa da mangiare e
non l'apprezzeranno. Ci sono fin troppe proteine ed energia "non da
insetto" nella carne. Se vuoi nutrire le tue piante, devi trovare insetti.
Questi insetti devono essere abbastanza piccoli da stare
comodamente dentro le trappole. Io consiglio bruchi, mosche, ragni,
grilli e lumache . Non ti consiglio formiche (spesso le foglie rimangono
poi danneggiate), falene (troppa polvere) o scarafaggi (hanno un
esoscheletro troppo robusto). Un avvertimento a proposito dei bruchi
e, presumibilmente, degli altri artropodi masticatori di foglie-fai
attenzione che il cibo che fornisci alla tua pianta non sia in grado di
ritagliarsi una via d'uscita mangiandola a sua volta! Una volta mi e'
stato detto (che i bruchi possono scappare dalle trappole in questo
modo. Nel caso di Crispin, il bruco si era perforato un passaggio
attraverso parecchie trappole prima di essere infine sconfitto. Peccato-
di solito i bruchi sono un cibo portentoso.
Quando nutri la tua pianta, non mettere in ciascuna trappola niente
che sia piu' grande di circa un terzo della dimensione delle trappola
stessa. Se dai alla pianta un animaletto troppo grosso, spesso si
attivera' anche della crescita batterica che uccidera' la foglia.

come faccio a nutrire la mia dionea?

Se metti un insetto morto dentro una foglia di dionea, questa si


richiude sull'animaletto, ma poi a quanto pare perde interesse e si
riapre il giorno dopo senza aver accettato il dono sacrificale. Perche'
ha rifiutato il cibo?
Perche' le dionee sono capaci di attuare alcuni intelligenti stratagemmi
per assicurarsi di non sprecare il loro tempo e le loro energie nella
digestione di insetti troppo piccoli. In particolare, non vogliono
impiegare energie attivando il processo di digestione in quelle foglie
che sono state chiuse da una goccia di pioggia, o da una preda che poi
ne e' sfuggita.La pianta ha reagito alla tua donazione di un insetto
morto come se si trattasse di un falso allarme.
E' molto raro che, in natura, gli insetti morti cadano proprio dentro le
trappole delle piante carnivore e la tua pianta non si aspetta un
bottino cosi' facile.
Osserva le foglie a trappola di una dionea e noterai alcuni peli che
fanno da "sensori" (sono sulla superficie piatta della foglia, non quei
"dentini" sul margine fogliare). Quando questi vengono toccati
ripetutamente da cibo di tipo "insettoide", la trappola si chiude a
scatto. Riesci a vedere l'animaletto catturato che si muove avanti e
indietro dentro la trappola. Se l'insetto fosse stato molto piccolo,
sarebbe riuscito a fuggire.
Se ciò fosse accaduto, i peli trigger (all'interno della trappola) non
sarebbero stati ulteriormente stimolati e la trappola si sarebbe
riaperta dopo circa un giorno. Questo e' il modo in cui la pianta evita di
sprecare del tempo tentando di digerire bastoncini, gocce di pioggia o
prede scappate. Se, tuttavia, un insetto rimane intrappolato dentro
questa prigione vegetale, il suo continuo correre di qua e di la' stimola
la trappola a chiudersi ancora di piu'. La digestione allora inizia e la
trappola rimane chiusa per parecchi giorni. Quando finalmente si
riapre, vi rimane solo l’esoscheletro.
Dare alla pianta insetti morti è più complicato perché l'insetto morto
non indurrà la trappola ancora socchiusa a procedere con la
digestione. dovrai usare uno stuzzicadenti o un fil di ferro per
insinuarti con attenzione tra i lobi fogliari (senza danneggiare la
pianta) e continuare a stimolare i peli trigger. Dopo qualche minuto di
questa stimolazione , noterai che la trappola innesca la fase
successiva della digestione.
UN trucco è di mettere un insetto dentro un bicchiere (cosi' non può
scappare) e schiaffarlo in frigorifero o in freezer solo per qualche
minuto. Il freddo lo faràaddormentare molto velocemente. Gli insetti
cosi' possono essere facilmente manovrati fin dentro la foglia di una
dionea. Poi, quando l'insetto si risveglia, i suoi movimenti affannosi
stimoleranno la foglia a passare alla fase di digestione.

Come faccio a sbarazzarmi degli scheletri degli insetti morti


sulla mia dionea?

insetti e simili non hanno scheletro, hanno un esoscheletro.


Dai da mangiare alla tua dionea. Parecchi giorni dopo, noti che la
pianta ha terminato il suo pasto, spalancato la foglia e ha aperto di
nuovo bottega, con l’insetto morto sulla trappola. Se provi a tirarlo
fuori le foglie, si chiuderanno di scatto.
Nella migliore delle ipotesi, dovresti eliminare l'insetto morto il giorno
stesso in cui la foglia si apre. Di solito l'animaletto ancora abbastanza
umido viene via facilmente, e la foglia può anche non chiudersi (il
momento migliore per agire e' quando la foglia non si e' ancora
completamente aperta e non e' ancora del tutto pronta alla cattura),
se ti sei perso il giorno giusto, usa una spruzzatrice per inumidire la
preda. delle pinzette per estrarre la carcassa inumidita. Per quanto tu
agisca al meglio, e' comunque abbastanza probabile che la trappola
scatti.
non è necessario eliminare i "gusci morti",Non recano alcun
particolare danno alla pianta e, se ti e' mai capitato di vedere una
grande dionea con tutte le trappole che portano il cadavere di un
ragno o di un millepiedi

E' inverno-dove posso procurarmi degli insetti per la mia


dionea?

Di solito puoi acquistare dei grilli in quei negozi di animali che


forniscono gente che tiene delle lucertole.
le dionee hanno bisogno di un periodo di dormienza invernale durante
il quale non saranno a caccia di cibo. Nutrirle durante l'inverno non e'
necessariamente una gran cosa da fare.
Quanto spesso dovrei dar da mangiare alla mia dionea?

Questo dipende dalla pianta. Puoi mettere un insetto in tutte le


trappole aperte. Una volta che una trappola ha catturato un insetto, ci
mette circa una settimana per digerirlo, dopodiche' si riaprira' e sara'
pronta per un nuovo insetto. Cio' vuol dire che se hai una pianta
abbastanza grande con circa sette trappole, in media si riaprira' una
trappola al giorno, pronta per essere nutrita di nuovo. Questo e' un bel
po' di lavoro.

