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.5' moda!
C A P I T O L O S E C O N D O
emmiaii
igl: anni
2 .1 .1 L
a
L'apprec
lesa comi
La didattica delle lingue di oggi si fonda su quanto è successo nel Novecento non gole di p
solo sul piano delle teorie e dei metodi, ma anche sul piano istituzionale a partire irregolari
dal 1967, quando il Consiglio d’Europa lanciò il Modera Language Project, e dal
1992, quando l’Unione Europea dichiarò il «diritto» dei cittadini a ricevere l’inse gii. ogget
gnamento di due lingue straniere, l’inglese e un’altra lingua comunitaria, in con letterario
siderazione della complessità linguistica e culturale europea, «valore fondante _a:e. sonc
dell’Unione».
In questo capitolo navigheremo lungo il secolo scorso per cogliere le idee e le
Anco
pratiche che ancor oggi sono, più o meno esplicitamente, vive e per collocare tenàrio, o
nel loro contesto le varie innovazioni glottodidattiche che si sono susseguite, po abbiamo
nendole in relazione con quel che avveniva prima e vedendo a quali idee o prati
apprende;
che hanno aperto la strada.
Non si tratta quindi di un capitolo di «storia della didattica delle lingue straniere» ricoli, i v
ma di una rapida navigazione nel xx secolo e nella prima decade del xxi finalizzata ubili, see
a cogliere quel che di questa storia è vivo e operante ancor oggi (per un appro granale: 1
fondimento diacronico cfr. gli excursus storici in Freddi, 1994; Puren, 1998; Ser
ra Borneto, 1998; Pichiassi, 1999; Borello, 2005; sulla tradizione italiana di edu le: i testi
cazione linguistica, si veda la nostra Storia dell’educazione linguistica del 2009). stranieri i
vaìlerescl
Lo sti
2.1 Approcci e metodi dalla tradizione eccezioni
il coment
Nel mondo classico, nel Medioevo e durante il Rinascimento l ’inse- Iic tO lltC h tl
gnamento linguistico è essenzialmente «comunicativo», basato sull’w- m ali di g
so prima che sulla forma-, l ’insegnamento era affidato all’interazione manicati^
con un madrelingua (uno schiavo greco, nella Roma antica o nelle corti sa: il sact
medievali e rinascimentali) e come modelli non c ’erano grammatiche da; suo n
Tra Rinascimento m a i testi classici. Nel secondo Rinascimento e nel Seicento nascono deli, così
e Ottocento centri che studiano la lingua come oggetto, dall’Accademia della Cru La sti
sca a Port Royal o alla Royal Society, si creano i primi dizionari e le
prime grammatiche, e negli stessi anni l’italiano e poi il francese si af a. la din
fiancano al latino come strumenti di comunicazione intemazionale nel «rego
le corti e nei quartieri commerciali; il latino, che non è più lingua ma lo stu
terna di nessuno, rimane lingua veicolare del mondo ecclesiastico e effetti
fulcro dell’educazione linguistica in scuole gestite soprattutto da ge b. la din
suiti, scolopi e barnabiti: in queste scuole, mano a mano che entra l’in- derazi
Come nasce la glottodidattica
Frase surreale che riesce a contenere quasi tutte le eccezioni nella for
mazione del plurale delle parole in -ou. Il lavoro sulla lingua dotata di
significato è limitato ai grandi testi del passato (spesso irrilevanti psi
cologicamente per l ’età e gli interessi psicologici di un ragazzino o un
adolescente) o è del tutto eluso nella traduzione esercitativa o nella
lettura ad alta voce. C ’è un’eccezione a questa pratica, che però si ap
plica a studenti avanzati, vale a dire i testi con traduzione interlineare,
forma particolare della tecnologia della stampa: a una riga di testo nel
la lingua obiettivo si accompagnava, sotto, la traduzione in corsivo,
che permetteva una forma di autoapprendimento guidato.
La descrizione dell’approccio formalistico e della sua realizzazio
ne nel metodo grammatica-traduzione può dare la sensazione al giova
ne del x x i secolo di qualcosa di totalmente alieno, ma non lo è.
