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Lillo La Chiusa

Guida completa al riconoscimento dei

Funghi
Progetto grafico, impaginazione e redazione
Redint studio, Milano

Disegni e fotografie
Lillo La Chiusa

Copertina
tutte le immagini sono di Lillo La Chiusa

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© 2014 Giunti Editore S.p.A.


Via Bolognese 165 - 50139 Firenze - Italia
Via G.B. Pirelli 30 - 20124 Milano - Italia

ISBN: 9788841221365

Prima edizione digitale: luglio 2020


Introduzione

Con questo volume è mia intenzione fornire al lettore, in forma chiara e semplifcata ma
rigorosamente scientifca, le principali informazioni indispensabili per iniziare lo studio
di questa non facile materia, fnalizzato al riconoscimento dei funghi.
Il testo inizia con degli appunti sui funghi in generale, con particolare riguardo alla loro
classifcazione e morfologia. Segue un maggiore approfondimento sui funghi a lamelle,
motivato dal fatto che essi costituiscono la maggior parte dei funghi che generalmen-
te s’incontrano nei boschi, nei prati ecc. In questa trattazione, oltre alla descrizione e
rappresentazione grafca dei caratteri macro e microscopici, sono descritti tutti i generi
più comuni dei funghi a lamelle, con accanto un disegno al tratto del portamento delle
principali specie che lo costituiscono. In calce alla descrizione di ogni genere, nelle note,
sono evidenziati i caratteri peculiari che permettono di distinguere i generi vicini, anche
quelli poco comuni.
Segue la parte iconografca e descrittiva composta di 250 schede di funghi, selezionati
con l’obiettivo di considerare più generi possibili attraverso la presentazione delle specie
più comuni.
Personalmente ho raccolto, fotografato e determinato tutte le specie presentate in questo
libro, talora in compagnia di amici micologi, compagni di numerose escursioni nei bo-
schi, ai quali sono molto grato, principalmente per le entusiaste e costruttive discussioni
micologiche.
Chiude questo lavoro un glossario micologico, indispensabile per conoscere il signifcato
dei termini tecnici usati in questo e in altri testi di micologia.
Con la speranza che questo libro sia, almeno per qualcuno, utile e di valido aiuto.

L’Autore

Introduzione 5
Avvertenza

I generi più comuni dei funghi con imenoforo a lamelle si possono riconoscere, generalmente,
anche con il solo uso dei caratteri macroscopici (morfologici, cromatici, organolettici ed eco-
logici). L’ordinamento di presentazione è lo stesso di quello in Guida alla determinazione dei funghi
vol. 1, di M. Moser (1980, ed. italiana), con la sola variante di disporre i generi all’interno
della propria famiglia in ordine alfabetico.
Ogni genere descritto è affancato da un disegno al tratto del portamento dei principali
funghi che lo costituiscono e dalla citazione della specie tipo. Per ovvi motivi di spazio i
disegni non sono tra loro proporzionali, un’idea più precisa della loro grandezza si può
avere leggendo la descrizione della taglia; a tal proposito ricordiamo che generalmente si
ritengono di piccola taglia i carpofori con diametro del cappello minore di 4 cm, di taglia
media compreso tra 4-10 cm e di taglia grande maggiore di 10 cm.
I principali caratteri che consentono il riconoscimento di molti dei generi non descritti, di
solito costituiti da poche specie e alquanto rare, sono citati nelle note in calce alla descrizio-
ne dei generi più comuni.
Per dare un’idea dell’ampiezza di ogni genere, riportiamo indicativamente il numero di
specie che, secondo noi, più verosimilmente lo compone. Si fa presente che le specie tas-
sonomiche pubblicate in letteratura sono molte di più, ma le discordanze tra i principali
autori rendono impossibile stabilire con certezza di quante specie è composto un genere.
Le specie della sottodivisione Basidiomycotina (= basidiomiceti) sono raggruppate e ordi-
nate in famiglie seguendo la sistematica e l’ordinamento in uso in Guida alla determinazione
dei funghi vol. 1 di M. Moser (1980, ed. italiana) e vol. 2 di W. Jülich (1989, ed. italiana),
ritenuti opere fondamentali a livello mondiale; all’interno delle famiglie, presentiamo le
specie in ordine alfabetico per genere, quindi per specie.
Seguono le specie della sottodivisione Ascomycotina (= ascomiceti), ordinate in famiglie seguen-
do la sistematica e l’ordinamento in uso in Champignons de Suisse di Breitenbach e Kränzlin
(1984); all’interno delle famiglie le specie sono in ordine alfabetico per genere, poi per specie.
Ogni specie è presentata sotto forma di scheda descrittiva, così composta: dall’immagine
fotografca; da un sinonimo corrente se esiste; dalla posizione sistematica, ridotta all’or-
dine e alla famiglia di appartenenza; dalla descrizione macroscopica; dalla descrizione
microscopica delle spore e, per alcune specie, di altri elementi di rilevante importanza
per una corretta identifcazione; dall’habitat in cui è possibile rinvenire la specie in ogget-
to; dai dati di commestibilità; da note fnalizzate a evidenziare i principali caratteri che
consentono di riconoscere la specie in oggetto e quelli distintivi di specie simili facilmente
confondibili.

6 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


I funghi: che cosa sono,
come vivono

Premesso che in questo lavoro per funghi intendiamo solo quelli macroscopici, in pratica
quei miceli che producono un corpo fruttifero visibile, chiamati anche funghi superiori.
I funghi sono degli organismi eterotrof, privi di cloroflla, che per vivere necessitano
di sostanze organiche già pronte, messe a disposizione generalmente dai vegetali, detti
autotrof in virtù della capacità di costruirsi da soli le sostanze organiche necessarie alla
propria vita per mezzo del processo di fotosintesi cloroflliana. Questa fondamentale dif-
ferenza e altre ancora sono i principali motivi che hanno indotto i moderni micologi a
creare per i funghi un nuovo regno: regno Fungi.
Un fungo è composto di un tallo tipicamente flamentoso, distinto in due parti: una con
funzione vegetativa, che prende il nome di micelio, e una con funzione riproduttiva
costituita dal carpoforo, frutto portatore di spore comunemente chiamato fungo.
Il micelio è composto di numerosi flamenti, chiamati ife, singolarmente non visibili a
occhio nudo, ramifcati e immersi nel substrato (terreno, humus, legno ecc.). Esso ha il
compito di produrre il carpoforo ma lo fa solo quando si presentano le condizioni clima-
tiche ideali.
Ogni fungo ha proprie esigenze ecologiche (acidità del substrato, vegetazione circostante
ecc.) e climatiche (temperatura, umidità) per accrescersi e per fruttifcare. In genere per
ogni specie il punto di temperatura ideale per l’accrescimento miceliare è diverso rispetto
a quello di fruttifcazione.
Per riprodursi un fungo fruttifca: dal substrato emergono dei carpofori che a matura-
zione avvenuta lasciano cadere le spore che a loro volta germinano per formare il nuovo
micelio. Questo è, in sintesi, il principale modo in cui un fungo si riproduce.
Le spore sono prodotte da particolari cellule, chiamate basidi nei funghi basidiomiceti e
aschi negli ascomiceti. Queste cellule fertili sono affancate l’una all’altra formando uno
strato chiamato imenio. L’imenio è situato su di una parte del carpoforo che prende il
nome di imenoforo. L’imenoforo è morfologicamente diverso nei vari raggruppamenti
fungini: negli agarici è costituito da lamelle, nei boleti da tuboli ecc.
L’ambiente ecologico in cui cresce un fungo è detto habitat. Esso è composto dall’in-
sieme di organismi viventi e non, che si trovano nelle immediate vicinanze dal punto di
crescita del fungo interessato.
I funghi possono crescere un po’ ovunque, basta che nel substrato su cui crescono ci sia la
presenza di sostanze organiche e acqua. Si possono trovare funghi: sulle dune del mare,

I funghi: che cosa sono, come vivono 7


nei ghiaioni alpini al limitare della vegetazione, nei boschi, nei prati, su legno vivo o mor-
to, su terreno bruciato, su letame, perfno su altri funghi o su insetti ecc.
Oltre a crescere quasi in ogni luogo i funghi possono crescere in tutti i mesi dell’an-
no, ma il periodo migliore, come tutti sapranno, è compreso fra la fne dell’estate e
l’autunno, perché le precipitazioni sono più frequenti. Ovviamente questa fascia di
tempo è funzione della latitudine e dell’altitudine: in montagna e al Nord dell’Italia
i funghi crescono maggiormente nel periodo estivo e a inizio autunno, scomparendo
col sopraggiungere del gelo o della neve; in pianura, verso il mare e nel Sud dell’Italia
crescono maggiormente in autunno e si protraggono fno all’inizio dell’inverno. Alcuni
funghi crescono solo in primavera e per questo sono chiamati funghi primaverili (gene-
re Strobilurus). Ci sono anche, limitatamente a poche specie, funghi che amano crescere
nel periodo prettamente invernale (Flammulina velutipes).
Il modo con cui i funghi si procurano le sostanze necessarie per vivere non è univoco; in
funzione di ciò sono distinti in saprofti, parassiti, simbionti.

Saprofti
Sono chiamati saprofti quei funghi che si nutrono di sostanze organiche prove-
nienti da organismi morti.
I funghi saprofti hanno il compito di degradare le piante morte o parte di esse (fogliame,
rami caduti ecc.). Con la loro attività reintegrano la fertilità del terreno e impediscono un
abnorme accumulo di materiale che potrebbe ostacolare seriamente la continuità della
vita vegetativa e di conseguenza di quella di ogni animale, compreso l’uomo.
Di quanto detto è bene che il lettore faccia una rifessione, così quando si recherà nel
bosco in cerca di funghi commestibili sicuramente non prenderà a bastonate quelli che
non conosce o quelli velenosi, perché dentro di sé avrà capito l’importanza della vita dei
funghi e di ogni essere vivente.
Molti funghi saprofti sono specializzati a decomporre le lettiere di foglie cadute nei boschi:
certe specie vivono sulle foglie in decomposizione di ogni tipo di bosco (Clitocybe nebularis),
altre sono più selettive, per esempio Marasmius wynnei cresce perlopiù su quelle di faggio.
Diversi funghi saprofti sono specializzati a decomporre il legno (Bjerkandera adusta), alcuni
a decomporre altri funghi marcescenti (Volvariella surrecta), il letame (Coprinus cinereus) ecc.

Parassiti
Sono chiamati parassiti quei funghi che si sviluppano a spese di organismi viventi.
I funghi parassiti recano spesso dei danni all’ospite, a volte di notevole gravità al punto
da condurlo alla morte.
Non sempre i funghi parassiti sono in grado di superare i meccanismi di difesa dell’ospite.
Di solito attaccano e invadono le piante debilitate, molto vecchie, perché trovano una
scarsa resistenza. Tuttavia, anche piante giovani e forti possono essere parassitate; in

8 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


questi casi l’attacco avviene in prossimità di ferite: parte di tronco scorticato, superfcie
di taglio di rami, di radici ecc.
Possiamo dividere i funghi parassiti in due categorie: parassiti obbligati e parassiti facoltativi.

• Parassiti obbligati: (veri parassiti) questi funghi per potersi sviluppare necessitano di
disporre della cellula vivente dell’ospite e non potranno mai continuare a vivere, come
saprofti, sulla stessa pianta dopo la sua morte.
• Parassiti facoltativi: questi funghi possono vivere sia come parassiti su determinate
parti della pianta con cellule ancora vive sia come saprofti sui tessuti morti della stessa
pianta (Armillaria mellea).

Dal comportamento dei funghi parassiti facoltativi si evince che la distinzione fra paras-
sitismo e saproftismo non può essere netta.
Ci sono funghi parassiti, in numero molto limitato, in grado di attaccare selettivamente
una sola specie di pianta (Inonotus tamaricis cresce soltanto su tronchi di tamerice), altri,
più numerosi, in grado di attaccare più specie di piante, per esempio Ganoderma adspersum
cresce su varie specie di latifoglie, Phellinus torulosus cresce in genere su tronchi di latifoglie
ma talvolta è rinvenibile anche su conifere. Esistono anche funghi parassiti di altri funghi
(Xerocomus parasiticus cresce solo su Scleroderma citrinum).

Simbionti
Sono chiamati simbionti quei funghi che instaurano rapporti di tipo mutualistico
con organismi viventi.
L’associazione di simbiosi di tipo mutualistico, che si forma tra le ife del micelio del fungo
e le radichette terminali della pianta, è chiamata micorriza. I funghi simbionti svolgono
un’attività molto favorevole per il bosco; infatti, le piante micorrizate hanno maggiore
capacità di assorbire dal terreno, tramite le ife del fungo, acqua ed elementi minerali:
fosforo, zolfo, calcio, potassio, ferro, azoto ecc. Per questo motivo, quasi tutte le piante
esistenti in natura instaurano rapporti di simbiosi con i funghi. L’associazione è vantag-
giosa anche per i funghi: infatti, essendo incapaci di utilizzare sostanze organiche com-
plesse, utilizzano come fonte di carbonio zuccheri semplici forniti dalle piante per mezzo
dell’essudazione delle radichette. Le micorrize sono distinte in tre gruppi in funzione dei
caratteri morfologici: ectomicorrize, endomicorrize ed ecto-endomicorrize.

• Ectomicorrize: in quest’associazione le ife del fungo circondano completamente le


radichette terminali della pianta sostituendosi ai peli marginali con la formazione di
un manicotto chiamato micoclena e penetrando tra le cellule corticali delle radichette.
• Endomicorrize: in quest’associazione le ife del fungo non formano nessun manicotto
attorno alle radichette terminali della pianta ma entrano e si sviluppano all’interno
delle cellule corticali delle radichette.

I funghi: che cosa sono, come vivono 9


• Ecto-endomicorrize: quest’associazione è caratterizzata dalla contemporanea for-
mazione, da parte delle ife del fungo, di un manicotto e dalla penetrazione intracellu-
lare delle radichette.

La maggior parte delle piante forestali forma ectomicorrize con una o più specie di fun-
ghi basidiomiceti o ascomiceti. Le endomicorrize e le ecto-endomicorrize interessano
principalmente i funghi inferiori, non oggetto di nostri studi.
I funghi simbionti sono i più numerosi e assieme ai saprofti costituiscono la maggior
parte di funghi che producono un corpo fruttifero. Il loro elevato numero è giustifcato
dal fatto che “in pace si vive meglio che in guerra”: per procurarsi le sostanze di cui ne-
cessitano per vivere non devono lottare come fanno i funghi parassiti.
Alcuni funghi simbionti sono specifci di una sola specie arborea (Suillus grevillei cresce
esclusivamente sotto il larice, Gyrodon lividus solo sotto l’ontano). Molti sono simbionti di
più specie arboree e possiamo dividerli approssimativamente in tre gruppi; si ha così:
funghi simbionti solo di latifoglie (Boletus aereus), solo di conifere (Tricholoma terreum), oppu-
re di entrambi i tipi di boschi (questi ultimi sono i più numerosi).

10 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Appunti su sistematica
e nomenclatura dei funghi

Le specie fungine, come quelle vegetali o animali, sono molto numerose. Dato il cospicuo
e sempre crescente numero di specie esistenti in letteratura, gli studiosi, per comodità
di ricerca e di studio e per meglio intendersi quando si parla di funghi, hanno sentito la
necessità di mettere ordine in questo vasto raggruppamento che oggi costituisce il regno
Fungi e di darsi delle regole di nomenclatura. Allo scopo hanno creato dei “cassetti” di
diversa importanza gerarchica in cui inserire gruppi di specie aventi caratteristiche simili.
Nascono così le sistematiche e il Codice internazionale di nomenclatura bota-
nica.
Il modo con cui sistemare le specie in questi “cassetti” non è univoco, ma varia da autore
ad autore secondo la propria sensibilità nel considerare certi caratteri, posseduti dai fun-
ghi, più importanti rispetto ad altri. Ne segue che in letteratura esistono diverse sistema-
tiche in cui sono classifcati i funghi, tutte valide ma ciascuna non imponibile alle altre.
Ovviamente, in funzione al periodo storico, di conseguenza alle scoperte scientifche e
alla sensibilità individuale dell’autore, si hanno sistematiche antiche o moderne, valide e
largamente utilizzate o poco valide e scarsamente utilizzate.
Vogliamo ricordare che lo svedese E. M. Fries è considerato il progenitore della sistemati-
ca moderna, soprattutto per quanto riguarda i funghi con imenoforo a lamelle. Nel 1821
Fries, in una monumentale opera dal titolo Systema Mycologicum, classifcò nella sua siste-
matica le specie fungine con imenoforo a lamelle allora conosciute (tantissime descritte
per la prima volta dallo stesso Fries) utilizzando come carattere primario di separazione
il colore delle spore in massa.
Per schematizzare una sistematica in cui classifcare i funghi, lo studioso (tassonomista)
deve necessariamente conoscere le specie, i loro caratteri morfologici, anatomici, chimici
ecc., al fne di trovare quei caratteri da correlare ai diversi “cassetti” chiamati taxa (taxon
al singolare) i cui nomi e collocazione di rango sono obbligatoriamente previsti dal codi-
ce di nomenclatura. I principali e obbligatori ranghi di taxa in ordine discendente sono:
regno, divisione, classe, ordine, famiglia, genere, specie. Fra questi è possibile
trovare altri ranghi secondari non obbligatori ma spesso utilizzati: sottodivisione, sot-
toclasse, sottordine, sottofamiglia, tribù, sottogenere, sezione ecc.
Tutti i funghi superiori, che producono un corpo fruttifero, appartengono ai basidio-
miceti e agli ascomiceti, diversi tra loro per il modo di produrre le spore: infatti, tutti

Appunti su sistematica e nomenclatura dei funghi 11


i funghi basidiomiceti producono le spore all’esterno dei basidi, mentre tutti i funghi
ascomiceti producono le spore all’interno degli aschi.
Nella sistematica moderna, adottata dal micologo francese R. Courtecuisse (1994), i ba-
sidiomiceti e gli ascomiceti sono classifcati nel rango di sottodivisione e chiamati Basi-
diomycotina e Ascomycotina. Nelle sistematiche in cui sono classifcati nel rango di
classe sono rispettivamente denominati Basidiomycetes e Ascomycetes. In pratica la
desinenza da associare a Basidio- o ad Asco- è quella prevista per il rango (vedi esempio
in tabella a p. 14).
Il criterio di classifcazione dei funghi è in genere condiviso da tutti i tassonomisti scen-
dendo dalle divisioni fno alle sottoclassi. Notevoli diversità di opinioni si riscontrano
nella classifcazione dei funghi nei ranghi inferiori: dagli ordini ai generi e all’interno di
questi ultimi dai sottogeneri alle sezioni ecc. Più si scende nei ranghi e più aumentano le
divergenze tra le opinioni di vari autorevoli autori (in seguito AA.), non solo nel pensiero
classifcativo ma anche nel concetto di specie e nelle diverse interpretazioni di antichi
epiteti. In numerose pubblicazioni di AA., talora con incluse nuove specie, le loro diverse
opinioni contribuiscono a far aumentare il numero di sinonimi e “l’entropia” nella clas-
sifcazione dei funghi, rendendo così ancora più diffcile e confusionale lo studio di questi
meravigliosi esseri viventi: un vero ginepraio per i principianti e non solo.
In questo lavoro adottiamo una sistematica “mista”: seguiamo Courtecuisse (1994) fno
alle sottoclassi, Moser (1980 ed. italiana) e Jülich (1989 ed. italiana) per gli ordini e le
famiglie dei basidiomiceti, Breitenbach & Kränzlin (1984) per gli ascomiceti.
Per quanto riguarda il Codice internazionale di nomenclatura botanica, esso è composto
di diversi articoli, che disciplinano l’esposizione della sistematica e della nomenclatura
dei funghi.
Secondo queste regole il nome della specie deve essere scritto in latino e in forma bino-
mia: il primo nome defnisce il genere (epiteto generico) e va scritto con l’iniziale maiu-
scola, il secondo defnisce la specie (epiteto specifco) e va scritto con l’iniziale minuscola
(Macrolepiota procera). Il nome della specie è sempre seguito dal nome dell’autore che per
primo ne ha curato la pubblicazione (Cortinarius percomis Fries). Spesso compaiono più
nomi di autori e allora la questione si complica leggermente, tuttavia cercheremo di
spiegarlo.
In passato, dal 1753 fno ai primi decenni dell’Ottocento, tutti i funghi a lamelle, per que-
sta caratteristica, erano sistemati in un unico genere chiamato Agaricus. In seguito, con
l’evoluzione della micologia, gli autori incominciarono a considerare, ai fni classifcativi,
un numero sempre maggiore di caratteri. Prima solo i caratteri macroscopici (colore delle
spore in massa, inserzione delle lamelle al gambo), poi anche quelli microscopici (forma e
ornamentazione delle spore, presenza e posizione di cistidi, conformazione dell’epicute).
Sulla base di queste nuove conoscenze, l’originario genere Agaricus fu suddiviso in più
generi, di conseguenza numerose specie furono spostate dal genere Agaricus a un altro. La
creazione di nuovi generi è proseguita fno a oggi di pari passo con l’evoluzione dell’in-
dagine microscopica, con conseguente continuo spostamento di specie da un genere a un

12 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


altro. Lo spostamento di una specie da un genere a un altro prende il nome di combina-
zione. In quest’operazione il nome dell’autore che ha creato la specie in oggetto si mette
tra parentesi tonda, segue poi il nome dell’autore che ne ha curato la combinazione in
un genere diverso da quello iniziale. Per esempio: l’antico nome Agaricus marzuolus Fries
è stato in seguito combinato da Bresadola nel nuovo genere Hygrophorus diventando così
Hygrophorus marzuolus (Fries) Bresadola.
In molte specie di ascomiceti e di basidiomiceti, di antica pubblicazione, il primo nome
di autore può essere seguito da : Fries (da : Persoon per quanto riguarda i gasteromi-
ceti). I due punti Fries (lo stesso vale per i due punti Persoon) stanno a indicare che quel
nome di specie (epiteto), in base al codice di nomenclatura botanica, è sancito da Fries.
Per indicare queste sanzioni, fnalizzate a proteggere i nomi di specie adottati da Fries in
Systema Mycologicum (vol. I 1821, vol. II 1823, vol. III 1829) e in Elenchus fungorum (1828), e
da Persoon in Synopsis Methodica Fungorum (1801) (solo gasteromiceti), al congresso inter-
nazionale di Sydney (1981), si è stabilito di utilizzare il segno : seguito dal nome dell’auto-
re sanzionante. Per esempio, il gruppo di autori in Cortinarius glaucopus (Schaeffer : Fries)
S.F. Gray sta a indicare che in Systema Mycologicum (1821) Fries nel descrivere questo
fungo, pur riconoscendolo sotto diversi nomi in più opere di vari autori, sceglie di adot-
tare il nome Agaricus glaucopus pubblicato da Schaeffer, quindi sancisce e protegge Agaricus
glaucopus di Schaeffer dagli altri epiteti concorrenti; in seguito S.F. Gray sposta Agaricus
glaucopus dal genere Agaricus al genere Cortinarius, quindi effettua una combinazione. L’in-
dicazione dell’autore sanzionante (: Fr.) non è obbligatoria ma vivamente raccomandata
dal Codice di nomenclatura botanica.
Più raramente il primo nome di autore è unito a un altro per mezzo di un ex. Ciò sta a
indicare che il primo autore ha pubblicato la nuova specie in oggetto senza rispettare pie-
namente le regole imposte dal Codice di nomenclatura (nome invalidato e non utilizza-
bile), mentre è il secondo autore che in seguito rimedia colmando le omissioni commesse
dal primo autore legittimando così lo stesso nome di specie e rendendolo da quel mo-
mento valido e utilizzabile. Per esempio: Macrolepiota venenata Jacob ex Bon signifca che
Jacob aveva pubblicato la nuova specie Macrolepiota venenata senza rispettare pienamente
il Codice di nomenclatura, quindi il nome non è valido; successivamente Bon rimedia,
colmando le dimenticanze di Jacob, a rendere da quel momento valido l’epiteto venenata,
in base alle regole del Codice di nomenclatura.
Il nome, o gruppo di nomi, di autore che segue il binomio della specie in questione può
essere scritto per esteso oppure in forma abbreviata, con o senza data di pubblicazione.
In pratica si può scrivere: Cortinarius triumphans Fries, oppure Cortinarius triumphans Fr., op-
pure Cortinarius triumphans Fries 1838, oppure Cortinarius triumphans Fr. 1838.
La forma di scrittura abbreviata con data di pubblicazione è quella da noi adottata in
questo lavoro e, in base alle raccomandazioni del Codice di nomenclatura più recente
(Vienna 2005), corrispondenti alle abbreviazioni proposte in «Authors of Fungal NamesÈ,
pubblicazione rinvenibile nel sito www.indexfungorum.org.
Queste sono solo alcune delle numerose regole previste dal Codice di nomenclatura.

Appunti su sistematica e nomenclatura dei funghi 13


desinenze previste per i ranghi dei taxa
rango desinenza esempio applicato
ad Agaricus campestris
regno Fungi
divisione -mycota Amastigomycota
sottodivisione -mycotina Basidiomycotina
classe -mycetes Homobasidiomycetes
sottoclasse -mycetideae Agaricomycetideae
ordine -ales Agaricales
famiglia -aceae Agaricaceae
genere Agaricus
sottogenere Agaricus
specie Agaricus campestris
varietà Agaricus campestris
var. campestris

caratteristiche distintive dei vari taxa


sono sviluppati solo i rami che interessano i basidiomiceti fno al rango di sottoclasse
rango dei taxa caratteri distintivi
Regno Fungi Organismi eterotrof costituiti da un tallo tipica-
mente flamentoso, a ife fliformi ramifcate.
Amastigomycota Funghi superiori e inferiori, che si riproducono
per mezzo di spore fsse e senza fagello (spore non
fagellate).
Mastigomycota Funghi inferiori, che si riproducono per mezzo di
spore mobili munite di fagello (spore fagellate).
Divisione Gymnomycota Di transizione fra funghi e animali, costituiti da
un plasmodio mobile (in esso sono contenuti i
Myxomycetes).
Deuteromycota Funghi inferiori, detti imperfetti perché si riprodu-
cono in maniera agamica (non sessuata) per mezzo
di conidi.

14 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Basidiomycotina Funghi superiori, che si riproducono per mezzo
(= basidiomiceti) di spore formate all’esterno di cellule chiamate
basidi.
Sottodivisione Ascomycotina Funghi superiori, che si riproducono per mezzo
(= ascomiceti) di spore formate all’interno di cellule chiamate
aschi.
Zygomycotina Funghi inferiori.
Homobasidiomycetes Con basidi non settati e che non producono mai
spore secondarie.
Pharagmobasidiomycetes Con basidi settati (trasversalmente o longitudinal-
(+ gruppo di transizione) mente) e con possibile produzione di spore seconda-
(= eterobasidiomicei) rie a partire da altre spore. Anche con basidi forcati
a diapason (= gruppo di transizione).
Classe
Teliomycetes Con basidi settati trasversalmente e assenza di car-
poforo, il quale è sostituito da teliospore riunite in
pustole erompenti alla superfcie dell’ospite; sono
parassiti obbligati di piante superiori (si tratta degli
Ustilaginales, chiamati carboni, e le Uredinales, chia-
mati ruggini).
Agaricomycetideae Carpoforo di tipo emiangiocarpico, nel primor-
(= agarici e boleti) dio con imenio interno, protetto da un velo, poi
esposto all’esterno prima della maturazione delle
spore. Con accrescimento dell’imenio defnito (ime-
noforo a lamelle o a tuboli, carpofori stipitati, rara-
mente sessili). Ballistospore.
Aphyllophoromycetideae Carpoforo di tipo gimnocarpico, con imenio
(= aflloforali) esterno, esposto fn dall’inizio all’esterno senza nes-
suna protezione. Con accrescimento dell’imenio
Sottoclasse indefnito (imenoforo a tuboli, aculei, pliciforme,
liscio, rugoso ecc. Carpofori stipitati, sessili, espan-
so-refessi, resupinati ecc.). Perlopiù ballistospore.
Gasteromycetidae Carpoforo di tipo angiocarpico, con imenio in-
(= gasteromiceti) terno, protetto da un involucro fno a completa
maturazione delle spore (imenoforo composto da
una gleba cellata racchiusa in un peridio, risolta in
polvere a maturazione oppure mucillaginosa. Carpo-
fori perlopiù globosi o di forma alquanto bizzarra).
Statismospore.

Appunti su sistematica e nomenclatura dei funghi 15


Caratteri dei funghi
a lamelle

Regno Fungi
Divisione Amastigomycota
Sottodivisione Basidiomycotina (= basidiomiceti)
Classe Homobasidiomycetes
Sottoclasse Agaricomycetideae (= agarici)

I funghi sono degli organismi molto polimorf, perciò, per poterli riconoscere, è di fonda-
mentale importanza imparare a distinguere i loro caratteri morfologici, cromatici e orga-
nolettici.
Nei funghi a lamelle i caratteri macroscopici in uso ai fni determinativi sono molto nu-
merosi e spesso di non facile osservazione. Solo un’attenta e mirata indagine può eviden-
ziare queste piccole differenze, a volte quasi impossibile da rilevare se non si dispone di
funghi freschi e in ogni stadio di sviluppo (molte specie del genere Cortinarius).
Non esiste un carattere ritenuto in assoluto più importante di un altro poiché è l’insieme
di tutti i caratteri, sia macroscopici sia microscopici, a caratterizzare la specie. In linea
di principio tutti dovrebbero avere la stessa valenza, ma non è sempre così. L’importan-
za di ogni carattere non è mai costante, la sua valenza è sempre relativa al genere o al
raggruppamento fungino in studio e dipende molto dalla considerazione attribuitagli dai
vari AA. Per esempio, se si prende in esame il carattere macroscopico odore è possibile
appurare che all’interno del genere Agaricus esso assume un’importanza primaria: infatti,
in questo genere l’odore di fenolo caratterizza e distingue addirittura una sezione (sez.
Xanthodermatei). Considerando lo stesso carattere all’interno di numerosi altri generi, esso
assume un’importanza secondaria, specifca quando è presente e più o meno caratteri-
stico (per esempio l’odore di fore di iris emanato da Lepista irina caratterizza la specie e
non una sezione), di nessuna importanza quando è irrilevante. A un simile risultato si
arriva considerando per esempio il carattere microscopico ornamentazione delle spore.
Infatti, nelle Tricholomataceae le spore verrucose distinguono il genere Melanoleuca dal ge-
nere Tricholoma (i Tricholoma hanno spore lisce, le Melanoleuca le hanno verrucose), ma non
è così nelle Coprinaceae, poiché nel genere Coprinus, perlopiù a spore lisce, trovano posto,
sparse nelle varie sezioni, anche specie con spore verrucose. La questione è ancora più

Caratteri dei funghi a lamelle 17


discutibile nel genere Panaeolus, considerato a spore esclusivamente lisce e senza anello da
alcuni AA., a spore sia lisce che verrucose e con o senza anello da altri AA.

Caratteri macroscopici
Un fungo con imenoforo a lamelle è in genere composto dai seguenti elementi o parti
caratteristiche oggetto di descrizione: cappello, lamelle, gambo, veli, carne, habi-
tat. L’habitat non è una caratteristica intrinseca del carpoforo ma è molto utile ai fni
determinativi e per questo da considerare come un “elemento” proprio del carpoforo. In
questi elementi bisogna imparare a distinguere i numerosi caratteri macroscopici che li
caratterizzano. L’osservazione di certi caratteri va necessariamente effettuata con l’ausi-
lio di una lente d’ingrandimento, allo scopo va benissimo una di 7-10×.

Cappello o pileo (➜ vedi Tavola a p. 338)


È il primo elemento a essere descritto, da tutti i micologi, nelle schede descrittive, ma solo
per mantenere un ordine ormai universalmente affermato da molto tempo. Tuttavia, i ca-
ratteri di primaria importanza, ai fni tassonomici e determinativi, si trovano sulle lamelle.
Nel cappello si osserva:

• Dimensione: può essere espressa in millimetri o in centimetri e si riferisce al diametro


del cappello aperto, a carpoforo maturo. È spesso indicata da una banda, delimitata
dal limite inferiore e superiore, dentro la quale stanno, tranne eccezioni, le misure della
maggior parte dei cappelli dei funghi raccolti di un’unica specie. La dimensione si può
approssimativamente indicare per mezzo della taglia: si ritiene di piccola taglia i carpo-
fori con diametro del cappello minore di 4 cm, di taglia media compreso tra 4-10 cm e
di taglia grande maggiore di 10 cm. Ovviamente queste misure sono sempre relative al
genere o al raggruppamento fungino considerato.
• Carnosità: molti funghi a lamelle sono carnosi, in altre parole tra la cuticola del cap-
pello e il dorso delle lamelle vi è uno strato più o meno spesso di carne (generi Agaricus,
Tricholoma ecc.). Ma non tutti i funghi sono carnosi; diversi, soprattutto le specie di
piccola taglia, sono membranacei, vale a dire che il cappello è costituito dalla sola cuti-
cola pileica in cui appoggiano le lamelle per il loro dorso (generi Mycena, Conocybe ecc.).
Naturalmente ci sono funghi più o meno carnosi e più o meno membranacei. Valutare
questo carattere è molto importante ai fni determinativi.
• Forma: va considerata l’evoluzione del cappello dal momento in cui il suo margine
si stacca dal gambo fno all’apertura massima, in pratica dal giovane all’adulto, con
particolare attenzione al disco (centro) e al margine (orlo). Nel giovane il cappello è
di solito emisferico, ma non sempre, poi con la crescita si possono delineare le seguenti
principali forme: cappello emisferico, convesso, piano, conico, campanulato, imbutifor-
me ecc. Il centro può presentarsi: piano, depresso, ombelicato, umbonato ecc.; se con

18 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


umbone allora può essere ottuso o acuto. Il margine generalmente è la zona di indagine
più importante del cappello e va osservato soprattutto nel carpoforo maturo. Esso può
presentarsi fortemente arrotolato verso l’interno e si dirà involuto (Paxillus involutus) o, in
casi molto rari, arrotolato all’insù e si dirà revoluto (Coprinus lagopus), oppure semplice-
mente diritto e sono questi i casi più frequenti. Può, inoltre, essere striato (Amanita vagi-
nata), plissettato (genere Coprinus), debordare oltre le lamelle e si dirà eccedente, oppure
può presentare dei residui di veli e si dirà appendicolato.
• Cuticola: chiamata anche superfcie pileica. In essa si osserva il colore e il suo evol-
versi dal giovane all’adulto, se separabile o no dalla carne sottostante, il suo aspetto ed
eventuale dissociazione. La cuticola può essere viscida-glutinosa oppure asciutta, non
viscida ad umido, e allora può essere: glabra, liscia, feltrata, rugosa, sericea, fbrillosa,
zonata, lucida, opaca, dissociata in squame, igrofana (= capacità di cambiare colore in
presenza di umidità; una cuticola igrofana è più colorata quando è bagnata e sbiadisce
con la disidratazione, di solito a incominciare dal centro) ecc. Può anche presentarsi
con ornamentazioni adnate, in tal caso si tratta di residui provenienti dalla dissociazio-
ne del velo generale sotto forma di verruche di varia conformazione, granuli pulveru-
lenti ecc. Questi ultimi caratteri, per la loro importanza tassonomica, saranno meglio
trattati più avanti sotto la voce veli.

lamelle e Colore delle spore in massa (➜ vedi Tavola a p. 339)


L’osservazione sulle lamelle riveste un’importanza principale. Soprattutto il colore delle
lamelle nel carpoforo adulto (= “colore delle spore in massa”) e la loro inserzione al gam-
bo sono caratteri di primaria importanza per la determinazione dei principali generi.
Anche spessore, consistenza e spaziatura sono da tenere in forte considerazione. Il modo
con cui le lamelle s’inseriscono al gambo si vede meglio sul fungo sezionato longitudinal-
mente, per metà dall’alto verso il basso. In genere, tra le lamelle, si trovano intercalate
delle lamellule (lamelle più corte, che partono dal margine del cappello e si fermano per
strada prima di arrivare al gambo), ed essendo una caratteristica comune di molti funghi
a lamelle, esse assumono validità tassonomica solo nei casi in cui sono assenti o quasi
assenti.Talvolta le lamelle possono essere anastomizzate, tra loro unite da venature sulla
zona dorsale.
Per valutare il colore delle spore in massa (= sporea o polvere sporale) bisogna
fare in modo che il fungo depositi le sue spore. È suffciente appoggiare il cappello dalla
parte delle lamelle su di un foglio trasparente e coprirlo con un bicchiere per evitarne la
disidratazione. Dopo circa 3-4 ore le lamelle avranno depositato un numero suffciente
di spore (centinaia di migliaia o addirittura milioni), evidenti sotto forma di un disegno
in negativo delle lamelle. Si consiglia di ammassare la polvere sporale, servendosi di una
lametta da barba, per saturarne il colore.
Di solito, per guadagnare tempo, si usa procedere alla determinazione del fungo raccol-
to guardando il colore delle spore direttamente sulle lamelle senza aspettare il deposito

Caratteri dei funghi a lamelle 19


sporale. Questo metodo va praticato su carpofori maturi e sempre tenendo in conside-
razione il colore proprio delle lamelle, osservabile nei giovani esemplari. In molti funghi
le lamelle dei giovani carpofori sono bianche. In essi con la crescita e con la progressiva
maturazione delle spore le lamelle tendono a cambiare colore e ad assumere quello delle
spore; è ovvio che se le spore sono bianche le lamelle resteranno bianche. In questi funghi
il colore delle lamelle negli esemplari maturi coincide, con buona approssimazione, con
il colore delle spore. In altri funghi le lamelle possono essere variamente colorate già nel
carpoforo giovane, colore che sommato a quello delle spore condurrebbe a un’errata
valutazione. In questi casi è buona norma osservare il colore delle spore da sporea.
Secondo una suddivisione antica ma ancora valida e soprattutto didattica per i principianti,
il colore delle spore in massa consente “d’incasellare” un fungo in un determinato gruppo.
I principali sono: leucosporei (con spore bianche o crema, crema-rosa molto pallido),
rodosporei (con spore rosa, rosa salmone), ocrosporei (con spore ocra, bruno-ocra rug-
ginose, bruno argilla, bruno tabacco non tanto scuro), jantinosporei (con spore viola,
bruno-porpora scuro, bruno-viola, bruno bistro) o melanosporei (con spore nere).
In pratica nelle lamelle si osserva:

• Inserzione al gambo: le lamelle iniziano dal margine del cappello e fniscono al


gambo. Il modo in cui s’inseriscono al gambo è di grande importanza per distinguere
i vari generi. Distinguiamo quattro modi fondamentali: se le lamelle si fermano nelle
immediate vicinanze del gambo senza toccarlo si defniscono libere (Amanita phalloi-
des); se arrivano al gambo e si appoggiano su di esso per una piccola parte della loro
larghezza si defniscono annesse o smarginate, se sono leggermente uncinate (Corti-
narius orellanus); se si appoggiano sul gambo per tutta la loro larghezza si dicono adnate
(Hypholoma sublateritium); se invece appoggiandosi totalmente sul gambo continuano a
scendere per un tratto più o meno lungo si defniscono decorrenti (Clitopilus prunulus).
Naturalmente si possono avere delle condizioni intermedie, talvolta anche sullo stesso
carpoforo. In questi casi si può usare il prefsso sub- (per esempio: subdecorrenti per
indicare uno stato intermedio tra lamelle adnate e decorrenti) oppure una forma di
congiunzione (da adnate a decorrenti, oppure adnate-decorrenti).
• Colore: va osservato sia nei carpofori giovani sia in quelli maturi. La sua importanza è
stata spiegata precedentemente, nel paragrafo che tratta il colore delle spore in massa.
• Frequenza o spaziatura: consiste nel defnire se le lamelle sono ftte o rade (spazia-
te). Sono ftte quando si ha un numero elevato di lamelle (Collybia maculata), rade quan-
do si hanno poche lamelle (Marasmius rotula). Frequenti sono i casi intermedi in cui non
si sa se defnirle ftte o rade, allora si dirà di lamelle subftte o subrade.
• Spessore: per valutare lo spessore è meglio effettuare una sezione trasversale delle
lamelle. Esse possono essere spesse (Hygrophorus penarius) o sottili (Agaricus campestris), na-
turalmente essendo una defnizione relativa è l’esperienza che insegna quando sono
da defnire spesse e quando sottili; comunque per farsi un’idea ben precisa è di grande
aiuto mettere a confronto un Hygrophorus con un Agaricus.

20 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


• Larghezza: si possono avere lamelle larghe o strette (dire di lamelle larghe o strette è
cosa ben diversa di spaziate o ftte, la larghezza e lo spessore sono caratteri rilevabili in
un’unica lamella, la frequenza o spaziatura è un carattere da valutare nell’insieme di
lamelle del carpoforo).
• Consistenza: si possono avere casi in cui la resistenza delle lamelle è alquanto diversa
da quella della maggior parte dei funghi. In questi casi la consistenza delle lamelle è
discriminante, per esempio possono essere: fragili (in molte Russula), ceracee (genere
Hygrophorus), coriacee (Schizophyllum commune) ecc. Di solito le lamelle sono ben aderenti
alla carne del cappello ma in alcune specie si staccano con facilità in blocco per pressio-
ne con le dita, come avviene per la massa di tuboli nei boleti (Paxillus involutus).
• Filo o taglio: in genere è intero o fnemente eroso (visibile con la lente), ma in certi
casi è evidentemente seghettato (Lentinus tigrinus); inoltre, può essere concolore alle fac-
ce della lamella o diversamente colorato, oppure pallido se è biancastro e le lamelle
colorate. Osservando il proflo del flo lamellare si hanno: lamelle diritte se il proflo è
diritto, ventricose se forma un ventre in zona centrale e in tal caso le lamelle saranno
anche larghe, sinuose se ha un andamento sinusoidale, arcuate se forma un arco e in
tal caso le lamelle saranno anche strette.

Gambo o stipite (➜ vedi Tavola a p.340)


La stragrande maggioranza di funghi a lamelle è con cappello e gambo. Alcuni sono
privi di gambo e attaccati al substrato per una parte del cappello, in genere a for-
ma di conchiglia, o per un tubercolo o pseudogambo. Le dimensioni del gambo si
possono esprimere in millimetri o in centimetri e si riferiscono alla lunghezza e allo
spessore (= larghezza) a carpoforo maturo.
Nel gambo si osserva:

• Inserzione nel cappello: nella maggior parte dei funghi a lamelle il gambo è inserito
nel cappello in posizione centrale ma in alcuni può presentarsi un po’ eccentrico, in
pratica spostato dal centro del cappello (Entoloma eccentricum), oppure inserito lateral-
mente (Pleurotus ostreatus).
• Struttura o consistenza: in genere può essere carnoso e spesso oppure non carnoso
e sottile. Se carnoso può presentarsi: fbroso, tenero o coriaceo, oppure tenace e carti-
lagineo (Collybia fusipes), oppure di consistenza gessosa, cassante (generi Russula e Lacta-
rius), può presentarsi pieno o quasi cavo ecc. Se non carnoso può essere: fbroso, tenero
e gracile, duro e corneo (Marasmius cohaerens), cartilagineo (Strobilurus esculentus) ecc. Da
considerare anche la zona di unione con il cappello, in pratica se è omogeneo o ete-
rogeneo con il cappello. È omogeneo quando la carne del gambo è un tutt’uno con
quella del cappello, in questo stato il gambo non è separabile dal cappello se non per
lacerazione dei tessuti contigui al punto di unione (generi Tricholoma, Cortinarius ecc.).
È eterogeneo quando tra la carne del gambo e quella del cappello c’è una parziale

Caratteri dei funghi a lamelle 21


interruzione, in questo stato il gambo è facilmente separabile dal cappello senza lace-
razione dei tessuti (generi Amanita, Agaricus ecc.). A tal proposito facciamo presente che:
tutti i funghi con lamelle libere al gambo sono eterogenei e hanno il gambo facilmente
separabile dal cappello; tutti i funghi con lamelle smarginate, adnate o decorrenti sono
omogenei e hanno il gambo diffcilmente separabile dal cappello. Le specie con lamelle
da sublibere ad annesse sono in uno stato di transizione fra omogeneità ed eterogeneità
(genere Collybia).
• Forma: di grande importanza, soprattutto la conformazione della base. In genere il
gambo è cilindrico, incurvato o fessuoso negli esemplari con gambo lungo e sottile,
ma può anche presentarsi: clavato, attenuato alla base o all’apice, obeso, fusiforme
ecc. La base può non essere morfologicamente distinta dal resto del gambo oppure
ben distinta e, in questi casi, presentarsi come un bulbo di varia conformazione; le
forme più frequenti sono: con il bulbo arrotondato (Amanita muscaria) oppure mar-
ginato (Cortinarius orichalceus). Non di rado può presentarsi più o meno radicante nel
substrato (Xerula radicata), oppure con attaccati dei cordoni miceliari (Agaricus bresa-
dolanus).
• Superfcie: può essere con o senza residui di veli, in pratica glabra, liscia, sericea, squa-
mosa, villosa, fbrillosa ecc. Si osserva il colore nel giovane e nell’adulto, se cambia colore
per manipolazione o spontaneamente durante la crescita ecc. Quando sono presenti dei
residui di veli si possono presentare sotto forma: di anello di varia consistenza e confor-
mazione, di volva, armilla, glutine, squame adnate, granuli polverulenti, residui lanosi,
in genere bianchi ma anche variamente colorati ecc. Questi ultimi caratteri, per la loro
importanza tassonomica, sono meglio trattati separatamente di seguito sotto la voce veli.

Veli (➜ vedi Tavola a p. 341)


L’osservazione dei residui di veli è di fondamentale importanza nel processo determina-
tivo. Di solito vanno osservati nei carpofori giovani e, non di rado, con l’ausilio di una
lente di ingrandimento.
Molti carpofori, allo stato primordiale, sono avvolti da un velo che li protegge, chiamato
velo generale; inoltre possiedono un secondo velo che unisce il margine del cappello al
gambo con funzione di protezione dell’imenio, chiamato velo parziale.
Con la crescita del carpoforo, il velo generale è il primo a lacerarsi. Il velo generale può
essere di consistenza molto variabile e dopo la sua lacerazione, o dissociazione, residui di
esso rimangono sul cappello e/o sul gambo. Il velo parziale persiste fno all’inizio della
maturazione delle spore e solo a questo punto, con il distacco del margine del cappello
dal gambo, si lacera e, in funzione della sua consistenza, rimane sotto forma di anello
sul gambo o di cortina, residui ecc. più o meno evidenti sul gambo e, talvolta, anche sul
margine del cappello.
I residui di veli sono variamente denominati in funzione della loro consistenza, forma e
posizione:

22 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


• Volva: generata dal velo generale, si presenta come una membrana, più o meno spes-
sa, che inguaina la base del gambo di alcuni funghi. Essa può essere di diversa consi-
stenza: un velo generale spesso e consistente, con la sua lacerazione, darà vita a una
volva carnosa e molto ampia (Amanita caesarea); un velo generale membranaceo gene-
rerà una volva membranacea e persistente (Amanita phalloides); un velo generale friabile
e poco consistente lascerà tracce di sé sotto forma di residui foccosi o di verruche sul
gambo e sul cappello (Amanita strobiliformis); in questi casi è più corretto non parlare di
volva ma di residui di velo generale. Tra volva membranosa e “volva” friabile ci sono
stadi intermedi che ne caratterizzano la dissociazione: volva dissociata in anelli (Amanita
pantherina), in verruche (Amanita muscaria), volva circoncisa (Amanita citrina) ecc.
• Verruche: sono residui con base più o meno circolare che si possono trovare sul gam-
bo e sul cappello (Amanita muscaria), generati da un velo generale friabile. In alcuni fun-
ghi si trovano verruche di forma conica piramidale (Echinoderma asperum).
• Glutine: il velo generale può anche essere di consistenza glutinosa e allora darà vita a
carpofori con il cappello e il gambo entrambi glutinosi (Cortinarius trivialis).
• Fiocchi: quando il velo generale è friabile e di consistenza foccosa, si possono trovare
residui di esso sotto forma di focchi sul gambo e/o sul margine del cappello. Anche il
velo parziale, con la sua dissociazione, può dare origine a focchi sulla zona anulare del
gambo e/o sul margine del cappello.
• Pruina: è generata da un velo generale molto friabile e di consistenza farinosa, granu-
losa; può essere presente sia sul cappello sia sul gambo (Cystoderna amianthinum).
• Anello: generato dal velo parziale, può essere di diversa consistenza; si ha così un anel-
lo membranoso e ben evidente (Amanita phalloides), effmero, cotonoso-lanoso ben evi-
dente nel giovane ma molto meno nel carpoforo adulto (Lepiota subincarnata) ecc.; può
anche essere formato dalla partecipazione di entrambi i veli, in tal caso si può avere
un anello doppio e carnoso a due strati (Macrolepiota procera), membranoso e ornato da
focchi sulla faccia inferiore (Agaricus arvensis) ecc. Inoltre, dell’anello bisogna osservare
la sua origine: nella maggior parte dei funghi è supero, vale a dire di origine superiore e
ben asportabile tirandolo dal basso verso l’alto (Agaricus xanthodermus), ma può essere an-
che infero, in altre parole di origine inferiore e allora si asporta bene tirandolo dall’alto
verso il basso (Agaricus bisporus).
• Cortina: generata da un velo parziale di consistenza flamentosa, araneosa, si presenta
come una ragnatela che collega il margine del cappello con il gambo (genere Cortina-
rius). La cortina può essere cospicua e ben evidente anche nei carpofori adulti (Corti-
narius aleuriosmus) oppure esigua e non più evidente nell’adulto (Cortinarius duracinus). È
sempre bene osservare la presenza di cortina in carpofori giovani, al momento in cui il
margine del cappello incomincia a staccarsi dal gambo.

Talvolta cospicui residui di velo generale granuloso possono rivestire il gambo fno alla
zona anulare e con il velo parziale anuliforme e infero danno luogo a una sorta di guaina
che calza il gambo, chiamata armilla.

Caratteri dei funghi a lamelle 23


Da ricordare inoltre che tanti funghi a lamelle non presentano tracce di veli, neanche
nei carpofori giovani (generi Clitocybe, Marasmius, Collybia, quasi tutte le specie dei generi
Russula, Tricholoma, Entoloma ecc.).

Carne o trama
Della carne si valuta principalmente la consistenza, i caratteri cromatici e organolettici:

• Consistenza: in tanti funghi la carne è molto scarsa o addirittura inesistente, in questi


casi si defnisce esigua e si parlerà di funghi membranacei, non carnosi. Nei funghi car-
nosi si può approssimativamente quantizzare lo spessore della carne e allora si parlerà
di funghi carnosi, molto carnosi (Calocybe gambosa) o poco carnosi (Marasmius oreades).
Defnita la carnosità, occorre osservare se la carne è gessosa, cassante (generi Russula
e Lactarius) oppure più o meno fbrosa (tutti gli altri generi). Se fbrosa può essere mol-
le e facilmente imbevuta di acqua, oppure tenera, soda, tenace e cartilaginea (generi
Collybia, Strobilurus, Marasmius) ecc. In alcuni funghi, alla frattura, la carne emette del
latice variamente colorato. Questo carattere è molto importante; infatti, associato alla
consistenza gessosa-cassante della carne determina con assoluta sicurezza il genere
Lactarius. Nei funghi più o meno fbrosi, a carne non gessosa-cassante (Mycena sanguino-
lenta, Mycena galopus), il latice emesso alla frattura e il suo colore rivestono un’importan-
za minore, specifca.
• Colore e viraggio: di solito la carne è bianca o biancastra ma non mancano i funghi
con carne uniformemente colorata, oppure variamente colorata nelle diverse parti del
carpoforo; in pratica ci sono funghi con carne viola (Cortinarius violaceus) o comple-
tamente gialla (Cortinarius splendens), oppure gialla alla base del gambo e bianca nel
cappello (Gomphidius glutinosus), oppure rossastra (Cortinarius sanguineus) ecc. In altri fun-
ghi può imbrunire con la crescita a incominciare dalla base del gambo (Hebeloma me-
sophaeum). In alcune specie può verifcarsi un viraggio spontaneo, cioè che la carne del
fungo cambia di colore per auto ossidazione a contatto con l’aria, al taglio o per sfrega-
mento. L’osservazione di questo carattere è molto importante, anche se la sua intensità
è funzione dell’umidità. Ci sono funghi la cui carne vira al rossastro (Agaricus silvaticus) o
al giallo (Agaricus silvicola), oppure all’arancione (Macrolepiota rhacodes) ecc. In certe specie
la carne messa a contatto con alcuni reagenti chimici cambia colore. Verifcare questo
tipo di viraggio è altrettanto importante, soprattutto per lo studio di specie dei generi
Russula e Cortinarius. I reattivi macrochimici più comunemente usati per verifcare que-
sto tipo di viraggio sono: solfato ferroso (FeSO4), sistematicamente usato per le specie
del genere Russula; idrossido di potassio o di sodio (KOH, NaOH), sistematicamente
usato per le specie del genere Cortinarius; idrossido di ammonio (NH4OH) o comune
ammoniaca commerciale. Altra importante reazione macrochimica è la reazione in-
crociata di Schäeffer, sistematicamente usata per le specie del genere Agaricus. Questa
reazione consiste nel tracciare due linee incrociate, sulla cuticola o sul gambo, con due

24 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


bacchette di vetro immerse una in acido nitrico (HNO3) e l’altra in anilina (C6H5NH2):
se nel punto di incrocio apparirà una colorazione arancione o giallo-arancio è positiva
e s’indica RS+, se non appare tale colorazione è negativa e s’indica RS-. Per chi vo-
lesse praticare la reazione incrociata di Schäeffer si consiglia vivamente di procedere
con cautela, perché l’acido nitrico è un acido ossidante fortissimo e molto pericoloso,
mentre l’anilina è una sostanza organica molto cancerogena. Entrambi i reattivi vanno
conservati al buio perché molto sensibili alla luce.
• Odore: è un carattere molto importante, basti pensare che alcuni funghi si possono
facilmente distinguere da specie molto simili, proprio per il loro odore; per esempio
il forte odore dolciastro di Lepista nuda è carattere peculiare che ne permette la sicura
separazione dalla molto simile Lepista glaucocana, che emana un forte e sgradevole odo-
re terroso. Però questa pratica richiede un buon olfatto per non cadere nella banale
soggettività; inoltre, da non dimenticare che l’intensità di odore è funzione di diverse
varianti, una di queste è il calore. Si sa che l’intensità di odore è tanto maggiore quanto
maggiore è il numero di molecole volatili odorose, provenienti dal fungo in esame, che
colpisce i recettori olfattivi, e che la velocità di evaporazione di una sostanza volatile
aumenta con l’aumentare della sua energia cinetica, quindi con la temperatura. Ne
consegue che l’odore di un fungo si percepisce meglio se si strofna un loro pezzetto tra
le dita. Ci sono funghi con odori che ricordano sostanze a noi già note: odore di anice
(Clitocybe odora), di fenolo o inchiostro di china (Agaricus moelleri), di cavallo o stallatico
(Inocybe haemacta), spermatico (numerose specie del genere Inocybe), fecale (Coprinus narco-
ticus), di bucce di patate in decomposizione (Cortinarius camphoratus), di miele (Cortinarius
multiformis), farinoso o di buccia di anguria (Clitopilus prunulus), di zucchero flato o fori
di arancio (Hebeloma sacchariolens), di radice o rafanoide (Hebeloma sinapizans) ecc. Altri
funghi hanno odori così particolari e di diffcile associazione con odori comunemente
noti al nostro cervello che vanno presi come tali. Questi odori sono defniti col nome
della specie più rappresentativa e utilizzati come odori di riferimento nella descrizione
di altre specie; i più importanti sono: odore di cristata (defnito anche di scleroder-
ma) emanato da Lepiota cristata e odore di nebularis emanato da Clitocybe nebularis. Di
conseguenza per riconoscere questi odori è necessario conoscere queste specie. Alcune
volte, nei casi di odori non particolari, basta solamente defnirli come gradevoli o sgra-
devoli.
• Sapore: per defnire il sapore di un fungo bisogna necessariamente effettuare la prova
dell’assaggio, che consiste nel prendere un piccolo pezzetto di fungo, preferibilmente
dalla zona marginale del cappello, masticarlo per alcuni secondi ed espellere il tutto.
L’assaggio può essere praticato per tutti i funghi ma noi sconsigliamo vivamente di ef-
fettuare la prova dell’assaggio per Amanita phalloides con la sua varietà alba, per Amanita
verna, Amanita virosa, Cortinarius orellanus e Cortinarius speciosissimus (= C. rubellus, C. orella-
noide), tutte specie velenose mortali! Tanti funghi non hanno sapori particolari e sono
defniti insapori o a sapore mite, diversi hanno sapore di muffa defnito fungino, altri
hanno sapore acre o pepato (Lactarius piperatus), oppure amaro (Hypholoma fasciculare), op-

Caratteri dei funghi a lamelle 25


pure sapori particolari associabili a sapori a noi già noti: di farina o cocomero (Agrocybe
praecox), di radice o rafanoide (Volvariella gloiocephala) ecc.

Habitat
L’habitat non è un carattere morfologico, tuttavia è di grande aiuto nel processo deter-
minativo e spesso, anche da solo, può assumere valore discriminante. Per esempio: un
Leccinum raccolto in un bosco dove non è presente la betulla, determinato come Leccinum
versipelle, sarà sicuramente un’errata determinazione, poiché questa specie cresce solo in
associazione con la betulla.
In molte specie, certi caratteri sono ben evidenti nel carpoforo giovane ma non più
nell’adulto e viceversa per altri caratteri. Per cui è buona norma raccogliere di un’unica
specie, se possibile, sia carpofori giovani sia maturi. Così facendo sarà anche possibile
osservare eventuali evoluzioni che accompagnano certi caratteri, quali il colore, la disso-
ciazione dei veli, della cuticola ecc.
Subito dopo che si è raccolto un suffciente numero di carpofori della stessa specie e in
diversi stadi di crescita, bisogna guardarsi attorno e prendere nota, su un taccuino, degli
elementi che costituiscono l’habitat di raccolta, in pratica delle condizioni ecologiche che
caratterizzano l’ambiente o stazione di crescita del fungo.
I funghi a lamelle sono per la maggior parte terricoli, cioè crescono su terreno di varia
natura: nell’humus di boschi di latifoglie, di conifere o di boschi misti, fogliame e aghi
caduti, oppure nei prati, su terreno nudo, sabbioso, paludoso, tra muschio, oppure nei
giardini pubblici, nei parchi, lungo le strade battute ecc. Per i funghi raccolti nei boschi
o nelle immediate vicinanze di piante, bisogna ulteriormente annotare presso quale es-
senza arborea è stato trovato, se non si conosce la specie può essere suffciente annotare
se di latifoglia o di conifera.
Molti funghi sono lignicoli, cioè crescono su legno (alcuni Pholiota, Gymnopilus, Mycena);
in questi casi è suffciente osservare se si tratta di legno di latifoglia o di conifera.
Alcuni sono fmicoli, crescenti su letame (numerose specie dei generi Coprinus, Panaeolus).
Ci sono pure funghi carbonicoli, che crescono su terreno precedentemente bruciato:
sono funghi pionieri e chiamati anche funghi del bruciato (Pholiota highlandensis = P. car-
bonaria).
Esistono anche funghi che crescono su altri funghi marcescenti (Volvariella surrecta cresce
su Clitocybe nebularis, Nyctalis parasitica su Russula nigricans e specie affni).
È anche importante annotare data e località di raccolta, altezza sul livello del mare e
il modo di crescita dei carpofori. La data e il luogo di raccolta consentono di ritornare
a cercare la stessa specie con buone probabilità di ritrovamento; inoltre, la data indica
anche se si tratta di specie primaverile, autunnale o invernale. Il modo di crescita dei
carpofori è una caratteristica biologica della specie di non poca importanza. Possiamo
distinguere tre principali modi di crescita: solitaria, gregaria, cespitosa. Molti funghi cre-
scono gregari, pochi cespitosi o solitari.

26 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Caratteri microscopici
Per osservare i caratteri microscopici (anatomici e chimici) occorre un microscopio, at-
trezzo che purtroppo non è alla portata di tutti, e alcuni reattivi chimici. Per questo mo-
tivo non ci dilungheremo molto su questo argomento ma lo tratteremo in forma sintetica
e per quanto basta a dare al lettore le nozioni fondamentali.
I principali elementi da sottoporre a indagine microscopica sono: spore, cistidi, epicute.
Generalmente meno importanti ma sempre da tenere in considerazione perché possono
diventare principali per lo studio di certi generi sono: basidi, caulocute, velo generale.

spore (➜ vedi Tavola a p. 342)


Le spore sono elementi molto piccoli, in genere di lunghezza compresa tra 3-15 µm, di
forma e colore molto variabile, e si trovano sulle facce delle lamelle. Sono gli elementi
microscopici più importanti e per questo da sottoporre per primi all’osservazione micro-
scopica. Da esse si ricava il maggior numero di caratteri anatomici e chimici, utili per il
riconoscimento dei funghi. La parete della spora è distinta in più strati; semplifcando i
principali sono: endosporio (strato interno) ed episporio (strato esterno).
I primi caratteri da osservazione nelle spore sono la forma, il colore, le dimensioni, la
conformazione della parete se liscia o interessata da ornamentazioni ed eventuale pre-
senza di un poro germinativo. Altri caratteri, non meno importanti per lo studio di certi
generi, sono: eventuale presenza di una plaga ilare nelle spore verrucose, distaccamento
del perisporio, viraggio della parete se trattata con specifci reattivi chimici ecc.
Per vedere la forma, il colore, le ornamentazioni e per rilevare le misurazioni delle spore
si prende un piccolissimo frammento di lamella, si adagia assieme a una goccia di acqua
su di un vetrino porta-oggetto, si copre con un vetrino copri-oggetto e si schiaccia dolce-
mente. Il vetrino così preparato potrà essere osservato al microscopio. La prima osserva-
zione va sempre effettuata senza l’uso di coloranti, poiché solo così è possibile vedere il
colore delle spore. Se sono ialine (= trasparenti, e lo sono tutte le spore che in massa sono
bianche) per una migliore osservazione delle stesse e di altri elementi si prepara un altro
vetrino colorando il preparato con rosso congo.
Vediamo quali sono i principali caratteri delle spore in uso per la classifcazione dei funghi:

• Forma: si possono avere spore sferiche o subsferiche, ovoidali, ellissoidali, cilindriche,


fusiformi, poligonali ecc.
• Poro germinativo: nelle spore con poro germinativo, esso è sistemato all’apice della
spora, nella zona opposta all’appendice ilare, si presenta come un assottigliamento
trasparente della parete e può essere tronco o prominente, stretto o largo, centrale o
eccentrico.
• Dimensioni: espresse in µm, indicano la lunghezza e la larghezza delle spore di
un’unica specie. Le misure delle spore sono indicate da due valori che delimitano una
banda entro la quale stanno le misure della maggior parte delle spore mature (per

Caratteri dei funghi a lamelle 27


esempio: spore 7-10 × 4-6 µm vuol dire che la maggior parte di spore mature, della
specie in oggetto, sono lunghe da 7 a 10 µm e larghe da 4 a 6 µm). È utile calcolare
anche il quoziente medio (Q m ), dato dal rapporto della sommatoria delle misurazioni
in lunghezza con la sommatoria delle misurazioni in larghezza di un certo numero di
spore (in genere bastano 10 misurazioni).
• Colore: al microscopio, le spore che sono bianche in massa si presentano trasparenti,
quelle colorate appaiono sempre più chiare rispetto al colore delle spore in massa.
• Ornamentazione: la parete delle spore può essere liscia, gibbosa, oppure ornamen-
tata da aculei, verruche di varia forma e dimensioni. In certe spore è possibile osservare
anche il distaccamento del perisporio (= esosporio) dall’episporio. In questi casi, il
perisporio distaccato appare come un sacco trasparente che avvolge la spora oppure
come delle bolle che si staccano dalla parete. Le spore con il perisporio che si distacca
sono dette caliptrate. In alcune spore con parete verrucosa è possibile osservare la
plaga ilare, costituita da una zona liscia, priva di verruche, in prossimità dell’appen-
dice ilare (apicolo).
• Amiloidia: si tratta di un saggio eseguito con il reattivo di Melzer (reattivo a base di
iodio), in genere su spore di funghi leucosporei. Sono amiloidi le spore la cui parete si
colora di blu-nerastro a contatto con il Melzer.
• Destrinoidia o pseudoamiloidia: anche questa reazione si saggia con il reattivo di
Melzer e interessa pure, oltre a funghi leucosporei, alcune specie con spore colorate di
ocra o bruno chiaro. Sono dette destrinoidi o pseudoamiloidi le spore la cui parete si
colora di bruno-arancio, bruno-rossastro a contatto con il Melzer.
• Cianoflia: questa reazione si esegue con il reattivo blu cotone, generalmente su spore
bianche. Sono defnite cianofle quelle spore la cui sola parete si colora di blu a contatto
con il blu cotone. Nelle spore cianofle il citoplasma resta incolore, non si colora di blu.
• Metacromasia: questo saggio si effettua con il reattivo blu cresile ed è applicato
perlopiù a funghi leucosporei della famiglia Lepiotaceae (= Agaricaceae s.l.). Le spore me-
tacromatiche si colorano di due colori a contatto con il blu cresile: l’endosporio di
rosso-porpora e l’episporio di blu.

Cistidi (➜ vedi Tavola a p. 343)


I cistidi si trovano sulle lamelle: sono cellule (ife) terminali sterili, spesso otticamente
vuoti, di forma diversa dai basidi e che, in genere, fuoriescono notevolmente dal livello
dell’imenio. In base alla loro posizione sono anche chiamati cheilocistidi o cistidi mar-
ginali se si trovano sul flo lamellare e pleurocistidi o cistidi facciali se si trovano sulle
facce della lamella. È possibile trovare dei cistidi anche sulla superfcie pileica e sul gam-
bo: in queste posizioni sono denominati rispettivamente pileocistidi e caulocistidi.
Nel genere Russula i pileocistidi sono chiamati dermatocistidi. I cistidi possono essere
di forma e dimensioni molto variabili. Quando presenti, in essi si osserva: la forma, le
dimensioni ed eventuali incrostazioni o contenuto granuloso.

28 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Le principali forme di cistidi sono:

• cistidi vescicolosi, piriformi;


• cistidi claviformi;
• cistidi cilindrici, flamentosi;
• cistidi fusiformi;
• cistidi lageniformi, ventricosi e con appendice;
• cistidi lecitiformi, a forma di birillo, di bottiglia;
• cistidi uncinati;
• cistidi metuloidi e muricati, a parete spessa e con cristalli all’apice;
• cistidi diverticolati, con bitorzoli.
E tantissime altre forme intermedie o completamente diverse che non stiamo a elencare.

epiCute o pileipellis (➜ vedi Tavola a p. 343)


La cuticola è un’importante zona di indagine microscopica. In essa si possono distin-
guere due principali strati di ife: uno esterno chiamato epicute o pileipellis e un altro a
diretto contatto con la carne del cappello chiamato ipocute o ipoderma.
Lo strato di maggiore interesse è l’epicute. Gli elementi terminali che la costituiscono
possono essere morfologicamente molto diversi. In base alla loro forma e disposizione si
può avere diverse confgurazioni di epicute. I principali tipi di epicute sono:

• Cutis: è la confgurazione più comune e per questo considerata banale. Costituita da


ife cilindriche, cilindriche-fliformi e distese, più o meno parallele o confuse.
• Tricoderma: composto da ife cilindriche, cilindriche-fliformi e rialzate, come dei peli
irsuti.
• Imeniderma: formato da ife claviformi, piriformi o subsferiche, regolarmente dispo-
ste a palizzata, simile alla disposizione dei basidi nell’imenio.
• Epitelio o cellulare: costituito da ife cellulari, sferiche o subsferiche, libere o subca-
tenulate ma non regolarmente allineate come in una palizzata imeniale.

Queste confgurazioni possono essere interessate da uno strato più o meno spesso di gel in
cui sono immerse le ife terminali dell’epicute, spesso rinvenibili in frammenti poiché di solito
è la loro parete a gelatinizzare. In questi casi si fa precedere la denominazione dell’epicute
con il prefsso ixo-: una cutis gelatinizzata si chiamerà ixocutis, un tricoderma gelatinizzato
si chiamerà ixotricoderma, un imeniderma gelatinizzato si chiamerà ixoimeniderma.
Tutti i funghi con epicute gelatinizzata, vale a dire costituita da un ixocutis, ixotricoder-
ma o ixoimeniderma, hanno la cuticola pileica viscida o glutinosa con il tempo umido.
In tanti funghi la confgurazione dell’epicute non è così nettamente schematizzata ma
assume una conformazione intermedia, di transizione da una forma a un’altra (in Aga-

Caratteri dei funghi a lamelle 29


ricus langei si ha un’epicute di tipo cutis con transizione verso un tricoderma, ad ife
distese con ciuff di ife rialzate), oppure è possibile riscontrare l’associazione di due
confgurazioni in un’unica epicute (in Lepiota forquignonii si ha un’epicute di tipo trico-
derma con alla base uno strato di ife clavate e piriformi disposte come un imeniderma).
Nello studio della cuticola, oltre al rilevamento del tipo di epicute, si deve anche effet-
tuare la misurazione degli elementi terminali, in genere è suffciente la sezione, rilevare
l’eventuale presenza di giuntiafbbia, di cistidi (pileocistidi o dermatocistidi), e defnire
la localizzazione e il tipo di pigmento.s
Le ife che costituiscono il carpoforo sono frequentemente settate, cioè unite e delimitate
dai setti. Numerose specie sono provviste di giunti a fbbia. Un giunto a fbbia appare
come una protuberanza che collega due ife contigue a livello del setto e, se presenti, pos-
sono essere abbondanti e in ogni parte del tessuto oppure rari e localizzati in specifche
zone del carpoforo. In quest’ultimo caso vanno cercati alla base dei basidi. Per chi pratica
della microscopia, si consiglia di stare molto attenti nel giudicare frettolosamente la pre-
senza o assenza di giunti a fbbia e di non lasciarsi ingannare dai “falsi giunti a fbbia”. Il
“falso giunto a fbbia” è un rigonfamento della parete dell’ifa in prossimità del setto, che
accrescendosi svilupperà una nuova ifa.
Il pigmento è in genere più concentrato nelle ife dell’ipocute ed è distinto in:

• Pigmento intracellulare: è localizzato all’interno della cellula sotto forma di gra-


nuli più o meno piccoli diffusi nel citoplasma e/o nei vacuoli. Può essere distinto, con
molta diffcoltà, in vacuolare se localizzato all’interno dei vacuoli e in granulare
se fnemente sparso in tutto il citoplasma. È suffciente indicare solo la localizzazione
intracellulare del pigmento.
• Pigmento extracellulare: è localizzato all’esterno della cellula sotto forma di gra-
nuli, più o meno grossi, liberi negli interstizi tra le cellule. Questo tipo di pigmento è
spesso solubile in acqua e ammoniaca, talvolta anche nella sola acqua.
• Pigmento parietale o membranario: è localizzato sulla parete della cellula e può
essere distinto in parietale liscio quando la parete appare uniformemente colorata
senza tracce di incrostazioni e in parietale incrostante quando appare grossolana-
mente incrostata, zebrata.

basidi, CauloCute, Velo Generale


L’indagine su basidi, caulocute e veli è in genere meno importante ma non per que-
sto da trascurare. L’osservazione di questi elementi è di fondamentale importanza
solo in pochi generi di funghi: per esempio, è molto importante l’osservazione della
caulocute nei generi Inocybe e Conocybe, oppure l’osservazione del velo nei generi Co-
prinus e Amanita.
I basidi compongono lo strato di imenio che tappezza le facce della lamella. In essi, in
genere, si osserva se sono bisporici o tetrasporici, vale a dire se sono produttori di

30 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


due o di quattro spore; ciò si può vedere dal numero di spore attaccate agli sterigmi si-
tuati all’apice nei basidi maturi, oppure dal numero di sterigmi nei basidi che hanno già
sporurato o in fase di formazione delle spore. Raramente e solo in certi funghi si osser-
va se sono carminofli (generi Lyophyllum, Calocybe). Si dicono carminofli o siderofli i
basidi in cui il contenuto granuloso assume un colore nerastro a contatto con il reattivo
carminio-acetico e in presenza di ferro.
Nella caulocute (= superfcie del gambo) si osservano gli elementi terminali ed eventuali
cistidi (caulocistidi).
Per quanto riguarda i veli è microscopicamente interessante l’osservazione del solo velo
generale, che consiste nel determinare la forma, le dimensioni e il colore delle ife che lo
costituiscono.

Caratteri dei funghi a lamelle 31


Principali generi
dei funghi a lamelle
Ordine POLYPORALES p.p.
Famiglia POLYPORACEAE p.p.

Le specie del genere Lentinus (circa 8 specie) si riconoscono principalmente


per la carne coriacea, molto tenace, la crescita lignicola, le spore bianche
in massa e per le lamelle adnate-decorrenti e con il flo più o meno seghet-
tato.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da piccola a grande. Cappello
squamoso, feltrato, di colore brunastro, nerastro, almeno sulle squame.
Lamelle da adnate a decorrenti, biancastre, con il flo in genere seghettato.
Gambo spesso eccentrico, ma anche centrale. Carne molto fbrosa, piutto-
sto tenace, coriacea. Spore bianche, ellissoidali, cilindriche-fusiformi, lisce,
GeNere: non amiloidi. Trama lamellare da regolare a irregolare. Sistema ifale dimi-
LENTINUS Fr. 1825 tico (carattere che conferisce alla carne la consistenza coriacea, tenace).
Specie tipo: Habitat: lignicolo, su legno di latifoglie e di conifere.
Lentinus crinitus
(L. : Fr.) Fr. 1825 Note: il genere Panus, ritenuto sinonimo di Lentinus, potrebbe essere separato per
la trama lamellare irregolare, con subimenio poco sviluppato, lasciando in Lentinus
le specie con trama lamellare regolare. Il genere Lentinellus è distinto per le spore
amiloidi e verrucose.

Tra i funghi a spore bianche o biancastre, i Pleurotus (circa 8 specie) si


riconoscono per la crescita di solito lignicola e cespitosa, con il gambo
laterale, eccentrico o assente, e per le lamelle molto decorrenti, con il flo
non seghettato.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello in
genere petaloide, a forma di conchiglia, con il margine spesso involuto, di
vario colore. Lamelle notevolmente decorrenti sul gambo, biancastre, con il
flo intero. Gambo laterale o assente, oppure eccentrico. Carne fbrosa, ab-
bastanza soda, tenace. Spore biancastre, crema-lilla, cilindriche, lisce, non
GeNere: amiloidi. Trama lamellare irregolare, con subimenio ben sviluppato. Sistema
PLEUROTUS ifale monomitico o amfmitico.
(Fr.) P. Kumm. 1871
Habitat: lignicolo, raramente alla base di ombrellifere, perlopiù cespitosi.
Specie tipo:
Pleurotus ostreatus
(Jacq.) P. Kumm. 1871 Note: il genere Lentinus è molto simile ma si distingue abbastanza agevolmente
almeno per la carne più coriacea e per le lamelle con il flo più o meno seghettato.
Il genere Hohenbuehelia si distingue per il cappello un po’ elastico-gelatinoso e per
i cistidi a parete spessa e con cristalli all’apice. Le specie del genere Panellus hanno
spore amiloidi.

34 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine BOLETALES p.p.
Famiglia PAXILLACEAE

Questo genere è costituito da una sola specie: Omphalotus olearius. A cre-


scita lignicola, facilmente rinvenibile di solito alla base di olivi o di querce,
si riconosce principalmente per il colore arancio, bruno-arancio in ogni sua
parte, per il gambo eccentrico e le lamelle decorrenti.
Descrizione: carpoforo carnoso, di taglia media. Cappello convesso-im-
butiforme, di colore arancione, arancio-brunastro. Lamelle decorrenti, da
giallo-arancio ad arancio-brunastro (luminescenti al buio in carpofori fre-
schi). Gambo tendenzialmente eccentrico, ma anche centrale, concolore al
cappello. Carne fbrosa, abbastanza tenace. Spore biancastre, ellissoidali,
lisce, non amiloidi, non destrinoidi. Epicute di tipo cutis. GeNere:
Habitat: lignicolo, su legno di latifoglie, raramente di conifera, predilige OMPHALOTUS
Fayod 1889
crescere alla base di olivi o di querce, subcespitoso o cespitoso.
Specie tipo:
Note: nel genere Hygrophoropsis trova posto una specie che può essere facilmente Omphalotus olearius
(DC. : Fr.) Singe 1946
confusa con Omphalotus olearius. Si tratta di Hygrophoropsis aurantiaca, distinta
per le spore destrinoidi e per le lamelle biforcate; inoltre, ama crescere tra residui
legnosi nei boschi di conifere.

Le specie appartenenti al genere Paxillus (circa 5 specie) si riconoscono


per il cappello con il margine molto involuto e per le lamelle decorrenti,
colorate di giallo-ocra nell’adulto per maturazione delle spore, facilmente
separabili in blocco dalla carne del cappello per pressione con le dita e in
genere imbrunenti.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello con-
vesso-imbutiforme, raramente spatoliforme, con il margine molto involuto,
feltrato nel giovane, di colore giallo-brunastro, bruno-olivastro. Lamelle
decorrenti, giallastre, giallo-ocra, di solito imbrunenti al tocco, facilmente GeNere:
PAXILLUS Fr. 1836
separabili in blocco dalla carne del cappello (come la massa di tuboli nel ge-
nere Boletus). Gambo centrale o eccentrico, raramente laterale o sessile, da Specie tipo:
glabro a feltrato. Carne fbrosa, giallastra, brunastra. Spore ocra, bruno-o- Paxillus involutus
cra, ellissoidali-ovoidali, lisce, in genere destrinoidi. Epicute di tipo cutis. (Batsch : Fr.) Fr. 1838
Habitat: terricolo o lignicolo, su terreno, su legno di latifoglie e di conifere.

Note: le specie del genere Leucopaxillus, di portamento simile, hanno anch’esse il


margine del cappello molto involuto e le lamelle facilmente staccabili ma sono a spore
bianche.

Principali generi dei funghi a lamelle 35


Ordine BOLETALES p.p.
Famiglia GOMPHIDIACEAE

I Gomphidius (circa 3 specie) si riconoscono facilmente per il cappello gluti-


noso, le spore nere, le lamelle molto spesse, rade e decorrenti, per la carne
biancastra nel cappello e caratteristicamente gialla alla base del gambo.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia media. Cappello convesso, piano
o depresso, viscido o glutinoso, di colore grigio, violetto, rosa. Lamelle
decorrenti, molto spesse e rade, grigiastre, nerastre nel carpoforo maturo.
Gambo viscido o glutinoso, biancastro, giallo alla base. Carne biancastra,
gialla alla base del gambo. Spore nere, bruno-nerastre, fusiformi, lisce, non
amiloidi. Epicute di tipo ixocutis.
GeNere: Habitat: terricolo, nei boschi di conifere, in genere con presenza di larice.
GOMPHIDIUS Fr. 1836

Specie tipo: Note: il genere Chroogomphus si distingue principalmente per la carne comple-
Gomphidius glutinosus tamente colorata di arancione, arancio-giallognolo, color vinaccia e per il cappello
(Schaeff. : Fr.) Fr. 1838 asciutto o leggermente viscido, non glutinoso.

36 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia HYGROPHORACEAE

Nel genere Hygrocybe (circa 60-70 specie) sono sistemati funghi spesso
vivacemente colorati e di consistenza vetrosa, più o meno membranacei
e a spore bianche, distinti per le lamelle molto spesse e ceracee, lardacee,
cedevoli al tocco, spesso rade, e per la crescita nei prati.
Descrizione: carpofori membranacei o poco carnosi, di taglia da piccola
a media. Cappello convesso, conico, ottuso o acuto, asciutto, viscido-glu-
tinoso, di solito vivacemente colorato, giallo, arancio, rosso, anche verde,
grigio, violetto, bruno-nerastro. Lamelle da sublibere-annesse a adnate-
decorrenti, spesse e rade, di consistenza ceracea, lardacee, cedevoli al
tocco. Gambo asciutto, viscido-glutinoso, spesso concolore al cappello o GeNere:
più pallido. Carne esigua, generalmente di consistenza vetrosa e concolore HYGROCYBE
(Fr.) P. Kumm. 1871
alle superfci. Spore bianche, ovoidali-ellissoidali, lisce, non amiloidi. Trama
lamellare regolare e irregolare. Epicute di varia tipologia: cutis, ixocutis, Specie tipo:
ixotricoderma. Hygrocybe conica
Habitat: terricolo, in genere nei prati, nei pascoli di montagna. (Schaeff. : Fr.) P. Kumm.
1871
Note: alcuni autori separano il genere Camarophyllus (= Cuphophyllus), costituito
da specie con trama lamellare irregolare a ife strette.

Il genere Hygrophorus (circa 60-70 specie) comprende funghi a spore bian-


che, con lamelle molto spesse e ceracee, lardacee, cedevoli al tocco, rade,
adnate-decorrenti e crescenti nei boschi.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a
grande. Cappello più o meno convesso, generalmente viscido o glutinoso,
raramente asciutto, di vario colore. Lamelle adnate-decorrenti, spesse e
rade, di consistenza ceracea, lardacee, cedevoli al tocco. Gambo asciutto,
viscido-glutinoso, spesso foccoso all’apice, talvolta con residui di velo cor-
tiniformi. Carne consistente, non vetrosa. Spore bianche, ellissoidali, lisce, GeNere:
HYGROPHORUS Fr. 1836
non amiloidi. Trama lamellare bilaterale. Epicute di varia tipologia: cutis,
ixocutis, ixotricoderma. Specie tipo:
Habitat: terricolo, nei boschi. Hygrophorus eburneus
(Bull. : Fr.) Fr. 1838
Note: il genere Hygrocybe ha trama lamellare regolare, irregolare nei Camarophyl-
lus. Il genere Hygrophorus ha trama bilaterale. Il genere Camarophyllopsis (=
Hygrotrama) ha epicute cellulare, di tipo imeniderma.

Principali generi dei funghi a lamelle 37


Ordine AGARICALES
Famiglia TRICHOLOMATACEAE

Il genere Armillaria (circa 10 specie), è costituito da funghi a spore bianche


riconoscibili per le lamelle adnate-decorrenti, per la cuticola pileica con
squame irsute, il gambo di solito con anello e per la crescita spesso ligni-
cola e cespitosa (Armillaria tabescens è senza anello ma si riconosce per le
squame irsute sul cappello).
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia media. Cappello convesso, con
umbone, con squame irsute, soprattutto al disco, viscido se umido, igro-
fano oppure no, giallastro, bruno-miele, bruno-olivastro. Lamelle adnate-
decorrenti, biancastre. Gambo con o senza anello. Carne fbrosa. Spore
GeNere: biancastre, ellissoidali, lisce o con costolature longitudinali, non amiloidi.
ARMILLARIA Epicute di tipo cutis o ixocutis.
(Fr.) Staude 1857
Habitat: lignicolo, raramente terricolo, in genere cespitoso, ma anche
Specie tipo: subcespitoso o gregario.
Armillaria mellea
(Vahl : Fr.) P. Kumm. 1871
Note: Catathelasma imperiale (= Biannularia imperialis), unica specie di questo
genere, ha il gambo radicante con due anelli inferi, carne con odore farinoso, di coco-
mero, e cresce su terreno nei boschi di conifere, non cespitoso.

Le Clitocybe (circa 90-110 specie), tra i funghi a spore bianche e con gambo
centrale, si riconoscono principalmente per il cappello spesso imbutiforme,
depresso-imbutiforme e per le lamelle decorrenti.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a gran-
de. Cappello imbutiforme, spesso depresso al centro, raramente convesso,
glabro, igrofano o non igrofano, bianco o variamente colorato. Lamelle
molto decorrenti, talvolta adnate. Gambo biancastro o concolore al cappel-
lo, senza anello. Carne consistente, biancastra o concolore alla superfcie.
Spore bianche o crema, ellissoidali, lisce, non amiloidi, non cianofle. Epi-
GeNere: cute di tipo cutis.
CLITOCYBE Habitat: in genere terricolo.
(Fr.) Staude 1857
Specie tipo: Note: il genere Lepista è ben distinto per le spore verrucose e cianofle. Un carattere
Clitocybe nebularis macroscopico molto utile per distinguere sul campo le Lepista dalle Clitocybe sta
(Batsch : Fr.) P. Kumm. 1871 nelle lamelle: facilmente separabili dalla carne del cappello nelle Lepista, non sepa-
rabili nelle Clitocybe. Il genere Pseudoclitocybe si riconosce per le spore amiloidi.
Il genere Omphalina comprende carpofori più piccoli, membranacei, con il cappello
ombelicato e con il gambo subcartilagineo.

38 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia TRICHOLOMATACEAE

Le Collybia (circa 30-40 specie) sono funghi dal portamento esile e slan-
ciato, non tozzo, a spore bianche, distinte principalmente per il gambo
cartilagineo, tenace, e per le lamelle sublibere-annesse e molto ftte.
Descrizione: carpofori poco carnosi, quasi membranacei, raramente car-
nosi, di taglia da piccola a media. Cappello convesso o piano, glabro, igro-
fano o non igrofano, spesso elastico-cartilagineo, di vario colore. Lamelle
sublibere-annesse, raramente adnate, in genere molto ftte. Gambo carti-
lagineo, tenace, glabro, striato o solcato, villoso-fbrilloso, feltrato, talvolta
radicante, senza anello. Carne molto fbrosa, tenace. Spore bianche o cre-
ma, ellissoidali, lisce, non amiloidi. Epicute di tipo cutis. GeNere:
Habitat: terricolo o lignicolo, alcune specie crescenti da sclerozio. COLLYBIA (Fr.) Staude
1857 (= Gymnopus,
Rhodocollybia)
Note: anche il genere Marasmius comprende specie con il gambo cartilagineo-tenace, tut-
tavia, pur essendo molto vicino al genere Collybia, si riconosce facilmente per le lamelle Specie tipo:
molto rade e per l’epicute di tipo imeniderma. Le specie del genere Flammulina hanno la Collybia tuberosa
cuticola gelatinosa e il gambo vellutato. Le specie del genere Xerula (= Oudemansiella) (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1857
hanno il gambo profondamente radicante e l’epicute di tipo imeniderma. Macrocystidia
cucumis (e sue varietà), unica rappresentante del suo genere, è ben distinta per il forte
odore di olio di fegato di merluzzo e per i grossi cistidi sul cappello e sul gambo. Il genere
Callistosporium ha spore con granuli gialli, ben evidenti in ammoniaca.

Tra le specie poco carnose o membranacee e a spore bianche, le Laccaria


(circa 8 specie) si riconoscono per il colore rosa, bruno-rossastro, violetto
in ogni parte del carpoforo (lamelle comprese), per le lamelle spesse e rade
e per le spore aculeate.
Descrizione: carpofori poco carnosi, membranacei, di taglia da piccola a
media. Cappello convesso, piano, depresso, glabro o fnemente squamoso,
igrofano o non igrofano, di solito bruno-rossastro, rosa, ma anche violetto.
Lamelle adnate, adnate-decorrenti, spesse e rade. Gambo in genere conco-
lore al cappello, senza anello. Carne esigua, concolore alle superfci. Spore GeNere:
LACCARIA Berk. & Broome
bianche, bianche-lilla, da ellissoidali a subsferiche, verrucose-aculeate, non 1883
amiloidi. Epicute di tipo cutis.
Habitat: terricolo o lignicolo, su strame di foglie, residui di legno ecc. Specie tipo:
Laccaria laccata
(Scop. : Fr.) Cooke 1884
Note: le lamelle spesse e rade delle Laccaria richiamano un po’ le specie della famiglia
Hygrophoraceae. Tuttavia, le spore verrucose-aculeate delle Laccaria ne permettono
un’agevole separazione da queste ultime.

Principali generi dei funghi a lamelle 39


Ordine AGARICALES
Famiglia TRICHOLOMATACEAE

Il genere Lepista (circa 15-20 specie) raccoglie specie provenienti dai generi
Tricholoma e Clitocybe, caratterizzate dalle lamelle facilmente staccabili dalla
carne del cappello (paxilloidi) e dalle spore crema-rosate, verrucose e cianofle.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello da
convesso a depresso-imbutiforme, igrofano o non igrofano, glabro, rara-
mente feltrato, di vario colore, biancastro, fulvo-ocra, giallo-arancio, vio-
letto. Lamelle da smarginate-adnate a decorrenti, ftte, spesso staccabili in
blocco dalla carne del cappello (come nel genere Paxillus o come i tuboli nel
genere Boletus). Gambo senza anello. Carne da consistente a molliccia, di
GeNere: vario colore. Spore crema-rosa, ellissoidali, verrucose, aculeate, non amiloi-
LEPISTA di, cianofle. Epicute di tipo cutis.
(Fr.) W.G. Sm. 1870
Habitat: terricolo, di solito nei boschi, ma anche nei prati.
Specie tipo:
Lepista densifolia Note: il genere Leucopaxillus, anch’esso con le lamelle facilmente staccabili dalla
(J. Favre) Singer & Clémençon carne del cappello, è separabile per il margine del cappello molto involuto e per le
1973
spore amiloidi.

I Lyophyllum (circa 20-30 specie) sono funghi a spore biancastre e con basidi
carminofli (siderofli), dal portamento tricholomoide, riconoscibili princi-
palmente per la consistenza più o meno elastica della carne. Una parte di
essi si riconosce per il viraggio al blu o al rosso-nero, blu-nero delle lamelle
al tocco, l’altra parte per la crescita cespitosa.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello igro-
fano o non, glabro, di vario colore, spesso elastico-cartilagineo. Lamelle da
smarginate a decorrenti, in alcune specie viranti al bluastro, oppure al giallo
o al rossastro per passare poi al nero o direttamente annerenti per manipola-
GeNere: zione. Gambo senza anello. Carne fbrosa, un po’ elastica, soda. Spore bianche
LYOPHYLLUM o crema, da subsferiche a cilindriche-ellissoidali, talvolta triangolari, lisce, più
P. Karst. 1881
raramente fnemente verrucose, non amiloidi, cianofle. Basidi con granula-
Specie tipo: zioni carminofli. Epicute di tipo cutis, con pigmento parietale incrostante.
Lyophyllum Habitat: terricolo, nei boschi, nei prati, gregario o cespitoso.
leucophaeatum
(P. Karst.) P. Karst. 1881
Note: il genere Tephrocybe, diffcilmente distinguibile da Lyophyllum, è costituito da car-
pofori di piccola taglia, poco carnosi e dal portamento collybioide, spesso con odore farinoso,
anch’essi con basidi carminofli (alcuni AA. lo includono nel genere Lyophyllum). Anche il
genere Calocybe ha basidi carminofli, ma si distingue da Lyophyllum principalmente per il
pigmento intracellulare (alcune specie anche per l’epicute di tipo tricoderma-cellulare).

40 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia TRICHOLOMATACEAE

Tra i funghi membranacei e a spore bianche, i Marasmius (circa 30-40 spe-


cie) si riconoscono facilmente per il gambo cartilagineo-tenace, perfno
corneo in alcune specie, spesso fliforme, e per le lamelle molto rade.
Descrizione: carpofori membranacei o poco carnosi, reviviscenti con
l’umidità, di piccola o piccolissima taglia. Cappello da convesso a ombeli-
cato, spesso plissettato-striato, di vario colore. Lamelle da libere e distanti
(anche inserite in un collarium) ad annesse-adnate, molto rade, talvolta
quasi assenti. Gambo cartilagineo, tenace, in alcune specie corneo, spesso
fliforme, senza anello. Carne molto fbrosa, di solito esigua. Spore bianche,
subsferiche o ellissoidali, lisce, non amiloidi. Cistidi diverticolati. Epicute di GeNere:
tipo imeniderma, con elementi lisci o diverticolati, sovente con pileocistidi. MARASMIUS Fr. 1836
Habitat: lignicolo o terricolo, nei boschi, nei prati, sui rami, sulle foglie. Specie tipo:
Marasmius rotula
Note: strettamente correlato è il genere Marasmiellus, distinto per l’epicute di tipo (Scop. : Fr.) Fr. 1838
cutis (a ife cilindriche distese). Il genere Micromphale ha il cappello elastico-gelati-
noso per via di uno strato di ife gelatinizzate sotto l’epicute. Il genere Crinipellis ha
il cappello e il gambo ricoperti da lunghi elementi piliformi a parete ispessita. Tutte
le specie appartenenti a questi generi hanno il gambo cartilagineo, tenace, come nei
Marasmius, e sono defniti funghi marasmioidi.

Le Melanoleuca (circa 50-60 specie) si distinguono dai Tricholoma (funghi


carnosi a spore bianche e con lamelle smarginate) per il cappello spesso
igrofano e umbonato, il gambo più sottile, di solito slanciato, e fbrilloso,
subcorticato, ma soprattutto per le spore verrucose e amiloidi.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a grande.
Cappello convesso, anche depresso nell’adulto, di solito con umbone, in genere
biancastro, grigiastro o brunastro, di solito più o meno igrofano. Lamelle smar-
ginate-adnate, ftte, bianche o grigio-brune. Gambo relativamente sottile, di
solito slanciato, subcorticato, fbrilloso, fbrilloso-squamoso, senza anello. Carne GeNere:
MELANOLEUCA Pat. 1897
piuttosto fbrosa, spesso bruno-nerastra alla base del gambo. Spore bianche o
bianco-crema, da subsferiche a ellissoidali, verrucose, amiloidi. Cistidi fusiformi Specie tipo:
o a peli di ortica, spesso con cristalli all’apice, alcune specie senza cistidi. Giunti Melanoleuca vulgaris
a fbbia assenti. Epicute di tipo cutis o con transizione verso un tricoderma. (Pat.) Pat. 1897
Habitat: terricolo, nei boschi, nei prati.

Note: alcuni Leucopaxillus, confondibili per il loro portamento con le Melanoleuca,


si distinguono per il margine del cappello involuto e per la presenza di giunti a fbbia.

Principali generi dei funghi a lamelle 41


Ordine AGARICALES
Famiglia TRICHOLOMATACEAE

Le Mycena (circa 120-140 specie) sono funghi membranacei a spore bianche,


riconoscibili principalmente per il cappello conico-campanulato, campanula-
to-convesso, con il margine spesso striato e per il gambo sottile e slanciato.
Descrizione: carpofori membranacei, di taglia piccola o molto piccola, ra-
ramente media. Cappello da conico-campanulato a campanulato-convesso,
talvolta anche un po’ ombelicato, spesso striato, glabro o pruinoso, anche
viscido, di vario colore. Lamelle da annesse-smarginate a decorrenti, a vol-
te con il flo colorato. Gambo sottile, spesso cavo, da glabro a pruinoso, a
volte viscido, in alcune specie con latice, senza anello. Carne esigua, pres-
GeNere: soché inesistente. Spore bianche, ellissoidali, lisce, amiloidi, raramente non
MYCENA amiloidi, non cianofle. Epicute di tipo cutis o ixocutis, costituita da ife in
(Pers.) Roussel 1806
genere diverticolate, ma anche lisce.
Specie tipo: Habitat: lignicolo o terricolo, nei boschi, sui rami, sulla corteccia, nei prati ecc.
Mycena galericulata
(Scop. : Fr.) Gray 1821
Note: i generi che gravitano attorno a Mycena sono abbastanza numerosi. Citiamo
i più importanti: il genere Mycenella si distingue per le spore subsferiche con appen-
dice ilare (= apicolo) angolosa e molto sviluppata; nel genere Hemimycena sono
sistemate “micene” bianche; il genere Delicatula comprende “micene” molto piccole,
bianche, con residui di velo e con lamelle venose; il genere Hydropus è costituito da
specie di solito scure e con il gambo pruinoso-peloso.

Il genere Nyctalis (2 specie) è ben delimitato e facilmente riconoscibile per


la crescita su carpofori marcescenti di Russula (in genere del gruppo di R.
nigricans), le lamelle spesse, rade e spesso incomplete, ridotte a poche pie-
ghe, e per la formazione di clamidospore brune assieme alle normali spore
biancastre.
Descrizione: carpofori poco carnosi, di piccola taglia. Cappello convesso,
biancastro, grigio-lilla o brunastro, spesso ricoperto da una polvere bruna
(clamidospore). Lamelle adnate-decorrenti, molto spesse e rade, spesso in-
GeNere: complete, ridotte a poche pieghe per formazione di clamidospore. Gambo
NYCTALIS Fr. 1825
(= Asterophora) biancastro, anche annerente. Carne un po’ esigua. Spore biancastre, ellissoida-
li, lisce (le clamidospore sono brunastre e a forma di stella). Basidi carminofli.
Specie tipo: Habitat: su carpofori marcescenti di Russula nigricans e specie affni, in
Nyctalis parasitica genere cespitosi.
(Bull. ex Pers. : Fr.) Fr. 1838
Note: genere caratteristico e inconfondibile.

42 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia TRICHOLOMATACEAE

Il genere Strobilurus (3 specie) comprende funghi a spore bianche simili a


Collybia, con la caratteristica di crescere su strobili (pigne) e in primavera.
Descrizione: carpofori poco carnosi, quasi membranacei, di taglia piccola.
Cappello convesso, piano, brunastro, ocraceo, talvolta pallidescente fno al
biancastro nei carpofori coperti dalle foglie, non igrofano o solo leggermen-
te, glabro. Lamelle da annesse-smarginate ad adnate. Gambo cartilagineo,
tenace, profondamente radicante, glabro, peloso sulla parte radicante. Car-
ne piuttosto fbrosa, quasi esigua, elastico-tenace. Spore bianche, ellissoi-
dali, lisce, non amiloidi, non cianofle. Epicute di tipo imeniderma.
Habitat: terricolo, nei boschi di conifere, crescente in primavera su stro- GeNere:
bili spesso interrati, in genere di pino silvestre e di abete rosso. STROBILURUS
Singer 1962

Note: Baeospora myosura è molto simile e di non facile distinzione macroscopi- Specie tipo:
ca, cresce anch’essa su strobili ma in autunno. Tuttavia, è ben distinta nei caratteri Strobilurus conigenoides
microscopici poiché il genere Baeospora ha epicute di tipo cutis e spore amiloidi. (Ellis) Singer 1962
Le Mycena strobilicole non possono essere confuse con gli Strobilurus per via del
cappello conico-campanulato, membranaceo, e per il gambo non cartilagineo-tenace
come negli Strobilurus.

Tra i funghi carnosi e a spore bianche, i Tricholoma (circa 70-80 specie) si ri-
conoscono principalmente per le lamelle annesse-smarginate e per il gambo
in genere senza anello (raramente con anello o cortina).
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello con-
vesso, piano, anche campanulato, viscido o asciutto, glabro, fbrilloso o
squamoso, di vario colore. Lamelle annesse-smarginate. Gambo di solito
senza residui di velo, in alcuni casi con cortina o con anello. Carne abba-
stanza soda, in alcuni casi fragile. Spore bianche, subsferiche-ellissoidali,
lisce, non amiloidi, non cianofle. Epicute di tipo cutis o ixocutis. GeNere:
TRICHOLOMA
Habitat: terricolo, nei boschi. (Fr.) Staude 1857

Note: il genere Melanoleuca si distingue per le spore verrucose e amiloidi; inoltre, i Specie tipo:
carpofori sono generalmente più esili e spesso igrofani. Le specie del genere Tricholo- Tricholoma flavovirens
mopsis sono lignicole, perlopiù crescono su legno di conifere. Il genere Dermoloma (Pers. : Fr.) S. Lundell 1942
ha epicute di tipo imeniderma (più o meno cellulare) e i carpofori sono più piccoli
e fragili. Il genere Porpoloma si distingue per le spore cianofle e per la crescita in
genere nei prati. Il genere Tricholosporum ha spore angolose-gibbose.

Principali generi dei funghi a lamelle 43


Ordine AGARICALES
Famiglia ENTOLOMATACEAE

Il genere Clitopilus (circa 8 specie) è costituito da specie morfologicamente


molto simili a quelle sistemate nei generi Clitocybe e Crepidotus, tuttavia fa-
cilmente distinguibili per le spore rosa e costolate-striate longitudinalmen-
te, ma anche per la carne molto tenera, fragile e spesso con odore farinoso
(di cocomero, buccia di anguria).
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a me-
dia. Cappello convesso, piano o depresso, spesso lobato, anche spatolifor-
me, asciutto, glabro, in genere bianco, ma anche grigio o rosato. Lamelle
decorrenti, rosa nel carpoforo maturo. Gambo centrale, eccentrico o la-
GeNere: terale, talvolta anche assente, senza anello. Carne molto morbida, fragile,
CLITOPILUS friabile, in genere con odore farinoso. Spore rosa, da fusiformi a ellissoidali,
(Fr. ex Rabenh.) P. Kumm.
1871 lisce e costolate-striate. Epicute di tipo cutis.
Habitat: terricolo o lignicolo.
Specie tipo:
Clitopilus prunulus
(Scop. : Fr.) P. Kumm. 1871 Note: per via delle spore caratteristicamente striate-solcate e della carne friabile in
genere con odore farinoso, i Clitopilus non possono essere confusi con nessun altro
genere. Tuttavia, citiamo il genere Rhodocybe, a spore rosa e appartenente alla stessa
famiglia, riconoscibile per le spore ellissoidali-subsferiche e in genere verrucose.

Il genere Entoloma (circa 170-200 specie) è costituito da specie alquan-


to diverse per dimensioni, carnosità, attaccatura delle lamelle al gambo
ecc. Tuttavia, si riconosce molto facilmente per le spore rosa nell’adulto
e caratteristicamente poligonali, angolose. La forma angolosa delle spore
negli Entoloma è caratteristica unica tra tutti i funghi a lamelle. Genere
abbastanza diffcile.
Descrizione: carpofori morfologicamente molto eterogenei, da carnosi
a membranacei, di taglia da piccola a grande. Cappello convesso, piano,
GeNere: conico-campanulato, ombelicato, asciutto, glabro, fbrilloso o squamoso,
ENTOLOMA
(Fr.) P. Kumm. 1871 di vario colore. Lamelle da annesse-smarginate a decorrenti, tendenti al
rosa nel carpoforo maturo. Gambo da molto sottile a robusto, senza anello.
Specie tipo: Carne da cospicua a esigua. Spore rosa, poligonali, angolose, lisce, non
Entoloma sinuatum amiloidi, cianofle. Epicute di tipo cutis o tricoderma.
(Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871 Habitat: terricolo, nei boschi, nel prato, tra muschio, raramente lignicolo.

Note: della famiglia Entolomataceae fanno parte, oltre al genere Entoloma, i ge-
neri Clitopilus e Rhodocybe, entrambi facilmente distinguibili per la forma non po-
ligonale delle spore.

44 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia PLUTEACEAE

I Pluteus (circa 50-60 specie) si riconoscono facilmente per le lamelle libere


e colorate di rosa nell’adulto per maturazione delle spore, il gambo è facil-
mente separabile dal cappello ed è privo sia di volva sia di anello.
Descrizione: carpofori da carnosi a submembranacei, di taglia da piccola
a grande. Cappello convesso, piano, asciutto, glabro, pruinoso, feltrato o
squamoso, talvolta rugoso, di vario colore. Lamelle libere, rosa nel carpo-
foro maturo. Gambo facilmente separabile dal cappello, senza anello, senza
volva. Carne in genere poco spessa. Spore rosa, ellissoidali o subsferiche,
lisce, non amiloidi, cianofle. Epicute molto variabile, di tipo cutis, trico-
derma o imeniderma. GeNere:
Habitat: di solito lignicolo, su tronchi marcescenti, su residui di legno, ma PLUTEUS Fr. 1836
anche terricolo. Specie tipo:
Pluteus cervinus
Note: le spore rosa e le lamelle libere al gambo caratterizzano la famiglia Plutea- P. Kumm. 1871
ceae, composta di due generi, Pluteus e Volvariella. Nel genere Volvariella si ha la
presenza di una volva membranosa alla base del gambo, carattere che lo fa distin-
guere dal Pluteus.

Il genere Volvariella (circa 15 specie) si riconosce facilmente per le lamelle


libere e colorate di rosa nell’adulto per maturazione delle spore, e per il
gambo munito di volva membranacea.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a gran-
de. Cappello convesso, piano, asciutto o viscido, glabro, fbrilloso o eviden-
temente villoso, di solito biancastro, talvolta anche colorato. Lamelle libere,
rosa nel carpoforo maturo. Gambo facilmente separabile dal cappello, senza
anello, con volva membranosa, spesso lacerata in lobi. Carne poco spessa.
Spore rosa, ellissoidali, a parete liscia e spessa, non amiloidi. Epicute di tipo GeNere:
VOLVARIELLA
cutis o tricoderma, raramente ixocutis. Trama lamellare bilaterale, inversa. Speg. 1899 (= Volvopluteus)
Habitat: terricolo, raramente lignicolo, una specie su vecchi carpofori di
Clitocybe nebularis. Specie tipo:
Volvariella argentina
Note: carpofori giovani di Volvariella, con le lamelle bianche perché le spore sono Speg. 1899
ancora immature, possono essere confusi con alcune specie del genere Amanita con
il gambo munito di volva membranosa e privo di anello evidente (sottogenere Ama-
nitopsis). La buona abitudine di raccogliere carpofori in tutti gli stadi di crescita di
un’unica specie fa evitare questa possibile confusione; tuttavia si ricorda che nelle
Amanita senza anello il margine del cappello è striato.

Principali generi dei funghi a lamelle 45


Ordine AGARICALES
Famiglia AMANITACEAE

Il genere Amanita (circa 60-70 specie) è distinto per le lamelle libere e con
spore bianche, per il gambo con o senza anello, ma sempre con residui di
velo generale sotto forma di volva membranosa o di verruche, cercini o di
pruina alla base.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a gran-
de. Cappello asciutto o viscido, glabro, fbrilloso, con verruche o lembi di
velo generale, con il margine liscio o striato, di vario colore. Lamelle libere,
bianche o giallognole, ftte. Gambo facilmente separabile dal cappello, con
o senza anello, con volva membranosa sacciforme o inguainante, oppure
GeNere: friabile e allora dissociata in focchi, verruche o cercini. Carne morbida,
AMANITA Pers. 1797 bianca, talvolta gialla oppure arrossante. Spore bianche, da subsferiche a
Specie tipo: ellissoidali, lisce, amiloidi o non amiloidi. Epicute di tipo cutis o ixocutis.
Amanita muscaria Trama lamellare bilaterale, divergente.
(L. : Fr.) Lam. 1783 Habitat: terricolo, nei boschi (attenzione alcune specie sono molto tos-
siche, mortali!).

Note: nelle Amanita sprovviste di anello (sottogenere Amanitopsis), è possibile os-


servare tracce di velo parziale alla base del gambo all’interno della volva; in queste
specie il margine del cappello è sempre striato.

Il genere Limacella (circa 10 specie) comprende specie a spore bianche con


caratteristiche intermedie tra i generi Amanita e Lepiota. Dal primo genere si
separa principalmente per l’assenza della volva, dal secondo per il cappello
viscido-glutinoso.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a gran-
de. Cappello viscido o glutinoso. Lamelle da libere ad annesse, biancastre.
Gambo asciutto o glutinoso, con o senza anello, talvolta con abbondante
glutine in zona anulare tale da simulare un anello. Carne tenera, biancastra,
GeNere: spesso con odore farinoso. Spore bianche, ellissoidali, lisce o fnemente
LIMACELLA Earle 1909 punteggiate, non amiloidi, non cianofle. Epicute di tipo ixotricoderma o
ixocutis. Trama lamellare bilaterale nel giovane, irregolare nell’adulto.
Specie tipo: Habitat: terricolo, nei boschi di latifoglie e di conifere, raramente ligni-
Limacella delicata colo.
(Fr. : Fr.) Earle 1909

Note: strettamente correlato è il genere Chamaemyces (= Lepiotella), distinto per


le spore cianofle e la trama lamellare regolare, costituita da ife parallele.

46 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia AGARICACEAE

Il genere Agaricus (circa 80-90 specie) comprende funghi carnosi riconoscibili


per il cappello sempre asciutto, mai viscido, per le lamelle libere e di colore rosa
o pallide nel giovane ma bruno-porpora molto scuro nell’adulto per maturazione
delle spore, per il gambo con anello e facilmente separabile dal cappello.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da piccola a grande. Cappello asciutto,
squamoso, liscio, fbrilloso, biancastro, alutaceo, oppure brunastro, porporino.
Lamelle libere, ftte, inizialmente rosate o bianco-grigiastre, poi bruno-porpora,
bruno-nerastre. Gambo facilmente separabile dal cappello, asciutto, con anello,
in genere con superfcie ingiallente o arrossante per strofnio. Carne abbastanza
spessa, biancastra, in genere arrossante al taglio oppure ingiallente, con odore GeNere:
di anice, di fenolo, sgradevole o fungino. Spore bruno-porpora, bruno-nerastro, AGARICUS L. 1753 : Fr.
da subsferiche a ellissoidali-ovoidali, lisce, di solito senza poro germinativo evi- Specie tipo:
dente, non amiloidi. Epicute di tipo cutis o cutis-tricoderma. Agaricus campestris
Habitat: terricolo, nei boschi di latifoglie e di conifere, nei prati, su terreni L. 1753 : Fr.
concimati ecc.

Note: le Stropharia hanno il cappello viscido e le lamelle di colore bruno-grigio-


violaceo nell’adulto per maturazione delle spore. Il genere Leucoagaricus raccoglie
specie con caratteristiche simili agli Agaricus ma a spore bianche.

I Cystoderma (circa 12-15 specie) sono funghi a spore biancastre riconoscibili prin-
cipalmente per il caratteristico gambo armillato, ricoperto da abbondante prui-
na-granulosa fno alla zona anulare, anche il cappello è pruinoso, pruina-granuloso.
Descrizione: carpofori poco carnosi, di taglia da media a piccola. Cappello
asciutto, granuloso, pruinoso, ricoperto di pruina-granulosa facilmente de-
tersile. Lamelle annesse-adnate. Gambo con anello membranoso o foccoso,
armillato dal velo granuloso-pruinoso. Carne poco spessa, spesso con odore
terroso ma anche nullo. Spore bianche o crema pallido, da subsferiche a GeNere:
ellissoidali, lisce, amiloidi o non amiloidi, in genere cianofle. Epicute di tipo CYSTODERMA Fayod 1889
epitelio (a ife cellulari subcatenulate).
Habitat: terricolo, nei boschi di latifoglie e di conifere, nei prati, raramen- Specie tipo:
te lignicolo. Cystoderma amianthinum
(Scop. : Fr.) Fayod 1889

Note: le specie del genere Cystolepiota sono molto simili, ma si distinguono per le la-
melle libere o quasi libere. Phaeolepiota aurea assomiglia a un grosso Cystoderma,
facile da riconoscere, oltre che per la grande taglia, per le spore bruno-ocra rugginose
e fusiformi.

Principali generi dei funghi a lamelle 47


Ordine AGARICALES
Famiglia AGARICACEAE

Le Lepiota (circa 60-70 specie) si riconoscono principalmente per il cappello asciut-


to e squamoso, le lamelle libere, e per il gambo di solito con anello membranoso
oppure foccoso e dissociato in zona anulare e/o sul margine del cappello. Perlopiù
sono funghi di taglia piccola o medio-piccola, con carne esigua e a spore bianche.
Descrizione: carpofori poco carnosi, quasi membranacei, fragili, di taglia pic-
cola o medio-piccola. Cappello asciutto, squamoso, raramente glabro. Lamelle
libere, ftte, bianche, crema. Gambo facilmente separabile dal cappello, asciutto,
spesso foccoso, con anello membranoso o foccoso, effmero, talvolta senza.
Carne in genere con odore di Lepiota cristata oppure nullo. Spore bianche o
GeNere: biancastre, di forma e dimensione molto variabile, fusiformi, ellissoidali-ovoidali,
LEPIOTA (Pers.) Gray 1821 con la base tronca e speronate, lisce, senza poro germinativo, cianofle, non
Specie tipo: metacromatiche. Epicute di tipo tricoderma, raramente di tipo imeniderma.
Lepiota clypeolaria Habitat: terricolo, nell’humus dei boschi, tra residui di legno, nei prati
(Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871 ecc., generalmente in luoghi caldi e umidi (attenzione, alcune specie sono
molto tossiche, mortali!).

Note: le specie del genere Echinoderma hanno il cappello e il gambo ricoperti da squame acute,
conico-piramidali, ed epicute di tipo echinoderma, una sorta di epitelio a ife cellulari catenulate.

Le Macrolepiota (circa 10-15 specie) sono simili alle Lepiota, ma ben distinte
da queste per la taglia grande e per l’anello spesso mobile. Microscopica-
mente sono caratterizzate da spore molto grandi (12-20 µm), metacromati-
che e con poro germinativo molto ampio, tronco o prominente.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia grande o mol-
to grande. Cappello asciutto, grossolanamente squamoso fuori del disco,
anche con cuticola lacerata a lembi. Lamelle libere, ftte, bianche, crema.
Gambo facilmente separabile dal cappello, con la base sempre bulbosa, con
anello semplice o doppio e di solito mobile. Carne un po’ fbrosa, bianca, in
GeNere: alcune specie arrossante per strofnio o al taglio, raramente con macchie
MACROLEPIOTA olivastre. Spore bianche o rosa pallido, ellissoidali, molto grandi, 12-20 µm,
Singer 1948
a parete liscia e molto spessa, con grosso poro germinativo tronco o pro-
Specie tipo: minente, metacromatiche. Epicute di tipo tricoderma.
Macrolepiota procera Habitat: terricolo, nei boschi sia di latifoglie sia di conifere, nei prati ecc.
(Scop. : Fr.) Singer 1948
Note: i Leucoagaricus hanno il cappello generalmente glabro, il gambo spesso claviforme,
liscio, con anello semplice e forma di imbuto, le spore metacromatiche e minori di 12 µm. I
Leucocoprinus si riconoscono macroscopicamente almeno per il margine del cappello striato.

48 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia COPRINACEAE

Il genere Coprinus (circa 100-130 specie) è costituito da funghi membrana-


cei (submembranacei quelli di taglia considerevole), a spore nerastre, rico-
noscibili per il cappello plissettato, molto fragile e deliquescente. Di solito i
carpofori maturi si risolvono in un liquido nerastro.
Descrizione: carpofori membranacei, raramente submembranacei, molto
fragili e deliquescenti, di taglia da media a molto piccola. Cappello nel
giovane ovoidale, glandiforme o campanulato, poi convesso, campanu-
lato, piano, asciutto, plissettato, solcato, glabro, villoso o con residui di
velo foccoso, farinoso, pulverulento o micaceo. Lamelle libere, nerastre
nell’adulto, deliquescenti a maturità, raramente non deliquescenti. Gambo GeNere:
perlopiù senza anello, in alcuni casi con anello, glabro o foccoso, spesso COPRINUS Pers. 1797
(= Coprinopsis, Coprinellus,
sottile. Carne molto fragile, friabile, esigua, quasi assente, si sbriciola con Parasola)
facilità alla manipolazione, deliquescente nel cappello. Spore nere o bruno
bistro, ellissoidali o citriformi, spesso a forma di mitra, schiacciate, lisce, Specie tipo:
raramente verrucose, con poro germinativo. Epicute di tipo imeniderma o Coprinus comatus
cutis, spesso con appressati residui di velo generale, costituita da ife fli- (O.F. Müll. : Fr.) Pers. 1797
formi e/o cellulari, oppure con sete emergenti dall’epicute, in poche specie
senza residui di velo e senza sete.
Habitat: terricolo o lignicolo, spesso su sterco, nei letamai, nell’humus,
su fli d’erba ecc.

Note: la famiglia Coprinaceae comprende funghi membranacei, raramente poco


carnosi, a spore nerastre, piuttosto fragili, i carpofori si sbriciolano facilmente alla
manipolazione. Le specie del genere Psathyrella non sono deliquescenti.

Principali generi dei funghi a lamelle 49


Ordine AGARICALES
Famiglia COPRINACEAE

Nel genere Panaeolus (circa 12 specie) sono sistemati funghi membranacei a


spore nere, perlopiù dal portamento slanciato, con il gambo notevolmente
più lungo del diametro del cappello e relativamente rigido, riconoscibili per
le lamelle caratteristicamente marmorizzate, screziate di nerastro nell’adul-
to per maturazione a zone e in tempi diversi delle spore.
Descrizione: carpofori membranacei, di taglia generalmente piccola, dal
portamento slanciato. Cappello campanulato, emisferico, asciutto o visci-
do, glabro, raramente micaceo, talvolta igrofano, con o senza orlo appen-
dicolato da residui di velo. Lamelle annesse-adnate, nerastre o brunastre,
GeNere: marmorizzate, maculate per maturazione delle spore a zone e in tempi di-
PANAEOLUS versi. Gambo sottile, quasi fliforme, relativamente rigido, in genere senza
(Fr.) Quél. 1872
anello, in una specie con anello (Panaeolus semiovatus = Anellaria semiovata),
Specie tipo: da glabro a foccoso, spesso con goccioline all’apice. Carne un po’ fbrosa,
Panaeolus papilionaceus fragile nel cappello ma non nel gambo, esigua. Spore nere, bruno bistro,
(Bull. : Fr.) Quél. 1873 ellissoidali o citriformi, lisce (verrucose nel genere Panaeolina), con poro
germinativo. Epicute di tipo imeniderma.
Habitat: terricolo, nell’humus, su sterco, nei prati ecc.

Note: il genere Panaeolina ha spore verrucose. Alcuni AA. considerano come carat-
tere del genere Panaeolus anche la presenza di spore verrucose, quindi includono e
considerano Panaeolina come sinonimo di Panaeolus.

50 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia COPRINACEAE

Il genere Psathyrella (circa 100-120 specie) è costituito da funghi mem-


branacei a spore nerastre, bruno-grigio-nerastre, molto fragili e in genere
igrofani, non deliquescenti. L’elevata fragilità è di fondamentale importan-
za per il loro riconoscimento, i carpofori si sbriciolano facilmente durante
la manipolazione.
Descrizione: carpofori membranacei, raramente submembranacei, molto
fragili, di taglia da piccola a media. Cappello emisferico, campanulato, co-
nico, piano-convesso, di solito igrofano, glabro o con residui di velo, molto
fragile. Lamelle annesse-adnate, grigio-brune, nero-brunastre nell’adulto,
raramente bruno-rossastre, non deliquescenti. Gambo in genere fragile, GeNere:
eccezionalmente più tenace e allora di solito con la base pelosa e radican- PSATHYRELLA
(Fr.) Quél. 1872
te, con o senza anello, da glabro a foccoso. Carne molto fragile, friabi-
le, esigua, quasi assente, si sbriciola con facilità alla manipolazione. Spore Specie tipo:
nerastre, nero-bruno, grigio-bruno-porporino, ellissoidali, lisce, con poro Psathyrella gracilis
germinativo. Epicute di tipo imeniderma (perlopiù costituita da ife cellulari (Fr. : Fr.) Quél. 1872
e piriformi), raramente di tipo cutis.
Habitat: terricolo o lignicolo, nell’humus dei boschi, nei prati, su legno,
residui di legno ecc.

Note: il genere Coprinus è molto simile a Psathyrella e si distingue principalmente


per il cappello plissettato, solcato-striato e per le lamelle e il margine del cappello in
genere deliquescenti, che si sciolgono in un liquido nerastro. Il genere Lacrymaria ha
spore verrucose e lamelle lacrimanti. Nessuna specie di Psathyrella condivide queste
caratteristiche, ciononostante alcuni AA. includono le Lacrymaria nel genere Psa-
thyrella. I Panaeolus si distinguono per le lamelle screziate, di aspetto marmorizzato
e per il gambo relativamente rigido anche se sottile.

Principali generi dei funghi a lamelle 51


Ordine AGARICALES
Famiglia BOLBITIACEAE

Le Agrocybe (circa 20-25 specie) sono funghi con o senza anello riconoscibili
principalmente per le lamelle smarginate-adnate e colorate di bruno-gri-
giastro, bruno tabacco nell’adulto per maturazione delle spore. In questo
genere l’epicute è di tipo imeniderma, caratteristica che consente di distin-
guere le Agrocybe da specie simili appartenenti ad altri generi.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a grande. Cap-
pello convesso, piano-convesso, asciutto o leggermente viscido se umido. Lamelle
da smarginate ad adnate, abbastanza larghe, grigio-bruno pallido, bruno tabacco.
Gambo con o senza anello, glabro o fbrilloso, talvolta con cordoni miceliari alla
GeNere: base collegati a uno sclerozio. Carne abbastanza soda. Spore bruno-grigio scuro,
AGROCYBE Fayod 1889 bruno tabacco, ellissoidali, lisce, in genere con poro germinativo, raramente senza
Specie tipo: o poco distinto. Epicute di tipo imeniderma (a ife cellulari e piriformi).
Agrocybe praecox Habitat: terricolo o lignicolo, nell’humus dei boschi, nei prati, su legno,
(Pers. : Fr.) Fayod 1889 spesso tra residui di legno ecc.

Note: tra i generi a spore ocra o brunastre, la famiglia Bolbitiaceae è caratterizzata


dall’epicute di tipo imeniderma (a ife cellulari, piriformi o claviformi). I principali
generi che la costituiscono sono: Conocybe, Pholiotina, Bolbitius e Agrocybe. Il
genere Tubaria è costituito da specie simili ad alcune Agrocybe, ma con epicute
costituita da ife flamentose, di tipo cutis.

Il genere Bolbitius (circa 8 specie) è composto di funghi membranacei riconosci-


bili principalmente per il cappello viscido, perlopiù campanulato e plissettato,
solcato-striato (come nel genere Coprinus), per le lamelle sublibere, bruno-ocra
rugginose nell’adulto per maturazione delle spore, e talora subdeliquescenti.
Descrizione: carpofori membranacei, di taglia piccola o medio-piccola.
Cappello di solito conico, campanulato, raramente piano o solo nell’adulto,
viscido, plissettato, solcato-striato, giallo o bianco-grigio-lilacino. Lamelle
libere, giallo-ocra nell’adulto, talora subdeliquescenti. Gambo facilmente
GeNere: separabile dal cappello, fragile, concolore al cappello, oppure bianco, sen-
BOLBITIUS Fr. 1838 za anello. Carne esigua. Spore bruno-ocra rugginose, ellissoidali, lisce, con
poro germinativo. Epicute di tipo ixoimeniderma.
Specie tipo: Habitat: lignicolo o terricolo, su legno marcescente, spesso tra residui di
Bolbitius vitellinus legno, su letame o paglia, nell’erba lungo i sentieri.
(Pers. : Fr.) Fr. 1838

Note: le specie dei generi Conocybe e Pholiotina hanno il cappello asciutto e glabro,
non viscido né plissettato.

52 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia BOLBITIACEAE

Il genere Conocybe (circa 30-40 specie) comprende funghi membranacei dal


portamento slanciato, a spore ocra rugginose, riconoscibili per il cappello in
genere conico, a forma di ditale, asciutto, non viscido, e per il gambo sotti-
le, fliforme, molto più lungo del diametro del cappello. Microscopicamente
è un genere ben delimitato e facile da riconoscere per via dei caratteristici
cistidi lecitiformi, a forma di birillo, di bottiglia con apice capitulato.
Descrizione: carpofori membranacei, di taglia piccola, dal portamen-
to slanciato. Cappello conico, campanulato-convesso, a forma di ditale,
asciutto, igrofano o non igrofano, spesso vellutato, in genere giallo-bruno
rugginoso. Lamelle annesse, bruno-ocra rugginose. Gambo in genere sot- GeNere:
tile, molto lungo, fragile, di solito concolore al cappello, senza anello, in CONOCYBE Fayod 1889
una specie radicante. Carne esigua. Spore bruno-ocra rugginose, ellissoidali, Specie tipo:
lisce, con poro germinativo. Cheilocistidi lecitiformi, caratteristici, a forma Conocybe tenera
di birillo, di bottiglia con apice capitulato. Epicute di tipo imeniderma (a (Schaeff. : Fr.) Fayod 1889
ife cellulari e piriformi).
Habitat: terricolo, nell’humus dei boschi, nei prati, tra residui di legno, su
paglia con letame ecc.

Note: il genere Pholiotina si distingue per la presenza, nella maggior parte delle
specie, di residui di velo sotto forma di anello sul gambo o di lembi sul margine del
cappello, ma principalmente per i cistidi non lecitiformi, raramente subcapitulati, e
per la trama lamellare con il mediostrato ben sviluppato a ife corte e larghe; tuttavia
alcuni AA. lo includono nel genere Conocybe.

Principali generi dei funghi a lamelle 53


Ordine AGARICALES
Famiglia STROPHARIACEAE

Gli Hypholoma (circa 15-18 specie) si riconoscono principalmente per le spore


bruno-viola, il cappello in genere asciutto, il gambo senza anello, al mas-
simo con tracce di cortina, e per la presenza di chrisocistidi. Le specie più
comuni crescono cespitose su legno o nelle immediate vicinanze.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a me-
dia. Cappello convesso, non o poco igrofano, in genere asciutto, raramen-
te viscido. Lamelle smarginate, giallo-grigiastre, bruno-grigiastre con toni
viola. Gambo spesso unito con altri gambi, senza anello, spesso con tracce
di cortina, asciutto o viscido. Carne un po’ fbrosa, mite o amara. Spore
GeNere: bruno-viola, nero-bruno-violaceo, grigio-bruno scuro, ellissoidali, lisce, con
HYPHOLOMA poro germinativo. Cistidi con contenuto giallo rifrangente in ammoniaca
(Fr.) P. Kumm. 1871
(chrisocistidi). Epicute di tipo cutis o ixocutis, con ipocute subcellulare,
Specie tipo: costituita da ife subsferiche.
Hypholoma fasciculare Habitat: lignicolo, su ceppaie e tronchi o nelle immediate vicinanze e in
(Huds. : Fr.) P. Kumm. 1871 genere cespitoso, oppure terricolo e non cespitoso e allora nel muschio, su
terreno paludoso.

Note: il genere Stropharia è strettamente correlato al genere Hypholoma dal quale


si distingue per il cappello viscido-glutinoso, il gambo con anello e per l’ipocute costi-
tuita da ife cilindriche, non subsferiche. Le Stropharia crescono in genere su terreno
o su sterco, raramente su legno.

54 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia STROPHARIACEAE

Nel genere Pholiota (circa 35-40 specie) sono sistemati funghi con lamelle
smarginate-adnate a spore brune. Una loro parte si riconosce per il cappello
e il gambo squamosi, a crescita cespitosa e su legno, un’altra per il cappello
glabro, asciutto o viscido, e spesso con residui di velo.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da piccola a grande. Cappello
convesso, non igrofano, asciutto o viscido, squamoso o glabro, oppure con
residui di velo. Lamelle smarginate-adnate, bruno-giallognole, bruno-grigio
olivastre, brunastre a maturazione delle spore. Gambo squamoso o glabro,
con anello o senza, asciutto, raramente viscido. Carne abbastanza spessa.
Spore brunastre, bruno-ocra, bruno tabacco (senza toni viola o grigio-vio- GeNere:
la), ellissoidali, lisce, con o senza poro germinativo; spesso con chrisocistidi. PHOLIOTA
(Fr.) P. Kumm. 1871
Epicute di tipo cutis o ixocutis oppure con transizione verso un tricoderma.
Habitat: lignicolo o terricolo, anche su suolo bruciato, gregario o cespitoso. Specie tipo:
Pholiota squarrosa
(Weigel : Fr.) P. Kumm. 1871
Note: le specie del genere Agrocybe, un tempo sistemate tra le Pholiota, si ricono-
scono per l’epicute di tipo imeniderma, costituita da ife cellulari e piriformi. Kuehne-
romyces mutabilis differisce principalmente per il cappello notevolmente igrofano.
Alcuni AA. sistemano le Kuehneromyces nel genere Pholiota. Le Tubaria sono fun-
ghi a spore bruno-ocra, di piccola taglia, completamente colorati di ocra-rossastro o
bruno laterizio e con lamelle da adnate a decorrenti.

Nel genere Stropharia (circa 15-20 specie) sono sistemati funghi a spore
bruno-viola riconoscibili principalmente per il cappello viscido o glutinoso e
per il gambo con anello più o meno evidente.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a grande.
Cappello viscido o glutinoso con il tempo umido, spesso con residui di velo.
Lamelle annesse-adnate, bruno-grigiastre con toni viola nell’adulto. Gambo
con anello, in genere asciutto, raramente viscido, spesso foccoso-squamoso.
Carne abbastanza spessa. Spore bruno-viola-grigiastre, da ellissoidali ad amig-
daliformi, lisce, con poro germinativo. Chrisocistidi presenti. Epicute di tipo
ixocutis, con ipocute costituita da ife cilindriche, non subcellulari. GeNere:
Habitat: terricolo, tra residui di legno, nell’humus dei boschi, su letame STROPHARIA
(Fr.) Quél. 1872
ecc., raramente su legno.
Specie tipo:
Note: il genere Hypholoma si separa per il cappello asciutto, il gambo senza anello Stropharia aeruginosa
e per l’ipocute subcellulare. Il genere Psilocybe è costituito da specie di piccola taglia (Curtis : Fr.) Quél. 1872
e con il cappello viscido con il tempo umido, distinte dalle Stropharia per l’assenza di
anello e di chrisocistidi e per le spore con proflo irregolare, più o meno romboidale.

Principali generi dei funghi a lamelle 55


Ordine AGARICALES
Famiglia CREPIDOTACEAE

I Crepidotus (circa 25 specie) sono funghi a spore bruno-ocra, a forma di


conchiglia, con il gambo laterale appena accennato o completamente as-
sente e allora attaccato al substrato per il punto in cui confuiscono le
lamelle; crescono in genere su legno, su ramoscelli.
Descrizione: carpofori membranacei o poco carnosi, di taglia piccola.
Cappello a forma di conchiglia, sessile o con gambo laterale appena accen-
nato, biancastro o colorato di giallo-bruno, bruno-rossastro. Lamelle da
annesse a leggermente decorrenti, bruno-ocra a maturazione. Gambo late-
rale, molto corto, spesso non distinto, assente. Carne esigua, poco spessa.
GeNere: Spore bruno-ocra, subsferiche, ellissoidali o amigdaliformi, lisce o verru-
CREPIDOTUS cose-aculeate. Epicute di tipo cutis con transizione verso un tricoderma.
(Fr.) Staude 1857
Habitat: lignicolo, in genere su ramoscelli, raramente su steli di piante
Specie tipo: erbacee o su residui di legno.
Crepidotus mollis
(Schaeff. : Fr.) P. Kumm.
1871 Note: anche nei generi Simocybe e Clitopilus si trovano specie simili a Crepidotus, a
forma di conchiglia, tuttavia facilmente distinguibili. Il genere Simocybe (= Rami-
cola) si differenzia per il colore del cappello di solito olivastro e per l’epicute di tipo
imeniderma. Il genere Clitopilus si riconosce per la carne molto fragile, friabile, di
solito con odore farinoso, e per le spore rosa e longitudinalmente costolate-striate.

56 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia CORTINARIACEAE

Il genere Cortinarius è il più grande di tutti i generi basidiomiceti (circa


600-700 specie, più di 1500 per alcuni AA.) e per questo è molto polimorfo
e diffcile da studiare, talvolta è quasi impossibile determinare una specie,
soprattutto se si tratta di una Telamonia. Comprende funghi simili a Tricho-
loma, Collybia, Mycena, riconoscibile per le spore ocra rugginose, le lamelle
smarginate e per il gambo con cortina.
Descrizione: carpofori da molto carnosi a submembranacei, di taglia da
piccola a grande, molto polimorf (simili a Tricholoma, Collybia, Mycena).
Cappello convesso, piano, conico ecc., asciutto o viscido-glutinoso, igro-
fano o non igrofano, di vario colore. Lamelle smarginate, di vario colore GeNere:
nel giovane, tendenzialmente rugginose a maturità delle spore. Gambo da CORTINARIUS
(Pers.) Gray 1821
molto robusto a sottile, con la base bulbosa o non bulbosa; il bulbo è
spesso marginato ma anche arrotondato, con cortina, sempre evidente nel Specie tipo:
giovane. Carne da esigua a molto spessa, di vario colore, spesso con odori Cortinarius violaceus
caratteristici. Spore bruno-ocra rugginose, subsferiche, ellissoidali, amigda- (L. : Fr.) Gray 1821
liformi o citriformi, verrucose. Epicute di tipo cutis, tricoderma, ixocutis,
ixotricoderma.
Habitat: terricolo, nei boschi (attenzione, alcune specie sono molto tos-
siche, mortali!).

Note: la presenza di cortina e le spore bruno-ocra rugginose sono i caratteri principa-


li che consentono di riconoscere un Cortinarius. La cortina può essere presente anche
in funghi appartenenti ad altri generi cortinarioidi, tuttavia ben distinti dai Corti-
narius principalmente per il diverso colore delle spore, ma anche per altri caratteri.

Principali generi dei funghi a lamelle 57


Ordine AGARICALES
Famiglia CORTINARIACEAE

Le specie del genere Galerina (circa 60-80 specie) sono funghi piccoli e mem-
branacei, a spore ocra rugginose, bruno-ocra rugginose, riconoscibili principal-
mente per il cappello campanulato-convesso, emisferico-convesso, in genere
di colore giallo-bruno, bruno rugginoso, igrofano e striato per trasparenza.
Descrizione: carpofori membranacei, raramente un po’ carnosi, di taglia
piccola. Cappello conico, campanulato, convesso, da asciutto a viscido,
igrofano, spesso striato per trasparenza, di colore giallo-bruno, bruno rug-
ginoso. Lamelle da annesse ad adnate. Gambo fbrilloso o pruinoso, con o
senza residui di velo, in genere senza anello, in alcune specie con anello.
GeNere: Carne esigua, quasi inesistente. Spore ocra rugginose, bruno rugginose,
GALERINA Earle 1909 ellissoidali, amigdaliformi, verrucose o lisce, senza poro germinativo, con o
Specie tipo: senza plaga ilare, destrinoidi, cianofle. Epicute di tipo cutis.
Galerina vittiformis Habitat: terricolo o lignicolo, su residui di legno, nei boschi, nell’erba, nel mu-
(Fr.) Earle 1909 schio, su legno ecc. (attenzione, alcune specie sono molto tossiche, mortali!).

Note: alcuni piccoli Cortinarius del sottogenere Telamonia possono essere scambiati
per delle Galerina, ma i Cortinarius hanno sempre la cortina; osservare i carpofori
giovani! Il genere Phaeogalera si distingue per le spore lisce con poro germinativo e
non destrinoidi. Alcuni AA. lo includono nel genere Galerina.

Nel genere Gymnopilus (circa 15 specie) sono sistemati funghi a spore gial-
lo-ocra rugginose, completamente colorati di giallo-arancio, giallo-bruno-ros-
sastro, riconoscibile principalmente per la crescita in genere lignicola e per
la carne giallognola che vira al bruno-nerastro con KOH e dal sapore amaro.
Descrizione: carpofori carnosi o submembranacei, di taglia da piccola a
grande. Cappello giallo-arancio, giallo-bruno-rossastro, asciutto, raramente
viscido, glabro o fbrilloso-foccoso. Lamelle da annesse ad adnate, gialle, gial-
lo-arancio. Gambo giallo, giallo-arancio, giallo-bruno, in genere senza velo, ra-
ramente con cortina o con anello. Carne da cospicua a esigua, giallastra, spes-
GeNere: so amara, virante al bruno-nerastro con KOH. Spore giallo-ocra rugginose, da
GYMNOPILUS ellissoidali ad amigdaliformi, verrucose, senza poro germinativo. Cistidi spesso
P. Karst. 1879
inverdenti in blu cotone. Epicute di tipo cutis, con pigmento incrostante.
Specie tipo: Habitat: lignicolo o terricolo, di solito su tronchi o su ceppaie di conifere
Gymnopilus liquiritiae e di latifoglie, ma anche nell’erba con muschio, su suolo bruciato.
(Pers. : Fr.) P. Karst. 1879
Note: le Phaeocollybia si distinguono per il gambo cartilagineo, tenace e spesso
radicante.

58 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia CORTINARIACEAE

Il genere Hebeloma (circa 70-80 specie), tra i generi a spore brunastre, bru-
no tabacco, si riconosce principalmente per il cappello viscido se umido, il
gambo di solito pruinoso-punteggiato oppure con cortina, e per la carne
spesso con odore rafanoide o dolciastro, di cacao o di zucchero flato.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da piccola a grande. Cappello
convesso, viscido, talvolta con residui di velo fbrilloso al margine, bianca-
stro, ocra argilla, bruno rossiccio, bruno bistro. Lamelle smarginate, spesso
con il flo lacrimante goccioline nel giovane. Gambo fbrilloso-foccoso, op-
pure pruinoso, pruinoso-squamoso, punteggiato, con la base bulbosa o non
bulbosa, oppure radicante, con o senza cortina, in una specie con anello. GeNere:
Carne in genere con odore rafanoide, oppure simile a cacao o zucchero HEBELOMA
(Fr.) P. Kumm. 1871
flato, raramente inodore, spesso amarognola. Spore bruno tabacco, ellis-
soidali, amigdaliformi o citriformi, verrucose, anche punteggiate-sublisce, Specie tipo:
senza poro germinativo, con o senza perisporio distaccato, destrinoidi o Hebeloma fastibile
non destrinoidi. Cheilocistidi sempre presenti. Epicute di tipo ixocutis-ixo- (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871
tricoderma.
Habitat: terricolo, nei boschi, dai litorali fno in alta montagna, anche su
terreno bruciato.

Note: il colore bruno tabacco delle spore (non rugginose) e la presenza dei cheiloci-
stidi sono caratteri che consentono di non confondere con i Cortinarius le specie di
Hebeloma muniti di cortina. Il genere Alnicola (= Naucoria) comprende carpofori
di piccola taglia, submembranacei, crescenti perlopiù presso l’ontano, distinguibili da
Hebeloma principalmente per il cappello asciutto, non viscido.

Principali generi dei funghi a lamelle 59


Ordine AGARICALES
Famiglia CORTINARIACEAE

Tra le specie a spore brunastre, bruno-grigiastre, il genere Inocybe (circa


220-280 specie) si riconosce abbastanza facilmente per la caratteristica
forma del cappello: di solito conico, conico-campanulato e con umbone
acuto, radialmente fbrilloso, fbrilloso-lacerato, e per la carne spesso con
odore spermatico o terroso. All’interno del genere è diffcile determinare
la specie.
Descrizione: carpofori poco carnosi, non membranacei, di taglia da pic-
cola a media. Cappello in genere conico, conico-campanulato, con umbone
spesso acuto, asciutto, fbrilloso radialmente, spesso lacerato al margine,
GeNere: talvolta lanoso-squamoso. Lamelle smarginate, nel giovane da biancastre
INOCYBE (Fr.) Fr. 1863 a bruno-grigiastro con toni olivastri. Gambo con la base bulbosa o non
Specie tipo: bulbosa, pruinoso all’apice oppure completamente glabro, talvolta squamo-
Inocybe relicina so-lanoso, senza anello, in alcune specie con cortina. Carne poco spessa,
(Fr. : Fr.) Quél. 1888 un po’ esigua, spesso con odore spermatico o terroso. Spore bruno-grigia-
tre, bruno tabacco, ellissoidali o gibbose, lisce. Spesso con cistidi a parete
spessa e con cristalli all’apice (metuloidi e muricati), oppure vescicolosi o
cilindrici a parete sottile, raramente senza cistidi. Epicute di tipo cutis con
transizione verso un tricoderma.
Habitat: terricolo, nei boschi, dai litorali all’alta montagna.

Note: anche le Phaeocollybia hanno il cappello conico, conico-campanulato con


umbone acuto, ma hanno le spore bruno-ocra rugginose e il gambo caratteristica-
mente cartilagineo, attenuato verso il basso e spesso radicante. I Cortinarius del
sottogenere Telamonia con il cappello conico-campanulato sono igrofani e con spore
bruno-ocra rugginose.

60 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine AGARICALES
Famiglia CORTINARIACEAE

Rozites caperatus è l’unico rappresentante del genere Rozites per l’Europa. È


molto comune e diffuso e per questo è tenuto in considerazione. Si rico-
nosce principalmente per le spore bruno-ocra, il cappello di colore crosta di
pane, grinzoso, con residui di velo lilla, e per il gambo con anello complesso
e con residui membranosi di velo generale lilla alla base, ben visibili nel
giovane esemplare.
Descrizione: carpoforo carnoso, di taglia media. Cappello di colore crosta
di pane, asciutto, nel giovane pruinoso per residui di velo lilla argenteo
e micaceo, da glabro a rugoso. Lamelle smarginate, di colore argilla, gri-
gio-bruno. Gambo cilindrico, con anello caratteristico, membranoso, picco- GeNere:
lo e complesso, con alla base residui di velo generale membranosi di colore ROZITES P. Karst. 1879
lilla argenteo. Carne cospicua, bianco-crema. Spore bruno-ocra, amigdali- Specie tipo:
formi, verrucose. Epicute di tipo cutis in transizione verso un tricoderma. Rozites caperatus
Habitat: terricolo, spesso nei boschi di faggio misti ad abete rosso, comu- (Pers. : Fr.) P. Karst. 1879
ne tra mirtilli ed erica.

Note: Rozites caperatus in passato, per la sua somiglianza, è stato collocato anche
nel genere Pholiota, ma le Pholiota hanno spore ellissoidali, lisce, con o senza poro
germinativo e di solito hanno cistidi con contenuto giallo rifrangente in ammoniaca,
detti chrisocistidi. Oggi molti AA. considerano Rozites caperatus come appartenente
al genere Cortinarius.

Principali generi dei funghi a lamelle 61


Ordine RUSSULALES
Famiglia RUSSULACEAE

Il genere Lactarius (circa 90-100 specie) è molto facile da riconoscere: infat-


ti, la caratteristica carne fssile, cassante, e l’emissione di latice alla frattura
sono caratteri suffcienti per distinguere con assoluta sicurezza un Lactarius.
Descrizione: carpofori carnosi, a carne fssile, cassante, e con emissione
di latice alla frattura, di taglia da piccola a grande. Cappello convesso, im-
butiforme, spesso con orlo involuto, talvolta villoso, viscido o asciutto, di
solito concentricamente zonato, da bianco a variamente colorato. Lamelle
adnate-decorrenti. Gambo glabro o scrobicolato, anche vellutato, spesso
concolore al cappello, talvolta cavernoso nell’adulto. Carne consistente o
GeNere: fragile ma sempre gessosa, cassante (alla frattura si spezza nettamente
LACTARIUS Pers. 1797 come fosse di gesso, senza mostrare una benché minima struttura fbrosa),
Specie tipo: con emissione di latice di vario colore: rosso vinoso, arancio carota, bianco
Lactarius piperatus e tale rimanente oppure virante al giallo, al viola ecc., dolce o acre-pepato.
(L. : Fr.) Pers. 1797 Spore da bianche a crema, da subsferiche a ellissoidali, verrucose, aculeate
oppure con creste alate, amiloidi, con plaga ilare. Epicute di varia tipologia.
Habitat: terricolo, nei boschi.

Note: le specie del genere Russula sono pure a carne cassante, gessosa, non fbrosa,
ma non emettono latice alla frattura.

62 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ordine RUSSULALES
Famiglia RUSSULACEAE

Il genere Russula (circa 220-250 specie) è molto facile da riconoscere: infatti,


la carne fssile, cassante, che nel gambo si spezza nettamente come fosse
di gesso, e senza emissione di latice, è caratteristica suffciente per rico-
noscere il genere. All’interno del genere però determinare le varie specie è
piuttosto diffcile.
Descrizione: carpofori carnosi, a carne fssile, cassante, di taglia da pic-
cola a grande. Cappello viscido o asciutto, glabro, variamente colorato.
Lamelle da annesse ad adnate-decorrenti, spesse, fragili, si sbriciolano fa-
cilmente, raramente cedevoli e lardacee, con o senza lamellule. Gambo
farcito o cavo nell’adulto, glabro, spesso rugoso. Carne da molto fragile a GeNere:
più o meno dura e salda ma sempre gessosa, cassante (alla frattura si spezza RUSSULA Pers. 1796
nettamente come fosse di gesso, senza struttura fbrosa), senza emissione Specie tipo:
di latice, sapore dolce o acre-pepato, talvolta amaro. Spore da bianche Russula emetica
all’ocra, passando da tutte le tonalità di crema e di giallo, da subsferiche a (Schaeff. : Fr.) Pers. 1796
ellissoidali, verrucose, con verruche isolate o reticolate, talvolta aculeate,
amiloidi, con plaga ilare. Epicute di tipo tricoderma o ixotricoderma, con o
senza dermatocistidi o ife primordiali.
Habitat: terricolo, nei boschi.

Note: i Lactarius si distinguono per la presenza di latice alla frattura. Fra tutti i
funghi a lamelle, i generi Russula e Lactarius sono gli unici ad avere la carne cassan-
te, gessosa, che alla frattura, specialmente nel gambo, si spezza nettamente come un
gessetto, senza mostrare una benché minima struttura fbrosa. I Clitopilus hanno la
carne friabile e tenera, non fbrosa, ma che non si rompe nettamente come un gesset-
to come avviene nelle Russulaceae, inoltre hanno di solito odore farinoso. Tutti gli
altri generi, anche quelli membranacei, mostrano sempre una struttura più o meno
fbrosa, perfno i fragilissimi Coprinus e Psathyrella.

Principali generi dei funghi a lamelle 63


Commestibilità
e tossicità dei funghi

I funghi che producono un corpo fruttifero macroscopicamente apprezzabile sono molto


numerosi, nell’ordine di diverse migliaia (8.000-15.000 circa). Tra questi, quelli ritenuti
commestibili, secondo la letteratura, ammontano ad alcune centinaia (400-600 circa).
Ancora meno sono quelli ritenuti velenosi, oppure presunti tali, vale a dire che potreb-
bero causare intossicazioni o disturbi più o meno gravi, soprattutto a persone debilitate
o con apparato gastro-intestinale facilmente irritabile (200-300 circa). Tutti gli altri sono
dati, per vari ed evidenti motivi, come non commestibili: perché trattasi di funghi molto
piccoli, membranacei, pochissimo carnosi, e sono molto numerosi, oppure perché sono
coriacei, legnosi, gelatinosi, oppure ancora, anche se si tratta di funghi carnosi, perché
hanno odori sgradevoli o carne amara, acre-pepata ecc. Inoltre, di molte specie di recen-
te creazione non si conoscono i dati di commestibilità e quindi anch’essi sono dati come
non commestibili.
Il valore gastronomico dei funghi è dato dal loro particolare sapore e dal profumo che sti-
mola l’appetito. Tuttavia, essendo poco digeribili, soprattutto per il contenuto di cellulosa e
di chitina presenti nelle pareti delle ife, per gustarli senza problemi si consiglia di mangiarne
pochi e preferibilmente consumare quelli considerati di ottima e di buona commestibilità,
che ammontano a poche decine di specie. Inoltre, raccomandiamo vivamente di non dar
da mangiare funghi ai bambini e a coloro che soffrono di malattie epatiche.
I funghi commestibili sono considerati tali solo dopo cottura. Tuttavia, alcuni possono
essere consumati anche crudi in insalata; tra questi i migliori sono: Amanita caesarea (ovolo
buono), Boletus aereus, Boletus aestivalis, Boletus edulis (tutti conosciuti col nome di porcino,
compreso anche Boletus pinophilus, meno saporito e meno profumato) e Russula vesca.
Alcuni funghi sono dati per commestibili solo se sottoposti a prolungata cottura (Amanita
vaginata e specie affni) o a preventiva bollitura con eliminazione dell’acqua (Armillaria
mellea, il comune chiodino), in caso contrario potrebbero causare dei problemi.
In ogni caso e in generale per i funghi commestibili valgono le solite raccomandazioni:

• raccogliere e consumare solo funghi freschi e non invasi dalle larve, riconosciuti con
assoluta certezza come commestibili;
• pulire almeno grossolanamente i funghi al momento della raccolta dalla terra e dal
fogliame e di trasportarli dentro un contenitore rigido e aerato. Allo scopo è ottimo un
cesto di vimini. Sono vivamente banditi i sacchetti di plastica, perché dentro di essi, per

Commestibilitˆ e tossicitˆ dei funghi 65


mancanza di aerazione, la temperatura aumenta notevolmente e accelera lo sviluppo
di batteri e di muffe, responsabili della veloce decomposizione degli alimenti, rendendo
tossici anche i migliori funghi commestibili;
• pulire e cucinare i funghi entro breve tempo, anche se non si desidera consumarli su-
bito. I funghi si conservano meglio da cotti. La cottura uccide i microrganismi, sempre
presenti, e decompone eventuali tossine termolabili. Se si desidera conservarli sott’olio
allora bisogna farli bollire in acqua con tanto aceto (60% di aceto circa), poi invasarli
ancora caldi in contenitori puliti e a chiusura ermetica. Da tenere sempre presente il
pericolo botulismo. Le spore del Clostridium botulinum non si sviluppano in soluzione
abbastanza acida, perciò per essere sicuri di evitarlo è meglio abbondare nell’aceto.

Nonostante il cospicuo numero di funghi dati per commestibili in letteratura, quelli che
vale la pena di consumare, vale a dire i migliori funghi commestibili, si riducono solo ad
alcune decine.
Allo scopo di orientare il lettore desideroso di consumare dei funghi a usare come ali-
mento specie di ottima o buona commestibilità, sempre e solo dopo un sicuro riconosci-
mento della specie in questione, riportiamo in un breve elenco le specie che, secondo i
nostri gusti, sono da ritenere i migliori funghi commestibili:

Agaricus arvensis Cantharellus lutescens


Agaricus bisporus Cantharellus tubaeformis
Agaricus campestris Clitocybe geotropa
Agaricus hortensis Coprinus comatus
Agaricus maskae Cortinarius claricolor
Agrocybe cylindracea Cortinarius napus
Albatrellus pes-caprae Cortinarius praestans
Amanita caesarea Cortinarius turmalis
Amanita rubescens Cortinarius varius
Armillaria gallica Craterellus cornucopioides
Armillaria mellea Hygrocybe pratensis
Armillaria ostoyae Hygrocybe punicea
Boletus aereus Hygrophorus marzuolus
Boletus aestivalis Hygrophorus penarius
Boletus appendiculatus Hygrophorus russula
Boletus edulis Kuehneromyces mutabilis
Boletus erythropus Lactarius deliciosus
Boletus fragrans Lactarius sanguifuus
Boletus impolitus Leccinum aurantiacum
Boletus pinophilus Leccinum lepidum
Calocybe gambosa Leccinum scabrum
Cantharellus cibarius Leccinum versipelle

66 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lyophyllum decastes Russula cyanoxantha
Lyophyllum loricatum Russula heterophylla
Macrolepiota procera Russula mustelina
Marasmius oreades Russula vesca
Morchella conica Russula virescens
Morchella esculenta Suillus luteus
Pleurotus eryngii Tricholoma caligatum
Pleurotus nebrodensis Tricholoma portentosum
Pleurotus ostreatus Tricholoma terreum
Rozites caperatus Tricholosporum goniospermum
Russula aurea Xerocomus badius

Per quanto riguarda la tossicità dei funghi, sono considerati tossici (= velenosi) tutti i fun-
ghi ritenuti responsabili di intossicazioni, a esiti letali o non letali, tra le popolazioni dei
secoli passati fno a oggi. Inoltre, sono considerati presunti tossici o sospetti tutti i funghi
strettamente correlati con le specie di provata tossicità.
Precedentemente abbiamo affermato che i funghi tossici non sono molto numerosi, tut-
tavia la possibilità di rinvenirli è abbastanza elevata o perlomeno è sempre da tenere in
gran considerazione. Nessun luogo può essere escluso, basti pensare che alcune specie,
tra l’altro di notevole tossicità, crescono sovente nei parchi e nelle aiuole di città (Lepiota
subincarnata = L. josserandii). Perfno la famigerata Amanita phalloides, anche se pur sporadi-
camente, può essere rinvenuta nei parchi di città.
Alcuni funghi tossici sono molto pericolosi per via della loro azione principalmente di
tipo citotossica. Essi causano intossicazioni a lunga latenza, in pratica i primi sintomi
di malessere compaiono dopo diverse ore dal pasto incriminato, di solito dopo 5-6 ore,
talvolta anche dopo alcuni giorni, perfno anche dopo dieci giorni nei rari casi di intossi-
cazione da Cortinarius orellanus.
I più pericolosi funghi responsabili di intossicazioni a lunga latenza e sicuramente mor-
tali, se non si sottopone tempestivamente il malcapitato alle cure ospedaliere, sono:

Amanita phalloides
Amanita phalloides var. alba
Amanita verna
Amanita virosa
Cortinarius orellanus
Cortinarius speciosissimus (= C. rubellus, C. orellanoides)

Sono anche da ritenere molto pericolosi e potenzialmente mortali numerosi funghi ap-
partenenti al genere Cortinarius (tutte le Dermocybe, le Leprocybe e molti Phlegmacium a carne
colorata), quasi tutte le Lepiota, qualche Galerina (in particolare Galerina marginata), Gyromi-
tra esculenta e Paxillus involutus.

Commestibilitˆ e tossicitˆ dei funghi 67


Gli altri funghi tossici sono generalmente meno pericolosi e con diversa azione, prin-
cipalmente irritante gastroenterica. Tuttavia, sempre pericolosi e da non sottovalutare.
Le intossicazioni che essi provocano sono a breve latenza, in pratica i primi sintomi di
malessere compaiono da subito dopo il pasto a circa 4-5 ore dopo.
Di questi funghi citiamo solo i principali, i più pericolosi:

Agaricus xanthodermus Inocybe asterospora


Amanita muscaria Inocybe fastigiata
Amanita pantherina Inocybe jurana
Boletus satanas Inocybe maculata
Clitocybe candicans Inocybe patouillardi
Clitocybe dealbata Inocybe praetervisa
Clitocybe phyllophila Lactarius torminosus
Clitocybe rivulosa Omphalotus olearius
Entoloma sinuatum Ramaria formosa
Hebeloma sinapizans Russula emetica
Hypholoma fasciculare Tricholoma josserandii
Hypholoma sublateritium Tricholoma pardinum

Prima abbiamo accennato che certi funghi, dati in letteratura per commestibili dopo
adeguata cottura, possono causare intossicazioni se consumati crudi o poco cotti (cuci-
nati velocemente in graticola, oppure in padella senza il coperchio e per breve tempo).
Questi funghi contengono delle tossine termolabili, cioè che si decompongono a una
certa temperatura. Per neutralizzare queste tossine è suffciente far bollire i funghi per
alcuni minuti (5-15 minuti).
I principali funghi commestibili se ben cotti ma tossici se consumati crudi sono:

Amanita rubescens
Amanita vaginata s.l.
Armillaria mellea s.l.
Boletus erythropus
Boletus luridus
Helvella monachella
Mitrophora semilibera
Morchella conica
Morchella esculenta

68 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Parte iconografca
e descrittiva
Hygrocybe coccinea (Schaeff. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Hygrophorus coccineus (Schaeff. : Fr.) Fr. 1838


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Hygrophoraceae

Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, inizial- viscido, glabro e brillante, vitreo, di colo-
mente emisferico-campanulato, poi piano-con- re giallo-arancio verso il basso, rosso verso
vesso, con o senza umbone; asciutto, non l’alto.
viscido, liscio e brillante, di colore rosso vi- Carne: poco spessa, tenera, concolore alle
vace, rosso-carminio, rosso-arancio, spesso superfci; senza odore e sapore particolari.
nell’adulto sbiadisce al centro fno al giallo-a- Spore: bianche in massa, ellissoidali-ovoida-
rancio. li, lisce, 8-10 × 4-5 µm, non amiloidi.
Lamelle: adnate al gambo, rade, larghe e Habitat: cresce subcespitosa o gregaria in
spesse, lardacee, come fossero fatte di cera, numerosi esemplari nei prati, nei pascoli di
gialle, poi rosso-arancio, rosa-rosso, con il flo montagna, nell’erba con muschio, in esta-
che rimane giallo. te-autunno. Abbastanza comune ma non
Gambo: 3-7 × 0,4-0,8 cm, cilindrico, tal- ovunque diffusa.
volta compresso e solcato; asciutto, non Commestibilitˆ: commestibile.

Note: il cappello rosso, rosso-carminio vivace, non viscido, il gambo asciutto, liscio e brillante, rosso in
alto, giallo-arancio verso il basso, la carme mite e inodore e la crescita quasi sempre cespitosa sono carat-
teri che consentono di riconoscere Hygrocybe coccinea. Tra le specie molto simili citiamo: Hygrocybe
insipida, distinta per il cappello e il gambo viscidi; Hygrocybe reidii dal caratteristico odore dolciastro,
mieloso.

70 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hygrocybe psittacina (Schaeff. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Hygrophorus psittacinus (Schaeff. : Fr.) Fr. 1838


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Hygrophoraceae

Cappello: 1,5-4 cm, pochissimo carnoso, solito incurvato-fessuoso, cavo nell’adulto;


membranaceo, inizialmente campanulato, molto glutinoso, glabro, liscio e brillante, ve-
emisferico-campanulato, poi piano-conves- troso, concolore al cappello, di solito verde-
so, piano con umbone da ottuso ad acuto; bluastro verso l’alto e giallo-arancio verso la
molto glutinoso, glabro, liscio e brillante, base.
striato per trasparenza verso il margine, di Carne: esigua, fragile, concolore alle superf-
colore molto variabile, giallo-verde, verde-a- ci; inodore, sapore un po’ sgradevole.
rancio, ocra-oliva con toni verde-bluastri. Spore: bianche in massa, ellissoidali-ovoida-
Lamelle: da smarginate ad adnate al gambo, li, lisce, 7-9 × 4,5-6 µm, non amiloidi.
piuttosto rade, larghe e spesse, ventricose, Habitat: cresce gregaria in pochi esemplari
lardacee, come fossero fatte di cera, giallo- nei prati, nell’erba con muschio, nelle radure
gnole, poi con toni verdognoli. dei boschi, in estate-autunno. Abbastanza
Gambo: 4-8 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, spesso comune e diffusa.
progressivamente dilatato verso il basso, di Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Hygrocybe psittacina si riconosce piuttosto facilmente per via del cappello e gambo entrambi
glutinosi e vivacemente colorati di verde, giallo-verde-bluastro. Carpofori con colorazione tendenzialmen-
te sul verde-arancio potrebbero essere confusi con Hygrocybe perplexa (= H. sciophana) e Hygrocybe
laeta; la prima, piuttosto rara, si distingue per le lamelle più rade e colorate di rosso laterizio, la seconda
ha le lamelle decorrenti.

Parte iconografca e descrittiva 71


Hygrocybe punicea (Fr. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Hygrophorus puniceus (Fr. : Fr.) Fr. 1838


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Hygrophoraceae

Cappello: 3-10 cm, poco carnoso, quasi cio su sfondo giallo, biancastro o giallognolo
membranaceo, dapprima conico-campanu- alla base.
lato, poi campanulato-convesso, piano-con- Carne: poco spessa, biancastra al centro del
vesso con umbone ottuso, con il margine cappello e del gambo, giallo-arancio rossastro
sinuoso-lobato; leggermente igrofano, visci- verso le superfci; senza odore e sapore par-
do se umido, liscio e brillante, fbrilloso, di ticolari.
un bel colore rosso vivace, rosso-arancio con Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
zone sbiadite giallognole o soffuso di giallo. 8-11 × 5-6 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate al gambo, piuttosto Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
rade, larghe e spesse, lardacee, di aspetto ce- plari, talvolta subcespitosa, nei prati, princi-
roso, di colore giallo, giallo-arancio nell’adulto. palmente di montagna, in estate-autunno.
Gambo: 4-12 × 1-2,5 cm, cilindrico, attenua- Poco comune ma abbondante nei luoghi di
to alla base, talvolta incurvato; asciutto, opa- crescita.
co, di colore rossastro, con fbrille rosso-aran- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Hygrocybe punicea si fa riconoscere principalmente per la taglia piuttosto grande per il suo
genere, il cappello rossastro, rosso-arancio, fbrilloso ma non squamoso, il gambo opaco e fbrilloso e per
la carne biancastra. Hygrocybe intermedia è molto simile ma più piccola e ha il cappello fnemente
squamoso. Hygrocybe splendidissima si distingue per il cappello rosso vivace, rosso-porpora, la carne
completamente gialla, il gambo liscio, più rosso e canalicolato, irregolarmente solcato-compresso.

72 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hygrophorus marzuolus (Fr. : Fr.) Bres. 1893

SiNoNimo: Hygrophorus marzuolus var. albus Pouchet 1939


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Hygrophoraceae

Cappello: 3-12 cm, carnoso, inizialmente nuato alla base, un po’ compresso, spesso
convesso, poi piano-convesso, irregolar- incurvato verso il basso; fbrilloso, fbrillo-
mente gibboso, spesso depresso al centro so-pruinoso, asciutto, biancastro con fbrille
e con il margine più o meno sinuoso; visci- grigiastre.
do se umido, di colore grigio, grigio-bru- Carne: cospicua, soda, bianca, biancastra;
no, grigio piombo, anche bruno nerastro odore leggermente dolciastro, sapore mite.
al centro, grigio biancastro al margine, Spore: bianche in massa, largamente ellis-
spesso maculato di bianco, quasi sempre soidali, lisce, 5,5-7,5 × 4-6 µm, non amiloidi.
sporco di terra. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, boschi, in genere di faggio o di abete ros-
rade, piuttosto spesse, lardacee, di aspetto so misto a faggio, in primavera, perlopiù in
ceroso, bianche, spesso soffuse di grigiogno- marzo-aprile. Abbastanza comune ma non
lo nell’adulto. ovunque diffuso.
Gambo: 4-12 × 1-2,5 cm, cilindrico, atte- Commestibilità: commestibile, buono.

Note: la crescita precoce, esclusivamente in primavera perlopiù nei mesi di marzo-aprile, consen-
te di distinguere facilmente Hygrophorus marzuolus dalle altre specie congeneri dai colori grigiastri.
Hygrophorus camarophyllus, anch’esso commestibile, è un sosia che cresce in autunno. Molto simile è
anche Hygrophorus calophyllus, che cresce in autunno, distinto principalmente per le lamelle vistosa-
mente colorate di rosa, rosa salmone.

Parte iconografca e descrittiva 73


Hygrophorus penarius Fr. 1836

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Hygrophoraceae

Cappello: 4-14 cm, carnoso, dapprima emi- nell’adulto con piccole squame crema-ocra su
sferico, emisferico-convesso, poi piano e ir- sfondo biancastro.
regolarmente gibboso, con umbone ottuso, Carne: cospicua, biancastra, crema-ocra
talvolta poco evidente, con il margine invo- alla base del gambo; odore molto gradevole
luto; asciutto, di colore bianco, bianco-crema e dolciastro, simile a quello del latte, sapore
nell’adulto, leggermente crema-ocra al centro. mite.
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, ab- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
bastanza rade, spesse, lardacee, di aspetto 6-8 × 4-5 µm, non amiloidi.
ceroso, spesso anastomizzate alla base, da Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
biancastre a crema con toni carnicini. plari, spesso completamente coperto dal
Gambo: 4-8 × 1-3 cm, cilindrico, cilindri- fogliame, nei boschi di latifoglie, predilige i
co-fusiforme, attenuato alla base, anche caldi querceti mediterranei, in autunno. Ab-
ventricoso nel giovane; asciutto, non visci- bastanza comune.
do, fbrilloso-squamoso, di colore bianco, Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: tra le specie congeneri, Hygrophorus penarius si riconosce principalmente per il cappello biancastro e
asciutto, il gambo sempre asciutto, il gradevole odore dolciastro richiamante quello del latte, e per la crescita
nei boschi di latifoglie, prediligendo i caldi querceti. Hygrophorus poetarum, piuttosto simile, si differenzia
per il cappello più colorato, inoltre ama crescere nei boschi di faggio. Hygrophorus cossus è di taglia più
piccola, con il cappello e il gambo viscidi-glutinosi ed emana un forte e sgradevole odore di larva di cossus.

74 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hygrophorus pudorinus (Fr. : Fr.) Fr. 1836

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Hygrophoraceae

Cappello: 4-12 cm, molto carnoso, inizial- stro, sfumato di rosa-arancio dalla base in su
mente emisferico-convesso, poi piano-con- nell’adulto.
vesso, con umbone acuto, con il margine Carne: molto spessa, bianca, rosa albicocca
involuto; viscido, glutinoso con il tempo appena sotto la cuticola, giallognola verso la
umido, liscio, di colore albicocca pallido, gial- base del gambo; odore aromatico resinoso,
lo-miele, giallo-rosato, ocra-arancio al cen- sapore sgradevole.
tro, crema-rosa verso il margine. Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: adnate-decorrenti al gambo, rade, 8,5-9,5 × 5-6,5 µm, non amiloidi.
molto spesse, lardacee, di aspetto ceroso, Habitat: cresce gregario e con il gambo pro-
biancastre, poi rosa salmone, arancio pallido. fondamente interrato in numerosi esemplari
Gambo: 6-14 × 1,5-3 cm, cilindrico, cilin- nei boschi di conifere o misti di montagna,
drico-clavato, affusolato alla base, spesso predilige i boschi di abete bianco misto con
incurvato, profondamente interrato; viscido, abete rosso, in autunno. Abbastanza comune.
fbrilloso, pruinoso-foccoso all’apice, bianca- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Hygrophorus pudorinus, tra le specie congeneri, si riconosce principalmente per il cappello e le
lamelle vivacemente colorati di rosa albicocca, la carne giallognola alla base del gambo, l’odore resinoso e
per la crescita nei boschi di conifere di montagna, in genere sotto l’abete bianco. Hygrophorus poetarum,
abbastanza simile per portamento e colorazione, cresce nei boschi di faggio, non è viscido ed emana un
forte odore balsamico, defnito di balsamo del Perù.

Parte iconografca e descrittiva 75


Hygrophorus speciosus Peck 1878

SiNoNimo: Hygrophorus bresadolae Quél. 1881


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Hygrophoraceae

Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizialmen- tinoso, di colore giallo, biancastro all’apice e
te emisferico-convesso, poi piano-convesso alla base, zebrato di giallo se asciutto.
con umbone acuto; viscido, glutinoso con il Carne: esigua, tenera, bianca, giallognola
tempo umido, glabro, di colore giallo-aran- appena sotto la cuticola; odore subnullo, sa-
cio, giallo verso il margine, rosso-arancio al pore mite.
centro. Spore: bianche in massa, ellissoidali, cilin-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, drico-ellissoidali, lisce, 7,5-10 × 5-6 µm, non
rade, piuttosto spesse, lardacee, di aspetto amiloidi.
ceroso, biancastre nel giovane, poi giallo- Habitat: cresce gregario esclusivamente
gnole. presso il larice, nei boschi di conifere o misti
Gambo: 4-10 × 0,7-1,5 cm, cilindrico, cilin- di montagna ma sempre in presenza del lari-
drico-clavato, spesso attenuato all’apice e ce, in estate-autunno. Abbastanza comune.
strozzato appena sopra la zona anulare; glu- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Hygrophorus speciosus si riconosce per il cappello viscido-glutinoso vivacemente colorato di giallo,
giallo-arancio, con umbone acuto più colorato di rosso-arancio, per il gambo anch’esso glutinoso e giallo, e
per la crescita esclusiva presso il larice. Hygrophorus lucorum cresce anch’esso presso il larice ma è di colore
giallo sbiadito, molto pallido. Hygrophorus aureus, molto simile, si distingue per il cappello completamente
rosso-arancio e senza umbone; inoltre non cresce presso il larice ma nelle pinete, in genere del Meridione.

