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5: VALIDITA’
Si parla di validità di un’indagine quando questa è solida e attendibile.
VALIDITA’ INTERNA:
Quando le variabili hanno un rapporto di CAUSALITA’: quando si ha la certezza che le modifiche alla
variabile indipendente causano cambiamenti nella variabile dipendente
-La direzione: certezza che la manipolazione della variabile indipendente causi cambiamenti a quella
dipendente, e non viceversa
-Esclusione di fattori di confusione: consiste nell’eliminare le MINACCE alla validità e nel creare procedure
adeguate perché la relazione di causa ed effetto sia genuina.
La storia attuale: ogni evento che, durante il corso di un esperimento produce un effetto che si sovrappone
a quello della variabile indipendente, creando confusione sul rapporto causale tra le due variabili
sperimentali.
-Se si parla di gruppi: l’effetto storia è dovuto a eventi che riguardano tutti o la maggior parte dei soggetti,
Processi di maturazione:
Fanno parte di questa categoria quei cambiamenti sistematici di ordine biologico (età, fame, coordinazione,
fatica etc.) e psicologico (acquisizione di nuove conoscenze, noia, stanchezza, motivazione, interesse etc.)
che avvengono con il trascorrere del tempo. Può essere un fattore assai critico quando la ricerca riguarda i
bambini, causa la rapidità de loro sviluppo. È un effetto sempre presente negli studi longitudinali. Per
esempio nell’efficacia del trattamento clinico un graduale miglioramento naturale potrebbe essere
attribuito erroneamente alla terapia.
Effetto delle prove:
Il ricercatore molto spesso ricorre al pre-test per verificare l’equivalenza del gruppo SPERIMENTALE e
quello DI CONTROLLO. Questo controllo può costituire una minaccia alla validità interna, perché i risultati
del post-test possono essere dovuti alla combinazione dell’effetto del trattamento e dell’abilità acquisita
nella prova preliminare.
Strumentazione:
La fluttuazione degli strumenti psicologici è maggiore che nelle altre scienze, non solo per la loro natura
(intervista, questionari, test), ma anche per la loro diretta dipendenza dal ricercatore, il quale può influire
sull’affidabilità delle misurazione mediante numerose variabili (aumento di esperienza, stanchezza,
disattenzione).
Il termine strumentazione comprende la variabilità della struttura degli strumenti e quella degli
sperimentatori. Se il post-test è differente dal pre-test, o il ricercatore che ha eseguito la seconda prova è
diverso da quello della prima, si possono riscontrare differenze dovute alla sostituzione o degli
strumentatori o degli sperimentatori, o di entrambi.
Una legge statistica prevede che nelle prove ripetute sugli stessi soggetti e sulla stessa variabile i punteggi
estremi tendano a regredire verso la media. Gli individui che hanno fornito prestazioni ai valori estremi
nella prima prova in quella successiva tenderanno verso punteggi più vicini a valori medi. Questo fenomeno
non è indice di assenza di affidabilità di punteggi estremi, ma semplicemente la predizione della probabile
direzione dei rendimenti nelle prove successive.
Per prove ripetute sugli stessi soggetti questo effetto di solito è determinato dai cambiamenti che
avvengono in variabili non correlate con il test (stato d’animo, motivazione, fatica). Questa legge statistica
costituisce una minaccia alla validità interna soprattutto negli esperimenti in cui i soggetti sono scelti sulla
base di punteggi estremi (bambini superdotati, ritardati, pazienti psichiatrici).
Selezione:
Il gruppo sperimentale e quello di controllo devono preferibilmente essere equivalenti rispetto a tutte le
variabili, ma numerosi fattori possono minacciare l’equivalenza iniziale dei gruppi (livello di intelligenza,
motivazione, caratteristiche di personalità), questi impediscono che il rendimento del gruppo di controllo
diventi il punto di paragone fisso per il gruppo sperimentale. Se inizialmente i due gruppi non sono
equivalenti, ogni eventuale differenza nel post-test può essere attribuita erroneamente al trattamento.
Mortalità:
Abbandono o perdita differenziale dei soggetti dopo il pre-test, che può influire sui risultati della ricerca
Le minacce alla validità di cui sopra non agiscono necessariamente in modo indipendente. Spesso
interagiscono producendo effetti nuovi, diversi da quelli che provocano da sole.
