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CAPITOLO I - METODI
•Peres., un vostro amico, di solito molto tranquillo, è di umor nero. Sapendo che oggi
doveva sostenere un esame, concludete che non l’ha superato.
In questo caso si tratta di una teoria ingenua, di quelle che a tutti capita di
formulare nella vita quotidiana
Il metodo sperimentale
1
•Una variabile (variabile indipendente) viene controllata (o manipolata) dallo
sperimentatore
Come essere certi che la differenza di punteggio tra i due gruppi indichi una
differenza reale nelle capacità matematiche?
Per rispondere bisogna tenere conto del fatto che la variazione nei punteggi
può discendere da due fonti
Quanto più è alto è il rapporto critico tanto più è probabile che ci sia una
differenza tra i gruppi sperimentali causata dalla variabile manipolata dal
ricercatore
2
Gli studi correlazionali
Esempio: C’è una relazione tra autostima e successo negli studi universitari?
Si può rispondere a questa domanda misurando l’autostima di un gruppo di studenti e
confrontandola con la media dei voti negli esami
La psicofisica
3
La cronometria mentale
L’effetto Stroop
•Risultato:i tempi di reazione sono significativamente più brevi per gli stimoli
congruenti rispetto a quelli incongruenti
La neuropsicologia
•Ilmetodo neuropsicologico classico nasce nella seconda metà del XIX secolo
con lo studio della relazione tra disturbi del linguaggio e lesioni di aree
specifiche del cervello (Broca e Wernicke)
4
•Si ha dissociazione quando un paziente mostra un danno selettivo a una
particolare componente del sistema cognitivo
•L’esistenza di una dissociazione è interpretata come dimostrazione
dell’esistenza di un modulo (cioè un sistema specifico che risponde solo a
stimoli di una particolare classe)
La neuroimmagine funzionale
La simulazione
I modelli simulativi sono modelli delle funzioni della mente umana espliciti
dal punto di vista computazionale (cioè possono essere tradotti in un
programma per computer che riproduca fedelmente il comportamento umano)
5
CAPITOLO 3 - PROCESSI PERCETTIVI DI BASE
L’informazione ottica
Codificazione e organizzazione
•Ne segue un effetto di asimmetria della ricerca visiva (cfr. fig. 3.2)
6
La verticale dello spazio percepito non possiede soltanto una direzione ma
anche una polarità: la polarità diritto-capovolto
Articolazione figura-sfondo
•Ilcontorno appartiene alla figura e non allo sfondo (funzione unilaterale dei
contorni)
7
Leggi dell’articolazione figura-sfondo
•Area minore: Tendono a essere viste come figure le regioni di area minore
Unificazione percettiva
Anche queste leggi possono essere interpretate come espressione del principio
di minimo
8
Teorie della percezione
Nella storia della psicologia della percezione sono emersi due approcci teorici
fondamentali alla soluzione del problema dell’indeterminazione ottica, la
psicologia della Gestalt e le teorie empiriste (Helmholtz)
•teorieempiriste (Helmholtz)
La percezione è basata su giudizi inconsci che valutano la probabilità che nel
mondo esterno esistano determinati oggetti
9
CAPITOLO 6 – ATTENZIONE E COSCIENZA
Lo spostamento dell’attenzione
•L’attenzione può essere diretta verso un punto preciso per facilitare l’analisi
dell’informazione in quel punto
10
I meccanismi di analisi del sistema attentivo
11
Deficit attentivi indotti sperimentalmente
Attentional blink
•Incapacità di discriminare correttamente un evento quando la nostra
attenzione è temporaneamente concentrata su qualcos’altro
Change blindness
•Incapacità di notare consapevolmente cambiamenti rilevanti nella scena
quando questi hanno luogo insieme ad altri eventi visivi di disturbo
Attenzione e coscienza
12
Relazione tra attenzione e coscienza
•L’attenzione può essere vista come un canale privilegiato per l’accesso alla
coscienza
•Ciò è confermato dal fatto che nella maggior parte dei casi siamo coscienti
solo di ciò cui prestiamo attenzione (vedi il fenomeno della change blindness)
•Si badi però che non sempre i contenuti della coscienza passano per la
