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Nell’Italia degli anni post-unitari vi è una forte discrepanza tra la lingua parlata dalla
popolazione (dialetto) e quella scritta (italiano). Tratto non comune ad altre nazioni
europee, che ne segna quindi la peculiarità.
Problema culturale fino agli inizi dell’800:
o “Patria” = città in cui si è nati
o “nazione” senso etnico-turistico (NO politico)
Unità linguistica raggiunta nel ‘500 → basi letterarie
o Pietro Bembo: Prose della volgar lingua (1525): fiorentino utilizzato da autori del
trecento (Petrarca e Boccaccio) scelto come norma della buona scrittura,
influenzando
scrittori contemporanei (Ariosto: 2a edizione Orlando Furioso)
grammatiche scolastiche
primo vocabolario della storia italiana: Primo vocabolario della crusca (1612)
Si avverte maggiormente la frattura tra questi due forme nella borghesia che conosce
l’italiano della letteratura ma comunemente nel parlato utilizza il dialetto nativo (+ formale:
spagnolo, francese)
o Vittorio Emanuele II → dialetto piemontese nelle sedute parlamentari
Alto tasso di analfabetismo:
o Poche scuole pubbliche (poco organizzate, insegnanti pagati male)
o Scuole gestite da personale ecclesiastico
Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani
Analfabeti ricerca:
o Tullio de Mauro (1963): storia linguistica dell’Italia unita
2,5% alfabeti (istruzione elementare)
o Castellani: conteggia anche tutti i toscani
Italofoni 9%
o
Riforme scolastiche:
o 1859: Legge Casati
Comuni spese per istituire le scuole (fondi bassi)
Obbligatorio primo biennio elementare
Problema famiglie contadine
Insegnanti non preparati adeguatamente
o 1877: Legge Coppino
Istruzione obbligatoria fino a 9 anni
o 1905: Legge Orlando:
Istruzione obbligatoria fino a 12 anni
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Istituzione scuole popolari: ciclo di studi corto e dotato di un orario ridotto
(x famiglie del popolo che lavoravano sin età giovanissima)
N.B. Obbligo scolastico è una promessa: lo stato non ha la possibilità di garantirne il rispetto:
distanza tra legge e realtà:
o Inesistenza di un sistema formativo italiano
o Profonde diseguaglianze nei livelli di alfabetizzazione
Il dibattito sull’unificazione linguistica vede a confronto due tesi quella di Manzoni e quella di
Ascoli
Manzoni
o Nel 1869 il ministro della destra Broglio istituì una commissione per affrontare il
problema dell’unificazione linguistica (nella commissione c’era anche Alessandro
Manzoni)
o Ricevette una posizione di spicco in quanto il suo romanzo rappresentava una
chiara e precisa proposta linguistica:
o Una lingua che lui apprese come lingua straniera: il fiorentino parlato dal ceto colto
(eliminando dalla sua scrittura le tracce del dialetto milanese del francese)
Fiorentino del giorno d’oggi delle classi borghesi (fattore trainante della
società sia economicamente che culturalmente)
o Riceve la nomina ministeriale e senza consultarsi con la sottocommissione
Fiorentina pubblicò Relazione dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla
o Centrale la politica linguistica francese sulla quale l’Italia avrebbe dovuto rifarsi per
fondare la sua norma linguistica
Ha rispetto per i dialetti su scala locale in quanto servono per tutte le
funzioni dalla lingua
Drammatico che nazione abbia tanti idiomi fra loro concorrenti anziché
una sola lingua chiaramente riconosciuta da tutti: per costruire una società
moderna c’è bisogno di un unico centro culturale e linguistico
Questo centro deve essere individuato in Firenze e occorre eliminare
l’eredità del purismo e del classicismo E sostituire al fiorentino degli
scrittori la lingua viva e vera della comunicazione parlata
Lo Stato doveva svolgere questo compito con
o Una nuova generazione di insegnanti toscani o educati in Toscana
o Un nuovo vocabolario Lea ogni concetto ed oggetto materiale il
preciso equivalente fiorentino (in sostituzione dei termini dialettali)
o CONTRO MANZONI
Classicisti e puristi vedevano il pericolo che la grande tradizione letteraria
fiorentina italiana venisse smantellata
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La civiltà cattolica affermò che insegnare l’italiano agli esotici contadinelli
sarebbe stato inutile quanto lavare la testa all’asino e avrebbe seminato il
cancro della protesta sociale
Questione romana: azione tra capitale linguistica e capitale politica
(differenza con Parigi e la Francia)
Ascoli
o Linguista storico e dialetto logo di fama internazionale: la punta di diamante della
linguistica del tempo.
