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Variazioni gnostiche e origeniane

sul terna della storia della salvezza

E'ben noto quanta si sia discusso, al tempo ·della contro-


versia gnostica, circa la valutazione ·da ·dare deI VT: contro
gli gnostici ehe ne negavano il valore, considerandolo rivelazione
di undio inferiore (Demiurgo), i ca+tolici ne dovevano giusti-
ficare l'apprezzamento positivo, dimostrandone - al di la di
non indifferenti punti di attrito - la continuita col n1essaggio
specificamente cristiano deI NT. In tale contesto fu sviluppato
e approfondito il tema della storia ,della salvezza, nel quale il
VT fu considerato momento iniziale, propedeutico di una rive-
lazione progressiva, ehe avrebbe realizzato gradualn1ente la re-
denzione dell'umanita peccatrice, culminando nell'incarnazione
deI Logos. In tal modo si dimostravano insieme la coritinuita
fra la vecchia e la nuova economia e la superiorita di questa
rispetto a quella. Questo senso della storia,caratteristico di
parte cattolica, e stato tanto piit rilevato dagli studiosi mo-
derni, in quanta di esso son sembrati completan1ente privi gli
gnostici, come coloro ehe collocavano il momento ,decisivo della
salvezza dell'uomo (spirituale) nella realizzazione di UD mito
al di fuori deI mond·o e percio deI tempo 1.
Espressa in questi termini, la contrapposizione risulta
senz'altro esagerata: infatti va considerato, sulla base della
cosiddetta legge dell'esemplarismo inverso (Sagnard), ehe in de-
finitiva il mito gnostico altro non e ehe la proiezione celeste
di una vicenda terrena in ·cui ogni uomo spirituale e diretta-
mente ed esistenzialmente coinvolto, merce UD processo ehe si
svilup'pa gradualmente nel tempo, cioe nella storia. E' fuor di

1 Cfr. soprattutto H. C. PUECH, «La gnose et le temps »: Eranos Jahr-


buch 20 (1951) 57 sgg.
8 M. SIMONETTI

dubbio ehe il ridimensionamento, in termini fortemente ridut-


tivi, deI eontrasto fra eattoliei e gnostici circa i eoneetti di sto-
ria e di tempo non impliea neeessariamente analoga ridimen-
sionamento circa il rapporto istituito dagli gnostici fra VI' e
NT: essi potevano avere senso della storia pur respingendo
il VI'. E non e difficile addurre testi gnostici in eui 10 iato fra
VI' e NT e nettamente rilevato. A non parlare dei marcioniti,
basti questo passo eoneernente i valentiniani della seuola
orientale:
« Tutti i profeti e la legge hanno parlato per opera deI De-
miurgo, cioe di un dio seioceo, essi scioeehi ehe nulla s?pe-
vano. Per questo dice il Salvatore: Tutti quelli venuti pi·ima
di me sono ladri e briganti (10. 10,8), e l'apostolo: Il mistero
ehe non fu eonoseiuto dalle generazioni preeedenti (Rom. 16,
25; Eph 3,4 sg.). Infatti nessuno dei profeti ha detto mai
nulla di cia ehe noi diciamo: tutto era ignorato in quanta
detto per opera deI solo Demiurgo» (HIPP., Refut. VI, 35).

Ma a1cuni anni fa da piil parti 2 e stata riehiamata l'attenzione


su a1cuni testi valentiniani della seuola oecidentale (Tolomeo,
Eracleone), in eui 10 iato fra VI' e NT risulta singolarmente
ridotto, perehe il Logos e Sophia son visti all'opera, pur in modo
eoperto, nell'eeonomia profetica deI VI' e persino nell'ambito
della legge: in tal senso, pur nella fondamentale opposizione
derivante dall'essere i due Testamenti espressione rispettiva-
mente deI Demiurgo edel Dio sommo, questi gnostici riusci-
vano a ravvisare fra VT e NT una eerta continuita 3. Continuando
in questo ordine d'idee, propongo qui rapidamente a1cuni testi
gnostici non valentiniani ehe 0 in qua1che modo presentano una
eerta eontinuita fra le due eeonomie 0 ehe, in aeeentuata
opposizione all'eeonomia deI dio veterotestamentario, abboz-
zano una storia della salvezza eoneepita in termini diametral-
mente opposti a quella elaborata dai teologi eattoliei.
Nel libro di Barueh, opera dello gnostico Giustino, e pre-
sentato il eontrasto fra Elohim ed Edem, personifieazioni ri-
spettivamente deI eielo edella terra: eontrasto ehe in ogni uomo

2 Cfr. M. SIMONETTI, «Psyche e psychikbs nella gnosi valentiniana »:


Rivista di storia e letteratura religiosa, 1966, p. 40; H. I. MARROU, «La
theologie de l'histoire dans la gnose valentinienne »: Le origini dello gnosti-
cismo, Leiden 1967, p. 215 sgg.
3 Cfr. IREN., Haer. I, 7,3; proL., ep. ad Floram 5; HERACL., frag. 20.
Per l'esame di questi testi si veda il mio art. eil., p. 38 sgg.
VARIAZIONI GNOSTICHE E ORIGENIANE 9