coscienza (vedi il fenomeno dell’ascolto dicotico)
13
CAPITOLO 7 - SISTEMI DI MEMORIA
Il ricordo
La codifica e la ritenzione
•I codici usati possono essere di vario tipo: per es., visivo o semantico
14
•Secondo la “teoria dei livelli di elaborazione” più è profondo il livello di
elaborazione nella codifica più è probabile che la traccia di memoria sia
duratura
Il recupero
Secondo Tulving ciò che una persona ricorda non dipende soltanto dalle
proprietà della traccia di memoria in quanto tale
15
La memoria a breve termine (MBT) è una memoria di lavoro che mantiene
ed elabora le informazioni durante l’esecuzione di compiti cognitivi
Memoria episodica
Si riferisce a specifici eventi ed esperienze di vita
Contiene informazioni spazio-temporali che specificano dove e quando si è
verificato l’evento
E’ organizzata cronologicamente
Memoria semantica
Si riferisce a conoscenze astratte e generali
Trascende le condizioni temporali e spaziali in cui la traccia si è formata
E’ organizzata in modo tassonomico e associativo
16
Memoria dichiarativa e memoria procedurale
17
Memoria retrospettiva e memoria prospettica
La memoria autobiografica
18
CAPITOLO 8 – MEMORIA SEMANTICA E CATEGORIZZAZIONE
Memoria episodica
•Rappresentazione di specifici riferimenti spazio-temporali e personali
Memoria semantica
•Rappresentazione di informazioni astratte e generali, linguistico-simboliche
ma anche non linguistiche (concetti)
Memoria semantica
19
1 Modelli a rappresentazione astratta
•Le informazioni sono mantenute in memoria semantica in un formato
amodale (slegato dalle informazioni sensoriali-motorie)
3. Modelli connessionisti
•Vi sono insiemi di attributi di base, condivisi da un numero variabile di
concetti, che si attivano in configurazioni appropriate in riferimento al
concetto rilevante
La categorizzazione
•Le proprietà sono rappresentate solo una volta, al livello più alto possibile
della gerarchia (principio di economia cognitiva)
20
•I diversi livelli hanno diversa salienza cognitiva
Il livello di base è quello in cui vengono rappresentati gli attributi più
distintivi
Prototipi
21
La funzione di identificazione
Disturbi neuropsicologici
22
CAPITOLO 10 - APPRENDIMENTO
•Quali
variabili osservabili e misurabili producono cambiamenti duraturi nel
comportamento osservabile e misurabile di un individuo?
Il condizionamento classico
L’esperimento di Pavlov
23
Il paradigma del condizionamento classico
Durante il condizionamento
SN seguito da SI RI
Dopo il condizionamento
SC RC
Estinzione
•Si continua a presentare lo stimolo condizionato ma non lo stimolo
incondizionato: la risposta condizionata perde di intensità fino a sparire
Recupero spontaneo
•Dopo l’estinzione la risposta incondizionata tende a riapparire anche se non
viene presentato alcuno stimolo condizionato
Generalizzazione
•Dopo il condizionamento, il comportamento condizionato viene prodotto in
risposta a stimoli simili allo SC
•Il cane che ha imparato a salivare all’accensione di una luce gialla saliverà
anche se la luce è bianca
Discriminazione
•Tramite la procedura di condizionamento l’animale può apprendere a non
rispondere a stimoli simili allo SC pur continuando a rispondere allo SC stesso
24
•Una luce rossa è presentata e seguita dallo SI; si stabilisce un
condizionamento
•Una luce blu è presentata ma non seguita dallo SI; si osserva una graduale
estinzione della risposta di salivazione alla luce blu ma non alla luce rossa
Il condizionamento operante
Thorndike propose una legge che è alla base del condizionamento operante
Legge dell’effetto
•lo stabilirsi di legami associativi tra stimolo e risposta dipende dagli effetti
che seguono la risposta
La gabbia di Thorndike
•Un gatto affamato chiuso in una gabbia compie dei movimenti alla cieca e
fornisce sia risposte errate sia giuste (= premere una leva che consente di
uscire dalla gabbia)
•L’associazione tra stimolo (leva) e risposta (agire sulla leva) si stabilisce solo
se la risposta ha un effetto sull’animale
La Skinner box
•Un animale viene messo in una scatola in cui è presente una leva