76 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Armillaria gallica Marxm. & Romagn. 1987

SiNoNimo: Armillaria bulbosa (Barla) Kile & Watling 1983


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmen- giallognoli, con anello foccoso bianco spesso
te emisferico, poi piano-convesso, piano, ornato da focchi giallognoli.
con umbone largo e basso; squamoso, co- Carne: poco spessa, fbrosa ma un po’ lasca,
perto da squamette irsute più concentra- bianca; odore fungino, spermatico, sapore mite.
te verso il centro, facilmente detersili, di Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
colore giallo-ocra, giallo miele, giallo-a- 7,5-10 × 5-6 µm, non amiloidi.
rancio. Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
Lamelle: adnate al gambo, ftte, bianche plari o subcespitoso su residui di latifoglie,
nel giovane, poi bianco-crema, giallognole, spesso anche interrati, tale da apparire ter-
macchiate di bruno sporco nell’adulto. ricolo, su ceppaie o tronchi di latifoglie mar-
Gambo: 5-12 × 0,6-2 cm, cilindrico-clavato, cescenti, in autunno. Molto comune.
con base bulbosa, dilatata come un cipollot- Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
to; foccoso, biancastro, imbrunente verso sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
la base con la crescita, ricoperto da focchi zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.

Note: Armillaria gallica è strettamente correlata ad Armillaria mellea, dalla quale si differenzia per la
crescita prevalentemente gregaria o subcespitosa con pochi esemplari uniti per la base del gambo, spesso
apparentemente terricola, per il gambo cilindrico-clavato con base bulbosa, coperto da focchi giallognoli
e con anello foccoso, fugace e poco consistente. Armillaria mellea cresce cespitosa e ha il gambo pratica-
mente liscio con anello membranoso ben distinto.

Parte iconografca e descrittiva 77


Armillaria mellea (Vahl : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Armillariella mellea (Vahl : Fr.) P. Karst. 1881


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, dapprima convesso, imbrunente alla base, fbrilloso-foccoso verso il
campanulato-convesso, poi piano con umbone basso, con anello membranoso.
largo e ottuso, con il margine striato nell’adulto, Carne: abbastanza spessa, molto coriacea nel
spesso con residui di velo; viscido con il tempo gambo, biancastra; odore fungino, nell’adulto sgra-
umido, squamoso, ricoperto da piccole squame devole spermatico, sapore acidulo e astringente.
irsute facilmente detersili, più abbondanti al cen- Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
tro, di colore molto variabile, giallo-miele, bru- 7-9 × 5,5-6,5 µm, non amiloidi.
no-miele, bruno-fulvo, bruno-nerastro. Habitat: cresce a cespi di numerosi esem-
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, ft- plari su legno di latifoglie, radici interrate,
te, biancastre, bianco-crema, macchiate di ceppaie marcescenti, alla base di tronchi di
bruno sporco nell’adulto. latifoglie vive, in autunno inoltrato. Molto
Gambo: 6-15 × 0,8-2 cm, cilindrico, cilindri- comune e diffuso.
co-clavato, spesso incurvato, unito per la base Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
con altri gambi, tenace e molto fbroso, legnoso sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
verso la base nell’adulto; subconcolore al cappello, zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
Note: comunemente conosciuto come chiodino, nome che comprende diverse specie di Armillaria: A. mellea, A.
gallica (= A. bulbosa), A. ostoyae (= A. obscura), A. cepistipes. Tutte tra loro ben distinte, ciononostante in
alcuni testi divulgativi sono presentate con il nome collettivo di Armillaria mellea s.l. Tra queste, Armillaria mel-
lea si distingue per la crescita cespitosa su legno di latifoglie e per il gambo con anello membranoso ben formato.

78 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Armillaria ostoyae (Romagn.) Herink 1973

SiNoNimo: Armillaria obscura (Schaeff.) Herink 1973


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente Carne: poco spessa, fbrosa ma un po’ lasca,
emisferico-convesso, poi piano-convesso, bambagiosa, bianca; odore fungino un po’ re-
piano, con umbone largo e basso; squamoso, sinoso, spermatico, sapore mite.
di colore bruno-fulvo, bruno nerastro, coper- Spore: biancastre in massa, largamente el-
to da squamette irsute diffcilmente asporta- lissoidali, lisce, 6,5-8 × 5-7 µm, non amiloidi.
bili, di solito più concentrate verso il centro. Habitat: cresce subcespitoso o gregario in
Lamelle: adnate al gambo, ftte, bianche, numerosi esemplari su legno di conifere, cep-
bianco-crema, poi macchiate di bruno. paie e radici marcescenti, in autunno. Molto
Gambo: 5-12 × 0,6-2 cm, cilindrico-clavato, comune.
con base bulbosa, dilatata come un cipol- Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
lotto; foccoso, di colore crema grigiastro, sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
annerente nell’adulto a partire dalla base, zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
ricoperto da focchi biancastri, con anello
foccoso-submembranoso bianco.

Note: Armillaria ostoyae, tra le specie che costituiscono il gruppo di Armillaria mellea, cioè il “gruppo
del chiodino”, si riconosce principalmente per la crescita su legno di conifere, ceppaie e radici marcescenti,
in genere nei boschi di abete di montagna. Inoltre, ha carne più soffce, bambagiosa, il cappello più bru-
no-fulvo e con squamette irsute più persistenti, diffcilmente asportabili. Armillaria gallica è molto simile
ma più giallognola, ha squame più detersili e cresce nei boschi di latifoglie.

Parte iconografca e descrittiva 79


Calocybe gambosa (Fr. : Fr.) Donk 1962

SiNoNimo: Tricholoma georgi (L. : Fr.) Quél. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-10 cm, molto carnoso, inizial- Carne: molto spessa, soda, bianca; odore fa-
mente emisferico, emisferico-convesso, poi rinoso molto forte, simile a quello di buccia
piano-convesso, con umbone ottuso e largo, di anguria ma un po’ cimicino, sapore fari-
con il margine involuto, talvolta sinuoso-loba- noso.
to; asciutto, glabro, vellutato nel giovane, di Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
colore caffellatte, ocraceo, crema-biancastro, 5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi.
camoscio pallido, nocciola-grigiastro uniforme. Basidi: carminofli.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, mol- Habitat: cresce gregaria nei prati al margi-
to ftte, biancastre, bianco-crema. ne di boschi, soprattutto di latifoglie e in ge-
Gambo: 4-7 × 1-3 cm, cilindrico, talvolta nere sotto i rovi, in primavera, più frequente
clavato-ventricoso e attenuato alla base; di dalla metà di aprile alla metà di maggio. Ab-
colore biancastro, bianco-crema, pruinoso-f- bastanza comune.
brilloso, talvolta leggermente gibboso. Commestibilità: commestibile, ottimo.

Note: Calocybe gambosa, comunemente conosciuta come prugnolo o fungo di S. Giorgio, si riconosce fa-
cilmente per la crescita primaverile, il portamento robusto, il forte odore farinoso e per il colore crema-ocra
del cappello. Lepista irina, specie molto simile per portamento e colorazione del cappello, si distingue con
facilità per il forte e gradevole odore foreale, di fore di iris, e per la crescita autunnale, non primaverile.

80 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Clitocybe dealbata (Sowerby : Fr.) Gillet 1874

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, inizial- Carne: poco spessa, abbastanza consisten-
mente convesso, poi piano-convesso, appia- te soprattutto nel gambo, biancastra, crema
nato con leggera depressione al disco, con ocracea; odore fungino con leggera compo-
il margine leggermente involuto; non igro- nente farinosa, sapore erbaceo, mite.
fano, liscio, talora leggermente screpolato Spore: bianche in massa, ellissoidi, lisce,
nell’adulto, di aspetto glassato, bianco, lac- 4-5 × 3-3,5 µm, non amiloidi.
cato di bianco su sfondo crema-ocra pallido. Habitat: cresce gregaria nei prati, ai mar-
Lamelle: largamente adnate al gambo, sub- gini dei boschi, nei parchi e giardini di
decorrenti, ftte, biancastre, bianco-crema. città, in estate e in autunno. Abbastanza
Gambo: 2-4 × 0,2-0,5 cm, cilindrico, spesso comune.
incurvato; liscio o leggermente fbrilloso, da Commestibilitˆ: tossico.
biancastro a ocra carnicino, abbastanza con-
sistente.

Note: Clitocybe dealbata, specie di piccola taglia, si riconosce per il cappello bianco, di aspetto glassato,
come fosse interessato da uno strato di laccatura bianca su sfondo crema nell’adulto, le lamelle largamen-
te adnate poco decorrenti sul gambo e per la crescita perlopiù nei prati fuori dai boschi, anche se talvolta
può essere rinvenuta sotto alberi. Clitocybe rivulosa è molto simile al punto da essere ritenuta sinonimo
da certi autori, tuttavia si distingue per il cappello revoluto, in genere sinuoso-lobato, più sul pruinoso-
laccato, e per le lamelle più decorrenti sul gambo.

Parte iconografca e descrittiva 81


Clitocybe geotropa (Bull. : Fr.) Quél. 1872

SiNoNimo: Infundibulicybe geotropa (Bull. : Fr.) Harmaja 2003


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 6-15 cm, carnoso, inizialmente Carne: cospicua, consistente, biancastra;


convesso campanulato, poi piano-convesso, odore fruttato, forte e gradevole, sapore
piano con il centro depresso e con piccolo um- mite.
bone subacuto, con il margine notevolmente Spore: biancastre in massa, largamente ellis-
involuto; asciutto, non igrofano, feltrato nel soidali, quasi subsferiche, lisce, 5,5-8 × 5-6,5
giovane, glabro nell’adulto, di colore bei- µm, non amiloidi.
ge-biancastro, alutaceo carnicino, ocra pallido. Habitat: cresce gregaria, spesso in nu-
Lamelle: decorrenti sul gambo, abbastanza merosi esemplari disposti in lunghe fle o a
ftte, biancastre, bianco crema. zig-zag, nei boschi di latifoglie, nei pascoli,
Gambo: 8-15 × 1,5-3 cm, robusto, cilindri- nelle radure erbose ai margini di boschi, fra
co-clavato, molto slanciato nel giovane; gla- cespugli spinosi, in autunno. Abbastanza
bro, leggermente fbrilloso, concolore al cap- comune.
pello, pallido verso la base. Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: Clitocybe geotropa si fa riconoscere principalmente per via del gambo claviforme molto slanciato
e robusto, per il cappello con il centro depresso, beige, alutaceo carnicino, sempre con piccolo umbone,
con il margine involuto, e per il gradevole odore fruttato. Clitocybe alexandri, spesso con essa confusa,
ha lamelle più scure, bruno-nocciola-grigiastre, il gambo subcorticato, con carne molliccia e con strato
esterno più rigido, e spore più piccole.

82 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Clitocybe gibba (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Clitocybe infundibuliformis (Schaeff. : Fr.) Fr. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente con- Carne: abbastanza spessa, consistente, bian-
vesso, piano-convesso, poi piano-depresso, ca; odore da fungino a subcianico, simile a
imbutiforme, in genere con piccolo umbone a quello di Marasmius oreades, sapore mite,
papilla; opaco, vellutato, subglabro, non igro- fungino.
fano o solo leggermente, ocraceo, ocra-gialla- Spore: bianche in massa, ellissoidali, a forma
stro pallido, crema alutaceo, color camoscio. di seme o di goccia d’acqua, lisce, 5-6 × 4-4,5
Lamelle: decorrenti sul gambo, abbastanza µm, non amiloidi.
ftte, bianche. Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Gambo: 2-6 × 0,4-1 cm, cilindrico, talora un latifoglie sia di conifere, nei parchi, in esta-
po’ allargato verso la base; glabro, inizialmen- te-autunno. Comune.
te molto chiaro quasi bianco, poi subconco- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
lore al cappello.

Note: Clitocybe gibba si riconosce per il cappello giallo-ocra, depresso-imbutiforme con piccolo umbone
a papilla, non igrofano o solo leggermente, per le lamelle decorrenti e per il gambo bianco nel giovane che
diventa concolore al cappello solo nell’adulto. Clitocybe costata si distingue per il cappello col margine
notevolmente sinuoso, striato-solcato, senza umbone, e per il gambo colorato come il cappello già in
esemplari giovani. Clitocybe catinus ha il cappello più pallido, bianco-crema carnicino. Lepista faccida
(= L. inversa) e Lepista gilva hanno lamelle che si staccano facilmente dalla carne del cappello e spore
verrucose.

Parte iconografca e descrittiva 83


Clitocybe nebularis (Batsch : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Lepista nebularis (Batsch : Fr.) Harmaja 1974


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 6-18 cm, molto carnoso, dapprima Carne: cospicua, soda, biancastra; odore
convesso, piano-convesso con umbone ottuso caratteristico dolciastro, nauseante, usato in
e largo, poi piano e con il centro leggermente micologia come odore di riferimento e def-
depresso, con il margine involuto; non igrofa- nito di nebularis, sapore dolciastro.
no, fbrilloso, di colore bruno-grigiastro fulig- Spore: biancastre, bianco-crema in massa,
ginoso (bianco nella var. alba), grigio-argento, ellissoidali, praticamente lisce, 6-7,5 × 3,5-4,5
più pallido al margine, spesso con su del mice- µm, non amiloidi, cianofle.
lio bianco negli esemplari marcescenti. Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
Lamelle: adnate-decorrenti al gambo, mol- plari nei boschi, sia di latifoglie sia di conife-
to ftte, biancastre, bianco-crema. re, tra le foglie, in autunno-inverno. Molto
Gambo: 5-10 × 1,5-4 cm, claviforme, robu- comune e diffusa.
sto; fbrilloso-pruinoso, di colore bruno-gri- Commestibilitˆ: commestibile ma non da tutti
giastro pallido, ricoperto da fbrille bianche, tollerato. Da sbollentare per alcuni minuti prima
con alla base del feltro miceliare bianco. di utilizzarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.

Note: il forte e caratteristico odore, defnito di nebularis, è suffciente a far riconoscere con facilità questa
specie tra i numerosi funghi carnosi e di taglia considerevole con imenoforo lamellare. C. nebularis ha
spore praticamente lisce e cianofle, caratteristica che la colloca tra il genere Clitocybe e il genere Lepista.
Si ricorda che le spore delle Lepista sono verrucose e cianofle, mentre quelle delle Clitocybe sono lisce e
non cianofle. Di C. nebularis esiste la var. alba, distinta per il cappello e il gambo bianchi.

84 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Clitocybe odora (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Lepista odora (Bull. : Fr.) Harmaja 1976


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente bianco che ingloba frammenti di foglie, f-
emisferico-convesso, poi piano-convesso con stoloso nell’adulto; subconcolore al cappello,
umbone largo e ottuso, infne piano e legger- percorso da fbrille bianche su fondo grigio-
mente depresso, con il margine involuto e verde sporco.
spesso lobato; asciutto, non igrofano o solo Carne: abbastanza spessa, verdastra; odore
leggermente, un po’ sericeo, fnemente squa- di anice, sapore dolciastro, di anice.
moso-fbrilloso, di colore verdastro, blu-verde Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali,
metallico, verde-grigiastro, da intensamente lisce, 6,5-8 × 4,5-5 µm, non amiloidi.
colorato a molto pallido. Habitat: cresce gregaria in genere in pochi
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, esemplari, raramente in numerosi carpofori,
ftte, grigio-verde, grigio-crema. nei boschi di latifoglie e di conifere, in esta-
Gambo: 3-6 × 0,5-1 cm, cilindrico, cilindri- te-autunno. Molto comune e diffusa.
co-clavato, un po’ ingrossato alla base, spesso Commestibilitˆ: commestibile.
incurvato, con alla base del feltro miceliare

Note: è indubbiamente la Clitocybe più facile da riconoscere per via del cappello più o meno intensa-
mente colorato di verde-bluastro e per il forte odore di anice, avvertibile anche a distanza considerevole,
caratteristica quest’ultima che ne limita il suo utilizzo in cucina solo a pochi carpofori e frammisti ad altri
di specie diverse. Esistono altre Clitocybe con odore di anice, tuttavia non possono essere confuse con
Clitocybe odora perché sono meno carnose e con colori diversi.

Parte iconografca e descrittiva 85


Clitocybe rivulosa (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Clitocybe dealbata var. minor Cooke 1883


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-6 cm, carnoso, inizialmente attenuato alla base, incurvato, spesso com-
convesso-campanulato, piano-convesso, poi presso, talora decentrato; concolore al cap-
appianato, piano-depresso, con o senza um- pello, pruinoso, di aspetto sericeo.
bone, con il margine involuto nel giovane, Carne: poco spessa, soda, biancastra, bian-
revoluto nell’adulto, sinuoso-lobato; legger- co-crema; odore erbaceo-fungino, sapore
mente igrofano, pruinoso-laccato, bianca- mite.
stro, crema-biancastro, sericeo per via della Spore: bianche in massa, ellissoidi-ovoidali,
laccatura pruinosa, che presto si dirada met- lisce, 4-5 × 2,5-3,3 µm, non amiloidi.
tendo a nudo, spesso in modo zonato con- Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
centricamente, un colore di fondo bruno-o- plari nei prati, nei luoghi erbosi fuori dei bo-
cra carnicino, ocra-grigiastro rosato. schi (spesso alcuni carpofori sono uniti per la
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, non base del gambo), nei parchi e giardini di città,
tanto ftte, biancastre, bianco-crema. in estate-autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 3-7 × 0,3-0,8 cm, cilindrico, un po’ Commestibilitˆ: tossico.

Note: questa specie si riconosce per il cappello biancastro, pruinoso-laccato di bianco su sfondo crema-ocra
carnicino, revoluto nell’adulto, per le lamelle bianco-crema adnate-decorrenti sul gambo e per la crescita nei
prati. Clitocybe dealbata è molto simile e diffcile da differenziare, tuttavia può essere distinta per il cappello
laccato di bianco, più glassato che pruinoso, con il margine involuto più regolare, e le lamelle largamente adnate
poco decorrenti sul gambo. Clitocybe candicans cresce nei boschi di latifoglie e ha odore di foglie di pomodoro.

86 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Collybia butyracea (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Rhodocollybia butyracea (Bull. : Fr.) Lennox 1979


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-7 cm, non tanto carnoso, ini- del feltro miceliare bianco, molto tenace,
zialmente convesso, poi piano-convesso, pia- cartilagineo; glabro e lucido, notevolmente
no, con umbone ottuso e largo, con il margi- fbrilloso-striato, concolore al cappello.
ne fnemente striato; leggermente viscido se Carne: poco spessa, tenace, cartilaginea,
umido, igrofano, lardaceo, di aspetto burro- biancastra, brunastra appena sotto la cuti-
so, grasso-untuoso, liscio e lucido, di colore cola; odore resinoso-fruttato, un po’ rancido,
brunastro, bruno-dattero, bruno-ocra rossa- sapore mite.
stro (grigio corno nella var. asema), asciugan- Spore: bianco-crema carnicino in massa, el-
do si schiarisce fno al crema-ocra. lissoidali, lisce, 6-7 × 3-4 µm, non amiloidi.
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, Habitat: cresce subcespitosa o gregaria nei
ftte, larghe, bianche, poi crema. boschi di latifoglie e di conifere, in genere
Gambo: 4-8 × 0,5-1,5 cm, cilindrico-clavato, nell’humus di foglie marcescenti, in esta-
claviforme, attenuato all’apice e progressiva- te-autunno. Molto comune e diffusa.
mente allargato verso il basso, con alla base Commestibilitˆ: commestibile.

Note: il genere Collybia raccoglie specie a spore bianche o biancastre, perlopiù piccole, con lamelle gene-
ralmente ftte e sublibere, con il gambo piuttosto tenace-cartilagineo e dal portamento slanciato. Tra le
specie congeneri, Collybia butyracea si riconosce principalmente per la taglia media e per il caratteristico
aspetto untuoso-grasso del cappello. Di questa specie esiste la var. asema, distinta dal tipo per il cappello
di colore grigio corno, grigio-bruno olivastro, scuro al centro e pallido verso il margine.

Parte iconografca e descrittiva 87


Collybia dryophila (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Gymnopus dryophilus (Bull. : Fr.) Murrill 1916


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-6 cm, poco carnoso, inizialmen- liscio e lucido, concolore al cappello, in gene-
te convesso, poi piano-convesso, piano o leg- re sbiadito all’apice e leggermente più scuro
germente depresso, con il margine fnemente verso la base.
striato se umido, da regolare a ondulato, si- Carne: sottile, un po’ esigua, piuttosto te-
nuoso; glabro, liscio, igrofano, di colore gial- nace, cartilaginea, biancastra, crema pallida;
lo-bruno, giallo-ocra, giallo-arancio, pallido al odore erbaceo, sapore gradevole.
margine, si schiarisce fno al crema-alutaceo Spore: biancastre, bianco-crema in massa, el-
asciugando. lissoidali, lisce, 4,5-6,5 × 3-3,5 µm, non amiloidi.
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, Habitat: cresce gregaria o a cespi di pochi
piuttosto ftte, bianche, poi crema. esemplari nei boschi di latifoglie e di conifere,
Gambo: 3-7 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, spesso su foglie e aghi, anche fra residui e muschio,
con la base un po’ ingrossata e con cordoni predilige le foglie del sottobosco, dalla tarda
miceliari, non nettamente bulbosa, talvolta primavera all’autunno. Piuttosto comune.
incurvato, molto tenace, cartilagineo; glabro, Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Collybia dryophila, oltre che per i caratteri propri di molte Collybia, vale a dire per le lamelle molto
ftte e il gambo tenace-cartilagineo, si riconosce per il colore giallo-ocra del cappello e del gambo e per la
crescita su foglie marcescenti. Molto simile è Collybia aquosa, che cresce in genere in primavera, distinta
per la base del gambo bulbosa e con cordoni miceliari rosa. Collybia ocior (= C. luteifolia, C. dryophila
var. funicularis) ha le lamelle gialle.

88 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Collybia fusipes (Bull. : Fr.) Quél. 1872

SiNoNimo: Gymnopus fusipes (Bull. : Fr.) Gray 1821


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente profondi solchi, incurvato-fessuoso, unito


campanulato-convesso, poi piano-convesso, per la base con altri gambi, cavo nell’adulto,
anche un po’ depresso, con umbone ottuso da molto tenace, cartilagineo; glabro, fbrilloso-
molto basso a mammellonato, spesso gibbo- striato, biancastro verso l’apice, bruno ruggi-
so; leggermente viscido se umido, debolmen- noso verso la base, spesso maculato.
te igrofano, talvolta un po’ rugoso-grinzoso, Carne: poco spessa, tenace, cartilaginea,
di colore bruno-fulvo, bruno-ocra, maculato biancastra; odore e sapore non particolari.
di bruno ruggine, più pallido se asciutto. Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: annesse al gambo, abbastanza 5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi.
rade, larghe, venose sul dorso a contatto con Habitat: cresce a cespi di numerosi esem-
la carne del cappello, biancastre, color carni- plari alla base di tronchi di latifoglie viventi,
cino, macchiate di bruno ruggine nell’adulto. tra le radici afforanti, in genere di quercia e
Gambo: 7-12 × 0,8-2 cm, fusiforme, cilindri- di castagno, dalla primavera inoltrata a tutto
co-fusiforme, con la base appuntita e profon- l’autunno. Abbastanza comune.
damente radicante, spesso compresso e con Commestibilitˆ: tossico.
Note: Collybia fusipes, molto comune e quasi infestante nell’ampio parco di Monza, si riconosce con facilità
per via del caratteristico gambo cartilagineo, fusiforme e piuttosto radicante. Cresce di solito a cespi alla base
di tronchi di latifoglie viventi, prediligendo le querce. Collybia maculata è simile ma di colore generalmente
biancastro, con il cappello maculato di bruno rugginoso, con le lamelle molto ftte e il gambo meno radicante.

Parte iconografca e descrittiva 89


Flammulina velutipes (Curtis : Fr.) Singer 1951

SiNoNimo: Collybia velutipes (Curtis : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, emisferi- lutato, giallo-arancio all’apice, bruno-nera-
co-convesso, piano-convesso, talvolta un po’ stro verso la base.
depresso nell’adulto, spesso irregolarmente si- Carne: sottile, tenace e cartilaginea, elastica
nuoso, con il margine involuto nel giovane; vi- nel cappello, giallognola, brunastra nel gam-
scido, mucillaginoso, cartilagineo, elastico-ge- bo; odore un po’ rancido, di pelargonio, di
latinoso, glabro e lucente, anche leggermente foglie di geranio, sapore mite.
pruinoso nel giovane, di colore giallo-arancio Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
vivace, giallo-rossastro, più scuro al centro. 6,5-9 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi. Epicute di
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, tipo ixocutis-tricoderma.
rade, biancastre, poi crema carnicino. Habitat: cresce a cespi di numerosi esemplari
Gambo: 3-8 × 0,4-0,8 cm, cilindrico, in- su tronchi e ceppaie di latifoglie, prevalentemen-
curvato, radicante, spesso anche eccentrico, te su salice e sambuco, in autunno-inverno, spes-
unito per la base con altri gambi, fstoloso, so ricoperto di brina o di neve. Molto comune.
molto tenace, cartilagineo; tipicamente vel- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: questa specie si riconosce con molta facilità principalmente per la crescita cespitosa e tipicamente
invernale, il cappello viscido, elastico-cartilagineo e per il gambo brunastro, tipicamente vellutato e te-
nace. Non di rado si possono trovare carpofori totalmente ricoperti di brina o di neve, anche congelati.
Flammulina fennae cresce in estate-autunno su legno di latifoglie, ha il cappello bianco-ocra pallido con
macchie brune rugginose e gambo radicante.

90 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Laccaria amethystina (Huds.) Cooke 1884

SiNoNimo: Laccaria laccata var. amethystina (Huds.) Rea 1922


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizial- Gambo: 4-10 × 0,4-0,8 cm, slanciato, ci-
mente convesso, poi piano-convesso, ap- lindrico, spesso fessuoso; abbastanza rigido,
pianato, anche depresso-ombelicato al cen- feltrato, fnemente foccoso-squamoso, con
tro, margine spesso arricciato, merlettato; squamette fbrillose bianche su sfondo viola.
igrofano, da liscio a fnemente squamoso, Carne: sottile, consistente, di colore viola
di colore viola-lilla, viola anche molto scuro pallido; odore e sapore subnulli.
se umido, pallidescente al rosa-lilla bluastro, Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
lilla-crema biancastro sporco con l’essicca- soidali, aculeate, 8-10,5 × 7,5-10 µm, non
zione. amiloidi.
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, Habitat: cresce gregaria o subcespitosa nei
molto rade, abbastanza spesse, di aspetto boschi, sia di latifoglie sia di conifere, in esta-
ceroso, venoso-congiunte alla base, violacee te-autunno. Abbastanza comune.
come il cappello. Commestibilitˆ: commestibile.

Note: le lamelle adnate al gambo, rade, spesse, di aspetto ceroso, colorate ma che producono spore bian-
che e verrucose, caratterizzano il genere Laccaria. Tra le poche specie di questo genere, Laccaria amethy-
stina si fa riconoscere facilmente per via del colore violaceo in ogni sua parte, su cappello, lamelle e
gambo. Laccaria laccata e la sua comune varietà pallidifolia (= L. affnis) sono di colore sul rosso-arancio
carnicino in ogni parte. Laccaria bicolor è più o meno di colore come L. laccata ma con lamelle e base
del gambo viola-lilla.

Parte iconografca e descrittiva 91


Laccaria laccata (Scop. : Fr.) Cooke 1884

SiNoNimo: Laccaria tetraspora Singer 1947


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 1-4 cm, poco carnoso, quasi mem- loso; glabro o fbrilloso, di colore ocra-rossa-
branaceo, inizialmente convesso, poi piano e stro, rosa-arancio, più bruno-rossastro verso
con il centro depresso, con il margine stria- la base, ricoperto da fbrille biancastre.
to; igrofano, liscio o fnemente fbrilloso, di Carne: sottile, da biancastra a ocra carnici-
colore bruno-arancio pallido, arancio carni- no; odore erbaceo-rafanoide, sapore mite.
cino, rosso-arancio, ocra-alutaceo pallido se Spore: bianche in massa, largamente ellissoi-
asciutto. dali, aculeate, 7-9 × 5,5-8 µm, non amiloidi.
Lamelle: adnate-decorrenti al gambo, rade, Habitat: cresce gregaria, spesso in numero-
molto larghe e ventricose, abbastanza spesse, si esemplari, nei boschi di latifoglie e di co-
non ceraceo-lardacee, rosa carnicino pallido. nifere, nell’erba e nel muschio al margine dei
Gambo: 3-8 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, spes- boschi, nei parchi, giardini e aiuole di città,
so con la base leggermente bulbosa, talvolta in estate e in autunno. Comune.
tortile o incurvato, abbastanza fbroso, fsto- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Laccaria laccata, intesa in senso lato, si fa riconoscere per i colori rosa-carnicini, rosso-arancio in ogni
parte. Essa è specie molto variabile nel portamento, dimensione, colore e forma delle spore. L’attuale tendenza
di molti AA. è di riconsiderare la variabilità di L. laccata in modo abbastanza ampio, di conseguenza si ritiene
Laccaria affnis sinonimo di Laccaria laccata var. pallidifolia. Questa varietà, molto comune e diffusa, diffe-
risce dal tipo L. laccata var. laccata per le lamelle più pallide e per le spore subsferiche.

92 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lepista faccida (Sowerby : Fr.) Pat. 1887

SiNoNimo: Clitocybe faccida (Sowerby : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-8 cm, poco carnoso, inizialmente to, abbastanza tenace; fbrilloso, inizialmente
piano-convesso con il centro un po’ depresso, biancastro, poi subconcolore al cappello.
poi imbutiforme, con il margine involuto; un po’ Carne: sottile, abbastanza tenace, un po’
igrofano, glabro, brillante se umido, di colore faccida quando è imbevuta di acqua, cre-
giallo-rossastro, più rosso al centro e giallogno- ma-brunastra; odore fungino, richiamante
lo verso il margine, spesso maculato di bruno quello di molti aflloforali, sapore mite.
ruggine, bruno bistro nell’adulto (in genere in Spore: biancastre in massa, subsferiche,
carpofori che rimangono a lungo sul terreno). verrucose, 4-5 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi,
Lamelle: molto decorrenti sul gambo, ft- cianofle.
te, strette e arcuate, facilmente staccabili in Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
massa dalla carne del cappello, biancastre, plari o subcespitosa nei boschi di latifoglie e
crema carnicino. di conifere, nei parchi e giardini di città, in
Gambo: 3-6 × 0,5-1,5 cm, cilindrico, con la estate e in autunno. Molto comune e diffusa.
base da dilatata ad attenuata, cavo nell’adul- Commestibilità: commestibile, buono.

Note: alcuni AA. separano Lepista inversa da Lepista faccida in funzione dell’habitat (boschi di coni-
fere per L. inversa e di latifoglie per L. faccida), del colore del cappello e della consistenza della carne.
Altri AA. ritengono che si tratti di un’unica entità, rinvenibile sia nei boschi di conifere sia di latifoglie, e
che la variazione di colore del cappello e della consistenza della carne è funzione dell’umidità e del tempo
di permanenza sul terreno.

Parte iconografca e descrittiva 93


Lepista irina (Fr.) H.E. Bigelow 1959

SiNoNimo: Tricholoma irinum (Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente pruinoso all’apice, concolore al cappello,


campanulato-convesso, poi piano-convesso biancastro verso l’alto e crema-ocra verso la
con umbone ottuso oppure con il centro leg- base, soprattutto dove manipolato.
germente depresso, con il margine involuto, Carne: cospicua, soda, biancastra; odore
spesso sinuoso-lobato; non igrofano, liscio, aromatico, caratteristico, simile al profumo
opaco, biancastro, bianco-beige nel giovane, di fori di iris, molto gradevole, sapore mite.
poi con la crescita al centro tende a colorarsi Spore: crema-rosa in massa, ellissoidali, f-
di bruno-ocra carnicino. nemente verrucose, 6-7,5 × 3,5-4,5 µm, non
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, molto amiloidi, cianofle.
ftte, facilmente staccabili in massa dalla carne Habitat: cresce in genere cespitosa o subcespi-
del cappello, biancastre, crema carnicino. tosa nei boschi di latifoglie, raramente in quelli
Gambo: 5-12 × 1-2 cm, evidentemente cla- di conifere, nei parchi, tra il fogliame mar-
viforme nel giovane, poi cilindrico, cilindri- cescente, in estate-autunno. Abbastanza rara.
co-clavato, dilatato verso la base; fbrilloso, Commestibilitˆ: commestibile.

Note: il caratteristico odore foreale, di fori di iris, da cui deriva il nome, consente di riconoscere facil-
mente Lepista irina tra le specie simili. Lepista caespitosa ha odore farinoso, un po’ spermatico, e cresce
nei prati. Anche Calocybe gambosa è molto simile per portamento e colorazione, ma cresce in primavera
ed emana un fortissimo odore farinoso.

94 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke 1871

SiNoNimo: Tricholoma nudum (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente viola-lilla, con alla base del feltro miceliare
emisferico-convesso, poi piano-convesso, bianco che ingloba frammenti di foglie.
piano con il centro da umbonato a legger- Carne: cospicua, viola-lilla, viola-ocra verso
mente depresso, con il margine involuto, la base del gambo; odore dolciastro, forte e
spesso sinuoso-gibboso; non igrofano, gla- caratteristico, sapore mite.
bro, liscio e lucido, di colore violaceo, bruno- Spore: crema-rosa in massa, ellissoidali, f-
viola, bruno-ocra-lilla. nemente verrucose, 6,5-8,5 × 4-4,5 µm, non
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, molto amiloidi, cianofle.
ftte, facilmente staccabili in massa dalla carne Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
del cappello, di colore viola, lilla, bruno-lilla. plari o subcespitosa in fle o in “cerchi delle
Gambo: 5-10 × 1-3 cm, cilindrico, claviforme, streghe” nei boschi di latifoglie e di conifere,
attenuato all’apice e ingrossato verso la base; nei parchi, in autunno-inverno, raramente
fbrilloso, di colore lilla, viola-lilla, ricoperto anche in primavera. Molto comune e diffusa.
da fbrille-pruinose bianche su sfondo bruno- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Lepista nuda si fa riconoscere principalmente per il colore più o meno violetto in ogni parte e per il
caratteristico e gradevole odore dolciastro. Lepista sordida, specie molto variabile e spesso con essa confusa, è
più piccola, notevolmente meno carnosa, igrofana e ha odore più o meno erbaceo-terroso. Lepista glaucocana
è più pallida, di colore lilla-grigiastro glauco, ed emana un forte odore terroso. Lepista saeva (= L. personata)
ha il gambo viola-porporino che ben contrasta con il colore chiaro del cappello e lamelle crema-rosa carnicine.

Parte iconografca e descrittiva 95


Lepista panaeola (Fr.) P. Karst. 1879

SiNoNimo: Tricholoma panaeolum (Fr.) Quél. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente Gambo: 4-8 × 1-2 cm, da cilindrico a cla-
emisferico-convesso, poi piano-convesso, viforme, attenuato all’apice e dilatato verso
spesso con umbone ottuso e largo, con il il basso; pruinoso-fbrilloso, di colore bianca-
margine involuto; non igrofano, fibrilloso, stro, beige-grigio pallido.
pruinoso, di colore grigio-ocra, bruno-bei- Carne: cospicua, bianca; odore erbaceo-fun-
ge grigiastro, beige-biancastro, con su un gino, quasi sgradevole, sapore dolce.
finissimo strato di pruina bianca, picchiet- Spore: crema-rosa in massa, ellissoidali,
tato verso il margine da guttule acquose verrucose, 4,5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi,
più scure, un po’ come in Clitocybe alexan- cianofle.
dri. Habitat: cresce gregaria o subcespitosa in
Lamelle: adnate al gambo, ftte, facilmente pochi esemplari nei prati, tra l’erba nei par-
separabili in massa dalla carne del cappello chi, giardini e aiuole di città, in estate e in
per pressione con le dita, biancastre, poi cre- autunno. Poco comune.
ma carnicino. Commestibilitˆ: commestibile.

Note: le lamelle facilmente staccabili in massa dalla carne del cappello e le spore crema-rosa, verrucose e cianofle
in blu cotone sono i caratteri che permettono di distinguere il genere Lepista dai Tricholoma e Clitocybe, generi,
quest’ultimi, a spore lisce e non cianofle. Tra le specie congeneri, Lepista panaeola si riconosce principalmente
per il cappello ocra-grigiastro, fnemente pruinoso, picchiettato verso il margine da guttule acquose più scure.
Lepista irina si differenzia per il caratteristico odore di fori di iris, inoltre predilige crescere sotto le latifoglie.

96 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lepista sordida (Schumach. : Fr.) Singer 1951

SiNoNimo: Tricholoma sordidum (Schumach. : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-8 cm, poco carnoso, inizialmen- Carne: sottile, un po’ fragile, spesso imbevu-
te emisferico-convesso, poi piano-convesso, ta di acqua con il tempo umido, di colore vio-
piano con il centro da umbonato a legger- la-lilla, viola-ocra pallido; odore erbaceo-ter-
mente depresso, con il margine poco involu- roso, sapore mite.
to; igrofano, glabro, liscio e lucido, di colore Spore: crema-rosa in massa, ellissoidali, fne-
violaceo, bruno-viola, bruno-ocra-lilla. mente verrucose, 6-8 × 4-4,5 µm, non ami-
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, molto loidi, cianofle.
ftte, facilmente staccabili in massa dalla carne Habitat: cresce gregaria o subcespitosa in
del cappello, di colore viola, lilla, bruno-lilla. zone erbose, nei parchi, nei giardini e aiuole
Gambo: 4-8 × 0,6-1,2 cm, cilindrico, talora di città, ai margini di strade, nei boschi, in
incurvato; fbrilloso, di colore lilla, viola-lilla, autunno-inverno, non di rado anche in pri-
ricoperto da fbrille-pruinose bianche su sfon- mavera. Comune.
do bruno-viola-lilla. Commestibilità: non commestibile.

Note: Lepista sordida viene spesso confusa con Lepista nuda, dalla quale si differenzia per produrre
carpofori più piccoli, con cappello meno carnoso e igrofano, con odore sgradevole erbaceo-terroso anche se
leggero, tuttavia mai dolciastro come in L. nuda. Essa è molto variabile, sia nei colori sia nella forma del
cappello; infatti esistono diverse varietà, di queste citiamo: Lepista sordida var. umbonata, distinta dal
tipo per il cappello con largo e pronunciato umbone; Lepista sordida var. lilacea di colore completamente
viola-lilla.

Parte iconografca e descrittiva 97


Lyophyllum connatum (Schumach. : Fr.) Singer 1939

SiNoNimo: Tricholoma connatum (Schumach. : Fr.) Ricken 1915


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-8 cm, carnoso, dapprima emisfe- come anche le lamelle, vira dopo alcuni mi-
rico-convesso, poi piano-convesso, con o sen- nuti al violaceo con FeSO4).
za umbone, spesso con il centro un po’ depres- Carne: poco spessa, consistente, un po’ elasti-
so, con il margine involuto e sinuoso; glabro, ca, bianca; odore erbaceo-pepato, sapore mite.
di aspetto sericeo, fnemente pruinoso, bian- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
co, anche sfumato di grigio carnicino pallido. 5,5-6,5 × 3-4,5 µm, non amiloidi.
Lamelle: da adnate a subdecorrenti sul Basidi: carminofli.
gambo, abbastanza ftte, strette, biancastre, Habitat: cresce a cespi, numerosi e gregari,
poi crema. nei boschi di conifere e di latifoglie, nell’er-
Gambo: 4-10 × 0,8-2 cm, cilindrico, con la ba al margine dei boschi, predilige i bordi di
base da leggermente dilatata ad attenuata, sentieri, in estate-autunno. Molto comune e
spesso incurvato; fnemente fbrilloso-prui- diffuso.
noso, sericeo, di colore bianco (la superfcie, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Lyophyllum connatum si distingue facilmente dalle altre specie congeneri per la crescita cespitosa
e per il colore bianco in ogni parte. Può essere facilmente confuso con alcune Clitocybe bianche tossiche,
in particolare con Clitocybe phyllophila (= C. cerussata), che tra l’altro può condividere lo stesso habitat.
Questo scambio può essere evitato accertando microscopicamente la carminoflia dei basidi, carattere che
separa i Lyophyllum dalle Clitocybe, oppure macroscopicamente per mezzo della reazione della superfcie del
gambo e delle lamelle con il solfato ferroso: viola dopo alcuni minuti in L. connatum, nulla in C. phyllophila.

98 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lyophyllum decastes (Fr. : Fr.) Singer 1951

SiNoNimo: Lyophyllum aggregatum (Schaeff.) Kühner 1938


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente so all’apice, bianco nel giovane, poi sfumato
convesso, poi piano-convesso, con o sen- di bruno-grigio pallido.
za umbone, spesso un po’ depresso, con il Carne: spessa, tenace, un po’ cartilaginea,
margine leggermente involuto e sinuoso, di biancastra; odore da subnullo a erbaceo, sa-
solito gibboso; di aspetto lardaceo, glabro e pore mite.
brillante, anche fnemente fbrilloso-rugoso Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
al centro, di colore brunastro, bruno argilla, 5,5-7 × 5-6,5 µm, non amiloidi.
bruno-ocra grigiastro. Basidi: carminofli.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Habitat: cresce a cespi in genere di pochi
biancastre, bianco-crema. esemplari, perfno gregario, nell’erba presso o
Gambo: 4-10 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso sotto latifoglie, in parchi, giardini e aiuole di
con la base attenuata, talvolta un po’ eccen- città, in estate-autunno. Abbastanza comune.
trico; da liscio a fnemente fbrilloso, pruino- Commestibilità: commestibile, ottimo.

Note: il genere Lyophyllum comprende funghi tricholomoidi caratterizzati da basidi carminofli. Alcuni
di essi si macchiano di rosso, blu-grigio o nerastro al tocco, altri non virano. Tra le specie non viranti al
tocco, Lyophyllum decastes si riconosce principalmente per la crescita cespitosa, in genere a cespi di pochi
esemplari, per il cappello bruno-ocra grigiastro e per il gambo biancastro nel giovane. Lyophyllum fumo-
sum (= L. conglobatum) ha il cappello bruno-grigio fuligginoso, lamelle grigiognole e cresce conglobato
(i gambi tendono a svilupparsi da un unico ceppo) generalmente nei boschi di latifoglie.

Parte iconografca e descrittiva 99


Lyophyllum loricatum (Fr.) KŸhner ex Kalamees 1994

SiNoNimo: Tricholoma loricatum (Fr.) Gillet 1874


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente bianco in prossimità delle lamelle.


emisferico-convesso, poi piano-convesso, Carne: cospicua, molto elastica-cartilaginea,
con o senza umbone, anche un po’ depresso, gommosa nella cuticola del cappello, molto
con il margine involuto e sinuoso, rugoso- tenace, biancastra; odore debolmente erba-
gibboso; da glabro a fbrilloso, molto elasti- ceo-spermatico, sapore mite o leggermente
co-cartilagineo, gommoso, tenace, di colore pepato.
brunastro, bruno-castano scuro, bruno-nera- Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
stro fuligginoso. 5,5-6,5 × 4,5-6 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Basidi: carminofli.
consistenti, biancastre, bianco-crema. Habitat: cresce cespitoso nell’erba presso
Gambo: 4-12 × 0,8-2 cm, cilindrico, spesso latifoglie, in genere nei parchi, nei giardini
incurvato, talvolta eccentrico, anche gibbo- e aiuole di città, in estate-autunno, talvolta
so-solcato, cartilagineo e tenace; da liscio anche in primavera dopo abbondante piog-
a fnemente fbrilloso, pruinoso all’apice, di gia. Piuttosto comune.
colore bruno-grigiastro, bruno fuligginoso, Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: Lyophyllum loricatum è spesso scambiato con Lyophyllum decastes, tuttavia si distingue benissi-
mo da quest’ultimo per il cappello più bruno scuro e con cuticola molto elastica-cartilaginea, rimbalzante
come una palla di gomma se lanciato per terra, per il gambo colorato di bruno anche nei carpofori giovani
e per la crescita più distintamente cespitosa.

100 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Macrocystidia cucumis (Pers. : Fr.) Joss. 1934

SiNoNimo: Naucoria cucumis (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizial- Carne: sottile, soda, cartilaginea e tenace
mente campanulato, conico-convesso, poi nel gambo, concolore alle superfci; odore
convesso, piano-convesso, con largo e basso forte e caratteristico di olio di fegato di mer-
umbone; asciutto, un po’ igrofano, opaco, luzzo, sapore sgradevole.
vellutato, di colore rosso-bruno, porporino, Spore: crema-ocra in massa, ellissoidali, ci-
talora fno al bruno-nerastro al centro, giallo- lindrico-ellissoidi, lisce, 7-9 × 3,5-4,5 µm, non
gnolo al margine. amiloidi.
Lamelle: sublibere-annesse al gambo, abbastan- Cistidi: fusiformi, lageniformi, molto gran-
za ftte, larghe, bianco-crema, poi crema-ocra. di, presenti in tutte le superfci, sulle lamelle,
Gambo: 3-6 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, talo- sul gambo e sul cappello.
ra incurvato, raramente un po’ compresso, Habitat: cresce gregaria presso alberi, su terre-
molto tenace, cartilagineo; opaco, vellutato, no nudo o con residui legnosi, tra l’erba lungo i
fnemente pruinoso, di colore bruno-rosso, sentieri, nei parchi, in estate-autunno. Comune.
rosso-arancio all’apice, nerastro verso la base. Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: il forte e caratteristico odore di olio di fegato di merluzzo è il principale carattere che consente
di riconoscere facilmente Macrocystidia cucumis tra le specie simili appartenenti a vari generi. Altri
caratteri utili al suo riconoscimento sono: la piccola taglia, il cappello poco carnoso, di colore rosso-bruno,
porporino, il gambo cartilagineo, tenace e di colore come il cappello. Macrocystidia cucumis var. latifolia
si distingue dal tipo per le lamelle più larghe e ventricose.

Parte iconografca e descrittiva 101


Marasmius cohaerens (Pers. : Fr.) Cooke & Quél. 1878

SiNoNimo: Marasmius ceratopus (Pers.) Quél. 1886


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-3 cm, quasi membranaceo, cam- fstoloso; liscio, lucido e brillante, come laccato,
panulato, conico-convesso, piano-convesso con bianco all’apice appena sotto le lamelle, ocra-ros-
umbone subacuto, con il margine fnemente so in alto, progressivamente sempre più bru-
striato se umido; un po’ igrofano, reviviscente, no-rosso scuro fno a diventare nero alla base.
glabro, di colore ocra-giallognolo, ocra-grigiastro, Carne: esigua, molto tenace e rigida nel gam-
bruno-fulvo al centro, più pallido se asciutto. bo, quasi di consistenza cornea, concolore alle
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, superfci; senza odore e sapore particolari.
rade ma non troppo, larghe, sinuose, bianca- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
stre, crema-grigiastre, con il flo che tende a 8-10 × 4-5 µm, non amiloidi. Epicute di tipo
macchiarsi di bruno nell’adulto. imeniderma, ad ife spinulose-digitaliformi.
Gambo: 5-9 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, spesso Habitat: cresce gregario o a piccoli cespi nei
attenuato verso la base, un po’ radicante, attac- boschi di latifoglie, sulle foglie marcescenti, pre-
cato con la base al substrato di foglie tramite un dilige le faggete, raramente nei boschi di coni-
abbondante feltro miceliare rigido e giallognolo, fere, in estate e in autunno. Poco comune.
incurvato, molto rigido e tenace-cartilagineo, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Marasmius cohaerens si riconosce principalmente per il gambo molto rigido e brillante, come lac-
cato, piuttosto corneo, colorato di bruno-nerastro verso la base, attaccato alle foglie di faggio tramite un
feltro miceliare setoloso e giallognolo. Molto simile per colore e portamento è Marasmius torquescens,
distinto per il gambo vellutato e fnemente pruinoso, non lucido.

102 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Marasmius oreades (Bolton : Fr.) Fr. 1836

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, submem- trato alla base, di colore bianco-crema, cre-
branaceo, inizialmente campanulato-con- ma-ocra, bruno-rossastro alla base.
vesso, poi piano-convesso, piano, con um- Carne: poco spessa, elastica nel cappello,
bone ottuso, con il margine acuto e spesso molto tenace e cartilaginea nel gambo, revi-
fessurato-merlettato; igrofano, reviviscente, viscente, biancastra; odore cianico, di man-
glabro, liscio, talvolta screpolato, di colore dorle amare, sapore mite.
ocra-arancio, bruno-ocra, crema-nocciola pal- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
lido se asciutto. 8-9,5 × 5-6 µm, non amiloidi. Epicute di tipo
Lamelle: sublibere al gambo, rade ma non imeniderma.
troppo, larghe, spesso intervenose, bianca- Habitat: cresce gregario in gruppi di nume-
stre, crema argilla. rosi esemplari in fle o in “cerchi delle streghe”
Gambo: 4-8 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, rigi- nei prati, nei giardini e aiuole di città, dalla pri-
do e slanciato, molto tenace e cartilagineo, mavera all’autunno. Molto comune e diffuso.
coriaceo; da liscio a fnemente vellutato, fel- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: questa specie, comunemente nota con il nome di “gamba secca”, che cresce abbondante nei prati, si
riconosce per le lamelle relativamente rade, il gambo tenace-cartilagineo, ma soprattutto per il forte odore
cianico, di mandorle amare. Marasmius wynneae cresce cespitoso tra le foglie di faggio, ha il cappello
biancastro, bianco-grigiastro e il gambo attenuato alla base, notevolmente rigido, liscio e lucido, bianco
all’apice e bruno-rossastro scuro verso la base.

Parte iconografca e descrittiva 103


Melanoleuca exscissa (Fr. : Fr.) Singer 1935

SiNoNimo: Tricholoma exscissum (Fr. : Fr.) Quél. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-6 cm, carnoso, dapprima con- Carne: poco spessa, abbastanza consisten-
vesso, poi piano-convesso, con umbone da te, bianca, bianco-crema grigiognola; odore
ottuso a subacuto, con il margine involuto, erbaceo, di muschio, sapore mite, dolcia-
talora sinuoso; opaco se asciutto, non igro- stro.
fano o solo leggermente, pruinoso di bianco Spore: biancastre in massa, ellissoidali, ver-
nel giovane soprattutto verso il margine, di rucose, 8-9,5 × 4,5-5,5 µm, amiloidi.
colore grigio, grigio-bruno, più scuro al cen- Cistidi: a pelo di ortica, settati e con cri-
tro, in genere biancastro al margine. stalli all’apice.
Lamelle: adnate al gambo, piuttosto ftte, Habitat: cresce gregaria nei prati, nell’er-
bianche, bianco-crema. ba anche presso alberi, perlopiù nei parchi,
Gambo: 3-6 × 0,5-0,8 cm, cilindrico, talora dalla primavera all’autunno. Abbastanza co-
un po’ dilatato all’apice; fnemente fbrilloso, mune.
pruinoso-fbrilloso, biancastro, bianco-crema Commestibilitˆ: non commestibile.
con pruina bianca.

Note: Melanoleuca exscissa si riconosce per il cappello grigiastro, grigio-bruno, opaco, che fa contrasto
con le lamelle e il gambo biancastri, le spore verrucose e per i cistidi a pelo di ortica. Melanoleuca iris
è quasi un sosia e si distingue per il gambo di solito con macchie rossastre alla base e per l’odore di fori
di iris, caratteri più evidenti in carpofori maturi, tuttavia viene ritenuta da certi autori sinonimo di M.
exscissa.

104 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Melanoleuca grammopodia (Bull. : Fr.) Murrill 1914

SiNoNimo: Tricholoma grammopodium (Bull. : Fr.) Quél. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 5-15 cm, carnoso, inizialmente evidenti fbrille, di colore grigio-bruno, bru-
convesso, piano-convesso, poi appianato, no-ocra-grigiastro.
con umbone ottuso ben evidente, spesso de- Carne: abbastanza spessa, biancastra, un po’
presso attorno all’umbone, con il margine in- grigio-bruna verso le superfci; odore grade-
voluto, sinuoso; un po’ igrofano, glabro, liscio vole fungino, sapore mite, dolciastro.
e brillante se umido, di colore bruno scuro, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, ver-
bruno-grigio, bruno-ocra pallido se asciutto. rucose, 8-10,5 × 5-6,5 µm, amiloidi.
Lamelle: adnate al gambo, molto ftte, bian- Cistidi: a pelo di ortica, settati e con cri-
castre. stalli all’apice.
Gambo: 6-12 × 1-2 cm, cilindrico, clindri- Habitat: cresce gregaria nei prati presso la-
co-clavato, con la base un po’ bulbosa arro- tifoglie, sotto alberi, nei parchi e giardini, in
tondata, spesso tortile; fortemente striato, estate-autunno. Comune.
striato-fbrilloso, percorso da lunghe e ben Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Melanoleuca grammopodia si riconosce per la taglia considerevole, il cappello bruno scuro, bru-
no-grigio, e per il gambo grigio-bruno fortemente striato, percorso da vistose fbrille. Melanoleuca me-
laleuca, altra specie molto comune, è in genere più piccola e ha il gambo più pallido e quasi liscio, non
così striato.

Parte iconografca e descrittiva 105


Mycena haematopus (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Mycena haematopus var. marginata J.E. Lange 1914


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 1-3 cm, membranaceo, campa- Carne: esigua, concolore alle superfci,
nulato, campanulato-convesso, con umbone emette del latice acquoso di colore ros-
ottuso, con il margine striato, fnemente so-bruno scuro alla rottura; odore subnullo
merlettato-appendicolato; glabro, di colore o leggermente rafanoide, sapore da mite ad
bruno-rossastro, bruno-fulvo, bruno-porpora, amarognolo.
più scuro al centro e pallido al margine. Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, rade, 7,5-9,5 × 5-6,5 µm, amiloidi.
inizialmente biancastre, poi rosa carnicino, Cistidi: fusiformi, lisci.
spesso macchiate di bruno-porpora. Habitat: cresce gregaria o subcespitosa su
Gambo: 3-7 × 0,2-0,3 cm, cilindrico, spesso legno marcescente di latifoglie, in genere su
incurvato, fstoloso; glabro, liscio o fnemen- tronchi caduti di faggio, in estate-autunno.
te pruinoso di bianco, di colore rosso-bruno, Abbastanza comune e diffusa.
bruno-vinoso, biancastro verso l’alto, alla rot- Commestibilitˆ: non commestibile.
tura emette del liquido rosso-bruno vinoso.

Note: alcune Mycena si distinguono per la peculiarità di emettere del latice, di vario colore, alla frattura. Tra
queste, Mycena haematopus si riconosce per il latice di colore rosso-bruno scuro e per la crescita su tronchi
marcescenti di latifoglie, in particolare di faggio. Molto simile per colorazione del carpoforo e del latice è Mycena
sanguinolenta, tuttavia facile da riconoscere principalmente per il cappello più piccolo, le lamelle con il flo
colorato di rosso-bruno, il gambo più sottile e per la crescita in genere nei boschi di conifere, sulla lettiera di aghi.

106 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Mycena inclinata (Fr.) Quél. 1872

SiNoNimo: Mycena galericulata var. calopus (Fr.) P. Karst. 1879


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 1-3,5 cm, membranaceo, coni- stoloso; glabro, liscio, talvolta solcato, di colore
co-campanulato, campanulato-convesso, con biancastro all’apice, giallo-bruno, bruno-arancio
umbone da ottuso ad acuto, con il margine verso il basso, fno al nero-bruno alla base.
striato, spesso un po’ scanalato-solcato; gla- Carne: esigua, concolore alle superfci; odo-
bro, liscio, leggermente igrofano, un po’ visci- re e sapore farinosi.
do se umido, di colore bruno-ocra grigiastro, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
grigio-bruno sporco, più scuro al centro, bian- 8-10,5 × 5,5-6,5 µm, amiloidi. Cheilocistidi
castro verso il margine. diverticolati.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, non Habitat: cresce a cespi di numerosi esem-
tanto ftte, bianche all’inizio, poi crema, gri- plari su legno di latifoglie, in genere su tron-
gio-crema. chi e ceppaie marcescenti di quercia e di
Gambo: 4-12 × 0,1-0,3 cm, cilindrico, incur- castagno, dalla fne dell’estate a tutto l’au-
vato-fessuoso, abbastanza rigido, spesso radi- tunno. Abbastanza comune e diffusa.
cante e con della peluria biancastra alla base, f- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: le specie del genere Mycena sono abbastanza numerose e di non facile determinazione, anche
con l’uso del microscopio. Ciononostante, Mycena inclinata si fa riconoscere con facilità per la crescita
cespitosa, il gambo bianco all’apice e progressivamente colorato di giallo-bruno, bruno-arancio fno al
nero-bruno alla base, e per l’odore farinoso, di farina rancida.

Parte iconografca e descrittiva 107


Mycena pura (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Mycena pseudopura (Cooke) Sacc. 1887


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-5 cm, quasi membranaceo, inizial- scio e lucente, con fbrille bianche verso la
mente campanulato, campanulato-convesso, base, di colore violaceo, viola-lilla, grigio-lilla.
poi piano, spesso con umbone ottuso, talvolta Carne: esigua, un po’ tenace nel gambo, gri-
perfno leggermente depresso, con il margine gio-lilla; odore rafanoide, di rapa, sgradevole,
striato; igrofano, glabro, di colore molto varia- sapore rafanoide.
bile, in genere violaceo, viola-porporino, vio- Spore: bianche in massa, ellissoidali-cilindri-
la-rosa, grigio-lilla, lilla-ocraceo, anche molto che, lisce, 6-8,5 × 3,5-4,5 µm, amiloidi. Cisti-
pallido se asciutto (bianco nella f. alba). di fusiformi-ventricosi, lisci.
Lamelle: da annesse ad adnate al gambo, Habitat: cresce in genere gregaria, talvolta
non tanto ftte, larghe e ventricose, bianca- a piccoli cespi, nei boschi di latifoglie e di
stre, soffuse di rosa-lilla. conifere, nei parchi e giardini di città, dalla
Gambo: 3-7 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, spesso tarda primavera a tutto l’autunno. Molto co-
incurvato verso la base, talvolta compresso, mune e diffusa.
piuttosto rigido-tenace, fstoloso; glabro, li- Commestibilità: tossico.

Note: la taglia abbastanza (relativamente) considerevole per una Mycena, il forte odore rafanoide e i
colori generalmente violacei, sono i principali caratteri che permettono di distinguere questa comunissima
specie. Mycena pura è molto variabile nel colore e per questo sono state create numerose forme; tra queste
citiamo la f. alba completamente bianca. Mycena rosea (= M. pura var. rosea) si distingue per il cappello
rosa e il gambo biancastro.

108 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Strobilurus esculentus (Wulfen : Fr.) Singer 1962

SiNoNimo: Collybia esculenta (Wulfen : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 1-2,5 cm, poco carnoso, quasi nemente pruinoso di bianco, subconcolore al
membranaceo, inizialmente convesso, pia- cappello, spesso biancastro all’apice appena
no-convesso, poi piano, spesso con umbone sotto le lamelle.
ottuso; leggermente igrofano, glabro, liscio, Carne: sottile, tenace nel gambo, cartilagi-
di colore brunastro, bruno-fulvo, bruno-dat- nea, bianca nel cappello e all’apice del gambo,
tero, bruno-ocra se asciutto (perfno bianco, ocra verso la base; odore da subnullo a leg-
quando cresce sotto le foglie). germente fungino, sapore acidulo-fungino.
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
ftte, bianche, bianco-grigiastre. 5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi.
Gambo: 3-5 × 0,1-0,2 cm, cilindrico, quasi Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
fliforme, prolungato in una lunga appendice plari su strobili interrati di abete rosso, anche
radicante, notevolmente villosa e rigida, fno nei parchi e giardini di città, in primavera, per-
a trovare gli strobili di abete rosso interrati, lopiù in marzo-aprile. Molto comune e diffuso.
molto rigido, tenace-cartilagineo; glabro, f- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: esistono tre specie di Strobilurus, tutte crescenti su strobili ed esclusivamente in primavera. Stro-
bilurus esculentus è il più facile da riconoscere per la crescita esclusiva su strobili di abete rosso, contra-
riamente a Strobilurus stephanocystis e Strobilurus tenacellus che crescono solo su strobili di pino.
Mycena strobilicola cresce anch’essa su strobili di abete rosso e in primavera, ma presenta il cappello
campanulato e un forte odore nitroso, di cloro.

Parte iconografca e descrittiva 109


Tricholoma album (Schaeff. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Tricholoma raphanicum P. Karst. 1883


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dappri- brilloso-sericeo, di colore bianco, leggermen-
ma emisferico-convesso, convesso, poi pia- te crema-ocra verso il basso nell’adulto o per
no-convesso, con umbone ottuso, talvolta manipolazione.
poco evidente, con il margine involuto nel Carne: poco spessa, bianca; odore terroso,
giovane; asciutto, glabro, di aspetto sericeo, terroso-farinoso, forte e sgradevole, sapore
di colore bianco nel giovane, poi con tenden- amaro, un po’ piccante.
za a colorarsi leggermente di crema-ocra al Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
centro. 5,5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, non Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
tanto ftte, bianche, bianco-crema. plari nei boschi di latifoglie, in genere di
Gambo: 4-8 × 0,5-1 cm, cilindrico, talvolta quercia e di carpino, in estate e in autunno.
leggermente dilatato alla base, spesso incur- Molto comune e diffuso.
vato; glabro, liscio o fnemente fbrilloso, f- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie congeneri, Tricholoma album si riconosce per il colore bianco in ogni parte, per la car-
ne amara e con forte odore terroso. Tricholoma pseudoalbum, dal portamento più robusto, si distingue
per il cappello sfumato di ocra-arancio, con il margine costolato-solcato. Tricholoma lascivum ha il cap-
pello di colore caffelatte-nocciola già nel giovane. Tricholoma inamoenum cresce nei boschi di conifere
e ha un forte e sgradevole odore di gas illuminante, di acetilene. Tricholoma sulphurescens ha carne e
superfci ingiallenti alla manipolazione.

110 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tricholoma aurantium (Schaeff. : Fr.) Ricken 1914

SiNoNimo: Armillaria aurantia (Schaeff. : Fr.) Quél. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- squame rosso-arancio fno alla zona anula-
sferico-convesso, poi piano-convesso, spesso re, con sottile e ben delimitata zona bianca
con largo e basso umbone, con il margine in- all’apice appena sotto le lamelle.
voluto; viscido se umido, fnemente feltrato- Carne: abbastanza spessa, soda, bianca, tal-
squamoso se asciutto, vivacemente colorato volta leggermente soffusa di arancio appena
di arancio, arancio-bruno, rosso-arancio. sotto la cuticola; odore farinoso, di cocome-
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bianca- ro, sapore farinoso, amarognolo.
stre, spesso secernenti goccioline color am- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
bra da giovane, poi macchiate di rosso-bru- 6,5-8 × 4,5-5,5 µm, non amiloidi.
no. Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
Gambo: 5-10 × 1-1,8 cm, cilindrico, talora fere, generalmente di pini o di abete bianco,
con base un po’ attenuata; fnemente squa- in estate-autunno. Non comune.
moso, concolore al cappello, con piccole Commestibilità: non commestibile.

Note: il cappello vivacemente colorato di arancio, il gambo concolore al cappello e squamoso, con netta
zona anulare bianca appena sotto le lamelle, sono caratteri che consentono di riconoscere facilmente
Tricholoma aurantium. Altro Tricholoma simile per colorazione del cappello è Tricholoma focale, ma
ben distinto almeno per la presenza di anello sul gambo, caratteristica alquanto rara in questo genere.

Parte iconografca e descrittiva 111


Tricholoma bufonium (Pers. : Fr.) Gillet 1874

SiNoNimo: Tricholoma sulphureum var. bufonium (Pers. : Fr.) Quél. 1876


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente lamelle, spesso con fbrille bruno-viola nella
emisferico-convesso, poi piano-convesso, parte inferiore, biancastro alla base.
con o senza umbone, spesso sinuoso-gibbo- Carne: cospicua, abbastanza soda, gialla,
so, con il margine involuto e sinuoso-lobato; leggermente porpora appena sotto la cuti-
asciutto, glabro, vellutato, di aspetto sericeo, cola del cappello; odore di acetilene, come
talvolta fnemente squamoso, di colore bru- in T. sulphureum, forte e sgradevole, sapore
no-porpora-lilla, bruno-vinoso carnicino, lilla sgradevole.
carnicino verso il margine (evocante Lactarius Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
lilacinus). 9-10,5 × 6-8 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, piut- Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
tosto rade, di colore giallo, giallo-oliva. fere di montagna, predilige l’abete bianco, in
Gambo: 5-10 × 1-2 cm, cilindrico, con la autunno. Non comune ma talvolta invadente
base da attenuata a leggermente dilatata; nei luoghi di crescita.
fnemente fbrilloso, di colore giallo come le Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Tricholoma bufonium si riconosce per il caratteristico e sgradevole odore di gas illuminante, di
acetilene, per il colore giallo in ogni parte tranne nel cappello, che si presenta di un bel bruno-porpora-lilla,
bruno-violaceo, e per la crescita nei boschi di conifere di montagna. Tricholoma sulphureum, specie mol-
to simile e più comune, ha anch’esso odore di acetilene ma è giallo in ogni parte, anche nel cappello, tranne
la sua var. coronarium, che presenta il centro del cappello soffuso di bruno-rosa-porporino.

112 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tricholoma inamoenum (Fr. : Fr.) Gillet 1874

SiNoNimo: Tricholoma inamoenum var. insigne Massee 1893


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 2-5 cm, carnoso, inizialmente e Carne: poco spessa, consistente, bianca;
per lungo tempo campanulato, campanula- odore forte sgradevole di acetilene, di gas
to-convesso, poi piano-convesso con umbo- illuminante, sapore sgradevole, ripugnante.
ne ottuso, con il margine involuto; asciutto, Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
glabro, vellutato, fnemente fbrilloso, bian- 8,5-11 × 6-7,5 µm, non amiloidi.
co-grigiastro, crema-grigiastro. Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
Lamelle: smarginate al gambo, abbastanza nifere, generalmente sotto l’abete rosso, tra
rade, di aspetto quasi ceroso, biancastre. mirtilli ed erica, in estate-autunno. Molto
Gambo: 4-8 × 0,6-1 cm, cilindrico, cilindri- comune.
co-clavato, con la base un po’ dilatata, spesso Commestibilitˆ: tossico.
incurvato; glabro, biancastro, bianco-crema,
dello stesso colore del cappello.

Note: il forte e sgradevole odore di acetilene, di gas illuminante, e il cappello bianco-grigiastro, cre-
ma-grigiastro, a lungo campanulato, sono i principali caratteri che consentono di riconoscere Tricholoma
inamoenum. Anche Tricholoma sulphureum e Tricholoma bufonium hanno lo stesso sgradevole odore
di acetilene, ma si distinguono benissimo per essere diversamente colorati: il primo è di colore prevalente-
mente giallo in ogni parte, anche nella carne; il secondo è pure colorato di giallo in ogni parte, eccetto nel
cappello che si presenta di colore bruno-porpora.

Parte iconografca e descrittiva 113


Tricholoma pardinum (Pers.) Quél. 1873

SiNoNimo: Tricholoma tigrinum (Schaeff.) Gillet 1874


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emi- curvato; tomentoso, fbrilloso-squamoso,


sferico-convesso, poi convesso, irregolarmente biancastro, con fbrille squamose brune su
sinuoso-gibboso, con umbone, con il mar- fondo bianco, con goccioline all’apice con il
gine involuto e sinuoso-lobato; asciutto, tempo umido, più evidenti nei giovani car-
squamoso, fbrilloso, con squame fbrillose pofori.
bruno-grigio-nerastre su sfondo bianco-cre- Carne: cospicua, bianco-grigiognola; odore
ma-grigiastro. farinoso, sapore dolce, farinoso.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, non Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
tanto ftte, biancastre, bianco-crema, con ri- 8-10 × 5,5-7 µm, non amiloidi.
fessi glauchi, spesso nel giovane con il flo Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
lacrimante goccioline acquose. nei boschi, sia di latifoglie sia di conifere, in
Gambo: 4-10 × 1-3 cm, robusto, cilindrico-cla- estate e in autunno. Poco comune.
vato, claviforme, anche fusiforme, spesso in- Commestibilità: tossico.

Note: è sicuramente il Tricholoma più pericoloso, non tanto per la sua provata tossicità ma perché facile
da confondere con numerose specie grigiastre commestibili, dette “morette”. Tra questi, Tricholoma pardi-
num si riconosce principalmente per la taglia considerevole, per il portamento massiccio e carnoso, per il
cappello squamoso-fbrilloso, le lamelle crema glauche, il gambo spesso claviforme e le goccioline acquose
all’apice, e per l’odore farinoso. Gli altri Tricholoma grigi con odore farinoso sono più piccoli, meno robusti
e non hanno né le lamelle crema glauche né le goccioline acquose all’apice del gambo.

114 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.) Quél. 1872

SiNoNimo: Melanoleuca portentosa (Fr. : Fr.) Murrill 1914


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 5-10 cm, carnoso, inizialmente all’apice, di colore bianco, quasi sempre sof-
campanulato, poi piano-convesso, appiana- fuso di giallognolo.
to-ondulato e con umbone, con il margine Carne: abbastanza spessa, soda, bianca, con
sinuoso, talora lacerato; glabro, di aspetto toni giallognoli verso la superfcie del gambo,
sericeo, fbrilloso-sericeo, di colore grigio, tendente a ingrigire dopo un po’ di tempo al
grigio metallico, grigio-ocra, spesso soffuso taglio; odore farinoso, sapore farinoso, mite.
di verdognolo, verde-violaceo, biancastro al Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
margine. 5-7 × 4-5 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
ftte, bianche, con rifessi giallo-grigiognoli fere, generalmente sotto il pino, raramente
nell’adulto. nei boschi di latifoglie, in autunno inoltrato.
Gambo: 5-10 × 1-2,5 cm, cilindrico, spesso Comune.
incurvato; glabro, fbrilloso-sericeo, pruinoso Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: questa specie si riconosce per il cappello fbrilloso-sericeo, di colore grigio metallico, grigio-ocra,
spesso soffuso di verdognolo, per il gambo bianco con tenui toni giallognoli e per l’odore farinoso. Tricho-
loma josserandii, specie tossica piuttosto simile, molto rara che può condividere lo stesso habitat, si diffe-
renzia per il gambo senza toni gialli, tipicamente con base attenuata, appuntita, per la carne amarognola
con odore di farina rancida con componente dello sgradevole odore cimicino.

Parte iconografca e descrittiva 115


Tricholoma scalpturatum (Fr.) Quél. 1872

SiNoNimo: Tricholoma argyraceum var. chrysites (Jungh.) Gillet 1890


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-8 cm, non tanto carnoso, dap- visibile nel giovane, prima che il margine del
prima campanulato-convesso, poi piano-con- cappello si stacca dal gambo.
vesso, piano con umbone ottuso, con il mar- Carne: poco spessa, piuttosto fragile, bian-
gine spesso sinuoso-lobato; asciutto, feltrato, co-grigiognola, leggermente ingiallente
squamoso, di colore grigiastro, con squame nell’adulto e dopo un po’ di tempo al taglio;
bruno-grigio-nerastre su sfondo bianco-gri- odore e sapore farinosi.
gio, più scuro al centro. Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto 5-6 × 2,5-4 µm, non amiloidi.
ftte, fragili, bianche, talvolta con rifessi gri- Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
giastri, con tendenza a ingiallire nell’adulto. boschi di latifoglie e di conifere, spesso nei
Gambo: 3-7 × 0,6-1,5 cm, cilindrico, spesso parchi e giardini di città, in estate e in autun-
incurvato verso la base; liscio o fnemente no. Abbastanza comune e diffuso.
feltrato, concolore al cappello, bianco alla Commestibilitˆ: commestibile.
base, con esigui residui di velo cortiniforme

Note: questa specie appartiene ai Tricholoma grigi che costituiscono il gruppo delle “morette”. Tra questi, si
riconosce con facilità per le lamelle che tendono a ingiallire nell’adulto, soprattutto in carpofori vecchiotti.
Tricholoma pardinum, specie tossica, è più massiccio e carnoso, con il gambo spesso claviforme con goccio-
line acquose all’apice. Tricholoma terreum, capostipite delle “morette”, cresce nei boschi di conifere predili-
gendo le pinete, non ha odore di farina e presenta la superfcie pileica vellutata tomentosa, non squamosa.

116 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tricholoma terreum (Schaeff.) P. Kumm. 1871

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dapprima bianco-grigiastro, liscio o con fbrille grigia-
campanulato-convesso, piano-convesso, poi stre, grigio-brune.
appianato, spesso ondulato, con umbone Carne: poco spessa, tenera, fragile, biancastra,
ottuso, con il margine involuto nel giova- bianco-grigiastra sotto la superfcie del cappello;
ne; asciutto, vellutato, tomentoso, di colore odore subnullo, non farinoso, sapore mite.
grigiastro, grigio-bruno, grigio cenere, color Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
ardesia. 6-8 × 4,5-6 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto Habitat: cresce gregario, talora con due-tre
ftte, biancastre, grigiastre. esemplari uniti per la base del gambo, nei bo-
Gambo: 4-7 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, legger- schi di conifere, generalmente sotto il pino,
mente dilatato verso la base, spesso incur- in estate-autunno. Comune.
vato; di aspetto sericeo, bianco, biancastro, Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: alcuni Tricholoma commestibili con cappello grigiastro, grigi-bruno, grigio-nerastro sono comune-
mente chiamati “morette”. Tricholoma terreum è il capostipite delle “morette”, tra l’altro il più saporito,
e, fra queste specie, si riconosce per la superfcie del cappello vellutata, per l’assenza di odore farinoso e
di cortina. Tricholoma gausapatum e Tricholoma myomyces sono molto simili e anch’essi senza odore
farinoso, ma hanno la cortina, evidente in carpofori giovani; inoltre, il primo presenta il cappello molto
feltrato, lanoso-feltrato. Alcuni AA. considerano T. terreum e T. myomyces sinonimi.

Parte iconografca e descrittiva 117


Tricholoma ustaloides Romagn. 1954

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente bruno-arancio fno alla zona anulare, netta-
emisferico-convesso, campanulato-convesso, mente bianco all’apice, la variazione croma-
poi piano-convesso, con o senza umbone, tica in zona anulare è ben delimitata soprat-
con il margine involuto e fnemente costo- tutto nel giovane.
lato; viscido, glutinoso con il tempo umido, Carne: cospicua, consistente, bianca; odore
glabro, fnemente punteggiato-fbrilloso, di farinoso, di buccia di anguria, sapore farinoso
colore bruno-fulvo, bruno-rossastro, bru- e amarognolo.
no-arancio, ocra-arancio al margine. Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto soidali, lisce, 5,5-6,5 × 4,5-5,5 µm, non ami-
ftte, strette, bianche, bianco-crema, spesso loidi.
maculate di bruno-rosso nell’adulto. Habitat: cresce gregario in pochi esempla-
Gambo: 5-10 × 1-2 cm, cilindrico, cilindri- ri nei boschi di latifoglie, in estate-autunno.
co-clavato, anche subfusiforme; un po’ visci- Piuttosto comune e diffuso.
do se umido, fbrilloso, di colore bruno-rosso, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra i Tricholoma con colori prevalentemente bruni, questa specie si riconosce per il cappello di
colore bruno-rossastro, per il gambo con zona anulare cromaticamente ben delimitata, bruno-rossastro
fno alla zona anulare e nettamente bianco all’apice, per la carne bianca, amarognola e con odore farinoso.
Tricholoma ustale ha il gambo da biancastro a leggermente colorato di bruno-ocra verso il basso, senza
zona anulare cromaticamente distinta.

118 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tricholosporum goniospermum (Bres.) Guzmán ex T.J. Baroni 1982

SiNoNimo: Tricholoma goniospermum Bres. 1881


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Tricholomataceae

Cappello: 5-15 cm, molto carnoso, inizial- Carne: cospicua, molto spessa, consistente,
mente emisferico, emisferico-convesso, poi biancastra, bianco-crema; odore subsperma-
piano-convesso, appianato, con il margine tico con componente farinosa, sapore mite,
a lungo involuto; asciutto, glabro, liscio, di dolciastro.
colore grigio-lilla, giallo-lilla, giallo-ocra, gri- Spore: bianche in massa, gibbose-angolose,
gio-rosato, talora soffuso di verdognolo. a forma di croce, 7,5-10 × 5-7 µm, non ami-
Lamelle: smarginate al gambo, molto ftte, loidi.
di colore grigio-beige, grigio-lilla, rosa-lilacino. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 4-8 × 1-3 cm, cilindrico, anche leg- boschi di latifoglie o nei prati vicino ad alberi
germente ventricoso; fbrilloso, fbrilloso-squa- di latifoglie, nei parchi, dalla primavera inol-
moso, pruinoso all’apice, biancastro, grigio-o- trata all’autunno. Abbastanza raro.
cra pallido verso la base. Commestibilitˆ: commestibile.

Note: questa specie si riconosce per il cappello molto carnoso, di colore giallo-lilla, grigio-lilla-rosato,
color mastice, le lamelle grigio-beige, per l’odore subspermatico con componente farinosa, ma soprattutto
per le particolari spore gibbose-angolose, nodulose a forma di croce. Questa specie, per via delle particolari
spore angolose, è stata tolta da Guzmán dal genere Tricholoma e inserita nel genere Tricholosporum;
tuttavia, alcuni moderni AA. continuano a mantenerla nel genere Tricholoma.

Parte iconografca e descrittiva 119


Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Paxillopsis prunulus (Scop. : Fr.) J.E. Lange 1939


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente mente dilatata, spesso un po’ eccentrico; fne-
convesso, piano-convesso, poi piano-depres- mente tomentoso-feltrato, di colore bianco.
so, irregolarmente gibboso, con il margine Carne: abbastanza spessa, cassante, friabile,
a lungo involuto e spesso sinuoso-lobato; non fbrosa, molto tenera, bianca; odore fari-
opaco, di aspetto sericeo-laccato, vellutato, noso, acidulo-farinoso, sapore farinoso.
di colore bianco candido o soffuso di grigio- Spore: rosa scuro in massa, ellissoidali-fu-
beige pallido. siformi, lisce e longitudinalmente costolate,
Lamelle: decorrenti sul gambo, piuttosto solcate-striate, 9-12 × 5-6,5 µm.
ftte, inizialmente bianche, poi crema-rosa, Habitat: cresce gregario nei boschi di lati-
infne rosa. foglie e di conifere, ai margini dei sentieri, in
Gambo: 2-4 × 0,5-1,2 cm, cilindrico, cilindri- estate e in autunno. Molto comune e diffuso.
co-clavato, con la base da attenuata a legger- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Clitopilus prunulus ha colore e portamento che richiamano le Clitocybe bianche tossiche; tuttavia,
è facilmente riconoscibile per la carne caratteristicamente molto tenera e fragile, friabile e con forte odore
farinoso. Inoltre, il colore rosa delle lamelle nel carpoforo maturo è un ulteriore carattere distintivo. I
Clitopilus hanno la carne molto tenera e fragile, friabile-cassante, di farina fresca bagnata, spore rosa e
costolate, striate-costolate, percorse longitudinalmente da lunghi solchi o striature. Le Clitocybe bianche
tossiche hanno carne fbrosa e spore bianche e lisce.

120 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Entoloma lividoalbum (KŸhner & Romagn.) Kubicka 1975

SiNoNimo: Rhodophyllus lividoalbus Kühner & Romagn. 1954


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente fnemente pruinoso-squamoso all’apice, di


conico-campanulato, poi piano-convesso, ir- colore bianco, biancastro, bianco-grigio pal-
regolarmente gibboso, con umbone ottuso, lido.
con il margine involuto e spesso sinuoso-lo- Carne: abbastanza spessa, soda, bianca;
bato; igrofano, glabro e brillante, di aspetto odore e sapore farinosi.
sericeo, di colore brunastro, bruno-grigia- Spore: rosa in massa, poligonali-angolose,
stro, bruno argilla pallido se asciutto. con 5-7 angoli viste di proflo, 8-10 × 8-9 µm.
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, ab- Habitat: cresce gregario o a piccoli cespi
bastanza ftte, bianche nel giovane, poi rosa, nei boschi di latifoglie, più spesso nei parchi,
rosa salmone. ai margini dei boschi o lungo i sentieri, più
Gambo: 4-14 × 0,6-2 cm, slanciato, cilindrico, raramente nei boschi di conifere, in autunno.
spesso leggermente dilatato verso la base; Poco comune.
glabro, striato-fbrilloso, talvolta incurvato, Commestibilitˆ: tossico.

Note: gli Entoloma sono caratterizzati dalle spore rosa e di forma poligonale, angolose, quindi dalle la-
melle rosa nel carpoforo maturo. Tra le specie congeneri, Entoloma lividoalbum si riconosce per la taglia
considerevole, il cappello bruno-grigiastro, igrofano, il gambo biancastro e la carne con odore farinoso.
Entoloma clypeatum è molto simile, tuttavia non può essere confuso perché cresce in primavera-estate e
presso le rosacee (ciliegio, biancospino ecc.).

Parte iconografca e descrittiva 121


Entoloma nidorosum (Fr.) Quél. 1872

SiNoNimo: Entoloma rhodopolium var. nidorosum (Fr.) Krieglst. 1991


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae

Cappello: 2-7 cm, poco carnoso, dapprima so un po’ fessuoso, cavo nell’adulto; glabro,
campanulato-convesso, poi piano-conves- fbrilloso e un po’ brillante, di colore bianca-
so, infne un po’ depresso al centro, con il stro, grigio-ocra pallido.
margine fnemente striato per trasparenza e Carne: poco spessa, un po’ fragile, bianca;
spesso sinuoso e lacerato; igrofano, glabro, odore nitroso, alcalino, sapore sgradevole,
brillante, fbrilloso, di colore molto variabile, leggermente erbaceo.
bruno-grigio, ocra-grigio, spesso più scuro al Spore: rosa in massa, poligonali-angolose,
centro con il tempo umido, beige-grigiastro con 5-7 angoli viste di proflo, 7-10 × 6-8 µm.
se asciutto. Habitat: cresce gregario, spesso in numero-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ab- si esemplari, nei luoghi umidi di boschi di la-
bastanza rade, bianche nel giovane, talvolta tifoglie, nei parchi, in estate-autunno. Molto
con rifessi grigiastri, poi rosa. comune e diffuso.
Gambo: 4-8 × 0,3-0,8 cm, cilindrico, spes- Commestibilitˆ: tossico.

Note: questa specie si riconosce abbastanza facilmente per l’odore nitroso, alcalino (d’acido nitrico, di
cloro misto a rafanoide), molto sgradevole, unica caratteristica che consente di distinguerlo dal simile
Entoloma rhodopolium, specie con odore subnullo o leggermente farinoso. Alcuni AA., tra questi lo spe-
cialista Noordeloos (1992), considerano E. nidorosum come semplice forma di E. rhodopolium.

122 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Entoloma saundersii (Fr.) Sacc. 1887

SiNoNimo: Entoloma saundersii var. hiemale Lazzari & Blatto ex Bellù 1985
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- lore bianco, soffuso di crema-bruno pallido
sferico-campanulato, poi piano-convesso, nell’adulto.
appianato, con umbone ottuso, spesso con Carne: poco spessa nel cappello, più abbon-
depressione attorno all’umbone, con il mar- dante nel gambo, tenera, bianca; odore fari-
gine notevolmente sinuoso-ondulato; f- noso, più evidente al taglio, sapore mite.
brilloso, sericeo, a lucentezza metallica, di Spore: rosa in massa, poligonali, leggermen-
colore grigiastro, grigio-brunastro, grigio ar- te angolose, 11,5-12,5 × 9,5-11 µm.
gento, con fbrille grigio-bianche su sfondo Habitat: cresce in genere subcespitoso o
grigio-bruno. gregario in numerosi esemplari presso gli
Lamelle: smarginate al gambo, abbastanza olmi, nei boschi, nei parchi e giardini (gene-
rade, larghe, bianche nel giovane, poi rosa. ralmente in presenza di grossi olmi), in fne
Gambo: 3-7 × 1-2 cm, cilindrico, attenuato inverno-inizio primavera, in febbraio-marzo.
alla base, raramente un po’ clavato, spesso Non comune.
incurvato; glabro, fbrilloso, sericeo, di co- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: tra gli Entoloma primaverili, Entoloma saundersii è il primo ad apparire: infatti, è possibile rinvenirlo
già da metà febbraio, e si fa riconoscere per il cappello grigiastro, grigio-bruno a lucentezza sericea, di aspetto
metallico, con fbrille grigio-argento, con il margine sinuoso, gambo in genere più corto del diametro del cap-
pello, lamelle rosa nell’adulto e per l’odore farinoso. Entoloma sepium, specie molto simile, cresce in genere nel
mese di aprile in associazione con rosacee, ha portamento più slanciato e cappello senza fbrille grigio-argento.

Parte iconografca e descrittiva 123


Entoloma sepium (Noulet & Dass.) Richon & Roze 1880

SiNoNimo: Rhodophyllus sepium (Noulet & Dass.) Romagn. 1947


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae

Cappello: 3-12 cm, carnoso, inizialmente Carne: abbastanza spessa, soda, bianca,
campanulato-convesso, poi piano-convesso, generalmente virante al giallo-arancio per
con o senza umbone, con il margine spes- sfregamento o dove erosa dalle larve; odore
so sinuoso; sericeo, non igrofano, brillante, farinoso, sapore mite, farinoso.
biancastro, bianco-grigiastro con toni crema- Spore: rosa in massa, poligonali-angolose,
giallognoli. subisodiametriche, con 5-7 angoli viste di
Lamelle: smarginate al gambo, un po’ rade, proflo, 8-11 × 7-10 µm.
biancastre nel giovane, poi rosa. Habitat: cresce in genere subcespitoso sot-
Gambo: 5-12 × 0,6-2 cm, più o meno cilindri- to alberi da frutta, negli orti, presso cespugli
co, spesso un po’ dilatato verso la base, incur- di rosacee, biancospino ecc., in primavera.
vato, fessuoso; glabro, fbrilloso-striato, di co- Comune.
lore bianco, bianco-crema, spesso si macchia Commestibilitˆ: commestibile, buono.
di giallo rossastro se sfregato verso la base.

Note: questa specie si riconosce per la crescita in primavera e quasi sempre subcespitosa sotto rosacee,
biancospino, alberi da frutto, spesso negli orti, per il cappello biancastro, bianco-grigiognolo pallido, le
lamelle dapprima bianche ma poi rosa per maturazione delle spore, e per l’odore farinoso. Entoloma
niphoides, rarissima specie ritenuta tossica, dovrebbe distinguersi per il colore bianco puro e brillante del
cappello e del gambo. Entoloma clypeatum ha il cappello più scuro, bruno-grigiastro, e cresce in genere
un po’ più tardi, in primavera-estate.

124 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Entoloma sinuatum (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Entoloma lividum (Bull.) Quél. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae

Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, ini- co-clavato, un po’ dilatato verso la base; gla-
zialmente campanulato-convesso, poi pia- bro, di aspetto sericeo, fnemente pruinoso-f-
no-convesso, con umbone largo e ottuso, brilloso, di colore biancastro, bianco-crema.
con il margine involuto e spesso lobato; f- Carne: cospicua, abbastanza soda, bianca;
brilloso, di aspetto sericeo, di colore grigia- odore farinoso, sapore farinoso.
stro, grigio-ocra, con fbrille grigio-brune su Spore: rosa in massa, poligonali-angolose,
sfondo grigio-crema-biancastro. con 5-6 angoli viste di proflo, 8-11 × 7-9,5 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, non tan- Habitat: cresce a cespi di pochi esemplari o
to ftte, di colore giallo-crema carnicino fn gregario nei boschi di latifoglie, tra il foglia-
dall’inizio e per lungo tempo, poi più rosa me, predilige i boschi di quercia e di faggio,
salmone. in autunno. Abbastanza comune e diffuso.
Gambo: 6-15 × 1-3,5 cm, cilindrico, cilindri- Commestibilità: tossico.

Note: Entoloma sinuatum è un bellissimo e invitante fungo ma molto pericoloso, anche perché facilmente
confondibile, per colorazione e portamento, con Clitocybe nebularis (= Lepista nebularis), fungo ancora
ricercato e consumato, dopo adeguata cottura, da molte persone. Tra l’altro, entrambi condividono lo
stesso habitat e non di rado crescono insieme. Per evitare un possibile scambio si consiglia di focalizzare
l’attenzione sulle lamelle: E. sinuatum ha lamelle smarginate gialle, giallo-rosa, e odore farinoso, mentre
C. nebularis ha lamelle adnate-decorrenti biancastre, bianco-crema, e odore caratteristico dolciastro.

Parte iconografca e descrittiva 125


Pluteus cervinus P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Pluteus atricapillus (Batsch) Fayod 1889


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Pluteaceae

Cappello: 4-14 cm, non tanto carnoso, mente biancastro e con fbrille grigio-brune
inizialmente convesso, poi piano, con um- verso la base.
bone basso, spesso gibboso, con il margine Carne: poco spessa, abbastanza tenace nel
sinuoso-lobato nell’adulto; glabro, liscio o gambo, biancastra, un po’ brunastra alla base
fnemente vellutato-fbrilloso, di colore bru- del gambo; odore rafanoide, di rapa o di radi-
no-grigio, bruno-ocra, bruno bistro fno a ci, sapore da mite ad amarognolo.
bruno-nerastro al centro. Spore: rosa in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, ini- 6-8 × 5-6 µm. Pleurocistidi uncinati.
zialmente bianche, poi rosa carnicino. Habitat: cresce in genere gregario su legno
Gambo: 5-12 × 1-2 cm, eterogeneo con il di latifoglie, predilige le ceppaie marcescenti e
cappello, cilindrico, con la base bulbosa; f- interrate, nei parchi e nei boschi degradati, più
brilloso-striato, talvolta perfno subsquamo- raramente su legno di conifere, dalla primavera
so, di colore bruno-grigiastro, più scuro alla a tutto l’autunno. Molto comune e diffuso.
base e biancastro all’apice, spesso completa- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: i Pluteus sono funghi eterogenei, con lamelle libere al gambo, con spore rosa e con il gambo
nudo, in pratica sprovvisto di anello e di volva. Tra le specie congeneri, Pluteus cervinus si fa riconoscere
principalmente per il cappello brunastro, l’odore rafanoide e per la crescita su legno di latifoglie. Pluteus
pouzarianus è quasi un sosia che cresce solo su legno di conifere, distinto di recente da P. cervinus per via
dei giunti a fbbia: presenti in P. pouzarianus, assenti in P. cervinus.

126 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Volvariella gloiocephala (DC. : Fr.) Boekhout & Enderle 1986

SiNoNimo: Volvariella speciosa var. gloiocephala (DC. : Fr.) Singer 1951


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Pluteaceae

Cappello: 5-14 cm, carnoso, inizialmente bulbosa e inguainata da una volva membra-
ovoidale, campanulato-convesso, poi piano nosa, talvolta avvolta da abbondante feltro
e con umbone ottuso e basso; glabro, liscio miceliare bianco; glabro o fbrilloso-pruinoso,
e brillante, viscido con il tempo umido, fne- di colore bianco, bianco-crema-grigiognolo.
mente fbrilloso, di colore molto variabile, in Carne: abbastanza spessa, fragile, bianca;
genere grigiastro, ocra-grigio, bruno-grigio, odore rafanoide, sapore mite, un po’ rafanoide.
fno a bruno-grigio-nerastro, ma talvolta per- Spore: rosa in massa, ellissoidali, lisce,
fno biancastro con sfumature grigio-ocra al 12-18 × 7-10 µm.
centro. Habitat: cresce gregaria, talvolta subcespi-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, bian- tosa, al margine di boschi di latifoglie, nei
che all’inizio, poi rosa carnicino. prati incolti e grassi, nei parchi e giardini,
Gambo: 10-18 × 1-2 cm, eterogeneo con presso letamai, in primavera-inverno. Molto
il cappello, cilindrico, attenuato all’apice e comune e diffusa.
allargato verso il basso, con la base un po’ Commestibilità: commestibile.

Note: le Volvariella sono funghi eterogenei, in pratica con il gambo facilmente staccabile dal cappello,
con lamelle libere, a spore rosa e con il gambo provvisto di volva. Nell’ambito del suo genere, Volvariella
gloiocephala si fa riconoscere facilmente per la grossa taglia e per l’odore rafanoide. Alcuni AA. distin-
guono sotto il nome di Volvariella speciosa (= V. gloiocephala var. speciosa) i carpofori con il cappello
biancastro.

Parte iconografca e descrittiva 127


Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers. 1801

SiNoNimo: Amanita aurantiaca (Bull.) Lam. 1783


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Amanitaceae

Cappello: 6-15 cm, carnoso, inizialmente ampio e sottile, striato nella faccia superiore,
emisferico, emisferico-convesso, poi conves- di colore giallo.
so, piano-convesso, con il margine striato; Carne: abbastanza spessa, più spessa nella
leggermente viscido se umido, glabro, lucido, volva, tenera, bianca, giallognola verso le
vivacemente colorato di arancione, rosso-a- superfci del cappello e del gambo; odore e
rancio uniforme. sapore subnulli.
Lamelle: libere al gambo, ftte, abbastanza Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
larghe, gialle. 8,5-11 × 6-7,5 µm, non amiloidi.
Gambo: 7-15 × 1,5-3 cm, eterogeneo con il Habitat: cresce gregaria nei boschi di latifo-
cappello, cilindrico, leggermente attenuato glie, generalmente a clima temperato di zone
all’apice, con base non bulbosa e avvolta da mediterranee, in estate-autunno. Non tanto
una volva membranosa bianca molto ampia comune.
e spessa, a forma di scodella; liscio, intera- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
mente giallo, con anello membranoso, molto Può essere consumato anche crudo in insalata.

Note: Amanita caesarea, comunemente conosciuta col nome di ovolo buono, è ritenuto il fungo più
buono per eccellenza. Tra le specie del genere Amanita si fa riconoscere facilmente per il cappello arancio,
rosso-arancio, con il margine striato, le lamelle gialle, il gambo giallo con anello membranoso, con base
non bulbosa avvolta da una ampia volva carnosa molto spessa.

128 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Amanita muscaria (L. : Fr.) Lam. 1783

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Amanitaceae

Cappello: 8-20 cm, carnoso, inizialmente bianche o bianco-giallognole provenienti dal-


globoso, emisferico-globoso, poi convesso, la dissociazione del velo generale; da glabro a
infne piano, talvolta leggermente depresso al fbrilloso-lanoso, di colore bianco, con anello
centro, con il margine brevemente striato; un membranoso molto ampio e sottile.
po’ viscido se umido, brillante, di colore rosso, Carne: abbastanza spessa, consistente, bian-
rosso-arancio, ricoperto da abbondanti residui ca, spesso un po’ giallo-arancio sotto la cuti-
di velo generale sotto forma di verruche bian- cola; senza odore e sapore particolari.
che o bianco-giallognole e facilmente detersili. Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, abba- 9-11,5 × 6,5-9 µm, non amiloidi.
stanza larghe, bianche. Habitat: cresce gregaria, spesso in numerosi
Gambo: 10-20 × 1-3,5 cm, eterogeneo con esemplari, nei boschi di latifoglie e di coni-
il cappello, cilindrico, leggermente attenua- fere di montagna, in estate-autunno. Molto
to all’apice, con la base bulbosa arrotondata comune e diffusa.
e concentricamente ricoperta da verruche Commestibilitˆ: tossico.

Note: Amanita muscaria è senza dubbio il fungo più bello e più conosciuto. A livello specifco non esiste nessun
problema di determinazione. Qualche diffcoltà potrebbe nascere se si vogliono distinguere le sue numerose forme
o varietà esistenti in letteratura. Tra queste, citiamo: la var. aureola con il cappello giallo-arancio e con poche ver-
ruche, quasi glabro; la var. formosa con le verruche sul cappello e alla base del gambo di un bel giallo-oro. Ama-
nita regalis (= A. muscaria var. regalis) ha il cappello più scuro, di colore rosso-fegato e con verruche grigiastre.

Parte iconografca e descrittiva 129


Amanita pantherina (DC. : Fr.) Krombh. 1846

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Amanitaceae

Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima emi- volva molto aderente e dissociata in cercini,
sferico-globoso, poi piano-convesso, piano, in anelli sulla parte bassa del gambo; da gla-
talvolta un po’ depresso al centro, con il mar- bro a foccoso, di colore bianco, con anello
gine striato (non distinto nella var. abietum); membranoso.
un po’ viscido se umido, liscio e brillante, di Carne: abbastanza spessa, consistente, bian-
colore brunastro, bruno-ocra, bruno-grigia- ca; odore leggermente rafanoide, sapore mite.
stro, ricoperto da residui di velo generale Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
sotto forma di verruche facilmente detersili 9-11,5 × 7-9 µm, non amiloidi.
e di colore bianco candido. Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, bianche. foglie e di conifere, più frequente al margine
Gambo: 7-12 × 1-2 cm, eterogeneo con il dei boschi, anche nei parchi, in estate-autun-
cappello, cilindrico, attenuato all’apice, con no. Abbastanza comune.
la base bulbosa arrotondata e avvolta da una Commestibilitˆ: tossico.

Note: tra le Amanita con anello, Amanita pantherina si riconosce per il cappello bruno, ricoperto da
piccole verruche bianche e con il margine striato (non distintamente striato nella var. abietum), ma
soprattutto per la volva bianca caratteristicamente dissociata in cercini, anelli o in semianelli verso la
base del gambo appena sopra il bulbo. Le altre Amanita con il cappello brunastro ricoperto da verruche,
confondibili con A. pantherina, sono distinte principalmente per la volva più friabile, non dissociata in
anelli, che lascia residui di colore grigiastro.

130 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. : Fr.) Link 1833

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Amanitaceae

Cappello: 4-13 cm, carnoso, inizialmente membranosa bianca, ampia e persistente ma


emisferico-ovoidale, emisferico-campanulato, non tanto spessa; subconcolore al cappello,
poi piano, spesso con umbone ottuso, con il con tipiche zebrature a zig-zag su sfondo
margine non striato; un po’ viscido se umido, bianco, con un ampio anello membranoso,
liscio e brillante, percorso da caratteristiche bianco e sottile.
fbrille, di colore verde-oliva, giallo-verde, Carne: abbastanza spessa, tenera, bianca;
verde-bruno-nerastro, biancastro al margine odore subnullo, cadaverico in carpofori vecchi.
(completamente bianco nella var. alba). Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, abba- 7,5-9,5 × 6,5-8 µm, amiloidi.
stanza larghe, biancastre. Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
Gambo: 6-18 × 1-2 cm, eterogeneo con il plari, talvolta solitaria, nei boschi di latifoglie,
cappello, cilindrico, attenuato all’apice e di- anche nei parchi, raramente sotto conifere,
latato verso il basso, con alla base un grosso in estate-autunno. Molto comune e diffusa.
bulbo arrotondato e inguainato da una volva Commestibilitˆ: tossico, mortale!

Note: è il fungo velenoso mortale per eccellenza. Si riconosce per il cappello verdognolo fbrilloso, per il gambo
con anello e con la base bulbosa inguainata da una volva membranosa. Allo stadio di ovolo può essere pericolo-
samente confusa con l’ovolo di Amanita caesarea. Tuttavia l’ovolo di A. phalloides è, per via del bulbo, più largo
alla base e attenuato in alto, mentre l’ovolo di A. caesarea è più largo in alto e attenuato in basso; inoltre, sezio-
nando l’ovolo, si può notare il colore verdognolo del cappello in A. phalloides, il colore arancio in A. caesarea.

Parte iconografca e descrittiva 131


Amanita rubescens Pers. 1797

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Amanitaceae

Cappello: 5-15 cm, carnoso, dapprima emisferi- noso-squamoso, da biancastro a bruno-rosato,


co, poi piano-convesso, infne piano, con il mar- bruno-vinoso nell’adulto, si macchia di rosso-
gine non striato; leggermente viscido se umido, vinoso dove è eroso o per sfregamento, con
liscio, di colore ocra-nocciola, bruno-giallastro, anello membranoso ampio e sottile.
bruno-rossastro, spesso macchiato di rosso-vi- Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra,
noso nell’adulto, ricoperto da residui di velo fria- rosso-vinoso dove è erosa dalle larve, virante al
bile sotto forma di verruche farinose grigiastre, rosato al taglio; odore subnullo, sapore acidulo.
grigio-ocra, e facilmente detersili. Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: da libere ad annesse al gambo, 7,5-11 × 5-6,5 µm, amiloidi.
molto ftte, bianche, si macchiano di rosso- Habitat: cresce gregaria nei boschi di latifo-
vinoso nell’esemplare vecchio o per manipo- glie e di conifere, predilige i boschi misti di
lazione. abete rosso e faggio, in estate e in autunno.
Gambo: 8-18 × 0,8-3,5 cm, eterogeneo con Molto comune.
il cappello, cilindrico, leggermente attenuato Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
all’apice, con la base bulbosa e con esigui resi- sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
dui di velo foccoso-farinoso; fnemente prui- zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
Note: tra le specie congeneri, Amanita rubescens si riconosce principalmente per le superfci e carne arrossan-
ti. È specie molto variabile, in genere, nella taglia e nel colore del cappello e dell’anello, per questo esistono in
letteratura numerose forme e/o varietà. Citiamo la f. annulosulfurea, di taglia più piccola e con anello giallo.

132 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Amanita vaginata (Bull. : Fr.) Lam. 1783

SiNoNimo: Amanitopsis vaginata (Bull. : Fr.) Roze 1876


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Amanitaceae

Cappello: 4-8 cm, poco carnoso, dapprima ca; glabro, liscio o fnemente foccoso verso il
emisferico, emisferico-campanulato, poi pia- basso, di colore bianco, biancastro, soffuso di
no-convesso, appianato, con umbone basso crema-grigio pallido nell’adulto, senza anello.
e ottuso, con il margine nettamente striato; Carne: poco spessa, tenera, bianca; odore e
leggermente viscido se umido, glabro, liscio sapore subnulli.
e brillante, di colore grigiastro, grigio-bruno, Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
grigio cenere. 9,5-12,5 × 9-12 µm, non amiloidi.
Lamelle: libere al gambo, ftte, biancastre, Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
bianco-crema. latifoglie sia di conifere, anche nei parchi, in
Gambo: 8-12 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con estate-autunno. Comune.
il cappello, un po’ slanciato, cilindrico, atte- Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
nuato verso l’alto, con la base non bulbosa e sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
inguainata da una volva membranacea bian- zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.

Note: Amanita vaginata è capofla di un cospicuo gruppo di Amanita caratterizzate per l’assenza di
anello e per il cappello con il margine distintamente striato, tutte di buona commestibilità dopo adeguata
cottura. In questo gruppo le varie specie sono distinte principalmente per il colore del cappello, lo spessore,
la consistenza e il colore della volva, e per la forma delle spore, subsferica o ellissoidale. Tra queste specie
A. vaginata si riconosce per il cappello grigiastro, grigio-bruno, per la volva membranosa inguainante e
le spore subsferiche.

Parte iconografca e descrittiva 133


Limacella delicata (Fr. : Fr.) Earle 1909

SiNoNimo: Limacella roseofoccosa Hora 1960


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Amanitaceae

Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente rosa carnicino, con focchi fbrillosi e conco-
convesso-campanulato, poi piano-convesso, lori, con anello foccoso effmero, dissociato
con umbone largo e basso, con il margine sul gambo e sul margine del cappello.
leggermente appendicolato; leggermente vi- Carne: poco spessa, tenera, biancastra, leg-
scido con il tempo umido, glabro, da liscio a germente porpora sotto la cuticola; odore
vellutato, spesso verso il margine fnemente non farinoso, sapore mite, erbaceo.
squamoso, di colore bruno-rossastro, bru- Spore: biancastre in massa, sferiche, lisce,
no-porpora vinoso. 4-5 × 4-4,8 µm, non amiloidi.
Lamelle: annesse al gambo, ftte, molto lar- Habitat: cresce gregaria nei boschi di latifo-
ghe, bianche anche nell’adulto. glie, nei parchi, tra l’erba e foglie marcescen-
Gambo: 4-7 × 0,6-1 cm, cilindrico, spesso ti, in estate-autunno. Non comune.
incurvato verso la base; foccoso, di colore Commestibilitˆ: commestibile.

Note: le Limacella si possono suddividere a colpo d’occhio in due gruppi: uno costituito da specie con
il gambo viscido o glutinoso e l’altro da specie con il gambo asciutto. Limacella delicata appartiene al
secondo gruppo e, tra le specie con il gambo asciutto, si fa riconoscere per il cappello di colore bruno-ros-
sastro, bruno-porpora vinoso, e per l’assenza di odore farinoso. Limacella glioderma ha il cappello più sul
bruno-arancio e odore farinoso.

134 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Agaricus arvensis Schaeff. 1774

SiNoNimo: Psalliota arvensis (Schaeff.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 8-15 cm, carnoso, inizialmente emi- supero, molto ampio e doppio, con la faccia
sferico-globoso, emisferico, poi convesso, pia- inferiore a ruota dentata.
no-convesso, con il margine eccedente; asciut- Carne: cospicua, molto spessa, soda, bianca,
to, liscio, sericeo, bianco, soffuso di giallognolo giallognola nel gambo nell’adulto; odore di
al disco nel giovane, poi giallo-ocra pallido, leg- anice, sapore mite, gradevole. RS+
germente ingiallente per sfregamento. Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
Lamelle: libere al gambo, ftte, grigio-rosa soidali, lisce, 6,5-7,5 × 4-5 µm.
pallido nel giovane, poi bruno-porpora. Habitat: cresce gregario nei prati, nei
Gambo: 8-12 × 1,5-3 cm, eterogeneo con pascoli di montagna, ai margini dei boschi,
il cappello, cilindrico, con base regolare o nei parchi e giardini di città dove talora può
leggermente dilatata, non distintamente crescere anche sotto alberi, dalla primavera
bulbosa; glabro, sericeo, bianco, ingiallente all’autunno. Non tanto comune.
per sfregamento, con anello membranoso Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Agaricus arvensis è capofla di un cospicuo gruppo di Agaricus di taglia media o grande con
superfci ingiallenti per sfregamento e con odore di anice, tutti commestibili. Tra questi, si riconosce, oltre
che per i caratteri appena menzionati, per il cappello bianco soffuso di giallognolo al centro nel giovane,
giallo-ocra pallido nell’adulto, per il gambo cilindrico con base spesso leggermente dilatata, con ampio
anello membranoso con faccia inferiore dissociata in grosse squame simulanti una ruota dentata, e per la
crescita in genere fuori dai boschi.

Parte iconografca e descrittiva 135


Agaricus bitorquis (Quél.) Sacc. 1887

SiNoNimo: Psalliota bitorquis Quél. 1884


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 5-15 cm, molto carnoso e massiccio, una pseudovolva alla base, ben evidente nel
inizialmente emisferico, con il centro spianato e giovane.
con il margine fortemente arrotolato su se stes- Carne: molto spessa, soda, bianca, legger-
so, poi piano-convesso, piano; glabro, sericeo, mente virante al rosso-vinoso dopo qualche
talvolta squamoso, di colore bianco, biancastro, minuto al taglio; odore vagamente di fenolo,
ocra-alutaceo, di solito sporco di terra, talvolta sapore mite. RS-
un po’ ingiallisce per sfregamento. Spore: bruno-porpora scuro in massa, sub-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, stret- sferiche, lisce, 5-6 × 4-5 µm.
te, rosa carnicino, poi bruno-porpora. Habitat: cresce gregario nei boschetti di la-
Gambo: 4-10 × 1,5-3 cm, eterogeneo con il tifoglie, nei parchi e nei giardini di città, ai
cappello, tozzo, cilindrico, con la base atte- margini di strade, non di rado rinvenibile in
nuata; glabro, bianco, un po’ rosato all’apice, strade asfaltate e in disuso, dalla primavera
con anello membranoso infero e con residui all’autunno. Abbastanza comune e diffuso.
membranosi di velo generale sotto forma di Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Agaricus bitorquis si riconosce per il portamento robusto, con il margine del cappello fortemente
involuto, arrotolato su se stesso, il gambo con due “anelli” inferi, di cui quello inferiore situato alla base
come una pseudovolva, ben evidente nei carpofori giovani, e per la carne un po’ arrossante al taglio. Aga-
ricus bernardii (= A. maleolens), specie molto simile, cresce in genere su terreno sabbioso, più frequente
lungo i litorali, e ha odore sgradevole di pesce.

136 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Agaricus campestris L. 1753 : Fr.

SiNoNimo: Psalliota campestris (L. : Fr.) Quél. 1872


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 5-10 cm, carnoso, inizialmente colore bianco, spesso con toni rosati all’api-
emisferico-convesso, poi piano, piano-con- ce, con anello membranoso-foccoso supero,
vesso, con umbone largo e basso, con il mar- semplice e sottile.
gine eccedente le lamelle e spesso appendi- Carne: cospicua, consistente, bianca, vira
colato; asciutto, un po’ sericeo, squamoso, di leggermente al rosa nella zona alta del gam-
colore bianco o biancastro, spesso soffuso di bo al taglio; odore fungino, sapore gradevole,
rosa carnicino (brunastro nella var. squamulo- dolciastro. RS-
sus), non ingiallente per manipolazione. Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, stret- soidali-ovoidali, lisce, 6,5-8 × 5-5,5 µm.
te, rosa carnicino, poi bruno-porpora, bruno Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
bistro. plari, talvolta subcespitoso, nei prati, nei par-
Gambo: 4-8 × 1-1,5 cm, eterogeneo con il chi, nei giardini e aiuole di città, in estate e
cappello, cilindrico, un po’ allargato verso in autunno. Molto comune e diffuso.
il centro e attenuato alla base; foccoso, di Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: gli Agaricus si possono suddividere in due grandi “gruppi”: uno composto di specie con carne più o meno
arrossante al taglio e senza odore di anice o di fenolo e l’altro composto di specie con superfci più o meno
ingiallenti per strofnio e con odore di anice o di fenolo. Agaricus campestris appartiene al primo gruppo e si
riconosce, oltre che per la carne un po’ arrossante e senza odore di anice, per il colore bianco o bianco-rosato del
cappello, il gambo spesso subfusiforme con anello supero, esiguo e semplice, e per la crescita nei prati.

Parte iconografca e descrittiva 137


Agaricus moelleri Wasser 1976

SiNoNimo: Agaricus praeclaresquamosus A.E. Freeman 1979


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emisfe- imbrunire leggermente per sfregamento, con
rico-convesso, campanulato, poi piano-con- anello membranoso supero, squamoso sulla
vesso, con il disco spesso un po’ appianato; faccia inferiore, si macchia fortemente di
asciutto, fnemente squamoso, di colore bru- giallo nell’adulto.
nastro, bruno fuligginoso, bruno-nerastro, più Carne: abbastanza spessa, soda, bianca, viran-
scuro al centro, quasi biancastro al margine, te al giallo-limone alla base del gambo al taglio
con piccole squame che lasciano intravedere il o se scalfta, poi tende a imbrunire; odore sgra-
colore di fondo biancastro. devole di fenolo, sapore sgradevole. RS-
Lamelle: libere al gambo, ftte, grigio-rosa pal- Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
lido nel giovane, poi bruno-porpora-nerastre. soidali, lisce, 4-5,5 × 3,5-4 µm.
Gambo: 6-12 × 0,8-1,2 cm, eterogeneo con Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
il cappello, cilindrico, incurvato, con base bul- boschi di latifoglie, nei boschetti umidi, nei
bosa, talvolta con cordoni miceliari; sericeo, parchi e giardini di città, in estate-autunno.
traslucido, glabro, bianco, soffuso di bruno- Piuttosto comune.
vinoso all’apice, dapprima ingiallisce per poi Commestibilitˆ: tossico.
Note: Agaricus moelleri si fa riconoscere per il cappello bruno-fuligginoso fnemente squamoso su fondo
biancastro, il gambo in genere slanciato con base bulbosa e con anello membranoso fortemente ingiallente
nel carpoforo adulto, soprattutto dopo alcune ore dalla raccolta, e per la carne con odore di fenolo, virante
al giallo cromo alla base del gambo al taglio.

138 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Agaricus silvicola (Vittad.) Peck 1872

SiNoNimo: Psalliota silvicola (Vittad.) Richon & Roze 1885


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmen- ce, ingiallente per sfregamento, con anello
te emisferico, emisferico-globoso, poi pia- membranoso supero, semplice, sottile, spes-
no-convesso, con basso umbone, con il mar- so lacerato.
gine leggermente appendicolato; di aspetto Carne: abbastanza spessa, tenera, bianca-
sericeo, glabro, liscio, di colore biancastro, stra, soffusa di rosa-lilla nella parte alta del
giallo-ocra pallido nell’adulto, ingiallente per gambo; odore di anice, sapore mite, grade-
sfregamento. vole. RS+
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, a lun- Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
go pallide, poi bruno-porpora. soidali-ovoidali, lisce, 5-6 × 3-4 µm.
Gambo: 6-12 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con Habitat: cresce gregario nei boschi sia di
il cappello, cilindrico, spesso incurvato, con latifoglie sia di conifere, in estate-autunno.
la base bulbosa; liscio o fnemente foccoso, Abbastanza comune.
biancastro, bianco-rosato, rosa-grigio all’api- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Agaricus silvicola, tra gli Agaricus di taglia media o grande con odore di anice e con superfci
ingiallenti per sfregamento, si riconosce per il cappello biancastro, giallo-ocra pallido nell’adulto, per il
gambo con base bulbosa e con anello sottile e semplice, spesso lacerato, e per la crescita nei boschi. Aga-
ricus tenuivolvatus è più robusto, con il cappello fortemente ingiallente con focchi bianchi, e cresce nei
boschi di conifere, in genere di abete rosso.

Parte iconografca e descrittiva 139


Agaricus xanthodermus Genev. 1876

SiNoNimo: Psalliota xanthoderma (Genev.) Richon & Roze 1885


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 8-12 cm, molto carnoso, inizial- miceliare, incurvato; glabro, liscio, bianco, in-
mente globoso, globoso-trapezoidale, poi giallente per sfregamento, con anello membra-
piano-convesso, con il margine spesso mer- noso supero, squamoso nella faccia inferiore.
lettato; glabro, di aspetto sericeo, da liscio Carne: molto spessa, abbastanza soda, bian-
a minutamente fbrilloso, talvolta screpolato ca, virante al giallo cromo alla base del gam-
radialmente, di colore bianco, biancastro, bo al taglio o se scalfta; odore di fenolo, di
leggermente grigio-alutaceo nell’adulto, for- inchiostro di china, sapore sgradevole. RS-
temente ingiallente per manipolazione. Spore: bruno-porpora in massa, ellissoidali,
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, ini- lisce, 5-6,5 × 3,5-4 µm.
zialmente pallide, bianco-grigio, grigio-rosa Habitat: cresce gregario nei prati e in bo-
pallido, poi bruno scuro. schetti di latifoglie, nei parchi e giardini di
Gambo: 8-14 × 1-2 cm, eterogeneo con il cap- città, in estate e in autunno. Abbastanza co-
pello, slanciato nell’adulto, cilindrico, con la mune e diffuso.
base bulbosa arrotondata, spesso con cordone Commestibilitˆ: tossico.

Note: è il capostipite di un gruppo di Agaricus, tutti tossici, caratterizzati dall’odore di fenolo e dall’ingial-
limento delle superfci allo sfregamento e della carne alla base del gambo se scalfta. Tra queste specie, Agari-
cus xanthodermus si riconosce per il cappello bianco e per il gambo slanciato con la base bulbosa. Agaricus
moelleri, molto simile, ha il cappello bruno-fuligginoso fnemente squamoso su sfondo biancastro.

140 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lepiota cristata (Bolton : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Lepiotula cristata (Bolton : Fr.) Locq. ex E. Horak 1968


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 3-4 cm, poco carnoso, quasi mem- spesso lacerato e appendicolato sul margine
branaceo, inizialmente campanulato-convesso, del cappello.
poi piano-convesso, con umbone ottuso, con il Carne: esigua, biancastra nel cappello, bru-
margine spesso appendicolato da lembi di velo; no-vinoso nel gambo; odore caratteristico
squamoso, di colore bruno carnicino, bruno-ful- viroso, simile a Scleroderma, usato di riferi-
vo vinoso al centro, biancastro verso la periferia. mento e defnito di Lepiota cristata, sapore
Lamelle: libere al gambo, ftte, strette, sgradevole.
bianche nel giovane, poi crema. Spore: biancastre in massa, fusiformi con
Gambo: 3-6 × 0,2-0,4 cm, eterogeneo con la base tronca e con sperone laterale, lisce,
il cappello, cilindrico, con la base legger- 6-7,5 × 2,5-3,5 µm, destrinoidi, non metacro-
mente allargata, spesso incurvato, fstoloso; matiche. Epicute di tipo imeniderma.
foccoso, bianco nel giovane, poi soffuso di Habitat: cresce gregaria nei boschi, nei pra-
carnicino-vinoso, con anello membranoso ma ti, nei parchi e giardini di città, in estate e in
talvolta fugace, sottile bianco, spesso con autunno. Molto comune e diffusa.
piccole squame brune sulla faccia inferiore, Commestibilitˆ: tossico.
Note: Lepiota cristata si riconosce per il cappello squamoso, bruno-fulvastro al centro e biancastro al
margine, per il gambo munito di anello membranoso, talora dissociato a lembi sul margine del cappello, e
per il caratteristico odore viroso. Proprio questo forte e sgradevole odore viroso è usato in micologia come
odore di riferimento ed è defnito di Lepiota cristata o di Scleroderma.

Parte iconografca e descrittiva 141


Lepiota oreadiformis Velen. 1920

SiNoNimo: Lepiota pratensis (Bull. : Fr.) Bigeard & H. Guill. 1909


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizial- di radichette; foccoso, di colore bianco, con
mente emisferico, campanulato, poi cam- focchi bianchi soffusi di giallo-ocra verso
panulato-convesso, appianato, con umbone l’esterno, anello non evidente.
ottuso, con il margine spesso appendicolato; Carne: poco spessa, tenera, fragile, bianca-
vellutato, da quasi liscio a fnemente squa- stra; odore subnullo, sapore mite.
moso, talora leggermente rugoso, di colore Spore: biancastre in massa, fusiformi, lisce,
giallo-ocra, giallo-bruno-fulvastro più o meno 11-15 × 5-6 µm, destrinoidi, non metacroma-
uniforme. tiche.
Lamelle: libere al gambo, ftte, bianche, Habitat: cresce gregaria o subcespitosa,
bianco-crema. spesso due-tre carpofori uniti per la base del
Gambo: 4-7 × 0,4-0,8 cm, eterogeneo con gambo, tra l’erba presso alberi di latifoglie,
il cappello, cilindrico, talora incurvato, con la nei parchi, in estate-autunno. Piuttosto rara.
base leggermente ingrossata, spesso munita Commestibilitˆ: tossico.

Note: Lepiota oreadiformis si riconosce per il cappello quasi liscio, solo fnemente squamoso, di colore
giallo-ocra più o meno uniforme (richiamante Marasmius oreades), per il gambo foccoso e per le spore
fusiformi. Lepiota clypeolaria, di gran lunga più comune, si distingue principalmente per il cappello più
squamoso, con il centro cromaticamente ben delimitato.

142 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lepiota subincarnata J.E. Lange 1940

SiNoNimo: Lepiota josserandii Bon & Boiffard 1974


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, quasi foccoso, fugace ma ben evidente nei carpo-
membranaceo, inizialmente convesso, poi fori giovani.
piano-convesso, con basso umbone; squa- Carne: esigua, tenera, fragile, biancastra,
moso, di colore ocra-rosato, rosa-carnicino, carnicina verso le superfci e alla base del
al disco più fulvo-arancio, più chiaro al mar- gambo; odore gradevole dolciastro, partico-
gine, con squame che lasciano intravedere la lare, non tanto defnibile, sapore subnullo.
carne bianca sottostante. Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: libere al gambo, un po’ ftte, bian- 5,5-7 × 3,5-4 µm, destrinoidi, non metacro-
che, bianco-crema. matiche.
Gambo: 3-5 × 0,3-0,6 cm, eterogeneo con il Habitat: cresce gregaria presso alberi, nei
cappello, cilindrico; foccoso, foccoso-squa- parchi, nei giardini, soprattutto sotto i cedri,
moso, crema-carnicino, rosato, ocra-carnici- in estate-autunno. Comune.
no aranciato, biancastro all’apice, con anello Commestibilitˆ: tossico, mortale!

Note: questa specie si riconosce principalmente per il cappello rosa-ocra carnicino, squamoso, il gambo
più o meno dello stesso colore del cappello, distintamente foccoso, con anello foccoso fugace più evidente
in carpofori giovani, e per l’odore gradevole dolciastro. Essa può causare intossicazioni molto gravi simili
a quelle provocate da Amanita phalloides, quindi è bene prestare attenzione ai bambini che hanno l’abi-
tudine di mettere in bocca tutto ciò che trovano, poiché questo funghetto può crescere tranquillamente
anche nei giardini di casa.

Parte iconografca e descrittiva 143


Leucoagaricus leucothites (Vittad.) Wasser 1977

SiNoNimo: Lepiota naucina (Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, dapprima emi- cavo; glabro, liscio, di colore bianco, bian-
sferico, emisferico-ovoidale, poi piano-con- co-crema, con anello membranoso imbuti-
vesso, piano, con o senza umbone, con il forme, piccolo, sottile e submobile.
margine spesso appendicolato da piccoli lem- Carne: abbastanza spessa, tenera, bianca;
bi di velo; asciutto, glabro, liscio, di aspetto odore fungino, sapore mite, gradevole.
sericeo, di colore bianco, soffuso di grigio-a- Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali,
lutaceo al centro. lisce, con poro germinativo, 8-9 × 5-6 µm,
Lamelle: libere al gambo, inserite in un col- destrinoidi, metacromatiche.
larium, ftte, inizialmente bianche, poi crema Habitat: cresce gregario nei prati, nei par-
carnicino. chi, nei giardini e aiuole di città, anche in
Gambo: 6-10 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con boschetti, in autunno. Molto comune e dif-
il cappello, cilindrico, cilindrico-clavato, al- fuso.
largato verso il basso e con la base bulbosa, Commestibilità: commestibile.

Note: tra le specie congeneri, Leucoagaricus leucothites si riconosce con facilità per la taglia media e per
il cappello completamente liscio e bianco. L’unica specie simile con cui potrebbe essere confuso appartiene
a un altro genere molto vicino: si tratta di Macrolepiota heimii, ma le Macrolepiota hanno spore molto
grandi, maggiori di 12 µm, quindi facilmente distinguibile dopo l’osservazione microscopica delle spore.

144 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Leucoagaricus purpureorimosus Bon & Boiffard 1978

SiNoNimo: Leucoagaricus purpureolilacinus Huijsman 1955 ss. auct.


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 4-8 cm, poco carnoso, inizialmen- ta fno 1,5 cm, fstoloso; glabro, liscio e luci-
te campanulato, poi piano, con umbone da do, bianco, leggermente ingiallente verso la
ottuso ad acuto ben evidente e con leggera base, con anello membranoso imbutiforme,
depressione attorno, con il margine rivolto bianco.
verso il basso e spesso lacerato; asciutto, solo Carne: poco spessa, fragile, bianca; odore e
al centro un po’ viscido se umido, glabro, lu- sapore subnulli.
cido, fbrilloso, fbrilloso-squamoso, di colore Spore: biancastre in massa, citriformi-amig-
vivace, bruno-rosa, rosa-porpora, più chiaro daliformi affusolate, lisce, 7-9 × 4-5 µm, de-
verso il margine, radialmente fessurato. strinoidi, metacromatiche.
Lamelle: libere un po’ distanti dal gambo, Habitat: cresce gregario nei boschi di pini
ftte, abbastanza larghe, bianche. e di latifoglie, tra residui legnosi, predilige i
Gambo: 5-10 × 0,5-1 cm, eterogeneo con terreni sabbiosi dei litorali, in estate-autun-
il cappello, claviforme, attenuato all’apice e no. Piuttosto raro.
ingrossato verso il basso, con la base dilata- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: questo bellissimo e raro Leucoagaricus si riconosce principalmente per il cappello colorato di rosa-por-
pora e radialmente fessurato. I Leucoagaricus si possono riconoscere a occhio nudo per il gambo in genere
slanciato, liscio e con un caratteristico anello membranoso, piccolo e imbutiforme. Tra le specie simili facilmente
confondibili citiamo: Leucoagaricus rubrotinctus, distinto per il colore rosso corallo del cappello, e Leucoa-
garicus purpureolilacinus, distinguibile per il cappello più scuro, bruno-porpora, e per le spore più allungate.

Parte iconografca e descrittiva 145


Macrolepiota procera (Scop. : Fr.) Singer 1948

SiNoNimo: Lepiota procera (Scop. : Fr.) Gray 1821


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 10-25 cm, non tanto carnoso, inizial- so-carnoso doppio, molto spesso e scorrevole
mente globoso, poi piano-convesso, piano, con sul gambo, colorato di bruno-nocciola sulla
umbone ottuso prominente, mammellonato, faccia inferiore.
con il margine fmbriato-lanoso; glabro, liscio Carne: poco spessa, molliccia nel cappello,
nel giovane, poi lacerato in grosse squame bru- piuttosto fbrosa nel gambo, bianca immu-
ne, bruno-nocciola su sfondo biancastro. tabile; odore e sapore gradevoli di nocciola.
Lamelle: libere e distanti dal gambo, ftte, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
larghe, biancastre. con poro germinativo prominente, 13-19 × 9-11
Gambo: 15-30 × 1,5-3 cm, eterogeneo con il µm, destrinoidi, metacromatiche.
cappello, slanciato, cilindrico, con un grosso Habitat: cresce gregaria o solitaria nei pra-
bulbo alla base largo fno a 4-5 cm; tigrato, di ti, nei boschi di montagna, perlopiù di latifo-
colore brunastro, bruno-nocciola, biancastro glie, raramente di sole conifere, in estate e in
alla base, con minute squame brunastre a zig- autunno. Molto comune.
zag su sfondo pallido, con anello membrano- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: l’enorme taglia e il portamento maestoso a ombrello, il cappello grossolanamente squamoso, il gambo deco-
rato da zebrature a zig-zag munito di un grosso anello doppio e scorrevole sono i principali caratteri che consento-
no di riconoscere con facilità questa comune specie, a molti nota come mazza da tamburo. Macrolepiota procera
è abbastanza variabile e di essa esistono alcune varietà, talora diffcilmente separabili. Macrolepiota permixa si
differenzia per l’intenso viraggio al rosso-porpora delle superfci e della carne al taglio o per sfregamento.

146 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Macrolepiota rhacodes (Vittad.) Singer 1951

SiNoNimo: Chlorophyllum rhacodes (Vittad.) Vellinga 2002


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Agaricaceae

Cappello: 8-15 cm, carnoso, inizialmente globo- to, con anello membranoso-carnoso doppio,
so, emisferico-ovoidale, poi convesso; di colore spesso al margine, mobile, bordato di bruno
bruno-grigiastro, bruno-fulvo, bruno-nocciola, sulla faccia inferiore.
glabro e screpolato nel giovane, poi lacerato in Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra, vi-
larghe e profonde squame, disposte concentrica- rante al rosso-arancio al taglio, soprattutto nel
mente, che mostrano la carne biancastra. gambo; odore gradevole fungino, sapore mite.
Lamelle: libere al gambo, abbastanza ftte, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
larghe e ventricose, biancastre. con poro germinativo tronco, 9-11 × 6,5-7,5
Gambo: 10-18 × 1-2,5 cm, eterogeneo con il µm, destrinoidi, metacromatiche.
cappello, cilindrico, un po’ attenuato all’api- Habitat: cresce gregaria, talvolta a piccoli
ce, con alla base un grosso bulbo arroton- cespi, nei boschi o al loro margine, nei parchi
dato o submarginato; glabro, liscio, bianco e giardini, in estate e in autunno. Abbastanza
nel giovane, poi soffuso di bruno-fulvastro, comune.
virante al rosso-arancio zafferano se scalf- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie congeneri, Macrolepiota rhacodes si riconosce per il cappello con cuticola lacerata in
larghe squame concentriche, il gambo liscio e virante al rosso-arancio se scalfto. Macrolepiota puellaris
ha il cappello bianco, soffuso di grigio-brunastro al centro e carne meno arrossante. Macrolepiota rha-
codes var. venenata, ritenuta tossica e di non facile individuazione, ha il gambo con bulbo nettamente
marginato e carne più ingrigente che arrossante.

Parte iconografca e descrittiva 147


Coprinus atramentarius (Bull. : Fr.) Fr. 1838

SiNoNimo: Coprinopsis atramentaria (Bull. : Fr.) Redhead, Vilgalys & Moncalvo 2001
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 3-8 cm, poco carnoso, quasi mem- bianco, con zona anulare molto bassa, costi-
branaceo, inizialmente ovoidale, poi campanu- tuita da residui di velo parziale bianco e ben
lato-convesso, infne piano e con il margine delimitata da piccole squame brunastre che
revoluto, da notevolmente striato a scanala- ricoprono la parte basale.
to-solcato fn quasi al centro; di aspetto se- Carne: sottile, fragile ed effmera, bian-
riceo, argenteo, foccoso, di colore grigiastro, co-grigiastra; odore e sapore subnulli.
bruno-grigio, con piccoli focchi brunastri più Spore: nere in massa, ellissoidali, lisce, con
abbondanti al centro, deliquescente. poro germinativo, 8-10,5 × 5-6,5 µm.
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, piuttosto Habitat: cresce cespitoso presso latifoglie e
larghe, inizialmente biancastre, poi rosa-lilla a conifere, su residui di legno, attorno a ceppaie,
partire dal margine, infne nere e deliquescenti. predilige i parchi, giardini e aiuole di città,
Gambo: 7-15 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con dalla primavera all’autunno. Comune.
il cappello, cilindrico, attenuato all’apice, con Commestibilità: tossico se consumato con
la base appuntita e radicante, cavo; glabro, bevande alcoliche.

Note: tra i Coprinus di taglia considerevole, questa specie si riconosce per la crescita cespitosa, il cappello
ovoidale grigiastro notevolmente solcato-striato, di colore grigio-brunastro argenteo e per il gambo con
squame brune alla base. La sua tossicità è vincolata al consumo di sostanze alcoliche, durante, prima o
dopo il pasto. Coprinus alopecia è un sosia, ma ben distinto microscopicamente per le spore verrucose.
Coprinus acuminatus ha il cappello conico appuntito, con umbone acuto.

148 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Coprinus comatus (O.F. Müll. : Fr.) Pers. 1797

PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 4-10 cm, poco carnoso, dapprima ci- bianco, fnemente squamoso nel giovane,
lindrico, cilindrico-fusiforme, poi campanulato, con anello membranoso, stretto e mobile.
infne con il margine revoluto, striato e lace- Carne: poco spessa, fragile ed effmera,
rato; grossolanamente squamoso, biancastro, bianca; inodore, sapore gradevole.
bianco-crema, ocra-nocciola al centro, grigio- Spore: nere in massa, ellissoidali, lisce, con
viola-nerastro nell’adulto, deliquescente. poro germinativo, 10-13 × 6,5-8 µm.
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, piut- Habitat: cresce gregario nei prati incolti
tosto larghe, inizialmente bianche, poi ro- e concimati, nei parchi, giardini e aiuole di
sa-lilla a partire dal margine, infne nere e città, dalla primavera all’autunno. Molto co-
deliquescenti. mune e diffuso.
Gambo: 8-20 × 1-2 cm, eterogeneo con il Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
cappello, cilindrico, leggermente bulboso alla Consumare solo carpofori giovani con lamelle
base, spesso subradicante, fstoloso; glabro, ancora completamente bianche.

Note: i Coprinus sono funghi molto fragili, membranacei, poco o per nulla carnosi, con lamelle e cappello
deliquescenti, con spore in genere nerastre, bruno-nerastre. Tra le specie congeneri, Coprinus comatus si
riconosce facilmente per la taglia grande, il cappello cilindrico-fusiforme e biancastro, bianco-ocra, e gros-
solanamente squamoso. Nonostante il suo aspetto poco invitante è un eccellente commestibile: metterlo a
pezzetti in padella, lasciare evaporare parte della sua acqua, aggiungere un po’ di burro, del dado da brodo,
quanto basta per salare, e fatelo saltare per pochi minuti. Provare per credere!

Parte iconografca e descrittiva 149


Coprinus disseminatus (Pers. : Fr.) Gray 1821

SiNoNimo: Coprinellus disseminatus (Pers. : Fr.) J.E. Lange 1938


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 0,5-1,5 cm, membranaceo, dap- stro, grigio pallido, punteggiato di bianco su
prima cilindrico-ovoidale, poi campanu- sfondo grigiastro.
lato-convesso, plissettato, solcato-striato Carne: esigua, molto fragile ed effmera,
fn quasi al centro; glabro, pubescente se biancastra; inodore, sapore mite.
osservato con la lente, con tracce di velo Spore: nerastre in massa, ellissoidali, lisce,
granuloso-foccoso al centro e nel giovane, con poro germinativo, 7,5-9,5 × 4-5,5 µm.
di colore bianco-crema, passante al grigia- Pileocistidi cilindrici-setulosi. Velo a ife vesci-
stro con la crescita, ocra al centro, non de- colose-piriformi e verrucose.
liquescente. Habitat: cresce gregario in numerosissimi
Lamelle: adnate al gambo, poco ftte, bian- esemplari su e intorno a ceppaie e radici in-
che, poi nerastre, non deliquescenti. terrate di latifoglie, nei parchi, dalla primave-
Gambo: 2-4 × 0,1-0,15 cm, cilindrico, spes- ra all’autunno. Comune.
so incurvato; fnemente pubescente, bianca- Commestibilità: non commestibile.

Note: per il modo disseminato di manifestarsi, talora in migliaia di esemplari, è il Coprinus più facile da
riconoscere. Psathyrella pygmaena è quasi un sosia, cresce come Coprinus disseminatus ma è tenden-
zialmente più terricola, i carpofori sono disseminati sia su legno sia sul terreno circostante, e si distingue
con sicurezza solo microscopicamente: C. disseminatus ha cistidi setuliformi sulla superfcie pileica, P.
pygmaena non ha questi pileocistidi e, inoltre, ha spore più piccole. La presenza o assenza delle sete sul
cappello può essere rilevata anche con l’ausilio di una lente di sette-dieci ingrandimenti.

150 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Coprinus micaceus (Bull. : Fr.) Fr. 1836

SiNoNimo: Coprinellus micaceus (Bull. : Fr.) Vilgalys, Hopple & Jacq. Johnson 2001
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, quasi mem- alla base, cavo; fnemente pruinoso nel gio-
branaceo, inizialmente ovoidale, emisferico-o- vane, meno nell’adulto, bianco.
voidale, poi campanulato-convesso, plissettato, Carne: esigua, fragile ed effmera, bianca-
striato-solcato fn quasi al disco; pruinoso, mi- stra, crema-ocra; inodore, sapore mite.
caceo, glabro nell’adulto, di colore bruno-ocra, Spore: nere in massa, mitriformi viste fron-
bruno-rossastro al centro, bruno-ocra giallo- talmente, amigdaliformi di proflo, lisce, con
gnolo verso il margine, nel giovane densamente poro germinativo, 7-10 × 5-6,5 × 4,5-5,5 µm.
ricoperto da focchi-farinosi crema-ocra pallido, Caulocistidi cilindrici-setulosi. Velo a ife fli-
facilmente detersili, deliquescente. formi e cellulari, verrucose.
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, lar- Habitat: cresce cespitoso su legno di latifoglie,
ghe, bianche, poi nere e deliquescenti. ceppaie, tronchi e radici interrate marcescenti,
Gambo: 3-8 × 0,2-0,5 cm, eterogeneo con nei parchi, dalla primavera all’autunno. Comune.
il cappello, cilindrico, leggermente allargato Commestibilità: non commestibile.

Note: tra le specie congeneri, Coprinus micaceus si riconosce principalmente per la crescita cespitosa,
il cappello bruno-ocra-fulvastro e, nel giovane, con focchi micacei crema-ocra, e per il gambo pruinoso,
con sete. Coprinus truncorum e Coprinus saccharinus sono dei perfetti sosia, distinti per il cappello più
pallido e il gambo liscio, senza sete. Coprinus domesticus e Coprinus radians hanno la base del gambo
bulbosa-volviforme crescente da ozonio (feltro miceliare ocra rugginoso); il primo ha spore cilindriche-fa-
seoliformi, il secondo ellissoidali.

Parte iconografca e descrittiva 151


Coprinus plicatilis (Curtis : Fr.) Fr. 1838

SiNoNimo: Parasola plicatilis (Curtis : Fr.) Redhead, Vilgalys & Hopple 2001
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 1,2-2,5 cm, membranaceo, inizial- Carne: esigua, molto fragile ed effmera,
mente cilindrico-ovoidale, poi piano-conves- biancastra, grigio-crema; inodore, sapore
so, infne piano, molto plissettato, solcato mite.
fno al disco; glabro, opaco, di colore grigia- Spore: nere in massa, mitriformi-lentico-
stro, bruno-grigiastro, bruno-ocra al centro, lari, lisce, con poro germinativo eccentrico,
non deliquescente. 10,5-13,5 × 8-10 × 6-7 µm.
Lamelle: libere e distanti dal gambo, rade, stret- Habitat: cresce gregario nell’erba, in bo-
te, grigiastre, poi nerastre, non deliquescenti. schetti o al loro margine, predilige i parchi,
Gambo: 4-7 × 0,1-0,2 cm, fliforme, cilin- giardini e aiuole di città, in estate-autunno.
drico, fessuoso, con la base bulbosa; glabro, Abbastanza comune.
liscio e traslucido, bianco, spesso soffuso di Commestibilitˆ: non commestibile.
crema-grigiognolo.

Note: Coprinus plicatilis fa parte di un gruppetto di Coprinus inseriti nella sez. Hemerobii, caratterizza-
ti dal cappello glabro, nudo, senza residui di velo e senza sete. Tutti di diffcile separazione macroscopica,
distinti principalmente per le spore diverse nella forma, dimensione e posizione del poro germinativo. Tra
questi, C. plicatilis si riconosce per le spore mitriformi-lenticolari e con poro germinativo eccentrico. Co-
prinus kuehneri (= C. plicatilis var. microsporus) ha spore più piccole, 8,5-10 × 7-8 × 5-6 µm. Coprinus
hemerobius, capostipite di questo gruppo, ha spore ellissoidali e con poro germinativo centrale. Coprinus
auricomus, piuttosto comune, presenta lunghe sete brune a parete spessa al centro del cappello.

152 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lacrymaria lacrymabunda (Bull. : Fr.) Pat. 1887

SiNoNimo: Lacrymaria velutina (Pers. : Fr.) Konrad & Maubl. 1925


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, quasi base; foccoso-squamoso, di colore bruno-o-
membranaceo, dapprima campanulato-con- cra, bruno-fulvastro, bianco all’apice, ricoper-
vesso, poi piano-convesso, con umbone largo to da focchi bianco-crema, più abbondanti
e basso, con il margine eccedente le lamelle, in zona anulare, ben evidenziata dal deposito
lanoso-villoso per residui di velo bianco-cre- di spore nere.
ma; asciutto, feltrato, fbrilloso-squamoso, di Carne: sottile, molto fragile, acquosa, bru-
colore bruno-ocra, bruno-fulvo, biancastro al nastra; odore subnullo, sapore astringente.
margine. Spore: nere in massa, amigdaliformi, verruco-
Lamelle: annesse-adnate al gambo, poco se, con poro germinativo, 8,5-10 × 5,5-6,5 µm.
ftte, larghe, di colore bruno-ocra porporino, Habitat: cresce gregaria o a piccoli cespi
poi nerastre, con il flo pallido e lacrimante nell’erba o tra residui di legno di latifoglia,
copiose goccioline acquose. nei boschi, lungo i sentieri, nei parchi, in
Gambo: 4-10 × 0,5-1 cm, cilindrico, talvol- estate-autunno. Abbastanza comune.
ta incurvato, leggermente dilatato verso la Commestibilitˆ: commestibile.

Note: questa specie si fa riconoscere principalmente per le lamelle lacrimanti e per le spore verrucose. Le
Psathyrella, invece, sono tutte con spore lisce, con o senza poro germinativo, e le loro lamelle non emet-
tono goccioline. Ciononostante, alcuni AA. considerano il genere Lacrymaria come sottogenere del genere
Psathyrella, chiamando la specie in oggetto col nome di Psathyrella lacrymabunda.

Parte iconografca e descrittiva 153


Panaeolina foenisecii (Pers. : Fr.) Maire 1933

SiNoNimo: Panaeolus foenisecii (Pers. : Fr.) J. Schröt. 1926


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 2-3 cm, membranaceo, inizial- di colore bruno carnicino, pallido alla base e
mente conico-convesso, campanulato, poi all’apice.
piano-convesso, con umbone ottuso; asciut- Carne: molto sottile, pressoché inesistente,
to, igrofano, glabro, di colore grigio-bruno fragile nel cappello, più tenace nel gambo,
con toni rosati, bruno fuligginoso, grigio-ful- brunastra, bruno-giallognolo; odore e sapore
vastro, si schiarisce a partire dal centro con il subnulli.
tempo asciutto. Spore: bruno-nero porpora in massa, el-
Lamelle: adnate al gambo, quasi rade, di co- lissoidi, verrucose, con poro germinativo,
lore grigio-bruno rosato, maculate di bruno- 13-16 × 7-9 µm.
nerastro, di aspetto marmorizzato. Habitat: cresce gregaria nei prati, tra l’erba
Gambo: 5-8 × 0,15-0,3 cm, cilindrico, sot- nei parchi, nei giardini, nelle aiuole, dalla pri-
tile e slanciato, quasi fliforme, spesso fes- mavera all’autunno. Comune.
suoso; fbrilloso, pruinoso, di aspetto sericeo, Commestibilitˆ: tossico.

Note: le spore verrucose, bruno-nerastre e con poro germinativo, costituiscono il principale carattere che
consente di riconoscere facilmente Panaeolina foenisecii tra le specie simili. Alcuni AA. considerano que-
sta specie nel genere Panaeolus (fno a quando non c’è unifcazione di opinione tra i vari AA., si è liberi di
considerare la specie foenisecii nel genere Panaeolina oppure nel genere Panaeolus: una sistematica non
può essere imposta a un’altra).

154 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Psathyrella candolleana (Fr. : Fr.) Maire 1913

SiNoNimo: Psathyrella appendiculata (Bull.) Maire & Werner 1938


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 2,5-6 cm, membranaceo, inizial- con la crescita, si dissocia completamente sul
mente conico-convesso, campanulato, poi margine del cappello.
piano-convesso, con umbone ottuso, con il Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
margine appendicolato da lembi di velo, tal- che nel gambo, si sbriciola con estrema faci-
volta poco evidenti; igrofano, glabro, ocra lità alla manipolazione, bianco-grigia; senza
pallido se umido, biancastro con il centro odore particolare, sapore fungino.
alutaceo se asciutto. Spore: bruno-porpora-viola in massa, ellissoida-
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, li, lisce, con poro germinativo, 7-9 × 4-5,5 µm.
grigio-lilla, poi lilla-porpora, bruno-viola. Habitat: cresce gregaria o subcespitosa
Gambo: 4-8 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, spes- su residui legnosi interrati, su ceppaie e su
so incurvato, fstoloso; glabro, liscio, talvolta terreno circostante, nei boschi, nei parchi
fnemente foccoso, di colore bianco, bian- e giardini, nei valloni, dalla tarda primavera
co-crema, con velo parziale molto fugace, all’autunno. Molto comune e diffusa.
evidente nei carpofori molto giovani che, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: questa specie è molto comune e si riconosce principalmente per il cappello igrofano, biancastro con il cen-
tro alutaceo e con il margine appendicolato da residui di velo bianco. Talvolta, per vari motivi, i residui di velo
sul margine del cappello non sono evidenti e in tal caso è più diffcile riconoscerla a occhio nudo. Psathyrella
spadiceogrisea è piuttosto simile ma cresce perlopiù in primavera e non ha il margine del cappello appendi-
colato. Psathyrella leucotephra, anch’essa cespitosa, ha il gambo con anello e spore senza poro germinativo.

Parte iconografca e descrittiva 155


Psathyrella conopilus (Fr. : Fr.) Pearson & Dennis 1949

SiNoNimo: Psathyrella subatrata (Batsch) Gillet 1878


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 2-4 cm, membranaceo, conico, Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
conico-campanulato, con umbone da acuto a che nel gambo, si sbriciola con estrema faci-
ottuso, senza residui di velo al margine; igro- lità alla manipolazione, crema-ocra, bruno-o-
fano, glabro, fnemente striato quasi fno al cra pallido; inodore, sapore dolciastro.
disco, di colore bruno-fulvo, bruno-rossastro Spore: bruno-porpora nere in massa, ellissoida-
se inumidito, ocra-giallognolo, ocra-grigia- li, lisce, con poro germinativo, 13-17 × 7-8,5 µm.
stro pallido se asciutto. Pileocistidi setuliformi, costituiti da lunghi
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, peli bruni a parete spessa.
grigio-ocra, poi bruno-porpora. Habitat: cresce gregaria su terreno nei bo-
Gambo: 8-15 × 0,2-0,4 cm, molto slanciato, schi umidi e degradati, tra residui di legno e
sottile, cilindrico, talvolta leggermente bul- fogliame, nei parchi, in estate e in autunno.
boso alla base, fstoloso; glabro, liscio, piut- Abbastanza comune.
tosto lucido, fnemente feltrato alla base, di Commestibilità: non commestibile.
colore biancastro, bianco-crema.

Note: Psathyrella conopilus è molto facile da riconoscere per il cappello igrofano e caratteristicamente
conico, di colore bruno-rossastro quando è imbevuto di acqua, senza residui di velo sul margine, per il gambo
molto lungo e sottile, ma soprattutto per la presenza di lunghi peli bruni (sete) a parete spessa emergenti
dall’epicute, come in Coprinus auricomus. Quest’ultima caratteristica microscopica è propria soltanto di
questa Psathyrella e da sola consente di distinguere con assoluta sicurezza questa comune specie.

156 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Psathyrella multipedata (Peck) A.H. Sm. 1941

SiNoNimo: Psathyrella stipatissima J.E. Lange 1936


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 1-3 cm, membranaceo, conico, coni- in prossimità della base, di colore bianco,
co-campanulato, emisferico-campanulato, con bianco-grigio pallido.
umbone ottuso; igrofano, da glabro a fnemen- Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
te fbrilloso, di colore bruno-fulvo, ocra-fulva- che nel gambo, si sbriciola con estrema faci-
stro se inumidito, ocra-giallognolo, ocra-grigia- lità alla manipolazione, bianco-crema; inodo-
stro se asciutto, biancastro all’estremo margine. re, sapore delicato.
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, Spore: bruno-porpora viola in massa, ellissoida-
carnicine, poi brunastre, bruno-viola. li, lisce, con poro germinativo, 7-8,5 × 4-4,5 µm.
Gambo: 4-12 × 0,15-0,3 cm, piuttosto slan- Habitat: cresce cespitosa in numerosissimi
ciato, quasi fliforme, cilindrico, fascicolato esemplari fascicolati, uniti per la parte bassa
con numerosi altri gambi e subradicante, f- del gambo, su terreno nei boschi di latifoglie,
stoloso; fnemente pruinoso-foccoso in tut- nell’erba presso alberi, nei parchi e giardini di
ta la lunghezza, con feltrato miceliare bianco città, in estate-autunno. Poco comune.
alla base, spesso con sottile residuo anulare Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: il caratteristico modo di crescere, fascicolata in numerosissimi esemplari e su terreno, e l’assenza di


anello sono caratteri macroscopici di fondamentale importanza che consentono di riconoscere agevolmen-
te Psathyrella multipedata tra le numerose specie congeneri. Le Psathyrella sono funghi membranacei e
igrofani, con spore in genere bruno-porpora-viola, che, come i Coprinus, si fanno riconoscere soprattutto
per la loro elevata fragilità, sbriciolandosi facilmente alla manipolazione.

Parte iconografca e descrittiva 157


Psathyrella piluliformis (Bull. : Fr.) P.D. Orton 1969

SiNoNimo: Psathyrella hydrophila (Bull. : Fr.) Maire 1937


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae

Cappello: 2-5 cm, membranaceo, dapprima re al cappello, più pallido all’apice e verso la
emisferico-convesso, campanulato-convesso, poi base.
piano-convesso più o meno uniforme, umbone Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
poco pronunciato, con il margine appendicolato che nel gambo, si sbriciola con estrema facilità
da residui di velo, non striato; igrofano, opaco, alla manipolazione, brunastra, bruno-rossastra
fbrilloso, talvolta un po’ rugoso, con su piccoli se inumidita; odore fungino, sapore dolce.
focchi bianchi, appressati soprattutto verso la Spore: bruno-porpora in massa, ellissoidali,
periferia, di colore bruno-rosso, bruno-arancio lisce, con poro germinativo molto piccolo,
scuro se inumidito, bruno-giallognolo al margi- poco visibile, 5-6 × 3-4 µm. Cistidi fusiformi,
ne, ocra-giallognolo se asciutto. con apice ottuso e liscio, senza cristalli.
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, Habitat: cresce cespitosa su legno di lati-
bianco carnicino, poi bruno bistro. foglie, ceppaie, tronchi o radici interrate,
Gambo: 3-7 × 0,3-0,6 cm, cilindrico, spesso nei parchi, in estate e in autunno. Comune
incurvato, fstoloso; fnemente foccoso, con e diffusa.
piccoli focchi biancastri su fondo concolo- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si riconosce, oltre che per la sua fragilità e igrofaneità, principalmente per il cappello
bruno-rossastro, con su piccoli focchi bianchi, e per la crescita cespitosa su legno di latifoglie, ceppaie, tronchi
o radici interrate. Psathyrella spadicea è molto simile per colorazione e cresce anch’essa su legno, ma è molto
più robusta, ha spore più grandi e senza poro germinativo, e cistidi metuloidi con cristalli all’apice.

158 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Agrocybe cylindracea (DC. : Fr.) Maire 1937

SiNoNimo: Agrocybe aegerita (V. Brig.) Singer 1939


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Bolbitiaceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, dapprima emi- so, punteggiato da squame brune, con anello
sferico, poi piano-convesso, piano, raramente membranoso, biancastro, spesso brunastro
leggermente depresso, con il margine regolare sulla faccia inferiore.
o lacerato; un po’ viscido con il tempo umido, Carne: cospicua, soda, bianca; odore acidulo
glabro, da liscio a rugoso, di colore variabile di pasta lievitata, sapore fungino.
che va dal bruno cioccolato scuro al caffelat- Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali, li-
te, più scuro nel giovane, si schiarisce con la sce, poro germinativo indistinto, 7-10 × 5-6 µm.
crescita, talvolta fno al biancastro al margine. Habitat: cresce cespitosa su legno di pioppo,
Lamelle: adnate al gambo, ftte, biancastre, ceppaie e tronchi marcescenti, anche alla base
poi bruno-grigiastre. di tronchi viventi, sporadicamente su legno di
Gambo: 4-15 × 0,3-1,5 cm, cilindrico, spesso sambuco, salice e altre latifoglie, in ogni perio-
incurvato, con la base attenuata e unita ad do dell’anno. Molto comune e diffusa.
altri gambi; biancastro, leggermente fbrillo- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: questa Agrocybe, nota come piopparello, è molto ricercata e apprezzata dai consumatori di funghi,
è anche coltivata e commercializzata industrialmente. È molto comune in Italia, soprattutto in pianura,
dove cresce abbondantemente perlopiù su vecchi alberi di pioppo, radici o ceppaie marcescenti, ma piut-
tosto rara nei paesi nordici. Per determinare questa specie, nell’ambito del genere Agrocybe, è suffciente
verifcare la crescita lignicola e la presenza di anello, poiché le altre Agrocybe con anello crescono su
terreno.

Parte iconografca e descrittiva 159


Agrocybe praecox (Pers. : Fr.) Fayod 1889

SiNoNimo: Pholiota praecox (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Bolbitiaceae

Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, inizial- striato-fbrilloso, con anello membranoso, su-
mente convesso, campanulato-convesso, poi pero e pendulo.
piano-convesso, piano, con umbone largo e Carne: poco spessa, consistente, biancastra,
basso, con il margine spesso appendicolato brunastra verso la base del gambo; odore fa-
da resti di velo; leggermente igrofano, nel rinoso, di buccia di anguria, sapore farinoso,
giovane un po’ viscido se umido, sericeo se dapprima dolciastro, poi amarognolo.
asciutto, glabro, di colore crema-alutaceo Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali,
con toni grigiastri. lisce, con poro germinativo, 7,5-10 × 5,5-7 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bianca- Habitat: cresce gregaria tra l’erba nei bo-
stre, poi bruno-grigiastre. schi, nei parchi e giardini di città, nei prati,
Gambo: 6-10 × 0,4-1,2 cm, cilindrico, spes- in tarda primavera, principalmente nel mese
so incurvato, spesso con sottili radichette di maggio. Piuttosto comune.
miceliari alla base; biancastro, bianco-crema, Commestibilitˆ: commestibile.

Note: questa specie si riconosce facilmente per la crescita primaverile, il cappello pallido un po’ igrofano, il
gambo con anello membranoso, supero e pendulo, e per il forte odore farinoso, di buccia di anguria. Agrocy-
be dura (= A. molesta) se ne distingue per il cappello più carnoso e non igrofano, più pallido e con tendenza
a screpolarsi, per l’assenza di odore farinoso, per l’anello lanoso, effmero, e per le spore più grandi. Agrocybe
paludosa è di piccola taglia, dal portamento gracile e slanciato, con gambo lungo e sottile, spesso 0,2-0,3 cm,
con anello infero orizzontale, non pendulo, ed è rinvenibile in terreni paludosi o nei prati inondati.

160 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Agrocybe putaminum (Maire) Singer 1936

SiNoNimo: Naucoria putaminum Maire 1913


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Bolbitiaceae

Cappello: 3-7 cm, relativamente carnoso, ini- so, pruinoso all’apice, subconcolore al cappello.
zialmente e per lungo tempo campanulato-con- Carne: poco spessa, biancastra; odore dol-
vesso, poi piano-convesso, con umbone largo e ciastro gradevole, non ben defnibile, fari-
ottuso, con il margine acuto, sinuoso nell’adul- noso al taglio, sapore da dolciastro a legger-
to; igrofano, asciutto, glabro, evidentemente mente amaro, con componente farinosa.
rugoso, come martellato da fossette, bruno- Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali, lisce,
giallognolo, bruno-ocra uniforme, soffuso di con poro germinativo, 9,5-12,5 × 6,5-7,5 µm. Chei-
grigiastro se umido, giallo-alutaceo se asciutto. locistidi fusiformi. Pleurocistidi ventricosi.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Habitat: cresce gregaria o subcespitosa tra
argilla-grigiastre, poi bruno tabacco. residui di latifoglie, in genere nei parchi e
Gambo: 4-8 × 0,4-1 cm, cilindrico-clavato, giardini, dove abbonda il macinato di legno
con la base bulbosa arrotondata larga fno 1,5 proveniente dalla potatura degli alberi, in
cm, spesso con tendenza ad abbozzare una tarda primavera; predilige il mese di maggio.
sorta di radice, munita di sottili radichette mi- Non comune.
celiari bianche; da glabro a fnemente fbrillo- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa relativamente rara specie appartiene a un gruppo di Agrocybe sprovviste di anello, tutte di pic-
cola o piccolissima taglia tranne essa. Fra queste, si riconosce con facilità, oltre che per la taglia considerevole,
per il cappello campanulato, igrofano e rugoso, picchiettato da fossette, il gambo clavato con la base bulbosa,
spesso con tendenza ad abbozzare una sorta di radice, e per avere cheilocistidi di forma diversa dai pleurocistidi.

Parte iconografca e descrittiva 161


Bolbitius titubans (Bull. : Fr.) Fr. 1838

SiNoNimo: Bolbitius vitellinus (Pers. : Fr.) Fr. 1838


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Bolbitiaceae

Cappello: 1-5 cm, membranaceo, dapprima so-distorto, cavo; completamente ricoperto


cilindrico-ovoidale, glandiforme, poi campa- di fne pruina bianca su fondo giallognolo.
nulato, infne appianato, con o senza um- Carne: esigua, quasi inesistente, molto fra-
bone, con il margine striato-plissettato per gile, biancastra, bianco-giallognola; odore ir-
un lungo tratto; viscido, igrofano, glabro, rilevante, sapore mite.
lucente, di un bel giallo vivace, talora un po’ Spore: bruno-ocra in massa, ellissoidali, lisce,
rugoso o con venature ocracee soprattutto al con poro germinativo, 10,5-13 × 6,5-8 µm.
centro, sbiadisce fno al giallo-grigio pallido Habitat: cresce gregario o cespitoso su resi-
con la crescita. dui di legno marcescenti, tra l’erba in terreni
Lamelle: da quasi libere ad annesse al gam- grassi, predilige i frustuli di latifoglie, lungo
bo, poco ftte, dapprima bianco-giallognole, i viali, nei parchi e nei giardini, dalla tarda
poi ocra, bruno-ocra chiaro. primavera all’autunno. Piuttosto comune.
Gambo: 4-8 × 0,2-0,8 cm, cilindrico, spesso Commestibilitˆ: non commestibile.
attenuato verso l’alto, talora un po’ compres-

Note: i Bolbitius sono funghi membranacei a spore ocra, caratterizzati dal cappello viscido e con il mar-
gine striato-solcato, richiamanti un po’ i Coprinus. Tra le poche specie congeneri, Bolbitius titubans (= B.
vitellinus) si riconosce per il colore giallo nel cappello e nel gambo. Bolbitius variicolor si distingue per il
cappello soffuso di bruno-oliva e con venature più scure al centro.

162 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hypholoma capnoides (Fr. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Nematoloma capnoides (Fr. : Fr.) P. Karst. 1880


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 2-6 cm, un po’ carnoso, dappri- Carne: poco spessa, giallognola, ocra-ruggi-
ma emisferico-convesso, poi convesso, pia- ne alla base del gambo; odore leggermente
no-convesso, con o senza umbone; liscio, fungino, di muffa o di muschio, sapore dolce.
brillante se umido, di colore giallo miele, gial- Spore: bruno-viola-nerastre in massa, ellissoi-
lo-oliva, giallo-arancio al centro, nel giovane dali, lisce, con poro germinativo, 7-9 × 3,5-5
con residui di velo bianchi al margine. µm. Pleurocistidi fusiformi-ventricosi, con
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ab- contenuto giallo rifrangente in ammoniaca
bastanza ftte, di colore crema-grigio pallido (= chrisocistidi).
nel giovane, poi bruno-viola-nerastre. Habitat: cresce cespitoso o gregario a piccoli
Gambo: 3-8 × 0,3-0,6 cm, cilindrico, spes- cespi su legno di conifere, predilige l’abete rosso
so incurvato; fbrilloso, fnemente squamo- di montagna, in estate e in autunno. Comune.
so-foccoso, di colore giallognolo, giallo pallido Commestibilità: commestibile.
all’apice, bruno-arancio verso la base, con cor-
tina effmera, evidente nei giovani esemplari.

Note: questa specie è molto simile e facile da confondere con Hypholoma fasciculare, specie di provata
tossicità. I principali caratteri che consentono di distinguere le due specie sono: lamelle crema-grigio pal-
lide nei giovani carpofori e carne dolce in H. capnoides, lamelle gialle-verdognole nei giovani esemplari e
carne notevolmente amara in H. fasciculare.

Parte iconografca e descrittiva 163


Hypholoma fasciculare (Huds. : Fr.) P. Kumm. 1871

SiNoNimo: Nematoloma fasciculare (Huds. : Fr.) P. Karst. 1880


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 2-6 cm, poco carnoso, dapprima spesso un po’ bruno-arancio alla base, con cor-
emisferico-convesso, convesso-campanulato, tina effmera evidente nei carpofori giovani.
poi piano-convesso, con o senza umbone, Carne: poco spessa, giallognola; odore irrile-
con il margine spesso appendicolato; liscio, vante, sapore piuttosto amaro.
glabro, di colore giallo, giallo zolfo, giallo-ver- Spore: bruno-nero-violette in massa, ellissoi-
dognolo, giallo-arancio verso il centro, con dali, lisce, con poro germinativo, 6-7,5 × 3,5-4
piccoli focchi fbrillosi verso il margine, più µm. Pleurocistidi cilindrico-lageniformi, con
evidenti nell’esemplare giovane. contenuto giallo rifrangente in ammoniaca
Lamelle: adnate al gambo, abbastanza ftte, (= chrisocistidi).
nel giovane giallo zolfo, giallo-verdognole, Habitat: cresce cespitoso su legno di lati-
poi bruno-oliva, bruno-nero-violette. foglie, raramente anche di conifere, talora
Gambo: 4-10 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, spes- apparentemente terricolo, in ogni periodo
so incurvato-fessuoso; fnemente fbrilloso, dell’anno. Molto comune.
di colore giallo, giallo-zolfo come il cappello, Commestibilitˆ: tossico.

Note: specie molto comune e facile da rinvenire in ogni periodo dell’anno, si riconosce facilmente per la
crescita cespitosa e lignicola, il colore prevalentemente giallo zolfo in ogni parte, talora giallo-arancio
al centro del cappello, giallo-verdognolo nelle lamelle nei giovani carpofori e per la carne molto amara.
Hypholoma capnoides è simile ma con carne dolce, ha lamelle crema-grigiognole nel giovane e cresce solo
su legno di conifere.

164 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hypholoma sublateritium (Schaeff.) Quél. 1873

SiNoNimo: Nematoloma sublateritium (Schaeff.) P. Karst. 1879


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, dapprima emi- Carne: un po’ spessa, giallognola nel cappel-
sferico-convesso, poi convesso, piano-conves- lo e all’apice del gambo, bruno ruggine alla
so, con il margine involuto e appendicolato; base; odore irrilevante, sapore amaro.
liscio, opaco se asciutto, di colore laterizio, Spore: bruno-porpora-violette in massa,
rosso mattone, rosso-arancio, giallo-ocra e co- ellissoidali, lisce, con poro germinativo,
perto da focchi cortiniformi verso il margine. 5,5-7,5 × 3,5-4,5 µm. Pleurocistidi fusiformi-
Lamelle: adnate al gambo, ftte, nel giova- ventricosi, con contenuto giallo rifrangente
ne giallo-crema, poi bruno-oliva, bruno-nero- in ammoniaca (= chrisocistidi).
violette. Habitat: cresce cespitoso su legno mar-
Gambo: 5-12 × 0,5-1,2 cm, cilindrico, spesso in- cescente di latifoglie, raramente di conifere,
curvato; fnemente foccoso, fbrilloso, da bian- nei boschi, nei parchi, in ogni periodo dell’an-
castro a giallo-ocra verso l’alto, progressivamente no. Molto comune.
bruno-arancio rugginoso verso il basso, con cor- Commestibilitˆ: tossico.
tina foccosa, più evidente nei giovani carpofori.

Note: specie molto simile e talora facile da confondere con Hypholoma fasciculare, soprattutto quan-
do quest’ultimo si presenta con il centro del cappello particolarmente colorato di arancione. Tuttavia,
Hypholoma sublateritium si distingue da H. fasciculare perché è caratterizzata da carpofori di taglia
maggiore e più carnosi, con il cappello più intensamente colorato di rosso-arancio, con al margine abbon-
danti residui di velo, e con il gambo bruno ruggine nella metà inferiore.

Parte iconografca e descrittiva 165


Kuehneromyces mutabilis (Schaeff. : Fr.) Singer & A.H. Sm. 1946

SiNoNimo: Pholiota mutabilis (Schaeff. : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 2-6 cm, poco carnoso, dapprima perto da piccole squame facilmente deter-
campanulato-convesso, poi piano-convesso, sili, con anello submembranoso, abbastanza
con umbone ottuso e piuttosto ampio; no- fugace.
tevolmente igrofano, liscio e lucente, spesso Carne: poco spessa, consistente, biancastra,
fnemente foccoso al margine, di colore bru- crema-ocra pallido; odore fungino, non di fa-
no-ocra, bruno-rossastro con il tempo umi- rina o subrafanoide, sapore dolce.
do, si schiarisce fno al giallo-ocra a partire Spore: bruno cioccolato in massa, ellissoida-
dal centro con la disidratazione. li, praticamente lisce, con poro germinativo,
Lamelle: adnate al gambo, ftte, crema nel 6-7,5 × 3,5-5 µm.
giovane, poi brune, bruno cioccolato. Habitat: cresce cespitosa, perlopiù in nu-
Gambo: 3-7 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, spes- merosissimi esemplari, su legno marcescente,
so incurvato, anche fessuoso; quasi armilla- sia di latifoglie sia di conifere, dalla tarda pri-
to, di colore bruno-rossastro, bianco-crema mavera all’autunno. Molto comune e diffusa.
all’apice, bruno-nerastro verso la base, rico- Commestibilità: commestibile, ottimo.

Note: questa specie si fa riconoscere per il suo modo di crescere, copiosamente cespitosa su legno, perlopiù di
latifoglie, per il cappello notevolmente igrofano e per il gambo foccoso con anello membranaceo. Si tratta di
un fungo piuttosto gustoso, tuttavia si raccomanda, ai poco esperti, di non consumarlo, perché confondibile
con la velenosa e mortale Galerina marginata e con specie affni. G. marginata predilige crescere gregaria, ha
il gambo meno ornamentato, odore farinoso-rafanoide e spore verrucose senza poro germinativo.

166 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Pholiota gummosa (Lasch : Fr.) Singer 1951

SiNoNimo: Flammula gummosa (Lasch : Fr.) P. Kumm. 1871


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 2-5 cm, carnoso, inizialmente emi- base, con anello effmero cotonoso, evanescente.
sferico, poi convesso, piano-convesso, con Carne: abbastanza spessa, piuttosto soda,
umbone ottuso, con il margine appendicolato di colore crema-grigiognola, bruno-ocra alla
da residui cotonosi di velo; viscido se umido, base del gambo; odore da nullo a un po’ erba-
foccoso-squamoso, di colore beige olivastro, ceo, sapore mite.
ocra-oliva al centro, bianco-grigiognolo verso Spore: bruno tabacco rugginose in massa,
il margine, con focchi bruno-ocra facilmente ellissoidali, lisce, con poro germinativo, 6,5-
asportabili, evanescenti nell’adulto. 8 × 3,5-4,5 µm. Pleurocistidi fusiformi-ven-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, tricosi, con contenuto giallo rifrangente in
crema-grigio pallide, poi giallo-brune. ammoniaca (= chrisocistidi).
Gambo: 4-8 × 0,4-0,8 cm, cilindrico, spesso Habitat: cresce cespitosa o gregaria nel
incurvato, con la base da leggermente dilatata terreno su residui di legno spesso interrati,
ad attenuata; foccoso-squamoso fno alla zona apparentemente terricola, nei parchi, in esta-
anulare, di colore biancastro, beige-grigiognolo, te-autunno. Rara.
ocra sporco, macchiato di bruno rugginoso alla Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, si riconosce principalmente per il cappello beige-grigiognolo con toni olivastri e con
sopra residui foccosi di velo bruno-ocra, più evidenti nei giovani carpofori; cresce apparentemente su terreno
ma in effetti è sempre collegata a residui di legno spesso interrati. Pholiota lenta, specie piuttosto simile, ha il
cappello più grande, più viscido e meno foccoso, quasi glabro nell’adulto, e spore senza poro germinativo.

Parte iconografca e descrittiva 167


Stropharia caerulea Kreisel 1979

SiNoNimo: Stropharia cyanea (Bolton) Tuom. 1953


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente verde-blu, verde-ocra, con anello effmero, eva-
emisferico, emisferico-campanulato, poi con- nescente, dissociato in focchi in zona anulare.
vesso, piano-convesso, con umbone ottuso, Carne: abbastanza spessa, biancastra, verde-
con il margine leggermente appendicolato, blu alla base del gambo; odore leggermente
spesso sinuoso; viscido, glutinoso con il tem- erbaceo, sapore dolce.
po umido, di colore verde-blu, verde rame, Spore: bruno-porpora-viola in massa, ellis-
turchese, verde-giallo olivastro, macchiato a soidali, lisce, senza poro germinativo o molto
zone di ocra soprattutto nell’adulto, con po- piccolo e indistinto, 7-9 × 4,5-6 µm. Cistidi
chi focchi bianchi al margine. fusiformi-ventricosi, con contenuto giallo ri-
Lamelle: adnate al gambo, rade, bruno-por- frangente in ammoniaca (= chrisocistidi).
pora pallide, poi bruno-porpora-viola. Habitat: cresce gregaria o a piccoli cespi tra
Gambo: 4-8 × 0,4-1 cm, cilindrico, spesso con residui legnosi marcescenti, predilige i vecchi
cordoni miceliari alla base, talora incurvato; cedri di parchi e giardini, in estate-autunno.
fnemente foccoso-squamoso fno alla zona Poco comune.
anulare, con piccoli focchi bianchi su fondo Commestibilità: non commestibile.
Note: è quasi un sosia di Stropharia aeruginosa, ma ben distinta da quest’ultima microscopicamente per le
spore senza poro germinativo. Può essere distinta anche a occhio nudo per via del gambo poco foccoso e con
anello evanescente, presto dissociato, e per le lamelle un po’ più rade e più brune. S. aeruginosa ha, invece, il
gambo molto foccoso con anello ben formato e striato sulla faccia superiore in esemplari giovani.

168 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Stropharia rugosoannulata Farl. ex Murrill 1922

SiNoNimo: Stropharia ferrii Bres. 1926


PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 5-20 cm, carnoso, inizialmente Carne: abbastanza spessa, soda, bianca;
subgloboso, emisferico, poi convesso, pia- odore da subnullo a leggermente erbaceo-ra-
no-convesso, con il margine involuto nel gio- fanoide con sentore di fenolo, sapore mite,
vane; leggermente viscido se umido, lucido, un po’ astringente.
glabro, fbrilloso, di colore bruno-porpora, Spore: viola, bruno-viola in massa, ellissoidi,
bruno-rossastro vinoso, bruno-viola (giallo lisce, con poro germinativo, 10-12 × 6-7,5 µm.
paglierino nella f. lutea). Cistidi fusiformi-ventricosi, con contenuto
Lamelle: annesse al gambo, ftte, inizial- giallo rifrangente in ammoniaca (= chrisoci-
mente grigiastre, poi grigio-viola, viola-scuro. stidi).
Gambo: 7-15 × 1-3,5 cm, cilindrico, spesso leg- Habitat: cresce gregaria nei boschetti de-
germente dilatato verso la base, quasi clavato; gradati di latifoglie, tra ortiche, detriti e frus-
liscio o un po’ foccoso, di colore bianco in alto, tuli, nei campi di granoturco, dalla primavera
giallognolo verso la base, con anello membra- all’autunno. Comune.
noso molto ampio, spesso scanalato, lacerato. Commestibilità: commestibile.

Note: Stropharia rugosoannulata si fa riconoscere per la taglia grande, per il cappello bruno-porpora
vinoso, bruno-violaceo, per le lamelle viola, grigio-viola, e per il gambo con anello membranoso molto
ampio. Stropharia rugosoannulata f. lutea ha il cappello giallo, giallo paglierino, e può crescere anche
frammista a carpofori della specie tipo.

Parte iconografca e descrittiva 169


Stropharia semiglobata (Batsch : Fr.) Quél. 1872

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 2-3,5 cm, poco carnoso, dapprima fcie superiore, colorato di porpora-nerastro
globoso, poi emisferico, emisferico-convesso, per deposito sporale.
con il margine rivolto verso il basso, talora Carne: poco spessa, abbastanza soda, bian-
un po’ sinuoso; viscido-glutinoso con il tem- castra, giallo-crema; odore da nullo a legger-
po umido, glabro, giallognolo, giallo-crema, mente fungino, sapore dolce o amarognolo.
giallo-ocra pallido, color alutaceo. Spore: bruno-viola-nerastre in massa,
Lamelle: adnate al gambo, rade, molto lar- ellissoidali, lisce, con poro germinativo,
ghe, grigio-viola pallide, poi bruno-viola-ne- 15-19 × 8,5-10,5 µm. Pleurocistidi clavati-
rastre, con il flo bianco. ventricosi-fusiformi, con contenuto giallo
Gambo: 4-8 × 0,2-0,4 cm, slanciato e rigi- rifrangente in ammoniaca (= chrisocistidi).
do, cilindrico, con la base un po’ ingrossata; Habitat: cresce gregaria su sterco, sia di vac-
viscido-glutinoso, liscio o fnemente focco- ca sia di cavallo, perlopiù nei pascoli concimati,
so, concolore al cappello, con anello membra- dalla primavera all’autunno. Piuttosto comune.
noso piuttosto piccolo e striato sulla super- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: questa specie si riconosce facilmente per la crescita su sterco, il cappello giallognolo e viscido, tenden-
zialmente emisferico-convesso anche nell’adulto, per il gambo viscido e con anello. Si differenzia da Psilocybe
luteonitens, che ha il cappello più campanulato, di colore bruno-ocra-rossastro, con umbone acuto prominente,
a papilla, e basidi bisporici. Psilocybe coprophila e Psilocybe merdaria crescono anch’esse su sterco, ma presen-
tano il cappello bruno-ocra-fulvastro, spore un po’ romboidali, con proflo angoloso, e sono privi di chrisocistidi.

170 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tubaria hiemalis Romagn. ex Bon 1973

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Strophariaceae

Cappello: 1-4 cm, quasi membranaceo, dappri- fbrille bianche su fondo ocra-fulvastro, gial-
ma convesso, piano-convesso, poi appianato, lo-ocra.
anche un po’ depresso al centro, con il margine Carne: esigua, concolore alle superfci; odo-
da regolare a sinuoso-lobato, spesso arricciato e re da fungino a rafanoide, sapore dolce.
rivolto verso l’alto, un po’ striato se umido; igro- Spore: bruno-ocra in massa, ellissoidali, li-
fano, glabro o con esigui focchi bianchi verso il sce, 6,5-9,5 × 4,5-5,5 µm. Cheilocistidi cilin-
margine, di colore fulvo, bruno-rossastro, ocra- drici-capitulati.
giallognolo pallido se asciutto. Habitat: cresce da gregaria a subcespitosa
Lamelle: adnate al gambo, non ftte, di co- su residui di legno e foglie marcescenti, nei
lore ocra-fulvastro, bruno-fulvastro. parchi e giardini di città, dal tardo autun-
Gambo: 2-4 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, incur- no alla primavera, principalmente a dicem-
vato, spesso compresso, con feltro miceliare bre-gennaio. Molto comune e diffusa.
bianco alla base; concolore al cappello, con Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Tubaria hiemalis è la specie più comune di questo genere, facile da rinvenire tra residui legnosi nei parchi
e perlopiù nel periodo invernale, caratteristica quest’ultima di notevole aiuto per la determinazione. Altri carat-
teri che consentono di riconoscerla sono: la taglia abbastanza considerevole per il genere in questione, il colore
bruno-ocra-rossastro più o meno in ogni parte, il margine del cappello striato se umido e cheilocistidi cilindrici
con apice più o meno capitulato. Tubaria furfuracea è quasi un sosia e dovrebbe distinguersi per la taglia più
piccola, il cappello pruinoso, i cistidi cilindrici senza apice capitulato, e per la crescita in genere terricola.

Parte iconografca e descrittiva 171


Crepidotus autochthonus J.E. Lange 1938

siNoNimo: Crepidotus fragilis Joss. 1937


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Crepidotaceae

Cappello: 2-6 cm, carnoso, fabelliforme, a le, in tal caso è bianco e piuttosto feltrato,
forma di ventaglio o di conchiglia, con il mar- irsuto.
gine rivolto verso il basso, sinuoso-lobato, ta- Carne: poco spessa, piuttosto fragile, bian-
lora lacerato; asciutto, glabro, tomentoso, di ca; odore farinoso, di cocomero o buccia di
aspetto sericeo, un po’ fbrilloso, biancastro, anguria, sapore dolciastro.
bianco-grigio argenteo, soffuso di giallo-ar- Spore: bruno terroso in massa, ellissoida-
gilla se umido. li-amigdaliformi, lisce, 7-9 × 5-6 µm.
Lamelle: confuenti nel punto con cui il Habitat: cresce subcespitoso o gregario su
cappello è attaccato al substrato, molto ft- terreno presso latifoglie, su residui di legno
te, biancastre nel giovane, poi brune, bruno interrati, ceppaie marcescenti interrate, nei
terroso, color cacao. parchi, ai margini di strade, in estate-autun-
Gambo: pressoché assente, quando presen- no. Poco comune.
te allora rudimentale, molto corto e latera- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: i Crepidotus sono funghi perlopiù sessili, senza gambo oppure con gambo laterale e rudimentale,
appena accennato, in pratica costituiti dal solo cappello a forma di conchiglia o di ventaglio, con spore
bruno-ocra, di piccola taglia e crescenti generalmente su legno. Tra le specie congeneri, Crepidotus au-
tochthonus si fa riconoscere per le notevoli dimensioni per il suo genere, la crescita apparentemente
terricola e per le spore ellissoidali-amigdaliformi e lisce.

172 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius bolaris (Pers. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 2-6 cm, carnoso, dapprima con- bianco-giallognolo, bianco all’apice, ingiallen-
vesso, poi piano-convesso, con umbone largo te per sfregamento, con cortina meglio evi-
e basso, con il margine spesso sinuoso-lobato; dente nei giovani carpofori.
asciutto, non igrofano, squamoso, con squame Carne: abbastanza spessa, biancastra, giallo
di colore rosso rame, rosso-arancio, rosso lateri- zafferano alla base del gambo, ingiallente a
zio su fondo bianco-giallognolo, giallo-ocra. zone al taglio; odore irrilevante, sapore da
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, mite a leggermente amaro.
non tanto ftte, giallo-ocra nel giovane, color Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
cannella, poi bruno-ocra rugginose. dali-subsferiche, verrucose, 6,5-7,5 × 5-6 µm.
Gambo: 3-7 × 0,5-1,2 cm, cilindrico, con la Habitat: cresce gregario, talora due o più
base piuttosto variabile, da attenuata a bul- esemplari uniti per la base del gambo, nei
bosa arrotondata, spesso incurvato, talvolta boschi di latifoglie, prediligendo le faggete,
anche compresso; squamoso, concolore al in estate e in autunno. Abbastanza comune.
cappello, con squame rosso rame su fondo Commestibilitˆ: tossico.

Note: Cortinarius bolaris si fa riconoscere piuttosto facilmente per il cappello e il gambo caratteristi-
camente ricoperti di squame rosso rame su sfondo bianco-giallognolo, per l’ingiallimento delle superfci
per sfregamento e della carne al taglio. Cortinarius rubicundulus, molto simile e abbastanza raro, ha
anch’esso la carne ingiallente ma è più robusto, ha squame più sul brunastro, cheilocistidi cilindrici con
contenuto bruno-rossastro, spore più lunghe e più strette, ellissoidali-amigdaliformi.

Parte iconografca e descrittiva 173


Cortinarius camphoratus (Fr. : Fr.) Fr. 1838

siNoNimo: Cortinarius camphoratus var. mediosporus Bidaud 2002


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- violaceo, nell’adulto macchiato di giallo-bru-
sferico, emisferico-convesso, poi piano-con- no, con cortina.
vesso, piano, spesso ondulato, con o senza Carne: cospicua, soda, violacea, viola-lilla,
umbone, con il margine sinuoso nell’adulto; spesso marmorizzata da chiazze o venature
asciutto, non igrofano, sericeo, fnemente biancastre, soffusa di giallo-ocra alla base del
fbrilloso, di colore viola-lilla pallido nel gio- gambo; odore molto sgradevole, di pelle di
vane, poi da bianco argento, bianco-ocra gri- patate marcescenti, sapore sgradevole.
giognolo, fno a crema-ocra. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoida-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, li-amigdaliformi, verrucose, 8,5-10 × 5,5-6,5 µm.
nel giovane viola, viola-lilla, poi brune, bru- Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
no-viola. esemplari perlopiù nei boschi di conifere di
Gambo: 5-10 × 1-2,5 cm, cilindrico-clavato, montagna, raramente anche nei boschi di la-
claviforme, anche fusiforme, con la base da tifoglie, predilige l’abete rosso, in estate e in
dilatata ad attenuata; fbrilloso-foccoso, autunno. Piuttosto comune e diffuso.
sericeo, viola-bluastro all’apice, con residui Commestibilitˆ: non commestibile.
foccosi-fbrillosi di velo bianco-lilla su fondo
Note: il forte odore sgradevole, nauseante, associato al colore viola delle lamelle e della carne, consente di rico-
noscere questa specie tra tutte le Sericeocybe. Lo si può confondere con Cortinarius traganus, simile per aspetto
ma con forte e poco gradevole odore richiamante le pere, con lamelle e carne di colore bruno-ocra, giallo-ocra.

174 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius elegantior (Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emi- giallo-verde chiaro, con residui di velo f-
sferico, emisferico-convesso, poi piano-con- brillosi, con cortina estesa fno alla base nel
vesso, appianato, un po’ ondulato, con il mar- giovane.
gine involuto; viscido, glutinoso con il tempo Carne: molto spessa, soda, biancastra, bian-
umido, fbrilloso, lucido, di colore bruno-gial- co-giallognola, giallo-arancio nel bulbo, con
lo olivastro più o meno uniforme, percorso NaOH vira al rosa alla base del gambo; odore
da minute fbrille innate, al centro spesso irrilevante, sapore mite.
con piccole squame rosso-brune. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, citri-
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, di colo- formi, verrucose, 13-16 × 7,5-9 µm.
re giallo pallido, giallo cera, poi giallo-bruno. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 5-10 × 1,5-3 cm, robusto, cilindri- boschi di conifere di montagna, prediligendo
co, con la base bulbosa marginata o submar- i boschi di abete rosso e bianco, in estate-au-
ginata larga fno a 4,5 cm; asciutto, fbrillo- tunno. Abbastanza comune e diffuso.
so, di colore giallognolo, giallo-biancastro, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Cortinarius elegantior si riconosce per la taglia abbastanza grande, il cappello bruno-giallo uniforme
soffuso di oliva, percorso da fbrille innate (richiamante Amanita phalloides), per le lamelle gialle, la carne
bianco-giallognola e per la crescita nei boschi di conifere di montagna. Cortinarius meinhardii, anch’esso
tipico dei boschi di conifere di montagna, si distingue benissimo a occhio nudo per il cappello più giallognolo
screziato al centro da numerose squame bruno-porpora-nerastre, per la carne gialla e con odore pepato.

Parte iconografca e descrittiva 175


Cortinarius glaucopus (Schaeff. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emi- soffuso di ocra nell’adulto, con cortina estesa
sferico-convesso, poi convesso, piano-con- fno alla base nel giovane.
vesso, con il margine involuto, spesso ondu- Carne: cospicua, molto spessa, soda, bian-
lato; viscido, glutinoso con il tempo umido, castra nel cappello, soffusa di blu-viola nel
fbrilloso, di colore bruno-fulvo olivastro, gambo, ocracea nel bulbo; odore un po’ sgra-
rosso-bruno olivastro più o meno uniforme, devole, sapore mite.
densamente percorso da fbrille più scure in- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
nate, vira al brunastro con NaOH. soidali-amigdaliformi, verrucose, 7,5-9 × 4,5-5,5
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, µm.
di colore violetto, blu-lilla, grigio-violetto. Habitat: cresce gregario, spesso subcespi-
Gambo: 5-8 × 1,5-2,5 cm, robusto, cilindri- toso, generalmente nei boschi di conifere
co, con base bulbosa più o meno marginata di montagna, in estate-autunno. Comune e
larga fno a 3,5 cm; asciutto, fbrilloso, di co- diffuso.
lore violetto, grigio-bluastro, blu-lilla, spesso Commestibilità: non commestibile.

Note: è capostipite di un piccolo gruppo di Phlegmacium caratterizzati dal cappello più o meno ocra-bruno
olivastro, virante al brunastro con NaOH, dalle lamelle blu-viola, dal gambo con toni blu-violacei e con base
bulbosa. Tra queste specie, C. glaucopus si fa riconoscere per il cappello sul bruno olivastro, densamente per-
corso da fbrille innate, per la crescita in genere nei boschi di conifere di montagna, ma soprattutto per le spore
piuttosto piccole. Cortinarius magicus è un sosia con spore un po’ più grandi che cresce nei boschi di latifoglie.

176 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius infractus (Pers. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente emi- asciutto, fbrilloso, grigio-bruno pallido,
sferico-convesso, poi piano-convesso, piano, soffuso di olivastro, bianco-ocra alla base,
con umbone ottuso piuttosto ampio, con il spesso più o meno viola-blu verso l’alto, con
margine involuto; viscido con il tempo umi- cortina.
do, glabro, di colore grigio-bruno olivastro, Carne: abbastanza spessa, da bianco sporco
verde-bruno bistro, con fbrille e guttule ac- a grigio oliva pallido, spesso violetta all’apice
quose innate più scure. del gambo, con NaOH vira al grigiastro; odo-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ab- re irrilevante, sapore molto amaro.
bastanza ftte, di colore bruno bistro oliva- Spore: bruno rugginose in massa, subsferi-
stro, bruno-grigio piuttosto scuro già da gio- che, verrucose, 7-8,5 × 6-6,5 µm.
vane, talvolta con toni violacei. Habitat: cresce gregario nei boschi, sia di
Gambo: 4-10 × 1-2 cm, cilindrico-clavato, conifere sia di latifoglie, in estate e in autun-
claviforme, con la base un po’ dilatata ma no. Abbastanza comune e diffuso.
non bulbosa marginata, spesso incurvato; Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Cortinarius infractus si fa riconoscere facilmente per il colore dominante grigio-bruno olivastro
più o meno in ogni parte, soprattutto nelle lamelle, e per il sapore molto amaro. Cortinarius infractus
var. obscurocyaneus si distingue dal tipo per il cappello notevolmente più scuro, per le lamelle e parte
alta del gambo dai toni violacei.

Parte iconografca e descrittiva 177


Cortinarius ionochlorus Maire 1937

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmen- con cospicui residui fbrillosi di velo, con cor-
te emisferico-convesso, poi convesso, pia- tina gialla estesa fno alla base nel giovane.
no-convesso, con il margine a lungo invo- Carne: abbastanza spessa, soda, di colore
luto; viscido, glutinoso con il tempo umido, giallo-verde olivastra, in genere più scura nel
lucido, foccoso-squamoso, quasi fbrilloso, di bulbo, talora soffusa di lilla in mezzo al gam-
colore verdastro, giallo-verde olivastro, co- bo; odore leggermente pepato, sapore mite.
sparso da focchi o squame-fbrillose brune Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
provenienti dal velo generale. daliformi, verrucose, 9,5-11,5 × 5,5-6,5 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, di co- Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
lore violetto, viola-lilla nel giovane. nei boschi di latifoglie di zone mediterranee,
Gambo: 4-7 × 1-1,8 cm, cilindrico, con base prediligendo i boschi di quercie, in estate-au-
bulbosa marginata larga fno a 3 cm; asciut- tunno. Raro.
to, fbrilloso, di colore giallo, giallo olivastro, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Cortinarius ionochlorus è senza dubbio uno dei più bei funghi esistenti. L’appariscente contrasto
del bellissimo colore violetto delle lamelle con il cappello e gambo colorati di giallo-verde, consente di ri-
conoscere facilmente questa specie. Cortinarius odoratus è un sosia con lamelle più sul giallo oliva e con
gradevolissimo odore di zucchero flato (di Hebeloma sacchariolens), e cresce nello stesso habitat, talora
nelle immediate vicinanze di C. ionochlorus.

178 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius largus Fr. 1838

siNoNimo: Cortinarius lividoviolaceus Rob. Henry 1987 ss. auct.


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-12 cm, molto carnoso, dapprima violetto pallido, con cortina ben evidente nel
emisferico-convesso, poi convesso, piano-con- giovane.
vesso, con o senza umbone, con il margine invo- Carne: piuttosto spessa, soda, biancastra,
luto; quasi asciutto, leggermente viscido con il lilla-viola nel cappello e all’apice del gambo,
tempo umido, glabro, sericeo, fbrilloso, nel gio- con tendenza a sbiancare dopo il taglio, con
vane di colore lilla-viola, passante al bruno-ful- NaOH vira al giallo vivace; odore leggermen-
vo-giallognolo incominciando dal centro con la te dolciastro, di pasta di pane un po’ rancida,
crescita, con il margine a lungo lilla-violetto. sapore dolce, astringente.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
viola-lilla nel giovane, poi bruno argilla, bruno daliformi, verrucose, 10-12,5 × 5-6,5 µm.
rugginose con rifessi violetti. Habitat: cresce gregario nei boschi di lati-
Gambo: 7-12 × 1,5-2,5 cm, robusto, cilindri- foglie, soprattutto presso il faggio, in esta-
co-clavato, spesso incurvato, con la base at- te-autunno. Comune.
tenuata; asciutto, fbrilloso, biancastro, lilla- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Cortinarius largus, per il mutare del colore del cappello con la crescita e per la reazione al giallo
della carne con NaOH, appartiene al gruppo del Cortinarius variicolor, e si distingue da quest’ultimo per
l’assenza di odore terroso, per la carne sbiancante all’aria e per la crescita sotto il faggio. C. variicolor e
Cortinarius nemorensis emanano un forte e sgradevole odore terroso; il primo cresce nei boschi di coni-
fere di montagna, il secondo nei boschi di latifoglie.

Parte iconografca e descrittiva 179


Cortinarius limonius (Fr. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 2-8 cm, poco carnoso, dapprima ricoperto di residui di velo giallo-arancio, con
emisferico-campanulato, poi piano-convesso, cortina giallognola, meglio evidente nei gio-
con umbone largo e basso, con il margine spes- vani carpofori.
so sinuoso; igrofano, liscio al centro, fnemente Carne: poco spessa, un po’ fragile, di colore
squamoso verso il margine, di colore giallo-aran- giallo-arancio, bruno-arancio zafferano verso la
cio, giallo-rossastro, spesso screziato di bruna- base del gambo; odore irrilevante, sapore dolce.
stro, giallo albicocca con il tempo secco. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, subra- soidali-subsferiche, verrucose, 7,5-9 × 6-7 µm.
de, spesso venose alla base, gialle nel giova- Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
ne, poi giallo-ocra rugginose. nifere di montagna, principalmente di abe-
Gambo: 4-8 × 0,7-2 cm, cilindrico, talora te rosso, nel muschio tra mirtilli ed erica,
leggermente fusiforme, con la base attenua- in estate e in autunno, più frequente in lu-
ta, spesso incurvato; feltrato-squamoso, gial- glio-agosto. Abbastanza comune.
lognolo verso l’alto, bruno-arancio alla base, Commestibilitˆ: tossico.

Note: è capofla di un gruppetto di Cortinarius che costituisce la sezione Limonei del sottogenere Cortinarius,
caratterizzati dai colori gialli, giallo-bruni, giallo-arancio in ogni parte. Fra questi, C. limonius si fa riconoscere
per il cappello igrofano e per il gambo con la base attenuata. C. callisteus si distingue per il cappello non
igrofano e per il gambo claviforme, con la base dilatata. C. tophaceus cresce nei boschi di latifoglie, ha carne
del cappello biancastra e odore di ferro surriscaldato, di limatura di ferro, che si sente in un’offcina meccanica.

180 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius malachius (Fr. : Fr.) Fr. 1838

siNoNimo: Cortinarius malachioides P.D. Orton 1958


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente sfondo grigio-ocra soffuso di violetto, for-
campanulato, poi piano-convesso, con um- mante una distinta zona anulare cotonosa,
bone, con il margine spesso lacerato; asciut- con cortina più evidente nel giovane.
to, leggermente igrofano, sericeo, fnemente Carne: abbastanza spessa, tenera e mollic-
squamoso-fbrilloso, di colore grigio-ocra, cia, biancastra, grigio pallido, soffusa di vio-
grigio-lilla con il centro ocraceo, con velo se- la-lilla nella parte alta del gambo, di crema
riceo bianco-argenteo. alla base; odore da subnullo a leggermente
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, poco rafanoide, sapore mite.
ftte, di colore grigio-bruno soffuse di violetto. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
Gambo: 6-12 × 1-2 cm, claviforme, cilindri- dali-amigdaliformi, verrucose, 9-11 × 5,5-6,5 µm.
co-clavato, spesso con base bulbosa arroton- Habitat: cresce gregario nei boschi di conifere
data larga fno a 3,5 cm, incurvato; sericeo, di montagna, generalmente nei boschi di abete
foccoso-fbrilloso, viola-lilla all’apice, ricoper- rosso, in estate-autunno. Abbastanza comune.
to da cospicui focchi di velo biancastro su Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: questa specie si riconosce per il cappello sericeo, di colore grigio-lilla, grigio-ocra, con residui di velo
bianco-argenteo, per il gambo claviforme con base bulbosa ricoperto da focchi bianchi su sfondo grigio-viola,
formanti una distinta zona anulare foccosa, e per la crescita nei boschi di conifere di montagna. Cortinarius
quarciticus è un sosia con il cappello più glabro e con spore più piccole. Cortinarius chevassutii cresce nei
boschi mediterranei di latifoglie e ha la base del gambo bulbosa marginata, richiamante un Phlegmacium.

Parte iconografca e descrittiva 181


Cortinarius odorifer Britzelm. 1885

siNoNimo: Phlegmacium odorifer (Britzelm.) M.M. Moser 1960


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima emi- cm; asciutto, fbrilloso, di colore giallo-verde,
sferico-convesso, poi piano-convesso, appia- soffuso di bruno-arancio sul bulbo, con corti-
nato, con o senza umbone, con il margine na estesa fno alla base.
involuto nel giovane; viscido, glutinoso con Carne: cospicua, soda, di colore giallo-verde
il tempo umido, glabro, lucido, di colore in ogni parte, con NaOH vira al rosso-bruno;
bruno-grigio olivastro, bruno-arancio, bru- odore di anice, sapore dolce.
no-rossiccio ramato al centro, da giallo, gial- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
lo-grigio olivastro, a lilla-viola al margine. daliformi-citriformi, verrucose, 10,5-12 × 6-7
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, nel µm.
giovane di colore giallo, giallo-verde, giallo-o- Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
liva, poi giallo-ocra rugginose. nifere di montagna, predilige l’abete rosso e
Gambo: 4-8 × 1-2 cm, cilindrico, con la base bianco, in estate-autunno. Piuttosto comune.
bulbosa più o meno marginata larga fno a 3 Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: i Cortinarius con il cappello viscido e il gambo asciutto sono sistemati nel sottogenere Phlegma-
cium, tutti carnosi e in maggioranza con il gambo munito di un caratteristico bulbo più o meno margi-
nato. Tra le numerose specie simili, Cortinarius odorifer si fa riconoscere piuttosto facilmente per via del
caratteristico odore di anice. Cortinarius orichalceus (= Cortinarius cupreorufus) è molto simile, ma ha
carne biancastra e senza odore di anice.

182 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius olidus J.E. Lange 1935

siNoNimo: Cortinarius cliducus Fr. 1838


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 4-8 cm, carnoso, dapprima emisfe- la base; asciutto, foccoso, zebrato, bianco
rico, emisferico-convesso, poi piano-convesso, all’apice, ricoperto da focchi submembranosi
con o senza umbone, con il margine involuto; gialli, giallo-ocra su fondo bianco, con corti-
viscido, glutinoso con il tempo umido, fnemen- na evidente anche nell’adulto.
te squamoso-punteggiato verso il centro, areo- Carne: cospicua, soda, bianca, talvolta sof-
lato con il secco, di colore giallo-ocra olivastro, fusa di grigio-azzurrognolo all’apice del gam-
giallo-bruno olivastro, con piccole squame o bo; odore terroso, di barba di granoturco,
punteggiature bruno oliva su fondo giallo-ocra. sapore mite.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ft- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
te, biancastre, argilla pallido nel giovane, dali-amigdaliformi, verrucose, 9-11 × 5-6 µm.
talvolta soffuse di grigio-azzurrognolo, poi Habitat: cresce gregario nei boschi di lati-
bruno-ocra rugginose. foglie, specialmente di quercia e di faggio, in
Gambo: 5-9 × 1-2,5 cm, cilindrico-clavato, estate-autunno. Non tanto comune.
claviforme, progressivamente dilatato verso Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: i Phlegmacium con lamelle biancastre, argilla pallido, e con il gambo cilindrico-clavato, ricoperto
da residui di velo generale giallo o brunastro, costituiscono la sezione Triumphantes. Tra questi, Cortina-
rius olidus si riconosce per il gambo decorato da placche di focchi gialli e per l’odore terroso. Cortinarius
triumphans cresce presso la betulla, non ha odore terroso, ha il cappello giallo-ocra-fulvastro e residui di
velo sul gambo a bande subanuliformi.

Parte iconografca e descrittiva 183


Cortinarius orellanus Fr. 1838

siNoNimo: Dermocybe orellana (Fr.) Ricken 1915


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, dapprima emi- giallo all’apice, con cortina meglio evidente
sferico-campanulato, poi piano-convesso, con nei giovani carpofori.
umbone ottuso, con il margine rivolto verso Carne: poco spessa, di colore ocra-arancio,
il basso; asciutto, non igrofano, opaco, da fel- bruno-fulvo; odore leggermente rafanoide.
trato a fnemente squamoso, di colore bruno Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
mattone, bruno-rossiccio, bruno-arancio. soidali-amigdaliformi, verrucose, 9-12 × 6-7,5
Lamelle: smarginate al gambo, abbastanza µm.
rade e spesse, di colore ocra-arancio nel gio- Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
vane, poi bruno mattone, bruno ruggine. boschi di latifoglie, predilige i castagneti e
Gambo: 4-8 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso i querceti, in estate-autunno. Non comune.
con la base attenuata, incurvato; fbrilloso, Commestibilitˆ: tossico, mortale!
con fbrille bruno-rosse su fondo giallognolo,

Note: questa specie si riconosce per il cappello bruno mattone, bruno-rossastro, asciutto e opaco, per le
lamelle spesse, abbastanza rade concolori al cappello, per il gambo con fbrille bruno-rosse su fondo giallo-
gnolo e con cortina. Estremamente pericoloso, sia per la sua bassa dose letale (40 grammi di fungo fresco
sono suffcienti per condurre alla morte un individuo robusto e sano) sia per il lungo periodo di latenza
(talora più di una settimana). Cortinarius speciosissimus (= C. rubellus, C. orellanoides), di uguale tos-
sicità e pericolosità, ha il cappello campanulato e il gambo zebrato da bande gialle su sfondo rosso-bruno.

184 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius pholideus (Fr. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente alla zona anulare, da squame irsute di colore
campanulato, conico-campanulato, poi pia- bruno-fulvo, bruno-nerastre, su sfondo bian-
no-convesso, con o senza umbone, con il castro, con cortina.
margine un po’ eccedente; asciutto, squamo- Carne: abbastanza spessa, soda, bruno-ocra,
so, di colore brunastro, fttamente ricoperto soffusa di viola nella parte alta del gambo;
da squame più o meno irsute di colore bru- odore da subnullo a leggermente aromatico,
no-fulvo, bruno-nerastre al centro, su sfondo sapore mite.
bruno-ocra, giallo-bruno. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, sub-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, poco sferiche, largamente ellissoidali, verrucose,
ftte, di colore blu-viola, poi bruno-violetto. 7-8,5 × 5-6,5 µm.
Gambo: 6-12 × 0,8-1,5 cm, più o meno ci- Habitat: cresce gregario quasi sempre sotto
lindrico, spesso incurvato; notevolmente betulle in zone montane, spesso tra muschio
squamoso, armillato, di colore brunastro, nelle torbiere, in estate-autunno. Non comune.
soffuso di viola-lilla all’apice, ricoperto, fno Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Cortinarius pholideus, tra le numerosissime specie che compongono il genere Cortinarius, si fa riconosce-
re facilmente per il cappello e il gambo vistosamente squamosi, ricoperti da squame irsute brune, bruno-nerastre,
su sfondo più chiaro, richiamante una Pholiota, e per la crescita sotto betulle. Cortinarius spilomeus presenta
squame-foccose di colore rosso-bruno solo sul gambo e verso il margine del cappello. Cortinarius humicola,
molto simile a Pholiota squarrosa, è di colore giallo-arancio e cresce in genere nei boschi di faggio.

Parte iconografca e descrittiva 185


Cortinarius praestans (Cordier) Gillet 1874

siNoNimo: Phlegmacium praestans (Cordier) M.M. Moser 1960


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-20 cm, molto carnoso, inizialmen- dicante, non marginato; asciutto, foccoso,
te subsferico, emisferico-convesso, poi con- di colore biancastro, violaceo all’apice, visto-
vesso, piano-convesso, con il margine a lungo samente ricoperto da residui foccosi di velo
involuto, vistosamente rugoso; viscido con generale, con cortina.
il tempo umido, brillante, fbrilloso, di colore Carne: cospicua, molto spessa, soda, bian-
bruno cioccolato, bruno-fulvo, bruno-violaceo, castra, soffusa di violetto nella parte alta del
bruno vinoso più o meno uniforme, cosparso di gambo; odore e sapore irrilevanti.
residui di velo lilla argenteo di aspetto sericeo. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amigdali-
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, lilaci- formi, verrucose, molto grandi, 14-19 × 8-10 µm.
ne, grigio-viola all’inizio, poi più rugginose. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 6-20 × 2-5 cm, molto robusto, ci- boschi calcarei di latifoglie, prediligendo i bo-
lindrico-fusiforme, claviforme, ventricoso nel schi di faggio, in estate-autunno. Non tanto
giovane, con la base leggermente dilatata in comune.
un bulbo arrotondato, un po’ attenuato-ra- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: è indubbiamente il Cortinarius di taglia maggiore, a volte bastano uno o due carpofori per riempire
un cestino. Cortinarius praestans si fa riconoscere facilmente a colpo d’occhio, oltre per la grande taglia
e robustezza, per il cappello viscido, bruno cioccolata, bruno vinoso, notevolmente rugoso al margine, le
lamelle lilla, grigio-violaceo, e per il gambo biancastro con base dilatata in un bulbo arrotondato-atte-
nuato, non marginato.

186 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius salor Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente ricoperto da un velo glutinoso lilla-violetto,


emisferico-campanulato, poi convesso, pia- lilla-azzurro su fondo bianco, talora comple-
no-convesso, con umbone abbastanza am- tamente bianco o solo leggermente soffuso
pio, con il margine involuto; viscido, gluti- di lilla nell’adulto, con cortina.
noso con il tempo umido, glabro, con fbrille Carne: abbastanza spessa, biancastra, soffusa
innate, di colore violaceo, viola-lilla, lilla-az- di lilla-violetto all’apice del gambo, crema-ocra
zurro, ocra al centro nell’adulto. alla base; odore irrilevante, sapore dolce.
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto Spore: bruno-ocra rugginose in massa, sub-
ftte, lilla-violette nel giovane, poi sporche di sferiche, verrucose, 7-9,5 × 6-8 µm.
bruno-ocra rugginoso. Habitat: cresce gregario in pochi esempla-
Gambo: 5-10 × 1-1,5 cm, claviforme, cilin- ri nei boschi, principalmente di latifoglie ma
drico-clavato, anche fusiforme, dilatato ver- anche di conifere, in estate-autunno. Abba-
so il basso e con la base attenuata, talvolta stanza comune.
subradicante; viscido, glutinoso se umido, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie del sottogenere Myxacium, cioè i Cortinarius con il cappello e il gambo entrambi
viscidi-glutinosi, Cortinarius salor si riconosce per il cappello e le lamelle di colore lilla-viola, lilla-azzurro,
spesso anche nel gambo, e per la carne dolce, non amara. Cortinarius emunctus, strettamente correlato,
ha il cappello più grigiognolo, grigio-lilla, grigio-azzurro pallido. Cortinarius croceocaeruleus è anch’esso
con il cappello violetto, ma ha lamelle ocracee e la carne amara, soprattutto nella cuticola.

Parte iconografca e descrittiva 187


Cortinarius sanguineus (Wulfen : Fr.) Fr. 1838

siNoNimo: Cortinarius puniceus P.D. Orton 1958


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, quasi sangue come il cappello, talvolta rosa-ocra alla
membranaceo, dapprima campanulato-con- base, con cortina evidente nei giovani carpofori.
vesso, poi piano-convesso, infne appianato, Carne: un po’ esigua, sottile, di colore rosso
con umbone ottuso e basso, con il margine sangue, rosso-porpora; odore rafanoide con
un po’ revoluto nell’adulto; asciutto, non igro- componente di legno di cedro, sapore rafa-
fano o solo leggermente, feltrato, fnemente noide, amarognolo.
squamoso, di colore rosso, rosso-sangue in- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
tenso, rosso-porpora soprattutto al centro. soidali, verrucose, 6,5-8 × 4-5 µm. Pigmento
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, non rossastro, solubile in ammoniaca.
tanto ftte, di colore rosso, rosso sangue inten- Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
so già nel giovane, poi rosso-bruno rugginose. fere di montagna, in genere di abete rosso,
Gambo: 4-8 × 0,3-0,6 cm, slanciato, cilindrico, in zone molto umide e muscose, in estate e
talvolta un po’ dilatato alla base, spesso fessuo- in autunno. Abbastanza comune.
so, incurvato; fbrilloso, fbrilloso-foccoso, rosso Commestibilitˆ: tossico.

Note: il portamento da Flammula, in pratica con il gambo esile e slanciato, le lamelle vivacemente colora-
te e la particolare natura chimica del pigmento, solubile in ammoniaca, collocano Cortinarius sanguineus
nel sottogenere Dermocybe. Tra questi, C. sanguineus si riconosce per il colore rosso-sangue intenso in
ogni sua parte. Cortinarius semisanguineus ha anch’esso lamelle rosse, ma il cappello e il gambo sono
giallo-bruni, bruno-arancio olivastri.

188 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius speciosissimus Kühner & Romagn. 1953

siNoNimo: Cortinarius rubellus Cooke 1887 ss. auct.


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente co- residui di velo giallo più o meno disposti a
nico, conico-campanulato, poi piano-conves- forma di bande anulari, con cortina più evi-
so con umbone tendenzialmente acuto, con il dente nel giovane.
margine involuto; asciutto, feltrato, fnemen- Carne: abbastanza spessa, soda, giallastra,
te squamoso, fbrilloso-squamoso, di colore giallo-arancio; odore rafanoide.
bruno-arancio, bruno-rosso, color mattone. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
Lamelle: smarginate al gambo, rade, abba- soidali-subsferiche, verrucose, 8-11 × 7-8,5 µm.
stanza spesse, larghe e ventricose, di colore Habitat: cresce gregario, talora due-tre
giallo-arancio nel giovane, poi bruno-fulvo esemplari uniti per la base del gambo, per-
rugginoso. lopiù nei boschi di conifere, prediligendo i
Gambo: 6-12 × 0,7-1,5 cm, slanciato, cilin- boschi di abete rosso di montagna, raramen-
drico, fusiforme, cilindrico-clavato, con la te sotto latifoglie (come C. orellanoides), in
base attenuata; di colore bruno-ocra, bru- estate-autunno. Non tanto comune.
no-arancio, bruno-rossastro, con cospicui Commestibilitˆ: tossico, mortale!

Note: Cortinarius speciosissimus si riconosce per il cappello asciutto con umbone più o meno acuto, di
colore bruno-fulvo, bruno-arancio, le lamelle spesse e rade, anch’esse di colore bruno-fulvo, bruno-arancio-
ne, il gambo fusiforme, cilindrico-clavato con la base attenuata, concolore al cappello, ornato da residui di
velo giallognolo sotto forma di bande anulari, e per la crescita in genere nei boschi di conifere. Cortinarius
orellanus ha il gambo con fbrille bruno-rosse su sfondo giallognolo e cresce nei boschi di latifoglie.

Parte iconografca e descrittiva 189


Cortinarius traganus (Fr. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 4-10 cm, molto carnoso, dap- so-foccoso, sericeo, di colore viola-lilla, da
prima emisferico, emisferico-convesso, poi biancastro a crema-ocra alla base, con residui
piano-convesso, con o senza umbone, con foccosi-fbrillosi di velo viola-lilla, nell’adulto
il margine involuto; asciutto, non igrofano, macchiato di giallo-bruno, con cortina.
sericeo, lucente, fbrilloso, spesso fnemente Carne: piuttosto spessa, soda, crema-ocra,
squamoso-areolato al centro con il tempo più scura verso la base del gambo, un po’
asciutto, nel giovane di colore viola-lilla palli- marmorizzata; odore forte simile alle pere,
do, argentato, poi ocraceo, grigio-brunastro. poco gradevole, sapore amarognolo.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
ocracee, bruno-ocra già nel giovane, poi bru- dali-amigdaliformi, verrucose, 8-10 × 5,5-6,5 µm.
no-ocra rugginose. Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
Gambo: 5-10 × 1-2,5 cm, claviforme, cilin- esemplari nei boschi di conifere di monta-
drico-clavato, anche fusiforme, con la base gna, prediligendo l’abete rosso, in estate e in
spesso dilatata in un bulbo arrotondato e autunno. Piuttosto comune e diffuso.
un po’ a fttone largo fno a 4 cm; fbrillo- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si fa riconoscere per il forte odore simile alle pere, ma poco gradevole, spesso defnito
in letteratura di caprone, le lamelle bruno-ocra e la carne ocracea, color sughero. C. camphoratus è
piuttosto simile e cresce nello stesso habitat, ma emana uno sgradevolissimo odore di bucce di patate e ha
lamelle violette nel giovane e carne soffusa di viola, soprattutto all’apice del gambo e verso la corteccia.

190 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius triumphans Fr. 1838

siNoNimo: Cortinarius crocolitus Quél. 1880


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-10 cm, carnoso, inizialmente residui di velo sotto forma di grosse squame
emisferico-convesso, poi piano-convesso, giallo-ocra su sfondo biancastro, più abbon-
con largo e basso umbone, con il margine danti e spesso a cercini anuliformi in zona
involuto nel giovane, talora un po’ appendi- anulare, con cortina.
colato per residui di velo; viscido con il tem- Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra,
po umido, da liscio a fnemente squamoso, spesso soffusa di giallo-ocra nel gambo, con
un po’ gibboso, di colore giallo, giallo-ocra, NaOH vira al giallo; odore subnullo o legger-
bruno-fulvo al centro, più pallido al margine. mente terroso, sapore mite.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bian- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
co-ocra, grigio-argilla, talora soffuse di blu-lilla. daliformi, verrucose, 10,5-13,5 × 6-7,5 µm.
Gambo: 6-12 × 1,2-2,5 cm, da cilindrico a Habitat: cresce gregario (talora due-tre esem-
claviforme, anche un po’ fusiforme con la plari sono uniti per la base del gambo), in asso-
base attenuata, quasi radicante, non bulbosa; ciazione con betulle, in estate-autunno. Poco
asciutto, squamoso, notevolmente foccoso, comune.
di colore giallo-ocra, coperto da abbondanti Commestibilitˆ: commestibile.
Note: questa specie si riconosce per il cappello giallo, giallo-ocra, le lamelle grigio-argilla, talora soffuse di blu-lilla, il
gambo da cilindrico-clavato a subfusiforme, senza base bulbosa, coperto da abbondanti residui di velo generale sotto
forma di grosse bande giallo-ocra (richiamante Amanita vittadini) e per la crescita sempre sotto le betulle. Corti-
narius saginus ha il cappello più colorato di bruno-arancio, con focchi bruno-ocra, e cresce nei boschi di conifere.

Parte iconografca e descrittiva 191


Cortinarius trivialis J.E. Lange 1940

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima emi- all’apice, più bruno-rossastro verso la base,
sferico-campanulato, poi piano-convesso, notevolmente zebrato, inguainato da ban-
piano, con umbone ottuso e basso, con il de o cercini glutinosi di colore bruno-ocra,
margine involuto, talvolta sinuoso nell’adul- ocra-lilla, con cortina.
to; molto glutinoso con il tempo umido, Carne: abbastanza spessa, biancastra, bian-
brillante, di colore bruno-ocra olivastro, bru- co-crema, crema-ocra alla base del gambo;
no-rossastro, più scuro al centro, giallo-ocra odore subnullo, sapore dolce.
verso il margine. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
Lamelle: adnate al gambo, ftte, nel giovane soidali-amigdaliformi, verrucose, 12-15 × 7,5-8,5
bianco-crema, grigio-lilla, poi bruno argilla, µm.
bruno-ocra rugginose. Habitat: cresce gregario nei boschi di latifo-
Gambo: 6-10 × 1-2 cm, cilindrico, talvolta glie, prediligendo i castagneti e i querceti, in
leggermente attenuato alla base; molto gluti- estate e in autunno. Comune e diffuso.
noso, dello stesso colore del cappello, bianco Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Cortinarius trivialis si riconosce abbastanza agevolmente per il cappello glutinoso di colore bru-
no-ocra-rossastro, il gambo caratteristicamente zebrato da grossolane bande o cercini glutinosi di colore
bruno-ocra, ocra-lilla. Cortinarius elatior (= C. lividoochraceus), simile per colorazione pileica, ha il
margine del cappello notevolmente striato-rugoso e gambo fusiforme, con base distintamente attenuata.

192 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius variicolor (Pers. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-10 cm, molto carnoso, dapprima loso, foccoso, nel giovane di colore lilla-viola,
emisferico-convesso, poi convesso, piano-con- grigio-violetto, presto imbrunente a incomin-
vesso, con o senza umbone, con il margine ciare dalla base, con cortina biancastra.
involuto; quasi asciutto, leggermente viscido Carne: piuttosto spessa, soda, bianco-crema
con il tempo umido, glabro, sericeo, fbrilloso, nel cappello e alla base del gambo, violetta
talora screpolato, di colore viola nel giovane, altrove, con NaOH vira al giallo vivace; odore
poi imbrunisce incominciando dal centro, con terroso molto forte, sgradevole, sapore terroso.
il margine a lungo violetto. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, daliformi, verrucose, 10-12,5 × 5-6,5 µm.
viola nel giovane, poi bruno rugginose con Habitat: cresce gregario, talora subcespito-
rifessi violetti. so, nei boschi di conifere di montagna, predi-
Gambo: 5-10 × 1,5-2,5 cm, robusto, cilindri- ligendo l’abete rosso, in estate e in autunno.
co-clavato, ventricoso, spesso con la base dila- Abbastanza comune.
tata ma non bulbosa marginata; asciutto, fbril- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: alcuni Phlegmacium, perlopiù con il cappello da quasi asciutto a leggermente viscido, hanno la carne
che con soluzione alcalina (KOH o NaOH) vira al giallo vivace, oppure al giallo-bruno con bordatura gialla, ca-
ratteristica che li colloca nella sezione Variicolores di cui Cortinarius variicolor ne è il capostipite. Tra questi, C.
variicolor si riconosce per il cappello violaceo nel giovane che imbrunisce con la crescita, il forte odore di polvere
di terra, il viraggio al giallo vivace della carne con NaOH e per la crescita nei boschi di conifere di montagna.

Parte iconografca e descrittiva 193


Cortinarius varius (Schaeff. : Fr.) Fr. 1838

siNoNimo: Cortinarius decolorans (Pers.) Fr. 1838


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente asciutto, da liscio a fnemente fbrilloso-foc-


emisferico-convesso, poi piano-convesso, coso, di colore biancastro, talora soffuso di
con o senza umbone, con il margine involu- blu pallido, con lievi residui di velo crema-o-
to nel giovane; viscido con il tempo umido, cra chiaro, con cortina.
glabro, di colore giallo-ocra, giallo-arancio, Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra,
bruno-fulvo al centro, più pallido al mar- virante al giallo vivace con NaOH; odore gra-
gine. devole leggero, sapore mite.
Lamelle: smarginate al gambo, abbastanza Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
ftte, di colore viola-lilacino, blu-viola più o daliformi, verrucose, 9,5-12 × 5,5-6,5 µm.
meno diluito nel giovane. Habitat: cresce gregario nei boschi di abete
Gambo: 4-8 × 1-2 cm, claviforme, progressi- rosso di montagna, in estate-autunno. Co-
vamente dilatato verso il basso, con la base mune e diffuso.
quasi bulbosa arrotondata e rastremata; Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: Cortinarius varius si fa riconoscere per il cappello viscido di colore giallo-ocra-rossastro, le lamelle
colorate di blu-lilla più o meno intenso, il gambo claviforme biancastro, la carne virante al giallo vivace
con reattivi alcalini (KOH o NaOH) e per la crescita nei boschi di abete rosso di montagna. Nei boschi di
latifoglie di zone mediterranee, esso viene sostituito dal sosia Cortinarius variiformis (forse riconducibile
a una forma delle latifoglie di C. varius), con velo sul gambo più marcato e con reazione della carne con
NaOH meno distinta, sul giallo-ocra.

194 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cortinarius venetus (Fr. : Fr.) Fr. 1838

siNoNimo: Cortinarius venetus var. montanus M.M. Moser 1970


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 2-6 cm, carnoso, inizialmente no oliva, con residui fbrillosi di velo giallo oli-
emisferico-convesso, poi piano-convesso, va, con cortina più evidente nel giovane.
appianato, con basso umbone ottuso, talora Carne: abbastanza spessa, soda, olivastra,
leggermente depresso; asciutto, leggermente giallo-verde oliva; odore leggermente rafa-
igrofano, feltrato, fnemente squamoso, f- noide, sapore mite, un po’ astringente.
brilloso-squamoso, di colore olivastro, bruno- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, sub-
verdognolo, bruno-giallo oliva, bruno-arancio sferiche, verrucose, 6-7,5 × 5-6 µm.
olivastro. Habitat: cresce gregario (talora due-tre
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, poco esemplari uniti per la base del gambo), nei
ftte, di colore olivastro, bruno-giallo oliva. boschi di conifere di montagna, prediligendo
Gambo: 3-8 × 0,5-1 cm, cilindrico, cilindri- i boschi di abete rosso, meno frequente nei
co-clavato, leggermente dilatato verso la base, boschi di latifoglie, in estate-autunno. Abba-
talora un po’ fusiforme con la base attenuata; stanza comune.
fbrilloso, di colore giallo-verde olivastro, bru- Commestibilitˆ: tossico.

Note: questa specie si riconosce per il cappello asciutto, fnemente feltrato-squamoso, di colore olivastro,
bruno-giallo-verde, e per lamelle, gambo e carne anch’essi olivastri. Cortinarius cotoneus è molto simile
ma produce carpofori più robusti, con il gambo di spessore maggiore, più clavato, e cresce esclusivamente
sotto latifoglie. Altra specie molto simile è Cortinarius melanotus, distinto almeno per il caratteristico
odore di prezzemolo.

Parte iconografca e descrittiva 195


Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray 1821

PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima cam- sericeo, talvolta zebrato-zonato, concolore al
panulato-convesso, poi convesso, piano-con- cappello, con cortina, più evidente nei giova-
vesso, spesso con umbone ottuso abbastanza ni carpofori.
ampio, con il margine involuto, un po’ ecce- Carne: abbastanza spessa, soda, di colore
dente le lamelle; asciutto, non igrofano, opa- viola, viola-lilla, marmorizzata; odore di le-
co, feltrato, fnemente squamoso, di colore gno di cedro, di cuoio di Russia, richiamante
viola, viola-bluastro, spesso soffuso di bru- l’odore del legno delle matite, sapore sgra-
no-porpora. devole.
Lamelle: smarginate al gambo, un po’ rade, Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
nel giovane viola come il cappello, poi porpo- soidali-amigdaliformi, verrucose, 12-16 × 7-8,5
ra-viola, bruno rugginose. µm. Cistidi lageniformi-fusiformi.
Gambo: 8-12 × 1-2,5 cm, claviforme, cilin- Habitat: cresce gregario o subsolitario nei
drico-clavato, dilatato verso il basso, con la boschi di latifoglie, in estate-autunno. Abba-
base bulbosa arrotondata e ricoperta da fel- stanza comune.
tro miceliare lilla-viola; fbrilloso, di aspetto Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: fra i numerosissimi Cortinarius carnosi e di taglia considerevole, questa specie si fa riconoscere fa-
cilmente per il colore viola scuro, viola-bluastro in ogni sua parte. Cortinarius hercynicus (= Cortinarius
violaceus subsp. hercynicus) è un perfetto sosia, cresce nei boschi di conifere ed è distinto per le spore
più corte e più larghe.

196 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Galerina marginata (Batsch : Fr.) KŸhner 1935

siNoNimo: Galerina unicolor (Vahl : Fr.) Singer 1936


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 1,5-4 cm, quasi membranaceo, lo anello submembranoso aderente al gambo,


dapprima emisferico-convesso, poi pia- esiguo e talora fugace, meglio evidente in
no-convesso, infne appianato, con o senza esemplari giovani.
umbone, con il margine striato se umido; Carne: esigua, tenera, concolore alle superf-
igrofano, glabro, di colore bruno-ocra-aran- ci; odore da farinoso a leggermente rafanoide.
cio, bruno-rossastro, passante al giallo-ocra Spore: bruno-ocra rugginose in massa, el-
con la disidratazione. lissoidali-ovoidali, verrucose, con plaga ilare,
Lamelle: adnate al gambo, non ftte, ocra- leggermente caliptrate, 8-10,5 × 5-6,5 µm.
cee, poi bruno-ocra rugginose. Cistidi lageniformi.
Gambo: 3-6 × 0,2-0,6 cm, cilindrico, talo- Habitat: cresce gregaria, talora a picco-
ra incurvato; abbastanza rigido, fnemente li cespi, su residui di legno o ceppaie mar-
fbrilloso-foccoso, pruinoso all’apice, di co- cescenti di conifere, prediligendo i boschi di
lore bruno-ocra, giallo-bruno, tendente a abete rosso di montagna, in estate-autunno.
imbrunire con la crescita fno al bruno-rossa- Non tanto comune.
stro, bruno-nerastro verso la base, con picco- Commestibilitˆ: tossico, mortale!
Note: Galerina marginata si riconosce per il cappello bruno-ocra-rossastro, il gambo fbrilloso-foccoso di bian-
co su sfondo bruno-ocra, bruno-nerastro, con piccolo anello submembranoso, la carne con odore farinoso-rafa-
noide e per le spore bruno-ocra verrucose e leggermente caliptrate. Kuehneromyces mutabilis cresce cespitosa
e non ha odore di farina, ha il gambo più armillato e le spore praticamente lisce e con poro germinativo.

Parte iconografca e descrittiva 197


Gymnopilus penetrans (Fr. : Fr.) Murrill 1912

siNoNimo: Flammula penetrans (Fr. : Fr.) Quél. 1886


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dapprima stri, più evidenti in zona anulare e alla base.
convesso, poi piano-convesso, con il centro Carne: poco spessa, consistente, crema-giallo
da appianato a leggermente umbonato, con il pallido nel cappello, bruno rugginoso alla base del
margine spesso sinuoso; igrofano, glabro, liscio, gambo, diventa bruno-nera con soluzione alcali-
fbrilloso, di colore giallo-arancio, giallo-ocra, na (NaOH); odore subnullo, sapore amarognolo.
bruno-arancio, spesso screziato di bruno. Spore: giallo-ocra rugginose in massa, ellissoi-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, dali, verrucose, 6,5-9 × 4-5,5 µm. Cheilocistidi
di colore giallo chiaro, poi giallo-ocra e mac- lageniformi con apice leggermente capitulato;
chiate di ruggine soprattutto sul flo. si colorano di verde-blu con il blu cotone.
Gambo: 3-7 × 0,4-0,7 cm, cilindrico, con la Habitat: cresce a piccoli cespi o gregario
base un po’ dilatata, talora un po’ radicante, su legno di conifera, prediligendo le ceppaie
spesso incurvato; fbrilloso, giallo-ocra nel gio- marcescenti di pini e di abete bianco, in esta-
vane, passante al bruno-arancio rugginoso con te-autunno. Comune.
la crescita, con residui di velo fbrillosi bianca- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie congeneri che crescono su legno di conifera, Gymnopilus penetrans si fa riconoscere
per il cappello giallo-arancio, igrofano, liscio, spesso screziato da macchie brune, e per le lamelle che si
macchiano di bruno rugginoso con la crescita. Gymnopilus hybridus, di non facile separazione, tanto
da essere considerato sinonimo da alcuni AA., può essere distinto per il cappello non screziato da macchie
brune e per le lamelle non maculate di ruggine nell’adulto.

198 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hebeloma mesophaeum (Pers.) Quél. 1872

siNoNimo: Hebeloma mesophaeum f. holophaeum (Fr.) Quadr. 1984


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, inizial- residui di velo, con cortina, evidente nel gio-
mente campanulato-convesso, poi piano e vane al momento dell’apertura del cappello.
con umbone ottuso; viscido con il tempo Carne: poco spessa, un po’ esigua, brunastra,
umido, glabro al centro, fbrilloso-lanoso al più scura verso la base del gambo; odore da
margine, di colore molto variabile, bruno-ful- subnullo a leggermente rafanoide al taglio, un
vo, bruno-ocra, bruno-castano fno al bruno- po’ sgradevole nell’adulto, sapore amarognolo.
nerastro al centro, nettamente decolorato Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali, ap-
al margine per la presenza di residui di velo parentemente lisce, punteggiate a forti ingran-
crema-ocra pallido, crema-biancastro. dimenti, 8,5-11 × 5-6,5 µm, non destrinoidi.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bianca- Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
stre, crema argilla, poi brunastre. fere, prediligendo l’abete rosso, più raramen-
Gambo: 3-7 × 0,3-0,6 cm, cilindrico, slancia- te nei boschi di latifoglie, frequente anche
to, spesso un po’ incurvato, fstoloso; di colore nei parchi e giardini, in autunno. Abbastanza
crema-ocra, biancastro all’apice, imbrunente a comune e diffuso.
incominciare dalla base, fbrilloso-lanoso per Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: fra gli Hebeloma con cortina, Hebeloma mesophaeum si fa riconoscere per il cappello umbonato con il
margine nettamente decolorato rispetto al centro, per le spore ellissoidali quasi lisce, non destrinoidi e minori di
11 µm. Di questa specie sono state fatte diverse varietà, tutte con caratteri microscopici sovrapponibili, distinte so-
prattutto per la variabilità cromatica del cappello e/o del gambo e per la più o meno abbondanza dei residui di veli.

Parte iconografca e descrittiva 199


Hebeloma sacchariolens Quél. 1880

siNoNimo: Hebeloma pallidoluctuosum Gröger & Zsch. 1984


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, inizialmente Carne: poco spessa, biancastra, bianco-cre-
convesso, poi da piano-convesso a piano, con ma; odore aromatico dolciastro di zucchero
umbone ottuso, sinuoso-gibboso, con il mar- flato o di fori di arancio, un po’ rafanoide al
gine da regolare a sinuoso-lobato; viscido con taglio, sapore amaro.
il tempo umido, glabro, di colore crema-ocra Spore: bruno tabacco in massa, amigdali-
pallido, alutaceo, ocra-brunastro al centro. formi, verrucose, leggermente caliptrate,
Lamelle: smarginate al gambo, quasi rade, 10-14,5 × 6,5-8,5 µm, destrinoidi.
piuttosto larghe e ventricose, inizialmente ocra Habitat: cresce gregario o a piccoli cespi
carnicine, poi bruno-cannella, bruno tabacco. nei boschi di latifoglie, più frequente nei
Gambo: 4-7 × 0,3-0,8 cm, cilindrico, spesso parchi, giardini e aiuole di città, dalla tarda
incurvato; pruinoso all’apice, fbrilloso verso primavera all’autunno. Abbastanza comune
il basso, biancastro, bianco carnicino, soffuso e diffuso.
di bruno a incominciare dalla base. Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Hebeloma sacchariolens si fa riconoscere facilmente per il caratteristico odore dolciastro di zuc-
chero flato, di fori di arancio. Studi recenti su questi Hebeloma con odore dolciastro di zucchero flato,
principalmente da parte di Gröger & Zschieschang (1981), hanno permesso di distinguere più specie in base
alla variabilità delle misure delle spore. Fra queste citiamo Hebeloma fusisporum con spore molto strette,
11-15 × 5-7 µm, e Hebeloma gigaspermum con spore molto grandi, più lunghe di 15 µm.

200 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hebeloma sinapizans (Paulet) Gillet 1878

siNoNimo: Hypophyllum sinapizans Paulet 1793


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 6-14 cm, carnoso, dapprima emi- lungamento di carne del cappello, a forma
sferico-convesso, poi piano-convesso, piano, di linguetta, che s’inserisce nella cavità; gros-
con umbone largo e piuttosto basso, con il solanamente squamoso, pruinoso all’apice,
margine involuto nel giovane, leggermente biancastro.
sinuoso nell’adulto; viscido con il tempo umi- Carne: cospicua, soda, da bianca a bianca-
do, glabro, di colore crema-alutaceo, nocciola, stra; odore rafanoide, sapore amarognolo.
bruno-ocra-fulvastro pallido, uniformemente Spore: bruno tabacco in massa, amigdalifor-
colorato o leggermente più chiaro al margine. mi-citriformi, verrucose, 10-14 × 6,5-8 µm,
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, ft- destrinoidi.
te, larghe, caffelatte chiaro, poi brune. Habitat: cresce gregario nei boschi umidi
Gambo: 5-12 × 1-2 cm, cilindrico, robusto, di latifoglie o misti con conifere, nei parchi,
con la base spesso ingrossata in un bulbo dalla tarda primavera fno a tutto l’autunno.
arrotondato, quasi cavo nell’adulto; spesso Comune e diffuso.
al taglio trasversale si può notare un pro- Commestibilitˆ: tossico.

Note: Hebeloma sinapizans è una delle specie più grosse e più comuni del genere Hebeloma e si rico-
nosce facilmente, oltre che per la grande taglia, per l’assenza di veli, per il cappello perlopiù ocra-nocciola
pallido, il forte odore rafanoide, le lamelle non lacrimanti nel giovane e per il gambo grossolanamente
squamoso, con la base spesso bulbosa. Hebeloma crustuliniforme ha le lamelle lacrimanti nel giovane e
maculate di bruno nell’adulto.

Parte iconografca e descrittiva 201


Inocybe geophylla (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871

siNoNimo: Inocybe clarkii (Berk. & Broome) Sacc. 1887


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 1,5-3 cm, poco carnoso, inizial- incurvato; fbrilloso, sericeo, bianco, con cor-
mente conico, conico-convesso, campanu- tina, più evidente nei giovani carpofori.
lato, poi piano-convesso e con umbone da Carne: poco spessa, tenera, bianca; odore
ottuso a subacuto, con il margine appendico- spermatico, sapore mite.
lato da residui di velo cortiniformi; fbrilloso, Spore: bruno terroso in massa, ellissoidali,
feltrato, di aspetto sericeo, di colore bianco, lisce, 8,5-10,5 × 5-6 µm. Cistidi fusiformi,
bianco-grigiognolo, spesso paglierino al cen- metuloidi con cristalli all’apice.
tro (lilla-violetto nella var. lilacina). Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, un latifoglie sia di conifere, lungo i sentieri, nei
po’ rade, biancastre, poi bruno terroso. parchi, in estate-autunno. Molto comune e
Gambo: 3-5 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, con la diffusa.
base leggermente bulbosa o dilatata, spesso Commestibilitˆ: tossico.

Note: la taglia piccola, il colore bianco del cappello, l’odore spermatico e le spore lisce sono i principali ca-
ratteri che consentono di riconoscere Inocybe geophylla tra le numerose specie del suo genere. Di questa
specie esiste la var. lilacina, con il cappello di colore lilla-violetto. Inocybe whitei è simile ma ben distinta
per la spiccata tendenza a macchiarsi di rosa-rosso al tocco o spontaneamente con la crescita. Inocybe
umbratica è quasi un sosia leggermente più grande e con spore gibbose. Le altre poche Inocybe bianche
sono di taglia nettamente maggiore.

202 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Inocybe geophylla var. lilacina Gillet 1876

siNoNimo: Inocybe geophylla var. violacea (Pat.) Sacc. 1887


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 1,5-3 cm, poco carnoso, dapprima co, biancastro, suffuso di viola-lilla, con corti-
conico, conico-convesso, campanulato, poi na più evidente nei giovani carpofori.
piano-convesso e con umbone da ottuso a Carne: sottile, tenera, biancastra, spesso
subacuto, con il margine appendicolato da soffusa di lilla pallido; odore spermatico, sa-
residui di velo cortiniformi; fbrilloso, feltra- pore mite.
to, di aspetto sericeo, di colore viola, lilla- Spore: bruno terroso in massa, ellissoidali,
violetto, leggermente bruno-ocra al centro, lisce, 8,5-10,5 × 5-6,5 µm. Cistidi fusiformi,
più pallido al margine. metuloidi con cristalli all’apice.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, un Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
po’ rade, biancastre, poi bruno terroso. latifoglie sia di conifere, lungo i sentieri, nei
Gambo: 3-5 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, con la parchi, in estate-autunno. Abbastanza co-
base leggermente dilatata o bulbosa, spesso mune.
incurvato, fessuoso; fbrilloso, sericeo, bian- Commestibilità: tossico.

Note: Inocybe geophylla var. lilacina differisce da Inocybe geophylla tipo per il cappello di colore
violetto, lilla-violetto, con il centro quasi sempre macchiato di bruno-ocra. Questa varietà può essere
rinvenuta anche negli stessi siti dove cresce I. geophylla tipica.

Parte iconografca e descrittiva 203


Inocybe grammata Quél. & Le Bret. 1880

siNoNimo: Astrosporina grammata (Quél. & Le Bret.) Lebedeva 1949


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-6 cm, poco carnoso, inizial- ginata; fnemente pruinoso, biancastro nel
mente conico-convesso, campanulato, poi giovane, rosa carnicino nell’adulto.
appianato e con umbone ottuso abbastanza Carne: poco spessa, tenera, biancastra, soffusa
prominente, con il margine fnemente den- di carnicino; odore spermatico, sapore mite.
tellato; sericeo, fbrilloso-pruinoso, di colore Spore: bruno oliva in massa, gibbose, 8-10 × 5-6
beige carnicino, bruno-ocra rosato, con il µm. Cistidi fusiformi, metuloidi con cristalli
centro biancastro più o meno nettamente all’apice.
delimitato, con fbrille bianche sericee, bian- Habitat: cresce gregaria perlopiù nei boschi
co al margine. di conifere, ma anche misti e di latifoglie,
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, prediligendo l’abete rosso, nei parchi e nei
beige grigiognole nel giovane, poi bruno-oliva. giardini, in estate e in autunno. Abbastanza
Gambo: 4-7 × 0,4-1 cm, cilindrico, con la comune e diffusa.
base bulbosa, spesso da arrotondata a mar- Commestibilitˆ: tossico.

Note: la caratteristica principale che consente di riconoscere Inocybe grammata è il cappello di colore
ocra-carnicino con il centro distintamente biancastro, ricoperto da fbrille sericee biancastre. Altri ca-
ratteri distintivi sono: il gambo rosato e fnemente pruinoso di bianco, con la base bulbosa più o meno
marginata, l’odore spermatico, le spore gibbose e cistidi a parete spessa con cristalli all’apice. Anche Inocy-
be maculata ha il centro del cappello ricoperto da residui pruinosi di velo bianco, ma fuori dal disco è
brunastro, bruno-rossastro, ha spore ellissoidali e cheilocistidi differenti.

204 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Inocybe splendens R. Heim 1986

siNoNimo: Inocybe alluvionis Stangl & J. Veselský 1976


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 3-7 cm, carnoso, dapprima emisferi- giallo-bruno a partire dalla base con la cre-
co-campanulato, poi piano-convesso, appiana- scita.
to e con umbone ottuso, talora un po’ depresso Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra,
attorno all’umbone, con il margine sinuoso-lo- crema alla base del gambo; odore acidulo,
bato; feltrato, fbrilloso, un po’ squamoso, di co- anche un po’ spermatico con componente di
lore bruno castano, bruno-ocra ramato, crosta geranio, sapore dolciastro.
di pane, con residui pruinosi di velo bianco-gri- Spore: bruno oliva in massa, ellissoidali-ami-
gio al centro, di solito sporco di terra. gdaliformi, lisce, 8,5-12 × 5-6,5 µm. Cistidi
Lamelle: smarginate al gambo, poco ftte, fusiformi, metuloidi con cristalli all’apice.
dapprima biancastre, crema-grigio, poi bruno Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
oliva. foglie, perlopiù su terreno nudo nei boschi
Gambo: 3-7 × 0,5-1,3 cm, cilindrico, con la rivieraschi, nei parchi, in estate e in autunno.
base bulbosa marginata; glabro, fnemente Poco comune.
pruinoso, biancastro nel giovane, passante al Commestibilitˆ: tossico.

Note: questa specie è una delle poche Inocybe abbastanza carnose e predilige crescere su terreno nudo
sotto alberi di latifoglie in zone rivierasche. Si riconosce principalmente, oltre che per la sua robustezza,
per il cappello bruno castano con il centro in genere pruinoso di bianco-grigio, con appiccicati residui
terrosi, e per il gambo biancastro con bulbo marginato. Alcuni AA. sinonimizzano Inocybe terrifera con I.
splendens, altri, per esempio Bon (1997), la distinguono per la base del gambo non bulbosa.

Parte iconografca e descrittiva 205


Rozites caperatus (Pers. : Fr.) P. Karst. 1879

siNoNimo: Cortinarius caperatus (Pers. : Fr.) Fr. 1838


PosizioNe sistematica: ordine Agaricales, famiglia Cortinariaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima sub- foccosi-pruinosi lilla alla base, talora richia-
globoso, glandiforme, emisferico-campanula- mante una sorta di volva, con anello membra-
to, poi piano-convesso, con umbone piuttosto noso-polposo caratteristico, doppio e stretto,
largo, con il margine sinuoso-lobato, spesso un po’ mobile, striato sulla faccia superiore.
lacerato; rugoso-grinzoso, sericeo, micaceo, di Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra, cre-
colore ocra-argilla, giallo-ocra, crosta di pane, ma-giallognola; odore irrilevante, sapore dolce.
ricoperto di una caratteristica pruina micacea Spore: bruno-ocra in massa, amigdaliformi,
lilla argentea, più evidente nel giovane. verrucose, 10,5-13 × 7,5-8,5 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, larghe, Habitat: cresce gregario nei boschi di conife-
biancastre, poi bruno-ocra. re o misti di montagna, perlopiù tra mirtilli ed
Gambo: 5-12 × 1-2,5 cm, cilindrico, spesso con erica nei boschi di abete rosso misto a faggio,
la base allargata in un piccolo bulbo; fbrillo- più raramente nei boschi di sole latifoglie, in
so, fnemente squamoso all’apice, di colore estate e in autunno. Molto comune e diffuso.
crema-ocra pallido, nel giovane con residui Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Rozites caperatus è un fungo molto comune è facile da riconoscere principalmente per il cappello
color crosta di pane, grinzoso-rugoso, con sopra abbondante pruina micacea di colore lilla argento, per il
gambo con anello doppio, appressato sul gambo, e con residui di velo lilla alla base. Da giovane potrebbe
essere confuso con giovani carpofori di Cortinarius traganus e di Cortinarius camphoratus, entrambi
con il cappello sericeo, ma con cortina al posto dell’anello.

206 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lactarius chrysorrheus Fr. 1838

siNoNimo: Lactarius theiogalus var. chrysorrheus (Fr.) Quél. 1886


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-7 cm, carnoso, dapprima con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
vesso, piano-convesso, poi appianato e con sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra,
il centro depresso, con il margine involuto, con latice bianco ma rapidamente virante al
spesso sinuoso; asciutto, glabro, fnemente giallo zolfo; odore da subnullo a leggermente
pruinoso-glassato, zonato, di colore rosa-a- fruttato, sapore amaro, poi acre.
rancio, giallo-arancio, color salmone, pic- Spore: biancastre in massa, ellissoidali-sub-
chiettato da guttule ocra-arancio disposte a sferiche, verrucose, con sottili creste subreti-
zone concentriche. colate, 6,5-8,5 × 5-7 µm, amiloidi.
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, ft- Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
te, di colore bianco-crema, ocra pallido. nei boschi di latifoglie, in estate e in autun-
Gambo: 3-6 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso no. Molto comune e diffuso.
incurvato, con alla base del feltro miceliare Commestibilitˆ: non commestibile.
bianco; da glabro a fnemente pruinoso, di
colore biancastro, crema-rosa, ocra pallido.

Note: il latice acre, dapprima bianco ma subito virante al giallo zolfo, il cappello asciutto, di colore
rosa-arancio, giallo-arancio, e concentricamente zonato da guttule più scure sono i principali caratteri
che consentono di riconoscere Lactarius chrysorrheus. Specie molto simile per colorazione pileica e con
latice acre e ingiallente è Lactarius decipiens: tuttavia, si distingue facilmente per il caratteristico odore
di pelargonio, di foglie di geranio.

Parte iconografca e descrittiva 207


Lactarius decipiens Quél. 1885

siNoNimo: Lactarius lacunarum Romagn. ex Hora 1960 ss. auct.


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 2-6 cm, carnoso, inizialmente Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
piano-convesso, poi da piano-depresso a sistenza gessosa, non fbrosa, crema-ocra
imbutiforme, con o senza umbone acuto, carnicino, con latice bianco, virante al gial-
con il margine da regolare a leggermente lognolo dopo qualche minuto; odore carat-
solcato-rugoso; asciutto, un po’ igrofano, teristico di pelargonio, di foglie di geranio,
glabro, non zonato, di colore ocra-fulvastro, sapore acre.
beige-ocra carnicino, bruno-fulvo al centro, Spore: bianco-crema in massa, subsferiche,
talora con rade macchie più scure. verrucose, con creste reticolate, 6,5-8 × 6-7
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, µm, amiloidi.
ftte, di colore bianco-crema, ocra-rosa. Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
Gambo: 3-7 × 0,4-1 cm, cilindrico, spesso nei boschi di latifoglie, nei parchi, in esta-
incurvato; cavo nell’adulto, da glabro a f- te-autunno. Abbastanza comune.
nemente pruinoso, di colore ocra carnicino, Commestibilità: non commestibile.
ocra-fulvastro come il cappello.

Note: il caratteristico odore di foglie di geranio (in letteratura di pelargonio) consente di riconoscere con
facilità Lactarius decipiens tra le specie simili. Esistono numerosi Lactarius di taglia e colorazione più o
meno simili, tra loro facilmente confondibili, ma nessuno di questi ha odore di pelargonio.

208 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lactarius deterrimus Gršger 1968

siNoNimo: Lactarius deliciosus var. deterrimus (Gröger) Hesler & A.H. Sm. 1979
PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
vesso con il centro appianato, poi da pia- sistenza gessosa, non fbrosa, crema-arancio,
no-depresso a imbutiforme, con il margine con latice arancio, color carota, virante al
involuto nel giovane; viscido con il tempo rosso vinoso dopo un po’ di tempo (circa 15-
umido, fbrilloso, brillante, non zonato, di 20 minuti); odore fruttato, sapore dolce.
colore arancione nel giovane, poi si macchia Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali-
di verde con la crescita. subsferiche, verrucose, con creste subretico-
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, late, 7,5-10,5 × 6,5-8 µm, amiloidi.
ftte, inizialmente di colore arancione, poi Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
macchiate di verde, verde-bruno. esclusivamente nei boschi di abete rosso di
Gambo: 3-6 × 0,8-2 cm, cilindrico, spesso montagna, in estate e in autunno. Abbastan-
incurvato; cavo nell’adulto, liscio, glabro, ta- za comune.
lora leggermente scrobicolato, subconcolore al Commestibilitˆ: commestibile.
cappello; si macchia di verde con la crescita.

Note: alcuni Lactarius hanno la caratteristica di avere il latice di colore arancio o rosso vinoso. Tra queste
specie, Lactarius deterrimus si riconosce facilmente per il notevole macchiarsi di verde delle superfci con
la crescita e per la simbiosi esclusiva con l’abete rosso. Lactarius semisanguifuus inverdisce anch’esso,
ma cresce nei boschi di pino silvestre e ha il latice che da color arancio-carota passa al rosso sangue dopo
un po’ di tempo (circa 5-10 minuti).

Parte iconografca e descrittiva 209


Lactarius picinus Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di consi-
vesso, poi piano-convesso, senza umbone di- stenza gessosa, non fbrosa, biancastra, rosata
stinto, spesso con il centro un po’ depresso, dove fratturata, con latice bianco virante len-
con il margine involuto, spesso sinuoso; asciut- tamente al rosa; odore subnullo, sapore acre.
to, opaco, vellutato, spesso rugoso-gibboso, di Spore: bianco-crema in massa, subsferi-
colore bruno-grigio scuro, bruno-nerastro. che, verrucose, con grosse creste reticola-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, ftte, te, 7,5-9 × 7,5-8,5 µm, amiloidi.
di colore crema, crema-ocra chiaro; si macchiano Habitat: cresce gregario o solitario nei bo-
di bruno-rossastro dove sono erose o fratturate. schi di conifere di montagna, prediligendo
Gambo: 3-7 × 1-2 cm, cilindrico, spesso incurva- i boschi di abete rosso, in estate-autunno.
to, con la base attenuata; opaco, pruinoso, liscio Abbastanza comune.
o leggermente gibboso, di colore brunastro, gri- Commestibilitˆ: non commestibile.
gio-bruno fuligginoso, biancastro alla base.

Note: questa specie si riconosce per il cappello bruno-nerastro scuro, asciutto, vellutato, senza umbone
distinto, il latice bianco virante al rosa sulla carne al taglio, per il gambo bruno-fuligginoso e per la cresci-
ta generalmente nei boschi montani di abete rosso. Lactarius lignyotus è molto simile, ma di portamento
più slanciato, con gambo lungo e sottile, solcato all’apice nell’attaccatura con le lamelle, con il cappello
più piccolo e con umbone acuto. Lactarius fuliginosus è di colore più chiaro, brunastro, grigio-bruno,
predilige crescere nei boschi di latifoglie, raramente rinvenibile nei boschi di conifere.

210 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lactarius piperatus (L. : Fr.) Pers. 1797

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 5-15 cm, carnoso, inizialmente Carne: cospicua, cassante, di consistenza


convesso con il centro appianato o un po’ de- gessosa, piuttosto soda, non fbrosa, bianca,
presso, poi da piano-depresso a imbutiforme, bianco-crema, con latice bianco, immutabile
con il margine da regolare a sinuoso; asciut- o leggermente ingiallente asciugandosi sulle
to, glabro, opaco, di aspetto glassato, un po’ lamelle; odore da subnullo a fruttato, sapore
rugoso, di colore bianco, bianco-crema, pic- molto acre, pepato.
chiettato di ocra rugginoso. Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali,
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, mol- verrucose, con piccole creste subreticolate,
to ftte, strettissime, biancastre, bianco-cre- 7-9,5 × 5-7 µm, amiloidi.
ma, macchiate di ocra rugginoso dove erose. Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
Gambo: 4-8 × 1,5-3 cm, cilindrico, attenuato plari, spesso invadenti, perlopiù nei boschi di
alla base, talora un po’ eccentrico; glabro, opa- latifoglie o misti, ma anche nei boschi di sole
co, fnemente rugoso, picchiettato da fossette, conifere, dalla tarda primavera all’autunno.
bianco, soffuso di crema-nocciola, nell’adulto Molto comune e diffuso.
macchiato di ocra rugginoso verso la base. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si riconosce per il colore bianco, bianco-crema, per le lamelle molto ftte e latice pe-
pato. L. pergamenus (= L. glaucescens) è un perfetto sosia, distinto per il latice che asciugando sulle la-
melle o sulla carne tende a macchiarle di grigio-verde; inoltre, vira al giallo-arancio con KOH. L. vellereus
è più grande, ha gambo molto tozzo, cappello vellutato con il margine molto involuto e lamelle spaziate.

Parte iconografca e descrittiva 211


Lactarius porninsis Rolland 1889

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, dapprima con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
vesso, poi piano-convesso, senza umbone sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra,
distinto, spesso con il centro un po’ depres- crema-arancio, con latice bianco immutabile;
so, con il margine involuto, spesso ondula- odore fruttato, caratteristico, di buccia di
to-lobato; viscido se umido, lucido, glabro, mela golden matura, sapore mite.
di aspetto pruinoso nel giovane, talvolta leg- Spore: bianco-crema in massa, ellissoi-
germente zonato verso il margine, di colore dali, verrucose, con creste subreticolate,
arancione, giallo-arancio, arancio-rossastro. 7,5-9,5 × 6,5-7,5 µm, amiloidi.
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, Habitat: cresce gregario esclusivamente
molto ftte, di colore crema, crema-arancio. presso larici, nei boschi di conifere o misti di
Gambo: 4-7 × 1-2 cm, cilindrico, leggermen- montagna ma sempre in presenza di larici, in
te dilatato verso il basso, con la base atte- estate e in autunno. Comune.
nuata; liscio, un po’ gibboso, di colore cre- Commestibilitˆ: non commestibile.
ma-arancio chiaro, più pallido alla base.

Note: tra le specie con il cappello viscido se umido, Lactarius porninsis si fa riconoscere facilmente per il cap-
pello vivacemente colorato di arancione, di giallo-arancio, con latice bianco immutabile e mite, per la crescita
sempre presso larici, ma soprattutto per il caratteristico odore fruttato, richiamante l’odore di buccia di mela
golden matura, secondo il nostro olfato. Lactarius zonarioides (= L. bresadolanus) gli è simile, ma non ha
questo tipo di odore, ha il latice con sapore piuttosto acre e cresce generalmente nei boschi di abete rosso.

212 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lactarius pyrogalus (Bull. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima e a lungo no-grigio, più o meno come nel cappello ma
piano-convesso con il centro depresso, poi più più pallido.
depresso-imbutiforme, con il margine a lungo in- Carne: abbastanza spessa, cassante, di consi-
voluto; leggermente viscido con il tempo umido, stenza gessosa, non fbrosa, biancastra, bian-
lucido, glabro, un po’ glassato nel giovane, non co-crema con toni rosati, con latice bianco im-
zonato o solo leggermente, di colore bruno-gri- mutabile, vira al giallo-arancio con KOH; odore
giastro, grigio-bruno soffuso di olivastro, spesso fruttato, sapore molto acre, bruciante.
macchiato di ocra soprattutto al centro. Spore: bianco-crema in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, soidali, verrucose, con creste non reticolate ma
un po’ rade, non ftte, di colore crema-ocra di aspetto zebrato, 6,5-7,5 × 5-6 µm, amiloidi.
carnicine. Habitat: cresce gregario in pochi esempla-
Gambo: 3-6 × 1-1,5 cm, cilindrico, talora leg- ri esclusivamente sotto il nocciolo, in esta-
germente incurvato, con la base attenuata; te-autunno. Non tanto comune.
liscio, un po’ rugoso-gibboso, di colore bru- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: questa specie si riconosce per il cappello bruno-grigio, spesso soffuso di olivastro, leggermente
viscido se umido, le lamelle spaziate di colore crema-ocra, per il latice molto acre, bruciante, virante al
giallo-arancio con KOH, e per la crescita sempre sotto noccioli. Lactarius circellatus è molto simile, ma
presenta il cappello più distintamente zonato, picchiettato da guttule più scure, ha lamelle molto ftte,
latice non virante con KOH e cresce anche presso altre latifoglie, con preferenza del carpino e del nocciolo.