La permanenza Fino ai primi anni Ottanta, la base dell’insegnamento linguistico è
dell’approccio stata grammatico-traduttiva - e soprattutto era formalistica l’idea di
formalistico nella
scuola grammatica, di correttezza: molti degli insegnanti oggi in servizio so
no cresciuti in scuole medie e licei dove la grammatica, la traduzione,
i dettati erano fondamentali e si sentono spersi all’idea di percorsi in
duttivi di scoperta grammaticale; ritengono che la correttezza prevalga
come parametro di valutazione sull’efficacia pragmatica e l’appropria-
tezza socio-culturale di un enunciato; pensano in termini di enunciati,
di frasi, piuttosto che di testi. Per molti la modernità è ciò che si trova
on line: molte delle attività che vi si trovano sono frequentemente ri
proposizioni - con il viatico delle «nuove» tecnologie - di logiche e di
prassi proprie dell’approccio e del metodo formalistico; perfino nella
scuola primaria, dove è l ’età cognitiva a proibire l ’uso di questo ap
proccio, ima ricerca su quel che avviene nella realtà delle classi, basa
ta sull’autodescrizione dei docenti (che quindi tendono a presentarsi il
Come nasce la glottodidattica 21
È l’approccio che ha dominato la scuola italiana almeno fino agli anni Settanta-Ottanta e che ancora
domina molte università. In questo approccio sono cresciuti, nella maggioranza dei casi, i docenti di
lingue e quindi è questo approccio che inconsapevolmente essi tendono ad applicare, pur integrandolo
con approcci più comunicativi (anche se in apparenza adottano l’approccio comunicativo integrandolo
con elementi formalistici).
Teorie di La linguistica descrittiva tradizionale, l’educazione vista come rispetto delle regole.
riferimento
Studente È una tabula rasa su cui incidere, una personalità da «plasmare»; l’autoapprendimen-
to è affidato a libri, spesso testi letterari, con traduzione interlineare.
Lingua È un insieme di regole e di lessico che consente di travasare frasi dalla lingua ma
terna alla lingua straniera e viceversa, indipendentemente dal fatto che si veicoli an
che un significato rilevante psicologicamente.
Il modello linguistico di riferimento è lo standard costruito secondo una logica puri
stica, che nega ogni valore alle varietà.
Strumenti Il curricolo è costituito dalla lista delle regole di pronuncia e morfosintassi, l’insegna
operativi mento è condotto per lezioni centrate sulle varie regole.
Tecniche Traduzione, dettato, esercizi di manipolazione del tipo «volgi al...» oppure «trasforma
didattiche i verbi all’infinito in...».
Strumenti Nessuno.
tecnologici
Le sfide di Babele
La lingua è intesa non più come ornamento culturale ma come strumento di comunicazione nel commer
cio e nelle relazioni internazionali; la ricerca di fonetica e fonologia prima e di linguistica generale poi
riportano all’attenzione la dimensione orale. L’approccio non ha impatto sulle scuole ma in istituzioni
private (Berlitz) e in situazioni d’élite, creando gli strumenti per le evoluzioni del secondo Novecento.
Studente Deve essere motivato (per questo motivo la maggiore realizzazione è in scuole priva
te) e va considerato in base all’età e alle caratteristiche personali.
Cultura Viene «raccontata» dal docente o è presente nelle letture ma non è oggetto di didat
tica specifica, non c ’è una pianificazione.
Strumenti Esiste un sillabo, ma molto flessibile e considerato come mero riferimento piuttosto
operativi che come guida rigida.
Tecniche Conversazioni, lezioni di carattere tematico più che centrate su un focus linguistico.
didattiche L’esercitazione grammaticale, pur presente, è secondaria e serve alla memorizza
zione.
Strumenti Nessuno?
tecnologici
24 Le sfide di Babele
Fiorito negli anni dei conflitti novecenteschi, dell’isolazionismo e delle dittature, quindi deH’impossibilità
di usare la lingua orale e viva, questo approccio focalizza solo l'abilità di lettura di testi stranieri.
Studente Molto autonomo, deve scoprire la lingua straniera, sebbene con l’aiuto del docente.
Docente Non serve che sia di madrelingua in quanto è un mero facilitaiore, funge da dizionario
e grammatica vivente per risolvere problemi di comprensione, eventualmente può co
gliere spunti culturali dal testo.
Cultura C’è cultura «impigliata» nei testi, ma emerge solo se il docente decide di fare una
digressione sul tema.
Strumenti,
tecniche, Semplici materiali intuitivamente graduati, all’inizio, e poi letture da materiali auten
materiali e tici.
tecnologie
26 Le sfide di Babele
zato su una o due abilità, con una riduzione sostanziale del ruolo del
docente a favore di una forte autonomia e responsabilizzazione dello
studente, sta riemergendo sia come conseguenza della necessità di «in
farinature» linguistiche (soprattutto orali) che non devono richiedere
un investimento sistematico di tempo e risorse.
