CAPITOLO I - METODI
Ogniqualvolta spieghiamo dei fatti attraverso qualcosa che non direttamente osservato
stiamo costruendo una teoria
Per es., un vostro amico, di solito molto tranquillo, di umor nero. Sapendo che oggi
doveva sostenere un esame, concludete che non lha superato.
In questo caso si tratta di una teoria ingenua, di quelle che a tutti capita di formulare nella
vita quotidiana
Le teorie scientifiche si differenziano dalle teorie ingenue per il modo in cui costruiscono
e controllano le loro spiegazioni
Le teorie scientifiche individuano regolarit da cui ricavare leggi, ed elaborano un
sistema di asserzioni che colleghi le leggi individuate
Le teorie scientifiche controllano le spiegazioni facendo riferimento al metodo
sperimentale, mentre le teorie ingenue fanno riferimento allesperienza personale
Il metodo sperimentale
Per distinguere tra le due fonti occorre determinare il cosiddetto rapporto critico
Il rapporto critico si calcola dividendo le differenze tra le condizioni sperimentali per la
variazione casuale tra i punteggi
Quanto pi alto il rapporto critico tanto pi probabile che ci sia una differenza tra i
gruppi sperimentali causata dalla variabile manipolata dal ricercatore.
Anche negli studi correlazionali, come negli studi sperimentali, viene considerata la
relazione tra due o pi variabili
Per, diversamente dagli studi sperimentali, le variabili studiate non vengono manipolate
sistematicamente.
Esempio: C una relazione tra autostima e successo negli studi universitari?
Si pu rispondere a questa domanda misurando lautostima di un gruppo di studenti e
confrontandola con la media dei voti negli esami:
Se allaumentare dellautostima aumenta anche la media dei voti la correlazione
positiva
Se allaumentare dellautostima la media dei voti diminuisca la correlazione
negativa
Il coefficiente di correlazione esprime direzione e forza della
correlazione
Il coefficiente di correlazione varia tra -1 e +1; il valore 0 indica lassenza di
correlazione.
Non danno alcuna indicazione sullesistenza di una relazione causale tra due variabili
Vantaggi degli studi correlazionali
Possono essere usati come studi esplorativi o quando impossibile realizzare un
esperimento per ragioni pratiche o etiche.
La psicofisica
La psicofisica lo studio della relazione sistematica tra la sensazione soggettiva e la
stimolazione fisica.
I metodi psicofisici permettono di determinare, per es., la minima quantit di
stimolazione necessaria a evocare una sensazione o rilevare un cambiamento di intensit.
La cronometria mentale
Tempo di reazione = tempo che intercorre tra la comparsa dello stimolo e la pressione
del tasto (latenza di risposta)
Leffetto Stroop
Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori stampate con inchiostro
colorato; il colore indicato dalla parola pu essere congruente oppure incongruente con il
colore dellinchiostro:
La neuropsicologia
Negli anni Settanta del XX secolo nasce la neuropsicologia cognitiva; essa studia il
comportamento dei pazienti con disturbi psicologici allo scopo di capire meglio il
funzionamento dei processi mentali normali.
Il principale strumento di indagine della neuropsicologia cognitiva la dissociazione
Si ha dissociazione quando un paziente mostra un danno selettivo a una
particolare componente del sistema cognitivo .
La neuroimmagine funzionale
I modelli simulativi sono modelli delle funzioni della mente umana espliciti dal punto di
vista computazionale (cio possono essere tradotti in un programma per computer che
riproduca fedelmente il comportamento umano)
Linformazione ottica
Codificazione e organizzazione
La verticale dello spazio percepito non possiede soltanto una direzione ma anche una
polarit: la polarit diritto-capovolto
Articolazione figura-sfondo
il pi semplice caso di stratificazione di unimmagine
Il contorno appartiene alla figura e non allo sfondo (funzione unilaterale dei
contorni)
Area minore: Tendono a essere viste come figure le regioni di area minore
Larghezza costante (parallelismo dei bordi): Codificare una forma regolare meno
costoso che codificare una forma irregolare
Queste leggi possono essere interpretate come espressione del principio di minimo per
il quale il sistema visivo tende a minimizzare il costo di
rappresentazione degli oggetti
Completamento amodale di superfici
Quando delle superfici (dette occludenti) nascondono parzialmente altre superfici queste
tendono a unificarsi completandosi dietro agli occludenti
Unificazione percettiva
Anche queste leggi possono essere interpretate come espressione del principio di minimo
Nella storia della psicologia della percezione sono emersi due approcci teorici
fondamentali alla soluzione del problema dellindeterminazione ottica, la psicologia della
Gestalt e le teorie empiriste (Helmholtz)
Lo spostamento dellattenzione
Attentional blink
Incapacit di discriminare correttamente un evento quando la nostra attenzione
temporaneamente concentrata su qualcosaltro
Change blindness
Incapacit di notare consapevolmente cambiamenti rilevanti nella scena quando
questi hanno luogo insieme ad altri eventi visivi di disturbo
Ci confermato dal fatto che nella maggior parte dei casi siamo coscienti solo di
ci cui prestiamo attenzione (vedi il fenomeno della change blindness)
Si badi per che non sempre i contenuti della coscienza passano per la coscienza
(vedi il fenomeno dellascolto dicotico)
Il ricordo
Nel ricordo si possono distinguere tre aspetti
La codifica e la ritenzione
I codici usati possono essere di vario tipo: per es., visivo o semantico
Il recupero
Secondo Tulving ci che una persona ricorda non dipende soltanto dalle propriet della
traccia di memoria in quanto tale
La memoria a breve termine (MBT) una memoria di lavoro che mantiene ed elabora le
informazioni durante lesecuzione di compiti cognitivi
Tale memoria ha capacit limitata e pu mantenere linformazione solo per un breve
periodo di tempo
Memoria visuo-spaziale a breve termine (la cui traccia dura circa 2 secondi)
Memoria uditivo-verbale a breve termine (la cui traccia dura da 2 a 20 secondi)
Memoria episodica
Si riferisce a specifici eventi ed esperienze di vita
Contiene informazioni spazio-temporali che specificano dove e quando si
verificato levento
E organizzata cronologicamente
Memoria semantica
Si riferisce a conoscenze astratte e generali
Trascende le condizioni temporali e spaziali in cui la traccia si formata E
organizzata in modo tassonomico e associativo
Questa distinzione basata sulla distinzione tra test di memoria espliciti e impliciti
Nei test espliciti le istruzioni fanno specifico riferimento al recupero cosciente
dellinformazione
Nei test impliciti la memoria uno strumento per lo svolgimento di un
compito non direttamente connesso con il recupero cosciente dellinformazione
Il paradigma di identificazione percettiva un classico paradigma di memoria implicita
I soggetti devono identificare delle parole presentate per un tempo molto breve
Alcune parole sono state gi mostrate in precedenza altre sono nuove I
soggetti identificano pi facilmente le parole nuove
Possiamo recuperare dalla memoria fatti o episodi del passato (memoria retrospettiva)
oppure possiamo ricordare piani, intenzioni e azioni che svolgeremo in futuro (memoria
prospettica)
Nel processo che porta al ricordo di unintenzione si possono distinguere almeno 5 aspetti:
1. Formazione e codifica di unintenzione e dellazione associata
2. Intervallo di ritenzione: intervallo tra la codifica dellintenzione e linizio
dellintervallo potenziale di prestazione
3. Intervallo di prestazione:periodo di tempo in cui lintenzione deve essere
recuperata
4. Inizio ed esecuzione dellazione
5. Valutazione del risultato
La memoria autobiografica
Memoria episodica
Rappresentazione di specifici riferimenti spazio-temporali e personali
Memoria semantica
Rappresentazione di informazioni astratte e generali, linguistico-simboliche ma anche
non linguistiche (concetti)
Memoria semantica
Quel che sappiamo dei concetti costituisce la base di conoscenze che ci permette di
agire in modo funzionale nel mondo
3. Modelli connessionisti
Vi sono insiemi di attributi di base, condivisi da un numero variabile di concetti, che si
attivano in configurazioni appropriate in riferimento al concetto rilevante
La categorizzazione
Le propriet sono rappresentate solo una volta, al livello pi alto possibile della
gerarchia (principio di economia cognitiva)
Quali sono i meccanismi alla base dei legami tra i concetti e dellinterconnessione tra i
diversi livelli?