si traduee nel dissidio fra 10 spirito, opera di Elohim, ·e il


eorpo, opera di Edem. Per mezzo deI SUD angelo Barueh (= per-
sonifieazione della sua volonta redentriee) Elohim eerea di libe-
rare 10 spirito dell'uomo dalla prigionia deI eorpo: a tal fine
Barueh prima si rivolge a Mose; ma Naas, l'angelo di Edem,
«rese eonfusi gli ordini di Barueh e feee aseoltare i suoi »,
rendendo vana l'opera di Mose. Barueh tenta aneora eon i pro-
feti, ma aneora una volta Naa.s riesee a porre ostaeolo al suo
te:1tat':vo: «eorruppe i profeti e tutti furono eorrotti e non se-
guirono le parole di Barueh, ehe Elohim aveva preseritto ». In-
fine Barueh si rivolge al giovane Gesu, ai giorni di Erode, e
10 ineita a provare lui, la dove tutti i profeti hanno fallito, an-
nuneiando la rivelazionedi Elohim. Q'uesta volta Naas non rie-
see a sedurre l'inviato di Elohim, ehe, nonostante la morte in
eroee, eonduee a termine la sua opera, realizzando eosi la libe-
razione dello spirito divino imprigionato nel eorpo materiale
(HIPP., Refut. V 26, 24-32) 4.
Nell'ambito della letteratura gnostiea il libro di Barueh
rappresenta un testo atipieo per !'assenza 0 1a profonda riela-
borazione di aleuni punti-base dell'esperienza edella topiea gno-
stiea: p. es., vi e assente la distinzione fra i1 Logos, interprete
della volonta deI sommo Dio, e il Demiurgo, dio inferiore erea-
tore deI mondo (= Jahve deI VT), e le funzioni dei due per-
sonagg~ sono unifieate in uno solo, seeondo una linea non lon-
tana dalla tradizione eattoliea 5. In arn10nia eon questa eonee-

4 Con tratto sineretistieo di tono tipieamente gnostieo, fra i pre-


seelti da Barueh e annoverato anehe Eraele, il eui tentativo e frustrato
da Onfale (V, 26,27-28).
5 Su queste earatteristiehe peeuliari di tale testo gnostieo si vedano
le mie «Note sul Libro di Barueh dello gnostieo Giustino »: Vetera Chri-
stianorum 1969, p. 71 sgg. Fra tali earatteristiehe dobbiamo eonsiderare
anehe Ia figura di Gesu, ehe qui e presentato eome un uomo integro e
eompleto e soltanto uomo, ispirato dalla volonta divina. Si tratta di una
eristologia di tipo adoz~onista, mentre usualmente nei testi gnostiei e
attestata una eristologia doeetista (eorpo apparente di eui si e rivestito
il Cristo superiore [Logos] al momento della diseesa in terra per operare
la redenzione). ORBE (<< La eristologia de Justino gnostieo »: Estudios Ecle-
sidsticos, 1972, p. 439 sgg.) si fonda su un passo deI nostro testo (V, 26,
31-32), in eui e detto ehe Gesu, dopo Ia eroeifissione, Iaseia ad Edem il
eorpo e l'anima e rimette nelle mani di Elohim 10 spirito, al fine di di-
mostrare ehe anehe qui si riseontra 10 schema fondamentale della eri-
stologia gnostiea, eioe quello dei redentore eeleste ehe s'inearna (a volte
reaIn1ente, a volte in modo fittizio) in un eorpo umano: infatti nel passo
sueeitato Gesu viene distinto dal eorpo anima e spirito umani, eioe dalle
tre parti ehe eostituiseono l'intero uomo; se ne rieava ehe Gesu e qual-
10 M. SIMONETTI

zione, ](1el passo ehe abbiamo deseritto Mose ed i profeti sono


visti eome strumenti positivi di eui Dio eerea di servrsi per
operare la redenzione, seeondo un'impostazione della storia della
salvezza ehe, pur differendo notevolmente da quella della ehiesa
eattolic:a, non le e fondamentalmente difforme. La punta tipi-
camente gnostiea equi inveee rappresentata dalla valutazione
negativa ehe si da all'opera di Mose e dei profeti: essi hanno,
si, eereato di realizzare la volontadi Elohim, ma il loro tenta-
tivo e andato fallito.
In eontesto di stretta osservanza gnostiea ci porta la noti-
zia di Ireneo sugli Ofiti. In essa 6 e eentrale il motivo dell'osti-
lita del Demiurgo, qui ehiamato Ialdabaoth, nei eonfronti di
Adamo ed Eva: egli si e aeeorto ehe, pur ereato da lui, Adamo
gli e sllperiore grazie al soffiodivino inspiratogli ·da Sophia '{,
e eerea pereio di privarlo di tale prerogativa. 11 tema dell'ini-
mieizia si prolunga ad altri episodi della Genesi: 'Caino ueeide
il frateno Abele, p·erehe istigato dal serpente, strumento - pur
se infedele - deI Demiurgo; e questi attraverso il diluvio de-
eide didistruggere l'umanita ehe, eorrotta e peeeatriee, non
10 onorava e venerava. MaSophia, ehe opera per portare a sal-
vamento la seintilladivina trasmessa da Adamo ai suoi diseen-
denti, frustra sistematieamente i disegno deI Demiurgo: e lei
ehe porta in salvo Noe e per mezzo diquesti popola di nuovo
la terra. Fra i diseendenti di Noe IaI,dabaoth preseeglie Abramo
e stabiHsee eon lui il p·atto; libera i suoi diseendenti dall'Egitto
per opera di Mose e ispira i profetL Ma per loro mezzo e ad
insaputa deI Demiurgo edei suoi angeH, Sophia

