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Psicologia Generale

Anno accademico 2013-2014

Prof. Massimiliano Zampini

Introduzione alla Psicologia

INTRODUZIONE ALL PSICOLOGIA

Che cos la psicologia? La psicologia riguarda lo studio dei processi cognitivi


impegnati nellinterpretazione delle informazioni provenienti dallambiente, e nella
decisione delle azioni pi appropriate da mettere in atto. In particolare, la psicologia
studia una gamma di processi come la percezione, l attenzione, lapprendimento e la
memoria. Si occupa anche delle strutture e delle rappresentazioni implicate nella
cognizione; di come vengono rappresentate ed organizzate le conoscenze, dei
processi di pensiero. Infine, la psicologia studia come, in seguito allelaborazione
delle risposte, si producano delle azioni. In particolare, si occupa del controllo
motorio. Gli psicologi cognitivi, quindi, cercano di capire come le persone ragionano
per risolvere i problemi, come distribuiscono le loro risorse mentali. Inoltre, studiano i
meccanismi che guidano la percezione del mondo, lorganizzazione dei ricordi delle
esperienze passate, e la comunicazione attraverso il linguaggio.
Nello specifico, uno psicologo cognitivo, si pu occupare di come le diverse
modalit sensoriali interagiscono tra loro. Per esempio, qual il meccanismo che fa in
modo che le parole prodotte dal ventriloquo, vengano attribuite al pupazzo, al quale il
ventriloquo muove la bocca? Come mai, laspetto visivo del cibo, influenza anche la
percezione del gusto del cibo stesso? Uno psicologo cognitivo, si interessa anche di
come lattenzione moduli la percezione. Per esempio, come mai in una situazione di
particolare confusione, se qualcuno ci chiama, attira immediatamente la nostra
attenzione? Lo psicologo cognitivo, si domanda anche come la nostra memoria sia
organizzata. E quindi, per esempio, come mai alcune informazioni vengono ricordate
per lungo tempo, mentre altre solo per pochi secondi? Se devo ricordare una lista di
parole, perch ho molta pi probabilit di ricordare gli elementi che sono allinizio e
alla fine di questa lista? Altri psicologi cognitivi, invece, sono interessati ai
meccanismo che influenzano le nostra decisioni. Per esempio, cosa influenza
maggiormente il consumatore, nellacquisto di un prodotto? Anche la comprensione
del linguaggio interessa gli psicologi cognitivi. Per esempio, perch la maggior parte
delle persone alla domanda: Quanti animali di ciascuna specie Mos port sullarca?
risponde: due, ovviamente, sbagliando (No era sullArca)? Ma gli psicologi
cognitivi, si possono interessare anche di ricerca applicata. Per esempio, perch

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lutilizzo del cellulare, con o senza auricolare, da parte di chi guida un auto, aumenta
notevolmente il rischio di incidenti?
Definito, in generale, lambito della psicologia, opportuno definire le
strategie utilizzate per indagare i processi cognitivi. Il metodo utilizzato quello della
ricerca scientifica. In generale, fare ricerca comporta due fasi: 1) formulare unipotesi
e 2) verificare lipotesi stessa. Il primo passo in qualunque progetto di ricerca
formulare unipotesi, vale a dire unaffermazione che si possa sottoporre a verifica,
sullargomento di cui ci si interessa. La fonte pi importante di unipotesi scientifica,
spesso una teoria scientifica, cio un insieme coerente di proposizioni su un
fenomeno particolare. Il termine scientifico indica che i metodi di ricerca usati per
raccogliere i dati sono imparziali, in quanto non favoriscono unipotesi rispetto ad
unaltra, e affidabili, in quanto consentono ad altre persone qualificate di ripetere le
osservazioni e di ottenere gli stessi risultati. Le ipotesi vengo vengono, quindi,
sottoposte a verifica sperimentale. Il ricercatore controlla con cura certe condizioni
spesso in laboratorio e opera delle misurazioni per scoprire delle relazioni tra
variabili. Le variabili si possono distinguere in: variabile indipendente, perch una
variabile che non dipende da quello che fanno i soggetti, e variabile dipendente,
perch la variabile che secondo lipotesi dipende dal valore della variabile
indipendente. Quindi, la variabile indipendente la variabile che lo sperimentatore
modifica (es. intensit di uno stimolo luminoso) e la variabile dipendente la
variabile che lo sperimentatore osserva (es. velocit nella risposta alla presentazione
dello stimolo). I partecipanti ad un esperimento, solitamente, si dividono in due
gruppi. Il gruppo sperimentale, il gruppo in cui presenta la variabile oggetto di
studio. Il gruppo di controllo, il gruppo nel quale la condizione studiata assente. Gli
psicologi che usano il metodo sperimentale trovano spesso necessario esprimere i
risultati dei loro esperimenti ricorrendo a numeri o quantit. Questo processo viene
definito misurazione, cio il sistema utilizzato per assegnare un valore alle variabili. I
risultati, di solito raccolti su gruppi di soggetti vanno sommati e interpretati.
Nellesecuzione di questo compito necessario utilizzare la statistica, un insieme di
metodi matematici per raccogliere dati campione da una popolazione di individui e
poi trarre da questi dati inferenze sulla popolazione.
Come si avr modo di scoprire nel proseguo di questo corso, la psicologia non
un ambito rigidamente definito, ma lo studio dei processi cognitivi, si basa su

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diversi approcci. Un approccio affine alla psicologia quello della neuropsicologia,


basato sullo studio di pazienti con lesioni cerebrali, per poter fare inferenze sulle
funzioni mentali. Sempre molto vicino alla psicologia cognitive, lapproccio delle
scienze cognitive, che si basano sulla costruzione e validazione sperimentale di
modelli computazioni dei processi cognitivi. Infine, le neuroscienze cognitive, che si
occupano delle basi neurali dei processi cognitivi, utilizzando tecniche di
neuroimmagine (si noti che con il termine neuroscienze cognitive, si possono
intendere anche tutte le discipline che si occupano dello studio del cervello e delle
funzioni mentali, psicologia inclusa).

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STORIA DELLA PSICOLOGIA


Introduzione
Quando e dove ha inizio la studio della psicologia? La risposta che si potrebbe
dare : quando hanno avuto inizio i primi tentativi di comprensione del pensiero
umano. Tuttavia le fonte storiche probabilmente non arrivano a documentarli.
Due discipline, in particolare, si possono considerare le progenitrici della
psicologia: filosofia e fisiologia.
Problematiche affrontate in questi due ambiti (cio filosofia e fisiologia) sono
ancora attuali in psicologia cognitiva. Ad esempio, gli psicologi cognitivi si
interrogano se le caratteristiche psicologiche e le conoscenze umane siano innate
(ereditate dai nostri genitori e da altri antenati) oppure acquisite (apprese attraverso le
nostre interazioni con lambiente fisico e sociale). Inoltre gli psicologi cognitivi si
pongono anche la seguente domanda di carattere metodologico: il modo migliore di
studiare la cognizione quello di osservare gli eventi affidandoci ai nostri sensi,
oppure quello di utilizzare strumenti logici di interpretazione delle informazioni
disponibili? Platone (428-348 a.C.) e Aristotele (384-322) sono i due filosofi il cui
pensiero ha influenzato profondamente la moderna psicologia cognitiva. I due filosofi
avevano punti di vista differenti sulla natura della realt. Secondo Platone la realt
non data dagli oggetti concreti che noi conosciamo attraverso i sensi, ma dalla forma
astratta di questi oggetti. La realt, quindi, riguarda le idee astratte degli oggetti che
esistono nelle nostri menti. Gli oggetti percepiti attraverso i nostri sensi sarebbero
quindi solo copie delle forme vere ed astratte. Mentre per Aristotele la realt consiste
nel mondo concreto degli oggetti percepiti attraverso i sensi, lidea (forma astratta) di
un oggetto era solo una derivazione della percezione di oggetti concreti. Le loro
differenti prospettive portarono Platone ed Aristotele a sostenere metodi dindagine
differenti. Platone aveva un approccio razionalista: la conoscenza trae origine dalla
mente, dalla ragione e dalla speculazione sul mondo delle idee astratte, piuttosto che
sul mondo materiale. I razionalisti utilizzano un metodo deduttivo, che permette di
stabilire dei principi generali in base ai quali, poi, generare esempi specifici. Per es.:
se crediamo che gli inverni in Canada sono freddi, useremo questa informazione per
decidere che Vancouver, una citt canadese, fredda dinverno.

