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LA CONTROVERSIA ORIGENIANA DI FINE IV SECOLO

E LA DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA DI ORIGENE


IN OCCIDENTE*

Abbiamo visto per guali pereorsi ed entro ehe limiti Origene


fosse eonoseiuto presso gli autori di lingua latina tra la fine deI 111
seeolo e la prima meta deI IV. 1 Ora, proseguendo il diseorso in
ordine eronologieo, la ripresa della eontroversia su Origene,2 alla
fine deI IV seeolo, induee a porei un interrogativo: ehe parte ebbe la
eontroversia nella diffusione della eonoseenza di guesto autore in
Oeeidente? E di ehe tipo era una eonoseenza seaturita da simili
premesse?
Dobbiamo innanzitutto guardare alla dolorosa vieenda ehe eoinvolse
Rufino e Girolamo eome a un momento fondamentale nell'ambito
di guel fenomeno di osmosi religiosa fra Oriente e Oeeidente in-
neseato dall' evolversi deI monaehesimo. En trambi i protagonisti,
infatti, dall'Oeeidente, sulla spinta degli ideali monastiei ivi propagatisi
intomo a meta deI IV seeolo, si trasferiseono in Orien te e speri-
mentano la fondazione di eomunita monastiehe di origine latina nel
cuore della cristianita orientale, la Palestina (Rufino a Gerusalemme,
Girolamo a Betlemme); entrambi si fanno poi diffusori in Oeeidente,
attraverso il lavoro di traduttori, della sapienza orientale, in una
traiettoria ehe nutrira nei seeoli sueeessivi il monaehesimo oeeidentale.
In questo senso, dieiamo subito, la eontroversia origeniana, una volta

* Queste pagine riproducono l'intervento alla tavola rotonda sul tema


«L'origenismo in Occidente sec. IV-V», da me tenuta, insieme a M. Simonetti
e V. Grossi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico 2005-2006,
presso l'Istituto Patristico Augustinianum (14 ottobre 2005).
1 Rimando in proposito all'intervento di M. Simonetti, pubblicato in

questo stesso volume.


2 Rispetto ai decenni passati, in cui si parlava di "prima controversia

origeniana" a proposito della crisi di fine IV secolo, oggi si conviene che la


controversia intorno a Origene cominciö lui vivente ed attraversö varie fasi
precedenti: cf. E. Prinzivalli, Magister ecclesiae. Il dibattito su Origene fra III e IV
secolo [Studia Ephemeridis Augustinianum 82], Roma 2002, pp. 9-10.
36 E. PRINZIVALLI

raggiunto l'Occidente, porto a un ulteriore netto incremento della


traduzione di testi origeniani ispiratori della spiritualita monastica,
esattanlente come in Oriente gli scritti di Origene e dei suoi seguaci
(si pensi a Pierio) 3 avevano nutrito le prime generazioni di monaci
egiziani. Infatti, se prima della controversia (fino al 392) Girolamo
aveva gia tradotto le omelie di Origene sui Profeti (Geremia, Ezechiele
e Isaia) e le due sul Cantico, Rufino invece comincio a scrivere a
seguito della controversia e probabilmente non avrebbe mai scritto se
questa non fosse iniziata. 4 Grazie a Rufino i latini conobbero serie
intere di omelie origeniane, oltre al Commentario su Romani, ehe
presenta problematiche fondamentali per la successiva crisi legata al
norne di un altro monaco, Pelagio. Fra le omelie origeniane, per
esempio, ci sono le nove sui Salmi 36-38, la cui utilita ai fini deI
progresso interiore dell'uomo e espressamente segnalata da Rufino,
ehe per questo le dedica ad Aproniano ed Avita, coniugi di vita
ascetica: ebbene, in questo caso il nucleo piu antico della tradizione
manoscritta risale al XII secolo e all'ambito cisterciense, a riprova
deI fatto ehe Origene costitul nutrimento per il rinnovamento monastico
dell'epoca. 5
Abbiamo parlato, per i testi origeniani di carattere spirituale ed
esegetico, di un incremento di conoscenza in Occidente dovuto aHa
eontroversia. Ma la eonseguenza piu signifieativa e importante fu
un'altra: quella di far eonoseere in Oeeidente Origene nella sua
qualita di teologo ardito e geniale. Soffermiamoei dunque sugli eventi
ehe portarono a tale esito.
In Palestina Rufino si era radieato ben prima (a partire dal 380)
di Girolamo, ehe vi arriva sei anni dopo, dopo l'elezione deI veseovo

3 PalI., Hist. Laus. 11,4; 55,3. Seeondo la notizia di Girolamo (vir. ill. 76),

Pierio, dopo la perseeuzione di Dioeleziano, sarebbe vissuto aRoma: avrebbe


quindi eostituito un ulteriore tramite per la eonoseenza deI pensiero e delle
opere di Origene in Oeeidente.
4 Non sembri un'ipotesi arbitraria: Panfilo, il maestro di Eusebio, uomo

eoltissimo e organizzatore della biblioteea di Cesarea, non serisse di suo (fu


inveee traserittore delle opere di Origene) null'altro ehe l'Apologia per Origene,
per giunta alla fine della sua vita quando gia era in prigione e prossimo a
morire martire: l'urgenza ehe, in quel frangente deeisivo della sua vita, sent!
di difendere Origene e pereio tanto piu signifieativa di un problema ormai
impellente.
5 J. Leelerq, Origene au XIIP siede, in Irenikon 24 (1951), pp. 425·· 439.
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Sirieio, avendo chiuso burraseosamente i suoi rapporti eon il elero