Secondo il principio della diffusione dellattivazione quando un nodo concettuale viene
attivato lattivazione si propaga agli altri nodi in funzione del tempo e della vicinanza
Questo meccanismo permette di spiegare il fenomeno del priming
Prototipi
Il prototipo corrisponde a un membro (anche ideale) della categoria che possiede
il valore medio sulla maggior parte delle caratteristiche dei membri della categoria
La funzione di identificazione
Disturbi neuropsicologici
Vi sono lesioni cerebrali che producono disturbi neuropsicologici specifici per categorie (o
per classi di categorie)
Doppia dissociazione: alcuni pazienti hanno difficolt con la categoria A ma non con la
categoria B, per altri pazienti vale linverso
Per es., alcuni pazienti con lesioni cerebrali forniscono definizioni adeguate per
termini con referenti concreti ma non per termini astratti; altri pazienti presentano
landamento opposto
CAPITOLO 10 - APPRENDIMENTO
Il condizionamento classico
Lesperimento di Pavlov
Durante il condizionamento
SN seguito da SI RI
Dopo il condizionamento
SC RC
Estinzione
Si continua a presentare lo stimolo condizionato ma non lo stimolo incondizionato: la
risposta condizionata perde di intensit fino a sparire
Recupero spontaneo
Dopo lestinzione la risposta incondizionata tende a riapparire anche se non viene
presentato alcuno stimolo condizionato
Generalizzazione
Dopo il condizionamento, il comportamento condizionato viene prodotto in risposta
a stimoli simili allo SC
Il cane che ha imparato a salivare allaccensione di una luce gialla saliver anche
se la luce bianca
Discriminazione
Tramite la procedura di condizionamento lanimale pu apprendere a non
rispondere a stimoli simili allo SC pur continuando a rispondere allo SC stesso
Il condizionamento operante
Thorndike propose una legge che alla base del condizionamento operante
Legge delleffetto
lo stabilirsi di legami associativi tra stimolo e risposta dipende dagli effetti che seguono la
risposta
La gabbia di Thorndike
Un gatto affamato chiuso in una gabbia compie dei movimenti alla cieca e fornisce
sia risposte errate sia giuste (= premere una leva che consente di uscire dalla gabbia)
Lassociazione tra stimolo (leva) e risposta (agire sulla leva) si stabilisce solo se la
risposta ha un effetto sullanimale
La Skinner box
Un animale viene messo in una scatola in cui presente una leva
Latto di premere la leva (dapprima casualmente) diventa pi frequente se
premendola lanimale ottiene una ricompensa (cibo)
Se lagire sulla leva non porta alla erogazione di cibo il comportamento del premere
la leva non pi frequente di altri comportamenti
E possibile istituire una discriminazione fornendo il cibo se la leva viene abbassata
dallanimale quando per es. una luce accesa (stimolo discriminativo)
Piani di rinforzo
Un rinforzo continuo (= il cibo viene erogato ogni volta che lanimale preme la leva)
produce un apprendimento molto rapido ma anche una rapida estinzione
- Rinforzo parziale
Intervallo fisso (il rinforzo si presenta a intervalli costanti nel tempo)
Intervallo variabile (il rinforzo si presenta a intervalli variabili nel tempo)
Rapporto fisso (il rinforzo si presenta dopo un numero stabilito di risposte)
Rapporto variabile (il numero di risposte fornite tra un rinforzo e laltro varia)
Lapprendimento verbale
Esempio
In che modo il bambino impara a dire gatto quando ne vede uno?
Il gatto lo stimolo discriminativo che controlla lemissione della parola gatto
Se il bambino dice gatto questo comportamento viene rinforzato dai genitori
Linterazione tra stimoli discriminativi e rinforzi permette al bambino di imparare a
denominare gli oggetti
Non permette di spiegare gli ipercorrettismi (forme errate che seguono una regola
corretta, per es. dicete invece di dite)
Non permette di spiegare la possibilit delle lingue di generare un numero infinito
di frasi
Teorie meccanicistiche
Vi una connessione diretta e automatica simile a un riflesso tra stimolo e risposta; non
vi sono rappresentazioni interne
Teorie cognitiviste
Vi la mediazione di rappresentazioni mentali (per es. aspettative)
Lapprendimento per segnali
Tolman fu uno dei primi a sostenere che lapprendimento consiste nella
modifica di processi di conoscenza non osservabili
Il ratto che trova la strada per il cibo in un labirinto non apprende
semplicemente una sequenza di risposte, ma una serie di segnali che
definiscono sequenze temporali
il segnale definibile come laspettativa che uno stimolo sar seguito da un altro in una
particolare situazione
Un secondo gruppo di animali cui viene somministrata una scossa per 40 volte, 20
volte preceduta dal suono e 20 no, non acquisisce la risposta di paura
La teoria del condizionamento classico predice lo stesso livello di apprendimento:
SN precede SI lo stesso numero di volte
Gli animali invece apprendono la risposta solo quando lo stimolo funge da segnale,
cio permette di predire la scossa
Composizioni di morfemi formano le parole (per es. tavol- pi il suffisso -o), che
costituiscono il lessico di una lingua
Non c relazione intrinseca tra suono e significato delle parole
(arbitrariet delle lingue)
Le parole si combinano in sintagmi (per es. il tavolo rosso), che sono le parti di cui
sono composte le frasi (il tavolo rosso rotto)
La conoscenza delle regole di una lingua implicita (le persone di norma non sono
in grado di descrivere o rendere esplicite le regole linguistiche che usano)
Il linguaggio una facolt autonoma nel sistema mentale umano, che si sviluppa e
pu essere danneggiata indipendentemente da altre facolt
Il bambino dispone di alcuni schemi generali (per es. quelli sullordine con cui in
una frase vengono espressi soggetto, verbo e oggetto)
Lesposizione alla lingua della comunit in cui cresce permette al bambino di
specificarne i parametri (per es. fissare lordine peculiare di quella lingua)
Linguaggio e cervello
Varie aree del cervello (nellemisfero sinistro della corteccia) controllano le funzioni
linguistiche
Lesioni in queste aree provocano deficit del linguaggio (afasie)
Di norma le persone afasiche non hanno difficolt di pensiero o ragionamento e vi
sono patologie in cui persone con intelligenza patologicamente bassa posseggono
funzioni linguistiche normali (doppia dissociazione)
Ci corrobora lipotesi chomskiana del linguaggio come facolt
autonoma
Ci corrobora la tesi chomskiana che la capacit di linguaggio sia una capacit innata
specifica di Homo sapiens
Accesso
Quando sentiamo una parola costruiamo un insieme di possibili candidati al
riconoscimento (coorte)
Selezione
La coorte si restringe a mano a mano che arriva nuova informazione percettiva fino
al punto di unicit (il punto in cui la coorte contiene un solo candidato)
Integrazione
A selezione avvenuta avviene lintegrazione delle propriet sintattiche e
semantiche della parola nella rappresentazione complessiva della frase
Per riconoscere le parole scritte non vengono semplicemente combinate le lettere che la
formano, ma vi una elaborazione globale dello stimolo
Ne d dimostrazione indiretta leffetto di superiorit della parola nel quale una parola che
contiene una lettera ne facilita il riconoscimento pi della lettera stessa
Lanalisi sintattica
La rappresentazione semantica
Gli script
Le inferenze
Attraverso le inferenze integriamo linformazione linguistica con quella concettuale e
contestuale
Vi sono vari tipi di inferenze
Implicazioni logiche
dipendono dal significato delle parole (nubile implica donna non sposata)
Inferenze retrospettive
connettono nuove informazioni alle precedenti (Loperazione fu breve. Il medico
usava un nuovo metodo) dove si inferisce che il medico esegu loperazione
Inferenze elaborative
aggiungono nuove informazioni (Luomo tagli la torta. Era proprio
buona) dove si pu inferire che luomo us un coltello
Inferenze concettuali
basate sulla struttura gerarchica delle categorie (Il canarino respira)
La complessit di un discorso
Le espressioni idiomatiche
Il significato delle espressioni idiomatiche non viene ricostruito componendo i significati
delle parole che ne fanno parte
Si ipotizzato in passato che le espressioni idiomatiche fossero parole lunghe
elencate separatamente nel lessico
Lipotesi oggi pi accreditata che le espressioni idiomatiche vengano elaborate
(elaborazione delle parole ed elaborazione sintattica) come quelle letterali
A un certo punto, quando si accumulano abbastanza informazioni (punto di
unicit), viene attivato il significato idiomatico
Le metafore
La comprensione delle metafore non avviene derivando prima il significato letterale
e poi accantonarlo se inadeguato per cercarne uno figurato
Vi unattivazione diretta del significato metaforico
Infatti in molti casi le metafore non richiedono pi tempo delle espressioni letterali
per essere comprese
Le metafore fanno da ponte tra il sistema concettuale non lessicalizzato e il linguaggio
Sistemi logografici
i simboli corrispondono a parole intere
Sistemi sillabici
i simboli corrispondono a sillabe
Sistemi alfabetici
i simboli corrispondono ai suoni distintivi (fonemi) della corrispondente lingua
parlata
Nei sistemi di scrittura alfabetici consonantici compaiono obbligatoriamente