cosa di diverso rispetto a tale uomo e percib non pub essere altri che
il redentore celeste, il Figlio di Dio, disceso in terra e incarnatosi in un
corpo reale. L'osservazione di Orbe circa questo passo e pertinente: d'al·
tra parte, poco sopra il testo insiste sul fatto che Gesu e figlio di Maria
e di Giuseppe e 10 chiama figlio dell'uomo, tratti tradizionalmente ado-
zionisti e di norma estranei ai testi gnostici che presentano il redentore
celeste che discende in terra. Percib, pur ammettendo che nel passo
rilevato da Orbe si ha, per cosi dire, una ricaduta nel normale schema
cristologi,co degli gnostici, io continuo a considerare 10 schema cristolo-
gico fondamentale operante nel nostro testo come uno schema adozio-
nista, cioe aberrante rispetto alla norma gnostica; e tale distacco consi-
dero voluto espressamente dall'autore, nel contesto della rielaborazione
di temi tipici dello gnostieismo ehe caratterizza, come sopra abbiamo
detto, il Libro di Baruch. .
16 Conle anche in altri testi di tipo ofita e ·barbelognostico.
'{ In questo testo Sophia opera come interprete della volonta deI
Logos, cosi eome nei valentiniani e in molti altri testi gnostici.
VARIAZIONI GNOSTICHE E ORIGENIANE 11

« ha detto molte cose intomo al Primo Uomo, all'Eone in-


corruttibile e al Cristo superiore, ammonendo gli uomini e,
ricordando loro la luce incorruttibile, il Prima- Uomo e la
discesa di Cristo».

11 raeeonto eontinua presentando Ia diseesa deI Cristo superiore


su Gesu e Ia redenzione (IREN., Haer. I, 30,9-13).
11 motivo di Sophia ehe ispira a lorD insaputa i profeti,
strumenti deI Demiurgo, preannuneiando eosi l'eeonomia neo-
testamentaria, altrimenti a quelli seonoseiuta, e presente anehe
fra i valentiniani (IREN., Haer. I, 7,3): pero nel testo ofita il
motivo e dilatato fino a proporre una vera e propria interpre-
tazione gnostiea deI tema della storia della saIvezza 8 Caratte-
ristiea fon·damentale di tale interpretazione, in perfetta armo-
nia eon Ia distinzione Dio sommo/dio inferiore (== Demiurgo),
e 10 sdoppiamento della vieenda a due livelli. A livello inf riore,0

psehieo, opera il Demiurgo perseguendo il suo disegno ehe fon-


damentalmente riealca Ia lineadella storia deI VT; a livello
superiore, pneumatieo, opera Sophia, interprete della volonta
deI Dio sommo, perseguendo un fine, ehe sfugge al Demiurgo
e ehe e destinato a realizzarsi nel NT mediante Ia diseesa e
I'inearnazione deI Cristo superiore. A livello inferiore 10 iato
fra Ie eeonomie deI VT e deI NT e netto; ma a livello supe-
riore, invece, e'e eontinuita, e a questo livello il tema della
storia della saIvezza presenta, nel nostro testo, una notevole
coerenza ed unita.
In esso l'atteggiamento verso il VT presenta una certa am-
biguita: I'episodio deI diluvio vi e visto in sostanziale armonia
con Ia lettera deI testo biblico: il Demiurgo (== Dio deI VT)
si sdegna per la eorruzione degli uomini e deeide di distrug-
gerli 9. Invece I'episodio deI peceato di Adamo e interpretato in
maniera tipieamente gnostiea e pereio valutato positivanlente:

f' Nei testi valentiniani giunti a noi non lcggiamo aleuna presenta-
zione deI tCll1a della storia dclla saIvezza deI tipo di qucllo ehe propone
1a notizia di Ireneo sug1i Ofiti. Non si puo escludere ehe anche fra quegli
gnostici i1 tenla fosse presente: e pero opportuno osservare ehe diffieil-
mente 10 sara stato nei testi valcntiniani della scuoIa occidentale (To-
1omeo, Eracleone). Infatti questi sono caratterzzati da una eoneezione
fondamentalmente positiva deI Demiurgo, n1cntre i1 testo ofita presenta
di questo personaggio 1a eonnotazione negativa usuale nello gnostieismo;
e proprio tale eonnotazione condiziona tutto il raeeonto.
9 Anehe deI delitto di Caino si da valutazione eoneordante eon la
lettera deI raeeonto biblieo, eioe negativa.
12 M. SIMONETII