Quando il gruppo sperimentale e quello di controllo ottengono gli stessi punteggi nella prova preliminare, le
differenze nel post-test possono essere dovute a un’interazione di altre variabili piuttosto che al
trattamento.
Il bilanciamento: Metodo per ridurre le differenze tra i gruppi ottenibile in tre modi:
-Randomizzazione
-Pareggiamento
a) Controllo della costanza: si mantengono il più possibile costanti le condizioni per tutti i soggetti
della ricerca e per tutto il periodo sperimentale, ad eccezione del trattamento
b) Casualizzazione delle situazioni sperimentali Permette di distribuire equamente le più importanti
fonti di errore tra i gruppi sottoposti a esperimento
c) Unica sessione e stessa situazione: Per mantenere costanti e comuni a tutti i soggetti gli
imprevedibili effetti di distorsione dovuti a sessioni sperimentali diverse
d) Abbreviazione dell’intervallo di tempo tra le prove: Si accorcia il tempo tra la prova preliminare ed il
post-test, per evitare fattori estranei
I processi di maturazione:
Possono essere neutralizzati mediante l’uso di misurazioni ripetute ad intervalli costanti (sempre attraverso
un gruppo di controllo).
Gli effetti delle prove:
Viene evitata cercando di mantenere costanti tutte le variabili della sperimentazione. Un altro metodo
consiste nel pareggiare tra i soggetti ed i gruppi l’eventuale errore dovuto all’aumento dell’esperienza del
ricercatore con la casualizzazione degli osservatori e delle prove
Sono neutralizzati estraendo a caso dalla stessa popolazione estrema un gruppo di controllo, che non
essendo sotto trattamento offre il punto di paragone per valutare i cambiamenti dovuti alla regressione.
Mortalità:
Non vi sono procedimenti di controllo sufficientemente efficaci. Un metodo consiste nell’effettuare le prove
in tempi molto ravvicinati, in modo da limitare la perdita di soggetti.
VALIDITA’ ESTERNA:
Riguarda la legittima applicabilità dei risultati sia a soggetti diversi da quelli sperimentali, sia a soggetti
differenti da quelli determinati durante la ricerca. In altri termini consiste nel poter generalizzare le
conclusioni ad individui e contesti differenti da quelli che il ricercatore ha considerato. Poiché i risultati di
un esperimento devono essere generalizzati in riferimento a più variabili (persone, tempo, luoghi etc.), si
suddivide la validità esterna in tre tipi:
-Validità di popolazione (population validity): La capacità di generalizzare i dati del campione alla
popolazione. Per ottenere la validità di popolazione ci sono due regole: selezione dei soggetti della
popolazione ed ampiezza del campione, che è in diretta relazione con la probabilità che esso rappresenti
l’intera popolazione
-Validità temporale (temporal validity): Ossia la ripetizione esatta dell’esperimento a distanza di tempo, i
cui risultati devono rimanere stabili nel tempo. Su questa assunzione sono sorti però diversi dubbi: i risultati
di un esperimento possono variare anche durante il periodo di tempo che intercorre tra il trattamento e il
post-test. Supporre la validità temporale per tutte le ricerche può portare ad errori di valutazione.
La forma più semplice per ottenere la validità esterna consiste nel ripetere la ricerca stessa modificando
sistematicamente le variabili dei soggetti dell’esperimento (RIPETIZIONE SISTEMATICA), tuttavia richiede un
notevole sforzo, per cui è poco praticata. Si cerca di raggiungere i requisiti della validità esterna mediante la
RAPPRESENTIVITA’ dei soggetti sperimentali (validità di popolazione e validità temporale).
-Minacce alla validità della popolazione: La difficoltà di reperire soggetti della ricerca ha indotto i ricercatori
a ricorrere prevalentemente ad alcune categorie di soggetti (topi albini, studenti di psicologia, soggetti
volontari), soluzioni sebbene pratiche, criticabili, perché selezionano i soggetti.
- Adoperare misurazioni non intrusive: come ad esempio le valutazioni ricavate dal linguaggio del
corpo
- In alcuni casi si è dimostrato utile raccogliere i dati prima che i soggetti si accorgano che il
ricercatore ha iniziato il suo lavoro di indagine.
