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Prima capire
contestualizzato
strutturato
modificabile
negoziabile
Contestualizzato
Strutturato
Input saliente
frequenza
posizione
struttura prosodica
Quasi ogni lingua, come hanno dimostrato gli studi di Hyman, ha un accento fisso
rispetto al confine della parola (406/444). Quelle poche che hanno un accento mobile,
tra cui l'italiano, hanno comunque delle preferenze, come per noi la penultima sillaba.
Gli studi di Cutler, invece, si sono soffermati sul diverso ruolo svolto in ogni lingua dalla
struttura prosodica: la struttura ritmica dell'enunciato ha diverso valore per ogni
lingua. Nell'italiano, ad esempio, la sillaba la pi importante, nel giapponese la mora e
nell'inglese l'accento.
Molte parole di contenuto, contrariamente all'italiano, sono molto simili alel parole di funzione
Quasi senza eccezione, in inglese, le parole di contenuto contengono almeno una sillaba
forte, mentre le parole di funzione sono frequentemente utilizzate con una sillaba debole.
Tuttavia, il livello a cui la nostra L1 pi utile quello lessicale: nella nostra zona europea,
infatti, oltre ad essere accomunati da grecismi e latinismi, abbiamo anche dei suffissi comuni
come -sione e -bile che, essendo produttivi, sono trasparenti all'apprendente come
modificatori di nomi e aggettivi, che si riferiscono ad un verbo, che hanno entit astratta, che
indicano possibilit....
Applicar le conoscenze specifiche della propria L1 pu avere ripercussioni positive anche per
chi ci circonda, come dimostra uno studio di Ard e Homburg:
due gruppi di apprendenti, uno spagnolo e uno arabo, vengono confrontati con espressioni
inglese. Una parte di queste espressioni pi vicina allo spagnolo, l'altra a nessuna delle due
lingue. Nella prima pare, ovviamente, riescono meglio gli spagnoli, ma sorprendentemente,
anche nella seconda: scartando subito la prima parte, hanno avuto infatti pi tempo per
concentrarsi: una nuova via la plurilinguismo.
potrebbe generarli in frasi in cui l'ordine della costruzione del verbo psicologico sia invertita (a.
inanimato, b. animato), come
L'apprendente per, a questo punto potrebbe ancora adoperare una distinzione su base
semantica. Cosa accade per nel caso..
foreigner talk: quando una lingua indirizzata agli apprendenti dai parlanti nativi viene in
qualche modo modificata con l'intenzione di renderla pi intellegibile (= codice sempificato)
a tutti i livelli
Lessico: semplificazione_ poche forme lessicali, meno idiomi, nomi e verbi pi comuni
elaborazione_ sinonimi, ripetizioni e parafrasi
Processi formali
elaborazione
semplificazione
La misura in cui un foreigner talk pu variare determinata dalla valutazione del livello di
competenza linguistica.
Un modo ancora pi diretto, per, potrebbe essere costituito dalla richiesta esplicita
dell'apprendente, indicando la sua preferenza per un tipo di input, piuttosto che un altro, in
questo caso avviene la
negoziazione
indica cooperazione tra il nativo e l'apprendente, quindi pi comprensibile che per non
promuove la comprensione
strategie di conseguimento
obiettivo comunicativo mantenuto
circonlocuzione: definizioni funzionali, descrizioni, identificazioni topografiche
termini semanticamente imparentati o simili
ricorso a paragoni o esempi
creazione nuove parole
strategie di elusione
riduzione formale (ES. tempo presente invece del tempo passato)
riduzione funzionale (ES. passato prossimo invece del passato remoto)
Un parlante nativo comincia un discorso con una domanda il 96% delle volte se a contatto con
un apprendente, il 62% se con un altro nativo.
Ascolto
Questo schema indica che si passa per la A. codificazione fonologica, poi per quella B.
grammaticale.
A.
Si passa dalla decodificazione di fonemi
a quella di sillabe
a quella di forme o lemmi (a questo punto, quindi, si distingue il n di parole)
(es. Lo-scoiattolo-scodinzola-contento)
B.
la struttura superficiale gi morfologicamente e fonologicamente analizzata
si passa, nella fase B, alla decodificazione semantica e grammaticale.