D'altra parta, solo perche' una trappola si apre, non significa che tu
debba rimpinzarla immediatamente. Le trappole possono stare
settimane senza essere sfamate.

E' possibile sovralimentare una dionea?

Anche se ti limiti a insetti e animaletti vari, potresti ingozzare le tue


piante.
Le piante cresciute nei terrari, alle quali viene dato cibo molto
raramente, vanno piu' soggette alla sovralimentazione.

Perche' le foglie della mia pianta sono lunghe e sottili?

Le dionee hanno la tendenza a fare due tipi di foglie: le foglie


primaverili e le foglie autunnali. Prima di descriverne i dettagli, devi
conoscere un po' di terminologia. La parte della foglia dedicata alla
cattura (quella che sembra una tagliola e' detta "lamina fogliare". La
lunga porzione della foglia che collega la lamina al terreno e' detta
"base" della foglia. Una terza parte della foglia, il picciolo, e' quella
piccola struttura che collega la base fogliare alla lamina.
La maggior parte delle fotografie delle dionee mostrano le foglie
autunnali. Queste sono caratterizzate da basi fogliari larghe e corte
che stanno adagiate sul terreno. Le trappole di solito hanno un colore
rosso vivace. Al contrario, le foglie primaverili hanno basi fogliari
lunghe e strette e le foglie stanno per aria. Le trappole spesso hanno
un colore piu' attenuato.
Le prime foglie che spunteranno in primavera saranno, ovviamente,
quelle di tipo primaverile (quelle lunghe e striminzite, hai presente?).
E' qui che viene il bello.

Se coltivi la tua pianta con un'illuminazione insufficiente (un errore


molto comune), fara' foglie magroline, striminzite e infelici che
saranno pallide e cercheranno di andare verso la luce. Allora, come fai
a dire se la tua pianta sta facendo delle foglie felici, ma primaverili o
se invece si tratta di foglie strascicate e tristi? Puoi capirlo dal loro
vigore. Le piante indebolite dalla scarsa illuminazione tendono ad
avere foglie fiappe che si afflosciano sul terreno le foglie primaverili
normali sono invece vigorose e rigide.

Perche' alcune delle foglie della mia pianta si chiudono


velocemente e altre non si chiudono affatto?

Anch'io ho notato questa cosa. Credo che sia dovuto a piu' fattori. Il
primo è la temperatura-sembra che le trappole si chiudano piu'
velocemente nelle giornate calde che in quelle fredde. Il secondo è la
salute della pianta. Le piante piu' in salute sono capaci di movimenti
piu' rapidi. Il terzo riguarda l'età' delle singole trappole-le trappole piu'
giovani scattano piu' rapidamente di quelle vecchie. Infine devo
menzionare degli studi che hanno finito che trappole già stimolate in
precedenza (ma non a sufficienza da farle chiudere) si comportano in
maniera differente da quelle che non sono mai state sottoposte a
sollecitazione.

Perche’ la mia dionea non è rossa?

Le immagini delle dionee spesso ritraggono piante vivacemente


colorate di rosso cremisi. In coltura ciò non corrisponde alla normalità,
principalmente per due ragioni. La prima ragione è che le dionee di
solito diventano di quel colore solo se stanno prendendo un'enorme
quantità di luce. Con un’illuminazione appena meno forte, assumono
una colorazione verde chiaro, con forse giusto una screziatura di rosso
sui lobi fogliari. La seconda ragione è che alcune varietà hanno una
colorazione naturale piu' intensa mentre la maggior parte ha solo
qualche sfumatura rossa. Quelle rosso intenso sono le piu' carine ed e'
quindi piu' probabile che vengano fotografate.

Perche' le trappole della mia dionea stanno diventando nere?

La pianta è stressata perche' non vive nel proprio ambiente naturale e


quindi può facilmente avere una brutta reazione al cibo che le dai.
Dalle solo insetti. Inoltre, alcuni insetti vanno meglio di altri. Se noti
che la pianta muore quando le dai delle falene, non nutrirla piu' con
queste. Anche le formiche giganti a volte bruciano la foglia. Assicurati
che nessuna parte dell'insetto rimanga incastrata fuori dalla trappola.
Ogni zampetta o ala che rimane attaccata fuori aumenta le probabilità
che il cibo che è in corso di digestione possa marcire e il processo di
decomposizione potrebbe espandersi a tutta la foglia.
Pulizia - le piante carnivore producono foglie nuove in continuazione
durante la stagione di crescita, è quindi naturale che
contemporaneamente perdano le foglie già esaurite. L'annerimento
delle foglie più vecchie non è sintomo di malessere, purché siano
reintegrate dai nuovi germogli. Si consiglia di mantenere le piante
sempre pulite togliendo solo le foglie, o parti di esse, che si
deteriorano. In pratica: tagliare tutto il secco, nero o marcio e tenere
tutto ciò che è verde anche se non è funzionale alla cattura delle
prede.
In natura le foglie morte si degradano lentamente. In coltura puoi o
lasciare le foglie morte sulla pianta o potarla. Elimina solo le foglie
morte-non tagliare i tessuti vivi e verdi. Si tratta piu' che altro solo di
una questione estetica. A volte le foglie marcescenti possono
trasmettere delle muffe al resto della pianta, ma questo accade solo a
piante malate e deboli. In tal caso ci sono altri problemi di coltivazione
che devi affrontare per ottenere una pianta che sia, nel complesso,
sana.

Dormienza invernale? Che roba è?

Come tutti gli anni, quando le giornate si fanno piu' corte e la sera
s’inizia a uscire in maglione o in giaccone, molti, specialmente alle
prime armi, sono assillati da un dubbio: Arriva l'Inverno! come faccio
per la mia adorata pianta?

Vediamo di affrontare e risolvere il problema.

A mio avviso la maniera piu' indicata per capire le necessità colturali


di una data specie è cercare di capire cosa sia l'Inverno e come
funzioni l'Inverno nell'areale geografico di quella specie. Una volta in
possesso di queste informazioni, sara' semplicissimo azzeccare le
necessità colturali di ogni specie partendo da alcune semplici nozioni
di base di tipo climatico e geografico.

