Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Gli studi sul campo sono condotti in ambienti naturali e utilizzano nella maggior parte dei casi
l'osservazione partecipante in cui il ricercatore tenta di entrare a far parte della cultura o subcultura
che sta studiando.
L'osservazione sul campo si sostanzia della descrizione accurata di avvenimenti, gruppi e processi
sociali.
Gli Stati Uniti hanno una ricca tradizione di studi sul caso basti pensare alle ricerche di Thomas,
Znaniecki, dei Lynd e di Whyte che privilegiano il contatto diretto con l'oggetto di studio e il dato
qualitativo (grazie a intervista e osservazione partecipante).
Uno dei primi studi è quello dei coniugi Lynd (1929) che, approfondendo le reali condizioni della
società americana del tempo si inserirono in una comunità del Middle West e parteciparono alla vita
della stessa. Il lavoro sul campo durò diciotto mesi. Scelsero non a caso la cittadina di Muncie
nell'Indiana in quanto possedeva un'ampiezza media (25000-50000 abitanti), un'autonomia dei
servizi essenziali, una limitata mobilità demografica, una forte autonomia culturale, una struttura
produttiva complessa.
Middletown rappresenta uno dei pochi casi di descrizioni complete e precise del materiale e dei
metodi usati.
Essi in particolare sono sintetizzati in cinque paragrafi:
1. Il primo paragrafo affronta la metodologia utilizzata dai ricercatori per capire le logiche di vita
della comunità studiata. Si è scelta l'osservazione partecipante: i ricercatori, dunque, partecipano
alla comunità e frequentano attivamente le attività dei gruppi locali registrando puntualmente ciò
che accade ad ogni incontro;
2. Il secondo paragrafo si riferisce al metodo utilizzato per esaminare il materiale documentario
raccolto e relativo al periodo 1880-1925. Il materiale comprendeva: censimenti, annuari, archivi dei
tribunali, documenti dell'amministrazione comunale, registri scolastici, articoli di giornali, carte
topografiche ecc ecc. Molti di questi documenti furono analizzati attraverso l'analisi del contenuto;
3. Nel terzo paragrafo si affronta la problematica della raccolta ed elaborazione dei dati statistici
relativi
ad alcuni fenomeni osservati riguardanti:
• lavoro e produzione;
• cultura e tempo libero;
• mobilità all'interno della comunità.
Come si può facilmente notare la tecnica dell'osservazione partecipante è usata, in questo lavoro,
insieme ad altre tecniche che consentono di approfondire i vari aspetti della vita della comunità
studiata.
Simile è anche la ricerca di William Whyte su uno slum italo-americano di Boston abitato quasi
esclusivamente da immigrati italiani con i loro figli. Whyte era fermo sostenitore del fatto che per
comprendere a pieno una comunità era fondamentale viverci dentro.
Dopo essere riuscito a inserirsi e ottenuta la collaborazione di un leader infromale della comunità,
Doc, che lo presentava al resto della comunità come suo amico, fu accettato come storico loca e
divenne osservatore partecipante nel quartiere. Qui visse per tre anni e mezzo. Studiò il fenomeno
della formazione delle bande giovanili e riusc a dimostrare che anche negli slum erano presenti
forme di organizzazione complessa.
Un aspetto metodologico importante del lavoro di Whyte è sicuramente l'analisi dei gruppi
informali. Attraverso l'osservazione oggettiva Whyte riuscì a studiare la struttura e la composizione
dei gruppi informali che si creavano nelle riunioni del “Cornerville Social and Athletic Club”.
Va sottolineata la centralità della Scuola Ecologica di Chicago nello sviluppo di questo tipo di studi.
Secondo Lindeman l'osservazione è il miglior modo di fare domande.
Il primo osservatore partecipante volontario è ritenuto essere Anderson che, intenzionato a studiare i
vagabondi, visse
e viaggiò con loro senza rivelargli di essere un ricercatore.
Non bisogna dimenticare nemmeno le ricerche di Wirth e Zorbaugh.
• WIRTH (1928)→ Privilegia un taglio sintetico-generale, più attento all'interpretazione
globale ed all'analisi storico-culturale. La parte osservativa del lavoro si riferisce all'analisi
della struttura, cioè all'organizzazione del ghetto ebraico e alle sue reti di socializzazione e
perciò serve a ricostruire i luoghi della vita comunitaria,
• ZORBAUGH (1929)→ L'osservazione sul campo è lunga e accurata viene privilegiato un
taglio analitico-descrittivo . Nel suo approccio socio-ecologico è fondamentale prima
l'osservazione diretta,poi la raccolta dei dati statistici e la cartografia del luogo studiato ed
infine colloqui più o meno strutturati. In questo modo l'area studiata fu composta in 3 aree:
l'area delle camere ammobiliate in affitto (degradata e con scarsissima socializzazione);l'area
dei bohemien(abitata da personaggi eccentrici e artisti vari);l'area commerciale e dei locali
notturni (maggiormente frequentata e principale luogo di socializzazione).
• MERTON (1947)→ sulle abitazioni. In questo caso il gruppo di ricercatori pianificò
accuratamente l'ingresso nella comunità attraverso due tattiche: privatamente, al più alto
livello amministrativo del direttore del progetto di abitazione;
• BECKER (1951) → Studio sui suonatori professionisti di musica da ballo;
• FESTINGER (1956)→ Insieme ai suoi collaboratori entrò in un gruppo religioso i cui
membri erano convinti che la Terra sarebbe stata distrutta e gli alieni avrebbero salvato i
superstiti. Festinger raccolse il momento in cui la profezia fu delusa.
• GOFFMAN (1961)→ Si fece assumere come assistente in un ospedale psichiatrico per
condurre la sua osservazione. A seguito di essa giunse ad affermare che l'organizzazione del
manicomio spersonalizzava e aggravava i problemi dei degenti;
• POLSKY (1964)→ Osservatore partecipante di un gruppo di giocatori di biliardo aggressivi
e fraudolenti e ne analizzò il codice etico;
• WAX (1971)→ Si inserì in un campo di concentramento per i giapponesi (durante la II
guerra mondiale) per studiare il loro comportamento;
• JOHNSON (1975)→ Per studiare le istituzioni assistenziali locali si inserì in un ente locale
con cui aveva contatti personali.
BAILEY → afferma che l'osservazione è “la tecnica principale per la raccolta dati sul
comportamento non verbale” e non preclude il contemporaneo utilizzo di altre tecniche di raccolta
dei dati.
Una prima classificazione delle tecniche di osservazione non può prescindere dal grado di
sistematicità e controllo dell'osservazione stessa. Riusciamo così a distinguere:
• osservazione semplice non controllata → osservazione libera o guidata solo a grandi linee
di interesse
• osservazione sistematica → osservazione e registrazione secondo procedure esplicite che
ne permettono la ripetizione.
GOODE-HATT → Distinguono tra due diversi tipi di osservazione, in base alla sua sistematicità
che sono: osservazione semplice non controllata (partecipante e non partecipante) e osservazione
sistematica.
Nella prima tipologia non si effettuano controlli, la seconda prevede controlli sull'osservazione e
l'osservato. Il possibile errore dell'osservatore viene eliminato:
• effettuando controlli sull'osservatore attraverso strumenti come sincronizzatori meccanici,
gruppi di osservazione, film e registrazioni;
• facendo in modo che il soggetto osservato abbia la sensazione di essere in un contesto
naturale.
Altra dimensione rilevante per distinguere tra diverse modalità di osservazione è il grado di
coinvolgimento del ricercatore nella vita dei gruppi osservati. Distinguiamo perciò:
• osservazione completa (o non partecipante) : vede il ricercatore rimanere esterno alla
situazione che sta studiando;
• osservazione partecipante : lo studioso riesce a farsi accettare come membro del gruppo
oggetto di studio;
• partecipazione osservante : il ricercatore è già membro del gruppo che si vuole indagare e
pertanto svolge ordinariamente il suo ruolo nel gruppo;
• partecipazione completa : il ricercatore-membro del gruppo dissimula il suo ruolo di
ricercatore e partecipa attivamente alla vita del gruppo.
DELLI ZOTTI → colloca le tecniche di osservazione tra i metodi di raccolta dati non intrusivi.
Distingue tra esperimento, osservazione naturalistica (non partecipante) e osservazione
partecipante.