C.
l'interpretazione consiste nell'applicare le conoscenze generali (da quelle enciclopediche a
quelle del discorso), cui talvolta vanno aggiunte ulteriori conoscenze contestuali, fattuali,
socio-culturali, quando l'uditore diventa anche interlocutore.
Le conoscenze dichiarative sono:
lessicali
generali
uditore
decodificatore (conoscenze lessicali)
interprete (conoscenze generali)
1. possono essere saltate (es. pronto a tavola pi intuibile dal contesto che dalla
segmentazione)
2. ordine attraverso le procedure non fisso (riconosci la /t/ di time. Clock ti
predispone meglio, aldil dell'ordine es. looking at the clock he said it was time for us
to go, looking at the man he said it was time for us to go)
3. un livello di analisi pu imporsi sull'altro (livello semantico > livello sintattico. es.
questo il buco che il topo, che il nostro gatto, che il cane ha morso, ha fatto, ha
perso)
Incrementalit
La L1
I diversi elementi di variazione interessano tre elementi del percorso verso la L2:
es.
Italiano di partenza Interlingua inglese Inglese di arrivo
Non ho la bici I no have bike I don't have a bike
Per risolvere il problema, si cercano le prove di apprendenti con L1 diverse che non abbiano l'elemento che appare nell'interlingua.
es. nell'apprendimento della lingua inglese, apprendenti turchi o giapponesi (che hanno la negazione post-verbale), hanno gli stessi
atteggiamenti di apprendenti italiani e spagnoli (che hanno la negazione pre-verbale)
E' interessante analizzare il processo di trasferimento che si applica in questo caso, in particolare sotto due punti di vista:
descrizione sincronica(1)
costrizioni che lo governano(2)
(1) descrizione sincronica
Per quanto riguarda la descrizione sincronica (1), il transfer pu assumere l'aspetto di
sostituzione
omissione
aggiunta
Una stessa struttura per, per essere appresa va anche utilizzata con
la stessa frequenza.
Questo evitamento nell'errore (si tende a non usare strutture
che non si conoscono)
Il transfer della L1
pi quindi realizzarsi in competizione con la costruzione creativa dell'interlingua,
si aderisce al processo di sviluppo.
* per quanto riguarda la fonologia il fenomeno si riscontra non tanto in fenomeni segmentali
(come fonemi o allofoni), quanto in quelli sovrasegmentali (come l'accento, il ritmo,
l'intonazione)
** (a)
L2 inglese di partenza Interlingua italiana L2 italiano di arrivo
I can see them Io vedo li Li vedo
L2 italiano di partenza Interlingua inglese L2 inglese di arrivo
Li vedo I them see I can see them
I them see improbabile perch non rispetta l'ordine che costituito comunque per inglese
e italiano: SVO. In questo caso, infatti, l'italiano a fare eccezione.
**(b) inoltre c' un ordine di marcatezza anche per la fonologia. E' una sorta di universale
tipologico implicazionale:
La posizione finale pi marcata e quella iniziale meno
inizio<medio<fine.
Per cui l'apprendente tedescofono avr pi difficolt imparare le opposizioni sorda-sonora in
posizione finale nelle lingue francesi e inglesi che in posizione iniziale.
L'influenza della L1
pi che cambiare le sequenze di sviluppo,
ne accelera o ritarda il processo.
L'ambiente linguistico
C' da sottolineare quella che in gergo viene chiamata l'evidenza positiva e negativa.
Per fare questo va analizzato il tipo di input ricevuto: a un diverso input corrisponde un diverso tipo di apprendimento?
Metodologicamente, bisogna tenere in conto il tipo di variabili presentate, in particolar modo in caso di apprendimento spontaneo.
Per tenere un controllo dell'input, quindi, prendiamo in considerazione il caso dell'insegnamento:
Esperimenti effettuati, prima su apprendenti di inglese e poi su apprendenti di giapponese, dimostrano che l'input negoziato il migliore per la
comprensione, ma non confermano che lo sia per l'apprendimento delle strutture locative giapponesi.
