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GUIDA
INDICE
1. IL SIGNIFICATO DELLA TESI DI LAUREA
2. OBIETTIVI DELLA TESI
3. IL PROGETTO DI TESI
4. TIPOLOGIA DI TESI
4.1. Tesi compilativa
4.2. Tesi osservazionale/esperienziale
4.3. Tesi sperimentale
5. IL TEMA DELLA TESI
6. L'ORGANIZZAZIONE DELLA TESI
6.1.
6.2.
6.3.
6.4.
6.5.
6.6.
6.7.
6.8.
6.9.
Titolo
Indice
Introduzione
Presupposti teorici
Materiali e metodi
Risultati
Discussione
Conclusioni
Bibliografia
Norme editoriali
Relatori e Correlatori
Gli adempimenti formali
Riassunto
Presentazione orale
3. IL PROGETTO DI TESI
Lelaborazione e la stesura di una tesi di laurea un'attivit che comporta impegno e
forte motivazione a contribuire allo sviluppo delle conoscenze nel campo riabilitativo.
Occorre innanzitutto un interesse per uno specifico argomento e/o ambito. Tale
interesse deve tradursi in un'idea che pu maturare da suggerimenti di terzi o da
un'analisi della letteratura. L'analisi della letteratura dimostrer gli elementi di originalit e
novit dellidea maturata.
L'idea deve essere opportunamente elaborata sino a diventare un progetto preliminare, la
cui struttura consiste in:
letteratura esaminata;
obiettivi della tesi ( le ragioni sottostanti alla loro scelta e una prima formulazione delle
domande di ricerca a cui si intende rispondere);
strumenti / metodi di indagine da utilizzare per raggiungere gli obiettivi;
indice della tesi con un'indicazione di massima sul contenuto dei diversi capitoli;
4. TIPOLOGIA DI TESI
La tesi pu essere: compilativa, osservazionale/esperienziale, sperimentale.
Una tesi compilativa, a differenza di quanto suppone la gran parte degli studenti, non
di per s una mera copiatura o riassunto del materiale bibliografico reperito su un certo
argomento, ma presuppone un'ipotesi di lavoro ed una disamina sistematica di quanto
stato detto da diversi autori su un determinato argomento. Questa disamina comporta
un'attenta analisi ed una valutazione critica degli argomenti che supportano o meno
lipotesi formulata nonch una certa capacit di lettura critica e di argomentazione teorica.
Gli studi osservazionali si dividono in:
a. descrittivi (generano ipotesi)
case report e serie clinica
b. analitici (verificano ipotesi)
caso controllo
Una tesi sperimentale si basa su un piano di lavoro che, accanto ad una parte teoricobibliografica, prevede una parte di indagine empirica. In uno studio sperimentale il
ricercatore applica un intervento e ne osserva i risultati.
In ogni caso importante aver ben chiaro che il carattere compilativo o
sperimentale non sono di per s un indicatore del valore della tesi: vi sono tesi
compilative di grande pregio e tesi sperimentali che a mala pena raggiungono
la dignit di discussione.
4.1. TESI COMPILATIVA ( Sintesi e revisione critica della letteratura )
a) sintesi della letteratura (fino a 2 punti)
Lo studente, scelto un argomento, fa una ricerca bibliografica e la riassume nella tesi.
Una sintesi della letteratura non segue alcun metodo predefinito e come tale, i suoi
risultati possono essere condizionati dai suoi autori. Allo studente non viene richiesto
alcun apporto originale alla materia, ma solo di conoscerla.
b) revisione sistematica (fino a 4 punti)
Le revisioni sistematiche sono delle sintesi della letteratura esistente
nellambito di uno specifico tema riabilitativo, selezionata ed
adeguatamente valutata.
Le revisioni sistematiche rappresentano dei veri e propri studi scientifici, in quanto
utilizzano lo stesso rigore e gli stessi principi delle ricerche effettuate direttamente sulla
popolazione studiata. Per essere definita sistematica, una revisione della letteratura
deve presentare un protocollo di ricerca, che dichiara anticipatamente tutto il percorso
dello studio.
Le fasi del protocollo sono rappresentate da:
- la definizione del quesito di ricerca
- la strategia di ricerca
- la definizione dei criteri di inclusione/esclusione degli studi
- la valutazione della loro qualit
- lestrapolazione dei dati
- lanalisi dei dati derivanti dagli studi analizzati
Dato un particolare problema riabilitativo, organizzativo o una tematica poco nota o
controversa, una revisione sistematica della letteratura, rispondendo a quesiti specifici,
in quanto raccoglie i risultati delle ricerche, li classifica, valuta e sintetizza, ha lo
scopo di:
- elaborare linee guida,
- fornire indicazioni operative evidenziando gli interventi di provata efficacia da quelli
di dubbia efficacia,
- produrre una sintesi e valutazione critica dellinsieme della letteratura esaminata.