- Quando eticamente ammesso, spesso è necessario evitare di dire il vero motivo della ricerca, cioè
ricorrere all’inganno
- Per molte situazioni di ricerca è opportuno condurre la ricerca in situazioni naturali
- Il ricorso a disegni complessi si è dimostrato utile per aumentare la validità esterna di taluni
esperimenti.
- Sempre controllare gli effetti del pre-test sui dati della ricerca mediante la ripetizione
dell’esperimento o ricorrendo al disegno di Solomon.
VALIDITA’ DI COSTRUTTO:
Il termine costrutto è un concetto astratto che indica un complesso organizzato della vita psichica, non
osservabile direttamente. I costrutti non sono osservabili, ma vengono inferiti dal comportamento. Ad
esempio l’ansia è un costrutto che è stato inferito a partire da indicatori osservabili, come il ritmo del
battito cardiaco, la sudorazione delle mani, la tensione nervosa etc. Tali indicatori comportano
necessariamente una parte arbitraria perché dipendono dalle teorie dei ricercatori e dagli strumenti
adottati per misurarli. Far corrispondere un indicatore osservabile ad una nozione latente come il costrutto
vuol dire seguire una definizione operazionale. L’operazionismo costituisce un momento cruciale nella fase
di passaggio tra teoria e corrispondente mondo reale, perché specifica le operazioni che legano l’astratto (il
livello di costrutto) all’empirico (livello misurabile).
Difficilmente gli indicatori coincidono con il costrutto, per cui bisogna sempre domandarsi se sia legittimo
supporre che il risultato ottenuto per mezzo di un indicatore particolare corrisponda alla nozione latente da
cui si è partiti. Inoltre i costrutti stessi possono avere il ruolo di variabile indipendente (prodotti) oppure
quello di variabile dipendente (misurati).
a) Minacce provenienti da un’insufficiente definizione teorica dei costrutti: La minaccia più grave è la
carenza di una dettagliata analisi a livello concettuale dei costrutti.
b) Minacce attribuibili ad un’inadeguata operazionalizzazione del costrutto teorico: Si verifica
soprattutto quando la variabile indipendente è complessa.
c) Minacce dovute all’effetto ambiguo delle variabili indipendenti: La variabile indipendente è del
tutto aleatoria e quindi i risultati stessi (qualsiasi sia l’interpretazione) perdono di solidità.
(Esperimenti di Mayo, “Effetto Hawthorne”).
Questi tre tipi di minacce sono strettamente legati tra loro ed interessano anche validità interna ed esterna.
SUGGERIMENTI PER RAGGIUNGERE LA VALIDITA’ DI COSTRUTTO:
Ci sono diverse strategie per raggiungerla:
- Stabilire una definizione chiara del costrutto astratto: Perché le operazioni empiriche volte a
rappresentarlo possono portare a procedure di manipolazione scadenti
- Una volta che il costrutto astratto è stato ben definito e tradotto in specifiche operazioni sono
necessari numerosi tipi di dati per verificare se è stata raggiunta la validità di costrutto
- I dati raccolti devono variare con la misura correlata con la rappresentazione empirica della
variabile indipendente, ma non con le variabili concettuali differenti, perciò la validità di costrutto
può essere attuata raccogliendo sia i dati convergenti (gli esiti attesi) sia quelli divergenti (gli esiti
che non sono correlati con la variabile concettuale).
VALIDITA’ STATISTICA:
Avendo per scopo di verificare se il rapporto tra le variabili sperimentali è di tipo CAUSALE o CASUALE, il
concetto di validità statistica è strettamente legato a quello di validità interna. L’importanza di questa
validità è legata al fatto che nella pratica degli esperimenti psicologici i dati sono spesso caratterizzati da
un’ampia validità: unità sperimentali diverse, sottoposte allo stesso trattamento, forniscono risultati
differenti. Quali le cause? E come controllarle?