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Aristotele invece era un empirista. Secondo Aristotele, la conoscenza viene


acquisita per mezzo di evidenze empiriche, ottenute attraverso lesperienza e
losservazione. Secondo gli empiristi la realt consiste negli oggetti e nelle nostre
azioni su di essi; allo scopo di comprendere questi oggetti e le nostre azioni su di essi,
dobbiamo quindi osservarli. Gli empiristi utilizzano un metodo induttivo: si parte dalle
osservazioni e dalle esperienze per creare nuove credenze sulla natura del mondo. Es.:
se sappiamo che gli inverni sono freddi a Toronto, Calgary, Ottawa, Halifax, che sono
citt del Canada, generalizzeremo in base a questa informazione per decidere che tutto
il Canada freddo dinverno.
Nella psicologia cognitiva odierna si cerca un sintesi tra empirismo e
razionalismo. Le teorie senza alcuna connessione con le osservazioni rischiano di non
essere valide, ma viceversa le sole osservazioni prive di una contesto teorico
potrebbero essere inutili. Perci gli psicologi cognitivisti basano le osservazione
empiriche sulle teorie, ed usano queste osservazioni per rivedere le teorie. Platone e
Aristotele avevano anche punti di vista differenti sullorigine delle idee. Platone
riteneva che le idee fossero innate e che ci fosse solo bisogno di scovarle negli angoli
nascosti della mente. Aristotele pensava che le idee non fossero innate, ma acquisite
attraverso lesperienza.
Problema della misurazione degli eventi psichici.
Ogni scienza per studiare fenomeni ed eventi utilizza dei parametri di
misurazione. Il problema della misurazione dei fatti psichici sembrava di non facile
soluzione. Herbart agli inizi dell800 aveva suggerito di utilizzare un calcolo del
mentale, facendo riferimento ad una meccanica (statica e dinamica) basata sulla forza
relativa degli elementi psichici. Tuttavia lo stesso Herbart sosteneva che la psicologia
non pu far esperimenti con esseri umani, e non esistono apparecchiature adatte allo
scopo. Herzen paragon latto psichico al movimento, che, di conseguenza, deve
essere legato alla produzione di calore, cos come avviene per ogni forma di
movimento. Il fatto che si produca calore nel sistema nervoso durante lattivit
psichica era unosservazione di enorme importanza. Non lo era per losservazione in
se, ma perch equivaleva alla rilevazione della modificazione di un parametro fisico
in relazione casuale con lo svolgersi dellattivit psichica. Purtroppo, la produzione di
calore era un parametro troppo grossolano, senza la sensibilit sufficiente a garantire

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una misurazione delle variazioni dellattivit psichica. Quindi un altro parametro


venne individuato per misurare lo svolgersi degli eventi psichici: il tempo. I primi ad
occuparsene non furono degli psicologi, bensi degli astronomi. Il metodo che usavano
allepoca (fine 700) gli astronomi per misurare il transito di corpi celesti era quello
dellocchio dellorecchio (eye-and-ear method). Sulloculare del telescopio era
applicato un retino con un filo visibile al centro, nella stanza vi era anche un pendolo
che batteva i secondi. Lastronomo doveva prestare attenzione al momento esatto in
cui il corpo celeste traversava questo filo, calcolando i rintocchi del pendolo. Il
compito era tuttaltro che semplice. Questo, per, non fren Maskelyne, direttore
dellosservatorio di Greenwich dal licenziare lassistente Kinnebrook che riportava un
ritardo variabile tra i 500 e gli 800 ms rispetto alle misurazioni effettuate da
Maskeline. Di questa vicenda venna a conoscenza Bessel, astronomo di Konigsberg,
che pot appurare come le misurazioni avessero delle variazioni interindividuali molto
importanti (dai 300 ms a 1 sec; quindi il povero Kinnebrook non aveva grosse
responsabilit!). Bessel not che si avevano anche delle variazioni a seconda del
momento della giornata in cui avvenivano le misurazioni, dellattenzione, ed infine,
delle condizioni psicofisiche del soggetto. Le osservazioni di Bessel lo portarono a
formulare lequazione personale, che descriveva il tempo che doveva essere aggiunto
o sottratto dalle misurazioni dalle osservazioni del singolo per allinearle a quelle delle
altre persone.
Verso la met dellottocento, anche i fisiologi si dedicarono alle ricerche
cronometriche per determinare la velocit degli impulsi nervosi. In fisiologia, la
corrente dei vitalisti sosteneva che era impossibile misurare la velocit degli impulsi
nervosi, assunta come infinita. Von Helmholtz, in contrapposizione ai vitalisti, fece
ricorso alla cronometria per misurare il tempo che intercorreva tra la stimolazione di
un nervo di rana e la successiva contrazione del muscolo. Egli dimostr che la
conduzione richiedeva un tempo definito. Alle fine dell800 si fece un passo avanti
con Exner. Questi a cui si deve lespressione ancor oggi in uso di tempo di
reazione (prima si parlava di tempo fisiologico) misurava la velocit di transito
dellimpulso nervoso nei nervi periferici, stimolando la cute del soggetto in diversi
parti del corpo. Inoltre rilevava i differenti tempi di reazione tra la stimolazione sul
piede e sulla mano. Gli esperimenti di Exner avevano un connotato ancora troppo
fisiologico ed avevano poco di psichico.

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Il passo decisivo venne condotto da Donders, che introdusse il metodo


sottrattivo. Donders introdusse lidea di poter misurare lattivit mentale comparendo
i tempo impiegati per svolgere compiti di diversa complessit. Lidea era quella di
misurare la differenza di tempo impiegato in un compito di base e quello impiegato in
un compito complesso (compito di base + altri compiti). Donders individu tre tipi
fondamentali di tempi di reazione:
tempi a, semplici: corrispondono alla situazione a cui ad uno stimolo deve
seguire una risposta.
tempi b, composti: consistono in una situazione nella quale al soggetto viene
somministrato uno stimolo scelto in un insieme di due o pi stimoli prefissati, il
soggetto deve fornire a sua volta delle risposte differenti a seconda dello stimolo che
gli stato presentato.
tempi c, composti: si hanno con la somministrazione di uno stimolo da un
insieme prefissato di due o piu stimoli, come nel caso precedente in questo caso per
il soggetto deve rispondere ad uno solo degli stimoli.
I risultati mostrano come le risposte ai tempi a siano le pi veloci, seguite dai
tempi c, mentre le risposte ai tempi b sono le piu lente. Donders sosteneva che
utilizzando il metodo sottrattivo, il risultato della differenza tra a e c indica il processo
mentale necessario per discriminare tra stimoli. La differenza tra c e b indica invece
la lunghezza del processo mentale necessario a discriminare tra risposte. Con
Donders, per la prima volta, venivano fatte corrispondere delle misurazioni oggettive,
in termini di parametrici fisici, a dei processi mentali. Limportanza di Donders verr
riscoperta con la nascita della psicologia cognitivista.
Nascita della psicofisica.
Una diversa prospettiva nella misurazione dei fatti psichici prendeva corpo
nello stesso periodo grazie alla nascita della psicofisica. Iniziatore di questo campo di
indagini fu il fisico Gustav Fechner (1801-1887). Lo scopo di Fechner espresso nei
suoi Elementi di Psicofisica era quello di stabilire una scienza esatta, che studiasse
le relazioni funzionali tra i fenomeni fisici e mentali. Fechner formul cosi la sua
legge che deriv da una relazione scoperta qualche anno prima dallo fisiologo e
anatomista Weber. Weber aveva rilevato che si presenta in una certa modalit
sensoriale (tatto, udito, vista, ecc) uno stimolo di una data intensit R, e si cerca poi di

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vedere di quanto questo stimolo deve essere fatto variare perch il soggetto percepisca
lavvenuta variazione, questa differenza appena percepibile (R) non costante ma
dipende dal valore iniziale di R. Quello che costante il rapporto k (detto costante di
Weber) tra R ed R:
k = R/R
Se, per esempio, un mattone di 10 kg deve essere aumentato di un 1 kg, , per
poterne apprezzare la variazione di peso (quindi R = 1, k = 0.1), allora, secondo la
legge di Weber, un mattone di 20 kg dovr essere aumentato di 2 kg (perch R = R x
K, quindi, R = 20 x 0.1 = 2).
Lidea di Fechner fu di non considerare una scala discreta di intervalli
percepibili tra intensit di stimoli, ma di vedere come poteva variare la sensazione S al
variare continuo dellintensit della stimolazione
S = 1/k log R + C

dove C la costante integrazione

In breve, secondo questa legge la sensazione si accresce con il logaritmo


dellintensit dello stimolo.
Nascita della psicologia sperimentale.
Il 1879 viene comunemente ritenuto lanno di nascita della psicologia
scientifica. Si fa qui riferimento alla data in cui Wilhelm Wundt fond il primo
laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia. Il principale contributo offerto da
Wundt consiste nel metodo che aveva adottato nel laboratorio di Lipsia, dove ogni
esperimento veniva misurato attentamente in tutte le sue variabili. In questo
laboratorio, Wundt ed i suoi collaboratori affrontavano soprattutto 4 campi
dindagine: la psicofisiologia dei sensi, in particolare della vista e delludito, il tempo
di reazione, la psicofisica, lassociazione mentale. Il metodo utilizzato da Wundt per
analizzare lesperienza immediata era lintrospezione. Secondo Wundt, attraverso
lintrospezione, lindividuo pu essere in grado di rilevare cosa avviene al momento
in cui immediatamente esperisce la realt. I partecipanti a questi esperimenti
dovevano riportare le loro esperienze e le loro sensazioni in seguito alla stimolazione

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che avevano ricevuto. Problemi legati allintrospezione: essa pu alterare i suoi


contenuti. I contenuti di coscienza sono gli stessi in presenza o in assenza di
introspezione? impossibile rispondere perch non si pu essere consapevoli degli
stati di coscienza in assenza di introspezione. Inoltre, come posso sapere qual il
reale contenuto di coscienza corrispondente al resoconto verbale di una persona? Es.:
se uno mi dice di vedere un quadrato come posso sapere se quello che sta vedendo
non sia qualcosa di diverso? Lutilizzo del metodo sperimentale consent di superare i
problemi derivati dallintrospezione. Lidea fondamentale del metodo sperimentale
quella di modificare delle condizioni (es. stimoli) ed osservare i risultati ottenuti (es.
risposte). Il comportamento che viene studiato viene definito variabile dipendente
mentre detta variabile indipendente quella utilizzata per modificarlo. Quello che
conta nel metodo sperimentale che la variazione che si assume non sia influenzata
ne dalla presenza dellatto dellintrospezione, ne dalle eventuale differenza di
contenuti tra i soggetti. La differenza interindividuale tra i soggetti e gli
sperimentatori venne limitata nei laboratorio di Lipsia dal fatto che i due spesso
coincidevano.
Wundt aveva anche una teoria dei processi mentali, che lui suddivideva in tre
processi principali: percezione, appercezione, e volont di reazione.
- Percezione: processo attraverso cui le sensazioni che raggiungono gli organi
di senso si presentano in quanto tali alla coscienza.
- Appercezione: processo mediante il quale il dato psichico viene identificato
ed elaborato dalla mente
- Volont di reazione: processo attraverso cui grazie allintervento dei processi
volitivi si giunge allazione.
Titchener, il principale allievo di Wundt, fu lispiratore del movimento detto
strutturalismo. Nel linguaggio titchneriano la struttura mentale il complesso risultato
della somma di molteplici elementi coscienti semplici; scopo dellindagine
psicologica la scomposizione e ricomposizione analitica di questi elementi.
Linterrogativo che si ponevano gli strutturalisti era quali sono i processi mentali?
William James fu invece il promotore del funzionalismo. Linteresse dei
funzionalisti si rivolge alle operazioni dellintero organismo biologico, anzich sui
contenuti della mente umana. Al contrario dei titcheneriani, che si limitavano a
descrivere e demandavano lo spiegare alle scienze biologiche, lobiettivo degli

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psicologi funzionalisti era quello di descrivere e spiegare rimanendo allinterno della


psicologia. Linterrogativo che si ponevano gli strutturalisti era come funzionano i
processi mentali?
Psicologia della Gestalt.
Secondo la psicologia della Gestalt, i fenomeni psicologici possono essere
meglio compresi, se li osserviamo come totalit strutturate e organizzate, piuttosto che
se ne consideriamo separatamente le parti. Questa rappresenta una reazione alla
tendenza strutturalista, a scomporre i processi mentali in sensazioni elementari. Il
termine Gestalt comunemente non viene tradotto, perch non esiste lesatto
equivalente in italiano, si avvicina molto a forma (globale unitaria), a figura (intera).
La massima secondo la quale il tutto diverso dalla somma delle sue parti riassume
efficacemente la prospettiva gestaltica. Per esempio, per comprendere come viene
percepito un fiore, dovremo considerare la globalit di quellesperienza percettiva.
Non si pu capire tale percezione soltanto nei termini di una descrizione di forme,
colori, dimensioni e cosi via. Il processo percettivo, quindi, secondo i gestaltisti
organizzato dallintero alle parti e non dalle parti allintero. La visione dei gestaltisti
emerge chiaramente nei primi studi (1912) sul movimento apparente di Max
Wertheimer, il fondatore della psicologia della Gestalt. Nei suoi studi sul movimento
apparente Wertheimer analizz in particolare uno specifico tipo di movimento
apparente, quello stroboscopico. Questo movimento quello alla base del movimento
cinematografico, dove una pellicola costituita da numerosi fotogrammi (serie di
immagini fisse) che vengono presentati in sequenza. Lo spettatore non percepisce la
sequenza, ma vede una sola immagine in movimento continuo. Il movimento
stroboscopico era gi noto da circa 20 anni (quando i fratelli Lumiere inventarono il
cinema). Tuttavia, dal punto di vista psicologico, questa invenzione poneva un serio
problema alle spiegazioni elementaristica (percezione riconducibile agli elementi
costitutivi) date dagli strutturalisti. Gli elementi (i fotogrammi) sono statici, ma il
movimento viene percepito comunque. Questa percezione frutto dellorganizzazione
degli elementi costitutivi ed influenza il processo percettivo. Rimanendo nel filone
classico degli studi gestaltisti, cio la percezione, Wertheimer formul una serie di
principi, chiamati Gestalten. Secondo Wertheimer, le parti di un campo percettivo
sono tanto pi coerenti, solide, unite, quanto pi gli elementi sono a) vicini (principio

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della vicinanza), b) simili (principio della somiglianza); c) tendono a costituire forme


chiuse (principio della chiusure), d) sono disposti su una stessa linea (principio della
continuazione), e) si muovono concordemente (principio del destino e del moto
comune).
Altro tema studiato dai gestaltisti stato quello del pensiero. Il maggior
contributo in questo campo viene da Kohler. Egli svolse degli studi, ormai classici,
sulla capacit degli scimpanz di risolvere problemi. Kohler proponeva diversi tipi di
problemi agli animali: dal raggiungere un obiettivo, che poteva essere afferrato solo
con qualche ausilio, al cosiddetto aggiramento in cui allanimale veniva richiesto di
raggiungere un obiettivo oltre una barriera, che non poteva essere scavalcata ma
poteva essere solo aggirata. Il comportamento osservato da Kohler era quello della
risoluzione del problema per intuizione (insight). Per esempio, in un compito
lanimale doveva raggiungere il cibo appeso al soffitto, e poteva utilizzare due canne,
che singolarmente non gli permettevano di raggiungere il cibo, ma che erano
sufficientemente lunghe per lo scopo, se inserite luna nellaltra. Kohler osserv che
lo scimpanz prima tentava di raggiungere il cibo con una canna alla volta, per poi
abbandonare i tentativi constatata linutilit del gesto. Dopo un p lanimale
modificava repentinamente il suo comportamento, afferrava le due canne, le univa e
raggiungeva il cibo. Secondo Kohler lanimale era arrivato a rielaborare gli elementi a
disposizione, dando loro un significato differente, individuandone possibili relazioni,
per arrivare alla soluzione del problema, in seguito, appunto, ad intuizione.
I gestaltisti sostenevano la superiorit della struttura globale (intesa come
organizzazione) sulla parti componenti la gestalt, visione che pu essere riassunta con
il loro aforisma: Il tutto pi della somma della parti che pu essere altres tradotto
con il tutto precede le parti che assumono significati differenti a seconde del tutto di
cui fanno parte. Il loro approccio era fenomenologico, cio il loro oggetto di studio
era quello che avviene nel mondo fenomenico degli individui, di come gli eventi
appaiano, quindi non era corretto occuparsi della realt al di la dei fenomeni. Si sono
occupati anche di ci che avviene nel sistema nervoso centrale in relazione ai
fenomeni, affermando un identit strutturale, isomorfismo, tra mondo fenomenico ed
eventi cerebrali. Il periodo pi florido stato intorno agli anni venti del secolo scorso.
Oltre a Wertheimer e Kohler si deve annoverare anche Koffka tra i fondatori della

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scuola. La scuola ebbe un buon sviluppo anche in Italia con Musatti, Metelli e
Kanisza.
Il comportametismo
Allincirca nello stesso periodo in cui in Europa nasceva la psicologia della
Gestalt, negli Stati Uniti veniva pubblicato un articolo di J. B. Watson destinato a dare
origine al comportamentismo. In questo articolo, Watson definiva la psicologia come
settore delle scienze naturali il cui obiettivo quello dello studio del comportamento.
Quindi, oggetto della psicologia non doveva essere lo studio della mente, bens del
comportamento osservabile, rappresentato dallinsieme delle risposte muscolari e
ghiandolari. Il metodo di studio era comunque quello sperimentale, ma linteresse era
rivolto alla risposta (manifesta) dellorganismo alla presentazione dello stimolo.
Questa, secondo i comportamentisti, era la via da percorrere, perch la psicologia
potesse essere riconosciuta come scienza. La psicologia, quindi, doveva scegliere
come oggetto di studio qualcosa che fosse suscettibile di essere osservato
naturalmente. Per questo doveva essere evitato lo studio dei contenuti di coscienza,
che essendo esperienze private non possono essere osservati intersoggettivamente. Gli
studi di E. L. Thorndike sullapprendimento per prove ed errori e quelli di I. Pavlov
sul condizionamento classico rappresentano la base da cui partire per costruire una
psicologia veramente oggettiva.
Gli studi condotti da Thorndike avevano lo scopo di analizzare apprendimento
e soluzione di problemi (problem solving) in animali. Thorndike, solitamente,
analizzava il comportamento di animali (per la maggior parte gatti) posti in gabbie
chiuse (scatole problema) dalle quali, gli animali stessi, dovevano cercare di uscire
tirando delle funi collegate ad una porta duscita. Quello che Thorndike osservava era
che gli animali non passavano da uno stato in cui non riuscivano a risolvere il
problema, ad uno in cui, trovata la soluzione, lo risolvevano immediatamente anche in
prove successive (vedi apprendimento per insight di Kohler). Al contrario, notava un
progressivo, ma graduale, accorciamento del tempo necessario a trovare la soluzione,
fino a raggiungere un minimo. Quello che accadeva era che lanimale, una volta
uscito dalla gabbia, e quindi individuata la soluzione, se veniva rimesso in gabbia
impiegava un tempo via via minore ad uscire di nuovo. Questi risultati portarono
Thorndike ad enunciare tre principi dellapprendimento:

