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RICERCA D’ARCHIVIO:
Concetto e scopi:
La ricerca d’archivio si basa sull’analisi dei dati d’archivio, costituiti da osservazioni, misure o rilievi raccolti
da persone diverse dal ricercatore e conservati in appositi archivi.
1) Per descrivere un particolare fenomeno come i cambiamenti nella crescita della popolazione
2) Per delineare la relazione tra variabili, senza la pretesa di stabilire un rapporto causale
A differenza di altri metodi si qualifica come una metodologia “povera”: non ha bisogno di molte risorse, di
apparecchiature costose o di laboratori sofisticati, richiede solo i permessi per accedere agli archivi, cosa
che a volte costituisce la difficoltà maggiore, soprattutto se i documenti sono privati.
La selettività dell’archivio è legata al fatto che gli archivi non contengono tutte le informazioni che il
ricercatore vorrebbe trovare, ma solo quelle che sono state raccolte. Con l’espressione sopravvivenza
selettiva si indica il fatto che vengono conservate a lungo solo certe registrazioni e non altre. Dopo un
determinato periodo di tempo infatti molti dati non ritenuti più utili vengono distrutti. Altro limite è
l’accuratezza con cui sono state raccolte le osservazioni. L’affidabilità di questa ricerca dipende dalla
precisione, spesso non verificabile, con cui altre persone hanno eseguito le registrazioni.
OSSERVAZIONE NATURALISTICA:
L’osservazione naturalistica è una tecnica che permette allo studioso di raccogliere dati sul
comportamento dei soggetti senza interferire sul loro modo di comportarsi.
- Non-intrusività: Comporta che l’osservatore non manipoli le variabili che interessano, e rimanga
completamente in disparte ad osservare ciò che accade.
- Mancanza di artificiosità: Comporta che i soggetti vengano osservati nel loro ambiente naturale, in
quanto quello artificiale avrebbe scarsa validità esterna.
Quando si parla di osservazione condotta in ambiente naturale non significa che il ricercatore sia svincolato
da qualsiasi regola o che il suo lavoro sia asistematico o privo di ipotesi. Una delle caratteristiche
fondamentali di questa osservazione è la sistematicità: Il ricercatore da un’ampia quantità di interazioni
comportamentali sceglie solo determinati aspetti, quelli che suppone siano più strettamente legati alle
ipotesi da verificare. Ha l’assoluto rispetto dell’ambiente ecologico e rispetta il fluire naturale dei
comportamenti.
Ci sono anche dei limiti: non è utilizzabile quando il ricercatore vuole individuare le cause di un
comportamento, quindi dato che ogni comportamento può essere il prodotto di più variabili che operano
indipendentemente o in combinazione, essa non ha i mezzi per isolarle. Il controllo sui dati è modesto
perché le variabili osservate non sono manipolate e le sequenze comportamentali non vengono isolate e
analizzate nel loro reciproco rapporto. Un altro limite riguarda i tempi richiesti, molto lunghi.
- Il tempo di osservazione indica la quantità di tempo da dedicare ad una ricerca, e che cambia da
ricerca a ricerca, a seconda che si tratti di un esperimento eseguito in laboratorio o sul campo. Il
ricercatore può stabilire la durata di ciascuna sessione osservativa, che può essere variabile o fissa.
Ciò che definisce la lunghezza della sessione osservativa è l’oggetto di studio.
- Unità di misura: durante la sessione osservativa si possono mettere in atto quattro strategie
generali per rappresentare adeguatamente i dati raccolti.
2) Stati: Oltre a rilevare i comportamenti in sequenza, rilevo anche quanto essi durano.
Permettono la registrazione simultanea di due o più cosiddetti flussi paralleli di
comportamento: si può codificare non solo il comportamento del bambino, ma anche quello
della madre che sta interagendo con lui. Gli stati permettono di studiare le co-occorrenze di
comportamenti diversi.
3) Eventi temporali: Simili agli Stati, tecnicamente implicano una codifica diversa. Permettono di
registrare oltre alla durata anche i comportamenti di frequenza (comportamenti di cui non ha
senso raccogliere la durata temporale) e hanno il vantaggio di permettere l’uso di sistemi di
codifica non reciprocamente esaustivi.
Il ricercatore appunta le osservazioni man mano che il soggetto manifesta sentimenti e comportamenti.
Una volta che i dati sono completi il ricercatore deve costruire una struttura che sia adatta ad organizzarli,
come una relazione scritta.
La selettività dell’osservazione è guidata dalla teoria. Di conseguenza gli stessi fatti potrebbero essere
interpretati diversamente se cambiasse l’approccio teorico dell’analista.
3) Consentono descrizioni in profondità, che possono essere utili per ulteriori speculazioni e
teorizzazioni.
Limiti:
Riguardano la selettività del ricercatore, infatti alcuni dati possono essere omessi perché è difficile che il
ricercatore osservi, registri e ricordi ogni parola e gesto della persona studiata.
LE RICERCHE CORRELAZIONALI:
È volta a determinare il grado di relazione tra due variabili, in genere non manipolate né controllate.
L’approccio correlazionale consente di fare delle previsioni. Se tra due variabili si riscontra un’elevata
correlazione non solo si descrive la loro relazione, ma è possibile predire il valore di una di esse quando si
conosce il valore dell’altra.
Il problema della terza variabile riguarda il fatto che a volte la correlazione riscontrata tra due variabili non
dipende esclusivamente dalla loro reciproca relazione, ma anche dall’influenza di una terza variabile.
Un altro problema legato all’approccio correlazionale è la direzionalità: anche se due variabili correlano
positivamente non è sempre facile sapere quale delle due influisce sull’altra.
Ritenere che la correlazione indichi un rapporto di causa ed effetto è così semplice da poter commettere un
grosso errore. La ricerca correlazionale non porta ad affermazioni causali poiché non implica la
manipolazione delle variabili e non comporta alcun controllo della situazione in cui queste si manifestano.
La ricerca correlazionale è utile quando i veri esperimenti sono eticamente inammissibili, e permette la
verifica empirica di previsioni teoriche nei casi in cui la ricerca causale è proibita.
- Studio longitudinale: Implica la scelta di un solo gruppo di soggetti e la misura costante nel tempo
ad intervalli fissi, dei cambiamenti di qualche caratteristica.
- Studio trasversale: Si identificano campioni rappresentativi di soggetti, con livelli di età differenti, e
si rilevano i cambiamenti della stessa caratteristica in questi gruppi.
Un punto a sfavore di queste due tecniche è che non sempre hanno portato a risultati simili. Questa
differenza è stata attribuita a quello che è chiamato effetto della coorte di età: gli studi longitudinali
seguono nel tempo solo un gruppo o una coorte di persone, così tutti gli individui di questo gruppo,
sperimentando eventi ambientali simili, mostrano uno sviluppo omogeneo. Contrariamente gli studi
trasversali studiano gruppi di individui differenti, o coorti diverse. A causa di cambiamenti degli eventi
ambientali, i membri di queste coorti non sono esposti alle stesse esperienze.
L’INCHIESTA O “SURVEY”:
L’inchiesta è una tecnica descrittiva ampiamente usata, che consiste nel porre un certo numero di
domande ad un campione di persone rappresentativo di un’intera popolazione. Le domande possono
essere presentate in diversi modi:
Quando la raccolta dei dati deve essere completata nel più breve tempo possibile, si parla di inchieste
realizzate nello stesso momento. Invece gli studi che vengono attuati in un arco di tempo molto ampio
intervistando ripetutamente uno stesso gruppo di soggetti, sono gli studi di panel e gli studi di trend che
sono condotte al fine di studiare uno stesso tema nel corso del tempo.
Obiettivi:
Vantaggi:
Limiti:
- Difficoltà e costo
LA META-ANALISI:
Approccio quantitativo ideato per integrare i risultati di numerose ricerche relative alla stessa tematica
eseguite nel corso del tempo. A causa del comportamento umano troppo complesso in psicologia
raramente un singolo studio offre una risposta esauriente e completa ad un problema di ricerca. Dunque
per ottenere una risposta esaustiva, si devono condurre numerose ricerche.
Attualmente esistono due classi di meta-analisi, ed entrambe cercano di arrivare ad una conclusione
generale basando i propri risultati sugli indici statistici provenienti da singole ricerche.
Il primo si basa sulla significatività delle ricerche (combina i valori p delle singole ricerche con lo scopo di
ottenere un valore p globale, che vuole essere rappresentativo dell’effetto combinato delle ricerche prese
in considerazione)., la seconda sugli indici di ampiezza dell’effetto (tratta con l’ampiezza dell’effetto
riscontrato nella ricerca, e consente al ricercatore di combinare i risultati di parecchi studi e di arrivare ad
una stima combinata dell’ampiezza dell’effetto).