Una di queste cause di variabilità è il caso con il quale ci si riferisce ad una molteplicità di fattori non
analizzabili singolarmente, la cui influenza sui risultati sperimentali può essere valutata mediante i metodi
statistici. La validità statistica può aver luogo solo dopo che i dati sono stati raccolti, quindi non consente di
anticipare alcun rimedio immediato, ma può indicare se esiste la necessità di modificare le condizioni
sperimentali e di controllo dei successivi esperimenti.
- Nella prima fase si formulano due ipotesi statistiche, una da verificare (ipotesi nulla) ed una ad essa
contrapposta (ipotesi alternativa), formulate in modo da legarsi reciprocamente. Se il ricercatore
ha il feeling più esplorativo e si aspetta semplicemente delle differenze tra le medie, si parla di
ipotesi alternativa bidirezionale, se invece ha delle ipotesi più chiare in mente, e si aspetta che una
o l’altra media sia maggiore o minore delle altre, allora si parla di ipotesi alternativa
monodirezionale. L’esclusione dell’ipotesi nulla e l’accettazione di quella alternativa, è il primo
passo per verificare gli effetti della variabile indipendente
- La seconda fase riguarda la formulazione delle supposizioni ausiliarie. Queste consentono di
dedurre una determinata grandezza d’esame e la rispettiva distribuzione delle probabilità. Si è in
grado di definire una grandezza d’esame (il valore di un test calcolato) a partire dai dati ottenuti
nell’sperimento.
- Come terza fase, si devono ricavare i campioni casuali da una o più popolazioni. Una volta che
questi si sono identificati, si sottopongono al post-test. I dati del post-test servono per calcolare la
grandezza d’esame, ricorrendo alle formule relative alla distribuzione di probabilità che interessa.
- Nella quarta fase si definisce una zona di rifiuto, cioè un campo di valori possibili della grandezza
d’esame che ci si attende con minor probabilità in caso di verità dell’ipotesi nulla e con maggiore
probabilità in caso di verità dell’ipotesi alternativa.
Il primo consiste nell’elevare il livello di significatività. In questo modo, il disegno diventa più
sensibile, perciò si possono cogliere meglio le differenze tra i risultati delle condizioni sperimentali. I
metodi volti a migliorare la sensibilità del disegno sperimentale sono i migliori perché non
intaccano il livello di significatività.
Il secondo modo è aumentare la grandezza dell’effetto, elevando l’intervallo tra i valor della
variabile indipendente usati per definire le condizioni sperimentali.
Il terzo ed ultimo modo per aumentare la probabilità di scoprire un vero rapporto consiste nel
ridurre l’errore casuale.
VALIDITA’ ECOLOGICA:
La validità ecologica degli esperimenti è la generalizzabilità dei risultati, anche a contesti della vita
quotidiana. La validità ecologica è la dimostrazione che le condizioni in cui è stata verificata una relazione
sono le condizioni tipiche in cui si trova normalmente la popolazione.
a) Il comportamento nel momento T è una funzione della situazione di quel momento T soltanto e per
studiarlo si devono trovare i modi per determinare le proprietà della situazione in quel preciso
istante
b) La situazione che interessa lo studioso non è quella reale concreta, ma quella psicologicamente
vissuta: ha importanza il cosiddetto spazio di vita, che corrisponde a come la persona vive
l’ambiente e alla situazione in cui si trova.
Secondo Lewin dunque occorre tener conto della precisione soggettiva del soggetto sperimentale, sia verso
il compito che verso l’ambiente.
Bronfenbrenner riprende il pensiero di Lewin: per validità ecologica si intende il grado in cui l’ambiente del
quale i soggetti hanno esperienza in una determinata indagine scientifica ha proprio le caratteristiche il
ricercatore suppone assumere.
1) Per la posizione di Brunswik costituiscono delle minacce alla validità ecologica tutti gli artefatti da
laboratorio. Le caratteristiche del laboratorio (ambiente poco familiare, presenza di oggetti
sconosciuti, intervento degli sperimentatori etc) contribuiscono a rendere poco naturali le reazioni
o le prestazioni del soggetto.
2) Per l’interpretazione di Brofenbrenner costituisce una minaccia tutto ciò che impedisce allo
sperimentatore di conoscere come il soggetto percepisce la situazione. Possono costituire delle
minacce tutti quelli effetti di disturbo ignorati dallo sperimentatore che modificano la percezione
del soggetto.