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1) lanimale compie tentativi alla cieca, e in maniera del tutto casuale, cos come
commette degli errori pu trovare la soluzione.
2) Le risposte corrette hanno pi probabilit di essere ripetute di quelle sbagliate,
che vengono gradualmente abbandonate (conosciuta anche come legge
delleffetto). Quello che avviene una conseguente riduzione dei tempi di
soluzione del problema, in conseguenza ad un aumento della produzione di
risposte corrette e una diminuzione delle risposte erronee.
3) I comportamenti che vengono prodotti pi spesso vengono appresi molto pi
saldamente, e quindi pi facile che vengano riprodotti in situazioni analoghe.
Altro studioso importante per lo sviluppo della psicologia sperimentale
allinterno del comportamentismo, fu Pavlov, fisiologo, famoso per i suoi studi sulla
digestione (che gli valsero il Nobel nel 1904), pi noto in psicologia per il suoi studi
sul condizionamento classico. Questi studi erano nati dal suo interesse per quella che
veniva definita secrezione psichica. Questa la secrezione salivare che si produce
nellanimale affamato alla sola vista del cibo, prima della sua ingestione. La
secrezione psichica veniva studiata tramite una tecnica chirurgica che consentiva di
analizzare allesterno le secrezioni salivari. La scoperta accidentale che Pavlov fece
era che la secrezione salivare non si presentava solo con la vista del cibo ma anche al
solo udire i passi di chi portava il cibo. Queste osservazioni lo portarono a formulare
la teoria del condizionamento classico. Gli animali presentano una serie di atti che
automaticamente si manifestano alla presentazione di uno stimolo adeguato (vista
cibo -> salivazione). Lo stimolo che scatena queste risposte viene definito da Pavlov
Stimolo Incondizionato (SI; es. cibo), mentre la risposta allo stimolo viene detta
Riflesso Incondizionato (RI). Quello che Pavlov aveva osservato era la possibilit di
attivare la risposta anche con uno stimolo che solitamente non la evocava
automaticamente. Questo poteva avvenire solo se lo stimolo veniva presentato in
contiguit temporale allo Stimolo Incondizionato. I due stimoli venivano cos
associati e anche il nuovo stimolo diveniva capace di evocare il riflesso. Il nuovo
stimolo verr definito da Pavlov Stimolo Condizionato (SC), ed anche il riflesso da
esso evocato sar definito come Riflesso Condizionato (RC). Watson tent di
applicare le idee dellapprendimento per prove ed errori in ambito psicopatologico.
Riuscendo a indurre una nevrosi fobica in un bambino, quello che divenne famoso

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come il caso del piccolo Albert (little Alberts case). In sintesi la dottrina del
comportamentismo poteva essere riassunta cosi: la menta umana come una scatola
nera (black box), lo psicologo non pu entrarvi non ha gli strumenti. Lo psicologo si
pu solo occupare degli Stimoli che raggiungono la scatola nera, e delle Risposte che
vengono emesse in conseguenza della presentazione di questi stimoli. Lo psicologo si
deve occupare delle associazione S-R. Lo schema S-R, tuttavia, appariva troppo
restrittivo anche per alcuni comportamentisti.
Dal comportamentismo al cognitivismo.
Tolman, comportamentista, con i suoi studi sui ratti, propose una delle pi
profonde critiche al comportamentismo, che poi contribuir alla nascita del
cognitivismo. Hull, in alcuni studi condotti in precedenza, aveva descritto come un
topo apprende il percorso che conduce al cibo in un labirinto concatenando una serie
di stimoli specifici (particolari del labirinto) a specifiche risposte motorie
(movimenti). Tolman e colleghi per scoprirono che i topi erano capaci di muoversi
nel labirinto e raggiungere il cibo anche dopo che la gabbia era stata allagata. Le
specifiche risposte motorie apprese quando la gabbia non era allagata non avrebbero
dovuto poter essere applicabili quando il ratto era costretto a nuotare. Secondo
Tolman quello che i ratti hanno appreso non era una sequenza di movimenti, ma una
rappresentazione astratta del labirinto che lui defin, Mappa Cognitiva. Quindi
Tolman introduce un elemento di studio che non direttamente osservabile e che non
pu essere riconducibile allo schema S-R come era stato definito. Tolman, comunque
non vuole tornare alla psicologia dei contenuti di coscienza. Tolman parla di variabile
interveniente che contribuisce a modificare il rapporto tra stimolo e risposta. Una
variabile interveniente un costrutto ipotetico e, quindi, non n reale n misurabile,
ma comunque in grado di alterare la relazione tra stimolo e risposta. Per esempio, se
lindividuo possiede una mappa cognitiva a seconda di come questa costituita ci sar
un diverso influsso di S su R. Tuttavia, la mappa cognitiva essendo un costrutto
ipotetico non pu essere misurata (e ai comportamentisti non interesser farlo) come S
ed R che sono reali.
In contrasto, con limpostazione di Tolman fu Skinner, che non vedeva lutilit
di teorizzare processi ed eventi puramente ipotetici (come la variabile interveniente).
Skinner interessato allosservazione del comportamento e della sua relazione con le

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situazioni di rinforzo, cio quelle occasioni in cui ad una determinata risposta ha fatto
seguito una ricompensa. Skinner si occup in particolare di condizionamento
operante. Nel condizionamento operante, il termine rinforzo positivo si riferisce ad un
qualsiasi evento che fa aumentare la probabilit di emissione della risposta. Skinner si
occupa anche di rinforzi negativi, cio di eventi (come una scossa elettrica continua)
fanno aumentare la probabilit di eliminazione di una risposta. Per studiare il rinforzo
nel dettaglio, Skinner invent una gabbia particolare oggi universalmente nota come
gabbia di Skinner. In questa gabbia, solitamente la luce ed il rumore vengono
controllati e dentro la gabbia lanimale trova un meccanismo che pu usare per
procurarsi del cibo emettendo una risposta. Per esempio sulla parete della gabbia c
di solito una leva. Il ratto pu schiacciare questa leva con le zampe o con il muso.
Nella gabbia si trova inoltre un meccanismo con il quale si possono somministrare dei
rinforzi (per esempio, una pallotolina di cibo, o goccia dacqua) se lanimale risponde
correttamente.
La principale misura del condizionamento operante la frequenza di
emissione della risposta in una certa unit di tempo. I risultati di uno studio di questo
tipo sono generalmente raccolti su un registratore cumulativo. Il registratore
cumulativo costituito da un pennino collegato alla leva in modo tale che ogni volta
che lanimale preme la leva il pennino si sposta, mentre la carta scorre in modo
costante. Ogniqualvolta lanimale emette una risposta la leva si sposta in su. Il ritmo
di risposta dellanimale rappresentato dalla pendenza della curva disegnata dal
pennino. Quando lanimale risponde rapidamente la pendenza elevata. Quando
lanimale non risponde per niente la curva non ha nessuna pendenza, ma si muove
parallela al bordo della carta.
Quello che si osserva che la risposta seguita da rinforzo tender a presentarsi
con sempre maggiore frequenza. Questo paradigma detto condizionamento operante
in contrapposizione al condizionamento classico o rispondente di Pavlov, perch nel
primo caso la risposta precede piuttosto che seguire (come nel condizionamento
classico) lo stimolo critico. Nel caso del cane di Pavlov lo stimolo provoca
necessariamente la risposta incondizionata, nel caso di Skinner, lorganismo emette
sempre pi spesso quella risposta cui ha fatto seguito un rinforzo.
Per arrivare ad ottenere la risposta voluta, Skinner, utilizzava la tecnica del
modellamento. Per illustrare, il modellamento immaginiamo di voler insegnare ad un

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cane ad arrotolarsi su se stesso. La legge del condizionamento operante ci dice che se


noi rinforziamo il cane ogni volta che questi si rotola, questi imparer a rotolarsi. Il
problema che , anche se siamo pronti a dargli un rinforzo, il cane difficilmente si
rotoler la prima volta senza motivo. Quindi se il comportamento desiderato non si
presenta non potr nemmeno essere rinforzato. Da questo punto di vista vi una
grossa differenza fra il condizionamento pavloviano e quello operante. Per far salivare
un cane basta presentargli del cibo, ma farlo rotolare molto pi complicato. Il trucco
consiste nelleffettuare delle approssimazioni successive al comportamento desiderato
(sedersi, distendersi, mettersi su un fianco e infine rotolarsi). Quando il cane si siede,
magari aiutato, riceve un rinforzo. Questo aumenta la probabilit che lanimale si
sieda. Quando lanimale ha fatto dei progressi la risposta viene affinata. Per ricevere
un rinforzo il cane deve ora mettersi su un fianco. Larte del modellamento consiste
nellestendere gradualmente la risposta richiesta partendo da semplici comportamenti
iniziali, per poi arrivare alla risposta complessa finale.
Fino ad ora gli esempi di condizionamento operante consistevano in rinforzi
costanti (rinforzo continuo). In altri termini, ogni volta che la risposta veniva emessa,
questa veniva rinforzata. Questo per non assolutamente necessario. Lo
sperimentatore pu scegliere di rinforzare una risposta ogni certo numero di volte
(rinforzo parziale). Quando una risposta viene appresa mediante rinforzo parziale e
poi si passa ad estinguerla, questa persiste molto pi a lungo rispetto al caso in cui
essa sia appresa dopo essere stata rinforzata ogni volta. Il motivo si pu capire con un
esempio. Supponete di avere un telefono che vi dia la linea mediamente una volta su
due. Se siete abituati a ci non vi sono possibilit immediate per capire se il telefono
rotto. molto probabile che voi continuiate a fare il numero mostrando una
resistenza allestinzione prima di concludere che il telefono ha smesso di
funzionare. La stessa cosa non sarebbe successa se il telefono vi avesse sempre dato la
linea. Al primo non funzionamento avreste smesso di fare il numero.
Ci possono essere molti modi diversi per organizzare un rinforzo parziale noti
con il termine schemi di rinforzo. La variet di questi schemi pu essere distinta
secondo due distinti criteri: il rinforzo pu dipendere dal tempo passato rispetto al
rinforzo precedente o dal numero di risposte fornite. Il tempo o il numero di risposte
possono essere fisse o variabili. In uno schema ad intervallo fisso, deve passare un
determinato intervallo di tempo tra due rinforzi. Quando un rinforzo stato fornito