Dal momento che, per, l'esperimento sugli apprendenti di inglese, verteva sullo spostamento di figure su uno sfondo disegnato, e quello
giapponese sulla produzione di strutture locative, giustamente Mitchell e Myles si chiedono: esattamente quali elementi linguistici vengono
imparati con l'input negoziato?
Questa domanda rimane senza risposta.
E' da tenere in considerazione il Progetto ZISA, in cui il progresso viene determinato in due misure:
se alla fine dell'esperimento, i soggetti sono avanzati allo stadio successivo della gerarchia rispetto a quello in cui si trovano prima
dell'esperimento
secondo il numero di interrogative di questo stadio superiore che producono.
I soggetti vengono divisi in quattro gruppi da 7 e uno da 6, ognuno con funzioni diverse, e i risultati dimostrano che l'interazione
conversazionale favorisce lo sviluppo della L2 e che la misura del progresso dipende dalla natura dell'interazione e dal ruolo
dell'apprendente.
E' da sottolineare, quindi, l'importanza della partecipazione attiva all'interazione, che favorisce lo sviluppo grammaticale in L2.
Va per analizzato anche il tipo particolare di ambiente linguistico rappresentato dall'insegnamento: che cosa si intende per insegnamento?
Quale livello di analisi si sta considerando?
La differenza tra apprendimento spontaneo e apprendimento guidato si basa di solito su tre fattori (ragionando, ovviamente, sempre in termini
prototipici).
la focalizzazione della forma
la correzione degli errori
la struttura del sillabo
Un esperimento di Pica (1983) prende a campione tre gruppi di apprendenti ispanofoni: uno
apprendente spontaneamente in USA, uno sotto istruzione in Messico ed un terzo sia
spontaneamente sia in classe negli USA.
I risultati mostrano che, a conversazione libera, durante l'apprendimento di 9 morfemi, non ci
sono grandi differenze tra i tre gruppi.
Nel caso di morfemi di forma semplice con un chiaro rapporto forma-funzione, l'insegnamento
risulta essere pi efficace (-s plurale), se il morfema formalmente semplice e saliente, ma
funzionalmente complesso, l'insegnamento efficace per acquisirne una forma ccurata, ma
non perch venga usato in modo funzionalmente corretto.
Pienmann propone invece l'Ipotesi di Inspiegabilit, secondo la quale l'insegnamento efficace solo se l'interlingua allo stadio
immediatamente precedente a quello in cui la struttura insegnata appresa naturalmente.
Per dimostrarlo si rifatto sempre al Progetto ZISA, in cui di due gruppi di apprendenti divisi tra stadio 1 (ordine canonico) e allo stadio 3
(separazione del verbo), se sottoposti a due settimane di insegnamento del 4 stadio (inversione), tutti avevano imparato la struttura ma solo
quelli del 3 stadio erano in grado id utilizzarla nella produzione linguistica.
Inoltre efficace nel caso di elementi che esulino dalla determinazione degli stadi di sviluppo (come la copula in italiano)
Fermo restando che l'insegnamento non altera la gerarchia evolutiva, se opportunamente calibrato, pare che esso possa accelerare
l'apprendimento sia delle strutture dello stadio gerarchico immediatamente successivo, sia di quelle che esulano dalla gerarchia.
Van Pattern e Cadierno, inoltre, hanno lavorato su quale tipo di insegnamento dovesse essere il migliore:
Gli esperimenti dimostrano che la produzione permette agli apprendenti di svolgere il compito che viene loro insegnato, ma non ha effetto sullo
sviluppo del sistema. L'istruzione che pratica la comprensione, invece, ha effetto sul sistema, poich permette agli apprendenti di svolgere
anche un compito che non era stato loro espressamente insegnato.
Questi risultati vanno ridimensionati in tre direzioni
livello di competenza
ambiente linguistico fuori dalla classe
livello di analisi considerato
Lightbown e Spada dimostrano che la comprensione efficace negli stadi iniziali di apprendimento della L2 e se non c' altro contatto con la
lingua da imparare fuori dalla classe.
La produzione, invece, risulta essere migliore dal punto di vista della grammatica (?)
Caratteristiche individuali
Metodologicamente
viene valutato come
un'abilit
L'et un fattore influente teoricamente per la natura dell'apprendimento linguistico, praticamente per le decisioni politiche e pedagogiche sugli
investimenti nell'istruzione e tecnicamente semplice da definire e misurare.
In realt gli esperimenti che si sono succeduti negli anni hanno portato alla dimostrazione che l'unico fattore a risentire realmente dell'et la
fonologia, anche se non escluso che si sviluppi anche in et adulta. Inoltre i bambini possono avere pi occasione di ricevere input, il che
non ricollega la questione meramente alla neurobiologia.
Sebbene lo studio di Lennenberg (1967) sul periodo critico avesse stabilito a 12 anni l'et per l'apprendimento della L1 (si veda bambini sordi o
selvaggi), quello per la L2 differente.
La laterizzazione infatti comincia molto dopo la pubert e la distinzione tra i due emisferi non cos netta.
Bisogna comunque sempre tenere presente il fattore ambientale e psicologico (i bambini avrebbero un atteggiamento pi aperto ne confronti
della vita), per non contare la coincidenza tra cambiamenti neurologici specifici e cambiamenti linguistici, e la diversit non solo quantitativa ma
anche qualitativa.
Per quanto riguarda l'attitudine, non si sa ancora come separare il fattore culturale nel caso di esperimenti tra parlanti diverse L2.
La correlazione positiva tra una predisposizione innata all'apprendimento nella L2 e l'effettivo successo esiste se la competenza linguistica
misurata in termini di accuratezza formale nelle risposte a test scritti essenzialmente simili a quelli che vengono usati normalmente a scuola. Se
invece viene misurata in relazione alle abilit comunicative, sfuma.
Lo stile cognitivo. In Occidente, l'indipendenza dal campo viene preferita alla dipendenza dal campo. Elenchi di Ellis (1994)
I risultati sono comunque inconcludenti: difficile affermare che il modo di arrivare all'apprendimento della L2 sia in quello che sono, piuttosto
che in quello che sanno fare.
Ci sono indubbiamente dei luoghi comuni sull'ambiente culturale (ad esempio gli slavi sarebbero pi portati dei romanzi nello studiare le
lingue), ma nessuno ha mai analizzato quali fattori intervengano (tipo di istruzione etc.). Per rispondere a queste domande sono stati fatti due
esperimenti sull'immigrazione
L'ipotesi delle distanza sociale, che una dimensione del gruppo, e interessa la misura in cui i singoli apprendenti riescono a diventare
parte del gruppo di parlanti della L2. E' una dimensione composita, formata da otto fattori
dominanza
integrazione
chiusura
coesione
dimensione
congruenza
atteggiamento
intenzione
Se tutti questi fattori risultano negativi o al massimo neutri, la distanza sociale grande.
A questo punto, la conclusione che l'apprendimento della L2 solo un aspetto dell'acculturazione e il grado di acculturazione al gruppo
della L2 controlla il grado di apprendimento della L2.
Acculturazione> apprendimento L2
Acculturazione> contatto> input >apprendimento L2
Multidimensionale perch considera la dimensione universale e quella variabile. Prendendo in considerazione quest'ultima si considerino due
esempi in interlingua tedesca.
l'uso degli ausiliari prevede l'utilizzo della regola della separazione del verbo, che pu essere imparata solo al terzo stadio.
L'apprendente pu scegliere tra:
In entrambi i casi, la posizione finale dell'avverbio sarebbe suonata strana ad un parlante nativo tedescofono.
Gli apprendenti orientati verso la comunicazione applicano l'anteposizione del verbo, anche a costo della violazione sulla regola
dell'inversione, che non sono ancora in grado di usare
I soggetti orientati verso la norma, evitano AVV rinunciando anche alla comunicazione
Insomma, il conflitto tra l'efficacia comunicativa e 'accuratezza formale.
