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Funghi
Progetto grafico, impaginazione e redazione
Redint studio, Milano
Disegni e fotografie
Lillo La Chiusa
Copertina
tutte le immagini sono di Lillo La Chiusa
www.giunti.it
ISBN: 9788841221365
Con questo volume è mia intenzione fornire al lettore, in forma chiara e semplifcata ma
rigorosamente scientifca, le principali informazioni indispensabili per iniziare lo studio
di questa non facile materia, fnalizzato al riconoscimento dei funghi.
Il testo inizia con degli appunti sui funghi in generale, con particolare riguardo alla loro
classifcazione e morfologia. Segue un maggiore approfondimento sui funghi a lamelle,
motivato dal fatto che essi costituiscono la maggior parte dei funghi che generalmen-
te s’incontrano nei boschi, nei prati ecc. In questa trattazione, oltre alla descrizione e
rappresentazione grafca dei caratteri macro e microscopici, sono descritti tutti i generi
più comuni dei funghi a lamelle, con accanto un disegno al tratto del portamento delle
principali specie che lo costituiscono. In calce alla descrizione di ogni genere, nelle note,
sono evidenziati i caratteri peculiari che permettono di distinguere i generi vicini, anche
quelli poco comuni.
Segue la parte iconografca e descrittiva composta di 250 schede di funghi, selezionati
con l’obiettivo di considerare più generi possibili attraverso la presentazione delle specie
più comuni.
Personalmente ho raccolto, fotografato e determinato tutte le specie presentate in questo
libro, talora in compagnia di amici micologi, compagni di numerose escursioni nei bo-
schi, ai quali sono molto grato, principalmente per le entusiaste e costruttive discussioni
micologiche.
Chiude questo lavoro un glossario micologico, indispensabile per conoscere il signifcato
dei termini tecnici usati in questo e in altri testi di micologia.
Con la speranza che questo libro sia, almeno per qualcuno, utile e di valido aiuto.
L’Autore
Introduzione 5
Avvertenza
I generi più comuni dei funghi con imenoforo a lamelle si possono riconoscere, generalmente,
anche con il solo uso dei caratteri macroscopici (morfologici, cromatici, organolettici ed eco-
logici). L’ordinamento di presentazione è lo stesso di quello in Guida alla determinazione dei funghi
vol. 1, di M. Moser (1980, ed. italiana), con la sola variante di disporre i generi all’interno
della propria famiglia in ordine alfabetico.
Ogni genere descritto è affancato da un disegno al tratto del portamento dei principali
funghi che lo costituiscono e dalla citazione della specie tipo. Per ovvi motivi di spazio i
disegni non sono tra loro proporzionali, un’idea più precisa della loro grandezza si può
avere leggendo la descrizione della taglia; a tal proposito ricordiamo che generalmente si
ritengono di piccola taglia i carpofori con diametro del cappello minore di 4 cm, di taglia
media compreso tra 4-10 cm e di taglia grande maggiore di 10 cm.
I principali caratteri che consentono il riconoscimento di molti dei generi non descritti, di
solito costituiti da poche specie e alquanto rare, sono citati nelle note in calce alla descrizio-
ne dei generi più comuni.
Per dare un’idea dell’ampiezza di ogni genere, riportiamo indicativamente il numero di
specie che, secondo noi, più verosimilmente lo compone. Si fa presente che le specie tas-
sonomiche pubblicate in letteratura sono molte di più, ma le discordanze tra i principali
autori rendono impossibile stabilire con certezza di quante specie è composto un genere.
Le specie della sottodivisione Basidiomycotina (= basidiomiceti) sono raggruppate e ordi-
nate in famiglie seguendo la sistematica e l’ordinamento in uso in Guida alla determinazione
dei funghi vol. 1 di M. Moser (1980, ed. italiana) e vol. 2 di W. Jülich (1989, ed. italiana),
ritenuti opere fondamentali a livello mondiale; all’interno delle famiglie, presentiamo le
specie in ordine alfabetico per genere, quindi per specie.
Seguono le specie della sottodivisione Ascomycotina (= ascomiceti), ordinate in famiglie seguen-
do la sistematica e l’ordinamento in uso in Champignons de Suisse di Breitenbach e Kränzlin
(1984); all’interno delle famiglie le specie sono in ordine alfabetico per genere, poi per specie.
Ogni specie è presentata sotto forma di scheda descrittiva, così composta: dall’immagine
fotografca; da un sinonimo corrente se esiste; dalla posizione sistematica, ridotta all’or-
dine e alla famiglia di appartenenza; dalla descrizione macroscopica; dalla descrizione
microscopica delle spore e, per alcune specie, di altri elementi di rilevante importanza
per una corretta identifcazione; dall’habitat in cui è possibile rinvenire la specie in ogget-
to; dai dati di commestibilità; da note fnalizzate a evidenziare i principali caratteri che
consentono di riconoscere la specie in oggetto e quelli distintivi di specie simili facilmente
confondibili.
Premesso che in questo lavoro per funghi intendiamo solo quelli macroscopici, in pratica
quei miceli che producono un corpo fruttifero visibile, chiamati anche funghi superiori.
I funghi sono degli organismi eterotrof, privi di cloroflla, che per vivere necessitano
di sostanze organiche già pronte, messe a disposizione generalmente dai vegetali, detti
autotrof in virtù della capacità di costruirsi da soli le sostanze organiche necessarie alla
propria vita per mezzo del processo di fotosintesi cloroflliana. Questa fondamentale dif-
ferenza e altre ancora sono i principali motivi che hanno indotto i moderni micologi a
creare per i funghi un nuovo regno: regno Fungi.
Un fungo è composto di un tallo tipicamente flamentoso, distinto in due parti: una con
funzione vegetativa, che prende il nome di micelio, e una con funzione riproduttiva
costituita dal carpoforo, frutto portatore di spore comunemente chiamato fungo.
Il micelio è composto di numerosi flamenti, chiamati ife, singolarmente non visibili a
occhio nudo, ramifcati e immersi nel substrato (terreno, humus, legno ecc.). Esso ha il
compito di produrre il carpoforo ma lo fa solo quando si presentano le condizioni clima-
tiche ideali.
Ogni fungo ha proprie esigenze ecologiche (acidità del substrato, vegetazione circostante
ecc.) e climatiche (temperatura, umidità) per accrescersi e per fruttifcare. In genere per
ogni specie il punto di temperatura ideale per l’accrescimento miceliare è diverso rispetto
a quello di fruttifcazione.
Per riprodursi un fungo fruttifca: dal substrato emergono dei carpofori che a matura-
zione avvenuta lasciano cadere le spore che a loro volta germinano per formare il nuovo
micelio. Questo è, in sintesi, il principale modo in cui un fungo si riproduce.
Le spore sono prodotte da particolari cellule, chiamate basidi nei funghi basidiomiceti e
aschi negli ascomiceti. Queste cellule fertili sono affancate l’una all’altra formando uno
strato chiamato imenio. L’imenio è situato su di una parte del carpoforo che prende il
nome di imenoforo. L’imenoforo è morfologicamente diverso nei vari raggruppamenti
fungini: negli agarici è costituito da lamelle, nei boleti da tuboli ecc.
L’ambiente ecologico in cui cresce un fungo è detto habitat. Esso è composto dall’in-
sieme di organismi viventi e non, che si trovano nelle immediate vicinanze dal punto di
crescita del fungo interessato.
I funghi possono crescere un po’ ovunque, basta che nel substrato su cui crescono ci sia la
presenza di sostanze organiche e acqua. Si possono trovare funghi: sulle dune del mare,
Saprofti
Sono chiamati saprofti quei funghi che si nutrono di sostanze organiche prove-
nienti da organismi morti.
I funghi saprofti hanno il compito di degradare le piante morte o parte di esse (fogliame,
rami caduti ecc.). Con la loro attività reintegrano la fertilità del terreno e impediscono un
abnorme accumulo di materiale che potrebbe ostacolare seriamente la continuità della
vita vegetativa e di conseguenza di quella di ogni animale, compreso l’uomo.
Di quanto detto è bene che il lettore faccia una rifessione, così quando si recherà nel
bosco in cerca di funghi commestibili sicuramente non prenderà a bastonate quelli che
non conosce o quelli velenosi, perché dentro di sé avrà capito l’importanza della vita dei
funghi e di ogni essere vivente.
Molti funghi saprofti sono specializzati a decomporre le lettiere di foglie cadute nei boschi:
certe specie vivono sulle foglie in decomposizione di ogni tipo di bosco (Clitocybe nebularis),
altre sono più selettive, per esempio Marasmius wynnei cresce perlopiù su quelle di faggio.
Diversi funghi saprofti sono specializzati a decomporre il legno (Bjerkandera adusta), alcuni
a decomporre altri funghi marcescenti (Volvariella surrecta), il letame (Coprinus cinereus) ecc.
Parassiti
Sono chiamati parassiti quei funghi che si sviluppano a spese di organismi viventi.
I funghi parassiti recano spesso dei danni all’ospite, a volte di notevole gravità al punto
da condurlo alla morte.
Non sempre i funghi parassiti sono in grado di superare i meccanismi di difesa dell’ospite.
Di solito attaccano e invadono le piante debilitate, molto vecchie, perché trovano una
scarsa resistenza. Tuttavia, anche piante giovani e forti possono essere parassitate; in
• Parassiti obbligati: (veri parassiti) questi funghi per potersi sviluppare necessitano di
disporre della cellula vivente dell’ospite e non potranno mai continuare a vivere, come
saprofti, sulla stessa pianta dopo la sua morte.
• Parassiti facoltativi: questi funghi possono vivere sia come parassiti su determinate
parti della pianta con cellule ancora vive sia come saprofti sui tessuti morti della stessa
pianta (Armillaria mellea).
Dal comportamento dei funghi parassiti facoltativi si evince che la distinzione fra paras-
sitismo e saproftismo non può essere netta.
Ci sono funghi parassiti, in numero molto limitato, in grado di attaccare selettivamente
una sola specie di pianta (Inonotus tamaricis cresce soltanto su tronchi di tamerice), altri,
più numerosi, in grado di attaccare più specie di piante, per esempio Ganoderma adspersum
cresce su varie specie di latifoglie, Phellinus torulosus cresce in genere su tronchi di latifoglie
ma talvolta è rinvenibile anche su conifere. Esistono anche funghi parassiti di altri funghi
(Xerocomus parasiticus cresce solo su Scleroderma citrinum).
Simbionti
Sono chiamati simbionti quei funghi che instaurano rapporti di tipo mutualistico
con organismi viventi.
L’associazione di simbiosi di tipo mutualistico, che si forma tra le ife del micelio del fungo
e le radichette terminali della pianta, è chiamata micorriza. I funghi simbionti svolgono
un’attività molto favorevole per il bosco; infatti, le piante micorrizate hanno maggiore
capacità di assorbire dal terreno, tramite le ife del fungo, acqua ed elementi minerali:
fosforo, zolfo, calcio, potassio, ferro, azoto ecc. Per questo motivo, quasi tutte le piante
esistenti in natura instaurano rapporti di simbiosi con i funghi. L’associazione è vantag-
giosa anche per i funghi: infatti, essendo incapaci di utilizzare sostanze organiche com-
plesse, utilizzano come fonte di carbonio zuccheri semplici forniti dalle piante per mezzo
dell’essudazione delle radichette. Le micorrize sono distinte in tre gruppi in funzione dei
caratteri morfologici: ectomicorrize, endomicorrize ed ecto-endomicorrize.
La maggior parte delle piante forestali forma ectomicorrize con una o più specie di fun-
ghi basidiomiceti o ascomiceti. Le endomicorrize e le ecto-endomicorrize interessano
principalmente i funghi inferiori, non oggetto di nostri studi.
I funghi simbionti sono i più numerosi e assieme ai saprofti costituiscono la maggior
parte di funghi che producono un corpo fruttifero. Il loro elevato numero è giustifcato
dal fatto che “in pace si vive meglio che in guerra”: per procurarsi le sostanze di cui ne-
cessitano per vivere non devono lottare come fanno i funghi parassiti.
Alcuni funghi simbionti sono specifci di una sola specie arborea (Suillus grevillei cresce
esclusivamente sotto il larice, Gyrodon lividus solo sotto l’ontano). Molti sono simbionti di
più specie arboree e possiamo dividerli approssimativamente in tre gruppi; si ha così:
funghi simbionti solo di latifoglie (Boletus aereus), solo di conifere (Tricholoma terreum), oppu-
re di entrambi i tipi di boschi (questi ultimi sono i più numerosi).
Le specie fungine, come quelle vegetali o animali, sono molto numerose. Dato il cospicuo
e sempre crescente numero di specie esistenti in letteratura, gli studiosi, per comodità
di ricerca e di studio e per meglio intendersi quando si parla di funghi, hanno sentito la
necessità di mettere ordine in questo vasto raggruppamento che oggi costituisce il regno
Fungi e di darsi delle regole di nomenclatura. Allo scopo hanno creato dei “cassetti” di
diversa importanza gerarchica in cui inserire gruppi di specie aventi caratteristiche simili.
Nascono così le sistematiche e il Codice internazionale di nomenclatura bota-
nica.
Il modo con cui sistemare le specie in questi “cassetti” non è univoco, ma varia da autore
ad autore secondo la propria sensibilità nel considerare certi caratteri, posseduti dai fun-
ghi, più importanti rispetto ad altri. Ne segue che in letteratura esistono diverse sistema-
tiche in cui sono classifcati i funghi, tutte valide ma ciascuna non imponibile alle altre.
Ovviamente, in funzione al periodo storico, di conseguenza alle scoperte scientifche e
alla sensibilità individuale dell’autore, si hanno sistematiche antiche o moderne, valide e
largamente utilizzate o poco valide e scarsamente utilizzate.
Vogliamo ricordare che lo svedese E. M. Fries è considerato il progenitore della sistemati-
ca moderna, soprattutto per quanto riguarda i funghi con imenoforo a lamelle. Nel 1821
Fries, in una monumentale opera dal titolo Systema Mycologicum, classifcò nella sua siste-
matica le specie fungine con imenoforo a lamelle allora conosciute (tantissime descritte
per la prima volta dallo stesso Fries) utilizzando come carattere primario di separazione
il colore delle spore in massa.
Per schematizzare una sistematica in cui classifcare i funghi, lo studioso (tassonomista)
deve necessariamente conoscere le specie, i loro caratteri morfologici, anatomici, chimici
ecc., al fne di trovare quei caratteri da correlare ai diversi “cassetti” chiamati taxa (taxon
al singolare) i cui nomi e collocazione di rango sono obbligatoriamente previsti dal codi-
ce di nomenclatura. I principali e obbligatori ranghi di taxa in ordine discendente sono:
regno, divisione, classe, ordine, famiglia, genere, specie. Fra questi è possibile
trovare altri ranghi secondari non obbligatori ma spesso utilizzati: sottodivisione, sot-
toclasse, sottordine, sottofamiglia, tribù, sottogenere, sezione ecc.
Tutti i funghi superiori, che producono un corpo fruttifero, appartengono ai basidio-
miceti e agli ascomiceti, diversi tra loro per il modo di produrre le spore: infatti, tutti
Regno Fungi
Divisione Amastigomycota
Sottodivisione Basidiomycotina (= basidiomiceti)
Classe Homobasidiomycetes
Sottoclasse Agaricomycetideae (= agarici)
I funghi sono degli organismi molto polimorf, perciò, per poterli riconoscere, è di fonda-
mentale importanza imparare a distinguere i loro caratteri morfologici, cromatici e orga-
nolettici.
Nei funghi a lamelle i caratteri macroscopici in uso ai fni determinativi sono molto nu-
merosi e spesso di non facile osservazione. Solo un’attenta e mirata indagine può eviden-
ziare queste piccole differenze, a volte quasi impossibile da rilevare se non si dispone di
funghi freschi e in ogni stadio di sviluppo (molte specie del genere Cortinarius).
Non esiste un carattere ritenuto in assoluto più importante di un altro poiché è l’insieme
di tutti i caratteri, sia macroscopici sia microscopici, a caratterizzare la specie. In linea
di principio tutti dovrebbero avere la stessa valenza, ma non è sempre così. L’importan-
za di ogni carattere non è mai costante, la sua valenza è sempre relativa al genere o al
raggruppamento fungino in studio e dipende molto dalla considerazione attribuitagli dai
vari AA. Per esempio, se si prende in esame il carattere macroscopico odore è possibile
appurare che all’interno del genere Agaricus esso assume un’importanza primaria: infatti,
in questo genere l’odore di fenolo caratterizza e distingue addirittura una sezione (sez.
Xanthodermatei). Considerando lo stesso carattere all’interno di numerosi altri generi, esso
assume un’importanza secondaria, specifca quando è presente e più o meno caratteri-
stico (per esempio l’odore di fore di iris emanato da Lepista irina caratterizza la specie e
non una sezione), di nessuna importanza quando è irrilevante. A un simile risultato si
arriva considerando per esempio il carattere microscopico ornamentazione delle spore.
Infatti, nelle Tricholomataceae le spore verrucose distinguono il genere Melanoleuca dal ge-
nere Tricholoma (i Tricholoma hanno spore lisce, le Melanoleuca le hanno verrucose), ma non
è così nelle Coprinaceae, poiché nel genere Coprinus, perlopiù a spore lisce, trovano posto,
sparse nelle varie sezioni, anche specie con spore verrucose. La questione è ancora più
Caratteri macroscopici
Un fungo con imenoforo a lamelle è in genere composto dai seguenti elementi o parti
caratteristiche oggetto di descrizione: cappello, lamelle, gambo, veli, carne, habi-
tat. L’habitat non è una caratteristica intrinseca del carpoforo ma è molto utile ai fni
determinativi e per questo da considerare come un “elemento” proprio del carpoforo. In
questi elementi bisogna imparare a distinguere i numerosi caratteri macroscopici che li
caratterizzano. L’osservazione di certi caratteri va necessariamente effettuata con l’ausi-
lio di una lente d’ingrandimento, allo scopo va benissimo una di 7-10×.
• Inserzione nel cappello: nella maggior parte dei funghi a lamelle il gambo è inserito
nel cappello in posizione centrale ma in alcuni può presentarsi un po’ eccentrico, in
pratica spostato dal centro del cappello (Entoloma eccentricum), oppure inserito lateral-
mente (Pleurotus ostreatus).
• Struttura o consistenza: in genere può essere carnoso e spesso oppure non carnoso
e sottile. Se carnoso può presentarsi: fbroso, tenero o coriaceo, oppure tenace e carti-
lagineo (Collybia fusipes), oppure di consistenza gessosa, cassante (generi Russula e Lacta-
rius), può presentarsi pieno o quasi cavo ecc. Se non carnoso può essere: fbroso, tenero
e gracile, duro e corneo (Marasmius cohaerens), cartilagineo (Strobilurus esculentus) ecc. Da
considerare anche la zona di unione con il cappello, in pratica se è omogeneo o ete-
rogeneo con il cappello. È omogeneo quando la carne del gambo è un tutt’uno con
quella del cappello, in questo stato il gambo non è separabile dal cappello se non per
lacerazione dei tessuti contigui al punto di unione (generi Tricholoma, Cortinarius ecc.).
È eterogeneo quando tra la carne del gambo e quella del cappello c’è una parziale
Talvolta cospicui residui di velo generale granuloso possono rivestire il gambo fno alla
zona anulare e con il velo parziale anuliforme e infero danno luogo a una sorta di guaina
che calza il gambo, chiamata armilla.
Carne o trama
Della carne si valuta principalmente la consistenza, i caratteri cromatici e organolettici:
Habitat
L’habitat non è un carattere morfologico, tuttavia è di grande aiuto nel processo deter-
minativo e spesso, anche da solo, può assumere valore discriminante. Per esempio: un
Leccinum raccolto in un bosco dove non è presente la betulla, determinato come Leccinum
versipelle, sarà sicuramente un’errata determinazione, poiché questa specie cresce solo in
associazione con la betulla.
In molte specie, certi caratteri sono ben evidenti nel carpoforo giovane ma non più
nell’adulto e viceversa per altri caratteri. Per cui è buona norma raccogliere di un’unica
specie, se possibile, sia carpofori giovani sia maturi. Così facendo sarà anche possibile
osservare eventuali evoluzioni che accompagnano certi caratteri, quali il colore, la disso-
ciazione dei veli, della cuticola ecc.
Subito dopo che si è raccolto un suffciente numero di carpofori della stessa specie e in
diversi stadi di crescita, bisogna guardarsi attorno e prendere nota, su un taccuino, degli
elementi che costituiscono l’habitat di raccolta, in pratica delle condizioni ecologiche che
caratterizzano l’ambiente o stazione di crescita del fungo.
I funghi a lamelle sono per la maggior parte terricoli, cioè crescono su terreno di varia
natura: nell’humus di boschi di latifoglie, di conifere o di boschi misti, fogliame e aghi
caduti, oppure nei prati, su terreno nudo, sabbioso, paludoso, tra muschio, oppure nei
giardini pubblici, nei parchi, lungo le strade battute ecc. Per i funghi raccolti nei boschi
o nelle immediate vicinanze di piante, bisogna ulteriormente annotare presso quale es-
senza arborea è stato trovato, se non si conosce la specie può essere suffciente annotare
se di latifoglia o di conifera.
Molti funghi sono lignicoli, cioè crescono su legno (alcuni Pholiota, Gymnopilus, Mycena);
in questi casi è suffciente osservare se si tratta di legno di latifoglia o di conifera.
Alcuni sono fmicoli, crescenti su letame (numerose specie dei generi Coprinus, Panaeolus).
Ci sono pure funghi carbonicoli, che crescono su terreno precedentemente bruciato:
sono funghi pionieri e chiamati anche funghi del bruciato (Pholiota highlandensis = P. car-
bonaria).
Esistono anche funghi che crescono su altri funghi marcescenti (Volvariella surrecta cresce
su Clitocybe nebularis, Nyctalis parasitica su Russula nigricans e specie affni).
È anche importante annotare data e località di raccolta, altezza sul livello del mare e
il modo di crescita dei carpofori. La data e il luogo di raccolta consentono di ritornare
a cercare la stessa specie con buone probabilità di ritrovamento; inoltre, la data indica
anche se si tratta di specie primaverile, autunnale o invernale. Il modo di crescita dei
carpofori è una caratteristica biologica della specie di non poca importanza. Possiamo
distinguere tre principali modi di crescita: solitaria, gregaria, cespitosa. Molti funghi cre-
scono gregari, pochi cespitosi o solitari.
Queste confgurazioni possono essere interessate da uno strato più o meno spesso di gel in
cui sono immerse le ife terminali dell’epicute, spesso rinvenibili in frammenti poiché di solito
è la loro parete a gelatinizzare. In questi casi si fa precedere la denominazione dell’epicute
con il prefsso ixo-: una cutis gelatinizzata si chiamerà ixocutis, un tricoderma gelatinizzato
si chiamerà ixotricoderma, un imeniderma gelatinizzato si chiamerà ixoimeniderma.
Tutti i funghi con epicute gelatinizzata, vale a dire costituita da un ixocutis, ixotricoder-
ma o ixoimeniderma, hanno la cuticola pileica viscida o glutinosa con il tempo umido.
In tanti funghi la confgurazione dell’epicute non è così nettamente schematizzata ma
assume una conformazione intermedia, di transizione da una forma a un’altra (in Aga-
Specie tipo: Note: il genere Chroogomphus si distingue principalmente per la carne comple-
Gomphidius glutinosus tamente colorata di arancione, arancio-giallognolo, color vinaccia e per il cappello
(Schaeff. : Fr.) Fr. 1838 asciutto o leggermente viscido, non glutinoso.
Nel genere Hygrocybe (circa 60-70 specie) sono sistemati funghi spesso
vivacemente colorati e di consistenza vetrosa, più o meno membranacei
e a spore bianche, distinti per le lamelle molto spesse e ceracee, lardacee,
cedevoli al tocco, spesso rade, e per la crescita nei prati.
Descrizione: carpofori membranacei o poco carnosi, di taglia da piccola
a media. Cappello convesso, conico, ottuso o acuto, asciutto, viscido-glu-
tinoso, di solito vivacemente colorato, giallo, arancio, rosso, anche verde,
grigio, violetto, bruno-nerastro. Lamelle da sublibere-annesse a adnate-
decorrenti, spesse e rade, di consistenza ceracea, lardacee, cedevoli al
tocco. Gambo asciutto, viscido-glutinoso, spesso concolore al cappello o GeNere:
più pallido. Carne esigua, generalmente di consistenza vetrosa e concolore HYGROCYBE
(Fr.) P. Kumm. 1871
alle superfci. Spore bianche, ovoidali-ellissoidali, lisce, non amiloidi. Trama
lamellare regolare e irregolare. Epicute di varia tipologia: cutis, ixocutis, Specie tipo:
ixotricoderma. Hygrocybe conica
Habitat: terricolo, in genere nei prati, nei pascoli di montagna. (Schaeff. : Fr.) P. Kumm.
1871
Note: alcuni autori separano il genere Camarophyllus (= Cuphophyllus), costituito
da specie con trama lamellare irregolare a ife strette.
Le Clitocybe (circa 90-110 specie), tra i funghi a spore bianche e con gambo
centrale, si riconoscono principalmente per il cappello spesso imbutiforme,
depresso-imbutiforme e per le lamelle decorrenti.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a gran-
de. Cappello imbutiforme, spesso depresso al centro, raramente convesso,
glabro, igrofano o non igrofano, bianco o variamente colorato. Lamelle
molto decorrenti, talvolta adnate. Gambo biancastro o concolore al cappel-
lo, senza anello. Carne consistente, biancastra o concolore alla superfcie.
Spore bianche o crema, ellissoidali, lisce, non amiloidi, non cianofle. Epi-
GeNere: cute di tipo cutis.
CLITOCYBE Habitat: in genere terricolo.
(Fr.) Staude 1857
Specie tipo: Note: il genere Lepista è ben distinto per le spore verrucose e cianofle. Un carattere
Clitocybe nebularis macroscopico molto utile per distinguere sul campo le Lepista dalle Clitocybe sta
(Batsch : Fr.) P. Kumm. 1871 nelle lamelle: facilmente separabili dalla carne del cappello nelle Lepista, non sepa-
rabili nelle Clitocybe. Il genere Pseudoclitocybe si riconosce per le spore amiloidi.
Il genere Omphalina comprende carpofori più piccoli, membranacei, con il cappello
ombelicato e con il gambo subcartilagineo.
Le Collybia (circa 30-40 specie) sono funghi dal portamento esile e slan-
ciato, non tozzo, a spore bianche, distinte principalmente per il gambo
cartilagineo, tenace, e per le lamelle sublibere-annesse e molto ftte.
Descrizione: carpofori poco carnosi, quasi membranacei, raramente car-
nosi, di taglia da piccola a media. Cappello convesso o piano, glabro, igro-
fano o non igrofano, spesso elastico-cartilagineo, di vario colore. Lamelle
sublibere-annesse, raramente adnate, in genere molto ftte. Gambo carti-
lagineo, tenace, glabro, striato o solcato, villoso-fbrilloso, feltrato, talvolta
radicante, senza anello. Carne molto fbrosa, tenace. Spore bianche o cre-
ma, ellissoidali, lisce, non amiloidi. Epicute di tipo cutis. GeNere:
Habitat: terricolo o lignicolo, alcune specie crescenti da sclerozio. COLLYBIA (Fr.) Staude
1857 (= Gymnopus,
Rhodocollybia)
Note: anche il genere Marasmius comprende specie con il gambo cartilagineo-tenace, tut-
tavia, pur essendo molto vicino al genere Collybia, si riconosce facilmente per le lamelle Specie tipo:
molto rade e per l’epicute di tipo imeniderma. Le specie del genere Flammulina hanno la Collybia tuberosa
cuticola gelatinosa e il gambo vellutato. Le specie del genere Xerula (= Oudemansiella) (Bull. : Fr.) P. Kumm. 1857
hanno il gambo profondamente radicante e l’epicute di tipo imeniderma. Macrocystidia
cucumis (e sue varietà), unica rappresentante del suo genere, è ben distinta per il forte
odore di olio di fegato di merluzzo e per i grossi cistidi sul cappello e sul gambo. Il genere
Callistosporium ha spore con granuli gialli, ben evidenti in ammoniaca.
Il genere Lepista (circa 15-20 specie) raccoglie specie provenienti dai generi
Tricholoma e Clitocybe, caratterizzate dalle lamelle facilmente staccabili dalla
carne del cappello (paxilloidi) e dalle spore crema-rosate, verrucose e cianofle.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello da
convesso a depresso-imbutiforme, igrofano o non igrofano, glabro, rara-
mente feltrato, di vario colore, biancastro, fulvo-ocra, giallo-arancio, vio-
letto. Lamelle da smarginate-adnate a decorrenti, ftte, spesso staccabili in
blocco dalla carne del cappello (come nel genere Paxillus o come i tuboli nel
genere Boletus). Gambo senza anello. Carne da consistente a molliccia, di
GeNere: vario colore. Spore crema-rosa, ellissoidali, verrucose, aculeate, non amiloi-
LEPISTA di, cianofle. Epicute di tipo cutis.
(Fr.) W.G. Sm. 1870
Habitat: terricolo, di solito nei boschi, ma anche nei prati.
Specie tipo:
Lepista densifolia Note: il genere Leucopaxillus, anch’esso con le lamelle facilmente staccabili dalla
(J. Favre) Singer & Clémençon carne del cappello, è separabile per il margine del cappello molto involuto e per le
1973
spore amiloidi.
I Lyophyllum (circa 20-30 specie) sono funghi a spore biancastre e con basidi
carminofli (siderofli), dal portamento tricholomoide, riconoscibili princi-
palmente per la consistenza più o meno elastica della carne. Una parte di
essi si riconosce per il viraggio al blu o al rosso-nero, blu-nero delle lamelle
al tocco, l’altra parte per la crescita cespitosa.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello igro-
fano o non, glabro, di vario colore, spesso elastico-cartilagineo. Lamelle da
smarginate a decorrenti, in alcune specie viranti al bluastro, oppure al giallo
o al rossastro per passare poi al nero o direttamente annerenti per manipola-
GeNere: zione. Gambo senza anello. Carne fbrosa, un po’ elastica, soda. Spore bianche
LYOPHYLLUM o crema, da subsferiche a cilindriche-ellissoidali, talvolta triangolari, lisce, più
P. Karst. 1881
raramente fnemente verrucose, non amiloidi, cianofle. Basidi con granula-
Specie tipo: zioni carminofli. Epicute di tipo cutis, con pigmento parietale incrostante.
Lyophyllum Habitat: terricolo, nei boschi, nei prati, gregario o cespitoso.
leucophaeatum
(P. Karst.) P. Karst. 1881
Note: il genere Tephrocybe, diffcilmente distinguibile da Lyophyllum, è costituito da car-
pofori di piccola taglia, poco carnosi e dal portamento collybioide, spesso con odore farinoso,
anch’essi con basidi carminofli (alcuni AA. lo includono nel genere Lyophyllum). Anche il
genere Calocybe ha basidi carminofli, ma si distingue da Lyophyllum principalmente per il
pigmento intracellulare (alcune specie anche per l’epicute di tipo tricoderma-cellulare).
Note: Baeospora myosura è molto simile e di non facile distinzione macroscopi- Specie tipo:
ca, cresce anch’essa su strobili ma in autunno. Tuttavia, è ben distinta nei caratteri Strobilurus conigenoides
microscopici poiché il genere Baeospora ha epicute di tipo cutis e spore amiloidi. (Ellis) Singer 1962
Le Mycena strobilicole non possono essere confuse con gli Strobilurus per via del
cappello conico-campanulato, membranaceo, e per il gambo non cartilagineo-tenace
come negli Strobilurus.
Tra i funghi carnosi e a spore bianche, i Tricholoma (circa 70-80 specie) si ri-
conoscono principalmente per le lamelle annesse-smarginate e per il gambo
in genere senza anello (raramente con anello o cortina).
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da media a grande. Cappello con-
vesso, piano, anche campanulato, viscido o asciutto, glabro, fbrilloso o
squamoso, di vario colore. Lamelle annesse-smarginate. Gambo di solito
senza residui di velo, in alcuni casi con cortina o con anello. Carne abba-
stanza soda, in alcuni casi fragile. Spore bianche, subsferiche-ellissoidali,
lisce, non amiloidi, non cianofle. Epicute di tipo cutis o ixocutis. GeNere:
TRICHOLOMA
Habitat: terricolo, nei boschi. (Fr.) Staude 1857
Note: il genere Melanoleuca si distingue per le spore verrucose e amiloidi; inoltre, i Specie tipo:
carpofori sono generalmente più esili e spesso igrofani. Le specie del genere Tricholo- Tricholoma flavovirens
mopsis sono lignicole, perlopiù crescono su legno di conifere. Il genere Dermoloma (Pers. : Fr.) S. Lundell 1942
ha epicute di tipo imeniderma (più o meno cellulare) e i carpofori sono più piccoli
e fragili. Il genere Porpoloma si distingue per le spore cianofle e per la crescita in
genere nei prati. Il genere Tricholosporum ha spore angolose-gibbose.
Note: della famiglia Entolomataceae fanno parte, oltre al genere Entoloma, i ge-
neri Clitopilus e Rhodocybe, entrambi facilmente distinguibili per la forma non po-
ligonale delle spore.
Il genere Amanita (circa 60-70 specie) è distinto per le lamelle libere e con
spore bianche, per il gambo con o senza anello, ma sempre con residui di
velo generale sotto forma di volva membranosa o di verruche, cercini o di
pruina alla base.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a gran-
de. Cappello asciutto o viscido, glabro, fbrilloso, con verruche o lembi di
velo generale, con il margine liscio o striato, di vario colore. Lamelle libere,
bianche o giallognole, ftte. Gambo facilmente separabile dal cappello, con
o senza anello, con volva membranosa sacciforme o inguainante, oppure
GeNere: friabile e allora dissociata in focchi, verruche o cercini. Carne morbida,
AMANITA Pers. 1797 bianca, talvolta gialla oppure arrossante. Spore bianche, da subsferiche a
Specie tipo: ellissoidali, lisce, amiloidi o non amiloidi. Epicute di tipo cutis o ixocutis.
Amanita muscaria Trama lamellare bilaterale, divergente.
(L. : Fr.) Lam. 1783 Habitat: terricolo, nei boschi (attenzione alcune specie sono molto tos-
siche, mortali!).
I Cystoderma (circa 12-15 specie) sono funghi a spore biancastre riconoscibili prin-
cipalmente per il caratteristico gambo armillato, ricoperto da abbondante prui-
na-granulosa fno alla zona anulare, anche il cappello è pruinoso, pruina-granuloso.
Descrizione: carpofori poco carnosi, di taglia da media a piccola. Cappello
asciutto, granuloso, pruinoso, ricoperto di pruina-granulosa facilmente de-
tersile. Lamelle annesse-adnate. Gambo con anello membranoso o foccoso,
armillato dal velo granuloso-pruinoso. Carne poco spessa, spesso con odore
terroso ma anche nullo. Spore bianche o crema pallido, da subsferiche a GeNere:
ellissoidali, lisce, amiloidi o non amiloidi, in genere cianofle. Epicute di tipo CYSTODERMA Fayod 1889
epitelio (a ife cellulari subcatenulate).
Habitat: terricolo, nei boschi di latifoglie e di conifere, nei prati, raramen- Specie tipo:
te lignicolo. Cystoderma amianthinum
(Scop. : Fr.) Fayod 1889
Note: le specie del genere Cystolepiota sono molto simili, ma si distinguono per le la-
melle libere o quasi libere. Phaeolepiota aurea assomiglia a un grosso Cystoderma,
facile da riconoscere, oltre che per la grande taglia, per le spore bruno-ocra rugginose
e fusiformi.
Note: le specie del genere Echinoderma hanno il cappello e il gambo ricoperti da squame acute,
conico-piramidali, ed epicute di tipo echinoderma, una sorta di epitelio a ife cellulari catenulate.
Le Macrolepiota (circa 10-15 specie) sono simili alle Lepiota, ma ben distinte
da queste per la taglia grande e per l’anello spesso mobile. Microscopica-
mente sono caratterizzate da spore molto grandi (12-20 µm), metacromati-
che e con poro germinativo molto ampio, tronco o prominente.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia grande o mol-
to grande. Cappello asciutto, grossolanamente squamoso fuori del disco,
anche con cuticola lacerata a lembi. Lamelle libere, ftte, bianche, crema.
Gambo facilmente separabile dal cappello, con la base sempre bulbosa, con
anello semplice o doppio e di solito mobile. Carne un po’ fbrosa, bianca, in
GeNere: alcune specie arrossante per strofnio o al taglio, raramente con macchie
MACROLEPIOTA olivastre. Spore bianche o rosa pallido, ellissoidali, molto grandi, 12-20 µm,
Singer 1948
a parete liscia e molto spessa, con grosso poro germinativo tronco o pro-
Specie tipo: minente, metacromatiche. Epicute di tipo tricoderma.
Macrolepiota procera Habitat: terricolo, nei boschi sia di latifoglie sia di conifere, nei prati ecc.
(Scop. : Fr.) Singer 1948
Note: i Leucoagaricus hanno il cappello generalmente glabro, il gambo spesso claviforme,
liscio, con anello semplice e forma di imbuto, le spore metacromatiche e minori di 12 µm. I
Leucocoprinus si riconoscono macroscopicamente almeno per il margine del cappello striato.
Note: il genere Panaeolina ha spore verrucose. Alcuni AA. considerano come carat-
tere del genere Panaeolus anche la presenza di spore verrucose, quindi includono e
considerano Panaeolina come sinonimo di Panaeolus.
Le Agrocybe (circa 20-25 specie) sono funghi con o senza anello riconoscibili
principalmente per le lamelle smarginate-adnate e colorate di bruno-gri-
giastro, bruno tabacco nell’adulto per maturazione delle spore. In questo
genere l’epicute è di tipo imeniderma, caratteristica che consente di distin-
guere le Agrocybe da specie simili appartenenti ad altri generi.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a grande. Cap-
pello convesso, piano-convesso, asciutto o leggermente viscido se umido. Lamelle
da smarginate ad adnate, abbastanza larghe, grigio-bruno pallido, bruno tabacco.
Gambo con o senza anello, glabro o fbrilloso, talvolta con cordoni miceliari alla
GeNere: base collegati a uno sclerozio. Carne abbastanza soda. Spore bruno-grigio scuro,
AGROCYBE Fayod 1889 bruno tabacco, ellissoidali, lisce, in genere con poro germinativo, raramente senza
Specie tipo: o poco distinto. Epicute di tipo imeniderma (a ife cellulari e piriformi).
Agrocybe praecox Habitat: terricolo o lignicolo, nell’humus dei boschi, nei prati, su legno,
(Pers. : Fr.) Fayod 1889 spesso tra residui di legno ecc.
Note: le specie dei generi Conocybe e Pholiotina hanno il cappello asciutto e glabro,
non viscido né plissettato.
Note: il genere Pholiotina si distingue per la presenza, nella maggior parte delle
specie, di residui di velo sotto forma di anello sul gambo o di lembi sul margine del
cappello, ma principalmente per i cistidi non lecitiformi, raramente subcapitulati, e
per la trama lamellare con il mediostrato ben sviluppato a ife corte e larghe; tuttavia
alcuni AA. lo includono nel genere Conocybe.
Nel genere Pholiota (circa 35-40 specie) sono sistemati funghi con lamelle
smarginate-adnate a spore brune. Una loro parte si riconosce per il cappello
e il gambo squamosi, a crescita cespitosa e su legno, un’altra per il cappello
glabro, asciutto o viscido, e spesso con residui di velo.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da piccola a grande. Cappello
convesso, non igrofano, asciutto o viscido, squamoso o glabro, oppure con
residui di velo. Lamelle smarginate-adnate, bruno-giallognole, bruno-grigio
olivastre, brunastre a maturazione delle spore. Gambo squamoso o glabro,
con anello o senza, asciutto, raramente viscido. Carne abbastanza spessa.
Spore brunastre, bruno-ocra, bruno tabacco (senza toni viola o grigio-vio- GeNere:
la), ellissoidali, lisce, con o senza poro germinativo; spesso con chrisocistidi. PHOLIOTA
(Fr.) P. Kumm. 1871
Epicute di tipo cutis o ixocutis oppure con transizione verso un tricoderma.
Habitat: lignicolo o terricolo, anche su suolo bruciato, gregario o cespitoso. Specie tipo:
Pholiota squarrosa
(Weigel : Fr.) P. Kumm. 1871
Note: le specie del genere Agrocybe, un tempo sistemate tra le Pholiota, si ricono-
scono per l’epicute di tipo imeniderma, costituita da ife cellulari e piriformi. Kuehne-
romyces mutabilis differisce principalmente per il cappello notevolmente igrofano.
Alcuni AA. sistemano le Kuehneromyces nel genere Pholiota. Le Tubaria sono fun-
ghi a spore bruno-ocra, di piccola taglia, completamente colorati di ocra-rossastro o
bruno laterizio e con lamelle da adnate a decorrenti.
Nel genere Stropharia (circa 15-20 specie) sono sistemati funghi a spore
bruno-viola riconoscibili principalmente per il cappello viscido o glutinoso e
per il gambo con anello più o meno evidente.
Descrizione: carpofori carnosi o poco carnosi, di taglia da piccola a grande.
Cappello viscido o glutinoso con il tempo umido, spesso con residui di velo.
Lamelle annesse-adnate, bruno-grigiastre con toni viola nell’adulto. Gambo
con anello, in genere asciutto, raramente viscido, spesso foccoso-squamoso.
Carne abbastanza spessa. Spore bruno-viola-grigiastre, da ellissoidali ad amig-
daliformi, lisce, con poro germinativo. Chrisocistidi presenti. Epicute di tipo
ixocutis, con ipocute costituita da ife cilindriche, non subcellulari. GeNere:
Habitat: terricolo, tra residui di legno, nell’humus dei boschi, su letame STROPHARIA
(Fr.) Quél. 1872
ecc., raramente su legno.
Specie tipo:
Note: il genere Hypholoma si separa per il cappello asciutto, il gambo senza anello Stropharia aeruginosa
e per l’ipocute subcellulare. Il genere Psilocybe è costituito da specie di piccola taglia (Curtis : Fr.) Quél. 1872
e con il cappello viscido con il tempo umido, distinte dalle Stropharia per l’assenza di
anello e di chrisocistidi e per le spore con proflo irregolare, più o meno romboidale.
Le specie del genere Galerina (circa 60-80 specie) sono funghi piccoli e mem-
branacei, a spore ocra rugginose, bruno-ocra rugginose, riconoscibili principal-
mente per il cappello campanulato-convesso, emisferico-convesso, in genere
di colore giallo-bruno, bruno rugginoso, igrofano e striato per trasparenza.
Descrizione: carpofori membranacei, raramente un po’ carnosi, di taglia
piccola. Cappello conico, campanulato, convesso, da asciutto a viscido,
igrofano, spesso striato per trasparenza, di colore giallo-bruno, bruno rug-
ginoso. Lamelle da annesse ad adnate. Gambo fbrilloso o pruinoso, con o
senza residui di velo, in genere senza anello, in alcune specie con anello.
GeNere: Carne esigua, quasi inesistente. Spore ocra rugginose, bruno rugginose,
GALERINA Earle 1909 ellissoidali, amigdaliformi, verrucose o lisce, senza poro germinativo, con o
Specie tipo: senza plaga ilare, destrinoidi, cianofle. Epicute di tipo cutis.
Galerina vittiformis Habitat: terricolo o lignicolo, su residui di legno, nei boschi, nell’erba, nel mu-
(Fr.) Earle 1909 schio, su legno ecc. (attenzione, alcune specie sono molto tossiche, mortali!).
Note: alcuni piccoli Cortinarius del sottogenere Telamonia possono essere scambiati
per delle Galerina, ma i Cortinarius hanno sempre la cortina; osservare i carpofori
giovani! Il genere Phaeogalera si distingue per le spore lisce con poro germinativo e
non destrinoidi. Alcuni AA. lo includono nel genere Galerina.
Nel genere Gymnopilus (circa 15 specie) sono sistemati funghi a spore gial-
lo-ocra rugginose, completamente colorati di giallo-arancio, giallo-bruno-ros-
sastro, riconoscibile principalmente per la crescita in genere lignicola e per
la carne giallognola che vira al bruno-nerastro con KOH e dal sapore amaro.
Descrizione: carpofori carnosi o submembranacei, di taglia da piccola a
grande. Cappello giallo-arancio, giallo-bruno-rossastro, asciutto, raramente
viscido, glabro o fbrilloso-foccoso. Lamelle da annesse ad adnate, gialle, gial-
lo-arancio. Gambo giallo, giallo-arancio, giallo-bruno, in genere senza velo, ra-
ramente con cortina o con anello. Carne da cospicua a esigua, giallastra, spes-
GeNere: so amara, virante al bruno-nerastro con KOH. Spore giallo-ocra rugginose, da
GYMNOPILUS ellissoidali ad amigdaliformi, verrucose, senza poro germinativo. Cistidi spesso
P. Karst. 1879
inverdenti in blu cotone. Epicute di tipo cutis, con pigmento incrostante.
Specie tipo: Habitat: lignicolo o terricolo, di solito su tronchi o su ceppaie di conifere
Gymnopilus liquiritiae e di latifoglie, ma anche nell’erba con muschio, su suolo bruciato.
(Pers. : Fr.) P. Karst. 1879
Note: le Phaeocollybia si distinguono per il gambo cartilagineo, tenace e spesso
radicante.
Il genere Hebeloma (circa 70-80 specie), tra i generi a spore brunastre, bru-
no tabacco, si riconosce principalmente per il cappello viscido se umido, il
gambo di solito pruinoso-punteggiato oppure con cortina, e per la carne
spesso con odore rafanoide o dolciastro, di cacao o di zucchero flato.
Descrizione: carpofori carnosi, di taglia da piccola a grande. Cappello
convesso, viscido, talvolta con residui di velo fbrilloso al margine, bianca-
stro, ocra argilla, bruno rossiccio, bruno bistro. Lamelle smarginate, spesso
con il flo lacrimante goccioline nel giovane. Gambo fbrilloso-foccoso, op-
pure pruinoso, pruinoso-squamoso, punteggiato, con la base bulbosa o non
bulbosa, oppure radicante, con o senza cortina, in una specie con anello. GeNere:
Carne in genere con odore rafanoide, oppure simile a cacao o zucchero HEBELOMA
(Fr.) P. Kumm. 1871
flato, raramente inodore, spesso amarognola. Spore bruno tabacco, ellis-
soidali, amigdaliformi o citriformi, verrucose, anche punteggiate-sublisce, Specie tipo:
senza poro germinativo, con o senza perisporio distaccato, destrinoidi o Hebeloma fastibile
non destrinoidi. Cheilocistidi sempre presenti. Epicute di tipo ixocutis-ixo- (Pers. : Fr.) P. Kumm. 1871
tricoderma.
Habitat: terricolo, nei boschi, dai litorali fno in alta montagna, anche su
terreno bruciato.
Note: il colore bruno tabacco delle spore (non rugginose) e la presenza dei cheiloci-
stidi sono caratteri che consentono di non confondere con i Cortinarius le specie di
Hebeloma muniti di cortina. Il genere Alnicola (= Naucoria) comprende carpofori
di piccola taglia, submembranacei, crescenti perlopiù presso l’ontano, distinguibili da
Hebeloma principalmente per il cappello asciutto, non viscido.
Note: Rozites caperatus in passato, per la sua somiglianza, è stato collocato anche
nel genere Pholiota, ma le Pholiota hanno spore ellissoidali, lisce, con o senza poro
germinativo e di solito hanno cistidi con contenuto giallo rifrangente in ammoniaca,
detti chrisocistidi. Oggi molti AA. considerano Rozites caperatus come appartenente
al genere Cortinarius.
Note: le specie del genere Russula sono pure a carne cassante, gessosa, non fbrosa,
ma non emettono latice alla frattura.
Note: i Lactarius si distinguono per la presenza di latice alla frattura. Fra tutti i
funghi a lamelle, i generi Russula e Lactarius sono gli unici ad avere la carne cassan-
te, gessosa, che alla frattura, specialmente nel gambo, si spezza nettamente come un
gessetto, senza mostrare una benché minima struttura fbrosa. I Clitopilus hanno la
carne friabile e tenera, non fbrosa, ma che non si rompe nettamente come un gesset-
to come avviene nelle Russulaceae, inoltre hanno di solito odore farinoso. Tutti gli
altri generi, anche quelli membranacei, mostrano sempre una struttura più o meno
fbrosa, perfno i fragilissimi Coprinus e Psathyrella.
• raccogliere e consumare solo funghi freschi e non invasi dalle larve, riconosciuti con
assoluta certezza come commestibili;
• pulire almeno grossolanamente i funghi al momento della raccolta dalla terra e dal
fogliame e di trasportarli dentro un contenitore rigido e aerato. Allo scopo è ottimo un
cesto di vimini. Sono vivamente banditi i sacchetti di plastica, perché dentro di essi, per
Nonostante il cospicuo numero di funghi dati per commestibili in letteratura, quelli che
vale la pena di consumare, vale a dire i migliori funghi commestibili, si riducono solo ad
alcune decine.
Allo scopo di orientare il lettore desideroso di consumare dei funghi a usare come ali-
mento specie di ottima o buona commestibilità, sempre e solo dopo un sicuro riconosci-
mento della specie in questione, riportiamo in un breve elenco le specie che, secondo i
nostri gusti, sono da ritenere i migliori funghi commestibili:
Per quanto riguarda la tossicità dei funghi, sono considerati tossici (= velenosi) tutti i fun-
ghi ritenuti responsabili di intossicazioni, a esiti letali o non letali, tra le popolazioni dei
secoli passati fno a oggi. Inoltre, sono considerati presunti tossici o sospetti tutti i funghi
strettamente correlati con le specie di provata tossicità.
Precedentemente abbiamo affermato che i funghi tossici non sono molto numerosi, tut-
tavia la possibilità di rinvenirli è abbastanza elevata o perlomeno è sempre da tenere in
gran considerazione. Nessun luogo può essere escluso, basti pensare che alcune specie,
tra l’altro di notevole tossicità, crescono sovente nei parchi e nelle aiuole di città (Lepiota
subincarnata = L. josserandii). Perfno la famigerata Amanita phalloides, anche se pur sporadi-
camente, può essere rinvenuta nei parchi di città.
Alcuni funghi tossici sono molto pericolosi per via della loro azione principalmente di
tipo citotossica. Essi causano intossicazioni a lunga latenza, in pratica i primi sintomi
di malessere compaiono dopo diverse ore dal pasto incriminato, di solito dopo 5-6 ore,
talvolta anche dopo alcuni giorni, perfno anche dopo dieci giorni nei rari casi di intossi-
cazione da Cortinarius orellanus.
I più pericolosi funghi responsabili di intossicazioni a lunga latenza e sicuramente mor-
tali, se non si sottopone tempestivamente il malcapitato alle cure ospedaliere, sono:
Amanita phalloides
Amanita phalloides var. alba
Amanita verna
Amanita virosa
Cortinarius orellanus
Cortinarius speciosissimus (= C. rubellus, C. orellanoides)
Sono anche da ritenere molto pericolosi e potenzialmente mortali numerosi funghi ap-
partenenti al genere Cortinarius (tutte le Dermocybe, le Leprocybe e molti Phlegmacium a carne
colorata), quasi tutte le Lepiota, qualche Galerina (in particolare Galerina marginata), Gyromi-
tra esculenta e Paxillus involutus.
Prima abbiamo accennato che certi funghi, dati in letteratura per commestibili dopo
adeguata cottura, possono causare intossicazioni se consumati crudi o poco cotti (cuci-
nati velocemente in graticola, oppure in padella senza il coperchio e per breve tempo).
Questi funghi contengono delle tossine termolabili, cioè che si decompongono a una
certa temperatura. Per neutralizzare queste tossine è suffciente far bollire i funghi per
alcuni minuti (5-15 minuti).
I principali funghi commestibili se ben cotti ma tossici se consumati crudi sono:
Amanita rubescens
Amanita vaginata s.l.
Armillaria mellea s.l.