Le basi Una rivoluzione esplode in un dato momento - gli anni Sessanta nel
dell’innovazione nostro caso - m a è preparata da eventi e riflessioni che ne pongono le
basi. NeH’insegnamento delle lingue questi eventi avvengono durante
la seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente seguenti.
Nel 1941 gli Stati Uniti entrano in guerra e immediatamente capi
scono che l’isolazionismo wilsoniano e la sua conseguenza glottodi
dattica, il Reading Method, hanno privato l ’America di uno strumento
che un documento della Difesa definirà di lì a poco «strategico»: la
padronanza delle lingue vive. Gli Stati Uniti hanno quattro risorse di
sponibili per recuperare il terreno e le mettono in azione immediata
mente:
l’albore del metodo situazione, che vedremo in 2.2.4 e che sarà la pri
ma realizzazione, ancor quasi inconsapevole, dell’approccio comuni
cativo).
Vediamo più da vicino cosa sono gli esercizi strutturali e poi la Gli esercizi
loro fortuna nell’insegnamento linguistico, che oggi vede un recupero strutturali
basato sulle neuroscienze.
I pattern drill sono costituiti da serie di sequenze stimolo-risposta-
conferma presentate con un ritmo incalzante, al fine di impedire una
riflessione consapevole e di privilegiare la memorizzazione sponta
nea; essi sono di tre tipi:
Ione, allo stesso modo non si impara una lingua se non si automatiz
zano alcuni processi, e l’automatizzazione richiede la ripetizione.
In realtà la temperie comunicativistica, dannando i pattern drill,
ha anche spazzato via i risultati di ricerche sulla memoria che, parten
do da basi completamente diverse da quelle di Skinner, per alcuni ver
si ne riprendono l ’idea che la ripetizione, il rehearsal, abbia un ruolo
fondamentale nella memorizzazione: lo confermano negli anni Ses-
È il risultato dell’interazione tra la linguistica tassonomica, che riduce la lingua a microstrutture, della
psicodidattica comportamentistica, che vede l’apprendimento come risultato di una serie intensiva di
pattern drill, e della disponibilità di nuove tecnologie di registrazione che risultavano disponibili negli
anni Cinquanta-Sessanta.
Percorso Memorizzazione «forzata» di strutture e di lessico che, nell’ipotesi, dovrebbero poi ge
nerare lingua in maniera spontanea (la psicologia comportamentistica suppone che
l'apprendimento consista nella creazione di mental habìts).
Studente È una tabula rasa che apprende secondo la stessa procedura del cane di Pavlov, per
automatizzazione.
Docente È il mero gestore di batterie di esercizi strutturali che seguono le sue brevi introdu
zioni grammaticali; deve saper usare le tecnologie necessarie.
Strumenti Programmazione di natura progressiva, dalie strutture più semplici a quelle più com
operativi plesse, da quelle più frequenti a quelle più rare.
Strumenti Dischi, registratore audio, e poi laboratorio linguistico e, per uno dei metodi, diapo
tecnologici sitive su pellìcola.
Come nasce la glottodidattica
Joshua Fishman, uno dei padri fondatori della sociolinguistica alla metà del Novecento, sintetizzò il
campo d’analisi con le celebri «4 Ws»: Who speaks What language to Whom and When: la socio
linguistica studia l’uso della lingua all’interno della situazione sociale in cui viene utilizzata. Una
definizione più moderna può essere quella che attribuisce alla sociolinguistica lo studio delle diver
se varietà in cui si attualizza la lingua: da un lato c ’è lo «standard», cioè la lingua spesso ideale e
senza realizzazioni sociali frequenti, dall'altro ci sono le sue varietà geografiche (non i dialetti ita
liani, che tranne nel caso dell’Italia centrale sono vere e proprie lingue): le varietà di registro, da
quelle auliche e formali a quelle colloquiali e volgari; le varietà legate al mezzo, per cui l’italiano di
un telegiornale, un parlato basato sullo scritto, è diverso da quello di un giornale, di una email e
così via; ci sono le microlingue scientifico-professionali nonché le varietà diacroniche (l’italiano del
Dolce Stil Novo, quello seicentesco ecc.), di genere, di età, e così via. La sociolinguistica è una
delle scienze del linguaggio e non va confusa con la sociologia del linguaggio, che è una branca
della sociologia: non descrive la lingua in uso, ma il ruolo sociale della lingua.
