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- il contesto della scoperta non è possibile stabilire regole nelle procedure perché riguarda la concezione di
una nuova idea
- il contesto della giustificazionein cui occorre seguire regole ben precise poiché riguarda il modo in cui
l'idea è presentata, giustificata, difesa, messa alla prova
LA PRIMA REGOLA della ricerca empirica è che essa deve svilupparsi in un quadro collettivamente condiviso:
è un processo collettivo perché necessitano di controllo ( concetti e procedimenti usati devono essere
standardizzati e i risultati devono poter essere verificati anche da altri) e di cumulatività ( la scienza è una
accumulazione sistematica di conoscenza).
Pubblicità, controllabilità e ripetibilità delle procedure rappresentano quindi l'unica possibile oggettività
della conoscenza sociologIca.
Deve essere seguito un approccio sistematico e usare la strumentazione consolidata dell'esperienza di coloro
che lo hanno preceduto e che è stata da accettata dalla comunità scientifica.
L’ITINERARIO DI RICERCA è un percorso ciclico che inizia da una teoria, attraversa le fasi di raccolta e analisi
dei dati e ritorna alla teoria:
1. TEORIA La DEDUZIONE permette di passare dalla teoria generale a delle ipotesi specifiche che sono
2. IPOTESI un'articolazione parziale della teoria
Ne consegue il DISEGNO DI RICERCA (piano di lavoro sul campo che stabilisce le varie fasi dell'osservazione
empirica. ES. il numero degli intervistati, scelti con un determinato criterio, utilizzando il questionario e così
via)
ORGANIZZAZIONE DEI DATI è necessaria per analizzarli e consiste nel trasformare le info grezze
e non ancora sistematizzate in una matrice rettangolare di numeri detta matrice dei dati; dopo
4. ANALISI DEI DATI
aver codificato i dati è possibile iniziare l'analisi che in genere consiste in elaborazioni
statistiche condotte con l'ausilio di un computer
5. PRESENTAZIONE DEI RISULTATI INTERPRETAZIONE delle analisi statistiche svolte consente di arrivare ai
risultati.
Infine con un processo di induzione il ricercatore torna alla teoria per confrontare le risultanze empiriche con
le ipotesi teoriche e con la teoria di partenza per arrivare ad una sua conferma o ad una sua riformulazione.
ALCUNE DEFINIZIONI
TEORIA è un “insieme di proposizioni organicamente connesse che si pongono ad un elevato livello di
astrazione e generalizzazione rispetto alla realtà empirica, le quali sono derivate da regolarità empiriche e
dalle quali possono essere derivate dalle previsioni empiriche”
IPOTESI è “una proposizione che implica una relazione tra due o più concetti, che si colloca ad un livello
inferiore di astrazione e generalità rispetto alla teoria, e che permette una traduzione della teoria in termini
empiricamente controllabili” la validità della teoria dipende proprio dalla sua trasformabilità in ipotesi
empiricamente controllabili (controllabilità è un criterio della scientificità)
Può capitare che le ipotesi vengano sviluppate dopo aver raccolto i dati e quindi confrontate a posteriori. Inoltre può
anche capitare che la teoria non sia così ben definita da consentire ipotesi chiare e nette.
CONCETTO è il contenuto semantico dei segni linguistici e delle immagini mentali. Deriva dall'azione di
ordinare il molteplice sotto un unico atto di pensiero, serve per aggiungere ad astrazione dal significato
universale; è il mezzo attraverso cui l'uomo può conoscere e pensare, è fondamento di ogni disciplina scien.
L'ipotesi è una proposizione che implica una relazione tra due o più concetti, quindi, questi sono i mattoni di
una teoria.
ESEMPIO il concetto di livello culturale può essere rilevato attraverso la variabile “titolo di studio" riferita a
individui, e che assume stati diversi nei vari soggetti studiati; Questi Stati vengono registrati nelle 5 modalità
di “senza titolo”, “licenza elementare”, “licenza media”, “diplome”, “laurea”; a esse vengono assegnati
rispettivamente i valori di 0,1,2,3,4
LE VARIABILI
VARIABILE è un concetto operativizzato; più di preciso è la proprietà operativizzata di un oggetto, in
quanto il concetto per poter essere operativizzato ha dovuto essere applicato a un oggetto divenendone
proprietà.
CONCETTO ---------- PROPRIETA’----------------------- VARIABILE
peso peso di un oggetto peso misurati in kg con bilancia
Non c'è una corrispondenza biunivoca tra concetto e variabile perché uno stesso concetto può essere
operativizzato in modi diversi, cioè in quanto proprietà può essere associato a differenti unità di analisi. Può
dare luogo quindi a diverse variabili. Una variabile può variare tra diverse modalità (ognuna di queste
identificata da un valore) corrispondenti ai diversi stati delle proprietà. Es variabile genere, stato maschio e femmina
Se una variabile nello studio che viene condotto risulta invariante viene definita “costante”.
La VARIAZIONE di una variabile può realizzarsi in due modi: nel tempo sullo stesso caso (studio
LONGITUDINALE diacronico); nello stesso tempo, tra i casi (studio TRASVERSALE sincronico)
1) Le variabili NON MANIPOLABILI comprendono le proprietà che non sono modificabili dal ricercatore (ex
genere, età, istruzione, intelligenza, ecc); MANIPOLABILI sono invece quelle che il ricercatore può
controllare e modificare attivamente
2) Questa distinzione riguarda il ruolo delle variabili nell'analisi dei dati, la loro utilizzazione nella
spiegazione scientifica. V. DIPENDENTI e INDIPENDENTI. In una relazione asimmetrica tra due variabili
cioè quando c'è una variabile che influenza l'altra chiamiamo variabile indipendente la variabile che
influenza, dipendente quella che è influenzata.
