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PRODUZIONE DI METABOLITI SECONDARI 3/05

I metaboliti secondari sono un’alternativa al depauperamento dei suoli.


L’estrazione di metaboliti secondari dalla pianta comporta generalmente la distruzione della pianta stessa.
Il problema si pone se la pianta è rara (difficile da reperire, protetta), difficile da coltivare o a crescita lenta (piante legnose).
Per ovviare a questi problemi si è sviluppata la produzione di molecole di interesse in cellule in coltura.

Vantaggi della produzione in vitro:

- Stabilizzazione ed ottimizzazione della produzione variando le condizioni colturali e nutrizionali


- Indipendenza della stagione vegetativa
- Selezione di specifiche linee cellulari con alta produttività
- Produzione di molecole “nuove”
- Possibilità di evitare la deforestazione e la perdita di biodiversità

Produzione industriale, esempi:

La sciconina è un composto estratto dalle radici di Lithospermum erythrorhizon che appartiene alla famiglia delle Borraginaceae. Il Lithospermum è
una pianta medicinale usata nella medicina tradizionale cinese da oltre 1000 anni per le sue proprietà anti-infiammatorie, anti-batteriche,
antifungine, immunostimolanti e anti-tumorali, ha inoltre effetti anti-HIV La sciconina e i suoi derivati sono estratti da cellule in coltura di
Lithospermum erythrorhizon a livello industriale da parte della Mitsui Petrochemical Industries Inc.

Il taxolo è estratto dalla corteccia del Taxus brevifolia e del Taxus bacata, che appartengono alla famiglia delle Taxaceae. Ha attività antitumorale.
Attualmente è usato in terapia sotto il nome di Paclitaxel® ed è prodotto industrialmente dalla Bristol-Myers Squibb Co Il taxolo è estratto da alberi
di tasso dell’età di circa 100 anni e la loro crescita è molto lenta. Lo scortecciamento uccide l’albero. Per ottenere 1 grammo di taxolo occorre la
corteccia di circa tre alberi di almeno 100 anni e un singolo trattamento del farmaco può necessitare di circa 2 grammi di taxolo

Coltura tradizionale, Ginseng

Il ginseng di qualità è canadese e coreano, si tratta di una pianta sciafila, richiede quindi l’ombra. E’ una pianta di sottobosco per la raccolta
spontanea, ma non è sufficiente per la domanda. Quindi viene prodotto in laboratorio attraverso dei bioreattori, in particolare la parte della radice
che è quella utile.
Conclusioni:

Le piante sono fonte non sostituibile di sostanze note come metaboliti secondari, che includono alcaloidi, glucosidi, oli essenziali, tannini, flavonoidi
e resine. La domanda di produzione di queste sostanze non è accompagnata da una sufficiente produzione da pianta intera, sia per la velocità di
crescita di alcune specie, sia per le difficoltà di raccolta di altre, o ancora per un mancato interesse economico alla loro coltivazione. Anche la sintesi
chimica e l’emisintesi trovano difficoltà a causa della complessità delle molecole, o miscele di molecole, aventi strutture chimiche spesso
stereospecifiche.
Come alternativa si è dimostrata la validità della coltura in vitro, che permette la sintesi continua da parti di pianta o cellule che non sottostanno alle
variabili ambientali e vengono allevate in appositi contenitori dotati di regolazione di tutti i parametri necessari alla vita e alla moltiplicazione
cellulare.
Le difficoltà che si incontrano nel trasferire il sistema dal laboratorio sperimentale a quello industriale (diverse dimensioni dei contenitori per la
coltura ad es, necessità di informatizzare il sistema etc.) sono state solo parzialmente risolte, tanto che, al momento, risulta nota la produzione di
poche sostanze a livello commerciale. La ricerca è orientata a migliorare le rese delle colture già note, ad ampliare il range di produzione e
incrementare la percentuale di trasferimento della tecnologia dalla ricerca di base alla produzione industriale.

Colture avanzate, Alghe

Le alghe possono essere prodotte sia per l’utilizzo come cibo per umani e per pesci, sia per l’utilizzo di proteine negli integratori alimentari.
Anche in questo caso ci sono metodi avanzati per la produzione.

LABIATE (o Lamiaceae)

Inquadramento botanico:

- La famiglia delle Lamiaceae, precedentemente classificata con il termine di Labiatae, comprende 236 generi ed oltre 7000 specie di cui
89 presenti nel Bacino del Mediterraneo.
- Le specie appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae sono pressoché ubiquitarie.
- È la famiglia di piante ad olii essenziali più vasta ed importante.
- Si tratta di una famiglia di piante a fiore dicotiledoni spesso con fusti a sezione quadrata, si affidano soprattutto garantitagli dagli insetti.
- Spesso aromatiche, esistono specie originarie da tutto il mondo: dall’indiano basilico, al mediterraneo rosmarino, al cinese clerodendro,
che oggi orna le nostre città e i nostri parchi.
- La maggior parte delle specie della famiglia delle Lamiaceae consta di erbe perenni o annuali caratterizzate da steli quadrati; alcune
specie hanno arbusti legnosi.
- L’impollinazione è nella maggior parte dei casi entomogama operata da ditteri ed imenotteri.
- Il frutto è comunemente un tetrachenio.
Inquadramento officinale:

- Sulla pianta sono presenti peli secretori e ghiandole contenenti oli essenziali (OE) che conferiscono alle Lamiaceae un’azione stimolante
per mucose e ghiandole.
- Le specie della famiglia delle Lamiaceae hanno un elevato contenuto in composti polifenolici responsabili di azione antiossidante, sono
ricche in vitamine e sali minerali e hanno proprietà antispasmodiche, digestive, toniche, antisettiche, antibatteriche ed espettoranti.

Storia:

- Nei giardini domestici dell’antica Roma erano coltivati principalmente rosmarino, lavanda e salvia.
- Nel Medioevo le piante aromatiche e medicinali furono introdotte e coltivate negli orti dei
- Nei Paesi del Mediterraneo l’impiego delle specie appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae è strettamente legato alla tradizione
gastronomica ed alle preparazioni culinarie locali.

Statistiche:

- Nel 1999, le superfici in Italia coltivate con Lamiaceae, con esclusione del basilico, erano pari a circa 580 ha
- nel 2012 il settore ha fatto registrare un incremento delle superfici investite
- Nel 2010, in Italia le coltivazioni di basilico occupavano una superficie di circa 200 ha di cui 120 ha in colture protette.
Molte di queste specie vengono coltivate in Piemonte perché vengono vendute per la produzione del Vermount.
SALVIA

 La salvia è presente in ambienti differenti come sottospecie, varietà o ecotipo.


 Tra le salvie si differenziano in particolare la S. officinalis L. subsp. officinalis, che è endemica nell’Europa dell’Est (penisola balcanica),
sulle Alpi orientali e sull’Appennino, e la S. officinalis L. subsp. lavandulifolia, che è tipica della penisola iberica.
 Molte ibridazioni sono state eseguite sin dal passato utilizzando diverse specie ed ecotipi di salvia al fine di ottenere maggiori rese in OE
e con un profilo aromatico migliore.
 Diverse cultivar, come ad esempio ‘Extrakta’, ‘Ippo’ e ‘Regula’, sono coltivate per la distillazione. La ‘Extrakta’ è una cultivar ottenuta in
Germania ed è il principale ibrido coltivato in Europa centrale ma che ben si adatta anche ai climi del Nord Italia.
 Esistono diverse cultivar tra le quali:
- S. officinalis ‘Albiflora’ a fiori bianchi è la migliore per l'uso come aromatizzante;
- S. officinalis ‘Purpurascens’, ha i fiori violetto, foglie un po' più dure della precedente spiccate proprietà terapeutiche
 La salvia sclarea (S. sclarea L.), anche nota come erba moscatella (viene utilizzata come aromatizzante per i moscati di bassa qualità
perché è molto dolce, ma anche in pasticceria), è una specie erbacea biennale presente nel Bacino del Mediterraneo e nelle zone
temperate d’Europa.
La pianta si presenta come un cespuglio i cui fusti quadrangolari e pelosi possono raggiungere un’altezza superiore a 120 cm.
Le foglie hanno lunghezza di 18-20 cm, sono picciolate, hanno margine dentato e nervature sporgenti. I fiori formano spighe di colore
rosa-violaceo.

ROSMARINO

Portamento:

 Il rosmarino (Rosmarinus officinalis L.) è una specie perenne, sempreverde, presente nel Bacino del Mediterraneo e nella zona delle
Canarie.
 Dopo circa 10 anni viene tagliata la pianta e ripiantata perché la parte lignificata diventa troppo preponderante.
 La pianta si presenta come un cespuglio, alto 50-200 cm, con ramificazioni ascendenti.
 Le foglie sono opposte, aghiformi, resinose, sessili (no picciolo) e coriacee; nella pagina superiore risultano di colore verde scuro e lucide
mentre sono bianche e tomentose in quella inferiore.
 I fiori sono azzurri-violacei e compaiono tutto l’anno.