soltanto i segni corrispondenti ai suoni consonantici
Nei sistemi di scrittura alfabetici regolari ogni segno scritto riproduce un fonema
Nei sistemi di scrittura alfabetici fonologicamente trasparenti (o superficiali) la
corrispondenza tra grafemi e fonemi tende a essere biunivoca
Nei sistemi di scrittura alfabetici ortograficamente opachi (o profondi) la
corrispondenza tra grafemi e fonemi non precisa
La lettura di una parola e il recupero del suo significato un processo automatico che in
parte si svolge al di fuori della consapevolezza
Leffetto Stroop
Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori stampate con inchiostro
colorato; il colore indicato dalla parola pu essere congruente (rosso) oppure incongruente
(rosso) con il colore dellinchiostro
Compito: denominare il colore dellinchiostro ignorando la parola scritta
Risultato: i tempi di reazione sono significativamente pi brevi per gli stimoli
congruenti rispetto a quelli incongruenti
Il fatto che non siamo in grado di ignorare il significato di una parola scritta
dimostra che la lettura di una parola e il recupero del suo significato sono processi
automatici
Le parole sono rappresentate a tre livelli distinti tratti ortografici di base (per es. segmenti)
lettere
parole
I tratti di base sono elaborati per primi e quelli riconosciuti nello stimolo trasmettono
la loro attivazione al livello di rappresentazione superiore (lettere)
Le lettere a loro volta inviano unattivazione alle parole con esse compatibili
Lattivazione pu fluire oltre che dal basso verso lalto (dai tratti ortografici alle
parole) anche dallalto verso il basso (dalle parole ai tratti ortografici)
Hanno luogo sia processi di attivazione sia processi di inibizione (per es., tra parole
alternative o fra tratti e lettere non compatibili)
Il modello Logogen
Le lettere a loro volta inviano unattivazione alle parole con esse compatibili
Lattivazione pu fluire oltre che dal basso verso lalto (dai tratti ortografici alle
parole) anche dallalto verso il basso (dalle parole ai tratti ortografici)
Hanno luogo sia processi di attivazione sia processi di inibizione (per es., tra parole
alternative o fra tratti e lettere non compatibili)
Il modello Logogen
40
Una volta che un nodo attivato lattivazione si propaga attraverso la rete ai nodi vicini
quando una parola-target (per es. cane) preceduta da unaltra parola ad essa
collegata per significato (per es. gatto) la parola-target viene letta pi rapidamente e
accuratamente
Dislessia di superficie
I pazienti dislessici di superficie tendono a leggere le parole regolari meglio di
quelle irregolari e a regolarizzare queste ultime
Questi sintomi possono essere spiegati postulando un disturbo selettivo della via
lessicale di lettura con preservazione della via non-lessicale
Dislessia fonologica
Nella dislessia fonologica si osserva una corretta lettura delle parole sia regolari sia
irregolari ma vi una lettura deficitaria delle non-parole
Secondo il modello a due vie, ci si pu spiegare postulando un disturbo selettivo
delle componenti non lessicali e una preservazione delle componenti lessicali
La frequenza
Le parole pi frequenti sono lette pi rapidamente e accuratamente
La regolarit
41
Nelle lingue a ortografia non trasparente quanto pi le parole tendono alla
regolarit tanto pi facilitata la loro lettura
Linterazione tra regolarit e frequenza
Leffetto di regolarit pi forte per le parole a bassa frequenza duso
Il priming
Quando una parola-target (per es. cane) preceduta da unaltra parola ad essa
collegata per significato (per es. gatto) la parola-target viene letta pi rapidamente e
accuratamente
La struttura morfologica
La lettura di parole nuove o a bassa frequenza facilitata se esse contengono
morfemi frequenti e riconoscibili
La lunghezza
Nella lettura ad alta voce, le parole pi lunghe sono lette pi rapidamente
Il vicinato
Le parole con meno vicini ortografici (= parole che differiscono per una sola lettera
dalla parola data) sono lette pi facilmente
La scrittura
La disgrafia fonologica
Il modello a due vie della scrittura permette di spiegare un disturbo acquisito detto
disgrafia fonologica
42
Nella disgrafia fonologica si osserva una scrittura corretta delle parole sia regolari
sia irregolari ma vi una scrittura deficitaria delle non-parole
Stadio logografico
Et prescolare
Vengono apprese le propriet pi salienti delle parole (per es., il gruppo mm nella
parola mamma)
Stadio alfabetico
Vengono discriminate le singole lettere
Vengono messe in corrispondenza le lettere con i suoni
Vengono lette parole nuove
Stadio ortografico
9-10 anni di et
Riconoscimento della forma globale di una buona parte delle parole
Le strategie dello stadio precedente (conversione tra segni grafici e suoni) sono
usate in parallelo, per es. nella lettura di parole nuove
Stadio fonologico
Il bambino usa regole di corrispondenza fonemi-grafemi
Stadio ortografico
Come nello stadio ortografico della lettura, il bambino usa rappresentazioni lessicali (in
questo caso ortografiche) dellintera parola CAPITOLO 20 RAGIONAMENTO (da leggere)
43
La maggior parte delle persone non hanno studiato la logica n il calcolo delle
probabilit n la teoria delle decisioni
Come fanno queste persone a ragionare, giudicare e decidere?
Una risposta che il pensiero comune sia governato da equivalenti mentali delle
teorie formali
Questa concezione stata messa in crisi dalla scoperta che le capacit di pensiero
delle persone non esperte sono sotto vari aspetti limitate
Il ragionamento deduttivo
Inferenze deduttive
Modus ponens
Se c un asso c un 2, c un asso, dunque c un 2
Pi formalmente
P Q (premessa maggiore)
P (premessa minore)
Q (conclusione)
Questa forma di inferenza detta modus ponens
Essa tale che se le premesse sono vere lo necessariamente anche la
conclusione
Modus tollens
Se c un asso c un 2, non c un 2, dunque non c un asso
Pi formalmente
P Q (premessa maggiore)
non-Q (premessa minore) Non-
P (conclusione)
Questa forma di inferenza detta modus tollens
Anche nel caso del modus tollens se le premesse sono vere lo necessariamente
anche la conclusione
44
formali (= indipendenti dal contenuto)
logicamente valide (= se le premesse sono vere anche la conclusione
necessariamente vera)
asso 2
...
non-asso 2
non-asso non-2
45
Errori di ragionamento
La totalit o quasi delle persone ricava la conclusione valida 2 dalle premesse del
modus ponens (se asso allora 2, asso)
La teoria della logica mentale spiega facilmente questo fatto perch assume che la
mente umana possegga un equivalente del modus ponens
Anche la teoria dei modelli mentali spiega facilmente questa inferenza (v. sopra)
Invece, secondo la met delle persone interrogate non possibile
stabilire se c o no un asso dalle premesse del modus tollens (se asso allora 2, non-2)
Questo errore difficile da spiegare nella teoria della logica mentale dato che il
modus tollens una delle regole di inferenza valide nella logica classica
Per risolvere il modus tollens bisogna rendere espliciti i modelli impliciti e in particolare
quello che rappresenta la combinazione in cui non vi
n il 2 n lasso
non-asso non-2
Dunque il modus tollens pi difficile perch per risolverlo bisogna esplicitare tutte le
possibilit (comprese quelle che rappresentano casi falsi)
46
Un altro problema della teoria della logica mentale sta nel fatto che le regole che propone
sono formali (= non dipendono dal contenuto n dal contesto delle premesse)
Versione A
4 carte, ognuna con una lettera da un lato e un numero dallaltro
Due girate da un lato, una mostra A e laltra B
Due girate dallaltro lato, una mostra 2 e laltra 5
AB25
Versione B
4 buste
due girate dal lato del mittente, una chiusa e una aperta
due girate dal lato del destinatario, una con francobollo da 50 centesimi una con
francobollo da 40
CHIUSA APERTA 50 40
47
Le persone ragionano in modo diverso in versioni del problema di selezione che
sono formalmente equivalenti ma differiscono per il contenuto
In generale pi facile individuare le possibili violazioni di regole deontiche
(permessi/obblighi)
Il ragionamento probabilistico
Siccome tutte le parole della forma ----one sono anche parole della forma -----n-,
le parole ----one non possono essere pi frequenti delle parole -----n-
La maggior parte delle persone conclude invece che sono pi frequenti le parole
----one
48
Il problema di Linda
Linda ha 31 anni, non sposata, estroversa e brillante. Ha studiato filosofia.
Alluniversit era impegnata politicamente
Si deve giudicare quale dei seguenti enunciati pi probabile
(A) Linda fa la parrucchiera
(A&B) Linda fa la parrrucchiera ed unattivista non-global
La maggior parte delle persone risponde che pi probabile che Linda faccia la
parrucchiera e sia unattivista no-global
Ma questo impossibile perch, come nel caso del problema delle parole, tutte le
parrucchiere no-global sono anche semplicemente parrucchiere
In generale la probabilit della congiunzione di due eventi non pu essere
maggiore della probabilit di ciascuno di essi
Le euristiche di giudizio
Dovete comprare un melone. Lo volete maturo al punto giusto. Avete davanti a voi sul
banco del fruttivendolo una ventina di meloni. Quale prendete?
Una procedura sicura
Comprate tutti i meloni e li assaggiate uno per uno Avete risolto il problema ma a
caro prezzo
Soluzioni alternative
quello pi profumato
quello pi giallo
quello che suona meglio
Nel problema delle parole, i partecipanti possono avere usato leuristica della
disponibilit
leuristica della disponibilit porta a stimare la frequenza di una classe di eventi
sulla base della facilit con cui vengono alla mente gli esempi della stessa
49
Vengono in mente pi facilmente esempi di parole della forma ----one
che non esempi di parole ----- n-
50
CAPITOLO 22 INTELLIGENZA UMANA (da leggere)
I test dintelligenza
Il test di Binet costituito da una serie di problemi che indicano capacit basilari di
ragionamento e possono essere ordinati secondo un grado crescente di difficolt
I compiti pi difficili che il bambino in grado di risolvere indicano il suo grado di
capacit intellettiva
Se un bambino risolve i problemi che in media risolvono i bambini di 7 anni gli si
pu assegnare unet mentale di 7 anni
51
Secondo Spearman tale fattore (denominato g) era lintelligenza generale, la capacit
cognitiva globale sottesa a tutte le attivit mentali di una persona
per es., il rendimento di un individuo in un test di abilit matematica dipende sia
dalla sua specifica abilit matematica sia dal suo grado di intelligenza generale
A questa concezione si oppone lipotesi che nelle abilit intellettive esistano diverse
componenti separate e indipendenti
Secondo Gardner lintelligenza umana costituita da un insieme di forme distinte
(intelligenza matematica, verbale, musciale, motoria ecc.) a ciascuna delle quali
corrisponde un distinto modulo cerebrale
Qual il contributo relativo dei fattori genetici e ambientali alle differenze intellettive
individuali?
Sono stati condotti studi in particolare sui gemelli monozigoti (che posseggono
identico corredo genetico)
Tali studi, tra laltro, mostrano che i gemelli identici tendono ad avere gli stessi
rendimenti ai test sia quando sono stati allevati nella stessa famiglia sia quando sono stati
allevati in famiglie diverse
52
Esperimenti di neuroimmagine funzionale hanno mostrato che, quando le persone sono
impegnate nella soluzione di compiti complessi, il cervello delle persone pi abili consuma
meno glucosio del cervello delle altre (= maggiore economia di risorse)
Tra gli studenti neri, quelli cui il test non era stato presentato come uno strumento
diagnostico ottennero punteggi uguali ai bianchi
Invece quelli cui il test era stato presentato come uno strumento diagnostico
ottennero punteggi inferiori ai bianchi
Essi vedevano il test come una possibile conferma dello stereotipo negativo nei
loro confronti e questo peggiorava le loro prestazioni
53
APPENDICE
LAPPRENDIMENTO
Dott.ssa C. Bianco
L apprendimento..
Tendenze innate a fornire certe risposte (esempio la comparsa del primo sorriso
sociale nel lattante),
LE TEORIE COMPORTAMENTISTE.
1. IL CONDIZIONAMENTO CLASSICO
54
Il principio su cui si basa il condizionamento classico il rapporto temporale tra stimolo-
risposta.
Dopo il condizionamento
SC(suono) RC (salivazione)
Intervallo di tempo che intercorre tra SC e SI , che deve essere molto breve.
C chi detesta un certo cibo perch dopo averlo mangiato stato colpito da una
malattia,
chi ha paura di una persona dalla quale stato aggredito,
chi ha cominciato ad avere paura dei cavalli dopo essere stato balzato a terra da
un determinato cavallo.
La legge delleffetto
Lo stabilirsi e il rafforzarsi di legami associativi tra stimolo e risposta non deriva
semplicemente dalla loro contiguit temporale ma dagli effetti che seguono la risposta.
55
I due principi di Thorndike
Lapprendimento avveniva per prove ed errori.
IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE Il
Neocomportamentismo
(Anni 30-40)
Operanti:
appartengono al repertorio dellindividuo;
vengono emessi in assenza di un particolare stimolo che li preceda; operano
sullambiente, agendo su di esso anzich subirne lazione.
I Rinforzi
I rinforzi sono stimoli o effetti che seguono una risposta e che determinano la probabilit
che la risposta medesima sia emessa.
CONTINUO
PARZIALE
Shaping
(Khler, 1925)
Lapprendimento per insight indica unimprovvisa presa di coscienza, la capacit di
risolvere un problema sulla base della ristrutturazione cognitiva dei suoi elementi in modo
del tutto nuovo, improvviso e irreversibile.
La teoria cognitiva europea
LAPPROCCIO COGNITIVISTA
Che cosa accade quando apprendiamo?
57
Apprendere significa modificare, cambiare.
Cambiano, quindi, le conoscenze che una persona arriva a possedere, e che costituiscono
la base del successivo comportamento.
Secondo il Cognitivismo
Come avviene la conoscenza?
Percezione
Memoria
Categorizzazione
Rappresentazioni mentali
Percepire un oggetto significa individuare quelloggetto in mezzo a tutta una serie di altri
stimoli (o informazioni) che provengono dallambiente.
ACCRESCIMENTO
CREAZIONE
AGGIUSTAMENTO
Consapevolezza nellapprendimento:
La metaconoscenza
Si parla di metaconoscenza quando facciamo riferimento a ci che noi conosciamo sul
funzionamento dei nostri processi di conoscenza. Anne Brown (1978).
UN MONDO DI NUMERI.
Gli studi sulla rappresentazione mentale dei numeri naturali ci rivelano che la grandezza
numerica rappresentata in modo analogico e visuo-spaziale piuttosto che in modo
simbolico-linguistico. Nel 1880 Galton chiese a persone normali di descrivergli come
pensavano ai numeri, e molti riferirono di avere delle rappresentazioni visuo-spaziali dei
numeri. Era infrequente il riferimento a una linea nella quale i numeri comparivano in un
formato continuo ed analogico. Questa divenne nota come linea numerica mentale.
Una prova ancora pi forte dellorientamento spaziale della linea numerica mentale viene
dallo studio di pazienti con neglect, un disturbo di attenzione per lo spazio di sinistra in
seguito a una lesione cerebrale al lobo parietale destro. Se si chiede a questi pazienti di
indicare il punto di mezzo di una linea tracciata su un foglio (compito di bisezione), essi
indicano un punto troppo spostato a destra. Il compito di bisezione numerica consiste
nellindividuare il numero il numero che si trova nel mezzo fra due numeri pronunciati a
voce alta dallesaminatore. I pazienti commettono errori molto simili nel bisecare le due
linee, la linea reale e la linea numerica mentale. Ad es., per la coppia 11 e 19, la risposta
corretta 15, ma i pazienti rispondono 17 o 18, cio spostano a destra il punto di mezzo.
Quindi, il fatto che entrambi gli errori siano simili favorisce lipotesi che la linea numerica
mentale ha caratteristiche spaziali molto simili a quelle di una linea reale.
Lanalisi dei TR e degli errori dimostra che le risposte sono tanto pi rapide ed accurate
quanto maggiore la differenza fra i due numeri: ad es., risulta pi veloce e pi facile
confrontare la coppia 5 e 3 che non la coppia 5 e 4. Tale fenomeno, noto come effetto
distanza, indipendente dal tipo di stimolo e viene interpretato come una dimostrazione
del fatto che le discriminazioni tra gli elementi numerici sono tanto pi facili quanto pi le
quantit da confrontare sono distanti sulla linea numerica mentale.
Oltre alleffetto distanza, i risultati ottenuti nei compiti di confronto dimostrano lesistenza
del cosiddetto effetto grandezza: a parit di distanza tra i numeri da comparare, le risposte
rallentano con laumentare della grandezza dei numeri. Ad es., i TR sono pi rapidi per il
confronto tra 4 e 6 che per il confronto tra 6 e 8. Tale effetto ha suggerito lipotesi secondo
cui la linea numerica mentale sia compressa logaritmicamente, cio che le quantit che
essa rappresenta siano tanto pi vicine quanto pi grandi sono i numeri. Unipotesi
alternativa sostiene che la rappresentazione dei numeri diventa imprecisa in modo
proporzionale alla grandezza numerica.
LA MATEMATICA MENTALE.
Una questione particolarmente controversa quella che riguarda il formato in cui i fatti
aritmetici sono depositati nella memoria. Secondo alcuni ricercatori, lapprendimento dei
fatti aritmetici (in particolare le tabelline) non sarebbe diverso dallimparare una poesia a
memoria. Quindi, leffetto della grandezza del problema si spiega con il fatto che i problemi
grandi sono meno frequenti dei problemi piccoli, dunque i legami associativi tra gli
operandi e la risposta corretta sarebbero progressivamente pi deboli allaumentare della
grandezza del problema. Secondo unaltra ipotesi, il recupero dalla memoria sarebbe
basato su rappresentazioni della quantit numerica (la linea numerica mentale) piuttosto
che su semplici associazioni verbali. In questo caso, leffetto della grandezza del problema
dipenderebbe proprio dallorganizzazione intrinseca dei fatti aritmetici nella memoria.