Ricordiamo che qualsiasi pianta, carnivora o meno, può essere


coltivata nel migliore dei modi anche senza l'aiuto di alcun libro o di
alcun esperto. Basta semplicemente rifarsi al suo ambiente naturale, e
alle condizioni geoclimatiche in esso presenti, cercando di ricrearle nel
modo piu' fedele possibile.
In quest'articolo cercheremo di affrontare il problema del periodo
invernale in due precisi momenti: faremo innanzitutto considerazioni
di tipo geografico e climatico, giungendo successivamente a massime
semplici e facili da applicare, di carattere colturale.

L'Inverno

La prima, importantissima cosa da fare sono cercare di focalizzare la


nostra attenzione su un concetto molto, molto importante: l'Inverno
come noi lo conosciamo (generalmente una stagione grigia, molto
piovosa o nevosa, con temperature spesso sotto zero in gran parte
della penisola, e a malapena 8 ore di luce al giorno) e' cosi' qui da noi.
In altre parti del mondo l'Inverno può essere (ed è) sostanzialmente, a
volte paradossalmente, diverso.

Una volta inchiodata nella nostra mente quest'idea, sara'


semplicissimo procedere e comprendere le necessità colturali di una
pianta in qualsiasi zona del pianeta.
Innanzitutto, ai fini della coltivazione, o meglio, agli "occhi" di una
pianta, l'Inverno altro non e' che un periodo dell'anno in cui si verifica
una sostanziale modifica di uno o piu' di questi tre parametri
fondamentali:
• Fotoperiodo (ore di luce/ore di buio)
• Umidità (precipitazioni, umidità dell'aria...)
• Temperatura
L'Inverno, come lo sentono le piante, è sostanzialmente differente in
differenti regioni della terra. Spesso le differenze sono abbastanza
intuitive (all'equatore fara' piu' caldo che da noi) ma altre volte sono
molto meno intuitive (inverni con bassissima umidità).

Molte specie, all'avvicinarsi dell'Inverno, modificano i loro regimi


fisiologici (alcune entrano in dormienza, altre fioriscono, altre entrano
in attività) - spesso il passaggio di questi stati vegetativi avviene sotto
lo stimolo della modifica di uno o piu' di quei parametri fondamentali
(o di altri fattori esterni).
Il rispetto di questi parametri spesso è fondamentale per la
coltivazione di una data specie, e, infatti, accade spesso che piante
che richiedono riposo subisca un rapido deperimento se non è
sottoposte ad un periodo invernale.
Scorriamo quindi ora i generi di piante carnivore dando innanzitutto un
quadro geografico e climatico dell'areale di provenienza di tali piante e
consigliando quindi a quali condizioni invernali sarebbe meglio esporre
le piante stesse.

In Carolina, mentre l'estate è una stagione molto calda e piovosa,


l'Inverno invece è freddo ma tendenzialmente secco. Da porre bene
attenzione al fatto che se l'andamento delle temperature assomiglia al
nostro, l'andamento delle precipitazioni è invece rovesciato (noi, clima
mediterraneo, abbiamo estati secche e inverni piovosi).
Per rispettare questi parametri la dionea andrà tenuta in queste
condizioni: fotoperiodo ridotto (quindi approssimativamente 8 ore di
luce e 16 di buio) - temperature fredde, sia di giorno che di notte, e
ridotto apporto idrico. La dionea in queste condizioni entrerà in riposo
formando rosette molto compatte, con trappole ridotte o assenti e
ridotta attività di crescita. Uscirà dal riposo a Marzo circa.
Da noi è semplice simulare queste condizioni: basta lasciare la pianta
all'esterno, giorno e notte (se non viviate in val d'Aosta, ove dovrete
ripararla un po') e non tenere acqua nel sottovaso. Assicuratevi una
volta ogni tanto che il terreno sia moderatamente umido. Un'innaffiata
ogni pochi giorni, da sopra, e senza sottovaso, sara' piu' che
sufficiente.

Attenzione: NON tenete la dionea in casa per paura che soffra, che
geli, che batta i dentini o fandonie del genere, la dionea VA tenuta
fuori. Le dionee tenute al calduccio non entrano in riposo e, in
Primavera, perdono slancio e crescono a rilento. Siete stati avvertiti.
Adesso, se la tua pianta sta rallentando la crescita, potrebbe non
essere in punto di morte. Forse sta solamente entrando lentamente in
dormienza!.
Mi chiedono spesso, "come faccio a dire se la mia dionea sta morendo
o entrando in dormienza?" è un po' difficile per un principiante fare
questa distinzione. Una dionea che sta entrando in dormienza di solito
rallenta la crescita e le foglie possono a poco a poco annerirsi e
appassire. Una dionea che sta proprio per morire, al contrario, tira le
cuoia piu' velocemente. Può diventare molliccia e fiappa. Congela una
foglia di lattuga e poi lasciala scongelare sopra la credenza di cucina e
vedrai un chiaro esempio di che aspetto ha una dionea che sta
morendo. Se vuoi chiarire i tuoi dubbi sulla tua pianta dormiente o
morta, tirala fuori dalla terra con molta cura. Se il bulbo è bianco e
sodo, la tua pianta sta dormendo. Se è marcio, molliccio e puzzolente,
sei il fortunato proprietario di una pianta morta.
La mia dionea sta fiorendo!
Periodo di fioritura [modifica]
Tra maggio e giugno nel relativo habitat naturale. Può subire variazioni
in coltura. Dal centro della rosetta si alza il fiore, lungo circa 20-30 cm
conestremità diversi fiori bianchi a grappolo. Questi fiori daranno
facilmente piccolissimi semineri brillanti somiglianti a quelli dell'uva.
Molti coltivatori preferiscono tagliare lo stelo floreale nell'estremità
inferiore per evitare che la pianta ancora giovane utilizzi tutta
l'energia anche delle trappole per produrre il fiore, indebolendosi e
rischiando poi la vita per produrre i semi; tagliando lo stelo floreale,
infatti, la pianta è più propensa a produrre nuove foglie (lo stelo
floreale, una volta reciso tende a svilupparsi costantemente, dipende
ovviamente dalle condizioni di luce e di calore). E' quindi consigliato
recidere lo stelo floreale se la pianta è ancora giovane, finché la
"rosetta" non raggiunge un diametro di almeno 15-20 cm. La fioritura
costa a una dionea molte energie, quindi l'anno successivo alla
fioritura la dionea di solito è piuttosto fiappa e fa poche foglie.