Se la relazione di dipendenza è di tipo causale la causa è la variabile indipendente e l'effetto la variabile
dipendente.
In una relazione multivariata la variabile dipendente è una sola ed è rappresentata dal fenomeno da
spiegare, mentre le variabili indipendenti sono le spiegazioni
3) V. LATENTI e OSSERVATE distinzione basata sulla rilevazione empirica. LATENTI sono le variabili non
direttamente osservabili perché rappresentano concetti molto GENERALI o COMPLESSI (es. status
socioeconomico, intelligenza, coesione sociale); per operativizzarle si fa ricordo a variabili osservabili a
esse semanticamente legate.
DIFF CON I CONCETTI ( Le variabili latenti sono diverse dai concetti perché possono essere operativizzate
attraverso alcune tecniche di analisi dei dati anche se non sono direttamente osservabili;
Queste variabili poi appartengono, oltre alla teoria, alle tecniche e vengono definite a partire dai dati empirici ad
esempio i fattori dell'analisi fattoriale).OSSERVATE sono le variabili direttamente osservabili (età, genere…)
4) V.INDIVIDUALI/ COLLETTIVE: (collett) le variabili aggregate dove le proprietà del collettivo derivano
da proprietà dei singoli componenti del gruppo. In questo caso le variabili sono sempre rilevate a
livello individuale e la v. collettiva deriva da un’operazione matematica fatta sulle v. individuali. V.
globali sono proprietà esclusive del gruppo che non derivano da proprietà dei membri che lo
compongono.
Le variabili collettive attribuite ai singoli individui vengono dette variabili contestuali.
La decisione su come operativizzare un concetto è totalmente affidata alla discrezionalità del ricercatore al
quale possono essere chiesto di esplicitare e giustificare le scelte. La definizione operativa non è mai
perfettamente adeguata perché non è mai sufficiente raccogliere tutta la complessità di un concetto teorico ;
questa è un atto arbitrario e soggettivo ma paradossalmente in essa trovano fondamento i caratteri di
scientificità e oggettività della ricerca sociale. Piano piano si forma una convergenza all'interno della
comunità scientifica permettendo di arrivare ad una definizione operativa convenzionale di carattere
intersoggettivo.
Un'altra classificazione delle variabili riguarda il tipo di operazioni che possono essere fatte su di essi e
quindi quali sono le procedure di elaborazione statistica che si possono applicare, quindi, questa
classificazione attiene alle caratteristiche logico matematiche di una variabile.
NOMINALI quando la proprietà di registrare assume stati discreti non ordinabili. Stati discreti: la
proprietà può assumere solo stati finiti, non ci sono stati intermedi (es. genere M e genere F). Non
ordinabili: non è possibile stabilire un ordine, una gerarchia tra di essi
RELAZIONI DI UGUAGLIANZA O DIFFERENZA = O =/
Classificazione (le categorie nelle quali gli stati della proprietà vengono classificati devono avere il
requisito della esaustività ossia ogni caso deve essere collocato in una delle categorie previste, della
mutua esclusività un caso non può essere classificato in più di una categoria e della unicità del
criterio di divisione.
Alle modalità viene associato un simbolo detto “valore”, che ha solo il significato di identificare la
categoria (M=1 F=0) NESSUN SIGNIFICATO NUMERICO
Un caso particolare di una variabile nominale si ha quando le modalità sono solo due es. Occupato e
Disoccupato: sono variabili dicotomiche e hanno la proprietà di poter essere trattate statisticamente
con strumenti normalmente non applicabili alle variabili nominali!!!!!
ORDINALI quando la proprietà da registrare assume stati discreti ordinabili. (es. titolo di studio,
gerarchia occupazionale, ceto sociale). C’è un ordinamento. Non è nota la distanza che intercorre tra la
diverse modalità.
RELAZIONI DI UGUAGLIANZA, DIFFERENZA, E DI ORDINE quindi maggiore o minore o uguale
Ordinamento
L'attribuzione dei valori alle singole modalità non sarà casuale ma dovrà utilizzare un criterio che
preservi l'ordine tra gli Stati della proprietà
Le variabili possono essere ordinabili per due motivi o perché derivano da proprietà originariamente
costituite da stati discreti (ad esempio il titolo di studio) o perché derivano da proprietà continue che
sono state registrate su una sequenza solo ordinale per difetto di strumenti di misurazione ( esempio
domande di un questionario che prevedono risposte graduate tipo molto, abbastanza, poco, per niente)
CARDINALI sono variabili per le quali i numeri che ne identificano le modalità (i valori) non sono delle
semplici etichette ma hanno un pieno significato numerico. (età, reddito, tempo, distanza da percorrere, n.
di figli)
RELAZIONI DI UGUAGLIANZA, DIFFERENZA, E DI ORDINE, SOTTRAZIONE E SOMMA, MOLTIPLICAZIONE E
DIVISIONE (perché si conosce la distanza esistente tra i valori e tra queste ci sono queste ultime 2 op.). È
possibile determinare queste distanze in quanto esiste un'unità di riferimento
MISURAZIONE E CONTEGGIO: la misurazione quando si verificano 2 condizioni: la proprietà da misurare
è continua (può assumere stati intermedi in un dato intervallo tra due stati qualsiasi) , esiste un’unità di
misura prestabilita che consente di confrontare la grandezza da misurare con una grandezza di
riferimento. Conteggio quando la proprietà da registrare è discreta(stati finiti) ed esiste un unità di conto
cioè un'unità elementare che è contenuta un certo numero di volte finito nella proprietà dell'oggetto. In
questo caso l’operativizzazione consiste nel contare quante unità di conto sono incluse nell'ammontare
di proprietà posseduta dall'oggetto (es. numero di figli, numero di stanze, numero di addetti, numero di
libri letti). L'unità di conto è naturale, mentre l'unità di misura è convenzionale.