romano, da lui preso feroeemente in giro. Ora noi, sfortunatamente,
non possediamo la eorrispondenza di Girolamo fra 386 e 393 e quindi
possiamo solo eongetturare circa i rapporti ehe ebbero fra loro le
due fondazioni monastiehe latine. Giustamente si e detto (Lardet)
ehe tensioni latenti potrebbero spiegare meglio 10 seoppio dell'ostilitä.
seguente, ma l'unieo fatto eerto e ehe Girolamo, al pari di Rufino,
passava per essere ed era in effetti un sostenitore di Origene, altrimenti
non si eapirebbe il perehe della eontemporanea visita inquisitoria di
Atarbio ai due monasteri.
Abbiamo due testimonianze ineontrovertibili della posizione filo-
origeniana di Girolamo, fornite da lui stesso, l'una appena prima
della partenza per l'Oriente, nel 385, l'altra risalente allo stesso anno
dello seoppio della eon troversia, il 393.
Nel 385 Girolamo da una notizia rapida quanto preziosa sui
persistenti rumores antiorigeniani aRoma. Infatti, nella lettera 33 a
Paola, eontenente un eatalogo di opere origeniane, egli diee ehe
alcuni rabidi canes insinuavano ehe al sinodo romano, risalente all'epoea
di Ponziano, Origene fosse stato eondannato per innovazioni dog-
matiehe, ovvero per eresia, e non per la questione diseiplinare. 6
Nello stesso 385, proprio nell'atto di laseiare Roma, Girolamo esalta
a Mareella Origene quale maestro di vita spirituale, rieordando la
testimonianza deI diseepolo e patrono Ambrosio sull'ininterrotto fluire
di preghiera e aseolto della Serittura durante le giornate traseorse
eon Origene. 7

fj Ep. 33, 5 (CSEL 54, 259): Roma ipsa contra hunc cogit senatum non propter

dogrnatum navitatem, non prapter haeresim, ut nunc adversum eum rabidi canes simulant,
sed quia gloriam eloquentiae eius et scientiae fer;e non poterant et illo dicente omnes
muti putabantur. In una lettera seritta poeo tempo prima (ep. 28, 5) Girolamo,
nel eorso di una spiegazione a Mareella sul termine diapsalma, si appella
all'interpretazione di Origene, nel easo Mareella non sia soddisfatta di quella
da lui fornita in prima persona. L'anno prima si era appellato aHa spiegazione
di Origene sulla eireoneisione eon il veseovo Damaso (ep. 36, 1). E evidente,
da eome Girolamo parIa, ehe Origene e autorita eomunemente menzionata
nel eireolo di Mareella e presso Damaso stesso, rappresentando il buon vino
veeehio da eui si puo sempre attingere.
i Ep. 42,1 (CSEL 54, 318): Ambrosius, quo chartas sumptus, notanos ministrante

tam innumerabiles libros vere Adamantius et noster XaAXEVttpOC; explicavit, in quadam


epistula, quam ad eundem de Athenis scripserat, rejert numquam se cibos Ongene
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Nel 392/393, su sollecitazione deI prefetto deI pretorio Destro,


scrive il De viris illustribus. Dalle notizie li contenute si evince che
Girolamo conosce intere opere dedicate alla confutazione dottrinale
di Origene, anche su punti che diverranno in futuro oggetto delle
sue stesse critiche: conosce Metodio di Olimpo, che inserisce nel De
viris nonostante il silenzio totale di Eusebio su di lui, edel quale
esplicitamente riferisce che scrisse opere contro Origene,8 conosce
Eustazio di Antiochia, lui pure ricordato anche per un'opera anti-
origeniana. 9 Conosce l' Apologia per Origene di Panfilo,IO che solo suc-
cessivamente abiudichera a lui, nonche il Panarion di Epifanio ll in
cui si parIa di Origene come eretico. Anche se non tutte queste
opere saranno state da lui lette attentamente, qualcuna almeno 10
saci stata. Insomma, Girolamo e consapevole deI dibattito squisitamente
dottrinale su Origene sviluppatosi nella parte orientale della cristianita
nel corso nella prima meta deI IV secolo: forse la chiave interpretativa
della figura delI'Alessandrino scelta nel De viris illustribus ne tiene
con to, configurandosi, sulla scia di elementi tratti dalla Storia della
chiesa di Eusebio, come rapida ma efficace difesa: vi sottolinea infatti
la particolare vocazione origeniana ad attrarre in tellettuali pagani
alla fede di Cristo, median te la conoscenza della filosofia edella
cultura profana. 12 Nel 393, dunque, Girolamo era perfettamente a

praesente sine lectione sumpsisse, numquam venisse somnum, nisi a Jratribus aLiquis
sacris litteris persanaret, hoc diebus egisse veL noctilms, ut et lectio orationem susciperet et
oratio lectionem.
8 I-Iier., vir. ill. 83 (ed. A. Ceresa Gastaldo, Firenze 1988, p. 190): Methodius

[... ] confecit [... ] De resurrectione opus egregium contra Origenem et adversus


eundem De Pythonissa et De aiytE~ouoicp...
9 Hier., vir. ill. 85 (ed. Ceresa Gastaldo, p. 192): Extant eius voLumina De

anima, De Eyyao-rptJ.1\Jtxp adversus Origenem...


10 Hier., vjr. ill. 75 (ed. Ceresa Gastaldo, p. 182): Scripsit, antequam Eusemus

scriberet, Apologeticum pro Origene...


11 Hier., vir. il1 114 (ed. Ceresa Gastaldo, p. 216): Ephiphanius, Cypri Sa1ßrninae

episcopus, scripsit Adversus omnes haereses LilYros et muLta aLia, quae ab emditis
propter res, a simpLicioribus propter verba quoque Lectitantur. Se ne deduce ehe
Girolamo, ehe aveva altissima eoseienza di se eome erudito, prapter res qualcosa
dell'opera avra pure letto.
12 Hier., vir. ill. 54 (ed. Ceresa Gastaldo, p. 156): ita didicit ut studiosos quoque

saecularium litterarum sectatores haberet et interpretaretur eis cotidie cancursusque ad eum


miri fierent. Quos ille propterea recipiebat ut sub occasione saecularis Litteraturae in
fide Christi institueret.
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conoscenza delle critiche dottrinali a Origene, che per nulla scalfivano


il giudizio su di lui - secondo quanto non cesso di rimproverargli in
seguito Rufino - ed egli aveva anche una risposta apologetica ad
esse. Nulla sembra quindi predisporre 0 anticipare, fino a quel punto,
gli sviluppi che si ebbero immediatamente dopo.
La crisi orientale si svolge in due episodi l'uno successivo all'altro,
ma distinti. 11 primo riguarda l'arrivo di Atarbio presso i monasteri di
Rufino e Girolamo, per chiedere una professione di fede antiori-
genista a entrambi (Girolamo la fece, mentre Rufino reagi, pronun-
ciando la frase: Magistros meos nec accuso nec muto) 13. Ma il vero centro
di questa prima crisi e il conflitto che si manifesta fra Epifanio,
ospite a Gerusalemme, e il vescovo Giovanni, per una predica anti-
origenista di Epifanio mentre era ospite. Si chiude con la precipitosa
partenza di Epifanio per Besanduc e poi per la sua isola. A questo
punto c'e malanimo reciproco fra Epifanio e Giovanni. L'anno dopo,
il 394, Epifanio conferisce l'ordinazione sacerdotale nel monastero
di Girolamo al fratello di Girolamo, Paoliniano, in sfregio della prassi
canonica, che voleva l'autorizzazione deI vescovo locale, cioe di Giovanni.
Non possiamo seguire gli eventi minuti deI conflitto che vede
nell'occhio deI ciclone Girolamo e il suo monastero. Girolamo fino
a un certo momento e andato a rimorchio di altri: ha subito l'out
out di Atarbio, non si sa quanto abbia voluto l'ordinazione di Pao-
liniano, che poi ha allontanato per prudenza. Le prime azioni di
guerra le ha compiute indubbiamente Epifanio, Girolamo entra
veramente in scena da protagonista solo quando terne che sia di
nuovo toccato il suo rapporto con Roma, in particolare con la ristretta
cerchia di amici fedeli rimastigli dopo la sua partenza.
Quello che a noi interessa sono i documenti prodotti in questa
disputa, che vanno a incidere direttamen te sulla trasmissione delle
informazioni circa Origene e l'origenismo aRoma e in Occidente.
In primis, da parte antiorigeniana, c'e la traduzione geronimiana
della lettera di giustificazione scritta da Epifanio a Giovanni,14 nella
quale Epifanio cavilla sulla prassi canonica, e, con abilita retorica,
forse in parte prestatagli dal traduttore, svia il discorso dall'irregolaritä.

13 Si legga in proposito la rabbia di Girolamo contro Rufino: Et audes

dicere in suggillationem mei: Magistros meos nec accuso nec muto (adv. Ruf 111, 18;
SCh 303, 262,30-32).
14 E la ep. 51 dell'epistolario geronimiano.
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compiuta alle chiacchiere udite circa la scarsa ortodossia di Giovanni,


e questo gli offre il destro di passare ad attaccare Origene muovendogli
varie accuse dalle quali chiede a Giovanni, in quanto suo ammiratore
vero 0 presunto, di discolparsi. AHa lettera Giovanni non rispose.
Girolamo dice di aver tradotto in latino la lettera di Epifanio su
richiesta di un monaco ehe soggiornava nel suo monastero, Eusebio
di Cremona. Dopo qualehe tempo essa fu trafugata (secondo :il racconto
di Girolamo) e portata a Gerusalemme dove venne accusata di infedelti
all' originale da Rufino e da Giovanni. Girolamo, sospettato cosi di
falso, nel timore ehe 1'accusa giunga alle orecchie dei protettori
romani, manda a Pammachio copia della lettera, e aggiunge la n. 57
(395/396), un vero trattatello sul genus interpretandi a scopo difensivo.
Pur non rispondendo direttamente a Epifanio, Giovanni tenta
un contrattacco sia mediante provvedimenti contro il monastero di
Girolamo sia appellandosi a Teofilo di Alessandria, al quale invia
una lettera apologetica con professione di fede. Copia della Apologia
viene inviata anche aRoma perehe funga da contraltare alla traduzione
della lettera di Epifanio: Giovanni infatti era ben consapevole del-
1'in1portanza di questa traduzione, ehe rendeva le accuse nei suoi
confronti note e fruibili in tutto l'Occidente. 11 vescovo Siricio approva
Giovanni e "si becca" da Girolamo, ehe gialo detestava, l'appellativo
di dormiens senex. 15 Purtroppo l' Apologia di Giovanni e perduta: ne
sono stati fatti tentativi di ricostruzione, ma la realta e ehe la nostra
informazione sui prodromi della controversia in Occidente e sbilanciata
a favore degli antiorigeniani. A questo punto si ha la terza mossa:
l'amico Pammacchio fa avere a Girolamo copia deI dossier inviato a
Siricio da Giovanni ed ecco la causa della composizione da parte
deHo Stridonense, all'inizio deI 397, deI Contra Iohannem Hierosolymitanum
Si tratta di un contrattacco nel n1omento di massima difficolta da

15 Hier., C. loh. 14 (CC 79A, 24,15ss.); Tu [Giovanni] qui alJUndas sumpti&us

et totius orbis religio lucrum tuum est, gravissirrws illos legatos tuos huc illucque transrnittis,
et darmientem senem ad respondendum suscitas. Et revera cui tantum hanoris detuleras,
iustum erat ut tua praesertim extemporalia dicta laudaret. Dopo la morte Sirieio
diventa "eolui ehe dorme nel Signore", un appellativo abitualmente laudativo
della memoria deI defunto, ma ehe e detto sempre da Girolamo eon punta
sareastiea: Siricii iam in Domino dormientis profers epistulam, et viventis Anastasii
dicta contemnis. (Apol. c. Ruf 111,21; SCh 303, 268,1-3). Girolamo si sta riferendo
al fatto ehe Rufino aveva ottenuto da Sirieio lettere di eomunione prima di
partire per Aquileia (ep. 127,10).
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parte di un polemista eonsumato, il quale riprende e orehestra le


aeeuse di origenismo rivolte a Giovanni da Epifanio, a eui Giovanni,
seeondo Girolamo, non aveva risposto adeguatamente. 11 punto ehe
ci interessa e ehe quest'opera diventa il seeondo doeumento di parte
antiorigeniana trasmesso aRoma, perehe, nonostante la rieoneiliazione
subentrata in Oriente il giorno di Pasqua deI 397 fra Giovanni, Rufino
e Girolamo, quest'ultimo, reso edotto da Pammaehio della diffusione
e dal eonsenso ehe a Rama suseita l' Apologia di Giovanni, e eonsa-
pevole ehe di li a poeo Rufino sarebbe tornato in Italia, manda a
Roma il Contra Iohannem, gioeando d'antieipo.
Dunque, attraverso le suddette due opere di parte antiorigeniana
(la traduzione latina della lettera di Epifanio e il Contra Iohannem di
Girolamo) passano in Oeeidente, sehematizzate a mo' di elenco,
una serie di aeeuse dottrinali nei eonfronti di Origene. 11 eonfronto
fra i due seritti ci diee molto sul metodo geronimiano. Nella lettera di
Epifanio le aeeuse non sono poste in un eleneo preeiso, ma sono
inframmezzate al diseorso, essendo assunte a esemplifieazione di un
atteggiamento eomplessivamente eretieo, evoeato nell'affermazione
iniziale ehe Origene sarebbe il padre di Ario. E Girolamo ehe le
enuelea e le sistematizza in un eleneo di otto all'inizio deI Contra
Iohannem (par. 7), ritoreendole tutte eontro il veseovo Giovanni per
poterlo poi rimproverare di non aver risposto a einque di esse. 16
Girolamo dunque, mediante la rielaborazione di quanto detto da
Epifanio, fa earieo a Origene di sostenere: 1) ehe il Figlio non puo
vedere il Padre e 10 Spirito santo non puo vedere il Figlio, in altri
termini l'aeeusa e di subordinazionismo; 2) ehe le anime degli
uomini preesistono e il eorpo e una prigione; 3) ehe il diavolo
ritornera angelo, eioe sostenere l'apoeatastasi; 4) ehe le tuniehe di
pelle di Gen 3,21 rappresentano i eorpi terreni; 5) ehe non e'e
resurrezione della earne; 6) ehe il paradiso terrestre si eolloea al
terzo eielo inveee ehe sulla terra; 7) ehe le aeque superiori e inferiori
di Genesi rappresentano angeli e demoni; 8) ehe Adamo ha perso
l'immagine di Dio. Da notare ehe l'eleneo e piu ampio di quello
eontenuto nel Pananon di Epifanio, nel quale non figura I'aeeusa

16 La speciosita deI procedimento polemico eben analizzata da O. Cizmar,

Girolamo Stridonense: Contro Giovanni vescovo di Gerusalemme. A nalisi testuale e


contesti, Institutum Patristicum Augustinianum, Thesis ad Doctoratum in
Theologia et Scientiis patristicis (extracta essentialia), Roma 2004, pp. 108-119.
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riguardante l'apoeatastasi. Sehematizzando, le aeeuse vertono su tre


punti della dottrina origeniana: subordinazionismo trinitario, antro-
pologia e interpretazione seritturistiea. L'eleneo serve da pezza d'ap-
poggio a Girolamo in quanto gode dell'autorita di un venerabile
veseovo, ma egli 10 usa liberamente e soprattutto 10 subordina alla
propria lista mentale, molto piu breve e mirata. Si pensi al fatto ehe
l'aeeusa in merito alla perdita dell'immagine da parte di l\damo, di
provenienza strettamente orientale, non e mai ripresa da Girolamo
nemmeno nella lettera ad Avito (la n. 124), ehe eontiene un flori-
legio di aeeuse derivante dalla sua traduzione deI De l~rincipiis.17
L'eleneo ehe piu si awieina al sentire di Girolamo e forse quello,
breve, solo quattro aeeuse, della lettera a Vigilanzio deI 396 (la n.
61): sulla resurrezione deI eorpo, sulla preesistenza e sull'apoeatastasi,
oltre aHa solita, gia ti rata fuori prima della eontroversia, circa l'errata
spiegazione dei Serafini in senso subordinante. Ed e su questa materia
ehe ragioneranno, Girolamo e Rufino, seambiandosi reeiproehe re-
eriminazioni.
Queste dunque sono le eognizioni messe a disposizione delle
elites romane dal partito antiorigeniano nel 397 e a questo punto e
la situaz,ione quando dalla Palestina arriva aRoma Rufino. Fino ad
allora egli, a differenza di Girolamo, non ha mai scritto neppure
una riga. Questo dato eonsente di apprezzare sino in fondo l'ini-
ziativa di Rufino ehe apre un inedito eapitolo della sua storia privata,
in eui egli si mette esistenzialmente in gioeo su un nuovo piano,
nello stesso momento in eui apre un nuovo eapitolo per la storia
deH'origenismo in Oeeidente, in quanto prende per eosl dire di
petto l'Origene maestro di dottrina eristiana, l'Origene della grande
sintesi teologiea deI De principiis, faeendolo eonoseere in ()eeidente
e in partieolare aRoma proprio quando una nuova ondata di sospetti
e stata riversata su di lui. AHa dottrina in pillole estrapolabile in
negativa daHe aeeuse contenute nel Contra Iohannem Rufino oppone