e Sophia ehe induee Eva a mangiare il [mtto proibito, affineM


essa ed Adamo possano eonoseere Ia eomponente divina ehe e
in Ioro ed allontanarsi dal Demiurgo. In altri testi gnostiei
10- stesso proeedimento applieato qui all'interpretazione dell'epi-
sodio deI peeeato di Adamo viene esteso all'episodio di Caino,
deI diluvio e ad altri aneora deI VT. Vi e alla base una eonee-
zione totalmente negativa deI Demiurgo, eioe deI Dio deI VT:
di eonseguenza i vari episodi della Genesi sono soggetti a va-
Iutazione perfettamente antitetiea rispetto a quella ehe ne da
il testo saero, ehe presenta il punto di vista degli agiografi
ispirati dal Demiurgo. Nell'Apocalisse di Adamo sia l'episodio
deI diluvio sia quello della distruzione di Sodoma e Gomorra
sono visti eome tentativi ehe il Demiurgo fa per distruggere gli
uomini ehe hanno Ia gnosi, eioe 10 spirito divino, e ehe pereio
egli sente ostili a se (69-70; 74-75). I Cainiti di Epifanio (Panar.
38,1-2) eonsideravano i personaggi ostili al Dio deI VT eome
derivati dalla potenza superiore, eioe dal mondo pleromatico:
era il caso di Caino, degli abitanti di Sodoma, di Esau, di Core,
Dathan, Abirone i Ioro seguaei; di eontro eonsideravano eome
figli della potenza inferiore, eioe deI Demiurgo, personaggi eome
Abele (~ Mose.
E' faeile avvertire eome questi searsi eenni ehe Ieggiamo
nelle fonti a nostra disposizione sottendano una radicale rein-
terpretazione dell'intero VT, eonnettendo una quantita di epi-
sodi sulla trama di una storia della salvezza ehe va in direzione
perfettamente antitetica a quella ehe propone l'interpretazione
stretta e letterale deI testo biblieo. Particolarmente interessante
in questo senso mi sembra un testo ehe Ieggiamo nella notizia
di Ippolito sui Perati (Retuf. V, 16). Vi si parIa deI serpente
benefieo, espressione della volonta salvifiea deI Logos:

«Il serpente universale, questo e il sapiente diseorso di


Eva; questo e il mistero di Eden; questo il fiume ehe seorre
da Eden; questo il segno posto su Caino, affinehe ognuno ehe
10 ineontrasse non 10 uecidesse (Gen. 4,15). Questo (serpente)
e Caino, il cui saerificio non aeeolse il Dio di questo mondo,
e inveee aeeolse il saerifieio eruento di Abele: infatti gode
deI sangue il signore di questo mondo. E' questo (serpente)
eolui ehe negli ultimi giorni in forma di uomo e apparso al
tempo di Erode, nato ad immagine di Giuseppe, ehe fu ven-
duto dalla mano dei fratelli,. il solo la 'eui veste fosse vario-
pinta (Gen. 37,23). Questo e eolui ehe fu' ad immagine di Esau,
la eui veste fu benedetta anehe se egli non era presente (Gen.
VARIAZIONI GNOSTICHE E ORIGENIANE 13

27,15.27), ehe non aeeolse la benedizione offuseata (Gen. 27,1),


ma arrieehl dal di fuori, non rieevendo nulla da eolui eui
gli ocehi si erano indeboliti. Di questo vide il volto Giaeobbe,
eome se uno vedesse il volto di Dia (Gen. 33,10). Di questo
e seritto: Come il gigante N emrod, eaeeiatore al eospetto deI
Signore (Gen. 10,9). Molti sono i suoi avversari, tanti quanti
furon visti nel deserto mordere i figli d'Israele, da cui libero
quelli ehe venivano morsi quell'essere perfetto ehe stabill
Mose. Questo signifieano le parole: Come Mose ha innalzato
nel deserto il serpente, eosl bisogna ehe sia innalzato il Figlio
dell'uomo (10. 3,14). Ad immagine di questo (serpente) fu fatto
il serpente di bronzo nel deserto, ehe Mose innalzo. Solo di
costuie'e perpetuamente ineielo l'in1magine luminosa. Costui
eil gran principio, di eui e seritto eosl: In prineipio era il
Logos e il Logos era presso Dio e il Logos era Dio. Questo
era in prineipio presso Dio. Tutto e stato fatto per suo mezzo
e senza di lui llulla e stato fatto. CiiJ ehe fu fatto in lui era
vita .( 10. 1, 1-4) ».

In breve ed ,effieaee sintesi abbiamo lqui la presentazionedel-


I'intera storia della salvezza, apartire dal peeeato dei progeni-
tori (= il discorso sapiente di Eva) fino all'inearnazionedel
Logos. in IG,esu. In buona parteessa coineide eon la eoneezione
eattolieadella storia della salvezza, ehe vedeva appunto il Logoß
all'opera gia nel VT, adombrato sotto vari personaggi: eileaso
dell'episodio della lotta ,di Giaeobbe,del rapimento di Giuseppe,
deI serpente di bronzo. Era infatti corrente, apartire ,dal 11 se-
cola, l'interpretazione ehe vedeva in tali episodi prefigurazioni
e simboli de11'opera redentrice deI Logos anteriormente all'in-
earnazione. Ma accanto a queste convergenze con l'interpreta-
zione eattoliea e meseolati inestricabilmente ,eon essa, risaltano
tratti tipicamente gnostiei, earatterizzati, eioe, dall'atteggiamen-
to sopra deseritto tendente a valutare positivamente personaggi
ehe il VT presenta in modo negativo. In tal senso e l'allusione
al ,diseorso sapiente di Eva, eioe alle parole con eui Eva eon-
vince Adamo a mangiare il frutto proibito, con esplicita valu-
tazione positiva dell'episodio deI peceato E' il caso diCaino,
di eui si eonsidera positivamente l'avversione, a suoi danni,
deI Dia deI VT 10. Anehe Nemrod s'inserisee inquesta linea,