Le proprietà continue che variano in modo graduale tra gli individui non riescono a passare dalla
condizione di proprietà continua a quella di variabile cardinale per la difficoltà di applicare una unità di
misura agli atteggiamenti umani. Ad esempio, abbiamo la tecnica delle scale SCALING che fino
dagli anni 20 del secolo scorso si propose di misurare opinioni e atteggiamenti e valori e in generale
proprietà continue che attengono alla struttura psicologica e valoriale dell'individuo. Vengono utilizzati
gli strumenti matematico statistici previsti per le variabili cardinali e quindi si è deciso di definirle
variabili quasi-cardinali.
RILEVAZIONE EMPIRICA CONCETTO
Per dare una definizione operativa a questi concetti sociologici molto generali si utilizzano gli indicatori
concetti + semplici, specifici, traducibili in termini osservabili, che sono legati ai concetti generali da un
“rapporto di indicazione o di significato”. Da CONC GENERALI a CONC SPECIFICI che sono collegati ai primi da
affinità di significato. Un indicatore può essere connesso con più concetti dal contenuto semantico molto
diverso (esempio la partecipazione di riti religiosi può essere indicatore sia di conformismo che di religiosità)
Gli indicatori sono specifici: prendono solo un aspetto del concetto generale e complesso 1 CONCETTO +
INDICATORI. La scelta tra la molteplicità di indicatori con cui operativi un concerto sarà stato dal ricercatore a
sua discrezione.
DIMENSIONI: le diverse articolazioni in cui può essere specificato in un concetto; da queste possono essere
individuati in indicatori.
1. articolazione del concetto in dimensioni nella prima fase si esegue una riflessione teorica
nella quale il concetto viene analizzato nelle sue principali componenti di significato
2. scelta degli indicatori si individuano gli indicatori afferenti ad ogni dimensione e si scelgono
come indicatori dei concetti specifici possibili di rilevazione empirica
3. operativizzazione degli indicatori si trasformano in variabili
4. formazione degli indici quando un concetto viene scomposto in dimensioni e rilevato con
diversi indicatori si ha l'esigenza di sintetizzare in un unico indice la pluralità di variabili ottenute.
INDICE: combinazione di indicatori volta a ricostruire il concetto generale nella fase di analisi dei dati.
Questo errore si divide in errore sistematico ed errore accidentale. Il valore osservato della variabile è la
somma di tre parti: il valore vero e le due componenti dell'errore.
Il suo VALORE MEDIO sul totale dei casi osservati non è mai pari a 0, ma assume un valore positivo o
negativo poiché il valore osservato tende sistematicamente a sovrastimare o sottostimare il valore vero
Si tratta di oscillazioni che su tutte le possibili repliche della rilevazione e su tutti i possibili campioni tendono
ad una media pari a 0.
È possibile commettere errori sia nella fase di indicazione (scelta degli indicatori) sia nella fase di
operativizzazione (rilevazione degli indicatori).
L’errore nella FASE DI INDICAZIONE è un errore SISTEMATICO. Un indicatore sarà tanto più
valido quanto maggiore sarà la sua parte indicante cioè di sovrapposizione semantica con il concetto e
minore sarà la sua parte estranea. Se nell’indicatore scelto la parte estranea sovrasta quella indicante
l'indicatore è effetto da un errore sistematico di indicazione.
a) Errori di selezione dovuti al fatto che non si opera sulla intera popolazione ma su un campione.
Questi si dividono in:
1) errore di copertura relativo al fatto che la lista della popolazione dalla quale stiamo estraendo i casi
del campione non è completa
2) errore di campionamento dovuto al fatto che si sta utilizzando un campione e non una popolazione
3) errore di non risposta poiché alcuni casi selezionati possono non essere raggiunti dall'intervistatore o
rifiutarsi di rispondere
b) Errori di osservazione che possono avere quattro diverse fonti:
1) Errori dovuti all'intervistatore condizionamento, registrazione errata di risposte
2) errori dovuti all'intervistato errata comprensione della domanda, risposte menzognere per fare bella
figura, manchevolezza della memoria
3) errori dovuti allo strumento domande mal formulate, domande tendenziose
4) errori dovuti al modo di somministrazione non sempre si seleziona il modo più adeguato ed efficace
c) Errori nel trattamento di dati ES. errori di codifica, di trascrizione e di elaborazione
Tutti questi errori possono essere sia sistematici sia accidentali!!!!
ES. una domanda sul reddito comporterà una sottostima costante del reddito vero e quindi non è
sistematico; una domanda che porta a fraintendimenti variabili da un soggetto all'altro è un errore
accidentale.
L'unica componente misurabile dell'errore globale che attiene a qualsiasi rilevazione è l'errore di
campionamento per cui esiste una formula precisa. (Per questo motivo viene portato come
errore globale anche se non si dovrebbe)
ATTENDIBILITA’ ha a che fare con la riproducibilità del risultato e segnala grado con il
quale una certa procedura di traduzione di un concetto produce gli stessi risultati in prove ripetute
con lo stesso strumento di rilevazione (stabilità) o con strumenti equivalenti (equivalenza).
(solitamente associata all’errore accidentale).
A) La prima forma di attendibilità studiata è stata la stabilità nel tempo della rilevazione. È stata
misurata con la tecnica del TEST-RETEST: consiste nel replicare la rilevazione sugli stessi soggetti nel calcolare
la correlazione tra i due risultati. Questa soluzione è difficilmente applicabile alle scienze sociali per due
motivi:
1. la reattività del soggetto umano (ad esempio l'intervistato può ricordare il primo test o aver appreso da
questo e quindi alterare il risultato del secondo test);
2. il cambiamento che può intervenire nel soggetto tra la prima e la seconda rilevazione.
3. Inoltre, non vengono considerati gli errori accidentali attribuibili allo strumento e le modalità di rilevazione
B) Proposta una seconda definizione in termini di equivalenza: si guarda alla correlazione tra due
procedure diverse ma assai simili tra di loro.
- “suddivisione a metà” dove l’attendibilità è data dalla correlazione tra due metà dello stesso test (esempio
faccio un confronto tra punteggi dati alle domande pari e quelli dati alle domande dispari di uno stesso test).
- “forme equivalenti”, secondo cui due test sono detti paralleli quando si presuppone misurino lo stesso
valore vero sottostante, differendo solo per l’errore casuale (esempio test lunghi uguali, con domande
formulate allo stesso modo, sulla stessa tematica ecc)
C) La terza soluzione si basa sul presupposto che gli errori accidentali non variano solo tra test e test ma
anche tra domanda e domanda di uno stesso test. Sono state proposte le misure basate sulla “coerenza
interna” (es Alfa Di Cronbach) dove l'attendibilità del test è stimata attraverso la correlazione delle
risposte ad ogni domanda con le risposte a tutte le altre domande. L'applicazione però di queste tecniche a
ricerchi sociali è difficile e quindi resta valido l'orientamento di fondo per cui l'attendibilità di una rilevazione
può essere controllata attraverso rilevazioni plurime con strumenti diversi.
VALIDITA’ fa invece riferimento al grado con il quale una certa procedura di traduzione di un
concetto variabile effettivamente rileva il concetto che si intende rilevare. (solitamente associata all’errore
sistematico).
Per quanto riguarda la validità invece in genere l'errore di validità si colloca nel passaggio da
concetto a indicatore e nasce dall'errore di indicazione. È molto difficile da valutare ed è articolabile
in due corrispondenti procedure di convalida:
- la validità di contenuto indica il fatto che l'indicatore prescelto copra effettivamente l'intero
dominio di significato del concetto. Una convalida di questo tipo può avvenire solo su un piano
puramente logico. Consiste quindi in una scomposizione del concetto in dimensioni
assicurandosi che tutte le dimensioni siano coperte dagli indicatori prescelti. VELIDITA’ TEORICA
- la validità per criterio prevede che la convalida si basi sulla corrispondenza tra l'indicatore è
un criterio esterno che per qualche motivo si ritiene collegato con il concetto. Questo criterio
può essere un'altro indicatore già accettato come valido ho un fatto oggettivo di carattere
comportamentale. QUESTA VALIDITA’ PUO ESSERE DETTTA EMPIRICA PERCHE è POSSIBILE
QUANTIFICARE QUESTA CORRISPONDENZA
- validità di costrutto è un altro tipo di validità che combina le altre due e indica la rispondenza
di un indicatore alle attese teoriche in termini di relazioni con le altre variabili (esempio esiste
una correlazione inversa tra il livello d'istruzione e il pregiudizio razziale quindi questa
correlazione deve essere verificata anche dall'indicatore di pregiudizio scelto)
Per poter corroborare empiricamente un'ipotesi di relazione causale tra due variabili si deve disporre di
elementi empirici su tre aspetti:
a. COVARIAZIONE tra variabile indip e dip: si deve osservare una variazione della variabile
indipendente e poi contemporaneamente della variabile dipendente: al variare di una varia
anche l’altra;
b. DIREZIONE DI CAUSALITA’ al variare di x consegue una variazione di y ma che non è vero il
contrario. Si può verificare empiricamente questo fatto in due modi:
Mediante MANIPOLAZIONE DELLA V.INDIP il ricercatore con la sua azione fa variare la
variabile X se a seguito di questo c’è una variazione di Y vuol dire che esiste un nesso causale da
X Y e non viceversa.
Mediante il CRITERIO DELLA SUCCESSIONE TEMPORALE nasce dall'osservazione che la
variazione della X precede la variazione della Y (solo nel caso di un esperimento è possibile
realizzare una variazione artificiale di una delle due variabili). Alcune direzioni causali si
escludono in automatico per impossibilità logica. (es. La classe sociale influenza l’orientamento
politico ma non viceversa perché se un individuo dovesse cambiare orientamento politico non
sarebbe pensabile che passi da una classe sociale all'altra)
c. IL CONTROLLO su altre possibili cause si deve poter escludere la variazione simultanea, al
variare della variabile indipendente, di altre variabili ad essa correlata che potrebbero essere
invece che la X la causa della variante il variare della Y.
Controllare le variabili estranee cambia a seconda che operiamo con la logica:
dell’analisi della covariazione: tecnica base che analizza la covariazione nel suo naturale
realizzarsi;
dell’esperimento: analizza la covariazione in una situazione artificiale, dove la variazione di X
è prodotta dal ricercatore in laboratorio
Quando si osserva una variazione tra due variabili X e Y (esempio l'esposizione televisiva di
propaganda e quindi voto per questo determinato candidato) occorre prestare attenzione che
non si tratti di una relazione spuria: una covariazione tra due variabili X e Y che non
deriva da un nesso causale tra le 2, ma dal fatto che esse sono ENTRAMBE INFLUENZATE da
una TERZA variabile Z. Il variare di Z provoca una variazione simultanea di X e Y, senza che
queste abbiano un nesso causale tra loro. (Es. il vero elemento causante è l’età influenza l’ascolto
televisivo gli anziani guardano di più la tv sono più conservatori).
Il ricercatore può controllare quest’influenza tramite due procedure: la procedura del controllo
cioè la trasformazione delle variabili estranee in costanti eliminandone l’effetto, oppure la
procedura di depurazione cioè della determinazione per via matematica e della conseguente
eliminazione degli effetti delle variabili estranee. La depurazione viene fatta attraverso
elaborazioni statistiche: la tecnica della CORRELAZIONE PARZIALE se l v. Z da controllare è una
sola; regressione multipla se le variabili Z sono più di una.