Clahsen (1983) fece degli esperimenti sulla connessione tra tratti linguistici e caratteristici sociali e, nonostante qualche critica, i risultati
accettabili sono:
Chi usa la L2 puntando sull'accuratezza formale anche a rischio di comunicare meno tende, segregamente, a:
Ovviamente, tenendo conto degli ultimi studi degli anni '70 quindi anche del livello degli operai sperimentati allora.
L'orientamento culturale degli apprendenti comunque non preclude il successo dell'insegnamento, e tendiamo a preferire il Modello
Multidimensionale perch riuscito a dimostrare le interconnessioni in maniera pi diretta.
Strategie di apprendimento
Le definizioni
Tuttavia il rigore di definizione rimane difficile, anche per l'inevitabile sovrapposizione con le strategie di comunicazione.
Molta importanza stata data anche alla classificazione. Come ad esempio la tassonomia di O'Malley e Chamot (1990), adattando il modello
cognitivo di Adaptive Control of Thought di Anderson (1983).
Nella memoria a lungo termine si distingue tra conoscenza dichiarativa e conoscenza procedurale e il progresso prevede il passaggio dalla
prima alla seconda: la memoria a breve termine va continuamente liberata acquisendo ed automatizzano le conoscenze procedurali.
Le strategie di apprendimento sono di tre tipi:
cognitive
metacognitive
sociali e affettive
La verifica empirica ha rilevato (oltre al fatto che in pochi utilizzano il riassumere e il raggruppare-cognitive), in maniera interessante, che gli
apprendenti migliori non userebbero le strategie pi frequentemente, ma solo utilizzandone una gamma pi vasta. Questo tuttavia non ci
illumina in maniera particolare.
Metodologicamente, le strategie pi semplici potrebbero risultare pi frequenti perch pi facili da verbalizzare nell'esperimento.
Teoricamente, i cattivi apprendenti non detto che migliorerebbero usando la tecnica dei buoni.
Conclusione
I fattori analizzati sono linguistici, personali e culturali, anche se le analisi sono state inconcludenti.
I fattori individuali e ambientali influenzano indirettamente l'apprendimento, pongono le premesse; ma chi causa l'apprendimento sono le
variabili linguistiche e cognitive.
Giova all'apprendente essere consapevole delle proprie caratteristiche personali, situazionali e culturali. Questa consapevolezza gli permette di
immergersi in un ambiente linguistico ricco di input negoziabile dove possa intervenire parlando. Questo indirettamente gli causer
l'apprendimento.
Gli giova inoltre prestare attenzione alla forma, soprattutto dal livello intermedio in poi.
Pu infine aiutarlo sperimentare nuove strategie per allargare la gamma.
5. Le spiegazioni
Teorie data-driven Partire induttivamente da una raccolta empirica per poi arrivare alla formulazione globale
Teorie theory-driven Partire deduttivamente dall'elaborazione di un'ipotesi e poi verificarla su dati empirici
Il contrastivismo
Ipotesi di contrastivit
In voga negli anni '50, la prima che tenta di spiegare l'apprendimento della L2.
Teoria di stampo empirista, non ha conosciuto grande successo per via del suo stampo comportamentista.
Psicologicamente, tutto l'apprendimento (verbale e non) e un processo di formazione di abitudini. L'apprendente reagisce allo stimolo
ambientale e, con la ripetizione, diventa abitudine. E' utile scomporla per tappe. Si basa su:
effetto
pratica
scomposizione
Linguisticamente, le abitudini della L1, gi salde, interferiscono con quelle della L2 e ne rendono difficile l'apprendimento quando hanno diverse
strutture. Proprio basandosi sulle strutture si possono prevedere gli errori
L1 interlingua L2 di arrivo
Pierina contenta Pierina ist froh Pierina ist froh
Pierina ha fame Pierina hat hunger Pierina ist hungrig
Didatticamente, la convinzione che la pratica renda perfetti porta all'insistente imitazione meccanica del modello.
Non per confermata linguisticamente (gli errori previsti non si ripetono in serie e il fattore variabilit L1, per quanto riguarda la grammatica,
incide pi sulla velocit che sul percorso) e culturalmente (allo strutturalismo linguistico e comportamentismo psicologico, subentra il
creativismo: non possibile prevedere meccanicamente le reazioni di ogni individuo).