Fiore di Dionaea muscipula. Per produrre i semi è sufficiente fecondare


l'ovario ponendo il polline dalle antere e strofinalo sulla superficie
stigmatica dei pistilli.

Otterrai i migliori risultati effettuando un'impollinazione crociata tra


piante diverse, ma spesso otterrai anche dei semi autoimpollinando
una pianta.
I semi ci metteranno parecchie settimane a maturare, ma poi, dopo un
periodo di stratificazione, puoi piantarli.
Se vuoi produrre semi per far crescere delle altre piante, le dionee ci
mettono degli anni a maturare! Sarebbe molto piu' veloce prendere
delle talee da foglia (il che comunque richiede alcuni anni) o
semplicemente comprarne delle altre dal tuo vivaio di fiducia.

Come riprodurre la mia dionea?

Talea da foglia

Premessa: se non l'avete ancora fatto, prima di leggere questa


sezione leggete la pagina relativa alle generalita' sulla moltiplicazione.
Vi sono riportate informazioni di base sulla moltiplicazione e sui
meristemi che qui saranno date per scontate.
Che cosa cerchiamo?
Certo, abbiamo tutti letto la sezione introduttiva "moltiplicazione
carnivora" e sappiamo tutto di meristemi, cosa ci serve? Semplice.
Cerchiamo un tessuto che possa essere "convinto" a generare un
meristema e quindi, in brevissimo tempo, a darci una nuova dionea
viva e vegeta.

Per indurre un meristema dobbiamo causare una lesione e sperare


nella naturale tendenza della pianta a sopravvivere e a riformare la
parte morta.

Il tessuto che ci interessa è localizzato alla base delle foglie della


dionea, nella parte piu' bianca e carnosa, solitamente sotterranea.
Le dionee formano una sorta di
rizoma appena sotto il livello del
terreno. Questo rizoma è formato
dalle basi delle foglie che
crescendo in maniera appressata
le une alle altre, formano come
una struttura di colore chiaro,
spesso bianco o appena giallino.

Come detto, la base delle foglie


costituisce parte di questo rizoma
bianco. E' proprio la base delle
foglie, la parte bianca che si lega
al rizoma, la zona di tessuto che
è in grado di generare un
meristema.
Nel disegno, vedete le foglie con
le basi piu' chiare che formano il
"rizoma". La parte indicata dalla
freccia, cioè il punto in cui la base
della foglia si fonde al rizoma, è
dove si trova il tessuto che
stiamo cercando (indicato in
giallo).
Staccando una foglia in maniera adeguata possiamo cercare di
ottenere anche parte di questo tessuto e da questo un meristema e
quintali di piante.

E poi?

Come detto, quindi, una volta isolata la foglia completa della sua base
piu' chiara, e tenuta per qualche settimana in adeguate condizioni,
otterremo un meristema e successivamente, una nuova pianta.

Normalmente non si forma un meristema per foglia, ma spesso di piu'.


Sono riuscito, utilizzando foglie robuste e giovani, a ottenere fino a 6
meristemi (e quindi 6 piante) per foglia!

Pratica

Materiale necessario

Una Dionaea muscipula in crescita, con foglie lunghe 10 cm;


Un po' d'acqua, possibilmente buona (...);
Un po' di sfagno vivo;
Un vasetto con torba e perlite in proporzione 1:1;
Scelta della foglia, o meglio, evitare di fare i furbi.

Evitiamo le furbate, quindi. Se volete una


bella talea, robusta e veloce a crescere,
dovete sacrificare una bella foglia di
dionea. Punto.

Il periodo migliore per effettuare talee da


foglie di dionee va dalla primavera
all'autunno. Io personalmente consiglio
sempre le foglie primaverili perche' hanno
piu' "potenziale" (dopo il riposo invernale)
e perche' c'e' piu' tempo per le talee di
crescere e diventare robuste e resistenti
prima del nuovo inverno. Come detto, la
foglia dovrebbe essere bella sana e
completa.
Detto questo non vuol dire che se fate la talea in Agosto o a fine
Settembre non verrà fuori niente, anzi. E' solo che i migliori risultati si
ottengono in primavera.

Quello che sarebbe meglio evitare è: provare a fare talee mentre la


pianta è in pieno riposo invernale, usare foglie vecchie o usare foglie
troppo giovani (che non abbiano ancora finito di svilupparsi e di aprire
la trappola).

Separare la foglia

Questa è la parte un po' complicata, perché non possiamo


semplicemente "tirare" la foglia finché "viene". In questo modo, infatti,
otterremmo la foglia ma priva del tessuto basale necessario ai nostri
scopi. In altre parole, se state tirando una foglia di dionea, state
semplicemente buttando via una foglia.
Essenzialmente il miglior sistema consiste nel togliere una dionea dal
vaso, aprire il pane di terra, e prendere una foglia tirandola verso il
basso, come nel disegno qui sotto.

Piegata verso il basso, la foglia non si spezzerà a metà (essendo il


picciolo molto elastico), ma si staccherà dal rizoma portandosi dietro il
suo prezioso tessuto basale.

Certo, nessuno tirerebbe fuori dal vaso una dionea in pieno periodo
vegetativo, con il rischio di danneggiarne le radici e rallentarne quindi
la crescita per settimane o mesi. Sarebbe molto migliore se si potesse
ottenere lo stesso risultato senza dover toccare vaso, terra o rizoma.
Esiste un sistema molto efficace a questo proposito. Tutto quello che vi
serve, è un pezzetto di plastica flessibile, sul tipo di quella usata per i
cartellini. Sagomate con una forbice una linguetta di plastica larga
mezzo centimetro, e rendetela ben appuntita. Forse un disegno e un
paio di foto aiutano.

Nel disegno, la parte rossa è la linguetta flessibile che, infilata tra la


foglia e il rizoma, e spinta verso il basso, produce la separazione della
foglia dal rizoma. Se la linguetta è flessibile e ben appuntita,
s’insinuerà in profondità e il taglio sara' netto e preciso.
Nota

Ecco due esempi di questa tecnica molto


efficace per ottenere delle foglie di dionea
complete di tessuto basale senza bisogno di
disturbare la pianta.

Prendete la linguetta di plastica che avete


appena preparato, e infilatela delicatamente
tra l'ascella di una bella foglia e il resto della
pianta. Spingetela verso il basso, lentamente
ma con decisione, facendo in modo che la
punta della linguetta raggiunga il punto
d’inserzione della foglia nel rizoma e lo laceri.
Spingete finché sentite cedere. Se siete
convinti di esserci riusciti provate a estrarre la
foglia delicatamente. Non tirate! Se la foglia è
separata dal rizoma ed è libera, si lascerà
estrarre senza problemi, altrimenti vuol dire
che è ancora attaccata al rizoma, quindi
ripetete l'operazione.
Ok, in ogni modo abbiate fatto, dovreste ora avere in mano una bella
foglia di dionea. Controllate bene che alla base della foglia ci sia del
tessuto bianco o comunque chiaro.
Ecco come dovrebbe presentarsi la vostra
foglia, futura generatrice di dionee...
Questa foglia in particolare è venuta anche
troppo bene, nel senso che se vedete alla base
della foglia è presente un peduncolo giallino,
che è appunto una parte del tessuto che ci
interessa.
Se non ve ne viene cosi' tanto, non disperatevi
basta la parte bianca alla base della foglia con
una minima, invisibile quantità di tessuto.
Raccomandazione: da quando avete la foglia, ricordatevi di tenerla
umida o bagnata finché non è piantata, perche', specialmente se state
operando al sole, una foglia isolata dal resto della pianta si disidrata (e
muore) nel giro di pochi minuti! In caso, ad esempio, avvolgetela in un
panno-carta bagnato.

Piantare la talea

Ed ecco entrare in gioco lo sfagno. Ora, prendetene alcune fibre, una


manciatina, e sistematele in un vaso, o in un contenitore. Poi,
prendete la foglia di dionea, sciacquatela delicatamente, e mettetene
la base tra le fibre di sfagno vivo, immergetela per un centimetro
circa. Dopo di che, mettete il tutto in una posizione ben illuminata ma
non in sole pieno.
Taglia via la trappola (adesso ne parliamo), e
sistema la base della foglia nello sfagno vivo.
Lo sfagno è appoggiato su un fondo di torba e
perlite. Lo sfagno, infatti, non dovrebbe essere
fradicio (pena la morte della talea) ma solo
umido. Ecco perche' non è posto direttamente
in acqua ma sulla torba. Chiaramente poi il
vasetto con la torba, quello si sara' messo in
acqua, ma sempre e comunque in modo da
garantire una buona umidità ma non
allagamento.
Con il tempo, la talea lentamente avvizzirà, perché il meristema
crescendo, "prosciuga" il materiale cellulare dalla foglia
concentrandolo nella plantula in crescita. Quest’avvizzimento di solito
inizia dall'estremità' della trappola procedendo lentamente verso la
base.
In condizioni ottimali, le plantule sono già grandi e con diverse piccole
trappole prima che l'avvizzimento raggiunga la parte basale della
talea, che forma invece una specie di tessuto indurito simile a un callo.

In casi di eccessiva (o insufficiente) umidità, però, l'avvizzimento è


causato dalle condizioni ambientali, e la talea diventa nera in una o
due settimane. In questo caso non c'e' il tempo per il meristema di
formare nuove plantule e il tutto avvizzisce senza produrre nulla.

Anche qui, lo sfagno vivo è l'indicatore perfetto. Solitamente


l'ambiente ideale è in zona illuminata (ma non in sole diretto), con lo
sfagno umido ma non fradicio. Al tatto lo sfagno deve sembrare fresco
e umido, ma le mani devono restare asciutte. Se invece le mani si
bagnano, l'umidita' è eccessiva. Se le punte dello sfagno diventano
bianche, l'umidita' è troppo bassa.

Venendo ora al taglio o meno della trappola ci sono due scuole di


pensiero: tagliarla e lasciarla. Ci sono, come sempre, pro e contro in
entrambi i casi.

Tagliare: limita la traspirazione della foglia, aiutando a mantenere


un piu' corretto equilibrio idrico. Ne limita lo stress dovuto
all'apertura/chiusura della trappola. Inoltre, senza trappola, la foglia
non può catturare insetti e si evita che ci sia accumulo di azoto
(derivante dalla cattura e digestione della preda) che potrebbe
nuocere alla talea.
Lasciare: la trappola rappresenta una notevole superficie
fotosintetizzante, che può fornire piu' energia alla talea. Inoltre,
rappresenta un maggiore deposito di materiale biologico da cui
attingere, e ritarda l'avvizzimento della talea.
Con la trappola si ottengono plantule leggermente piu' grandi ma la
talea con trappola è piu' soggetta a pericolo di marcescenza. Al
momento io preferisco lasciare la trappola per le prime 1-2 settimane
e poi toglierla appena da' segni di avvizzimento.
Decidete voi. Se azzeccate le condizioni ideali, otterrete molte belle
plantule a prescindere dalla presenza o meno della trappola.

Proliferazione cellulare

manda avanti le lancette dell'orologio di una o due settimane.


Che accade?

Ecco, la foglia della dionea, dopo una decina di


giorni.
Concentriamoci sull'aspetto della talea, prima
di tutto. La base della foglia è di un bel colore
chiaro, tendente appena al rosa e non al
verde. Cio' perché questa in particolare è una
talea di Dionaea muscipula 'Akai Ryu' o Drago
Rosso di tipico colore rosso.
Non ci sono parti nere, ne’secche ne'
marroncine. Il tessuto è bell’asciutto, non è
fradicio.
Concentriamoci ora sulla base della talea.
A nessuno è sfuggito quella specie di
"bottone".

Diamoci una zoomata, e guardiamolo bene. E'


una massa di tessuto caotico e disorganizzato,
che si è formata DOPO la separazione della
foglia dal rizoma.

Se guardate la zoomata a pieno schermo,


vedrete che in questo stadio il tessuto non è
organizzato in nessuna forma regolare o
simmetrica. E' una specie di massa caotica.
In realtà a ben guardare c'e' una specie di
"dente" rosso scuro in basso, probabilmente la
zona dove il tessuto sta prendendo
un'organizzazione piu' ordinata.

Lasciamo passare 4-5 giorni...

Meristema visibile

Ecco quello che ho trovato sotto il mucchietto di sfagno dopo


qualche giorno. La foglia, ben inteso, era ancora completamente
verde (o per meglio dire, rossa). La trappola l'avevo rimossa
perche' avvizzita.
Ecco la foglia... come si può facilmente vedere
alla base della foglia non c'e' piu' un tessuto
completamente caotico e disorganizzato, ma
c'e' un vero e proprio abbozzo a triangolo,
simmetrico, ordinato, completamente
organizzato.
Quel piccolo schittino da meno di un
millimetro è il meristema. E il segreto di tutta
l'arte di riprodurre le piante (qualsiasi pianta)
sta tutto là. Guardiamolo meglio...

. Molti probabilmente non noteranno una fava


ma questa foto riprende in pieno un
meristema al suo primo stadio di sviluppo...
per intenderci quello che
nel capitoletto "Meristemi" sopra nella pagina
"Generalità sulla moltiplicazione" è, nel
disegno, il secondo a partire dall'alto, con la
tipica struttura triforcata.

Per non parlare del fatto che il meristema in


questione era grande poco meno di un
millimetro!

Ok, andiamo in avanti di un’altra settimana o due...

Plantula

Dopo circa un'altra settimana, ecco la situazione...


La foglia ha iniziato a essere assorbita,
partendo dalla parte distale (cioè dalla parte
dov'era attaccata la trappola), e ad avvizzire.
Come vedete, la parte l'avvizzimento è
arrivato piu' o meno a metà lunghezza della
foglia, e si può vedere perche' ben distinto. La
parte viva è ancora rossa/rosa, mentre quella
avvizzita è grigio/marroncina. Fortunatamente
non è nera. Ricordiamoci che nero e bagnato è
male (troppa umidità: marcescenza). Grigio
scuro/marroncino e secco è bene.
Contemporaneamente il meristema alla base
si è organizzato in maniera sempre piu'
completa e gli abbozzi fogliari si sono allungati
fino a formare delle foglie riconoscibili.
In questo stadio sono visibili solo foglie. Non ci sono ancora radichette
e la plantula è ancora saldamente legata alla vecchia foglia. Quando si
è in queste condizioni, non si può ancora staccare la plantula e
provare a darle vita autonoma. Dobbiamo aspettare ancora un po'...
Dopo circa altre 2 settimane, ecco la situazione...

La foglia vecchia è completamente seccata, a parte la base che si è


indurita in una specie di callo grinzoso e biancastro (nella foto non
c'e'). La plantula era già staccata dalla foglia vecchia e aveva già
radichette autonome, quindi l'ho separata, fotografata e rinvasata a
parte.

Questa è la plantula, staccata dalla base della


foglia. La dimensione della plantula è di circa
quattro centimetri, e l'ho messa in fianco alla
trappola di una dionea adulta per paragonare
le dimensioni.

Come vedete, la plantula è completamente


formata, ha foglie assolutamente perfette, ha
già addirittura formato un piccolo rizoma
biancastro e radichette.
L'unico rammarico: ce n'e' venuta una sola. A volte, come detto, se ne
possono formare 2-3 o fino a sei, e spesso la base della foglia vecchia,
indurita, può continuare a sfornare plantule per 2-3 mesi.

Il problema, è qui ho usato una foglia di una pianta non grandissima


ed era già estate avanzata.
Tutte le piantine che vedete hanno un anno
d'età, e sono tutte originate da talee di foglia.

Nella foto se ne contano piu' di una dozzina, di


varie dimensioni, alcune addirittura adulte
(con foglie da 10 cm).
Succo del discorso è che tutte le piante che
erano in questo vaso, una trentina forse, sono
nate da sei, dico sei talee di foglia che avevo
fatto a fine aprile 98 partendo da 3 piante.
Già, 30 piante da 6 fogliette.
Calcolando che ogni pianta adulta di dionea produce molte decine di
foglie in un anno, e che se fatta bene una talea di foglia può generare
in media 3-4 piantine, potete capire che la quantità di dionee che si
possono ottenere in pochi mesi e' davvero notevole.

Posso raccogliere le dionee in natura?

Assolutamente no.
Le dionee sono in via di estinzione in natura e non è alcuna
giustificazione alla loro raccolta in campo, specialmente dal momento
che le piante sono cosi' facilmente reperibili presso molti vivai in rete
e non.
A dire il vero, se stai pensando di raccogliere delle piante in natura,
preparati a sganciare un bel po' di soldi in multe perche' si tratta di
una pratica illegale.

Ordinamento dello stato del Nord Carolina sulle piante


carnivore rare (risale alle idi di Marzo del 1996---sarebbe gradito un
aggiornamento)
Sarracenia oreophila, S. jonesii (S. rubra subsp. jonesii), Dionaea
muscipula (Venus flytrap), e Utricularia olivacea sono specie protette
dalla legge tramite l'Atto per la protezione e la conservazione delle
piante del Nord Carolina. Questa legge è applicata dal Programma di
conservazione delle piante presso il Dipartimento dell'Agricoltura del
Nord Carolina. Esso stabilisce che è illegale "possedere qualsiasi
pianta protetta, o parte di essa, che sia stata ottenuta nella violazione
di quest’articolo o di qualsiasi ordinamento ottenuta in seguito ad
esso".

I trasgressori incriminati sono multati dai 100 ai 500 dollari per la


prima infrazione, dai 500 ai 1000 dollari per le infrazioni successive. "
Ogni azione illegale di distribuzione di una pianta protetta costituirà
un’infrazione separata" dice la legge, e per infrazioni ripetute, il
tribunale può decidere che ogni giorno di violazione costituisca
un’infrazione separata. Inoltre per la seconda e le successive
infrazioni, il Consiglio per la conservazione delle piante può imporre
una sanzione civile fino a 2000 dollari.
Le dionee sono classificate della legge come "interesse speciale" (cioè
non sono in pericolo o in via di estinzione, ma hanno diritto a una
protezione regolata perche' il loro sfruttamento potrebbe portarle alla
fase di pericolo di estinzione). Le leggi definiscono le dionee come
"qualsiasi pianta della specie Dionaea muscipula COMPRESE LE TALEE,
LE RADICI, I FRUTTI, I PROPAGULI O QUALSIASI ALTRA PARTE DELLA
PIANTA" [l'enfasi è una mia aggiunta] e dice che.
(b1) le dionee non devono essere sradicate, prese o in alcun modo
strappate o disturbate per alcun motivo dal terreno di un privato senza
un permesso scritto del proprietario, tale permesso deve avere una
data ed e' valido per non piu' di 180 giorni. Si fa eccezione per il
disturbo accidentale di piante protette in seguito ad operazioni di
agricoltura o sviluppo forestale, che non è illegale fintantoché le
piante non vengono raccolte per la vendita o per il baratto.
(b2) le dionee non devono essere sradicate, prese o in alcun modo
strappate o disturbate per alcun motivo dal suolo pubblico in Nord
Carolina senza un permesso scritto dell'ente responsabile
dell'amministrazione dei terreni in questione. [al momento nessun
ente rilascia permessi per la raccolta di piante di dionea, quindi di
fatto la dionea non può essere legalmente raccolta nel suolo pubblico.]
(b3) Il reimpianto delle dionee. Tutti quelli che raccolgono le dionee in
natura sono invitati a piantare i semi delle piante che hanno raccolto,
se ce ne sono, nelle immediate vicinanze di dove sono state trovate.
(c1) nessuno può vendere o mettere in vendita delle dionee a meno
che non siano state raccolte nel rispetto della legge, propagate da
piante o semi ottenuti in maniera legale, o raccolti dal proprio terreno.

Oltre alla necessità del permesso da parte del proprietario, chiunque


venda o esporti delle dionee ha bisogno del certificato delle piante
raccolte e/o di un certificato del gestore del vivaio rilasciato dal
dipartimento della Ag. Plant Protection Section del Nord Carolina, in
accordo con le leggi governative.
Il controllo sul campo di solito è gestito dalle forze di polizia locali,
dagli ufficiali della guardia forestale e dai ranger dei parchi. Le guardie
forestali del Nord Carolina hanno il potere di far applicare le leggi sulla
vegetazione nei territori statali e non, e si sono dedicati alacremente
alla ricerca dei "bracconieri" di dionee, poiché questa pratica ha
ridotto drasticamente o addirittura eliminato alcune popolazioni di
dionee.

Sarracenia oreophila e S. rubra subsp. jonesii sono classificate come


"specie in pericolo-interesse speciale" (E-SC) in Nord Carolina.
Entrambe le specie sono molto rare e vulnerabili e un certo numero di
enti per la difesa delle specie sta lavorando insieme proprio di questi
tempi per salvare e gestirne l'habitat e le popolazioni selvatiche.
Utricularia olivacea è classificata in Nord Carolina come "specie
minacciata". Come regola generale e' illegale prendere in natura
QUALSIASI parte (compresi i semi) di una qualsiasi specie in pericolo o
minacciata (E o T). Esiste un sistema di permessi speciali che rende
possibile a certe persone tenere queste piante in circostanze
particolari. Ci sono due tipi di permessi, uno per la conservazione o
uno per la propagazione.

Si può rilasciare un permesso di conservazione di una pianta protetta


per la raccolta da popolazioni selvatiche per scopi che aumenteranno
la possibilità di sopravvivenza della specie per studi scientifici, per la
propagazione nell'ambito di particolari progetti di ricerca, e per il
salvataggio delle piante (la misura estrema quando l'habitat sta per
essere distrutto). Chi richiede il permesso dichiara dove, cosa e
perche' deve raccogliere e quale sara' il destino finale delle piante. Si
rilasciano anche dei permessi di conservazione a orticultori casalinghi
e simili che ricevono piante di classe E o T da una fonte regolare, non
selvatica, tali permessi certificano che i titolari stanno tenendo le
piante nel rispetto della legge.
Per quanto riguarda le specie E-SC (come le due Sarracenia) e T-SC, si
possono rilasciare permessi per la propagazione di piante protette.
Queste piante possono essere legalmente propagate e vendute in
conformità a questo permesso ma SOLO quando le madri o i propaguli
provengono da una fonte regolare, non selvatica. I titolari dei permessi
registrano tutte le loro vendite e appongono delle etichette per il
commercio delle piante protette per certificarne il possesso legale.

La mia dionea sta morendo, cosa sto sbagliando?


Ecco una lista di possibili motivi sui perche' la vostra dionea non è al
massimo e alcuni suggerimenti che dovrebbero aiutarvi a tenere le
vostre dionee felici, enormi e in salute:

1) La pianta potrebbe voler entrare in dormienza. Lasciatela


dormire d'inverno, tenetela al fresco e con il terreno umido ma non
bagnato. In primavera tornerà a crescere.

2) Il vaso forse è troppo piccolo, e le radici stanno soffrendo.


Rinvasate in vasi da 10 o 15 centimetri di diametro, in torba acida di
sfagno.

3) Poca luce. Le dionee hanno bisogno di luce solare piena e diretta.


Non tenetele in zone ombreggiate o in casa, non sono piante da
sottobosco!
4) Disturbo alle trappole. Non toccate le trappole, non fatele
scattare, lasciatele in pace!

5) La pianta è stata fertilizzata. Questo può ucciderla in poco


tempo. Rinvasatela immediatamente!
6) Attacco di afidi. Trattatela con un antiafidi oppure lasciatela
sott'acqua per un giorno o due

Se, quando acquistate una dionea, il vaso in cui vi arriva ha strani


terricci tipo corteccia, terreni sintetici o altro, rinvasatela appena
possibile.
Il terreno delle dionee, in coltivazione, si decompone molto
velocemente a causa delle condizioni fradice in cui bisogna tenere la
pianta. Il consiglio è di rinvasare le dionee una volta ogni 2 anni, poco
prima della primavera.
Le dionee possiedono radici piuttosto lunghe, ma, quando le
comprate, queste piante sono lasciate in vasetti da 4 centimetri di
diametro. E' chiaro che le piante non prospereranno a lungo in quei
miseri vasetti. Rinvasatele in vasi da 10 o anche 15 centimetri di
diametro, perche' altrimenti le radici, arrivando al fondo stagnante del
vaso, potrebbero marcire e, in alcuni casi, uccidere la pianta.
Un'altra condizione in cui si assiste allo scurimento e alla morte della
pianta è la scarsa luce. Se coltivate la vostra dionea in un ambiente
umido e buio, marcirà, statene certi. Tenetela invece in luce piena,
anche sotto sole pieno. Datele acqua da sotto, con il solito sistema
della sottocassetta: mettete il vaso in un contenitore con un fondo
d'acqua distillata di almeno 1-2 centimetri, e state attenti che ci sia
SEMPRE almeno un centimetro d'acqua durante la stagione
vegetativa. Non usate acqua d'acquedotto o molto calcarea. Un altro
fatto cui fare attenzione: quando la pianta è tenuta in pieno sole,
apprezza un minimo di umidità (almeno un 30% di umidità relativa)
quindi evitate le zone molto ventilate o secche.
Infine, le dionee hanno bisogno di un periodo di riposo invernale,
durante il quale essere esposte a fotoperiodi piu' corti e a temperature
piu' fresche. In molte zone degli USA possono essere lasciate fuori,
d'inverno, senza troppi problemi. Al limite riparatele in qualche modo
dalle gelate. Durante il riposo invernale il terreno nel vaso dovrebbe
essere mantenuto appena umido per evitare fenomeni di
marcescenza. Se forzate le dionee a crescere continuamente (come
per esempio in un terrario in casa, sotto grolux) cresceranno sempre
meno vigorose fino a morire dopo un paio d'anni. Lasciatele, quindi,
crescere liberamente, esposte al fotoperiodo naturale. Quando, in
autunno, rallenteranno la loro crescita, riducete l'acqua nel sottovaso,
e lasciatele dormire in pace. In primavera, torneranno.

I Cultivar

Nonostante il genere Dionaea sia monospecie (esiste una sola specie


di piante del genere Dionaea, ovvero la Dionaea muscipula), l'opera di
appassionati e coltivatori ne ha creato una innumerevole quantità di
varianti: esemplari con denti corti, lunghi, fusi, a sega, con trappole a
coppa, foglie rosse, e quant'altro la fantasia possa portare.

Alcune cultivar sono state registrate, ma la maggior parte delle varietà


di Dionaea hanno nomi semplicemente convenzionali, senza aver mai
ricevuto una consacrazione ufficiale.
Sarebbe pressoché impossibile tenere qui un elenco aggiornato ed
esaustivo (per questo si rimanda all'ottimo "Carnivorous Plant Photo
Finder"). Ci si limiterà quindi per lo più a una rassegna degli esemplari
della collezione dell'autore del sito; qualora le immagini avessero
un'origine diversa verrà indicato nella didascalia.
Le varietà saranno divise in categorie come segue:
- Cultivar registrate: varietà che hanno ricevuto una registrazione
ufficiale dall'ICPS (International Carnivorous Plant Society,
Associazione Internazionale Piante Carnivore), l'autorità internazionale
competente per la registrazione delle cultivar (ICRA - International
Cultivar Registration Authority). Di queste è comunque fornito un
elenco completo anche in mancanza d’immagini o nel caso la cultivar
non faccia parte della collezione dell'autore;

- Varietà non registrate: cultivar che non hanno ricevuto una


registrazione ufficiale dall'ICPS, ma che hanno comunque una grande
diffusione presso i coltivatori e il cui nome è convenzionalmente
riconosciuto;
- Cloni: esemplari che non hanno alcuna identificazione se non presso
l'autore di questo sito (cloni do origine incerta, semine, ibridi e
quant'altro).

Cultivar Registrate

Dionaea muscipula 'Bohemian Garnet', ex 'Rex Sawtooth' (Miroslav


Srba )
Registrata:
Descrizione:
Note:

Dionaea muscipula 'Cupped Trap'


Registrata: il 30/12/2004
Descrizione: forma trappole i cui lembi sono fusi al margine distale,
apparendo come piccole coppe quando la trappola è aperta.
Note: nonostante la mutazione, le trappole sono comunque
funzionanti e capaci di catturare insetti, sebbene la loro mobilità sia
inferiore.
Dionaea muscipula 'Fused Tooth'
Registrata: il 30/12/2004
Descrizione: i denti sono fusi in blocchi compatti. Tuttavia, le trappole
primaverili hanno un aspetto normale o comunque la fusione è molto
meno pronunciata.
Note: mutazione di una coltura tissutale isolata da Thomas Carow.

Dionaea muscipula 'Wacky Traps' (B.Rice)


Registrata: il 06/12/2006
Descrizione: le trappole hanno uno sviluppo incompleto, essendo
come se i lembi ne fossero letteralmente stati ritagliate con forbici.
Varietà non Registrate
Dionaea muscipula 'Cross Teeth'
Descrizione: la caratteristica principale sono i denti delle trappole, fusi
alla base che spesso tendono a incrociarsi. Questa varietà e
comunque molto riconoscibile per la particolare forma rotondeggiante
delle trappole e per il picciolo delle trappole, con ali ridotte o assenti
anche nel periodo primaverile e spesso con superficie e margini
irregolari.
Note: una delle forme più interessanti e più diffusa fra i coltivatori.
Affini alla 'Cross Teeth' sono altre varietà, probabilmente derivanti da
questa che può quindi esserne considerata la capostipite, come la
‘Long Red Fingers’, la 'Webbed Teeth' o alcune altre varietà definite
impropriamente come 'Fused'.

Dionaea muscipula 'Cudo'


Descrizione: si tratta di una forma pigmea. Le trappole hanno una
lunghezza di circa mezzo centimetro, con una caratteristica forma
arcuata e allungata "a fagiolino".
Note: mutazione neotenica della specie. Nonostante la sua
particolarità e diverse anomalie nello sviluppo, è piuttosto vigorosa.
07 aprile 2008

Dionaea muscipula 'UK Sawtooth 1' (UK Sawtooth clone 1)


Descrizione: si caratterizza per la forma particolare dei denti, corti e
seghettati.
Note: varietà di origine incerta, pare sia una mutazione isolata in
cultura tissutale da Thomas Carow. Per maggiori dettagli si veda la
relativa discussione su CPUK.

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