Tuttavia, una via di mezzo tra queste due ipotesi sarebbe lipotesi pi plausibile: alcuni
recenti studi, infatti, suggeriscono che le operazioni altamente automatizzate, come la
moltiplicazione e forse alcune addizioni molto semplici, si basano almeno in parte su
rappresentazioni di tipo linguistico, contrariamente a quelle poco automatizzate, come la
sottrazione, che si basano sulla manipolazione di rappresentazioni della quantit
numerica.
IL CERVELLO E LA MATEMATICA.
Secondo alcuni studi, larea del cervello dedicata alla matematica sarebbe il lobo parietale,
poich esso si attiva in tutti i compiti che richiedono la manipolazione di quantit, in
particolare si attiva nel caso delle operazioni aritmetiche e nel confronto di grandezza fra
numeri. Nel calcolo mentale, invece, si attiva anche il giro angolare dellemisfero sinistro,
che anche implicato nellelaborazione del linguaggio.
|Calcolatori eccezionali.
Non vero che per essere eccezionali nel calcolo e nella matematica abbiamo bisogno di
un cervello speciale: le capacit che i grandi matematici mostrano di avere in
questambito sembrano dipendere principalmente dalla grande quantit di pratica (infatti,
possono mostrare unintelligenza inferiore alla norma per quanto riguarda altri argomenti).
Ci non vuol dire ignorare le nostre basi biologiche (e persino genetiche) delle nostre
abilit numeriche: alcune persone soffrono infatti di discalculia evolutiva, una difficolt
specifica con i numeri che si manifesta nei primi anni di scuola, che sembra dipendere, cos
come altre difficolt di questo tipo, da anomalie genetiche che si riflettono sullo sviluppo
del cervello. Tuttavia, anche considerando solo gli individui normali, i test di matematica
dimostrano che c una grande variabilit di prestazioni tra il miglior individuo ed il
peggiore. Ci pu dipendere da diversi fattori, come quelli motivazionali, emotivi, culturali
ed educativi.
CAPITOLO QUARTO
OGGETTI E CATEGORIE.
I processi di riconoscimento degli oggetti sono veloci e flessibili e, anche di fronte a diversi
tipi di modificazione (tempo ridotto di esposizione delloggetto, modifiche nella forma, nel
colore, etc.), possiamo riconoscerli senza sforzo e quasi senza commettere errori.
Ma come facciamo a riconoscere gli oggetti da punti di vista diversi? Le soluzioni
tradizionali sono relative a due idee fondamentali: quella di descrizione strutturale e quella
di template, ognuna con prove a favore e prove contrarie.
Ci possibile perch esso riesce a ricostruire sempre la stessa descrizione della struttura
tridimensionale delloggetto. Questa descrizione strutturale confrontata con analoghe
descrizioni in un catalogo interno, e la descrizione interna che pi corrisponde a quella
costruita sulla base dellinformazione corrente viene scelta per il riconoscimento. Questa
idea fu proposta per la prima volta dal ricercatore inglese Marr, che combin lottica
ecologica di Gibson con le conoscenze allora disponibili sulla neurofisiologia del sistema
visivo. Il risultato fu un modello a tre stadi, in cui lelaborazione dellinformazione visiva
inizia con una rappresentazione dei contorni ai diversi livelli di dettaglio (abbozzo
primario), poi vi lintegrazione di tali contorni con le informazioni fornite dalla stereopsi -
cio la percezione della profondit basata sullinformazione binoculare -, dal movimento,
dalle ombre (abbozzo a due dimensioni e mezza), ed infine si ha una descrizione completa
della struttura tridimensionale delloggetto (modello tridimensionale).
Con lidea di una rappresentazione spaziale intermedia fra le due e le tre dimensioni, Marr
voleva sottolineare che il sistema percettivo pu rappresentare le posizioni nello spazio
rispetto a due riferimenti diversi. Il primo riferimento la posizione del punto di vista
occupato dallosservatore, mentre il secondo il sistema astratto delle tre coordinate
utilizzate nella geometria euclidea. In questultimo caso, a differenza del primo, grazie a
queste tre coordinate indipendenti dal punto di vista, vi una descrizione strutturale
completa. La computazione naturale sottostante al passaggio dallabbozzo a 2D e al
modello 3D sarebbe basata, secondo Marr, su una sorta di lavoro di ricostruzione: a partire
da propriet rilevabili nellabbozzo a 2D e , il sistema visivo ricostruirebbe dei volumi (i
cilindri generalizzati), la cui combinazione sarebbe la descrizione strutturale delloggetto
nel modello a 3D.
|I templates.
Tuttavia, tale modello stato usato per spiegare i processi di riconoscimento di tutti gli
oggetti, dato che, secondo molti ricercatori, la rappresentazione interna utilizzata per il
riconoscimento costituita da una sorta di template arricchito, una specie di fotografia
delloggetto come appare da un particolare punto di vista.
Tale idea trae la sua forza dai dati, dato che la prestazione di riconoscimento non del
tutto indipendente dal punto di vista da cui si guarda un oggetto (in particolare, da punti di
vista privilegiati, detti canonici, il riconoscimento veloce ed accurato, mentre allinfuori di
essi non lo ). Ci si evince, inoltre, anche dal fatto che nel lobo temporale del cervello vi
sono unit neurali che sembrano essere lequivalente di un template, ossia che rispondono
bene a oggetti specifici presentati da uno specifico punto di vista, mentre sono poco
sensibili rispetto a modificazione di grandezza e di posizione nel campo visivo.
|Rotazioni mentali.
Negli anni Settanta, Shepard ed i suoi collaboratori avevano svolto delle ricerche sulla
capacit di riconoscere oggetti non familiari: si prende unimmagine che raffigura un
oggetto complesso e non familiare e la si accoppia con altre figure, che possono
rappresentare lo stesso oggetto, ruotato in 3D di una certa quantit, oppure oggetti
diversi. Si mostrano le coppie di figure a delle persone che devono decidere il pi
velocemente possibile se i due oggetti sono uguali o diversi. Il compito difficile, ma dopo
un adeguato addestramento le persone riescono a svolgerlo bene. Il risultato di ci che il
tempo di risposta varia linearmente in funzione dellentit della rotazione (rotazione
piccola = riconoscimento veloce; rotazione grande = riconoscimento lento).
In tale ambito, Shepard propose il concetto di rotazione mentale: per decidere se i due
oggetti sono uguali o diversi, le persone utilizzerebbero un processo interno analogo al
ruotare fisicamente loggetto a velocit costante, anche se nessun ricercatore riuscito a
trovare una buona spiegazione del perch ci avvenga proprio a velocit costante. Daltro
canto, molti ricercatori che si occupano di riconoscimento di oggetti oggi ritiene che sia
proprio un processo di trasformazione delle rappresentazioni interne quello che permette
di superare il problema insito nel concetto di template.
In questo senso, molti risultati sembrano in accordo con le previsioni dei modelli a
template: Bulthoff, con un esperimento basato su immagini costruite in modo da sembrare
tridimensionali e presentate a dei soggetti, ai quali venivano poi mostrate nuove immagini
dove potevano esserci oggetti mai visti primi oppure un oggetto (precedentemente
studiato) presentato da nuovi punti di vista, not che 1) quando il punto di vista
intermedio, il riconoscimento molto buono; 2) quando pi estremo, meno buono; 3)
quando ortogonale, il riconoscimento pessimo. Ci suggerisce che il riconoscimento
varia in funzione della posizione del nuovo punto di vista rispetto ai punti di vista gi noti.
Oggi si ritiene che n i modelli basati su descrizioni strutturali n quelli basati su templates
riescano a spiegare in modo soddisfacente tutti i dati disponibili. In questo senso, i
ricercatori si dividono fra due posizioni alternative: la prima dice che la via duscita dal
dilemma potrebbe essere un modello ibrido che utilizza meccanismi diversi in condizioni
diverse, quindi il riconoscimento sarebbe in parte basato su template ed in parte su
descrizioni strutturali; la seconda invece dice che tale modello non soddisfacente in
quanto poco economico e difficile da controllare empiricamente.
Perci, molti ricercatori oggi preferiscono un modello interamente basato sui templates
piuttosto che un modello a due componenti. In questo senso, secondo i ricercatori una
rete neurale potrebbe, grazie ad opportune regole per la trasmissione dei segnali dalle
unit che funzionano come templates a quelle che codificano gli oggetti, essere in grado di
interpolare fra diversi templates per riconoscere gli oggetti da punti di vista nuovi,
incorporando, quindi, anche alcune idee di Biederman, che non ha mai negato che il
riconoscimento dipenda parzialmente dal punto di vista.
Non ovvio come i processi di riconoscimento finora studiati dovrebbero funzionare nel
caso, invece, di un oggetto del tutto nuovo.