DELLI ZOTTI → sostiene che è necessario non trascurare alcuni aspetti della comunicazione :
contenuti manifesti e contenuti meta-comunicativi. Nell'ultima categoria rientrano tutti gli elementi
non verbali che contribuiscono al miglioramento della comprensione dell'azione verbale. Sempre
rilevanti sono gli elementi di contorno che riguardano il contesto fisico e sociale in cui avviene
l'interazione e contribuiscono alla definizionedei ruoli sociali dei soggetti studiati. Si tratta di
informazioni che si possono cogliere solo tramite osservazione e/o ricorso a strumenti di rilevazione
di tipo audio-visivo.
Questo tipo di lavoro si compone di due elementi: osservazione e partecipazione. In generale,
l'osservazione consente di:
• analizzare comportamenti non verbali dei soggetti studiati;
• osservare comportamenti in ambiente naturale;
• osservare l'evento nel momento in cui accade;
• esaminare i soggetti per lunghi periodi di tempo e stabilire se determinati comportamenti
siano frutto dell'abitudine o della casualità;
• verificare ipotesi sul collegamento tra comportamenti e atteggiamenti;
• validare altre tecniche di rilevazione.
La partecipazione ha come scopo di:
• ottenere accesso ai dati;
• far ripetere ai comportamenti ai quali il ricercatore non avrebbe potuto assistere;
• identificarsi psicologicamente con coloro che vengono studiati;
• formulare ipotesi.
LIMITI: alterazioni del comportamento indotte dalla presenza dell'osservatore; restringimento del
campo di esperienza che si verifica quando l'osservatore diventa reale partecipazione; perdita di
obiettività quando ha elevata partecipazione emozionale.
Un problema fondamentale della ricerca ruota attorno al delicato equilibrio che il ricercatore
dovrebbe mantenere tra coinvolgimento e rischio di eccessivo coinvolgimento che provoca perdita
del suo orientamento oggettivo e scientifico.
Altro problema dell'osservazione è la difficoltà di quantificazione. Attraverso l'osservazione si
riescono a raccogliere dati prettamente qualitativi difficilmente sintetizzabili. Sembra che i
ricercatori che privilegiano l'osservazione abbiano una scarsa propensione per la quantificazione e
preferiscano raccogliere dati “emotivi” attraverso un rapporto umano con i soggetti studiati.
Altri problemi sono le limitate dimensioni del campione, la difficoltà di accesso al campo di
indagine, la mancanza di anonimato.
6. Le fasi dell'osservazione
L'osservazione diretta ha una maggiore validità apparente quando si vogliono raccogliere dati sulle
azioni degli uomini. Numerosi sono i fattori che possono intervenire e limitare la validità
dell'osservazione diretta:
• Mancanza di anonimato → se i soggetti sanno di essere osservati cercano di “normalizzare”
il loro comportamento, di renderlo accettabile soprattutto se il ricercatore vuole
approfondire questioni imbarazzanti;
• Natura soggettiva della realtà sociale → La realtà che l'osservatore mira a studiare non è
solo composta di fatti concreti ma anche di aspettative nate da osservazioni precedenti. La
percezione del ricercatore è perciò selettiva e parziale;
• Mancata strutturazione dello strumento di osservazione → l'invalidità può anche essere
generata da una mancanza di aspettative su ciò che verrà osservato. Un osservatore privo di
categorie di osservazioni strutturate non circoscriverà la sua attenzione ma si troverà ad
osservare un po' di tutto e in modo superficiale.
• Fallibilità degli organi di senso → Basandosi l'osservazione su organi di senso, non
bisogna sottovalutare la fallibilità degli stessi. Non da ultimo bisogna ricordare l'incidenza
che fattori come lo stress e altri fattori emozionali possono avere sulle percezioni sensoriali.
Ma come si misura la validità? Un metodo spesso proposto consiste nel confronto tra le valutazioni
fornite dall'osservatore e i risultati ottenuti tramite la somministrazione di questionari.
La misura dell'attendibilità dipende dal grado di strutturazione dell'osservazione. Nell'osservazione
non strutturata non si possono effettuare i confronti necessari per la misurazione stessa. Inoltre la
comprensione soggettiva del ricercatore, sulla quale si fonda la comprensione soggettiva del
ricercatore, non è quantificabile e quindi è difficilmente sottoponibile alla verifica dell'attendibilità.