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nessun comportamento emesso dallanimale in quellintervallo determina un altro


rinforzo. Lanimale impara a non rispondere per niente per un certo periodo dopo il
rinforzo. Poi quando manca poco alla scadenza dellintervallo, comincia a rispondere
ad una frequenza crescente fino a quando riceve il rinforzo e il ciclo ricomincia. Lo
stesso avviene quando a scuola si utilizza il metodo delle interrogazioni programmata.
Gli studenti smettono di studiare dopo uninterrogazione per poi ricominciare quando
la successiva si approssima.
Nello schema ad intervallo variabile, i risultati sono diversi. Per esempio, in
un intervallo variabile di tre minuti, due rinforzi sono separati mediamente da tre
minuti ma ogni intervallo pu discostarsi molto da questa media. Occasionalmente,
quindi sar possibile avere due rinforzi separati solo da due secondi e certe volte
questo intervallo potr raggiungere anche i dieci minuti. Non c nessun modo per
riuscire a capire quale sar lintervallo successivo ad un rinforzo. Il risultato di questo
schema un ritmo molto costante nel tempo. Ritornando allesempio degli studenti
precedentemente riportato, gli insegnanti potrebbero rendere, secondo questo
principio, lo studio degli studenti pi costante facendo delle interrogazioni in modo
non programmato. In questo modo essi non potrebbero smettere di studiare per molto
tempo.
Nello schema di rinforzo a ragione fissa, una risposta rinforzata deve essere
seguita da una sequenza di risposte non rinforzate (ad esempio 50) perch il rinforzo
successivo possa essere fornito. Pi velocemente lanimale fornisce le 50 risposte, pi
velocemente riceve il rinforzo successivo. Lanimale pu quindi aumentare la
frequenza e di conseguenza lammontare dei rinforzi lavorando rapidamente. Questo
infatti quello che si osserva. Infine, quando si adopera lo schema di rinforzo a
ragione variabile, il numero di risposte che devono intercorrere fra un rinforzo ed un
altro varia in modo non predicibile. In certe condizioni due risposte possono essere
rinforzate una immediatamente dopo laltra, mentre in altri casi possono essere
richieste centinaia e anche migliaia di risposte. Con questo schema lanimale pu
avere il massimo dei rinforzi solo se lavora rapidamente. E infatti egli si comporta in
questo modo.
Fino ad ora si sono utilizzati rinforzi positivi, ricompense. In alcuni studi sono
stati invece utilizzati rinforzi negativi, punizioni. Si parla di punizione quando ad una
risposta fa seguito un rinforzo negativo come uno shock elettrico. Ovviamente

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leffetto della punizione esattamente lopposto di quello della ricompensa, Mentre


questultima fa permanere una determinata risposta, la prima la fa andar via. Secondo
Skinner, il fatto di punire una risposta la sopprime temporaneamente, quando la
punizione finisce lanimale ricomincer ad emettere la risposta. Lunico modo per
eliminare permanentemente un risposta di rinforzare delle risposte incompatibili con
essa. Un problema legato alluso della punizione, che questa non influenza
solamente la risposta punita ma ha un effetto generalizzato e lanimale diviene
generalmente inibito. Lanimale punito diventa pauroso rispetto a tutta la situazione,
ambiente e persone connessi alla condizione nella quale stato precedentemente
punito.
Per concludere le differenze fra il condizionamento pavloviano e quello
operante sembrano molto ovvie. Il tipico esperimento di condizionamento classico
condotto su un animale passivo tenuto regolarmente sotto contro. Le sequenze di
stimoli incondizionati e condizionati vengono ripetutamente presentate allanimale
fino a che questi non sviluppa il riflesso condizionato. Nel condizionamento operante,
lanimale agisce libero nellambiente. Senza lattivit dellanimale, motivato dalla
fame e dalla sete, non si ha apprendimento.
Arrivati a questo punto (intorno al 1950) una scuola psicologica esercitava un
assoluto predominio sulla psicologia, soprattutto su quella sperimentale: il
comportamentismo. Come spesso accade per, questa situazione di apparente estrema
prosperit del comportamentismo celava una realt pi profonda, che avrebbe
condotto nellarco di pochissimi anni ad un radicale mutamento del panorama della
psicologia sperimentale. Era infatti imminente quella che sarebbe stata chiamata la
rivoluzione cognitivista, che avrebbe capovolto i rapporti di forza nellambito della
psicologia, e portato ad una sconfitta totale della posizioni comportamentiste. Oggi al
psicologia prevalentemente in campo sperimentale, infatti saldamente in mano ai
cognitivisti. Tuttavia impossibile pensare di capire cosa sia il cognitivismo se non ci
si rende conto preliminarmente del fatto che si tratta di un diretta filiazione del
comportamentismo.
Ci potrebbe sembrare strano visto che i rapporti tra cognitivisti e
comportamentisti sono sempre stati allinsegna di polemiche, forti e spesso astiose. I
cognitivisti definivano i comportamentismi come gli psicologi del gettone nella
macchinetta, quando si riferivano agli esperimenti dei comportamentismi, parlavano

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di infestazione da animali da laboratorio oppure di rattomorfizzazione delluomo.


pero certo che nella polemica il punto di riferimento dei cognitivisti rimane, sia pure
distinguendosene, il comportamentismo.
Solo dopo il 1967, anno in cui uscir Cognitive Psychology di Ulric Neisser, si
comincer infatti a parlare di psicologia cognitivista e di cognitivismo. In precedenza,
gli stessi cognitivisti seguitavano in larga misura a ritenersi dei comportamentismi,
ma pensavano di vivere una nuova fase del comportamentismo. Infatti, il
comportamentismo, che dalle origini watsoniane negli anni 1920-1930 si era gi
trasformato in neo-comportamentismo, con Tolman, Hull, e Skinner, era entrato nel
dopoguerra in una terza fase , con D. O. Hebb. Hebb si era posto il problema delle
cosiddette variabili intervenienti di quei processi, cio interposti tra stimolo e
risposta, svolgentisi allinterno dellindividuo (e quindi non direttamente osservabili),
e che era stati introdotti dai neocomportamentisti come costrutti ipotetici per spiegare
tutti quei fenomeni che non potevano essere interpretati direttamente come semplice
corrispondenza tra stimolo e risposta.
Hebb, in particolare, era interessato ai processi di mediazione a quei
processi, cio, che consentono allindividuo di non rispondere immediatamente allo
stimolo che gli viene presentato, ma che, creando delle strutture interne al sistema
nervoso dellindividuo, fanno si che questo possa mettere in atto dei comportamenti,
avendo a disposizione degli stimoli e delle risposte interne. Se per i
neocomportamentisti le variabili intervenienti erano solo dei costrutti ipotetici, che
non avevano una base realistica, ma una funzione puramente logica, con Hebb, il
discorso assumeva una carattere profondamente diverso. Per Hebb, infatti, queste
strutture interne, indispensabili ai processi di mediazione, si potevano riferire al
sistema nervoso centrale (concepito per in termini piuttosto idealizzati, pi come un
modello logico che come struttura propriamente neurofisiologica). Secondo Hebb,
infatti, si pu immaginare che i neuroni, le cellule componenti il sistema nervoso, si
organizzino in assembramenti cellulari, strutture di neuroni formanti dei circuiti
prefissati in cui circolino per un certo tempo le informazioni allinterno del sistema
nervoso. Alcuni assembramenti, corrispondono alla base neurale dei comportamenti
particolarmente semplici, sarebbero gi presenti alla nascita; altri si formerebbero in
seguito attraverso lapprendimento nel corso della vita dellindividuo. Il circolare
delle informazioni negli assembramenti consentirebbe di ritardare la risposta rispetto

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allo stimolo. La formazione di determinati assembramenti costituirebbe di fatto il


processo di memorizzazione, il poter impiegare pi assembramenti, corrispondenti
ognuno ad un comportamento semplice, in sequenze di fase differenti, consentirebbe
di spiegare i comportamenti pi complessi, sulla base dellapprendimento di
comportamenti

semplici:

Consentirebbe

anche

di

spiegare

lesplicarsi

di

comportamenti apparentemente nuovi, al di fuori delle condizioni di apprendimento


originali, cosa che aveva sempre posto dei problemi ai comportamentismi ortodossi.
Lopera di Hebb segnava una decisa rottura con il neocomportamentismo. Per
la prima volta con Hebb, infatti, linteresse si rivolge ai processi che si svolgono
allinterno dellindividuo, non pi sul piano del puro costrutto ipotetico, ma su quello
del modello logico dello svolgimento dei processi mentali. Il modello di Hebb si
riferiva ad un ipotetico schema di funzionamento del sistema nervoso, assumendo da
un lato i pi recenti risultati della ricerca neurofisiologica

(alla base degli

assembramenti cellulari vi doveva essere, secondo Hebb, una struttura analoga a


quella dei cosiddetti circuiti riverberanti messi in luce un decennio prima dal
neurofisiologo Lorente de No), ma rifiutando dallaltro unidenficazione reale del suo
modello con il vero sistema nervoso, essendogli sufficiente una corrispondenza sul
piano logico. Veniva cosi introdotta in psicologia una tipica modalit di
concettualizzare i fenomeni che si sarebbe poi affermata decisamente con il
cognitivismo, costituendone anzi una delle caratteristiche peculiari. Tale modalit
consiste appunto nella creazione di modelli che di volta in volta possono fare
riferimento ad unidealizzazione del sistema nervoso o ai circuiti di una elaboratore;
la preoccupazione non quella di identificare realisticamente gli elementi del
modello, ma di considerare questo come uno schema valido sul piano puramente
logico. Il modello viene accettato o respinto a seconda che il comportamento in studio
possa essere simulato dal modello. Il fatto che la simulazione dia dei risultati positivi
non porta assolutamente ad accettare unidenficazione realistica degli elementi del
modello con quelli sin qui noti del funzionamento del sistema nervoso o
dellelaboratore. Linteresse del cognitivista, infatti, rivolto ai processi mentali, visti
questi s, con occhio realistico, mentre il substrato fisico del modello pu essere in
ogni momento accantonato, e sostituito con qualcosa di diverso man mano che le
conoscenze si modificano.

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Come gi detto il passaggio dal comportamentismo al cognitivismo non stato


affatto netto. Gli albori del cognitivismo possono essere fatti risalire agli anni della
seconda guerra mondiale, quando un giovanissimo psicologo di Cambridge, K. J. W.
Crack,, inizi delle ricerche sul comportamento del tracking, che consiste in un
compito in cui vi un bersaglio mobile che si sposta su uno schermo, e al soggetto
viene chiesto di tenere allineato un segnale con il bersaglio. Nel caso pi semplice, il
bersaglio costituito da una pista che scorre con una serie di curve e rettilinei, e il
segnale da una penna scrivente, la cui posizione pu essere modificata utilizzando due
manopole. Losservazione fondamentale di Crack consistette nel fatto che il soggetto
umano non appare in grado di operare pi di una correzione ogni mezzo secondo.
Crack ne dedusse allora che allinterno dellorganismo doveva esistere un
meccanismo decisore che doveva impiegare almeno mezzo secondo per elaborare le
informazioni in arrivo, e che non era in grado di elaborare un nuovo lotto di
informazioni fintantoch non erano state elaborate le precedenti. Si affermava quindi
per la prima volta che:
a) luomo poteva essere concepito come un elaboratore di informazioni
b) luomo aveva un tipo di funzionamento discreto (sequenza di operazioni).
c) il meccanismo decisore era unico, e non potevano essere eseguite pi cose
alla volta.
Inoltre Crack riscopriva lenorme importanza del tempo impiegato a compiere
le azioni, come indicatore dei processi mentali sottostanti alle azioni stesse. Si osservi
che tale utilizzo del tempo, propugnato da Donders, aveva avuto unenorme
importanza al nascere della psicologia scientifica, ed era stato ampiamente utilizzato
da Wundt nel suo laboratorio di Lipsia, ma poi era caduto nelloblio con il decadere
dello strutturalismo. Crack lo riporter in auge, ed il cognitivismo se ne riapproprier,
facendone il principale strumento di indagine.
Alla convinzione che luomo fosse in grado di eseguire un unico compito per
ogni atto di decisione, si aggiunse nel 1956 la dimostrazione, fornita da G. A. Miller,
uno psicolinguista americano sino a pochi anni rigorosamente comportamentista, che
vi era un altro limite molto severo al funzionamento dei processi cognitivi delluomo,
limite costituito dalla quantit di informazioni che si possono elaborare volta per
volta. In un famoso articolo, in cui venivano passati in rassegna numerosi studi su
abilit anche abbastanza differenti le une dalle altre. Miller fissava tale limite di 7

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pezzi (chunks) di informazione alla volta, pi o meno due, a seconda del compito
eseguito. Ci valeva infatti per la memoria a breve termine come per i giudizi assoluti
come per quantit di apprensione (quanti elementi possono essere colti in una volta
con un singolo atto percettivo), e cosi via. Pezzi intendiamoci, non singoli elementi;
ad esempio, quasi lo stesso voler memorizzare singole lettere o sillabe. Il problema
che poneva Miller era quello di strategie necessarie per poter introdurre, nel sistema di
elaborazione delle informazioni, pezzi sempre pi grandi e ricchi di informazione, in
modo da poter superare i limiti di elaborazione del sistema.
Si accennato alla memoria a breve termine. Fu questo un altro dei temi
principe di ricerca della psicologia cognitivista. Fu nel 1956 un altro inglese, Brown, a
trarlo dalloblio. La memoria era gi stata studiata dai comportamentismi, che,
tuttavia, sostenevano che non avrebbe avuto alcun senso distinguere tra diversi tipi di
memoria a seconda dei tempi di memorizzazione; il processo di ritenzione avrebbe
dovuto essere unico, sia che ci si riferisse a immagazzinamenti della durata di secondi,
sia che si parlasse di anni. Di fatto, con gli studi di Brown si pot dimostrare che se la
memoria secondaria (memoria a lungo termine) suscettibile di interferenza sul piano
semantico (e cio, si possono avere ad esempio, interferenze relativamente al
significato dei vocaboli appartenenti a una lista da memorizzare), per ci che riguarda
la memoria a breve termine non si rilevano interferenze di questo tipo, mentre se ne
riscontrano di tipo fonologico, che sono invece assenti quando si memorizza a lunga
termine. Questo osservazione a favore di una distinzione tra memoria a breve
termine e memoria a lungo termine.
Nel frattempo a Cambridge, molto delle idee sui processi di codifica delle
informazioni, sulla capacit limitata dei processi cognitivi vennero sintetizzate nel
lavoro di Broadbent anchegli direttore dellApplied Psychology Unit di Cambridge.
Viene considerato una delle figure chiave per lo sviluppo della psicologia cognitiva.
Nel suo libro Perception and Communication (1958) tracci molte delle direzioni di
ricerca prese successivamente dalla psicologia cognitiva. In sintesi, la visione di
Broadbent era che si potevano comprendere meglio fenomeni come la percezione,
lattenzione, la memoria a breve termine costruendo una teoria basata sul flusso di
informazioni attraverso il sistema cognitivo. In altre parole, invece di analizzare
percezione, attenzione, MBT isolatamente, lui suggeriva di considerarli come
elementi interdipendenti in un singolo sistema cognitivo. A livello pi specifico

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Broadbent propose una teoria dellattenzione secondo la quale il sistema cognitivo


umano ha una capacit di elaborazione molto ridotta, e quindi prima di poter essere
ulteriormente elaborato, uno stimolo deve passare attraverso un filtro, o canale, a
capacit limitata, che lasci passare solo gli stimoli ai quali viene prestata attenzione..
Questa teoria aveva dei limiti, infatti non riusciva a spiegare come fosse possibile
prestare attenzione ad uninformazione rilevante che appare allimprovviso in un
flusso di informazioni irrilevanti e quindi che dovrebbero essere escluse da una
successiva elaborazione. Lesempio classico di questa situazione e quello conosciuto
come fenomeno cocktail party, in cui riusciamo a filtrare tutti i rumori e le voci, per
far attenzione a quello che dice il nostro interlocutore, ma se qualcuno pronuncia il
nostro nome lattenzione ne viene subito attratta. Tuttavia, nonostante questi limiti, la
sua teoria fornir la base dei successivi modelli teorici sullattenzione.
Lavvento dei computer e stato un altro fattore che ha contribuito alla nascita
della psicologia cognitiva. Molti studiosi hanno reagito allinvenzione dei computer
con il tentativo di paragonare la mente al funzionamento di un computer. Come il
calcolatore, cosi luomo era visto come un elaboratore di informazioni. Uno degli
esempi di questa dellaccostamento tra uomo-computer e quello fornito dal TOTE.
Nel 1960 esce Piani e strutture del comportamento di Miller, Galante e Pribram. Uno
degli scopi principali di questo volume era di cercare di trovare ununita di analisi
che potesse sostituire il riflesso, utilizzato dal comportamentismo. La soluzione
proposta fu quella del TOTE (text-operate-text-exit). Brevemente pu essere riassunto
come segue:
Ogni volta che un individuo compie unazione verifica che le situazione sia
congruente con gli obiettivi che deve raggiungere.
Es. Piantare un chiodo
Test: verificare che ci siano quadro, chiodo, e martello
Operate: appendere il quadro al muro,
Test: verificare che il chiodo sia stato piantato se la risposta e affermativa, Si
termina Exit, altrimenti si torna a piantare di nuovo.
Gli autori fanno unimportante distinzione, quella fra intenzione e valore. C
un intenzione quando esiste un Piano che prefigura tutte le presunte operazione per
giungere ad una meta. Se non esiste una rappresentazione interna del completo
decorso dellazione questa non intenzionale. A ogni fase test del Piano sono

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associati dei valori, ci possono essere operazioni che hanno un valore negativo perch
comportano una qualche perdita oppure un valore positivo quando permettono di
conseguire un certo vantaggio. Secondo Miller e coll. un Piano inizia quando viene
condotto una specie di proto test che ha lo scopo di calcolare i costi e i ricavi e di
calcolare la convenienza di un certo obiettivo, i risultati di questo test possono essere
via via riconsiderati, una volta dato inizio allazione. Sempre secondo Miller e coll. un
Piano per poter essere controllato deve essere collocato in qualche stato o luogo
specifico. Questo apparato preposto al deposito temporaneo di Pian denominato
memoria di servizio (anche detta memoria di lavoro). Miller e coll. infine introducono
un altro importante concetto, quello di Piani automatizzati. Sono questi i Piani che
permettono attivit precise ed estremamente rapide come lo scrivere a macchina, ad
esempio. Lipotesi che gli autori fanno circa la formazione di questi particolari Piani
che questi, una volta superappresi, diventino qualche cosa di unitario, integrato ed
indipendente. Non richiedono particolari controlli volontari e coordinazione ma
possono essere utilizzati in strutture sempre pi complesse fino a permettere anche a
queste di diventare automatizzate.
Abbiamo visto, esaminando il modello TOTE come il momento cruciale
dellesecuzione di un Piano sia la cosiddetta attivazione dello schema piano e la sua
collocazione in memoria di servizio. Secondo Norman (1981) non basta supporre
lesistenza di un processo di attivazione per giustificare lesecuzione corretta di un
Piano perch nella memoria di lavoro di una persona possono esserci differenti Piani
attivati nello stesso istante e ognuno pu richiedere lesecuzione. Il soggetto finirebbe
ben presto per trovarsi nella pi classica delle situazioni di conflitto. Normalmente noi
riusciamo invece a tenere a mente un impegno ma a posticiparlo perch non abbiamo
informazioni a sufficienza oppure perch prioritario un altro obiettivo. necessario
perci capire quale evento permette a uno schema, tra i tanti attivati, di scattare e di
dare inizio allesecuzione. Un evento di questo genere denominato da Norman
triggering, termine che si pu tradurre con innesco. Secondo lo studioso americano
uno schema viene selezionato e messo in esecuzione quando:
a)

ha un sufficiente valore di attivazione vale a dire quando stato


opportunamente riportato nella memoria di servizio pronto ad essere
impiegato;

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b)

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trova un giusto innesco, ad esempio quando c un particolare


stimolo percettivo oppure quando giunta a termine unazione
iniziata in precedenza o unazione preparatoria.

La sigla ATS data al sistema data dalle iniziali dei nomi Active Trigger
Schema che riuniscono le principali propriet appena commentate e cio lattivazione
e linnesco. Gli schemi sono strutture di conoscenza sensorio-motorie che dirigono
lazione. Ogni azione contiene parecchi schemi ognuno dei quali ha il compito di
dirigere porzioni di azione. Ci sono schemi di importanza strategica, detti schemi
genitori, che controllano lazione attraverso schemi figli che hanno carattere
propriamente tattico. Secondo Norman il concetto di intenzione assimilabile a
quello di schema genitore iniziale. Secondo la teoria ATS le azioni altamente
perfezionate (skilled) richiedono di essere specificate solamente al pi alto livello
della loro rappresentazione in memoria. Una volta attivato lo schema al pi alto
livello i componenti inferiori completano autonomamente lazione senza che altri
interventi siano richiesti, se non nei momenti critici, nei quali occorre riflettere per
operare delle scelte.
Per finire, Norman definisce uno slip un errore umano che consiste
nellesecuzione involontaria di unazione. Ci sono tre possibili cause di slips:
Difetti nella formulazione di unintenzione. Ci sono due tipi di errori. Il primo
consiste nel classificare erroneamente la situazione in cui si agisce. Una persona che
si mette a scrivere con una macchina elettrica pu, una volta arrivata alla fine della
riga, cercare la leva che permette di girare il rullo e spostare il carrello allinizio della
riga. Unoperazione del genere avrebbe senso solo con macchine non elettriche ma
non nella presente situazione in cui basta premere un tasto.
Il secondo tipo di errori attribuibile a una definizione troppo sommaria
dellintenzione dovuta a mancanza di informazioni oppure a una descrizione non
sufficientemente specifica di quello che si deve fare pur avendo formulato
correttamente lintenzione. Esempi di errori di questo tipo sono i seguenti: si vuole
spegnere il motore dellautomobile e invece si ferma il tergicristallo.
Slips dovuti allattivazione difettosa di schemi. Due sarebbero i fattori
responsabili di questi errori.
a)

Uno schema pu essere attivato involontariamente perch un certo

stimolo esterno o unassociazione lo richiama. Ad esempio, ci sono sequenza di azioni

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che noi compiamo di frequente e che sono ormai talmente stereotipate da essere
compiute del tutto involontariamente. Una persona pu recarsi nel suo studio per
cercare qualcosa ma, invece di farlo, si siede al tavolo e comincia il suo lavoro
abituale.
b)

Uno schema una volta attivato pu non mantenere il suo valore di

attivazione a causa di processi di decadimento e di interferenza tipici della memoria di


lavoro in cui conservato. A causa di ci possiamo commettere errori come quello di
dimenticarci il perch ci troviamo in un posto e cosa eravamo andati a fare.
Slips dovuti a un innesco difetto dello schema. Uno schema pur essendo stato
selezionato ed attivato in modo appropriato, pu essere innescato nel momento
sbagliato e pu non trovare innesco.
Questo studio venne compiuto sulla base di resoconti soggettivi. Gli errori
possono essere pi numerosi di quelli rilevati dagli intervistati. Infatti una persona si
accorge dei propri errori solo in particolari condizioni: quando c una discrepanza fra
le aspettative e le realizzazione e quando operante un meccanismo di retroazione che
permette il controllo dellazione e rende palesi quelle discrepanze.
Riprendendo il nostro percorso storico, una delle teorie determinanti per lo
sviluppo della psicologia cognitiva negli anni sessanta fu prodotta da un linguista,
Noam Chomsky. Prima della diffusione dei lavori di Chomsky gli psicolinguisti
ritenevano che lapprendimento del linguaggio potesse avvenire per associazione di
parole adiacenti, o pi precisamente grazie ad un meccanismo di apprendimento per
coppie associate in cui ogni parola nella frase serve da stimolo per la parola che
segue. Nella frase il ragazzo colp la palla, ad esempio la parola il costituisce lo
stimolo per la risposta ragazzo, e cos via. Chomsky ha dimostrato che lipotesi
associazionistica dellapprendimento linguistico pone problemi insormontabili. Va
tenuto presente, innanzi tutto che un linguaggio consente un numero infinito di frasi.
Questa constatazione rende assai poco ragionevole lidea che sia possibile apprendere
un linguaggio per mezzo di associazioni fra parole adiacenti. Pensate alla possibili
associazioni che si potrebbero fare con gli articoli il o la. Una seconda difficolt per
lipotesi associazionistica sono le relazioni tra le parole non adiacenti (ragazzo e palla
per esempio). Un altro elemento di novit apportato da Chomsky riguarda la
grammatica. Prima di Chomsky le regole per analizzare una frase si basavano per lo
pi su una grammatica strutturale. Lanalisi della struttura delle frasi avveniva

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facendo una divisione fondamentale tra sintagma nominale e sintagma verbale, il


primo dei quali ulteriormente scomponibile in aggettivi e nomi ed il secondo
scomponibile in avverbi, verbi e sintagmi nominali. Chomsky dimostr che la
grammatica strutturale limitata in quanto non rende conto delle trasformazioni delle
frasi cosi da rendere passiva una frase attiva, o negativa una positiva, o affermativa
una frase interrogativa. Per questo Chomsky propose la grammatica trasformazionale
che rappresent un avanzamento rispetto a quella strutturale in quanto oltre a
descrivere la struttura delle frasi, mostrava come le frasi potevano essere trasformate
in altre frasi.
Per finire, la teoria di Chomsky rappresent anche un innovazione per quello
che riguarda lapprendimento di una lingua. Prima di Chomsky lidea era quella che il
linguaggio fosse appreso per imitazione, che i significati delle parole si formassero
associando il suono di una parola con la cosa cui la parola si riferiva. Il contributo di
Chomsky alla psicologia dellapprendimento del linguaggio fu quello di indicare che
alcuni degli aspetti del linguaggio non possono essere appresi per imitazione o per
condizionamento, ma richiedono invece la conoscenza di regole complesse.
Lapparente facilit e velocit dellapprendimento della prima lingua ha portato
Chomsky ed altri colleghi a postulare lesistenza di un meccanismo dellacquisizione
del linguaggio (LAD, language acquisition device).
Come gi detto la nascita del cognitivismo viene fatta risalire alluscita del
libro Cognitive Psychology di Ulrich Neisser, 1967. Il libro di Neisser fornisce un
modo generale di pensare intorno alle cose: questo modo la concezione non tanto
del comportamento, quanto proprio della vita mentale in termini di information
processing. Neisser riesce a fare questo attraverso la sintesi di centinaia di lavori di
ricerca, ordinati secondo una logica di flusso delle informazioni, dalla periferia
sensoriale, ai processi mentali pi complessi. Non si ha quindi una teoria generale
sempre troppo facilmente falsificabile quando si passa allo specifico, quanto piuttosto
una sorta di storia naturale della mente, vista attraverso le modalit logiche del suo
funzionamento come elaboratore delle informazioni. Inoltre, e forse la cosa non del
tutto da trascurare, Neisser trova un nome, quel cognitive che ha una presa
immediata, e in cui, in un tempo brevissimo, tutti i ricercatori che si muovono in
questa prospettiva si riconoscono. Il libro di Neisser si rileva per pericoloso. Il suo
tono ateoretico, privilegiante lanalisi del singolo processo pi che il quadro generale

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in cui il processo si svolge, incoraggi una tendenza gi presente nei cognitivisti ante
litteram: la tendenza cio a trascurare la teoria , a privilegiare oltre misura il modello,
anche ridottissimo, anche relativo neppur a un semplice processo, ma addirittura ad un
paradigma sperimentale.
Nel suo successivo Cognition and Reality, 1976, Neisser muove una serie di
critiche alla psicologia cognitivista, per come si era andata sviluppando nei dieci anni
successivi la nascita del suo libro. Innanzitutto egli ritiene che vi sia stato un
progressivo restringimento di campo con un attenzione focalizzata sempre di pi
sullesperimento di laboratorio, e sempre di meno rivolta al mondo esterno, quello
della vita quotidiana. In secondo luogo, secondo Neisser, se le ricerche attuali sono
sempre pi sofisticate e ingegnose, allo stesso tempo viene fatto di domandarsi quanto
siano genuinamente produttive. Si assiste, in altri termini, a un progressivo ripiegarsi
della ricerca su se stessa, e gli esperimenti che vengono effettuati sembrano sempre
pi rivolti alla situazione sperimentale stessa, e sempre meno volti a comprendere il
funzionamento della mente umana. Ma laspetto pi interessante delle osservazioni di
Neisser rivolto alla critica che egli muoveva al concetto di elaborazione di
informazioni, centrale, per la psicologia cognitivista. Questo concetto soffre di
unambiguit di fondo; di fatto esso muta del tutto significato nel momento in cui le
informazioni vengono definite in modo diverso dai differenti autori. Secondo Neisser
le informazioni che lindividua elabora vanno viste nella ambiente, perch li che
sono ed lambiente che le offre. Nella sua nuova concezione, lindividuo possiede
nella sua struttura cognitiva degli schemi che gli consentono di coglierle, e che
costituiscono il fondamentale legame tra percezione e pensiero. In seguito alluscita di
questo libro e allapporto di Gibson si svilupper una nuova linea allinterno del
cognitivismo, quella ecologica. Gibson diede il suo apporto con The ecological
approach of perception (ispir anche Neisser per ammissione dello stesso autore). Per
Gibson non ha senso parlare di uomo come elaboratore di informazioni. Gibson
sostiene che le informazioni sono gi presenti negli stimoli. Lindividuo pu coglierli
senza ricorrere a sistemi computazionali, o a flussi di informazioni. Le informazioni
assumono significati differenti in a seconda del contesto in cui sono presentate.
In direzione opposta alla prospettiva ecologica si va formando, grazie al
contributo di studiosi provenienti da discipline tra loro differenti, una nuovo
orientamento allinterno del cognitivismo quella della scienza cognitiva. questo un

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movimento che nasce nel 1977, quando Schank, Collins e Charniak fondano una
nuova rivista cosi appunto chiamata. Il programma della rivista enunciato sul primo
numero da Collins. Si sosteneva, che esistevano un insieme di problemi comuni, che
riguardano intelligenza naturale e artificiale per studiosi provenienti da psicologia
cognitiva e sociale, tecnologie delleducazione, intelligenza artificiale, linguistica
computazionale, epistemologia. Le questioni su cui potevano incontrasi erano
costituita dalla rappresentazione delle conoscenze, dalla comprensione del linguaggio,
dalla comprensione delle immagini, dallinferenza, dallapprendimento, dalla
soluzione dei problemi, dalla pianificazione.
I due paradigmi che hanno dominato il campo della scienza cognitiva sono
quelli del modularismo e del connessionismo. Il modularismo nella versione di Fodor,
prevede unarchittettura cognitiva distinta, almeno per quel che riguarda i sistemi di
analisi di input in strutture verticali, i moduli appunto, che trasformano
computazionalmente gli input in rappresentazioni che offrono alla parte centrale del
sistema cognitivo. Tali sistemi di analisi dellinput hanno queste sostanziali
caratteristiche: 1) sono specifici per dominio. In altri termini, si tratta di strutture
altamente specializzate, che possono analizzare dei tipi di input molto particolari e
differenziati da modulo a modulo. 2) Il loro funzionamento obbligato. In altri
termini quando sono in presenza del tipo specifico di input che sono deputati ad
analizzare, non possono fare a meno di entrare in azione. 2) C solo un accesso
centrale limitato per le rappresentazioni che computano. In altri termini, i livelli
intermedi di analisi dellinput sono relativamente inaccessibili agli stati centrali di
coscienza. 4) Sono dotati di notevole velocit di funzionamento. 5) Sono incapsulati
informazionalmente. In altri termini, durante il loro funzionamento non possono avere
accesso n in generale alle rappresentazioni delle conoscenze dellindividuo, n ad
informazioni comunque provenienti da altre parti del sistema cognitivo dellindividuo.
Questo modello ha riscosso un notevole successo soprattutto in neuropsicologia, dove
la verifica dellesistenza di strutture di tipo modulare dunque costante. Ma se si
volesse fare un bilancio quantitativo, nellambito delle scienze cognitive, si
rileverebbe una prevalenza numerica dei sostenitori del connessionismo.
Il connessionismo il tentativo di simulare lintelligenza biologica, di
riprodurre su un calcolatore le capacit mentali ispirandosi alla macchina fisica che
negli organismi viventi fa da supporto allintelligenza, cio al cervello. Si tratta di un

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insieme di idee, di teorie, di tecniche computazionali, che si sono sviluppate negli


ultimi anni. Nel connessionismo il modello della mente il cervello, con la sua
architettura formata da un gran numero di unit relativamente semplici (i neuroni),
collegate tra loro da connessioni sinaptiche che trasmettono attivazione e inibizione e
che modificano costantemente la loro conduttivit con lesperienza. Il connessionismo
riconduce lo studio dellintelligenza allo studio quantitativo della natura fisica e offre
cos la possibilit di superare il dualismo mente e cervello e di vedere nellintelligenza
uno dei sistemi dinamici complessi studiati oggi dalla ricerca scientifica di
avanguardia. Al cuore del connessionismo ci sono le modellizzazioni in termini di reti
neurali. Una rete neurale formata da un certo numero di unit collegate tra loro
mediante connessioni. Le connessioni servono a trasmettere attivazione o inibizione
da una reta allaltra, e sono in genere unidirezionali. Le unit vengono anche chiamate
nodi, neuroni (artificiali). Se si guarda da vicino una singola unit si vede che essa ha
un certo numero di connessioni in arrivo attraverso cui lunit riceve attivazione o
inibizione da altre unit, e un certo numero di connessioni in partenza, attraverso le
quali lunit invia attivazione o inibizione ad altre unit. La fase di apprendimento in
queste reti consiste nel fatto che alla prime presentazioni loutput della rete (risultato
del funzionamento della rete), non necessariamente coincide con il target (il risultato
previsto), il confronto tra output e target, permette di calcolare lerrore, che viene
utilizzato per modificare i pesi. In una rete feed-forward con apprendimento per back
propagation, esistono tre unit: unit di input, connesse a tutte le unit nascoste, e
tutte le unit nascoste sono connesse alle unit di output. I pesi delle unit sono
modificabili, e lo si pu fare trasformando, aumentando o diminuendo loutput
dellunit a monte quando deve divenire input dellunit a valle. Se louput da un
errore rispetto al target, in questo tipo di rete, questo errore viene utilizzato per
modificare a ritroso (back-propagation) i pesi, in modo che il loro valore divenga
compatibile con il target. Dopo un certo numero di cicli di apprendimento, i valori
della rete si assestano, e la rete sar in grado di rispondere correttamente a ogni nuovo
input presentatogli.
La presente introduzione alla storia della psicologia, vuole essere una sintesi
di come la psicologia sia diventata una disciplina scientifica. La psicologia scientifica
si basa su metodi rigorosi e sistematici, che ci permettono di studiare i fenomeni

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psicologici e di tentare di comprenderli esattamente come se fossero fenomeni fisici.


Combinare diversi metodo (metodi cronometrici e psicofisici, neuropsicologia,
neuroimmagine funzionale, simulazione) per affrontare lo studio di un fenomeno
psicologico rappresenta lattuale frontiera della ricerca psicologica. Infatti molti
ricercatori contemporanei condividono lidea che non si possa studiare la mente
indipendentemente dal cervello. Questo tipo di impostazione (nota anche come
neuroscienza cognitiva) sta portando una lenta ma progressiva rivoluzione nelle
discipline psicologiche. Da tale tendenza non potr che derivare una spinta positiva
per arrivare ad una migliore comprensione del comportamento umano.

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