Sul piano glottodidattico, l’introduzione di parametri sociolinguistìci decreta la fine degli approc
ci grammaticalistici, basati su una lingua stabile e «pura», e apre la strada ai metodi situazionali.
La pragmalinguistica studia gli scopi e i risultati dell’uso della lingua vista come strumento
d’azione all’interno di una situazione sociale. Lo studio delle funzioni del linguaggio, iniziato all’i
nizio del Novecento e culminato alla metà del secolo, era già in nuce pragmalinguistica, ma questa
scienza del linguaggio si impone come autonoma con i volumi degli anni Sessanta che abbiamo
citato nelle prime righe del paragrafo. L’oggetto della pragmalinguistica sono gli atti linguistici
(che in questo volume ampliamo ad atti «comunicativi», in cui alla dimensione linguistica si aggiun
gono componenti psico-sociali) e l’analisi del discorso nelle sue varie forme.
La pragmalinguistica offre alla glottodidattica lo strumento concettuale - l’atto comunicativo,
la language function - su cui si fondano i Livelli Soglia (2.2.5) e, in diversa misura, tutta la glotto
didattica dagli anni Settanta-Ottanta a oggi.
L’etnolinguistica analizza il rapporto tra lingua e cultura, dagli aspetti più semplici, quali le nor
me di cortesia, ad aspetti più «dirompenti», come l’ipotesi di Sapir e Whorf secondo cui la cultura di
appartenenza guida la visione della realtà, se non altro perché il lessico disponibile per definirla
varia e, a seconda della disponibilità di lessico, si categorizza il mondo in maniera differente.
Hymes, il creatore della nozione di competenza comunicativa di cui si parla in questo paragra
fo, si definiva un antropolinguista.
Come nasce la glottodidattica 33
La competenza comunicativa
L ’approccio comunicativo è caratterizzato dalla nozione di «compe
tenza comunicativa» e da questa dichiarazione, nel senso del Box 2:
«lo scopo dell’insegnamento della lingua è il raggiungimento di un li
vello x (A l-2, B l-2, C l-2, nei termini del Portfolio linguistico euro
peo che vedremo in 2.2.10) nella lingua straniera».
Per essere fondata sulla verità, la dichiarazione deve fare riferi
mento ad un modello (quindi ima struttura concettuale potenzialmente La competenza
vera sempre e ovunque) di competenza comunicativa. Questa nozione comunicativa
34 Le sfide di Babele
L’ampliamento
della competenza
comunicativa
Non nuovo nella tradizione (per millenni non si è concepito altro approccio) ma innovativo nelle premes
se scientifiche, è alla base della didattica delle lingue straniere (e non solo) dagli anni Settanta. Spesso
tuttavia l’etichetta «approccio comunicativo» è solo un maquillage a una prassi che di comunicativo ha
poco.
Percorso La dimensione induttiva tende a prevalere nelle varie realizzazioni, nei vari metodi
che realizzano l’approccio.
Studente È posto al centro, con i suoi bisogni e interessi, ma i vari metodi accentuano centra
lità e autonomia in maniera diversa.
Docente Gestisce l’input e guida lo studente, come facilitatore e regista, ma non come model
lo e giudice onnisciente.
Strumenti 1Livelli Soglia, i sillabi nozionali-funzionali, la scelta delle situazioni comunicative co
operativi stituiscono strumenti inediti, propri di questo approccio.
Tecniche Ogni metodo seleziona le proprie tecniche, ma comuni a tutti i metodi sono le varie
didattiche forme di roleplay, di interazione simulata.
Materiali Manuali cartacei dotati di cassette o CD e, sempre di più, di video, per far ascoltare o
mostrare interazioni autentiche o, quanto meno, verosimili, cioè costruite a fini didat
tici.
Strumenti Registratori audio e video per l’input ma anche per registrare le performance degli
tecnologici studenti e poterle analizzare in seguito; tutte le strumentazioni di comunicazione au
tentica, da skype agli smart phone al mondo di internet, possono contribuire profi
cuamente.
Come nasce la glottodidattica
Nessuna rivoluzione avviene all’improvviso: chi avesse saputo legge Gli anni Sessanta
re gli anni a cavallo tra i Sessanta e i Settanta del Novecento avrebbe e Settanta
visto che l ’approccio strutturalistico puro stava cedendo alle istanze di
un insegnamento comunicativo reso necessario dall’aprirsi del mondo
agli scambi di persone, oltre che di merci e servizi.
In America il motore di questa riforma era Robert Lado, continua
tore della tradizione antropologica di Malinowsky e di Firth, che negli
anni Trenta avevano ribadito il ruolo del contesto socio-culturale nella
comunicazione (6.1), ma anche amico di Joshua Fishman che negli an
ni Cinquanta aveva dato status alla sociolinguistica.
In Europa, nel 1965 e 1966 si tengono a Besançon e a Frascati,
sede di due importanti centri di ricerca, seminari cui partecipano Ar
cami, Freddi, Cambiaghi, Titone, che sono tra i primi glottodidatti ita
liani che si occupano di insegnamento delle lingue straniere.
Il tratto comune a queste esperienze è la tendenza a conservare al
cuni elementi dell’approccio strutturalistico per le esercitazioni, m a a
proporre le strutture ed il lessico contestualizzandoli all’interno di «si La nascita del
tuazioni», da cui la denominazione di «metodo situazionale». Le situa metodo
situazionale
zioni vengono definite sulla base delle coordinate spazio-temporali
(una mattina al mercato, una sera al bar, un anno fa in aeroporto, doma
ni in stazione), del ruolo dei partecipanti (amici, conoscenti, estranei,
persone legate da un rapporto simmetrico o non) e dei loro scopi (com
prare verdure, offrire da bere, prendere un aereo, prenotare un treno).
Il tipico manuale situazionale si basa su unità didattiche (abbastan Gli elementi tipici
za corpose nei manuali italiani di lingue straniere, molto più snelle in del metodo
situazionale
quelli britannici) in cui lo studente trova:
ipotesi su quel che può comparire nel dialogo e per indicare alcune
parole chiave, essenziali per comprendere il dialogo;
b. un dialogo registrato su bobina (utilizzabile quindi solo in aula) e
poi disponibile nella ben più agile audiocassetta allegata al manua
le che consente ad ogni studente di riascoltare i brani tutte le volte
che vuole, autonomamente (è un caso in cui l ’evoluzione tecnolo
gica consente enormi salti di qualità glottodidattica), con una serie
di domande di comprensione in modo che in due o tre ascolti suc
cessivi si possano comprendere gli elementi principali del dialogo;
c. una versione segmentata del dialogo, che offre agli studenti la
possibilità di ripetere coralmente le battute, al fine di fissare pro
nuncia ed intonazione sulla base di un modello nativo; nel labora
torio linguistico è possibile anche riascoltare la propria ripetizione
comparandola con l ’esecuzione del madrelingua; gli studenti sono
chiamati a drammatizzare i dialoghi, eventualmente con la sostitu
zione di qualche elemento, soprattutto sull’asse formale/informale,
che è la principale forma di variazione sociolinguistica ad entrare
stabilmente in glottodidattica;
Eredità da d. la tradizione strutturalistica rimane in alcuni pattern drill registrati
approcci per l ’uso nel laboratorio linguistico, ma di fatto usati in classe; ol
precedenti
tre ad esercizi di morfosintassi e lessico, ce ne sono anche di fo
netica, basati su serie di coppie minime (bin/been, sin/seen ecc.);
e. la tradizione formalistica (vedi 2.1.1) riaffiora in una sezione di
grammatica esplicita, con relativi esercizi, prevalentemente di tra
sformazione («volgi al plurale», «inserisci la forma corretta del
verbo tra parentesi» ecc.) o di completamento («inserisci la prepo
sizione al posto dei puntini») - ma gli insegnanti aggiungono spes
so la traduzione di frasi alla lavagna;
f. la tradizione del Reading Method (vedi 2.1.3) riaffiorava nelle let
ture di civiltà, di solito basate su stereotipi o su notiziole spesso di
scarsissimo interesse motivazionale (le nazioni che formano il Re
gno Unito; i formaggi francesi; un po’ di storia e geografia), con
qualche domanda di comprensione, la richiesta di riassumere ed
eventualmente di scrivere una breve composizione confrontando
il paese straniero con l ’Italia.
L’approccio comunicativo non è ancora stato teorizzato in questi anni, ma di fatto la necessità di un
insegnamento in cui la lingua sia calata in situazioni d’uso è sentita e fin dalla fine degli anni Sessanta
questo metodo stabilisce una modalità operativa di insegnamento orientato alla comunicazione (basato
su «unità didattiche») che rimane, sostanzialmente, alla base dì molti dei corsi di lingua in uso oggi.
Teorie di Forte impatto della sociolinguistica, attenzione alla fonetica, attenuazione dell’impat
riferimento to della psicologia comportamentistica.
Percorso Nelle intenzioni degli autori dei manuali il percorso è induttivo, nella realtà gli inse
gnanti procedono in maniera prevalentemente deduttiva.