C’è un altro modo per controllare le variabili estranee che si fonda su un modo diverso di
produrre i dati da analizzare. Si utilizza l’esperimento costruito dal ricercatore. (esempio si
sceglie un campione di 200 cittadini, si divide a caso in 2 gruppi da 100, un gruppo seguirà in tv
la campagna elettorale e un altro no)
Sia con ANALISI STATISTICA DELLA COVARIAZIONE sia con l’ESPERIMENTO si studia una
covariazione tra una v. X ipotizzata causa e una variabile Y ipotizzata effetto. Nel primo caso il
controllo si colloca a valle della raccolta dei dati che egli si limita ad analizzare, nel secondo il
controllo si colloca a monte della produzione stessa dei dati che avviene in una situazione
artificiale da lui costruita. Nell’esperimento si controllano tutte le possibili variabili di disturbo
anche quelle non rilevate e sconosciute. Nell’ analisi statistica della covariazione i controlli sono
applicabili a un numero finito di variabili terze, prestabilite dal ricercatore e rilevate nella fase di
raccolta dei dati.
MANIPOLAZIONE DELLA V. INDIPENDENTE E CONTROLLO DELLE VARIABILI ESTRANEE sono le 2
caratteristiche principali dell’esperimento che lo distinguono dall’analisi statistica della covariazione.
Si parla di “RANDOMIZZAZIONE” quando si assegno in modo casuale (per sorteggio) dei soggetti
ai gruppi (randomizzati)
ESPERIMENTO è una forma di esperienza su fatti naturali che si realizza a seguito di un
deliberato intervento modificativo da parte dell'uomo e quindi si contrappone alla forma di
esperienza che invece deriva dall'osservazione dei fatti nel loro naturale svolgersi.
Nasce e trova sistemazione nelle scienze naturali, mentre la sua applicazione nelle scienze sociali comporta
adattamenti o comunque la realizzazione di alcune sue forme particolari.
Problema fondamentale dell’inferenza causale impossibilità di osservare 2 valori di Y (yt e yc) sulla stessa
unità e nello stesso tempo. (impossibilità di osservazione simultanea) impossibilità di osservare l'effetto di
X su Y e quindi di controllare empiricamente la presenza di un nesso causale.
Nelle scienze sociali né in quelle naturali non esiste possibilità di controllo empirico di un’inferenza causale
ma si può arrivare solo a delle soluzioni parziali:
2. la soluzione statistica è prevista nelle scienze sociali, perché entrambi gli assunti di invarianza e di
equivalenza sono implausibili. È possibile ottenere due gruppi di individui che siano statisticamente
equivalenti da esporre uno al valore di X e l’altro a un valore diverso sempre di X, sui quali poi rilevare la
variazione di Y. I due gruppi ottenuti dalla randomizzazione differiranno solo per differenze accidentali.
L’effetto causale sarà “medio” E(Yt)-E(Yc)
E valore atteso, valore medio dei valori Yi dei gruppi
Il laboratorio garantisce grande flessibilità perché permette di creare situazioni sperimentali che differiscono
tra di loro anche per un solo piccolo particolare. Inoltre, la manipolazione e la randomizzazione risultano più
facilmente realizzabili in laboratorio. Possono essere divisi in 3 grandi gruppi:
1. STUDI DI COINVOLGIMENTOintervento manipolativo del ricercatore agisce sui soggetti stessi che, per
effetto della dinamica sperimentale, sono indotti a comportamenti che possono essere diversi da quelli
che avrebbero in una situazione di spontaneità
2. STUDI DI VALUTAZIONEsono quelli in cui si richiede ai partecipanti di esprimere un giudizio
3. STUDI DI OSSERVAZIONEsono quelli in cui è richiesta l'osservazione sui soggetti sperimentali
a. l'assegnazione dei soggetti ai gruppi (RANDOMIZZAZIONE) è il metodo più sicuro per ottenere dei
gruppi che differiscono su tutte le variabili solo per piccole variazioni accidentali. In questo modo si
creano dei gruppi equivalenti. Quando l'assegnazione casuale non è possibile un criterio alternativo è
quello dell'accoppiamento cioè si formano delle coppie di soggetti identici su caratteristiche che si
ritiene rilevanti per il problema studiato assegnando poi una componente della coppia al primo
gruppo e una al secondo gruppo. Con questo metodo però si garantisce l'equivalenza di due gruppi
solo per quanto concerne le variabili posti alla base della formazione delle coppie, ma non si può
sapere i soggetti differiscono per altre importanti caratteristiche; inoltre non è di facile applicazione
questa soluzione soprattutto quando le variabili sono numerose. è vantaggiosa quando i gruppi sono
numericamente esigui: può essere allora in questo caso conveniente puntare al controllo completo di
poche variabili importanti. È anche possibile combinare l'accoppiamento e la randomizzazione
formando delle coppie di soggetti identici su alcune variabili di base e poi assegnando per sorteggio
ai diversi gruppi i componenti di ogni coppia.
b. manipolazione della variabile indipendente nelle scienze sociali è rappresentata da una variabile
nominale; la sua variazione tra i gruppi sperimentali consiste nel fatto che ogni gruppo presenta una
diversa modalità di tale variabile. La variabile indipendente X può variare tra i gruppi o può variare
nel tempo nello stesso gruppo.
Se in un esperimento manca la manipolazione della variabile indipendente esso non è più tale, ma si
ricade nell'analisi della covariazione. Se invece manca la randomizzazione si hanno i cosiddetti “quasi
esperimenti”.