In questo ambito, Gibson, il padre dellapproccio ecologico allo studio della percezione
visiva, fu il primo a notare che nella struttura spaziale e temporale dellassetto ottico vi
sono informazioni in grado di specificare direttamente ad un organismo quali azioni
possono essere svolte su un certo oggetto. Per riferirsi a queste particolari propriet
percepite, Gibson ha coniato un neologismo: affordance (dallinglese to afford: offrire,
rendere disponibile. Indica quindi la disponibilit a subire una certa azione), secondo cui,
per questo tipo di categorizzazione, non sarebbe necessario lutilizzo di rappresentazioni
interne, ma il sistema visivo potrebbe raccogliere direttamente linformazione che un dato
oggetto ha una certa affondante.
I dati raccolti da uno studio della percezione degli stimoli ambientali che dei soggetti
hanno in relazione ad una sedia e ad una scala, suggeriscono che le persone riconoscono
una sedia come qualcosa su cui ci si pu sedere o una scala come qualcosa su cui si pu
salire, in funzione dellinformazione ottica disponibile sulle dimensioni e sulla forma degli
oggetti percepiti, ma anche sulla relazione fra il mondo e le possibilit motorie
dellosservatore.
Vi una leggenda metropolitana che ha destato particolare interesse tra gli psicologi: si
racconta che una nota azienda produttrice di bibite, che chiameremo Poca Rola, per
incrementare le proprie vendite, inser un fotogramma della propria bibita tra i
fotogrammi di una pellicola proiettata in un cinema. Ogni fotogramma era esposto alla
vista degli spettatori per pochi millisecondi, e perci non sorprende che gli spettatori non
fossero coscienti di quello della Poca Rola. Tuttavia, secondo la leggenda, al termine del
film gli spettatori che erano assetati si recavano presso il vicino distributore automatico e
tendevano ad acquistare pi la bibita della Poca Rola che le altre bibite. Dunque,
ragionevole temere che il nostro comportamento possa essere influenzato da stimoli che
sfuggono alla nostra coscienza?
I fatti narrati dalla leggenda possono essere suddivisi in due categorie: gli elementi e le
caratteristiche. Gli elementi sono gli stimoli ambientali che si suppongono rilevanti per
capire il senso della leggenda. Le caratteristiche sono alcuni dettagli della situazione sotto
esame che confronteremo immaginando una situazione analoga in un laboratorio di
psicologia. Distinguendo gli elementi relativi allevento 1 e quelli relativi allevento 2,
notiamo che il primo costituito dalla presentazione del fotogramma della Poca Rola agli
spettatori impegnati a guardare il film, mentre il secondo costituito dallacquisto di una
bibita al distributore automatico. Levento 1 precede levento 2, e a noi interessa
esaminare il comportamento degli spettatori dopo essere stati esposti al fotogramma della
Poca Rola. Le caratteristiche legate ai due eventi sono: 1) le condizioni temporali che
definiscono il manifestarsi dei due eventi; 2) lo stato di coscienza dello spettatore
allaccadere dei due eventi; 3) il comportamento dello spettatore in relazione ai due eventi.
I due eventi differiscono per tutte queste caratteristiche, in particolare levento 1
sottoposto a forti vincoli temporali, levento 2 no. Quindi,il comportamento dello
spettatore messo in atto allaccadere dellevento 2 ha legami concettuali diretti con il
distributore di bibite.
Gli psicologi sperimentali considerano tale leggenda non convincente per due motivi:
innanzitutto, ci viene detto che gli spettatori non avevano percepito coscientemente il
fotogramma in questione, ma quali prove sono addotte a favore di tale affermazione?
Nessuna. Allora, dovremmo crederci o no? Se s, dovremmo credere allora che i pochi
millisecondi sono effettivamente insufficienti a generare un percetto cosciente di
unimmagine visiva. Se no, potremmo trovare una spiegazione alternativa al fenomeno, del
tipo che lo spettatore avr notato tale fotogramma, chiedendosi che cosa ci faceva nel
film, e successivamente aver pensato che una bibita della Poca Rola un buon modo per
dissetarsi, decidendo di acquistarla.
Secondo motivo che la leggenda ci dice che dopo la visione del film gli spettatori che
sceglievano la Poca Rola erano molto pi numerosi (70%) di quelli (30%) che sceglievano le
altre bibite. Tuttavia, tale dato non affatto informativo del reale effetto del fotogramma
sugli spettatori. Infatti, possibile che tra gli spettatori che hanno comprato la Poca Rola ce
ne siano molti che, anche se non fossero stati esposti al fotogramma, avrebbero
comunque preferito la Poca Rola alle altre bibite. Per tale ragione, occorre esaminare tutto
ci nellambito di un laboratorio di psicologia sperimentale.
Anche in questo caso, ogni prova di un esperimento basato sul paradigma di priming
subliminale pu essere scomposta in due eventi successivi. Lelemento cardine dellevento
1 definito stimolo prime (la raffigurazione di un paio di ossa), che viene esposto per
pochi millisecondi ed preceduto/seguito da configurazioni senza senso che mascherano
lo stimolo prime. Levento 2 temporalmente successivo allevento 1, e lintervallo di
tempo che intercorre tra essi di qualche centinaio di millisecondi. Lelemento cardine
dell evento 2 definito stimolo target, in questo caso la raffigurazione di un cane, esposto
senza particolari limiti temporali. Dopo essere stato esposto allo stimolo prime (senza
esserne informato), al partecipante viene presentato lo stimolo target e gli viene assegnato
un compito, ad es. quello di dire, nel pi breve tempo possibile, il nome o la categoria a cui
appartiene il concetto dello stimolo target. Il tempo che intercorre tra la presentazione
dello stimolo target e la rilevazione della risposta la variabile dipendente
dellesperimento.
Quindi, i tempi di reazione sono pi brevi quando gli stimoli target sono preceduti da
stimoli prime concettualmente associati.
Per spiegare leffetto di priming subliminale, si deve analizzare larchitettura delle funzioni
mentali, costituita dalle forme di memoria e dai tipi di processi mentali, organizzati in
riferimento allo scorrere del tempo. In particolare, i primi istanti successivi alla
presentazione dello stimolo sono occupati dalla generazione di una rappresentazione
sensoriale il cui supporto funzionale la memoria iconica (MI), che ci permette di scattare
fotografie mentali di breve durata, icone, appunto.
Molti psicologi sperimentali sostengono che la conditio sine qua non affinch uno stimolo
sia cosciente che ne esista una rappresentazione in MBT. Tuttavia, il consolidamento non
sufficiente a generare una rappresentazione mnestica in MBT. Infatti, la rappresentazione
sensoriale viene sottoposta ad un ulteriore processo mentale, che opera un trasferimento
dellattivazione dalla MI alla memoria a lungo termine (MLT). Quindi, ha senso parlare di
una rappresentazione mnestica in MBT solo come prodotto dellintegrazione tra la
rappresentazione consolidata dello stimolo e la rappresentazione delle informazioni
semantiche relative allo stimolo attivate nella MLT.
Alcuni studi sperimentali lasciano supporre che quando il livello di attivazione della
rappresentazione sensoriale minimo, come logico ipotizzare per uno stimolo prime di
durata cos breve e sottoposto allazione mascherante degli stimoli che lo
precedono/seguono, il consolidamento della rappresentazione sensoriale in una
rappresentazione in MBT non avviene. La breve durata dello stimolo prime comunque
sufficiente a dare corso al processo di trasferimento dellattivazione alla MLT. Quindi, anche
livelli minimi di attivazione di una rappresentazione sensoriale sono sufficienti ad
innescare lattivazione delle informazioni concettuali associate allo stimolo visivo. Lo
stimolo prime, poi, non pu essere cosciente, perch non ne viene consolidata la relativa
rappresentazione sensoriale, oltre al fatto che non possono essere integrate la
rappresentazione dello stimolo in MBT e le informazioni semantiche attive in MLT relative
allo stimolo prime.
Chiaramente, non dobbiamo averne, in primo luogo perch vi una normativa che vieta
espedienti pubblicitari di carattere subliminale; in secondo luogo, non esistono al
momento prove convincenti che dimostrino che anche lespressione di una preferenza
possa essere influenzata da stimoli non coscienti; in terzo luogo, rimane il problema di
stabilire quale sia il test di riconoscimento pi opportuno per la valutazione del grado di
riconoscibilit degli stimoli non coscienti, cio gli stimoli prime. Tuttavia, linsieme di questi
risultati non ancora sufficiente per permetterci di concludere con certezza che nulla dello
stimolo prime viene percepito coscientemente.
CAPITOLO UNDICESIMO
Nel cervello, una rete neurale formata da un certo numero di neuroni che agiscono e si
influenzano a vicenda tramite le connessioni che li collegano. Ogni neurone rileva un
insieme di condizioni che considerato il pi semplice livello di rappresentazione. In ogni
caso, il neurone segnala ci che ha rilevato attraverso la sua frequenza di scarica, ed i
neuroni possono ricevere segnali da altri neuroni, formando strati di rilevatori pi
complessi. Una rete neurale artificiale si ispira a tutto ci, senza tentare comunque di
riprodurre la complessit del neurone biologico, ma cercando di catturarne i principi base
di funzionamento.
|Il neurone.
|Larchitettura.
Importante, poi, stabilire larchitettura della rete, cio uno schema di connettivit che
identifica la presenza di eventuali gruppi di neuroni diversi, organizzati in strati, e il modo
in cui i neuroni sono connessi tra loro. Le unit che ricevono linput direttamente
dallambiente formano lo strato di input, mentre le unit che producono loutput finale
della rete formano lo strato di output. I neuroni che non sono in contatto con lambiente
sono chiamati unit nascoste, organizzabili in uno o pi strati. Il numero di unit presenti in
ogni strato dipende dalla natura del compito che la rete dovr apprendere. Presentare alla
rete uno stimolo significa attivare quelle unit di input che codificano gli attributi dello
stimolo le altre unit rimangono spente (inattive). Ad es., se un gruppo di unit codifica
il colore degli oggetti, uno stimolo rosso attiver le unit che codificano il colore rosso
ma non quelle che codificano il verde o altri colori. Con il termine configurazione ci
riferiremo allo stato di attivazione complessivo di tutte le unit di uno strato.
Bisogna definire prima lo schema di connettivit tra strati: alcuni tipi di rete prevedono
solo connessioni unidirezionali in avanti (feedforward), dallo strato di input verso lo
strato nascosto e da questultimo verso lo strato di output; altre reti hanno invece
connessioni bidirezionali, in cui lattivazione pu fluire anche allindietro (feedback)
dalloutput verso linput. In questo caso si parla di reti ricorrenti, e in alcuni tipi di tali reti
non vi una divisione in strati, per cui ogni unit collegata con tutte le altre. Ci possono
essere anche connessioni intra-strato, cio tra unit che fanno parte dello stesso gruppo
(connessioni laterali).
La ricerca sulle reti neurali artificiali ha prodotto un numero notevole di algoritmi (insieme
finito di istruzioni per risolvere un problema) di apprendimento. Distinguiamo tre tipi
diversi di apprendimento:
In seguito a ci, la rete potr loutput corretto per ogni configurazione di input. Inoltre,
essa pu essere in grado di generalizzare, cio di utilizzare in modo appropriato la
conoscenza appresa anche di fronte a nuovi esempi del problema rispetto al quale ha
avuto luogo lapprendimento (es. riconoscere come cane anche un esemplare di una
razza che non ho mai visto e immediatamente saprei che potrebbe mordermi).
Per prima cosa, c da dire che una rete non ha una sorta di magazzino di memoria e
neppure una traccia per ogni configurazione appresa. I pesi delle connessioni dopo
lapprendimento permettono alla rete di riprodurre lo stato di output appropriato per un
certo input: una memoria di tipo ricostruttivo. Si tratta comunque di una memoria a
lungo termine, perch i pesi delle connessioni non si cancellano e si modificano
(gradualmente) solo se c ulteriore apprendimento. Invece, lo di attivazione delle unit
della rete neurale rappresenta le informazioni specifiche presenti in un determinato
istante di tempo, che decadono rapidamente alla scomparsa dello stimolo ma che, se
necessario, possono essere mantenute temporaneamente attive.
Questo esperimento pu essere ripetuto usando come soggetto una rete neurale. Tutto va
bene nellapprendimento della lista AB, ma al momento dellapprendimento della lista AC
si nota che la prestazione della rete molto diversa da quella dei soggetti umani. Infatti,
linterferenza molto pi grande per la rete. Due fattori influiscono su ci: 1) il grado di
sovrapposizione delle rappresentazioni, cio alcune unit della rete sono condivise da
rappresentazioni di stimoli diversi ; 2) il tasso (o rapidit) di apprendimento, che si riferisce
a quanto grandi possono essere i cambiamenti dei pesi delle connessioni durante
lapprendimento. Pi grande il cambiamento, maggiore sar linterferenza, e pi il tasso
di apprendimento elevato, maggiore sar la rapidit di apprendimento.
Tale incompatibilit pu essere risolta solo usando due sistemi diversi, e nel cervello,
questi ruoli complementari sarebbero assegnati rispettivamente allippocampo e alla
neocorteccia. Nel quadro teorico di questi due sistemi complementari di apprendimento,
lippocampo responsabile della memoria episodica e, quindi, si occupa
dellapprendimento rapido e non soggetto a interferenza, mentre la neocorteccia estrae le
conoscenze generali sul mondo tramite un lento apprendimento e la graduale integrazione
delle esperienze.
Oggi, sappiamo meno sulla produzione di quanto sappiamo sulla comprensione del
linguaggio e solo di recente i processi attraverso i quali si arriva a dire una frase hanno
cominciato a essere compresi in qualche dettaglio. Il punto di partenza delle nuove
ricerche, condiviso dagli studiosi, che esistono alcuni passi fondamentali che un parlante
deve compiere per produrre una frase.
LA STRUTTURA FONDAMENTALE.
Gli stadi della produzione di una frase sono tre: il livello della concettualizzazione o del
messaggio, quello della formulazione o pianificazione e quello dellarticolazione. La
concettualizzazione non legata alla specifica lingua del parlante, ed il momento in cui
una persona ha lintenzione di parlare e decide che cosa vuole dire, scegliendo quale parte
della sua comunicazione rilevante. In questa fase viene elaborato in forma prelinguistica
il messaggio che nelle fasi successive trover espressione in una frase della lingua. Durante
la formulazione, il messaggio prende forma linguistica: il parlante sceglie le parole da usare
e la struttura sintattica della frase. Qui si specifica anche il suono della frase. Nella fase
finale, quella dellarticolazione, si recuperano i vari pezzi e vengono emessi, nellordine
appropriato, i suoni che compongono la frase. Molto spesso, quando abbiamo finito di
pronunciare una parte della frase, la successiva gi disponibile per essere realizzata.
Tuttavia pu capitare che le cose non sia sempre cos ben sincronizzate e, quindi, il passo
successivo pu non essere ancora pronto, venendosi, pertanto, a creare unesitazione.
ESITAZIONI ED ERRORI.
Il discorso spontaneo non fluido e scorrevole come quello recitato a memoria e una delle
differenze fondamentali fra queste forme sta nel fatto che il discorso spontaneo di norma
pieno di piccole imperfezioni che costituiscono delle piccole deviazioni rispetto ad una
produzione idealmente perfetta, che per sono fisiologiche e che siamo capaci di auto
correggere.
Vi sono due tipi di esitazioni: quelle vuote che si realizzano restando brevemente in
silenzio (es. la // tua macchina) e quelle piene e riempite, in cui la momentanea esitazione
nascosta dalla ripetizione di materiale verbale gi disponibile (es. la, la, la tua
macchina) o dallinserzione di vuoti intercalari (es. la, cio, tua macchina). Le esitazioni
non sono distribuite casualmente nel discorso, ma compaiono principalmente in tre
posizioni: alle giunture grammaticali, ad esempio fra una frase e laltra (Il nostro primo
ministro nn molto rispettato in Francia // spesso dileggiato dalla stampa di quel paese);
allinterno di una frase fra un costituente e laltro (ad es., Finora, Berlusconi // non mai
stato assolto con formula piena); o dopo la prima parola di un costituente (ad es., il //
primo ministro).
A differenza delle esitazioni, gli errori sono vere e proprie deviazioni, che noi notiamo solo
molto raramente, per lo pi quando producono situazioni buffe o imbarazzanti. Vi sono
diversi tipi di errori: gli scambi (ad es., ho visto la barca di Piero ho visto la parca di Biero),
le anticipazioni (ad es., ho visto la barca di Piero ho visto la parca di Piero), le sostituzioni
(ad es., ho visto la barca di Piero ho visto la moto di Piero), i malapropismi (ad es., ho visto
la barca di Piero ho visto la marca di Piero).
Gli errori possono fornire dati preziosi sui meccanismi di produzione. In una frase erronea,
le informazioni relative a parole come gli articoli vengono recuperate per mezzo di
meccanismi che intervengono in fasi diverse della produzione: la scelta della forma
grammaticale precede il recupero dei suoni delle parole di contenuto, o meglio delle loro
basi, ma la specificazione fonologica con lindicazione di genere e numero segue lo
scambio delle basi e avviene contemporaneamente alla realizzazione fonologica del genere
e del numero di queste.
La maggior parte degli sforzi degli studiosi si concentrata sulla fase della formulazione.
Come abbiamo visto, in questa fase il parlante sceglie le parole e la struttura sintattica
della frase che vuole pronunciare. La scelta delle parole, detta lessicalizzazione, il
processo mediante il quale trasformiamo una rappresentazione semantica, cio il
significato di una parola (ad es., cane), nel suono corrispondente. Le nostre conoscenze su
questo processo provengono da studi sperimentali condotti col paradigma interferenza
figura-parola.
Il paradigma si basa su un fenomeno noto da molto tempo: se si presenta a una persona
una figura e le si chiede di denominarla, cio di produrre una parola target, il tempo
necessario per eseguire il compito maggiore se viene presentata assieme alla figura, con
listruzione di ignorarla, una parola detta distrattore. Levelt e collaboratori, in tale ambito,
chiesero a dei partecipanti a un esperimento di dire ad alta voce, il pi velocemente
possibile, il nome di alcune figure che venivano loro presentate su uno schermo (ad es., un
cane). Un po prima, un po dopo, oppure contemporaneamente alla figura appariva sullo
schermo anche un distrattore, che poteva avere col target (ad es., /kane/) una relazione
semantica (ad es., tartaruga), una relazione fonologica (ad es., pane), o nessuna relazione
(ad es., ricotta). I risultati di tale ricerca hanno mostrato che , quando il distrattore era
presentato prima o assieme alla figura, rispondere richiedeva pi tempo nel caso in cui ci
fosse una relazione di significato fra target e distrattore. Tuttavia, quando il distrattore
veniva presentato dopo il target, non si osservava pi alcun effetto della relazione
semantica, mentre la risposta veniva facilitata dalla presenza del distrattore fono
logicamente simile al target.
In seguito a ci, non si osservano pi gli effetti della competizione semantica. Si vedono
invece effetti di somiglianza fonologica: la presenza di un distrattore che condivide alcuni
fonemi con la parola target facilita il recupero del lessema facilitando anche la risposta.
Durante la seconda, lordine delle parole viene specificato. Si tratta di una fase cruciale
nella pianificazione della frase, poich tramite lordine delle parole che rendiamo
esplicite le relazioni le relazioni sintattiche fra le parole di una frase e quindi il significato
della frase. C da dire che la struttura di una frase non viene interamente pianificata prima
di cominciarne la produzione. Tale struttura costruita in maniera incrementale pezzo per
pezzo. Questi pezzi corrispondono a unit sintattiche come i sintagmi.
LA CONVERSAZIONE.
Perch una conversazione si svolga con successo necessario che i partecipanti tengano
conto del contesto nel quale si trovano e si attengano a principi condivisi che regolano la
loro attivit linguistica. In genere, siamo assai abili nelluso dei principi sociali che regolano
le conversazioni e, nonostante si tratti di regole complesse, esse per la maggior parte
vengono acquisite dai bambini prestissimo, assai prima che la loro competenza
strettamente linguistica si sia sviluppata.
Un aspetto importante nella conversazione la presa dei turni, che consiste in una
complessa procedura che si basa su tre regole fondamentali:
1) Chi parla ha il diritto di scegliere chi parler dopo di lui e spesso esercita
questo diritto rivolgendosi direttamente alla persona scelta;
2) Se chi parla non sceglie, allora parla chi vuole;
3) Chi parla pu continuare, ma non obbligato a farlo.
Come tutte le regole, anche queste possono non essere rispettate, ma la loro applicazione
permette di minimizzare il livello di conflitto e sovrapposizione nelle conversazioni
informali, mentre regole pi rigide presiedono a scambi pi formali.
Un aspetto della comunicazione che ha interessato i ricercatori riguarda le procedure di
apertura e chiusura di una conversazione. Le prime possono essere schematizzate come
una sequenza di chiamate e risposte. Le chiamate hanno lo scopo di richiamare
lattenzione dellinterlocutore da parte di chi decide di aprire la conversazione (ad es., Ehi,
ciao!, Paola!?, Mi scusi), mentre le risposte segnalano la disponibilit dellinterlocutore (ad
es., Ehi, Carla!, S?, Prego). A questo punto, chi ha fatto la chiamata che deve introdurre il
tema della conversazione, giustificando cos la richiesta di attenzione. Chiudere una
conversazione un atto che richiede laccordo dei partecipanti e il mancato
raggiungimento di tale accordo pu avere conseguenze sociali spiacevoli (come quando chi
sembra pronto a concludere una conversazione e manifesta tale intenzione con alcuni
segnali, ma linterlocutore prosegue invece nella conversazione, lasciando allaltro la
difficile scelta fra riprendere la conversazione, rinviandone la chiusura, oppure
interromperla unilateralmente, rischiando di incrinare unamicizia).
Uno dei principi di base della scelta razionale quello della coerenza descrittiva. Secondo
tale principio, lespressione di una preferenza non dovrebbe dipendere dal modo in cui
sono descritte le opzioni. Ad es., se un medico dovesse decidere se applicare la terapia A o
la terapia B ad un paziente, e gli fosse detto che con la prima il paziente ha il 90% di
probabilit di sopravvivere e il 10% di morire mentre con la seconda ha l80% di probabilit
di sopravvivere ed il 20% di morire, per il principio di coerenza descrittiva, sia nel caso della
probabilit di sopravvivere che di quella di morire, il medico sceglierebbe la terapia A.
Tuttavia, ci possono essere casi in cui tale principio viene violato, come quelli in cui si usa
una diversa descrizione delle medesime conseguenze.
Ci era stato predetto dalla teoria del prospetto di Kahneman e Tversky per rendere conto
non delle scelte razionali, ma delle decisioni reali degli individui. Uno degli elementi
centrali di tale teoria la funzione di valore soggettivo, che ha tre propriet fondamentali:
1) La prima lavversione per le perdite, che riguarda una perdita che ha un
impatto maggiore di un guadagno di pari entit. Ci significa, ad es., che un
aumento di prezzo produce nel consumatore un fastidio di intensit maggiore del
piacere provato nel ricevere uno sconto della stessa entit;
2) La seconda che la curva dei guadagni concava mentre quella delle
perdite convessa. Ci significa che i soggetti tendono ad evitare scelte rischiose
nel dominio dei guadagni e sono pi propensi a fare scelte rischiose nel dominio
delle perdite;
3) La terza che i guadagni e le perdite sono definiti in base ad una
operazione mentale di codifica rispetto ad un punto di riferimento.
Dunque, il rovesciamento delle preferenza in due versioni diverse dello stesso problema,
noto come effetto framing (incorniciamento), dipenderebbe dal diverso tipo di
rappresentazione mentale delle opzioni indotto dalla formulazione del compito
decisionale.
C un secondo principio di coerenza che le decisioni devono rispettare per essere definite
razionali. Secondo tale principio, detto di coerenza procedurale, le preferenze delle
persone non dovrebbero cambiare in funzione del modo in cui viene chiesto loro di
esprimerle. Ad es., se un amico dovesse scegliere tra due appartamenti, gli potremmo
chiedere in quale appartamento vorrebbe andare a vivere, oppure in quale non vorrebbe
andare a vivere, oppure quanto sarebbe disposto a spendere. Secondo tale principio, se
lamico ci risponde che preferisce andare a vivere nellappartamento A, allora dovrebbe
anche dirci che sarebbe disposto a spendere di pi per acquistarlo rispetto
allappartamento B. Non solo, dovrebbe anche dirci che preferirebbe non andare a vivere
nellappartamento B. Come il principio di coerenza descrittiva, anche quello procedurale
non viene sempre rispettato, in particolare in quei casi in cui gli individui devono scegliere
cosa non vorrebbero fare o dove non vorrebbero andare.
IL PRINCIPIO DI CANCELLAZIONE.
In base ad un altro principio della scelta razionale, quello della cancellazione, la scelta
dovrebbe essere fatta in funzione di ci che differenzia le opzioni e non di ci che le
accomuna. Ad es., se dobbiamo scegliere tra due automobili (A e B) che differiscono
rispetto a certi attributi (ad es., la prima automobile consuma di meno ma costa di pi
della seconda), ma non ad altri (ad es., entrambe le automobili sono modelli del 1995 e di
colore rosso), allora ci sembrer evidente che la scelta dovr essere fatta rispetto ai primi e
non ai secondi. Tuttavia, anche questo principio pu non essere rispettato. Ci dipende,
secondo Tversky e Kahneman, dal tipo di rappresentazione mentale che gli individui
tendono a costruirsi.
Il principio della cosa certa stabilisce che se si preferisce lazione A alla B dato un certo
stato del mondo x, e se si preferisce ancora lazione A alla B dato lo stato del mondo non-x,
allora si dovr preferire A a B indipendentemente da quale sar lo stato del mondo (x
oppure non-x) che si verificher. Ad es., se immaginiamo di dover decidere se acquistare o
no un certo titolo azionario qualche giorno prima di unimportante elezione in cui
competono il partito X e quello rivale Y. Ci domandiamo se acquisteremmo il titolo nel caso
di vittoria del partito X e, dopo averci pensato su, decidiamo che lo acquisteremmo. Lo
stesso avverrebbe in caso di vittoria del partito Y. In base al principio della cosa certa, se
decidiamo di acquistare il titolo azionario sia in caso di vittoria del partito X che in caso di
vittoria del partito Y, dovremmo scegliere lacquisto di quel titolo anche prima di conoscere
lesito delle elezioni, visto che la nostra scelta non ne sar comunque influenzata. Anche
tale principio, oltre ad essere anche esso intuitivo e razionale, pu essere, per, violato, in
particolare a causa della difficolt a ragionare nellincertezza, cio in situazioni incerte.