Parte iconografca e descrittiva 213


Lactarius salmonicolor R. Heim & Leclair 1953

siNoNimo: Lactarius salmoneus R. Heim & Leclair 1950


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, dapprima con- cilindrico, talvolta un po’ attenuato alla base;
vesso con il centro da appianato a un po’ cavo nell’adulto, un po’ rugoso, talora scrobi-
depresso, poi piano-convesso con centro colato, dello stesso colore del cappello.
notevolmente depresso, ombelicato, con il Carne: cospicua, cassante, di consistenza
margine involuto; viscido se umido, glabro, gessosa, non fbrosa, crema-arancio, con la-
brillante, non o leggermente zonato, di colo- tice arancio, color carota, imbrunente dopo
re arancio, giallo-arancio, color salmone, ta- qualche ora; odore fruttato, sapore dolce.
lora un po’ picchiettato da guttule arancione Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali, ver-
più scure. rucose, con creste subreticolate, 8-11 × 6-7,5
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, µm, amiloidi.
ftte, di colore arancio, giallo-arancio, dove Habitat: cresce gregario nei boschi di abete
toccate si macchiano di bruno dopo un po’ bianco di montagna, in estate-autunno. Ab-
di tempo. bastanza comune.
Gambo: 3-7 × 1,5-3 cm, abbastanza tozzo, Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: tra le specie con latice color arancio carota, Lactarius salmonicolor si riconosce per il cappello
arancio-giallognolo, color salmone, non macchiato di verde, non evidentemente zonato, e per la crescita
presso abeti bianchi. Lactarius deliciosus ha il cappello notevolmente zonato, picchiettato da macchie
più scure disposte in modo concentrico, non inverdente o solo leggermente in alcuni punti, e cresce nei
boschi di pino.

214 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lactarius turpis (Weinm.) Fr. 1838

siNoNimo: Lactarius necator (Bull. : Fr.) Pers. 1796 ss. auct.


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 5-20 cm, carnoso, inizialmente con- sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra,
vesso, piano-convesso, poi piano con depres- talora soffusa di bruno-oliva chiaro, vira al
sione centrale, spesso ondulato-gibboso, con il viola-porpora con KOH, con latice bianco,
margine a lungo involuto, sinuoso-lobato, fne- immutabile, si tinge leggermente di crema-
mente villoso nel giovane; viscido con il tempo verdognolo se essicca sulle lamelle; odore
umido, fbrilloso-feltrato verso il margine, di co- leggero, subnullo, sapore acre.
lore molto scuro, sul nero-bruno olivastro, bru- Spore: bianco-crema in massa, subsferi-
no oliva, spesso sfumato di giallo-ocra olivastro. che-ellissoidali, verrucose, con creste retico-
Lamelle: adnate al gambo, molto ftte, ini- late, 7-9 × 5,5-7 µm, amiloidi.
zialmente biancastre, crema-grigiognole. Habitat: cresce gregario (talora due-tre
Gambo: 3-6 × 1-3 cm, cilindrico, molto toz- esemplari sono uniti per la base del gambo)
zo, spesso con la base attenuata; liscio, luci- nei boschi di montagna, sotto betulle o nei
do, con radi scrobicoli, di colore verde-bruno, boschi di abete rosso o di pini, in estate-au-
olivastro più o meno come il cappello. tunno. Molto comune e diffuso.
Carne: piuttosto spessa, cassante, di con- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Lactarius turpis si fa riconoscere facilmente per la grossa taglia e il portamento tozzo, con il cap-
pello nero-verde-bruno, di aspetto molto torbido (richiamante un po’ una vecchia Russula nigricans), con
il gambo verde-bruno olivastro più o meno come il cappello, con latice bianco praticamente immutabile
e di sapore acre.

Parte iconografca e descrittiva 215


Lactarius volemus (Fr. : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente giallo-ocra, giallo-arancio, bianco alla base
convesso con il centro appianato o un po’ de- e all’apice.
presso, poi da piano-depresso a imbutiforme, Carne: abbastanza spessa, cassante, di
con il margine involuto nel giovane; asciutto, consistenza gessosa, non fbrosa, soda,
vellutato, glabro, opaco, talora un po’ rugo- bianco-crema, con latice bianco molto ab-
so, fnemente pruinoso nel giovane, di colo- bondante e denso, imbrunisce leggermente
re giallo-rossiccio, ocra-arancio, bruno-rosso essiccandosi; odore caratteristico di pesce, di
rugginoso, spesso macchiato di bruno ruggi- aringa o di crostacei cotti, sapore mite.
ne su fondo giallo-ocra. Spore: bianco-crema in massa, subsferiche,
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, verrucose, con creste reticolate, 8,5-10 × 7,5-9,5
ftte, biancastre, crema-ocra pallido. µm, amiloidi.
Gambo: 4-8 × 1,5-2,5 cm, cilindrico, spes- Habitat: cresce gregario nei boschi di latifo-
so un po’ attenuato all’apice; vellutato, glie, raramente in quelli di conifere, dalla tarda
glabro, opaco, finemente pruinoso nel primavera all’autunno. Abbastanza comune.
giovane, talora rugoso-scanalato, di colore Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si fa riconoscere per il cappello vellutato di colore sull’ocra-arancio, il latice bianco, dolce e molto
abbondante, ma soprattutto per il tipico odore di aringa, di crostacei cotti, simile a quello di Russula amoena o di
Russula xerampelina e specie a loro affni. Lactarius rugatus, specie molto simile che predilige crescere nei boschi
di zone mediterranee, ha lamelle più spaziate, il cappello notevolmente rugoso verso il margine e spore ellissoidali.

216 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula caerulea (Pers.) Fr. 1838

siNoNimo: Russula amara Kucera 1927


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-7 cm, carnoso, inizialmente glabro, un po’ rugoso-scanalato, bianco, talo-
campanulato, convesso-campanulato, poi ra sporco di grigio-ocra nell’adulto.
piano-convesso e con umbone da acuto a Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
ottuso ben pronunciato, con il margine bre- sistenza gessosa, non fbrosa, bianca; odore
vemente striato-solcato; viscido se umido, da subnullo a leggermente fruttato, sapore
glabro, brillante, di colore bruno-viola, bru- amaro nella cuticola.
no-porpora vinoso, talora fno al viola-nera- Spore: gialle in massa, subsferiche, verruco-
stro al centro, spesso soffuso o macchiato di se-aculeate, 8-9 × 6,5-7,5 µm, amiloidi.
bruno-ocra. Habitat: cresce gregaria in pochi esemplari
Lamelle: annesse al gambo, ftte, general- nei boschi di pini, prediligendo il pino silve-
mente senza lamellule, fragili, biancastre nel stre, in autunno. Comune.
giovane, poi crema-giallognole. Commestibilitˆ: non commestibile.
Gambo: 4-7 × 1-2 cm, cilindrico-clavato,
talora un po’ fusiforme, attenuato alla base;

Note: Russula caerulea si fa riconoscere abbastanza agevolmente per il cappello bruno-porpora-viola,


brillante e con caratteristico umbone prominente, a capezzolo, il colore giallognolo delle lamelle e per il
sapore amaro della cuticola. Le specie simili per colorazione pileica sono abbastanza numerose e tra loro
di non facile distinzione macroscopica, tuttavia nessuna di esse può essere confusa con R. caerulea perché
sono tutte senza umbone distinto.

Parte iconografca e descrittiva 217


Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr. 1863

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 5-15 cm, carnoso, inizialmente sub- tata; glabro, rugoso-gibboso, di colore com-
globoso, emisferico-convesso, poi piano-con- pletamente bianco o soffuso di viola-lilacino.
vesso con il centro un po’ depresso, infne de- Carne: piuttosto spessa, cassante, di consi-
presso-imbutiforme, con il margine involuto stenza gessosa, non fbrosa, bianca, spesso
nel giovane, spesso lobato; leggermente viscido violetta sotto la cuticola del cappello, non rea-
con il tempo umido, glabro, lucido, di colore gisce con il solfato ferroso; odore subnullo,
molto variabile, in genere blu-viola, blu-verde, sapore mite.
grigio-verde, più o meno maculato di ocra. Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, soidali, verrucose, 7-9 × 5,5-7 µm, amiloidi.
lardacee, cedevoli e untuose al tatto, ftte, Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
bianche. latifoglie sia di conifere, in estate e in autun-
Gambo: 4-8 × 1,5-3,5 cm, cilindrico, con la no. Molto comune e diffusa.
base talvolta attenuata o leggermente dila- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: il sapore mite della carne e la consistenza lardacea delle lamelle, cioè cedevoli e untuose al tatto (sotto la
pressione delle dita non si rompono come accade nelle altre russule), bianche anche nell’adulto, sono i principali
caratteri che consentono di riconoscere Russula cyanoxantha. Essa è molto variabile come colorazione pileica,
ciononostante risulta sempre facile riconoscere le numerose forme e varietà per i caratteri appena menzionati; di
queste citiamo le più frequenti: R. cyanoxantha f. peltereaui con cappello verde-oliva uniforme; R. cyanoxantha
var. cutefracta con cappello screpolato-areolato, soprattutto verso il margine, richiamante Russula virescens.

218 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula emetica (Schaeff. : Fr.) Pers. 1796

siNoNimo: Russula gregaria (Kauffman) Moënne-Locc. & Reumaux 2003


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente Carne: poco spessa, cassante, di consisten-
subgloboso, emisferico-convesso, poi con- za gessosa ma molto fragile, friabile, non f-
vesso, piano-convesso, appianato, con il brosa, bianca; odore subnullo, sapore molto
margine più o meno regolare; leggermente acre.
viscido con il tempo umido, glabro, lucido, Spore: bianche in massa, subsferiche-ellissoi-
brillante, di colore rosso vivace. dali, verrucose-aculeate, 8-10 × 7,5-8,5 µm,
Lamelle: annesse al gambo, fragili, senza o amiloidi.
con rare lamellule, non talto ftte, bianche. Habitat: cresce gregaria nei boschi di coni-
Gambo: 5-8 × 1-2 cm, cilindrico, cilindri- fere di montagna, in genere di abete rosso,
co-clavato, talvolta un po’ fusiforme; glabro, spesso nel muschio, in estate-autunno. Co-
rugoso-gibboso, fragile, di colore completa- mune.
mente bianco. Commestibilitˆ: tossico.

Note: questa specie si riconosce per il sapore acre della carne, per il cappello uniformemente colorato
di rosso, le lamelle bianche che producono spore bianche, il gambo bianco e per la crescita nei boschi di
conifere di montagna. Strettamente correlate, tanto da essere considerate delle forme o varietà da certi
AA., sono: Russula griseascens, che ha il gambo ingrigente con la crescita; Russula betularum e Russula
silvestris, che hanno il cappello notevolmente più sbiadito, quasi rosa, e crescono rispettivamente la prima
sotto betulle e la seconda in genere nei castagneti.

Parte iconografca e descrittiva 219


Russula heterophylla (Fr. : Fr.) Fr. 1838

siNoNimo: Russula heterophylla var. livida (Pers.) Gillet 1876


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente glabro, un po’ rugoso, di colore bianco, mac-
emisferico-convesso, piano-convesso, poi chiato di giallo-ocra verso la base nell’adulto.
appianato con il centro depresso, depres- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
so-imbutiforme, con il margine più o meno sistenza gessosa, non fbrosa, bianca, reagi-
regolare; asciutto, brillante, spesso un po’ sce al rosa-arancio vivace con il solfato ferro-
rugoso, di colore verdognolo, verde-oliva, so; odore subnullo, sapore mite.
verde-giallognolo, sfumato di bruno-oliva, di Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
giallo-ocra rugginoso. soidali, verrucose-aculeate, 5,5-7 × 4-5 µm,
Lamelle: adnate-decorrenti e biforcate-ana- amiloidi.
stomizzate in prossimità del gambo, ftte, Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
un po’ lardacee nel giovane ma presto fragili, foglie, più frequente nei boschi caldi di zone
biancastre, bianco-crema. mediterranee, in estate, da fne primavera
Gambo: 3-6 × 1-3 cm, più o meno cilindrico, all’inizio autunno. Comune.
spesso dilatato all’apice e attenuato alla base; Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: tra le numerose specie con carne a sapore mite, Russula heterophylla si fa riconoscere principal-
mente per il cappello sul verde-oliva, verde-bruno-giallognolo, e per le lamelle bianche adnate-decorrenti
caratteristicamente biforcate-anastomizzate in prossimità del gambo. Russula cyanoxantha f. pelte-
reaui è molto simile per colorazione del cappello, ma si distingue benissimo almeno per le lamelle lardacee,
untuose al tatto, e per la reazione nulla al solfato ferroso.

220 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula lepida Fr. 1836

siNoNimo: Russula rosea Pers. 1796


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, inizialmente verso l’alto, colorato di rosa-rosso verso la parte
emisferico-globoso, poi convesso, piano-con- bassa, talvolta solo da un lato o del tutto bianco.
vesso, con il centro leggermente depresso, Carne: cospicua, cassante, di consistenza
con il margine ottuso, non striato; asciut- gessosa, non fbrosa, notevolmente soda e
to, opaco, vellutato, talvolta screpolato al dura sia nel cappello sia nel gambo, bianca;
centro, di colore rosa-rosso, rosso carminio, odore da subnullo a fruttato, sapore mite,
spesso macchiato di giallo-biancastro al cen- mentolato e rinfrescante la bocca se assag-
tro, impolverato di pruina bianca impalpabi- giata nelle lamelle.
le, meglio evidente controluce. Spore: crema in massa, subsferiche, verru-
Lamelle: annesse al gambo, non tanto ft- cose, crestate-reticolate, 7-8,5 × 6,5-8 µm,
te, senza lamellule, fragili, biancastre, bian- amiloidi.
co-crema, spesso con il flo colorato di rosso Habitat: cresce gregaria nei boschi di latifo-
in prossimità del margine del cappello. glie, prediligendo i castagneti, in estate fno
Gambo: 4-8 × 1-2,5 cm, cilindrico, cilindrico-cla- all’inizio autunno. Comune e diffusa.
vato, piuttosto duro; glabro, rugoso, bianco Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Russula lepida si riconosce principalmente per la compattezza e durezza della carne, con sapore
mentolato e rinfrescante la bocca se assaggiata nelle lamelle, non acre per il cappello di colore rosa-rosso,
caratteristicamente opaco e vellutato, di aspetto impolverato-pruinoso. Russula lepida var. lactea, piut-
tosto rara, ha il cappello totalmente biancastro, bianco-crema pallido.

Parte iconografca e descrittiva 221


Russula mustelina Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 5-12 cm, molto carnoso, inizialmen- sto, cilindrico, spesso attenuato alla base;
te subgloboso, emisferico, poi piano-convesso glabro, rugoso-gibboso, di colore bianco,
con il centro leggermente depresso, con il mar- maculato di giallo-brunastro alla base.
gine ottuso; leggermente viscido con il tempo Carne: molto spessa, soda, molto compatta, dal
umido, glabro, lucido, raramente un po’ opaco, peso specifco elevato, cassante, di consistenza
di colore brunastro, bruno-ocra, da bruno casta- gessosa, non fbrosa, biancastra; odore gradevole
no a bruno miele più o meno uniforme, talvolta leggero, sapore mite, un po’ di nocciola.
con qualche macchia più pallida. Spore: crema in massa, ellissoidali, verruco-
Lamelle: annesse al gambo, un po’ lardacee nel se, 7,5-11 × 6-8 µm, amiloidi.
giovane ma fragili nell’adulto, senza o con rare Habitat: cresce gregaria nei boschi di abete
lamellule, abbastanza ftte, bianco-crema, crema, rosso di montagna, piuttosto infssa nel ter-
con il flo macchiato di brunastro nell’adulto. reno, in estate-autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 4-10 × 1,5-3,5 cm, piuttosto robu- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: Russula mustelina si fa riconoscere per la sua robustezza, con carne soda e compatta e dal sapore
mite, un po’ nocciolato, per le lamelle crema nell’adulto, ma soprattutto per il colore brunastro, bruno-ocra
uniforme del cappello, spesso ingannevole a prima vista poiché evocante Boletus edulis. Inoltre, cresce
quasi sempre interrata nei boschi di abete rosso di montagna a quote abbastanza elevate. Russula in-
tegra, altra buona Russula a sapore mite che predilige lo stesso habitat, ha il cappello bruno soffuso di
porpora o di olivastro, spore più gialle e aculeate.

222 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula nigricans (Bull.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 5-18 cm, carnoso, inizialmente e co, talvolta un po’ attenuato alla base; glabro,
per lungo tempo convesso con il centro de- vellutato, rugoso, bianco nel giovane, si sporca
presso-ombelicato, poi da piano-depresso di rosso al tocco, poi imbrunente, infne nerastro.
a imbutiforme, con il margine rivolto verso Carne: cospicua, cassante, di consistenza gesso-
il basso, spesso sinuoso-lobato nell’adulto; sa, non fbrosa, molto soda, biancastra, al taglio
asciutto, glabro, vellutato-feltrato, spesso dapprima virante al rosa-rosso, poi annerente;
screpolato, inizialmente di colore bianco verso odore da subnullo a fungino, sapore quasi mite.
il margine e sporco di bruno al centro, poi con Spore: bianche in massa, ovoidali-subsferi-
la crescita sempre più bruno-nerastro fno a che, verrucose, subreticolate, 7-9 × 6-7 µm,
diventare completamente nero in vecchiaia. amiloidi.
Lamelle: annesse-adnate al gambo, piut- Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
tosto rade, abbastanza spesse, fragili, bian- plari nei boschi, sia di latifoglie sia di coni-
co-crema, crema-ocra pallido, arrossanti al fere, spesso invadente, in estate-autunno.
tocco, poi lentamente annerenti. Molto comune e diffusa.
Gambo: 3-8 × 1,5-3,5 cm, molto tozzo, cilindri- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: la carne virante alla frattura dapprima al rosso per poi annerire, quasi mite, e le lamelle notevolmente
spaziate sono i principali caratteri che consentono di riconoscere facilmente Russula nigricans dalle specie simili a
carne dura e annerente. Russula albonigra ha la carne che annerisce direttamente (tranne la rara forma pseudo-
nigricans), lamelle più ftte e bianche che ben contrastano con il gambo e il cappello nerastri, bruno-neri fuliginosi.

Parte iconografca e descrittiva 223


Russula ochroleuca (Pers.) Fr. 1838

siNoNimo: Russula citrina Gillet 1874


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente con tendenza a ingrigire nell’adulto soprat-
emisferico-convesso, poi piano-convesso, tutto se imbevuto d’acqua.
con il centro depresso, con il margine da Carne: abbastanza spessa, cassante, di consi-
regolare a sinuoso-lobato nell’adulto; un po’ stenza gessosa, non fbrosa, bianca, un po’ sporca
viscido con il tempo umido, glabro, brillante, di ocra-grigiognolo se imbevuta d’acqua; odore
da liscio a fnemente rugoso, di colore giallo, irrilevante, sapore da leggermente acre a mite.
giallo-ocra, spesso un po’ ocra-brunastro al Spore: bianco-crema in massa, ovoidali-sub-
centro, talvolta soffuso di olivastro. sferiche, verrucose-aculeate, subreticolate,
Lamelle: annesse al gambo, non tanto ftte, 7,5-9 × 6,5-8 µm, amiloidi.
senza lamellule, fragili, biancastre, bianco-crema. Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Gambo: 4-8 × 1-2,5 cm, da cilindrico a clavi- latifoglie sia di conifere, prediligendo i boschi
forme, attenuato all’apice, spesso con la base misti di abete rosso con larice e faggio, in
attenuata; glabro, rugoso, di colore bianco, estate-autunno. Comune.
macchiato di giallo-ocra-brunastro alla base, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: questa specie si riconosce principalmente per il colore giallo, giallo-ocra del cappello, per le lamel-
le biancastre e per il gambo bianco macchiato di giallo-brunastro alla base e con tendenza a ingrigire
nell’adulto con il tempo umido. Esemplari particolarmente colorati di bruno-ocra potrebbero essere con-
fusi con esemplari piuttosto chiari di Russula mustelina, ma quest’ultima ha carne più soda, più pesante,
sapore dolce di nocciola e gambo non ingrigente.

224 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula parazurea Jul. Schäff. 1931

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente co, un po’ attenuato alla base; glabro, rugoso-
convesso con il disco un po’ depresso, poi pia- gibboso, di colore bianco, spesso maculato di
no-convesso con il centro sempre più depres- giallo-brunastro alla base nei carpofori vecchi.
so, fno a imbutiforme, spesso gibboso, con il Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
margine striato-solcato, scanalato-tubercolato, sistenza gessosa, non fbrosa, bianca; odore
sinuoso; asciutto, vellutato, opaco, un po’ lu- subnullo, sapore mite.
cido con il tempo umido, fnemente pruinoso Spore: bianco-crema in massa, subsferi-
di bianco nel giovane, di colore grigio-azzurro- che-ellissoidali, verrucose, un po’ reticolate,
violaceo, grigio-verde-bruno, grigio-azzurro-ne- 6-8 × 5-6,5 µm, amiloidi.
rastro, con toni bruno-ocra rugginosi al centro. Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, fra- latifoglie sia di conifere, più frequente nei
gili, non tanto ftte, senza o con rare lamellu- parchi e nei giardini di città, in estate-autun-
le, bianche, poi crema chiaro. no. Molto comune.
Gambo: 3-6 × 1-2 cm, più o meno cilindri- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Russula parazurea, specie molto comune e diffusa, facile da rinvenire nei parchi e giardini di città,
si fa riconoscere per il cappello di colore grigio-azzurro-violaceo caratteristicamente vellutato, fnemente
pruinoso di bianco nel giovane, con carne mite e spore bianco-crema. Russula grisea è simile ma si dif-
ferenzia per il cappello liscio macchiato di ocra-rugginoso nei punti rosicchiati, per la carne virante al
rosa-arancio vivace con il solfato ferroso e per le spore verrucose-aculeate, non reticolate.

Parte iconografca e descrittiva 225


Russula pectinatoides Peck 1907

siNoNimo: Russula pectinata subsp. pectinatoides (Peck) Bohus & Babos 1960
PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dapprima ma-ocra, macchiato di ocra-arancio ruggino-
convesso, poi piano-convesso, appianato con so alla base.
il centro depresso, con il margine notevolmen- Carne: poco spessa, cassante, di consistenza
te scanalato-solcato, pettinato-tubercolato, gessosa, non fbrosa, fragile, bianca, spesso con
talora lacerato; viscido se umido, brillante, macchie rugginose; odore particolare, sgrade-
glabro, di colore bruno-ocra, grigio-bruno, vole, subfruttato con componente che richiama
giallo-ocra sporco, color senape, più scuro al quello di Russula foetens, sapore mite.
centro, talora macchiato di rosso ruggine. Spore: crema in massa, ovoidali-subsferiche,
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, verrucose-aculeate, 7-8,5 × 5,5-6,5 µm, amiloidi.
senza o con rare lamellule, fragili, biancastre, Habitat: cresce subsolitaria o gregaria in
poi crema. pochi esemplari nei boschi, sia di latifoglie
Gambo: 3-5 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso sia di conifere, nei parchi e giardini di città,
con la base attenuata; cavernoso nell’adulto, in estate e in autunno. Abbastanza comune.
glabro, rugoso, bianco, anche sporco di cre- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie con il cappello scanalato-tubercolato, di colore grigio-bruno, giallo-ocra-grigiognolo,


Russula pectinatoides si riconosce principalmente per il sapore mite, non acre, l’odore subfruttato sgra-
devole e per la base del gambo che tende a macchiarsi di rosso-arancio rugginoso. Russula insignis (= R.
livescens) ha odore di pelargonio, di foglie di geranio, e residui di velo giallo alla base del gambo. Russula
amoenolens ha odore di Russula amoena.

226 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula persicina Krombh. 1845

siNoNimo: Russula rubicunda Quél. 1895


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente soffuso di rosa-rosso, più intensamente nella
emisferico-convesso, poi piano-convesso, zona centrale.
piano, con il centro leggermente depresso, Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
con il margine da regolare a sinuoso; un po’ sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra;
viscido con il tempo umido, glabro, da liscio odore da subnullo a leggermente fruttato,
a fnemente rugoso, di colore rosso, rosa-ros- sapore acre.
so, macchiato di giallo-crema, crema-bianca- Spore: crema in massa, ovoidali-subsferiche,
stro soprattutto al centro. verrucose-aculeate, 6,5-8,5 × 5,5-7,5 µm,
Lamelle: annesse-adnate al gambo, non amiloidi.
tanto ftte, fragili, biancastre, bianco-crema. Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
Gambo: 3-7 × 1-2,5 cm, cilindrico, con la foglie, prediligendo i caldi querceti, in esta-
base da regolare ad attenuata; fnemente te-autunno. Abbastanza comune.
pruinoso, un po’ rugoso, di colore bianco, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie a sapore acre, Russula persicina si riconosce principalmente per il cappello di colore
rosa-rosso macchiato di crema-giallognolo, il gambo bianco e più o meno sfumato di rosa-rosso, le spore
crema in massa e per la crescita nei boschi di latifoglie, soprattutto nei caldi querceti mediterranei. Molto
simile è Russula sanguinea (= R. sanguinaria), che cresce nei boschi di conifere, generalmente presso pini
e larici, ha lamelle adnate-decorrenti e il gambo più colorato di rosa-rosso.

Parte iconografca e descrittiva 227


Russula sardonia Fr. 1838

siNoNimo: Russula drimeia Cooke 1881


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- di colore violaceo, porpora-viola, impolverato
sferico-convesso, poi piano-convesso, spesso di bianco, biancastro all’apice e alla base.
con il centro un po’ umbonato, con il mar- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
gine brevemente striato-solcato soltanto sistenza gessosa, non fbrosa, bianco-giallo-
nell’adulto; un po’ viscido con il tempo umi- gnola, virante al rosa-rosso con ammoniaca;
do, glabro, vellutato, di colore viola, porpora- odore leggermente fruttato, sapore acre.
viola, viola-bruno-nerastro, spesso macchiato Spore: crema in massa, ovoidali-subsferiche,
di crema-oliva, ocra-olivastro. verrucose, crestate-subreticolate, 7-9 × 6-7
Lamelle: annesse-adnate al gambo, poco ftte, µm, amiloidi.
con rare lamellule, fragili, tipicamente di colore Habitat: cresce gregaria, spesso in nume-
giallo citrino, giallo-crema fn dall’inizio, spesso rosi esemplari, esclusivamente nelle pinete,
con il flo lacrimante goccioline acquose. prediligendo il pino silvestre, in estate-au-
Gambo: 4-8 × 1-2,5 cm, cilindrico, con la base tunno. Abbastanza comune.
un po’ attenuata; fnemente pruinoso, rugoso, Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: le lamelle tipicamente di colore giallo citrino già nei giovani carpofori e la reazione al rosa-rosso
della carne a contatto con ammoniaca consentono di distinguere facilmente Russula sardonia dalle specie
simili a carne acre. Russula torulosa cresce anch’essa nelle pinete perlopiù dei litorali ma è più robusta
e più soda. Russula queletii predilige crescere nei boschi di abete ed è più fragile. Entrambe con lamelle
biancastre nel giovane, non citrine.

228 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula vesca Fr. 1836

siNoNimo: Russula mitis Rea 1922


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente di colore bianco, maculato di giallo-ocra alla
subgloboso, poi convesso, piano-convesso base nell’adulto.
con il centro depresso, un po’ sinuoso, con Carne: abbastanza spessa, soda, cassante,
il margine spesso ondulato e con cuticola di consistenza gessosa, non fbrosa, bianca,
un po’ ritirata; asciutto, vellutato, di colore tendente a macchiarsi di bruno, vira al ro-
rosa-lilla carnicino, rosa-porpora, bruno-por- sa-arancio vivace con il solfato ferroso; odore
pora, color fragola, anche sfumato di bianco, nullo, sapore mite.
bianco-crema. Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: adnate al gambo, biforcate, fragili, soidali, verrucose, 6-8 × 5-6 µm, amiloidi.
ftte, senza o con rare lamellule, biancastre, Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
spesso macchiate di giallo-ocra rugginoso conifere sia di latifoglie, dalla tarda primave-
nell’adulto. ra all’autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 3-8 × 1-2 cm, cilindrico, spesso at- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
tenuato alla base; glabro, fnemente rugoso, Può essere consumato anche crudo in insalata.

Note: Russula vesca, in fatto di commestibilità, secondo noi, è indubbiamente la migliore Russula in
assoluto, tanto da concorrere egregiamente con i migliori porcini. Essa si fa riconoscere per il cappello di
colore rosa-lilla carnicino, rosa-bruno-porpora, spesso macchiato di bianco-crema, simile al colore delle
fragole o delle pesche, le lamelle bianche e per la carne a sapore dolce che vira al rosa-arancio vivace con
il solfato ferroso.

Parte iconografca e descrittiva 229


Russula violeipes Quél. 1898

siNoNimo: Russula amoena var. violeipes (Quél.) Singer 1932


PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente leggermente rugoso, di colore viola, viola-lilla,
subgloboso, emisferico-convesso, poi pia- bianco all’apice, talvolta completamente bian-
no-convesso, infne appianato con il centro co o solo leggermente soffuso di viola-lilla.
depresso-ombelicato, imbutiforme, con il Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
margine regolare o fnemente striato-solcato sistenza gessosa, non fbrosa, soda, bianca;
nell’adulto; asciutto, vellutato, opaco, fne- odore di larva di cossus, di crostacei cotti,
mente pruinoso, di colore giallo-verde oli- di pesce, simile a quello di Russula amoena,
vastro, giallo-violaceo, giallo citrino, spesso sapore dolce.
macchiato di ocra-olivastro. Spore: crema in massa, subsferiche, verrucose,
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, crestate-reticolate, 6,5-9 × 6-8 µm, amiloidi.
con poche lamellule, fragili, bianche, bian- Habitat: cresce gregaria in pochi esempla-
co-crema. ri nei boschi di latifoglie, raramente presso
Gambo: 4-8 × 1-2 cm, cilindrico, spesso dila- conifere, nei parchi, in estate e in autunno.
tato all’apice, attenuato alla base, talora incur- Abbastanza comune.
vato; fnemente pruinoso, vellutato, da liscio a Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: l’odore di larva di cossus, di crostacei cotti, richiamante quello di Russula amoena o del più co-
mune Lactarius volemus, è il primo carattere rilevante che, associato al colore giallo-verde-violaceo di
cappello e gambo, consente di riconoscere Russula violeipes senza troppe diffcoltà. R. amoena e Russula
amoenicolor hanno il cappello e il gambo più intensamente colorati di porpora-viola.

230 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Russula virescens (Schaeff.) Fr. 1836

PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae

Cappello: 4-12 cm, piuttosto carnoso, dap- tenuato alla base; glabro, da liscio a rugoso-sol-
prima subgloboso, trapezoidale, poi conves- cato, di colore bianco, macchiato di ocra-bruna-
so, piano-convesso con centro depresso, stro alla base, specialmente nell’adulto.
infne depresso-imbutiforme, con il margine Carne: cospicua, cassante, di consisten-
talvolta sinuoso-lobato; asciutto, opaco, vel- za gessosa, non fbrosa, notevolmente
lutato, notevolmente screpolato-areolato, soda, bianca, con tendenza a macchiarsi di
di colore verdastro, verde smeraldo, verde- ocra-brunastro; odore da subnullo a legger-
oliva, verde-bruno, macchiato di crema-ocra mente fruttato, sapore dolce, di nocciola.
rugginoso, pallido al margine. Spore: bianche in massa, ellissoidali-ovoidali,
Lamelle: annesse al gambo, ftte, con poche verrucose, subreticolate, 7-9 × 5-6,5 µm, amiloidi.
lamellule, fragili, biancastre, bianco-crema Habitat: cresce gregaria nei boschi caldi di
con rifessi carnicini, macchiate di bruno-ocra latifoglie, prediligendo i castagneti, in estate
nell’adulto. fno all’inizio autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 3-8 × 1,5-3,5 cm, cilindrico, spesso at- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: Russula virescens, alquanto ricercata per il suo ottimo sapore, si riconosce principalmente per il
cappello verdastro, verde-ocra, tipicamente screpolato-areolato. La superfcie pileica screpolata-areolata è
piuttosto rara nel genere Russula. Altra specie piuttosto soda con il cappello screpolato-areolato, di colore
più sul verde bronzo, bruno olivastro, è Russula cyanoxantha var. cutefracta (= R. cutefracta), distinta
principalmente per le lamelle lardacee, cedevoli al tocco.

Parte iconografca e descrittiva 231


Porphyrellus porphyrosporus (Fr. & Hök) E.-J. Gilbert 1931

siNoNimo: Porphyrellus pseudoscaber Secr. ex Singer 1945


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Strobilomycetaceae

Cappello: 5-14 cm, piuttosto carnoso, ini- goso-costolato all’apice, richiamante un po’
zialmente e a lungo emisferico, poi convesso; Lactarius lignyotus.
asciutto, vellutato, un po’ rugoso-gibboso, Carne: cospicua, piuttosto fbrosa, tena-
bruno-nero olivastro, bruno-cioccolato fulig- ce-coriacea nel gambo, bianca, virante lenta-
ginoso. mente al rosa sporco al taglio, talvolta anche
Tuboli: adnati-smarginati al gambo, lunghi, al grigio-bluastro; odore poco gradevole, sa-
separabili dalla carne del cappello, concolori pore acidulo.
ai pori. Spore: bruno-porpora in massa, fusiformi,
Pori: bianco-grigi, poi bruno-grigio porpo- lisce, 13-17 × 6-8 µm.
rino, si macchiano di bruno scuro al tocco, Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
abbastanza piccoli, quasi rotondi. o solitario, nei boschi di montagna, di coni-
Gambo: 5-14 × 1,5-3 cm, cilindrico, anche fere o misti con faggio, tuttavia prediligendo
un po’ fusiforme o leggermente attenuato l’abete rosso, in estate e in autunno. Non
all’apice e dilatato verso il basso; concolo- comune.
re al cappello, bianco alla base, vellutato, Commestibilitˆ: non commestibile.
fnemente pruinoso nel giovane, spesso ru-
Note: boleto facile da riconoscere per il colore bruno-nerastro porporino di cappello, gambo e pori che
ben contrastano con la carne bianca e piuttosto tenace. Porphyrellus porphyrosporus è attualmente
considerato l’unico rappresentante del genere Porphyrellus.

232 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Boletinus cavipes (Opat.) Kalchbr. 1867

siNoNimo: Boletus cavipes Opat. 1836


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 5-12 (20) cm, carnoso, inizialmen- dilatata ad attenuata, talvolta incurvato,
te conico-emisferico, poi piano-convesso, sempre cavo; foccoso, foccoso-squamoso,
con umbone ottuso ben evidente, con il mar- concolore al cappello, con anello foccoso-la-
gine involuto, spesso appendicolato; asciut- noso, bianco.
to, feltrato-squamoso, di colore bruno-gial- Carne: poco spessa, nel gambo praticamen-
lo-fulvastro, bruno-rugginoso (giallo oro nella te costituente la corteccia, tenera, bianco-
f. aureus), con squame villose bruno scuro su giallognola; odore e sapore subnulli.
sfondo giallognolo, più irsute al centro. Spore: giallo-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: decorrenti sul gambo, corti, abba- 8-12 × 3-4,5 µm.
stanza aderenti alla carne del cappello, con- Habitat: cresce gregario esclusivamente
colori ai pori. presso larici, nei boschi di conifere o misti
Pori: inizialmente giallo-citrini, poi giallo-o- di montagna ma sempre in presenza di larici,
liva, molto ampi, angolosi e radialmente sti- in estate-autunno. Molto comune e diffuso.
rati. Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Gambo: 3-8 × 0,8-2 cm, cilindrico, oppure
un po’ clavato, con la base da leggermente
Note: Boletinus cavipes si fa riconoscere facilmente per via del gambo sempre cavo, anche in carpofori
giovani, munito di anello foccoso-lanoso, per i pori molto ampi e radialmente stirati, richiamanti un alveare.
Di questa specie esiste la forma aureus, con cappello giallo oro, crescente spesso in compagnia del tipo.

Parte iconografca e descrittiva 233


Boletus aereus Bull. 1789 : Fr.

PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, inizial- ta; di colore nocciola, bruno nocciola, con re-
mente subsferico, emisferico, poi convesso, ticolo bruno a maglie allungate, ben evidente
piano-convesso, guancialiforme; asciutto, ed esteso.
opaco, vellutato, spesso rugoso-gibboso, di Carne: molto spessa, soda, molto compatta,
colore bruno scuro, bruno-nerastro, color dal peso specifco elevato, bianca immutabi-
bronzo, decolorato a zone di bruno-ocra, le; odore e sapore gradevoli.
bruno-giallognolo. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: arrotondati al gambo, un po’ lunghi, se- 11-17 × 4-5,5 µm.
parabili dalla carne del cappello, concolori ai pori. Habitat: cresce solitario o gregario nei bo-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, schi assolati di latifoglie di zone mediterra-
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. nee, più frequente nei boschi di quercia e di
Gambo: 5-15 × 2-5 cm, da ventricoso e ro- castagno, in estate-autunno. Molto comune.
busto a cilindrico, cilindrico-clavato, spesso Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
dilatato verso il basso e con la base attenua- Può essere consumato anche crudo in insalata.

Note: Boletus aereus cresce generalmente nei boschi caldi di zone mediterranee e, tra le specie a carne
bianca immutabile che gravitano attorno a Boletus edulis, si fa riconoscere per il cappello asciutto, vellutato
e molto scuro, sul bruno-nerastro, caratteristicamente decolorato a zone di bruno-ocra, bruno-giallognolo,
richiamante il colore del bronzo. B. edulis è più frequente nel Settentrione e ha il cappello viscido se umido,
più pallido, in genere sul bruno-nocciola, il gambo biancastro o nocciola pallido e con reticolo bianco.

234 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Boletus aestivalis (Paulet) Fr. 1838

siNoNimo: Boletus reticulatus Schaeff. 1774


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, inizialmen- dall’inizio, con reticolo esteso e ben evidente,
te emisferico, poi convesso, piano-convesso; a piccole maglie brunastre già nel giovane.
asciutto, opaco, fnemente vellutato-feltrato, Carne: molto spessa, soda, cedevole nel
spesso screpolato al centro con il tempo sec- cappello, bianca immutabile; odore e sapore
co, cedevole alla pressione con le dita, di colore gradevoli.
brunastro, bruno-castano, bruno-nocciola. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: arrotondati al gambo, lunghi, separa- 11-16 × 4,5-5,5 µm.
bili dalla carne del cappello, concolori ai pori. Habitat: cresce solitario o gregario nei bo-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, schi di latifoglie o misti, in genere di casta-
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. gno, quercia, faggio, tra l’erba e le felci, dalla
Gambo: 5-20 × 2-6 cm, ventricoso e robusto tarda primavera all’autunno. Molto comune
nel giovane, poi cilindrico, cilindrico-clavato, e diffuso.
spesso dilatato verso il basso e con la base at- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
tenuata; di colore nocciola, bruno-nocciola fn Può essere consumato anche crudo in insalata.

Note: tra le quattro principali specie che costituiscono il gruppo dell’edulis, comunemente conosciute come por-
cini, Boletus aestivalis è il primo ad apparire: infatti, è possibile rinvenirlo già dal mese di maggio. Si riconosce
principalmente per la carne bianca immutabile, il cappello asciutto bruno-nocciola e cedevole alla pressione con
le dita (sulla superfcie pileica è come se rimanga impressa l’impronta digitale), per il gambo brunastro già nel
giovane con reticolo molto esteso. Boletus edulis ha il cappello viscido se umido e gambo biancastro nel giovane.

Parte iconografca e descrittiva 235


Boletus edulis Bull. 1782 : Fr.

siNoNimo: Boletus edulis f. arcticus Vassilkov 1966


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, inizial- gessoso, poi nocciola chiaro, con reticolo bian-
mente subsferico, poi convesso, piano-con- co o solo leggermente più scuro nell’adulto, a
vesso, liscio, spesso rugoso-gibboso soprat- piccole maglie allungate e poco esteso.
tutto nel giovane; viscido se umido, di colore Carne: molto spessa, soda, bianca immuta-
brunastro, crema-nocciola, bruno-giallogno- bile, spesso violacea appena sotto la cuticola;
lo, bruno-castano, bruno-fulvastro, più chia- odore e sapore gradevoli.
ro verso il margine. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: da subliberi ad arrotondati al gam- 14-19 × 4,5-6,5 µm.
bo, abbastanza lunghi, separabili dalla carne Habitat: cresce solitario o gregario in genere
del cappello, concolori ai pori. nei boschi di conifere di montagna, prediligen-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, do l’abete rosso, ma anche nei boschi misti o
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. di latifoglie, in estate-autunno. Molto comune
Gambo: 5-15 × 2-8 cm, molto grosso e ventri- e diffuso in Settentrione, meno nel Meridione.
coso nel giovane, cilindrico con la base dilata- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
ta nell’adulto; inizialmente bianco, di aspetto Può essere consumato anche crudo in insalata.
Note: è il classico porcino, capofla dei boleti a carne bianca che non cambiano colore al taglio e che
costituiscono il gruppo dell’edulis; essi sono: Boletus edulis, Boletus aestivalis, Boletus aereus e Bole-
tus pinophilus. Tra queste specie, B. edulis si riconosce per il cappello viscido se inumidito, in genere sul
bruno-nocciola, per il gambo biancastro o nocciola pallido e con reticolo bianco.

236 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Boletus erythropus Pers. 1796 : Fr.

PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 5-20 cm, molto carnoso, inizial- intensamente punteggiato di rosso-porpora su


mente emisferico, poi convesso, guancialifor- sfondo di colore giallognolo, brunastro verso la
me, con il margine acuto; asciutto, opaco, base, giallo intenso all’apice, senza reticolo.
vellutato, spesso gibboso, di colore bruno Carne: molto spessa, soda, di colore giallo,
scuro, bruno-bistro, bruno fuligginoso, talora spesso rosso-porpora alla base del gambo, su-
soffuso di bruno-ocra al margine, virante al bito virante al blu intenso al taglio; odore e
blu per manipolazione. sapore gradevoli.
Tuboli: arrotondati al gambo, lunghi, sepa- Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
rabili dalla carne del cappello, inizialmente 10-16 × 4-5,5 µm.
giallognoli, poi olivastri, viranti come i pori. Habitat: cresce solitario o gregario nei boschi,
Pori: di colore rosso-arancio, rosso-porpora, sia di latifoglie sia di conifere, più frequente in
viranti al blu intenso al tocco, piccoli, rotondi. montagna, dalla tarda primavera all’autunno.
Gambo: 5-15 × 2-5 cm, molto robusto nel giova- Abbastanza comune, ma non ovunque diffuso.
ne, da cilindrico con la base più o meno dilatata Commestibilità: commestibile, ottimo. Da
a ventricoso-fusiforme con la base attenuata; sbollentare per alcuni minuti, altrimenti tossico.
Note: tra i boleti a pori rossi, quasi tutti più o meno viranti al blu al taglio o per manipolazione, Boletus
erythropus si riconosce per il cappello bruno scuro, vellutato, e per il gambo punteggiato di rosso-porpora,
privo di reticolo. Boletus queletii ha di solito il cappello più chiaro, il gambo da quasi liscio a fnemente
punteggiato, di colore rosso-porpora barbabietola dalla metà in giù così come anche nella carne.

Parte iconografca e descrittiva 237


Boletus luridus Schaeff. 1774 : Fr.

PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 8-20 cm, carnoso, emisferico-con- no-arancione verso il basso, talvolta soffuso di
vesso, piano-convesso, spesso sinuoso; asciut- violetto, virante al blu al tocco, con reticolo
to, opaco, fnemente vellutato-feltrato, granu- bruno-rossastro a grosse maglie allungate.
loso, poi glabro, di colore bruno-ocra olivastro, Carne: cospicua, soda, gialla, rosso-porpora
giallo-ocra, bruno-fulvastro, virante al blu per alla base del gambo, di solito rosso-arancio
manipolazione. sotto i tuboli, virante al blu scuro al taglio;
Tuboli: da arrotondati ad adnati al gambo, odore e sapore gradevoli.
abbastanza lunghi, separabili dalla carne del Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
cappello, inizialmente giallognoli, poi oliva- 11-15 × 5-7 µm.
stri, viranti come i pori. Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
Pori: rosso-arancio, viranti al blu intenso al esemplari nei boschi di latifoglie e di conife-
minimo tocco, molto piccoli, rotondi. re, in estate e in autunno. Abbastanza comu-
Gambo: 5-15 × 1,5-4 cm, robusto nel giovane, ne e diffuso.
poi cilindrico, cilindrico-clavato con la base di- Commestibilitˆ: commestibile; da sbollen-
latata; di colore giallognolo verso l’apice, bru- tare per alcuni minuti, altrimenti tossico.
Note: tra i boleti a pori rossi, Boletus luridus si riconosce per il cappello bruno-ocra olivastro, vellutato, virante al
bluastro al tocco, il reticolo sul gambo a grosse maglie allungate, per la carne intensamente virante al blu e caratteri-
sticamente colorata di rosso sulla superfcie a contatto con i tuboli. Boletus queletii è molto simile, ma si distingue
per il gambo senza reticolo, da liscio a fnemente punteggiato, di colore rosso-porpora barbabietola dalla metà in giù.

238 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Boletus pinophilus Pil‡t & Dermek 1973

siNoNimo: Boletus pinicola (Vittad.) A. Venturi 1863 (non Sw. : Fr. = Fomitopsis pinicola)
PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 8-25 cm, molto carnoso, inizial- craceo nel giovane poi bruno-rossastro, con
mente subsferico, poi convesso, piano-con- reticolo brunastro, bruno-rossastro, a piccole
vesso; vellutato nel giovane, poi liscio, spes- maglie.
so pruinoso, con sopra una pruina biancastra Carne: molto spessa, soda, bianca immuta-
più evidente nel giovane e verso il margine, bile, spesso violacea appena sotto la cuticola;
di colore bruno-rossastro, bruno-vinoso. odore e sapore gradevoli.
Tuboli: arrotondati al gambo, lunghi, sepa- Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
rabili dalla carne del cappello, concolori ai 12-17 × 4-5,5 µm.
pori. Habitat: cresce solitario o gregario nei bo-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, schi di latifoglie e di conifere, in genere tra
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. mirtilli ed erica, in estate e in autunno. Mol-
Gambo: 5-15 × 3-10 cm, molto grosso e ven- to comune e diffuso.
tricoso nel giovane, cilindrico-clavato con la Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
base dilatata nell’adulto; di colore bianco-o- Può essere consumato anche crudo in insalata.

Note: Boletus pinophilus, tra le specie che compongono il gruppo dell’edulis, si riconosce principalmente
per il cappello bruno-rossastro, rosso-porpora, viscido se inumidito, nel giovane fnemente impolverato da
una sottile pruina bianca più abbondante verso il margine, per la carne appena sotto la cuticola spesso
violacea e per il gambo bruno-rossastro con reticolo concolore a piccole maglie.

Parte iconografca e descrittiva 239


Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray 1821

siNoNimo: Boletus aurantiacus Bull. 1791


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 5-18 cm, carnoso, inizialmente sub- base dilatata, spesso attenuata; squamoso,
sferico, glandiforme, poi convesso, guancialifor- di colore di fondo bianco sporco, ricoperto
me, con il margine eccedente, notevolmente da squame irsute brunastre, bruno-rossastre,
appendicolato; asciutto, fnemente vellutato, bruno-nerastre nel vecchio.
talora un po’ rugoso, di colore arancio-rosso, Carne: cospicua, molliccia nel cappello, te-
bruno-arancio, bruno-fulvastro, rosso mattone. nace nel gambo, bianca, virante al rosa-lilla
Tuboli: arrotondati al gambo, molto lunghi, al taglio; odore gradevole, sapore mite, dol-
separabili dalla carne del cappello, concolori ciastro.
ai pori. Spore: bruno-tabacco olivastre in massa, fu-
Pori: di colore bianco-crema nel giovane, siformi, lisce, 12-20 × 4,5-5,5 µm.
poi crema-grigio, grigio-bruni, molto piccoli, Habitat: cresce gregario sotto varie latifo-
rotondi. glie (quercia, betulla, pioppo), in estate-au-
Gambo: 8-20 × 1,5-3,5 cm, slanciato, più o tunno. Molto comune.
meno cilindrico, attenuato all’apice, con la Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Leccinum aurantiacum (= L. quercinum, L. populinum) si fa riconoscere per il cappello arancio-rosso,


bruno-arancio, per la superfcie poroide di colore bianco-crema nel giovane, poi crema-grigio, e per il gambo con
squame irsute brunastre, bruno-rossastre, bruno-nerastre nel vecchio. Molto simili sono: Leccinum vulpinum
(= L. piceinum) e Leccinum albostipitatum, il primo distinto per la crescita nei boschi di conifere, in genere
sotto l’abete rosso, e il secondo per il gambo con squame biancastre e per la crescita sotto il pioppo tremulo.

240 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray 1821

siNoNimo: Boletus scaber Bull. 1783 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, inizialmente base, spesso incurvato; squamoso, di colore
emisferico, poi convesso; asciutto, fnemen- bianco-grigiastro, ricoperto da squame irsute
te vellutato-feltrato, glabro nell’adulto, di brunastre, bruno-grigie, bruno-nerastre.
colore bruno-nocciola, bruno-grigiastro, bru- Carne: cospicua, molliccia nel cappello, mol-
no-ocra uniforme. to tenace nel gambo, bianca immutabile, può
Tuboli: arrotondati al gambo, molto lunghi, diventare lentamente di un bianco-grigio
separabili dalla carne del cappello, bianchi nel sporco; odore e sapore gradevoli, dolciastri.
giovane, poi grigiastri. Spore: bruno-tabacco olivastre in massa, fu-
Pori: biancastri, bianco-crema, piccoli, ro- siformi, lisce, 14-18 × 4,5-6 µm.
tondi. Habitat: cresce gregario nei boschi umidi
Gambo: 8-20 × 1-3 cm, molto slanciato, di montagna in associazione con betulle, in
cilindrico-clavato, claviforme, attenuato estate e in autunno. Molto comune.
all’apice e progressivamente dilatato verso la Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: le specie del genere Leccinum hanno il gambo slanciato e ricoperto da squame irsute e in genere
carne virante al viola-lilla, rosa-viola o al nerastro. Leccinum scabrum, tra le specie simili per colorazio-
ne, si riconosce soprattutto per la carne bianca immutabile. Leccinum scabrum var. melaneum (= L.
melaneum) è notevolmente più scuro, bruno-nerastro sia nel cappello sia nelle squame sul gambo.

Parte iconografca e descrittiva 241


Suillus bovinus (L. : Fr.) Roussel 1898

siNoNimo: Boletus bovinus L. 1753 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente no-ocra, giallo-ocra, bianco-rosa alla base per
emisferico-convesso, poi piano-convesso, resti di micelio, glabro, senza anello e senza
con il margine un po’ involuto; viscido, li- punteggiature.
scio e brillante, con cuticola completamente Carne: abbastanza spessa, un po’ molliccia
asportabile, di colore bruno-ocra, bruno-gial- nel cappello, biancastra, ocracea; inodore,
lognolo, bruno-fulvastro. sapore mite, un po’ acidulo.
Tuboli: adnati-decorrenti al gambo, non Spore: bruno-oliva in massa, ellissoidali-fusi-
tanto lunghi, separabili dalla carne del cap- formi, lisce, 7-11 × 3-4,5 µm.
pello, concolori ai pori. Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
Pori: giallo-bruni, bruno-oliva, grandi, ango- plari, spesso anche subcespitoso, nelle pinete
losi e stirati radialmente, come in Boletinus di montagna, sempre sotto pini a due aghi,
cavipes. in estate e in autunno. Molto comune e dif-
Gambo: 4-10 × 1-2 cm, cilindrico, spesso fuso.
incurvato; di colore bruno-giallognolo, bru- Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Suillus bovinus cresce solo sotto pini a due aghi e si riconosce per il gambo glabro, senza anello e
senza punteggiature, con alla base residui rosa di micelio e per i grandi pori bruno-oliva, angolosi e stirati
radialmente. Suillus variegatus è molto simile, ma si distingue per il cappello con cuticola in pratica
asciutta e feltrata, feltrata-squamosa, i pori più piccoli e non così stirati e per la carne con odore di cloro
principalmente localizzato alla base del gambo.

242 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Suillus grevillei (Klotzsch) Singer 1945

siNoNimo: Suillus elegans (Schumach.) Snell 1944 ss. auct.


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente emi- Gambo: 4-10 × 1-2 cm, cilindrico, cilindri-
sferico, emisferico-campanulato, poi convesso, co-clavato; di colore giallo-arancio, giallo
piano-convesso, con il margine spesso appen- all’apice, bruno-arancio verso il basso, con
dicolato da residui di velo; viscido, glutinoso, anello membranoso-foccoso biancastro.
liscio e brillante, con cuticola totalmente aspor- Carne: cospicua, molliccia nel cappello, gial-
tabile, di colore giallo, giallo-arancio fulvastro. lognola; odore e sapore gradevoli.
Tuboli: adnati al gambo, abbastanza lunghi, Spore: giallo-bruno olivastre in massa, fusi-
separabili dalla carne del cappello, concolori formi, lisce, 8-11 × 3-4,5 µm.
ai pori. Habitat: cresce gregario e abbondante esclu-
Pori: inizialmente gialli, giallo-oro, legger- sivamente presso larici, nei boschi di conifere o
mente viranti al bruno-grigiastro rugginoso al misti di montagna ma sempre presso larici, in
tocco, poi giallo-oliva, piccoli, rotondi, arro- estate e in autunno. Molto comune e diffuso.
tondati-angolosi nel carpoforo molto maturo. Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: i Suillus hanno il cappello viscido-glutinoso e crescono solo presso pini o larici. Alcuni sono sim-
bionti specifci dei pini, altri esclusivi dei larici. Questi ultimi sono tutti provvisti di anello, persistente o
più o meno fugace. Suillus grevillei appartiene al gruppo di specie simbionti del larice e si riconosce, oltre
che per il gambo con anello, per il colore giallo-arancio del cappello e per i pori gialli. Altra specie comune
crescente presso i larici è Suillus viscidus (= S. laricinus) distinto per i pori grigiastri, grigio-bruni, e per
il cappello bianco-grigio-ocra olivastro.

Parte iconografca e descrittiva 243


Suillus luteus (L. : Fr.) Roussel 1796

siNoNimo: Boletus luteus L. 1753 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente bianco-giallognolo, punteggiato di bruno-


emisferico, emisferico-convesso, poi conves- violetto, anche all’apice, con anello membra-
so, piano-convesso, con largo e basso um- noso molto ampio, bianco, soffuso di bruno-
bone, con il margine spesso appendicolato violetto sulla faccia inferiore.
per residui di velo; viscido, glutinoso con il Carne: cospicua, molliccia nel cappello,
tempo umido, liscio e brillante, con cuticola biancastra, bianco-giallognola, soffusa di vio-
completamente asportabile, di colore bru- letto appena sotto la cuticola; odore e sapore
nastro, bruno-cioccolato, bruno-giallognolo, gradevoli.
bruno-violaceo. Spore: bruno-ocra in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: adnati al gambo, lunghi, separabili 8-10 × 3-4,5 µm.
dalla carne del cappello, concolori ai pori. Habitat: cresce gregario, talora subcespi-
Pori: inizialmente giallognoli, poi giallo-oli- toso, esclusivamente associato a pini, più
va, un po’ imbrunenti, piccoli, rotondi. frequente nei boschi di pini a due aghi, in
Gambo: 4-8 × 1-2,5 cm, cilindrico, spesso estate-autunno. Molto comune e diffuso.
con la base attenuata; di colore biancastro, Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Suillus luteus si fa riconoscere facilmente per il cappello brunastro, per il gambo munito di anello
membranoso e per la crescita sotto pini. Esso è l’unico Suillus con cappello bruno munito di anello che cresce
associato a pini; tutte le altre specie simili per colorazione pileica e con anello crescono associate a larici.

244 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Suillus variegatus (Sw. : Fr.) Kuntze 1898

siNoNimo: Boletus variegatus Sw. : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, dapprima emi- cappello, giallo-ocra, bruno-ocra, bruno-rug-
sferico, emisferico-convesso, poi convesso, ginoso, senza anello.
piano-convesso, con il margine involuto nel Carne: cospicua, molliccia nel cappello,
giovane; praticamente asciutto nell’adulto, un bianco-giallognola nel cappello, bruno-aran-
po’ viscido nel giovane con il tempo umido, fne- cio verso la base del gambo, leggermente
mente feltrato, feltrato-squamoso, di colore bru- virante all’azzurro al taglio; odore acidulo di
no-ocra, bruno-giallo olivastro, bruno-arancio. cloro, sapore mite.
Tuboli: adnati al gambo, abbastanza corti, Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
separabili dalla carne del cappello, concolori 8-11,5 × 3-4,5 µm.
ai pori. Habitat: cresce gregario esclusivamente
Pori: giallo-bruni olivastri, bruno-oliva, non associato a pini, più frequente nei boschi di
tanto piccoli, un po’ angolosi. pini a due aghi di montagna, in estate-au-
Gambo: 4-12 × 1-3 cm, cilindrico, cilindri- tunno. Poco comune.
co-clavato; liscio, vellutato, subconcolore al Commestibilità: commestibile.

Note: Suillus variegatus è l’unica specie del genere Suillus ad avere il cappello praticamente asciutto,
caratteristica che ne consente una facile determinazione. Altri caratteri aggiuntivi sono: il cappello bru-
no-ocra-olivastro, feltrato-squamoso, i pori bruno-oliva e l’odore simile al cloro, più concentrato alla base
del gambo. Suillus bovinus è simile per colorazione, ma si distingue benissimo almeno per il cappello
viscido e per i pori piuttosto ampi e angolosi-stirati.

Parte iconografca e descrittiva 245


Suillus viscidus (L.) Roussel 1796

siNoNimo: Suillus laricinus (Berk.) Kuntze 1898


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- vato; granuloso-foccoso, di colore bianco-gri-
sferico, emisferico-campanulato, poi conves- gio, grigio-bruno olivastro, con anello foccoso
so, piano-convesso, con il margine appendico- biancastro, dissociato in zona anulare.
lato da residui di velo; viscido, glutinoso con il Carne: abbastanza spessa, molliccia nel cap-
tempo umido, talora un po’ rugoso-squamoso, pello, biancastra, bianco-grigia, spesso giallo-
con cuticola asportabile, di colore bianco-gri- gnola alla base del tambo, leggermente viran-
gio, grigio-ocra olivastro, grigio-bruno chiaro, te all’azzurro al taglio; odore fruttato, sapore
talora soffuso di porporino. mite.
Tuboli: adnati-decorrenti sul gambo, lunghi, Spore: giallo-bruno olivastre in massa, fusi-
separabili dalla carne del cappello, concolori formi, lisce, 9,5-13 × 4,5-6 µm.
ai pori. Habitat: cresce gregario esclusivamente as-
Pori: grigiastri, bianco-grigi, grigio-bruni, sociato a larici, nei boschi di conifere o misti
si macchiano di grigio-blu al tocco, grandi, di montagna ma sempre presso larici, in esta-
angolosi. te-autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 5-12 × 1-2 cm, cilindrico, spesso incur- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Suillus viscidus si riconosce per il cappello di colore bianco-grigio, grigi-bruno
olivastro, i pori grigiastri, grigio-bruni, per il gambo con anello foccoso bianco e per la crescita presso larici.
Suillus bresadolae, specie strettamente correlata, ha il cappello più bruno, bruno-giallognolo, e gambo con
anello o residui di esso gialli. Suillus tridentinus ha i pori vivacemente colorati di arancione, giallo-arancio.

246 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Xerocomus armeniacus (Quél.) Quél. 1888

siNoNimo: Boletus armeniacus Quél. 1884


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente tro, giallognolo all’apice e alla base, fbrillo-
emisferico-convesso, poi convesso, pia- so-punteggiato, talvolta costolato.
no-convesso, con il margine involuto; asciut- Carne: abbastanza spessa, soda, gialla,
to, vellutato, vellutato-feltrato, fnemente ocra-arancio verso la base del gambo, lenta-
screpolato nell’adulto con il tempo secco, di mente virante al blu verso l’apice del gambo
colore arancio albicocca, rosa salmone, ro- al taglio; odore e sapore gradevoli.
sa-arancio, giallo-ocra. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: adnati al gambo, un po’ lunghi, sepa- 11-13 × 4,5-5,5 µm.
rabili dalla carne del cappello, concolori ai pori. Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
Pori: giallognoli, giallo-verdi, olivastri, viran- esemplari, talvolta alcuni uniti per la base del
ti al blu al tocco, non tanto ampi, angolosi. gambo, nei boschi di latifoglie o misti, predi-
Gambo: 4-10 × 0,8-2,5 cm, cilindrico, leg- ligendo i boschi caldi di castagno e di quercia
germente ventricoso nel giovane, con la base di zone mediterranee, in estate e in autunno.
attenuata e appuntita, subradicante, spesso Poco comune.
incurvato; rosa-salmone, rosa-arancio al cen- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: il cappello e il gambo rosa salmone, rosa-arancio albicocca e la carne ocra-arancio verso la base del gambo
sono i principali caratteri che consentono di riconoscere questa specie nell’ambito del genere Xerocomus, genere
costituito da “boleti” con il gambo generalmente sottile e con pori angolosi nel carpoforo maturo. Xerocomus
rubellus è molto simile e si distingue soprattutto per delle punteggiature rugginose nella carne alla base del gambo.

Parte iconografca e descrittiva 247


Xerocomus badius (Fr. : Fr.) Kühner ex E.-J. Gilbert 1931

siNoNimo: Boletus badius (Fr. : Fr.) Fr. 1832


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 4-15 cm, carnoso, inizialmente stro, bruno-nocciola, bruno-fulvastro, bruno-


emisferico, emisferico-convesso, poi conves- giallognolo, più pallido all’apice, glabro, con
so, infne piano; vellutato nel giovane, poi li- fni fbrille più scure del colore di fondo.
scio, viscido se umido, talvolta un po’ rugoso, Carne: molto spessa, soda, biancastra, bru-
di colore brunastro, bruno-baio, bruno-cioc- no-rossastra appena sotto la cuticola, lenta-
colato, bruno-rossastro. mente virante al blu sopra i tuboli al taglio;
Tuboli: arrotondati-adnati al gambo, abba- odore e sapore gradevoli.
stanza lunghi, separabili dalla carne del cap- Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
pello, concolori ai pori. 11-15 × 4,5-6 µm.
Pori: bianchi nel giovane, poi giallo-verde, Habitat: cresce gregario, di solito in nume-
viranti al blu al tocco, abbastanza ampi, an- rosi esemplari, nei boschi di conifere e di lati-
golosi. foglie, in genere di montagna, in estate e in
Gambo: 4-10 × 1-3,5 cm, robusto e obeso autunno. Molto comune e diffuso.
nel giovane, poi cilindrico, cilindrico-fusifor- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
me, con la base attenuata; di colore bruna-
Note: Xerocomus badius si riconosce principalmente per il cappello di colore bruno-baio, bruno-cioc-
colato, vellutato, viscido se umido, e per i pori biancastri nel giovane. Si tratta di specie intermedia tra i
generi Boletus e Xerocomus. Al primo genere lo avvicina il gambo relativamente robusto, al secondo i pori
grandi e angolosi nel carpoforo maturo.

248 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Xerocomus subtomentosus (L. : Fr.) Quél. 1888

siNoNimo: Boletus subtomentosus L. 1753 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente lognolo, giallo-ocra, fbrilloso, fbrilloso-pun-


emisferico, emisferico-convesso, poi con- teggiato, talvolta con leggere costolature.
vesso, piano-convesso; asciutto, opaco, vel- Carne: cospicua, abbastanza soda, giallo-
lutato, di colore bruno-ocra olivastro, bru- gnola, ocra-arancio alla base del gambo, len-
no-rossiccio con rifessi cangianti olivastri, tamente virante al blu al taglio, talvolta non
bruno-giallognolo, sempre con toni olivastri. virante; odore e sapore gradevoli.
Tuboli: adnati al gambo, un po’ lunghi, se- Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
parabili dalla carne del cappello, concolori ai 11-14 × 4,5-5,5 µm.
pori. Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
Pori: giallo vivace, giallo-oro, giallo-oliva nei boschi a quote relativamente basse, pre-
nell’adulto, un po’ grandi, angolosi. diligendo i castagneti e i querceti di zone
Gambo: 4-10 × 1-2 cm, cilindrico, di solito mediterranee, in estate e in autunno. Piut-
dilatato all’apice e gradualmente attenuato tosto comune.
verso la base, spesso incurvato; di colore gial- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Xerocomus subtomentosus si riconosce principalmente per il cappello vellutato, in genere bru-
no-oliva, per i pori di un bel giallo vivace nei giovani esemplari e per la carne giallognola. Xerocomus
ferruggineus cresce nei boschi di conifere di montagna, ha la carne biancastra e il gambo costolato-reti-
colato, soprattutto all’apice.

Parte iconografca e descrittiva 249


Paxillus involutus (Batsch : Fr.) Fr. 1838

PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Paxillaceae

Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente Gambo: 3-7 × 0,8-2 cm, cilindrico, dilata-
piano-convesso, poi piano con centro de- to all’apice, spesso incurvato, talvolta leg-
presso, infne imbutiforme, con il margine germente eccentrico; fbrilloso, concolore al
molto involuto e scanalato-striato; asciutto, cappello, si macchia di brunastro al tocco.
fbrilloso, vellutato-feltrato, spesso squamo- Carne: cospicua, molliccia nel cappello, f-
so-screpolato, di colore brunastro, bruno-o- brosa nel gambo, di colore giallo-ocra palli-
cra, bruno-giallognolo, bruno-cioccolato con do, virante al bruno scuro; inodore, sapore
toni olivastri, si macchia di bruno scuro al amarognolo.
tocco. Spore: giallo-ocra in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: decorrenti sul gambo, ftte, bifor- 7-10 × 4,5-6 µm.
cate, anastomizzate, separabili dalla carne Habitat: cresce gregario nei boschi di latifo-
del cappello per pressione con le dita, gial- glie e di conifere, anche nei parchi, in estate
lo-ocra pallido, bruno-argilla, si macchiano di e in autunno. Molto comune e diffuso.
bruno scuro al tocco. Commestibilitˆ: tossico.

Note: i Paxillus sono funghi carnosi a spore ocra e con lamelle decorrenti che si staccano con facilità dalla carne
del cappello, crescenti sia su terreno sia su legno. Paxillus involutus è il più comune, cresce su terreno e si riconosce
principalmente per il colore bruno-ocra, giallo-ocra in ogni sua parte, il margine del cappello molto involuto e per le
superfci che si macchiano di bruno sporco per manipolazione. Paxillus rubicundulus (= P. flamentosus ss. auct.)
cresce solo sotto l’ontano e si presenta meno carnoso e con il margine del cappello più sottile e poco involuto.

250 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Paxillus rubicundulus P.D. Orton 1969

siNoNimo: Paxillus flamentosus (Scop.) Fr. 1838 ss. auct.


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Paxillaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente germente eccentrico; fbrilloso, concolore al


piano-convesso, poi piano con centro de- cappello, si macchia di brunastro al tocco.
presso, infne leggermente imbutiforme, con Carne: cospicua, fbrosa, giallo-ocra, virante
il margine involuto nel giovane, rivolto verso al bruno-rosso sporco; inodore, sapore ama-
il basso nell’adulto, sinuoso; asciutto, fbril- rognolo.
loso, squamoso, di colore bruno-ocra ruggi- Spore: giallo-ocra in massa, ellissoidali, lisce,
noso, con squame flamentose rosso-brune 6-7,5 × 4-5 µm.
rugginose su sfondo giallo-ocra, si macchia Habitat: cresce gregario o subcespitoso
di bruno scuro al tocco. soltanto in associazione con l’ontano, lungo
Lamelle: decorrenti sul gambo, ftte, biforcate, i corsi d’acqua dove crescono gli ontani, in
anastomizzate, separabili dalla carne del cappel- estate e in autunno. Abbastanza comune ma
lo per pressione con le dita, giallo-ocra, bru- localizzato.
no-ocra, si macchiano di bruno scuro al tocco. Commestibilitˆ: tossico.
Gambo: 2-6 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, dila-
tato all’apice, spesso incurvato, talvolta leg-
Note: Paxillus rubicundulus cresce solo sotto l’ontano, caratteristica di grande aiuto per poterlo separare
dal molto simile e più comune Paxillus involutus. Tuttavia, in assenza del carattere ecologico si distingue,
anche se con diffcoltà, per il cappello più sul bruno-rossiccio, bruno rugginoso, più squamoso, meno car-
noso, con il margine più sottile e meno involuto e per le spore più piccole.

Parte iconografca e descrittiva 251


Omphalotus olearius (DC. : Fr.) Singer 1946

siNoNimo: Clitocybe olearia (DC. : Fr.) Maire 1933


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Paxillaceae

Cappello: 5-12 cm, carnoso, inizialmente con- Carne: cospicua, fbrosa, molto tenace, di
vesso, presto piano-convesso, infne imbutifor- colore giallo-arancio, bruno-arancio alla base
me, con il margine involuto nel giovane; asciutto, del gambo; odore leggermente fungino, sa-
da glabro a fnemente fbrilloso, di colore aran- pore mite, un po’ astringente.
cione, giallo-arancio, bruno-arancio, bruno-rossa- Spore: biancastre, bianco-crema in massa,
stro, talvolta fno al bruno-nero rossastro. subsferiche, lisce, 5-7 × 4,5-6,5 µm, non ami-
Lamelle: molto decorrenti sul gambo, ftte, loidi. Cistidi clavati con lunga appendice rami-
strette, spesso biforcate, giallo-arancio-zafferano. fcata.
Gambo: 5-12 × 1-1,5 cm, cilindrico, progres- Habitat: cresce cespitoso su ceppaie o alla
sivamente attenuato verso il basso, con la base di latifoglie, prediligendo l’olivo e le
base appuntita, di solito fessuoso, incurvato, querce, raramente su conifere, in estate e in
spesso leggermente eccentrico, abbastanza autunno. Abbastanza comune al Centro e al
tenace; concolore al cappello, giallo arancio Sud dell’Italia.
all’apice, con fbrille brunastre. Commestibilitˆ: tossico.

Note: Omphalotus olearius si riconosce per il cappello imbutiforme generalmente colorato di giallo-aran-
cio, bruno-arancio come anche le lamelle e il gambo e per la crescita cespitosa in genere su ceppaie o alla
base di tronchi di latifoglie, prediligendo l’olivo e le querce. Specie simile per colorazione è Hygrophoropsis
aurantiaca, di taglia più piccola, facilmente distinguibile per la crescita gregaria, non cespitosa, su residui
in decomposizione in genere nei boschi di pino, le lamelle biforcate senza lamellule e per l’assenza di cistidi.

252 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Chroogomphus helveticus (Singer) M.M. Moser 1967

siNoNimo: Gomphidius helveticus Singer 1950


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Gomphidiaceae

Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente con fbrille o squamule bruno-rossastre su


emisferico, emisferico-campanulato, poi sfondo giallo-ocra, con cortina effmera evi-
convesso, piano-convesso; asciutto, velluta- dente solo nei giovani esemplari.
to-feltrato, opaco, talvolta un po’ squamoso, Carne: cospicua, soda, di colore giallo-aran-
squamoso-screpolato, di colore albicocca, cio; senza odore e sapore particolari.
ocra-arancio, giallo-ocra arancio, bruno-ros- Spore: nere olivastre in massa, fusiformi, li-
sastro. sce, 15-22 × 6-7,5 µm.
Lamelle: decorrenti sul gambo, rade, piut- Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
tosto spesse, di aspetto ceraceo, ocra-aran- fere di montagna, in genere di abete rosso
cio olivastre, poi grigio-porpora nerastre. ma anche sotto pini a due aghi, spesso nel
Gambo: 4-10 × 0,8-2 cm, cilindrico, atte- muschio, in estate e in autunno. Non tanto
nuato alla base, spesso incurvato; concolore comune.
al cappello, ocra-arancio, giallo-ocra arancio, Commestibilitˆ: commestibile.

Note: il cappello e il gambo asciutti, di aspetto vellutato-feltrato, di colore ocra-arancio, bruno-rossastro,


consentono di riconoscere Chroogomphus helveticus tra le poche specie della famiglia Gomphidiaceae.
Si consiglia di verifcare sempre che le lamelle siano decorrenti, spesse, rade e che si tingano nell’adulto di
grigio-nerastro per maturazione delle spore, ciò per evitare di confonderlo con il pericolosissimo Cortina-
rius speciosissimus (= C. rubellus), abbastanza simile e rinvenibile nello stesso habitat, ma con lamelle
smarginate e spore bruno-ocra rugginose.

Parte iconografca e descrittiva 253


Chroogomphus rutilus (Schaeff.) O.K. Mill. 1964

siNoNimo: Gomphidius rutilus (Schaeff.) S. Lundell 1937


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Gomphidiaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente bruno-ocra verso il basso, zebrato da residui
emisferico-campanulato, poi piano-convesso, di velo, più abbondanti nella zona anulare,
con umbone acuto; da asciutto a leggermen- quasi a formare un anello molto fugace.
te viscido se umido, glabro, liscio e brillante Carne: cospicua, soda, di colore ocra-aran-
con il tempo secco, fbrilloso, di colore bru- cio, bruno-vinoso; senza odore e sapore par-
no-porpora, bruno-vinoso, bruno-rossastro, ticolari.
bruno-nocciola, con toni grigiastri. Spore: nere olivastre in massa, fusiformi, li-
Lamelle: decorrenti sul gambo, rade, piut- sce, 16-22 × 6-7,5 µm.
tosto spesse, di aspetto ceraceo, grigio-ocra Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
olivastre, poi grigio-nerastre. plari nei boschi di pino, simbionte esclusivo
Gambo: 5-10 × 0,8-2 cm, cilindrico, atte- di pini a due aghi, in estate e in autunno.
nuato alla base, talvolta incurvato; subcon- Abbastanza comune e diffuso.
colore al cappello, bruno-vinoso all’apice, Commestibilitˆ: commestibile.

Note: Chroogomphus rutilus si riconosce per il cappello bruno-vinoso grigiastro, da asciutto a legger-
mente viscido se umido, con umbone acuto, le lamelle decorrenti sul gambo, spesse e rade, bruno-nerastre
nell’adulto e per la carne di colore vinaccia, bruno-ocra vinoso. I Chroogomphus si distinguono dai Gom-
phidius principalmente per la carne tutta colorata e anche per il cappello asciutto oppure leggermente vi-
scido. Si ricorda che i Gomphidius sono viscidi-glutinosi e con carne bianca ma gialla alla base del gambo.

254 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Gomphidius glutinosus (Schaeff. : Fr.) Fr. 1838

siNoNimo: Leucogomphidius glutinosus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1972


PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Gomphidiaceae

Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- due colori, bianco verso l’alto e giallo verso il
sferico-convesso, conico-convesso, poi pia- basso, tendente a macchiarsi di bruno-nera-
no-convesso con il centro depresso, infne stro con la crescita, con zona anulare gluti-
depresso-imbutiforme, con il margine rivolto nosa colorata di nero per caduta delle spore
verso il basso, un po’ scanalato nell’adulto; nell’adulto.
molto glutinoso, glabro, di colore bruno-gri- Carne: cospicua, soda, bianca, gialla alla base
giastro, bruno-oliva, con toni violacei o por- del gambo; odore irrilevante, sapore mite.
porini, spesso con macchie nere nell’adulto. Spore: nerastre in massa, fusiformi-ellissoi-
Lamelle: decorrenti sul gambo, abbastanza dali, lisce, 18-22 × 5-7 µm.
rade, molto spesse, di aspetto ceraceo, cede- Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
voli al tocco, nel giovane grigio-biancastre, nifere, nei boschi misti, dalla pianura alla
poi grigio-nerastre. montagna, prediligendo i boschi di pini con
Gambo: 5-8 × 0,8-2 cm, cilindrico, subfusi- abete rosso, in estate-autunno. Non tanto
forme, leggermente attenuato all’apice e alla comune.
base; molto glutinoso, caratteristicamente di Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Gomphidius glutinosus si riconosce per il cappello e il gambo molto glutinosi, ricoperti da abbon-
dante muco, le lamelle decorrenti, ceracee e di colore grigio-nerastro nell’adulto, il gambo giallo alla base
e per la carne bianca nel cappello e di un bel giallo alla base del gambo. Gomphidius maculatus è più
piccolo, cresce presso larici e si macchia di nero con la crescita.

Parte iconografca e descrittiva 255


Lentinus tigrinus (Bull. : Fr.) Fr. 1825

siNoNimo: Panus tigrinus (Bull. : Fr.) Singer 1951


PosizioNe sistematica: ordine Polyporales, famiglia Polyporaceae

Cappello: 3-10 cm, poco carnoso, inizial- te squamoso, punteggiato di bruno-nerastro, di


mente piano-convesso e con il centro ombe- colore bianco-crema verso l’alto, con squame
licato, poi piano-depresso, imbutiforme, con brune su fondo biancastro verso il basso.
il margine involuto nel giovane, poi acuto e Carne: poco spessa, fbrosa, tenace, molto
rivolto verso il basso, spesso lacerato; asciut- coriacea nel gambo, biancastra, bianco-cre-
to, squamoso, con squame brunastre, bruno- ma; odore di latte, sapore acidulo, un po’
nerastre, più ftte al centro, che ben contra- astringente.
stano con il fondo biancastro, bianco-crema, Spore: bianche in massa, cilindriche-ellissoi-
crema nocciola. dali, lisce, 6-8 × 3-4 µm, non amiloidi.
Lamelle: decorrenti sul gambo, molto ftte, Habitat: cresce cespitoso prevalentemente
bianco-crema, con il flo seghettato. su legno di salice, in zone rivierasche, più
Gambo: 3-6 × 0,5-0,8 cm, cilindrico, tenden- raramente su pioppi, perlopiù in primavera,
zialmente eccentrico, svasato verso l’alto, talvol- sporadico in autunno. Abbastanza comune.
ta radicante, spesso incurvato; opaco, fnemen- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Lentinus tigrinus si riconosce per la consistenza coriacea della carne, il cappello ombelicato-imbu-
tiforme con squame bruno-nerastre che ben risaltano sul fondo biancastro e per la crescita principalmente
in primavera su legno morto di salice. Alcuni AA. distinguono il genere Panus dal genere Lentinus in base
alla trama lamellare: irregolare con subimenio non sviluppato nel genere Panus, più o meno regolare con
subimenio ben sviluppato in Lentinus.

256 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Pleurotus ostreatus (Jacq. : Fr.) P. Kumm. 1871

siNoNimo: Pleurotus columbinus Quél. 1881


PosizioNe sistematica: ordine Polyporales, famiglia Polyporaceae

Cappello: 5-20 cm, carnoso, dapprima pia- to-costolato in prossimità delle lamelle, con
no-convesso, presto depresso a forma di con- feltro miceliare alla base, di colore bianco,
chiglia, di ventaglio, con il margine involuto nel bianco-crema-grigiastro.
giovane; asciutto, glabro, di aspetto untuoso, Carne: cospicua, fbrosa, un po’ tenera nel
liscio e brillante, di colore bruno-grigiastro, bru- gambo, bianca; odore fungino, sapore delicato.
no-beige, bruno-bluastro, bruno-violaceo. Spore: bianche in massa, cilindriche-ellissoi-
Lamelle: notevolmente decorrenti sul gam- dali, lisce, 7-10 × 3-3,5 µm, non amiloidi.
bo, ftte, biancastre, crema-grigiastre, con il Habitat: cresce cespitoso su ceppaie e tron-
flo intero. chi di latifoglie, spesso viventi e ad altezza
Gambo: 1-4 × 1-3 cm, da molto eccentri- considerevole (anche fno a 4-7 m dal suolo),
co a laterale, piuttosto corto, rudimentale, prediligendo il pioppo e il salice, nei parchi, in
talvolta quasi inesistente, cilindrico, spesso autunno-inverno. Abbastanza comune.
incurvato, attenuato alla base; opaco, stria- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: i Pleurotus sono funghi carnosi e in genere lignicoli, caratterizzati dal gambo laterale o eccentrico,
dalle lamelle decorrenti sul gambo e spore bianche, bianco-crema. Tra questi, Pleurotus ostreatus si fa
riconoscere, oltre che per le lamelle decorrenti e il gambo laterale, per il colore del cappello bruno-grigia-
stro, bruno-blu-violaceo e per la crescita principalmente su legno di latifoglie, prediligendo il pioppo e il
salice. Comunemente conosciuto con il nome di orecchietta o gelone, è anche coltivato industrialmente e
venduto in molti paesi europei.

Parte iconografca e descrittiva 257


Schizophyllum commune Fr. 1815 : Fr.

siNoNimo: Schizophyllum multifdum (Batsch) Fr. 1875


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Schizophyllaceae

Cappello: 1,5-5 cm, poco carnoso, fabelli- accennato, costituito da un leggero prolun-
forme, a forma di ventaglio o di conchiglia, gamento della confuenza delle lamelle.
con il margine involuto e irregolarmente Carne: (= contesto) poco spessa, piuttosto
sinuoso-lobato; asciutto, notevolmente fel- fbrosa, tenace, reviviscente, più morbida se
trato, lanoso-villoso, con peli irsuti, di colore imbevuta di acqua, coriacea e molto dura
biancastro, bianco-grigio, talora soffuso di quando è asciutta, bianco-ocra; odore acidu-
rosa. lo, sapore mite.
Lamelle: confuenti nel punto di attacco Spore: bianco-crema in massa, cilindriche,
con il legno o pseudogambo, rade, spesse, lisce, 5-6,5 × 1,5-2,5 µm, non amiloidi.
biforcate verso il margine, crema carnicino, Habitat: cresce subcespitoso o gregario su
rosa pallido, con il flo tipicamente bifdo, legno di latifoglie, tronchi o rami caduti, ra-
fessurato longitudinalmente e sdoppiato in ramente su legno di conifere, nei boschi, par-
due. chi e giardini di città, in ogni periodo dell’an-
Pseudogambo: in genere assente, talora no. Molto comune e diffuso.
molto ridotto, rudimentale e laterale, appena Commestibilità: non commestibile.
Note: tra le specie sessili, senza gambo distinto, costituite dal solo cappello a forma di conchiglia o di
ventaglio e con imenoforo a lamelle, Schizophyllum commune si fa riconoscere facilmente per il cappello
notevolmente feltrato-villoso ma soprattutto per il flo lamellare tipicamente bifdo, fessurato longitudi-
nalmente e sdoppiato in due lamine, caratteristica non riscontrabile in nessun’altra specie.

258 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cantharellus cibarius Fr. 1821 : Fr.

PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Cantharellaceae

Cappello: 2-8 cm, carnoso, dapprima con- base attenuata o leggermente dilatata; glabro,
vesso, regolare o notevolmente gibboso, poi di colore giallo più o meno come il cappello.
piano con il centro depresso, un po’ imbu- Carne: cospicua, abbastanza soda, bianca,
tiforme, con il margine involuto e notevol- giallognola verso le superfci; odore gradevole
mente sinuoso, sinuoso-lobato; glabro, liscio, fruttato, di albicocca, sapore mite.
di colore giallo vivo, giallo-arancio, giallo oro. Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali,
Pseudolamelle: (costituenti l’imenoforo) lisce, 8-9,5 × 5-6 µm, non amiloidi.
pliciformi, composte da pieghe, biforcate e Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
venose, notevolmente decorrenti sul gambo, plari ravvicinati nei boschi, sia di latifoglie sia
rade, spesse, gialle come il cappello o un po’ di conifere, spesso tra e sotto le foglie nei
più pallide. canaloni molto umidi, in estate e in autunno.
Gambo: 3-6 × 0,8-2 cm, cilindrico, progres- Abbastanza comune e diffuso.
sivamente dilatato verso l’alto, talora con la Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.

Note: i Cantharellus sono funghi terricoli, costituiti da cappello e gambo con imenoforo da pliciforme
a subliscio. Tra le specie congeneri, Cantharellus cibarius si riconosce facilmente per il colore giallo in
ogni parte. Di C. cibarius esistono numerose varietà, alcune considerate specie distinte. Le più comuni
sono: Cantharellus ferruginascens (= C. cibarius var. ferruginascens) è più pallido, pressoché inodore,
e tende a macchiarsi di rosso ruggine alla manipolazione; Cantharellus amethysteus (= C. cibarius var.
amethysteus) ha squame violette sul cappello.

Parte iconografca e descrittiva 259


Cantharellus tubaeformis Fr. 1821 : Fr.

siNoNimo: Craterellus tubaeformis (Fr. : Fr.) Quél. 1888


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Cantharellaceae

Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, quasi solcato, bruno-giallognolo, giallo olivastro,
membranaceo, convesso e ombelicato, om- color senape, più pallido alla base.
belicato-imbutiforme, con il margine note- Carne: esigua, abbastanza tenace, elastica,
volmente sinuoso-lobato; fbrilloso-squamo- di colore giallo-grigiastra; odore fruttato con
so, di colore brunastro, bruno-giallognolo, componente di muschio, sapore mite.
giallo olivastro al margine. Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
Pseudolamelle: (costituenti l’imenoforo) 9-10,5 × 6,5-7,5 µm, non amiloidi.
pliciformi, composte da pieghe in rilievo, Habitat: cresce cespitoso o gregario in nu-
spesse, biforcate, vistosamente venose, de- merosi esemplari ravvicinati nei boschi, sia
correnti sul gambo, di colore grigiastro, gri- di conifere sia di latifoglie, su residui legnosi
gio-giallo olivastro. ricoperti di muschio o ceppaie marcescenti,
Gambo: 4-8 × 0,5-1 cm, cilindrico, legger- in estate-autunno. Abbastanza comune e dif-
mente dilatato all’apice, talora con la base un fuso.
po’ ingrossata e compressa, cavo; glabro, da Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
liscio a fnemente rugoso, spesso compresso,
Note: Cantharellus tubaeformis si distingue dal simile Cantharellus lutescens per via dell’imenoforo
pliciforme (pseudolamelle), costituito da pieghe pronunciate simulanti delle vere lamelle, di colore grigio
oliva. In C. lutescens l’imenoforo è da liscio a leggermente rugoso-venoso e giallognolo, giallo-arancio
pallido.

260 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Craterellus cornucopioides (L. : Fr.) Pers. 1825

siNoNimo: Cantharellus cornucopioides (L. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Cantharellaceae

Cappello: 2-8 cm, quasi membranaceo, a so la base; glabro, liscio, spesso compresso,
forma di trombetta, profondamente ombe- talora solcato longitudinalmente, di colore
licato-imbutiforme e comunicante con la nerastro, bruno-grigio come il cappello.
cavità del gambo fno alla base, con il mar- Carne: esigua, fragile, di colore grigio-nero,
gine notevolmente sinuoso-lobato; fbrilloso, grigio-bruno; odore gradevole, sapore dolce.
fbrilloso-squamuloso, di colore nerastro, bru- Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
no-nero, bruno-grigiastro, spesso screziato. 12-15 × 9-11 µm, non amiloidi.
Pseudolamelle: pressoché assenti, la su- Habitat: cresce subcespitoso o gregario in
perfcie imeniale è praticamente da subliscia numerosi esemplari ravvicinati nei boschi di
a fnemente rugosa-venosa, di colore grigio latifoglie, tra le foglie, prediligendo gli av-
cenere, grigio-bruno pallido. vallamenti e i canaloni umidi anche pietrosi,
Gambo: 4-10 × 0,8-2 cm, cavo e con cavità in estate-autunno. Abbastanza comune e
comunicante con l’esterno dal cappello, pel- diffuso.
licolare, dilatato verso l’alto e attenuato ver- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.

Note: Craterellus cornucopioides, comunemente conosciuto come trombetta da morto, si fa riconoscere


facilmente per la sua caratteristica forma a tromba, di colore nerastro o grigio-bruno, e per l’imenoforo
subliscio, senza pseudolamelle. Cantharellus cinereus è molto simile ma di taglia più piccola e con ime-
noforo pliciforme, con pseudolamelle.

Parte iconografca e descrittiva 261


Clavaria fragilis Holmsk 1790 : Fr.

siNoNimo: Clavaria vermicularis Sw. 1811


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Clavariaceae

Basidiocarpo: alto 3-10 cm, spesso 0,3-0,5 Carne: esigua, molto fragile, bianca; odore e
cm, vermiforme, cilindrico, da cilindrico-cla- sapore irrilevanti.
vato a leggermente fusiforme, in genere at- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
tenuato sia verso l’alto sia verso la base, la 5-8 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi. Giunti a fb-
quale non è distinta in un gambo o pseudo- bia assenti.
gambo, incurvato-sinuoso, un po’ compresso, Habitat: cresce cespitosa in densi ciuff di
con solchi longitudinali nell’adulto, spesso numerosi esemplari fascicolati, raramente in
con apice acuto a uncino. Superfcie (costi- piccoli ciuff con meno di cinque esemplari,
tuente l’imenoforo, tranne la parte basale) nei prati, tra l’erba o su terreno nudo, in au-
liscia, spesso leggermente striata, di colore tunno. Non comune.
bianco, bianco-crema pallido, spesso con la Commestibilitˆ: non commestibile.
punta apicale leggermente giallognola.

Note: le Clavaria sono piccoli funghi terricoli a forma di clava, senza giunti a fbbia nelle ife (alcune
specie con ampi giunti alla base dei basidi). Clavulinopsis è come Clavaria ma con giunti a fbbia nelle ife.
Typhula e Macrotyphula comprendono specie generalmente lignicole, il primo crescenti da sclerozio. Tra
le specie simili, Clavaria fragilis si riconosce per i carpofori vermiformi, senza la parte basale distinta in
gambo o pseudogambo, con apice acuto, di colore biancastro e per la crescita fascicolata. Clavaria acuta
(= C. asterospora) è molto simile ma più piccola, ha una sorta di pseudogambo e spore con lunghi aculei,
a forma di stella.

262 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Clavariadelphus truncatus (QuŽl.) Donk 1933

siNoNimo: Clavaria truncata Quél. 1886


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Clavariaceae

Basidiocarpo: alto 6-12 cm, spesso 2-7 cm, Carne: molto spessa, tenera, un po’ molle e
molto carnoso, dapprima cilindrico-clavato, spugnosa nell’adulto, biancastra, con tenden-
claviforme, poi sempre più conico-turbinato, za a macchiarsi di grigio-lilla al taglio; odore
a forma di trottola, con apice notevolmente irrilevante, sapore dolciastro.
appiattito, spesso perfno un po’ depresso, Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
con il margine debordante, sinuoso e molto 9,5-13 × 5,5-7 µm, non amiloidi.
rugoso. Superfcie (costituente l’imenoforo, Habitat: cresce gregario o subsolitario nei
tranne la parte basale) liscia, rugosa-grinzo- boschi di conifere, prediligendo i boschi di
sa, anche gibbosa e con numerose fossette abete rosso di montagna, in estate e in au-
o scanalature, talora lacerata-erosa in alcuni tunno. Poco comune.
punti, di colore ocra, giallo-ocra, ocra-aran- Commestibilitˆ: commestibile.
cio, soffusa di lilla o grigio-lilla nell’adulto,
bianca alla base, virante al verde con il solfa-
to ferroso (FeSO4).

Note: il genere Clavariadelphus comprende specie carnose a forma di clava non ramifcata e di considere-
vole spessore. Tra questi, Clavariadelphus truncatus si riconosce facilmente per i carpofori clavati molto
grossi e con apice notevolmente appiattito, spesso perfno un po’ depresso e con il margine debordante,
e per la crescita nei boschi di conifere. Clavariadelphus pistillaris e Clavariadelphus favoimmaturus
hanno l’apice arrotondato, non appiattito, e crescono nei boschi di latifoglie.

Parte iconografca e descrittiva 263


Clavulina cristata (Holmsk. : Fr.) J. Schröt. 1888

siNoNimo: Clavulina coralloides (L. : Fr.) J. Schröt. 1888


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Clavulinaceae

Basidiocarpo: 3-7 cm di altezza, 2-6 cm di stituente l’imenoforo) liscia, talora picchiet-


larghezza, composto da un piccolo tronco tata da fossette, bianca, bianco-crema, ta-
basale ramifcato a forma di corallo. lora bianco-grigiognola, di aspetto ceraceo.
Tronco: piuttosto piccolo, 0,5-1,5 cm di spes- Carne: poco spessa, fragile nei rami, mollic-
sore, cilindrico, appiattito, con base attenuata cia, bianca; odore irrilevante, sapore mite.
subradicante, gibboso, di colore bianco, bian- Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
co-crema (spesso grigio-nerastro per azione di 7-9,5 × 6-8 µm, non amiloidi. Basidi bispo-
un parassita), ramifcato in numerosi rami. rici.
Rami: principali abbastanza grossi, 0,5-1 cm Habitat: cresce subcespitosa o gregaria nei
di spessore, rotondeggianti o compressi, ra- boschi, sia di conifere sia di latifoglie, predi-
mifcati in piccoli rami secondari, con apici ligendo l’abete rosso, in estate e in autunno.
appiattiti e suddivisi in numerose appendici Abbastanza comune.
acute, simili a creste di gallo. Superfcie (co- Commestibilità: non commestibile.

Note: tra i funghi clavarioidi, il genere Clavulina è caratterizzato da spore bianche e basidi bisporici. Le Rama-
ria hanno spore giallo-ocra. Tra le specie congeneri C. cristata si fa riconosce per i carpofori ramifcati biancastri
con apici appiattiti e suddivisi in appendici acute, simili a creste di gallo. C. cinerea ha rami allungati e non così
crestati, ed è di colore grigio fumo. C. rugosa è di colore grigio-crema, scarsamente ramifcata, quasi claviforme,
ed è rugosa, gibbosa, rugosa-solcata. Capita spesso di incontrare C. cristata parassitata da un micro fungo
(Helminthosphaeria clavariarum) che colora i rami di grigio-nerastro, quindi confondibile con C. cinerea.

264 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ramaria botrytis (Pers. : Fr.) Ricken 1918

siNoNimo: Clavaria botrytis Pers. 1797 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Ramariaceae

Basidiocarpo: 7-15 cm di altezza, 5-18 cm tuente l’imenoforo) liscia, dapprima bianca-


di larghezza, composto da un grosso tron- stra, poi crema-ocra, ocra-brunastro, con
co basale ramifcato a forma di cavolfore, di apici caratteristicamente colorati di rosso
corallo. vinoso, rosso-porpora violaceo.
Tronco: molto robusto, massiccio, 2-6 cm di Carne: molto spessa, compatta ma fragile
spessore, a forma di cono rovesciato con la nei rami, bianca; odore e sapore dolciastri.
base attenuata, di colore bianco, poi un po’ Spore: giallo-ocra in massa, ellissoidali-cilin-
giallognolo, crema-ocra, ramifcato in nume- driche, verrucose-striate in senso longitudi-
rosi rami. nale, 13-16 × 5-7,5 µm, non amiloidi. Giunti a
Rami: principali molto robusti, 1,5-3 cm di fbbia presenti.
spessore, piuttosto corti, tozzi, da rotondeg- Habitat: cresce gregaria o solitaria nei bo-
gianti a irregolarmente compressi, ramifcati schi, sia di conifere sia di latifoglie, in esta-
in numerosi piccoli rami secondari formanti te-autunno. Abbastanza comune ma localiz-
angoli in maggioranza a V, con apici termi- zata, non ovunque diffusa.
nanti in 2-3 punte acute. Superfcie (costi- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: il genere Ramaria comprende funghi clavarioidi ramifcati a forma di cavolfore o di corallo e con
spore giallo-ocra. Tra le specie congeneri, Ramaria botrytis è una delle poche che si può riconoscere a occhio
nudo per via del tronco basale molto robusto e biancastro da cui dipartono dei rami piuttosto tozzi portanti
numerose piccole ramifcazioni con apici caratteristicamente colorati di rosso vinoso, viola-porporino.

Parte iconografca e descrittiva 265


Ramaria formosa (Pers. : Fr.) Quél. 1888

siNoNimo: Clavaria formosa Pers. 1797 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Ramariaceae

Basidiocarpo: 6-18 cm di altezza, 6-20 cm che a V, con apici terminanti in 2-3 punte più o
di larghezza, composto da un tronco basale meno acute. Superfcie (costituente l’imenofo-
fortemente ramifcato a forma di cavolfore, ro) liscia, di colore rosa salmone, con apici gialli.
di corallo. Carne: abbastanza spessa, un po’ molle, fra-
Tronco: abbastanza robusto, 2-5 cm di spes- gile nei rami, biancastra, di aspetto marmo-
sore, generalmente singolo, a volte composto rizzato se umida; odore irrilevante, sapore
da due o tre elementi conglobati, a forma di amarognolo, un po’ erbaceo.
cono rovesciato con la base attenuata, di colo- Spore: giallo-ocra in massa, cilindrico-ellis-
re bianco verso la base, soffuso di rosa-arancio soidali, verrucose, 9-14 × 5-6,5 µm, non ami-
verso l’alto, ramifcato in numerosi rami. loidi. Giunti a fbbia presenti.
Rami: principali abbastanza larghi, 1-2 cm di Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
spessore, lunghi, rotondeggianti, subparalleli, foglie, più frequente nei boschi di faggio, in
ramifcati in numerosi piccoli rami secondari estate-autunno. Abbastanza comune.
formanti angoli in maggioranza a U, ma an- Commestibilitˆ: tossico.

Note: molte specie di Ramaria sono fra loro simili perché con la crescita, maturando le spore, tendono
a diventare tutte ocra. Tuttavia, se si osservano carpofori giovani, non ancora del tutto maturi, Ramaria
formosa si fa riconoscere abbastanza facilmente per la colorazione tricolore del carpoforo, con il tronco
basale bianco, i rami rosa-salmone e gli apici gialli.

266 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ramaria sanguinea (Pers.) Quél. 1888

siNoNimo: Clavaria sanguinea Pers. 1800


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Ramariaceae

Basidiocarpo: 7-15 cm di altezza, 4-10 cm te più o meno ottuse. Superfcie (costituente


di larghezza, composto da un tronco basale l’imenoforo) liscia, giallognola, giallo-crema,
ramifcato a forma di cavolfore, di corallo, giallo-ocra, con apici in genere più scuri, sfu-
abbastanza slanciato. mati di giallo-bruno.
Tronco: abbastanza robusto, massiccio, 2-5 Carne: abbastanza spessa, un po’ molle, fra-
cm di spessore, a forma di cono rovesciato gile nei rami, bianca, di aspetto marmorizza-
con la base attenuata, di colore bianco, un to se umida; odore irrilevante, sapore dolce.
po’ giallognolo verso l’alto, virante al ros- Spore: giallo-ocra in massa, ellissoidali, ver-
so-porpora vinoso per sfregamento, ramifca- rucose, 8,5-11 × 4-5 µm, non amiloidi. Giunti
to in numerosi rami. a fbbia assenti.
Rami: principali abbastanza robusti, 1-2 cm Habitat: cresce gregaria o solitaria nei
di spessore, piuttosto lunghi, rotondeggianti, boschi di latifoglie, prediligendo faggete o
spesso incurvati, ramifcati in numerosi pic- boschi misti con faggio, in estate-autunno.
coli rami secondari formanti angoli in mag- Poco comune.
gioranza a V, con apici terminanti in 2-4 pun- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: il viraggio al rosso-porpora vinoso del tronco basale per sfregamento e l’assenza di giunti a fbbia
sono i principali caratteri che consentono di riconoscere Ramaria sanguinea tra le numerose specie gialle.
Ramaria eosanguinea è un’altra specie gialla che tende ad arrossare allo sfregamento, ma ha giunti a
fbbia nelle ife.

Parte iconografca e descrittiva 267


Ramaria stricta (Pers. : Fr.) Quél. 1888

siNoNimo: Clavaria stricta Pers. 1795 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Ramariaceae

Basidiocarpo: 5-10 cm di altezza, 4-7 cm colore giallo-ocra, ocra-brunastro, color can-


di larghezza, composto da un piccolo tronco nella, con apici gialli.
basale molto ramifcato a forma di corallo. Carne: poco spessa, abbastanza tenace, un
Tronco: sottile, 0,5-1 cm di spessore, da po’ elastica, biancastra, crema-ocra pallido;
lungo a ridotto, cilindrico, spesso incurvato, odore da subnullo a leggermente acidulo, sa-
con la base più o meno radicante e munita di pore amaro.
cordoni miceliari bianchi, di colore ocraceo, Spore: giallo-ocra in massa, ellissoidali, fne-
crema-ocra, ocra-fulvastro, ramifcato in nu- mente verrucose, 7,5-10 × 4-5 µm, non ami-
merosi rami. loidi. Giunti a fbbia presenti.
Rami: principali piuttosto sottili, 0,2-0,5 cm Habitat: cresce cespitosa o gregaria su le-
di spessore, lunghi e ftti, da rotondeggianti gno di latifoglie, raramente su legno di co-
ad appiattiti, ramifcati in numerosi rami nifere, prediligendo ceppaie marcescenti e
secondari formanti angoli in maggioranza a residui di legno interrati, in estate-autunno.
U, con apici terminanti in 2-5 punte acute. Abbastanza comune.
Superfcie (costituente l’imenoforo) liscia, di Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Ramaria stricta si fa riconoscere per i carpofori con numerosi rami sottili e
ftti, simili a piccoli cespugli, di colore ocra cannella, con apici appuntiti e gialli, e per la crescita tra residui
di legno. Ramaria gracilis cresce in genere su legno di conifere, è più pallida, quasi biancastra, ha rami più
sottili e odora leggermente di anice.

268 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Hydnum repandum L. 1753 : Fr.

siNoNimo: Dentinum repandum (L. : Fr.) Gray 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Hydnaceae

Cappello: 4-15 cm, molto carnoso, dappri- base, generalmente eccentrico o quasi late-
ma convesso, poi piano-convesso, anche un rale; glabro, liscio, vellutato, spesso sinuoso-
po’ depresso, irregolarmente gibboso-sinuo- gibboso, di colore biancastro, si macchia leg-
so, con il margine involuto, sinuoso-lobato; germente di giallo-arancio allo sfregamento.
glabro, asciutto, opaco e vellutato, nel gio- Carne: cospicua, cassante, un po’ gessosa,
vane fnemente pruinoso di bianco, di colore soda, bianca; odore irrilevante, sapore mite.
giallognolo, giallo-ocra, crema-rosa pallido, Spore: biancastre in massa, subsferiche-el-
talora quasi biancastro. lissoidali, lisce, 6-8,5 × 5-7 µm, non amiloidi.
Aculei: (costituenti l’imenoforo) notevol- Sistema ifale monomitico.
mente decorrenti sul gambo, molto ftti, Habitat: cresce subcespitoso o gregario, ta-
fragili, facilmente staccabili dalla carne, gial- lora subsolitario, nei boschi, sia di latifoglie
lognoli, bianco-crema. sia di conifere, in estate e in autunno. Molto
Gambo: 2-5 × 1,5-3 cm, piuttosto corto e comune.
robusto, dilatato verso l’alto e attenuato alla Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: Hydnum repandum, comunemente conosciuto come steccherino dorato, si riconosce facilmente
per il portamento tozzo, con il gambo tendenzialmente eccentrico-laterale, il colore giallognolo del cappel-
lo e per l’imenoforo ad aculei molto decorrenti sul gambo. Per colorazione richiama un po’ Cantharellus
cibarius, ma quest’ultimo ha l’imenoforo a pieghe e non ad aculei. Hydnum albidum è un sosia di colore
bianco e ha spore più piccole, 4,5-5,5 × 3-4 µm.

Parte iconografca e descrittiva 269


Hydnum rufescens Pers. 1800 : Fr.

siNoNimo: Hydnum repandum var. rufescens (Pers. : Fr.) Barla 1859


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Hydnaceae

Cappello: 2-7 cm, carnoso, dapprima con- crema-ocra pallido, si macchia facilmente di
vesso, poi piano-convesso, gibboso-sinuoso, arancio-rossastro alla manipolazione.
talora un po’ depresso, con il margine da Carne: poco spessa, cassante, un po’ ges-
regolare a notevolmente sinuoso, ondulato; sosa, fragile, biancastra, bianco-giallognola;
glabro, asciutto, opaco, di colore ocra-aran- odore irrilevante, sapore da mite a legger-
cio, arancio-rossastro. mente amaro.
Aculei: (costituenti l’imenoforo) adnati al Spore: biancastre in massa, subsferiche-ellis-
gambo, non decorrenti o solo leggermen- soidali, lisce, 6,5-8,5 × 5,5-7,5 µm, non ami-
te, molto ftti, fragili, facilmente asportabili loidi. Sistema ifale monomitico.
dalla carne, giallognoli, quasi concolori al Habitat: cresce gregario, spesso in numero-
cappello. si esemplari, nei boschi, sia di latifoglie sia di
Gambo: 3-7 × 0,3-1,2 cm, slanciato, cilin- conifere, prediligendo i castagneti, in estate
drico, da centrale a leggermente eccentri- e in autunno. Molto comune.
co, spesso incurvato; glabro, biancastro, Commestibilitˆ: commestibile.

Note: il genere Hydnum è costituito da tre specie: Hydnum repandum e Hydnum rufescens sono le più
comuni e largamente diffuse mentre Hydnum albidum è piuttosto raro (da non confondere con esemplari
sbiaditi di H. repandum). Tra queste, Hydnum rufescens si riconosce per il portamento più esile, con il
gambo ben distinto, slanciato e tendenzialmente centrale, il cappello più sull’arancio-rossastro, gli aculei
adnati e per l’arrossamento delle superfci alla manipolazione.

270 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Irpex lacteus (Fr. : Fr.) Fr. 1828

siNoNimo: Steccherinum lacteum (Fr. : Fr.) Krieglst. 1999


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Corticiaceae s.l.

Basidiocarpo: da resupinato a espan- titi, talora formanti degli pseudotuboli nei


so-refesso, sessile, più cappelli fuoriescono carpofori giovani, decorrenti sulla parte re-
da un’unica fruttifcazione resupinata. Ogni supinata, abbastanza ftti, tenaci, biancastri,
singolo pseudocappello misura 1-3 cm di lar- bianco-crema.
ghezza, sporgente 0,5-2 cm, sottile, fabelli- Carne: (= contesto) poco spessa, fbrosa, ab-
forme, a forma di mensola, con ampia super- bastanza tenace, biancastra; odore acidulo-
fcie di attacco sul substrato, con il margine fungino, sapore mite.
ottuso, sinuoso, spesso con lobi fessurati e Spore: bianche in massa, cilindriche-ellis-
sovrapposti, asciutto, notevolmente feltrato, soidali, lisce, 5-6,5 × 2,5-3 µm, non amiloidi.
villoso, talora zonato, di colore biancastro, Cistidi (= scheletocistidi) a parete spessa e
crema-ocra pallido. ricoperti di cristalli. Sistema ifale dimitico.
Aculei: (costituenti l’imenoforo) odontoidi, Habitat: cresce su legno di latifoglie, tutto
irpicoidi, molto irregolari terminanti a forma l’anno. Provoca carie bianca. Comune.
di denti, da acuti a ottusi e perlopiù appiat- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Irpex lacteus è l’unico rappresentante del suo genere e, tra le specie espanso-refesse o pileate, si
fa riconoscere per il colore biancastro, l’imenoforo composto di aculei odontoidi irregolari e per i cistidi
a parete spessa e ricoperti di cristalli verso l’alto. Altra specie, abbastanza comune, espanso-refessa con
cappelli imbricati e con imenoforo ad aculei è Steccherinum ochraceum, distinto principalmente per il
colore giallo, giallo-arancio, e per gli aculei regolari.

Parte iconografca e descrittiva 271


Stereum hirsutum (Willd. : Fr.) Pers. 1800

siNoNimo: Stereum refexum (Bull.) Sacc. 1916


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Corticiaceae s.l.

Basidiocarpo: da resupinato a espan- lo-arancio, ocra-grigiognolo, giallo-bianco al


so-refesso, sessile, più cappelli fuoriescono margine, non arrossante al tocco.
imbricati dai margini di un’unica fruttifca- Carne: (= contesto) sottile, molto tenace,
zione resupinata. Ogni singolo pseudocap- coriacea, crema-ocra e con linea più scura
pello misura 2-6 cm di larghezza, sporgen- sotto lo strato tomentoso della superfcie
te 1-3 cm, sottile, fabelliforme, a forma di dello pseudocappello; odore e sapore irrile-
ventaglio o di mensola, con il margine molto vanti.
sinuoso-lobato, spesso con lobi fessurati e Spore: bianche in massa, cilindriche-ellissoi-
sovrapposti. Superfcie superiore della parte dali, lisce, 5-7 × 2-3 µm, amiloidi. Giunti a
refessa feltrata, irsuta-villosa, talora zonata, fbbia assenti. Sistema ifale dimitico.
di colore giallo-bruno, bruno-fulvo soffuso di Habitat: cresce su legno di latifoglie, pre-
grigiognolo, più chiara al margine. Superf- diligendo tronchi o grossi rami abbattuti, in
cie inferiore e quella resupinata (costituen- ogni periodo dell’anno. Provoca carie bianca.
ti l’imenoforo) liscia, un po’ rugosa-sinuosa, Molto comune.
spesso zonata, di colore giallo-ocra, gial- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Stereum hirsutum è sicuramente la più comune e si riconosce per lo pseudo-
cappello piuttosto sporgente con superfcie leggermente irsuta-villosa di colore bruno-fulvo giallognolo, la
crescita su legno di latifoglie e per la superfcie imeniale non arrossante al tocco. Il simile Stereum gausa-
patum cresce anch’esso su legno di latifoglie, ma si distingue per la superfcie imeniale arrossante al tocco.

272 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Sarcodon imbricatus (L. : Fr.) P. Karst. 1881

siNoNimo: Hydnum imbricatum L. 1753 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Thelephoraceae

Cappello: 8-25 cm, molto carnoso, inizial- co; glabro, vellutato, di colore grigio-bruno
mente convesso, poi piano-convesso, piano pallido, biancastro verso la base.
e con il centro depresso, con il margine invo- Carne: cospicua, abbastanza compatta, un
luto, da regolare a sinuoso; asciutto, grosso- po’ friabile, brunastra, color sughero, non zo-
lanamente squamoso, di colore bruno, bruno nata; odore acidulo fungino, sapore mite o
cioccolato, con grosse squame bruno-nera- amarognolo.
stre imbricate disposte concentricamente, Spore: brunastre in massa, subsferiche-el-
appuntite e rialzate al centro. lissoidali, verrucose-gibbose, 6,5-8 × 5-6 µm.
Aculei: (costituenti l’imenoforo) decorrenti Giunti a fbbia presenti. Sistema ifale mono-
sul gambo, ftti, bianco-grigiognoli, poi gri- mitico.
gio-bruni. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 4-6 × 1,5-4 cm, molto corto e ro- boschi di conifere, ai margini dei boschi, pre-
busto, talora rudimentale, da cilindrico a diligendo l’abete rosso, in estate-autunno.
claviforme, cilindrico-fusiforme, attenuato Abbastanza comune.
all’apice, da centrale a leggermente eccentri- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Sarcodon imbricatus, comunemente conosciuto come steccherino bruno, si fa riconoscere facilmente per il
cappello brunastro, con grosse squame imbricate e rialzate verso il centro, per gli aculei di colore grigio-bruno, per la
carne brunastra e non zonata. Si ricorda che i generi Sarcodon e Hydnellum hanno spore brune e ornamentate, il
primo ha carne omogenea non stratifcata, non zonata, il secondo ha carne zonata, stratifcata a zone chiaro-scure.

Parte iconografca e descrittiva 273


Inonotus dryadeus (Pers. : Fr.) Murrill 1908

siNoNimo: Polyporus dryadeus (Pers. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Hymenochaetaceae

Basidiocarpo: a forma di mensola, sessile. Pori: biancastri, giallo-lilla nel giovane, poi
Pseudocappello: 10-40 cm di larghezza, 5-15 bruni, piccoli, arrotondati, con dissepimenti
cm di spessore; inizialmente e per lungo tem- ispessiti.
po il carpoforo si presenta come un grosso Carne: (= contesto) molto spessa, molle e
nodulo informe completamente coperto da succulenta nel giovane, poi coriacea, zonata,
gocce acquose, infne a forma di mensola, con brunastra, bruno-rossiccia, virante al nero con
il margine arrotondato, molto spesso. Super- NaOH; odore acidulo-fungino, sapore mite.
fcie gibbosa-bossolata, vellutata, feltrata, nel Spore: crema-giallognole in massa, subsfe-
giovane di colore giallo-ocra, ocra-fulvastro, riche, lisce, 6-8,5 × 5,5-7,5 µm, destrinoidi.
color ruggine, essudante gocce acquose di Sete presenti. Sistema ifale monomitico.
colore bruno-ambra, poi con la crescita tende Habitat: cresce alla base o su radici afforanti
a diventare bruno-nerastro, con il margine da generalmente di vecchie querce viventi, nei
biancastro a giallo-ocra maculato di bruno. parchi e giardini di città, dalla primavera all’au-
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) abbastanza lun- tunno. Provoca carie bianca. Non comune.
ghi, brunastri, molto fragili nei carpofori secchi. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Inonotus dryadeus si riconosce facilmente per i grossi carpofori, nodulosi da giovani e per lungo tempo, di
colore giallo-ocra essudanti gocce acquose colorate di bruno-ambra e per la crescita in genere alla base di vecchie
querce viventi di cui è un forte parassita. Inonotus dryophilus si distingue per l’assenza di gocce acquose, per la
presenza di un nucleo miceliare bruno maculato di bianco nella parte attaccata al substrato e per l’assenza di sete.

274 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Phellinus torulosus (Pers. : Fr.) Bourdot & Galzin 1925

siNoNimo: Polyporus torulosus (Pers. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Hymenochaetaceae

Basidiocarpo: espanso-refesso, a forma di Carne: (= contesto) cospicua, molto dura,


mensola, sessile. Pseudocappello: 10-30 cm di legnosa, di colore brunastro, bruno-fulvo
larghezza, 2-5 cm di spessore, sporgente 3-10 giallognolo, virante al nero con NaOH; odore
cm, robusto, inizialmente resupinato con il e sapore irrilevanti.
margine superiore un po’ refesso, poi sempre Spore: bianco-crema in massa, subsferiche-el-
più refesso fno a mensoliforme, con il mar- lissoidali, lisce, 4-6 × 3-4 µm, non amiloidi.
gine spesso, arrotondato, sinuoso-solcato, Sete presenti. Sistema ifale dimitico.
feltrato. Superfcie gibbosa, sinuosa, vellutata, Habitat: cresce su legno di latifoglie, in ge-
feltrata, talora zonata, di colore brunastro, nere alla base di tronchi viventi, raramente
bruno-rosso, cannella, bruno bistro nell’adulto, di conifere, nei parchi e giardini di città, plu-
fammata di giallo-ocra al margine. riannuale, in ogni periodo dell’anno. Provoca
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) a uno o più carie bianca. Abbastanza comune.
strati, non lunghi, brunastri, bruno-ruggine. Commestibilità: non commestibile.
Pori: brunastri, color cannella, molto piccoli,
arrotondati, con dissepimenti ispessiti.
Note: il genere Phellinus comprende specie coriacee-legnose crescenti su legno, con contesto brunastro e virante al nero
con NaOH o KOH, in genere con sete brune e con spore biancastre. Il genere Inonotus è come Phellinus ma con sistema
ifale monomitico, caratteristica che rende la carne più morbida, non legnosa. Tra le specie congeneri Phellinus torulosus
si riconosce per la crescita espanso-refessa su latifoglie viventi, e per il cappello vellutato-feltrato bruno-rossastro.

Parte iconografca e descrittiva 275


Fistulina hepatica (Schaeff. : Fr.) With. 1792

siNoNimo: Fistulina hepatica var. endoxantha (Speg.) J.E. Wright 1961


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Fistulinaceae

Basidiocarpo: a forma di mensola, di venta- Gambo: quando presente è laterale, rudimen-


glio, subsessile, talora innestato tramite un rudi- tale, corto e rugoso, concolore al cappello.
mentale gambo laterale, richiamante una lingua Carne: (= contesto) cospicua, molto spessa,
di bue. Pseudocappello: 8-20 cm di larghezza, molto tenera, molle e gelatinosa verso la su-
2-5 cm di spessore, a forma di mensola, di ven- perfcie, notevolmente succosa, di colore ros-
taglio, con il margine ottuso. Superfcie viscida, so-porpora, rosso-arancio, con venature bian-
brillante, molliccia-gelatinosa, fnemente ver- castre, secernente un liquido rosso-sangue al
rucosa, solcata-rugosa verso la parte attaccata taglio; odore acidulo-fungino, sapore acidulo.
al legno, di colore rosso-porpora, rosso-bruno, Spore: biancastre in massa, subsferiche-ellis-
color fegato, con zone nerastre. soidali, lisce, 4,5-6 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi.
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) liberi, sepa- Habitat: cresce su legno vivo o morto di
rabili tra loro, corti, di colore crema-rossiccio. latifoglie, generalmente alla base di tronchi
Pori: biancastri, bianco-crema, si macchia- di querce o di castagno, in estate-autunno.
no di bruno-rossiccio al tocco, molto piccoli, Provoca carie bruna. Abbastanza comune.
rotondi. Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Fistulina hepatica si fa riconoscere facilmente per i carpofori completamente di colore rosso-por-
pora, con carne molle e succosa, secernente un liquido rosso-sangue al taglio, e con tuboli liberi tra loro.
Per il suo aspetto, simile per consistenza e colore a una lingua di bue o a un fegato, non può essere confusa
con nessun’altra specie.

276 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ganoderma resinaceum Boud. 1890

PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Ganodermataceae

Basidiocarpo: a forma di mensola, sessile, sano per formare un nuovo strato di tuboli.
talora con accenno di gambo. Pseudocappel- Pori: brunastri, bruno-ocra, molto piccoli, ar-
lo: 10-40 cm di larghezza, 3-8 cm di spessore, rotondati, con dissepimenti ispessiti; la super-
sporgente 5-20 cm, robusto, inizialmente no- fcie poroide è bianca nel periodo di attività.
duloso, poi mensoliforme, a forma di venta- Carne: (= contesto) cospicua, cedevole nello
glio, talora con un rudimentale gambo, con il pseudocappello, di colore bruno, bruno-ros-
margine ottuso, sinuoso. Superfcie notevol- so; odore e sapore irrilevanti.
mente gibbosa, sinuosa, cedevole alla pres- Spore: brune in massa, ellissoidali, con pa-
sione, come laccata, ricoperta da una crosta rete molto spessa e verrucosa, con poro ger-
lucida e resinosa, sottile e morbida, di colore minativo spesso tronco, 9,5-12 × 5-7,5 µm.
giallo-bruno, bruno-arancio, bruno-rossastro, Sistema ifale trimitico.
durante il periodo di attività con sopra pol- Habitat: cresce su tronchi in prossimità del-
vere sporale bruna, richiamante la polvere di la base di latifoglie viventi, prediligendo le
cacao, e con il margine bianco-giallognolo. querce, nei parchi e giardini di città, in ogni
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) a uno o più periodo dell’anno. Provoca carie bianca. Non
strati, lunghi, brunastri, spesso variegati di comune.
bianco per la presenza di ife che li attraver- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, G. resinaceum si fa riconoscere per lo strato resinoso nello pseudocappello
molto sottile e morbido. G. lucidum è simile ma distintamente stipitato, con gambo lungo e laterale.

Parte iconografca e descrittiva 277


Albatrellus confuens (Alb. & Schwein. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957

siNoNimo: Scutiger confuens (Alb. & Schwein. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Cappello: costituito da più cappelli saldati Gambo: 1-5 × 1-3,5 cm, da centrale a leg-
tra loro formanti una massa più o meno germente eccentrico, più o meno cilindrico,
informe grande fno a 30 cm e oltre. Ogni attenuato alla base; glabro, irregolarmente
singolo cappello misura 4-12 cm, carnoso, gibboso, di colore biancastro, con toni aran-
inizialmente subsferico, poi convesso, irrego- ciati vero la base.
larmente gibboso, con il margine fortemente Carne: cospicua, soda, un po’ gessosa, bian-
involuto, sinuoso-lobato; asciutto, glabro, castra, diventa rosa alla cottura con acqua
screpolato-areolato, di colore giallo-arancio, e aceto; odore subnullo, sapore amarognolo.
ocra-rossastro, bruno-ocra. Spore: bianche in massa, subsferiche-ovoi-
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) decorrenti, dali, lisce, 4-5,5 × 3-4 µm, amiloidi. Giunti
corti, non separabili dalla carne, concolori ai a fbbia presenti. Sistema ifale:monomitico.
pori. Habitat: cresce cespitoso-conglobato, nei bo-
Pori: biancastri, bianco-crema carnicino, schi di conifere, predilige l’abete rosso di mon-
molto piccoli, rotondi-angolosi, con dissepi- tagna, in estate-autunno. Abbastanza comune.
menti sottili. Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Albatrellus confuens si differenzia dal più comune Albatrellus ovinus principalmente per i car-
pofori conglobati, con i cappelli tra loro saldati, di colore giallo-arancio, ocra-rossastro, e per la carne che
diventa rosa alla cottura con acqua e aceto. A. ovinus produce carpofori più regolari, di colore sul bian-
co-grigio, soffuso di giallo-ocra, e con carne che diventa verde alla cottura con acqua e aceto.

278 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Albatrellus ovinus (Schaeff. : Fr.) Kotl. & Pouzar 1957

siNoNimo: Scutiger ovinus (Schaeff. : Fr.) Murrill 1920


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente emi- larmente gibboso, di colore bianco, tendente
sferico, poi convesso, irregolarmente gibboso- a ingiallire alla manipolazione.
sinuoso, con il margine molto involuto, sinuo- Carne: cospicua, soda, un po’ gessosa, bian-
so-lobato; glabro, opaco, screpolato, di colore castra, diventa verde alla cottura con acqua
biancastro, bianco-grigio, bianco-crema, spesso e aceto; odore e sapore irrilevanti.
soffuso di giallo-ocra, bianco al margine. Spore: bianche in massa, subsferiche-ovoi-
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) decorrenti, dali, lisce, 3,5-5 × 3-4 µm, non o leggermente
corti, non separabili dalla carne, concolori ai amiloidi. Giunti a fbbia assenti. Sistema ifale
pori. monomitico.
Pori: bianco-crema, piccoli, rotondi-angolo- Habitat: cresce gregario (spesso numerosi
si, con dissepimenti sottili, un po’ ingiallenti esemplari molto ravvicinati), nei boschi di co-
al tocco. nifere, prediligendo l’abete rosso di montagna,
Gambo: 3-8 × 1-2 cm, da centrale a legger- in estate e in autunno. Abbastanza comune.
mente eccentrico, cilindrico; glabro, irrego- Commestibilitˆ: commestibile, buono.

Note: tra le specie stipitate della famiglia Polyporaceae, gli Albatrellus si riconoscono facilmente per la carne
relativamente morbida e per la crescita terricola, non su legno. Albatrellus ovinus si distingue dalle specie conge-
neri per il colore tendenzialmente bianco-grigio, solo soffuso di giallo-ocra, e per l’assenza di giunti a fbbia. Al-
batrellus subrubescens è un sosia con superfci tendenti a macchiarsi di giallo-rossastro. Albatrellus confuens
cresce conglobato e ha il cappello più ocra-arancio, color crosta di pane, e giunti a fbbia nelle ife.

Parte iconografca e descrittiva 279


Bjerkandera adusta (Willd. : Fr.) P. Karst. 1880

siNoNimo: Polyporus adustus (Willd. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Basidiocarpo: espanso-refesso, talora Pori: grigio-nerastri, biancastri al margine,


completamente resupinato, sessile; numerosi piccoli, rotondi-angolosi, con dissepimenti
cappelli imbricati o fusi lateralmente fuorie- sottili.
scono da una fruttifcazione estesa fno a di- Carne: (= contesto) sottile, fbrosa, tenera e
verse decine di centimetri, talora invadente umidiccia nel giovane, poi tenace, biancastra,
un intero tronco. Ogni singolo pseudocappel- grigio chiaro, separata dai tuboli da una linea
lo misura 2-6 cm di larghezza, sottile, 0,2- nera; odore acidulo-fungino, sapore mite.
0,4 cm di spessore, inizialmente resupinato Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
con il margine refesso, espanso-refesso, poi 4,5-5,5 × 2,5-3,5 µm, non amiloidi. Sistema
a forma di ventaglio, mensoliforme, con il ifale monomitico.
margine sottile, sinuoso. Superfcie velluta- Habitat: cresce su legno di latifoglie, in gene-
ta, feltrata, zonata, di colore brunastro, gri- re su ceppaie o tronchi, nei boschi, nei parchi
gio-bruno, biancastra al margine. e giardini di città, in ogni periodo dell’anno.
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) piuttosto Provoca carie bianca. Molto comune.
corti, concolore ai pori. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie simili, Bjerkandera adusta si riconosce a occhio nudo per l’imenoforo a tuboli colorato
di grigio-nerastro. Molto simile è l’altrettanto comune Trametes versicolor, ma in quest’ultima specie la
superfcie poroide è biancastra, bianco-crema. Bjerkandera fumosa, piuttosto rara, presenta carpofori più
spessi, con pseudocappello bruno-ocra, superfcie poroide crema-ocra e contesto bruno-ocra.

280 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Daedalea quercina (L. : Fr.) Pers. 1801

siNoNimo: Lenzites quercina (L. : Fr.) P. Karst. 1888


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Basidiocarpo: da espanso-refesso a ungula- radialmente stirati, labirintiformi, talora qua-


to, a forma di mensola, sessile. Pseudocappel- si a lamelle anastomizzate, con dissepimenti
lo: 5-20 cm di larghezza, 3-8 cm di spessore, molto spessi.
molto robusto, inizialmente noduloso, poi da Carne: (= contesto) cospicua, molto dura,
mensoliforme a ungulato, a forma di zoccolo suberosa-legnosa, di colore ocra, bruno-ocra,
di cavallo, con ampia superfcie di attacco al color sughero; odore acidulo fungino, sapore
substrato legnoso, con il margine spesso, ot- mite o amarognolo.
tuso, sinuoso-lobato. Superfcie notevolmente Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
gibbosa, spesso percorsa da profondi solchi, 5-7 × 2,5-3,5 µm, non amiloidi. Sistema ifale
vellutata, feltrata, di colore ocra, bruno-ocra, trimitico.
ocra-grigiognolo, color camoscio, con il margi- Habitat: cresce su legno di latifoglie, pre-
ne più pallido, crema-ocra. diligendo ceppaie o tronchi di querce, nei
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) piuttosto boschi, nei parchi e giardini, pluriannuale, in
lunghi, molto spessi, concolori ai pori. ogni periodo dell’anno. Provoca carie bruna.
Pori: biancastri, crema-ocra pallido con ri- Comune.
fessi glauco-rosati carnicini, molto larghi, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Daedalea quercina si riconosce piuttosto facilmente per via dei pori molto ampi, caratteristica-
mente labirintiformi, stirati radialmente, con dissepimenti molto spessi, di colore crema con rifessi glau-
co-rosati, per il contesto color sughero e per la crescita prevalentemente su legno di quercia.

Parte iconografca e descrittiva 281


Laetiporus sulphureus (Bull. : Fr.) Murrill 1920

siNoNimo: Polyporus sulphureus (Bull. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Basidiocarpo: a forma di mensola, sessile; Pori: gialli, giallo zolfo, piccoli, rotondi-an-
spesso più cappelli imbricati fuoriescono da golosi, con dissepimenti sottili e dentellati.
una fruttifcazione, talora innestati tramite Carne: (= contesto) abbastanza spessa, re-
un rudimentale gambo laterale. Ogni singolo lativamente tenera nel giovane, poi tenace
pseudocappello misura 8-30 cm di larghezza, e gessosa, bianco-crema, giallognola; odore
1-4 cm di spessore, fabelliforme, a forma di acidulo-fungino, sapore mite.
mensola, di ventaglio, con il margine ottuso, Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
ingrossato, molto ondulato, sinuoso-lobato. 5-6,5 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi. Giunti a fb-
Superfcie notevolmente gibbosa, bossola- bia assenti. Sistema ifale dimitico.
ta-rugosa, nodulosa, vellutata, feltrata, ta- Habitat: cresce su alberi di latifoglie viventi o
lora zonata, di colore giallo, giallo-arancio, su legno morto delle stesse, eccezionalmente
giallo-ocra. su larice, dalla primavera inoltrata all’autunno.
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) piuttosto Provoca carie bruna. Abbastanza comune.
corti, concolore ai pori. Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: il colore giallo, giallo-arancio, più o meno in tutto il carpoforo, consente di riconoscere facilmente
Laetiporus sulphureus tra le numerose specie fabelliformi, in pratica a forma di ventaglio. Di L. sul-
phureus esiste, anche se molto raro, lo stadio imperfetto, denominato Ptychogaster (= Ceriomyces)
aurantiacus, e si presenta noduloso, grosso 2-6 cm, senza pori e con gocce acquose, con carne che si risolve
in polvere bruna costituita da clamidospore.

282 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Meripilus giganteus (Pers. : Fr.) P. Karst. 1882

siNoNimo: Polyporus giganteus (Pers. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Basidiocarpo: a forma di ventaglio, subses- Gambo: rudimentale, molto corto e tozzo,


sile, composto da più pseudocappelli con- talora poco distinto.
cresciuti-imbricati che formano una frut- Carne: (= contesto) spessa, tenera nel giova-
tifcazione molto grande, fno a 70 cm di ne, poi più fbrosa, un po’ tenace, di colore bian-
larghezza. Ogni singolo pseudocappello misu- co-crema, annerente in vecchiaia o per sfrega-
ra 10-30 cm di larghezza, 1-2 cm di spessore, mento; odore acidulo-fungino, sapore mite.
irregolarmente a forma di ventaglio, con il Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
margine ottuso, sinuoso-lobato. Superfcie 5,5-7 × 4,5-6 µm, non amiloidi. Giunti a fb-
sinuosa, ondulata, vellutata, fnemente squa- bia assenti. Sistema ifale Monomitico.
mosa, zonata, di colore bruno-ocra-fulvastro, Habitat: cresce alla base di tronchi di latifoglie
crema-ocra al margine. viventi, prediligendo il faggio e le querce, anche
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) piuttosto apparentemente su terreno collegato a radici,
corti, concolore ai pori. nei parchi e giardini, in estate e in autunno.
Pori: da biancastri a giallo-ocra, piccoli, ro- Provoca carie bianca. Abbastanza comune.
tondi, viranti al nerastro per manipolazione. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: l’enorme taglia dell’intera fruttifcazione, con cappelli fabelliformi molto grandi, di colore bruno-o-
cra-fulvastro, tendenti ad annerire, consente di riconoscere facilmente M. giganteus. Specie simili sono:
Grifola frondosa e Bondarzewia montana, entrambe non annerenti al tocco; la prima produce cappelli più
piccoli, 4-8 cm di larghezza; la seconda ha spore verrucose e cresce su radici o ceppaie di conifere di montagna.

Parte iconografca e descrittiva 283


Piptoporus betulinus (Bull. : Fr.) P. Karst. 1881

siNoNimo: Polyporus betulinus (Bull. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Basidiocarpo: a forma di mensola, ungulato, Carne: (= contesto) abbastanza spessa, soff-


sessile. Pseudocappello: 5-20 cm di larghezza, ce, suberosa, poi coriacea, biancastra; odore
2-5 cm di spessore, robusto, a forma di menso- acidulo-fungino, sapore mite o amarognolo.
la, un po’ ungulato, spesso convesso-arrotonda- Spore: bianche in massa, cilindriche-allan-
to, pulvinato, talora attaccato al legno per una toidi, lisce, 5-7 × 1,5-2 µm, non amiloidi. Si-
sorta di pseudogambo, con il margine involuto, stema ifale trimitico.
ottuso e rivolto verso il basso, sinuoso-lobato. Habitat: cresce esclusivamente su legno di
Superfcie liscia, sericea, spesso screpolata, di betulla, tronchi e rami morti, in estate e in
colore bianco-crema, bianco-grigiognolo nel autunno. Provoca carie bianca. Abbastanza
giovane, poi grigio-ocra, ocra-fulvastro. comune e diffuso.
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) corti, con- Commestibilitˆ: non commestibile.
colori ai pori.
Pori: bianchi, bianco-crema, rotondeggianti,
con dissepimenti non tanto sottili e dentellati.

Note: Piptoporus betulinus si riconosce molto facilmente per la crescita su legno di betulla e per lo pseudo-
cappello a forma di mensola pulvinata, con superfcie superiore liscia, talora screpolata, di colore bianco-o-
cra-grigiognolo. Talvolta l’imenoforo di esemplari vecchi di P. betulinus è invaso da un minuscolo pirenomicete,
Hypocrea pulvinata, di colore giallo-ocra, a forma di piccole sferette ruvide, isolate o confuenti. Piptoporus
pseudobetulinus, molto raro, cresce su legno di pioppo tremolo e ha spore più grandi, 7-11 × 2,5-3,5 µm.

284 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Polyporus squamosus (Huds. : Fr.) Fr. 1821

PosizioNe sistematica: ordine Polyporales, famiglia Polyporaceae

Cappello: 10-40 cm, carnoso, da ampiamente ma verso l’alto, bruno-nerastro verso la base.
semicircolare a fabelliforme, a forma di venta- Carne: (= contesto) cospicua, piuttosto f-
glio con il centro depresso, raramente circolare, brosa, soda, tenera nel giovane, coriacea e
con il margine sinuoso; asciutto, squamoso, di dura nell’adulto, bianca; odore e sapore fari-
colore giallo-ocra, con squame brunastre. nosi, di cocomero, di buccia di anguria.
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) notevol- Spore: bianche in massa, cilindriche-ellissoi-
mente decorrenti sul gambo, corti, non se- dali, lisce, 10-15 × 4-5,5 µm, non amiloidi.
parabili dalla carne, concolori ai pori. Sistema ifale dimitico.
Pori: biancastri, crema-giallognoli nell’adul- Habitat: cresce solitario o subcespitoso su
to, piccoli nel giovane, poi ampi e angolosi- legno di latifoglie, tronchi o ceppaie, nei bo-
stirati, con dissepimenti dentellati-lacerati. schi, nei parchi e giardini di città, general-
Gambo: 1-5 × 1-4 cm, laterale o eccentrico-late- mente in primavera, sporadico in estate-au-
rale, corto e tozzo, cilindrico, dilatato verso l’al- tunno. Provoca carie bianca. Comune.
to; ricoperto di pori nella parte alta, bianco-cre- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie congeneri, Polyporus squamosus si riconosce per la taglia molto grande, il cappello
giallo-ocra con squame brunastre, il gambo bruno-nero alla base, la crescita su legno e per il forte odore
farinoso, di cocomero. Polyporus tuberaster è simile ma più raro, di taglia più piccola, con cappello 3-10
cm, ha il gambo centrale e non ha odore farinoso; inoltre, predilige crescere su rametti o su terreno, di
solito collegato a un grosso sclerozio interrato.

Parte iconografca e descrittiva 285


Trametes versicolor (L. : Fr.) Lloyd 1921

siNoNimo: Polyporus versicolor (L. : Fr.) Fr. 1821


PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.

Basidiocarpo: espanso-refesso, a forma di Tuboli: (costituenti l’imenoforo) piuttosto


ventaglio, sessile; numerosi cappelli imbricati o corti, concolore ai pori.
fusi lateralmente fuoriescono da una fruttifca- Pori: biancastri, crema-giallognoli, molto
zione estesa fno a diverse decine di centimetri, piccoli, rotondeggianti, con dissepimenti
talora invadente un intero tronco. Ogni singo- sottili.
lo paeudocappello misura 2-6 cm di larghezza, Carne: (= contesto) sottile, coriacea, molto te-
0,1-0,3 cm di spessore, sottile, inizialmente re- nace, bianca; odore acidulo-fungino, sapore mite.
supinato con il margine refesso, espanso-refes- Spore: bianche in massa, cilindriche, lisce,
so, poi nettamente mensoliforme, a forma di 5,5-7 × 1,5-2 µm, non amiloidi. Sistema ifale
ventaglio, talora attaccato al substrato trami- trimitico.
te un prolungamento simulante una sorta di Habitat: cresce su legno di latifoglie, talora
pseudogambo, con il margine sottile, acuto, su parti danneggiate di tronco o rami di albe-
sinuoso-lobato. Superfcie vellutata, sericea, ri viventi, nei boschi, nei parchi e giardini di
notevolmente zonata, di colore molto variabi- città, in ogni periodo dell’anno. Provoca carie
le, grigio-bruno, bluastro, bruno-ocra, nerastro, bianca. Molto comune e diffusa.
sempre a fasce sottili alterne chiaro-scure. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: il genere Trametes si distingue per i carpofori sessili, spesso a forma di mensola, di ventaglio o ungulati,
con contesto biancastro, a sistema ifale trimitico e spore bianche. Tutti agenti di carie bianca. Tra le specie conge-
neri, questa è la più comune e si riconosce per il cappello a forma di ventaglio, sottile, vellutato, sericeo e zonato.

286 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Auricularia auricula-judae (Bull. : Fr.) Quél. 1886

siNoNimo: Hirneola auricula-judae (Bull. : Fr.) Berk. 1860


PosizioNe sistematica: ordine Auriculariales, famiglia Auriculariaceae

Basidiocarpo: gelatinoso, a forma di orecchio te pubescente, con pruina bianca soprattutto


o di conchiglia. Dapprima a forma di tubercolo nel giovane.
sinuoso, presto assume la forma di conchiglia Carne: abbastanza spessa, gelatinosa, mol-
irregolarmente pieghettata, misurante 3-8 cm liccia ma piuttosto elastica, contenuta tra le
di larghezza, 0,2-0,5 cm di spessore, sessile, con superfci papiracee, brunastra; odore irrile-
la concavità rivolta verso il basso, richiamante vante, sapore mite o acidulo.
un padiglione auricolare, attaccato al substrato Spore: bianche in massa, cilindriche-allan-
legnoso per una parte di esso o per un brevis- toidi, lisce, 16-19 × 6-8 µm, non amiloidi.
simo peduncolo, con il margine sinuoso, com- Basidi settati trasversalmente.
pletamente brunastro, bruno-nero olivastro, Habitat: cresce gregaria a gruppi piuttosto
bruno-porpora su entrambe le facce. Superfcie ravvicinati principalmente su legno di sambu-
inferiore concava (costituente l’imenoforo), gla- co nero, su rami e tronchi caduti ma anche
bra, liscia e lucida, irregolarmente pieghettata, viventi, più raramente su altre latifoglie, in
sinuosa. Superfcie superiore convessa sterile, ogni periodo dell’anno. Piuttosto comune.
opaca, sinuosa-pieghettata, vellutata, fnemen- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Auricularia auricula-judae si riconosce facilmente per la consistenza gelatinosa, per la caratteristica forma
a conchiglia, richiamante un padiglione auricolare, di colore bruno-porpora, e per la crescita perlopiù su legno di
sambuco nero. Auricularia mesenterica, meno comune, è di forma più irregolare, ha la superfcie sterile molto
feltrata, con peli irsuti, di colore grigio-bruno olivastro e zonata, e predilige crescere su legno di altre latifoglie.

Parte iconografca e descrittiva 287


Exidia glandulosa (Bull. : Fr.) Fr. 1821

siNoNimo: Tremella glandulosa Bull. 1789 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Tremellales, famiglia Tremellaceae

Basidiocarpo: gelatinoso, cerebriforme, il suo turgore e si trasforma in una sottile


tremolante al minimo tocco, molliccio in crosta nerastra, spessa circa 0,1 cm, e molto
condizioni di umidità. Dapprima ogni singolo coriacea.
carpoforo è rotondeggiante, noduloso-sinuo- Carne: in condizioni di umidità abbastanza
so, pieghettato, poi più carpofori si uniscono spessa, gelatinosa, piuttosto molle e tremo-
a formare un unico carpoforo che si svilup- lante, grigio-nerastra; odore e sapore irrile-
pa maggiormente in lunghezza sul substra- vanti.
to legnoso fno a 10-30 cm di lunghezza e Spore: bianche in massa, cilindriche-allan-
0,5-2 cm di spessore, assumendo un aspetto toidi, lisce, 10-14 × 4-5 µm, non amiloidi.
cerebriforme, notevolmente pieghettato, Basidi settati longitudinalmente.
sinuoso-gibboso, arricciato. Superfcie (co- Habitat: cresce resupinata su legno di lati-
stituente l’imenoforo) liscia e lucida, pun- foglie, prediligendo i rami caduti marcescenti,
teggiata da piccole verruche, di colore nero, meno comune su tronchi e ceppaie, nei par-
grigio-nerastro, talora fnemente pruinosa di chi, in ogni periodo dell’anno. Molto comune.
bianco. Con l’essiccazione il carpoforo perde Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: le Exidia sono funghi gelatinosi, mollicci, più o meno nodulosi, a forma di pustole o di verruche, cerebriformi,
piuttosto simili alle Tremella, distinti da quest’ultimi per le spore cilindriche-allantoidi, faseoliformi. Le Tremella
hanno spore subsferiche-ellissoidali. Tra le specie congeneri, Exidia glandulosa si riconosce per i carpofori nodulosi-
sinuosi nerastri, uniti tra loro a formare una massa cerebriforme tremolante, crescenti su legno di latifoglie.

288 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tremella foliacea Pers. 1800 : Fr.

siNoNimo: Exidia foliacea (Pers. : Fr.) P. Karst. 1889


PosizioNe sistematica: ordine Tremellales, famiglia Tremellaceae

Basidiocarpo: gelatinoso, cerebriforme-pe- Carne: in condizioni di umidità abbastanza


taloide, tremolante al minimo tocco, molliccio spessa, gelatinosa, piuttosto molle e tremo-
in condizioni di umidità. Inizialmente cerebri- lante, di colore brunastro, un po’ translucida;
forme, poi tendenzialmente a forma di rosetta, odore e sapore irrilevanti.
con proflo emisferico, misurante 5-15 cm, con Spore: bianche in massa, ellissoidali-subsfe-
sviluppo di numerose e lunghe lamine spesse riche, lisce, 9-11 × 6-8 µm, non amiloidi. Ba-
0,3-0,8 cm, simili a petali o a foglie, note- sidi settati longitudinalmente.
volmente sinuose, pieghettate, vistosamente Habitat: cresce su legno di latifoglie, in
lobate, confuenti in un punto basale con cui è ogni periodo dell’anno. Non comune.
attaccato al substrato legnoso. Superfcie (co- Commestibilitˆ: non commestibile.
stituente l’imenoforo) liscia e lucida, di colore
bruno, bruno-rossiccio, bruno-fulvo.

Note: Tremella foliacea è strettamente correlata alla più comune Tremella mesenterica, dalla quale si
differenzia molto bene principalmente per il colore brunastro, bruno-fulvo. Inoltre, produce carpofori più
grandi e tendenzialmente più a forma di rosetta che cerebriforme, con numerose lamine notevolmente più
sviluppate, simili a petali o a foglie. T. mesenterica produce carpofori più cerebriformi e di colore giallo
vivace.

Parte iconografca e descrittiva 289


Tremella mesenterica Retz. 1769 : Fr.

siNoNimo: Tremella lutescens Pers. 1798 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Tremellales, famiglia Tremellaceae

Basidiocarpo: gelatinoso, cerebriforme-pie- lante, di colore giallo, un po’ translucida; odo-


ghettato, tremolante al minimo tocco, mol- re e sapore irrilevanti.
liccio in condizioni di umidità. Dapprima Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
cerebriforme, poi notevolmente pieghettato, soidali, lisce, 8-12 × 7-10 µm, non amiloidi,
con proflo emisferico, misurante 3-8 cm, con conidi sferici di 2-5 µm. Basidi settati
con sviluppo di corte lamine spesse 0,2-0,5 longitudinalmente.
cm, notevolmente sinuose, lobate, confuen- Habitat: cresce su legno di latifoglie, pre-
ti in una massa basale con cui è attaccato diligendo i rami di nocciolo, in ogni periodo
al substrato legnoso. Superfcie (costituente dell’anno. Abbastanza comune.
l’imenoforo) liscia e lucida, di colore giallo vi- Commestibilitˆ: non commestibile.
vace, talora giallo pallido.
Carne: in condizioni di umidità abbastanza
spessa, gelatinosa, piuttosto molle e tremo-

Note: il genere Tremella appartiene agli eterobasidiomiceti ed è costituito da funghi gelatinosi, mollicci,
più o meno lenticolari, a forma di pustole, oppure più o meno cerebriformi. È il genere più rappresentativo
della famiglia Tremellaceae, contraddistinta per via dei basidi settati in senso longitudinale. Tremella
mesenterica si riconosce piuttosto facilmente per i carpofori cerebriformi e di colore giallo. Le altre specie
gelatinose di aspetto simile e di colore giallo sono molto piccole, hanno basidi biforcati a diapason e ap-
partengono al genere Dacrymyces.

290 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Tremiscus helvelloides (DC. : Fr.) Donk 1958

siNoNimo: Guepinia rufa (Jacq.) Berk. 1884


PosizioNe sistematica: ordine Tremellales, famiglia Tremellaceae

Basidiocarpo: gelatinoso, cartilagineo, a ria bianca, di colore arancione, rosso ciliegia,


forma di petalo, subsessile. Pseudocappello rosa salmone, bianco-crema alla base.
misurante 3-8 cm di altezza, 2-5 cm di lar- Carne: abbastanza spessa, gelatinosa, mol-
ghezza, simile a un petalo di rosa, dapprima liccia, piuttosto elastica-cartilaginea, di colo-
imbutiforme con fessura laterale e con la re rosso-arancio, rosa-arancio, biancastra alla
base rastremata in uno pseudogambo, richia- base; odore e sapore irrilevanti.
mante specie del genere Otidea, poi si svilup- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
pa allargandosi all’apice fno ad assumere la 9-11 × 5-6 µm, non amiloidi. Basidi settati
forma di petalo o di spatola, con il margine longitudinalmente.
refesso, piegato verso l’esterno e notevol- Habitat: cresce gregario o cespitoso su ter-
mente sinuoso-lobato. Superfcie esterna fer- reno presso ceppaie o radici di conifere di
tile in zona apicale (costituente l’imenoforo), montagna, talora direttamente su legno mar-
da liscia a rugosa, pieghettata, pruinosa di cescente, prediligendo l’abete rosso e bianco,
bianco, concolore alla superfcie interna ma in estate-autunno. Abbastanza comune.
più pallida, spesso con toni lilla. Superfcie Commestibilitˆ: commestibile.
interna sterile, liscia, opaca, con fne pelu-
Note: Tremiscus helvelloides si riconosce facilmente per la consistenza gelatinosa, elastico-cartilaginea,
la forma petaloide e per il colore rosso-arancio, rosa-arancio vivace. Non può essere confuso con nessun’al-
tra specie.

Parte iconografca e descrittiva 291


Calocera viscosa (Pers. : Fr.) Fr. 1821

siNoNimo: Calocera viscosa var. cavarae (Bres.) McNabb 1965


PosizioNe sistematica: ordine Dacrymycetales, famiglia Dacrymycetaceae

Basidiocarpo: elastico-gelatinoso, viscido, acuti. Superfcie (costituente l’imenoforo)


2-7 cm di altezza, di aspetto coralloide, com- piuttosto viscida, scivolosa al tatto, di colore
posto da un sottile tronco portante dei rami giallo, giallo-arancio.
principali scarsamente ramifcati. Carne: elastica, gelatinosa, molto tenace,
Tronco: esile, 0,2-0,5 cm di spessore, cilin- concolore alle superfci; odore e sapore irri-
drico, attenuato verso il basso, con la base levanti.
radicante infssa nel legno marcescente, spes- Spore: bianche in massa, ellissoidi-allantoidi,
so compresso, di colore giallo, giallognolo, lisce, 7,5-10 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi. Basidi
giallo-arancio, bianco nella porzione radican- biforcati a diapason.
te infssa nel legno. Habitat: cresce gregaria su legno o ceppaie
Rami: principali sottili, più o meno spessi marcescenti di conifere, dalla tarda primave-
come il tronco, subparalleli, rotondeggianti, ra all’autunno. Molto comune.
talora compressi, scarsamente e irregolar- Commestibilitˆ: tossico.
mente ramifcati, spesso bifdi, con apici

Note: l’appariscente colorazione gialla di tutto il carpoforo, la viscidità delle superfci alla manipolazione, la
consistenza elastico-gelatinosa piuttosto tenace della carne e la crescita su legno di conifere sono i caratteri
che consentono di riconoscere facilmente Calocera viscosa tra le specie di aspetto clavarioide, coralloide, cioè
tra le specie del genere Ramaria e generi affni. Calocera cornea è pure gialla ma presenta carpofori molto
più piccoli, alti circa 1 cm, in genere lesiniformi, poco o per nulla ramifcati, e cresce su legno di latifoglie.

292 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Clathrus ruber P. Micheli ex Pers. 1801 : Pers.

siNoNimo: Clathrus cancellatus Tourn. ex Fr. 1823


PosizioNe sistematica: ordine Phallales, famiglia Clathraceae

Basidiocarpo: dapprima di forma sferica, Gleba: (costituente l’imenoforo) mucillagino-


di ovolo arrotondato, misurante 3-5 cm, un sa spalmata sulla superfcie interna delle ma-
po’ rugoso, come martellato da un reticolo glie che costituiscono il ricettacolo, olivastra,
in trasparenza, con cordone miceliare più o grigio-verde, bruno oliva, molto puzzolente.
meno ramifcato, di colore biancastro, poi, Carne: nelle maglie del ricettacolo molto fragi-
per lacerazione del peridio che rimane alla le, piuttosto porosa e molle, di colore rosa-ros-
base sotto forma di volva, fuoriesce il ricet- so; odore irrilevante allo stato di ovolo, feca-
tacolo più o meno arrotondato a forma di le-cadaverico molto forte nei carpofori maturi.
gabbia, di cancello, misurante 5-10 cm, a ma- Spore: giallo-verde olivastre, cilindriche, li-
glie poligonali, molto fragile, di aspetto spu- sce, 5-6 × 1,5-2 µm.
gnoso, rugoso, di colore rosa-rosso. Habitat: cresce gregario, spesso in numero-
Peridio: a due strati; esoperidio sottile, pa- si esemplari, nei boschi di latifoglie, tra resi-
piraceo, biancastro; endoperidio abbastanza dui legnosi, prediligendo parchi e boschetti
spesso, gelatinoso, translucido, piuttosto degradati, in estate-autunno. Poco comune.
umido, con deiscenza apicale. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: è indubbiamente uno dei più belli e curiosi funghi appartenenti ai gasteromiceti. Facile da ricono-
scere per la sua particolare forma a gabbia. Clathrus archeri (= Anthurus archeri), anch’esso di colore
rosso e molto puzzolente, si distingue per il ricettacolo composto da 4-6 braccia (= tentacoli) liberi nel
carpoforo maturo, non uniti all’apice né formanti delle maglie.

Parte iconografca e descrittiva 293


Phallus hadriani Vent. 1801 : Pers.

PosizioNe sistematica: ordine Phallales, famiglia Phallaceae

Basidiocarpo: dapprima subsferico-ovoidale, dio abbastanza spesso, gelatinoso, translucido,


misurante 3-6 cm, con cordone miceliare più o piuttosto umido, con deiscenza apicale.
meno ramifcato, di colore rosa-lilla-porporino, Gleba: (costituente l’imenoforo) mucillaginosa
poi, per lacerazione del peridio che rimane alla spalmata sul cappello, olivastra, grigio-verde
base sotto forma di volva, fuoriesce il ricettaco- piuttosto scura, bruno oliva, molto puzzolente.
lo a forma di fallo distinto in cappello e gambo. Carne: sottile, molto fragile, piuttosto porosa,
Cappello: 3,5-5 cm, ditaliforme, picchiettato da cellata, bianca; odore rafanoide allo stadio di ovo-
fossette delimitate da costolature, richiamante lo, cadaverico molto forte nei carpofori maturi.
la mitra delle morchelle, con foro apicale, con il Spore: giallo oliva pallide, ellissoidali, lisce,
margine libero dal gambo, di colore biancastro, 3-4 × 1,5-2 µm.
ben visibile quando gli insetti hanno consumato Habitat: cresce gregario o solitario presso
la gleba mucillaginosa bruno oliva che lo copre. latifoglie, perlopiù su terreno sabbioso, tra
Gambo: 10-20 × 3-4 cm, cilindrico, cavo, molto residui legnosi, nei boschetti degradati, pre-
fragile, spugnoso, rugoso, bianco, bianco-crema. diligendo parchi e giardini di città, in esta-
Peridio: a due strati; esoperidio sottile, papi- te-autunno. Poco comune.
raceo, di colore rosa-lilla-porporino; endoperi- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Phallus hadriani si riconosce per il ricettacolo a forma di fallo di grosse dimensioni, ben differenzia-
to in cappello e gambo, e per il colore rosa-lilla-porporino dell’ovolo. Phallus impudicus cresce nei boschi,
perlopiù di conifere, e ha l’ovolo di colore biancastro.

294 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cyathus striatus (Huds. : Pers.) Pers. 1801

PosizioNe sistematica: ordine Nidulariales, famiglia Nidulariaceae

Basidiocarpo: 0,6-1,5 cm, dapprima turbi- Peridioli: 0,1-0,2 cm di diametro, lentico-


nato, a forma di trottola, di coppa, con apice lari, da biancastri a grigiognoli, in numero di
appianato e chiuso da una membrana (= epi- circa 10-16, fssati all’endoperidio per mezzo
fragma) a doppio strato, poi, per lacerazione di una piccola funicella arricciata.
della membrana, si apre sempre più a forma di Gleba: (costituente l’imenoforo) all’interno
coppa, di calice, con il margine regolare, spes- dei peridioli, biancastra, bianco-grigiognola.
so appendicolato, con all’interno dei peridioli. Carne: nel calice sottile, piuttosto dura, bru-
Peridio: a tre strati; esoperidio a due strati, no-grigiastra; odore e sapore irrilevanti.
costituente la struttura del calice e dello strato Spore: biancastre, ellissoidali, lisce, 16-19 × 7-10
esterno dell’epifragma, abbastanza spesso, note- µm.
volmente villoso-feltrato, con lunghi peli irsuti e Habitat: cresce da subcespitoso a gregario
di colore bruno sulla superfcie esterna, striato da in numerosi esemplari ravvicinati su residui
profondi solchi e grigiognolo in quella interna; di legno di latifoglie, talora anche bruciati,
endoperidio costituente la membrana interna spesso su feltro miceliare ocraceo, nei bo-
dell’epifragma e il velo evanescente che ricopre schetti, nei parchi e giardini di città, dalla
la superfcie interna del calice, papiraceo, sottilis- primavera all’autunno. Molto comune.
simo ed effmero, bianco, con deiscenza apicale. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: le striature sulla superfcie interna del calice sono il principale carattere che consente di riconoscere
Cyathus striatus tra le Nidulariaceae. Cyathus olla ha la superfcie interna liscia.

Parte iconografca e descrittiva 295


Geastrum triplex Jungh. 1840

PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Geastraceae

Basidiocarpo: dapprima subsferico-ovoidale, sessile, papiraceo, liscio, da crema-ocra a


misurante 3,5-5 cm, con alla base dei residui f- grigio-brunastro, con all’apice un peristoma
lamentosi di micelio, poi erompente a forma di forato poco pronunciato, liscio e delimitato
stella, misurante 7-12 cm, con 5-7 lacinie arrotola- da un cerchietto di colore biancastro.
te verso l’esterno e con le punte che lo sollevano Gleba: (costituente l’imenoforo) nell’endoperi-
dal terreno, con al centro un involucro subsferico dio, risolta in polvere sporale bruna e capillizio.
con foro apicale da cui fuoriescono le spore. Carne: nelle lacinie abbastanza spessa, te-
Peridio: a tre strati; esoperidio a due strati, nace, biancastra; odore e sapore irrilevanti.
costituente le lacinie, non igroscopico, con Spore: bruno bistro in massa, sferiche, ver-
strato interno piuttosto spesso e carnoso, rucose, 4,5-6 µm. Capillizio non ramifcato.
spesso lacerato concentricamente e rialzato Habitat: cresce gregario perlopiù presso
in modo da formare un grossolano collare latifoglie, meno frequente presso conifere,
attorno all’endoperidio, con superfcie inter- nei parchi e giardini di città, prediligendo il
na liscia, di colore crema-ocra, grigio-bru- terreno sabbioso, in estate-autunno. Abba-
no; endoperidio costituente l’involucro che stanza comune.
contiene la gleba con columella, subsferico, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: i Geastrum sono funghi a forma di stella. Tra questi, Geastrum triplex si riconosce per la grande taglia, per lo
strato interno dell’esoperidio lacerato e rialzato, tale da formare un grosso collare a forma di scodella attorno all’en-
doperidio, quest’ultimo sessile e con peristoma liscio, non striato, cromaticamente delimitato da un cerchietto bianco.

296 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Bovista plumbea Pers. 1795 : Pers.

PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Lycoperdaceae

Basidiocarpo: 1,5-4 cm, sferico o subsferi- oliva, bruno oliva a partire dal centro e con
co, talora un po’ compresso, tenero, dappri- tendenza a liquefarsi, infne risolta in polvere
ma con peridio chiuso, poi con foro apicale sporale brunastra e capillizio, senza subgleba;
da cui fuoriescono le spore. odore fungino, sapore mite.
Peridio: a tre strati; esoperidio a due strati poco Spore: bruno oliva in massa, subsferiche, li-
distinti, abbastanza spesso, da ruvido-areolato a sce, 4,5-6,5 × 4-6 µm, con resto di sterigma
quasi liscio, biancastro, talora soffuso di ocra-gri- lungo circa 5-15 µm. Capillizio di tipo Bovista,
giastro, caduco a lembi come il guscio di uovo poco sviluppato e con distinto ceppo princi-
sodo; endoperidio papiraceo, liscio, biancastro pale di diramazione.
nel giovane, poi lentamente si colora di grigio Habitat: cresce gregaria nei prati incolti,
oliva, grigio piombo, infne grigio-nerastro, con nei parchi, nei giardini e aiuole di città, dalla
deiscenza tramite un foro apicale nell’adulto. primavera all’autunno. Piuttosto comune.
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
dalla carne, bianca nel giovane, poi giallo giovane con gleba ancora bianca.

Note: il genere Bovista si distingue a occhio nudo dai generi Lycoperdon e Calvatia principalmente per
l’assenza di subgleba spugnosa-cellata, sempre presente in quest’ultimi. Inoltre, le Calvatia mettono le
spore a contatto con l’esterno tramite lacerazione del peridio e dissolvenza parziale dello stesso. In alcune
Bovista è possibile osservare la subgleba, ma è piuttosto ridotta e compatta. Tra le specie congeneri, B.
plumbea si riconosce per il caratteristico esoperidio caduco a lembi come il guscio di un uovo sodo.

Parte iconografca e descrittiva 297


Calvatia excipuliformis (Scop. : Pers.) Perdeck 1950

siNoNimo: Lycoperdon excipuliforme (Scop. : Pers.) Pers. 1801


PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Lycoperdaceae

Basidiocarpo: 6-15 cm di altezza, 4-8 cm di Gleba: (costituente l’imenoforo) composta dalla


larghezza, dapprima piriforme, richiamante una carne della testa, bianca nel giovane, poi giallo-
lampadina, con pseudogambo ben sviluppato verde oliva, bruno oliva tendente a liquefarsi,
portante una testa più o meno arrotondata, infne risolta in polvere sporale bruna e capillizio;
pieghettato in zona mediana e nel pseudogam- subgleba spugnosa-cellata, bianca, composta dal-
bo, talora con cordoni miceliari, poi aperto a la carne del gambo; odore e sapore fungini.
forma di scodella sorretta dal pseudogambo e Spore: brune in massa, sferiche, verrucose,
con residui di polvere sporale brunastra. 4,5-5,5 µm, con piccolo resto di sterigma lun-
Peridio: a due strati; esoperidio con aculei pul- go circa 1-3 µm. Capillizio di tipo Lycoperdon,
verulenti, fragili, facilmente asportabili, cadu- ben sviluppato e senza ceppo principale di
chi, senza lasciare impronte sulla superfcie, ini- diramazione.
zialmente bianco, poi grigio-bruno; endoperidio Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di la-
papiraceo, liscio, da biancastro a grigio-bruno, tifoglie sia di conifere, lungo i sentieri, nei par-
con deiscenza tramite lacerazione apicale e ca- chi, in estate-autunno. Abbastanza comune.
ducità della parte alta, risolvendosi in una sorta Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
di “scodella” sorretta da un pseudogambo. giovane con gleba ancora bianca.
Note: le Calvatia differiscono dai Lycoperdon per la diversa deiscenza (lacerazione e dissolvenza della parte alta
dell’endoperidio nel carpoforo maturo). Nei Lycoperdon le spore sono messe a contatto con l’esterno tramite un
orifzio apicale ben distinto. Tra le specie congeneri, questa si riconosce per la caratteristica forma a lampadina.

298 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Calvatia fragilis (Vittad.) Morgan 1890

siNoNimo: Calvatia cyathiformis (Bosc) Morgan 1890 ss. auct. europ.


PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Lycoperdaceae

Basidiocarpo: 6-20 cm, dapprima più o Gleba: (costituente l’imenoforo) composta dal-
meno globoso, subturbinato, da sferico a el- la carne, bianca nel giovane, poi bruno-porpora,
lissoidale, attenuato alla base, spesso pieghet- bruno-viola, tendente a liquefarsi, infne risolta
tato verso la base, talora con piccolo cordone in polvere sporale bruno-viola e capillizio; sub-
miceliare, poi aperto a forma di scodella e con gleba molto ridotta, poco distinta, compatta,
residui di polvere sporale bruno-porpora-viola. non cellata, bianca; odore e sapore fungini.
Peridio: a due strati; esoperidio molto sottile e Spore: bruno-viola in massa, sferiche, ver-
fragile, liscio, dissociato in piccole placche facil- rucose-aculeate, 4,5-5,5 µm, con resto di
mente caduche senza lasciare residui sull’endo- sterigma molto piccolo. Capillizio di tipo
peridio, di colore biancastro nella parte basale, Lycoperdon, ben sviluppato e senza ceppo
via via bruno-viola verso la sommità; endoperi- principale di diramazione.
dio papiraceo, sottile, spesso screpolato, areola- Habitat: cresce gregaria nei prati, in esta-
to, bruno-viola, bianco alla base, con deiscenza te-autunno. Abbastanza comune.
tramite lacerazione apicale e caducità della par- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
te alta, risolvendosi in una sorta di “scodella”. Solo da giovane con gleba ancora bianca.
Note: Calvatia fragilis, meglio conosciuta come Calvatia lilacina oppure Calvatia cyathiformis, si rico-
nosce facilmente per il peridio sottile e fragile di colore prevalentemente bruno-viola, lilacino. Calvatia
gigantea (= Langermannia gigantea) ha il peridio di colore completamente bianco, bianco-crema, e
presenta carpofori molto più grandi, talora fno a 80 cm di diametro.

Parte iconografca e descrittiva 299


Lycoperdon echinatum Pers. 1794 : Pers.

siNoNimo: Lycoperdon hoylei Berk. & Broome 1871


PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Lycoperdaceae

Basidiocarpo: 2-6 cm, da piriforme a sub- tranne la parte basale, dalla carne, dapprima
sferico, con la base rastremata in uno pseu- biancastra, poi giallo-verde oliva, bruno oliva e
dogambo, spesso con cordoni miceliari, rico- con tendenza a liquefarsi, infne risolta in pol-
perto da lunghi aculei bruni richiamanti un vere sporale brunastra e capillizio; subgleba ab-
riccio, dapprima con peridio chiuso, poi con bastanza ridotta, da cellata a quasi compatta,
foro apicale da cui fuoriescono le spore. color crema, costituita dalla carne alla base dello
Peridio: a due strati; esoperidio con aculei pseudogambo; odore fungino, sapore mite.
molto sviluppati, lunghi circa 0,3-0,7 cm, richia- Spore: brune in massa, sferiche, verruco-
manti un riccio, fragili, facilmente asportabili, se-aculeate, 4-5 µm. Capillizio di tipo Lycoper-
caduchi, di colore bruno, bruno castano, bru- don, ben sviluppato e senza ceppo principale
no-ocra, spesso crema-biancastro nel giovane di diramazione.
e verso le punte degli aculei; endoperidio pa- Habitat: cresce gregario o solitario nei boschi
piraceo, areolato-reticolato dove ha perso gli di latifoglie, predilige il faggio ed il castagno,
aculei, di colore bruno-ocra, bruno pallido, con tra le foglie, in estate-autunno. Poco comune.
deiscenza tramite un foro apicale nell’adulto. Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, giovane con gleba ancora bianca.
Note: Lycoperdon echinatum si riconosce con molta facilità per la sua caratteristica forma a riccio, con
esoperidio composto da lunghi aculei bruni. Non esiste altro fungo con cui potrebbe essere confuso, se non
con un riccio di castagno.

300 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lycoperdon perlatum Pers. 1796 : Pers.

PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Lycoperdaceae

Basidiocarpo: 3-8 cm, piriforme, attenuato tranne la parte basale, dalla carne, bianca
in basso in uno pseudogambo più o meno nel giovane, poi giallo oliva, bruno olivastra
sviluppato portante una testa arrotondata, e con tendenza a liquefarsi, infne risolta in
talora un po’ compressa, con umbone papilla- polvere sporale brunastra e capillizio; sub-
to all’apice, dapprima con peridio chiuso, poi gleba spugnosa-cellata, dapprima bianca,
con foro apicale da cui fuoriescono le spore. poi crema-bruno, costituita dalla carne dello
Peridio: a due strati; esoperidio con aculei pseudogambo; odore fungino, sapore mite.
abbastanza sviluppati nella sommità, conici e Spore: brune in massa, sferiche, verrucose,
spessi alla base, lunghi circa 0,1-0,2 cm, caduchi 3,5-4,5 µm. Capillizio di tipo Lycoperdon, ben
all’apice, circondati da verruche-aculeate molto sviluppato e senza ceppo principale di dira-
piccole e più persistenti, di colore da bianco a mazione.
bruno pallido, bruno-grigiognolo; endoperidio Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
papiraceo, areolato-reticolato dove ha perso gli boschi, nei parchi, in estate-autunno. Piuttosto
aculei, di colore crema-brunastro, con deiscen- comune.
za tramite un foro apicale nell’adulto. Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, giovane con gleba ancora bianca.
Note: i Lycoperdon si distinguono dalle Bovista per avere la subgleba piuttosto sviluppata e spugno-
sa-cellata, caratteristica che gli conferisce un portamento piriforme. Questa specie si riconosce per l’esope-
ridio ad aculei conici che, cadendo, lasciano l’endoperidio areolato, picchiettato da piccole fossette.

Parte iconografca e descrittiva 301


Lycoperdon pyriforme Schaeff. 1774 : Pers.

PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Lycoperdaceae

Basidiocarpo: 1,5-4 cm, piriforme, attenuato nel giovane, poi giallo oliva, bruno olivastra
in basso in uno pseudogambo, con cordoni mi- e con tendenza a liquefarsi, infne risolta in
celiari bianchi, dapprima con peridio chiuso, poi polvere sporale brunastra e capillizio; subgle-
con foro apicale da cui fuoriescono le spore. ba spugnosa-cellata, bianca, anche nel car-
Peridio: a due strati; esoperidio fnemente poforo maturo, costituita dalla carne dello
pruinoso-granuloso, verrucoso, con piccolissime pseudogambo; odore sgradevole di afllofora-
verruche-aculeate persistenti, nel giovane da le, sapore mite.
biancastro-caffelatte a bruno pallido, poi bruna- Spore: brune in massa, sferiche, lisce, 3,5-5 µm.
stro, bruno cioccolato; endoperidio papiraceo, Capillizio di tipo Lycoperdon, ben sviluppato e
da liscio a fnemente areolato in alto, spesso senza ceppo principale di diramazione.
con residui pruinosi verso lo pseudogambo, di Habitat: cresce cespitoso su legno marcescente,
colore da crema-bruno, bruno-grigiognolo, con su radici o attorno a ceppaie, predilige il larice e
deiscenza tramite un foro apicale nell’adulto. l’abete di montagna, in estate-autunno. Comune.
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
tranne la parte basale, dalla carne, bianca giovane con gleba ancora bianca.
Note: Lycoperdon pyriforme è specie di colore piuttosto variabile, ma si riconosce facilmente per la crescita
cespitosa su legno o su radici interrate, per la subgleba sempre bianca, anche a carpoforo maturo, e per le spore
lisce. Tutti gli altri Lycoperdon hanno spore verrucose, con grossolane e rade verruche oppure fnemente ver-
rucose ma non lisce, e subgleba che da bianca nel giovane si colora di crema, crema-bruno con la maturazione.

302 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Lycoperdon umbrinum Pers. 1801 : Pers.

PosizioNe sistematica: ordine Lycoperdales, famiglia Lycoperdaceae

Basidiocarpo: 3-6 cm, da piriforme a subsfe- tendenza a liquefarsi, infne risolta in polvere
rico, quasi capitulato, bruscamente attenuato sporale brunastra e capillizio; subgleba spu-
alla base in un corto pseudogambo, con cordoni gnosa-cellata, bianca nel giovane, poi grigio-
miceliari bianchi, dapprima con peridio chiuso, gnola, grigio-bruno-violetta, costituita dalla
poi con foro apicale da cui fuoriescono le spore. carne dello pseudogambo, con columella che
Peridio: a due strati; esoperidio fnemente acu- s’inserisce nella gleba; odore come di tostatu-
leato, con aculei sottili e molto corti, persistenti, ra, sgradevole nell’adulto, sapore mite.
di colore caffelatte nel giovane, poi brunastro, Spore: brune in massa, sferiche, verrucose,
bruno-rossastro, talora bruno-nerastro; endope- 4-5,5 µm. Capillizio di tipo Lycoperdon, ben
ridio papiraceo, liscio e ben visibile sotto gli aculei sviluppato e senza ceppo principale di dira-
dell’esoperidio, biancastro-caffelatte, poi bruna- mazione.
stro, bruno-rossastro, bruno cioccolato, con dei- Habitat: cresce gregario, nei boschi di co-
scenza tramite un foro apicale nell’adulto. nifere di montagna, tra gli aghi caduti, in
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, estate-autunno. Comune.
tranne la parte basale, dalla carne, bianca nel Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
giovane, poi giallo oliva, bruno olivastra e con giovane con gleba ancora bianca.
Note: questa specie si riconosce per l’esoperidio ad aculei corti, sottili e persistenti, di colore bruno-rossastro
nell’adulto, e per la crescita fra le conifere di montagna. Può essere confuso con Lycoperdon molle, che però
è più chiaro, color caffelatte, e ha l’esoperidio con aculei molli facilmente caduchi e misti a granuli.

Parte iconografca e descrittiva 303


Scleroderma citrinum Pers. 1801 : Pers.

PosizioNe sistematica: ordine Sclerodermatales, famiglia Sclerodermataceae

Basidiocarpo: 4-10 cm, inizialmente sferico crema-giallognolo, con deiscenza tramite la-
o subsferico, talora un po’ compresso, piutto- cerazione apicale e caducità della parte alta,
sto duro, infsso nel terreno tramite un ridot- risolvendosi in una “scodella”.
to pseudogambo, con cordoni miceliari, poi, Gleba: (costituente l’imenoforo) composta
a carpoforo maturo per lacerazione apicale dalla carne, dapprima bianca, poi rosa-viola,
irregolare e dissolvenza parziale del peridio, nero-bruno-violacea, marmorizzata, infne
a forma di scodella con il margine lacerato e risolta in polvere sporale nerastra, senza sub-
con sopra residui di polvere sporale nerastra. gleba; odore di Lepiota cristata, sapore mite.
Peridio: a uno strato, non distinto in Spore: bruno-nerastre in massa, sferiche, ver-
eso-endoperidio, notevolmente duro, te- rucose-aculeate, crestate e reticolate, 9-11 µm.
nace, circa 0,2-0,5 cm di spessore, con su- Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
perfcie irregolarmente squamosa, di colore nei boschi di latifoglie, prediligendo il faggio,
giallognolo, giallo-ocra, spesso con grosso- in estate-autunno. Abbastanza comune.
lane squame brunastre in rilievo su fondo Commestibilitˆ: tossico.

Note: gli Scleroderma si distinguono dalle specie simili a occhio nudo principalmente per via del peridio
a uno strato, in genere notevolmente duro e spesso, e per la gleba marmorizzata, microscopicamente per
l’assenza di capillizio. Sono perlopiù di colore brunastro, giallo-ocra, giallo-bruno, e tra loro molto simili.
Tra le specie congeneri, Scleroderma citrinum si riconosce per la superfcie giallognola, con grosse e irre-
golari verruche in rilievo, e per le spore reticolate.

304 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Scleroderma polyrhizum (G.F. Gmel. : Pers.) Pers. 1801

siNoNimo: Scleroderma geaster Fr. 1829


PosizioNe sistematica: ordine Sclerodermatales, famiglia Sclerodermataceae

Basidiocarpo: 5-15 cm, inizialmente sfe- le risolvendosi in una sorta di “stella” con al
rico o subsferico, talora un po’ compresso centro un ammasso di spore.
alla sommità e attenuato alla base, piutto- Gleba: (costituente l’imenoforo) composta dalla
sto duro, con piccoli cordoni miceliari, poi, carne, dapprima biancastra, poi grigio-viola, ne-
a carpoforo maturo, per lacerazione apicale, ro-bruno-violacea, marmorizzata, infne risolta
a forma di stella con al centro una massa di in polvere sporale bruno-nerastra, senza subgle-
polvere sporale bruno-nerastra. ba; odore leggero di Lepiota cristata, sapore mite.
Peridio: a uno strato, non distinto in Spore: bruno-nerastre in massa, sferiche,
eso-endoperidio, notevolmente duro, tena- verrucose-aculeate, subreticolate, 8-10,5 µm.
ce, molto spesso, circa 0,4-1 cm di spessore, Habitat: cresce gregario nelle radure er-
con superfcie da subliscia a squamosa-areola- bose, ai margini di boschi di latifoglie o di
ta, di colore giallognolo, giallo-grigiastro, con conifere, prediligendo i terreni sabbiosi, in
squame brunastre su fondo crema-giallogno- estate-autunno. Poco comune.
lo, con deiscenza tramite lacerazione apica- Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra le specie congeneri, Scleroderma polyrhizum si riconosce per i carpofori di grosse dimensioni
con peridio molto spesso, fno a 1 cm, il più spesso di tutti gli Scleroderma, aperto più o meno a forma di
stella nel carpoforo maturo, richiamante un Geastrum privo di sacco-endoperidio. Geastrum melano-
cephalum, unico Geastrum privo di sacco-endoperidio, è simile ma senza capillizio nella polvere sporale
e con spore molto piccole.

Parte iconografca e descrittiva 305


Scleroderma verrucosum (Bull. : Pers.) Pers. 1801

PosizioNe sistematica: ordine Sclerodermatales, famiglia Sclerodermataceae

Basidiocarpo: 3-7 cm, dapprima subsferico, tramite lacerazione apicale e caducità della parte
turbinato, spesso un po’ appianato in alto, ab- alta, risolvendosi in una “scodella” stipitata.
bastanza duro, infsso nel terreno tramite un Gleba: (costituente l’imenoforo) composta
grosso e compresso pseudogambo, spesso scro- dalla carne, dapprima bianca, poi rosa-viola,
bicolato, con numerosi grossi cordoni miceliari, nero-bruno-violacea, marmorizzata, infne risol-
poi, a carpoforo maturo per lacerazione apicale ta in polvere sporale nerastra, senza subgleba;
irregolare e dissolvenza parziale del peridio, a odore leggero di Lepiota cristata, sapore mite.
forma di scodella con il margine lacerato e con Spore: bruno-nerastre in massa, sferiche,
sopra residui di polvere sporale nerastra. verrucose-aculeate, 8,5-11,5 µm.
Peridio: a uno strato, non distinto in eso-en- Habitat: cresce gregario in pochi esempla-
doperidio, duro da giovane, poi molliccio, quasi ri nei boschi di latifoglie, principalmente in
papiraceo, circa 0,1-0,2 cm di spessore, con su- boschetti degradati e nei parchi, tra residui
perfcie verrucosa, fnemente squamosa, di colo- legnosi o su terreno nudo, in estate-autunno.
re bruno-ocra, bruno-rossastro, con piccole squa- Abbastanza comune.
me brune su fondo giallo-bruno, con deiscenza Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Scleroderma verrucosum si riconosce per la superfcie del peridio brunastra fnemente verrucosa,
lo pseudogambo piuttosto grosso, terminante in grossi cordoni miceliari, e per le spore con aculei liberi.
Scleroderma areolatum è più piccolo, 1,5-3,5 cm, con squame brune circondate da areole, e spore più
grandi. Scleroderma bovista ha la superfcie quasi liscia e spore reticolate.

306 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Disciotis venosa (Pers. : Fr.) Arnould 1893

siNoNimo: Discina venosa (Pers. : Fr.) Fr. 1823


PosizioNe sistematica: ordine Pezizales, famiglia Morchellaceae

Ascocarpo: costituito da un apotecio Gambo: molto corto, ridotto, costituito dal-


subsessile, con gambo piuttosto ridotto. la confuenza delle nervature, quasi assente.
Apotecio: 5-15 cm, a forma di coppa, di sco- Carne: sottile, ceracea, fragile, biancastra;
della, più o meno profonda, con il margine odore di cloro, di candeggina, sapore sgra-
irregolarmente sinuoso-lobato, spesso rivolto devole.
verso l’interno, pallido. Superfcie superiore Spore: biancastre, bianco-crema in massa,
(costituente l’imenoforo) da subliscia verso il ellissoidali, lisce, talora con piccole guttule
margine a rugosa-venosa verso il centro, per- esterne sulle estremità, 20-25 × 12-14 µm.
corsa da vistose costolature in rilievo che dal Aschi non amiloidi.
centro si diramano verso l’orlo, di colore bru- Habitat: cresce gregaria su terreno nei bo-
nastro, bruno-nocciola, bruno-fulvo-olivastro. schi rivieraschi di latifoglie, più frequente su
Superfcie inferiore sterile, liscia o fnemente terreno nudo, nei parchi, in primavera. Non
pruinosa, solcata in corrispondenza delle ner- tanto comune.
vature, biancastra, bianco-crema, bianco-ocra. Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Disciotis venosa si riconosce facilmente anche a occhio nudo per gli apoteci piuttosto grandi, con su-
perfcie superiore percorsa da vistose costolature o venature, e per lo sgradevole odore di cloro, di candeggina.
Essa è di aspetto simile a specie del genere Peziza, dalle quali si differenzia principalmente per avere aschi non
amiloidi. Discina perlata è anch’essa con apotecio venoso-costolato sulla superfcie superiore, ma senza odore
di cloro, con spore verrucose-reticolate e con appendici corniformi alle estremità.

Parte iconografca e descrittiva 307


Morchella esculenta (L. : Fr.) Pers. 1801

siNoNimo: Morchella esculenta var. rotunda (Fr.) I.R. Hall, P. Buch., Wang & Cole 1998
PosizioNe sistematica: ordine Pezizales, famiglia Morchellaceae

Ascocarpo: costituito da una mitra (= cap- biancastro, crema-ocra pallido, si macchia


pello) sorretta da un gambo. di bruno-rugginoso nell’adulto.
Mitra: 4-12 cm, da subsferica a ovoidale, a Carne: sottile, elastica, fragile nella mitra, con-
nido d’ape, formata da numerosi alveoli uni- sistente e composta da due lamine connesse in
ti da costolature, inserita al gambo senza più punti nel gambo, biancastra; odore da sub-
vallecola, vuota, di aspetto ceraceo. Alveoli nullo a un po’ spermatico, sapore mite.
(costituenti l’imenoforo) poligonali, con su- Spore: giallo-ocra in massa, ellissoidali, lisce,
perfcie liscia, giallo-ocra, giallo miele, talvol- con piccole guttule esterne sulle estremità,
ta soffusa di grigio. Costolature irregolari e 18-22 × 11-14 µm. Aschi non amiloidi.
sottili, concolori agli alveoli, si macchiano di Habitat: cresce gregaria, spesso in nume-
bruno-ruggine nell’adulto. rosi esemplari, generalmente presso frassini,
Gambo: 5-12 × 2-7 cm, claviforme, cilin- ma anche presso olmi, prediligendo i terreni
drico-clavato, con la base ingrossata, cavo, sabbiosi lungo i ruscelli, fumi, nei litorali, in
farcito verso la base; di aspetto pruino- primavera. Comune ma localizzata.
so-granuloso, irregolarmente gibboso, sol- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
cato-pieghettato alla base, di colore bianco, Solo dopo prolungata cottura.
Note: Morchella esculenta si riconosce per la caratteristica forma ad alveare della mitra. Essa è molto variabile, sia nel
colore sia nella forma e dimensioni della mitra e del gambo, e per questo esistono in letteratura numerose varietà. M.
elata e M. conica hanno la mitra di forma conica, con costolature longitudinali più parallele, e crescono presso conifere.

308 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Helvella acetabulum (L. : Fr.) Quél. 1874

siNoNimo: Paxina acetabulum (L. : Fr.) Kuntze 1891


PosizioNe sistematica: ordine Pezizales, famiglia Helvellaceae

Ascocarpo: costituito da un apotecio sor- costolato all’attaccatura con l’apotecio, dove


retto da un gambo. si formano delle profonde fossette, lacunoso;
Apotecio: 2-7 cm, a forma di coppa più o pieghettato, notevolmente solcato, di colore
meno aperta ma sempre abbastanza con- bianco.
cava, con il margine da regolare a sinuoso, Carne: poco spessa, ceracea, fragile, bian-
talvolta lacerato. Superfcie superiore (co- co-grigiastra; senza odore e sapore particolari.
stituente l’imenoforo) liscia, di colore bru- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
no-grigio, bruno-ocra-grigiastro. Superfcie con una grossa guttula, 16-19 × 11-13 µm.
inferiore sterile liscia, con costolature in ri- Aschi non amiloidi.
lievo localizzate all’attaccatura con il gambo, Habitat: cresce gregaria o solitaria nei bo-
quasi a formare delle fossette, concolore alla schi, sia di conifere sia di latifoglie, nei par-
superfcie superiore verso l’alto, più pallida chi, prediligendo i terreni sabbiosi dei litorali,
fno al biancastro verso il gambo. in primavera. Abbastanza comune.
Gambo: 1-3 × 1-2 cm, cilindrico, dilatato e Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Helvella acetabulum si riconosce per il gambo costolato-venoso, con grossolane costolature che
si prolungano sulla base dell’apotecio. Helvella costifera, strettamente correlata, ha le costolature note-
volmente più sviluppate e forcate-venose, che si prolungano quasi fno al margine dell’apotecio. Helvella
leucomelaena è più piccola e con superfcie fertile bruno-nerastra che ben contrasta con la superfcie
inferiore biancastra, soprattutto verso il gambo.

Parte iconografca e descrittiva 309


Helvella costifera Nannf. 1953

siNoNimo: Paxina costifera (Nannf.) Stangl 1963


PosizioNe sistematica: ordine Pezizales, famiglia Helvellaceae

Ascocarpo: costituito da un apotecio sor- Gambo: 1-3 × 1-2 cm, cilindrico, molto di-
retto da un gambo. latato e ramifcato in grossolane costolature
Apotecio: 3-7 cm, a forma di coppa più o anastomizzate all’attaccatura con l’apotecio
meno aperta ma sempre abbastanza con- dove formano delle profonde fossette, lacu-
cava, con il margine da regolare a sinuo- noso; pieghettato, notevolmente solcato, di
so, talvolta lacerato. Superfcie superiore colore bianco.
(costituente l’imenoforo) liscia, di colore Carne: poco spessa, ceracea, fragile, bian-
bruno-grigiastro, bruno-ocra-grigiastro. Su- co-grigiastra; senza odore e sapore particolari.
perfcie inferiore sterile, con grosse costola- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
ture fortemente in rilievo che dal gambo si con una grossa guttula, 15-19 × 10-13 µm.
ramifcano fno quasi al margine, molto ru- Aschi non amiloidi.
gosa-venosa tra le costolature, richiamante Habitat: cresce gregaria o solitaria nei bo-
una foglia di verza, concolore alla superfcie schi, sia di conifere sia di latifoglie, nei par-
superiore verso l’alto, più pallida fno al bian- chi, in primavera. Abbastanza rara.
castro verso il gambo. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Helvella costifera è molto simile alla più comune e più conosciuta Helvella acetabulum, da cui
si differenzia per le costolature più sviluppate e forcate-venose, che si prolungano quasi fno al margine
dell’apotecio, con superfcie esterna molto rugosa-venosa tra le costolature, richiamante una foglia di
verza.

310 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Sarcosphaera coronaria (Jacq.) J. Schröt. 1893

siNoNimo: Sarcosphaera eximia (Durieu & Lév.) Maire 1917


PosizioNe sistematica: ordine Pezizales, famiglia Pezizaceae

Ascocarpo: costituito da un apotecio sessi- mente granulosa, biancastra, grigio-biancastra.


le, senza gambo. Carne: abbastanza spessa, ceracea, cassan-
Apotecio: 4-12 cm, inizialmente a forma di te, molto fragile, di bianco-lilla; odore irrile-
palla da tennis, sferico o subsferico, vuoto e vante, sapore mite.
fessurato all’apice, sinuoso-lobato, pieghettato Spore: bianche in massa, cilindriche-ellissoi-
alla base, poi incomincia ad aprirsi lacerandosi dali, lisce, con due guttule, 14-18 × 7-9 µm.
all’apice fno ad assumere la forma di coppa, Aschi amiloidi.
con il margine molto lacerato, diviso in lobi Habitat: cresce subcespitosa o gregaria,
più o meno triangolari. Superfcie superiore piuttosto infssa nel terreno, perlopiù nei
(costituente l’imenoforo) liscia, lucida, di colore boschi di conifere, meno frequente in quelli
rosa-lilla, viola-lilla, più intensamente colorata di latifoglie, nelle radure erbose, prediligendo
al centro, sulla parte interna della base. Su- l’abete rosso, in primavera-estate. Comune.
perfcie inferiore sterile, opaca, vellutata, fne- Commestibilitˆ: tossico.

Note: Sarcosphaera coronaria si riconosce abbastanza facilmente per la grossa taglia, per la superfcie
interna violetta, rosa-lilla, e quella esterna biancastra, ma soprattutto per il particolare modo di crescere:
dapprima si presenta come una palla da tennis più o meno interrata, vuota e fessurata all’apice, che, con
la crescita, si apre lacerandosi in profonde lacinie, a forma di stella. Geopora sumneriana (= Sepultaria
sumneriana) è simile per il modo in cui si sviluppa, ma è più piccola, ha la superfcie esterna brunastra e
cresce sotto vecchi cedri.

Parte iconografca e descrittiva 311


Aleuria aurantia (Pers. : Fr.) Fuckel 1870

siNoNimo: Peziza aurantia Pers. 1800 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Pezizales, famiglia Humariaceae

Ascocarpo: costituito da un apotecio sessi- Spore: bianche in massa, ellissoidali, verru-


le, senza gambo. cose-reticolate, con reticolo a maglie larghe
Apotecio: 2-8 cm, a forma di coppa, di sco- poligonali e con verruche alate sporgenti alle
della, poco profonda, talvolta quasi appianata, due estremità, 14-16 × 9-10 µm. Aschi non
con il margine sinuoso, irregolarmente lobato, amiloidi.
arricciato, raramente regolare. Superfcie su- Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
periore (costituente l’imenoforo) liscia, lucida, plari, anche a piccoli cespi, lungo i sentieri, al
di un bellissimo colore arancio, rosso-aran- margine di boschi, nei parchi, in estate-au-
cio, giallo-arancio. Superfcie inferiore sterile, tunno. Comune.
opaca, fnemente pruinosa, da concolore alla Commestibilitˆ: commestibile.
superfcie superiore a leggermente più pallida.
Carne: sottile, ceracea, piuttosto fragile
e cassante, di colore rosa carnicino, giallo-
arancio; senza odore e sapore particolari.

Note: Aleuria aurantia si riconosce principalmente per i carpofori sessili di taglia considerevole e vivace-
mente colorati di arancio, rosso-arancio. Le numerose specie simili per colorazione appartenenti ad altri
generi sono più piccole e, perlopiù, con orlo villoso, cigliato. Tra queste, la più simile è Melastiza scotica,
distinta per la taglia più piccola, apotecio 1-3 cm, e per il proflo coperto da piccoli peli, di solito legger-
mente brunastri.

312 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Cudonia circinans (Pers. : Fr.) Fr. 1849

siNoNimo: Leotia circinans Pers. 1797 : Fr.


PosizioNe sistematica: ordine Helotiales, famiglia Geoglossaceae

Ascocarpo: costituito da una testa (= cap- dinali più o meno profondi, cavo; da liscio
pello) ben distinta sorretta da un gambo. a fnemente pruinoso, di colore brunastro,
Testa: 1-2 cm, emisferica-convessa, irregolar- bruno-fulvo-grigiastro, bruno-lilla.
mente gibbosa, pieghettata, spesso con il centro Carne: poco spessa, elastica, cartilaginea, con-
depresso-ombelicato, con il margine fortemente colore alle superfci; odore e sapore subnulli.
involuto, arrotolato su se stesso, sinuoso-lobato. Spore: bianche in massa, cilindriche-fliformi,
Superfcie superiore (costituente l’imenoforo) in genere con 3 setti, lisce, 35-45 × 2-3 µm.
asciutta, glabra, un po’ rugosa, di colore cre- Aschi non amiloidi.
ma-grigiognolo, ocra pallido soffuso di lilla. Su- Habitat: cresce gregaria in numerosi esempla-
perfcie inferiore sterile, da liscia a leggermente ri molto vicini, alcuni uniti per la base del gam-
rugosa, concolore alla superfcie superiore. bo, nei boschi di conifere, tra muschio e aghi
Gambo: 2-5 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, un caduti, prediligendo i boschi di abete rosso di
po’ allargato verso la base, sinuoso-gibboso, montagna, in estate-autunno. Molto comune.
spesso compresso, anche con solchi longitu- Commestibilitˆ: tossico.

Note: Cudonia circinans, piuttosto comune tra gli aghi nei boschi di abete rosso di montagna, si ricono-
sce per la testa ben distinta, notevolmente gibbosa e con il margine arrotolato su se stesso, di colore da
crema-grigiognolo a giallo-ocra-lilla, e per il gambo brunastro, bruno-fulvo-grigiastro, spesso compresso
e solcato. Leotia lubrica è morfologicamente simile, ma di consistenza gelatinosa, con la testa di colore
giallo-verde olivastro, e con spore differenti.

Parte iconografca e descrittiva 313


Leotia lubrica (Scop. : Fr.) Pers. 1797

siNoNimo: Leotia gelatinosa Hill 1751


PosizioNe sistematica: ordine Helotiales, famiglia Geoglossaceae

Ascocarpo: costituito da una testa (= cap- all’apice, spesso incurvato; viscido-gelatinoso,


pello) ben distinta sorretta da un gambo. fnemente pruinoso, granuloso, di colore giallo
Testa: 1-2 cm, emisferica-convessa, irrego- olivastro, spesso verdognolo alla base.
larmente gibbosa, pieghettata, spesso con Carne: abbastanza spessa, elastica, gelatino-
il centro depresso-ombelicato, con il mar- sa, concolore alle superfci; odore e sapore
gine fortemente involuto, arrotolato su se subnulli.
stesso, sinuoso-lobato. Superfcie superiore Spore: bianche in massa, fusiformi-allan-
(costituente l’imenoforo) viscida-gelatinosa, toidi, con 3-5 setti e con guttula per ogni
glabra, un po’ rugosa-gibbosa, di colore gial- segmento, lisce, 19-24 × 5-6 µm. Aschi non
lo-verde olivastro, bruno oliva soprattutto amiloidi.
verso il centro. Superfcie inferiore sterile, f- Habitat: cresce subcespitosa o gregaria nei
nemente granulosa, pruinosa, concolore alla boschi, sia di latifoglie sia di conifere, in esta-
superfcie superiore ma più pallida. te-autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 2-5 × 0,4-0,7 cm, cilindrico, dilatato Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: tra gli ascomiceti simili per morfologia, cioè costituiti da una testa e un gambo ben distinti, Leo-
tia lubrica si riconosce principalmente per la consistenza gelatinosa di tutto il carpoforo, con la testa di
colore giallo-verde olivastro, bruno oliva, e il gambo giallo oliva. Leotia atrovirens è di colore verde oliva
piuttosto scuro, verde-nerastro. Cudonia circinans, specie piuttosto simile, non è gelatinosa, ha la testa
di colore crema-grigiognolo, giallo-ocra-lilla, e il gambo brunastro, spesso compresso e solcato.

314 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Dumontinia tuberosa (Bull. : Fr.) L.M. Kohn 1979

siNoNimo: Sclerotinia tuberosa (Bull. : Fr.) Fuckel 1870


PosizioNe sistematica: ordine Helotiales, famiglia Sclerotinaceae

Ascocarpo: costituito da un apotecio sor- bruno-fulvo in alto, bruno-nerastro fno a nero


retto da un gambo o peduncolo. verso il basso dove è collegato con lo sclerozio.
Apotecio: 1-3 cm, inizialmente a forma di Carne: poco spessa, ceracea, fragile, bruna-
coppa, di cupola, poi più aperta ma sempre stra; senza odore e sapore particolari.
abbastanza concava, con il margine regolare, Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
talvolta fessurato. Superfcie superiore (costi- con guttule alle estremità, 12-15 × 6-8 µm.
tuente l’imenoforo) liscia, di colore brunastro, Aschi amiloidi.
bruno-fulvo, bruno-cioccolato, bruno-ocra. Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
Superfcie inferiore sterile, fnemente granulo- plari ravvicinati da sclerozio nero interrato,
sa, concolore alla superfcie superiore. grosso quanto una nocciola, e presso l’Ane-
Gambo: 3-7 × 0,1-0,2 cm, cilindrico, svasato mone nemorosa, talora presso altre specie di
in alto, spesso fessuoso, infsso per tre quarti Anemone, durante la foritura, in primavera.
nel terreno e collegato a uno sclerozio nero, Comune.
rugoso e grosso fno a 2 cm; glabro, di colore Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: questa specie, meglio conosciuta come Sclerotinia tuberosa, si riconosce facilmente per la crescita da scle-
rozio nero interrato e presso l’Anemone nemorosa, nel periodo della sua foritura, nel mese di aprile. Tutte le
Sclerotinia sono collegate con il gambo a uno sclerozio, più o meno grande, talvolta molto piccolo e appiattito e
allora poco visibile soprattutto quando è inserito nel tessuto di ramoscelli o di fli d’erba. S. tuberosa è stata ricom-
binata nel genere Dumontinia per la presenza di uno strato gelatinoso nella trama, assente nelle altre Sclerotinia.

Parte iconografca e descrittiva 315


Hypoxylon fragiforme (Pers. : Fr.) J. Kickx 1835

siNoNimo: Stromatosphaeria fragiformis (Pers. : Fr.) Grev. 1825


PosizioNe sistematica: ordine Sphaeriales, famiglia Sphaeriaceae

Ascocarpo: di sezione 0,5-1 cm, noduloso, più la presenza di periteci; odore e sapore indi-
o meno sferico, con la base appiattita e ade- stinti.
rente al substrato legnoso, spesso gibboso-ru- Spore: bruno scuro in massa, ellissoidali, ap-
goso, simile a una piccola mora. Superfcie ini- piattite da un lato, lisce, con una fessura ger-
zialmente di colore bruno-rosso laterizio, bruno minativa longitudinale, 11-13 × 5-6 µm. Aschi
cioccolato, color cacao, poi bruno-nerastra, non amiloidi.
verrucosa, a piccole protuberanze con al centro Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
piccoli ostioli dei periteci (ogni peritecio contie- plari, spesso molto ravvicinati, alcuni ap-
ne l’imenoforo) immersi nello strato superfciale pressati e tra loro fusi, su legno di faggio,
dello stroma, da cui fuoriescono le spore. in genere erompente dalla corteccia di rami
Carne: (= stroma) non tanto spessa, dura, morti, in ogni periodo dell’anno. Abbastanza
carboniosa, di colore brunastro, bruno-gri- comune.
gio, punteggiata di nero verso l’esterno per Commestibilitˆ: non commestibile.

Note: Hypoxylon fragiforme si riconosce per i carpofori più o meno sferici, nodulosi, simili a piccole more,
di consistenza dura e carboniosa, con superfcie di colore bruno-rosso laterizio nel carpoforo fresco, bruno-
nerasto nel vecchio, e per la crescita su rami morti di faggio. Sezionando il carpoforo (costituito da più periteci
riuniti in uno stroma) è possibile osservare, con l’ausilio di una lente, i periteci neri a forma di fasco erompenti
dalla superfcie. Hypoxylon howeianum è un perfetto sosia con spore più piccole, 7-9 × 3-5 µm. Hypoxylon
fuscum predilige crescere su rami di nocciolo e di ontano e presenta la superfcie un po’ più liscia.

316 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Ustulina deusta (Hoffm. : Fr.) Lind 1913

siNoNimo: Kretzschmaria deusta (Hoffm. : Fr.) P.M.D. Martin 1970


PosizioNe sistematica: ordine Sphaeriales, famiglia Sphaeriaceae

Ascocarpo: si sviluppa dapprima in forma sa, con protuberanze punteggiate da piccoli


imperfetta (conidiale) per passare poi alla ostioli dei periteci (ogni peritecio contiene
forma perfetta (ascogena con periteci). Car- l’imenoforo), immersi nello stroma, da cui
poforo maturo costituito da una crosta nera fuoriescono le spore.
di aspetto carbonioso, estesa sul substrato di Carne: (= stroma) poco spessa, dura, carbo-
legno per circa 2-10 cm, spessa 0,5-1,5 cm, niosa, nerastra; senza odore e sapore parti-
fortemente nodulosa, ondulata-gibbosa; dap- colari.
prima appare una sottile crosta bianca (stato Spore: bruno-nerastre in massa, cilindri-
conidiale) pulverulenta, che espandendosi co-fusiformi, molto lunghe, appiattite da un
con la crescita tende a ingrigire al centro lato, lisce, con una fessura germinativa lon-
mantenendo il margine bianco e rigonfo, poi gitudinale, 30-35 × 7-10 µm. Aschi amiloidi.
incomincia ad annerire a partire dal centro e Habitat: cresce resupinata su legno di lati-
a rigonfarsi, infne si presenta sotto forma foglia, prediligendo le ceppaie di faggio, dalla
di crosta nera carboniosa (stato ascogeno), primavera all’autunno. Abbastanza comune.
vistosamente nodulosa, con superfcie rugo- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Ustulina deusta si riconosce con facilità principalmente quando si rinviene in attività, in fase di
crescita in cui coesistono sia la forma conidica biancastra sia la forma ascogena nera, carboniosa. A com-
pleta maturazione, in assenza della forma conidica biancastra, si distingue, da altri pirenomiceti simili,
per il carpoforo piuttosto ampio e spesso, notevolmente noduloso-gibboso e per le spore molto grandi.

Parte iconografca e descrittiva 317


Xylaria hypoxylon (L. : Fr.) Grev. 1824

siNoNimo: Xylosphaera hypoxylon (L. : Fr.) Dumort. 1822


PosizioNe sistematica: ordine Sphaeriales, famiglia Sphaeriaceae

Ascocarpo: si sviluppa, come numerose Xy- coli ostioli dei periteci (ogni peritecio contiene
laria, sia in forma imperfetta (conidiale) sia in l’imenoforo) immersi nello strato superfciale
forma perfetta (ascogena con periteci). Il car- dello stroma, da cui fuoriescono le spore.
poforo nella forma imperfetta, più comune, Carne: (= stroma) poco spessa, dura, bian-
è alto 2-5 cm e largo 0,2-0,6 cm, a forma di castra, con sottile strato corticale nerastro;
linguetta appiattita e biforcata o più volte rami- senza odore e sapore particolari.
fcata, con rami fliformi, sottili, compressi e ad Spore: bruno-nerastre in massa, ellissoidali,
apice acuto, con superfcie ricoperta di polvere appiattite da un lato, lisce, con una fessura
bianca (costituita da conidi) facilmente aspor- germinativa longitudinale, 12,5-15 × 5,5-6 µm.
tabile, con la base nerastra di aspetto carbo- Aschi amiloidi.
nioso; spesso le punte dei rami sono soffuse di Habitat: cresce gregaria o a piccoli cespi su
arancio. Nella forma perfetta, meno comune, è legno degradato di latifoglie, prediligendo le
più cilindrico-claviforme, arrotondato, rigonfo, ceppaie, nei parchi, in ogni periodo dell’anno.
non così compresso e ramifcato all’apice, con Piuttosto comune.
superfcie nerastra, rugosa e punteggiata da pic- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Xylaria hypoxylon si riconosce facilmente per i carpofori a forma di linguetta appiattita, biforcata
o più volte ramifcata, con rami compressi e ad apice acuto, ricoperti di polvere bianca. Simile è Xylaria
carpophila, con apice non o meno ramifcato e crescente su cupole di faggio. Xylaria fliformis è più
sottile, fliforme, e cresce su foglie marcescenti.

318 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Xylaria polymorpha (Pers. : Fr.) Grev. 1824

siNoNimo: Xylosphaera polymorpha (Pers. : Fr.) Dumort. 1822


PosizioNe sistematica: ordine Sphaeriales, famiglia Sphaeriaceae

Ascocarpo: alto 3-8 cm, spesso 1-3 cm, da Carne: (= stroma) piuttosto spessa, tenace,
claviforme a subgloboso stirato, spesso ap- fbrosa al centro, bianca, con sottile strato
piattito, gibboso-incurvato, dilatato verso corticale nerastro; odore e sapore irrilevanti.
l’alto e assottigliato nella parte basale, talora Spore: bruno-nerastre in massa, fusiformi,
formante uno pseudogambo, non ben distin- appiattite da un lato, lisce, con una fessura
to in cappello e gambo, con apice ottuso, di germinativa longitudinale, 24-30 × 7-9 µm.
aspetto carbonioso. Superfcie della porzione Aschi amiloidi.
superiore granulosa, ruvida, con ftte granula- Habitat: cresce cespitosa, in diversi esem-
zioni di colore nero su fondo bruno-nerastro, plari, su legno di latifoglia, prediligendo le
punteggiata da piccoli ostioli dei periteci (ogni ceppaie marcescenti di faggio, dall’autunno
peritecio contiene l’imenoforo) immersi nello alla primavera. Comune.
strato superfciale dello stroma, da cui fuorie- Commestibilitˆ: non commestibile.
scono le spore. Superfcie della parte inferiore
sterile da liscia a ruvida, nerastra.

Note: Xylaria polymorpha si riconosce per i carpofori di forma molto variabile, da subglobosa a clavata,
piuttosto spessi, di colore nerastro, duri e di aspetto carbonioso, crescenti cespitosi su legno marcescente
di latifoglia, prediligendo le ceppaie di faggio. Xylaria longipes è più sottile, di portamento più esile e
slanciato, con pseudogambo ben sviluppato, cresce gregaria perlopiù su rami morti di acero e ha spore più
piccole.

Parte iconografca e descrittiva 319


Glossario micologico

A
Aculei: elementi conici appuntiti. Si trovano in genere sulla superfcie inferiore del cap-
pello nei funghi idnoidi dove costituiscono l’imenoforo, oppure sulla parete di alcune
spore.
Adnate: termine spesso usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo. Sono
adnate le lamelle che s’inseriscono e toccano il gambo per la maggior parte della loro
larghezza. Sono adnate anche le squame, fbrille ecc. molto aderenti alla superfcie del
cappello e/o del gambo.
Alate: detto di spore la cui parete è coperta da grosse verruche a forma di creste.
Allantoidi: detto di spore a forma di salsicciotti.
Alutaceo: simile al colore del cuoio, giallo-grigiastro pallido.
Alveoli: piccole cavità a forma di cellette, simili a quelle di un alveare, che, unite tra loro
da costolature, costituiscono la mitra (cappello) nelle morchelle.
Amfmitico: sistema della trama (carne) composto di ife generatrici e ife connettive
(chiamato anche dimitico con ife connettive).
Amigdaliformi: detto di spore a forma di mandorla.
Amiloidi: sono amiloidi le spore, ife, ecc. la cui parete a contatto col reattivo di Melzer
(reattivo a base di iodio) si colora di grigio-nerastro, grigio-bluastro.
Anastomizzate: lamelle, ife ecc. parzialmente unite tra loro, in uno o più punti della
loro superfcie, da ingrossamenti laterali.
Anello: residuo di velo, più o meno membranoso, che rimane sul gambo sotto forma
anulare. Generato dal velo parziale (anello semplice), oppure dall’unione dei veli parziale
e generale (anello doppio o complesso).
Angiocarpico: sviluppo di un carpoforo, di forma perlopiù sferica, con imenio rac-
chiuso in un involucro che si apre a completa maturazione delle spore per consentirne la
fuoriuscita. Tipico dei gasteromiceti.
Annesse: termine in genere usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo.
Sono annesse le lamelle che s’inseriscono e toccano il gambo per un brevissimo tratto
della loro larghezza. Arrotondate e attenuate in prossimità del gambo. Se nel punto di
inserzione al gambo formano un piccolo uncino si defniscono smarginate o uncinate.
La distinzione di lamelle annesse da smarginate non è netta, spesso anche in un singolo
carpoforo si possono trovare delle lamelle che toccano il gambo senza formare un uncino
e altre che lo formano.

Glossario micologico 321


Annuale: carpoforo che nasce, si sviluppa e marcisce in una sola stagione.
Apicolo o appendice ilare: piccolo prolungamento trasparente della spora. Le spore,
prima della loro maturazione, sono attaccate per mezzo dell’apicolo agli sterigmi del
basidio.
Apofsi: rigonfamento di forma anulare situato alla base dell’endoperidio di alcuni
Geastrum.
Apotecio: corpo fruttifero a forma di coppa, regolare o lobata, che costituisce il cappello
o l’intero carpoforo, se privo di gambo o di peduncolo, nei funghi discomiceti, apparte-
nenti agli ascomiceti. Sulla superfcie superiore dell’apotecio è situato l’imenio.
Appendicolato: detto di margine od orlo del cappello ornato di residui di velo, parziale
o generale, più o meno penduli, merlettato.
Araneoso: formato da numerosi flamenti simili a fli di ragnatela.
Areolato: con piccole zone delimitate dalla frattura della cuticola richiamante un mo-
saico.
Armilla: velo che inguaina il gambo dalla base fno all’anello, come una calza. L’armilla
è formata da residui di velo generale, spesso granulosi, che ricoprono uniformemente il
gambo e dal velo parziale sotto forma di anello più o meno membranoso.
Asco: cellula fertile a forma di sacco, di solito cilindrico e attenuato alla base, ma anche
claviforme, subsferico, che genera le spore nel suo interno. Caratterizza gli ascomiceti.
Ascocarpo: è il carpoforo, fungo o corpo fruttifero, negli ascomiceti.
Ascomiceti: funghi in cui le spore si formano all’interno di cellule fertili, chiamate
aschi.
Ascospore: detto di spore di funghi ascomiceti.
Attenuato: che si restringe in una sua estremità.

B
Ballistospore: spore che vengono liberate, dalle cellule che le hanno generate (basidi o
aschi), attivamente tramite lancio, come un proiettile. Liberano le spore tramite lancio, in
modo attivo, gli ascomiceti e quasi tutti i basidiomiceti, tranne i gasteromiceti.
Basidio: cellula fertile, in genere a forma di clava, che genera le spore all’esterno di essa,
attaccate per mezzo di protuberanze detti sterigmi. Caratterizza i basidiomiceti.
Basidiocarpo: è il carpoforo, fungo o corpo fruttifero, nei basidiomiceti.
Basidiomiceti: funghi in cui le spore si formano all’esterno di cellule fertili, chiamate
basidi.
Basidiospore: detto di spore di funghi basidiomiceti.
Bistro: bruno scuro, bruno-nerastro.
Bulboso: gambo con base nettamente dilatata, come una cipolla, un bulbo di un fore
ecc. Il bulbo è di solito arrotondato, ma può anche essere a fttone, schiacciato, margi-
nato ecc.

322 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


C
Caliptrate: detto di spore con perisporio che si distacca. Le spore caliptrate al micro-
scopio appaiono coperte da bollicine o lembi trasparenti distaccati dalla parete colorata,
liscia od ornamentata.
Campanulato: a forma di campana.
Capillizio: ife a parete spessa, non o scarsamente settate, provenienti dalla dissociazione
della gleba; esse si trovano frammiste alla polvere sporale in alcuni funghi gasteromiceti.
Capitulo: simile a piccola testa più o meno distinta e arrotondata situata all’apice di
cistidi, parafsi ecc. Anche la testa di alcuni funghi ascomiceti può essere a forma di ca-
pitulo.
Cappello o pileo: parte superiore portante l’imenoforo in molti funghi basidiomiceti.
Carbonicolo: che cresce su terreno precedentemente bruciato.
Carie: stato di degradazione del legno da parte dei funghi, in genere aflloforali. Distinta
in: carie bianca e carie bruna. I funghi agenti di carie bianca sbiancano il legno renden-
dolo fragile e spugnoso, quelli agenti di carie bruna lo rendono bruno, fragile e sfaldabile
in parallelepipedi.
Carminofli: detto di basidi il cui contenuto granuloso si colora di nerastro a contatto
con il reattivo carminio-acetico e in presenza di ferro.
Carne o trama: tessuto del cappello e del gambo del carpoforo. È chiamata contesto
nei funghi aflloforali, in quanto si presenta in genere coriacea, suberosa, legnosa.
Carpoforo: è il corpo fruttifero della “pianta fungo”, comunemente chiamato fungo.
Cartilagineo: di consistenza tenace ed elastica, simile a cartilagine, che resiste bene alla
torsione senza rompersi.
Cassante: con questo termine s’intende indicare la carne, in genere del gambo, di con-
sistenza gessosa, friabile, che alla frattura si spezza nettamente come un gessetto senza
mostrare una struttura fbrosa-flamentosa. Caratterizza i generi Russula e Lactarius.
Caulocistidi: detto di cistidi che si trovano sulla superfcie del gambo.
Cavernoso: gambo con cavità irregolari nell’interno.
Cercine: residuo di velo generale di forma più o meno anulare presente verso la base
del gambo.
Cerebriforme: che presenta pieghe e circonvoluzioni simili a quelle di un cervello.
Cespitosi: carpofori della stessa specie crescenti addensati e riuniti per la base del gambo.
Cheilocistidi: detto di cistidi che si trovano sul flo della lamella.
Chrisocistidi: detto di cistidi con contenuto amorfo che si colora di giallo con ammo-
niaca (anche KOH o NaOH). Spesso il contenuto dei chrisocistidi è già giallo natural-
mente.
Cianofle: sono cianofle le spore, di solito bianche o trasparenti al microscopio, in cui
la sola parete o le ornamentazioni si colorano di blu a contatto col reattivo blu cotone.
Circoncisa: detto di volva aderente alla parete del bulbo del gambo, con il bordo non
libero.

Glossario micologico 323


Cistidi: sono cellule o elementi terminali sterili, di solito otticamente vuoti, morfologica-
mente diversi dalle cellule di base che compongono lo strato di tessuto in cui si sviluppano. Si
trovano in genere sul flo lamellare, ma talvolta anche sulle facce della lamella, sulla superfcie
del gambo e del cappello. I cistidi sono di solito defniti con uno specifco termine che ne lo-
calizza anche la posizione (vedi cheilocistidi, pleurocistidi, caulocistidi e pileocistidi).
Citriformi: detto di spore a forma di limone.
Clamidospore: spore agamiche, a parete spessa, generate dalla frammentazione di
alcune ife del tessuto. Nei funghi pileati in genere si formano sulla superfcie del cappello.
Claviforme: a forma di clava.
Collarium: anellino situato sotto il cappello in cui s’inseriscono le lamelle di alcuni funghi.
Columella: parte sterile a forma di colonnina situata al centro di alcuni funghi gasteromiceti.
Concolore: dello stesso colore di un altro elemento.
Contesto: è la carne, in genere coriacea, nei funghi aflloforali. Vale a dire lo spessore
della trama che si trova tra i tuboli e la superfcie pileica.
Coproflo: che cresce su escrementi, su letame di vacca, di cavallo ecc. Sono coprofli
diverse specie del genere Coprinus.
Cordoni miceliari: sono aggregazioni di ife miceliari macroscopicamente visibili sotto
forma di radichette attaccate alla base del gambo di alcuni funghi.
Corticato: detto di gambo con strato superfciale più duro e distinto dalla carne.
Cortina: formata dal velo parziale araneoso, costituita da flamenti simili a ragnatela,
che collega il margine del cappello al gambo nei carpofori giovani. La cortina è presente
in tutte le specie del genere Cortinarius, osservabile nei carpofori giovani al momento in
cui il margine del cappello si stacca dal gambo.
Costolato: con rilievi simili a nervature, venature ecc.
Cuticola: pellicola del cappello, spesso totalmente o parzialmente asportabile, costituita dal-
lo strato di ife più esterno che conferisce al cappello caratteri di colorazione, viscidità ecc.
Cutis: detto di epicute (pileipellis) composta di elementi terminali (ife) cilindrici o cilin-
drico-fliformi e disposti in modo disteso, coricati radialmente. È la conformazione più
comune e per questo considerata anche banale.

D
Decorrenti: termine spesso usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo.
Sono decorrenti le lamelle che appoggiandosi al gambo si prolungano su di esso per un
tratto più o meno lungo.
Deiscenza: apertura del peridio a maturità di un carpoforo appartenente ai gasteromi-
ceti (generi Bovista, Lycoperdon) per permettere la fuoriuscita delle spore.
Deliquescente: lamelle e parte del cappello che a maturità si trasformano in un liqui-
do, di solito nerastro. Sono deliquescenti quasi tutti i Coprinus.
Dermatocistidi: detto di cistidi che si trovano sulla superfcie pileica.

324 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Destrinoidi o pseudoamiloidi: detto di spore la cui parete si colora di bruno-rossa-
stro, bruno-arancio, bruno-rossastro a contatto con il reattivo di Melzer (a base di iodio).
Determinare: assegnare un nome scientifco corretto alla specie in esame.
Detersili: facilmente asportabili dalla superfcie su cui giacciono.
Dimitico: sistema della trama (carne), costituito da due tipi di ife. Il sistema dimitico è
composto da ife generatrici e ife scheletriche.
Disco: è la parte centrale della superfcie del cappello, corrispondente più o meno alla
sezione del gambo.
Discolore: detto di superfcie pileica che presenta una netta variazione di colore. Con-
trario di concolore.
Dissepimento: è lo spessore della parete che unisce due tuboli contigui nei polipori.
L’insieme dei margini dei dissepimenti a livello dei pori costituisce la superfcie poroide.
Doppio: termine in genere riferito all’anello. Un anello si defnisce doppio quando è formato
dall’unione di entrambi veli, parziale e generale, dando l’aspetto di due anelli appressati.

E
Eccedente: detto di margine del cappello quando deborda dalle lamelle.
Eccentrico: detto di gambo inserito nel cappello in posizione non centrale, decentrato,
ma non laterale, oppure di poro germinativo di alcune spore non centrale all’asse.
Edule: commestibile.
Effmero: che dura poco, marcescibile in breve tempo.
Emiangiocarpico: sviluppo di un carpoforo, in genere con gambo e cappello, inizial-
mente con imenio racchiuso in un involucro o protetto da un velo, poi esposto all’esterno
durante la crescita e con accrescimento dell’imenio defnito. Tipico degli agarici.
Endosporio: strato più interno della parete sporale. La parete della spora è composta
di più strati, i principali sono: l’endosporio, l’episporio e il perisporio.
Epicute: è lo strato di ife più esterno della cuticola pileica. Nella cuticola pileica in ge-
nere si distinguono principalmente due strati: l’epicute strato più esterno, a contatto con
l’aria, e l’ipocute strato più interno a diretto contatto con la trama.
Epifragma: sottile membrana apicale che nelle Nidulariaceae si lacera ad avvenuta ma-
turazione.
Epigeo: carpoforo che cresce sopra la superfcie del terreno, non sotto terra.
Episporio: strato esterno della parete sporale.
Epitelio: detto di epicute composta di elementi terminali (ife) di forma più o meno
sferica e disposti irregolarmente, non perfettamente allineati come in un imeniderma.
Eroso: detto di flo lamellare (orlo o tagliente) un po’ corroso, fnemente dentellato.
Esiguo: poco, quasi insignifcante. Tutti i carpofori membranacei sono a carne esigua.
Espanso-refesso: carpoforo che si sviluppa in parte resupinato su legno e in parte più
o meno sporgente a formare un cappello semicircolare, a forma di mensola o di ventaglio.

Glossario micologico 325


Eterogeneo: termine generalmente usato per indicare il modo con cui il gambo è attac-
cato al cappello. Un fungo è eterogeneo quando la trama del cappello è distinta da quella
del gambo, spesso separata da una linea di demarcazione più o meno evidente. In questi
funghi il gambo è facilmente separabile dal cappello in modo netto, senza lacerazione dei
tessuti contigui al punto di unione gambo-cappello. Contrario di omogeneo.
Extracellulare: termine in genere usato per descrivere la posizione del pigmento. Un
pigmento si defnisce extracellulare quando è localizzato all’esterno della cellula.

F
Faseoliformi: detto di spore a forma di fagiolo.
Feltrato: coperto da fne peluria arruffata e schiacciata, di aspetto che richiama il feltro.
Fenolo: termine di solito riferito all’odore, ma è anche un reattivo chimico. L’odore di
fenolo è simile a quello di inchiostro di china, di calamaio.
Fessurato: che si presenta screpolato, lacerato in superfcie, spesso per opera del vento.
Fibrilloso: interessato da elementi flamentosi, stretti e molto lunghi, che ne conferisco-
no l’aspetto rigato.
Fibrosa: detto di carne, in genere del gambo, di consistenza flamentosa, non gessosa,
che alla frattura mostra una struttura flamentosa.
Fimicolo: vedi coproflo.
Fioccoso: coperto da focchi, di consistenza lanosa, cotonosa, provenienti dalla disso-
ciazione dei veli (generale e/o parziale). Spesso questo termine è usato per indicare un
anello labile, che presto si dissocia in focchi visibili sulla zona anulare e/o sul margine
del cappello, ma anche per indicare residui di velo generale sul gambo o sul cappello.
Fistoloso: detto di gambo con sottile cavità centrale.
Flessuoso: detto di gambo lungo e sottile alternativamente piegato in sensi diversi, sinuoso.
Friabile: che si sbriciola molto facilmente, fragile.
Fugace: che tende a sparire con la crescita. La presenza di un velo fugace va osservata
con molta attenzione nei carpofori giovani e con l’uso di una lente.
Fusiforme: a forma di fuso, con le due estremità attenuate.

G
Gambo: parte del carpoforo con cui il cappello è attaccato al substrato. Il gambo è per lo
più situato in posizione centrale al cappello, ma può essere anche eccentrico oppure laterale.
Gasteromiceti: funghi con imenoforo interno, appartenenti ai basidiomiceti. Nei ga-
steromiceti le spore sono messe a contatto con l’esterno solo a completa maturazione e
tramite rottura del peridio che le contiene. La dispersione delle spore avviene in modo
passivo, per azione del vento, acqua ecc., e per questo sono dette statismospore.

326 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Gibboso: che presenta rilievi irregolari e poco marcati.
Gimnocarpico: sviluppo di un carpoforo con imenio ad accrescimento indefnito,
esposto fn dall’inizio all’esterno. Tipico degli aflloforali.
Giunti a fbbia: nei funghi superiori, basidiomiceti e ascomiceti, le ife (cellule o elementi)
sono frequentemente settate, vale a dire che sono unite e delimitate da setti. I giunti a fbbia
appaiono come delle protuberanze che collegano due ife contigue a livello del setto.
Glabra: superfcie priva di ornamentazioni, squame, focchi, peli, pruina ecc.
Glassato: termine usato per descrivere un cappello ricoperto da una pruina liscia e
lucida, simile a lacca, come una vernice bianca.
Gleba: parte fertile della carne nei gasteromiceti. In genere, tranne le specie con gleba
mucillaginosa, nei giovani carpofori è bianca e a forma di numerose piccole cellette, con
la maturazione diventa bruno-oliva e deliquescente, infne si risolve in spore e residui di
ife, sotto forma di una massa pulverulenta brunastra, bruno-olivastra, bruno-nerastra.
Glutinoso: ricoperto di una sostanza mucosa, molto viscida, appiccicosa, simile a glutine.
Granulare: vedi intracellulare.
Gregario: che cresce in numerosi carpofori tra loro vicini, ma non uniti per la base del gambo.

H
Habitat: è l’insieme delle condizioni ecologiche che caratterizzano il luogo di crescita
del fungo. Quando si raccoglie una specie fungina è buona norma prendere nota anche
delle caratteristiche del substrato su cui cresce (humus, legno, terreno nudo ecc.), della
vegetazione circostante (alberi di latifoglie, conifere), altezza a livello del mare ecc. Tutti
questi dati, molto utili per giungere a una corretta determinazione, costituiscono l’habi-
tat di crescita della specie in oggetto.
Humicolo: che cresce nell’humus del sottobosco.
Humus: terriccio ricco di sostanze organiche in decomposizione, presente nel sottobosco.

I
Ife: cellule strutturali del tessuto che costituisce il micelio (tallo) e il carpoforo. Le ife sono
in genere fliformi, cilindriche-fliformi, soprattutto nel micelio, ma nel corpo fruttifero di
solito sono presenti anche ife cilindriche, ellissoidali, subsferiche frammiste a ife fliformi.
Ife connettive: sono ife sottili e più o meno ramifcate ad andamento tortuoso, ad albe-
rello, raramente con setti, a parete più o meno spessa e senza giunti a fbbia. Prendono
origine dalle ife generatrici. Presenti nei funghi aflloforali.
Ife generatrici: sono ife sempre con setti, a parete in genere sottile, raramente spessa,
colorate o jaline, spesso con giunti a fbbia. Sono le ife fondamentali presenti in tutti i
funghi. Nei funghi aflloforali generano le ife connettive e le ife scheletriche.

Glossario micologico 327


Ife scheletriche: sono ife lunghe, più o meno diritte, non ramifcate e senza setti, a pa-
rete molto spessa, di aspetto solido-legnose, colorate o jaline. Prendono origine dalle ife
generatrici. Presenti in numerosi funghi aflloforali.
Igrofano: detto di cappello soggetto a un notevole cambiamento di colore passando
dallo stato umido a quello asciutto. Il colore di un fungo igrofano allo stato asciutto è più
chiaro rispetto a quello posseduto allo stato umido.
Imbricate: disposte uno appoggiato all’altro, come le tegole.
Imbutiforme: a forma di imbuto.
Imeniderma: detto di epicute composta di elementi terminali (ife) claviformi o sferope-
duncolati e disposti a palizzata, richiamanti l’imenio di basidi.
Imenio: è la zona del fungo in cui si formano le spore, costituito da uno strato di cellule fer-
tili, chiamate basidi nei funghi basidiomiceti o aschi nei funghi ascomiceti, che tappezzano
l’imenoforo come una palizzata. L’imenio è in genere esposto all’aria, si trova sulle lamelle
negli agarici, sugli aculei nei funghi idnoidi, all’interno dei tuboli nei boleti ecc., tuttavia, in
certi funghi si trova all’interno del carpoforo (gasteromiceti, genere Tuber ecc.).
Imenoforo: zona del carpoforo su cui si sviluppa l’imenio, supporto dell’imenio. Co-
stituiscono l’imenoforo le lamelle negli agarici, gli aculei nei funghi idnoidi, i tuboli nei
boleti ecc.
Imenomiceti: funghi appartenenti ai basidiomiceti in cui l’imenio si forma all’esterno
del carpoforo. In questi funghi le spore mature sono lanciate attivamente (ballistospore).
I carpofori sono di forma molto variabile; fra queste è compresa anche la classica “forma
a fungo”, vale a dire fungo costituito da cappello e gambo.
Imenopodio: strato di ife sottili della trama lamellare interposto tra il subimenio e il
mediostrato.
Immutabile: detto di carne che non cambia colore, al taglio o allo sfregamento.
Infero: termine riferito all’anello. È defnito infero un anello di origine inferiore. Tirando
l’anello dolcemente, di solito esso trascina con sé parte di tessuto della superfcie del gambo;
se questo tessuto proviene dalla parte del gambo sottostante all’anello allora, quest’ultimo,
è di origine inferiore e si dice infero, nel caso contrario è di origine superiore e si dice
supero.
Innate: che fanno parte della superfcie su cui si trovano e da essa non separabili.
Intracellulare: termine in genere usato per descrivere la posizione del pigmento. Un
pigmento si defnisce intracellulare quando è localizzato all’interno della cellula: granuli
più o meno grossi di pigmento diffusi nel citoplasma o nei vacuoli. È anche chiamato in-
tracellulare granulare se uniformemente diffuso nel citoplasma, intracellulare vacuolare
se localizzato nei vacuoli.
Involuto: detto di margine del cappello arrotolato su se stesso verso l’interno.
Ipocute: è lo strato di ife più interno della cuticola pileica, a contatto con la trama del
cappello.
Ipogeo: carpoforo che cresce sotto terra.
Irsute: rialzate e rigide.

328 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


J
Jaline: detto di spore che al microscopio appaiono incolori, trasparenti.
Jantinosporei: funghi con spore in massa di colore bruno-viola, bruno bistro, bru-
no-porpora.

L
Lacinie: lembi, in genere a punta, in cui si lacera un orlo inizialmente intero.
Lacrimante: detto di flo lamellare che secerne piccole goccioline di liquido.
Lamelle: strutture simili a lame che si trovano sotto il cappello nei funghi agaricoidi. In
questi funghi le lamelle costituiscono l’imenoforo.
Lamellule: sono lamelle di minore lunghezza che non arrivano al gambo.
Lanoso: coperto di peli o focchi morbidi, simili alla lana.
Latice: succo bianco o colorato emesso da certi funghi alla frattura. Tutte le specie del
genere Lactarius emettono latice alla frattura.
Leucosporei: funghi con spore in massa di colore bianco o biancastro.
Libere: termine spesso usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo. Sono
libere le lamelle che non toccano il gambo ma si fermano nelle immediate vicinanze.
Lignicolo: che cresce su legno.
Lobato: con lobi, interessato da una o più pieghe.

M
Maculato: che presenta macchie di colore diverso da quello di fondo.
Marginato: detto di bulbo ingrossato e con bordo ben evidente, più o meno spigo-
loso.
Mediostrato: strato di ife situato in zona centrale nella trama della lamella.
Melanosporei: funghi con spore in massa di colore nero o nerastro.
Membranario: vedi parietale.
Membranoso: tessuto sottile di aspetto e consistenza di una membrana. L’opposto di
carnoso. Un carpoforo è membranoso quando la carne tra la cuticola del cappello e le
lamelle è pressoché assente, in tal caso le lamelle sembrano attaccate direttamente sulla
cuticola. Quasi tutti i funghi di piccola o piccolissima taglia sono membranosi.
Metacromatiche: detto di spore delle quali a contatto con il reattivo blu cresile, il solo
perisporio si colora in blu mentre l’endosporio si colora di rosso-porpora.
Metuloidi: detto di cistidi a parete molto spessa. Spesso i cistidi metuloidi sono anche
muricati, in pratica coronati di cristalli.
Micaceo: ricoperto di piccoli granuli brillanti, scintillanti, simili alla mica.

Glossario micologico 329


Micelio: è la parte vegetativa del fungo, formato da innumerevoli ife flamentose intrec-
ciate e che si sviluppano nel substrato. È il micelio che in condizioni climatiche ideali
produce i carpofori. Chiamato anche tallo.
Micologia: è la scienza che studia i funghi.
Micorriza: stato di simbiosi tra funghi e piante superiori, che si realizza tramite l’unione
di ife del micelio con le radichette terminali della pianta.
Mitra: detto di cappello in alcuni funghi ascomiceti: Morchella, Gyromitra. La mitra è
composta di più apoteci uniti tra loro da costolature più o meno spesse.
Mitriforme: di forma simile alla mitra vescovile (cappello del vescovo).
Monomitico: sistema della trama (carne) costituito da un solo tipo di ife. Il sistema
monomitico è composto solo da ife generatrici.
Muricati: detto di cistidi con apice coperto di cristalli.

N
Napiforme: a forma di fttone, simile a una rapa o a un’anfora.

O
Ocrosporei: funghi con spore in massa di colore ocra, ocra rugginoso, bruno chiaro.
Ombelicato: detto di cappello con piccola e netta depressione al centro, simile a un ombelico.
Omogeneo: un fungo si dice omogeneo quando la trama del cappello non è distinta
da quella del gambo. In tal caso il gambo è saldamente attaccato al cappello e non è
facilmente separabile, se non per lacerazione dei tessuti contigui al punto di unione gam-
bo-cappello. Contrario di eterogeneo.
Ostiolo: è l’orifzio dell’endoperidio nei funghi gasteromiceti; è anche il collo forato dei
periteci nei funghi pirenomiceti.
Ozonio: feltro miceliare molto sviluppato di colore vivace, in genere giallo-arancio, che
collega la base del carpoforo al substrato, spesso di legno.

P
Papilla: umbone più o meno acuto ben delimitato a forma di capezzolo.
Paracapillizio: ife in genere a parete sottile, regolarmente settate, provenienti dalla dis-
sociazione della gleba, che si trovano frammiste alla polvere sporale in alcuni funghi gaste-
romiceti.
Parafsi: cellule sterili fliformi, frammiste agli aschi nell’imenio dei funghi ascomiceti.

330 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Parassita: che si sviluppa a spese di organismi viventi, in genere di piante. L’attività
parassitaria del fungo danneggia le piante e spesso le conduce alla morte.
Parietale: termine in genere usato per descrivere la posizione del pigmento. Un pig-
mento si defnisce parietale quando è localizzato sulla parete della cellula. È parietale
liscio se la parete appare uniformemente colorata, parietale incrostante se appare irrego-
larmente incrostata, zebrata.
Pelargonio: detto di odore di foglie di geranio.
Peridio: membrana protettiva esterna, formata da uno o più strati, che avvolge la gleba
in molti funghi gasteromiceti.
Peridiolo: piccola struttura, in genere a forma lenticolare, contenente l’imenio, quindi
le spore. Caratteristico nelle nidularie, appartenenti ai gasteromiceti.
Perisporio: strato più esterno della parete della spora, di solito jalino, che appare ben
evidente nelle spore in cui tende a distaccarsi; in tal caso, le spore appaiono come coperte
da bollicine o lembi trasparenti. Le spore con perisporio distaccato sono dette caliptrate.
Peristoma: collo dell’orifzio dell’endoperidio nei Geastrum.
Peritecio: piccolissimo corpo fruttifero, ben visibile con una lente 10x, a forma di fasco
contenente l’imenio. L’insieme di numerosi periteci inseriti in uno stroma formano il
carpoforo nei funghi pirenomiceti, appartenenti agli ascomiceti.
Pigmento: sostanza colorata. Di solito con questo termine si vuole indicare il pigmento
presente nell’epicute o nell’ipocute che conferisce il colore alla cuticola del cappello.
Pileato: detto di fungo con cappello, circolare o a forma di ventaglio o di mensola.
Placche: piccoli frammenti di velo generale che rimangono attaccati sul cappello.
Pleurocistidi: detto di cistidi che si trovano sulle facce della lamella.
Plissettato: detto di margine del cappello marcatamente pieghettato, solcato-striato.
Pluriannuale: carpoforo legnoso composto di più strati di tuboli che si formano di anno
in anno senza marcire. Questi funghi appartengono tutti agli aflloforali.
Pori: orifzi, parte terminale dei tuboli. L’insieme dei pori costituisce la superfcie poroi-
de a contatto con l’aria nei boleti e nei polipori.
Poro germinativo: è un assottigliamento della parete della spora in un punto apicale
richiamante un foro, talvolta sporgente o tronco, centrale o eccentrico. Dal poro germi-
nativo germinerà la prima ifa che sviluppandosi creerà un nuovo micelio.
Porpora: colore violaceo tendente al rosso.
Praticolo: che cresce nei prati, fuori dei boschi.
Primordio: piccolissimo carpoforo nei primi stadi di sviluppo.
Pruinoso: ricoperto da una leggera polvere simile a farina, cipria.

R
Radicante: detto di gambo la cui base si prolunga in un’appendice a forma di radice,
più o meno infssa nel substrato.

Glossario micologico 331


Rafanoide: odore simile a quello emanato da rafano, rape, radici.
Resupinato: disteso sul substrato, di solito legno, come una pellicola più o meno spessa,
liscia oppure più o meno rugosa o aculeata. I funghi che crescono resupinati sono senza
cappello e senza gambo.
Reticolato: detto di gambo con superfcie interessata da ornamentazioni a forma di
reticolo. Possono essere reticolate anche le spore di alcuni funghi.
Reticolo: costituito dall’insieme di linee, spesso in leggero rilievo, disposte in modo da
disegnare una maglia di rete.
Reviviscente: detto di carpoforo che con il tempo asciutto secca senza marcire e che
riprende il suo aspetto iniziale appena inumidito dalla pioggia.
Revoluto: detto di margine del cappello arrotolato e rivolto verso l’esterno, all’insù.
Contrario di involuto. Conformazione perlopiù frequente solo in carpofori adulti di
Coprinus.
Ricettacolo: termine usato per indicare, nei funghi gasteromiceti a pieno sviluppo, quel-
la parte del carpoforo preposta a sostenere la gleba matura; spesso è costituito dall’intero
carpoforo privo del peridio o involucro che lo conteneva da giovane.
Rizoidi: vedi cordoni miceliari.
Rizomorfe: aggregazioni miceliari sotto forma di cordoni con strato esterno ispessito e
sclerotizzato, simili a radichette che si trovano nel substrato. Sono caratteristiche le rizo-
morfe nere e appiattite di Armillaria mellea presenti sotto la corteccia di tronchi.
Rodosporei: funghi con spore in massa di colore rosa.

S
Saprofta: si defnisce saprofta un fungo che si nutre di materiale organico morto, pian-
te o residui di piante morte, tronchi, foglie ecc.
Sclerozio: agglomerato di micelio a forma di tubero che resiste nel tempo, formato da
un ammasso di ife molto compatte. Lo sclerozio può essere di forma, dimensione e colore
molto variabile, talvolta molto piccolo e inserito nel subtrato.
Scrobicolato: con superfcie interessata da piccole fossette.
Seghettato: detto di flo lamellare evidentemente eroso come la lama di una sega.
Semiipogeo: carpoforo che cresce appena afforante dal terreno.
Sericeo: di aspetto simile alla seta.
Sessile: carpoforo senza gambo, costituito solo dal cappello, spesso a forma di conchi-
glia, ventaglio, di zoccolo di cavallo, di mensola.
Sete o Setae: elementi brunastri a parete ispessita che si trovano nei funghi aflloforali
appartenenti alla famiglia Hymenochaetaceae, in genere falciformi o ramifcate.
Sferociti: ife più o meno sferiche. Sono molto abbondanti nella carne delle Russula-
ceae e ne conferiscono una struttura gessosa e fragile, oppure sulla cuticola di alcuni
funghi.

332 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Simbionte: si defnisce simbionte un fungo che per nutrirsi instaura una condizione di
simbiosi mutualistica con le piante, scambiandosi le sostanze che entrambi necessitano
per vivere. Dalla condizione di simbiosi, sia la pianta sia il fungo ricevono dei vantaggi. I
funghi simbionti vivono nei boschi.
Sistematica: schema di ordinamento dei funghi, suddiviso in vari raggruppamenti
ordinati in scala gerarchica. Ogni raggruppamento è chiamato taxon. I principali rag-
gruppamenti in ordine di importanza decrescente sono: regno, divisione, classe, ordine,
famiglia, genere, specie. In letteratura si possono trovare diverse sistematiche proposte da
vari AA., tutte valide e ognuna di esse non imponibile alle altre.
Smarginate: termine usato per indicare l’inserzione delle lamelle al gambo. Sono smar-
ginate le lamelle che s’inseriscono al gambo per un uncino, formando una piccola con-
cavità.
Sporata: è l’ammassamento di spore macroscopicamente visibile.
Spore: cellule destinate alla riproduzione del fungo, di forma, dimensione e colore mol-
to variabile, generate dai basidi nei funghi basidiomiceti, dagli aschi negli ascomiceti.
Squame: piccoli frammenti di tessuto, di forma più o meno regolare, formate dalla dis-
sociazione della cuticola pileica, oppure dalla dissociazione del velo generale.
Squamoso: interessato da squame.
Squarroso: fttamente squamoso, con squame erette e piegate all’indietro.
Statismospore: spore che vengono disperse in modo passivo per azione del vento, acqua
ecc., non lanciate dalle cellule che le hanno generate. Caratteristica dei gasteromiceti.
Stipitato: carpoforo munito di gambo.
Striato: ornato da striature, linee più o meno parallele o radiali. Le striature sono def-
nite innate se fanno parte dello stesso tessuto, adnate se provenienti da un altro tessuto;
in quest’ultimo caso sono appoggiate alla superfcie.
Strobilicolo: che cresce su strobili (= pigne delle conifere) caduti, spesso interrati.
Stroma: tessuto di ife compattate, di varia forma e colore, sul quale si trovano i carpo-
fori. Nei funghi pirenomiceti, sullo stroma sono inseriti i periteci che comunicano con
l’esterno per mezzo di un ostiolo; stroma e periteci costituiscono il carpoforo.
Sub-: prefsso in genere usato per indicare quasi uguale a... (per esempio: subconico =
quasi conico, sublibere = quasi libere ecc.). Vuol dire anche sotto (per esempio: subgene-
re = sottogenere). In substrato ha un altro signifcato.
Suberoso: di consistenza simile a quella del sughero.
Subgleba: tessuto sterile contenuto nel peridio, in genere a piccole cellette, che in molte
Lycoperdaceae sorregge la gleba (= parte fertile del carpoforo).
Subicolo: è il tessuto appoggiato al substrato nei funghi aflloforali che crescono re-
supinati.
Subimenio: strato di ife, in genere cellulari, situato appena sotto l’imenio.
Substrato: massa contenente sostanze organiche su cui o in cui il fungo si sviluppa e
fruttifca.
Supero: termine riferito all’anello. Contrario di infero. Vedi infero.

Glossario micologico 333


T
Tallo: vedi micelio.
Tassonomia: è lo studio dell’ordinamento sistematico dei funghi. Il termine deriva da taxon.
Taxon: (plurale taxa) termine che sta a indicare un rango di un’ordinata scala gerarchi-
ca, vale a dire di una sistematica. Il termine taxon è generalmente usato per indicare una
specie tassonomica (taxon specifco) costruita convenzionalmente da studiosi.
Tenace: che oppone resistenza alla frattura.
Termoflo: che cresce prevalentemente in zone calde.
Terricolo: che cresce su terreno, nel prato o nell’humus di bosco, non su legno, non su
letame.
Tomentoso: con peli molto ftti e corti, richiamanti il velluto, di aspetto opaco e
subliscio.
Tossico: velenoso.
Trama: termine in genere ritenuto sinonimo di carne. In modo più specifco si parla di
trama per indicare la struttura microscopica di una determinata zona della carne (trama
lamellare costituita da ife..., trama del cappello costituita da ife...).
Tricoderma: detto di epicute composta di elementi terminali (ife) cilindrici, cilindri-
co-fliformi e rialzati, più o meno disposti a palizzata.
Trimitico: sistema della trama (carne) costituito da tre tipi di ife. Il sistema trimitico è
composto da ife generatrici, ife scheletriche e ife connettive.
Tuboli: elementi simili a piccoli tubi in genere situati sotto il cappello; costituiscono
l’imenoforo nei boleti e nei polipori.
Turbinato: a forma di trottola.

U
Umbonato: cappello munito di prominenza centrale più o meno pronunciata.
Uncinate: vedi smarginate.
Ungulato: carpoforo sessile a forma di zoccolo di cavallo.

V
Vacuolare: vedi intracellulare.
Vallecola: è lo spazio di forma anulare e più o meno depresso che unisce e delimita la
mitra dal gambo in alcune specie del genere Morchella.
Velo: tessuto protettivo, di varia consistenza, che avvolge il carpoforo o parte di esso
nei primi stadi di sviluppo (stadio primordiale). Esistono due tipi di veli: velo generale o
universale e velo parziale.

334 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Velo generale: è il velo, di consistenza molto variabile, che avvolge e protegge l’intero
carpoforo nei primi stadi di sviluppo. Con la crescita del carpoforo il velo si frattura la-
sciando tracce di sé più o meno evidenti sul gambo o su cappello e gambo sotto forma di
volva, verruche, residui granulosi, glutine ecc.
Velo parziale: è il velo, di consistenza molto variabile, situato tra il gambo e il margine
del cappello, a protezione dell’imenio fno alla maturazione delle spore. Con la crescita
del carpoforo, al momento in cui ha inizio la maturazione delle spore, il margine del cap-
pello si stacca dal gambo e il velo rimane più o meno evidente sul gambo o sul gambo e
margine del cappello sotto forma di anello, focchi cotonosi, cortina ecc.
Ventricoso: notevolmente ingrossato in zona mediana.
Verruche: residui di velo generale, facilmente asportabili, sotto forma di piccole plac-
che appiattite più o meno sferiche, oppure conico-piramidale adnate sulla superfcie del
cappello e/o del gambo. Le verruche si possono trovare anche nelle spore, in questo caso
non sono asportabili perché fanno parte della struttura della parete della spora.
Verrucoso: con verruche.
Virante: carne o superfcie del carpoforo che subisce una variazione di colore al taglio o
allo sfregamento, oppure per azione di reattivi chimici. Nel primo caso si parla di virag-
gio spontaneo o naturale, nel secondo di viraggio provocato con specifci reagenti.
Viscido: con superfcie lubrifcata, scivolosa al tatto se inumidita.
Volva: residuo membranoso di velo generale, che rimane attaccato alla base del gambo
sotto forma di sacchetto inguainante.

Z
Zona anulare: è la zona in prossimità dell’apice del gambo in cui il velo parziale lascia
tracce di sé dopo l’avvenuta apertura del cappello.
Zonato: detto di cappello con ornamentazioni circolari a forma di fasce, disposte in
modo concentrico, di colore o struttura diversa di quella di fondo. È zonata anche la
carne colorata a zone alterne in alcuni funghi.

Glossario micologico 335


Tavole dei caratteri
macroscopici
e microscopici
dei funghi
338 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI
Tavole dei caratteri macroscopici e microscopici dei funghi 339
340 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI
Tavole dei caratteri macroscopici e microscopici dei funghi 341
342 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI
Tavole dei caratteri macroscopici e microscopici dei funghi 343
Bibliografa consigliata

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Bibliografa consigliata 345


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346 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Indice

Introduzione 5

Avvertenza 6

I funghi: che cosa sono, come vivono 7


Saprofti 8
Parassiti 8
Simbionti 9

Appunti su sistematica e nomenclatura dei funghi 11

Caratteri dei funghi a lamelle 17


Caratteri macroscopici 18
Cappello o pileo 18
Lamelle e colore delle spore in massa 19
Gambo o stipite 21
Veli 22
Carne o trama 24
Habitat 26
Caratteri microscopici 27
Spore 27
Cistidi 28
Epicute o pileipellis 29
Basidi, caulocute, velo generale 30

Principali generi dei funghi a lamelle 33


Ordine Polyporales p.p. 34
Famiglia Polyporaceae p.p. 34
Ordine Boletales p.p. 35
Famiglia Paxillaceae 35
Famiglia Gomphidiaceae 36
Ordine Agaricales 37

Indice 347
Famiglia Hygrophoraceae 37
Famiglia Tricholomataceae 38
Famiglia Entolomataceae 44
Famiglia Pluteaceae 45
Famiglia Amanitaceae 46
Famiglia Agaricaceae 47
Famiglia Coprinaceae 49
Famiglia Bolbitiaceae 52
Famiglia Strophariaceae 54
Famiglia Crepidotaceae 56
Famiglia Cortinariaceae 57
Ordine Russulales 62
Famiglia Russulaceae 62

Commestibilità e tossicità dei funghi 65

Parte iconografca e descrittiva 69

Glossario micologico 321

Tavole dei caratteri microscopici e macroscopici dei funghi 337

Bibliografa consigliata 345

Indice delle specie 349

348 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


Indice delle specie
A Clathrus ruber 293
Agaricus arvensis 135 Clavariadelphus truncatus 263
” bitorquis 136 Clavaria fragilis 262
” campestris 137 Clavulina cristata 264
” moelleri 138 Clitocybe dealbata 81
” silvicola 139 ” geotropa 82
” xanthodermus 140 ” gibba 83
Agrocybe cylindracea 159 ” nebularis 84
” praecox 160 ” odora 85
” putaminum 161 ” rivulosa 86
Albatrellus confuens 278 Clitopilus prunulus 120
” ovinus 279 Collybia butyracea 87
Aleuria aurantia 312 ” dryophila 88
Amanita caesarea 128 ” fusipes 89
” muscaria 129 Coprinus atramentarius 148
” pantherina 130 ” comatus 149
” phalloides 131 ” disseminatus 150
” rubescens 132 ” micaceus 151
” vaginata 133 ” plicatilis 152
Armillaria gallica 77 Cortinarius bolaris 173
” mellea 78 ” camphoratus 174
” ostoyae 79 ” elegantior 175
Auricularia auricula-judae 287 ” glaucopus 176
B ” infractus 177
Bjerkandera adusta 280 ” ionochlorus 178
Bolbitius titubans 162 ” largus 179
Boletinus cavipes 233 ” limonius 180
Boletus aereus 234 ” malachius 181
” aestivalis 235 ” odorifer 182
” edulis 236 ” olidus 183
” erythropus 237 ” orellanus 184
” luridus 238 ” pholideus 185
” pinophilus 239 ” praestans 186
Bovista plumbea 297 ” salor 187
C ” sanguineus 188
Calocera viscosa 292 ” speciosissimus 189
Calocybe gambosa 80 ” traganus 190
Calvatia excipuliformis 298 ” triumphans 191
” fragilis 299 ” trivialis 192
Cantharellus cibarius 259 ” variicolor 193
” tubaeformis 260 ” varius 194
Chroogomphus helveticus 253 ” venetus 195
” rutilus 254 ” violaceus 196

Indice delle specie 349


Craterellus cornucopioides 261 ” grammata 204
Crepidotus autochthonus 172 ” splendens 205
Cudonia circinans 313 Inonotus dryadeus 274
Cyathus striatus 295 Irpex lacteus 271
D K
Daedalea quercina 281 Kuehneromyces mutabilis 166
Disciotis venosa 307 L
Dumontinia tuberosa 315 Laccaria amethystina 91
E ” laccata 92
Entoloma lividoalbum 121 Lacrymaria lacrymabunda 153
” nidorosum 122 Lactarius chrysorrheus 207
” saundersii 123 ” decipiens 208
” sepium 124 ” deterrimus 209
” sinuatum 125 ” picinus 210
Exidia glandulosa 288 ” piperatus 211
F ” porninsis 212
Fistulina hepatica 276 ” pyrogalus 213
Flammulina velutipes 90 ” salmonicolor 214
G ” turpis 215
Galerina marginata 197 ” volemus 216
Ganoderma resinaceum 277 Laetiporus sulphureus 282
Geastrum triplex 296 Leccinum aurantiacum 240
Gomphidius glutinosus 255 ” scabrum 241
Gymnopilus penetrans 198 Lentinus tigrinus 256
H Leotia lubrica 314
Hebeloma mesophaeum 199 Lepiota cristata 141
” sacchariolens 200 ” oreadiformis 142
” sinapizans 201 ” subincarnata 143
Helvella acetabulum 309 Lepista faccida 93
” costifera 310 ” irina 94
Hydnum repandum 269 ” nuda 95
” rufescens 270 ” panaeola 96
Hygrocybe coccinea 70 ” sordida 97
” psittacina 71 Leucoagaricus leucothites 144
” punicea 72 ” purpureorimosus 145
Hygrophorus marzuolus 73 Limacella delicata 134
” penarius 74 Lycoperdon echinatum 300
” pudorinus 75 ” perlatum 301
” speciosus 76 ” pyriforme 302
Hypholoma capnoides 163 ” umbrinum 303
” fasciculare 164 Lyophyllum connatum 98
” sublateritium 165 ” decastes 99
Hypoxylon fragiforme 316 ” loricatum 100
I M
Inocybe geophylla 202 Macrocystidia cucumis 101
” geophylla 203 Macrolepiota procera 146

350 Guida completa al riconoscimento dei FUNGHI


” rhacodes 147 ” vesca 229
Marasmius cohaerens 102 ” violeipes 230
” oreades 103 ” virescens 231
Melanoleuca exscissa 104 S
” grammopodia 105 Sarcodon imbricatus 273
Meripilus giganteus 283 Sarcosphaera coronaria 311
Morchella esculenta 308 Schizophyllum commune 258
Mycena haematopus 106 Scleroderma citrinum 304
” inclinata 107 ” polyrhizum 305
” pura 108 ” verrucosum 306
O Stereum hirsutum 272
Omphalotus olearius 252 Strobilurus esculentus 109
P Stropharia caerulea 168
Panaeolina foenisecii 154 ” rugosoannulata 169
Paxillus involutus 250 ” semiglobata 170
” rubicundulus 251 Suillus bovinus 242
Phallus hadriani 294 ” grevillei 243
Phellinus torulosus 275 ” luteus 244
Pholiota gummosa 167 ” variegatus 245
Piptoporus betulinus 284 ” viscidus 246
Pleurotus ostreatus 257 T
Pluteus cervinus 126 Trametes versicolor 286
Polyporus squamosus 285 Tremella foliacea 289
Porphyrellus porphyrosporus 232 ” mesenterica 290
Psathyrella candolleana 155 Tremiscus helvelloides 291
” conopilus 156 Tricholoma album 110
” multipedata 157 ” aurantium 111
” piluliformis 158 ” bufonium 112
R ” inamoenum 113
Ramaria botrytis 265 ” pardinum 114
” formosa 266 ” portentosum 115
” sanguinea 267 ” scalpturatum 116
” stricta 268 ” terreum 117
Rozites caperatus 206 ” ustaloides 118
Russula caerulea 217 Tricholosporum goniospermum 119
” cyanoxantha 218 Tubaria hiemalis 171
” emetica 219 U
” heterophylla 220 Ustulina deusta 317
” lepida 221 V
” mustelina 222 Volvariella gloiocephala 127
” nigricans 223 X
” ochroleuca 224 Xerocomus armeniacus 247
” parazurea 225 ” badius 248
” pectinatoides 226 ” subtomentosus 249
” persicina 227 Xylaria hypoxylon 318
” sardonia 228 ” polymorpha 319

Indice delle specie 351

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