DISEGNI SPERIMENTALI
DISEGNO solo dopo a due o più gruppi
DISEGNO prima-dopo a due o più gruppi
DISEGNO di Salomon a quattro gruppi
DISEGNO fattoriale
- Il primo è di carattere metodologico, cioè il metodo di ricerca che meglio consente di affrontare il
problema della relazione causale.
- L’altro riguarda la natura dei problemi che permette di affrontare poiché il metodo sperimentale
consente di isolare i fenomeni specifici che nelle condizioni naturali non potrebbero essere studiati in
modo altrettanto sistematico per i fattori che li nascondono, confondono e distorcono.
L’esperimento non è possibile quando la v. X non è manipolabile per questioni di carattere etico o per
difficoltà intrinseche.
Svantaggi: legati a due elementi:
- Artificialità che può essere suddiviso in artificialità dell'ambiente e reattività dei soggetti sperimentali.
Per quanto riguarda l'artificialità dell'ambiente è legata al fatto che in un laboratorio i soggetti si trovano
calati in situazioni distanti da quelle in cui affronterebbero gli stessi stimoli nella vita reale. L’esperimento
ha a che fare con la reazione del soggetto umano di fronte al fatto di sentirsi osservato e quindi si
comporta diversamente di come avrebbe fatto senza esserlo.
- Non rappresentatività i risultati di un esperimento spesso non sono generalizzabili all’intera
popolazione, sia per l’ampiezza del campione, sia per i criteri di selezione dei soggetti sperimentali.
Gli esperimenti di solito sono fatti su campioni assai ristretti; con un campione ampio-> scarsa
rappresentatività del campione.
ERRORE DI CAMP E AMPIEZZA DEL CAMPIONE SONO INVERSAMENTE PROPORZIONALI
- Altro problema è la selezione dei soggetti sperimentalisuccede spesso che questi vengono scelti per
ragioni di comodità all'interno di uno stesso ambiente sociale.
Lo scopo di un esperimento non è quello di descrivere come un certo fenomeno che si presenta nella società
ma di analizzare le relazioni di causa effetto. Esperimento è adatto a tutti quei fenomeni che si collocano
in segmenti limitati di spazio, tempo e numero di persone.
1. Individuazione del problema, attraverso la determinazione delle esigenze conoscitive e degli obiettivi
della ricerca
2. definizione della ricerca attraverso la definizione del disegno della ricerca e delle fonti di dati e
attraverso la determinazione del piano di campionamento e della numerosità campionaria
3. attuazione della ricerca attraverso la rilevazione dei dati la loro successiva analisi e la trasformazione
del risultato in informazioni
4. comunicazioni dei risultati e verifiche
Per la rilevazione dei dati si utilizza un’INDAGINE STATISTICA: insieme di fasi finalizzate a
E è possibile effettuare un'indagine statistica utilizzando registri di fondi amministrativa oppure impostando
un'indagine ad hoc perché le informazioni che ci servono non sono state ancora raccolte
Le fonti amministrative sono ad esempio i registri delle nascite, delle morti, della popolazione residente, degli
iscritti a scuola ecc. L'utilizzo di queste fonti comporta sia vantaggi che svantaggi:
FONTI AMMINISTRATIVE
VANTAGGI SVANTAGGI
disponibilità a costo nullo contengono poche informazioni, raccolte a fini
amministrativi e non statistici
informazioni su molti campi della vita sociale non è previsto un processo di qualità del dato
riluttanza crescente delle unità a collaborare aggiornamento e lasciato all'iniziativa dei singoli
continuità temporale, dettaglio territoriale, completezza è difficile capire se sono davvero stati registrati tutti
della popolazione gli eventi
innovazioni tecnologiche nella memorizzazione e nel non si coglie ciò che non è ufficiale
reperimento
possibilità di collegamento tra tempi e tra archivi è difficile mantenere una serie storica perché ci
sono spesso modifiche normative
definizione riferimenti temporali sono legati all'uso
INDAGINI AD HOC disponiamo di due modi per raccogliere le informazioni: osservare o domandare
OSSERVAZIONE via più diretta e immediata per studiare i comportamenti manifesti
INTERROGAZIONE via obbligata per esplorare motivazioni, atteggiamenti, credenze, sentimenti, percezioni,
aspettative.
L’inchiesta campionaria è un modo di rilevare le informazioni interrogando gli stessi individui oggetto
di una ricerca appartenente a un campione rappresentativo, mediante una procedura standardizzata di
interrogazione, allo scopo di studiare le relazioni esistenti tra le variabili studiate.
Comporta la formulazione di domande orali o scritti l’impossibilità di interrogare tutti i soggetti impone la
scelta di un campione sul quale raccogliere le informazioni.
L'inchiesta campionaria ha il fine di studiare le relazioni tra variabili. Essa si distingue dal sondaggio proprio
perché il ricercatore non si limita a rilevare esistenza e la consistenza di un certo atto sociale, ma va oltre
interrogandosi sulle sue origini sulle interrelazioni con altri fenomeni sociali, sui meccanismi casuali ad esso
connessi punto: più in generale l'inchiesta campionaria non si limita ad esplorare a descrivere ma intende
controllare empiricamente delle ipotesi!!!!!!!!!!!!!
Combinando tra di loro le caratteristiche delle domande e delle risposte standardizzate/libere si ottengono
tre diversi strumenti di rilevazione:
L'inchiesta campionaria essendo una ricerca quantitativa utilizzerà come strumento di rilevazione il
questionario. Quella qualitativa utilizzerà interviste strutturate o libere.
Ha un particolare successo negli stati uniti dove c’era assenza quasi totale di dati statistici sulla popolazione. 3
sviluppi tecnologici hanno dato forte impulso: i personal computer, il telefono e il web.
POPOLAZIONE STATISTICA è l’insieme finito delle unità oggetto di analisi. Essa non deve essere
definita solo nel contenuto ma anche nel tempo e nello spazio.
CAMPIONE è l’insieme composto da parte delle unità della popolazione, selezionate secondo un
insieme di regole dette “disegno di campionamento”. Queste regole assicurano che il campione
estratto sia rappresentativo della popolazione.
CAMPIONAMENTO procedimento di individuazione dei campioni
UNITA’ CAMPIONARIA unità estratta
Le unità sono osservate per ottenere info su una statistica (misura di una caratteristica nel campione) o su un
parametro (misura di una caratteristica nella popolazione). Se tutto viene svolto correttamente le info
raccolte possono essere generalizzate ed estese all’intera popolazione.
Le indagini statistiche possono essere ESAUSTIVE se sono svolte sull’intera popolazione, oppure
CAMPIONARIE se vengono svolte su un campione. CAMPIONARIA:
Vantaggi Svantaggi
Ricchezza e profondità dei contenuti non è idonea per analisi dettagliate perché le stime non sono
significative per aggregati minori
rapidità di esecuzione e tempestività di risultati la copertura è spesso incompleta
più accuratezza nella rilevazione spesso non è ritenuta valida per fini decisionali
maggiore flessibilità del disegno è invasiva per l'intervistato perché è più lunga
minori costi è soggetta a errore campionario
minor numero di rispondenti coinvolti ha uno svantaggio comunicativo perché spesso viene
screditata
indispensabile quando le unità campionarie sono destinate a
distruzioni
uniche e fattibili in paesi in via di sviluppo
ESAUSTIVA:
VANTAGGI SVANTAGGI
fornisce dati individuali collegabili nel tempo è complessa da un punto di vista organizzativo
fornisce dati su popolazioni rare È costosa
costituisce la base per selezionare i campioni i risultati sono disponibili ma dopo molto tempo
consente di collegare i dati provenienti da altre fonti ci sono considerevoli errori non campionari
è esente dell'errore campionario
L’indagine campionaria deve dare STIME ATTENDIBILI, cioè precise ed accurate: non devono essere affette da
errore né casuale né sistematico:
-E.CASUALE a seconda dello specifico campione che estraggo ottengo un risultato diverso
-E.SISTEMATICO può essere generato da una distorsione; fa si che i valori rilevati non si trovino intorno a
quello reale e corretto ma che si discostino molto (sovrastima e sottostima).
L’ INDAGINE STATISTICA usata per la rilevazione e l’analisi dei dati, prevede le seguenti fasi:
- astrazione: in cui si definiscono le ipotesi di ricerca, il piano per la raccolta dei dati e il piano di
sfruttamento dell'informazione. È il processo di ideazione dell’INDAGINE, si definiscono: la pop. Statistica,
caratteri e modalità; ipotesi di ricerca; modalità di rilevazione delle info, modalità di analisi dei dati;
tempi e risorse necessari. Dopo aver preparato ciò si prepara il materiale di rilevazione e si addestra il
personale se necessario. Si può effettuare un'indagine pilota per valutare se il materiale di rilevazione è
stato ben costruito.
- rilevazione o raccolta dati che può richiedere una fase di memorizzazione e codifica
- analisi statistica della qualità dei dati
- elaborazione dei dati
- interpretazione dei risultati
- diffusione dei risultati
Partendo da una domanda bisogna capire qual è la popolazione statistica da studiare per poter rispondere a
questa; poi bisogna capire quali sono le modalità di rilevazione delle informazioni più appropriate per
raggiungere quella popolazione. Infine, occorre definire le modalità di analisi di dati, i tempi e le risorse
necessarie per svolgere l'indagine. La popolazione statistica va definita nei contenuti nel tempo e nello
spazio. Spesso non è disponibile la lista di tutte le unità appartenenti alla popolazione quindi devo trovare
delle soluzioni alternative per poter procedere al campionamento.
UNITA’ DI RILEVAZIONE è l’unità relativamente alla quale viene effettuata l’indagine. L’insieme delle
unità di rilevazione costituisce la popolazione statistica.
UNITA’ DI ANALISIpuò coincidere con l’unità di rilevazione oppure no. è l’unità rispetto alla quale è
possibile effettuare l’analisi (es. indagine campionaria sulle famiglie unità di rilevazione è una persona che
vive in famiglia, unità di analisi oltre alla persona, può essere anche la famiglia).
I DATI una volta raccolti possono essere analizzati attraverso diverse strategie:
VARIABILI
Quantitative se riguardano caratteristiche numeriche ossia sono inequivocabilmente numeri (età, peso,
reddito)
- continue: se possono assumere qualsiasi valore numerico entro un certo intervallo, anche non intero
scala rapporto quando esiste uno zero assoluto, es. peso (tutte le operazioni)
scala intervallo quando lo zero è solo convenzionale, es. temperatura, scala da 1 a 7 (uguale,
disuguale, maggiore, minore, + e -)
- discrete: se possono assumere solo valori interi (n. figli)
Qualitative non possono essere misurate con numeri ma possono essere associati i numeri per facilitare la
codifica.
Scale di giudizio/opinione consentono di rilevare giudizi o opinioni riguardo a qualcosa. La scala su cui tali
opinioni sono rilevate può essere sia Qualitativa che Quantitativa. Se a ciascun valore/punteggio
corrisponde un’etichetta (molto, poco, per niente, abbastanza ecc) la scala è ordinabile. Se il giudizio è
richiesto in termini quantitativi la scala è quantitativa.
Se poniamo agli estremi della scala delle etichette per orientarla, essa comunque resta quantitativa.
RILEVAZIONE può essere fatta mediante osservazione con strumenti, osservazione diretta,
questionari, modelli amministrativi. Il questionario può essere auto-compilato oppure compilato dal
rilevatore. Per decidere il tipo di rilevazione devo considerare gli obiettivi prefissati, la popolazione di
riferimento, i tempi di rilevazione e i costi previsti. Le rilevazioni senza questionario sono:
VANTAGGI SVANTAGGI
può motivare il rispondente a rispondere minore standardizzazione del processo
Può instaurare un rapporto umano che facilita presenza di influenze esterne
la partecipazione e la confidenza
può aiutare il rispondente in caso di difficoltà o maggiore effetto della desiderabilità sociale
fraintendimenti
presenza di condizionamenti
difficoltà ad affrontare argomenti sensibili
Costi nettamente superiori
STANDARDIZZAZIONE porre a tutti rispondenti le stesse domande formulate nello stesso modo.
Essa permette di pulire i dati da effetti poco controllabili. Esiste un paradosso detto” del forbid and allow” voi
che sono due verbi complementari per cui una domanda formulata utilizzando “permettere” da risultati
diversi che una formulata utilizzando “proibire”.
Per garantirla secondo un approccio oggettivista è necessario che il rapporto intervistatore-intervistato sia
completamente asettico e spersonalizzato. Non bisogna alterare lo stato dell'oggetto per cui sono stati
elaborati codici di comportamento ai quali l'intervistatore deve attenersi: neutralità e uniformità del
rapporto. Di contro l'approccio costruttivista afferma che è impossibile avere un rapporto del tutto asettico.
perché il l'intervistatore ha proprie reazioni percezioni schemi mentali a condizionarlo mentre registra le
risposte e l'intervistato nello stesso momento in cui diventa oggetto di indagine subisce un'alterazione
perché si sente sotto esame. Secondo questo approccio l’intervistatore partecipa alla produzione di risposte.
Secondo l’approccio uniformista anche lo strumento di rilevazione deve essere standardizzato il più possibile.
Ma gli viene posta una critica da quello individualista che sostiene che i limiti + gravi del questionario siano 2:
- Mostrando un questionario uguale si considerano tutti i destinatari dotati di uguale sensibilità, prontezza,
maturità, capacità. Voi non permette quindi di rilevare le differenze che esistono tra gli individui
intervistati
- costringe a rispondente a uniformarsi ad un dato livello che è quello dell'uomo medio.
Viene lasciata fuori tutta la periferia sociale: analfabeti, vecchi, indigenti vagabondi, coloro che si trovano ai
margini nella geografia di un paese, immigrati e clandestini. Loro restano fuori perché non appaiono nelle
liste anagrafiche o perché non si lasciano intervistare o perché non sanno collocarsi nelle categorie di risposta
previste o perché non sono in grado di capire le domande.
Chi ci garantisce che all'uniformità degli stimoli corrisponda a un'uniformità di significati? Una stessa
domanda o una stessa parola ha significati diversi per gli individui; il significato di una stessa espressione è
molto influenzato anche dalle circostanze in cui l'intervista si svolge, dall'umore del soggetto o da come un
intervistatore si presenta e viene percepito: ogni individuo ha un suo sistema di riferimento e ricevendo uno
stimolo lo legge e lo interpreta alla luce del proprio vissuto.
- desiderabilità sociale fenomeno per cui il rispondente, di fronte a uno sconosciuto che lo interroga,
temendo di essere giudicato negativamente vuole apparire come una persona rispettabile e quindi fare
bella figura anche al costo di alterare la verità. Su questioni dove esiste un chiaro giudizio sociale il
soggetto tende ad attribuire a se stesso il comportamento che collettivamente è ritenuto il migliore (si
sovrastimano i comportamenti desiderabili, si sottostimano o non si riportano i comportamenti
socialmente non desiderabili). Può essere consapevole o inconsapevole
- mancanza di opinioni spesso i soggetti sono interrogati su tematiche complesse le domande sono
poste sotto forma di batteria; è plausibile che su alcune tematiche un certo numero di soggetti non abbia
mai seriamente riflettuto e che quindi non abbia un'opinione in proposito punto si crea così una
pressione a rispondere dovuta al fatto che ha accettato di partecipare quindi sarà portato a scegliere a
caso uno tra le possibili risposte. Il questionario è spesso percepito come un test di intelligenza nel quale
rispondere non so o non rispondere sono considerate dal soggetto come confessioni di incapacità
mentale.
- Domande relative a proprietà socio-grafiche di base le prime si riferiscono alla pura descrizione delle
caratteristiche sociali di base del soggetto, ossia alle sue caratteristiche permanenti quali quelle
demografiche, i connotati sociali ereditati dalla famiglia e le caratteristiche che in quel momento
definiscono l'individuo. Poste in tutte le inchieste. Per esse esistono formulazioni standard. Le
informazioni di questo tipo si possono raccogliere anche da fonti statistiche ufficiali, come i censimenti;
- domande relative ad atteggiamenti esplorano opinioni, motivazioni, orientamenti, sentimenti,
valutazioni giudizi valori. Sono le proprietà degli individui più tipicamente rilevabili tramite l'inchiesta
campionaria perché proprio per rilevarle occorre l'interrogazione diretta dell'individuo. Gli atteggiamenti
variano tra le persone in termini di intensità ma questo elemento è molto difficile da rilevare con un
questionario. Per questo motivo le domande sugli atteggiamenti sono le più difficili da formulare e le
risposte a queste molto influenzate dal modo in cui la domanda è espressa.
- domande relative a comportamenti rilevano ciò che il soggetto dice di fare o di aver fatto. Siamo nel
campo delle azioni che sono inequivoche. I comportamenti inoltre sono empiricamente osservabili.
- domande fattuali quindi che riguardano i fatti e tutto ciò che è osservabile dall'esterno e domande sul
comportamento
- domande motivazionali che riguardano opinioni e atteggiamenti e motivazioni