'1;0 Si noti il particolare deI sacrificio cruento di Abele: puntata po-


Iemica contro i sacrifici cruenti che erano stati caratteristici deI tempio
di Gerusalemme in onore deI Dio deI VT (~ Demiurgo). Per comprendere
il significato di questa espressione si tenga presente Ia distinzione che fa
14 M. SIMONETTI

perehe l'interpretazione cattoliea volentieri ne faeeva, in quanta


eaeciatore e iniziatore della tirannide, una figura deI demonio.
La stesso dieasi di Esau: la eontrapposizione Esau!,Giaeobbe
era partieolarmente valorizzata in campo eattolieo, oltre ehe
per aderenza alla lettera deI raeeonto biblieo, anehe e soprat-
tutto perehe la sostituzione deI minore in luogo deI primo-
genito ben si prestava a sottolineare la sostituzione dei eristiani
in luogo degli Ebrei eome destinatari della promessa. Inveee
10 gnostieo valorizza Esau: non 10 fa soltanto sulla base deI
modulo usuale, eioe in ragione della preferenza aeeordata dal
Dio deI VT a Giaeobbe, ma si vale anche delle preearie eon-
dizioni di vista di Isaeeo per rilevare ehe Esau non ha riee-
vuto la benedizione deI padre quasi eieeo, ne ha ottenuto al-
eunehe da lui, ma si e arrieehito dal di fuori. In tal modo si
sottol:inea ehe, al di la della linea di diseendenza earnale, aveva
valore per Esau soltanto la diseendenza spirituale, ehe 10 fa-
eeva :figlio deI mondo divino: in tale linea nulla gli poteva
venireda Isaeco, padre suo soltanto seeondo la earne 11.
E' fuor di du,bbio ehe son propria questi tratti tipieamente
gnostiei a fissare il tono eonlplessivo di tutto il brano, ehe per-
eio si presenta eome una eompleta sintesi della storia della
salvezza 'ex parte gnosticorunl, eioe fondata su una interpreta-
zione radicaInlente deformante deI VT. Essa sottendequei due
livellid'interpretazione su eui abbiamo riehiamato l'attenzione
a proposito deI testo di Ireneo sugli Ofiti 12, e rileva bene, eon
Ja citazione deI prologo giovanneo, la eontinuita fra la vecehia
e la nuova economia.

Ia scri t tura fra Caino agricoltore e Abele pastore: percio il prima of-
friva a Dio frutti della tcrra e il secondo le primizie dei greggc.
11 Arricchire dal di fuori significa per 10 gnostico prendere coscien-
za della propria originc divina, estranea aHa realta deI mondo in cui
vive. LJinsistenza deI nostro testo sulla veste di Esau e di Giuseppe si
spiega in quanta Ia veste era simbolo deHa dignita dell'uomo e non
mero r:ivestimento esteriore.
12 \'a qui sottolineata Ja fondamentale componente esegetica di que-
sta concezione gnostica dclla storia della sal vezza. Essa infatti, proprio
come avveniva anche in canlpo cattolico, e tutta fondata sull'interpreta-
zione aJllegorica (specificalnente tipologica) dei vari episodi deI VT presi
in considerazione.
VARIAZIONI GNOSTICHE E ORIGENIANE 15

In ambito eattolieo, il tema della storia della salvezza, gia


abbozzato da Giustinoe poi sviluppato da Ireneo, fu approfon-
dito da Origene, ehe 10 inserl in una prosp-ettiva seritturistiea
di grande ampiezza. I passi prediletti da Origene in tal senso
sono senza dubbio Hebr. 8,5 e 10,1: il VT presenta l'ombra
e l'immagine delle verita ehe sono state pienamente rivelate
nel NT 13; ed e ovvia l'applieazione in questo eontesto di GaZ.
4,2: chi e sotto la legge e come il bambino sottoposto al tutore,
mentre il eristiano e }'adulto ehe tende alla perfezione di Cri-
sto 14. Ma oltre ad utilizzare questi passi, Origene e pronto a
piegare a tale interpretazione i luoghi piu svariati della Saera
Serittura: la superiorita della nuova eeonomia sulla veeehia e
rappresentata dalvino e gli ubera di Cant. 1,2, dal profumo e
gli aromi di Cant. 1,3, dai monti ,e i eolli di Cant. 2,8, dalla
p-erla preziosa di Mt. 13,45 sg.15. Rispetto al NT il VT e come
l'aequa di Me. 14,13 rispetto al vino; eome Ie lueerne di Lev.
24,2 rispetto al sole 1-6. Sarebbe superfluo addurre altri esempi:
mi limito a rieordare in questo senso solo un altro passo, im-
portante perehe la progressione leggejprofetijseritti neotesta-
mentari viene eonnessa eon un altro tema maggiore della ri-
flessione origeniana: quello della ,distinzione dei eristiani in in-
cipientes, progredientes e perfecti: in Ho. Lev. 1,4 ai primi so-
no riferiti i principia Zegis, ai secondi i profectus in prophetis,
agli ultimi la plenitudo perfectonis in Evangeliis.
Ma proprio perehe Origene ha per norma di rilevare' for-
temente la superiorita deI NT rispetto al VT e di aeeentuare
l'andamento progressivo della storia della salvezza, non mi sem-
bra inutile riehiamare l'attenzione su aleuni passi in eui l'Ales-
sandrino sembra inveee preoeeupato di non aeeentuare troppo
questo motivo. In Princ. II, 7,1 la superiorita della nuova eeo-
nomia sulla veechia viene puntualizzata in senso soltanto -quan-
titativo piuttosto ehe qualitativo: prima deI giorno di Pen-
tecoste
13 Solo per addurre qualehe esempio, fra gl'innumerevoli: Prine., I,
1,4; 11, 6,7; 111, 6,8; IV, 2,4.6; Ho.Ex. 11,6; Ho. Lev. 10,1; Ho. Num. 4,2;
Ho. los. 17,1; Ho. Le. 14,6.
14 Ho. Num. 3,1; Co. Cant. I 98 Baehrens, ecc.
15 Co. Cant. I, 95.98 Baehrens; 111 205 Baehrens; Co. Mt. X 8.
16 Sero Mt. 79; Ho. Lev. 13,3; Co. Mit. X 9.
16 M. SIMONETTI

« solo poehi, i profeti e a stento qualeuno deI popoIo, pote-


vano intendere eib eh'e seritto nei pI"ofeti e nella legge mosaiea
all di la deI senso letterale e eomprendervi qualeosa di piu
irnportante, eioe il senso spirituale. Inveee ora sono innume-
revoli i credenti ehe, anehe se non rieseono ad intendere il
signifieato spirituale in tutta la sua estensione pienezza e or-
ganieita, tuttavia sono oonvinti quasi tutti ehe la eireoneisione
non deve essere intesa eorporalmente e neppure il riposo deI
sabato e il saerifieio della peeora e ehe non questo avevano
di mira i preeetti ehe Dio dava a Mose. E non v'e dubbio
ehe questa eonvinzione e ispirata in tutti dalla potenza dello
Spirito santo» 17.

11 eoneetto qui abbozzato trova piu ampia esplieitazione in al-


euni passi deI Commento a Giovanni. A XIII, 47-48 la semina
e la mietitura di 10. 4,35-36 sona riferite rispettivamente all'o-
pera di Mose e dei profeti e all'opera degli apostoli: ma la
preoeeupazione di Origene e qui di non aeeentuare il divario
fra la condizione degli uni e degli al tri. Aleuni - egli afferma -
non oseranno affermare ehe Mose ed i profeti non sono giunti
alla eonoseenza di eib ehe fu rivelato agli apostoli, « tanto piu
ehe tutto questo era eontenuto a guisa di seme nelle divine
seritture di eui quelli erano appunto i ministri »18, e piu giu
eonelude:
« ... Mose e tutti i profeti hanno eompreso ci<> di eui erano
ITlinistri, ma non in modo da eomunieare e rivelare anehe
agli altri i misteri, mentre gli apostoli, dato ehe si son trovati
ad essere presenti nel momento della rivelazione, possono dire
quelle parole ...: Le eose ehe hai udito da me sulla parola di
m:olti testimoni, trasmettile apersone tidale, le quali siano in
grado di ammaestrare altri a loro volta (11 Tim. 2,2)).

La stessa questione e lungamente trattata in Co. 10. VI, 4-6, in


riferimento a 10 1,16: «Dalla pienezza di lui tutti abbiarno ri-
eevuto ;1>. Almeno aleuni dei profeti - osserva Origene - 19,
i perfetti e i superiori, non desiderarono vedere le eose ehe vi-
dero gli apostoli perehe aneh'essi le hanno vedute: sia Mose

17Si veda anche Ho. Cant. 1,4, eCCe


18Qui e appresso presentiamo i passi deI Commento a Giovanni nella
traduzione di Corsini, Torino 1968.
19 In collegamento con Mt. 13,17 « Molti dei profeti desiderarono ve-
dere cio ehe voi vedete, eCCe ». Molti - osserva Origene -, non tutti:
segno ehe alcuni potettero vedere gia in anticipo cio ehe dopo avreb-
bero visto gli apostoIi.
VARIAZIONI GNOSTICHE E ORIGENIANE 17

sia Giosue sia Isaia erano in grado di eonoseere il senso au-


tentieo, eioe spirituale, di eio ehe serivevano sotto forma di
immagini e simboli; pereio
«i piu perfetti (profeti) hanno eonoseiuto in misura non mi-
nore rispetto a eib ehe e stato rivelato da Cristo agli apostoli,
perehe ne hanno avuto la rivelazione da quello stesso ehe
ammaestrava gli apostoli sui misteri ineffabili della pieta verso
Dio ... AHo stesso modo non si deve neppure dire ehe gli
apostoli sono stati piu sapienti dei patriarehi 0 di Mose e
dei profeti, in partieolare di quelli ehe per la loro virtu sono
stati fatti degni di manifestazioni divine, esteriori e interiori,
e di rivelazioni di eosl grandi mjsteri».

Di seguito a questo passo Origene ehiarisee il motivo ·ehe


10 ha spinto a ridimensionare, in eerto modo, la superiorita ,deI
.NT rispetto al VT: alcuni, esaltando gli apostoli al di sopra
dei patriarchi edei profeti, sono arrivati perfino ad immaginare
l'esistenza di un altro Dio, superiore al Dio deI VT: si tratta
ovviamente degli gnostiei 2'Ü. Pereio, se da una parte, proprio
eontro il rifiuto gnostieo deI VT, era stato neeessario inserire
questo in una visione globale della storia della salvezza, come
momento iniziale e propedeutieo, d'altra parte Origene ha av-
vertito anehe il risehio di favorire proprio gli gnostiei aeeen-
tuando troppo il divario fra le due eeonomie: pereio qui e al-
trove si e preoeeupato di attenuare tale divario soprattutto
col ribadire l'unita della rivelazione: Mose e i profeti hanno
rivelato, pur in forma eoperta dal velo dell'allegoria, le stesse
verita ehe Cristo avrebbe proelamato in modo piiI manifesto
e pereio piiI aecessibile a molti.
Co. Cant. 11, p. 163 (ed. Baehrens) tradisee un eerto im-
barazzo di Origene nella tensione fra il rilevare e il minimiz-
zare Ia superiorita deI NT rispetto al VT. AHa fine di un'am-
pia argomentazione tesa a mettere bene in evidenza il progres-
so dalla veechia alla nuova eeonomia, egli si ehiede:
« Ma rieerehiamo se anehe ai patriarehi e ai profeti ehe co-
muniearono la parola divina prima della inearnazione di Gesu
Cristo, e stata eoneessa la grazia di questa perfezione ... ov-
vero se essi eompresero soltanto ehe queste eose sarebbero
avvenute e in spirito previdero la 10ro venuta».