Boletus erythropus
Boletus luridus
Helvella monachella
Mitrophora semilibera
Morchella conica
Morchella esculenta
Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, inizial- viscido, glabro e brillante, vitreo, di colo-
mente emisferico-campanulato, poi piano-con- re giallo-arancio verso il basso, rosso verso
vesso, con o senza umbone; asciutto, non l’alto.
viscido, liscio e brillante, di colore rosso vi- Carne: poco spessa, tenera, concolore alle
vace, rosso-carminio, rosso-arancio, spesso superfci; senza odore e sapore particolari.
nell’adulto sbiadisce al centro fno al giallo-a- Spore: bianche in massa, ellissoidali-ovoida-
rancio. li, lisce, 8-10 × 4-5 µm, non amiloidi.
Lamelle: adnate al gambo, rade, larghe e Habitat: cresce subcespitosa o gregaria in
spesse, lardacee, come fossero fatte di cera, numerosi esemplari nei prati, nei pascoli di
gialle, poi rosso-arancio, rosa-rosso, con il flo montagna, nell’erba con muschio, in esta-
che rimane giallo. te-autunno. Abbastanza comune ma non
Gambo: 3-7 × 0,4-0,8 cm, cilindrico, tal- ovunque diffusa.
volta compresso e solcato; asciutto, non Commestibilitˆ: commestibile.
Note: il cappello rosso, rosso-carminio vivace, non viscido, il gambo asciutto, liscio e brillante, rosso in
alto, giallo-arancio verso il basso, la carme mite e inodore e la crescita quasi sempre cespitosa sono carat-
teri che consentono di riconoscere Hygrocybe coccinea. Tra le specie molto simili citiamo: Hygrocybe
insipida, distinta per il cappello e il gambo viscidi; Hygrocybe reidii dal caratteristico odore dolciastro,
mieloso.
Note: Hygrocybe psittacina si riconosce piuttosto facilmente per via del cappello e gambo entrambi
glutinosi e vivacemente colorati di verde, giallo-verde-bluastro. Carpofori con colorazione tendenzialmen-
te sul verde-arancio potrebbero essere confusi con Hygrocybe perplexa (= H. sciophana) e Hygrocybe
laeta; la prima, piuttosto rara, si distingue per le lamelle più rade e colorate di rosso laterizio, la seconda
ha le lamelle decorrenti.
Cappello: 3-10 cm, poco carnoso, quasi cio su sfondo giallo, biancastro o giallognolo
membranaceo, dapprima conico-campanu- alla base.
lato, poi campanulato-convesso, piano-con- Carne: poco spessa, biancastra al centro del
vesso con umbone ottuso, con il margine cappello e del gambo, giallo-arancio rossastro
sinuoso-lobato; leggermente igrofano, visci- verso le superfci; senza odore e sapore par-
do se umido, liscio e brillante, fbrilloso, di ticolari.
un bel colore rosso vivace, rosso-arancio con Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
zone sbiadite giallognole o soffuso di giallo. 8-11 × 5-6 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate al gambo, piuttosto Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
rade, larghe e spesse, lardacee, di aspetto ce- plari, talvolta subcespitosa, nei prati, princi-
roso, di colore giallo, giallo-arancio nell’adulto. palmente di montagna, in estate-autunno.
Gambo: 4-12 × 1-2,5 cm, cilindrico, attenua- Poco comune ma abbondante nei luoghi di
to alla base, talvolta incurvato; asciutto, opa- crescita.
co, di colore rossastro, con fbrille rosso-aran- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Hygrocybe punicea si fa riconoscere principalmente per la taglia piuttosto grande per il suo
genere, il cappello rossastro, rosso-arancio, fbrilloso ma non squamoso, il gambo opaco e fbrilloso e per
la carne biancastra. Hygrocybe intermedia è molto simile ma più piccola e ha il cappello fnemente
squamoso. Hygrocybe splendidissima si distingue per il cappello rosso vivace, rosso-porpora, la carne
completamente gialla, il gambo liscio, più rosso e canalicolato, irregolarmente solcato-compresso.
Cappello: 3-12 cm, carnoso, inizialmente nuato alla base, un po’ compresso, spesso
convesso, poi piano-convesso, irregolar- incurvato verso il basso; fbrilloso, fbrillo-
mente gibboso, spesso depresso al centro so-pruinoso, asciutto, biancastro con fbrille
e con il margine più o meno sinuoso; visci- grigiastre.
do se umido, di colore grigio, grigio-bru- Carne: cospicua, soda, bianca, biancastra;
no, grigio piombo, anche bruno nerastro odore leggermente dolciastro, sapore mite.
al centro, grigio biancastro al margine, Spore: bianche in massa, largamente ellis-
spesso maculato di bianco, quasi sempre soidali, lisce, 5,5-7,5 × 4-6 µm, non amiloidi.
sporco di terra. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, boschi, in genere di faggio o di abete ros-
rade, piuttosto spesse, lardacee, di aspetto so misto a faggio, in primavera, perlopiù in
ceroso, bianche, spesso soffuse di grigiogno- marzo-aprile. Abbastanza comune ma non
lo nell’adulto. ovunque diffuso.
Gambo: 4-12 × 1-2,5 cm, cilindrico, atte- Commestibilità: commestibile, buono.
Note: la crescita precoce, esclusivamente in primavera perlopiù nei mesi di marzo-aprile, consen-
te di distinguere facilmente Hygrophorus marzuolus dalle altre specie congeneri dai colori grigiastri.
Hygrophorus camarophyllus, anch’esso commestibile, è un sosia che cresce in autunno. Molto simile è
anche Hygrophorus calophyllus, che cresce in autunno, distinto principalmente per le lamelle vistosa-
mente colorate di rosa, rosa salmone.
Cappello: 4-14 cm, carnoso, dapprima emi- nell’adulto con piccole squame crema-ocra su
sferico, emisferico-convesso, poi piano e ir- sfondo biancastro.
regolarmente gibboso, con umbone ottuso, Carne: cospicua, biancastra, crema-ocra
talvolta poco evidente, con il margine invo- alla base del gambo; odore molto gradevole
luto; asciutto, di colore bianco, bianco-crema e dolciastro, simile a quello del latte, sapore
nell’adulto, leggermente crema-ocra al centro. mite.
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, ab- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
bastanza rade, spesse, lardacee, di aspetto 6-8 × 4-5 µm, non amiloidi.
ceroso, spesso anastomizzate alla base, da Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
biancastre a crema con toni carnicini. plari, spesso completamente coperto dal
Gambo: 4-8 × 1-3 cm, cilindrico, cilindri- fogliame, nei boschi di latifoglie, predilige i
co-fusiforme, attenuato alla base, anche caldi querceti mediterranei, in autunno. Ab-
ventricoso nel giovane; asciutto, non visci- bastanza comune.
do, fbrilloso-squamoso, di colore bianco, Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: tra le specie congeneri, Hygrophorus penarius si riconosce principalmente per il cappello biancastro e
asciutto, il gambo sempre asciutto, il gradevole odore dolciastro richiamante quello del latte, e per la crescita
nei boschi di latifoglie, prediligendo i caldi querceti. Hygrophorus poetarum, piuttosto simile, si differenzia
per il cappello più colorato, inoltre ama crescere nei boschi di faggio. Hygrophorus cossus è di taglia più
piccola, con il cappello e il gambo viscidi-glutinosi ed emana un forte e sgradevole odore di larva di cossus.
Cappello: 4-12 cm, molto carnoso, inizial- stro, sfumato di rosa-arancio dalla base in su
mente emisferico-convesso, poi piano-con- nell’adulto.
vesso, con umbone acuto, con il margine Carne: molto spessa, bianca, rosa albicocca
involuto; viscido, glutinoso con il tempo appena sotto la cuticola, giallognola verso la
umido, liscio, di colore albicocca pallido, gial- base del gambo; odore aromatico resinoso,
lo-miele, giallo-rosato, ocra-arancio al cen- sapore sgradevole.
tro, crema-rosa verso il margine. Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: adnate-decorrenti al gambo, rade, 8,5-9,5 × 5-6,5 µm, non amiloidi.
molto spesse, lardacee, di aspetto ceroso, Habitat: cresce gregario e con il gambo pro-
biancastre, poi rosa salmone, arancio pallido. fondamente interrato in numerosi esemplari
Gambo: 6-14 × 1,5-3 cm, cilindrico, cilin- nei boschi di conifere o misti di montagna,
drico-clavato, affusolato alla base, spesso predilige i boschi di abete bianco misto con
incurvato, profondamente interrato; viscido, abete rosso, in autunno. Abbastanza comune.
fbrilloso, pruinoso-foccoso all’apice, bianca- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Hygrophorus pudorinus, tra le specie congeneri, si riconosce principalmente per il cappello e le
lamelle vivacemente colorati di rosa albicocca, la carne giallognola alla base del gambo, l’odore resinoso e
per la crescita nei boschi di conifere di montagna, in genere sotto l’abete bianco. Hygrophorus poetarum,
abbastanza simile per portamento e colorazione, cresce nei boschi di faggio, non è viscido ed emana un
forte odore balsamico, defnito di balsamo del Perù.
Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizialmen- tinoso, di colore giallo, biancastro all’apice e
te emisferico-convesso, poi piano-convesso alla base, zebrato di giallo se asciutto.
con umbone acuto; viscido, glutinoso con il Carne: esigua, tenera, bianca, giallognola
tempo umido, glabro, di colore giallo-aran- appena sotto la cuticola; odore subnullo, sa-
cio, giallo verso il margine, rosso-arancio al pore mite.
centro. Spore: bianche in massa, ellissoidali, cilin-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, drico-ellissoidali, lisce, 7,5-10 × 5-6 µm, non
rade, piuttosto spesse, lardacee, di aspetto amiloidi.
ceroso, biancastre nel giovane, poi giallo- Habitat: cresce gregario esclusivamente
gnole. presso il larice, nei boschi di conifere o misti
Gambo: 4-10 × 0,7-1,5 cm, cilindrico, cilin- di montagna ma sempre in presenza del lari-
drico-clavato, spesso attenuato all’apice e ce, in estate-autunno. Abbastanza comune.
strozzato appena sopra la zona anulare; glu- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Hygrophorus speciosus si riconosce per il cappello viscido-glutinoso vivacemente colorato di giallo,
giallo-arancio, con umbone acuto più colorato di rosso-arancio, per il gambo anch’esso glutinoso e giallo, e
per la crescita esclusiva presso il larice. Hygrophorus lucorum cresce anch’esso presso il larice ma è di colore
giallo sbiadito, molto pallido. Hygrophorus aureus, molto simile, si distingue per il cappello completamente
rosso-arancio e senza umbone; inoltre non cresce presso il larice ma nelle pinete, in genere del Meridione.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmen- giallognoli, con anello foccoso bianco spesso
te emisferico, poi piano-convesso, piano, ornato da focchi giallognoli.
con umbone largo e basso; squamoso, co- Carne: poco spessa, fbrosa ma un po’ lasca,
perto da squamette irsute più concentra- bianca; odore fungino, spermatico, sapore mite.
te verso il centro, facilmente detersili, di Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
colore giallo-ocra, giallo miele, giallo-a- 7,5-10 × 5-6 µm, non amiloidi.
rancio. Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
Lamelle: adnate al gambo, ftte, bianche plari o subcespitoso su residui di latifoglie,
nel giovane, poi bianco-crema, giallognole, spesso anche interrati, tale da apparire ter-
macchiate di bruno sporco nell’adulto. ricolo, su ceppaie o tronchi di latifoglie mar-
Gambo: 5-12 × 0,6-2 cm, cilindrico-clavato, cescenti, in autunno. Molto comune.
con base bulbosa, dilatata come un cipollot- Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
to; foccoso, biancastro, imbrunente verso sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
la base con la crescita, ricoperto da focchi zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
Note: Armillaria gallica è strettamente correlata ad Armillaria mellea, dalla quale si differenzia per la
crescita prevalentemente gregaria o subcespitosa con pochi esemplari uniti per la base del gambo, spesso
apparentemente terricola, per il gambo cilindrico-clavato con base bulbosa, coperto da focchi giallognoli
e con anello foccoso, fugace e poco consistente. Armillaria mellea cresce cespitosa e ha il gambo pratica-
mente liscio con anello membranoso ben distinto.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, dapprima convesso, imbrunente alla base, fbrilloso-foccoso verso il
campanulato-convesso, poi piano con umbone basso, con anello membranoso.
largo e ottuso, con il margine striato nell’adulto, Carne: abbastanza spessa, molto coriacea nel
spesso con residui di velo; viscido con il tempo gambo, biancastra; odore fungino, nell’adulto sgra-
umido, squamoso, ricoperto da piccole squame devole spermatico, sapore acidulo e astringente.
irsute facilmente detersili, più abbondanti al cen- Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
tro, di colore molto variabile, giallo-miele, bru- 7-9 × 5,5-6,5 µm, non amiloidi.
no-miele, bruno-fulvo, bruno-nerastro. Habitat: cresce a cespi di numerosi esem-
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, ft- plari su legno di latifoglie, radici interrate,
te, biancastre, bianco-crema, macchiate di ceppaie marcescenti, alla base di tronchi di
bruno sporco nell’adulto. latifoglie vive, in autunno inoltrato. Molto
Gambo: 6-15 × 0,8-2 cm, cilindrico, cilindri- comune e diffuso.
co-clavato, spesso incurvato, unito per la base Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
con altri gambi, tenace e molto fbroso, legnoso sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
verso la base nell’adulto; subconcolore al cappello, zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
Note: comunemente conosciuto come chiodino, nome che comprende diverse specie di Armillaria: A. mellea, A.
gallica (= A. bulbosa), A. ostoyae (= A. obscura), A. cepistipes. Tutte tra loro ben distinte, ciononostante in
alcuni testi divulgativi sono presentate con il nome collettivo di Armillaria mellea s.l. Tra queste, Armillaria mel-
lea si distingue per la crescita cespitosa su legno di latifoglie e per il gambo con anello membranoso ben formato.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente Carne: poco spessa, fbrosa ma un po’ lasca,
emisferico-convesso, poi piano-convesso, bambagiosa, bianca; odore fungino un po’ re-
piano, con umbone largo e basso; squamoso, sinoso, spermatico, sapore mite.
di colore bruno-fulvo, bruno nerastro, coper- Spore: biancastre in massa, largamente el-
to da squamette irsute diffcilmente asporta- lissoidali, lisce, 6,5-8 × 5-7 µm, non amiloidi.
bili, di solito più concentrate verso il centro. Habitat: cresce subcespitoso o gregario in
Lamelle: adnate al gambo, ftte, bianche, numerosi esemplari su legno di conifere, cep-
bianco-crema, poi macchiate di bruno. paie e radici marcescenti, in autunno. Molto
Gambo: 5-12 × 0,6-2 cm, cilindrico-clavato, comune.
con base bulbosa, dilatata come un cipol- Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
lotto; foccoso, di colore crema grigiastro, sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
annerente nell’adulto a partire dalla base, zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
ricoperto da focchi biancastri, con anello
foccoso-submembranoso bianco.
Note: Armillaria ostoyae, tra le specie che costituiscono il gruppo di Armillaria mellea, cioè il “gruppo
del chiodino”, si riconosce principalmente per la crescita su legno di conifere, ceppaie e radici marcescenti,
in genere nei boschi di abete di montagna. Inoltre, ha carne più soffce, bambagiosa, il cappello più bru-
no-fulvo e con squamette irsute più persistenti, diffcilmente asportabili. Armillaria gallica è molto simile
ma più giallognola, ha squame più detersili e cresce nei boschi di latifoglie.
Cappello: 4-10 cm, molto carnoso, inizial- Carne: molto spessa, soda, bianca; odore fa-
mente emisferico, emisferico-convesso, poi rinoso molto forte, simile a quello di buccia
piano-convesso, con umbone ottuso e largo, di anguria ma un po’ cimicino, sapore fari-
con il margine involuto, talvolta sinuoso-loba- noso.
to; asciutto, glabro, vellutato nel giovane, di Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
colore caffellatte, ocraceo, crema-biancastro, 5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi.
camoscio pallido, nocciola-grigiastro uniforme. Basidi: carminofli.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, mol- Habitat: cresce gregaria nei prati al margi-
to ftte, biancastre, bianco-crema. ne di boschi, soprattutto di latifoglie e in ge-
Gambo: 4-7 × 1-3 cm, cilindrico, talvolta nere sotto i rovi, in primavera, più frequente
clavato-ventricoso e attenuato alla base; di dalla metà di aprile alla metà di maggio. Ab-
colore biancastro, bianco-crema, pruinoso-f- bastanza comune.
brilloso, talvolta leggermente gibboso. Commestibilità: commestibile, ottimo.
Note: Calocybe gambosa, comunemente conosciuta come prugnolo o fungo di S. Giorgio, si riconosce fa-
cilmente per la crescita primaverile, il portamento robusto, il forte odore farinoso e per il colore crema-ocra
del cappello. Lepista irina, specie molto simile per portamento e colorazione del cappello, si distingue con
facilità per il forte e gradevole odore foreale, di fore di iris, e per la crescita autunnale, non primaverile.
Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, inizial- Carne: poco spessa, abbastanza consisten-
mente convesso, poi piano-convesso, appia- te soprattutto nel gambo, biancastra, crema
nato con leggera depressione al disco, con ocracea; odore fungino con leggera compo-
il margine leggermente involuto; non igro- nente farinosa, sapore erbaceo, mite.
fano, liscio, talora leggermente screpolato Spore: bianche in massa, ellissoidi, lisce,
nell’adulto, di aspetto glassato, bianco, lac- 4-5 × 3-3,5 µm, non amiloidi.
cato di bianco su sfondo crema-ocra pallido. Habitat: cresce gregaria nei prati, ai mar-
Lamelle: largamente adnate al gambo, sub- gini dei boschi, nei parchi e giardini di
decorrenti, ftte, biancastre, bianco-crema. città, in estate e in autunno. Abbastanza
Gambo: 2-4 × 0,2-0,5 cm, cilindrico, spesso comune.
incurvato; liscio o leggermente fbrilloso, da Commestibilitˆ: tossico.
biancastro a ocra carnicino, abbastanza con-
sistente.
Note: Clitocybe dealbata, specie di piccola taglia, si riconosce per il cappello bianco, di aspetto glassato,
come fosse interessato da uno strato di laccatura bianca su sfondo crema nell’adulto, le lamelle largamen-
te adnate poco decorrenti sul gambo e per la crescita perlopiù nei prati fuori dai boschi, anche se talvolta
può essere rinvenuta sotto alberi. Clitocybe rivulosa è molto simile al punto da essere ritenuta sinonimo
da certi autori, tuttavia si distingue per il cappello revoluto, in genere sinuoso-lobato, più sul pruinoso-
laccato, e per le lamelle più decorrenti sul gambo.
Note: Clitocybe geotropa si fa riconoscere principalmente per via del gambo claviforme molto slanciato
e robusto, per il cappello con il centro depresso, beige, alutaceo carnicino, sempre con piccolo umbone,
con il margine involuto, e per il gradevole odore fruttato. Clitocybe alexandri, spesso con essa confusa,
ha lamelle più scure, bruno-nocciola-grigiastre, il gambo subcorticato, con carne molliccia e con strato
esterno più rigido, e spore più piccole.
Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente con- Carne: abbastanza spessa, consistente, bian-
vesso, piano-convesso, poi piano-depresso, ca; odore da fungino a subcianico, simile a
imbutiforme, in genere con piccolo umbone a quello di Marasmius oreades, sapore mite,
papilla; opaco, vellutato, subglabro, non igro- fungino.
fano o solo leggermente, ocraceo, ocra-gialla- Spore: bianche in massa, ellissoidali, a forma
stro pallido, crema alutaceo, color camoscio. di seme o di goccia d’acqua, lisce, 5-6 × 4-4,5
Lamelle: decorrenti sul gambo, abbastanza µm, non amiloidi.
ftte, bianche. Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Gambo: 2-6 × 0,4-1 cm, cilindrico, talora un latifoglie sia di conifere, nei parchi, in esta-
po’ allargato verso la base; glabro, inizialmen- te-autunno. Comune.
te molto chiaro quasi bianco, poi subconco- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
lore al cappello.
Note: Clitocybe gibba si riconosce per il cappello giallo-ocra, depresso-imbutiforme con piccolo umbone
a papilla, non igrofano o solo leggermente, per le lamelle decorrenti e per il gambo bianco nel giovane che
diventa concolore al cappello solo nell’adulto. Clitocybe costata si distingue per il cappello col margine
notevolmente sinuoso, striato-solcato, senza umbone, e per il gambo colorato come il cappello già in
esemplari giovani. Clitocybe catinus ha il cappello più pallido, bianco-crema carnicino. Lepista faccida
(= L. inversa) e Lepista gilva hanno lamelle che si staccano facilmente dalla carne del cappello e spore
verrucose.
Cappello: 6-18 cm, molto carnoso, dapprima Carne: cospicua, soda, biancastra; odore
convesso, piano-convesso con umbone ottuso caratteristico dolciastro, nauseante, usato in
e largo, poi piano e con il centro leggermente micologia come odore di riferimento e def-
depresso, con il margine involuto; non igrofa- nito di nebularis, sapore dolciastro.
no, fbrilloso, di colore bruno-grigiastro fulig- Spore: biancastre, bianco-crema in massa,
ginoso (bianco nella var. alba), grigio-argento, ellissoidali, praticamente lisce, 6-7,5 × 3,5-4,5
più pallido al margine, spesso con su del mice- µm, non amiloidi, cianofle.
lio bianco negli esemplari marcescenti. Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
Lamelle: adnate-decorrenti al gambo, mol- plari nei boschi, sia di latifoglie sia di conife-
to ftte, biancastre, bianco-crema. re, tra le foglie, in autunno-inverno. Molto
Gambo: 5-10 × 1,5-4 cm, claviforme, robu- comune e diffusa.
sto; fbrilloso-pruinoso, di colore bruno-gri- Commestibilitˆ: commestibile ma non da tutti
giastro pallido, ricoperto da fbrille bianche, tollerato. Da sbollentare per alcuni minuti prima
con alla base del feltro miceliare bianco. di utilizzarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
Note: il forte e caratteristico odore, defnito di nebularis, è suffciente a far riconoscere con facilità questa
specie tra i numerosi funghi carnosi e di taglia considerevole con imenoforo lamellare. C. nebularis ha
spore praticamente lisce e cianofle, caratteristica che la colloca tra il genere Clitocybe e il genere Lepista.
Si ricorda che le spore delle Lepista sono verrucose e cianofle, mentre quelle delle Clitocybe sono lisce e
non cianofle. Di C. nebularis esiste la var. alba, distinta per il cappello e il gambo bianchi.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente bianco che ingloba frammenti di foglie, f-
emisferico-convesso, poi piano-convesso con stoloso nell’adulto; subconcolore al cappello,
umbone largo e ottuso, infne piano e legger- percorso da fbrille bianche su fondo grigio-
mente depresso, con il margine involuto e verde sporco.
spesso lobato; asciutto, non igrofano o solo Carne: abbastanza spessa, verdastra; odore
leggermente, un po’ sericeo, fnemente squa- di anice, sapore dolciastro, di anice.
moso-fbrilloso, di colore verdastro, blu-verde Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali,
metallico, verde-grigiastro, da intensamente lisce, 6,5-8 × 4,5-5 µm, non amiloidi.
colorato a molto pallido. Habitat: cresce gregaria in genere in pochi
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, esemplari, raramente in numerosi carpofori,
ftte, grigio-verde, grigio-crema. nei boschi di latifoglie e di conifere, in esta-
Gambo: 3-6 × 0,5-1 cm, cilindrico, cilindri- te-autunno. Molto comune e diffusa.
co-clavato, un po’ ingrossato alla base, spesso Commestibilitˆ: commestibile.
incurvato, con alla base del feltro miceliare
Note: è indubbiamente la Clitocybe più facile da riconoscere per via del cappello più o meno intensa-
mente colorato di verde-bluastro e per il forte odore di anice, avvertibile anche a distanza considerevole,
caratteristica quest’ultima che ne limita il suo utilizzo in cucina solo a pochi carpofori e frammisti ad altri
di specie diverse. Esistono altre Clitocybe con odore di anice, tuttavia non possono essere confuse con
Clitocybe odora perché sono meno carnose e con colori diversi.
Cappello: 2-6 cm, carnoso, inizialmente attenuato alla base, incurvato, spesso com-
convesso-campanulato, piano-convesso, poi presso, talora decentrato; concolore al cap-
appianato, piano-depresso, con o senza um- pello, pruinoso, di aspetto sericeo.
bone, con il margine involuto nel giovane, Carne: poco spessa, soda, biancastra, bian-
revoluto nell’adulto, sinuoso-lobato; legger- co-crema; odore erbaceo-fungino, sapore
mente igrofano, pruinoso-laccato, bianca- mite.
stro, crema-biancastro, sericeo per via della Spore: bianche in massa, ellissoidi-ovoidali,
laccatura pruinosa, che presto si dirada met- lisce, 4-5 × 2,5-3,3 µm, non amiloidi.
tendo a nudo, spesso in modo zonato con- Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
centricamente, un colore di fondo bruno-o- plari nei prati, nei luoghi erbosi fuori dei bo-
cra carnicino, ocra-grigiastro rosato. schi (spesso alcuni carpofori sono uniti per la
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, non base del gambo), nei parchi e giardini di città,
tanto ftte, biancastre, bianco-crema. in estate-autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 3-7 × 0,3-0,8 cm, cilindrico, un po’ Commestibilitˆ: tossico.
Note: questa specie si riconosce per il cappello biancastro, pruinoso-laccato di bianco su sfondo crema-ocra
carnicino, revoluto nell’adulto, per le lamelle bianco-crema adnate-decorrenti sul gambo e per la crescita nei
prati. Clitocybe dealbata è molto simile e diffcile da differenziare, tuttavia può essere distinta per il cappello
laccato di bianco, più glassato che pruinoso, con il margine involuto più regolare, e le lamelle largamente adnate
poco decorrenti sul gambo. Clitocybe candicans cresce nei boschi di latifoglie e ha odore di foglie di pomodoro.
Cappello: 3-7 cm, non tanto carnoso, ini- del feltro miceliare bianco, molto tenace,
zialmente convesso, poi piano-convesso, pia- cartilagineo; glabro e lucido, notevolmente
no, con umbone ottuso e largo, con il margi- fbrilloso-striato, concolore al cappello.
ne fnemente striato; leggermente viscido se Carne: poco spessa, tenace, cartilaginea,
umido, igrofano, lardaceo, di aspetto burro- biancastra, brunastra appena sotto la cuti-
so, grasso-untuoso, liscio e lucido, di colore cola; odore resinoso-fruttato, un po’ rancido,
brunastro, bruno-dattero, bruno-ocra rossa- sapore mite.
stro (grigio corno nella var. asema), asciugan- Spore: bianco-crema carnicino in massa, el-
do si schiarisce fno al crema-ocra. lissoidali, lisce, 6-7 × 3-4 µm, non amiloidi.
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, Habitat: cresce subcespitosa o gregaria nei
ftte, larghe, bianche, poi crema. boschi di latifoglie e di conifere, in genere
Gambo: 4-8 × 0,5-1,5 cm, cilindrico-clavato, nell’humus di foglie marcescenti, in esta-
claviforme, attenuato all’apice e progressiva- te-autunno. Molto comune e diffusa.
mente allargato verso il basso, con alla base Commestibilitˆ: commestibile.
Note: il genere Collybia raccoglie specie a spore bianche o biancastre, perlopiù piccole, con lamelle gene-
ralmente ftte e sublibere, con il gambo piuttosto tenace-cartilagineo e dal portamento slanciato. Tra le
specie congeneri, Collybia butyracea si riconosce principalmente per la taglia media e per il caratteristico
aspetto untuoso-grasso del cappello. Di questa specie esiste la var. asema, distinta dal tipo per il cappello
di colore grigio corno, grigio-bruno olivastro, scuro al centro e pallido verso il margine.
Cappello: 2-6 cm, poco carnoso, inizialmen- liscio e lucido, concolore al cappello, in gene-
te convesso, poi piano-convesso, piano o leg- re sbiadito all’apice e leggermente più scuro
germente depresso, con il margine fnemente verso la base.
striato se umido, da regolare a ondulato, si- Carne: sottile, un po’ esigua, piuttosto te-
nuoso; glabro, liscio, igrofano, di colore gial- nace, cartilaginea, biancastra, crema pallida;
lo-bruno, giallo-ocra, giallo-arancio, pallido al odore erbaceo, sapore gradevole.
margine, si schiarisce fno al crema-alutaceo Spore: biancastre, bianco-crema in massa, el-
asciugando. lissoidali, lisce, 4,5-6,5 × 3-3,5 µm, non amiloidi.
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, Habitat: cresce gregaria o a cespi di pochi
piuttosto ftte, bianche, poi crema. esemplari nei boschi di latifoglie e di conifere,
Gambo: 3-7 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, spesso su foglie e aghi, anche fra residui e muschio,
con la base un po’ ingrossata e con cordoni predilige le foglie del sottobosco, dalla tarda
miceliari, non nettamente bulbosa, talvolta primavera all’autunno. Piuttosto comune.
incurvato, molto tenace, cartilagineo; glabro, Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Collybia dryophila, oltre che per i caratteri propri di molte Collybia, vale a dire per le lamelle molto
ftte e il gambo tenace-cartilagineo, si riconosce per il colore giallo-ocra del cappello e del gambo e per la
crescita su foglie marcescenti. Molto simile è Collybia aquosa, che cresce in genere in primavera, distinta
per la base del gambo bulbosa e con cordoni miceliari rosa. Collybia ocior (= C. luteifolia, C. dryophila
var. funicularis) ha le lamelle gialle.
Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, emisferi- lutato, giallo-arancio all’apice, bruno-nera-
co-convesso, piano-convesso, talvolta un po’ stro verso la base.
depresso nell’adulto, spesso irregolarmente si- Carne: sottile, tenace e cartilaginea, elastica
nuoso, con il margine involuto nel giovane; vi- nel cappello, giallognola, brunastra nel gam-
scido, mucillaginoso, cartilagineo, elastico-ge- bo; odore un po’ rancido, di pelargonio, di
latinoso, glabro e lucente, anche leggermente foglie di geranio, sapore mite.
pruinoso nel giovane, di colore giallo-arancio Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
vivace, giallo-rossastro, più scuro al centro. 6,5-9 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi. Epicute di
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, tipo ixocutis-tricoderma.
rade, biancastre, poi crema carnicino. Habitat: cresce a cespi di numerosi esemplari
Gambo: 3-8 × 0,4-0,8 cm, cilindrico, in- su tronchi e ceppaie di latifoglie, prevalentemen-
curvato, radicante, spesso anche eccentrico, te su salice e sambuco, in autunno-inverno, spes-
unito per la base con altri gambi, fstoloso, so ricoperto di brina o di neve. Molto comune.
molto tenace, cartilagineo; tipicamente vel- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: questa specie si riconosce con molta facilità principalmente per la crescita cespitosa e tipicamente
invernale, il cappello viscido, elastico-cartilagineo e per il gambo brunastro, tipicamente vellutato e te-
nace. Non di rado si possono trovare carpofori totalmente ricoperti di brina o di neve, anche congelati.
Flammulina fennae cresce in estate-autunno su legno di latifoglie, ha il cappello bianco-ocra pallido con
macchie brune rugginose e gambo radicante.
Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizial- Gambo: 4-10 × 0,4-0,8 cm, slanciato, ci-
mente convesso, poi piano-convesso, ap- lindrico, spesso fessuoso; abbastanza rigido,
pianato, anche depresso-ombelicato al cen- feltrato, fnemente foccoso-squamoso, con
tro, margine spesso arricciato, merlettato; squamette fbrillose bianche su sfondo viola.
igrofano, da liscio a fnemente squamoso, Carne: sottile, consistente, di colore viola
di colore viola-lilla, viola anche molto scuro pallido; odore e sapore subnulli.
se umido, pallidescente al rosa-lilla bluastro, Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
lilla-crema biancastro sporco con l’essicca- soidali, aculeate, 8-10,5 × 7,5-10 µm, non
zione. amiloidi.
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, Habitat: cresce gregaria o subcespitosa nei
molto rade, abbastanza spesse, di aspetto boschi, sia di latifoglie sia di conifere, in esta-
ceroso, venoso-congiunte alla base, violacee te-autunno. Abbastanza comune.
come il cappello. Commestibilitˆ: commestibile.
Note: le lamelle adnate al gambo, rade, spesse, di aspetto ceroso, colorate ma che producono spore bian-
che e verrucose, caratterizzano il genere Laccaria. Tra le poche specie di questo genere, Laccaria amethy-
stina si fa riconoscere facilmente per via del colore violaceo in ogni sua parte, su cappello, lamelle e
gambo. Laccaria laccata e la sua comune varietà pallidifolia (= L. affnis) sono di colore sul rosso-arancio
carnicino in ogni parte. Laccaria bicolor è più o meno di colore come L. laccata ma con lamelle e base
del gambo viola-lilla.
Cappello: 1-4 cm, poco carnoso, quasi mem- loso; glabro o fbrilloso, di colore ocra-rossa-
branaceo, inizialmente convesso, poi piano e stro, rosa-arancio, più bruno-rossastro verso
con il centro depresso, con il margine stria- la base, ricoperto da fbrille biancastre.
to; igrofano, liscio o fnemente fbrilloso, di Carne: sottile, da biancastra a ocra carnici-
colore bruno-arancio pallido, arancio carni- no; odore erbaceo-rafanoide, sapore mite.
cino, rosso-arancio, ocra-alutaceo pallido se Spore: bianche in massa, largamente ellissoi-
asciutto. dali, aculeate, 7-9 × 5,5-8 µm, non amiloidi.
Lamelle: adnate-decorrenti al gambo, rade, Habitat: cresce gregaria, spesso in numero-
molto larghe e ventricose, abbastanza spesse, si esemplari, nei boschi di latifoglie e di co-
non ceraceo-lardacee, rosa carnicino pallido. nifere, nell’erba e nel muschio al margine dei
Gambo: 3-8 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, spes- boschi, nei parchi, giardini e aiuole di città,
so con la base leggermente bulbosa, talvolta in estate e in autunno. Comune.
tortile o incurvato, abbastanza fbroso, fsto- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Laccaria laccata, intesa in senso lato, si fa riconoscere per i colori rosa-carnicini, rosso-arancio in ogni
parte. Essa è specie molto variabile nel portamento, dimensione, colore e forma delle spore. L’attuale tendenza
di molti AA. è di riconsiderare la variabilità di L. laccata in modo abbastanza ampio, di conseguenza si ritiene
Laccaria affnis sinonimo di Laccaria laccata var. pallidifolia. Questa varietà, molto comune e diffusa, diffe-
risce dal tipo L. laccata var. laccata per le lamelle più pallide e per le spore subsferiche.
Cappello: 3-8 cm, poco carnoso, inizialmente to, abbastanza tenace; fbrilloso, inizialmente
piano-convesso con il centro un po’ depresso, biancastro, poi subconcolore al cappello.
poi imbutiforme, con il margine involuto; un po’ Carne: sottile, abbastanza tenace, un po’
igrofano, glabro, brillante se umido, di colore faccida quando è imbevuta di acqua, cre-
giallo-rossastro, più rosso al centro e giallogno- ma-brunastra; odore fungino, richiamante
lo verso il margine, spesso maculato di bruno quello di molti aflloforali, sapore mite.
ruggine, bruno bistro nell’adulto (in genere in Spore: biancastre in massa, subsferiche,
carpofori che rimangono a lungo sul terreno). verrucose, 4-5 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi,
Lamelle: molto decorrenti sul gambo, ft- cianofle.
te, strette e arcuate, facilmente staccabili in Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
massa dalla carne del cappello, biancastre, plari o subcespitosa nei boschi di latifoglie e
crema carnicino. di conifere, nei parchi e giardini di città, in
Gambo: 3-6 × 0,5-1,5 cm, cilindrico, con la estate e in autunno. Molto comune e diffusa.
base da dilatata ad attenuata, cavo nell’adul- Commestibilità: commestibile, buono.
Note: alcuni AA. separano Lepista inversa da Lepista faccida in funzione dell’habitat (boschi di coni-
fere per L. inversa e di latifoglie per L. faccida), del colore del cappello e della consistenza della carne.
Altri AA. ritengono che si tratti di un’unica entità, rinvenibile sia nei boschi di conifere sia di latifoglie, e
che la variazione di colore del cappello e della consistenza della carne è funzione dell’umidità e del tempo
di permanenza sul terreno.
Note: il caratteristico odore foreale, di fori di iris, da cui deriva il nome, consente di riconoscere facil-
mente Lepista irina tra le specie simili. Lepista caespitosa ha odore farinoso, un po’ spermatico, e cresce
nei prati. Anche Calocybe gambosa è molto simile per portamento e colorazione, ma cresce in primavera
ed emana un fortissimo odore farinoso.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente viola-lilla, con alla base del feltro miceliare
emisferico-convesso, poi piano-convesso, bianco che ingloba frammenti di foglie.
piano con il centro da umbonato a legger- Carne: cospicua, viola-lilla, viola-ocra verso
mente depresso, con il margine involuto, la base del gambo; odore dolciastro, forte e
spesso sinuoso-gibboso; non igrofano, gla- caratteristico, sapore mite.
bro, liscio e lucido, di colore violaceo, bruno- Spore: crema-rosa in massa, ellissoidali, f-
viola, bruno-ocra-lilla. nemente verrucose, 6,5-8,5 × 4-4,5 µm, non
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, molto amiloidi, cianofle.
ftte, facilmente staccabili in massa dalla carne Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
del cappello, di colore viola, lilla, bruno-lilla. plari o subcespitosa in fle o in “cerchi delle
Gambo: 5-10 × 1-3 cm, cilindrico, claviforme, streghe” nei boschi di latifoglie e di conifere,
attenuato all’apice e ingrossato verso la base; nei parchi, in autunno-inverno, raramente
fbrilloso, di colore lilla, viola-lilla, ricoperto anche in primavera. Molto comune e diffusa.
da fbrille-pruinose bianche su sfondo bruno- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Lepista nuda si fa riconoscere principalmente per il colore più o meno violetto in ogni parte e per il
caratteristico e gradevole odore dolciastro. Lepista sordida, specie molto variabile e spesso con essa confusa, è
più piccola, notevolmente meno carnosa, igrofana e ha odore più o meno erbaceo-terroso. Lepista glaucocana
è più pallida, di colore lilla-grigiastro glauco, ed emana un forte odore terroso. Lepista saeva (= L. personata)
ha il gambo viola-porporino che ben contrasta con il colore chiaro del cappello e lamelle crema-rosa carnicine.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente Gambo: 4-8 × 1-2 cm, da cilindrico a cla-
emisferico-convesso, poi piano-convesso, viforme, attenuato all’apice e dilatato verso
spesso con umbone ottuso e largo, con il il basso; pruinoso-fbrilloso, di colore bianca-
margine involuto; non igrofano, fibrilloso, stro, beige-grigio pallido.
pruinoso, di colore grigio-ocra, bruno-bei- Carne: cospicua, bianca; odore erbaceo-fun-
ge grigiastro, beige-biancastro, con su un gino, quasi sgradevole, sapore dolce.
finissimo strato di pruina bianca, picchiet- Spore: crema-rosa in massa, ellissoidali,
tato verso il margine da guttule acquose verrucose, 4,5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi,
più scure, un po’ come in Clitocybe alexan- cianofle.
dri. Habitat: cresce gregaria o subcespitosa in
Lamelle: adnate al gambo, ftte, facilmente pochi esemplari nei prati, tra l’erba nei par-
separabili in massa dalla carne del cappello chi, giardini e aiuole di città, in estate e in
per pressione con le dita, biancastre, poi cre- autunno. Poco comune.
ma carnicino. Commestibilitˆ: commestibile.
Note: le lamelle facilmente staccabili in massa dalla carne del cappello e le spore crema-rosa, verrucose e cianofle
in blu cotone sono i caratteri che permettono di distinguere il genere Lepista dai Tricholoma e Clitocybe, generi,
quest’ultimi, a spore lisce e non cianofle. Tra le specie congeneri, Lepista panaeola si riconosce principalmente
per il cappello ocra-grigiastro, fnemente pruinoso, picchiettato verso il margine da guttule acquose più scure.
Lepista irina si differenzia per il caratteristico odore di fori di iris, inoltre predilige crescere sotto le latifoglie.
Cappello: 3-8 cm, poco carnoso, inizialmen- Carne: sottile, un po’ fragile, spesso imbevu-
te emisferico-convesso, poi piano-convesso, ta di acqua con il tempo umido, di colore vio-
piano con il centro da umbonato a legger- la-lilla, viola-ocra pallido; odore erbaceo-ter-
mente depresso, con il margine poco involu- roso, sapore mite.
to; igrofano, glabro, liscio e lucido, di colore Spore: crema-rosa in massa, ellissoidali, fne-
violaceo, bruno-viola, bruno-ocra-lilla. mente verrucose, 6-8 × 4-4,5 µm, non ami-
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, molto loidi, cianofle.
ftte, facilmente staccabili in massa dalla carne Habitat: cresce gregaria o subcespitosa in
del cappello, di colore viola, lilla, bruno-lilla. zone erbose, nei parchi, nei giardini e aiuole
Gambo: 4-8 × 0,6-1,2 cm, cilindrico, talora di città, ai margini di strade, nei boschi, in
incurvato; fbrilloso, di colore lilla, viola-lilla, autunno-inverno, non di rado anche in pri-
ricoperto da fbrille-pruinose bianche su sfon- mavera. Comune.
do bruno-viola-lilla. Commestibilità: non commestibile.
Note: Lepista sordida viene spesso confusa con Lepista nuda, dalla quale si differenzia per produrre
carpofori più piccoli, con cappello meno carnoso e igrofano, con odore sgradevole erbaceo-terroso anche se
leggero, tuttavia mai dolciastro come in L. nuda. Essa è molto variabile, sia nei colori sia nella forma del
cappello; infatti esistono diverse varietà, di queste citiamo: Lepista sordida var. umbonata, distinta dal
tipo per il cappello con largo e pronunciato umbone; Lepista sordida var. lilacea di colore completamente
viola-lilla.
Cappello: 2-8 cm, carnoso, dapprima emisfe- come anche le lamelle, vira dopo alcuni mi-
rico-convesso, poi piano-convesso, con o sen- nuti al violaceo con FeSO4).
za umbone, spesso con il centro un po’ depres- Carne: poco spessa, consistente, un po’ elasti-
so, con il margine involuto e sinuoso; glabro, ca, bianca; odore erbaceo-pepato, sapore mite.
di aspetto sericeo, fnemente pruinoso, bian- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
co, anche sfumato di grigio carnicino pallido. 5,5-6,5 × 3-4,5 µm, non amiloidi.
Lamelle: da adnate a subdecorrenti sul Basidi: carminofli.
gambo, abbastanza ftte, strette, biancastre, Habitat: cresce a cespi, numerosi e gregari,
poi crema. nei boschi di conifere e di latifoglie, nell’er-
Gambo: 4-10 × 0,8-2 cm, cilindrico, con la ba al margine dei boschi, predilige i bordi di
base da leggermente dilatata ad attenuata, sentieri, in estate-autunno. Molto comune e
spesso incurvato; fnemente fbrilloso-prui- diffuso.
noso, sericeo, di colore bianco (la superfcie, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Lyophyllum connatum si distingue facilmente dalle altre specie congeneri per la crescita cespitosa
e per il colore bianco in ogni parte. Può essere facilmente confuso con alcune Clitocybe bianche tossiche,
in particolare con Clitocybe phyllophila (= C. cerussata), che tra l’altro può condividere lo stesso habitat.
Questo scambio può essere evitato accertando microscopicamente la carminoflia dei basidi, carattere che
separa i Lyophyllum dalle Clitocybe, oppure macroscopicamente per mezzo della reazione della superfcie del
gambo e delle lamelle con il solfato ferroso: viola dopo alcuni minuti in L. connatum, nulla in C. phyllophila.
Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente so all’apice, bianco nel giovane, poi sfumato
convesso, poi piano-convesso, con o sen- di bruno-grigio pallido.
za umbone, spesso un po’ depresso, con il Carne: spessa, tenace, un po’ cartilaginea,
margine leggermente involuto e sinuoso, di biancastra; odore da subnullo a erbaceo, sa-
solito gibboso; di aspetto lardaceo, glabro e pore mite.
brillante, anche fnemente fbrilloso-rugoso Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
al centro, di colore brunastro, bruno argilla, 5,5-7 × 5-6,5 µm, non amiloidi.
bruno-ocra grigiastro. Basidi: carminofli.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Habitat: cresce a cespi in genere di pochi
biancastre, bianco-crema. esemplari, perfno gregario, nell’erba presso o
Gambo: 4-10 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso sotto latifoglie, in parchi, giardini e aiuole di
con la base attenuata, talvolta un po’ eccen- città, in estate-autunno. Abbastanza comune.
trico; da liscio a fnemente fbrilloso, pruino- Commestibilità: commestibile, ottimo.
Note: il genere Lyophyllum comprende funghi tricholomoidi caratterizzati da basidi carminofli. Alcuni
di essi si macchiano di rosso, blu-grigio o nerastro al tocco, altri non virano. Tra le specie non viranti al
tocco, Lyophyllum decastes si riconosce principalmente per la crescita cespitosa, in genere a cespi di pochi
esemplari, per il cappello bruno-ocra grigiastro e per il gambo biancastro nel giovane. Lyophyllum fumo-
sum (= L. conglobatum) ha il cappello bruno-grigio fuligginoso, lamelle grigiognole e cresce conglobato
(i gambi tendono a svilupparsi da un unico ceppo) generalmente nei boschi di latifoglie.
Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizial- Carne: sottile, soda, cartilaginea e tenace
mente campanulato, conico-convesso, poi nel gambo, concolore alle superfci; odore
convesso, piano-convesso, con largo e basso forte e caratteristico di olio di fegato di mer-
umbone; asciutto, un po’ igrofano, opaco, luzzo, sapore sgradevole.
vellutato, di colore rosso-bruno, porporino, Spore: crema-ocra in massa, ellissoidali, ci-
talora fno al bruno-nerastro al centro, giallo- lindrico-ellissoidi, lisce, 7-9 × 3,5-4,5 µm, non
gnolo al margine. amiloidi.
Lamelle: sublibere-annesse al gambo, abbastan- Cistidi: fusiformi, lageniformi, molto gran-
za ftte, larghe, bianco-crema, poi crema-ocra. di, presenti in tutte le superfci, sulle lamelle,
Gambo: 3-6 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, talo- sul gambo e sul cappello.
ra incurvato, raramente un po’ compresso, Habitat: cresce gregaria presso alberi, su terre-
molto tenace, cartilagineo; opaco, vellutato, no nudo o con residui legnosi, tra l’erba lungo i
fnemente pruinoso, di colore bruno-rosso, sentieri, nei parchi, in estate-autunno. Comune.
rosso-arancio all’apice, nerastro verso la base. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: il forte e caratteristico odore di olio di fegato di merluzzo è il principale carattere che consente
di riconoscere facilmente Macrocystidia cucumis tra le specie simili appartenenti a vari generi. Altri
caratteri utili al suo riconoscimento sono: la piccola taglia, il cappello poco carnoso, di colore rosso-bruno,
porporino, il gambo cartilagineo, tenace e di colore come il cappello. Macrocystidia cucumis var. latifolia
si distingue dal tipo per le lamelle più larghe e ventricose.
Cappello: 2-3 cm, quasi membranaceo, cam- fstoloso; liscio, lucido e brillante, come laccato,
panulato, conico-convesso, piano-convesso con bianco all’apice appena sotto le lamelle, ocra-ros-
umbone subacuto, con il margine fnemente so in alto, progressivamente sempre più bru-
striato se umido; un po’ igrofano, reviviscente, no-rosso scuro fno a diventare nero alla base.
glabro, di colore ocra-giallognolo, ocra-grigiastro, Carne: esigua, molto tenace e rigida nel gam-
bruno-fulvo al centro, più pallido se asciutto. bo, quasi di consistenza cornea, concolore alle
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, superfci; senza odore e sapore particolari.
rade ma non troppo, larghe, sinuose, bianca- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
stre, crema-grigiastre, con il flo che tende a 8-10 × 4-5 µm, non amiloidi. Epicute di tipo
macchiarsi di bruno nell’adulto. imeniderma, ad ife spinulose-digitaliformi.
Gambo: 5-9 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, spesso Habitat: cresce gregario o a piccoli cespi nei
attenuato verso la base, un po’ radicante, attac- boschi di latifoglie, sulle foglie marcescenti, pre-
cato con la base al substrato di foglie tramite un dilige le faggete, raramente nei boschi di coni-
abbondante feltro miceliare rigido e giallognolo, fere, in estate e in autunno. Poco comune.
incurvato, molto rigido e tenace-cartilagineo, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Marasmius cohaerens si riconosce principalmente per il gambo molto rigido e brillante, come lac-
cato, piuttosto corneo, colorato di bruno-nerastro verso la base, attaccato alle foglie di faggio tramite un
feltro miceliare setoloso e giallognolo. Molto simile per colore e portamento è Marasmius torquescens,
distinto per il gambo vellutato e fnemente pruinoso, non lucido.
Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, submem- trato alla base, di colore bianco-crema, cre-
branaceo, inizialmente campanulato-con- ma-ocra, bruno-rossastro alla base.
vesso, poi piano-convesso, piano, con um- Carne: poco spessa, elastica nel cappello,
bone ottuso, con il margine acuto e spesso molto tenace e cartilaginea nel gambo, revi-
fessurato-merlettato; igrofano, reviviscente, viscente, biancastra; odore cianico, di man-
glabro, liscio, talvolta screpolato, di colore dorle amare, sapore mite.
ocra-arancio, bruno-ocra, crema-nocciola pal- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
lido se asciutto. 8-9,5 × 5-6 µm, non amiloidi. Epicute di tipo
Lamelle: sublibere al gambo, rade ma non imeniderma.
troppo, larghe, spesso intervenose, bianca- Habitat: cresce gregario in gruppi di nume-
stre, crema argilla. rosi esemplari in fle o in “cerchi delle streghe”
Gambo: 4-8 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, rigi- nei prati, nei giardini e aiuole di città, dalla pri-
do e slanciato, molto tenace e cartilagineo, mavera all’autunno. Molto comune e diffuso.
coriaceo; da liscio a fnemente vellutato, fel- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: questa specie, comunemente nota con il nome di “gamba secca”, che cresce abbondante nei prati, si
riconosce per le lamelle relativamente rade, il gambo tenace-cartilagineo, ma soprattutto per il forte odore
cianico, di mandorle amare. Marasmius wynneae cresce cespitoso tra le foglie di faggio, ha il cappello
biancastro, bianco-grigiastro e il gambo attenuato alla base, notevolmente rigido, liscio e lucido, bianco
all’apice e bruno-rossastro scuro verso la base.
Cappello: 3-6 cm, carnoso, dapprima con- Carne: poco spessa, abbastanza consisten-
vesso, poi piano-convesso, con umbone da te, bianca, bianco-crema grigiognola; odore
ottuso a subacuto, con il margine involuto, erbaceo, di muschio, sapore mite, dolcia-
talora sinuoso; opaco se asciutto, non igro- stro.
fano o solo leggermente, pruinoso di bianco Spore: biancastre in massa, ellissoidali, ver-
nel giovane soprattutto verso il margine, di rucose, 8-9,5 × 4,5-5,5 µm, amiloidi.
colore grigio, grigio-bruno, più scuro al cen- Cistidi: a pelo di ortica, settati e con cri-
tro, in genere biancastro al margine. stalli all’apice.
Lamelle: adnate al gambo, piuttosto ftte, Habitat: cresce gregaria nei prati, nell’er-
bianche, bianco-crema. ba anche presso alberi, perlopiù nei parchi,
Gambo: 3-6 × 0,5-0,8 cm, cilindrico, talora dalla primavera all’autunno. Abbastanza co-
un po’ dilatato all’apice; fnemente fbrilloso, mune.
pruinoso-fbrilloso, biancastro, bianco-crema Commestibilitˆ: non commestibile.
con pruina bianca.
Note: Melanoleuca exscissa si riconosce per il cappello grigiastro, grigio-bruno, opaco, che fa contrasto
con le lamelle e il gambo biancastri, le spore verrucose e per i cistidi a pelo di ortica. Melanoleuca iris
è quasi un sosia e si distingue per il gambo di solito con macchie rossastre alla base e per l’odore di fori
di iris, caratteri più evidenti in carpofori maturi, tuttavia viene ritenuta da certi autori sinonimo di M.
exscissa.
Cappello: 5-15 cm, carnoso, inizialmente evidenti fbrille, di colore grigio-bruno, bru-
convesso, piano-convesso, poi appianato, no-ocra-grigiastro.
con umbone ottuso ben evidente, spesso de- Carne: abbastanza spessa, biancastra, un po’
presso attorno all’umbone, con il margine in- grigio-bruna verso le superfci; odore grade-
voluto, sinuoso; un po’ igrofano, glabro, liscio vole fungino, sapore mite, dolciastro.
e brillante se umido, di colore bruno scuro, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, ver-
bruno-grigio, bruno-ocra pallido se asciutto. rucose, 8-10,5 × 5-6,5 µm, amiloidi.
Lamelle: adnate al gambo, molto ftte, bian- Cistidi: a pelo di ortica, settati e con cri-
castre. stalli all’apice.
Gambo: 6-12 × 1-2 cm, cilindrico, clindri- Habitat: cresce gregaria nei prati presso la-
co-clavato, con la base un po’ bulbosa arro- tifoglie, sotto alberi, nei parchi e giardini, in
tondata, spesso tortile; fortemente striato, estate-autunno. Comune.
striato-fbrilloso, percorso da lunghe e ben Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Melanoleuca grammopodia si riconosce per la taglia considerevole, il cappello bruno scuro, bru-
no-grigio, e per il gambo grigio-bruno fortemente striato, percorso da vistose fbrille. Melanoleuca me-
laleuca, altra specie molto comune, è in genere più piccola e ha il gambo più pallido e quasi liscio, non
così striato.
Cappello: 1-3 cm, membranaceo, campa- Carne: esigua, concolore alle superfci,
nulato, campanulato-convesso, con umbone emette del latice acquoso di colore ros-
ottuso, con il margine striato, fnemente so-bruno scuro alla rottura; odore subnullo
merlettato-appendicolato; glabro, di colore o leggermente rafanoide, sapore da mite ad
bruno-rossastro, bruno-fulvo, bruno-porpora, amarognolo.
più scuro al centro e pallido al margine. Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, rade, 7,5-9,5 × 5-6,5 µm, amiloidi.
inizialmente biancastre, poi rosa carnicino, Cistidi: fusiformi, lisci.
spesso macchiate di bruno-porpora. Habitat: cresce gregaria o subcespitosa su
Gambo: 3-7 × 0,2-0,3 cm, cilindrico, spesso legno marcescente di latifoglie, in genere su
incurvato, fstoloso; glabro, liscio o fnemen- tronchi caduti di faggio, in estate-autunno.
te pruinoso di bianco, di colore rosso-bruno, Abbastanza comune e diffusa.
bruno-vinoso, biancastro verso l’alto, alla rot- Commestibilitˆ: non commestibile.
tura emette del liquido rosso-bruno vinoso.
Note: alcune Mycena si distinguono per la peculiarità di emettere del latice, di vario colore, alla frattura. Tra
queste, Mycena haematopus si riconosce per il latice di colore rosso-bruno scuro e per la crescita su tronchi
marcescenti di latifoglie, in particolare di faggio. Molto simile per colorazione del carpoforo e del latice è Mycena
sanguinolenta, tuttavia facile da riconoscere principalmente per il cappello più piccolo, le lamelle con il flo
colorato di rosso-bruno, il gambo più sottile e per la crescita in genere nei boschi di conifere, sulla lettiera di aghi.
Cappello: 1-3,5 cm, membranaceo, coni- stoloso; glabro, liscio, talvolta solcato, di colore
co-campanulato, campanulato-convesso, con biancastro all’apice, giallo-bruno, bruno-arancio
umbone da ottuso ad acuto, con il margine verso il basso, fno al nero-bruno alla base.
striato, spesso un po’ scanalato-solcato; gla- Carne: esigua, concolore alle superfci; odo-
bro, liscio, leggermente igrofano, un po’ visci- re e sapore farinosi.
do se umido, di colore bruno-ocra grigiastro, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
grigio-bruno sporco, più scuro al centro, bian- 8-10,5 × 5,5-6,5 µm, amiloidi. Cheilocistidi
castro verso il margine. diverticolati.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, non Habitat: cresce a cespi di numerosi esem-
tanto ftte, bianche all’inizio, poi crema, gri- plari su legno di latifoglie, in genere su tron-
gio-crema. chi e ceppaie marcescenti di quercia e di
Gambo: 4-12 × 0,1-0,3 cm, cilindrico, incur- castagno, dalla fne dell’estate a tutto l’au-
vato-fessuoso, abbastanza rigido, spesso radi- tunno. Abbastanza comune e diffusa.
cante e con della peluria biancastra alla base, f- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: le specie del genere Mycena sono abbastanza numerose e di non facile determinazione, anche
con l’uso del microscopio. Ciononostante, Mycena inclinata si fa riconoscere con facilità per la crescita
cespitosa, il gambo bianco all’apice e progressivamente colorato di giallo-bruno, bruno-arancio fno al
nero-bruno alla base, e per l’odore farinoso, di farina rancida.
Cappello: 2-5 cm, quasi membranaceo, inizial- scio e lucente, con fbrille bianche verso la
mente campanulato, campanulato-convesso, base, di colore violaceo, viola-lilla, grigio-lilla.
poi piano, spesso con umbone ottuso, talvolta Carne: esigua, un po’ tenace nel gambo, gri-
perfno leggermente depresso, con il margine gio-lilla; odore rafanoide, di rapa, sgradevole,
striato; igrofano, glabro, di colore molto varia- sapore rafanoide.
bile, in genere violaceo, viola-porporino, vio- Spore: bianche in massa, ellissoidali-cilindri-
la-rosa, grigio-lilla, lilla-ocraceo, anche molto che, lisce, 6-8,5 × 3,5-4,5 µm, amiloidi. Cisti-
pallido se asciutto (bianco nella f. alba). di fusiformi-ventricosi, lisci.
Lamelle: da annesse ad adnate al gambo, Habitat: cresce in genere gregaria, talvolta
non tanto ftte, larghe e ventricose, bianca- a piccoli cespi, nei boschi di latifoglie e di
stre, soffuse di rosa-lilla. conifere, nei parchi e giardini di città, dalla
Gambo: 3-7 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, spesso tarda primavera a tutto l’autunno. Molto co-
incurvato verso la base, talvolta compresso, mune e diffusa.
piuttosto rigido-tenace, fstoloso; glabro, li- Commestibilità: tossico.
Note: la taglia abbastanza (relativamente) considerevole per una Mycena, il forte odore rafanoide e i
colori generalmente violacei, sono i principali caratteri che permettono di distinguere questa comunissima
specie. Mycena pura è molto variabile nel colore e per questo sono state create numerose forme; tra queste
citiamo la f. alba completamente bianca. Mycena rosea (= M. pura var. rosea) si distingue per il cappello
rosa e il gambo biancastro.
Cappello: 1-2,5 cm, poco carnoso, quasi nemente pruinoso di bianco, subconcolore al
membranaceo, inizialmente convesso, pia- cappello, spesso biancastro all’apice appena
no-convesso, poi piano, spesso con umbone sotto le lamelle.
ottuso; leggermente igrofano, glabro, liscio, Carne: sottile, tenace nel gambo, cartilagi-
di colore brunastro, bruno-fulvo, bruno-dat- nea, bianca nel cappello e all’apice del gambo,
tero, bruno-ocra se asciutto (perfno bianco, ocra verso la base; odore da subnullo a leg-
quando cresce sotto le foglie). germente fungino, sapore acidulo-fungino.
Lamelle: da sublibere ad annesse al gambo, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
ftte, bianche, bianco-grigiastre. 5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi.
Gambo: 3-5 × 0,1-0,2 cm, cilindrico, quasi Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
fliforme, prolungato in una lunga appendice plari su strobili interrati di abete rosso, anche
radicante, notevolmente villosa e rigida, fno nei parchi e giardini di città, in primavera, per-
a trovare gli strobili di abete rosso interrati, lopiù in marzo-aprile. Molto comune e diffuso.
molto rigido, tenace-cartilagineo; glabro, f- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: esistono tre specie di Strobilurus, tutte crescenti su strobili ed esclusivamente in primavera. Stro-
bilurus esculentus è il più facile da riconoscere per la crescita esclusiva su strobili di abete rosso, contra-
riamente a Strobilurus stephanocystis e Strobilurus tenacellus che crescono solo su strobili di pino.
Mycena strobilicola cresce anch’essa su strobili di abete rosso e in primavera, ma presenta il cappello
campanulato e un forte odore nitroso, di cloro.
Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dappri- brilloso-sericeo, di colore bianco, leggermen-
ma emisferico-convesso, convesso, poi pia- te crema-ocra verso il basso nell’adulto o per
no-convesso, con umbone ottuso, talvolta manipolazione.
poco evidente, con il margine involuto nel Carne: poco spessa, bianca; odore terroso,
giovane; asciutto, glabro, di aspetto sericeo, terroso-farinoso, forte e sgradevole, sapore
di colore bianco nel giovane, poi con tenden- amaro, un po’ piccante.
za a colorarsi leggermente di crema-ocra al Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
centro. 5,5-6,5 × 3-4 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, non Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
tanto ftte, bianche, bianco-crema. plari nei boschi di latifoglie, in genere di
Gambo: 4-8 × 0,5-1 cm, cilindrico, talvolta quercia e di carpino, in estate e in autunno.
leggermente dilatato alla base, spesso incur- Molto comune e diffuso.
vato; glabro, liscio o fnemente fbrilloso, f- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Tricholoma album si riconosce per il colore bianco in ogni parte, per la car-
ne amara e con forte odore terroso. Tricholoma pseudoalbum, dal portamento più robusto, si distingue
per il cappello sfumato di ocra-arancio, con il margine costolato-solcato. Tricholoma lascivum ha il cap-
pello di colore caffelatte-nocciola già nel giovane. Tricholoma inamoenum cresce nei boschi di conifere
e ha un forte e sgradevole odore di gas illuminante, di acetilene. Tricholoma sulphurescens ha carne e
superfci ingiallenti alla manipolazione.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- squame rosso-arancio fno alla zona anula-
sferico-convesso, poi piano-convesso, spesso re, con sottile e ben delimitata zona bianca
con largo e basso umbone, con il margine in- all’apice appena sotto le lamelle.
voluto; viscido se umido, fnemente feltrato- Carne: abbastanza spessa, soda, bianca, tal-
squamoso se asciutto, vivacemente colorato volta leggermente soffusa di arancio appena
di arancio, arancio-bruno, rosso-arancio. sotto la cuticola; odore farinoso, di cocome-
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bianca- ro, sapore farinoso, amarognolo.
stre, spesso secernenti goccioline color am- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
bra da giovane, poi macchiate di rosso-bru- 6,5-8 × 4,5-5,5 µm, non amiloidi.
no. Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
Gambo: 5-10 × 1-1,8 cm, cilindrico, talora fere, generalmente di pini o di abete bianco,
con base un po’ attenuata; fnemente squa- in estate-autunno. Non comune.
moso, concolore al cappello, con piccole Commestibilità: non commestibile.
Note: il cappello vivacemente colorato di arancio, il gambo concolore al cappello e squamoso, con netta
zona anulare bianca appena sotto le lamelle, sono caratteri che consentono di riconoscere facilmente
Tricholoma aurantium. Altro Tricholoma simile per colorazione del cappello è Tricholoma focale, ma
ben distinto almeno per la presenza di anello sul gambo, caratteristica alquanto rara in questo genere.
Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente lamelle, spesso con fbrille bruno-viola nella
emisferico-convesso, poi piano-convesso, parte inferiore, biancastro alla base.
con o senza umbone, spesso sinuoso-gibbo- Carne: cospicua, abbastanza soda, gialla,
so, con il margine involuto e sinuoso-lobato; leggermente porpora appena sotto la cuti-
asciutto, glabro, vellutato, di aspetto sericeo, cola del cappello; odore di acetilene, come
talvolta fnemente squamoso, di colore bru- in T. sulphureum, forte e sgradevole, sapore
no-porpora-lilla, bruno-vinoso carnicino, lilla sgradevole.
carnicino verso il margine (evocante Lactarius Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
lilacinus). 9-10,5 × 6-8 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, piut- Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
tosto rade, di colore giallo, giallo-oliva. fere di montagna, predilige l’abete bianco, in
Gambo: 5-10 × 1-2 cm, cilindrico, con la autunno. Non comune ma talvolta invadente
base da attenuata a leggermente dilatata; nei luoghi di crescita.
fnemente fbrilloso, di colore giallo come le Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Tricholoma bufonium si riconosce per il caratteristico e sgradevole odore di gas illuminante, di
acetilene, per il colore giallo in ogni parte tranne nel cappello, che si presenta di un bel bruno-porpora-lilla,
bruno-violaceo, e per la crescita nei boschi di conifere di montagna. Tricholoma sulphureum, specie mol-
to simile e più comune, ha anch’esso odore di acetilene ma è giallo in ogni parte, anche nel cappello, tranne
la sua var. coronarium, che presenta il centro del cappello soffuso di bruno-rosa-porporino.
Cappello: 2-5 cm, carnoso, inizialmente e Carne: poco spessa, consistente, bianca;
per lungo tempo campanulato, campanula- odore forte sgradevole di acetilene, di gas
to-convesso, poi piano-convesso con umbo- illuminante, sapore sgradevole, ripugnante.
ne ottuso, con il margine involuto; asciutto, Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
glabro, vellutato, fnemente fbrilloso, bian- 8,5-11 × 6-7,5 µm, non amiloidi.
co-grigiastro, crema-grigiastro. Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
Lamelle: smarginate al gambo, abbastanza nifere, generalmente sotto l’abete rosso, tra
rade, di aspetto quasi ceroso, biancastre. mirtilli ed erica, in estate-autunno. Molto
Gambo: 4-8 × 0,6-1 cm, cilindrico, cilindri- comune.
co-clavato, con la base un po’ dilatata, spesso Commestibilitˆ: tossico.
incurvato; glabro, biancastro, bianco-crema,
dello stesso colore del cappello.
Note: il forte e sgradevole odore di acetilene, di gas illuminante, e il cappello bianco-grigiastro, cre-
ma-grigiastro, a lungo campanulato, sono i principali caratteri che consentono di riconoscere Tricholoma
inamoenum. Anche Tricholoma sulphureum e Tricholoma bufonium hanno lo stesso sgradevole odore
di acetilene, ma si distinguono benissimo per essere diversamente colorati: il primo è di colore prevalente-
mente giallo in ogni parte, anche nella carne; il secondo è pure colorato di giallo in ogni parte, eccetto nel
cappello che si presenta di colore bruno-porpora.
Note: è sicuramente il Tricholoma più pericoloso, non tanto per la sua provata tossicità ma perché facile
da confondere con numerose specie grigiastre commestibili, dette “morette”. Tra questi, Tricholoma pardi-
num si riconosce principalmente per la taglia considerevole, per il portamento massiccio e carnoso, per il
cappello squamoso-fbrilloso, le lamelle crema glauche, il gambo spesso claviforme e le goccioline acquose
all’apice, e per l’odore farinoso. Gli altri Tricholoma grigi con odore farinoso sono più piccoli, meno robusti
e non hanno né le lamelle crema glauche né le goccioline acquose all’apice del gambo.
Cappello: 5-10 cm, carnoso, inizialmente all’apice, di colore bianco, quasi sempre sof-
campanulato, poi piano-convesso, appiana- fuso di giallognolo.
to-ondulato e con umbone, con il margine Carne: abbastanza spessa, soda, bianca, con
sinuoso, talora lacerato; glabro, di aspetto toni giallognoli verso la superfcie del gambo,
sericeo, fbrilloso-sericeo, di colore grigio, tendente a ingrigire dopo un po’ di tempo al
grigio metallico, grigio-ocra, spesso soffuso taglio; odore farinoso, sapore farinoso, mite.
di verdognolo, verde-violaceo, biancastro al Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
margine. 5-7 × 4-5 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
ftte, bianche, con rifessi giallo-grigiognoli fere, generalmente sotto il pino, raramente
nell’adulto. nei boschi di latifoglie, in autunno inoltrato.
Gambo: 5-10 × 1-2,5 cm, cilindrico, spesso Comune.
incurvato; glabro, fbrilloso-sericeo, pruinoso Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: questa specie si riconosce per il cappello fbrilloso-sericeo, di colore grigio metallico, grigio-ocra,
spesso soffuso di verdognolo, per il gambo bianco con tenui toni giallognoli e per l’odore farinoso. Tricho-
loma josserandii, specie tossica piuttosto simile, molto rara che può condividere lo stesso habitat, si diffe-
renzia per il gambo senza toni gialli, tipicamente con base attenuata, appuntita, per la carne amarognola
con odore di farina rancida con componente dello sgradevole odore cimicino.
Cappello: 3-8 cm, non tanto carnoso, dap- visibile nel giovane, prima che il margine del
prima campanulato-convesso, poi piano-con- cappello si stacca dal gambo.
vesso, piano con umbone ottuso, con il mar- Carne: poco spessa, piuttosto fragile, bian-
gine spesso sinuoso-lobato; asciutto, feltrato, co-grigiognola, leggermente ingiallente
squamoso, di colore grigiastro, con squame nell’adulto e dopo un po’ di tempo al taglio;
bruno-grigio-nerastre su sfondo bianco-gri- odore e sapore farinosi.
gio, più scuro al centro. Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto 5-6 × 2,5-4 µm, non amiloidi.
ftte, fragili, bianche, talvolta con rifessi gri- Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
giastri, con tendenza a ingiallire nell’adulto. boschi di latifoglie e di conifere, spesso nei
Gambo: 3-7 × 0,6-1,5 cm, cilindrico, spesso parchi e giardini di città, in estate e in autun-
incurvato verso la base; liscio o fnemente no. Abbastanza comune e diffuso.
feltrato, concolore al cappello, bianco alla Commestibilitˆ: commestibile.
base, con esigui residui di velo cortiniforme
Note: questa specie appartiene ai Tricholoma grigi che costituiscono il gruppo delle “morette”. Tra questi, si
riconosce con facilità per le lamelle che tendono a ingiallire nell’adulto, soprattutto in carpofori vecchiotti.
Tricholoma pardinum, specie tossica, è più massiccio e carnoso, con il gambo spesso claviforme con goccio-
line acquose all’apice. Tricholoma terreum, capostipite delle “morette”, cresce nei boschi di conifere predili-
gendo le pinete, non ha odore di farina e presenta la superfcie pileica vellutata tomentosa, non squamosa.
Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dapprima bianco-grigiastro, liscio o con fbrille grigia-
campanulato-convesso, piano-convesso, poi stre, grigio-brune.
appianato, spesso ondulato, con umbone Carne: poco spessa, tenera, fragile, biancastra,
ottuso, con il margine involuto nel giova- bianco-grigiastra sotto la superfcie del cappello;
ne; asciutto, vellutato, tomentoso, di colore odore subnullo, non farinoso, sapore mite.
grigiastro, grigio-bruno, grigio cenere, color Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
ardesia. 6-8 × 4,5-6 µm, non amiloidi.
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto Habitat: cresce gregario, talora con due-tre
ftte, biancastre, grigiastre. esemplari uniti per la base del gambo, nei bo-
Gambo: 4-7 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, legger- schi di conifere, generalmente sotto il pino,
mente dilatato verso la base, spesso incur- in estate-autunno. Comune.
vato; di aspetto sericeo, bianco, biancastro, Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: alcuni Tricholoma commestibili con cappello grigiastro, grigi-bruno, grigio-nerastro sono comune-
mente chiamati “morette”. Tricholoma terreum è il capostipite delle “morette”, tra l’altro il più saporito,
e, fra queste specie, si riconosce per la superfcie del cappello vellutata, per l’assenza di odore farinoso e
di cortina. Tricholoma gausapatum e Tricholoma myomyces sono molto simili e anch’essi senza odore
farinoso, ma hanno la cortina, evidente in carpofori giovani; inoltre, il primo presenta il cappello molto
feltrato, lanoso-feltrato. Alcuni AA. considerano T. terreum e T. myomyces sinonimi.
Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente bruno-arancio fno alla zona anulare, netta-
emisferico-convesso, campanulato-convesso, mente bianco all’apice, la variazione croma-
poi piano-convesso, con o senza umbone, tica in zona anulare è ben delimitata soprat-
con il margine involuto e fnemente costo- tutto nel giovane.
lato; viscido, glutinoso con il tempo umido, Carne: cospicua, consistente, bianca; odore
glabro, fnemente punteggiato-fbrilloso, di farinoso, di buccia di anguria, sapore farinoso
colore bruno-fulvo, bruno-rossastro, bru- e amarognolo.
no-arancio, ocra-arancio al margine. Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: smarginate al gambo, non tanto soidali, lisce, 5,5-6,5 × 4,5-5,5 µm, non ami-
ftte, strette, bianche, bianco-crema, spesso loidi.
maculate di bruno-rosso nell’adulto. Habitat: cresce gregario in pochi esempla-
Gambo: 5-10 × 1-2 cm, cilindrico, cilindri- ri nei boschi di latifoglie, in estate-autunno.
co-clavato, anche subfusiforme; un po’ visci- Piuttosto comune e diffuso.
do se umido, fbrilloso, di colore bruno-rosso, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra i Tricholoma con colori prevalentemente bruni, questa specie si riconosce per il cappello di
colore bruno-rossastro, per il gambo con zona anulare cromaticamente ben delimitata, bruno-rossastro
fno alla zona anulare e nettamente bianco all’apice, per la carne bianca, amarognola e con odore farinoso.
Tricholoma ustale ha il gambo da biancastro a leggermente colorato di bruno-ocra verso il basso, senza
zona anulare cromaticamente distinta.
Cappello: 5-15 cm, molto carnoso, inizial- Carne: cospicua, molto spessa, consistente,
mente emisferico, emisferico-convesso, poi biancastra, bianco-crema; odore subsperma-
piano-convesso, appianato, con il margine tico con componente farinosa, sapore mite,
a lungo involuto; asciutto, glabro, liscio, di dolciastro.
colore grigio-lilla, giallo-lilla, giallo-ocra, gri- Spore: bianche in massa, gibbose-angolose,
gio-rosato, talora soffuso di verdognolo. a forma di croce, 7,5-10 × 5-7 µm, non ami-
Lamelle: smarginate al gambo, molto ftte, loidi.
di colore grigio-beige, grigio-lilla, rosa-lilacino. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 4-8 × 1-3 cm, cilindrico, anche leg- boschi di latifoglie o nei prati vicino ad alberi
germente ventricoso; fbrilloso, fbrilloso-squa- di latifoglie, nei parchi, dalla primavera inol-
moso, pruinoso all’apice, biancastro, grigio-o- trata all’autunno. Abbastanza raro.
cra pallido verso la base. Commestibilitˆ: commestibile.
Note: questa specie si riconosce per il cappello molto carnoso, di colore giallo-lilla, grigio-lilla-rosato,
color mastice, le lamelle grigio-beige, per l’odore subspermatico con componente farinosa, ma soprattutto
per le particolari spore gibbose-angolose, nodulose a forma di croce. Questa specie, per via delle particolari
spore angolose, è stata tolta da Guzmán dal genere Tricholoma e inserita nel genere Tricholosporum;
tuttavia, alcuni moderni AA. continuano a mantenerla nel genere Tricholoma.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente mente dilatata, spesso un po’ eccentrico; fne-
convesso, piano-convesso, poi piano-depres- mente tomentoso-feltrato, di colore bianco.
so, irregolarmente gibboso, con il margine Carne: abbastanza spessa, cassante, friabile,
a lungo involuto e spesso sinuoso-lobato; non fbrosa, molto tenera, bianca; odore fari-
opaco, di aspetto sericeo-laccato, vellutato, noso, acidulo-farinoso, sapore farinoso.
di colore bianco candido o soffuso di grigio- Spore: rosa scuro in massa, ellissoidali-fu-
beige pallido. siformi, lisce e longitudinalmente costolate,
Lamelle: decorrenti sul gambo, piuttosto solcate-striate, 9-12 × 5-6,5 µm.
ftte, inizialmente bianche, poi crema-rosa, Habitat: cresce gregario nei boschi di lati-
infne rosa. foglie e di conifere, ai margini dei sentieri, in
Gambo: 2-4 × 0,5-1,2 cm, cilindrico, cilindri- estate e in autunno. Molto comune e diffuso.
co-clavato, con la base da attenuata a legger- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Clitopilus prunulus ha colore e portamento che richiamano le Clitocybe bianche tossiche; tuttavia,
è facilmente riconoscibile per la carne caratteristicamente molto tenera e fragile, friabile e con forte odore
farinoso. Inoltre, il colore rosa delle lamelle nel carpoforo maturo è un ulteriore carattere distintivo. I
Clitopilus hanno la carne molto tenera e fragile, friabile-cassante, di farina fresca bagnata, spore rosa e
costolate, striate-costolate, percorse longitudinalmente da lunghi solchi o striature. Le Clitocybe bianche
tossiche hanno carne fbrosa e spore bianche e lisce.
Note: gli Entoloma sono caratterizzati dalle spore rosa e di forma poligonale, angolose, quindi dalle la-
melle rosa nel carpoforo maturo. Tra le specie congeneri, Entoloma lividoalbum si riconosce per la taglia
considerevole, il cappello bruno-grigiastro, igrofano, il gambo biancastro e la carne con odore farinoso.
Entoloma clypeatum è molto simile, tuttavia non può essere confuso perché cresce in primavera-estate e
presso le rosacee (ciliegio, biancospino ecc.).
Cappello: 2-7 cm, poco carnoso, dapprima so un po’ fessuoso, cavo nell’adulto; glabro,
campanulato-convesso, poi piano-conves- fbrilloso e un po’ brillante, di colore bianca-
so, infne un po’ depresso al centro, con il stro, grigio-ocra pallido.
margine fnemente striato per trasparenza e Carne: poco spessa, un po’ fragile, bianca;
spesso sinuoso e lacerato; igrofano, glabro, odore nitroso, alcalino, sapore sgradevole,
brillante, fbrilloso, di colore molto variabile, leggermente erbaceo.
bruno-grigio, ocra-grigio, spesso più scuro al Spore: rosa in massa, poligonali-angolose,
centro con il tempo umido, beige-grigiastro con 5-7 angoli viste di proflo, 7-10 × 6-8 µm.
se asciutto. Habitat: cresce gregario, spesso in numero-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ab- si esemplari, nei luoghi umidi di boschi di la-
bastanza rade, bianche nel giovane, talvolta tifoglie, nei parchi, in estate-autunno. Molto
con rifessi grigiastri, poi rosa. comune e diffuso.
Gambo: 4-8 × 0,3-0,8 cm, cilindrico, spes- Commestibilitˆ: tossico.
Note: questa specie si riconosce abbastanza facilmente per l’odore nitroso, alcalino (d’acido nitrico, di
cloro misto a rafanoide), molto sgradevole, unica caratteristica che consente di distinguerlo dal simile
Entoloma rhodopolium, specie con odore subnullo o leggermente farinoso. Alcuni AA., tra questi lo spe-
cialista Noordeloos (1992), considerano E. nidorosum come semplice forma di E. rhodopolium.
SiNoNimo: Entoloma saundersii var. hiemale Lazzari & Blatto ex Bellù 1985
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Entolomataceae
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- lore bianco, soffuso di crema-bruno pallido
sferico-campanulato, poi piano-convesso, nell’adulto.
appianato, con umbone ottuso, spesso con Carne: poco spessa nel cappello, più abbon-
depressione attorno all’umbone, con il mar- dante nel gambo, tenera, bianca; odore fari-
gine notevolmente sinuoso-ondulato; f- noso, più evidente al taglio, sapore mite.
brilloso, sericeo, a lucentezza metallica, di Spore: rosa in massa, poligonali, leggermen-
colore grigiastro, grigio-brunastro, grigio ar- te angolose, 11,5-12,5 × 9,5-11 µm.
gento, con fbrille grigio-bianche su sfondo Habitat: cresce in genere subcespitoso o
grigio-bruno. gregario in numerosi esemplari presso gli
Lamelle: smarginate al gambo, abbastanza olmi, nei boschi, nei parchi e giardini (gene-
rade, larghe, bianche nel giovane, poi rosa. ralmente in presenza di grossi olmi), in fne
Gambo: 3-7 × 1-2 cm, cilindrico, attenuato inverno-inizio primavera, in febbraio-marzo.
alla base, raramente un po’ clavato, spesso Non comune.
incurvato; glabro, fbrilloso, sericeo, di co- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: tra gli Entoloma primaverili, Entoloma saundersii è il primo ad apparire: infatti, è possibile rinvenirlo
già da metà febbraio, e si fa riconoscere per il cappello grigiastro, grigio-bruno a lucentezza sericea, di aspetto
metallico, con fbrille grigio-argento, con il margine sinuoso, gambo in genere più corto del diametro del cap-
pello, lamelle rosa nell’adulto e per l’odore farinoso. Entoloma sepium, specie molto simile, cresce in genere nel
mese di aprile in associazione con rosacee, ha portamento più slanciato e cappello senza fbrille grigio-argento.
Cappello: 3-12 cm, carnoso, inizialmente Carne: abbastanza spessa, soda, bianca,
campanulato-convesso, poi piano-convesso, generalmente virante al giallo-arancio per
con o senza umbone, con il margine spes- sfregamento o dove erosa dalle larve; odore
so sinuoso; sericeo, non igrofano, brillante, farinoso, sapore mite, farinoso.
biancastro, bianco-grigiastro con toni crema- Spore: rosa in massa, poligonali-angolose,
giallognoli. subisodiametriche, con 5-7 angoli viste di
Lamelle: smarginate al gambo, un po’ rade, proflo, 8-11 × 7-10 µm.
biancastre nel giovane, poi rosa. Habitat: cresce in genere subcespitoso sot-
Gambo: 5-12 × 0,6-2 cm, più o meno cilindri- to alberi da frutta, negli orti, presso cespugli
co, spesso un po’ dilatato verso la base, incur- di rosacee, biancospino ecc., in primavera.
vato, fessuoso; glabro, fbrilloso-striato, di co- Comune.
lore bianco, bianco-crema, spesso si macchia Commestibilitˆ: commestibile, buono.
di giallo rossastro se sfregato verso la base.
Note: questa specie si riconosce per la crescita in primavera e quasi sempre subcespitosa sotto rosacee,
biancospino, alberi da frutto, spesso negli orti, per il cappello biancastro, bianco-grigiognolo pallido, le
lamelle dapprima bianche ma poi rosa per maturazione delle spore, e per l’odore farinoso. Entoloma
niphoides, rarissima specie ritenuta tossica, dovrebbe distinguersi per il colore bianco puro e brillante del
cappello e del gambo. Entoloma clypeatum ha il cappello più scuro, bruno-grigiastro, e cresce in genere
un po’ più tardi, in primavera-estate.
Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, ini- co-clavato, un po’ dilatato verso la base; gla-
zialmente campanulato-convesso, poi pia- bro, di aspetto sericeo, fnemente pruinoso-f-
no-convesso, con umbone largo e ottuso, brilloso, di colore biancastro, bianco-crema.
con il margine involuto e spesso lobato; f- Carne: cospicua, abbastanza soda, bianca;
brilloso, di aspetto sericeo, di colore grigia- odore farinoso, sapore farinoso.
stro, grigio-ocra, con fbrille grigio-brune su Spore: rosa in massa, poligonali-angolose,
sfondo grigio-crema-biancastro. con 5-6 angoli viste di proflo, 8-11 × 7-9,5 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, non tan- Habitat: cresce a cespi di pochi esemplari o
to ftte, di colore giallo-crema carnicino fn gregario nei boschi di latifoglie, tra il foglia-
dall’inizio e per lungo tempo, poi più rosa me, predilige i boschi di quercia e di faggio,
salmone. in autunno. Abbastanza comune e diffuso.
Gambo: 6-15 × 1-3,5 cm, cilindrico, cilindri- Commestibilità: tossico.
Note: Entoloma sinuatum è un bellissimo e invitante fungo ma molto pericoloso, anche perché facilmente
confondibile, per colorazione e portamento, con Clitocybe nebularis (= Lepista nebularis), fungo ancora
ricercato e consumato, dopo adeguata cottura, da molte persone. Tra l’altro, entrambi condividono lo
stesso habitat e non di rado crescono insieme. Per evitare un possibile scambio si consiglia di focalizzare
l’attenzione sulle lamelle: E. sinuatum ha lamelle smarginate gialle, giallo-rosa, e odore farinoso, mentre
C. nebularis ha lamelle adnate-decorrenti biancastre, bianco-crema, e odore caratteristico dolciastro.
Cappello: 4-14 cm, non tanto carnoso, mente biancastro e con fbrille grigio-brune
inizialmente convesso, poi piano, con um- verso la base.
bone basso, spesso gibboso, con il margine Carne: poco spessa, abbastanza tenace nel
sinuoso-lobato nell’adulto; glabro, liscio o gambo, biancastra, un po’ brunastra alla base
fnemente vellutato-fbrilloso, di colore bru- del gambo; odore rafanoide, di rapa o di radi-
no-grigio, bruno-ocra, bruno bistro fno a ci, sapore da mite ad amarognolo.
bruno-nerastro al centro. Spore: rosa in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, ini- 6-8 × 5-6 µm. Pleurocistidi uncinati.
zialmente bianche, poi rosa carnicino. Habitat: cresce in genere gregario su legno
Gambo: 5-12 × 1-2 cm, eterogeneo con il di latifoglie, predilige le ceppaie marcescenti e
cappello, cilindrico, con la base bulbosa; f- interrate, nei parchi e nei boschi degradati, più
brilloso-striato, talvolta perfno subsquamo- raramente su legno di conifere, dalla primavera
so, di colore bruno-grigiastro, più scuro alla a tutto l’autunno. Molto comune e diffuso.
base e biancastro all’apice, spesso completa- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: i Pluteus sono funghi eterogenei, con lamelle libere al gambo, con spore rosa e con il gambo
nudo, in pratica sprovvisto di anello e di volva. Tra le specie congeneri, Pluteus cervinus si fa riconoscere
principalmente per il cappello brunastro, l’odore rafanoide e per la crescita su legno di latifoglie. Pluteus
pouzarianus è quasi un sosia che cresce solo su legno di conifere, distinto di recente da P. cervinus per via
dei giunti a fbbia: presenti in P. pouzarianus, assenti in P. cervinus.
Cappello: 5-14 cm, carnoso, inizialmente bulbosa e inguainata da una volva membra-
ovoidale, campanulato-convesso, poi piano nosa, talvolta avvolta da abbondante feltro
e con umbone ottuso e basso; glabro, liscio miceliare bianco; glabro o fbrilloso-pruinoso,
e brillante, viscido con il tempo umido, fne- di colore bianco, bianco-crema-grigiognolo.
mente fbrilloso, di colore molto variabile, in Carne: abbastanza spessa, fragile, bianca;
genere grigiastro, ocra-grigio, bruno-grigio, odore rafanoide, sapore mite, un po’ rafanoide.
fno a bruno-grigio-nerastro, ma talvolta per- Spore: rosa in massa, ellissoidali, lisce,
fno biancastro con sfumature grigio-ocra al 12-18 × 7-10 µm.
centro. Habitat: cresce gregaria, talvolta subcespi-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, bian- tosa, al margine di boschi di latifoglie, nei
che all’inizio, poi rosa carnicino. prati incolti e grassi, nei parchi e giardini,
Gambo: 10-18 × 1-2 cm, eterogeneo con presso letamai, in primavera-inverno. Molto
il cappello, cilindrico, attenuato all’apice e comune e diffusa.
allargato verso il basso, con la base un po’ Commestibilità: commestibile.
Note: le Volvariella sono funghi eterogenei, in pratica con il gambo facilmente staccabile dal cappello,
con lamelle libere, a spore rosa e con il gambo provvisto di volva. Nell’ambito del suo genere, Volvariella
gloiocephala si fa riconoscere facilmente per la grossa taglia e per l’odore rafanoide. Alcuni AA. distin-
guono sotto il nome di Volvariella speciosa (= V. gloiocephala var. speciosa) i carpofori con il cappello
biancastro.
Cappello: 6-15 cm, carnoso, inizialmente ampio e sottile, striato nella faccia superiore,
emisferico, emisferico-convesso, poi conves- di colore giallo.
so, piano-convesso, con il margine striato; Carne: abbastanza spessa, più spessa nella
leggermente viscido se umido, glabro, lucido, volva, tenera, bianca, giallognola verso le
vivacemente colorato di arancione, rosso-a- superfci del cappello e del gambo; odore e
rancio uniforme. sapore subnulli.
Lamelle: libere al gambo, ftte, abbastanza Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
larghe, gialle. 8,5-11 × 6-7,5 µm, non amiloidi.
Gambo: 7-15 × 1,5-3 cm, eterogeneo con il Habitat: cresce gregaria nei boschi di latifo-
cappello, cilindrico, leggermente attenuato glie, generalmente a clima temperato di zone
all’apice, con base non bulbosa e avvolta da mediterranee, in estate-autunno. Non tanto
una volva membranosa bianca molto ampia comune.
e spessa, a forma di scodella; liscio, intera- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
mente giallo, con anello membranoso, molto Può essere consumato anche crudo in insalata.
Note: Amanita caesarea, comunemente conosciuta col nome di ovolo buono, è ritenuto il fungo più
buono per eccellenza. Tra le specie del genere Amanita si fa riconoscere facilmente per il cappello arancio,
rosso-arancio, con il margine striato, le lamelle gialle, il gambo giallo con anello membranoso, con base
non bulbosa avvolta da una ampia volva carnosa molto spessa.
Note: Amanita muscaria è senza dubbio il fungo più bello e più conosciuto. A livello specifco non esiste nessun
problema di determinazione. Qualche diffcoltà potrebbe nascere se si vogliono distinguere le sue numerose forme
o varietà esistenti in letteratura. Tra queste, citiamo: la var. aureola con il cappello giallo-arancio e con poche ver-
ruche, quasi glabro; la var. formosa con le verruche sul cappello e alla base del gambo di un bel giallo-oro. Ama-
nita regalis (= A. muscaria var. regalis) ha il cappello più scuro, di colore rosso-fegato e con verruche grigiastre.
Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima emi- volva molto aderente e dissociata in cercini,
sferico-globoso, poi piano-convesso, piano, in anelli sulla parte bassa del gambo; da gla-
talvolta un po’ depresso al centro, con il mar- bro a foccoso, di colore bianco, con anello
gine striato (non distinto nella var. abietum); membranoso.
un po’ viscido se umido, liscio e brillante, di Carne: abbastanza spessa, consistente, bian-
colore brunastro, bruno-ocra, bruno-grigia- ca; odore leggermente rafanoide, sapore mite.
stro, ricoperto da residui di velo generale Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
sotto forma di verruche facilmente detersili 9-11,5 × 7-9 µm, non amiloidi.
e di colore bianco candido. Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, bianche. foglie e di conifere, più frequente al margine
Gambo: 7-12 × 1-2 cm, eterogeneo con il dei boschi, anche nei parchi, in estate-autun-
cappello, cilindrico, attenuato all’apice, con no. Abbastanza comune.
la base bulbosa arrotondata e avvolta da una Commestibilitˆ: tossico.
Note: tra le Amanita con anello, Amanita pantherina si riconosce per il cappello bruno, ricoperto da
piccole verruche bianche e con il margine striato (non distintamente striato nella var. abietum), ma
soprattutto per la volva bianca caratteristicamente dissociata in cercini, anelli o in semianelli verso la
base del gambo appena sopra il bulbo. Le altre Amanita con il cappello brunastro ricoperto da verruche,
confondibili con A. pantherina, sono distinte principalmente per la volva più friabile, non dissociata in
anelli, che lascia residui di colore grigiastro.
Note: è il fungo velenoso mortale per eccellenza. Si riconosce per il cappello verdognolo fbrilloso, per il gambo
con anello e con la base bulbosa inguainata da una volva membranosa. Allo stadio di ovolo può essere pericolo-
samente confusa con l’ovolo di Amanita caesarea. Tuttavia l’ovolo di A. phalloides è, per via del bulbo, più largo
alla base e attenuato in alto, mentre l’ovolo di A. caesarea è più largo in alto e attenuato in basso; inoltre, sezio-
nando l’ovolo, si può notare il colore verdognolo del cappello in A. phalloides, il colore arancio in A. caesarea.
Cappello: 4-8 cm, poco carnoso, dapprima ca; glabro, liscio o fnemente foccoso verso il
emisferico, emisferico-campanulato, poi pia- basso, di colore bianco, biancastro, soffuso di
no-convesso, appianato, con umbone basso crema-grigio pallido nell’adulto, senza anello.
e ottuso, con il margine nettamente striato; Carne: poco spessa, tenera, bianca; odore e
leggermente viscido se umido, glabro, liscio sapore subnulli.
e brillante, di colore grigiastro, grigio-bruno, Spore: bianche in massa, subsferiche, lisce,
grigio cenere. 9,5-12,5 × 9-12 µm, non amiloidi.
Lamelle: libere al gambo, ftte, biancastre, Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
bianco-crema. latifoglie sia di conifere, anche nei parchi, in
Gambo: 8-12 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con estate-autunno. Comune.
il cappello, un po’ slanciato, cilindrico, atte- Commestibilitˆ: commestibile, buono. Da
nuato verso l’alto, con la base non bulbosa e sbollentare per alcuni minuti prima di utiliz-
inguainata da una volva membranacea bian- zarlo nelle preparazioni, altrimenti tossico.
Note: Amanita vaginata è capofla di un cospicuo gruppo di Amanita caratterizzate per l’assenza di
anello e per il cappello con il margine distintamente striato, tutte di buona commestibilità dopo adeguata
cottura. In questo gruppo le varie specie sono distinte principalmente per il colore del cappello, lo spessore,
la consistenza e il colore della volva, e per la forma delle spore, subsferica o ellissoidale. Tra queste specie
A. vaginata si riconosce per il cappello grigiastro, grigio-bruno, per la volva membranosa inguainante e
le spore subsferiche.
Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente rosa carnicino, con focchi fbrillosi e conco-
convesso-campanulato, poi piano-convesso, lori, con anello foccoso effmero, dissociato
con umbone largo e basso, con il margine sul gambo e sul margine del cappello.
leggermente appendicolato; leggermente vi- Carne: poco spessa, tenera, biancastra, leg-
scido con il tempo umido, glabro, da liscio a germente porpora sotto la cuticola; odore
vellutato, spesso verso il margine fnemente non farinoso, sapore mite, erbaceo.
squamoso, di colore bruno-rossastro, bru- Spore: biancastre in massa, sferiche, lisce,
no-porpora vinoso. 4-5 × 4-4,8 µm, non amiloidi.
Lamelle: annesse al gambo, ftte, molto lar- Habitat: cresce gregaria nei boschi di latifo-
ghe, bianche anche nell’adulto. glie, nei parchi, tra l’erba e foglie marcescen-
Gambo: 4-7 × 0,6-1 cm, cilindrico, spesso ti, in estate-autunno. Non comune.
incurvato verso la base; foccoso, di colore Commestibilitˆ: commestibile.
Note: le Limacella si possono suddividere a colpo d’occhio in due gruppi: uno costituito da specie con
il gambo viscido o glutinoso e l’altro da specie con il gambo asciutto. Limacella delicata appartiene al
secondo gruppo e, tra le specie con il gambo asciutto, si fa riconoscere per il cappello di colore bruno-ros-
sastro, bruno-porpora vinoso, e per l’assenza di odore farinoso. Limacella glioderma ha il cappello più sul
bruno-arancio e odore farinoso.
Cappello: 8-15 cm, carnoso, inizialmente emi- supero, molto ampio e doppio, con la faccia
sferico-globoso, emisferico, poi convesso, pia- inferiore a ruota dentata.
no-convesso, con il margine eccedente; asciut- Carne: cospicua, molto spessa, soda, bianca,
to, liscio, sericeo, bianco, soffuso di giallognolo giallognola nel gambo nell’adulto; odore di
al disco nel giovane, poi giallo-ocra pallido, leg- anice, sapore mite, gradevole. RS+
germente ingiallente per sfregamento. Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
Lamelle: libere al gambo, ftte, grigio-rosa soidali, lisce, 6,5-7,5 × 4-5 µm.
pallido nel giovane, poi bruno-porpora. Habitat: cresce gregario nei prati, nei
Gambo: 8-12 × 1,5-3 cm, eterogeneo con pascoli di montagna, ai margini dei boschi,
il cappello, cilindrico, con base regolare o nei parchi e giardini di città dove talora può
leggermente dilatata, non distintamente crescere anche sotto alberi, dalla primavera
bulbosa; glabro, sericeo, bianco, ingiallente all’autunno. Non tanto comune.
per sfregamento, con anello membranoso Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Agaricus arvensis è capofla di un cospicuo gruppo di Agaricus di taglia media o grande con
superfci ingiallenti per sfregamento e con odore di anice, tutti commestibili. Tra questi, si riconosce, oltre
che per i caratteri appena menzionati, per il cappello bianco soffuso di giallognolo al centro nel giovane,
giallo-ocra pallido nell’adulto, per il gambo cilindrico con base spesso leggermente dilatata, con ampio
anello membranoso con faccia inferiore dissociata in grosse squame simulanti una ruota dentata, e per la
crescita in genere fuori dai boschi.
Cappello: 5-15 cm, molto carnoso e massiccio, una pseudovolva alla base, ben evidente nel
inizialmente emisferico, con il centro spianato e giovane.
con il margine fortemente arrotolato su se stes- Carne: molto spessa, soda, bianca, legger-
so, poi piano-convesso, piano; glabro, sericeo, mente virante al rosso-vinoso dopo qualche
talvolta squamoso, di colore bianco, biancastro, minuto al taglio; odore vagamente di fenolo,
ocra-alutaceo, di solito sporco di terra, talvolta sapore mite. RS-
un po’ ingiallisce per sfregamento. Spore: bruno-porpora scuro in massa, sub-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, stret- sferiche, lisce, 5-6 × 4-5 µm.
te, rosa carnicino, poi bruno-porpora. Habitat: cresce gregario nei boschetti di la-
Gambo: 4-10 × 1,5-3 cm, eterogeneo con il tifoglie, nei parchi e nei giardini di città, ai
cappello, tozzo, cilindrico, con la base atte- margini di strade, non di rado rinvenibile in
nuata; glabro, bianco, un po’ rosato all’apice, strade asfaltate e in disuso, dalla primavera
con anello membranoso infero e con residui all’autunno. Abbastanza comune e diffuso.
membranosi di velo generale sotto forma di Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Agaricus bitorquis si riconosce per il portamento robusto, con il margine del cappello fortemente
involuto, arrotolato su se stesso, il gambo con due “anelli” inferi, di cui quello inferiore situato alla base
come una pseudovolva, ben evidente nei carpofori giovani, e per la carne un po’ arrossante al taglio. Aga-
ricus bernardii (= A. maleolens), specie molto simile, cresce in genere su terreno sabbioso, più frequente
lungo i litorali, e ha odore sgradevole di pesce.
Cappello: 5-10 cm, carnoso, inizialmente colore bianco, spesso con toni rosati all’api-
emisferico-convesso, poi piano, piano-con- ce, con anello membranoso-foccoso supero,
vesso, con umbone largo e basso, con il mar- semplice e sottile.
gine eccedente le lamelle e spesso appendi- Carne: cospicua, consistente, bianca, vira
colato; asciutto, un po’ sericeo, squamoso, di leggermente al rosa nella zona alta del gam-
colore bianco o biancastro, spesso soffuso di bo al taglio; odore fungino, sapore gradevole,
rosa carnicino (brunastro nella var. squamulo- dolciastro. RS-
sus), non ingiallente per manipolazione. Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, stret- soidali-ovoidali, lisce, 6,5-8 × 5-5,5 µm.
te, rosa carnicino, poi bruno-porpora, bruno Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
bistro. plari, talvolta subcespitoso, nei prati, nei par-
Gambo: 4-8 × 1-1,5 cm, eterogeneo con il chi, nei giardini e aiuole di città, in estate e
cappello, cilindrico, un po’ allargato verso in autunno. Molto comune e diffuso.
il centro e attenuato alla base; foccoso, di Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: gli Agaricus si possono suddividere in due grandi “gruppi”: uno composto di specie con carne più o meno
arrossante al taglio e senza odore di anice o di fenolo e l’altro composto di specie con superfci più o meno
ingiallenti per strofnio e con odore di anice o di fenolo. Agaricus campestris appartiene al primo gruppo e si
riconosce, oltre che per la carne un po’ arrossante e senza odore di anice, per il colore bianco o bianco-rosato del
cappello, il gambo spesso subfusiforme con anello supero, esiguo e semplice, e per la crescita nei prati.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emisfe- imbrunire leggermente per sfregamento, con
rico-convesso, campanulato, poi piano-con- anello membranoso supero, squamoso sulla
vesso, con il disco spesso un po’ appianato; faccia inferiore, si macchia fortemente di
asciutto, fnemente squamoso, di colore bru- giallo nell’adulto.
nastro, bruno fuligginoso, bruno-nerastro, più Carne: abbastanza spessa, soda, bianca, viran-
scuro al centro, quasi biancastro al margine, te al giallo-limone alla base del gambo al taglio
con piccole squame che lasciano intravedere il o se scalfta, poi tende a imbrunire; odore sgra-
colore di fondo biancastro. devole di fenolo, sapore sgradevole. RS-
Lamelle: libere al gambo, ftte, grigio-rosa pal- Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
lido nel giovane, poi bruno-porpora-nerastre. soidali, lisce, 4-5,5 × 3,5-4 µm.
Gambo: 6-12 × 0,8-1,2 cm, eterogeneo con Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
il cappello, cilindrico, incurvato, con base bul- boschi di latifoglie, nei boschetti umidi, nei
bosa, talvolta con cordoni miceliari; sericeo, parchi e giardini di città, in estate-autunno.
traslucido, glabro, bianco, soffuso di bruno- Piuttosto comune.
vinoso all’apice, dapprima ingiallisce per poi Commestibilitˆ: tossico.
Note: Agaricus moelleri si fa riconoscere per il cappello bruno-fuligginoso fnemente squamoso su fondo
biancastro, il gambo in genere slanciato con base bulbosa e con anello membranoso fortemente ingiallente
nel carpoforo adulto, soprattutto dopo alcune ore dalla raccolta, e per la carne con odore di fenolo, virante
al giallo cromo alla base del gambo al taglio.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmen- ce, ingiallente per sfregamento, con anello
te emisferico, emisferico-globoso, poi pia- membranoso supero, semplice, sottile, spes-
no-convesso, con basso umbone, con il mar- so lacerato.
gine leggermente appendicolato; di aspetto Carne: abbastanza spessa, tenera, bianca-
sericeo, glabro, liscio, di colore biancastro, stra, soffusa di rosa-lilla nella parte alta del
giallo-ocra pallido nell’adulto, ingiallente per gambo; odore di anice, sapore mite, grade-
sfregamento. vole. RS+
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, a lun- Spore: bruno-porpora scuro in massa, ellis-
go pallide, poi bruno-porpora. soidali-ovoidali, lisce, 5-6 × 3-4 µm.
Gambo: 6-12 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con Habitat: cresce gregario nei boschi sia di
il cappello, cilindrico, spesso incurvato, con latifoglie sia di conifere, in estate-autunno.
la base bulbosa; liscio o fnemente foccoso, Abbastanza comune.
biancastro, bianco-rosato, rosa-grigio all’api- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Agaricus silvicola, tra gli Agaricus di taglia media o grande con odore di anice e con superfci
ingiallenti per sfregamento, si riconosce per il cappello biancastro, giallo-ocra pallido nell’adulto, per il
gambo con base bulbosa e con anello sottile e semplice, spesso lacerato, e per la crescita nei boschi. Aga-
ricus tenuivolvatus è più robusto, con il cappello fortemente ingiallente con focchi bianchi, e cresce nei
boschi di conifere, in genere di abete rosso.
Cappello: 8-12 cm, molto carnoso, inizial- miceliare, incurvato; glabro, liscio, bianco, in-
mente globoso, globoso-trapezoidale, poi giallente per sfregamento, con anello membra-
piano-convesso, con il margine spesso mer- noso supero, squamoso nella faccia inferiore.
lettato; glabro, di aspetto sericeo, da liscio Carne: molto spessa, abbastanza soda, bian-
a minutamente fbrilloso, talvolta screpolato ca, virante al giallo cromo alla base del gam-
radialmente, di colore bianco, biancastro, bo al taglio o se scalfta; odore di fenolo, di
leggermente grigio-alutaceo nell’adulto, for- inchiostro di china, sapore sgradevole. RS-
temente ingiallente per manipolazione. Spore: bruno-porpora in massa, ellissoidali,
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, ini- lisce, 5-6,5 × 3,5-4 µm.
zialmente pallide, bianco-grigio, grigio-rosa Habitat: cresce gregario nei prati e in bo-
pallido, poi bruno scuro. schetti di latifoglie, nei parchi e giardini di
Gambo: 8-14 × 1-2 cm, eterogeneo con il cap- città, in estate e in autunno. Abbastanza co-
pello, slanciato nell’adulto, cilindrico, con la mune e diffuso.
base bulbosa arrotondata, spesso con cordone Commestibilitˆ: tossico.
Note: è il capostipite di un gruppo di Agaricus, tutti tossici, caratterizzati dall’odore di fenolo e dall’ingial-
limento delle superfci allo sfregamento e della carne alla base del gambo se scalfta. Tra queste specie, Agari-
cus xanthodermus si riconosce per il cappello bianco e per il gambo slanciato con la base bulbosa. Agaricus
moelleri, molto simile, ha il cappello bruno-fuligginoso fnemente squamoso su sfondo biancastro.
Cappello: 3-4 cm, poco carnoso, quasi mem- spesso lacerato e appendicolato sul margine
branaceo, inizialmente campanulato-convesso, del cappello.
poi piano-convesso, con umbone ottuso, con il Carne: esigua, biancastra nel cappello, bru-
margine spesso appendicolato da lembi di velo; no-vinoso nel gambo; odore caratteristico
squamoso, di colore bruno carnicino, bruno-ful- viroso, simile a Scleroderma, usato di riferi-
vo vinoso al centro, biancastro verso la periferia. mento e defnito di Lepiota cristata, sapore
Lamelle: libere al gambo, ftte, strette, sgradevole.
bianche nel giovane, poi crema. Spore: biancastre in massa, fusiformi con
Gambo: 3-6 × 0,2-0,4 cm, eterogeneo con la base tronca e con sperone laterale, lisce,
il cappello, cilindrico, con la base legger- 6-7,5 × 2,5-3,5 µm, destrinoidi, non metacro-
mente allargata, spesso incurvato, fstoloso; matiche. Epicute di tipo imeniderma.
foccoso, bianco nel giovane, poi soffuso di Habitat: cresce gregaria nei boschi, nei pra-
carnicino-vinoso, con anello membranoso ma ti, nei parchi e giardini di città, in estate e in
talvolta fugace, sottile bianco, spesso con autunno. Molto comune e diffusa.
piccole squame brune sulla faccia inferiore, Commestibilitˆ: tossico.
Note: Lepiota cristata si riconosce per il cappello squamoso, bruno-fulvastro al centro e biancastro al
margine, per il gambo munito di anello membranoso, talora dissociato a lembi sul margine del cappello, e
per il caratteristico odore viroso. Proprio questo forte e sgradevole odore viroso è usato in micologia come
odore di riferimento ed è defnito di Lepiota cristata o di Scleroderma.
Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, inizial- di radichette; foccoso, di colore bianco, con
mente emisferico, campanulato, poi cam- focchi bianchi soffusi di giallo-ocra verso
panulato-convesso, appianato, con umbone l’esterno, anello non evidente.
ottuso, con il margine spesso appendicolato; Carne: poco spessa, tenera, fragile, bianca-
vellutato, da quasi liscio a fnemente squa- stra; odore subnullo, sapore mite.
moso, talora leggermente rugoso, di colore Spore: biancastre in massa, fusiformi, lisce,
giallo-ocra, giallo-bruno-fulvastro più o meno 11-15 × 5-6 µm, destrinoidi, non metacroma-
uniforme. tiche.
Lamelle: libere al gambo, ftte, bianche, Habitat: cresce gregaria o subcespitosa,
bianco-crema. spesso due-tre carpofori uniti per la base del
Gambo: 4-7 × 0,4-0,8 cm, eterogeneo con gambo, tra l’erba presso alberi di latifoglie,
il cappello, cilindrico, talora incurvato, con la nei parchi, in estate-autunno. Piuttosto rara.
base leggermente ingrossata, spesso munita Commestibilitˆ: tossico.
Note: Lepiota oreadiformis si riconosce per il cappello quasi liscio, solo fnemente squamoso, di colore
giallo-ocra più o meno uniforme (richiamante Marasmius oreades), per il gambo foccoso e per le spore
fusiformi. Lepiota clypeolaria, di gran lunga più comune, si distingue principalmente per il cappello più
squamoso, con il centro cromaticamente ben delimitato.
Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, quasi foccoso, fugace ma ben evidente nei carpo-
membranaceo, inizialmente convesso, poi fori giovani.
piano-convesso, con basso umbone; squa- Carne: esigua, tenera, fragile, biancastra,
moso, di colore ocra-rosato, rosa-carnicino, carnicina verso le superfci e alla base del
al disco più fulvo-arancio, più chiaro al mar- gambo; odore gradevole dolciastro, partico-
gine, con squame che lasciano intravedere la lare, non tanto defnibile, sapore subnullo.
carne bianca sottostante. Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: libere al gambo, un po’ ftte, bian- 5,5-7 × 3,5-4 µm, destrinoidi, non metacro-
che, bianco-crema. matiche.
Gambo: 3-5 × 0,3-0,6 cm, eterogeneo con il Habitat: cresce gregaria presso alberi, nei
cappello, cilindrico; foccoso, foccoso-squa- parchi, nei giardini, soprattutto sotto i cedri,
moso, crema-carnicino, rosato, ocra-carnici- in estate-autunno. Comune.
no aranciato, biancastro all’apice, con anello Commestibilitˆ: tossico, mortale!
Note: questa specie si riconosce principalmente per il cappello rosa-ocra carnicino, squamoso, il gambo
più o meno dello stesso colore del cappello, distintamente foccoso, con anello foccoso fugace più evidente
in carpofori giovani, e per l’odore gradevole dolciastro. Essa può causare intossicazioni molto gravi simili
a quelle provocate da Amanita phalloides, quindi è bene prestare attenzione ai bambini che hanno l’abi-
tudine di mettere in bocca tutto ciò che trovano, poiché questo funghetto può crescere tranquillamente
anche nei giardini di casa.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, dapprima emi- cavo; glabro, liscio, di colore bianco, bian-
sferico, emisferico-ovoidale, poi piano-con- co-crema, con anello membranoso imbuti-
vesso, piano, con o senza umbone, con il forme, piccolo, sottile e submobile.
margine spesso appendicolato da piccoli lem- Carne: abbastanza spessa, tenera, bianca;
bi di velo; asciutto, glabro, liscio, di aspetto odore fungino, sapore mite, gradevole.
sericeo, di colore bianco, soffuso di grigio-a- Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali,
lutaceo al centro. lisce, con poro germinativo, 8-9 × 5-6 µm,
Lamelle: libere al gambo, inserite in un col- destrinoidi, metacromatiche.
larium, ftte, inizialmente bianche, poi crema Habitat: cresce gregario nei prati, nei par-
carnicino. chi, nei giardini e aiuole di città, anche in
Gambo: 6-10 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con boschetti, in autunno. Molto comune e dif-
il cappello, cilindrico, cilindrico-clavato, al- fuso.
largato verso il basso e con la base bulbosa, Commestibilità: commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Leucoagaricus leucothites si riconosce con facilità per la taglia media e per
il cappello completamente liscio e bianco. L’unica specie simile con cui potrebbe essere confuso appartiene
a un altro genere molto vicino: si tratta di Macrolepiota heimii, ma le Macrolepiota hanno spore molto
grandi, maggiori di 12 µm, quindi facilmente distinguibile dopo l’osservazione microscopica delle spore.
Cappello: 4-8 cm, poco carnoso, inizialmen- ta fno 1,5 cm, fstoloso; glabro, liscio e luci-
te campanulato, poi piano, con umbone da do, bianco, leggermente ingiallente verso la
ottuso ad acuto ben evidente e con leggera base, con anello membranoso imbutiforme,
depressione attorno, con il margine rivolto bianco.
verso il basso e spesso lacerato; asciutto, solo Carne: poco spessa, fragile, bianca; odore e
al centro un po’ viscido se umido, glabro, lu- sapore subnulli.
cido, fbrilloso, fbrilloso-squamoso, di colore Spore: biancastre in massa, citriformi-amig-
vivace, bruno-rosa, rosa-porpora, più chiaro daliformi affusolate, lisce, 7-9 × 4-5 µm, de-
verso il margine, radialmente fessurato. strinoidi, metacromatiche.
Lamelle: libere un po’ distanti dal gambo, Habitat: cresce gregario nei boschi di pini
ftte, abbastanza larghe, bianche. e di latifoglie, tra residui legnosi, predilige i
Gambo: 5-10 × 0,5-1 cm, eterogeneo con terreni sabbiosi dei litorali, in estate-autun-
il cappello, claviforme, attenuato all’apice e no. Piuttosto raro.
ingrossato verso il basso, con la base dilata- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questo bellissimo e raro Leucoagaricus si riconosce principalmente per il cappello colorato di rosa-por-
pora e radialmente fessurato. I Leucoagaricus si possono riconoscere a occhio nudo per il gambo in genere
slanciato, liscio e con un caratteristico anello membranoso, piccolo e imbutiforme. Tra le specie simili facilmente
confondibili citiamo: Leucoagaricus rubrotinctus, distinto per il colore rosso corallo del cappello, e Leucoa-
garicus purpureolilacinus, distinguibile per il cappello più scuro, bruno-porpora, e per le spore più allungate.
Cappello: 10-25 cm, non tanto carnoso, inizial- so-carnoso doppio, molto spesso e scorrevole
mente globoso, poi piano-convesso, piano, con sul gambo, colorato di bruno-nocciola sulla
umbone ottuso prominente, mammellonato, faccia inferiore.
con il margine fmbriato-lanoso; glabro, liscio Carne: poco spessa, molliccia nel cappello,
nel giovane, poi lacerato in grosse squame bru- piuttosto fbrosa nel gambo, bianca immu-
ne, bruno-nocciola su sfondo biancastro. tabile; odore e sapore gradevoli di nocciola.
Lamelle: libere e distanti dal gambo, ftte, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
larghe, biancastre. con poro germinativo prominente, 13-19 × 9-11
Gambo: 15-30 × 1,5-3 cm, eterogeneo con il µm, destrinoidi, metacromatiche.
cappello, slanciato, cilindrico, con un grosso Habitat: cresce gregaria o solitaria nei pra-
bulbo alla base largo fno a 4-5 cm; tigrato, di ti, nei boschi di montagna, perlopiù di latifo-
colore brunastro, bruno-nocciola, biancastro glie, raramente di sole conifere, in estate e in
alla base, con minute squame brunastre a zig- autunno. Molto comune.
zag su sfondo pallido, con anello membrano- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: l’enorme taglia e il portamento maestoso a ombrello, il cappello grossolanamente squamoso, il gambo deco-
rato da zebrature a zig-zag munito di un grosso anello doppio e scorrevole sono i principali caratteri che consento-
no di riconoscere con facilità questa comune specie, a molti nota come mazza da tamburo. Macrolepiota procera
è abbastanza variabile e di essa esistono alcune varietà, talora diffcilmente separabili. Macrolepiota permixa si
differenzia per l’intenso viraggio al rosso-porpora delle superfci e della carne al taglio o per sfregamento.
Cappello: 8-15 cm, carnoso, inizialmente globo- to, con anello membranoso-carnoso doppio,
so, emisferico-ovoidale, poi convesso; di colore spesso al margine, mobile, bordato di bruno
bruno-grigiastro, bruno-fulvo, bruno-nocciola, sulla faccia inferiore.
glabro e screpolato nel giovane, poi lacerato in Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra, vi-
larghe e profonde squame, disposte concentrica- rante al rosso-arancio al taglio, soprattutto nel
mente, che mostrano la carne biancastra. gambo; odore gradevole fungino, sapore mite.
Lamelle: libere al gambo, abbastanza ftte, Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
larghe e ventricose, biancastre. con poro germinativo tronco, 9-11 × 6,5-7,5
Gambo: 10-18 × 1-2,5 cm, eterogeneo con il µm, destrinoidi, metacromatiche.
cappello, cilindrico, un po’ attenuato all’api- Habitat: cresce gregaria, talvolta a piccoli
ce, con alla base un grosso bulbo arroton- cespi, nei boschi o al loro margine, nei parchi
dato o submarginato; glabro, liscio, bianco e giardini, in estate e in autunno. Abbastanza
nel giovane, poi soffuso di bruno-fulvastro, comune.
virante al rosso-arancio zafferano se scalf- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Macrolepiota rhacodes si riconosce per il cappello con cuticola lacerata in
larghe squame concentriche, il gambo liscio e virante al rosso-arancio se scalfto. Macrolepiota puellaris
ha il cappello bianco, soffuso di grigio-brunastro al centro e carne meno arrossante. Macrolepiota rha-
codes var. venenata, ritenuta tossica e di non facile individuazione, ha il gambo con bulbo nettamente
marginato e carne più ingrigente che arrossante.
SiNoNimo: Coprinopsis atramentaria (Bull. : Fr.) Redhead, Vilgalys & Moncalvo 2001
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae
Cappello: 3-8 cm, poco carnoso, quasi mem- bianco, con zona anulare molto bassa, costi-
branaceo, inizialmente ovoidale, poi campanu- tuita da residui di velo parziale bianco e ben
lato-convesso, infne piano e con il margine delimitata da piccole squame brunastre che
revoluto, da notevolmente striato a scanala- ricoprono la parte basale.
to-solcato fn quasi al centro; di aspetto se- Carne: sottile, fragile ed effmera, bian-
riceo, argenteo, foccoso, di colore grigiastro, co-grigiastra; odore e sapore subnulli.
bruno-grigio, con piccoli focchi brunastri più Spore: nere in massa, ellissoidali, lisce, con
abbondanti al centro, deliquescente. poro germinativo, 8-10,5 × 5-6,5 µm.
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, piuttosto Habitat: cresce cespitoso presso latifoglie e
larghe, inizialmente biancastre, poi rosa-lilla a conifere, su residui di legno, attorno a ceppaie,
partire dal margine, infne nere e deliquescenti. predilige i parchi, giardini e aiuole di città,
Gambo: 7-15 × 0,8-1,5 cm, eterogeneo con dalla primavera all’autunno. Comune.
il cappello, cilindrico, attenuato all’apice, con Commestibilità: tossico se consumato con
la base appuntita e radicante, cavo; glabro, bevande alcoliche.
Note: tra i Coprinus di taglia considerevole, questa specie si riconosce per la crescita cespitosa, il cappello
ovoidale grigiastro notevolmente solcato-striato, di colore grigio-brunastro argenteo e per il gambo con
squame brune alla base. La sua tossicità è vincolata al consumo di sostanze alcoliche, durante, prima o
dopo il pasto. Coprinus alopecia è un sosia, ma ben distinto microscopicamente per le spore verrucose.
Coprinus acuminatus ha il cappello conico appuntito, con umbone acuto.
Cappello: 4-10 cm, poco carnoso, dapprima ci- bianco, fnemente squamoso nel giovane,
lindrico, cilindrico-fusiforme, poi campanulato, con anello membranoso, stretto e mobile.
infne con il margine revoluto, striato e lace- Carne: poco spessa, fragile ed effmera,
rato; grossolanamente squamoso, biancastro, bianca; inodore, sapore gradevole.
bianco-crema, ocra-nocciola al centro, grigio- Spore: nere in massa, ellissoidali, lisce, con
viola-nerastro nell’adulto, deliquescente. poro germinativo, 10-13 × 6,5-8 µm.
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, piut- Habitat: cresce gregario nei prati incolti
tosto larghe, inizialmente bianche, poi ro- e concimati, nei parchi, giardini e aiuole di
sa-lilla a partire dal margine, infne nere e città, dalla primavera all’autunno. Molto co-
deliquescenti. mune e diffuso.
Gambo: 8-20 × 1-2 cm, eterogeneo con il Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
cappello, cilindrico, leggermente bulboso alla Consumare solo carpofori giovani con lamelle
base, spesso subradicante, fstoloso; glabro, ancora completamente bianche.
Note: i Coprinus sono funghi molto fragili, membranacei, poco o per nulla carnosi, con lamelle e cappello
deliquescenti, con spore in genere nerastre, bruno-nerastre. Tra le specie congeneri, Coprinus comatus si
riconosce facilmente per la taglia grande, il cappello cilindrico-fusiforme e biancastro, bianco-ocra, e gros-
solanamente squamoso. Nonostante il suo aspetto poco invitante è un eccellente commestibile: metterlo a
pezzetti in padella, lasciare evaporare parte della sua acqua, aggiungere un po’ di burro, del dado da brodo,
quanto basta per salare, e fatelo saltare per pochi minuti. Provare per credere!
Cappello: 0,5-1,5 cm, membranaceo, dap- stro, grigio pallido, punteggiato di bianco su
prima cilindrico-ovoidale, poi campanu- sfondo grigiastro.
lato-convesso, plissettato, solcato-striato Carne: esigua, molto fragile ed effmera,
fn quasi al centro; glabro, pubescente se biancastra; inodore, sapore mite.
osservato con la lente, con tracce di velo Spore: nerastre in massa, ellissoidali, lisce,
granuloso-foccoso al centro e nel giovane, con poro germinativo, 7,5-9,5 × 4-5,5 µm.
di colore bianco-crema, passante al grigia- Pileocistidi cilindrici-setulosi. Velo a ife vesci-
stro con la crescita, ocra al centro, non de- colose-piriformi e verrucose.
liquescente. Habitat: cresce gregario in numerosissimi
Lamelle: adnate al gambo, poco ftte, bian- esemplari su e intorno a ceppaie e radici in-
che, poi nerastre, non deliquescenti. terrate di latifoglie, nei parchi, dalla primave-
Gambo: 2-4 × 0,1-0,15 cm, cilindrico, spes- ra all’autunno. Comune.
so incurvato; fnemente pubescente, bianca- Commestibilità: non commestibile.
Note: per il modo disseminato di manifestarsi, talora in migliaia di esemplari, è il Coprinus più facile da
riconoscere. Psathyrella pygmaena è quasi un sosia, cresce come Coprinus disseminatus ma è tenden-
zialmente più terricola, i carpofori sono disseminati sia su legno sia sul terreno circostante, e si distingue
con sicurezza solo microscopicamente: C. disseminatus ha cistidi setuliformi sulla superfcie pileica, P.
pygmaena non ha questi pileocistidi e, inoltre, ha spore più piccole. La presenza o assenza delle sete sul
cappello può essere rilevata anche con l’ausilio di una lente di sette-dieci ingrandimenti.
SiNoNimo: Coprinellus micaceus (Bull. : Fr.) Vilgalys, Hopple & Jacq. Johnson 2001
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae
Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, quasi mem- alla base, cavo; fnemente pruinoso nel gio-
branaceo, inizialmente ovoidale, emisferico-o- vane, meno nell’adulto, bianco.
voidale, poi campanulato-convesso, plissettato, Carne: esigua, fragile ed effmera, bianca-
striato-solcato fn quasi al disco; pruinoso, mi- stra, crema-ocra; inodore, sapore mite.
caceo, glabro nell’adulto, di colore bruno-ocra, Spore: nere in massa, mitriformi viste fron-
bruno-rossastro al centro, bruno-ocra giallo- talmente, amigdaliformi di proflo, lisce, con
gnolo verso il margine, nel giovane densamente poro germinativo, 7-10 × 5-6,5 × 4,5-5,5 µm.
ricoperto da focchi-farinosi crema-ocra pallido, Caulocistidi cilindrici-setulosi. Velo a ife fli-
facilmente detersili, deliquescente. formi e cellulari, verrucose.
Lamelle: libere al gambo, molto ftte, lar- Habitat: cresce cespitoso su legno di latifoglie,
ghe, bianche, poi nere e deliquescenti. ceppaie, tronchi e radici interrate marcescenti,
Gambo: 3-8 × 0,2-0,5 cm, eterogeneo con nei parchi, dalla primavera all’autunno. Comune.
il cappello, cilindrico, leggermente allargato Commestibilità: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Coprinus micaceus si riconosce principalmente per la crescita cespitosa,
il cappello bruno-ocra-fulvastro e, nel giovane, con focchi micacei crema-ocra, e per il gambo pruinoso,
con sete. Coprinus truncorum e Coprinus saccharinus sono dei perfetti sosia, distinti per il cappello più
pallido e il gambo liscio, senza sete. Coprinus domesticus e Coprinus radians hanno la base del gambo
bulbosa-volviforme crescente da ozonio (feltro miceliare ocra rugginoso); il primo ha spore cilindriche-fa-
seoliformi, il secondo ellissoidali.
SiNoNimo: Parasola plicatilis (Curtis : Fr.) Redhead, Vilgalys & Hopple 2001
PoSizioNe SiStematica: ordine Agaricales, famiglia Coprinaceae
Cappello: 1,2-2,5 cm, membranaceo, inizial- Carne: esigua, molto fragile ed effmera,
mente cilindrico-ovoidale, poi piano-conves- biancastra, grigio-crema; inodore, sapore
so, infne piano, molto plissettato, solcato mite.
fno al disco; glabro, opaco, di colore grigia- Spore: nere in massa, mitriformi-lentico-
stro, bruno-grigiastro, bruno-ocra al centro, lari, lisce, con poro germinativo eccentrico,
non deliquescente. 10,5-13,5 × 8-10 × 6-7 µm.
Lamelle: libere e distanti dal gambo, rade, stret- Habitat: cresce gregario nell’erba, in bo-
te, grigiastre, poi nerastre, non deliquescenti. schetti o al loro margine, predilige i parchi,
Gambo: 4-7 × 0,1-0,2 cm, fliforme, cilin- giardini e aiuole di città, in estate-autunno.
drico, fessuoso, con la base bulbosa; glabro, Abbastanza comune.
liscio e traslucido, bianco, spesso soffuso di Commestibilitˆ: non commestibile.
crema-grigiognolo.
Note: Coprinus plicatilis fa parte di un gruppetto di Coprinus inseriti nella sez. Hemerobii, caratterizza-
ti dal cappello glabro, nudo, senza residui di velo e senza sete. Tutti di diffcile separazione macroscopica,
distinti principalmente per le spore diverse nella forma, dimensione e posizione del poro germinativo. Tra
questi, C. plicatilis si riconosce per le spore mitriformi-lenticolari e con poro germinativo eccentrico. Co-
prinus kuehneri (= C. plicatilis var. microsporus) ha spore più piccole, 8,5-10 × 7-8 × 5-6 µm. Coprinus
hemerobius, capostipite di questo gruppo, ha spore ellissoidali e con poro germinativo centrale. Coprinus
auricomus, piuttosto comune, presenta lunghe sete brune a parete spessa al centro del cappello.
Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, quasi base; foccoso-squamoso, di colore bruno-o-
membranaceo, dapprima campanulato-con- cra, bruno-fulvastro, bianco all’apice, ricoper-
vesso, poi piano-convesso, con umbone largo to da focchi bianco-crema, più abbondanti
e basso, con il margine eccedente le lamelle, in zona anulare, ben evidenziata dal deposito
lanoso-villoso per residui di velo bianco-cre- di spore nere.
ma; asciutto, feltrato, fbrilloso-squamoso, di Carne: sottile, molto fragile, acquosa, bru-
colore bruno-ocra, bruno-fulvo, biancastro al nastra; odore subnullo, sapore astringente.
margine. Spore: nere in massa, amigdaliformi, verruco-
Lamelle: annesse-adnate al gambo, poco se, con poro germinativo, 8,5-10 × 5,5-6,5 µm.
ftte, larghe, di colore bruno-ocra porporino, Habitat: cresce gregaria o a piccoli cespi
poi nerastre, con il flo pallido e lacrimante nell’erba o tra residui di legno di latifoglia,
copiose goccioline acquose. nei boschi, lungo i sentieri, nei parchi, in
Gambo: 4-10 × 0,5-1 cm, cilindrico, talvol- estate-autunno. Abbastanza comune.
ta incurvato, leggermente dilatato verso la Commestibilitˆ: commestibile.
Note: questa specie si fa riconoscere principalmente per le lamelle lacrimanti e per le spore verrucose. Le
Psathyrella, invece, sono tutte con spore lisce, con o senza poro germinativo, e le loro lamelle non emet-
tono goccioline. Ciononostante, alcuni AA. considerano il genere Lacrymaria come sottogenere del genere
Psathyrella, chiamando la specie in oggetto col nome di Psathyrella lacrymabunda.
Cappello: 2-3 cm, membranaceo, inizial- di colore bruno carnicino, pallido alla base e
mente conico-convesso, campanulato, poi all’apice.
piano-convesso, con umbone ottuso; asciut- Carne: molto sottile, pressoché inesistente,
to, igrofano, glabro, di colore grigio-bruno fragile nel cappello, più tenace nel gambo,
con toni rosati, bruno fuligginoso, grigio-ful- brunastra, bruno-giallognolo; odore e sapore
vastro, si schiarisce a partire dal centro con il subnulli.
tempo asciutto. Spore: bruno-nero porpora in massa, el-
Lamelle: adnate al gambo, quasi rade, di co- lissoidi, verrucose, con poro germinativo,
lore grigio-bruno rosato, maculate di bruno- 13-16 × 7-9 µm.
nerastro, di aspetto marmorizzato. Habitat: cresce gregaria nei prati, tra l’erba
Gambo: 5-8 × 0,15-0,3 cm, cilindrico, sot- nei parchi, nei giardini, nelle aiuole, dalla pri-
tile e slanciato, quasi fliforme, spesso fes- mavera all’autunno. Comune.
suoso; fbrilloso, pruinoso, di aspetto sericeo, Commestibilitˆ: tossico.
Note: le spore verrucose, bruno-nerastre e con poro germinativo, costituiscono il principale carattere che
consente di riconoscere facilmente Panaeolina foenisecii tra le specie simili. Alcuni AA. considerano que-
sta specie nel genere Panaeolus (fno a quando non c’è unifcazione di opinione tra i vari AA., si è liberi di
considerare la specie foenisecii nel genere Panaeolina oppure nel genere Panaeolus: una sistematica non
può essere imposta a un’altra).
Cappello: 2,5-6 cm, membranaceo, inizial- con la crescita, si dissocia completamente sul
mente conico-convesso, campanulato, poi margine del cappello.
piano-convesso, con umbone ottuso, con il Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
margine appendicolato da lembi di velo, tal- che nel gambo, si sbriciola con estrema faci-
volta poco evidenti; igrofano, glabro, ocra lità alla manipolazione, bianco-grigia; senza
pallido se umido, biancastro con il centro odore particolare, sapore fungino.
alutaceo se asciutto. Spore: bruno-porpora-viola in massa, ellissoida-
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, li, lisce, con poro germinativo, 7-9 × 4-5,5 µm.
grigio-lilla, poi lilla-porpora, bruno-viola. Habitat: cresce gregaria o subcespitosa
Gambo: 4-8 × 0,3-0,5 cm, cilindrico, spes- su residui legnosi interrati, su ceppaie e su
so incurvato, fstoloso; glabro, liscio, talvolta terreno circostante, nei boschi, nei parchi
fnemente foccoso, di colore bianco, bian- e giardini, nei valloni, dalla tarda primavera
co-crema, con velo parziale molto fugace, all’autunno. Molto comune e diffusa.
evidente nei carpofori molto giovani che, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie è molto comune e si riconosce principalmente per il cappello igrofano, biancastro con il cen-
tro alutaceo e con il margine appendicolato da residui di velo bianco. Talvolta, per vari motivi, i residui di velo
sul margine del cappello non sono evidenti e in tal caso è più diffcile riconoscerla a occhio nudo. Psathyrella
spadiceogrisea è piuttosto simile ma cresce perlopiù in primavera e non ha il margine del cappello appendi-
colato. Psathyrella leucotephra, anch’essa cespitosa, ha il gambo con anello e spore senza poro germinativo.
Cappello: 2-4 cm, membranaceo, conico, Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
conico-campanulato, con umbone da acuto a che nel gambo, si sbriciola con estrema faci-
ottuso, senza residui di velo al margine; igro- lità alla manipolazione, crema-ocra, bruno-o-
fano, glabro, fnemente striato quasi fno al cra pallido; inodore, sapore dolciastro.
disco, di colore bruno-fulvo, bruno-rossastro Spore: bruno-porpora nere in massa, ellissoida-
se inumidito, ocra-giallognolo, ocra-grigia- li, lisce, con poro germinativo, 13-17 × 7-8,5 µm.
stro pallido se asciutto. Pileocistidi setuliformi, costituiti da lunghi
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, peli bruni a parete spessa.
grigio-ocra, poi bruno-porpora. Habitat: cresce gregaria su terreno nei bo-
Gambo: 8-15 × 0,2-0,4 cm, molto slanciato, schi umidi e degradati, tra residui di legno e
sottile, cilindrico, talvolta leggermente bul- fogliame, nei parchi, in estate e in autunno.
boso alla base, fstoloso; glabro, liscio, piut- Abbastanza comune.
tosto lucido, fnemente feltrato alla base, di Commestibilità: non commestibile.
colore biancastro, bianco-crema.
Note: Psathyrella conopilus è molto facile da riconoscere per il cappello igrofano e caratteristicamente
conico, di colore bruno-rossastro quando è imbevuto di acqua, senza residui di velo sul margine, per il gambo
molto lungo e sottile, ma soprattutto per la presenza di lunghi peli bruni (sete) a parete spessa emergenti
dall’epicute, come in Coprinus auricomus. Quest’ultima caratteristica microscopica è propria soltanto di
questa Psathyrella e da sola consente di distinguere con assoluta sicurezza questa comune specie.
Cappello: 1-3 cm, membranaceo, conico, coni- in prossimità della base, di colore bianco,
co-campanulato, emisferico-campanulato, con bianco-grigio pallido.
umbone ottuso; igrofano, da glabro a fnemen- Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
te fbrilloso, di colore bruno-fulvo, ocra-fulva- che nel gambo, si sbriciola con estrema faci-
stro se inumidito, ocra-giallognolo, ocra-grigia- lità alla manipolazione, bianco-crema; inodo-
stro se asciutto, biancastro all’estremo margine. re, sapore delicato.
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, Spore: bruno-porpora viola in massa, ellissoida-
carnicine, poi brunastre, bruno-viola. li, lisce, con poro germinativo, 7-8,5 × 4-4,5 µm.
Gambo: 4-12 × 0,15-0,3 cm, piuttosto slan- Habitat: cresce cespitosa in numerosissimi
ciato, quasi fliforme, cilindrico, fascicolato esemplari fascicolati, uniti per la parte bassa
con numerosi altri gambi e subradicante, f- del gambo, su terreno nei boschi di latifoglie,
stoloso; fnemente pruinoso-foccoso in tut- nell’erba presso alberi, nei parchi e giardini di
ta la lunghezza, con feltrato miceliare bianco città, in estate-autunno. Poco comune.
alla base, spesso con sottile residuo anulare Commestibilitˆ: non commestibile.
Cappello: 2-5 cm, membranaceo, dapprima re al cappello, più pallido all’apice e verso la
emisferico-convesso, campanulato-convesso, poi base.
piano-convesso più o meno uniforme, umbone Carne: esigua, molto fragile, sia nel cappello
poco pronunciato, con il margine appendicolato che nel gambo, si sbriciola con estrema facilità
da residui di velo, non striato; igrofano, opaco, alla manipolazione, brunastra, bruno-rossastra
fbrilloso, talvolta un po’ rugoso, con su piccoli se inumidita; odore fungino, sapore dolce.
focchi bianchi, appressati soprattutto verso la Spore: bruno-porpora in massa, ellissoidali,
periferia, di colore bruno-rosso, bruno-arancio lisce, con poro germinativo molto piccolo,
scuro se inumidito, bruno-giallognolo al margi- poco visibile, 5-6 × 3-4 µm. Cistidi fusiformi,
ne, ocra-giallognolo se asciutto. con apice ottuso e liscio, senza cristalli.
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, Habitat: cresce cespitosa su legno di lati-
bianco carnicino, poi bruno bistro. foglie, ceppaie, tronchi o radici interrate,
Gambo: 3-7 × 0,3-0,6 cm, cilindrico, spesso nei parchi, in estate e in autunno. Comune
incurvato, fstoloso; fnemente foccoso, con e diffusa.
piccoli focchi biancastri su fondo concolo- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si riconosce, oltre che per la sua fragilità e igrofaneità, principalmente per il cappello
bruno-rossastro, con su piccoli focchi bianchi, e per la crescita cespitosa su legno di latifoglie, ceppaie, tronchi
o radici interrate. Psathyrella spadicea è molto simile per colorazione e cresce anch’essa su legno, ma è molto
più robusta, ha spore più grandi e senza poro germinativo, e cistidi metuloidi con cristalli all’apice.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, dapprima emi- so, punteggiato da squame brune, con anello
sferico, poi piano-convesso, piano, raramente membranoso, biancastro, spesso brunastro
leggermente depresso, con il margine regolare sulla faccia inferiore.
o lacerato; un po’ viscido con il tempo umido, Carne: cospicua, soda, bianca; odore acidulo
glabro, da liscio a rugoso, di colore variabile di pasta lievitata, sapore fungino.
che va dal bruno cioccolato scuro al caffelat- Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali, li-
te, più scuro nel giovane, si schiarisce con la sce, poro germinativo indistinto, 7-10 × 5-6 µm.
crescita, talvolta fno al biancastro al margine. Habitat: cresce cespitosa su legno di pioppo,
Lamelle: adnate al gambo, ftte, biancastre, ceppaie e tronchi marcescenti, anche alla base
poi bruno-grigiastre. di tronchi viventi, sporadicamente su legno di
Gambo: 4-15 × 0,3-1,5 cm, cilindrico, spesso sambuco, salice e altre latifoglie, in ogni perio-
incurvato, con la base attenuata e unita ad do dell’anno. Molto comune e diffusa.
altri gambi; biancastro, leggermente fbrillo- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: questa Agrocybe, nota come piopparello, è molto ricercata e apprezzata dai consumatori di funghi,
è anche coltivata e commercializzata industrialmente. È molto comune in Italia, soprattutto in pianura,
dove cresce abbondantemente perlopiù su vecchi alberi di pioppo, radici o ceppaie marcescenti, ma piut-
tosto rara nei paesi nordici. Per determinare questa specie, nell’ambito del genere Agrocybe, è suffciente
verifcare la crescita lignicola e la presenza di anello, poiché le altre Agrocybe con anello crescono su
terreno.
Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, inizial- striato-fbrilloso, con anello membranoso, su-
mente convesso, campanulato-convesso, poi pero e pendulo.
piano-convesso, piano, con umbone largo e Carne: poco spessa, consistente, biancastra,
basso, con il margine spesso appendicolato brunastra verso la base del gambo; odore fa-
da resti di velo; leggermente igrofano, nel rinoso, di buccia di anguria, sapore farinoso,
giovane un po’ viscido se umido, sericeo se dapprima dolciastro, poi amarognolo.
asciutto, glabro, di colore crema-alutaceo Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali,
con toni grigiastri. lisce, con poro germinativo, 7,5-10 × 5,5-7 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bianca- Habitat: cresce gregaria tra l’erba nei bo-
stre, poi bruno-grigiastre. schi, nei parchi e giardini di città, nei prati,
Gambo: 6-10 × 0,4-1,2 cm, cilindrico, spes- in tarda primavera, principalmente nel mese
so incurvato, spesso con sottili radichette di maggio. Piuttosto comune.
miceliari alla base; biancastro, bianco-crema, Commestibilitˆ: commestibile.
Note: questa specie si riconosce facilmente per la crescita primaverile, il cappello pallido un po’ igrofano, il
gambo con anello membranoso, supero e pendulo, e per il forte odore farinoso, di buccia di anguria. Agrocy-
be dura (= A. molesta) se ne distingue per il cappello più carnoso e non igrofano, più pallido e con tendenza
a screpolarsi, per l’assenza di odore farinoso, per l’anello lanoso, effmero, e per le spore più grandi. Agrocybe
paludosa è di piccola taglia, dal portamento gracile e slanciato, con gambo lungo e sottile, spesso 0,2-0,3 cm,
con anello infero orizzontale, non pendulo, ed è rinvenibile in terreni paludosi o nei prati inondati.
Cappello: 3-7 cm, relativamente carnoso, ini- so, pruinoso all’apice, subconcolore al cappello.
zialmente e per lungo tempo campanulato-con- Carne: poco spessa, biancastra; odore dol-
vesso, poi piano-convesso, con umbone largo e ciastro gradevole, non ben defnibile, fari-
ottuso, con il margine acuto, sinuoso nell’adul- noso al taglio, sapore da dolciastro a legger-
to; igrofano, asciutto, glabro, evidentemente mente amaro, con componente farinosa.
rugoso, come martellato da fossette, bruno- Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali, lisce,
giallognolo, bruno-ocra uniforme, soffuso di con poro germinativo, 9,5-12,5 × 6,5-7,5 µm. Chei-
grigiastro se umido, giallo-alutaceo se asciutto. locistidi fusiformi. Pleurocistidi ventricosi.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Habitat: cresce gregaria o subcespitosa tra
argilla-grigiastre, poi bruno tabacco. residui di latifoglie, in genere nei parchi e
Gambo: 4-8 × 0,4-1 cm, cilindrico-clavato, giardini, dove abbonda il macinato di legno
con la base bulbosa arrotondata larga fno 1,5 proveniente dalla potatura degli alberi, in
cm, spesso con tendenza ad abbozzare una tarda primavera; predilige il mese di maggio.
sorta di radice, munita di sottili radichette mi- Non comune.
celiari bianche; da glabro a fnemente fbrillo- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa relativamente rara specie appartiene a un gruppo di Agrocybe sprovviste di anello, tutte di pic-
cola o piccolissima taglia tranne essa. Fra queste, si riconosce con facilità, oltre che per la taglia considerevole,
per il cappello campanulato, igrofano e rugoso, picchiettato da fossette, il gambo clavato con la base bulbosa,
spesso con tendenza ad abbozzare una sorta di radice, e per avere cheilocistidi di forma diversa dai pleurocistidi.
Note: i Bolbitius sono funghi membranacei a spore ocra, caratterizzati dal cappello viscido e con il mar-
gine striato-solcato, richiamanti un po’ i Coprinus. Tra le poche specie congeneri, Bolbitius titubans (= B.
vitellinus) si riconosce per il colore giallo nel cappello e nel gambo. Bolbitius variicolor si distingue per il
cappello soffuso di bruno-oliva e con venature più scure al centro.
Cappello: 2-6 cm, un po’ carnoso, dappri- Carne: poco spessa, giallognola, ocra-ruggi-
ma emisferico-convesso, poi convesso, pia- ne alla base del gambo; odore leggermente
no-convesso, con o senza umbone; liscio, fungino, di muffa o di muschio, sapore dolce.
brillante se umido, di colore giallo miele, gial- Spore: bruno-viola-nerastre in massa, ellissoi-
lo-oliva, giallo-arancio al centro, nel giovane dali, lisce, con poro germinativo, 7-9 × 3,5-5
con residui di velo bianchi al margine. µm. Pleurocistidi fusiformi-ventricosi, con
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ab- contenuto giallo rifrangente in ammoniaca
bastanza ftte, di colore crema-grigio pallido (= chrisocistidi).
nel giovane, poi bruno-viola-nerastre. Habitat: cresce cespitoso o gregario a piccoli
Gambo: 3-8 × 0,3-0,6 cm, cilindrico, spes- cespi su legno di conifere, predilige l’abete rosso
so incurvato; fbrilloso, fnemente squamo- di montagna, in estate e in autunno. Comune.
so-foccoso, di colore giallognolo, giallo pallido Commestibilità: commestibile.
all’apice, bruno-arancio verso la base, con cor-
tina effmera, evidente nei giovani esemplari.
Note: questa specie è molto simile e facile da confondere con Hypholoma fasciculare, specie di provata
tossicità. I principali caratteri che consentono di distinguere le due specie sono: lamelle crema-grigio pal-
lide nei giovani carpofori e carne dolce in H. capnoides, lamelle gialle-verdognole nei giovani esemplari e
carne notevolmente amara in H. fasciculare.
Cappello: 2-6 cm, poco carnoso, dapprima spesso un po’ bruno-arancio alla base, con cor-
emisferico-convesso, convesso-campanulato, tina effmera evidente nei carpofori giovani.
poi piano-convesso, con o senza umbone, Carne: poco spessa, giallognola; odore irrile-
con il margine spesso appendicolato; liscio, vante, sapore piuttosto amaro.
glabro, di colore giallo, giallo zolfo, giallo-ver- Spore: bruno-nero-violette in massa, ellissoi-
dognolo, giallo-arancio verso il centro, con dali, lisce, con poro germinativo, 6-7,5 × 3,5-4
piccoli focchi fbrillosi verso il margine, più µm. Pleurocistidi cilindrico-lageniformi, con
evidenti nell’esemplare giovane. contenuto giallo rifrangente in ammoniaca
Lamelle: adnate al gambo, abbastanza ftte, (= chrisocistidi).
nel giovane giallo zolfo, giallo-verdognole, Habitat: cresce cespitoso su legno di lati-
poi bruno-oliva, bruno-nero-violette. foglie, raramente anche di conifere, talora
Gambo: 4-10 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, spes- apparentemente terricolo, in ogni periodo
so incurvato-fessuoso; fnemente fbrilloso, dell’anno. Molto comune.
di colore giallo, giallo-zolfo come il cappello, Commestibilitˆ: tossico.
Note: specie molto comune e facile da rinvenire in ogni periodo dell’anno, si riconosce facilmente per la
crescita cespitosa e lignicola, il colore prevalentemente giallo zolfo in ogni parte, talora giallo-arancio
al centro del cappello, giallo-verdognolo nelle lamelle nei giovani carpofori e per la carne molto amara.
Hypholoma capnoides è simile ma con carne dolce, ha lamelle crema-grigiognole nel giovane e cresce solo
su legno di conifere.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, dapprima emi- Carne: un po’ spessa, giallognola nel cappel-
sferico-convesso, poi convesso, piano-conves- lo e all’apice del gambo, bruno ruggine alla
so, con il margine involuto e appendicolato; base; odore irrilevante, sapore amaro.
liscio, opaco se asciutto, di colore laterizio, Spore: bruno-porpora-violette in massa,
rosso mattone, rosso-arancio, giallo-ocra e co- ellissoidali, lisce, con poro germinativo,
perto da focchi cortiniformi verso il margine. 5,5-7,5 × 3,5-4,5 µm. Pleurocistidi fusiformi-
Lamelle: adnate al gambo, ftte, nel giova- ventricosi, con contenuto giallo rifrangente
ne giallo-crema, poi bruno-oliva, bruno-nero- in ammoniaca (= chrisocistidi).
violette. Habitat: cresce cespitoso su legno mar-
Gambo: 5-12 × 0,5-1,2 cm, cilindrico, spesso in- cescente di latifoglie, raramente di conifere,
curvato; fnemente foccoso, fbrilloso, da bian- nei boschi, nei parchi, in ogni periodo dell’an-
castro a giallo-ocra verso l’alto, progressivamente no. Molto comune.
bruno-arancio rugginoso verso il basso, con cor- Commestibilitˆ: tossico.
tina foccosa, più evidente nei giovani carpofori.
Note: specie molto simile e talora facile da confondere con Hypholoma fasciculare, soprattutto quan-
do quest’ultimo si presenta con il centro del cappello particolarmente colorato di arancione. Tuttavia,
Hypholoma sublateritium si distingue da H. fasciculare perché è caratterizzata da carpofori di taglia
maggiore e più carnosi, con il cappello più intensamente colorato di rosso-arancio, con al margine abbon-
danti residui di velo, e con il gambo bruno ruggine nella metà inferiore.
Cappello: 2-6 cm, poco carnoso, dapprima perto da piccole squame facilmente deter-
campanulato-convesso, poi piano-convesso, sili, con anello submembranoso, abbastanza
con umbone ottuso e piuttosto ampio; no- fugace.
tevolmente igrofano, liscio e lucente, spesso Carne: poco spessa, consistente, biancastra,
fnemente foccoso al margine, di colore bru- crema-ocra pallido; odore fungino, non di fa-
no-ocra, bruno-rossastro con il tempo umi- rina o subrafanoide, sapore dolce.
do, si schiarisce fno al giallo-ocra a partire Spore: bruno cioccolato in massa, ellissoida-
dal centro con la disidratazione. li, praticamente lisce, con poro germinativo,
Lamelle: adnate al gambo, ftte, crema nel 6-7,5 × 3,5-5 µm.
giovane, poi brune, bruno cioccolato. Habitat: cresce cespitosa, perlopiù in nu-
Gambo: 3-7 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, spes- merosissimi esemplari, su legno marcescente,
so incurvato, anche fessuoso; quasi armilla- sia di latifoglie sia di conifere, dalla tarda pri-
to, di colore bruno-rossastro, bianco-crema mavera all’autunno. Molto comune e diffusa.
all’apice, bruno-nerastro verso la base, rico- Commestibilità: commestibile, ottimo.
Note: questa specie si fa riconoscere per il suo modo di crescere, copiosamente cespitosa su legno, perlopiù di
latifoglie, per il cappello notevolmente igrofano e per il gambo foccoso con anello membranaceo. Si tratta di
un fungo piuttosto gustoso, tuttavia si raccomanda, ai poco esperti, di non consumarlo, perché confondibile
con la velenosa e mortale Galerina marginata e con specie affni. G. marginata predilige crescere gregaria, ha
il gambo meno ornamentato, odore farinoso-rafanoide e spore verrucose senza poro germinativo.
Cappello: 2-5 cm, carnoso, inizialmente emi- base, con anello effmero cotonoso, evanescente.
sferico, poi convesso, piano-convesso, con Carne: abbastanza spessa, piuttosto soda,
umbone ottuso, con il margine appendicolato di colore crema-grigiognola, bruno-ocra alla
da residui cotonosi di velo; viscido se umido, base del gambo; odore da nullo a un po’ erba-
foccoso-squamoso, di colore beige olivastro, ceo, sapore mite.
ocra-oliva al centro, bianco-grigiognolo verso Spore: bruno tabacco rugginose in massa,
il margine, con focchi bruno-ocra facilmente ellissoidali, lisce, con poro germinativo, 6,5-
asportabili, evanescenti nell’adulto. 8 × 3,5-4,5 µm. Pleurocistidi fusiformi-ven-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, tricosi, con contenuto giallo rifrangente in
crema-grigio pallide, poi giallo-brune. ammoniaca (= chrisocistidi).
Gambo: 4-8 × 0,4-0,8 cm, cilindrico, spesso Habitat: cresce cespitosa o gregaria nel
incurvato, con la base da leggermente dilatata terreno su residui di legno spesso interrati,
ad attenuata; foccoso-squamoso fno alla zona apparentemente terricola, nei parchi, in esta-
anulare, di colore biancastro, beige-grigiognolo, te-autunno. Rara.
ocra sporco, macchiato di bruno rugginoso alla Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, si riconosce principalmente per il cappello beige-grigiognolo con toni olivastri e con
sopra residui foccosi di velo bruno-ocra, più evidenti nei giovani carpofori; cresce apparentemente su terreno
ma in effetti è sempre collegata a residui di legno spesso interrati. Pholiota lenta, specie piuttosto simile, ha il
cappello più grande, più viscido e meno foccoso, quasi glabro nell’adulto, e spore senza poro germinativo.
Cappello: 3-7 cm, carnoso, inizialmente verde-blu, verde-ocra, con anello effmero, eva-
emisferico, emisferico-campanulato, poi con- nescente, dissociato in focchi in zona anulare.
vesso, piano-convesso, con umbone ottuso, Carne: abbastanza spessa, biancastra, verde-
con il margine leggermente appendicolato, blu alla base del gambo; odore leggermente
spesso sinuoso; viscido, glutinoso con il tem- erbaceo, sapore dolce.
po umido, di colore verde-blu, verde rame, Spore: bruno-porpora-viola in massa, ellis-
turchese, verde-giallo olivastro, macchiato a soidali, lisce, senza poro germinativo o molto
zone di ocra soprattutto nell’adulto, con po- piccolo e indistinto, 7-9 × 4,5-6 µm. Cistidi
chi focchi bianchi al margine. fusiformi-ventricosi, con contenuto giallo ri-
Lamelle: adnate al gambo, rade, bruno-por- frangente in ammoniaca (= chrisocistidi).
pora pallide, poi bruno-porpora-viola. Habitat: cresce gregaria o a piccoli cespi tra
Gambo: 4-8 × 0,4-1 cm, cilindrico, spesso con residui legnosi marcescenti, predilige i vecchi
cordoni miceliari alla base, talora incurvato; cedri di parchi e giardini, in estate-autunno.
fnemente foccoso-squamoso fno alla zona Poco comune.
anulare, con piccoli focchi bianchi su fondo Commestibilità: non commestibile.
Note: è quasi un sosia di Stropharia aeruginosa, ma ben distinta da quest’ultima microscopicamente per le
spore senza poro germinativo. Può essere distinta anche a occhio nudo per via del gambo poco foccoso e con
anello evanescente, presto dissociato, e per le lamelle un po’ più rade e più brune. S. aeruginosa ha, invece, il
gambo molto foccoso con anello ben formato e striato sulla faccia superiore in esemplari giovani.
Cappello: 5-20 cm, carnoso, inizialmente Carne: abbastanza spessa, soda, bianca;
subgloboso, emisferico, poi convesso, pia- odore da subnullo a leggermente erbaceo-ra-
no-convesso, con il margine involuto nel gio- fanoide con sentore di fenolo, sapore mite,
vane; leggermente viscido se umido, lucido, un po’ astringente.
glabro, fbrilloso, di colore bruno-porpora, Spore: viola, bruno-viola in massa, ellissoidi,
bruno-rossastro vinoso, bruno-viola (giallo lisce, con poro germinativo, 10-12 × 6-7,5 µm.
paglierino nella f. lutea). Cistidi fusiformi-ventricosi, con contenuto
Lamelle: annesse al gambo, ftte, inizial- giallo rifrangente in ammoniaca (= chrisoci-
mente grigiastre, poi grigio-viola, viola-scuro. stidi).
Gambo: 7-15 × 1-3,5 cm, cilindrico, spesso leg- Habitat: cresce gregaria nei boschetti de-
germente dilatato verso la base, quasi clavato; gradati di latifoglie, tra ortiche, detriti e frus-
liscio o un po’ foccoso, di colore bianco in alto, tuli, nei campi di granoturco, dalla primavera
giallognolo verso la base, con anello membra- all’autunno. Comune.
noso molto ampio, spesso scanalato, lacerato. Commestibilità: commestibile.
Note: Stropharia rugosoannulata si fa riconoscere per la taglia grande, per il cappello bruno-porpora
vinoso, bruno-violaceo, per le lamelle viola, grigio-viola, e per il gambo con anello membranoso molto
ampio. Stropharia rugosoannulata f. lutea ha il cappello giallo, giallo paglierino, e può crescere anche
frammista a carpofori della specie tipo.
Cappello: 2-3,5 cm, poco carnoso, dapprima fcie superiore, colorato di porpora-nerastro
globoso, poi emisferico, emisferico-convesso, per deposito sporale.
con il margine rivolto verso il basso, talora Carne: poco spessa, abbastanza soda, bian-
un po’ sinuoso; viscido-glutinoso con il tem- castra, giallo-crema; odore da nullo a legger-
po umido, glabro, giallognolo, giallo-crema, mente fungino, sapore dolce o amarognolo.
giallo-ocra pallido, color alutaceo. Spore: bruno-viola-nerastre in massa,
Lamelle: adnate al gambo, rade, molto lar- ellissoidali, lisce, con poro germinativo,
ghe, grigio-viola pallide, poi bruno-viola-ne- 15-19 × 8,5-10,5 µm. Pleurocistidi clavati-
rastre, con il flo bianco. ventricosi-fusiformi, con contenuto giallo
Gambo: 4-8 × 0,2-0,4 cm, slanciato e rigi- rifrangente in ammoniaca (= chrisocistidi).
do, cilindrico, con la base un po’ ingrossata; Habitat: cresce gregaria su sterco, sia di vac-
viscido-glutinoso, liscio o fnemente focco- ca sia di cavallo, perlopiù nei pascoli concimati,
so, concolore al cappello, con anello membra- dalla primavera all’autunno. Piuttosto comune.
noso piuttosto piccolo e striato sulla super- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si riconosce facilmente per la crescita su sterco, il cappello giallognolo e viscido, tenden-
zialmente emisferico-convesso anche nell’adulto, per il gambo viscido e con anello. Si differenzia da Psilocybe
luteonitens, che ha il cappello più campanulato, di colore bruno-ocra-rossastro, con umbone acuto prominente,
a papilla, e basidi bisporici. Psilocybe coprophila e Psilocybe merdaria crescono anch’esse su sterco, ma presen-
tano il cappello bruno-ocra-fulvastro, spore un po’ romboidali, con proflo angoloso, e sono privi di chrisocistidi.
Cappello: 1-4 cm, quasi membranaceo, dappri- fbrille bianche su fondo ocra-fulvastro, gial-
ma convesso, piano-convesso, poi appianato, lo-ocra.
anche un po’ depresso al centro, con il margine Carne: esigua, concolore alle superfci; odo-
da regolare a sinuoso-lobato, spesso arricciato e re da fungino a rafanoide, sapore dolce.
rivolto verso l’alto, un po’ striato se umido; igro- Spore: bruno-ocra in massa, ellissoidali, li-
fano, glabro o con esigui focchi bianchi verso il sce, 6,5-9,5 × 4,5-5,5 µm. Cheilocistidi cilin-
margine, di colore fulvo, bruno-rossastro, ocra- drici-capitulati.
giallognolo pallido se asciutto. Habitat: cresce da gregaria a subcespitosa
Lamelle: adnate al gambo, non ftte, di co- su residui di legno e foglie marcescenti, nei
lore ocra-fulvastro, bruno-fulvastro. parchi e giardini di città, dal tardo autun-
Gambo: 2-4 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, incur- no alla primavera, principalmente a dicem-
vato, spesso compresso, con feltro miceliare bre-gennaio. Molto comune e diffusa.
bianco alla base; concolore al cappello, con Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Tubaria hiemalis è la specie più comune di questo genere, facile da rinvenire tra residui legnosi nei parchi
e perlopiù nel periodo invernale, caratteristica quest’ultima di notevole aiuto per la determinazione. Altri carat-
teri che consentono di riconoscerla sono: la taglia abbastanza considerevole per il genere in questione, il colore
bruno-ocra-rossastro più o meno in ogni parte, il margine del cappello striato se umido e cheilocistidi cilindrici
con apice più o meno capitulato. Tubaria furfuracea è quasi un sosia e dovrebbe distinguersi per la taglia più
piccola, il cappello pruinoso, i cistidi cilindrici senza apice capitulato, e per la crescita in genere terricola.
Cappello: 2-6 cm, carnoso, fabelliforme, a le, in tal caso è bianco e piuttosto feltrato,
forma di ventaglio o di conchiglia, con il mar- irsuto.
gine rivolto verso il basso, sinuoso-lobato, ta- Carne: poco spessa, piuttosto fragile, bian-
lora lacerato; asciutto, glabro, tomentoso, di ca; odore farinoso, di cocomero o buccia di
aspetto sericeo, un po’ fbrilloso, biancastro, anguria, sapore dolciastro.
bianco-grigio argenteo, soffuso di giallo-ar- Spore: bruno terroso in massa, ellissoida-
gilla se umido. li-amigdaliformi, lisce, 7-9 × 5-6 µm.
Lamelle: confuenti nel punto con cui il Habitat: cresce subcespitoso o gregario su
cappello è attaccato al substrato, molto ft- terreno presso latifoglie, su residui di legno
te, biancastre nel giovane, poi brune, bruno interrati, ceppaie marcescenti interrate, nei
terroso, color cacao. parchi, ai margini di strade, in estate-autun-
Gambo: pressoché assente, quando presen- no. Poco comune.
te allora rudimentale, molto corto e latera- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: i Crepidotus sono funghi perlopiù sessili, senza gambo oppure con gambo laterale e rudimentale,
appena accennato, in pratica costituiti dal solo cappello a forma di conchiglia o di ventaglio, con spore
bruno-ocra, di piccola taglia e crescenti generalmente su legno. Tra le specie congeneri, Crepidotus au-
tochthonus si fa riconoscere per le notevoli dimensioni per il suo genere, la crescita apparentemente
terricola e per le spore ellissoidali-amigdaliformi e lisce.
Cappello: 2-6 cm, carnoso, dapprima con- bianco-giallognolo, bianco all’apice, ingiallen-
vesso, poi piano-convesso, con umbone largo te per sfregamento, con cortina meglio evi-
e basso, con il margine spesso sinuoso-lobato; dente nei giovani carpofori.
asciutto, non igrofano, squamoso, con squame Carne: abbastanza spessa, biancastra, giallo
di colore rosso rame, rosso-arancio, rosso lateri- zafferano alla base del gambo, ingiallente a
zio su fondo bianco-giallognolo, giallo-ocra. zone al taglio; odore irrilevante, sapore da
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, mite a leggermente amaro.
non tanto ftte, giallo-ocra nel giovane, color Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
cannella, poi bruno-ocra rugginose. dali-subsferiche, verrucose, 6,5-7,5 × 5-6 µm.
Gambo: 3-7 × 0,5-1,2 cm, cilindrico, con la Habitat: cresce gregario, talora due o più
base piuttosto variabile, da attenuata a bul- esemplari uniti per la base del gambo, nei
bosa arrotondata, spesso incurvato, talvolta boschi di latifoglie, prediligendo le faggete,
anche compresso; squamoso, concolore al in estate e in autunno. Abbastanza comune.
cappello, con squame rosso rame su fondo Commestibilitˆ: tossico.
Note: Cortinarius bolaris si fa riconoscere piuttosto facilmente per il cappello e il gambo caratteristi-
camente ricoperti di squame rosso rame su sfondo bianco-giallognolo, per l’ingiallimento delle superfci
per sfregamento e della carne al taglio. Cortinarius rubicundulus, molto simile e abbastanza raro, ha
anch’esso la carne ingiallente ma è più robusto, ha squame più sul brunastro, cheilocistidi cilindrici con
contenuto bruno-rossastro, spore più lunghe e più strette, ellissoidali-amigdaliformi.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- violaceo, nell’adulto macchiato di giallo-bru-
sferico, emisferico-convesso, poi piano-con- no, con cortina.
vesso, piano, spesso ondulato, con o senza Carne: cospicua, soda, violacea, viola-lilla,
umbone, con il margine sinuoso nell’adulto; spesso marmorizzata da chiazze o venature
asciutto, non igrofano, sericeo, fnemente biancastre, soffusa di giallo-ocra alla base del
fbrilloso, di colore viola-lilla pallido nel gio- gambo; odore molto sgradevole, di pelle di
vane, poi da bianco argento, bianco-ocra gri- patate marcescenti, sapore sgradevole.
giognolo, fno a crema-ocra. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoida-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, li-amigdaliformi, verrucose, 8,5-10 × 5,5-6,5 µm.
nel giovane viola, viola-lilla, poi brune, bru- Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
no-viola. esemplari perlopiù nei boschi di conifere di
Gambo: 5-10 × 1-2,5 cm, cilindrico-clavato, montagna, raramente anche nei boschi di la-
claviforme, anche fusiforme, con la base da tifoglie, predilige l’abete rosso, in estate e in
dilatata ad attenuata; fbrilloso-foccoso, autunno. Piuttosto comune e diffuso.
sericeo, viola-bluastro all’apice, con residui Commestibilitˆ: non commestibile.
foccosi-fbrillosi di velo bianco-lilla su fondo
Note: il forte odore sgradevole, nauseante, associato al colore viola delle lamelle e della carne, consente di rico-
noscere questa specie tra tutte le Sericeocybe. Lo si può confondere con Cortinarius traganus, simile per aspetto
ma con forte e poco gradevole odore richiamante le pere, con lamelle e carne di colore bruno-ocra, giallo-ocra.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emi- giallo-verde chiaro, con residui di velo f-
sferico, emisferico-convesso, poi piano-con- brillosi, con cortina estesa fno alla base nel
vesso, appianato, un po’ ondulato, con il mar- giovane.
gine involuto; viscido, glutinoso con il tempo Carne: molto spessa, soda, biancastra, bian-
umido, fbrilloso, lucido, di colore bruno-gial- co-giallognola, giallo-arancio nel bulbo, con
lo olivastro più o meno uniforme, percorso NaOH vira al rosa alla base del gambo; odore
da minute fbrille innate, al centro spesso irrilevante, sapore mite.
con piccole squame rosso-brune. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, citri-
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, di colo- formi, verrucose, 13-16 × 7,5-9 µm.
re giallo pallido, giallo cera, poi giallo-bruno. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 5-10 × 1,5-3 cm, robusto, cilindri- boschi di conifere di montagna, prediligendo
co, con la base bulbosa marginata o submar- i boschi di abete rosso e bianco, in estate-au-
ginata larga fno a 4,5 cm; asciutto, fbrillo- tunno. Abbastanza comune e diffuso.
so, di colore giallognolo, giallo-biancastro, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Cortinarius elegantior si riconosce per la taglia abbastanza grande, il cappello bruno-giallo uniforme
soffuso di oliva, percorso da fbrille innate (richiamante Amanita phalloides), per le lamelle gialle, la carne
bianco-giallognola e per la crescita nei boschi di conifere di montagna. Cortinarius meinhardii, anch’esso
tipico dei boschi di conifere di montagna, si distingue benissimo a occhio nudo per il cappello più giallognolo
screziato al centro da numerose squame bruno-porpora-nerastre, per la carne gialla e con odore pepato.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima emi- soffuso di ocra nell’adulto, con cortina estesa
sferico-convesso, poi convesso, piano-con- fno alla base nel giovane.
vesso, con il margine involuto, spesso ondu- Carne: cospicua, molto spessa, soda, bian-
lato; viscido, glutinoso con il tempo umido, castra nel cappello, soffusa di blu-viola nel
fbrilloso, di colore bruno-fulvo olivastro, gambo, ocracea nel bulbo; odore un po’ sgra-
rosso-bruno olivastro più o meno uniforme, devole, sapore mite.
densamente percorso da fbrille più scure in- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
nate, vira al brunastro con NaOH. soidali-amigdaliformi, verrucose, 7,5-9 × 4,5-5,5
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, µm.
di colore violetto, blu-lilla, grigio-violetto. Habitat: cresce gregario, spesso subcespi-
Gambo: 5-8 × 1,5-2,5 cm, robusto, cilindri- toso, generalmente nei boschi di conifere
co, con base bulbosa più o meno marginata di montagna, in estate-autunno. Comune e
larga fno a 3,5 cm; asciutto, fbrilloso, di co- diffuso.
lore violetto, grigio-bluastro, blu-lilla, spesso Commestibilità: non commestibile.
Note: è capostipite di un piccolo gruppo di Phlegmacium caratterizzati dal cappello più o meno ocra-bruno
olivastro, virante al brunastro con NaOH, dalle lamelle blu-viola, dal gambo con toni blu-violacei e con base
bulbosa. Tra queste specie, C. glaucopus si fa riconoscere per il cappello sul bruno olivastro, densamente per-
corso da fbrille innate, per la crescita in genere nei boschi di conifere di montagna, ma soprattutto per le spore
piuttosto piccole. Cortinarius magicus è un sosia con spore un po’ più grandi che cresce nei boschi di latifoglie.
Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente emi- asciutto, fbrilloso, grigio-bruno pallido,
sferico-convesso, poi piano-convesso, piano, soffuso di olivastro, bianco-ocra alla base,
con umbone ottuso piuttosto ampio, con il spesso più o meno viola-blu verso l’alto, con
margine involuto; viscido con il tempo umi- cortina.
do, glabro, di colore grigio-bruno olivastro, Carne: abbastanza spessa, da bianco sporco
verde-bruno bistro, con fbrille e guttule ac- a grigio oliva pallido, spesso violetta all’apice
quose innate più scure. del gambo, con NaOH vira al grigiastro; odo-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ab- re irrilevante, sapore molto amaro.
bastanza ftte, di colore bruno bistro oliva- Spore: bruno rugginose in massa, subsferi-
stro, bruno-grigio piuttosto scuro già da gio- che, verrucose, 7-8,5 × 6-6,5 µm.
vane, talvolta con toni violacei. Habitat: cresce gregario nei boschi, sia di
Gambo: 4-10 × 1-2 cm, cilindrico-clavato, conifere sia di latifoglie, in estate e in autun-
claviforme, con la base un po’ dilatata ma no. Abbastanza comune e diffuso.
non bulbosa marginata, spesso incurvato; Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Cortinarius infractus si fa riconoscere facilmente per il colore dominante grigio-bruno olivastro
più o meno in ogni parte, soprattutto nelle lamelle, e per il sapore molto amaro. Cortinarius infractus
var. obscurocyaneus si distingue dal tipo per il cappello notevolmente più scuro, per le lamelle e parte
alta del gambo dai toni violacei.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmen- con cospicui residui fbrillosi di velo, con cor-
te emisferico-convesso, poi convesso, pia- tina gialla estesa fno alla base nel giovane.
no-convesso, con il margine a lungo invo- Carne: abbastanza spessa, soda, di colore
luto; viscido, glutinoso con il tempo umido, giallo-verde olivastra, in genere più scura nel
lucido, foccoso-squamoso, quasi fbrilloso, di bulbo, talora soffusa di lilla in mezzo al gam-
colore verdastro, giallo-verde olivastro, co- bo; odore leggermente pepato, sapore mite.
sparso da focchi o squame-fbrillose brune Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
provenienti dal velo generale. daliformi, verrucose, 9,5-11,5 × 5,5-6,5 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, di co- Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
lore violetto, viola-lilla nel giovane. nei boschi di latifoglie di zone mediterranee,
Gambo: 4-7 × 1-1,8 cm, cilindrico, con base prediligendo i boschi di quercie, in estate-au-
bulbosa marginata larga fno a 3 cm; asciut- tunno. Raro.
to, fbrilloso, di colore giallo, giallo olivastro, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Cortinarius ionochlorus è senza dubbio uno dei più bei funghi esistenti. L’appariscente contrasto
del bellissimo colore violetto delle lamelle con il cappello e gambo colorati di giallo-verde, consente di ri-
conoscere facilmente questa specie. Cortinarius odoratus è un sosia con lamelle più sul giallo oliva e con
gradevolissimo odore di zucchero flato (di Hebeloma sacchariolens), e cresce nello stesso habitat, talora
nelle immediate vicinanze di C. ionochlorus.
Cappello: 5-12 cm, molto carnoso, dapprima violetto pallido, con cortina ben evidente nel
emisferico-convesso, poi convesso, piano-con- giovane.
vesso, con o senza umbone, con il margine invo- Carne: piuttosto spessa, soda, biancastra,
luto; quasi asciutto, leggermente viscido con il lilla-viola nel cappello e all’apice del gambo,
tempo umido, glabro, sericeo, fbrilloso, nel gio- con tendenza a sbiancare dopo il taglio, con
vane di colore lilla-viola, passante al bruno-ful- NaOH vira al giallo vivace; odore leggermen-
vo-giallognolo incominciando dal centro con la te dolciastro, di pasta di pane un po’ rancida,
crescita, con il margine a lungo lilla-violetto. sapore dolce, astringente.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
viola-lilla nel giovane, poi bruno argilla, bruno daliformi, verrucose, 10-12,5 × 5-6,5 µm.
rugginose con rifessi violetti. Habitat: cresce gregario nei boschi di lati-
Gambo: 7-12 × 1,5-2,5 cm, robusto, cilindri- foglie, soprattutto presso il faggio, in esta-
co-clavato, spesso incurvato, con la base at- te-autunno. Comune.
tenuata; asciutto, fbrilloso, biancastro, lilla- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Cortinarius largus, per il mutare del colore del cappello con la crescita e per la reazione al giallo
della carne con NaOH, appartiene al gruppo del Cortinarius variicolor, e si distingue da quest’ultimo per
l’assenza di odore terroso, per la carne sbiancante all’aria e per la crescita sotto il faggio. C. variicolor e
Cortinarius nemorensis emanano un forte e sgradevole odore terroso; il primo cresce nei boschi di coni-
fere di montagna, il secondo nei boschi di latifoglie.
Cappello: 2-8 cm, poco carnoso, dapprima ricoperto di residui di velo giallo-arancio, con
emisferico-campanulato, poi piano-convesso, cortina giallognola, meglio evidente nei gio-
con umbone largo e basso, con il margine spes- vani carpofori.
so sinuoso; igrofano, liscio al centro, fnemente Carne: poco spessa, un po’ fragile, di colore
squamoso verso il margine, di colore giallo-aran- giallo-arancio, bruno-arancio zafferano verso la
cio, giallo-rossastro, spesso screziato di bruna- base del gambo; odore irrilevante, sapore dolce.
stro, giallo albicocca con il tempo secco. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, subra- soidali-subsferiche, verrucose, 7,5-9 × 6-7 µm.
de, spesso venose alla base, gialle nel giova- Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
ne, poi giallo-ocra rugginose. nifere di montagna, principalmente di abe-
Gambo: 4-8 × 0,7-2 cm, cilindrico, talora te rosso, nel muschio tra mirtilli ed erica,
leggermente fusiforme, con la base attenua- in estate e in autunno, più frequente in lu-
ta, spesso incurvato; feltrato-squamoso, gial- glio-agosto. Abbastanza comune.
lognolo verso l’alto, bruno-arancio alla base, Commestibilitˆ: tossico.
Note: è capofla di un gruppetto di Cortinarius che costituisce la sezione Limonei del sottogenere Cortinarius,
caratterizzati dai colori gialli, giallo-bruni, giallo-arancio in ogni parte. Fra questi, C. limonius si fa riconoscere
per il cappello igrofano e per il gambo con la base attenuata. C. callisteus si distingue per il cappello non
igrofano e per il gambo claviforme, con la base dilatata. C. tophaceus cresce nei boschi di latifoglie, ha carne
del cappello biancastra e odore di ferro surriscaldato, di limatura di ferro, che si sente in un’offcina meccanica.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente sfondo grigio-ocra soffuso di violetto, for-
campanulato, poi piano-convesso, con um- mante una distinta zona anulare cotonosa,
bone, con il margine spesso lacerato; asciut- con cortina più evidente nel giovane.
to, leggermente igrofano, sericeo, fnemente Carne: abbastanza spessa, tenera e mollic-
squamoso-fbrilloso, di colore grigio-ocra, cia, biancastra, grigio pallido, soffusa di vio-
grigio-lilla con il centro ocraceo, con velo se- la-lilla nella parte alta del gambo, di crema
riceo bianco-argenteo. alla base; odore da subnullo a leggermente
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, poco rafanoide, sapore mite.
ftte, di colore grigio-bruno soffuse di violetto. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
Gambo: 6-12 × 1-2 cm, claviforme, cilindri- dali-amigdaliformi, verrucose, 9-11 × 5,5-6,5 µm.
co-clavato, spesso con base bulbosa arroton- Habitat: cresce gregario nei boschi di conifere
data larga fno a 3,5 cm, incurvato; sericeo, di montagna, generalmente nei boschi di abete
foccoso-fbrilloso, viola-lilla all’apice, ricoper- rosso, in estate-autunno. Abbastanza comune.
to da cospicui focchi di velo biancastro su Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si riconosce per il cappello sericeo, di colore grigio-lilla, grigio-ocra, con residui di velo
bianco-argenteo, per il gambo claviforme con base bulbosa ricoperto da focchi bianchi su sfondo grigio-viola,
formanti una distinta zona anulare foccosa, e per la crescita nei boschi di conifere di montagna. Cortinarius
quarciticus è un sosia con il cappello più glabro e con spore più piccole. Cortinarius chevassutii cresce nei
boschi mediterranei di latifoglie e ha la base del gambo bulbosa marginata, richiamante un Phlegmacium.
Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima emi- cm; asciutto, fbrilloso, di colore giallo-verde,
sferico-convesso, poi piano-convesso, appia- soffuso di bruno-arancio sul bulbo, con corti-
nato, con o senza umbone, con il margine na estesa fno alla base.
involuto nel giovane; viscido, glutinoso con Carne: cospicua, soda, di colore giallo-verde
il tempo umido, glabro, lucido, di colore in ogni parte, con NaOH vira al rosso-bruno;
bruno-grigio olivastro, bruno-arancio, bru- odore di anice, sapore dolce.
no-rossiccio ramato al centro, da giallo, gial- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
lo-grigio olivastro, a lilla-viola al margine. daliformi-citriformi, verrucose, 10,5-12 × 6-7
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, nel µm.
giovane di colore giallo, giallo-verde, giallo-o- Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
liva, poi giallo-ocra rugginose. nifere di montagna, predilige l’abete rosso e
Gambo: 4-8 × 1-2 cm, cilindrico, con la base bianco, in estate-autunno. Piuttosto comune.
bulbosa più o meno marginata larga fno a 3 Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: i Cortinarius con il cappello viscido e il gambo asciutto sono sistemati nel sottogenere Phlegma-
cium, tutti carnosi e in maggioranza con il gambo munito di un caratteristico bulbo più o meno margi-
nato. Tra le numerose specie simili, Cortinarius odorifer si fa riconoscere piuttosto facilmente per via del
caratteristico odore di anice. Cortinarius orichalceus (= Cortinarius cupreorufus) è molto simile, ma ha
carne biancastra e senza odore di anice.
Cappello: 4-8 cm, carnoso, dapprima emisfe- la base; asciutto, foccoso, zebrato, bianco
rico, emisferico-convesso, poi piano-convesso, all’apice, ricoperto da focchi submembranosi
con o senza umbone, con il margine involuto; gialli, giallo-ocra su fondo bianco, con corti-
viscido, glutinoso con il tempo umido, fnemen- na evidente anche nell’adulto.
te squamoso-punteggiato verso il centro, areo- Carne: cospicua, soda, bianca, talvolta sof-
lato con il secco, di colore giallo-ocra olivastro, fusa di grigio-azzurrognolo all’apice del gam-
giallo-bruno olivastro, con piccole squame o bo; odore terroso, di barba di granoturco,
punteggiature bruno oliva su fondo giallo-ocra. sapore mite.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ft- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
te, biancastre, argilla pallido nel giovane, dali-amigdaliformi, verrucose, 9-11 × 5-6 µm.
talvolta soffuse di grigio-azzurrognolo, poi Habitat: cresce gregario nei boschi di lati-
bruno-ocra rugginose. foglie, specialmente di quercia e di faggio, in
Gambo: 5-9 × 1-2,5 cm, cilindrico-clavato, estate-autunno. Non tanto comune.
claviforme, progressivamente dilatato verso Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: i Phlegmacium con lamelle biancastre, argilla pallido, e con il gambo cilindrico-clavato, ricoperto
da residui di velo generale giallo o brunastro, costituiscono la sezione Triumphantes. Tra questi, Cortina-
rius olidus si riconosce per il gambo decorato da placche di focchi gialli e per l’odore terroso. Cortinarius
triumphans cresce presso la betulla, non ha odore terroso, ha il cappello giallo-ocra-fulvastro e residui di
velo sul gambo a bande subanuliformi.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, dapprima emi- giallo all’apice, con cortina meglio evidente
sferico-campanulato, poi piano-convesso, con nei giovani carpofori.
umbone ottuso, con il margine rivolto verso Carne: poco spessa, di colore ocra-arancio,
il basso; asciutto, non igrofano, opaco, da fel- bruno-fulvo; odore leggermente rafanoide.
trato a fnemente squamoso, di colore bruno Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
mattone, bruno-rossiccio, bruno-arancio. soidali-amigdaliformi, verrucose, 9-12 × 6-7,5
Lamelle: smarginate al gambo, abbastanza µm.
rade e spesse, di colore ocra-arancio nel gio- Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
vane, poi bruno mattone, bruno ruggine. boschi di latifoglie, predilige i castagneti e
Gambo: 4-8 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso i querceti, in estate-autunno. Non comune.
con la base attenuata, incurvato; fbrilloso, Commestibilitˆ: tossico, mortale!
con fbrille bruno-rosse su fondo giallognolo,
Note: questa specie si riconosce per il cappello bruno mattone, bruno-rossastro, asciutto e opaco, per le
lamelle spesse, abbastanza rade concolori al cappello, per il gambo con fbrille bruno-rosse su fondo giallo-
gnolo e con cortina. Estremamente pericoloso, sia per la sua bassa dose letale (40 grammi di fungo fresco
sono suffcienti per condurre alla morte un individuo robusto e sano) sia per il lungo periodo di latenza
(talora più di una settimana). Cortinarius speciosissimus (= C. rubellus, C. orellanoides), di uguale tos-
sicità e pericolosità, ha il cappello campanulato e il gambo zebrato da bande gialle su sfondo rosso-bruno.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente alla zona anulare, da squame irsute di colore
campanulato, conico-campanulato, poi pia- bruno-fulvo, bruno-nerastre, su sfondo bian-
no-convesso, con o senza umbone, con il castro, con cortina.
margine un po’ eccedente; asciutto, squamo- Carne: abbastanza spessa, soda, bruno-ocra,
so, di colore brunastro, fttamente ricoperto soffusa di viola nella parte alta del gambo;
da squame più o meno irsute di colore bru- odore da subnullo a leggermente aromatico,
no-fulvo, bruno-nerastre al centro, su sfondo sapore mite.
bruno-ocra, giallo-bruno. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, sub-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, poco sferiche, largamente ellissoidali, verrucose,
ftte, di colore blu-viola, poi bruno-violetto. 7-8,5 × 5-6,5 µm.
Gambo: 6-12 × 0,8-1,5 cm, più o meno ci- Habitat: cresce gregario quasi sempre sotto
lindrico, spesso incurvato; notevolmente betulle in zone montane, spesso tra muschio
squamoso, armillato, di colore brunastro, nelle torbiere, in estate-autunno. Non comune.
soffuso di viola-lilla all’apice, ricoperto, fno Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Cortinarius pholideus, tra le numerosissime specie che compongono il genere Cortinarius, si fa riconosce-
re facilmente per il cappello e il gambo vistosamente squamosi, ricoperti da squame irsute brune, bruno-nerastre,
su sfondo più chiaro, richiamante una Pholiota, e per la crescita sotto betulle. Cortinarius spilomeus presenta
squame-foccose di colore rosso-bruno solo sul gambo e verso il margine del cappello. Cortinarius humicola,
molto simile a Pholiota squarrosa, è di colore giallo-arancio e cresce in genere nei boschi di faggio.
Cappello: 5-20 cm, molto carnoso, inizialmen- dicante, non marginato; asciutto, foccoso,
te subsferico, emisferico-convesso, poi con- di colore biancastro, violaceo all’apice, visto-
vesso, piano-convesso, con il margine a lungo samente ricoperto da residui foccosi di velo
involuto, vistosamente rugoso; viscido con generale, con cortina.
il tempo umido, brillante, fbrilloso, di colore Carne: cospicua, molto spessa, soda, bian-
bruno cioccolato, bruno-fulvo, bruno-violaceo, castra, soffusa di violetto nella parte alta del
bruno vinoso più o meno uniforme, cosparso di gambo; odore e sapore irrilevanti.
residui di velo lilla argenteo di aspetto sericeo. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amigdali-
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, lilaci- formi, verrucose, molto grandi, 14-19 × 8-10 µm.
ne, grigio-viola all’inizio, poi più rugginose. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 6-20 × 2-5 cm, molto robusto, ci- boschi calcarei di latifoglie, prediligendo i bo-
lindrico-fusiforme, claviforme, ventricoso nel schi di faggio, in estate-autunno. Non tanto
giovane, con la base leggermente dilatata in comune.
un bulbo arrotondato, un po’ attenuato-ra- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: è indubbiamente il Cortinarius di taglia maggiore, a volte bastano uno o due carpofori per riempire
un cestino. Cortinarius praestans si fa riconoscere facilmente a colpo d’occhio, oltre per la grande taglia
e robustezza, per il cappello viscido, bruno cioccolata, bruno vinoso, notevolmente rugoso al margine, le
lamelle lilla, grigio-violaceo, e per il gambo biancastro con base dilatata in un bulbo arrotondato-atte-
nuato, non marginato.
Note: tra le specie del sottogenere Myxacium, cioè i Cortinarius con il cappello e il gambo entrambi
viscidi-glutinosi, Cortinarius salor si riconosce per il cappello e le lamelle di colore lilla-viola, lilla-azzurro,
spesso anche nel gambo, e per la carne dolce, non amara. Cortinarius emunctus, strettamente correlato,
ha il cappello più grigiognolo, grigio-lilla, grigio-azzurro pallido. Cortinarius croceocaeruleus è anch’esso
con il cappello violetto, ma ha lamelle ocracee e la carne amara, soprattutto nella cuticola.
Cappello: 1,5-4 cm, poco carnoso, quasi sangue come il cappello, talvolta rosa-ocra alla
membranaceo, dapprima campanulato-con- base, con cortina evidente nei giovani carpofori.
vesso, poi piano-convesso, infne appianato, Carne: un po’ esigua, sottile, di colore rosso
con umbone ottuso e basso, con il margine sangue, rosso-porpora; odore rafanoide con
un po’ revoluto nell’adulto; asciutto, non igro- componente di legno di cedro, sapore rafa-
fano o solo leggermente, feltrato, fnemente noide, amarognolo.
squamoso, di colore rosso, rosso-sangue in- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
tenso, rosso-porpora soprattutto al centro. soidali, verrucose, 6,5-8 × 4-5 µm. Pigmento
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, non rossastro, solubile in ammoniaca.
tanto ftte, di colore rosso, rosso sangue inten- Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
so già nel giovane, poi rosso-bruno rugginose. fere di montagna, in genere di abete rosso,
Gambo: 4-8 × 0,3-0,6 cm, slanciato, cilindrico, in zone molto umide e muscose, in estate e
talvolta un po’ dilatato alla base, spesso fessuo- in autunno. Abbastanza comune.
so, incurvato; fbrilloso, fbrilloso-foccoso, rosso Commestibilitˆ: tossico.
Note: il portamento da Flammula, in pratica con il gambo esile e slanciato, le lamelle vivacemente colora-
te e la particolare natura chimica del pigmento, solubile in ammoniaca, collocano Cortinarius sanguineus
nel sottogenere Dermocybe. Tra questi, C. sanguineus si riconosce per il colore rosso-sangue intenso in
ogni sua parte. Cortinarius semisanguineus ha anch’esso lamelle rosse, ma il cappello e il gambo sono
giallo-bruni, bruno-arancio olivastri.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente co- residui di velo giallo più o meno disposti a
nico, conico-campanulato, poi piano-conves- forma di bande anulari, con cortina più evi-
so con umbone tendenzialmente acuto, con il dente nel giovane.
margine involuto; asciutto, feltrato, fnemen- Carne: abbastanza spessa, soda, giallastra,
te squamoso, fbrilloso-squamoso, di colore giallo-arancio; odore rafanoide.
bruno-arancio, bruno-rosso, color mattone. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
Lamelle: smarginate al gambo, rade, abba- soidali-subsferiche, verrucose, 8-11 × 7-8,5 µm.
stanza spesse, larghe e ventricose, di colore Habitat: cresce gregario, talora due-tre
giallo-arancio nel giovane, poi bruno-fulvo esemplari uniti per la base del gambo, per-
rugginoso. lopiù nei boschi di conifere, prediligendo i
Gambo: 6-12 × 0,7-1,5 cm, slanciato, cilin- boschi di abete rosso di montagna, raramen-
drico, fusiforme, cilindrico-clavato, con la te sotto latifoglie (come C. orellanoides), in
base attenuata; di colore bruno-ocra, bru- estate-autunno. Non tanto comune.
no-arancio, bruno-rossastro, con cospicui Commestibilitˆ: tossico, mortale!
Note: Cortinarius speciosissimus si riconosce per il cappello asciutto con umbone più o meno acuto, di
colore bruno-fulvo, bruno-arancio, le lamelle spesse e rade, anch’esse di colore bruno-fulvo, bruno-arancio-
ne, il gambo fusiforme, cilindrico-clavato con la base attenuata, concolore al cappello, ornato da residui di
velo giallognolo sotto forma di bande anulari, e per la crescita in genere nei boschi di conifere. Cortinarius
orellanus ha il gambo con fbrille bruno-rosse su sfondo giallognolo e cresce nei boschi di latifoglie.
Cappello: 4-10 cm, molto carnoso, dap- so-foccoso, sericeo, di colore viola-lilla, da
prima emisferico, emisferico-convesso, poi biancastro a crema-ocra alla base, con residui
piano-convesso, con o senza umbone, con foccosi-fbrillosi di velo viola-lilla, nell’adulto
il margine involuto; asciutto, non igrofano, macchiato di giallo-bruno, con cortina.
sericeo, lucente, fbrilloso, spesso fnemente Carne: piuttosto spessa, soda, crema-ocra,
squamoso-areolato al centro con il tempo più scura verso la base del gambo, un po’
asciutto, nel giovane di colore viola-lilla palli- marmorizzata; odore forte simile alle pere,
do, argentato, poi ocraceo, grigio-brunastro. poco gradevole, sapore amarognolo.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellissoi-
ocracee, bruno-ocra già nel giovane, poi bru- dali-amigdaliformi, verrucose, 8-10 × 5,5-6,5 µm.
no-ocra rugginose. Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
Gambo: 5-10 × 1-2,5 cm, claviforme, cilin- esemplari nei boschi di conifere di monta-
drico-clavato, anche fusiforme, con la base gna, prediligendo l’abete rosso, in estate e in
spesso dilatata in un bulbo arrotondato e autunno. Piuttosto comune e diffuso.
un po’ a fttone largo fno a 4 cm; fbrillo- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si fa riconoscere per il forte odore simile alle pere, ma poco gradevole, spesso defnito
in letteratura di caprone, le lamelle bruno-ocra e la carne ocracea, color sughero. C. camphoratus è
piuttosto simile e cresce nello stesso habitat, ma emana uno sgradevolissimo odore di bucce di patate e ha
lamelle violette nel giovane e carne soffusa di viola, soprattutto all’apice del gambo e verso la corteccia.
Cappello: 5-10 cm, carnoso, inizialmente residui di velo sotto forma di grosse squame
emisferico-convesso, poi piano-convesso, giallo-ocra su sfondo biancastro, più abbon-
con largo e basso umbone, con il margine danti e spesso a cercini anuliformi in zona
involuto nel giovane, talora un po’ appendi- anulare, con cortina.
colato per residui di velo; viscido con il tem- Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra,
po umido, da liscio a fnemente squamoso, spesso soffusa di giallo-ocra nel gambo, con
un po’ gibboso, di colore giallo, giallo-ocra, NaOH vira al giallo; odore subnullo o legger-
bruno-fulvo al centro, più pallido al margine. mente terroso, sapore mite.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bian- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
co-ocra, grigio-argilla, talora soffuse di blu-lilla. daliformi, verrucose, 10,5-13,5 × 6-7,5 µm.
Gambo: 6-12 × 1,2-2,5 cm, da cilindrico a Habitat: cresce gregario (talora due-tre esem-
claviforme, anche un po’ fusiforme con la plari sono uniti per la base del gambo), in asso-
base attenuata, quasi radicante, non bulbosa; ciazione con betulle, in estate-autunno. Poco
asciutto, squamoso, notevolmente foccoso, comune.
di colore giallo-ocra, coperto da abbondanti Commestibilitˆ: commestibile.
Note: questa specie si riconosce per il cappello giallo, giallo-ocra, le lamelle grigio-argilla, talora soffuse di blu-lilla, il
gambo da cilindrico-clavato a subfusiforme, senza base bulbosa, coperto da abbondanti residui di velo generale sotto
forma di grosse bande giallo-ocra (richiamante Amanita vittadini) e per la crescita sempre sotto le betulle. Corti-
narius saginus ha il cappello più colorato di bruno-arancio, con focchi bruno-ocra, e cresce nei boschi di conifere.
Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima emi- all’apice, più bruno-rossastro verso la base,
sferico-campanulato, poi piano-convesso, notevolmente zebrato, inguainato da ban-
piano, con umbone ottuso e basso, con il de o cercini glutinosi di colore bruno-ocra,
margine involuto, talvolta sinuoso nell’adul- ocra-lilla, con cortina.
to; molto glutinoso con il tempo umido, Carne: abbastanza spessa, biancastra, bian-
brillante, di colore bruno-ocra olivastro, bru- co-crema, crema-ocra alla base del gambo;
no-rossastro, più scuro al centro, giallo-ocra odore subnullo, sapore dolce.
verso il margine. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
Lamelle: adnate al gambo, ftte, nel giovane soidali-amigdaliformi, verrucose, 12-15 × 7,5-8,5
bianco-crema, grigio-lilla, poi bruno argilla, µm.
bruno-ocra rugginose. Habitat: cresce gregario nei boschi di latifo-
Gambo: 6-10 × 1-2 cm, cilindrico, talvolta glie, prediligendo i castagneti e i querceti, in
leggermente attenuato alla base; molto gluti- estate e in autunno. Comune e diffuso.
noso, dello stesso colore del cappello, bianco Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Cortinarius trivialis si riconosce abbastanza agevolmente per il cappello glutinoso di colore bru-
no-ocra-rossastro, il gambo caratteristicamente zebrato da grossolane bande o cercini glutinosi di colore
bruno-ocra, ocra-lilla. Cortinarius elatior (= C. lividoochraceus), simile per colorazione pileica, ha il
margine del cappello notevolmente striato-rugoso e gambo fusiforme, con base distintamente attenuata.
Cappello: 5-10 cm, molto carnoso, dapprima loso, foccoso, nel giovane di colore lilla-viola,
emisferico-convesso, poi convesso, piano-con- grigio-violetto, presto imbrunente a incomin-
vesso, con o senza umbone, con il margine ciare dalla base, con cortina biancastra.
involuto; quasi asciutto, leggermente viscido Carne: piuttosto spessa, soda, bianco-crema
con il tempo umido, glabro, sericeo, fbrilloso, nel cappello e alla base del gambo, violetta
talora screpolato, di colore viola nel giovane, altrove, con NaOH vira al giallo vivace; odore
poi imbrunisce incominciando dal centro, con terroso molto forte, sgradevole, sapore terroso.
il margine a lungo violetto. Spore: bruno-ocra rugginose in massa, amig-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, daliformi, verrucose, 10-12,5 × 5-6,5 µm.
viola nel giovane, poi bruno rugginose con Habitat: cresce gregario, talora subcespito-
rifessi violetti. so, nei boschi di conifere di montagna, predi-
Gambo: 5-10 × 1,5-2,5 cm, robusto, cilindri- ligendo l’abete rosso, in estate e in autunno.
co-clavato, ventricoso, spesso con la base dila- Abbastanza comune.
tata ma non bulbosa marginata; asciutto, fbril- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: alcuni Phlegmacium, perlopiù con il cappello da quasi asciutto a leggermente viscido, hanno la carne
che con soluzione alcalina (KOH o NaOH) vira al giallo vivace, oppure al giallo-bruno con bordatura gialla, ca-
ratteristica che li colloca nella sezione Variicolores di cui Cortinarius variicolor ne è il capostipite. Tra questi, C.
variicolor si riconosce per il cappello violaceo nel giovane che imbrunisce con la crescita, il forte odore di polvere
di terra, il viraggio al giallo vivace della carne con NaOH e per la crescita nei boschi di conifere di montagna.
Note: Cortinarius varius si fa riconoscere per il cappello viscido di colore giallo-ocra-rossastro, le lamelle
colorate di blu-lilla più o meno intenso, il gambo claviforme biancastro, la carne virante al giallo vivace
con reattivi alcalini (KOH o NaOH) e per la crescita nei boschi di abete rosso di montagna. Nei boschi di
latifoglie di zone mediterranee, esso viene sostituito dal sosia Cortinarius variiformis (forse riconducibile
a una forma delle latifoglie di C. varius), con velo sul gambo più marcato e con reazione della carne con
NaOH meno distinta, sul giallo-ocra.
Cappello: 2-6 cm, carnoso, inizialmente no oliva, con residui fbrillosi di velo giallo oli-
emisferico-convesso, poi piano-convesso, va, con cortina più evidente nel giovane.
appianato, con basso umbone ottuso, talora Carne: abbastanza spessa, soda, olivastra,
leggermente depresso; asciutto, leggermente giallo-verde oliva; odore leggermente rafa-
igrofano, feltrato, fnemente squamoso, f- noide, sapore mite, un po’ astringente.
brilloso-squamoso, di colore olivastro, bruno- Spore: bruno-ocra rugginose in massa, sub-
verdognolo, bruno-giallo oliva, bruno-arancio sferiche, verrucose, 6-7,5 × 5-6 µm.
olivastro. Habitat: cresce gregario (talora due-tre
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, poco esemplari uniti per la base del gambo), nei
ftte, di colore olivastro, bruno-giallo oliva. boschi di conifere di montagna, prediligendo
Gambo: 3-8 × 0,5-1 cm, cilindrico, cilindri- i boschi di abete rosso, meno frequente nei
co-clavato, leggermente dilatato verso la base, boschi di latifoglie, in estate-autunno. Abba-
talora un po’ fusiforme con la base attenuata; stanza comune.
fbrilloso, di colore giallo-verde olivastro, bru- Commestibilitˆ: tossico.
Note: questa specie si riconosce per il cappello asciutto, fnemente feltrato-squamoso, di colore olivastro,
bruno-giallo-verde, e per lamelle, gambo e carne anch’essi olivastri. Cortinarius cotoneus è molto simile
ma produce carpofori più robusti, con il gambo di spessore maggiore, più clavato, e cresce esclusivamente
sotto latifoglie. Altra specie molto simile è Cortinarius melanotus, distinto almeno per il caratteristico
odore di prezzemolo.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, dapprima cam- sericeo, talvolta zebrato-zonato, concolore al
panulato-convesso, poi convesso, piano-con- cappello, con cortina, più evidente nei giova-
vesso, spesso con umbone ottuso abbastanza ni carpofori.
ampio, con il margine involuto, un po’ ecce- Carne: abbastanza spessa, soda, di colore
dente le lamelle; asciutto, non igrofano, opa- viola, viola-lilla, marmorizzata; odore di le-
co, feltrato, fnemente squamoso, di colore gno di cedro, di cuoio di Russia, richiamante
viola, viola-bluastro, spesso soffuso di bru- l’odore del legno delle matite, sapore sgra-
no-porpora. devole.
Lamelle: smarginate al gambo, un po’ rade, Spore: bruno-ocra rugginose in massa, ellis-
nel giovane viola come il cappello, poi porpo- soidali-amigdaliformi, verrucose, 12-16 × 7-8,5
ra-viola, bruno rugginose. µm. Cistidi lageniformi-fusiformi.
Gambo: 8-12 × 1-2,5 cm, claviforme, cilin- Habitat: cresce gregario o subsolitario nei
drico-clavato, dilatato verso il basso, con la boschi di latifoglie, in estate-autunno. Abba-
base bulbosa arrotondata e ricoperta da fel- stanza comune.
tro miceliare lilla-viola; fbrilloso, di aspetto Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: fra i numerosissimi Cortinarius carnosi e di taglia considerevole, questa specie si fa riconoscere fa-
cilmente per il colore viola scuro, viola-bluastro in ogni sua parte. Cortinarius hercynicus (= Cortinarius
violaceus subsp. hercynicus) è un perfetto sosia, cresce nei boschi di conifere ed è distinto per le spore
più corte e più larghe.
Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dapprima stri, più evidenti in zona anulare e alla base.
convesso, poi piano-convesso, con il centro Carne: poco spessa, consistente, crema-giallo
da appianato a leggermente umbonato, con il pallido nel cappello, bruno rugginoso alla base del
margine spesso sinuoso; igrofano, glabro, liscio, gambo, diventa bruno-nera con soluzione alcali-
fbrilloso, di colore giallo-arancio, giallo-ocra, na (NaOH); odore subnullo, sapore amarognolo.
bruno-arancio, spesso screziato di bruno. Spore: giallo-ocra rugginose in massa, ellissoi-
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, dali, verrucose, 6,5-9 × 4-5,5 µm. Cheilocistidi
di colore giallo chiaro, poi giallo-ocra e mac- lageniformi con apice leggermente capitulato;
chiate di ruggine soprattutto sul flo. si colorano di verde-blu con il blu cotone.
Gambo: 3-7 × 0,4-0,7 cm, cilindrico, con la Habitat: cresce a piccoli cespi o gregario
base un po’ dilatata, talora un po’ radicante, su legno di conifera, prediligendo le ceppaie
spesso incurvato; fbrilloso, giallo-ocra nel gio- marcescenti di pini e di abete bianco, in esta-
vane, passante al bruno-arancio rugginoso con te-autunno. Comune.
la crescita, con residui di velo fbrillosi bianca- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri che crescono su legno di conifera, Gymnopilus penetrans si fa riconoscere
per il cappello giallo-arancio, igrofano, liscio, spesso screziato da macchie brune, e per le lamelle che si
macchiano di bruno rugginoso con la crescita. Gymnopilus hybridus, di non facile separazione, tanto
da essere considerato sinonimo da alcuni AA., può essere distinto per il cappello non screziato da macchie
brune e per le lamelle non maculate di ruggine nell’adulto.
Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, inizial- residui di velo, con cortina, evidente nel gio-
mente campanulato-convesso, poi piano e vane al momento dell’apertura del cappello.
con umbone ottuso; viscido con il tempo Carne: poco spessa, un po’ esigua, brunastra,
umido, glabro al centro, fbrilloso-lanoso al più scura verso la base del gambo; odore da
margine, di colore molto variabile, bruno-ful- subnullo a leggermente rafanoide al taglio, un
vo, bruno-ocra, bruno-castano fno al bruno- po’ sgradevole nell’adulto, sapore amarognolo.
nerastro al centro, nettamente decolorato Spore: bruno tabacco in massa, ellissoidali, ap-
al margine per la presenza di residui di velo parentemente lisce, punteggiate a forti ingran-
crema-ocra pallido, crema-biancastro. dimenti, 8,5-11 × 5-6,5 µm, non destrinoidi.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, bianca- Habitat: cresce gregario nei boschi di coni-
stre, crema argilla, poi brunastre. fere, prediligendo l’abete rosso, più raramen-
Gambo: 3-7 × 0,3-0,6 cm, cilindrico, slancia- te nei boschi di latifoglie, frequente anche
to, spesso un po’ incurvato, fstoloso; di colore nei parchi e giardini, in autunno. Abbastanza
crema-ocra, biancastro all’apice, imbrunente a comune e diffuso.
incominciare dalla base, fbrilloso-lanoso per Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: fra gli Hebeloma con cortina, Hebeloma mesophaeum si fa riconoscere per il cappello umbonato con il
margine nettamente decolorato rispetto al centro, per le spore ellissoidali quasi lisce, non destrinoidi e minori di
11 µm. Di questa specie sono state fatte diverse varietà, tutte con caratteri microscopici sovrapponibili, distinte so-
prattutto per la variabilità cromatica del cappello e/o del gambo e per la più o meno abbondanza dei residui di veli.
Cappello: 2-4 cm, poco carnoso, inizialmente Carne: poco spessa, biancastra, bianco-cre-
convesso, poi da piano-convesso a piano, con ma; odore aromatico dolciastro di zucchero
umbone ottuso, sinuoso-gibboso, con il mar- flato o di fori di arancio, un po’ rafanoide al
gine da regolare a sinuoso-lobato; viscido con taglio, sapore amaro.
il tempo umido, glabro, di colore crema-ocra Spore: bruno tabacco in massa, amigdali-
pallido, alutaceo, ocra-brunastro al centro. formi, verrucose, leggermente caliptrate,
Lamelle: smarginate al gambo, quasi rade, 10-14,5 × 6,5-8,5 µm, destrinoidi.
piuttosto larghe e ventricose, inizialmente ocra Habitat: cresce gregario o a piccoli cespi
carnicine, poi bruno-cannella, bruno tabacco. nei boschi di latifoglie, più frequente nei
Gambo: 4-7 × 0,3-0,8 cm, cilindrico, spesso parchi, giardini e aiuole di città, dalla tarda
incurvato; pruinoso all’apice, fbrilloso verso primavera all’autunno. Abbastanza comune
il basso, biancastro, bianco carnicino, soffuso e diffuso.
di bruno a incominciare dalla base. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Hebeloma sacchariolens si fa riconoscere facilmente per il caratteristico odore dolciastro di zuc-
chero flato, di fori di arancio. Studi recenti su questi Hebeloma con odore dolciastro di zucchero flato,
principalmente da parte di Gröger & Zschieschang (1981), hanno permesso di distinguere più specie in base
alla variabilità delle misure delle spore. Fra queste citiamo Hebeloma fusisporum con spore molto strette,
11-15 × 5-7 µm, e Hebeloma gigaspermum con spore molto grandi, più lunghe di 15 µm.
Cappello: 6-14 cm, carnoso, dapprima emi- lungamento di carne del cappello, a forma
sferico-convesso, poi piano-convesso, piano, di linguetta, che s’inserisce nella cavità; gros-
con umbone largo e piuttosto basso, con il solanamente squamoso, pruinoso all’apice,
margine involuto nel giovane, leggermente biancastro.
sinuoso nell’adulto; viscido con il tempo umi- Carne: cospicua, soda, da bianca a bianca-
do, glabro, di colore crema-alutaceo, nocciola, stra; odore rafanoide, sapore amarognolo.
bruno-ocra-fulvastro pallido, uniformemente Spore: bruno tabacco in massa, amigdalifor-
colorato o leggermente più chiaro al margine. mi-citriformi, verrucose, 10-14 × 6,5-8 µm,
Lamelle: annesse-smarginate al gambo, ft- destrinoidi.
te, larghe, caffelatte chiaro, poi brune. Habitat: cresce gregario nei boschi umidi
Gambo: 5-12 × 1-2 cm, cilindrico, robusto, di latifoglie o misti con conifere, nei parchi,
con la base spesso ingrossata in un bulbo dalla tarda primavera fno a tutto l’autunno.
arrotondato, quasi cavo nell’adulto; spesso Comune e diffuso.
al taglio trasversale si può notare un pro- Commestibilitˆ: tossico.
Note: Hebeloma sinapizans è una delle specie più grosse e più comuni del genere Hebeloma e si rico-
nosce facilmente, oltre che per la grande taglia, per l’assenza di veli, per il cappello perlopiù ocra-nocciola
pallido, il forte odore rafanoide, le lamelle non lacrimanti nel giovane e per il gambo grossolanamente
squamoso, con la base spesso bulbosa. Hebeloma crustuliniforme ha le lamelle lacrimanti nel giovane e
maculate di bruno nell’adulto.
Cappello: 1,5-3 cm, poco carnoso, inizial- incurvato; fbrilloso, sericeo, bianco, con cor-
mente conico, conico-convesso, campanu- tina, più evidente nei giovani carpofori.
lato, poi piano-convesso e con umbone da Carne: poco spessa, tenera, bianca; odore
ottuso a subacuto, con il margine appendico- spermatico, sapore mite.
lato da residui di velo cortiniformi; fbrilloso, Spore: bruno terroso in massa, ellissoidali,
feltrato, di aspetto sericeo, di colore bianco, lisce, 8,5-10,5 × 5-6 µm. Cistidi fusiformi,
bianco-grigiognolo, spesso paglierino al cen- metuloidi con cristalli all’apice.
tro (lilla-violetto nella var. lilacina). Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, un latifoglie sia di conifere, lungo i sentieri, nei
po’ rade, biancastre, poi bruno terroso. parchi, in estate-autunno. Molto comune e
Gambo: 3-5 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, con la diffusa.
base leggermente bulbosa o dilatata, spesso Commestibilitˆ: tossico.
Note: la taglia piccola, il colore bianco del cappello, l’odore spermatico e le spore lisce sono i principali ca-
ratteri che consentono di riconoscere Inocybe geophylla tra le numerose specie del suo genere. Di questa
specie esiste la var. lilacina, con il cappello di colore lilla-violetto. Inocybe whitei è simile ma ben distinta
per la spiccata tendenza a macchiarsi di rosa-rosso al tocco o spontaneamente con la crescita. Inocybe
umbratica è quasi un sosia leggermente più grande e con spore gibbose. Le altre poche Inocybe bianche
sono di taglia nettamente maggiore.
Cappello: 1,5-3 cm, poco carnoso, dapprima co, biancastro, suffuso di viola-lilla, con corti-
conico, conico-convesso, campanulato, poi na più evidente nei giovani carpofori.
piano-convesso e con umbone da ottuso a Carne: sottile, tenera, biancastra, spesso
subacuto, con il margine appendicolato da soffusa di lilla pallido; odore spermatico, sa-
residui di velo cortiniformi; fbrilloso, feltra- pore mite.
to, di aspetto sericeo, di colore viola, lilla- Spore: bruno terroso in massa, ellissoidali,
violetto, leggermente bruno-ocra al centro, lisce, 8,5-10,5 × 5-6,5 µm. Cistidi fusiformi,
più pallido al margine. metuloidi con cristalli all’apice.
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, un Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
po’ rade, biancastre, poi bruno terroso. latifoglie sia di conifere, lungo i sentieri, nei
Gambo: 3-5 × 0,2-0,4 cm, cilindrico, con la parchi, in estate-autunno. Abbastanza co-
base leggermente dilatata o bulbosa, spesso mune.
incurvato, fessuoso; fbrilloso, sericeo, bian- Commestibilità: tossico.
Note: Inocybe geophylla var. lilacina differisce da Inocybe geophylla tipo per il cappello di colore
violetto, lilla-violetto, con il centro quasi sempre macchiato di bruno-ocra. Questa varietà può essere
rinvenuta anche negli stessi siti dove cresce I. geophylla tipica.
Cappello: 3-6 cm, poco carnoso, inizial- ginata; fnemente pruinoso, biancastro nel
mente conico-convesso, campanulato, poi giovane, rosa carnicino nell’adulto.
appianato e con umbone ottuso abbastanza Carne: poco spessa, tenera, biancastra, soffusa
prominente, con il margine fnemente den- di carnicino; odore spermatico, sapore mite.
tellato; sericeo, fbrilloso-pruinoso, di colore Spore: bruno oliva in massa, gibbose, 8-10 × 5-6
beige carnicino, bruno-ocra rosato, con il µm. Cistidi fusiformi, metuloidi con cristalli
centro biancastro più o meno nettamente all’apice.
delimitato, con fbrille bianche sericee, bian- Habitat: cresce gregaria perlopiù nei boschi
co al margine. di conifere, ma anche misti e di latifoglie,
Lamelle: smarginate-adnate al gambo, ftte, prediligendo l’abete rosso, nei parchi e nei
beige grigiognole nel giovane, poi bruno-oliva. giardini, in estate e in autunno. Abbastanza
Gambo: 4-7 × 0,4-1 cm, cilindrico, con la comune e diffusa.
base bulbosa, spesso da arrotondata a mar- Commestibilitˆ: tossico.
Note: la caratteristica principale che consente di riconoscere Inocybe grammata è il cappello di colore
ocra-carnicino con il centro distintamente biancastro, ricoperto da fbrille sericee biancastre. Altri ca-
ratteri distintivi sono: il gambo rosato e fnemente pruinoso di bianco, con la base bulbosa più o meno
marginata, l’odore spermatico, le spore gibbose e cistidi a parete spessa con cristalli all’apice. Anche Inocy-
be maculata ha il centro del cappello ricoperto da residui pruinosi di velo bianco, ma fuori dal disco è
brunastro, bruno-rossastro, ha spore ellissoidali e cheilocistidi differenti.
Cappello: 3-7 cm, carnoso, dapprima emisferi- giallo-bruno a partire dalla base con la cre-
co-campanulato, poi piano-convesso, appiana- scita.
to e con umbone ottuso, talora un po’ depresso Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra,
attorno all’umbone, con il margine sinuoso-lo- crema alla base del gambo; odore acidulo,
bato; feltrato, fbrilloso, un po’ squamoso, di co- anche un po’ spermatico con componente di
lore bruno castano, bruno-ocra ramato, crosta geranio, sapore dolciastro.
di pane, con residui pruinosi di velo bianco-gri- Spore: bruno oliva in massa, ellissoidali-ami-
gio al centro, di solito sporco di terra. gdaliformi, lisce, 8,5-12 × 5-6,5 µm. Cistidi
Lamelle: smarginate al gambo, poco ftte, fusiformi, metuloidi con cristalli all’apice.
dapprima biancastre, crema-grigio, poi bruno Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
oliva. foglie, perlopiù su terreno nudo nei boschi
Gambo: 3-7 × 0,5-1,3 cm, cilindrico, con la rivieraschi, nei parchi, in estate e in autunno.
base bulbosa marginata; glabro, fnemente Poco comune.
pruinoso, biancastro nel giovane, passante al Commestibilitˆ: tossico.
Note: questa specie è una delle poche Inocybe abbastanza carnose e predilige crescere su terreno nudo
sotto alberi di latifoglie in zone rivierasche. Si riconosce principalmente, oltre che per la sua robustezza,
per il cappello bruno castano con il centro in genere pruinoso di bianco-grigio, con appiccicati residui
terrosi, e per il gambo biancastro con bulbo marginato. Alcuni AA. sinonimizzano Inocybe terrifera con I.
splendens, altri, per esempio Bon (1997), la distinguono per la base del gambo non bulbosa.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima sub- foccosi-pruinosi lilla alla base, talora richia-
globoso, glandiforme, emisferico-campanula- mante una sorta di volva, con anello membra-
to, poi piano-convesso, con umbone piuttosto noso-polposo caratteristico, doppio e stretto,
largo, con il margine sinuoso-lobato, spesso un po’ mobile, striato sulla faccia superiore.
lacerato; rugoso-grinzoso, sericeo, micaceo, di Carne: abbastanza spessa, soda, biancastra, cre-
colore ocra-argilla, giallo-ocra, crosta di pane, ma-giallognola; odore irrilevante, sapore dolce.
ricoperto di una caratteristica pruina micacea Spore: bruno-ocra in massa, amigdaliformi,
lilla argentea, più evidente nel giovane. verrucose, 10,5-13 × 7,5-8,5 µm.
Lamelle: smarginate al gambo, ftte, larghe, Habitat: cresce gregario nei boschi di conife-
biancastre, poi bruno-ocra. re o misti di montagna, perlopiù tra mirtilli ed
Gambo: 5-12 × 1-2,5 cm, cilindrico, spesso con erica nei boschi di abete rosso misto a faggio,
la base allargata in un piccolo bulbo; fbrillo- più raramente nei boschi di sole latifoglie, in
so, fnemente squamoso all’apice, di colore estate e in autunno. Molto comune e diffuso.
crema-ocra pallido, nel giovane con residui Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Rozites caperatus è un fungo molto comune è facile da riconoscere principalmente per il cappello
color crosta di pane, grinzoso-rugoso, con sopra abbondante pruina micacea di colore lilla argento, per il
gambo con anello doppio, appressato sul gambo, e con residui di velo lilla alla base. Da giovane potrebbe
essere confuso con giovani carpofori di Cortinarius traganus e di Cortinarius camphoratus, entrambi
con il cappello sericeo, ma con cortina al posto dell’anello.
Cappello: 4-7 cm, carnoso, dapprima con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
vesso, piano-convesso, poi appianato e con sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra,
il centro depresso, con il margine involuto, con latice bianco ma rapidamente virante al
spesso sinuoso; asciutto, glabro, fnemente giallo zolfo; odore da subnullo a leggermente
pruinoso-glassato, zonato, di colore rosa-a- fruttato, sapore amaro, poi acre.
rancio, giallo-arancio, color salmone, pic- Spore: biancastre in massa, ellissoidali-sub-
chiettato da guttule ocra-arancio disposte a sferiche, verrucose, con sottili creste subreti-
zone concentriche. colate, 6,5-8,5 × 5-7 µm, amiloidi.
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, ft- Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
te, di colore bianco-crema, ocra pallido. nei boschi di latifoglie, in estate e in autun-
Gambo: 3-6 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso no. Molto comune e diffuso.
incurvato, con alla base del feltro miceliare Commestibilitˆ: non commestibile.
bianco; da glabro a fnemente pruinoso, di
colore biancastro, crema-rosa, ocra pallido.
Note: il latice acre, dapprima bianco ma subito virante al giallo zolfo, il cappello asciutto, di colore
rosa-arancio, giallo-arancio, e concentricamente zonato da guttule più scure sono i principali caratteri
che consentono di riconoscere Lactarius chrysorrheus. Specie molto simile per colorazione pileica e con
latice acre e ingiallente è Lactarius decipiens: tuttavia, si distingue facilmente per il caratteristico odore
di pelargonio, di foglie di geranio.
Cappello: 2-6 cm, carnoso, inizialmente Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
piano-convesso, poi da piano-depresso a sistenza gessosa, non fbrosa, crema-ocra
imbutiforme, con o senza umbone acuto, carnicino, con latice bianco, virante al gial-
con il margine da regolare a leggermente lognolo dopo qualche minuto; odore carat-
solcato-rugoso; asciutto, un po’ igrofano, teristico di pelargonio, di foglie di geranio,
glabro, non zonato, di colore ocra-fulvastro, sapore acre.
beige-ocra carnicino, bruno-fulvo al centro, Spore: bianco-crema in massa, subsferiche,
talora con rade macchie più scure. verrucose, con creste reticolate, 6,5-8 × 6-7
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, µm, amiloidi.
ftte, di colore bianco-crema, ocra-rosa. Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
Gambo: 3-7 × 0,4-1 cm, cilindrico, spesso nei boschi di latifoglie, nei parchi, in esta-
incurvato; cavo nell’adulto, da glabro a f- te-autunno. Abbastanza comune.
nemente pruinoso, di colore ocra carnicino, Commestibilità: non commestibile.
ocra-fulvastro come il cappello.
Note: il caratteristico odore di foglie di geranio (in letteratura di pelargonio) consente di riconoscere con
facilità Lactarius decipiens tra le specie simili. Esistono numerosi Lactarius di taglia e colorazione più o
meno simili, tra loro facilmente confondibili, ma nessuno di questi ha odore di pelargonio.
siNoNimo: Lactarius deliciosus var. deterrimus (Gröger) Hesler & A.H. Sm. 1979
PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
vesso con il centro appianato, poi da pia- sistenza gessosa, non fbrosa, crema-arancio,
no-depresso a imbutiforme, con il margine con latice arancio, color carota, virante al
involuto nel giovane; viscido con il tempo rosso vinoso dopo un po’ di tempo (circa 15-
umido, fbrilloso, brillante, non zonato, di 20 minuti); odore fruttato, sapore dolce.
colore arancione nel giovane, poi si macchia Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali-
di verde con la crescita. subsferiche, verrucose, con creste subretico-
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, late, 7,5-10,5 × 6,5-8 µm, amiloidi.
ftte, inizialmente di colore arancione, poi Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
macchiate di verde, verde-bruno. esclusivamente nei boschi di abete rosso di
Gambo: 3-6 × 0,8-2 cm, cilindrico, spesso montagna, in estate e in autunno. Abbastan-
incurvato; cavo nell’adulto, liscio, glabro, ta- za comune.
lora leggermente scrobicolato, subconcolore al Commestibilitˆ: commestibile.
cappello; si macchia di verde con la crescita.
Note: alcuni Lactarius hanno la caratteristica di avere il latice di colore arancio o rosso vinoso. Tra queste
specie, Lactarius deterrimus si riconosce facilmente per il notevole macchiarsi di verde delle superfci con
la crescita e per la simbiosi esclusiva con l’abete rosso. Lactarius semisanguifuus inverdisce anch’esso,
ma cresce nei boschi di pino silvestre e ha il latice che da color arancio-carota passa al rosso sangue dopo
un po’ di tempo (circa 5-10 minuti).
Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di consi-
vesso, poi piano-convesso, senza umbone di- stenza gessosa, non fbrosa, biancastra, rosata
stinto, spesso con il centro un po’ depresso, dove fratturata, con latice bianco virante len-
con il margine involuto, spesso sinuoso; asciut- tamente al rosa; odore subnullo, sapore acre.
to, opaco, vellutato, spesso rugoso-gibboso, di Spore: bianco-crema in massa, subsferi-
colore bruno-grigio scuro, bruno-nerastro. che, verrucose, con grosse creste reticola-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, ftte, te, 7,5-9 × 7,5-8,5 µm, amiloidi.
di colore crema, crema-ocra chiaro; si macchiano Habitat: cresce gregario o solitario nei bo-
di bruno-rossastro dove sono erose o fratturate. schi di conifere di montagna, prediligendo
Gambo: 3-7 × 1-2 cm, cilindrico, spesso incurva- i boschi di abete rosso, in estate-autunno.
to, con la base attenuata; opaco, pruinoso, liscio Abbastanza comune.
o leggermente gibboso, di colore brunastro, gri- Commestibilitˆ: non commestibile.
gio-bruno fuligginoso, biancastro alla base.
Note: questa specie si riconosce per il cappello bruno-nerastro scuro, asciutto, vellutato, senza umbone
distinto, il latice bianco virante al rosa sulla carne al taglio, per il gambo bruno-fuligginoso e per la cresci-
ta generalmente nei boschi montani di abete rosso. Lactarius lignyotus è molto simile, ma di portamento
più slanciato, con gambo lungo e sottile, solcato all’apice nell’attaccatura con le lamelle, con il cappello
più piccolo e con umbone acuto. Lactarius fuliginosus è di colore più chiaro, brunastro, grigio-bruno,
predilige crescere nei boschi di latifoglie, raramente rinvenibile nei boschi di conifere.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, dapprima con- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
vesso, poi piano-convesso, senza umbone sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra,
distinto, spesso con il centro un po’ depres- crema-arancio, con latice bianco immutabile;
so, con il margine involuto, spesso ondula- odore fruttato, caratteristico, di buccia di
to-lobato; viscido se umido, lucido, glabro, mela golden matura, sapore mite.
di aspetto pruinoso nel giovane, talvolta leg- Spore: bianco-crema in massa, ellissoi-
germente zonato verso il margine, di colore dali, verrucose, con creste subreticolate,
arancione, giallo-arancio, arancio-rossastro. 7,5-9,5 × 6,5-7,5 µm, amiloidi.
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, Habitat: cresce gregario esclusivamente
molto ftte, di colore crema, crema-arancio. presso larici, nei boschi di conifere o misti di
Gambo: 4-7 × 1-2 cm, cilindrico, leggermen- montagna ma sempre in presenza di larici, in
te dilatato verso il basso, con la base atte- estate e in autunno. Comune.
nuata; liscio, un po’ gibboso, di colore cre- Commestibilitˆ: non commestibile.
ma-arancio chiaro, più pallido alla base.
Note: tra le specie con il cappello viscido se umido, Lactarius porninsis si fa riconoscere facilmente per il cap-
pello vivacemente colorato di arancione, di giallo-arancio, con latice bianco immutabile e mite, per la crescita
sempre presso larici, ma soprattutto per il caratteristico odore fruttato, richiamante l’odore di buccia di mela
golden matura, secondo il nostro olfato. Lactarius zonarioides (= L. bresadolanus) gli è simile, ma non ha
questo tipo di odore, ha il latice con sapore piuttosto acre e cresce generalmente nei boschi di abete rosso.
Cappello: 5-10 cm, carnoso, dapprima e a lungo no-grigio, più o meno come nel cappello ma
piano-convesso con il centro depresso, poi più più pallido.
depresso-imbutiforme, con il margine a lungo in- Carne: abbastanza spessa, cassante, di consi-
voluto; leggermente viscido con il tempo umido, stenza gessosa, non fbrosa, biancastra, bian-
lucido, glabro, un po’ glassato nel giovane, non co-crema con toni rosati, con latice bianco im-
zonato o solo leggermente, di colore bruno-gri- mutabile, vira al giallo-arancio con KOH; odore
giastro, grigio-bruno soffuso di olivastro, spesso fruttato, sapore molto acre, bruciante.
macchiato di ocra soprattutto al centro. Spore: bianco-crema in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, soidali, verrucose, con creste non reticolate ma
un po’ rade, non ftte, di colore crema-ocra di aspetto zebrato, 6,5-7,5 × 5-6 µm, amiloidi.
carnicine. Habitat: cresce gregario in pochi esempla-
Gambo: 3-6 × 1-1,5 cm, cilindrico, talora leg- ri esclusivamente sotto il nocciolo, in esta-
germente incurvato, con la base attenuata; te-autunno. Non tanto comune.
liscio, un po’ rugoso-gibboso, di colore bru- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si riconosce per il cappello bruno-grigio, spesso soffuso di olivastro, leggermente
viscido se umido, le lamelle spaziate di colore crema-ocra, per il latice molto acre, bruciante, virante al
giallo-arancio con KOH, e per la crescita sempre sotto noccioli. Lactarius circellatus è molto simile, ma
presenta il cappello più distintamente zonato, picchiettato da guttule più scure, ha lamelle molto ftte,
latice non virante con KOH e cresce anche presso altre latifoglie, con preferenza del carpino e del nocciolo.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, dapprima con- cilindrico, talvolta un po’ attenuato alla base;
vesso con il centro da appianato a un po’ cavo nell’adulto, un po’ rugoso, talora scrobi-
depresso, poi piano-convesso con centro colato, dello stesso colore del cappello.
notevolmente depresso, ombelicato, con il Carne: cospicua, cassante, di consistenza
margine involuto; viscido se umido, glabro, gessosa, non fbrosa, crema-arancio, con la-
brillante, non o leggermente zonato, di colo- tice arancio, color carota, imbrunente dopo
re arancio, giallo-arancio, color salmone, ta- qualche ora; odore fruttato, sapore dolce.
lora un po’ picchiettato da guttule arancione Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali, ver-
più scure. rucose, con creste subreticolate, 8-11 × 6-7,5
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, µm, amiloidi.
ftte, di colore arancio, giallo-arancio, dove Habitat: cresce gregario nei boschi di abete
toccate si macchiano di bruno dopo un po’ bianco di montagna, in estate-autunno. Ab-
di tempo. bastanza comune.
Gambo: 3-7 × 1,5-3 cm, abbastanza tozzo, Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: tra le specie con latice color arancio carota, Lactarius salmonicolor si riconosce per il cappello
arancio-giallognolo, color salmone, non macchiato di verde, non evidentemente zonato, e per la crescita
presso abeti bianchi. Lactarius deliciosus ha il cappello notevolmente zonato, picchiettato da macchie
più scure disposte in modo concentrico, non inverdente o solo leggermente in alcuni punti, e cresce nei
boschi di pino.
Cappello: 5-20 cm, carnoso, inizialmente con- sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra,
vesso, piano-convesso, poi piano con depres- talora soffusa di bruno-oliva chiaro, vira al
sione centrale, spesso ondulato-gibboso, con il viola-porpora con KOH, con latice bianco,
margine a lungo involuto, sinuoso-lobato, fne- immutabile, si tinge leggermente di crema-
mente villoso nel giovane; viscido con il tempo verdognolo se essicca sulle lamelle; odore
umido, fbrilloso-feltrato verso il margine, di co- leggero, subnullo, sapore acre.
lore molto scuro, sul nero-bruno olivastro, bru- Spore: bianco-crema in massa, subsferi-
no oliva, spesso sfumato di giallo-ocra olivastro. che-ellissoidali, verrucose, con creste retico-
Lamelle: adnate al gambo, molto ftte, ini- late, 7-9 × 5,5-7 µm, amiloidi.
zialmente biancastre, crema-grigiognole. Habitat: cresce gregario (talora due-tre
Gambo: 3-6 × 1-3 cm, cilindrico, molto toz- esemplari sono uniti per la base del gambo)
zo, spesso con la base attenuata; liscio, luci- nei boschi di montagna, sotto betulle o nei
do, con radi scrobicoli, di colore verde-bruno, boschi di abete rosso o di pini, in estate-au-
olivastro più o meno come il cappello. tunno. Molto comune e diffuso.
Carne: piuttosto spessa, cassante, di con- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Lactarius turpis si fa riconoscere facilmente per la grossa taglia e il portamento tozzo, con il cap-
pello nero-verde-bruno, di aspetto molto torbido (richiamante un po’ una vecchia Russula nigricans), con
il gambo verde-bruno olivastro più o meno come il cappello, con latice bianco praticamente immutabile
e di sapore acre.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente giallo-ocra, giallo-arancio, bianco alla base
convesso con il centro appianato o un po’ de- e all’apice.
presso, poi da piano-depresso a imbutiforme, Carne: abbastanza spessa, cassante, di
con il margine involuto nel giovane; asciutto, consistenza gessosa, non fbrosa, soda,
vellutato, glabro, opaco, talora un po’ rugo- bianco-crema, con latice bianco molto ab-
so, fnemente pruinoso nel giovane, di colo- bondante e denso, imbrunisce leggermente
re giallo-rossiccio, ocra-arancio, bruno-rosso essiccandosi; odore caratteristico di pesce, di
rugginoso, spesso macchiato di bruno ruggi- aringa o di crostacei cotti, sapore mite.
ne su fondo giallo-ocra. Spore: bianco-crema in massa, subsferiche,
Lamelle: adnate-subdecorrenti al gambo, verrucose, con creste reticolate, 8,5-10 × 7,5-9,5
ftte, biancastre, crema-ocra pallido. µm, amiloidi.
Gambo: 4-8 × 1,5-2,5 cm, cilindrico, spes- Habitat: cresce gregario nei boschi di latifo-
so un po’ attenuato all’apice; vellutato, glie, raramente in quelli di conifere, dalla tarda
glabro, opaco, finemente pruinoso nel primavera all’autunno. Abbastanza comune.
giovane, talora rugoso-scanalato, di colore Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si fa riconoscere per il cappello vellutato di colore sull’ocra-arancio, il latice bianco, dolce e molto
abbondante, ma soprattutto per il tipico odore di aringa, di crostacei cotti, simile a quello di Russula amoena o di
Russula xerampelina e specie a loro affni. Lactarius rugatus, specie molto simile che predilige crescere nei boschi
di zone mediterranee, ha lamelle più spaziate, il cappello notevolmente rugoso verso il margine e spore ellissoidali.
Cappello: 4-7 cm, carnoso, inizialmente glabro, un po’ rugoso-scanalato, bianco, talo-
campanulato, convesso-campanulato, poi ra sporco di grigio-ocra nell’adulto.
piano-convesso e con umbone da acuto a Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
ottuso ben pronunciato, con il margine bre- sistenza gessosa, non fbrosa, bianca; odore
vemente striato-solcato; viscido se umido, da subnullo a leggermente fruttato, sapore
glabro, brillante, di colore bruno-viola, bru- amaro nella cuticola.
no-porpora vinoso, talora fno al viola-nera- Spore: gialle in massa, subsferiche, verruco-
stro al centro, spesso soffuso o macchiato di se-aculeate, 8-9 × 6,5-7,5 µm, amiloidi.
bruno-ocra. Habitat: cresce gregaria in pochi esemplari
Lamelle: annesse al gambo, ftte, general- nei boschi di pini, prediligendo il pino silve-
mente senza lamellule, fragili, biancastre nel stre, in autunno. Comune.
giovane, poi crema-giallognole. Commestibilitˆ: non commestibile.
Gambo: 4-7 × 1-2 cm, cilindrico-clavato,
talora un po’ fusiforme, attenuato alla base;
Cappello: 5-15 cm, carnoso, inizialmente sub- tata; glabro, rugoso-gibboso, di colore com-
globoso, emisferico-convesso, poi piano-con- pletamente bianco o soffuso di viola-lilacino.
vesso con il centro un po’ depresso, infne de- Carne: piuttosto spessa, cassante, di consi-
presso-imbutiforme, con il margine involuto stenza gessosa, non fbrosa, bianca, spesso
nel giovane, spesso lobato; leggermente viscido violetta sotto la cuticola del cappello, non rea-
con il tempo umido, glabro, lucido, di colore gisce con il solfato ferroso; odore subnullo,
molto variabile, in genere blu-viola, blu-verde, sapore mite.
grigio-verde, più o meno maculato di ocra. Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: adnate-subdecorrenti sul gambo, soidali, verrucose, 7-9 × 5,5-7 µm, amiloidi.
lardacee, cedevoli e untuose al tatto, ftte, Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
bianche. latifoglie sia di conifere, in estate e in autun-
Gambo: 4-8 × 1,5-3,5 cm, cilindrico, con la no. Molto comune e diffusa.
base talvolta attenuata o leggermente dila- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: il sapore mite della carne e la consistenza lardacea delle lamelle, cioè cedevoli e untuose al tatto (sotto la
pressione delle dita non si rompono come accade nelle altre russule), bianche anche nell’adulto, sono i principali
caratteri che consentono di riconoscere Russula cyanoxantha. Essa è molto variabile come colorazione pileica,
ciononostante risulta sempre facile riconoscere le numerose forme e varietà per i caratteri appena menzionati; di
queste citiamo le più frequenti: R. cyanoxantha f. peltereaui con cappello verde-oliva uniforme; R. cyanoxantha
var. cutefracta con cappello screpolato-areolato, soprattutto verso il margine, richiamante Russula virescens.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente Carne: poco spessa, cassante, di consisten-
subgloboso, emisferico-convesso, poi con- za gessosa ma molto fragile, friabile, non f-
vesso, piano-convesso, appianato, con il brosa, bianca; odore subnullo, sapore molto
margine più o meno regolare; leggermente acre.
viscido con il tempo umido, glabro, lucido, Spore: bianche in massa, subsferiche-ellissoi-
brillante, di colore rosso vivace. dali, verrucose-aculeate, 8-10 × 7,5-8,5 µm,
Lamelle: annesse al gambo, fragili, senza o amiloidi.
con rare lamellule, non talto ftte, bianche. Habitat: cresce gregaria nei boschi di coni-
Gambo: 5-8 × 1-2 cm, cilindrico, cilindri- fere di montagna, in genere di abete rosso,
co-clavato, talvolta un po’ fusiforme; glabro, spesso nel muschio, in estate-autunno. Co-
rugoso-gibboso, fragile, di colore completa- mune.
mente bianco. Commestibilitˆ: tossico.
Note: questa specie si riconosce per il sapore acre della carne, per il cappello uniformemente colorato
di rosso, le lamelle bianche che producono spore bianche, il gambo bianco e per la crescita nei boschi di
conifere di montagna. Strettamente correlate, tanto da essere considerate delle forme o varietà da certi
AA., sono: Russula griseascens, che ha il gambo ingrigente con la crescita; Russula betularum e Russula
silvestris, che hanno il cappello notevolmente più sbiadito, quasi rosa, e crescono rispettivamente la prima
sotto betulle e la seconda in genere nei castagneti.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente glabro, un po’ rugoso, di colore bianco, mac-
emisferico-convesso, piano-convesso, poi chiato di giallo-ocra verso la base nell’adulto.
appianato con il centro depresso, depres- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
so-imbutiforme, con il margine più o meno sistenza gessosa, non fbrosa, bianca, reagi-
regolare; asciutto, brillante, spesso un po’ sce al rosa-arancio vivace con il solfato ferro-
rugoso, di colore verdognolo, verde-oliva, so; odore subnullo, sapore mite.
verde-giallognolo, sfumato di bruno-oliva, di Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
giallo-ocra rugginoso. soidali, verrucose-aculeate, 5,5-7 × 4-5 µm,
Lamelle: adnate-decorrenti e biforcate-ana- amiloidi.
stomizzate in prossimità del gambo, ftte, Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
un po’ lardacee nel giovane ma presto fragili, foglie, più frequente nei boschi caldi di zone
biancastre, bianco-crema. mediterranee, in estate, da fne primavera
Gambo: 3-6 × 1-3 cm, più o meno cilindrico, all’inizio autunno. Comune.
spesso dilatato all’apice e attenuato alla base; Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: tra le numerose specie con carne a sapore mite, Russula heterophylla si fa riconoscere principal-
mente per il cappello sul verde-oliva, verde-bruno-giallognolo, e per le lamelle bianche adnate-decorrenti
caratteristicamente biforcate-anastomizzate in prossimità del gambo. Russula cyanoxantha f. pelte-
reaui è molto simile per colorazione del cappello, ma si distingue benissimo almeno per le lamelle lardacee,
untuose al tatto, e per la reazione nulla al solfato ferroso.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, inizialmente verso l’alto, colorato di rosa-rosso verso la parte
emisferico-globoso, poi convesso, piano-con- bassa, talvolta solo da un lato o del tutto bianco.
vesso, con il centro leggermente depresso, Carne: cospicua, cassante, di consistenza
con il margine ottuso, non striato; asciut- gessosa, non fbrosa, notevolmente soda e
to, opaco, vellutato, talvolta screpolato al dura sia nel cappello sia nel gambo, bianca;
centro, di colore rosa-rosso, rosso carminio, odore da subnullo a fruttato, sapore mite,
spesso macchiato di giallo-biancastro al cen- mentolato e rinfrescante la bocca se assag-
tro, impolverato di pruina bianca impalpabi- giata nelle lamelle.
le, meglio evidente controluce. Spore: crema in massa, subsferiche, verru-
Lamelle: annesse al gambo, non tanto ft- cose, crestate-reticolate, 7-8,5 × 6,5-8 µm,
te, senza lamellule, fragili, biancastre, bian- amiloidi.
co-crema, spesso con il flo colorato di rosso Habitat: cresce gregaria nei boschi di latifo-
in prossimità del margine del cappello. glie, prediligendo i castagneti, in estate fno
Gambo: 4-8 × 1-2,5 cm, cilindrico, cilindrico-cla- all’inizio autunno. Comune e diffusa.
vato, piuttosto duro; glabro, rugoso, bianco Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Russula lepida si riconosce principalmente per la compattezza e durezza della carne, con sapore
mentolato e rinfrescante la bocca se assaggiata nelle lamelle, non acre per il cappello di colore rosa-rosso,
caratteristicamente opaco e vellutato, di aspetto impolverato-pruinoso. Russula lepida var. lactea, piut-
tosto rara, ha il cappello totalmente biancastro, bianco-crema pallido.
Cappello: 5-12 cm, molto carnoso, inizialmen- sto, cilindrico, spesso attenuato alla base;
te subgloboso, emisferico, poi piano-convesso glabro, rugoso-gibboso, di colore bianco,
con il centro leggermente depresso, con il mar- maculato di giallo-brunastro alla base.
gine ottuso; leggermente viscido con il tempo Carne: molto spessa, soda, molto compatta, dal
umido, glabro, lucido, raramente un po’ opaco, peso specifco elevato, cassante, di consistenza
di colore brunastro, bruno-ocra, da bruno casta- gessosa, non fbrosa, biancastra; odore gradevole
no a bruno miele più o meno uniforme, talvolta leggero, sapore mite, un po’ di nocciola.
con qualche macchia più pallida. Spore: crema in massa, ellissoidali, verruco-
Lamelle: annesse al gambo, un po’ lardacee nel se, 7,5-11 × 6-8 µm, amiloidi.
giovane ma fragili nell’adulto, senza o con rare Habitat: cresce gregaria nei boschi di abete
lamellule, abbastanza ftte, bianco-crema, crema, rosso di montagna, piuttosto infssa nel ter-
con il flo macchiato di brunastro nell’adulto. reno, in estate-autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 4-10 × 1,5-3,5 cm, piuttosto robu- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: Russula mustelina si fa riconoscere per la sua robustezza, con carne soda e compatta e dal sapore
mite, un po’ nocciolato, per le lamelle crema nell’adulto, ma soprattutto per il colore brunastro, bruno-ocra
uniforme del cappello, spesso ingannevole a prima vista poiché evocante Boletus edulis. Inoltre, cresce
quasi sempre interrata nei boschi di abete rosso di montagna a quote abbastanza elevate. Russula in-
tegra, altra buona Russula a sapore mite che predilige lo stesso habitat, ha il cappello bruno soffuso di
porpora o di olivastro, spore più gialle e aculeate.
Cappello: 5-18 cm, carnoso, inizialmente e co, talvolta un po’ attenuato alla base; glabro,
per lungo tempo convesso con il centro de- vellutato, rugoso, bianco nel giovane, si sporca
presso-ombelicato, poi da piano-depresso di rosso al tocco, poi imbrunente, infne nerastro.
a imbutiforme, con il margine rivolto verso Carne: cospicua, cassante, di consistenza gesso-
il basso, spesso sinuoso-lobato nell’adulto; sa, non fbrosa, molto soda, biancastra, al taglio
asciutto, glabro, vellutato-feltrato, spesso dapprima virante al rosa-rosso, poi annerente;
screpolato, inizialmente di colore bianco verso odore da subnullo a fungino, sapore quasi mite.
il margine e sporco di bruno al centro, poi con Spore: bianche in massa, ovoidali-subsferi-
la crescita sempre più bruno-nerastro fno a che, verrucose, subreticolate, 7-9 × 6-7 µm,
diventare completamente nero in vecchiaia. amiloidi.
Lamelle: annesse-adnate al gambo, piut- Habitat: cresce gregaria in numerosi esem-
tosto rade, abbastanza spesse, fragili, bian- plari nei boschi, sia di latifoglie sia di coni-
co-crema, crema-ocra pallido, arrossanti al fere, spesso invadente, in estate-autunno.
tocco, poi lentamente annerenti. Molto comune e diffusa.
Gambo: 3-8 × 1,5-3,5 cm, molto tozzo, cilindri- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: la carne virante alla frattura dapprima al rosso per poi annerire, quasi mite, e le lamelle notevolmente
spaziate sono i principali caratteri che consentono di riconoscere facilmente Russula nigricans dalle specie simili a
carne dura e annerente. Russula albonigra ha la carne che annerisce direttamente (tranne la rara forma pseudo-
nigricans), lamelle più ftte e bianche che ben contrastano con il gambo e il cappello nerastri, bruno-neri fuliginosi.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente con tendenza a ingrigire nell’adulto soprat-
emisferico-convesso, poi piano-convesso, tutto se imbevuto d’acqua.
con il centro depresso, con il margine da Carne: abbastanza spessa, cassante, di consi-
regolare a sinuoso-lobato nell’adulto; un po’ stenza gessosa, non fbrosa, bianca, un po’ sporca
viscido con il tempo umido, glabro, brillante, di ocra-grigiognolo se imbevuta d’acqua; odore
da liscio a fnemente rugoso, di colore giallo, irrilevante, sapore da leggermente acre a mite.
giallo-ocra, spesso un po’ ocra-brunastro al Spore: bianco-crema in massa, ovoidali-sub-
centro, talvolta soffuso di olivastro. sferiche, verrucose-aculeate, subreticolate,
Lamelle: annesse al gambo, non tanto ftte, 7,5-9 × 6,5-8 µm, amiloidi.
senza lamellule, fragili, biancastre, bianco-crema. Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Gambo: 4-8 × 1-2,5 cm, da cilindrico a clavi- latifoglie sia di conifere, prediligendo i boschi
forme, attenuato all’apice, spesso con la base misti di abete rosso con larice e faggio, in
attenuata; glabro, rugoso, di colore bianco, estate-autunno. Comune.
macchiato di giallo-ocra-brunastro alla base, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: questa specie si riconosce principalmente per il colore giallo, giallo-ocra del cappello, per le lamel-
le biancastre e per il gambo bianco macchiato di giallo-brunastro alla base e con tendenza a ingrigire
nell’adulto con il tempo umido. Esemplari particolarmente colorati di bruno-ocra potrebbero essere con-
fusi con esemplari piuttosto chiari di Russula mustelina, ma quest’ultima ha carne più soda, più pesante,
sapore dolce di nocciola e gambo non ingrigente.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente co, un po’ attenuato alla base; glabro, rugoso-
convesso con il disco un po’ depresso, poi pia- gibboso, di colore bianco, spesso maculato di
no-convesso con il centro sempre più depres- giallo-brunastro alla base nei carpofori vecchi.
so, fno a imbutiforme, spesso gibboso, con il Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
margine striato-solcato, scanalato-tubercolato, sistenza gessosa, non fbrosa, bianca; odore
sinuoso; asciutto, vellutato, opaco, un po’ lu- subnullo, sapore mite.
cido con il tempo umido, fnemente pruinoso Spore: bianco-crema in massa, subsferi-
di bianco nel giovane, di colore grigio-azzurro- che-ellissoidali, verrucose, un po’ reticolate,
violaceo, grigio-verde-bruno, grigio-azzurro-ne- 6-8 × 5-6,5 µm, amiloidi.
rastro, con toni bruno-ocra rugginosi al centro. Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
Lamelle: adnate-decorrenti sul gambo, fra- latifoglie sia di conifere, più frequente nei
gili, non tanto ftte, senza o con rare lamellu- parchi e nei giardini di città, in estate-autun-
le, bianche, poi crema chiaro. no. Molto comune.
Gambo: 3-6 × 1-2 cm, più o meno cilindri- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Russula parazurea, specie molto comune e diffusa, facile da rinvenire nei parchi e giardini di città,
si fa riconoscere per il cappello di colore grigio-azzurro-violaceo caratteristicamente vellutato, fnemente
pruinoso di bianco nel giovane, con carne mite e spore bianco-crema. Russula grisea è simile ma si dif-
ferenzia per il cappello liscio macchiato di ocra-rugginoso nei punti rosicchiati, per la carne virante al
rosa-arancio vivace con il solfato ferroso e per le spore verrucose-aculeate, non reticolate.
siNoNimo: Russula pectinata subsp. pectinatoides (Peck) Bohus & Babos 1960
PosizioNe sistematica: ordine Russulales, famiglia Russulaceae
Cappello: 3-7 cm, poco carnoso, dapprima ma-ocra, macchiato di ocra-arancio ruggino-
convesso, poi piano-convesso, appianato con so alla base.
il centro depresso, con il margine notevolmen- Carne: poco spessa, cassante, di consistenza
te scanalato-solcato, pettinato-tubercolato, gessosa, non fbrosa, fragile, bianca, spesso con
talora lacerato; viscido se umido, brillante, macchie rugginose; odore particolare, sgrade-
glabro, di colore bruno-ocra, grigio-bruno, vole, subfruttato con componente che richiama
giallo-ocra sporco, color senape, più scuro al quello di Russula foetens, sapore mite.
centro, talora macchiato di rosso ruggine. Spore: crema in massa, ovoidali-subsferiche,
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, verrucose-aculeate, 7-8,5 × 5,5-6,5 µm, amiloidi.
senza o con rare lamellule, fragili, biancastre, Habitat: cresce subsolitaria o gregaria in
poi crema. pochi esemplari nei boschi, sia di latifoglie
Gambo: 3-5 × 0,8-1,5 cm, cilindrico, spesso sia di conifere, nei parchi e giardini di città,
con la base attenuata; cavernoso nell’adulto, in estate e in autunno. Abbastanza comune.
glabro, rugoso, bianco, anche sporco di cre- Commestibilitˆ: non commestibile.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente soffuso di rosa-rosso, più intensamente nella
emisferico-convesso, poi piano-convesso, zona centrale.
piano, con il centro leggermente depresso, Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
con il margine da regolare a sinuoso; un po’ sistenza gessosa, non fbrosa, biancastra;
viscido con il tempo umido, glabro, da liscio odore da subnullo a leggermente fruttato,
a fnemente rugoso, di colore rosso, rosa-ros- sapore acre.
so, macchiato di giallo-crema, crema-bianca- Spore: crema in massa, ovoidali-subsferiche,
stro soprattutto al centro. verrucose-aculeate, 6,5-8,5 × 5,5-7,5 µm,
Lamelle: annesse-adnate al gambo, non amiloidi.
tanto ftte, fragili, biancastre, bianco-crema. Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
Gambo: 3-7 × 1-2,5 cm, cilindrico, con la foglie, prediligendo i caldi querceti, in esta-
base da regolare ad attenuata; fnemente te-autunno. Abbastanza comune.
pruinoso, un po’ rugoso, di colore bianco, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie a sapore acre, Russula persicina si riconosce principalmente per il cappello di colore
rosa-rosso macchiato di crema-giallognolo, il gambo bianco e più o meno sfumato di rosa-rosso, le spore
crema in massa e per la crescita nei boschi di latifoglie, soprattutto nei caldi querceti mediterranei. Molto
simile è Russula sanguinea (= R. sanguinaria), che cresce nei boschi di conifere, generalmente presso pini
e larici, ha lamelle adnate-decorrenti e il gambo più colorato di rosa-rosso.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- di colore violaceo, porpora-viola, impolverato
sferico-convesso, poi piano-convesso, spesso di bianco, biancastro all’apice e alla base.
con il centro un po’ umbonato, con il mar- Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
gine brevemente striato-solcato soltanto sistenza gessosa, non fbrosa, bianco-giallo-
nell’adulto; un po’ viscido con il tempo umi- gnola, virante al rosa-rosso con ammoniaca;
do, glabro, vellutato, di colore viola, porpora- odore leggermente fruttato, sapore acre.
viola, viola-bruno-nerastro, spesso macchiato Spore: crema in massa, ovoidali-subsferiche,
di crema-oliva, ocra-olivastro. verrucose, crestate-subreticolate, 7-9 × 6-7
Lamelle: annesse-adnate al gambo, poco ftte, µm, amiloidi.
con rare lamellule, fragili, tipicamente di colore Habitat: cresce gregaria, spesso in nume-
giallo citrino, giallo-crema fn dall’inizio, spesso rosi esemplari, esclusivamente nelle pinete,
con il flo lacrimante goccioline acquose. prediligendo il pino silvestre, in estate-au-
Gambo: 4-8 × 1-2,5 cm, cilindrico, con la base tunno. Abbastanza comune.
un po’ attenuata; fnemente pruinoso, rugoso, Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: le lamelle tipicamente di colore giallo citrino già nei giovani carpofori e la reazione al rosa-rosso
della carne a contatto con ammoniaca consentono di distinguere facilmente Russula sardonia dalle specie
simili a carne acre. Russula torulosa cresce anch’essa nelle pinete perlopiù dei litorali ma è più robusta
e più soda. Russula queletii predilige crescere nei boschi di abete ed è più fragile. Entrambe con lamelle
biancastre nel giovane, non citrine.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente di colore bianco, maculato di giallo-ocra alla
subgloboso, poi convesso, piano-convesso base nell’adulto.
con il centro depresso, un po’ sinuoso, con Carne: abbastanza spessa, soda, cassante,
il margine spesso ondulato e con cuticola di consistenza gessosa, non fbrosa, bianca,
un po’ ritirata; asciutto, vellutato, di colore tendente a macchiarsi di bruno, vira al ro-
rosa-lilla carnicino, rosa-porpora, bruno-por- sa-arancio vivace con il solfato ferroso; odore
pora, color fragola, anche sfumato di bianco, nullo, sapore mite.
bianco-crema. Spore: bianche in massa, subsferiche-ellis-
Lamelle: adnate al gambo, biforcate, fragili, soidali, verrucose, 6-8 × 5-6 µm, amiloidi.
ftte, senza o con rare lamellule, biancastre, Habitat: cresce gregaria nei boschi, sia di
spesso macchiate di giallo-ocra rugginoso conifere sia di latifoglie, dalla tarda primave-
nell’adulto. ra all’autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 3-8 × 1-2 cm, cilindrico, spesso at- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
tenuato alla base; glabro, fnemente rugoso, Può essere consumato anche crudo in insalata.
Note: Russula vesca, in fatto di commestibilità, secondo noi, è indubbiamente la migliore Russula in
assoluto, tanto da concorrere egregiamente con i migliori porcini. Essa si fa riconoscere per il cappello di
colore rosa-lilla carnicino, rosa-bruno-porpora, spesso macchiato di bianco-crema, simile al colore delle
fragole o delle pesche, le lamelle bianche e per la carne a sapore dolce che vira al rosa-arancio vivace con
il solfato ferroso.
Cappello: 4-8 cm, carnoso, inizialmente leggermente rugoso, di colore viola, viola-lilla,
subgloboso, emisferico-convesso, poi pia- bianco all’apice, talvolta completamente bian-
no-convesso, infne appianato con il centro co o solo leggermente soffuso di viola-lilla.
depresso-ombelicato, imbutiforme, con il Carne: abbastanza spessa, cassante, di con-
margine regolare o fnemente striato-solcato sistenza gessosa, non fbrosa, soda, bianca;
nell’adulto; asciutto, vellutato, opaco, fne- odore di larva di cossus, di crostacei cotti,
mente pruinoso, di colore giallo-verde oli- di pesce, simile a quello di Russula amoena,
vastro, giallo-violaceo, giallo citrino, spesso sapore dolce.
macchiato di ocra-olivastro. Spore: crema in massa, subsferiche, verrucose,
Lamelle: annesse-adnate al gambo, ftte, crestate-reticolate, 6,5-9 × 6-8 µm, amiloidi.
con poche lamellule, fragili, bianche, bian- Habitat: cresce gregaria in pochi esempla-
co-crema. ri nei boschi di latifoglie, raramente presso
Gambo: 4-8 × 1-2 cm, cilindrico, spesso dila- conifere, nei parchi, in estate e in autunno.
tato all’apice, attenuato alla base, talora incur- Abbastanza comune.
vato; fnemente pruinoso, vellutato, da liscio a Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: l’odore di larva di cossus, di crostacei cotti, richiamante quello di Russula amoena o del più co-
mune Lactarius volemus, è il primo carattere rilevante che, associato al colore giallo-verde-violaceo di
cappello e gambo, consente di riconoscere Russula violeipes senza troppe diffcoltà. R. amoena e Russula
amoenicolor hanno il cappello e il gambo più intensamente colorati di porpora-viola.
Cappello: 4-12 cm, piuttosto carnoso, dap- tenuato alla base; glabro, da liscio a rugoso-sol-
prima subgloboso, trapezoidale, poi conves- cato, di colore bianco, macchiato di ocra-bruna-
so, piano-convesso con centro depresso, stro alla base, specialmente nell’adulto.
infne depresso-imbutiforme, con il margine Carne: cospicua, cassante, di consisten-
talvolta sinuoso-lobato; asciutto, opaco, vel- za gessosa, non fbrosa, notevolmente
lutato, notevolmente screpolato-areolato, soda, bianca, con tendenza a macchiarsi di
di colore verdastro, verde smeraldo, verde- ocra-brunastro; odore da subnullo a legger-
oliva, verde-bruno, macchiato di crema-ocra mente fruttato, sapore dolce, di nocciola.
rugginoso, pallido al margine. Spore: bianche in massa, ellissoidali-ovoidali,
Lamelle: annesse al gambo, ftte, con poche verrucose, subreticolate, 7-9 × 5-6,5 µm, amiloidi.
lamellule, fragili, biancastre, bianco-crema Habitat: cresce gregaria nei boschi caldi di
con rifessi carnicini, macchiate di bruno-ocra latifoglie, prediligendo i castagneti, in estate
nell’adulto. fno all’inizio autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 3-8 × 1,5-3,5 cm, cilindrico, spesso at- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Note: Russula virescens, alquanto ricercata per il suo ottimo sapore, si riconosce principalmente per il
cappello verdastro, verde-ocra, tipicamente screpolato-areolato. La superfcie pileica screpolata-areolata è
piuttosto rara nel genere Russula. Altra specie piuttosto soda con il cappello screpolato-areolato, di colore
più sul verde bronzo, bruno olivastro, è Russula cyanoxantha var. cutefracta (= R. cutefracta), distinta
principalmente per le lamelle lardacee, cedevoli al tocco.
Cappello: 5-14 cm, piuttosto carnoso, ini- goso-costolato all’apice, richiamante un po’
zialmente e a lungo emisferico, poi convesso; Lactarius lignyotus.
asciutto, vellutato, un po’ rugoso-gibboso, Carne: cospicua, piuttosto fbrosa, tena-
bruno-nero olivastro, bruno-cioccolato fulig- ce-coriacea nel gambo, bianca, virante lenta-
ginoso. mente al rosa sporco al taglio, talvolta anche
Tuboli: adnati-smarginati al gambo, lunghi, al grigio-bluastro; odore poco gradevole, sa-
separabili dalla carne del cappello, concolori pore acidulo.
ai pori. Spore: bruno-porpora in massa, fusiformi,
Pori: bianco-grigi, poi bruno-grigio porpo- lisce, 13-17 × 6-8 µm.
rino, si macchiano di bruno scuro al tocco, Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
abbastanza piccoli, quasi rotondi. o solitario, nei boschi di montagna, di coni-
Gambo: 5-14 × 1,5-3 cm, cilindrico, anche fere o misti con faggio, tuttavia prediligendo
un po’ fusiforme o leggermente attenuato l’abete rosso, in estate e in autunno. Non
all’apice e dilatato verso il basso; concolo- comune.
re al cappello, bianco alla base, vellutato, Commestibilitˆ: non commestibile.
fnemente pruinoso nel giovane, spesso ru-
Note: boleto facile da riconoscere per il colore bruno-nerastro porporino di cappello, gambo e pori che
ben contrastano con la carne bianca e piuttosto tenace. Porphyrellus porphyrosporus è attualmente
considerato l’unico rappresentante del genere Porphyrellus.
Cappello: 5-12 (20) cm, carnoso, inizialmen- dilatata ad attenuata, talvolta incurvato,
te conico-emisferico, poi piano-convesso, sempre cavo; foccoso, foccoso-squamoso,
con umbone ottuso ben evidente, con il mar- concolore al cappello, con anello foccoso-la-
gine involuto, spesso appendicolato; asciut- noso, bianco.
to, feltrato-squamoso, di colore bruno-gial- Carne: poco spessa, nel gambo praticamen-
lo-fulvastro, bruno-rugginoso (giallo oro nella te costituente la corteccia, tenera, bianco-
f. aureus), con squame villose bruno scuro su giallognola; odore e sapore subnulli.
sfondo giallognolo, più irsute al centro. Spore: giallo-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: decorrenti sul gambo, corti, abba- 8-12 × 3-4,5 µm.
stanza aderenti alla carne del cappello, con- Habitat: cresce gregario esclusivamente
colori ai pori. presso larici, nei boschi di conifere o misti
Pori: inizialmente giallo-citrini, poi giallo-o- di montagna ma sempre in presenza di larici,
liva, molto ampi, angolosi e radialmente sti- in estate-autunno. Molto comune e diffuso.
rati. Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Gambo: 3-8 × 0,8-2 cm, cilindrico, oppure
un po’ clavato, con la base da leggermente
Note: Boletinus cavipes si fa riconoscere facilmente per via del gambo sempre cavo, anche in carpofori
giovani, munito di anello foccoso-lanoso, per i pori molto ampi e radialmente stirati, richiamanti un alveare.
Di questa specie esiste la forma aureus, con cappello giallo oro, crescente spesso in compagnia del tipo.
Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, inizial- ta; di colore nocciola, bruno nocciola, con re-
mente subsferico, emisferico, poi convesso, ticolo bruno a maglie allungate, ben evidente
piano-convesso, guancialiforme; asciutto, ed esteso.
opaco, vellutato, spesso rugoso-gibboso, di Carne: molto spessa, soda, molto compatta,
colore bruno scuro, bruno-nerastro, color dal peso specifco elevato, bianca immutabi-
bronzo, decolorato a zone di bruno-ocra, le; odore e sapore gradevoli.
bruno-giallognolo. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: arrotondati al gambo, un po’ lunghi, se- 11-17 × 4-5,5 µm.
parabili dalla carne del cappello, concolori ai pori. Habitat: cresce solitario o gregario nei bo-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, schi assolati di latifoglie di zone mediterra-
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. nee, più frequente nei boschi di quercia e di
Gambo: 5-15 × 2-5 cm, da ventricoso e ro- castagno, in estate-autunno. Molto comune.
busto a cilindrico, cilindrico-clavato, spesso Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
dilatato verso il basso e con la base attenua- Può essere consumato anche crudo in insalata.
Note: Boletus aereus cresce generalmente nei boschi caldi di zone mediterranee e, tra le specie a carne
bianca immutabile che gravitano attorno a Boletus edulis, si fa riconoscere per il cappello asciutto, vellutato
e molto scuro, sul bruno-nerastro, caratteristicamente decolorato a zone di bruno-ocra, bruno-giallognolo,
richiamante il colore del bronzo. B. edulis è più frequente nel Settentrione e ha il cappello viscido se umido,
più pallido, in genere sul bruno-nocciola, il gambo biancastro o nocciola pallido e con reticolo bianco.
Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, inizialmen- dall’inizio, con reticolo esteso e ben evidente,
te emisferico, poi convesso, piano-convesso; a piccole maglie brunastre già nel giovane.
asciutto, opaco, fnemente vellutato-feltrato, Carne: molto spessa, soda, cedevole nel
spesso screpolato al centro con il tempo sec- cappello, bianca immutabile; odore e sapore
co, cedevole alla pressione con le dita, di colore gradevoli.
brunastro, bruno-castano, bruno-nocciola. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: arrotondati al gambo, lunghi, separa- 11-16 × 4,5-5,5 µm.
bili dalla carne del cappello, concolori ai pori. Habitat: cresce solitario o gregario nei bo-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, schi di latifoglie o misti, in genere di casta-
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. gno, quercia, faggio, tra l’erba e le felci, dalla
Gambo: 5-20 × 2-6 cm, ventricoso e robusto tarda primavera all’autunno. Molto comune
nel giovane, poi cilindrico, cilindrico-clavato, e diffuso.
spesso dilatato verso il basso e con la base at- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
tenuata; di colore nocciola, bruno-nocciola fn Può essere consumato anche crudo in insalata.
Note: tra le quattro principali specie che costituiscono il gruppo dell’edulis, comunemente conosciute come por-
cini, Boletus aestivalis è il primo ad apparire: infatti, è possibile rinvenirlo già dal mese di maggio. Si riconosce
principalmente per la carne bianca immutabile, il cappello asciutto bruno-nocciola e cedevole alla pressione con
le dita (sulla superfcie pileica è come se rimanga impressa l’impronta digitale), per il gambo brunastro già nel
giovane con reticolo molto esteso. Boletus edulis ha il cappello viscido se umido e gambo biancastro nel giovane.
Cappello: 6-20 cm, molto carnoso, inizial- gessoso, poi nocciola chiaro, con reticolo bian-
mente subsferico, poi convesso, piano-con- co o solo leggermente più scuro nell’adulto, a
vesso, liscio, spesso rugoso-gibboso soprat- piccole maglie allungate e poco esteso.
tutto nel giovane; viscido se umido, di colore Carne: molto spessa, soda, bianca immuta-
brunastro, crema-nocciola, bruno-giallogno- bile, spesso violacea appena sotto la cuticola;
lo, bruno-castano, bruno-fulvastro, più chia- odore e sapore gradevoli.
ro verso il margine. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: da subliberi ad arrotondati al gam- 14-19 × 4,5-6,5 µm.
bo, abbastanza lunghi, separabili dalla carne Habitat: cresce solitario o gregario in genere
del cappello, concolori ai pori. nei boschi di conifere di montagna, prediligen-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, do l’abete rosso, ma anche nei boschi misti o
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. di latifoglie, in estate-autunno. Molto comune
Gambo: 5-15 × 2-8 cm, molto grosso e ventri- e diffuso in Settentrione, meno nel Meridione.
coso nel giovane, cilindrico con la base dilata- Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
ta nell’adulto; inizialmente bianco, di aspetto Può essere consumato anche crudo in insalata.
Note: è il classico porcino, capofla dei boleti a carne bianca che non cambiano colore al taglio e che
costituiscono il gruppo dell’edulis; essi sono: Boletus edulis, Boletus aestivalis, Boletus aereus e Bole-
tus pinophilus. Tra queste specie, B. edulis si riconosce per il cappello viscido se inumidito, in genere sul
bruno-nocciola, per il gambo biancastro o nocciola pallido e con reticolo bianco.
Cappello: 8-20 cm, carnoso, emisferico-con- no-arancione verso il basso, talvolta soffuso di
vesso, piano-convesso, spesso sinuoso; asciut- violetto, virante al blu al tocco, con reticolo
to, opaco, fnemente vellutato-feltrato, granu- bruno-rossastro a grosse maglie allungate.
loso, poi glabro, di colore bruno-ocra olivastro, Carne: cospicua, soda, gialla, rosso-porpora
giallo-ocra, bruno-fulvastro, virante al blu per alla base del gambo, di solito rosso-arancio
manipolazione. sotto i tuboli, virante al blu scuro al taglio;
Tuboli: da arrotondati ad adnati al gambo, odore e sapore gradevoli.
abbastanza lunghi, separabili dalla carne del Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
cappello, inizialmente giallognoli, poi oliva- 11-15 × 5-7 µm.
stri, viranti come i pori. Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
Pori: rosso-arancio, viranti al blu intenso al esemplari nei boschi di latifoglie e di conife-
minimo tocco, molto piccoli, rotondi. re, in estate e in autunno. Abbastanza comu-
Gambo: 5-15 × 1,5-4 cm, robusto nel giovane, ne e diffuso.
poi cilindrico, cilindrico-clavato con la base di- Commestibilitˆ: commestibile; da sbollen-
latata; di colore giallognolo verso l’apice, bru- tare per alcuni minuti, altrimenti tossico.
Note: tra i boleti a pori rossi, Boletus luridus si riconosce per il cappello bruno-ocra olivastro, vellutato, virante al
bluastro al tocco, il reticolo sul gambo a grosse maglie allungate, per la carne intensamente virante al blu e caratteri-
sticamente colorata di rosso sulla superfcie a contatto con i tuboli. Boletus queletii è molto simile, ma si distingue
per il gambo senza reticolo, da liscio a fnemente punteggiato, di colore rosso-porpora barbabietola dalla metà in giù.
siNoNimo: Boletus pinicola (Vittad.) A. Venturi 1863 (non Sw. : Fr. = Fomitopsis pinicola)
PosizioNe sistematica: ordine Boletales, famiglia Boletaceae
Cappello: 8-25 cm, molto carnoso, inizial- craceo nel giovane poi bruno-rossastro, con
mente subsferico, poi convesso, piano-con- reticolo brunastro, bruno-rossastro, a piccole
vesso; vellutato nel giovane, poi liscio, spes- maglie.
so pruinoso, con sopra una pruina biancastra Carne: molto spessa, soda, bianca immuta-
più evidente nel giovane e verso il margine, bile, spesso violacea appena sotto la cuticola;
di colore bruno-rossastro, bruno-vinoso. odore e sapore gradevoli.
Tuboli: arrotondati al gambo, lunghi, sepa- Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
rabili dalla carne del cappello, concolori ai 12-17 × 4-5,5 µm.
pori. Habitat: cresce solitario o gregario nei bo-
Pori: inizialmente bianchi, poi giallognoli, schi di latifoglie e di conifere, in genere tra
infne verde-oliva, molto piccoli, rotondi. mirtilli ed erica, in estate e in autunno. Mol-
Gambo: 5-15 × 3-10 cm, molto grosso e ven- to comune e diffuso.
tricoso nel giovane, cilindrico-clavato con la Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
base dilatata nell’adulto; di colore bianco-o- Può essere consumato anche crudo in insalata.
Note: Boletus pinophilus, tra le specie che compongono il gruppo dell’edulis, si riconosce principalmente
per il cappello bruno-rossastro, rosso-porpora, viscido se inumidito, nel giovane fnemente impolverato da
una sottile pruina bianca più abbondante verso il margine, per la carne appena sotto la cuticola spesso
violacea e per il gambo bruno-rossastro con reticolo concolore a piccole maglie.
Cappello: 5-18 cm, carnoso, inizialmente sub- base dilatata, spesso attenuata; squamoso,
sferico, glandiforme, poi convesso, guancialifor- di colore di fondo bianco sporco, ricoperto
me, con il margine eccedente, notevolmente da squame irsute brunastre, bruno-rossastre,
appendicolato; asciutto, fnemente vellutato, bruno-nerastre nel vecchio.
talora un po’ rugoso, di colore arancio-rosso, Carne: cospicua, molliccia nel cappello, te-
bruno-arancio, bruno-fulvastro, rosso mattone. nace nel gambo, bianca, virante al rosa-lilla
Tuboli: arrotondati al gambo, molto lunghi, al taglio; odore gradevole, sapore mite, dol-
separabili dalla carne del cappello, concolori ciastro.
ai pori. Spore: bruno-tabacco olivastre in massa, fu-
Pori: di colore bianco-crema nel giovane, siformi, lisce, 12-20 × 4,5-5,5 µm.
poi crema-grigio, grigio-bruni, molto piccoli, Habitat: cresce gregario sotto varie latifo-
rotondi. glie (quercia, betulla, pioppo), in estate-au-
Gambo: 8-20 × 1,5-3,5 cm, slanciato, più o tunno. Molto comune.
meno cilindrico, attenuato all’apice, con la Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, inizialmente base, spesso incurvato; squamoso, di colore
emisferico, poi convesso; asciutto, fnemen- bianco-grigiastro, ricoperto da squame irsute
te vellutato-feltrato, glabro nell’adulto, di brunastre, bruno-grigie, bruno-nerastre.
colore bruno-nocciola, bruno-grigiastro, bru- Carne: cospicua, molliccia nel cappello, mol-
no-ocra uniforme. to tenace nel gambo, bianca immutabile, può
Tuboli: arrotondati al gambo, molto lunghi, diventare lentamente di un bianco-grigio
separabili dalla carne del cappello, bianchi nel sporco; odore e sapore gradevoli, dolciastri.
giovane, poi grigiastri. Spore: bruno-tabacco olivastre in massa, fu-
Pori: biancastri, bianco-crema, piccoli, ro- siformi, lisce, 14-18 × 4,5-6 µm.
tondi. Habitat: cresce gregario nei boschi umidi
Gambo: 8-20 × 1-3 cm, molto slanciato, di montagna in associazione con betulle, in
cilindrico-clavato, claviforme, attenuato estate e in autunno. Molto comune.
all’apice e progressivamente dilatato verso la Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: le specie del genere Leccinum hanno il gambo slanciato e ricoperto da squame irsute e in genere
carne virante al viola-lilla, rosa-viola o al nerastro. Leccinum scabrum, tra le specie simili per colorazio-
ne, si riconosce soprattutto per la carne bianca immutabile. Leccinum scabrum var. melaneum (= L.
melaneum) è notevolmente più scuro, bruno-nerastro sia nel cappello sia nelle squame sul gambo.
Cappello: 3-10 cm, carnoso, inizialmente no-ocra, giallo-ocra, bianco-rosa alla base per
emisferico-convesso, poi piano-convesso, resti di micelio, glabro, senza anello e senza
con il margine un po’ involuto; viscido, li- punteggiature.
scio e brillante, con cuticola completamente Carne: abbastanza spessa, un po’ molliccia
asportabile, di colore bruno-ocra, bruno-gial- nel cappello, biancastra, ocracea; inodore,
lognolo, bruno-fulvastro. sapore mite, un po’ acidulo.
Tuboli: adnati-decorrenti al gambo, non Spore: bruno-oliva in massa, ellissoidali-fusi-
tanto lunghi, separabili dalla carne del cap- formi, lisce, 7-11 × 3-4,5 µm.
pello, concolori ai pori. Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
Pori: giallo-bruni, bruno-oliva, grandi, ango- plari, spesso anche subcespitoso, nelle pinete
losi e stirati radialmente, come in Boletinus di montagna, sempre sotto pini a due aghi,
cavipes. in estate e in autunno. Molto comune e dif-
Gambo: 4-10 × 1-2 cm, cilindrico, spesso fuso.
incurvato; di colore bruno-giallognolo, bru- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Suillus bovinus cresce solo sotto pini a due aghi e si riconosce per il gambo glabro, senza anello e
senza punteggiature, con alla base residui rosa di micelio e per i grandi pori bruno-oliva, angolosi e stirati
radialmente. Suillus variegatus è molto simile, ma si distingue per il cappello con cuticola in pratica
asciutta e feltrata, feltrata-squamosa, i pori più piccoli e non così stirati e per la carne con odore di cloro
principalmente localizzato alla base del gambo.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente emi- Gambo: 4-10 × 1-2 cm, cilindrico, cilindri-
sferico, emisferico-campanulato, poi convesso, co-clavato; di colore giallo-arancio, giallo
piano-convesso, con il margine spesso appen- all’apice, bruno-arancio verso il basso, con
dicolato da residui di velo; viscido, glutinoso, anello membranoso-foccoso biancastro.
liscio e brillante, con cuticola totalmente aspor- Carne: cospicua, molliccia nel cappello, gial-
tabile, di colore giallo, giallo-arancio fulvastro. lognola; odore e sapore gradevoli.
Tuboli: adnati al gambo, abbastanza lunghi, Spore: giallo-bruno olivastre in massa, fusi-
separabili dalla carne del cappello, concolori formi, lisce, 8-11 × 3-4,5 µm.
ai pori. Habitat: cresce gregario e abbondante esclu-
Pori: inizialmente gialli, giallo-oro, legger- sivamente presso larici, nei boschi di conifere o
mente viranti al bruno-grigiastro rugginoso al misti di montagna ma sempre presso larici, in
tocco, poi giallo-oliva, piccoli, rotondi, arro- estate e in autunno. Molto comune e diffuso.
tondati-angolosi nel carpoforo molto maturo. Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: i Suillus hanno il cappello viscido-glutinoso e crescono solo presso pini o larici. Alcuni sono sim-
bionti specifci dei pini, altri esclusivi dei larici. Questi ultimi sono tutti provvisti di anello, persistente o
più o meno fugace. Suillus grevillei appartiene al gruppo di specie simbionti del larice e si riconosce, oltre
che per il gambo con anello, per il colore giallo-arancio del cappello e per i pori gialli. Altra specie comune
crescente presso i larici è Suillus viscidus (= S. laricinus) distinto per i pori grigiastri, grigio-bruni, e per
il cappello bianco-grigio-ocra olivastro.
Note: Suillus luteus si fa riconoscere facilmente per il cappello brunastro, per il gambo munito di anello
membranoso e per la crescita sotto pini. Esso è l’unico Suillus con cappello bruno munito di anello che cresce
associato a pini; tutte le altre specie simili per colorazione pileica e con anello crescono associate a larici.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, dapprima emi- cappello, giallo-ocra, bruno-ocra, bruno-rug-
sferico, emisferico-convesso, poi convesso, ginoso, senza anello.
piano-convesso, con il margine involuto nel Carne: cospicua, molliccia nel cappello,
giovane; praticamente asciutto nell’adulto, un bianco-giallognola nel cappello, bruno-aran-
po’ viscido nel giovane con il tempo umido, fne- cio verso la base del gambo, leggermente
mente feltrato, feltrato-squamoso, di colore bru- virante all’azzurro al taglio; odore acidulo di
no-ocra, bruno-giallo olivastro, bruno-arancio. cloro, sapore mite.
Tuboli: adnati al gambo, abbastanza corti, Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
separabili dalla carne del cappello, concolori 8-11,5 × 3-4,5 µm.
ai pori. Habitat: cresce gregario esclusivamente
Pori: giallo-bruni olivastri, bruno-oliva, non associato a pini, più frequente nei boschi di
tanto piccoli, un po’ angolosi. pini a due aghi di montagna, in estate-au-
Gambo: 4-12 × 1-3 cm, cilindrico, cilindri- tunno. Poco comune.
co-clavato; liscio, vellutato, subconcolore al Commestibilità: commestibile.
Note: Suillus variegatus è l’unica specie del genere Suillus ad avere il cappello praticamente asciutto,
caratteristica che ne consente una facile determinazione. Altri caratteri aggiuntivi sono: il cappello bru-
no-ocra-olivastro, feltrato-squamoso, i pori bruno-oliva e l’odore simile al cloro, più concentrato alla base
del gambo. Suillus bovinus è simile per colorazione, ma si distingue benissimo almeno per il cappello
viscido e per i pori piuttosto ampi e angolosi-stirati.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- vato; granuloso-foccoso, di colore bianco-gri-
sferico, emisferico-campanulato, poi conves- gio, grigio-bruno olivastro, con anello foccoso
so, piano-convesso, con il margine appendico- biancastro, dissociato in zona anulare.
lato da residui di velo; viscido, glutinoso con il Carne: abbastanza spessa, molliccia nel cap-
tempo umido, talora un po’ rugoso-squamoso, pello, biancastra, bianco-grigia, spesso giallo-
con cuticola asportabile, di colore bianco-gri- gnola alla base del tambo, leggermente viran-
gio, grigio-ocra olivastro, grigio-bruno chiaro, te all’azzurro al taglio; odore fruttato, sapore
talora soffuso di porporino. mite.
Tuboli: adnati-decorrenti sul gambo, lunghi, Spore: giallo-bruno olivastre in massa, fusi-
separabili dalla carne del cappello, concolori formi, lisce, 9,5-13 × 4,5-6 µm.
ai pori. Habitat: cresce gregario esclusivamente as-
Pori: grigiastri, bianco-grigi, grigio-bruni, sociato a larici, nei boschi di conifere o misti
si macchiano di grigio-blu al tocco, grandi, di montagna ma sempre presso larici, in esta-
angolosi. te-autunno. Abbastanza comune.
Gambo: 5-12 × 1-2 cm, cilindrico, spesso incur- Commestibilitˆ: commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Suillus viscidus si riconosce per il cappello di colore bianco-grigio, grigi-bruno
olivastro, i pori grigiastri, grigio-bruni, per il gambo con anello foccoso bianco e per la crescita presso larici.
Suillus bresadolae, specie strettamente correlata, ha il cappello più bruno, bruno-giallognolo, e gambo con
anello o residui di esso gialli. Suillus tridentinus ha i pori vivacemente colorati di arancione, giallo-arancio.
Cappello: 3-8 cm, carnoso, inizialmente tro, giallognolo all’apice e alla base, fbrillo-
emisferico-convesso, poi convesso, pia- so-punteggiato, talvolta costolato.
no-convesso, con il margine involuto; asciut- Carne: abbastanza spessa, soda, gialla,
to, vellutato, vellutato-feltrato, fnemente ocra-arancio verso la base del gambo, lenta-
screpolato nell’adulto con il tempo secco, di mente virante al blu verso l’apice del gambo
colore arancio albicocca, rosa salmone, ro- al taglio; odore e sapore gradevoli.
sa-arancio, giallo-ocra. Spore: bruno-oliva in massa, fusiformi, lisce,
Tuboli: adnati al gambo, un po’ lunghi, sepa- 11-13 × 4,5-5,5 µm.
rabili dalla carne del cappello, concolori ai pori. Habitat: cresce solitario o gregario in pochi
Pori: giallognoli, giallo-verdi, olivastri, viran- esemplari, talvolta alcuni uniti per la base del
ti al blu al tocco, non tanto ampi, angolosi. gambo, nei boschi di latifoglie o misti, predi-
Gambo: 4-10 × 0,8-2,5 cm, cilindrico, leg- ligendo i boschi caldi di castagno e di quercia
germente ventricoso nel giovane, con la base di zone mediterranee, in estate e in autunno.
attenuata e appuntita, subradicante, spesso Poco comune.
incurvato; rosa-salmone, rosa-arancio al cen- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: il cappello e il gambo rosa salmone, rosa-arancio albicocca e la carne ocra-arancio verso la base del gambo
sono i principali caratteri che consentono di riconoscere questa specie nell’ambito del genere Xerocomus, genere
costituito da “boleti” con il gambo generalmente sottile e con pori angolosi nel carpoforo maturo. Xerocomus
rubellus è molto simile e si distingue soprattutto per delle punteggiature rugginose nella carne alla base del gambo.
Note: Xerocomus subtomentosus si riconosce principalmente per il cappello vellutato, in genere bru-
no-oliva, per i pori di un bel giallo vivace nei giovani esemplari e per la carne giallognola. Xerocomus
ferruggineus cresce nei boschi di conifere di montagna, ha la carne biancastra e il gambo costolato-reti-
colato, soprattutto all’apice.
Cappello: 4-12 cm, carnoso, inizialmente Gambo: 3-7 × 0,8-2 cm, cilindrico, dilata-
piano-convesso, poi piano con centro de- to all’apice, spesso incurvato, talvolta leg-
presso, infne imbutiforme, con il margine germente eccentrico; fbrilloso, concolore al
molto involuto e scanalato-striato; asciutto, cappello, si macchia di brunastro al tocco.
fbrilloso, vellutato-feltrato, spesso squamo- Carne: cospicua, molliccia nel cappello, f-
so-screpolato, di colore brunastro, bruno-o- brosa nel gambo, di colore giallo-ocra palli-
cra, bruno-giallognolo, bruno-cioccolato con do, virante al bruno scuro; inodore, sapore
toni olivastri, si macchia di bruno scuro al amarognolo.
tocco. Spore: giallo-ocra in massa, ellissoidali, lisce,
Lamelle: decorrenti sul gambo, ftte, bifor- 7-10 × 4,5-6 µm.
cate, anastomizzate, separabili dalla carne Habitat: cresce gregario nei boschi di latifo-
del cappello per pressione con le dita, gial- glie e di conifere, anche nei parchi, in estate
lo-ocra pallido, bruno-argilla, si macchiano di e in autunno. Molto comune e diffuso.
bruno scuro al tocco. Commestibilitˆ: tossico.
Note: i Paxillus sono funghi carnosi a spore ocra e con lamelle decorrenti che si staccano con facilità dalla carne
del cappello, crescenti sia su terreno sia su legno. Paxillus involutus è il più comune, cresce su terreno e si riconosce
principalmente per il colore bruno-ocra, giallo-ocra in ogni sua parte, il margine del cappello molto involuto e per le
superfci che si macchiano di bruno sporco per manipolazione. Paxillus rubicundulus (= P. flamentosus ss. auct.)
cresce solo sotto l’ontano e si presenta meno carnoso e con il margine del cappello più sottile e poco involuto.
Cappello: 5-12 cm, carnoso, inizialmente con- Carne: cospicua, fbrosa, molto tenace, di
vesso, presto piano-convesso, infne imbutifor- colore giallo-arancio, bruno-arancio alla base
me, con il margine involuto nel giovane; asciutto, del gambo; odore leggermente fungino, sa-
da glabro a fnemente fbrilloso, di colore aran- pore mite, un po’ astringente.
cione, giallo-arancio, bruno-arancio, bruno-rossa- Spore: biancastre, bianco-crema in massa,
stro, talvolta fno al bruno-nero rossastro. subsferiche, lisce, 5-7 × 4,5-6,5 µm, non ami-
Lamelle: molto decorrenti sul gambo, ftte, loidi. Cistidi clavati con lunga appendice rami-
strette, spesso biforcate, giallo-arancio-zafferano. fcata.
Gambo: 5-12 × 1-1,5 cm, cilindrico, progres- Habitat: cresce cespitoso su ceppaie o alla
sivamente attenuato verso il basso, con la base di latifoglie, prediligendo l’olivo e le
base appuntita, di solito fessuoso, incurvato, querce, raramente su conifere, in estate e in
spesso leggermente eccentrico, abbastanza autunno. Abbastanza comune al Centro e al
tenace; concolore al cappello, giallo arancio Sud dell’Italia.
all’apice, con fbrille brunastre. Commestibilitˆ: tossico.
Note: Omphalotus olearius si riconosce per il cappello imbutiforme generalmente colorato di giallo-aran-
cio, bruno-arancio come anche le lamelle e il gambo e per la crescita cespitosa in genere su ceppaie o alla
base di tronchi di latifoglie, prediligendo l’olivo e le querce. Specie simile per colorazione è Hygrophoropsis
aurantiaca, di taglia più piccola, facilmente distinguibile per la crescita gregaria, non cespitosa, su residui
in decomposizione in genere nei boschi di pino, le lamelle biforcate senza lamellule e per l’assenza di cistidi.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente bruno-ocra verso il basso, zebrato da residui
emisferico-campanulato, poi piano-convesso, di velo, più abbondanti nella zona anulare,
con umbone acuto; da asciutto a leggermen- quasi a formare un anello molto fugace.
te viscido se umido, glabro, liscio e brillante Carne: cospicua, soda, di colore ocra-aran-
con il tempo secco, fbrilloso, di colore bru- cio, bruno-vinoso; senza odore e sapore par-
no-porpora, bruno-vinoso, bruno-rossastro, ticolari.
bruno-nocciola, con toni grigiastri. Spore: nere olivastre in massa, fusiformi, li-
Lamelle: decorrenti sul gambo, rade, piut- sce, 16-22 × 6-7,5 µm.
tosto spesse, di aspetto ceraceo, grigio-ocra Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
olivastre, poi grigio-nerastre. plari nei boschi di pino, simbionte esclusivo
Gambo: 5-10 × 0,8-2 cm, cilindrico, atte- di pini a due aghi, in estate e in autunno.
nuato alla base, talvolta incurvato; subcon- Abbastanza comune e diffuso.
colore al cappello, bruno-vinoso all’apice, Commestibilitˆ: commestibile.
Note: Chroogomphus rutilus si riconosce per il cappello bruno-vinoso grigiastro, da asciutto a legger-
mente viscido se umido, con umbone acuto, le lamelle decorrenti sul gambo, spesse e rade, bruno-nerastre
nell’adulto e per la carne di colore vinaccia, bruno-ocra vinoso. I Chroogomphus si distinguono dai Gom-
phidius principalmente per la carne tutta colorata e anche per il cappello asciutto oppure leggermente vi-
scido. Si ricorda che i Gomphidius sono viscidi-glutinosi e con carne bianca ma gialla alla base del gambo.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, dapprima emi- due colori, bianco verso l’alto e giallo verso il
sferico-convesso, conico-convesso, poi pia- basso, tendente a macchiarsi di bruno-nera-
no-convesso con il centro depresso, infne stro con la crescita, con zona anulare gluti-
depresso-imbutiforme, con il margine rivolto nosa colorata di nero per caduta delle spore
verso il basso, un po’ scanalato nell’adulto; nell’adulto.
molto glutinoso, glabro, di colore bruno-gri- Carne: cospicua, soda, bianca, gialla alla base
giastro, bruno-oliva, con toni violacei o por- del gambo; odore irrilevante, sapore mite.
porini, spesso con macchie nere nell’adulto. Spore: nerastre in massa, fusiformi-ellissoi-
Lamelle: decorrenti sul gambo, abbastanza dali, lisce, 18-22 × 5-7 µm.
rade, molto spesse, di aspetto ceraceo, cede- Habitat: cresce gregario nei boschi di co-
voli al tocco, nel giovane grigio-biancastre, nifere, nei boschi misti, dalla pianura alla
poi grigio-nerastre. montagna, prediligendo i boschi di pini con
Gambo: 5-8 × 0,8-2 cm, cilindrico, subfusi- abete rosso, in estate-autunno. Non tanto
forme, leggermente attenuato all’apice e alla comune.
base; molto glutinoso, caratteristicamente di Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Gomphidius glutinosus si riconosce per il cappello e il gambo molto glutinosi, ricoperti da abbon-
dante muco, le lamelle decorrenti, ceracee e di colore grigio-nerastro nell’adulto, il gambo giallo alla base
e per la carne bianca nel cappello e di un bel giallo alla base del gambo. Gomphidius maculatus è più
piccolo, cresce presso larici e si macchia di nero con la crescita.
Note: Lentinus tigrinus si riconosce per la consistenza coriacea della carne, il cappello ombelicato-imbu-
tiforme con squame bruno-nerastre che ben risaltano sul fondo biancastro e per la crescita principalmente
in primavera su legno morto di salice. Alcuni AA. distinguono il genere Panus dal genere Lentinus in base
alla trama lamellare: irregolare con subimenio non sviluppato nel genere Panus, più o meno regolare con
subimenio ben sviluppato in Lentinus.
Cappello: 5-20 cm, carnoso, dapprima pia- to-costolato in prossimità delle lamelle, con
no-convesso, presto depresso a forma di con- feltro miceliare alla base, di colore bianco,
chiglia, di ventaglio, con il margine involuto nel bianco-crema-grigiastro.
giovane; asciutto, glabro, di aspetto untuoso, Carne: cospicua, fbrosa, un po’ tenera nel
liscio e brillante, di colore bruno-grigiastro, bru- gambo, bianca; odore fungino, sapore delicato.
no-beige, bruno-bluastro, bruno-violaceo. Spore: bianche in massa, cilindriche-ellissoi-
Lamelle: notevolmente decorrenti sul gam- dali, lisce, 7-10 × 3-3,5 µm, non amiloidi.
bo, ftte, biancastre, crema-grigiastre, con il Habitat: cresce cespitoso su ceppaie e tron-
flo intero. chi di latifoglie, spesso viventi e ad altezza
Gambo: 1-4 × 1-3 cm, da molto eccentri- considerevole (anche fno a 4-7 m dal suolo),
co a laterale, piuttosto corto, rudimentale, prediligendo il pioppo e il salice, nei parchi, in
talvolta quasi inesistente, cilindrico, spesso autunno-inverno. Abbastanza comune.
incurvato, attenuato alla base; opaco, stria- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: i Pleurotus sono funghi carnosi e in genere lignicoli, caratterizzati dal gambo laterale o eccentrico,
dalle lamelle decorrenti sul gambo e spore bianche, bianco-crema. Tra questi, Pleurotus ostreatus si fa
riconoscere, oltre che per le lamelle decorrenti e il gambo laterale, per il colore del cappello bruno-grigia-
stro, bruno-blu-violaceo e per la crescita principalmente su legno di latifoglie, prediligendo il pioppo e il
salice. Comunemente conosciuto con il nome di orecchietta o gelone, è anche coltivato industrialmente e
venduto in molti paesi europei.
Cappello: 1,5-5 cm, poco carnoso, fabelli- accennato, costituito da un leggero prolun-
forme, a forma di ventaglio o di conchiglia, gamento della confuenza delle lamelle.
con il margine involuto e irregolarmente Carne: (= contesto) poco spessa, piuttosto
sinuoso-lobato; asciutto, notevolmente fel- fbrosa, tenace, reviviscente, più morbida se
trato, lanoso-villoso, con peli irsuti, di colore imbevuta di acqua, coriacea e molto dura
biancastro, bianco-grigio, talora soffuso di quando è asciutta, bianco-ocra; odore acidu-
rosa. lo, sapore mite.
Lamelle: confuenti nel punto di attacco Spore: bianco-crema in massa, cilindriche,
con il legno o pseudogambo, rade, spesse, lisce, 5-6,5 × 1,5-2,5 µm, non amiloidi.
biforcate verso il margine, crema carnicino, Habitat: cresce subcespitoso o gregario su
rosa pallido, con il flo tipicamente bifdo, legno di latifoglie, tronchi o rami caduti, ra-
fessurato longitudinalmente e sdoppiato in ramente su legno di conifere, nei boschi, par-
due. chi e giardini di città, in ogni periodo dell’an-
Pseudogambo: in genere assente, talora no. Molto comune e diffuso.
molto ridotto, rudimentale e laterale, appena Commestibilità: non commestibile.
Note: tra le specie sessili, senza gambo distinto, costituite dal solo cappello a forma di conchiglia o di
ventaglio e con imenoforo a lamelle, Schizophyllum commune si fa riconoscere facilmente per il cappello
notevolmente feltrato-villoso ma soprattutto per il flo lamellare tipicamente bifdo, fessurato longitudi-
nalmente e sdoppiato in due lamine, caratteristica non riscontrabile in nessun’altra specie.
Cappello: 2-8 cm, carnoso, dapprima con- base attenuata o leggermente dilatata; glabro,
vesso, regolare o notevolmente gibboso, poi di colore giallo più o meno come il cappello.
piano con il centro depresso, un po’ imbu- Carne: cospicua, abbastanza soda, bianca,
tiforme, con il margine involuto e notevol- giallognola verso le superfci; odore gradevole
mente sinuoso, sinuoso-lobato; glabro, liscio, fruttato, di albicocca, sapore mite.
di colore giallo vivo, giallo-arancio, giallo oro. Spore: bianco-crema in massa, ellissoidali,
Pseudolamelle: (costituenti l’imenoforo) lisce, 8-9,5 × 5-6 µm, non amiloidi.
pliciformi, composte da pieghe, biforcate e Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
venose, notevolmente decorrenti sul gambo, plari ravvicinati nei boschi, sia di latifoglie sia
rade, spesse, gialle come il cappello o un po’ di conifere, spesso tra e sotto le foglie nei
più pallide. canaloni molto umidi, in estate e in autunno.
Gambo: 3-6 × 0,8-2 cm, cilindrico, progres- Abbastanza comune e diffuso.
sivamente dilatato verso l’alto, talora con la Commestibilitˆ: commestibile, eccellente.
Note: i Cantharellus sono funghi terricoli, costituiti da cappello e gambo con imenoforo da pliciforme
a subliscio. Tra le specie congeneri, Cantharellus cibarius si riconosce facilmente per il colore giallo in
ogni parte. Di C. cibarius esistono numerose varietà, alcune considerate specie distinte. Le più comuni
sono: Cantharellus ferruginascens (= C. cibarius var. ferruginascens) è più pallido, pressoché inodore,
e tende a macchiarsi di rosso ruggine alla manipolazione; Cantharellus amethysteus (= C. cibarius var.
amethysteus) ha squame violette sul cappello.
Cappello: 2-5 cm, poco carnoso, quasi solcato, bruno-giallognolo, giallo olivastro,
membranaceo, convesso e ombelicato, om- color senape, più pallido alla base.
belicato-imbutiforme, con il margine note- Carne: esigua, abbastanza tenace, elastica,
volmente sinuoso-lobato; fbrilloso-squamo- di colore giallo-grigiastra; odore fruttato con
so, di colore brunastro, bruno-giallognolo, componente di muschio, sapore mite.
giallo olivastro al margine. Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
Pseudolamelle: (costituenti l’imenoforo) 9-10,5 × 6,5-7,5 µm, non amiloidi.
pliciformi, composte da pieghe in rilievo, Habitat: cresce cespitoso o gregario in nu-
spesse, biforcate, vistosamente venose, de- merosi esemplari ravvicinati nei boschi, sia
correnti sul gambo, di colore grigiastro, gri- di conifere sia di latifoglie, su residui legnosi
gio-giallo olivastro. ricoperti di muschio o ceppaie marcescenti,
Gambo: 4-8 × 0,5-1 cm, cilindrico, legger- in estate-autunno. Abbastanza comune e dif-
mente dilatato all’apice, talora con la base un fuso.
po’ ingrossata e compressa, cavo; glabro, da Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
liscio a fnemente rugoso, spesso compresso,
Note: Cantharellus tubaeformis si distingue dal simile Cantharellus lutescens per via dell’imenoforo
pliciforme (pseudolamelle), costituito da pieghe pronunciate simulanti delle vere lamelle, di colore grigio
oliva. In C. lutescens l’imenoforo è da liscio a leggermente rugoso-venoso e giallognolo, giallo-arancio
pallido.
Cappello: 2-8 cm, quasi membranaceo, a so la base; glabro, liscio, spesso compresso,
forma di trombetta, profondamente ombe- talora solcato longitudinalmente, di colore
licato-imbutiforme e comunicante con la nerastro, bruno-grigio come il cappello.
cavità del gambo fno alla base, con il mar- Carne: esigua, fragile, di colore grigio-nero,
gine notevolmente sinuoso-lobato; fbrilloso, grigio-bruno; odore gradevole, sapore dolce.
fbrilloso-squamuloso, di colore nerastro, bru- Spore: biancastre in massa, ellissoidali, lisce,
no-nero, bruno-grigiastro, spesso screziato. 12-15 × 9-11 µm, non amiloidi.
Pseudolamelle: pressoché assenti, la su- Habitat: cresce subcespitoso o gregario in
perfcie imeniale è praticamente da subliscia numerosi esemplari ravvicinati nei boschi di
a fnemente rugosa-venosa, di colore grigio latifoglie, tra le foglie, prediligendo gli av-
cenere, grigio-bruno pallido. vallamenti e i canaloni umidi anche pietrosi,
Gambo: 4-10 × 0,8-2 cm, cavo e con cavità in estate-autunno. Abbastanza comune e
comunicante con l’esterno dal cappello, pel- diffuso.
licolare, dilatato verso l’alto e attenuato ver- Commestibilitˆ: commestibile, ottimo.
Basidiocarpo: alto 3-10 cm, spesso 0,3-0,5 Carne: esigua, molto fragile, bianca; odore e
cm, vermiforme, cilindrico, da cilindrico-cla- sapore irrilevanti.
vato a leggermente fusiforme, in genere at- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
tenuato sia verso l’alto sia verso la base, la 5-8 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi. Giunti a fb-
quale non è distinta in un gambo o pseudo- bia assenti.
gambo, incurvato-sinuoso, un po’ compresso, Habitat: cresce cespitosa in densi ciuff di
con solchi longitudinali nell’adulto, spesso numerosi esemplari fascicolati, raramente in
con apice acuto a uncino. Superfcie (costi- piccoli ciuff con meno di cinque esemplari,
tuente l’imenoforo, tranne la parte basale) nei prati, tra l’erba o su terreno nudo, in au-
liscia, spesso leggermente striata, di colore tunno. Non comune.
bianco, bianco-crema pallido, spesso con la Commestibilitˆ: non commestibile.
punta apicale leggermente giallognola.
Note: le Clavaria sono piccoli funghi terricoli a forma di clava, senza giunti a fbbia nelle ife (alcune
specie con ampi giunti alla base dei basidi). Clavulinopsis è come Clavaria ma con giunti a fbbia nelle ife.
Typhula e Macrotyphula comprendono specie generalmente lignicole, il primo crescenti da sclerozio. Tra
le specie simili, Clavaria fragilis si riconosce per i carpofori vermiformi, senza la parte basale distinta in
gambo o pseudogambo, con apice acuto, di colore biancastro e per la crescita fascicolata. Clavaria acuta
(= C. asterospora) è molto simile ma più piccola, ha una sorta di pseudogambo e spore con lunghi aculei,
a forma di stella.
Basidiocarpo: alto 6-12 cm, spesso 2-7 cm, Carne: molto spessa, tenera, un po’ molle e
molto carnoso, dapprima cilindrico-clavato, spugnosa nell’adulto, biancastra, con tenden-
claviforme, poi sempre più conico-turbinato, za a macchiarsi di grigio-lilla al taglio; odore
a forma di trottola, con apice notevolmente irrilevante, sapore dolciastro.
appiattito, spesso perfno un po’ depresso, Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
con il margine debordante, sinuoso e molto 9,5-13 × 5,5-7 µm, non amiloidi.
rugoso. Superfcie (costituente l’imenoforo, Habitat: cresce gregario o subsolitario nei
tranne la parte basale) liscia, rugosa-grinzo- boschi di conifere, prediligendo i boschi di
sa, anche gibbosa e con numerose fossette abete rosso di montagna, in estate e in au-
o scanalature, talora lacerata-erosa in alcuni tunno. Poco comune.
punti, di colore ocra, giallo-ocra, ocra-aran- Commestibilitˆ: commestibile.
cio, soffusa di lilla o grigio-lilla nell’adulto,
bianca alla base, virante al verde con il solfa-
to ferroso (FeSO4).
Note: il genere Clavariadelphus comprende specie carnose a forma di clava non ramifcata e di considere-
vole spessore. Tra questi, Clavariadelphus truncatus si riconosce facilmente per i carpofori clavati molto
grossi e con apice notevolmente appiattito, spesso perfno un po’ depresso e con il margine debordante,
e per la crescita nei boschi di conifere. Clavariadelphus pistillaris e Clavariadelphus favoimmaturus
hanno l’apice arrotondato, non appiattito, e crescono nei boschi di latifoglie.
Note: tra i funghi clavarioidi, il genere Clavulina è caratterizzato da spore bianche e basidi bisporici. Le Rama-
ria hanno spore giallo-ocra. Tra le specie congeneri C. cristata si fa riconosce per i carpofori ramifcati biancastri
con apici appiattiti e suddivisi in appendici acute, simili a creste di gallo. C. cinerea ha rami allungati e non così
crestati, ed è di colore grigio fumo. C. rugosa è di colore grigio-crema, scarsamente ramifcata, quasi claviforme,
ed è rugosa, gibbosa, rugosa-solcata. Capita spesso di incontrare C. cristata parassitata da un micro fungo
(Helminthosphaeria clavariarum) che colora i rami di grigio-nerastro, quindi confondibile con C. cinerea.
Basidiocarpo: 6-18 cm di altezza, 6-20 cm che a V, con apici terminanti in 2-3 punte più o
di larghezza, composto da un tronco basale meno acute. Superfcie (costituente l’imenofo-
fortemente ramifcato a forma di cavolfore, ro) liscia, di colore rosa salmone, con apici gialli.
di corallo. Carne: abbastanza spessa, un po’ molle, fra-
Tronco: abbastanza robusto, 2-5 cm di spes- gile nei rami, biancastra, di aspetto marmo-
sore, generalmente singolo, a volte composto rizzato se umida; odore irrilevante, sapore
da due o tre elementi conglobati, a forma di amarognolo, un po’ erbaceo.
cono rovesciato con la base attenuata, di colo- Spore: giallo-ocra in massa, cilindrico-ellis-
re bianco verso la base, soffuso di rosa-arancio soidali, verrucose, 9-14 × 5-6,5 µm, non ami-
verso l’alto, ramifcato in numerosi rami. loidi. Giunti a fbbia presenti.
Rami: principali abbastanza larghi, 1-2 cm di Habitat: cresce gregaria nei boschi di lati-
spessore, lunghi, rotondeggianti, subparalleli, foglie, più frequente nei boschi di faggio, in
ramifcati in numerosi piccoli rami secondari estate-autunno. Abbastanza comune.
formanti angoli in maggioranza a U, ma an- Commestibilitˆ: tossico.
Note: molte specie di Ramaria sono fra loro simili perché con la crescita, maturando le spore, tendono
a diventare tutte ocra. Tuttavia, se si osservano carpofori giovani, non ancora del tutto maturi, Ramaria
formosa si fa riconoscere abbastanza facilmente per la colorazione tricolore del carpoforo, con il tronco
basale bianco, i rami rosa-salmone e gli apici gialli.
Cappello: 4-15 cm, molto carnoso, dappri- base, generalmente eccentrico o quasi late-
ma convesso, poi piano-convesso, anche un rale; glabro, liscio, vellutato, spesso sinuoso-
po’ depresso, irregolarmente gibboso-sinuo- gibboso, di colore biancastro, si macchia leg-
so, con il margine involuto, sinuoso-lobato; germente di giallo-arancio allo sfregamento.
glabro, asciutto, opaco e vellutato, nel gio- Carne: cospicua, cassante, un po’ gessosa,
vane fnemente pruinoso di bianco, di colore soda, bianca; odore irrilevante, sapore mite.
giallognolo, giallo-ocra, crema-rosa pallido, Spore: biancastre in massa, subsferiche-el-
talora quasi biancastro. lissoidali, lisce, 6-8,5 × 5-7 µm, non amiloidi.
Aculei: (costituenti l’imenoforo) notevol- Sistema ifale monomitico.
mente decorrenti sul gambo, molto ftti, Habitat: cresce subcespitoso o gregario, ta-
fragili, facilmente staccabili dalla carne, gial- lora subsolitario, nei boschi, sia di latifoglie
lognoli, bianco-crema. sia di conifere, in estate e in autunno. Molto
Gambo: 2-5 × 1,5-3 cm, piuttosto corto e comune.
robusto, dilatato verso l’alto e attenuato alla Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Hydnum repandum, comunemente conosciuto come steccherino dorato, si riconosce facilmente
per il portamento tozzo, con il gambo tendenzialmente eccentrico-laterale, il colore giallognolo del cappel-
lo e per l’imenoforo ad aculei molto decorrenti sul gambo. Per colorazione richiama un po’ Cantharellus
cibarius, ma quest’ultimo ha l’imenoforo a pieghe e non ad aculei. Hydnum albidum è un sosia di colore
bianco e ha spore più piccole, 4,5-5,5 × 3-4 µm.
Cappello: 2-7 cm, carnoso, dapprima con- crema-ocra pallido, si macchia facilmente di
vesso, poi piano-convesso, gibboso-sinuoso, arancio-rossastro alla manipolazione.
talora un po’ depresso, con il margine da Carne: poco spessa, cassante, un po’ ges-
regolare a notevolmente sinuoso, ondulato; sosa, fragile, biancastra, bianco-giallognola;
glabro, asciutto, opaco, di colore ocra-aran- odore irrilevante, sapore da mite a legger-
cio, arancio-rossastro. mente amaro.
Aculei: (costituenti l’imenoforo) adnati al Spore: biancastre in massa, subsferiche-ellis-
gambo, non decorrenti o solo leggermen- soidali, lisce, 6,5-8,5 × 5,5-7,5 µm, non ami-
te, molto ftti, fragili, facilmente asportabili loidi. Sistema ifale monomitico.
dalla carne, giallognoli, quasi concolori al Habitat: cresce gregario, spesso in numero-
cappello. si esemplari, nei boschi, sia di latifoglie sia di
Gambo: 3-7 × 0,3-1,2 cm, slanciato, cilin- conifere, prediligendo i castagneti, in estate
drico, da centrale a leggermente eccentri- e in autunno. Molto comune.
co, spesso incurvato; glabro, biancastro, Commestibilitˆ: commestibile.
Note: il genere Hydnum è costituito da tre specie: Hydnum repandum e Hydnum rufescens sono le più
comuni e largamente diffuse mentre Hydnum albidum è piuttosto raro (da non confondere con esemplari
sbiaditi di H. repandum). Tra queste, Hydnum rufescens si riconosce per il portamento più esile, con il
gambo ben distinto, slanciato e tendenzialmente centrale, il cappello più sull’arancio-rossastro, gli aculei
adnati e per l’arrossamento delle superfci alla manipolazione.
Note: Irpex lacteus è l’unico rappresentante del suo genere e, tra le specie espanso-refesse o pileate, si
fa riconoscere per il colore biancastro, l’imenoforo composto di aculei odontoidi irregolari e per i cistidi
a parete spessa e ricoperti di cristalli verso l’alto. Altra specie, abbastanza comune, espanso-refessa con
cappelli imbricati e con imenoforo ad aculei è Steccherinum ochraceum, distinto principalmente per il
colore giallo, giallo-arancio, e per gli aculei regolari.
Cappello: 8-25 cm, molto carnoso, inizial- co; glabro, vellutato, di colore grigio-bruno
mente convesso, poi piano-convesso, piano pallido, biancastro verso la base.
e con il centro depresso, con il margine invo- Carne: cospicua, abbastanza compatta, un
luto, da regolare a sinuoso; asciutto, grosso- po’ friabile, brunastra, color sughero, non zo-
lanamente squamoso, di colore bruno, bruno nata; odore acidulo fungino, sapore mite o
cioccolato, con grosse squame bruno-nera- amarognolo.
stre imbricate disposte concentricamente, Spore: brunastre in massa, subsferiche-el-
appuntite e rialzate al centro. lissoidali, verrucose-gibbose, 6,5-8 × 5-6 µm.
Aculei: (costituenti l’imenoforo) decorrenti Giunti a fbbia presenti. Sistema ifale mono-
sul gambo, ftti, bianco-grigiognoli, poi gri- mitico.
gio-bruni. Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
Gambo: 4-6 × 1,5-4 cm, molto corto e ro- boschi di conifere, ai margini dei boschi, pre-
busto, talora rudimentale, da cilindrico a diligendo l’abete rosso, in estate-autunno.
claviforme, cilindrico-fusiforme, attenuato Abbastanza comune.
all’apice, da centrale a leggermente eccentri- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Sarcodon imbricatus, comunemente conosciuto come steccherino bruno, si fa riconoscere facilmente per il
cappello brunastro, con grosse squame imbricate e rialzate verso il centro, per gli aculei di colore grigio-bruno, per la
carne brunastra e non zonata. Si ricorda che i generi Sarcodon e Hydnellum hanno spore brune e ornamentate, il
primo ha carne omogenea non stratifcata, non zonata, il secondo ha carne zonata, stratifcata a zone chiaro-scure.
Basidiocarpo: a forma di mensola, sessile. Pori: biancastri, giallo-lilla nel giovane, poi
Pseudocappello: 10-40 cm di larghezza, 5-15 bruni, piccoli, arrotondati, con dissepimenti
cm di spessore; inizialmente e per lungo tem- ispessiti.
po il carpoforo si presenta come un grosso Carne: (= contesto) molto spessa, molle e
nodulo informe completamente coperto da succulenta nel giovane, poi coriacea, zonata,
gocce acquose, infne a forma di mensola, con brunastra, bruno-rossiccia, virante al nero con
il margine arrotondato, molto spesso. Super- NaOH; odore acidulo-fungino, sapore mite.
fcie gibbosa-bossolata, vellutata, feltrata, nel Spore: crema-giallognole in massa, subsfe-
giovane di colore giallo-ocra, ocra-fulvastro, riche, lisce, 6-8,5 × 5,5-7,5 µm, destrinoidi.
color ruggine, essudante gocce acquose di Sete presenti. Sistema ifale monomitico.
colore bruno-ambra, poi con la crescita tende Habitat: cresce alla base o su radici afforanti
a diventare bruno-nerastro, con il margine da generalmente di vecchie querce viventi, nei
biancastro a giallo-ocra maculato di bruno. parchi e giardini di città, dalla primavera all’au-
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) abbastanza lun- tunno. Provoca carie bianca. Non comune.
ghi, brunastri, molto fragili nei carpofori secchi. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Inonotus dryadeus si riconosce facilmente per i grossi carpofori, nodulosi da giovani e per lungo tempo, di
colore giallo-ocra essudanti gocce acquose colorate di bruno-ambra e per la crescita in genere alla base di vecchie
querce viventi di cui è un forte parassita. Inonotus dryophilus si distingue per l’assenza di gocce acquose, per la
presenza di un nucleo miceliare bruno maculato di bianco nella parte attaccata al substrato e per l’assenza di sete.
Basidiocarpo: a forma di mensola, sessile, sano per formare un nuovo strato di tuboli.
talora con accenno di gambo. Pseudocappel- Pori: brunastri, bruno-ocra, molto piccoli, ar-
lo: 10-40 cm di larghezza, 3-8 cm di spessore, rotondati, con dissepimenti ispessiti; la super-
sporgente 5-20 cm, robusto, inizialmente no- fcie poroide è bianca nel periodo di attività.
duloso, poi mensoliforme, a forma di venta- Carne: (= contesto) cospicua, cedevole nello
glio, talora con un rudimentale gambo, con il pseudocappello, di colore bruno, bruno-ros-
margine ottuso, sinuoso. Superfcie notevol- so; odore e sapore irrilevanti.
mente gibbosa, sinuosa, cedevole alla pres- Spore: brune in massa, ellissoidali, con pa-
sione, come laccata, ricoperta da una crosta rete molto spessa e verrucosa, con poro ger-
lucida e resinosa, sottile e morbida, di colore minativo spesso tronco, 9,5-12 × 5-7,5 µm.
giallo-bruno, bruno-arancio, bruno-rossastro, Sistema ifale trimitico.
durante il periodo di attività con sopra pol- Habitat: cresce su tronchi in prossimità del-
vere sporale bruna, richiamante la polvere di la base di latifoglie viventi, prediligendo le
cacao, e con il margine bianco-giallognolo. querce, nei parchi e giardini di città, in ogni
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) a uno o più periodo dell’anno. Provoca carie bianca. Non
strati, lunghi, brunastri, spesso variegati di comune.
bianco per la presenza di ife che li attraver- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, G. resinaceum si fa riconoscere per lo strato resinoso nello pseudocappello
molto sottile e morbido. G. lucidum è simile ma distintamente stipitato, con gambo lungo e laterale.
siNoNimo: Scutiger confuens (Alb. & Schwein. : Fr.) Bondartsev & Singer 1941
PosizioNe sistematica: ordine Aphyllophorales, famiglia Polyporaceae s.l.
Cappello: costituito da più cappelli saldati Gambo: 1-5 × 1-3,5 cm, da centrale a leg-
tra loro formanti una massa più o meno germente eccentrico, più o meno cilindrico,
informe grande fno a 30 cm e oltre. Ogni attenuato alla base; glabro, irregolarmente
singolo cappello misura 4-12 cm, carnoso, gibboso, di colore biancastro, con toni aran-
inizialmente subsferico, poi convesso, irrego- ciati vero la base.
larmente gibboso, con il margine fortemente Carne: cospicua, soda, un po’ gessosa, bian-
involuto, sinuoso-lobato; asciutto, glabro, castra, diventa rosa alla cottura con acqua
screpolato-areolato, di colore giallo-arancio, e aceto; odore subnullo, sapore amarognolo.
ocra-rossastro, bruno-ocra. Spore: bianche in massa, subsferiche-ovoi-
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) decorrenti, dali, lisce, 4-5,5 × 3-4 µm, amiloidi. Giunti
corti, non separabili dalla carne, concolori ai a fbbia presenti. Sistema ifale:monomitico.
pori. Habitat: cresce cespitoso-conglobato, nei bo-
Pori: biancastri, bianco-crema carnicino, schi di conifere, predilige l’abete rosso di mon-
molto piccoli, rotondi-angolosi, con dissepi- tagna, in estate-autunno. Abbastanza comune.
menti sottili. Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: Albatrellus confuens si differenzia dal più comune Albatrellus ovinus principalmente per i car-
pofori conglobati, con i cappelli tra loro saldati, di colore giallo-arancio, ocra-rossastro, e per la carne che
diventa rosa alla cottura con acqua e aceto. A. ovinus produce carpofori più regolari, di colore sul bian-
co-grigio, soffuso di giallo-ocra, e con carne che diventa verde alla cottura con acqua e aceto.
Cappello: 4-10 cm, carnoso, inizialmente emi- larmente gibboso, di colore bianco, tendente
sferico, poi convesso, irregolarmente gibboso- a ingiallire alla manipolazione.
sinuoso, con il margine molto involuto, sinuo- Carne: cospicua, soda, un po’ gessosa, bian-
so-lobato; glabro, opaco, screpolato, di colore castra, diventa verde alla cottura con acqua
biancastro, bianco-grigio, bianco-crema, spesso e aceto; odore e sapore irrilevanti.
soffuso di giallo-ocra, bianco al margine. Spore: bianche in massa, subsferiche-ovoi-
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) decorrenti, dali, lisce, 3,5-5 × 3-4 µm, non o leggermente
corti, non separabili dalla carne, concolori ai amiloidi. Giunti a fbbia assenti. Sistema ifale
pori. monomitico.
Pori: bianco-crema, piccoli, rotondi-angolo- Habitat: cresce gregario (spesso numerosi
si, con dissepimenti sottili, un po’ ingiallenti esemplari molto ravvicinati), nei boschi di co-
al tocco. nifere, prediligendo l’abete rosso di montagna,
Gambo: 3-8 × 1-2 cm, da centrale a legger- in estate e in autunno. Abbastanza comune.
mente eccentrico, cilindrico; glabro, irrego- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
Note: tra le specie stipitate della famiglia Polyporaceae, gli Albatrellus si riconoscono facilmente per la carne
relativamente morbida e per la crescita terricola, non su legno. Albatrellus ovinus si distingue dalle specie conge-
neri per il colore tendenzialmente bianco-grigio, solo soffuso di giallo-ocra, e per l’assenza di giunti a fbbia. Al-
batrellus subrubescens è un sosia con superfci tendenti a macchiarsi di giallo-rossastro. Albatrellus confuens
cresce conglobato e ha il cappello più ocra-arancio, color crosta di pane, e giunti a fbbia nelle ife.
Basidiocarpo: a forma di mensola, sessile; Pori: gialli, giallo zolfo, piccoli, rotondi-an-
spesso più cappelli imbricati fuoriescono da golosi, con dissepimenti sottili e dentellati.
una fruttifcazione, talora innestati tramite Carne: (= contesto) abbastanza spessa, re-
un rudimentale gambo laterale. Ogni singolo lativamente tenera nel giovane, poi tenace
pseudocappello misura 8-30 cm di larghezza, e gessosa, bianco-crema, giallognola; odore
1-4 cm di spessore, fabelliforme, a forma di acidulo-fungino, sapore mite.
mensola, di ventaglio, con il margine ottuso, Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
ingrossato, molto ondulato, sinuoso-lobato. 5-6,5 × 3,5-4,5 µm, non amiloidi. Giunti a fb-
Superfcie notevolmente gibbosa, bossola- bia assenti. Sistema ifale dimitico.
ta-rugosa, nodulosa, vellutata, feltrata, ta- Habitat: cresce su alberi di latifoglie viventi o
lora zonata, di colore giallo, giallo-arancio, su legno morto delle stesse, eccezionalmente
giallo-ocra. su larice, dalla primavera inoltrata all’autunno.
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) piuttosto Provoca carie bruna. Abbastanza comune.
corti, concolore ai pori. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: il colore giallo, giallo-arancio, più o meno in tutto il carpoforo, consente di riconoscere facilmente
Laetiporus sulphureus tra le numerose specie fabelliformi, in pratica a forma di ventaglio. Di L. sul-
phureus esiste, anche se molto raro, lo stadio imperfetto, denominato Ptychogaster (= Ceriomyces)
aurantiacus, e si presenta noduloso, grosso 2-6 cm, senza pori e con gocce acquose, con carne che si risolve
in polvere bruna costituita da clamidospore.
Note: Piptoporus betulinus si riconosce molto facilmente per la crescita su legno di betulla e per lo pseudo-
cappello a forma di mensola pulvinata, con superfcie superiore liscia, talora screpolata, di colore bianco-o-
cra-grigiognolo. Talvolta l’imenoforo di esemplari vecchi di P. betulinus è invaso da un minuscolo pirenomicete,
Hypocrea pulvinata, di colore giallo-ocra, a forma di piccole sferette ruvide, isolate o confuenti. Piptoporus
pseudobetulinus, molto raro, cresce su legno di pioppo tremolo e ha spore più grandi, 7-11 × 2,5-3,5 µm.
Cappello: 10-40 cm, carnoso, da ampiamente ma verso l’alto, bruno-nerastro verso la base.
semicircolare a fabelliforme, a forma di venta- Carne: (= contesto) cospicua, piuttosto f-
glio con il centro depresso, raramente circolare, brosa, soda, tenera nel giovane, coriacea e
con il margine sinuoso; asciutto, squamoso, di dura nell’adulto, bianca; odore e sapore fari-
colore giallo-ocra, con squame brunastre. nosi, di cocomero, di buccia di anguria.
Tuboli: (costituenti l’imenoforo) notevol- Spore: bianche in massa, cilindriche-ellissoi-
mente decorrenti sul gambo, corti, non se- dali, lisce, 10-15 × 4-5,5 µm, non amiloidi.
parabili dalla carne, concolori ai pori. Sistema ifale dimitico.
Pori: biancastri, crema-giallognoli nell’adul- Habitat: cresce solitario o subcespitoso su
to, piccoli nel giovane, poi ampi e angolosi- legno di latifoglie, tronchi o ceppaie, nei bo-
stirati, con dissepimenti dentellati-lacerati. schi, nei parchi e giardini di città, general-
Gambo: 1-5 × 1-4 cm, laterale o eccentrico-late- mente in primavera, sporadico in estate-au-
rale, corto e tozzo, cilindrico, dilatato verso l’al- tunno. Provoca carie bianca. Comune.
to; ricoperto di pori nella parte alta, bianco-cre- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Polyporus squamosus si riconosce per la taglia molto grande, il cappello
giallo-ocra con squame brunastre, il gambo bruno-nero alla base, la crescita su legno e per il forte odore
farinoso, di cocomero. Polyporus tuberaster è simile ma più raro, di taglia più piccola, con cappello 3-10
cm, ha il gambo centrale e non ha odore farinoso; inoltre, predilige crescere su rametti o su terreno, di
solito collegato a un grosso sclerozio interrato.
Note: Tremella foliacea è strettamente correlata alla più comune Tremella mesenterica, dalla quale si
differenzia molto bene principalmente per il colore brunastro, bruno-fulvo. Inoltre, produce carpofori più
grandi e tendenzialmente più a forma di rosetta che cerebriforme, con numerose lamine notevolmente più
sviluppate, simili a petali o a foglie. T. mesenterica produce carpofori più cerebriformi e di colore giallo
vivace.
Note: il genere Tremella appartiene agli eterobasidiomiceti ed è costituito da funghi gelatinosi, mollicci,
più o meno lenticolari, a forma di pustole, oppure più o meno cerebriformi. È il genere più rappresentativo
della famiglia Tremellaceae, contraddistinta per via dei basidi settati in senso longitudinale. Tremella
mesenterica si riconosce piuttosto facilmente per i carpofori cerebriformi e di colore giallo. Le altre specie
gelatinose di aspetto simile e di colore giallo sono molto piccole, hanno basidi biforcati a diapason e ap-
partengono al genere Dacrymyces.
Note: l’appariscente colorazione gialla di tutto il carpoforo, la viscidità delle superfci alla manipolazione, la
consistenza elastico-gelatinosa piuttosto tenace della carne e la crescita su legno di conifere sono i caratteri
che consentono di riconoscere facilmente Calocera viscosa tra le specie di aspetto clavarioide, coralloide, cioè
tra le specie del genere Ramaria e generi affni. Calocera cornea è pure gialla ma presenta carpofori molto
più piccoli, alti circa 1 cm, in genere lesiniformi, poco o per nulla ramifcati, e cresce su legno di latifoglie.
Basidiocarpo: 1,5-4 cm, sferico o subsferi- oliva, bruno oliva a partire dal centro e con
co, talora un po’ compresso, tenero, dappri- tendenza a liquefarsi, infne risolta in polvere
ma con peridio chiuso, poi con foro apicale sporale brunastra e capillizio, senza subgleba;
da cui fuoriescono le spore. odore fungino, sapore mite.
Peridio: a tre strati; esoperidio a due strati poco Spore: bruno oliva in massa, subsferiche, li-
distinti, abbastanza spesso, da ruvido-areolato a sce, 4,5-6,5 × 4-6 µm, con resto di sterigma
quasi liscio, biancastro, talora soffuso di ocra-gri- lungo circa 5-15 µm. Capillizio di tipo Bovista,
giastro, caduco a lembi come il guscio di uovo poco sviluppato e con distinto ceppo princi-
sodo; endoperidio papiraceo, liscio, biancastro pale di diramazione.
nel giovane, poi lentamente si colora di grigio Habitat: cresce gregaria nei prati incolti,
oliva, grigio piombo, infne grigio-nerastro, con nei parchi, nei giardini e aiuole di città, dalla
deiscenza tramite un foro apicale nell’adulto. primavera all’autunno. Piuttosto comune.
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
dalla carne, bianca nel giovane, poi giallo giovane con gleba ancora bianca.
Note: il genere Bovista si distingue a occhio nudo dai generi Lycoperdon e Calvatia principalmente per
l’assenza di subgleba spugnosa-cellata, sempre presente in quest’ultimi. Inoltre, le Calvatia mettono le
spore a contatto con l’esterno tramite lacerazione del peridio e dissolvenza parziale dello stesso. In alcune
Bovista è possibile osservare la subgleba, ma è piuttosto ridotta e compatta. Tra le specie congeneri, B.
plumbea si riconosce per il caratteristico esoperidio caduco a lembi come il guscio di un uovo sodo.
Basidiocarpo: 6-20 cm, dapprima più o Gleba: (costituente l’imenoforo) composta dal-
meno globoso, subturbinato, da sferico a el- la carne, bianca nel giovane, poi bruno-porpora,
lissoidale, attenuato alla base, spesso pieghet- bruno-viola, tendente a liquefarsi, infne risolta
tato verso la base, talora con piccolo cordone in polvere sporale bruno-viola e capillizio; sub-
miceliare, poi aperto a forma di scodella e con gleba molto ridotta, poco distinta, compatta,
residui di polvere sporale bruno-porpora-viola. non cellata, bianca; odore e sapore fungini.
Peridio: a due strati; esoperidio molto sottile e Spore: bruno-viola in massa, sferiche, ver-
fragile, liscio, dissociato in piccole placche facil- rucose-aculeate, 4,5-5,5 µm, con resto di
mente caduche senza lasciare residui sull’endo- sterigma molto piccolo. Capillizio di tipo
peridio, di colore biancastro nella parte basale, Lycoperdon, ben sviluppato e senza ceppo
via via bruno-viola verso la sommità; endoperi- principale di diramazione.
dio papiraceo, sottile, spesso screpolato, areola- Habitat: cresce gregaria nei prati, in esta-
to, bruno-viola, bianco alla base, con deiscenza te-autunno. Abbastanza comune.
tramite lacerazione apicale e caducità della par- Commestibilitˆ: commestibile, buono.
te alta, risolvendosi in una sorta di “scodella”. Solo da giovane con gleba ancora bianca.
Note: Calvatia fragilis, meglio conosciuta come Calvatia lilacina oppure Calvatia cyathiformis, si rico-
nosce facilmente per il peridio sottile e fragile di colore prevalentemente bruno-viola, lilacino. Calvatia
gigantea (= Langermannia gigantea) ha il peridio di colore completamente bianco, bianco-crema, e
presenta carpofori molto più grandi, talora fno a 80 cm di diametro.
Basidiocarpo: 2-6 cm, da piriforme a sub- tranne la parte basale, dalla carne, dapprima
sferico, con la base rastremata in uno pseu- biancastra, poi giallo-verde oliva, bruno oliva e
dogambo, spesso con cordoni miceliari, rico- con tendenza a liquefarsi, infne risolta in pol-
perto da lunghi aculei bruni richiamanti un vere sporale brunastra e capillizio; subgleba ab-
riccio, dapprima con peridio chiuso, poi con bastanza ridotta, da cellata a quasi compatta,
foro apicale da cui fuoriescono le spore. color crema, costituita dalla carne alla base dello
Peridio: a due strati; esoperidio con aculei pseudogambo; odore fungino, sapore mite.
molto sviluppati, lunghi circa 0,3-0,7 cm, richia- Spore: brune in massa, sferiche, verruco-
manti un riccio, fragili, facilmente asportabili, se-aculeate, 4-5 µm. Capillizio di tipo Lycoper-
caduchi, di colore bruno, bruno castano, bru- don, ben sviluppato e senza ceppo principale
no-ocra, spesso crema-biancastro nel giovane di diramazione.
e verso le punte degli aculei; endoperidio pa- Habitat: cresce gregario o solitario nei boschi
piraceo, areolato-reticolato dove ha perso gli di latifoglie, predilige il faggio ed il castagno,
aculei, di colore bruno-ocra, bruno pallido, con tra le foglie, in estate-autunno. Poco comune.
deiscenza tramite un foro apicale nell’adulto. Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, giovane con gleba ancora bianca.
Note: Lycoperdon echinatum si riconosce con molta facilità per la sua caratteristica forma a riccio, con
esoperidio composto da lunghi aculei bruni. Non esiste altro fungo con cui potrebbe essere confuso, se non
con un riccio di castagno.
Basidiocarpo: 3-8 cm, piriforme, attenuato tranne la parte basale, dalla carne, bianca
in basso in uno pseudogambo più o meno nel giovane, poi giallo oliva, bruno olivastra
sviluppato portante una testa arrotondata, e con tendenza a liquefarsi, infne risolta in
talora un po’ compressa, con umbone papilla- polvere sporale brunastra e capillizio; sub-
to all’apice, dapprima con peridio chiuso, poi gleba spugnosa-cellata, dapprima bianca,
con foro apicale da cui fuoriescono le spore. poi crema-bruno, costituita dalla carne dello
Peridio: a due strati; esoperidio con aculei pseudogambo; odore fungino, sapore mite.
abbastanza sviluppati nella sommità, conici e Spore: brune in massa, sferiche, verrucose,
spessi alla base, lunghi circa 0,1-0,2 cm, caduchi 3,5-4,5 µm. Capillizio di tipo Lycoperdon, ben
all’apice, circondati da verruche-aculeate molto sviluppato e senza ceppo principale di dira-
piccole e più persistenti, di colore da bianco a mazione.
bruno pallido, bruno-grigiognolo; endoperidio Habitat: cresce gregario o subcespitoso nei
papiraceo, areolato-reticolato dove ha perso gli boschi, nei parchi, in estate-autunno. Piuttosto
aculei, di colore crema-brunastro, con deiscen- comune.
za tramite un foro apicale nell’adulto. Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, giovane con gleba ancora bianca.
Note: i Lycoperdon si distinguono dalle Bovista per avere la subgleba piuttosto sviluppata e spugno-
sa-cellata, caratteristica che gli conferisce un portamento piriforme. Questa specie si riconosce per l’esope-
ridio ad aculei conici che, cadendo, lasciano l’endoperidio areolato, picchiettato da piccole fossette.
Basidiocarpo: 1,5-4 cm, piriforme, attenuato nel giovane, poi giallo oliva, bruno olivastra
in basso in uno pseudogambo, con cordoni mi- e con tendenza a liquefarsi, infne risolta in
celiari bianchi, dapprima con peridio chiuso, poi polvere sporale brunastra e capillizio; subgle-
con foro apicale da cui fuoriescono le spore. ba spugnosa-cellata, bianca, anche nel car-
Peridio: a due strati; esoperidio fnemente poforo maturo, costituita dalla carne dello
pruinoso-granuloso, verrucoso, con piccolissime pseudogambo; odore sgradevole di afllofora-
verruche-aculeate persistenti, nel giovane da le, sapore mite.
biancastro-caffelatte a bruno pallido, poi bruna- Spore: brune in massa, sferiche, lisce, 3,5-5 µm.
stro, bruno cioccolato; endoperidio papiraceo, Capillizio di tipo Lycoperdon, ben sviluppato e
da liscio a fnemente areolato in alto, spesso senza ceppo principale di diramazione.
con residui pruinosi verso lo pseudogambo, di Habitat: cresce cespitoso su legno marcescente,
colore da crema-bruno, bruno-grigiognolo, con su radici o attorno a ceppaie, predilige il larice e
deiscenza tramite un foro apicale nell’adulto. l’abete di montagna, in estate-autunno. Comune.
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
tranne la parte basale, dalla carne, bianca giovane con gleba ancora bianca.
Note: Lycoperdon pyriforme è specie di colore piuttosto variabile, ma si riconosce facilmente per la crescita
cespitosa su legno o su radici interrate, per la subgleba sempre bianca, anche a carpoforo maturo, e per le spore
lisce. Tutti gli altri Lycoperdon hanno spore verrucose, con grossolane e rade verruche oppure fnemente ver-
rucose ma non lisce, e subgleba che da bianca nel giovane si colora di crema, crema-bruno con la maturazione.
Basidiocarpo: 3-6 cm, da piriforme a subsfe- tendenza a liquefarsi, infne risolta in polvere
rico, quasi capitulato, bruscamente attenuato sporale brunastra e capillizio; subgleba spu-
alla base in un corto pseudogambo, con cordoni gnosa-cellata, bianca nel giovane, poi grigio-
miceliari bianchi, dapprima con peridio chiuso, gnola, grigio-bruno-violetta, costituita dalla
poi con foro apicale da cui fuoriescono le spore. carne dello pseudogambo, con columella che
Peridio: a due strati; esoperidio fnemente acu- s’inserisce nella gleba; odore come di tostatu-
leato, con aculei sottili e molto corti, persistenti, ra, sgradevole nell’adulto, sapore mite.
di colore caffelatte nel giovane, poi brunastro, Spore: brune in massa, sferiche, verrucose,
bruno-rossastro, talora bruno-nerastro; endope- 4-5,5 µm. Capillizio di tipo Lycoperdon, ben
ridio papiraceo, liscio e ben visibile sotto gli aculei sviluppato e senza ceppo principale di dira-
dell’esoperidio, biancastro-caffelatte, poi bruna- mazione.
stro, bruno-rossastro, bruno cioccolato, con dei- Habitat: cresce gregario, nei boschi di co-
scenza tramite un foro apicale nell’adulto. nifere di montagna, tra gli aghi caduti, in
Gleba: (costituente l’imenoforo) composta, estate-autunno. Comune.
tranne la parte basale, dalla carne, bianca nel Commestibilitˆ: commestibile. Solo da
giovane, poi giallo oliva, bruno olivastra e con giovane con gleba ancora bianca.
Note: questa specie si riconosce per l’esoperidio ad aculei corti, sottili e persistenti, di colore bruno-rossastro
nell’adulto, e per la crescita fra le conifere di montagna. Può essere confuso con Lycoperdon molle, che però
è più chiaro, color caffelatte, e ha l’esoperidio con aculei molli facilmente caduchi e misti a granuli.
Basidiocarpo: 4-10 cm, inizialmente sferico crema-giallognolo, con deiscenza tramite la-
o subsferico, talora un po’ compresso, piutto- cerazione apicale e caducità della parte alta,
sto duro, infsso nel terreno tramite un ridot- risolvendosi in una “scodella”.
to pseudogambo, con cordoni miceliari, poi, Gleba: (costituente l’imenoforo) composta
a carpoforo maturo per lacerazione apicale dalla carne, dapprima bianca, poi rosa-viola,
irregolare e dissolvenza parziale del peridio, nero-bruno-violacea, marmorizzata, infne
a forma di scodella con il margine lacerato e risolta in polvere sporale nerastra, senza sub-
con sopra residui di polvere sporale nerastra. gleba; odore di Lepiota cristata, sapore mite.
Peridio: a uno strato, non distinto in Spore: bruno-nerastre in massa, sferiche, ver-
eso-endoperidio, notevolmente duro, te- rucose-aculeate, crestate e reticolate, 9-11 µm.
nace, circa 0,2-0,5 cm di spessore, con su- Habitat: cresce gregario in pochi esemplari
perfcie irregolarmente squamosa, di colore nei boschi di latifoglie, prediligendo il faggio,
giallognolo, giallo-ocra, spesso con grosso- in estate-autunno. Abbastanza comune.
lane squame brunastre in rilievo su fondo Commestibilitˆ: tossico.
Note: gli Scleroderma si distinguono dalle specie simili a occhio nudo principalmente per via del peridio
a uno strato, in genere notevolmente duro e spesso, e per la gleba marmorizzata, microscopicamente per
l’assenza di capillizio. Sono perlopiù di colore brunastro, giallo-ocra, giallo-bruno, e tra loro molto simili.
Tra le specie congeneri, Scleroderma citrinum si riconosce per la superfcie giallognola, con grosse e irre-
golari verruche in rilievo, e per le spore reticolate.
Basidiocarpo: 5-15 cm, inizialmente sfe- le risolvendosi in una sorta di “stella” con al
rico o subsferico, talora un po’ compresso centro un ammasso di spore.
alla sommità e attenuato alla base, piutto- Gleba: (costituente l’imenoforo) composta dalla
sto duro, con piccoli cordoni miceliari, poi, carne, dapprima biancastra, poi grigio-viola, ne-
a carpoforo maturo, per lacerazione apicale, ro-bruno-violacea, marmorizzata, infne risolta
a forma di stella con al centro una massa di in polvere sporale bruno-nerastra, senza subgle-
polvere sporale bruno-nerastra. ba; odore leggero di Lepiota cristata, sapore mite.
Peridio: a uno strato, non distinto in Spore: bruno-nerastre in massa, sferiche,
eso-endoperidio, notevolmente duro, tena- verrucose-aculeate, subreticolate, 8-10,5 µm.
ce, molto spesso, circa 0,4-1 cm di spessore, Habitat: cresce gregario nelle radure er-
con superfcie da subliscia a squamosa-areola- bose, ai margini di boschi di latifoglie o di
ta, di colore giallognolo, giallo-grigiastro, con conifere, prediligendo i terreni sabbiosi, in
squame brunastre su fondo crema-giallogno- estate-autunno. Poco comune.
lo, con deiscenza tramite lacerazione apica- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: tra le specie congeneri, Scleroderma polyrhizum si riconosce per i carpofori di grosse dimensioni
con peridio molto spesso, fno a 1 cm, il più spesso di tutti gli Scleroderma, aperto più o meno a forma di
stella nel carpoforo maturo, richiamante un Geastrum privo di sacco-endoperidio. Geastrum melano-
cephalum, unico Geastrum privo di sacco-endoperidio, è simile ma senza capillizio nella polvere sporale
e con spore molto piccole.
Basidiocarpo: 3-7 cm, dapprima subsferico, tramite lacerazione apicale e caducità della parte
turbinato, spesso un po’ appianato in alto, ab- alta, risolvendosi in una “scodella” stipitata.
bastanza duro, infsso nel terreno tramite un Gleba: (costituente l’imenoforo) composta
grosso e compresso pseudogambo, spesso scro- dalla carne, dapprima bianca, poi rosa-viola,
bicolato, con numerosi grossi cordoni miceliari, nero-bruno-violacea, marmorizzata, infne risol-
poi, a carpoforo maturo per lacerazione apicale ta in polvere sporale nerastra, senza subgleba;
irregolare e dissolvenza parziale del peridio, a odore leggero di Lepiota cristata, sapore mite.
forma di scodella con il margine lacerato e con Spore: bruno-nerastre in massa, sferiche,
sopra residui di polvere sporale nerastra. verrucose-aculeate, 8,5-11,5 µm.
Peridio: a uno strato, non distinto in eso-en- Habitat: cresce gregario in pochi esempla-
doperidio, duro da giovane, poi molliccio, quasi ri nei boschi di latifoglie, principalmente in
papiraceo, circa 0,1-0,2 cm di spessore, con su- boschetti degradati e nei parchi, tra residui
perfcie verrucosa, fnemente squamosa, di colo- legnosi o su terreno nudo, in estate-autunno.
re bruno-ocra, bruno-rossastro, con piccole squa- Abbastanza comune.
me brune su fondo giallo-bruno, con deiscenza Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Scleroderma verrucosum si riconosce per la superfcie del peridio brunastra fnemente verrucosa,
lo pseudogambo piuttosto grosso, terminante in grossi cordoni miceliari, e per le spore con aculei liberi.
Scleroderma areolatum è più piccolo, 1,5-3,5 cm, con squame brune circondate da areole, e spore più
grandi. Scleroderma bovista ha la superfcie quasi liscia e spore reticolate.
Note: Disciotis venosa si riconosce facilmente anche a occhio nudo per gli apoteci piuttosto grandi, con su-
perfcie superiore percorsa da vistose costolature o venature, e per lo sgradevole odore di cloro, di candeggina.
Essa è di aspetto simile a specie del genere Peziza, dalle quali si differenzia principalmente per avere aschi non
amiloidi. Discina perlata è anch’essa con apotecio venoso-costolato sulla superfcie superiore, ma senza odore
di cloro, con spore verrucose-reticolate e con appendici corniformi alle estremità.
siNoNimo: Morchella esculenta var. rotunda (Fr.) I.R. Hall, P. Buch., Wang & Cole 1998
PosizioNe sistematica: ordine Pezizales, famiglia Morchellaceae
Note: Helvella acetabulum si riconosce per il gambo costolato-venoso, con grossolane costolature che
si prolungano sulla base dell’apotecio. Helvella costifera, strettamente correlata, ha le costolature note-
volmente più sviluppate e forcate-venose, che si prolungano quasi fno al margine dell’apotecio. Helvella
leucomelaena è più piccola e con superfcie fertile bruno-nerastra che ben contrasta con la superfcie
inferiore biancastra, soprattutto verso il gambo.
Ascocarpo: costituito da un apotecio sor- Gambo: 1-3 × 1-2 cm, cilindrico, molto di-
retto da un gambo. latato e ramifcato in grossolane costolature
Apotecio: 3-7 cm, a forma di coppa più o anastomizzate all’attaccatura con l’apotecio
meno aperta ma sempre abbastanza con- dove formano delle profonde fossette, lacu-
cava, con il margine da regolare a sinuo- noso; pieghettato, notevolmente solcato, di
so, talvolta lacerato. Superfcie superiore colore bianco.
(costituente l’imenoforo) liscia, di colore Carne: poco spessa, ceracea, fragile, bian-
bruno-grigiastro, bruno-ocra-grigiastro. Su- co-grigiastra; senza odore e sapore particolari.
perfcie inferiore sterile, con grosse costola- Spore: bianche in massa, ellissoidali, lisce,
ture fortemente in rilievo che dal gambo si con una grossa guttula, 15-19 × 10-13 µm.
ramifcano fno quasi al margine, molto ru- Aschi non amiloidi.
gosa-venosa tra le costolature, richiamante Habitat: cresce gregaria o solitaria nei bo-
una foglia di verza, concolore alla superfcie schi, sia di conifere sia di latifoglie, nei par-
superiore verso l’alto, più pallida fno al bian- chi, in primavera. Abbastanza rara.
castro verso il gambo. Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Helvella costifera è molto simile alla più comune e più conosciuta Helvella acetabulum, da cui
si differenzia per le costolature più sviluppate e forcate-venose, che si prolungano quasi fno al margine
dell’apotecio, con superfcie esterna molto rugosa-venosa tra le costolature, richiamante una foglia di
verza.
Note: Sarcosphaera coronaria si riconosce abbastanza facilmente per la grossa taglia, per la superfcie
interna violetta, rosa-lilla, e quella esterna biancastra, ma soprattutto per il particolare modo di crescere:
dapprima si presenta come una palla da tennis più o meno interrata, vuota e fessurata all’apice, che, con
la crescita, si apre lacerandosi in profonde lacinie, a forma di stella. Geopora sumneriana (= Sepultaria
sumneriana) è simile per il modo in cui si sviluppa, ma è più piccola, ha la superfcie esterna brunastra e
cresce sotto vecchi cedri.
Note: Aleuria aurantia si riconosce principalmente per i carpofori sessili di taglia considerevole e vivace-
mente colorati di arancio, rosso-arancio. Le numerose specie simili per colorazione appartenenti ad altri
generi sono più piccole e, perlopiù, con orlo villoso, cigliato. Tra queste, la più simile è Melastiza scotica,
distinta per la taglia più piccola, apotecio 1-3 cm, e per il proflo coperto da piccoli peli, di solito legger-
mente brunastri.
Ascocarpo: costituito da una testa (= cap- dinali più o meno profondi, cavo; da liscio
pello) ben distinta sorretta da un gambo. a fnemente pruinoso, di colore brunastro,
Testa: 1-2 cm, emisferica-convessa, irregolar- bruno-fulvo-grigiastro, bruno-lilla.
mente gibbosa, pieghettata, spesso con il centro Carne: poco spessa, elastica, cartilaginea, con-
depresso-ombelicato, con il margine fortemente colore alle superfci; odore e sapore subnulli.
involuto, arrotolato su se stesso, sinuoso-lobato. Spore: bianche in massa, cilindriche-fliformi,
Superfcie superiore (costituente l’imenoforo) in genere con 3 setti, lisce, 35-45 × 2-3 µm.
asciutta, glabra, un po’ rugosa, di colore cre- Aschi non amiloidi.
ma-grigiognolo, ocra pallido soffuso di lilla. Su- Habitat: cresce gregaria in numerosi esempla-
perfcie inferiore sterile, da liscia a leggermente ri molto vicini, alcuni uniti per la base del gam-
rugosa, concolore alla superfcie superiore. bo, nei boschi di conifere, tra muschio e aghi
Gambo: 2-5 × 0,3-0,7 cm, cilindrico, un caduti, prediligendo i boschi di abete rosso di
po’ allargato verso la base, sinuoso-gibboso, montagna, in estate-autunno. Molto comune.
spesso compresso, anche con solchi longitu- Commestibilitˆ: tossico.
Note: Cudonia circinans, piuttosto comune tra gli aghi nei boschi di abete rosso di montagna, si ricono-
sce per la testa ben distinta, notevolmente gibbosa e con il margine arrotolato su se stesso, di colore da
crema-grigiognolo a giallo-ocra-lilla, e per il gambo brunastro, bruno-fulvo-grigiastro, spesso compresso
e solcato. Leotia lubrica è morfologicamente simile, ma di consistenza gelatinosa, con la testa di colore
giallo-verde olivastro, e con spore differenti.
Note: tra gli ascomiceti simili per morfologia, cioè costituiti da una testa e un gambo ben distinti, Leo-
tia lubrica si riconosce principalmente per la consistenza gelatinosa di tutto il carpoforo, con la testa di
colore giallo-verde olivastro, bruno oliva, e il gambo giallo oliva. Leotia atrovirens è di colore verde oliva
piuttosto scuro, verde-nerastro. Cudonia circinans, specie piuttosto simile, non è gelatinosa, ha la testa
di colore crema-grigiognolo, giallo-ocra-lilla, e il gambo brunastro, spesso compresso e solcato.
Note: questa specie, meglio conosciuta come Sclerotinia tuberosa, si riconosce facilmente per la crescita da scle-
rozio nero interrato e presso l’Anemone nemorosa, nel periodo della sua foritura, nel mese di aprile. Tutte le
Sclerotinia sono collegate con il gambo a uno sclerozio, più o meno grande, talvolta molto piccolo e appiattito e
allora poco visibile soprattutto quando è inserito nel tessuto di ramoscelli o di fli d’erba. S. tuberosa è stata ricom-
binata nel genere Dumontinia per la presenza di uno strato gelatinoso nella trama, assente nelle altre Sclerotinia.
Ascocarpo: di sezione 0,5-1 cm, noduloso, più la presenza di periteci; odore e sapore indi-
o meno sferico, con la base appiattita e ade- stinti.
rente al substrato legnoso, spesso gibboso-ru- Spore: bruno scuro in massa, ellissoidali, ap-
goso, simile a una piccola mora. Superfcie ini- piattite da un lato, lisce, con una fessura ger-
zialmente di colore bruno-rosso laterizio, bruno minativa longitudinale, 11-13 × 5-6 µm. Aschi
cioccolato, color cacao, poi bruno-nerastra, non amiloidi.
verrucosa, a piccole protuberanze con al centro Habitat: cresce gregario in numerosi esem-
piccoli ostioli dei periteci (ogni peritecio contie- plari, spesso molto ravvicinati, alcuni ap-
ne l’imenoforo) immersi nello strato superfciale pressati e tra loro fusi, su legno di faggio,
dello stroma, da cui fuoriescono le spore. in genere erompente dalla corteccia di rami
Carne: (= stroma) non tanto spessa, dura, morti, in ogni periodo dell’anno. Abbastanza
carboniosa, di colore brunastro, bruno-gri- comune.
gio, punteggiata di nero verso l’esterno per Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Hypoxylon fragiforme si riconosce per i carpofori più o meno sferici, nodulosi, simili a piccole more,
di consistenza dura e carboniosa, con superfcie di colore bruno-rosso laterizio nel carpoforo fresco, bruno-
nerasto nel vecchio, e per la crescita su rami morti di faggio. Sezionando il carpoforo (costituito da più periteci
riuniti in uno stroma) è possibile osservare, con l’ausilio di una lente, i periteci neri a forma di fasco erompenti
dalla superfcie. Hypoxylon howeianum è un perfetto sosia con spore più piccole, 7-9 × 3-5 µm. Hypoxylon
fuscum predilige crescere su rami di nocciolo e di ontano e presenta la superfcie un po’ più liscia.
Ascocarpo: si sviluppa, come numerose Xy- coli ostioli dei periteci (ogni peritecio contiene
laria, sia in forma imperfetta (conidiale) sia in l’imenoforo) immersi nello strato superfciale
forma perfetta (ascogena con periteci). Il car- dello stroma, da cui fuoriescono le spore.
poforo nella forma imperfetta, più comune, Carne: (= stroma) poco spessa, dura, bian-
è alto 2-5 cm e largo 0,2-0,6 cm, a forma di castra, con sottile strato corticale nerastro;
linguetta appiattita e biforcata o più volte rami- senza odore e sapore particolari.
fcata, con rami fliformi, sottili, compressi e ad Spore: bruno-nerastre in massa, ellissoidali,
apice acuto, con superfcie ricoperta di polvere appiattite da un lato, lisce, con una fessura
bianca (costituita da conidi) facilmente aspor- germinativa longitudinale, 12,5-15 × 5,5-6 µm.
tabile, con la base nerastra di aspetto carbo- Aschi amiloidi.
nioso; spesso le punte dei rami sono soffuse di Habitat: cresce gregaria o a piccoli cespi su
arancio. Nella forma perfetta, meno comune, è legno degradato di latifoglie, prediligendo le
più cilindrico-claviforme, arrotondato, rigonfo, ceppaie, nei parchi, in ogni periodo dell’anno.
non così compresso e ramifcato all’apice, con Piuttosto comune.
superfcie nerastra, rugosa e punteggiata da pic- Commestibilitˆ: non commestibile.
Note: Xylaria hypoxylon si riconosce facilmente per i carpofori a forma di linguetta appiattita, biforcata
o più volte ramifcata, con rami compressi e ad apice acuto, ricoperti di polvere bianca. Simile è Xylaria
carpophila, con apice non o meno ramifcato e crescente su cupole di faggio. Xylaria fliformis è più
sottile, fliforme, e cresce su foglie marcescenti.
Ascocarpo: alto 3-8 cm, spesso 1-3 cm, da Carne: (= stroma) piuttosto spessa, tenace,
claviforme a subgloboso stirato, spesso ap- fbrosa al centro, bianca, con sottile strato
piattito, gibboso-incurvato, dilatato verso corticale nerastro; odore e sapore irrilevanti.
l’alto e assottigliato nella parte basale, talora Spore: bruno-nerastre in massa, fusiformi,
formante uno pseudogambo, non ben distin- appiattite da un lato, lisce, con una fessura
to in cappello e gambo, con apice ottuso, di germinativa longitudinale, 24-30 × 7-9 µm.
aspetto carbonioso. Superfcie della porzione Aschi amiloidi.
superiore granulosa, ruvida, con ftte granula- Habitat: cresce cespitosa, in diversi esem-
zioni di colore nero su fondo bruno-nerastro, plari, su legno di latifoglia, prediligendo le
punteggiata da piccoli ostioli dei periteci (ogni ceppaie marcescenti di faggio, dall’autunno
peritecio contiene l’imenoforo) immersi nello alla primavera. Comune.
strato superfciale dello stroma, da cui fuorie- Commestibilitˆ: non commestibile.
scono le spore. Superfcie della parte inferiore
sterile da liscia a ruvida, nerastra.
Note: Xylaria polymorpha si riconosce per i carpofori di forma molto variabile, da subglobosa a clavata,
piuttosto spessi, di colore nerastro, duri e di aspetto carbonioso, crescenti cespitosi su legno marcescente
di latifoglia, prediligendo le ceppaie di faggio. Xylaria longipes è più sottile, di portamento più esile e
slanciato, con pseudogambo ben sviluppato, cresce gregaria perlopiù su rami morti di acero e ha spore più
piccole.
A
Aculei: elementi conici appuntiti. Si trovano in genere sulla superfcie inferiore del cap-
pello nei funghi idnoidi dove costituiscono l’imenoforo, oppure sulla parete di alcune
spore.
Adnate: termine spesso usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo. Sono
adnate le lamelle che s’inseriscono e toccano il gambo per la maggior parte della loro
larghezza. Sono adnate anche le squame, fbrille ecc. molto aderenti alla superfcie del
cappello e/o del gambo.
Alate: detto di spore la cui parete è coperta da grosse verruche a forma di creste.
Allantoidi: detto di spore a forma di salsicciotti.
Alutaceo: simile al colore del cuoio, giallo-grigiastro pallido.
Alveoli: piccole cavità a forma di cellette, simili a quelle di un alveare, che, unite tra loro
da costolature, costituiscono la mitra (cappello) nelle morchelle.
Amfmitico: sistema della trama (carne) composto di ife generatrici e ife connettive
(chiamato anche dimitico con ife connettive).
Amigdaliformi: detto di spore a forma di mandorla.
Amiloidi: sono amiloidi le spore, ife, ecc. la cui parete a contatto col reattivo di Melzer
(reattivo a base di iodio) si colora di grigio-nerastro, grigio-bluastro.
Anastomizzate: lamelle, ife ecc. parzialmente unite tra loro, in uno o più punti della
loro superfcie, da ingrossamenti laterali.
Anello: residuo di velo, più o meno membranoso, che rimane sul gambo sotto forma
anulare. Generato dal velo parziale (anello semplice), oppure dall’unione dei veli parziale
e generale (anello doppio o complesso).
Angiocarpico: sviluppo di un carpoforo, di forma perlopiù sferica, con imenio rac-
chiuso in un involucro che si apre a completa maturazione delle spore per consentirne la
fuoriuscita. Tipico dei gasteromiceti.
Annesse: termine in genere usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo.
Sono annesse le lamelle che s’inseriscono e toccano il gambo per un brevissimo tratto
della loro larghezza. Arrotondate e attenuate in prossimità del gambo. Se nel punto di
inserzione al gambo formano un piccolo uncino si defniscono smarginate o uncinate.
La distinzione di lamelle annesse da smarginate non è netta, spesso anche in un singolo
carpoforo si possono trovare delle lamelle che toccano il gambo senza formare un uncino
e altre che lo formano.
B
Ballistospore: spore che vengono liberate, dalle cellule che le hanno generate (basidi o
aschi), attivamente tramite lancio, come un proiettile. Liberano le spore tramite lancio, in
modo attivo, gli ascomiceti e quasi tutti i basidiomiceti, tranne i gasteromiceti.
Basidio: cellula fertile, in genere a forma di clava, che genera le spore all’esterno di essa,
attaccate per mezzo di protuberanze detti sterigmi. Caratterizza i basidiomiceti.
Basidiocarpo: è il carpoforo, fungo o corpo fruttifero, nei basidiomiceti.
Basidiomiceti: funghi in cui le spore si formano all’esterno di cellule fertili, chiamate
basidi.
Basidiospore: detto di spore di funghi basidiomiceti.
Bistro: bruno scuro, bruno-nerastro.
Bulboso: gambo con base nettamente dilatata, come una cipolla, un bulbo di un fore
ecc. Il bulbo è di solito arrotondato, ma può anche essere a fttone, schiacciato, margi-
nato ecc.
D
Decorrenti: termine spesso usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo.
Sono decorrenti le lamelle che appoggiandosi al gambo si prolungano su di esso per un
tratto più o meno lungo.
Deiscenza: apertura del peridio a maturità di un carpoforo appartenente ai gasteromi-
ceti (generi Bovista, Lycoperdon) per permettere la fuoriuscita delle spore.
Deliquescente: lamelle e parte del cappello che a maturità si trasformano in un liqui-
do, di solito nerastro. Sono deliquescenti quasi tutti i Coprinus.
Dermatocistidi: detto di cistidi che si trovano sulla superfcie pileica.
E
Eccedente: detto di margine del cappello quando deborda dalle lamelle.
Eccentrico: detto di gambo inserito nel cappello in posizione non centrale, decentrato,
ma non laterale, oppure di poro germinativo di alcune spore non centrale all’asse.
Edule: commestibile.
Effmero: che dura poco, marcescibile in breve tempo.
Emiangiocarpico: sviluppo di un carpoforo, in genere con gambo e cappello, inizial-
mente con imenio racchiuso in un involucro o protetto da un velo, poi esposto all’esterno
durante la crescita e con accrescimento dell’imenio defnito. Tipico degli agarici.
Endosporio: strato più interno della parete sporale. La parete della spora è composta
di più strati, i principali sono: l’endosporio, l’episporio e il perisporio.
Epicute: è lo strato di ife più esterno della cuticola pileica. Nella cuticola pileica in ge-
nere si distinguono principalmente due strati: l’epicute strato più esterno, a contatto con
l’aria, e l’ipocute strato più interno a diretto contatto con la trama.
Epifragma: sottile membrana apicale che nelle Nidulariaceae si lacera ad avvenuta ma-
turazione.
Epigeo: carpoforo che cresce sopra la superfcie del terreno, non sotto terra.
Episporio: strato esterno della parete sporale.
Epitelio: detto di epicute composta di elementi terminali (ife) di forma più o meno
sferica e disposti irregolarmente, non perfettamente allineati come in un imeniderma.
Eroso: detto di flo lamellare (orlo o tagliente) un po’ corroso, fnemente dentellato.
Esiguo: poco, quasi insignifcante. Tutti i carpofori membranacei sono a carne esigua.
Espanso-refesso: carpoforo che si sviluppa in parte resupinato su legno e in parte più
o meno sporgente a formare un cappello semicircolare, a forma di mensola o di ventaglio.
F
Faseoliformi: detto di spore a forma di fagiolo.
Feltrato: coperto da fne peluria arruffata e schiacciata, di aspetto che richiama il feltro.
Fenolo: termine di solito riferito all’odore, ma è anche un reattivo chimico. L’odore di
fenolo è simile a quello di inchiostro di china, di calamaio.
Fessurato: che si presenta screpolato, lacerato in superfcie, spesso per opera del vento.
Fibrilloso: interessato da elementi flamentosi, stretti e molto lunghi, che ne conferisco-
no l’aspetto rigato.
Fibrosa: detto di carne, in genere del gambo, di consistenza flamentosa, non gessosa,
che alla frattura mostra una struttura flamentosa.
Fimicolo: vedi coproflo.
Fioccoso: coperto da focchi, di consistenza lanosa, cotonosa, provenienti dalla disso-
ciazione dei veli (generale e/o parziale). Spesso questo termine è usato per indicare un
anello labile, che presto si dissocia in focchi visibili sulla zona anulare e/o sul margine
del cappello, ma anche per indicare residui di velo generale sul gambo o sul cappello.
Fistoloso: detto di gambo con sottile cavità centrale.
Flessuoso: detto di gambo lungo e sottile alternativamente piegato in sensi diversi, sinuoso.
Friabile: che si sbriciola molto facilmente, fragile.
Fugace: che tende a sparire con la crescita. La presenza di un velo fugace va osservata
con molta attenzione nei carpofori giovani e con l’uso di una lente.
Fusiforme: a forma di fuso, con le due estremità attenuate.
G
Gambo: parte del carpoforo con cui il cappello è attaccato al substrato. Il gambo è per lo
più situato in posizione centrale al cappello, ma può essere anche eccentrico oppure laterale.
Gasteromiceti: funghi con imenoforo interno, appartenenti ai basidiomiceti. Nei ga-
steromiceti le spore sono messe a contatto con l’esterno solo a completa maturazione e
tramite rottura del peridio che le contiene. La dispersione delle spore avviene in modo
passivo, per azione del vento, acqua ecc., e per questo sono dette statismospore.
H
Habitat: è l’insieme delle condizioni ecologiche che caratterizzano il luogo di crescita
del fungo. Quando si raccoglie una specie fungina è buona norma prendere nota anche
delle caratteristiche del substrato su cui cresce (humus, legno, terreno nudo ecc.), della
vegetazione circostante (alberi di latifoglie, conifere), altezza a livello del mare ecc. Tutti
questi dati, molto utili per giungere a una corretta determinazione, costituiscono l’habi-
tat di crescita della specie in oggetto.
Humicolo: che cresce nell’humus del sottobosco.
Humus: terriccio ricco di sostanze organiche in decomposizione, presente nel sottobosco.
I
Ife: cellule strutturali del tessuto che costituisce il micelio (tallo) e il carpoforo. Le ife sono
in genere fliformi, cilindriche-fliformi, soprattutto nel micelio, ma nel corpo fruttifero di
solito sono presenti anche ife cilindriche, ellissoidali, subsferiche frammiste a ife fliformi.
Ife connettive: sono ife sottili e più o meno ramifcate ad andamento tortuoso, ad albe-
rello, raramente con setti, a parete più o meno spessa e senza giunti a fbbia. Prendono
origine dalle ife generatrici. Presenti nei funghi aflloforali.
Ife generatrici: sono ife sempre con setti, a parete in genere sottile, raramente spessa,
colorate o jaline, spesso con giunti a fbbia. Sono le ife fondamentali presenti in tutti i
funghi. Nei funghi aflloforali generano le ife connettive e le ife scheletriche.
L
Lacinie: lembi, in genere a punta, in cui si lacera un orlo inizialmente intero.
Lacrimante: detto di flo lamellare che secerne piccole goccioline di liquido.
Lamelle: strutture simili a lame che si trovano sotto il cappello nei funghi agaricoidi. In
questi funghi le lamelle costituiscono l’imenoforo.
Lamellule: sono lamelle di minore lunghezza che non arrivano al gambo.
Lanoso: coperto di peli o focchi morbidi, simili alla lana.
Latice: succo bianco o colorato emesso da certi funghi alla frattura. Tutte le specie del
genere Lactarius emettono latice alla frattura.
Leucosporei: funghi con spore in massa di colore bianco o biancastro.
Libere: termine spesso usato per descrivere l’inserzione delle lamelle al gambo. Sono
libere le lamelle che non toccano il gambo ma si fermano nelle immediate vicinanze.
Lignicolo: che cresce su legno.
Lobato: con lobi, interessato da una o più pieghe.
M
Maculato: che presenta macchie di colore diverso da quello di fondo.
Marginato: detto di bulbo ingrossato e con bordo ben evidente, più o meno spigo-
loso.
Mediostrato: strato di ife situato in zona centrale nella trama della lamella.
Melanosporei: funghi con spore in massa di colore nero o nerastro.
Membranario: vedi parietale.
Membranoso: tessuto sottile di aspetto e consistenza di una membrana. L’opposto di
carnoso. Un carpoforo è membranoso quando la carne tra la cuticola del cappello e le
lamelle è pressoché assente, in tal caso le lamelle sembrano attaccate direttamente sulla
cuticola. Quasi tutti i funghi di piccola o piccolissima taglia sono membranosi.
Metacromatiche: detto di spore delle quali a contatto con il reattivo blu cresile, il solo
perisporio si colora in blu mentre l’endosporio si colora di rosso-porpora.
Metuloidi: detto di cistidi a parete molto spessa. Spesso i cistidi metuloidi sono anche
muricati, in pratica coronati di cristalli.
Micaceo: ricoperto di piccoli granuli brillanti, scintillanti, simili alla mica.
N
Napiforme: a forma di fttone, simile a una rapa o a un’anfora.
O
Ocrosporei: funghi con spore in massa di colore ocra, ocra rugginoso, bruno chiaro.
Ombelicato: detto di cappello con piccola e netta depressione al centro, simile a un ombelico.
Omogeneo: un fungo si dice omogeneo quando la trama del cappello non è distinta
da quella del gambo. In tal caso il gambo è saldamente attaccato al cappello e non è
facilmente separabile, se non per lacerazione dei tessuti contigui al punto di unione gam-
bo-cappello. Contrario di eterogeneo.
Ostiolo: è l’orifzio dell’endoperidio nei funghi gasteromiceti; è anche il collo forato dei
periteci nei funghi pirenomiceti.
Ozonio: feltro miceliare molto sviluppato di colore vivace, in genere giallo-arancio, che
collega la base del carpoforo al substrato, spesso di legno.
P
Papilla: umbone più o meno acuto ben delimitato a forma di capezzolo.
Paracapillizio: ife in genere a parete sottile, regolarmente settate, provenienti dalla dis-
sociazione della gleba, che si trovano frammiste alla polvere sporale in alcuni funghi gaste-
romiceti.
Parafsi: cellule sterili fliformi, frammiste agli aschi nell’imenio dei funghi ascomiceti.
R
Radicante: detto di gambo la cui base si prolunga in un’appendice a forma di radice,
più o meno infssa nel substrato.
S
Saprofta: si defnisce saprofta un fungo che si nutre di materiale organico morto, pian-
te o residui di piante morte, tronchi, foglie ecc.
Sclerozio: agglomerato di micelio a forma di tubero che resiste nel tempo, formato da
un ammasso di ife molto compatte. Lo sclerozio può essere di forma, dimensione e colore
molto variabile, talvolta molto piccolo e inserito nel subtrato.
Scrobicolato: con superfcie interessata da piccole fossette.
Seghettato: detto di flo lamellare evidentemente eroso come la lama di una sega.
Semiipogeo: carpoforo che cresce appena afforante dal terreno.
Sericeo: di aspetto simile alla seta.
Sessile: carpoforo senza gambo, costituito solo dal cappello, spesso a forma di conchi-
glia, ventaglio, di zoccolo di cavallo, di mensola.
Sete o Setae: elementi brunastri a parete ispessita che si trovano nei funghi aflloforali
appartenenti alla famiglia Hymenochaetaceae, in genere falciformi o ramifcate.
Sferociti: ife più o meno sferiche. Sono molto abbondanti nella carne delle Russula-
ceae e ne conferiscono una struttura gessosa e fragile, oppure sulla cuticola di alcuni
funghi.
U
Umbonato: cappello munito di prominenza centrale più o meno pronunciata.
Uncinate: vedi smarginate.
Ungulato: carpoforo sessile a forma di zoccolo di cavallo.
V
Vacuolare: vedi intracellulare.
Vallecola: è lo spazio di forma anulare e più o meno depresso che unisce e delimita la
mitra dal gambo in alcune specie del genere Morchella.
Velo: tessuto protettivo, di varia consistenza, che avvolge il carpoforo o parte di esso
nei primi stadi di sviluppo (stadio primordiale). Esistono due tipi di veli: velo generale o
universale e velo parziale.
Z
Zona anulare: è la zona in prossimità dell’apice del gambo in cui il velo parziale lascia
tracce di sé dopo l’avvenuta apertura del cappello.
Zonato: detto di cappello con ornamentazioni circolari a forma di fasce, disposte in
modo concentrico, di colore o struttura diversa di quella di fondo. È zonata anche la
carne colorata a zone alterne in alcuni funghi.
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Introduzione 5
Avvertenza 6
Indice 347
Famiglia Hygrophoraceae 37
Famiglia Tricholomataceae 38
Famiglia Entolomataceae 44
Famiglia Pluteaceae 45
Famiglia Amanitaceae 46
Famiglia Agaricaceae 47
Famiglia Coprinaceae 49
Famiglia Bolbitiaceae 52
Famiglia Strophariaceae 54
Famiglia Crepidotaceae 56
Famiglia Cortinariaceae 57
Ordine Russulales 62
Famiglia Russulaceae 62