4.2. TESI OSSERVAZIONALE /ESPERIENZIALE
Descrive lesperienza relativa ad un singolo paziente o ad un gruppo di pazienti
a) caso singolo (fino a 4 punti)
Un case report clinico una forma di comunicazione che presuppone delle regole
precise e viene realizzato per scopi professionali e scientifici. In genere si occupa di un
evento singolo e raro (un paziente o una situazione clinico/riabilitativa) per fornire una
miglior comprensione del caso e lefficacia o meno di un determinato processo
terapeutico/riabilitativo.
La rilevanza di un case report clinico legata a quattro criteri:
la singolarit dellargomento;
la chiarezza degli elementi utili ed utilizzabili nella pratica riabilitativa, nella ricerca
o in entrambe.
Deve essere breve, incisivo e richiamare il nucleo centrale della Tesi. Deve essere
concordato con il Relatore, nonch approvato dal Presidente del Corso di Laurea.
6.2. INDICE
L'indice ha lo scopo di fornire allo Studente e al Relatore la struttura
complessiva del lavoro. Deve essere fatto allinizio del lavoro e deve essere
sufficientemente descrittivo, contestualizzato e contenere le divisioni principali
del lavoro.
La tesi va articolata in capitoli, paragrafi e sotto paragrafi. La numerazione dei Capitoli
progressiva per tutto lelaborato, quella dei paragrafi parte da 1 in ogni nuovo capitolo
Es.
1 FISIOPATOLOGIA E ASPETTI CLINICI DEGLI STATI DI COMA
1.1 PROFILO NEUROLOGICO E ASSESSMENT DEL PAZIENTE IN
STATO DI COMA
1.1.1 LIVELLO DI COSCIENZA
1.2 .
1.3
pag. 3
pag. 6
pag. 9
pag.
6.3. INTRODUZIONE
L'introduzione deve contenere gli elementi fondamentali che servono a far comprendere il
lavoro, anche a chi non abbia il tempo di leggerlo in tutte le sue parti. L'introduzione deve
inoltre illustrare con chiarezza gli obiettivi e le ragioni sottostanti alla loro scelta, fornire
alcuni cenni in merito alla letteratura pi rilevante, presentare gli strumenti utilizzati (la
metodologia) e l'organizzazione essenziale in parti e in capitoli.
Chi legge l'introduzione deve poter rapidamente controllare l'effettiva pertinenza di ogni
singola parte o capitolo rispetto agli obiettivi del lavoro.
Di solito si redige a fine stesura, non supera le 2-3 pagine e contiene:
Come scrivere una introduzione:
Obiettivi: qual lobiettivo della tesi? Quali sono le domande a cui volete trovare
risposta con questa tesi? Quale contributo volete dare con il vostro lavoro?
6.6. RISULTATI
In questa sezione della tesi si descrivono i dati senza commentarli. E opportuno illustrare i
dati con FIGURE o TABELLE.
I dati vanno reperiti in modo statisticamente coerente, ad esempio medie con intervallo di
confidenza, e vanno presentati i risultati degli eventuali test statistici.
Nellinserire grafici o tabelle ricordare di inserire la fonte, cio dove sono stati reperiti, e
se frutto della vostra elaborazione, scrivere:
Fonte: elaborazione propria
6.7. DISCUSSIONE
Che cosa pensiamo dei risultati ottenuti? Corrispondono a quelli della
letteratura citati nellINTRODUZIONE e alle nostre ipotesi dichiarate nello
SCOPO DELLA TESI?
In questa sezione si commentano e discutono i dati esposti nella sezione precedente. In
particolare: le ipotesi di lavoro formulate nello scopo della tesi sono state confermate
oppure no? Perch? Sono emersi dati inattesi interessanti?
6.8. CONCLUSIONI
La ricerca ha portato qualche contributo al problema?
Le conclusioni sono parte integrante della tesi, della quale rappresentano l'ultimo capitolo
a coronamento del lavoro svolto.
Le conclusioni devono essere chiare e sintetiche, devono riportare i risultati pi importanti
che sono emersi. Inoltre, bisogna menzionare i possibili futuri sviluppi della ricerca cos
come le difficolt e le limitazioni dello studio condotto.
Le conclusioni, riprendendo quanto affermato nell'introduzione, devono dare
giustificazione e dimostrazione oppure confutare le ipotesi formulate. (cosa avete
scoperto? avete individuato aspetti nuovi, contrastanti rispetto a quanto vi
aspettavate? affinit/divergenze con quanto individuato dalla letteratura?
Che vantaggio conoscitivo stato raggiunto? In parole semplici. A che cosa
servito, che cosa avete scoperto di interessante rispetto a quanto gi detto
dalla letteratura sullargomento?)
6.9. BIBLIOGRAFIA
Lelenco bibliografico delle fonti non ha lo scopo di dimostrare la cultura dellautore, e
neanche di suggerire letture interessanti attinenti al tema della ricerca. Serve unicamente
per consentire a chi legge di trovare gli articoli, libri, ecc. citati nel testo della tesi. Tutti gli
articoli citati nel testo e soltanto quelli - devono essere elencati nella bibliografia
finale.