o Critica la posizione manzoniana su alcuni punti essenziali
o
o Nel Proemio presenta le sue idee sulla futura unificazione linguistica italiana, si rifà
all’uscita del primo volume del novo vocabolario della lingua italiana di Giorgini e
Broglio
Quest’opera doveva essere veloce ed efficace a sostenere il progetto
manzoniano
Venne realizzata con estrema lentezza e fu un autentico fiasco dal punto di
vista delle vendite
o Prendendo spunto dall’aggettivo novo non dittongato (TIPICO del fiorentino ‘800)
persa dalla forma nuova tipica del fiorentino delle origini e quindi comune in tutta
Italia
È il fiorentino letterario che funziona dal punto di vista di riferimento in
quanto si è diffuso già in tutta Italia ed è stato accettato come norma
Il fiorentino dei giorni d’oggi potrebbe essere visto come un’imposizione
o Ritiene che le lingue vivono e si sviluppano su tempi lunghi e seguono l’evoluzione
complessiva della società non si può decidere a tavolino che lingua usare
o Quello che Manzoni trascura è che l’Italia non ha un’identità culturale, quindi,
bisogna lasciare che la storia faccia il suo corso
o Dialetti e lingua possono convivere:
Molta importanza all’uso delle grammatiche nell’educazione elementare
riteneva che i bambini dovevano partire dal noto per muoversi verso
l’ignoto (dal dialetto verso la lingua standard)
N.B: nonostante le differenze sia Manzoni che Ascoli presupponevano una centralità delle scuole
nelle politiche governative
Unità linguistica venne raggiunta successivamente grazie a fattori indiretti quali
urbanesimo industrializzazione e migrazioni interne dalla campagna alla città dal sud al
nord e verso l’estero
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CAP 2: tra lingua e dialetto d’Ascoli a Lombardo-Radice
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Promuovere confronti sistematici fra dialetto e lingua (sia nella
grammatica che nell’insegnamento, che nel vocabolario)
o De Sanctis
Vorrebbe la realizzazione di un vocabolario dialetti-italiano → in cui ogni
parola dialettale abbia corrispettivo nella lingua nazionale
o Nel 1980 viene bandito un progetto per la realizzazione di vocabolari
didattici che affianchino a lessico essenziale di ciascun dialetto le
forme italiane dell’uso (ultimato il concorso e attribuito i premi alle
opere vincitrici tutto con scarsissima notorietà e poca circolazione
scolastica)
N.B. il dialetto non trova cittadinanza all’interno del sistema scolastico italiano
Fu intrapresa la prospettiva di Alessandro Manzoni e le opere di maggior successo si
adeguarono alla forma proposta da lui. Emblema di ciò:
o L’idioma gentile di De Amicis
Il fiorentinismo divenne un programma didattico rigido che si contrappone
ogni forma dialettale o italiano regionale
L’italiano fiorentino è presentato come una lingua da studiare (in
contrapposizione alla conoscenza spontanea del proprio dialetto nativo)
1911 legge Daneo-Credaro:
o L’amministrazione delle scuole elementari passa dai comuni allo Stato
Finanziamento organizzazioni più efficaci e
Effetti positivi dal 37% di analfabeti al 27%
L’idea regionalista portata avanti da Giovanni Crocioni inizia a farsi largo in Italia
o Crocioni dice che la politica italiana è tradizionalmente ostile al regionalismo perché
vede il pericolo della separatismo
Da qui una tendenza scolastica a livellare uniformare che rese gravemente
inefficace l’insegnamento
o L’identità vera del paese culturale linguistica va costituita a partire dalle differenze
senza volerle nascondere o negare
Negli anni della Grande guerra la società pubblica dei libretti per l’apprendimento
dell’italiano a partire dal dialetto rivolti soprattutto alle zone di confine
o Ernesto Monaci (filologo) dice che la pressione austriaca e anche pressione
culturale linguistica e dunque la difesa della lingua diventa obiettivo politico non
secondario
Bisognava promuovere un insegnamento non formalistico ma pratico e
comparativo (specialmente dov’è il dialetto distava dall’italiano)
Il pedagogo Giuseppe Lombardo-Radice:
o Rappresentante della migliore cultura idealistica insieme a Croce e Gentile
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o Grande conoscitore del contributo che la tradizione popolare (nella loro differenza
regionale) porta all’insieme della cultura nazionale
o Punti essenziali della prospettiva pedagogica
Il bambino non è una tabula rasa e da Indro indottrinar e ma è un soggetto
autonomo già ricco di cultura che la scuola deve conoscere e rispettare
con il quale deve stabilire un rapporto di interscambio
Il patrimonio linguistico iniziale del bambino è parte integrante della sua
individualità
L’insegnamento della lingua non deve limitarsi solo all’orario scolastico
dedicato ma ha un carattere globale: attraversa tutto il tempo scolastico,
qualsiasi materia si stia trattando
o 1923 → migliori programmi dall’unità d’Italia
o Produzione dei piccoli manuali per l’apprendimento comparativo dialetto lingua
Difficoltà relative alla varietà da utilizzare e all’ortografia ma anche da
parte della scuola che da tempo lavorava su vecchie manuali normative
grammaticali
Con il fascismo:
o 1929 fu adottato il testo unico per la scuola elementare
o Nel 1931 viene vietata la stampa di ogni testo dialettale (più avanti il divieto si
estese ai giornali e al teatro alla radio e ogni forma di comunicazione)
o Nel 1934 vengono pubblicati nuovi programmi della scuola elementare che
eliminano qualsiasi riferimento al dialetto (citato solo per gli errori che ne derivano
dall’ortografia degli alunni)
Scolarità
I rapporti tra dialetto e italiano si mescolano:
(dialettofonia esclusiva da 66% a 7%)
Scolarità
CAP 3: dalla caduta del fascismo a oggi una lingua per la società
complessa
A partire dagli inizi degli anni 60 le strutture linguistiche subiscono un importante
accelerazione:
o Avvento della televisione dei grandi mezzi di comunicazione di massa
o Scolarità
o I rapporti tra dialetto e italiano si mescolano:
Dialettofonia esclusiva da 66% a 7%
1991 oltre il 90% della popolazione di età superiore ai 14 anni alla licenza
elementare
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N.B. i dialetti si intrecciano all’italiano determinando un continuum di opportunità linguistiche che
rappresenta una grande novità storica: