Sei sulla pagina 1di 17

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI

SALERNO
Corso di Laurea in Ingegneria Civile

www.unisa
www. unisa..it

La fitodepurazione

prof . ing. Rodolf o M.A . NA POLI

dott. ing. Luigi Rizzo


l.rizzo@unisa.it

a.a. 2002/03

Introduzione

‰ La fitodepurazione è un processo di depurazione naturale.


‰ I trattamenti naturali ripropongono in un ambiente controllato
i processi fisici, ch imici e biologici che si verificano
spontaneamente nelle acque, nel terreno, nelle piante, nei
microrganis mi e nell’at mosfera dell’ambiente naturale
‰ Gli imp ianti di fitodepurazione sono anche definiti “aree
umide artificiali” (constructed wetlands).
‰ Gli imp ianti di fitodepurazione sono costituiti da:
9 bacini poco profondi, a lungo tempo di detenzione idraulica;
9 materiale granulare inerte (terreno, ghiaia, sabbia lavata);
9 piante acquatiche (macrofite) in grado di tollerare condizioni di
saturazione d’acqua e di riprodurre i naturali processi autodepurativi
delle zone umide. 2

1
Le macrofite

‰ Macrofite g alleggianti
9 dotate di apparato radicale
ƒ Eichornia crassipes (giacinti d’acqua)
ƒ Hydrocotyle umbellata (soldanelle)
ƒ Hydrocotyle rannuncoloides (ranuncoli d’acqua)
ƒ Pistia stratiotes (lattughe d’acqua)
9 scarsamente dotate di apparato radicale
ƒ Lemnacee: Lemna, Spirodela, Wolffia (lenticchie d’acqua)
ƒ Trapa (castagna d’acqua)

Le macrofite

Macrofite galleggianti dotate di apparato radicale (1/2)

soldanelle (Hydrocotyle umbellata)


giacinti d’acqua (Eichornia crassipes)
4

2
Le macrofite

Macrofite galleggianti dotate di apparato radicale (2/2)

ranuncoli d’acqua lattughe d’acqua


(Hydrocotyle ranuncoloides) (Pistia stratiotes)
5

Le macrofite

Macrofite galleggianti scarsamente dotate di apparato radicale

lenticchie d’acqua

3
Le macrofite

‰Macrofite radicate
9emergenti
ƒPhragmites australis (cannucce di palude)
ƒScirpus lacustris (giunchi di palude)
ƒTypha latifolia (mazzesorde, mazze di tamburo, stiance)
ƒCarex acutiformis (carice)
ƒIris pseudacorus (iris, gladiolo delle paludi, giglio giallo)
9sommerse
ƒEgeria densa (egeria)
ƒElodea canadensis (peste d’acqua)

Le macrofite

Macrofite radicate emergenti

giunchi di palude (Scirpus lacustris)

canne di palude (Phragmites australis)


8

4
Le macrofite

Macrofite radicate sommerse

peste d’acqua (Elodea canadensis) egeria (Egeria densa)


9

Le macrofite

‰L’azione delle macro fite si esplica attraverso il trasferimento


di ossigeno verso il fondo del bacino tramite gli apparati
radicali e rizo matosi e fornendo, al di sotto del livello
dell’acqua, una superficie d i supporto per l’adesione dei
microrganis mi responsabili dei processi biologici.
‰Le macrofite sono morfologicamente adatte alla crescita in
terreni saturi grazie alle loro amp ie cavità interne che
consentono il trasporto dell’ossigeno prelevato dall’at mosfera
verso gli apparati radicali e rizo matosi.
‰L’ossigeno che si diffonde verso le radici favorisce la
colonizzazione di batteri aerobi a contatto con le radici e con i
rizo mi. Nelle zone adiacenti del terreno si sviluppano, invece,
batteri anaerobi. 10

5
Le macrofite

Parametri caratteristici delle macrofite ai fini del trattamento

Tipi d i macrofite Massima altezza Massima estensione Note ulteriori Impieghi


vitale di sommersione dell’apparato radicale
Canne di palude 1,50 m 0,60 m possono vivere anche sia nei sistemi a
( Phragmites sotto il p.c. in presenza di superficie d’acqua
austr alis) superfici idriche lib era che nei sistemi
profo nd e 0,50 m a flu sso sotterraneo
rispetto al p.c.
Giunchi di palude 0,25 m 0,75 m - preferib ilmente nei
( Scirpus lacustris) sotto il p.c. sistemi a fluss o
sotterraneo
Stiance 1,50 m 0,30 m - preferib ilmente nei
( Typha latifolia) sotto il p.c. sistemi a s uperficie
d’acqua libera

11

Le macrofite

Principali funzioni svolte dalle macrofite


Parti della pianta acquatica Fu nzione svolta nel processo
Tessuto aereo (fuori • Attenuazione della luce → riduzione della crescita del fitoplancton
dall’acqua) • Influenza s ul microclima → iso lamento durante l’inverno
• Riduzio ne della velocità d el vento → riduzione dei fenomeni di scouring
• Conferimento di un aspetto esteticamente apprezzabile al sistema
• Assimilazio ne dei nutrienti
Tessuto immerso in acqua • Effetto d i filtrazione → intercettazione dei solidi sospesi di maggiori d imensioni
• Riduzio ne della velocità d ella corrente → incremento d el tasso d i sedimentazione,
riduzione d ei fenomeni di scouring
• Disponibilità di s uperfici per la formazione del biofilm
• Sviluppo della fotosintesi clorofilliana → incremento d ella degradazione aerobica
• Assimilazio ne dei nutrienti
Apparato radicale e rizomatoso • Stabilizzazione della superficie del mezzo filtrante → minore erosione
nel mezzo • Prevenzione delle occlusioni del mezzo filtrante nei s istemi a flusso verticale
• Il rilascio di ossigeno attraverso le radici ed i rizomi favorisce il processo di
nitrificazione
• Assimilazio ne di nutrienti
12

6
Tipologie impiantistiche

‰ Sistemi con macro fite galleggianti (o sistemi ad acquacoltura


con macrofite galleggianti).
‰ Sistemi con macro fite radicate emergenti:
9 a flusso superficiale (o a superficie d’acqua libera) (FWS – Free
Water Surface).
9 a flusso subsuperficiale (o a flusso sommerso) (SFS – Subsurface
Flow System):
ƒ a flusso subsuperficiale orizzontale (SFS-H);
ƒ a flusso subsuperficiale verticale (SFS- V).
‰ Sistemi con macro fite radicate sommerse.
‰ Sistemi mu ltistadio.
13

Tipologie impiantistiche: sistemi con


macrofite galleggianti

‰ Consistono in bacini poco profondi o canalizzazioni con fondo


ricoperto da geomembrane, co lonizzate da idrofite galleggianti.
‰ Sono denominati anche sistemi d i depurazione ad acquacoltura.
‰ Le p iante acquatiche maggiormente utilizzate sono:
9il Giacinto d’acqua (Eichornia Crassipes): è una specie dotata di un
elevato tasso di crescita e di moltiplicazione;
9le diverse specie di Lenticchia d’acqua o Lemna (Lemna, Spirodela,
Wolffia): hanno dimensioni di qualche millimetro, sono scarsamente
dotate di apparato radicale e resistenti alle basse temperature sino ad
una soglia minima di 6-7 °C, al di sotto della quale entrano in latenza,
per poi riprendere la crescita non appena la temperatura aumenta.
14

7
Tipologie impiantistiche: sistemi con
macrofite galleggianti

15

Tipologie impiantistiche: sistemi FWS

‰ Simu lano i p rocessi


biologici delle aree u mide
naturali.
‰ Sono realizzati con bacini
poco profondi o da h
canalizzazioni dove la
superficie dell’acqua è
esposta all’at mosfera ed il
suolo, costantemente
sommerso, costituisce il
supporto per le radici delle
piante emergenti.
16

8
Tipologie impiantistiche: sistemi FWS

Parametri di progetto di un i mpi anto FWS

Parametro Trattamento secondario Trattamento terziario


Specchio d'acqua/area vegetata 0÷ 30% 40÷ 60%
Altezza del livello Phragmites 10 ÷25 cm -
d'acqua (h) Typha 10 ÷40 cm 40 ÷60 cm
Scirpus 10 ÷40 cm 40÷ 100 cm
2 2
Superficie specifica 20÷ 40 m /AE 4 ÷20 m /AE
• tempo di detenzione idraulica = 5÷15 d
• rapporto lunghezza/larghezza = 10:1
• pendenza della superficie di fondo = 0,5%
• profondità del mezzo di supporto delle macrofite = 20÷ 30 cm

17

Tipologie impiantistiche: sistemi SFS-H

‰ Bacini di forma rettangolare, a fondo impermeabilizzato, riempiti con


mezzo granulare che :
9funge da supporto per la vegetazione delle macrofite;
9funge da filtro per il liquame;
9fornisce un’ulteriore superficie per l’adesione del film biologico in
aggiunta a quella degli apparati radicali e rizomatosi delle piante
acquatiche;
‰ Nelle sezioni iniziali viene posato materiale granulare a maggiore
pezzatura e quindi con maggiore permeabilità;
‰ Identica soluzione si adotta per la zona terminale del sistema, dove,
all’interno del mezzo drenante, si dispone una tubazione forata
trasversale al flusso e connessa al pozzetto di scarico. In quest’ultimo
deve essere alloggiata una tubazione verticale dotata di un dispositivo
che ne consenta di regolare l’altezza allo scopo di ottenere l’eventuale
allagamento della superficie vegetata ed il completo svuotamento del
18
bacino.

9
Tipologie impiantistiche: sistemi SFS-H

‰ Il liquame sversato sulla superficie del mezzo granulare penetra in


profondità per poi attraversare il mezzo con direzione orizzontale verso il
sistema di drenaggio disposto in corrispondenza della zona di uscita.
‰ Durante questo percorso le acque reflue vengono depurate grazie
all’azione combinata di diversi processi:
9intercettazione dei solidi sedimentabili di maggiori dimensioni da
parte del mezzo granulare;
9assimilazione e degradazione della sostanza organica da parte dei
microrganismi che aderiscono a formare un film biologico sia sulle
radici e sui rizomi delle macrofite, sia sulla superficie del mezzo
granulare;
9conversione dell’azoto nitrico in azoto gassoso (denitrificazione).
‰ Le piante acquatiche principalmente utilizzate per questi sistemi sono la
cannuccia di palude (Phragmites australis), il giunco di palude (Scirpus
lacustris) e la stiancia (Typha latifolia).
19

Tipologie impiantistiche: sistemi SFS-H

20

10
Tipologie impiantistiche: sistemi SFS-H

Parametro Specifiche 2tecniche


Impiego di area • 4÷6 m /A.E. (con i valori minori per i climi più caldi e per le applicazioni
prevalentemente estive) per l’utilizzo come trattamento secondario
• 0,5÷1 m2/A.E. per l’utilizzo come trattamento terziario
Carico organico • < 15,0 g/(m2 d)
Tempo di detenzione idraulica • >4 d
Superficie di fondo dei letti • Impermeabilizzata con l’ausilio di geomembrane
• Pendenza = 0,5÷1% (ottenuta con uno strato di sabbia sottostante la
geomembrana)
Substrato inerte • Profondità = 0,5÷0,8 m
• Escursione massima della profondità tra l’ingresso e l’uscita = 0,30 m
• Natura del materiale = ghiaia o pietrisco lavato
− Diametro = 3÷16 mm
− Porosità = 0,3÷0,45
-1 -1
− Permeabilità = 1 × 10 ÷ 3 × 10 cm/s
• Ghiaia grossolana nelle sezioni iniziali e di efflusso
Rapporto lunghezza/larghezza • 0,5:1÷4:1
Carico idraulico superficiale • < 40 ÷50 mm/d ( ≡ 40÷50 litri/m2 /d) per i trattamenti secondari
2
• < 200 mm/d (≡ 200 litri/m /d) per i trattamenti terziari
Tubazioni di deflusso • Diametro tubazione ≥100 mm
• Diametro fori tubazione = 10 mm 21

Tipologie impiantistiche: sistemi SFS-V

‰ sono costituiti da bacini impermeabilizzati di forma rettangolare riempiti con


un mezzo granulare a gradiente verticale crescente, vegetati con piante
acquatiche;
‰ il loro funzionamento è di tipo discontinuo e procede attraverso cicli di carico
e successivo deflusso del liquame attraverso il mezzo filtrante fino al
completo svuotamento del bacino;
‰ le acque reflue alimentate sulla superficie superiore del letto percolano
attraverso il mezzo verso il fondo del bacino sul quale deve essere previsto un
sistema di drenaggio, realizzato mediante una rete di tubi forati;
‰ con il procedere dello svuotamento del mezzo granulare, lo spazio
inizialmente occupato dall’acqua viene progressivamente sostituito dall’aria.
‰ una volta completamente svuotato il sistema, con il nuovo carico, l’ondata di
liquame tende ad intrappolare l’aria e questo, unitamente all’aerazione
provocata dal rapido flusso attraverso il sistema, determina una discreta
ossigenazione con la possibilità di ottenere, oltre alla rimozione della
sostanza organica, anche una buona nitrificazione. 22

11
Tipologie impiantistiche: sistemi SFS-V

23

Tipologie impiantistiche: sistemi SFS-V

Parametro Specifiche tecniche


Impiego di area • 1 m2/A.E. per la rimozione del solo BOD
2
• 1÷2 m /A.E. per finissaggio
• 2÷3 m2/A.E. per la rimozione di BOD e per la nitrificazione (con i valori minori
per i climi più caldi e per le applicazioni prevalentemente estive)
Substrato inerte • Profondità 60÷100 cm
− Materiale granulare con diametro crescente dall’alto verso il basso (sabbia,
ghiaia 6 mm, ghiaia 12 mm, ghiaia 30÷60 mm)
Carico idraulico superficiale • < 60 mm/d ( ≡60 litri/m2 /d)
Alimentazione • Discontinua con stazione di sollevamento o con sistema dotato di sifone
2
autoadescante con caricamento singolo ≤ 10 litri/(m d)
• Il caricamento del liquame sul letto deve essere uniforme
Dispositivo di drenaggio • Tubi drenanti del diametro di 100 mm, con fori da 10 mm, disposti ad interasse
di circa 2 m, collegati ad un condotto di raccolta disposto ortogonalmente

24

12
Schemi di processo

Influente Influente

a) Vasca b) Vasca
Imhoff Imhoff
Eventuale Ricircolo

Rimozione BOD
SFS-H SFS-V Nitrificazione
e Denitrificazione

Rimozione BOD
SFS-V Nitrificazione SFS-H e Denitrificazione

Effluente Effluente

25

Vantaggi e svantaggi degli impia nti di


fitodepurazione rispetto a que lli convenziona li

VANTAGGI SVANTAGGI
• ridotti costi d’impianto • elevata produzione di vegetazione da
• ridotti costi di gestione rimuovere e smaltire periodicamente
• assenza di consumi energetici • maggiore necessità di aree
• gestibili da personale non • diminuzione delle efficienze
specializzato depurative nei periodi freddi
• ridotta manutenzione • difficoltà ad essere usati nei climi
• maggiore flessibilità nei confronti di rigidi
variazioni del carico idraulico e del • possibile sviluppo di cattivi odori
carico organico rispetto a trattamenti • possibile proliferazione di insetti e
tecnologici presenza di ratti
• riduzione delle portate da trattare
grazie ai fenomeni di
evapotraspirazione
26

13
Gestione degli impianti di fitodepurazione

‰ La gestione degli impianti d i fitodepurazione può essere affidata a


personale non specializzato.
‰ La gestione ordinaria può essere effettuata con:
9il controllo del processo di sviluppo delle macrofite, e la rimozione e lo
smaltimento periodico della vegetazione;
9il controllo del processo di interrimento;
9il controllo della funzionalità delle opere idrauliche accessorie (sistemi di
distribuzione, raccolta e scarico, stazioni di sollevamento o sistemi di
carico);
9il controllo della proliferazione di zanzare e dello sviluppo di cattivi odori;
9il monitoraggio della qualità (BOD5 , COD, T SS, T KN, NO2 -, NO3 -, etc.)
dell’influente e dell’effluente;
9il monitoraggio del tempo di detenzione idraulica effettivo (generalmente
diverso dal tempo di detenzione nominale);
27
9il controllo del livello dell’acqua all’interno del bacino.

Gestione degli impianti di fitodepurazione

Controllo e gestione di un i mpi anto di fitodepurazione

Operazioni o elementi da controllare Frequenza del controllo


• sistema di distribuzione Quindicinale
• sistema di raccolta e scarico
• livello idrico nei bacini
• funzionamento di eventuali apparecchiature elettromeccaniche
o sifoni autoadescanti
• verifica della presenza di fango nel trattamento primario per Trimestrale
valutarne l’eventuale rimozione
• potatura delle macrofite Annuale

28

14
Fasi costruttive di un impianto di
fitodepurazione

1 2

3 4

29

Diffusione de gli impianti di fitodepurazione

Evoluzione nel tempo del numero di impianti di fitodepurazione


realizzati in Italia.

150
125
N° di impianti

100
75
50
25
0
1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000

30

15
Diffusione de gli impianti di fitodepurazione

Lombardia: 10 (6,8%) Friuli Venezia Giulia: 14 (5,5%)

Piemo nte: 6 (4,1%)

Veneto: 69 (47%)
Liguria: 1 (0,7%) Emilia Romagna: 14 (9,6%)

Toscana: 23 (15,8%) Marche: 2 (1 ,4%)

Lazio: 5 (3,4%) Umbria: 4 (2 ,7%)

Sardegna: 3 (2,1%)

31

D.Lgs 152/99: eleme nti di inte resse pe r la


fitodepurazione

‰ Art. 3 - Competenze
‰ Allegato 5 - Tabella 1 del Capo 1: scarichi in corpi
d’acqua superficiali
‰ Allegato 5 - Capoverso 2 del Capo 2:Scarichi sul suolo
‰ Allegato 5 - Capoverso 5 del Capo 3: Indicazi oni generali

32

16
D.Lgs 152/99: allegato 5 - Indicazioni
genera li

…Tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue


urbane, con potenzialità superiore a 2.000 ab itanti
equivalenti, ad esclusione degli imp ianti di trattamento
che applicano tecnologie depurative di tipo naturale quali
la fitodepurazione e il lagunaggio, dovranno essere dotati
di un trattamento di disinfezione da utilizzarsi in caso di
eventuali emergenze relative a situazioni di rischio
sanitario ovvero per garantire il raggiungimento degli
obiettivi di qualità ambientali o g li usi in atto del corpo
idrico recettore…
33

D.Lgs 152/99: eleme nti di inte resse pe r la


fitodepurazione

Tipo di agglomerato Ricorso alla fitodepurazione Limiti da rispettare


A.E. < 50 - Valori limite definiti dalle Regioni
(Allegato 5, punto 1.1)
50 ≤ A.E. ≤ 2.000 È ritenuto auspicabile (Allegato 5, Valori limite definiti dalle Regioni
punto 3) (Allegato 5, punto 1.1)
2.000 < A.E. ≤ 25.000 Si presta anche a soluzioni integrate Limiti della tabella 1 (Allegato 5,
con impianti a fanghi atti o a punto 3) (*)
biomassa adesa, a valle del
trattamento, con funzione di
affinamento (Allegato 5, punto 3)
A.E. > 25.000 - Limiti della tabella 1 (Allegato 5,
punto 1.1) (*)
Popolazione equivalente Considerato adatto se il trattamento Limiti della tabella 1 (Allegato 5,
fluttuante > 30% è opportunamente dimensionato e punto 3) (*)
popolazione residente laddove le caratteristiche territoriali
e climatiche lo consentano (Allegato
5, punto 3)

34

17

Potrebbero piacerti anche