La sequenza è presentation, practice, production.
Studente Sul piano psicodidattico è ancora una tabula rasa, ma ne viene valorizzata la cono
scenza del mondo nelle fasi di esplorazione del paratesto e di creazione di ipotesi.
Docente Rimane il fulcro dell’attività didattica, ma per l'input si affida al supporto dei testi re
gistrati.
Lingua Smette di essere monolitica ed invariabile, si offrono non solo varietà di registro ma
si accenna, in fase di ascolto, anche alle varietà geografiche e di argomento.
Cultura Diventa via via più importante nell’esplorazione della situazione e riceve attenzione
in ogni unità didattica, sebbene con scelte stereotipate in ordine ai temi.
Strumenti Il curricolo non è più solo linguistico ma anche situazionale; in ogni situazione si in
operativi cludono gli elementi linguistici e culturali ad essa legati.
Il Modern Abbiamo visto (2.2.3) che il nucleo propulsore del Modern Language
Language Project Project è britannico e ruota intorno a figure di alto prestigio come
del Consiglio
d’Europa Trim, Wilkins, Widdowson, cui si aggiunge il gruppo francese che
fa capo a Daniel Coste. Si tratta di glottodidatti che agiscono su un
doppio binario, fondamentale per trasformare un’innovazione teorica
(l’approccio comunicativo) in una «rivoluzione» sociale nella pratica
dell’insegnamento: un binario politico (nel senso d i policy, non di po-
litics) che si appoggia al Consiglio d’Europa, il che induce facilmente
negli insegnanti europei la convinzione che si tratti di un progetto del
la Comunità Europea, e un binario editoriale, in primis Longman che
nel 1975, l ’anno del Threshold Level, pubblica una collana di manuali
dal titolo Strategies. Quindi, nel momento in cui l ’inglese assume il
ruolo che era stato del francese, l’insegnamento linguistico europeo
si trova a disporre di:
È il metodo più diffuso per realizzare l’approccio comunicativo: fonde i concetti di «nozione» e di «atto
comunicativo» (o communicative function, da cui il nome) con la struttura metodologica che si era affer
mata con il metodo situazionale (vedi 2.2,4),
Per quanto rivisto nella forma, nei materiali, nell’uso di tecnologie sempre più significative come
strumenti di comunicazione reale tra studenti di varie lingue, è il metodo di riferimento della manuali
stica di oggi.
Teorie di Forte impatto della pragmalìnguistica e della sociolinguistica. Per permettere la di
riferimento mensione comunicativa si accentua l’interesse per la psicodidattica di natura socia
le - problem solving, lavoro di coppia e di gruppo, apprendimento cooperativo, e così
via.
Percorso Nelle intenzioni degli autori dei manuali il percorso era induttivo, nella realtà gli inse
gnanti procedevano in maniera prevalentemente deduttiva.
La sequenza rimane presentation, practice, production, come visto in 2.2.4.
Studente Sul piano psicodidattico non è più una tabula rasa, ne viene valorizzata la conoscen
za del mondo e dei meccanismi pragmatici di comunicazione, si ricorre sempre più,
con il passare degli anni, alle metodologìe a mediazione sociale.
Docente Rimane il fulcro dell’attività didattica, ma si affida al supporto dei testi registrati per
l’input.
Lingua È vista dal punto pragmatico più che formale; non è più una lingua monolitica e inva
riabile, ma si offrono varietà di registro, geografiche e talvolta anche di argomento.
Cultura Le regole socio-culturali della vita quotidiana diventano importanti per la comunica
zione, e la produzione di manuali internazionali evita gli stereotipi; si attenua la rifles
sione sui grandi valori di civiltà, sia perché meno rilevanti sul piano comunicativo, sia
per l’internazionalizzazione dei manuali.
Strumenti Il curricolo è situazionale e pragmatico; le unità didattiche sono basate sulle «3P».
operativi
La neurolinguistica studia il funzionamento del cervello in ordine al linguaggio. Le sue principali ap
plicazioni riguardano i disturbi dei linguaggio, dalla dislessia alla disgrafia fino alla sordità e all’a
fasia, ma in glottodidattica ha avuto un ruolo essenziale nell’indicare la funzione diversa dei due
emisferi cerebrali (quello destro che presiede alla percezione globale, olistica, quindi contestuale;
quello sinistro, dove la lingua viene memorizzata nelle aree di Braca e Wernicke, che presiede al
l’attività analitica), rilevando che entrambi cooperano alla produzione e alla comprensione linguisti
ca, ma operando secondo una sequenza che vede anzitutto le operazioni globali e solo dopo quelle
analitiche.
La psicolinguistica inizia nella prima parte del Novecento come psicologia del linguaggio, al
l’interno degli studi psicologici, ma si rende autonoma e si evolve in direzione delle scienze del
linguaggio negli anni Cinquanta. I suoi oggetti principali di studio sono l’acquisizione del linguaggio
e i meccanismi di codifica e decodifica; un aspetto particolare riguarda l’ipotesi di una Grammatica
Universale come parte del patrimonio genetico dell’bomo sapiens.
La psicologia dell’apprendimento e la psicodidattica studiano (rispettivamente dal punto di vi
sta dell'apprendente e del docente) i meccanismi mentali che presiedono all’acquisizione, lingui
stica e non. Si basano in parte sulle neuroscienze (ad esempio assumendo come nucleo minimo
per l’apprendimento la sequenza globalità -> analisi -» sintesi cui abbiamo accennato sopra, op
pure studiando il ruolo dei neuroni specchio nella memorizzazione, visto in 1.4.2), in parte sulle
ricerche sulla memoria, che dagli anni Sessanta sono uno dei focus della psicologia cognitiva, e
in particolare studiano gli stili cognitivi e quelli d'apprendimento; soprattutto per quanto riguarda la
formazione scolastica, si interessano anche di motivazione e del ruolo delle relazioni tra gli appren
denti e i docenti nel favorire od ostacolare l’apprendimento.
44 Le sfide di Babele
(1995), dove per la prima volta la sfera emotiva viene vista come una
forma di intelligenza; infine,-Schumann (uno dei formatori dei docen
ti di inglese coinvolti nel Progetto Speciale Lingue Straniere di cui ab
biamo notato il fondamentale contributo in 2.2.5) scrive The Neuro-
biology ofAffect in Language (1997) e The Neurobiology ofLearning.
Perspectìves from Second Language Acquisitìon, nel 2004. Negli Anni
Ottanta e Novanta infine si studiano i diversi stili cognitivi e i diver
si stili d’apprendimento degli esseri umani (tra gli studi italiani, M a
riani, 1996; Titone, 1999; Mariani, Pozzo 2002; vari saggi in Caon
2006a).
In sintesi, il contributo della psicologia e della psicodidattica uma
nistica (il cui nome deriva dal suo considerare la complessità della hu
manitás) all’insegnamento linguistico sta nell’aver ricordato che:
. ; yt ì alior
Come nasce la glottodidattica
Input comprensibile
L ’assunto di base di questa ipotesi è: l ’acquisizione avviene quando
l’allievo concentra l’attenzione sul significato dell’input e non sulla
sua forma (fonologica, morfo-sintattica, testuale ecc.). Siamo agli an
tipodi degli approcci formalistici e strutturalistici che abbiamo visto
nella prima parte di questo capitolo.
Se a una persona si fornisce un input reso comprensibile (dall’in
segnante, dal compagno, di lavoro, dalla madre nei confronti del bam
bino ecc.: è quello che Bruner chiama Language Acquisition Support
System) allora il Language Acquisition Device si mette autonomamen-
48 Le sfide di Babele
Filtro affettivo
Il filtro affettivo L ’ipotesi afferma che affinché i+1 sia acquisito è necessario che non
sia inserito il filtro affettivo, altrimenti ciò che si comprende viene
collocato nella memoria a breve o medio termine ma non passa ai cen
tri dell’acquisizione stabile e definitiva (sulla natura della memoria,
cff. 3.4).
La metafora del filtro, utile per comprendere il principio, corri
sponde a stimoli chimici ben precisi: in stato di serenità l ’adrenalina
Come nasce la glottodidattica 49
Il neurolinguista californiano riprende il nome dell’approccio diffuso in America a fine Ottocento da Ber
litz (cfr. 2.1.2) e ipotizza che l’apprendimento delle lingue seconde (anche se la sua teoria è stata am
pliata alla lingua straniera) segua il percorso dell’acquisizione della lingua materna, pur con gli interven
ti di un Language Acquisition Support System costituito dall’insegnante, dai materiali, ecc.
Studente Protagonista del suo apprendere, fulcro «emotivo» e non solo razionale del processo.
Strumenti Il curricolo è basato sull'ordine di acquisizione della lingua; per il resto il processo si
operativi basa su input situazionalizzato che l’insegnante si sforza di rendere comprensibile,
riprendendo la tradizione del metodo diretto di Berlitz.
Tecniche Quelle legate alla comprensione dei testi e, in secondo luogo, all’interazione.
didattiche
Materiali Di varia natura, possibilmente autentici, ma molto accuratamente graduati sulla ba
se dell’ordine naturale.
Strumenti Non molto presenti, se non come strumenti per la presentazione di alcuni dei testi.
tecnologici
La Total Physical a. Total Physìcal Response, proposto da Asher negli anni Sessanta:
Response l ’insegnante dà ordini e indicazioni via via più complessi («prendi
Come nasce la glottodidattica 51
Si tratta di metodi che spesso ricalcano le dinamiche della psicoterapia e che comunque si interessano
alla dimensione psicodidattica piuttosto che a quella linguistica.
Percorso Fortemente induttivo; nella suggestopedia le regole di grammatica non vengono spie
gate, ma sono esposte in manifesti appesi alle pareti, cheto studente «studia» quan
do ne sente la necessità.
Studente Protagonista del suo apprendere, fulcro «emotivo» e non solo razionale del processo.
Docente Guida, consigliere, «psicoterapeuta», molto defilato, tende a non apparire se non co
me suggeritore.
Strumenti Manca un curricolo, manca una progettazione, ci si basa su testi graduati sulla base
operativi, di un concetto intuitivo di «facilità». Ogni metodo si basa su una tecnica caratterizzan
Tecniche te, che assorbe quasi tutta l’attività didattica.
didattiche,
Materiali
Legato al Quadro è il Portfoliódéi 1996, che articola la competenza comunicativa in sei livelli,
di cui diamo le denominazioni italiana e inglese:
prante e spesso
ngue straniere 2.3 Le tendenze attuali, tra certezze crescenti e mode
;ata specifica passeggere
t a portato al-
■ui opere si ri- Il paragrafo precedente, che ci ha introdotto sebbene per cenni al tra
zionale recen- volgente innovarsi delle tecnologie come strumenti e come occasione
a è in Lamy, di social networking, ha trattato di una «certezza crescente», non certo
di una «moda passeggera»; a questa seconda categoria appartengono
enologie nello piuttosto realizzazioni estreme di didattica basata quasi esclusivamen
a grammatica te su metodologie a mediazione sociale (2.2.6) o su metodologie ludi
li motore del- che (degradate a giochi e giochetti anziché intese come atteggiamento
a glottodidat- ludico, in cui l ’importante è partecipare, in cui il fine è insito e con
lastro magne- cluso nel giocare, senza che questo faccia perdere la faccia a chi per
amputer visto de). Sono state mode passeggere gran parte dei metodi clinici (2.2.8),
)gici, oggi at- oggi quasi scomparsi tranne che per il contributo della Total Physical
>log e ai vlog Response o della corrente elitaria ma vitale della suggestopedia.
Mitissimo uso Ci sono tuttavia alcune «certezze crescenti», di segno positivo e
8) e della la- negativo:
insieme stru-
Non si tratta a. la metodologia «Content and Language Integrated Learning», C lil D Clil
teraviglie co E una «certezza» cui dedicheremo il capitolo 11: si tratta dell’uso vei
esse consen- colare di una lingua straniera per insegnare un’altra disciplina; è una
delle lingue, metodologia sostenuta dal Consiglio d’Europa, dall’Unione Europea
; Tei, tecno nei suoi Piani d ’Azione (e relativi finanziamenti), nonché dalla Rifor
ruolo essen ma Gelmini della scuola superiore che prevede che in ogni tipo di
60 Le sfide di Babele
scuola una materia del quinto anno vada insegnata in lingua straniera
e, nei Licei linguistici, che ciò avvenga nel terzo anno per la prima
lingua e nel quarto anche per la seconda lingua straniera;
igua straniera binazioni di lingue romanze che non hanno una motivazione utilitari
per la prima stica come l’inglese. Uno sguardo alla letteratura suH’intercomprensio-
j; ne può validare l ’idea che si tratti di una «certezza crescente»: Benucci,
2005; Caddéo, Jamet, 2013; Capucho, 2007; Jamet, 2007 e 2009;
Abbiamo visto, metodo dopo metodo, il molo che veniva affidato alle
glottotecnologie. In questo paragrafo conclusivo cerchiamo di alzare
lo sguardo dal m olo della singola macchina in un singolo metodo a
un discorso più ampio, che sintetizzi il cambiamento radicale avvenu
to nel tempo e ci porti a una riflessione di merito: