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Diventare e i verbos de cambio

Carla Prestigiacomo
Università di Palermo

Gran parte degli studenti italofoni intraprendono lo studio dello


spagnolo sicuramente mossi dalla falsa credenza che la lingua di Cervantes
presenti un numero minore di difficoltà rispetto a quelle che si possono
riscontrare nell’apprendimento di altre lingue. In effetti, sebbene si possa
affermare che il processo d’acquisizione sia relativamente facile, per lo
meno fino al conseguimento di una competenza corrispondente ad un livello
A2+/B11, la realtà è ben diversa da quanto possa sembrare in un primo
momento. A parte le evidenti analogie tra i due sistemi linguistici, infatti,
l’apprendente si imbatte in numerose e insospettabili divergenze, in una
serie di fenomeni che rendono più difficoltoso del previsto il
raggiungimento di un livello di competenza superiore.
Se ci si limita ad una lingua standard, senza perdersi nell’universo
della pragmatica e della varietà dei registri e tralasciando le implicazioni
culturali dei fenomeni linguistici, è sufficiente ricordare tra i problemi più
frequenti l’estesissimo numero di falsos amigos, il diverso uso delle
preposizioni, dei tempi e dei modi verbali, o le costruzioni perifrastiche a
cui frequentemente ricorre lo spagnolo. Tutti aspetti che, sebbene non
rappresentino un ostacolo insormontabile, rendono sicuramente più ardua
l’acquisizione di una competenza linguistica reale.
In concreto, una delle difficoltà maggiori con cui si scontrano gli
studenti italofoni2 è costituita senz’altro dalla totale disomogeneità che le

1
Common European Framework of Reference for Languages: Learning,
Teaching, Assessment (Strasbourg, Council of Europe, 2001). La versione spagnola
è consultabile sul sito del Centro Virtual Cervantes: http://cvc.cervantes.es
/obref/marco.
2
La mia attività di docente di Lingua e traduzione spagnola mi ha dato
l’opportunità di monitorare durante un triennio un gruppo di studenti con una
competenza di partenza disomogenea. Su circa 130 frequentanti il primo anno, un
buon 30% si attestava infatti su un A2+, mentre il resto non aveva avuto nessun
contatto con lo spagnolo. Alla conclusione dei primi due corsi, solo un 50% è stato
ammesso al terzo anno e, sebbene circa la metà fosse in possesso di una

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due lingue presentano nell’espressione del concetto di cambio di stato, quale


che sia l’ambito di riferimento della trasformazione e il soggetto che l’ha
subita o, diversamente, provocata. Infatti, se l’italiano, come molte altre
lingue, ricorre fondamentalmente al verbo diventare (o divenire3), o in casi
determinati alla forma pronominale trasformarsi, lo spagnolo si avvale di un
ventaglio di soluzioni4, che, come si vedrà, dipendono da un sistema di
parametri piuttosto complesso. Si tratta, indubbiamente, di un problema
simile a quello determinato dalla mancanza di una corrispondenza biunivoca
tra i verbi hacer e fare, autentico comodín dell’italiano, che costituisce un
fenomeno di difficile collocazione, in bilico tra l’ambito sintattico e quello
più specificamente lessicale e semantico.

certificazione linguistica B2, ho notato la persistenza di alcuni errori tipici di una


fase inferiore di interlingua. Tra questi, assumeva un rilievo fondamentale l’uso
improprio delle espressioni riguardanti un cambio di stato che, in alcuni elementi,
aveva assunto ormai le caratteristiche di un errore fossilizzato. Ho potuto notare
infatti il ricorso frequente e ingiustificato alla perifrasi Llegar a ser, l’oscillazione
aggettivo/sostantivo con Ponerse, la presenza/assenza della preposizione en con
Volverse e Convertirse, nonostante le ripetute correzioni e revisioni che hanno
caratterizzato il triennio. È d’obbligo chiedersi, quindi, come mai sussista una
percentuale così alta d’errore e, di conseguenza, cosa fare per facilitare un corretto
apprendimento dei Verbos de cambio. È evidente che non si tratta di un’operazione
facile. Se in molti casi, infatti, la causa primaria della fossilizzazione dell’errore è
da ricercare nei fenomeni di interferenza della lingua italiana, e un’analisi
contrastiva può rivelarsi utile per evitare l’acquisizione di ‘cattive abitudini’, nel
caso dei verbi in oggetto, la questione si fa molto più complessa.
3
In realtà, i due verbi non sono perfettamente intercambiabili. Devoto e Oli
(1971) evidenziano il carattere graduale dell’evolversi di un essere vivente, modo o
situazione indicato da divenire, in contrapposizione a diventare che “Indica il
divenire visto nel suo momento conclusivo”. Tale contrasto sembra scomparire in
lavori più recenti quali Zingarelli (1994) e De Mauro (2000): “Diventare: (…)
seguito da complemento predicativo, passare, spec. progressivamente, da una
condizione a un’altra: d. bello, brutto, simpatico, vecchio; d. direttore, presidente;
l’acqua è diventata ghiaccio; d. rosso per la vergogna; anche ass.: guarda come sei
diventato! (…)”, “Divenire: (…): passare, spec. progressivamente, da una
condizione a un’altra: d. adulto, d. responsabile. (…)”.
4
Come sottolinea Bermejo Calleja (1994:47) “En español, la idea de
cambio se expresa: - Con los verbos denominados de cambio o devenir. – Mediante
perífrasis. – Mediante verbos derivados de adjetivos y sustantivos.”

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Diventare e verbos de cambio

Se consideriamo, infatti, che una differenza sintattica implica anche


una variazione di significato, ci rendiamo conto che per insegnare un uso
corretto e cosciente dei cosiddetti Verbos de cambio, non possiamo limitarci
ad una semplice esposizione di tipo normativo-tradizionale, dovendo invece
valutare tutte quelle componenti che entrano in gioco nell’acquisizione di
una lingua straniera. In sintesi, indicare un cammino per superare o, per lo
meno in un primo momento, ‘raggirare l’ostacolo’, è l’obiettivo che ogni
docente di lingua spagnola si deve imporre, elaborando sia una serie di
materiali teorici e pratici, sia un sistema di correzione efficiente che si
incentrino sui bisogni specifici degli apprendenti.
I fattori da tenere in considerazione sono diversi. Oltre a chiedersi in
quale punto del sillabo bisogna inserire l’argomento, è necessario valutare
l’opportunità di presentare un quadro analitico esaustivo o di rimandare una
riflessione più approfondita e cosciente ad un momento in cui gli studenti
siano più avvezzi ad un’analisi di tipo metalinguistico. Stabilire, quindi, se
risulta più operativo un metodo tradizionale, normativo, oppure
un’impostazione di taglio comunicativo.
È ovvio che non ci troviamo di fronte ad una soluzione unica, visto
che bisogna tenere presente in ogni momento l’ambito in cui viene svolta
l’attività didattica, le finalità specifiche di ogni corso e, soprattutto, se
l’obiettivo primario è formare linguisti o creare un usuario realmente
competente nei termini stabiliti dal Consiglio d’Europa.
I vocabolari monolingui – sia spagnoli che italiani- e bilingui, alle
voci diventare (e divenire) e dei corrispondenti Verbos de cambio, non si
sono rivelati uno strumento utile al docente e all’apprendente, anzi, data la
totale insufficienza e ambiguità delle definizioni e degli esempi5, spesso
possono essere anche causa d’errore.

5
A questo proposito è sufficiente ricordare parte della definizione di
Diventare di Carbonell (1984): “intr. Volverse, hacerse // mudar, convertirse…”.
Ciò che colpisce, oltre all’insufficienza della definizione (non vengono presi in
considerazione tutti i verbos de cambio), è soprattutto l’inadeguatezza e ambiguità
degli esempi: “ di stucco, quedarse pasmado // grasso, engordar // magro,
enflaquecer // medico, hacerse médico…” . La voce Divenire, poi, presenta altre
sorprese: “intr. Devenir // pazzo, volverse loco // ricco, hacerse rico // verde,
ponerse verde…”. Nemmeno il più recente Tam (1999) sembra porre maggiore
attenzione sull’argomento: “Divenire: (…) Volverse, llegar a ser, hacerse, devenir.
Divenire anziano: volverse anciano.”; “Diventare: 1 ponerse. Diventare bianco:

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Tra le grammatiche descrittive spagnole esaminate, è solo quella


curata da Bosque e Demonte6 (1999) a dedicare alcune pagine
all’argomento, nell’ambito dell’analisi dei Verbos pseudo-copulativos: “Al
igual que en otras lenguas, existe en español un conjunto de verbos cuyo
contenido semántico es esencialmente aspectual, y que denotan cambio de
estado o, a veces, de posición. Nos referimos a formas como, ponerse,
volverse, quedarse, hacerse, y similares, cuyo complemento predicativo
especifica precisamente el cambio de estado o posición en cuestión.”
(Bosque, Demonte, 1999: 2511). Caratteristica comune è, quindi,
l’espressione di un cambio di stato, ma “el estado resultante no es de la
misma naturaleza en todos los casos. Así, ponerse implica un cambio de
estado generalmente transitorio, mientras que volverse y tornarse implican
un cambio que se concibe como indefinito o más o menos permanente”
(Bosque, Demonte, 1999: 2512), chiarimento, quindi, come dimostra la
presenza dell’avverbio generalmente o il ruolo che svolge il soggetto nella
percezione del cambio (que se concibe…), che si rivela di poca utilità per un
apprendente di Spagnolo/LS.
L’argomento viene, ovviamente, approfondito dalle grammatiche7
destinate a studenti stranieri, anche in quei casi in cui non siano state
espressamente concepite per apprendenti italiani. Lo stesso si può affermare
per i manuali di Spagnolo/LS. L’analisi di questi testi ha rivelato tuttavia
che, anche in presenza di dichiarate intenzioni comunicative degli autori, i
Verbos de cambio vengono presentati in modo analitico e tradizionale,
secondo uno schema più o meno elaborato8 e, all’interno del sillabo, non

ponerse pálido / diventare grasso: ponerse gordo 2 volverse. Diventare ricco:


volverse rico 3 convertirse (en), transformarse, mudar. Il vino è diventato aceto: el
vino se ha convertido en vinagre 4 llegar a ser, convertirse, volverse. È diventato
un avvocato famoso: ha llegado a ser un abogado famoso.”
6
In particolare, si veda Demonte, Masullo (1999, vol. 2: 2511-2514). Il
concetto di “cambio de estado” non viene invece trattato né da Gili Gaya (1961),
né nella grammatica funzionale di Alarcos Llorach (1994). Nemmeno le
grammatiche descrittive italiane accennano all’argomento (Renzi, 1995 e Serianni,
1988).
7
Non tutti gli autori dedicano spazio all’argomento. È il caso di González
Hermoso, et al. (1999).
8
La trattazione è più approfondita da Moreno (soprattutto 1983 e 2001) e
Fernández, et al. (1999).

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Diventare e verbos de cambio

vengono mai trattati prima di un livello B1+9. In nessuno dei testi esaminati,
infatti, l’argomento è trattato tenendo in considerazione componenti
pragmatiche o semplicemente comunicative. In nessun testo, inoltre, si tiene
conto del fatto che questi verbi, con il loro complemento predicativo,
formano una “unidad semántica o predicado complejo” (Bosque, Demonte,
1999: 2511), idea fondamentale per abituare il discente ad un uso di verbi
derivati da aggettivi o sostantivi sin dai primi livelli del percorso di
apprendimento.
In linea di massima, e in modo più o meno esplicito, i materiali
esaminati tengono conto dei seguenti parametri:
1- Aspetto sintattico: ossia il contesto linguistico, il loro uso
con sostantivi, aggettivi, avverbi o complementi
preposizionali.
2- La natura del soggetto, in quanto da esso può dipendere
l’origine del processo che provoca il cambio e, di
conseguenza, la volontarietà o involontarietà dello stesso.
3- Le caratteristiche del cambio, ovvero se ci troviamo di
fronte a stati più o meno essenziali e più o meno transitori,
se il cambio riguarda l’aspetto fisico, psicologico, lo stato
d’animo, l’ambito professionale, l’ideologia, la religione,
se è di natura positiva, negativa e un lungo eccetera.
Per quanto riguarda le espressioni inserite nel gruppo Verbos de
cambio, si è riscontrata una sostanziale uniformità, sebbene il numero possa
variare se si è tenuto conto o meno dei verbi dejar, acabar e terminar o
della perifrasi llegar a estar.
Risulta evidente, quindi, che non è facile offrire una visione
completa e, soprattutto, efficace ai fini dell’apprendimento.
In questa sede saranno trattati solo quattro verbi, tralasciando
deliberatamente alcune espressioni, che non trovano una corrispondenza
immediata con diventare, e i verbi transformarse e convertirse en, che in
linea di massima non presentano eccessivi problemi, così come la perifrasi
llegar a ser, sebbene a volte sia usata in modo indiscriminato dagli
apprendenti, a causa della tendenza, tristemente diffusa, non solo a ricorrere

9
Fernández, et al. (1999) inseriscono il capitolo dedicato ai Verbos de
Cambio al termine della sezione dedicata al Grupo verbal, e, in concreto, a
conclusione di tutto il percorso d’apprendimento. Gli esercizi corrispondenti,
invece, sono situati ai livelli Intermedio e Superior.

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istintivamente alla traduzione, ma anche a soffermarsi sulla prima


definizione proposta dai vocabolari.
Oltre ai parametri già ricordati, si terranno in considerazione anche
altri elementi, come, per esempio, la relazione con i verbi copulativi ser e
estar, il ruolo che può assumere il soggetto o un altro agente nell’origine del
cambio e, in alcuni casi, l’atteggiamento dell’enunciatore alla constatazione
del cambio.

HACERSE10
Dal punto di vista sintattico, può essere seguito sia da un aggettivo
che dal sostantivo, preceduto o no, dall’articolo indeterminativo.
Assimilabile a un processo del tipo pasar a ser, hacerse può riferirsi
quindi a cambiamenti sostanziali e definitivi che riguardano l’essere, la
professione, l’ideologia, la religione, la nazionalità. Sembra giocare un ruolo
determinante la volontarietà del soggetto, sebbene non bisogna tralasciare
nemmeno i casi in cui hacerse può riferirsi ad un processo spontaneo e
naturale o a situazioni in cui manca la componente di volontarietà nel
soggetto che subisce il cambio, come in Le tocó la lotería y se hizo rico..
La volontarietà è, invece, evidente nei seguenti esempi:

Cansado de las decepciones amorosas, decidió hacerse cura.


A pesar de sus padres, se hizo músico.

Un processo spontaneo, invece, traspare dalla frase:

Juan se ha hecho mayor.

Quest’ultimo esempio, suggerisce un’ulteriore considerazione. Se


operiamo una trasformazione sintattica, inserendo un complemento
preposizionale o inserendo un nuovo soggetto, la focalizzazione si sposta
dalla mancanza di volontarietà, alla causa della trasformazione:

Con la experiencia se ha hecho mayor oppure La experiencia lo ha


hecho mayor.
10
In questa occasione non mi soffermo sulla struttura hacerse + art.
determinativo + sostantivo, perché non assimilabile al concetto di Cambio de
estado, ma al significato del verbo fingirse.

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Non dobbiamo nemmeno dimenticare di sottolineare come la


presunta neutralità del verbo si perde con “el uso del artículo” che “añade un
matiz ponderativo que la expresión sin artículo no tiene” (Matte Bon,
1992:55). Affermare Se ha hecho mayor non coincide pragmaticamente con
Te has hecho todo un hombre11.

VOLVERSE
Si tratta, sicuramente, di uno dei verbi più ostici per un apprendente
di Spagnolo/LS. Come si sa, sintatticamente si costruisce con un aggettivo
e, molto più raramente, con un sostantivo, come nella frase Este futbolista se
ha vuelto un personaje muy popular o nell’espressione Se ha vuelto hombre,
degna di essere analizzata a parte.
In particolare, i sintagmi nominali di volverse possono essere
introdotti dall’articolo indeterminativo, in quanto “designan tipos, es decir,
conjuntos de propiedades caracterizadoras y permanentes” (Bosque,
Demonte, 1999: 2512).
Con volverse, l’origine del cambio non sembra determinata dal
soggetto e, di norma, ci troviamo di fronte ad un processo rapido con effetti
duraturi e fondamentalmente negativi12. Inoltre, in determinate situazioni,
può focalizzare l’atteggiamento dell’enunciatore che, esplicitando o no la
causa, non si limita a fare una considerazione, ma esprime una sorta di
giudizio di valore. L’enunciatore può coincidere o no con il soggetto che ha
subito il cambio:

Me estoy volviendo cada día más desconfiada.


Esta tía te volverá loco.

PONERSE
Di caratteristiche simili a volverse, e per questo spesso causa
d’errore, è seguito da aggettivi, soprattutto relativi agli stati d’animo,

11
L’espressione Estás hecho un asco, infine, meriterebbe una lunga
riflessione, ma date le condizioni imposte dalle circostanze, mi devo limitare a
mettere in dubbio la coincidenza totale di hacerse con il concetto di pasar a ser.
12
Naturalmente, anche in questo caso, non è possibile parlare di regole
‘universali’. È sufficiente ricordare, infatti, tra le tante possibili, le espressioni
volverse tolerante o volverse comprensivo: Con la edad se ha vuelto más tolerante;
Desde que se ha quedado viudo se ha vuelto más comprensivo.

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all’aspetto o allo stato di salute. A differenza di volverse, però, non sembra


implicare un giudizio di valore da parte dell’enunciatore, anche se
l’espressione No te pongas así autorizza a supporre una perdita di neutralità,
dato che le implicazioni semantiche dell’avverbio sono riconducibili
direttamente all’esperienza diretta del parlante.
Ponerse si può considerare simile all’espressione estar + aggettivo,
nel caso in cui ci riferiamo a caratteristiche che il soggetto acquisisce in
modo transitorio:

Se ha puesto muy bobo en la discusión.


Me pongo mala cada vez que coge la moto
Al entrar el maestro, los alumnos se pusieron firmes
Después de la gripe no he vuelto a ponerme bueno
Cada vez que lo veo, me pongo colorada

Quest’ultimo esempio, riconducibile alla struttura ponerse +


aggettivo di colore, suggerisce un ulteriore tratto distintivo rispetto a
volverse. Ponerse, infatti, seguito da determinati colori, si allontana dal
significato indicato dal colore stesso, sebbene, in alcuni casi, è possibile
trovare un nesso con l’origine dell’espressione:

Tu actitud me pone negro


En la cena de ayer me puse morado
La crítica le ha puesto verde.

QUEDARSE
Seguito da un participio, da un aggettivo, da un complemento
preposizionale o dall’espressione hecho + sostantivo o hecho + (un/una) +
sostantivo esprime il risultato di una trasformazione causata da un agente
esterno, sia esplicito che implicito13, come nei seguenti esempi:

13
Una delle differenze tra quedar e quedarse è costituita, infatti, dalla
prossimità con la costruzione passiva della struttura quedar + participio, che
“puede tomar un complemento agentivo o un adverbio orientado al agente (…).
(Bosque, Demonte, 1999: 2512). Tuttavia, le strutture passive non implicano che
“el resultado obtenido se mantiene por un certo período, (…); compárese El libro
quedó guardado con El libro fue guardado.” (ibidem)

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Me he quedado frío
Me quedé sin palabras
Al oír la noticia se quedó hecho polvo
La camisa se ha quedado hecha un guiñapo

Il soggetto può essere sia animato che inanimato14 e il suo


significato, tralasciando l’idea del processo che soggiace al cambio, si può
considerare quasi equivalente alla struttura estar + aggettivo.
Dal punto di vista semantico, tuttavia, è possibile rilevare un’altra
affinità. Sostituendo la forma pronominale di quedarse con la struttura
soggetto + dejar + oggetto diretto, si ottengono frasi semanticamente simili,
anche se con dejar, mediante la trasformazione del sintagma preposizionale
in soggetto, la focalizzazione si sposta dall’effetto all’agente che ha
provocato il cambio:

Con el accidente se quedó cojo - El accidente lo dejó cojo


Con esta luz me quedo ciego – Esta luz me deja ciego.

Per finire, una breve riflessione su frasi del tipo:

La casa te he quedado preciosa.


Quedó mal al irse sin despedirse.

In entrambi gli esempi non si può parlare di un cambio di stato reale


e, di conseguenza, non è possibile considerare questa accezione, come molte
di quelle esaminate fino ad ora, equivalente all’italiano diventare.
Alla luce di quanto detto, nonostante l’esiguità dei casi esaminati,
risulta evidente che la materia Verbos que indican un cambio de estado non
si esaurisce nelle definizioni delle grammatiche descrittive e, ancora meno,
in uno dei tanti schemi proposti dai manuali di Spagnolo/LS. Pur ritenendo

14
Su questo punto non tutti gli autori coincidono. In concreto, Bosque,
Demonte (1999: 2512-2513) sottolineano: “Quedarse puede implicar que hay un
ente con volición que controla o mantiene el estado expresado (...), mientras que el
segundo (quedar) no lo implica (...). De ahí que quedarse sea incompatible con
sujetos inanimados y con la construcción pasiva adjetiva, que tiene ya un agente
sobreentendido.” Nessuno può dubitare, tuttavia, della legittimità di un’espressione
come La llave se ha quedado atascada en la cerradura.

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indispensabile una riflessione sistematica sull’argomento, un approccio di


questo genere risulta poco efficace nelle prime fasi del processo di
apprendimento. Occorre quindi lavorare in un’altra direzione.
Se il docente non opera all’interno di un corso dichiaratamente
destinato a futuri traduttori, bisogna sottolineare, in primo luogo, l’assenza
di una corrispondenza biunivoca tra diventare e i verbos de cambio, e far sì
che l’apprendente non ricorra istintivamente alla traduzione, affinché
sviluppi le strategie a lui più consone, mediante attività mirate allo sviluppo
della competenza lessicale.
Vista l’altissima frequenza d’uso del verbo diventare in italiano e,
simmetricamente, delle strutture ‘equivalenti’ in spagnolo, infine, non
possiamo attendere un livello B1 per introdurre l’argomento, perché,
sebbene compito del docente sia stimolare gli studenti ad acquisire sì
automatismi linguistici, ma anche un atteggiamento riflessivo, dobbiamo
essere in grado di evitare che lo studente, come accade quando entra in
contatto con una lingua straniera, formuli ipotesi che gli permettano di
trovare analogie con le lingue che conosce, sviluppando strategie di
apprendimento personali che troppo spesso lo spingono a un confronto
continuo ed arbitrario con la lingua materna.

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Diventare e verbos de cambio

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