LAVANDA

 La lavanda (Lavandula officinalis Chaix o L. angustifolia Mill.) è la lavanda vera, un arbusto perenne che può avere un’altezza di 50-100
cm; cresce spontanea nei Paesi del Bacino del Mediterraneo occidentale.
 Anche in questo caso non viene coltivata per più di 10 anni.
 I fusti sono eretti, legnosi e densamente ramificati.
 La pianta presenta foglie opposte di colore verde cenere, coriacee, ricoperte da una fine peluria che assume sfumature argentee sulle
foglie vecchie e quasi bianche su quelle giovani.
 I fiori sono portati alla sommità della pianta in piccole infiorescenze su corti steli privi di foglie.
 Un ibrido diffuso è il lavandino (L. hybrida Rev.), un ibrido naturale di L. officinalis × L. latifolia.
Il lavandino si differenzia dalla lavanda per il maggior sviluppo vegetativo e per la maggiore dimensione degli steli che portano le
infiorescenze. Il lavandino è un ibrido sterile che non produce semi.
Ha una produttività molto maggiore, un costo minore ma una qualità inferiore.
La lavanda vera può costare anche fino al 25% in più.

MELISSA

 La melissa (Melissa officinalis L.) è una erba perenne (viene coltivata per 3-5 anni), rustica e spontanea in Europa meridionale ed in Asia
occidentale.
 La pianta si presenta come un cespuglio con fusto ramificato a sezione quadrangolare alto 30-90 cm, ricco di peli, con un rizoma a
sviluppo verticale.
 Le foglie sono di grandi dimensioni, lanceolate, provviste di picciolo, con margini dentati e nervature in rilievo, di colore verde intenso in
superficie e chiaro nella parte inferiore.
 I fiori sono piccoli e di colore bianco-roseo.

ORIGANO

 L’origano (Origanum vulgare L.) è una specie perenne, sempreverde e spontanea nelle aree assolate ed aride fino a 1700 m s.l.m. (unica
specie non coltivata in Piemonte)
 Il fusto è eretto, a sezione quadrangolare, alto 50-80 cm, ramificato e ricoperto da una fitta peluria. Le foglie hanno margini lisci o
leggermente dentellati e un piccolo picciolo.
 I fiori sono bianchi-rosati-purpurei e sono riuniti in infiorescenze alla sommità degli steli.
 Della specie O. vulgare L., le due varietà commerciali più diffuse sono O. vulgare L. ssp. hirtumIetswaart, detto anche origano greco, e
ssp. vulgare; sono molto simili tra di loro anche per le caratteristiche morfologiche.
 Attenzione: molte specie vengono chiamate ‘origano’, bisogna fare attenzione soprattutto nel mercato della vaseria
 L’hirtum è il migliore qualitativamente.

MENTA

La menta (Mentha spp.) è originaria dell’Europa e dell’Asia minore.


Tale genere comprende specie perenni, rustiche e vigorose in grado di incrociarsi spontaneamente.
Le mente sono stolonifere, molto aromatiche e crescono in Europa, Asia ed Africa sia in pieno sole sia a mezz’ombra.
Le foglie sono opposte, lanceolate, ricoperte da una leggera peluria di colore verde e sono profondamente nervate.
La fioritura è scalare dal basso verso l’alto; i fiori sono piccoli e di colore violaceo.
Le piante sono dotate di peli, detti tricomi ghiandolari, che secernono l’OE.
Le specie più rilevanti appartenenti a questo genere sono circa 25, tra cui la menta piperita (M. × piperita L.), la menta romana o gentile
(M. spicataL.) e la menta citrata (M. citrata Ehrh.). Queste sono le specie commerciali più conosciute per l’importanza attribuita ai loro
OE.
La menta piperita è una specie importata dal Regno Unito alla fine del XIX secolo ed ora ampiamente coltivata, conosciuta ed apprezzata
in Piemonte.
La varietà locale è comunemente nota come menta piperita “nera” (M. × piperita L. var. officinalisforma rubescens Camus o ibrido Italo-
Mitcham).
La menta gentile presenta diverse varietà:
- la M. spicata L. var. rubra è coltivata in Piemonte e diffusa anche in America settentrionale e nel Regno Unito;
- la M. spicata L. var. viridis (sin. M. viridis Auct.), anche nota come menta marocchina, è una specie importata dal Nord Africa ora
ampiamente coltivata localmente
La menta citrata è anche conosciuta come “menta bergamotto” in virtù dell’elevato contenuto in acetato di linalile nell’OE, molecola
abbondantemente presente nell’OE del frutto del bergamotto (Citrus × bergamia Risso & A. Poit.), sebbene le due specie appartengano a
famiglie botaniche differenti.
La mentuccia (Calamintha nepeta (L.) Savi) è una specie rustica ed endemica in Italia caratterizzata da fusti eretti, ramificati ed a sezione
quadrata. Le foglie sono opposte, pelose, leggermente dentellate e di colore verde-grigio. I fiori sono rosa-violacei e formano una spiga
apicale.

SANTOREGGIE
 La santoreggia (Satureja spp.) è caratterizzata da radice fittonante e fusto ascendente o eretto con un’altezza che può raggiungere 15-30
cm.
 Le foglie sono opposte, lanceolate, strette, lucide e bordate da una leggera peluria.
 I fiori sono piccoli, raccolti in spighe, di colore biancorosato.
 Le principali due specie di santoreggia sono la S. montana L., cespugliosa e perenne, e la S. hortensis L., una coltura erbacea annuale più
piccola e di colore verde meno intenso rispetto la precedente.
 La Satureja montana L., anche nota come santoreggia invernale, erba acciuga od erba dei satiri, è una specie originaria dell’Asia
occidentale diffusasi in Europa grazie ai flussi migratori;
 la Satureja hortensis L. è originaria del Bacino del Mediterraneo.

TIMO

 Il timo (Thymus spp.) è tipico del Bacino del Mediterraneo, dei Balcani e del Caucaso.
 È un arbusto perenne, con fusto legnoso di 40-50 cm di altezza.
 Le foglie sono piccole, allungate, ricoperte da peluria e di colore verde-grigio.
 I fiori sono raccolti in spighe e sono di colore bianco-rosato.
 Il genere timo comprende 300 specie tra cui il timo comune (T. vulgaris L.), spontaneo nell’area occidentalemediterranea, in grado di
crescere anche a 1500 m s.l.m., ed il timo serpillo (T. serpyllum L.) conosciuto anche come “timo selvatico”, che si differenzia dal
precedente in quanto non tomentoso, con fusti di lunghezza maggiore e portamento strisciante.

BASILICO

 Il basilico è una pianta erbacea annuale con fusti eretti alti 60 cm.
 È una specie originaria dell’Asia e dell’Africa tropicale che venne introdotta in Italia
 all’epoca dei Romani.
 Sotto il genere di Ocimum L. sono comprese circa 30 varietà di piante aromatiche.
 La coltivazione del basilico avviene in diverse parti del mondo, sia per la produzione di biomassa fresca sia per la estrazione dell’olio
essenziale; tra i Paesi interessati dalla coltura si trovano, ad esempio, Francia, Egitto, Indonesia, Marocco, Stati Uniti, Grecia, Israele e
alcuni Paesi dell’America Latina.
 La specie O. basilicum L., detto anche “basilico dolce”, è una delle più utilizzate in Italia e quella più coltivata.
 Le foglie del basilico sono picciolate, lanceolate, ovali e con lembo liscio o bolloso con margine ondulato o dentato, piano o convesso. I
fiori sono riuniti in spighe e sono di colore bianco-rosato.
 La pianta può raggiungere altezze comprese tra 20 e 40 cm con fusto retto e ramoso. Il basilico è una specie molto esigente dal punto di
vista termico: questa pianta permette ottimi risultati produttivi con una temperatura media che si aggira intorno a 17-24 °C.

ISSOPO

 L’issopo (Hyssopus officinalis L.) è una pianta erbacea perenne spontanea.


 Forma un cespuglio con steli eretti alti fino a 60 cm, sottili e legnosi alla base.
 Le foglie sono opposte, sessili, coperte di peli, di colore verde intenso e con nervature in rilievo.
 I fiori sono piccoli, raggruppati in verticilli e sono di colore azzurro-violaceo.

MAGGIORANA

Non viene coltivata in Italia, solo in qualche orto privato.


Assomiglia all’origano, anche se ha le foglie più grandi.

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