20 Qui e in altri passi similari Origene e in diretta polemiea eon i1


eommento ehe degli stessi passi giovannei aveva seritto Eraeleone.
2
18 M. SIMONETII

11 senso ·di tutta l'argomentazione precedente tira Origene in


questa ultima direzione, e in tal senso egli adduce anehe Mt.
13,17: « Molti giusti desiderarono vederecib ehe voi vedete, e
non rhanno visto, udire eib ehe voi udite, e non hanno udito ».
Eppure egli eonelude:
« Neppure a quelli pote maneare la perfezione ehe viene dalla
fede. Cib ehe noi erediamo dopo ehe e avvenuto, essi eon mag-
giore attesa eredevano ehe sarebbe avvenuto».

11 modo eon eui patriarehi e profeti hanno testimoniato 1a fede


e diverso rispetto al modo eon eui la testimoniano ora i cri-
stiani ma il eontenuto e 10 stesso.
J

In tal modo la preoceupazione antignostiea di 'Origene vie-


ne a confluire nel motivo di base ehe eostituisee la vera e pro-
pria struttura portante di tutta la sua speeulazione: la convin-
zione - ehe abbiamo visto espressa anC'he or ora - ehe tutta
la rivelazione neotestamentaria e stata anticipata, per simboli
e figure, nei libri veterotestamentari :21. e'e di piu: Origene non
ama i]l testo seritturistieo troppo chiaro ed aperto, accessibile
a tutti, anehe a chi non e incondizione di assimilare a fondo
la parola divina: per lui questo e un gettar perle ai porei; e
soltanto attraverso 10 studio assiduo e la purificazione inte-
riore 110i ci rendiamo .degni di aeeostarci eon fruttoal testo
sacro. E' ehiaro ehe tutta questa serie di eonsiderazioni orienta
Origene di suo, al di la della sp·eeifiea preoecupazione antigno-
stica, Cl valorizzare in modo partieolare la rivelazione veterote-
stamentaria di eosl diffieile interpretazione e pereio a ridurre
in precisi limiti l'ormai tradizionale eoncetto deI progresso e
della superiorita deI NT rispetto al VT. In altri termini, questo
ultimo eoneetto, ehe aqbiamo detto ben rappresentato nelle pa-
gine di Origene, va integrato con l'altro, aneor meglio rappre-
sentato, ehe considera la Scrittura sulla base della eontrap-
posizione fra interpretazione letterale e interpretazione spiri-
tuale, eioe allegorica: aHa luce di questa eontrapposizione Ori-
21 Proprio perehe Origene tien sen1pre d'oeehio l'interpretazione alle-
goriea della serittura, piu ehe quella letterale, egli pub affermare ehe Mose
e i prof,eti hanno eonoseiuto in antieipo la rivelazione rieotestamentaria,
adombrata gia nei loro libri. Nel contesto dei passo sopra addotto, a
Co. 10. VI 3, Origene ehiarisee ehe egli ha. inteso il vedere di 10. 1,18
non in senso eorporeo ma in senso spirituale: per questo il Logos e
stato visto, eire eonoseiuto, dai santi vissuti prima della sua venuta nel-
Ja earne. - ----- ---
VARIAZIONI GNOSTICHE E ORIGENIANE 19

gene preferisce non distinguere fra VT e NT, e considera in-


vece in blocco tutta Ia Scrittura. Per limitarci al contesto an-
tignosticodel Commento a Giovanni, a XIII, 5-6 Ia fonte di Gia-
cobbe di 10. 4,6 rappresenta simbolicamente tutta ,quanta Ia
scrittura 22, aHa quale si accostano in modo diverso Giacobbe,
i suoi figli, i suoi armenti, einfine Ia Samaritana, cioe Ie va-
rie categorie di cristiani, i semplici, i piu perfetti, gli eretici.
Come fra i Giudei c'era chi comprendeva solo carnalmente il
VT ma anehe chi 10 sapeva coinprendere spiritualmente, cosl
fra. i cristiani c'e chi non supera l'apprendimento letterale del-
I'intera scrittura e chi invece riesce a comprenderla in maniera
piu profonda: Co. 10. I 7.
Origene e tanto piu spinto a ridurre il divario fra Ia rive-
Iazione deI VT e Ia rivelazione deI NT in quanta egli e convin-
to ehe anche il NT, aHa. pari ,deI VT, nasconda un senso piu
profondo e vero al di sotto di quello letterale, piu imme 'iata-
mente accessibile. Questo modo d'intendere il NT e rilevato non
soltanto dall'applicazione alla sua esegesi degli stessi criteri in-
terpretativi messi in opera per l'esegesi deI VT, cioe prevalen-
temente allegorici, ma anehe da vari passi molto espliciti in
argomento: fra questi ve ne sono alcuni ehe, sulla base di un
sapiente rapporto fra lettera e allegoria applicato sia al VT sia
al NT, dilatano e completano in senso escatologico la visione
origeniana della storia della salvezza. Vi accenniamo breve-
mente.
« La legge ha l'ombra dei beni futuri ma non l'immagine delle
realta, dando senza dubbio a vedere ehe l'immagine delle
realta e altra rispetto a quella ehe e definita ombra della
legge ... Se qualeuno potra passar via da questa ombra, venga
all'immagine delle realta e veda la venuta di Cristo effettuata
nella earne, veda lui pontefiee, ehe offre anehe ora le vittime
al Padre e le offrira in seguito: eomprenda allora ehe tutto
eib e immagine delle realta spirituali e ehe le realta eelesti
sono indieate eon opere eorporee. Pereio e definito immagine
eib ehe viene ora eompreso e ehe la natura umana pub osser-
vare. Ma se puoi eon la mente e l'animo penetrare nei eieli
e seguire Cristo ..., ~ troverai n quei beni di eui la legge ha
avuto l'ombra e di eui Cristo ha mostrato l'immagine nella

22 In questo eontesto Origene eontrappone Ia serittura aHa paroIa


diretta di Gesu, considerando quella soltanto eome una introduzione a
questa: e un coneetto non usuale nel nostro autore, ehe ha per norma
di eonsiderare tutta la serittura eome parola diretta di Cristo Logos.
20 M. SIMONETTI

carne, ehe sono preparati ai beati, ehe ocehio non ha visto


ne oreeehio ha udito ne son saliti nel euore dell'uomo
(1 Cor. 2, 9) ».

Sulla traeeia ·del passo di Ebrei Origene distingue fra ombra


ed immagine, ma rap,p'orta am'bedue ai be'ni eelesti, promessi
ai beati: di essi la legge, eioe il VT, ha presentato, sotto il velo
dell'allegoria, soltanto l'ombra, mentre ·Cristo nel suo avvento
nella earne ne ha mostrato l'immagine. In altri termini, qui
OrigeIle stabilisee una gradazione ascendenteombrajimmagine/
realta eeleste, nella 'quale la rivelazione neotestamentaria, usual-
mente eonsiderata realizzazio·ne dei tipi e delle figure propo-
ste dalla legge, e a sua valtaeonsiderata immagine rispetto alla
traseeJ(ldenza e aIIa superiorita ·dei beni eelesti, di cui Ia Iegge
deI V1~ presenta soltanto il vago sentore dell'ombra.
In. Iquesto passo Ia prospettiva origeniana non e tanto esea-
tologic:a quanto anagogiea: sia il VT sia il NT, a Iivelli diver-
si, pre:sentan·o in modo simbolieo eearnale le superiori realta
celesti ed ineorporee. In altri passi inveee la prospettiva esea-
tologic:a eehiarissima, nellaconnessione di Ebrei 10,1 col Van-
gelo eterno di cui parIa Apoc. -14,6:
(:0. /0. I, 7: « AHo stesso modo ehe e'e una legge ehe com-
prende solo rombra dei beni futuri, ehe sono manifestati da
quella legge quando e bandita seeondo verita, cosi anehe il
vangelo, ehe pur e ritenuto essere aHa portata di ehiunque
vi si appliea, e'insegna soltanto un'ombra dei misteri di Cristo.
Invece quel vangelo ehe Giovanniehiama Vangelo eterno e
ehe propriamente si ehiamera vangelo spirituale, presenta,
chiaramente e in modo piano a quelli ehe l'intendono, tutte
le eose relative al Figlio di Dio in se stesso e, insieme, i mi-
steri contenuti nelle sue parole e le realta di eui erano sim-
boli le azioni da lui eompiute». Princ. IV, 3, 13: «E come
C~risto, venendo ora, ha portato a eompi'mento Ia legge ehe
presenta l'ombra dei beni futuri, eosi eo:n la sua venuta nella
gloria portera a eompimento e realizzazione l'ombra rappre-
sc~ntata da questa sua prima venuta» 23.

Va 'qui rilevato il sottile intreeciodi riehiami, impostato sulla


dilatazione della rispo·ndenza ombrajrealtadi Hebr. 10,1 estesa
a eomprendere, altre la legge, anehe il vangelo.· E' propria

23 IInmediatamente prima di questo passo, in cui e chiara l'allusione


a H ebr. 10,1, si trova la citaz. di Apoc. 14,6. Nello stesso ordine d'idee,
ma piil sommario, cfr. Princ. 111, 6,8.
VARIAZIONI GNOSTICHE E ORIGENIANE 21

quest'ultimo il perno dell'intera argomentazione: eome esso ha


rappresentato la realizzazionedei beni di cui la legge presen-
tava solo l'ombra,cosi a sua volta esso rappresenta l'ombra
dei beni ehe vedranno la piena realizzazione nel Vangelo eter-
no ,di Apoc. 14,6, al momento deI seeondo avvento di ,Cristo
nella gloria. In tal modo, puntualizzata nei tre momenti deei-
sivi, e qui presentata da Origene l'intera storia della salvezza,
eon netta proiezione verso il momento eseatoIogieo 24: il mo-
menta della terza Pasqua 25.
MANLIO SIMONETTI
Via D. Chelini, 7
00197 Roma

24 Su una eauta allusione ad un possibile ripetersi deI sacrificio di


Cristo in eielo aHa fine deI mondo, ehe segue immediatamente l'ultimo
passo sopra addotto, efr. quanta abbiamo osservato in «La morte di
Gesu in Origene »: Rivista di storia e letteratura religiosa, 1972, p. 11 sgg.
25 Co. Jo. X 18; Ho. Jer. 18,15.

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