Quindi, stata abbandonata come tesi esplicativa, ma non come opzione metodologica (come per il Modello della Competizione e la
Grammatica Universale)e per la meccanicit della ripetizione (come per il connessionismo: l'apprendente registra gli schemi probabilistici
notando associativamente la regolarit dell'input, e questi schemi si consolidano con l'uso ripetuto)
Il generativismo
Grammatica Universale
principi: propriet molto astratte e generali che valgono per tutte le lingue del mondo. Sono innati.
parametri: propriet uguali per tutte le lingue, ma con un valore che fissato diversamente da lingua a lingua. Il loro valore appreso
dall'esperienza.
attivare i principi del linguaggio: in che modo una lingua concorda con i principi universali gi presenti nella mente?
fissare il valore dei parametri: come varia questa lingua entro i limiti permessi dai principi?
imparare gli elementi lessicali: qual' la specificazione di ogni elemento nel connettersi alla struttura della frase?
I sostenitori la accettano come property theory: adeguata per la descrizione e spiegazione dell'interlingua. Anche l'interlingua una lingua
naturale. C' un divario invece nell'accettarla come transition theory.
Mitchell & Myles schematizzano le quattro posizioni(1)
E' una theory driven ma nel caso dell'apprendimento della L2 la competenza instabile.
Si cerca di ovviare a questo con test come quello del giudizio di grammaticalit (individuare l'errore). Ma come si arriva a capire se
l'apprendente ha individuato l'errore per accesso diretto o indiretto alla Grammatica Universale?
Bisogna considerare apprendenti con L1 che non manifesti il principio in questione. A questo proposito si discute sul principio della
soggiacenza (il movimento di un costituente pu avvenire attraverso un nodo limitante di un solo tipo)
Qui l'errore c' perch si presentano due nodi diversi [S-SN], ma un parlante italiano, ad esempio, non sbaglier mai un nodo [S-S]. Se un
parlante nativo coreano o giapponese, che non ha elementi -wh, riuscisse a fare lo stesso proverebbe il principio della soggiacenza.
(1)Ipotesi dell'inaccessibilit Ipotesi della piena accessibilit
l'apprendimento linguistico con l'et si esaurisce Le differenze tra i due apprendimento sono di maturit e bisogni
Ipotesi dell'accessibilit indiretta Ipotesi dell'accessibilit parziale
Attivazione dei principi del linguaggio avviene una volta sola, e i parametri I principi possono rimanere accessibili, ma non i parametri.
sono fissati con i valori della L1 Il punto di partenza la Grammatica Universale (non la L1, come per
Accessibilit indiretta)
Per quanto riguarda i parametri, stato molto studiato quello del soggetto nullo (pro-drop).
Come giudica un inglese o un francese l'assenza del pronome in una frase spagnola o italiana, e viceversa?
La questione non si risolta ancora.
Quindi, sebbene la Grammatica Universale sia una teoria generale, ci illumina su cosa vada appreso.
I suoi punti deboli sono:
offre una solida base teorica per analizzare come i apprendenti imparino le propriet formali della L2.
Questa base offre a sua volta una serie di ipotesi precise ed empiricamente verificabili.
Il funzionalismo
il funzionalismo della scuola di Praga, con enfasi sullo statuto informativo degli elementi della frase (tema-rema) e le loro associazioni
con l'ordine delle parole e l'intonazione
il funzionalismo europeo (Simon Dik), dedicato alla specificazione formale dell'interazione funzionale
funzionalismo sistemico (Michael Halliday)
funzionalismo americano
Le forme linguistiche sono create, governate, limitate, acquisite e usate al servizio delle funzioni comunicative.
Qual' il modo preciso e la misura in cui le funzioni determinano la forma?
Potrebbero le forme avere ormai assunto un'esistenza autonoma? Formalismo: s. Le categorie astratte da cui derivano le forme sono
innate.
Funzionalismo: no. La mente non modulare e opera con categorie
linguistiche continuamente soggette al bisogno di esprimere messaggi
concettuali e sociali. Il rapporto forma-funzione centrale.
E', per la precisione, uno-a-uno. Ma nelle lingue naturali raramente cos.
Le analisi funzionaliste si chiedono quali sono i fattori che ci fanno scegliere, ad esempio, tra l'uso di una forma passiva e l'uso di una forma
attiva per esprimere la stessa azione.
Le condizioni che determinano la forma, invece, possono essere semantiche, discorsive, ma anche cognitive o sociali.
Cognitivamente, il flusso naturale dell'attenzione di solito riflesso iconicamente nell'ordine delle parole: quale costituente viene menzionato
per primo?
Semanticamente, l'agente solitamente ha un referente animato: chi il costituente animato?
Linguisticamente, l'agente si presta meglio di qualsiasi altro argomento ad essere il soggetto grammaticale: la frase attiva risulta pi
naturale.
Quando, per, interviene un altro fattore a spostare l'agente a fine frase, l'accordo che interviene. Solo a quel punto quindi, abbiamo la
grammatica, che non detta legge ma al servizio dei principi cognitivi, semantici e discorsivi.
Il parlante, secondo questo modello, deve essere in grado di riconoscere le relazioni tra gli elementi della frase. Ad esempio l'agentivit pu
essere espressa da vari indizi:
Gli indizi possono coincidere o trovarsi in competizione, ma ce n' sempre uno che prevale sugli altri (es. in italiano l'accordo)
Un indizio pu quindi essere pi o meno forte, e quindi utile, nella misura in cui ha le seguenti propriet:
Esperimenti dimostrano che, con l'aumento dell'esposizione all'input, il livello di elaborazione degli apprendenti si avvicina a quello
dell'elaborazione dei parlanti nativi. Quindi, mentre in un primo momento le strategie di elaborazione vengono trasferite abbastanza
direttamente dalla L1 all'interlingua, poi la forza relativa assegnata agli indizi si avvicina progressivamente ai livelli statistici che essi
effettivamente hanno nella L2. Le strategie di elaborazione vengono trasferite anche indirettamente quando, per esempio, cogliamo l'ordine
canonico dell'L2, ma non l'effettiva importanza (es. in giapponese l'ordine canonico conta molto meno dell'animatezza o della morfologia, e per
gli inglesi costituisce un problema).
Quindi il trasferimento dalla L1 alla L2 riguarda le strategie non le forme.
Tra le strategie, poi, cene sono alcune pi universali di altre: quelle basate sul significato e sulla pragmatica sono pi universali di quelle
basate sulla grammatica. Questo perch hanno pi possibilit di essere trasferite, ma anche perch l'apprendente, non trovando corrispondenze
con la propria L1 prova ad affidarsi al significato.
La maggior parte degli studi empirici per validare il modello verte finora sulla comprensione, ma il Modello ha anche una parte
produttiva. La produzione infatti richiede una serie di funzioni da esprimere, che poi competono con l'associazione con una serie di forme.
La produzione di ogni frase vista come il risultato tra le forme espressive alternative. Il successo determinato dall'affidabilit della forma.
Quindi, il punto di forza l'ancoraggio al mondo reale (il soggetto ci di cui vogliamo parlare). Ha studiato molto l'interlingua anche se poco
gli stadi avanzati (in cui si sviluppa la grammatica). Tuttavia il funzionalismo linguistico deve ancora essere validato dalla psicologia.
tuttavia:
trascura la produzione
rimangono oscuri i meccanismi cognitivi della comprensione
troppa fiducia agli esperimenti effettuati su frasi asettiche, non contestualizzate nel mondo reale.
Il cognitivismo
Quindi, pone l'accento come transition theory (apprendimento). Tende a rappresentare soprattutto l'elaborazione in tempo reale.
Si parla di regole di apprendimento pi che linguistiche, quindi di controllo, automatizzazione, memorizzazione.
Questo molto positivo, perch allarga di molto il campo di ricerca, anche se non riesce ancora a spiegare tutti i fenomeni che governano il
linguaggio.
Rimane pertanto complementare ad un approccio linguistico.
Interazionismo
L'input non solo necessario, ma anche sufficiente. Quindi si connota come teoria ambientalista.
L'input di un certo tipo migliore di un altro? Per gli empiristi s. E per gli interazionisti l'input interattivo:
Tuttavia:
l'apprendente potrebbe comunque scegliere una variabile sbagliata a favore della comunicazione
il ricercatore potrebbe non cogliere cosa, in questo caso, venga assorbito dell'input: perderebbe il nesso causale.
Lo stesso Long, parla di facilitare l'apprendimento, non di causarlo. L'Ipotesi interazionista ancora un misto di:
L'interazionismo, con la sua particolare attenzione all'ambiente linguistico, ha il privilegio di aver portato la variabilit al centro del dibattito
teorico e la speranza di fondarvi delle applicazioni didattiche. Il punto debole l'aspetto ancora speculativo.
Processabilit
Ha una solida base linguistica. E' una teoria psicolinguistica, insieme cognitivista e linguistica.
Quello che interessa primariamente la componente procedurale specifica della lingua.
Le premesse logiche:
la produzione linguistica in tempo reale pu essere spiegata solo tramite un sistema in cui le parole e la composizione delle strutture
vengano recuperate velocemente e senza richiedere alcuna attenzione (memoria a breve tempo)
da questo sene deduce che i meccanismi di produzione linguistica siano altamente automatizzati.
L'apprendimento linguistico deve essere inteso come un processo di automatizzazione delle operazioni linguistiche.
Identificazione di sequenze linguistiche e prima interpretazione: Strategie di elaborazione del parlato (Progetto ZISA, anni '70)
Processi di produzione linguistica: Modello Psicolinguistica di Levelt(2)
Formalizzazione della descrizione grammaticale: Grammatica Lessico-Funzionale
Il prodotto non ancora il parlato, ma un enunciato adeguato per controllare il processo di articolazione in termini di unit segmentali e
prosodiche.
Ovviamente, non dimentichiamo, l'uso di questo modello implica la necessit di una memoria grammaticale.
(2)
Quando immagazziniamo ad esempio il genere e il numero di un lemma, dobbiamo memorizzarlo nella memoria e breve tempo fino alla
produzione di tutta la frase: scambio di informazione grammaticale.
Perch tutto quello creato finora diventi un enunciato continuo e coerente deve essere stabilita la relazione tra il sintagma e il resto del
messaggio: bisogna assegnare una funzione grammaticale al sintagma creato.
accesso lessicale
procedura categoriale
procedura sintagmatica
procedura frasale
procedura della proposizione subordinata (se applicabile)
L'ordine di queste procedure segue la sequenza con cui vengono attivate nel processo di generazione linguistica: sequenza implicazionale.
Quindi, la chiave per la processabilit grammaticale prima stabilire la presenza (o assenza) e poi la distanza dello scambio di informazione.
I razionalisti sono scettici nei confronti di questa teoria per via della variabilit, che per rigorosamente definita a priori dalla specifica
gamma di opzioni strutturali di cui l'apprendente dispone allo stadio dell'interlingua in cui si trova.
Questa gamma di opzioni viene chiamata Spazio delle Ipotesi (forme possibili a ogni stadio dell'interlingua, che non emergono sempre in
tutte le circostanze, anche per via dello statuto di alcuni tratti es. numero e genere in italiano: numero viene imparato prima)
Bisogna testare questa teoria dunque in base all'emergenza delle forme, non in base alla loro accuratezza formale o funzionale.
La fossilizzazione, invece, riguarda il punto di stop all'interno dei vari stadi della gerarchia:
omissione
violazione
elusione
abbinare modelli psicologici a modelli linguistici (procedure di elaborazione guidata plausibile e fondata)
possibilit di predire quali strutture possono essere apprese in un preciso stadio
chiarire i rapporti tra variabilit e sviluppo, definendo la gamma di opzioni possibilit
offre applicazioni per l'insegnamento
I punti deboli:
Conclusioni
Nessuna teoria da escludere: un approccio modulare potrebbe aiutare. In ogni caso vanno evitate posizioni estreme.
Modello Integrato di Gass (1997)