17 Dove l'elenco delle accuse e il piu ampio riscontrabile in Girolamo,

anche con novita: Figlio creato, non generato; il Figlio non vede il Padre; in
generale subordinazionismo; preesistenza e apocatastasi; incorporeita finale
e negazione della resurrezione; piu mondi; ripetizione deI sacrificio della
croce per i demoni; metensomatosi; ecc.) . Per una discussione sui vari elenchi
di accuse di Girolamo cf. J.F. Dechow, Dogma and Mysticism in Early Christianity.
Epiphanius and the Legacy ofOrigen, Macon 1988, pp. 415ss.
LA CONTROVERSIA ORIGENIANA DI FINE DI IV SECOLO E LA DIFUSIONE... 43

la fiducia nel ribaltamento della situazione affidato alla lettura diretta


dell'opera origeniana. La profonda consapevolezza deI suo divisamento
e dimostrata dal fatto che traduce mettendo previamente in atto
una strategia di approccio al De principiis, secondo due modalita:
una per cosi dire esterna, consistente in una cornice difensiva nella
quale inquadrare l'opera; e una intrinseca alla traduzione, consistente
nello stesso metodo interpretativo che lascia pressoche intatte le
ardite posizioni origeniane sull'antropologia, per poi insistere a ri-
vendicare, anche quando la disputa con Girolamo si fara ancora piu
acuta, un libero spazio di discussione dottrinale su tale tematica.
La cornice difensiva consta della traduzione dell' Apologia per
Origene scritta da Panfilo edella composizione ad hoc, a mo' di
appendice, deI de adulteratione lilJrorum Origenis. Attraverso la traduzione
dell' Apologia di Panfilo, datata all'inizio deI IV secolo, Rufino recupera
l'aspetto di ricerca, non definitorio bensi euristico deI pensiero ori-
geniano, perche Panfilo 10 mette opportunamente in luce all'inizio
della sua opera. IR Tuttavia nel concreto svolgersi delI' Apologia, che e
in realta un'antologia di passi origeniani in due parti, la prima desti-
nata apresen tare in positivo la dottrina origeniana, la seconda a
difenderla da un elenco di nove accuse, vediamo che viene amputato
proprio l'atteggiamento di ricerca della pagina di Origene, e questi
e presentato come un teologo positivo e normalizzato rispetto alle
accuse. 11 De principiis, l'opera su cui si incen travano maggiormen te
le critiche, e citato di continuo nella prima sezione, con tagli op-
portuni, mentre molto di rado e usato nella seconda, dedicata alla
confutazione delle accuse specifiche. Rufino accentua l'atteggiamento
gia spiccatamente difensivo delI' Apologia innanzitutto tramite l'inseri-
menta di precisazioni in senso post-niceno nei brani addotti da Panfilo
per confutare accuse in materia teologica risalenti a epoca prenicena I9

18 E. Prinzivalli, Per un 'indagine sull'esegesi del pensiero origeniano nel IV secolo,

in Annali di storia dell'esegesi 11 (1994), pp. 433-460, ora ripubblicato in Ead.,


Magister ecclesiae, pp. 177-200. Sull'Apologia per Origene cf. il commento di R.
Amacker e E. Junod in SCh 465, Paris 2002.
19 Cf. M. Simonetti, Ancora su Homoousios a proposito di due recenti studi, in

Vetera Christianorum 17 (1980), pp. 86-98. Insiste ancora di piu nell'ipotesi deI
rimaneggiamento mfiniano R. Williams, Damnosa haereditas: Pamphilus' Apology
and the Reputation of Origene, in Logos. Festschrift für Luise Abramowski, Berlin
1993, pp. 151-169. Cf. anche le osservazioni di Amacker e Junod, pp. 45-52.
44 E. PRINZIVALLI

e in seeondo luogo eon il de adulteratione, nel quale sostiene l'impro-


babile tesi ehe tutte le affermazioni difformi dall'ortodossia di Origene
siano dovute a interpolazione dei suoi libri da parte di awersari. La
tesi saci sbeffeggiata da Girolamo. Almeno un risultato positivo eonsegue
a questa ulteriore piecola disputa nella disputa: attraverso due lunghi
brani riportati rispettivamente da Rufino sia da Girolamo siamo in
grado di reeuperare quasi per intero una lettera di Origene agli
amiei di Alessandria, a eonferma ehe le eontroversie portano spesso
alla distruzione di doeumenti ma a volte anehe al reeupero interessato
di altri. Tanto interessato, direi, da rendere ineerta la restituzione
dell'originale: si pensi ehe in questa lettera di Origene, rieostruita
dall'unione dei due brani suddetti, il solo passo sovrapponibile
testualmente, trasmesso eioe sia da Girolamo e da Rufino (ehe per il
resto riportano Girolamo la prima parte della lettera e Rufino la
seeonda), e diversamente tradotto dai due: Rufino 10 traduee eome
se la salvezza deI diavolo fosse dottrina imputata a Origene,20 mentre
Girolamo traduee eome se Origene attribuisse ai suoi nemiei la
dottrina della salvezza deI diavolo. 11 senso eompletamente diverso
nei due easi si gioea sulla presenza (in Rufino) 0 assenza di due sole,
ma fondamentali, parole: me ... dicere. 21

20 Rufinus, de adulL 7 (SCh 464, 298): (bidam eorum qui libenter habent

criminari proxim.os suos adscribunt nobis et doctrinae nostrae crimen blasphemiae


quod a nobis numquam audierunt. De quo ipsi viderint, nolentt's observare
mandatum illud quod dicit quia maledici regnum dei non possidebunt (1 Cor 6,10),
dicentes <adserere> me patrem malitiae ac perditionis [et] eorum qui de regno dei
eiciuntur, id est diabolum, [me dicere] esse salvandum, quod ne aliquis q'l.lidem mente
motus et manifeste insaniens dicere potest.Cf. la traduzione di Hier., Adv. Ruf
11,18 (SCh 303, 152, 64-70): super qua ipsi viderint quomodo illud audiant: Neque
ebriosi neque maledici regnum dei possidebunt (1 Cor 6,10), licet patrem, malitiae et
perditionis eorum qui de regno Dei eiciuntur dicant posse salvari, quod ne mente
quidem quis captus dicere potest.
21 Cf. l'introduzione di Amacker e Junod, pp. 32-35, secondo i quali

Girolamo avrebbe potuto falsificare il testo origeniano per far apparire


Rufino bugiardo. 1nvece, in base all'ipotesi di P. Nautin (Origene. Sa vie et
son oeuvre, Paris 1977, p. 163 n. 50), i due traduttori avrebbero avuto sotto gli
occhi un testo greco differente. Secondo P. Lardet (L'Apologie de Jerome
contre Rujin. Un commentaire, Leiden etc. 1993, pp. 197-198) la traduzione di
Girolamo sarebbe quella corretta, ed esprimerebbe una ritorsione ironica
di Origene.
LA CONTROVERSIA ORIGENIANA DI FINE DI N SECOLO E LA DIFUSIONE... 45

Nonostante il desiderio di normalizzare Origene rispetto alla


teologia eontemporanea, Rufino non rinuneia a rivendieare, seppure
in modo obliquo, uno spazio libero di rieerea. E la seeonda modalita
strategiea di Rufino da mettere in evidenza, ehe si manifesta eon le
seelte operate nel eorso della traduzione deI De principiis, avviata nel
398. Nelle diehiarazioni dei prologhi e anehe all'inizio della sua
Apologia contra Hieronymum Rufino difende la propria ortodossia nella
professione trinitaria e professa la resurrezione della earne seeondo
la eoneezione aeeentuatamente fisiologiea ehe era l'esito delle dispute
inneseate da Epifanio e da Girolamo. 22 Ma all'in terno della sua tra-
duzione deI De principiis vediamo all'opera un dupliee registro: da
un lato si eonstata l'adattamento in senso postnieeno della teologia
stricto sensu, dall'altro una traduzione senza troppe remore anehe dei
punti in materia antropologiea e speeifieamente eseatologiea attaeeati
dagli awersari di Origene ma ehe, seeondo Rufino, erano passibili
di diseussione. In questo modo egli tende a restringere i eonfini di
quella ehe potremmo definire l' ortodossia saneita uffieialmente,
mantenendo spazi il piu possibile ampi di diseussione. Infatti Girolamo
gli rimprovera di aver reso Origene ortodosso in materia trinitaria
(in Trinitate) e di averio fatto rimanere eretieo in aliis. 23
Possiamo eereare una motivazione per questo atteggiamento: non
solo la sensibilita dottrinale di Rufino era maggiore di quella di
Girolamo - ce 10 diee l'audaeia stessa deI suo voler tradurre il De

22 Consapevole ehe gli awersari attribuivano agli origeniani una distinzione

fra eorpo e earne (cf. Hier., ep. 84,5) si eoneentra sulla earne, ehe nella
resurrezione afferma essere vera e integra eonservando la sua natura. Rafforza
la sua posizione enuneiando la variante eontenuta nel Simbolo della sua
ehiesa di Aquileia rispetto al SiInbolo delle altre ehiese (0 Romano): ad
Aquileia si professa non semplieemente la resurrezione della earne, ma la
resurrezione di questa earne (huius camis resurrectio) .
23 Hier., Apol. c. Ruf 1,6 (SCh 303, 20): quae cum legissem contulissemque

cum graeco, ilico animadverti quae Origenes de Patre et Filio et Spiritu Sancto impie
dixerat et quae romanae aures ferre non poterant in meliorem partem ab interprete
commutata; cetera autem dogmata, de angelorum ruina, de animarum lapsu, de
resurrectionis praestigiis, de mundo uel intermundiis Epicuri, de restitutione omnium
in aequalem statum et multo his deteriora quae longum est texere, vel ita vertisse ut in
graeco invenerat, vel de commentarioas Didymi, qui Origenis apertissimus propugnator
est, exaggerata et jirmiora posuisse, ut qui in Trinitate catholicum legerat, in aliis
haereticum non caveret.
46 E. PRINZIVALL1

Principiis, perehe evidentemente convinto dell'apporto ehe Origene


poteva dare in campo dottrinale all'Occidente latino -- rna, per
quanto riguarda il desiderio di rnantenere spazi di discussione
sull'antropologia, giocava l'ulteriore sensibilita, acuita dall'esperienza
rnonastica, a investire energie in tellettuali sulla cornprensione deI
rapporto Dio-uomo, sulla fondamentale tematica della teodicea e
quindi sulla autocoscienza dell'uomo. Significativa una precisazione
da lui fatta nel corso dell'opera scritta contro Girolarno: nel primo
libro Rufino era riuscito a dimostrare a sufficienza ehe Girolamo,
proprio nel suo Commento a Efesini, addotto a dimostrazione deI fatto
ehe non aveva mai seguito le dottrine origeniane, sosteneva in realta
preesistenza e apocatastasi, eviden ternente perehe usava servirsi a
man bassa e senza remore della pagina origeniana. Rufino, dopo
averio smascherato, cosi 10 consola, con un'ironia rivelatrice deI suo
personale modo di sentire e di pensare, coerente con la linea costante-
rnente tenuta, anche dopo le conseguenze dolorose della ripresa deI
conflitto con Girolamo:
o fratello, non eondannare seonsideratamente te stesso anehe lä.
dove non e neeessario. Non sarete subito aseritti fra i pagani ne tu
ne Origene, se, come tu stesso hai detto, volendo difendere la giustizia
di Dio e rispondere a eoloro ehe sostengono tutto l'universo governato
dal fato e 0 dal easo, volendo dimostrare ehe e giusta la provvidenza
di Dio ehe governa ogni eosa, avete affermato ehe ogni anima si e
proeurata la ragione della sua disuguaglianza in eonseguenza delle
azioni e dei sentimenti della vita anteriore ehe ha avuto dal cielo; e
neppure se anehe avete affermato ehe si addiee alla natura della
Trinicl, buona immutabile e semplice, rieondurre alla fine deI mondo
ogni ereatura allo stato nel quale era stata ereata in princ:ipio, e
porre un giorno fine alle pene dopo supplizi lunghi e misurati dal
traseorrere dei seeoli, supplizi ehe Dio infligge a eiaseuno non tan to
perehe spinto dall'ira - egli infatti e immune da questo difetto -
quanto piuttosto dall'affetto di chi vuole curare e giustifieare. Quanto
sia vero eiö ehe affermate, 10 vedra Dio: tuttavia mi sembra ehe
queste teorie non eontengano molta empietä. nei riguardi di Dio e
neppure di paganesimo, soprattutto se le sostenete eon l'intenzione
ehe tu pretendi ehe ci sia, eioe per difendere la giustizia di Dio. 24

24 Apol. c. Hier. 11, 12 (ed. M. Simonetti, Corpus Scriptorum EcclesiaJ! Aquileiensis

V/I, 171): Noli, frater, temetipsum etiam in non necessariis temere conde~mnare. Non
continuo inter gentiles deputandus es, vel tu vel Origenes, si, ut ipse dixüti, volentes
LA CONTROVERSIA ORIGENIANA DI FINE DI IV SECOLO E LA DIFUSIONE... 47

In parole povere, Rufino ribadisee ehe preesistenza e apoeatastasi


sono spiegazioni ehe quantomeno faeilitano I'affermazione di una
teodieea.
L'Origene ehe Rufino voleva far eonoseere in Oeeidente era
dunque un Origene a tutto tondo, in eui il maestro di esegesi e
spiritualita non fosse deeurtato della radice forte deI suo pensiero.
A meta dellavoro di traduzione deI De principiis una eopia di quanto
aveva gia fatto viene sottratta a Rufino da Eusebio di Cremona e
mandata agli amiei romani di Girolamo (Pammaehio e Oeeano).
Dal 399 possiamo datare la riapertura delle ostilita fra Girolamo e
Rufino, fomentate dal fatto ehe Rufino si era appellato all'esempio
di Girolamo come giustifieazione della sua traduzione. 25 Girolamo
deeide a questo punto di tradurre a sua volta il De principiis. Si produsse
eosi una situazione veramente rara nella storia letteraria dell'antiehita:
due traduzioni della stessa opera eomposte eontemporaneamente,
ma eon opposte intenzioni. Quella di Girolamo aveva 10 seopo di
mostrare tutti gli errori di Origene: nell'immediato essa sem a rafforzare
il partito antiorigeniano, ma la sua eireolazione fu limitata (Pammaehio
la ehiuse in un armadio) e forse svisata da eopiature imperfette, se
stiamo a sentire eiö ehe raeeonta Girolamo. In futuro, non la traduzione,
perduta, ma la lettera ad Avito eon gli estratti fu probabilmente
utilizzata nell'ambito dei nuovi elenchi di aeeuse ehe si preparavano

Dei iustitiam defendere et respondere contra eos, qui vel fato vel casu cuncta moveri
dicunt; et volentes ostendere iustitiam esse Dei providentiam, quae moderatur universa;
dixistis inaequalitatis causas u namquamque sibi animam iam ex anterioris vitae, quam
in caelestibus habuit, motibus ac sensibus comparasse; uel etiam si dixistis bonae illi
et incommutabili ac simplici naturae Trinitatis convenire ut omnem creaturam suam
in fine omnium restituat in hoc quod ex initio creata est, et post longa ac spatiis
saeculorum exaequata supplicia - quae Deus non tam irascentis infert unicuique
commotione, quippe qui caret hoc vitio quam medentis et causantis affectu - finem
statuat aliquando poenarum. Hoc ergo quam vero dixeritis, Deus viderit; tamen impietatis
non multum mihi continere uidentur in Dellm, nec gentilitatis aliquid, maxime si
haec mente dicitis quam vis, Dei scilicet iustitiam deJendere cupientes.
25 Proprio all'inizio della prefazione alla sua traduzione deI De principiis

rieorda il frater et collega noster, alludendo a Girolamo e riportando l'inizio


della prefazione di questo alla traduzione delle due omelie di Origene sul
Cantieo dei Cantiei in eui affermava ehe, mentre nella spiegazione degli
altri libri bibliei l'Alessandrino aveva superato tutti gli altri, in quella deI
Cantieo aveva vinto se stesso: cf. SCh 252, 68.
48 E. PRINZIVALLI

contro gli origeniani da parte di Giustiniano. 26 Ora da quel poco


ehe rimane apprezziamo la possibilita ehe ci viene data, attraverso il
confronto fra i frammenti geronimiani e i passi corrispondenti di
Rufino, di recuperare la complessita deI pensiero origeniano.
Siamo cosi passati di nuovo a Girolamo e al suo rapporto con
Origene durante la controversia. In realta Girolamo ha sempre avuto
un uso piuttosto strumentale di Origene, prima e dopo la contro-
versia. A differenza di Rufino, la sua pratica monastica non si era
svolta in Egitto, egli non aveva respirato la spiritualita in tellettuale dei
monaci legati all,ereditä origeniana: la sua adesione esistenziale andava
a Origene in quan to studioso e asceta indefesso, il piano speculativo
aveva comunque uno spazio limitato. Possiamo seguire la corrispon-
denza con Marcella e le altre pie donne prima della disputa per
averne la prova. Emblematiche le lettere 61 e 62, scritte fra 396 e 398,
l'una prima della temporanea riconciliazione con Rufino e l'altra
dopo. Nella lettera contro Vigilanzio, gia menzionata, e contenuta
la rivendicazione di aver fatto conoscere ciö ehe c'e di buono in
Origene, cioe il maestro di esegesi, cogliendo fior da fiore. La
lettera al romano Tranquillino (la n. 62), indica una via media, la
sua propria, fra l'accettazione in blocco e il ripudio in blocco. L'utilitä
di Origene consiste nella sua scienza e nei molteplici commentari
alla Scrittura: per questo bisogna leggerlo, senza farsi traviare dalle
dottrine errate. Per la serie dei corsi e ricorsi paradossali della storia,
la strategia di recupero limitato di Girolamo sara quella attuata, con
intenzione assai piu positiva, nel secolo appena concluso da tutta
una corrente di studi in campo cattolico. Nel suo intimo, in mezzo
alle sue paranoie, Girolamo e sempre stato convinto di aver tenuto
questa via media. In lui 10 scollamento fra l'autocoscienza e l'azione
dettata dalla polemica e dagli istin ti e massimo.
A causa di questo scollamento, per cui egli ritiene di non aver
mai trasceso da un giudizio equilibrato nei confronti di Origene,
Girolamo si serve dell'Alessandrino anche dopo 10 scoppio della
crisi innescata da Epifanio sulla questione ehe piu gli stava a cuore,

26 G. Sfameni Gasparra, Il problema delle citazioni del Peri Archon nella lettera

a Mena di Giustiniano, in L. Lies (ed.), Origeniana Quarta. Die Referate des 4.


Internationalen Origeneskongresses (Innsbruck, 2-6. September 1985), Innsbruck-
Wien 1987, pp. 54-76, ara ripubblicata in Ead., Origene e la tradizione origeniana in
Occidente. Letture storico-religiose, Rama 1998, pp. 27-53.
LA CONTROVERSIA ORIGENIANA DI FINE DI IV SECOLO E LA DIFUSIONE... 49

la traduzione della Scrittura direttamente dall'ebraico, l'impresa a


cui si era volto, interrompendo prima della controversia le sue traduzioni
di Origene (l'ultima e quella delle omelie su Isaia). Proprio a giudizi
non troppo positivi su questa impresa da parte di Rufino forse si
puo far rimontare quell'incipiente animus fra lui e Girolamo che
trovo poi il detonatore nelle imprese di Atarbio e di Epifanio. Girolamo
riteneva uno ktema eis aei il suo lavoro che metteva i cristiani in
grado di competere con la tradizione filologica e grammaticale dei
pagani, proclamando il primato deI testo originale, su cui fondare
interpretazione e traduzione, e di disputare ad armi pari con i
giudei. Su questo punto Girolamo ragiono sempre da studioso, cercando
un terreno comune fra giudei e cristiani, laddove Rufino insieme ad
Agostino militavano sul fronte opposto, di preoccupazioni eminente-
mente ecclesiali, quali quella di non far trovare in contraddizione i
cristiani, e di non avere un uso differente delle Scritture in Occidente
rispetto all'Oriente.
La posizione di Girolamo era obiettivamente rivoluzionaria e in
tutta la sua carriera egli pote appoggiarsi, e infatti continuo ad
appoggiarsi, su una sola autorita: Origene, in quanto solo lui aveva
fatto qualcosa che Girolamo sentiva come molto vicino e precorritore
della sua impresa, cioe il confronto fra le varie versioni della Bibbia. 27
Nella prefazione a Cronache, deI 396, dopo 10 scoppio della controversia,
Girolamo afferma di aver tratto ispirazione dall'audacia di Origene
e dice: 28
Senza dubbio non soltanto Origene ha messo insieme il testo autentieo
delle quattro versioni, eopiando, di ognuna, le singole parole in
eorrispondenza, di modo ehe se una versione differisee viene subito
eondannata dalle altre ehe eoneordano, ma - eosa ehe e di arditezza
maggiore - ha meseolato l'edizione dei Settanta eon quella di Teo-

27 Rufino gli opporra il voltaffaeeia verso Origene donde l'ineongruenza

di minarne l'autorita e nello stesso tempo rieerearlo eome appoggio.


28 Tale brano e stato di reeente ben studiato da Valeria Capelli (Aspetti

filologici nell'esegesi veterotestamentaria geroniamiana, Tesi di dottorato, Univ. di


Cassino, 2004, p. 23) ehe, eon finezza eorregge anehe l'impostazione di
Neusehäfer. In particolare Capelli ha mostrato ehe l'ineiso quod maioris
audaciae est (vedi nota sueeessiva) ha un valore assolutamente elogiativo per
Girolamo.
50 E. PRINZIVALLI

dozione, eontrassegnando eon gli asterisehi eiü ehe era in :meno e


eon gli obeli eiü ehe era in piU. 29

Non solo Girolamo eomprende i prineipi deI metodo di Origene


ma eontinua ad assegnare a Origene il merito di aver climostrato
l'ineompletezza dei Settanta.
In eonelusione, il passaggio in Oeeidente della disputa, ehe datava
in Oriente dagli anni stessi della attivita di Origene, ha prodotto
non solo la eonoseenza della sua teologia, sia pure in forrna eontroversa,
ma anehe il salvataggio stesso deI De principiis, attraverso soprattutto
la traduzione di Rufino. Piu benefici, quindi, ehe danni. 11 futuro
dell'origenismo in Oeeidente non fu tanto eondizionato dall'autore-
volezza di Girolamo, quanto dall'inopinato evento ehe nel 400 si
verifieo in Oriente. Fino a ehe vive Sirieio (morto nel novembre deI
399) nulla puo il partito romano antiorigenista e favorevole a Girolamo:
Rufino infatti era partito da Roma per Aquileia eon una lettera di
eomunione di Sirieio. Nel 400 Teofilo di Alessandria fa un voltafaeeia
per motivi strumentali e diven ta an tiorigenista, da ehe era stato
origenista e promotore di pace fra le opposte fazioni: a questo
punto ehiede aRoma, dove era subentrato Anastasio quale veseovo,
una eondanna di Origene e l'ottiene. L'asse eonsueto fra Roma e
Alessandria, gia sperimentato contro Origene ai tempi di Ponziano
e di Demetrio, si ripropone eon sueeesso ed e allora ehe Rufino
dall'offensiva viene costretto alla difensiva.

EMANUELA PRINZIVALLI

29 Hier., prol. in lilYro paralipomenon (Biblia Sacra iuxta Vulgatarn versionem,

Stuttgart 1969, I, 546): Et cerle Origenes non solum exempla composuit quattuor
editionum e regione singula verba describens, ut unus dissentiens statim ceteris inter
se consentientilms arguatur, sed, quod maioris audaciae est, in editione Septuaginta
Theodotionis editionem miscuit, asteriscis designans quae minus Juerint, et virgulis
quae ex superfluo videantur adPosita.

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