Eventuali citazioni di passi provenienti dall'autore o dagli autori studiati possono essere
inserite nel testo facendo presente che:
1) la citazione deve essere racchiusa tra virgolette (aperte e chiuse);
Nel testo la citazione viene inserita indicando tra parentesi il cognome dellautore e
lanno: per esempio: (Pincopallino, 1998); se gli autori sono due: (Pincopallino e
Pampurio, 1997); se sono pi di due: ( Pincopallino et al., 1999). Se lo stesso autore ha
pubblicato nello stesso anno pi articoli, questi sono indicati dopo lanno con a,b,c, ecc.:
per esempio: (Pincopallino, 1998a).
Se si riportano brani o frasi intere di un autore, vanno usate le virgolette e il corsivo,
nonch il numero di pagina, come da esempio: the aim a skillfull performance is
achieved by the observance of a set of rules which are not knouwn as such to the person
following them ( Polanyi 1962, p. 49).
La Bibliografia finale va inserita alla fine dellelaborato (dopo le conclusioni);
vanno ordinate alfabeticamente per cognome del primo autore e non numerate.
le voci
in corsivo, il titolo del volume (sempre in corsivo), il nome del curatore, l'editore in tondo,
il luogo di edizione, la data, i numeri delle pagine in cui inizia e finisce il saggio.
Per esempio:
Micossi S., Il sistema sanitario e lindustria biomedica: le prospettive evolutive, in Il
governo della sanit, a cura di G. Amato, S. Cassese, G. Turchetti e R. Varaldo, Franco
Angeli, Milano, 1999, pp. 73-78.
Per gli articoli su rivista: il cognome, il nome dell'autore abbreviato, il titolo tra
virgolette ("" oppure ), il nome della rivista sottolineato od in corsivo, il numero del
volume, il numero della rivista, la data e la pagina di inizio dell'articolo e di fine.
Per esempio:
Tizio F., Caio G., Sempronio M. (2001) La riabilitazione come vocazione e come vizio.
Annali di Riabilitazione, 15: 302 314.
Per un giornale:
Spiderman
J.F.
(2002)
Dysphagia
rehabilitation
in
carnivorous
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi. Sito consultato il 5.12.2002.
plants.
Formato della pagina: quello di una cartella standard formato A4 con i seguenti
margini: sinistro 3,75 cm; destro 2.75 cm; superiore ed inferiore 3 cm
Battitura pagine: il numero massimo di righe per pagina dovr essere di 26 - 30 righe
10
Carattere consigliato: Arial pti 11; Times New Roman, pti 12 o simili. Interlinea: 1,5
Allineamento: giustificato
Stampa: su entrambe le facciate dei fogli. Tutte le pagine vanno numerate
punto del testo in cui sono citate. Le tabelle devono essere numerate progressivamente di
solito con un numero romano (I, II, III,) ed avere un riferimento allinterno del testo,
devono inoltre avere un titolo ed essere sufficientemente chiare. Non devono eccedere il
profilo del corpo del testo. . Nellinserire grafici o tabelle ricordare di inserire la fonte, cio
dove sono stati reperiti; se frutto della vostra elaborazione, scrivere:
Fonte: elaborazione propria
Sigle, abbreviazioni, termini stranieri: eventuali sigle e abbreviazioni vanno spiegate
sempre, anche quando sono d'uso comune. La spiegazione tra parentesi di una sigla
d'obbligo la prima volta che essa compare nel testo; per esempio: "I soggetti sono stati
trattati con ASA (acido acetilsalicilico) alla dose giornaliera di etc." ; "il paziente aveva
sofferto di diversi attacchi ischemici transitori (TIA = transient ischemic attacks degli autori
anglosassoni) prima dell'ictus attuale etc"; "tutti i bambini erano affetti da paralisi
cerebrale infantile (PCI) etc".
Molti termini stranieri, soprattutto anglosassoni, sono ormai utilizzati anche nella
letteratura medica italiana, perch hanno spesso il merito di essere concisi. Abusarne
tuttavia rende faticosa la lettura: perch dire "i pazienti sono stati monitorati in follow-up"
quando "i pazienti sono stati seguiti con esami di controllo" molto pi chiaro? In ogni
caso sono da bandire i termini stranieri non ammessi dal Vocabolario della Lingua Italiana
Zingarelli 2003.
E' consigliabile redigere, in una pagina a parte dell'APPENDICE, un elenco di tutte le sigle,
abbreviazioni e termini stranieri utilizzati nel testo, con relativa spiegazione.
Allegati: possono essere schemi, strumenti utilizzati per la raccolta dati, questionari, etc..
Gli allegati vanno numerati e nel testo deve essere inserita la nota di rimando (es. all.1).
Copertina e frontespizio:
Fac Simile
LOGO
UNIVERSITA
TESI DI LAUREA
TITOLO
Relatore:
11
. .......
Correlatore:
...............
Laureando
................
Matr..
ANNO ACCADEMICO
comunque a quanti hanno reso pi agevole la compilazione della tesi e/o la realizzazione
del lavoro - vanno riportati nellultima pagina della tesi.
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