•L’atto di premere la leva (dapprima casualmente) diventa più frequente se
premendola l’animale ottiene una ricompensa (cibo)
•Se l’agire sulla leva non porta alla erogazione di cibo il comportamento del
premere la leva non è più frequente di altri comportamenti
25
•E’ possibile istituire una discriminazione fornendo il cibo se la leva viene
abbassata dall’animale quando per es. una luce è accesa (stimolo
discriminativo)
Piani di rinforzo
•Un rinforzo continuo (= il cibo viene erogato ogni volta che l’animale preme
la leva) produce un apprendimento molto rapido ma anche una rapida
estinzione
•Rinforzo parziale
Intervallo fisso (il rinforzo si presenta a intervalli costanti nel tempo)
Intervallo variabile (il rinforzo si presenta a intervalli variabili nel tempo)
Rapporto fisso (il rinforzo si presenta dopo un numero stabilito di risposte)
Rapporto variabile (il numero di risposte fornite tra un rinforzo e l’altro
varia)
L’apprendimento verbale
Esempio
In che modo il bambino impara a dire “gatto” quando ne vede uno?
26
•Il gatto è lo stimolo discriminativo che controlla l’emissione della parola
“gatto”
•Se il bambino dice “gatto” questo comportamento viene rinforzato dai
genitori
•L’interazione tra stimoli discriminativi e rinforzi permette al bambino di
imparare a denominare gli oggetti
•Non permette di spiegare gli ipercorrettismi (forme errate che seguono una
regola corretta, per es. “dicete” invece di “dite”)
•Non permette di spiegare la possibilità delle lingue di generare un numero
infinito di frasi
Teorie meccanicistiche
•Vi è una connessione diretta e automatica simile a un riflesso tra stimolo e
risposta; non vi sono rappresentazioni interne
Teorie cognitiviste
•Vi è la mediazione di rappresentazioni mentali (per es. aspettative)
•Il ratto che trova la strada per il cibo in un labirinto non apprende
semplicemente una sequenza di risposte, ma una serie di segnali che
definiscono sequenze temporali
•il segnale è definibile come l’aspettativa che uno stimolo sarà seguito da un
altro in una particolare situazione
27
Interpretazione cognitiva dei processi di condizionamento
•Un gruppo di animali cui viene somministrata una scossa elettrica per 20
volte, ogni volta preceduta da un suono, acquisisce una risposta di paura
•Un secondo gruppo di animali cui viene somministrata una scossa per 40
volte, 20 volte preceduta dal suono e 20 no, non acquisisce la risposta di paura
•La teoria del condizionamento classico predice lo stesso livello di
apprendimento: SN precede SI lo stesso numero di volte
•Gli animali invece apprendono la risposta solo quando lo stimolo funge da
segnale, cioè permette di predire la scossa
28
CAPITOLO 12 - LINGUE E LINGUAGGIO
Il linguaggio è la facoltà mentale che permette agli esseri umani di usare una
o più lingue per comunicare
•Composizioni di morfemi formano le parole (per es. tavol- più il suffisso -o),
che costituiscono il lessico di una lingua
Non c’è relazione intrinseca tra suono e significato delle parole (arbitrarietà
delle lingue)
•Le parole si combinano in sintagmi (per es. il tavolo rosso), che sono le parti
di cui sono composte le frasi (il tavolo rosso è rotto)
29
Due assunzioni sulla conoscenza linguistica
•Laconoscenza delle regole di una lingua è implicita (le persone di norma non
sono in grado di descrivere o rendere esplicite le regole linguistiche che
usano)
•Il linguaggio è una facoltà autonoma nel sistema mentale umano, che si
sviluppa e può essere danneggiata indipendentemente da altre facoltà
•Ilbambino dispone di alcuni schemi generali (per es. quelli sull’ordine con
cui in una frase vengono espressi soggetto, verbo e oggetto)
•L’esposizione alla lingua della comunità in cui cresce permette al bambino di
specificarne i parametri (per es. fissare l’ordine peculiare di quella lingua)
30
Le basi biologiche del linguaggio
Linguaggio e cervello
31
CAPITOLO 13 - COMPRENSIONE DEL LINGUAGGIO
Accesso
•Quando sentiamo una parola costruiamo un insieme di possibili candidati al
riconoscimento (coorte)
Selezione
•La coorte si restringe a mano a mano che arriva nuova informazione
percettiva fino al punto di unicità (il punto in cui la coorte contiene un solo
candidato)
Integrazione
•A selezione avvenuta avviene l’integrazione delle proprietà sintattiche e
semantiche della parola nella rappresentazione complessiva della frase
32
Effetto di superiorità della parola
•Viene presentata per pochi msec una lettera (K), una parola (WORK) o una
non-parola (OWRK)
•Poi viene presentata una configurazione interferente
•Infine vengono presentate due lettere (D e W)
•I partecipanti devono scegliere la lettera presente nello stimolo iniziale (W)
•La scelta è più accurata quando le lettere sono precedute dalla parola
piuttosto che dalla lettera stessa (o dalla non-parola)
L’analisi sintattica
33
L’analisi sintattica procede attraverso due passaggi
•Le parole vengono assegnate a categorie sintattiche sulla base
dell’informazione lessicale e viene costruita una struttura frasale preliminare
il principio di elaborazione sintattica preferito in italiano prevede che gli
elementi lessicali in entrata siano assegnati alla parte di frase che si sta
elaborando in quel momento
•Tale struttura preliminare viene successivamente rivista sulla base di altre
informazioni (di tipo semantico e/o contestuale)
La rappresentazione semantica
Gli script
Le inferenze
Attraverso le inferenze integriamo l’informazione linguistica con quella
concettuale e contestuale
Vi sono vari tipi di inferenze
•Implicazioni
logiche
dipendono dal significato delle parole (nubile” implica “donna non sposata”)
•Inferenze retrospettive
connettono nuove informazioni alle precedenti (“L’operazione fu breve. Il
medico usava un nuovo metodo”) dove si inferisce che il medico eseguì
l’operazione
•Inferenze elaborative
34
aggiungono nuove informazioni (“L’uomo tagliò la torta. Era proprio buona”)
dove si può inferire che l’uomo usò un coltello
Inferenze concettuali
basate sulla struttura gerarchica delle categorie (“Il canarino respira”)
La complessità di un discorso
Le metafore
•La comprensione delle metafore non avviene derivando prima il significato
letterale e poi accantonarlo se inadeguato per cercarne uno figurato
•Vi è un’attivazione diretta del significato metaforico
Infatti in molti casi le metafore non richiedono più tempo delle espressioni
letterali per essere comprese
•Le metafore fanno da ponte tra il sistema concettuale non lessicalizzato e il
linguaggio
I sistemi di scrittura
Sistemi logografici
•i simboli corrispondono a parole intere
Sistemi sillabici
•i simboli corrispondono a sillabe
Sistemi alfabetici
•i simboli corrispondono ai suoni distintivi (fonemi) della corrispondente
lingua parlata
•Nei sistemi di scrittura alfabetici consonantici compaiono obbligatoriamente
soltanto i segni corrispondenti ai suoni consonantici
•Nei sistemi di scrittura alfabetici regolari ogni segno scritto riproduce un
fonema
•Nei sistemi di scrittura alfabetici fonologicamente trasparenti (o superficiali)
la corrispondenza tra grafemi e fonemi tende a essere biunivoca
•Nei sistemi di scrittura alfabetici ortograficamente opachi (o profondi) la
corrispondenza tra grafemi e fonemi non è precisa
L’effetto Stroop
37
•Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori stampate con
inchiostro colorato; il colore indicato dalla parola può essere congruente
(rosso) oppure incongruente (rosso) con il colore dell’inchiostro
Risultato:i tempi di reazione sono significativamente più brevi per gli stimoli
congruenti rispetto a quelli incongruenti
Ilfatto che non siamo in grado di ignorare il significato di una parola scritta
dimostra che la lettura di una parola e il recupero del suo significato sono
processi automatici
•Lo stadio iniziale della lettura di una parola è una analisi visivo-ortografica
dell’input
•Nello stadio finale l’informazione che permette la corretta pronuncia della
parola viene trasferita in un magazzino di memoria temporaneo detto buffer
fonemico
•L’elaborazione intermedia può avvenire attraverso due modalità (cfr. fig.
15.1), la via lessicale diretta e la via non lessicale
•I tratti di base sono elaborati per primi e quelli riconosciuti nello stimolo
trasmettono la loro attivazione al livello di rappresentazione superiore (lettere)
•Le lettere a loro volta inviano un’attivazione alle parole con esse compatibili
•L’attivazione può fluire oltre che dal basso verso l’alto (dai tratti ortografici
alle parole) anche dall’alto verso il basso (dalle parole ai tratti ortografici)
•Hanno luogo sia processi di attivazione sia processi di inibizione (per es., tra
parole alternative o fra tratti e lettere non compatibili)
Il modello Logogen
Dislessia di superficie
•I pazienti dislessici di superficie tendono a leggere le parole regolari meglio
di quelle irregolari e a regolarizzare queste ultime
•Questi sintomi possono essere spiegati postulando un disturbo selettivo della
via lessicale di lettura con preservazione della via non-lessicale
Dislessia fonologica
•Nella dislessia fonologica si osserva una corretta lettura delle parole sia
regolari sia irregolari ma vi è una lettura deficitaria delle non-parole
•Secondo il modello a due vie, ciò si può spiegare postulando un disturbo
selettivo delle componenti non lessicali e una preservazione delle componenti
lessicali
Il priming
La scrittura
La disgrafia fonologica
41
•Ilmodello a due vie della scrittura permette di spiegare un disturbo acquisito
detto disgrafia fonologica
•Nella disgrafia fonologica si osserva una scrittura corretta delle parole sia
regolari sia irregolari ma vi è una scrittura deficitaria delle non-parole
Stadio logografico
•Età prescolare
•Vengono apprese le proprietà più salienti delle parole (per es., il gruppo
“mm” nella parola “mamma”)
Stadio alfabetico
•Vengono discriminate le singole lettere
•Vengono messe in corrispondenza le lettere con i suoni
•Vengono lette parole nuove
Stadio ortografico
•9-10 anni di età
•Riconoscimento della forma globale di una buona parte delle parole
•Le strategie dello stadio precedente (conversione tra segni grafici e suoni)
sono usate in parallelo, per es. nella lettura di parole nuove
Stadio fonologico
•Il bambino usa regole di corrispondenza fonemi-grafemi
Stadio ortografico
•Come nello stadio ortografico della lettura, il bambino usa rappresentazioni
lessicali (in questo caso ortografiche) dell’intera parola
CAPITOLO 20 RAGIONAMENTO (da leggere)
42
Teorie formali e senso comune
•La maggior parte delle persone non hanno studiato la logica né il calcolo delle
probabilità né la teoria delle decisioni
•Come fanno queste persone a ragionare, giudicare e decidere?
•Una risposta è che il pensiero comune sia governato da equivalenti mentali
delle teorie formali
•Questa concezione è stata messa in crisi dalla scoperta che le capacità di
pensiero delle persone non esperte sono sotto vari aspetti limitate
Il ragionamento deduttivo
Inferenze deduttive
Modus ponens
•Se c’è un asso c’è un 2, c’è un asso, dunque c’è un 2
•Più formalmente
P Q (premessa maggiore)
P (premessa minore)
Q (conclusione)
•Questa forma di inferenza è detta modus ponens
•Essa è tale che se le premesse sono vere lo è necessariamente anche la
conclusione
Modus tollens
•Se c’è un asso c’è un 2, non c’è un 2, dunque non c’è un asso
•Più formalmente
P Q (premessa maggiore)
non-Q (premessa minore)
Non-P (conclusione)
•Questa forma di inferenza è detta modus tollens
•Anche nel caso del modus tollens se le premesse sono vere lo è
necessariamente anche la conclusione
asso 2
...
•La prima riga rappresenta uno stato in cui ci sono entrambe le carte
•I tre punti rappresentano in modo implicito le altre possibilità ammesse dal
condizionale
non-asso 2
non-asso non-2
•Le persone non si rappresentano in modo esplicito questi modelli per ragioni
di economia cognitiva
viene rappresentato in modo esplicito solo ciò che è (creduto) vero
•Come avviene l’inferenza modus ponens (Se c’è un asso c’è un 2, c’è un asso,
dunque c’è un 2)?
•Data la rappresentazione
asso 2
...
e dato il secondo enunciato
C’è un asso
è facile ricavare la conclusione valida
C’è un 2
44
visto che il modello esplicito del condizionale contiene sia l’asso sia il 2
Errori di ragionamento
•La totalità o quasi delle persone ricava la conclusione valida “2” dalle
premesse del modus ponens (“se asso allora 2”, “asso”)
La teoria della logica mentale spiega facilmente questo fatto perché assume
che la mente umana possegga un equivalente del modus ponens
Anche la teoria dei modelli mentali spiega facilmente questa inferenza (v.
sopra)
•Invece, secondo la metà delle persone interrogate non è possibile stabilire se
c’è o no un asso dalle premesse del modus tollens (“se asso allora 2”, “non-2”)
Questo errore è difficile da spiegare nella teoria della logica mentale dato che
il modus tollens è una delle regole di inferenza valide nella logica classica
•Nella teoria dei modelli mentali data la rappresentazione del primo enunciato
asso 2
...
e dato il secondo enunciato
Non c’è un 2
non è facile ricavare la conclusione valida
Non c’è un asso
visto che il modello esplicito del condizionale non rappresenta l’assenza
del 2
45
Un altro problema della teoria della logica mentale sta nel fatto che le regole
che propone sono formali (= non dipendono dal contenuto né dal contesto
delle premesse)
•Versione A
•4 carte, ognuna con una lettera da un lato e un numero dall’altro
Due girate da un lato, una mostra A e l’altra B
Due girate dall’altro lato, una mostra 2 e l’altra 5
AB25
•Versione B
•4buste
due girate dal lato del mittente, una chiusa e una aperta
due girate dal lato del destinatario, una con francobollo da 50 centesimi una
con francobollo da 40
CHIUSA APERTA 50 40
46
•Le persone ragionano in modo diverso in versioni del problema di selezione
che sono formalmente equivalenti ma differiscono per il contenuto
•In generale è più facile individuare le possibili violazioni di regole deontiche
(permessi/obblighi)
Il ragionamento probabilistico
•Siccome tutte le parole della forma “----one” sono anche parole della forma “-
----n-”, le parole “----one” non possono essere più frequenti delle parole “-----
n-”
•La maggior parte delle persone conclude invece che sono più frequenti le
parole “----one”
Il problema di Linda
47
•Linda ha 31 anni, non è sposata, è estroversa e brillante. Ha studiato filosofia.
All’università era impegnata politicamente
•Si deve giudicare quale dei seguenti enunciati è più probabile
•(A) Linda fa la parrucchiera
•(A&B) Linda fa la parrrucchiera ed è un’attivista non-global
•La maggior parte delle persone risponde che è più probabile che Linda faccia
la parrucchiera e sia un’attivista no-global
•Ma questo è impossibile perché, come nel caso del problema delle parole,
tutte le parrucchiere no-global sono anche semplicemente parrucchiere
•In generale la probabilità della congiunzione di due eventi non può essere
maggiore della probabilità di ciascuno di essi
Le euristiche di giudizio
•Dovete comprare un melone. Lo volete maturo al punto giusto. Avete davanti
a voi sul banco del fruttivendolo una ventina di meloni. Quale prendete?
Una procedura sicura
Comprate tutti i meloni e li assaggiate uno per uno Avete risolto il problema
ma a caro prezzo
Soluzioni alternative
quello più profumato
quello più giallo
quello che “suona” meglio
•Nel problema delle parole, i partecipanti possono avere usato l’euristica della
disponibilità
•l’euristica della disponibilità porta a stimare la frequenza di una classe di
eventi sulla base della facilità con cui vengono alla mente gli esempi della
stessa
Vengono in mente più facilmente esempi di parole della forma “----one” che
non esempi di parole “-----n-”
48
•Nel problema di Linda i partecipanti possono avere usato l’euristica della
rappresentatività
•l’euristica della rappresentatività fa sì che la probabilità di un evento sia
stimata sulla base del suo grado di tipicità rispetto alla categoria cui
appartiene
La congiunzione “parrucchiera e attivista no-global” corrisponde meglio
all’immagine di Linda attivata dalla descrizione iniziale
49
Intelligenza e differenze individuali
I test d’intelligenza
•Il test di Binet è costituito da una serie di problemi che indicano capacità
basilari di ragionamento e possono essere ordinati secondo un grado crescente
di difficoltà
•I compiti più difficili che il bambino è in grado di risolvere indicano il suo
grado di capacità intellettiva
•Se un bambino risolve i problemi che in media risolvono i bambini di 7 anni
gli si può assegnare un’età mentale di 7 anni
50
per es., il rendimento di un individuo in un test di abilità matematica dipende
sia dalla sua specifica abilità matematica sia dal suo grado di intelligenza
generale
•Ciò ha permesso di concludere che buona parte delle variazioni nei punteggi
ai test intellettivi è associata a differenze genetiche tra individui, e solo una
piccola parte è associata a differenze nell’ambiente familiare
•Nota bene: dire che la metà delle variazioni intellettive tra le persone è
spiegata da fattori genetici non equivale a dire che metà dell’intelligenza di
una data persona dipende da tali fattori
•Tra gli studenti neri, quelli cui il test non era stato presentato come uno
strumento diagnostico ottennero punteggi uguali ai bianchi
•Invece quelli cui il test era stato presentato come uno strumento diagnostico
ottennero punteggi inferiori ai bianchi
•Essi vedevano il test come una possibile conferma dello stereotipo negativo
nei loro confronti e questo peggiorava le loro prestazioni
52
APPENDICE
L’APPRENDIMENTO
Dott.ssa C. Bianco
L’ apprendimento…..
Tendenze innate a fornire certe risposte (esempio la comparsa del primo
sorriso sociale nel lattante),
LE TEORIE COMPORTAMENTISTE.
1. IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
Il principio su cui si basa il condizionamento classico è il rapporto temporale
tra stimolo-risposta.
Dopo il condizionamento
SC(suono) RC (salivazione)
Intervallo di tempo che intercorre tra SC e SI , che deve essere molto breve.
C’è chi detesta un certo cibo perché dopo averlo mangiato è stato colpito da
una malattia,
chi ha paura di una persona dalla quale è stato aggredito,
chi ha cominciato ad avere paura dei cavalli dopo essere stato balzato a terra
da un determinato cavallo.
La legge dell’effetto
Lo stabilirsi e il rafforzarsi di legami associativi tra stimolo e risposta non
deriva semplicemente dalla loro contiguità temporale ma dagli effetti che
seguono la risposta.
54
IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE
Il Neocomportamentismo
(Anni ’30-40)
Operanti:
appartengono al repertorio dell’individuo;
I Rinforzi
I rinforzi sono stimoli o effetti che seguono una risposta e che determinano la
probabilità che la risposta medesima sia emessa.
PARZIALE
Shaping
(Köhler, 1925)
L’apprendimento per insight indica un’improvvisa presa di coscienza, è la
capacità di risolvere un problema sulla base della ristrutturazione cognitiva dei
suoi elementi in modo del tutto nuovo, improvviso e irreversibile.
La teoria cognitiva europea
L’APPROCCIO COGNITIVISTA
Che cosa accade quando apprendiamo?
Secondo il Cognitivismo
Come avviene la conoscenza?
Percezione
Memoria
Categorizzazione
Rappresentazioni mentali
CREAZIONE
AGGIUSTAMENTO
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Consapevolezza nell’apprendimento:
La metaconoscenza
Si parla di metaconoscenza quando facciamo riferimento a ciò che noi
conosciamo sul funzionamento dei nostri processi di conoscenza.
Anne Brown (1978).
58